HIV E MEDICINA GENERALE: DAL TEST ALLE COMORBILITA'

Pagina creata da Alex Marinelli
 
CONTINUA A LEGGERE
HIV E MEDICINA GENERALE:
                        DAL TEST ALLE COMORBILITA’

      ESPLORARE L’ORIENTAMENTO SESSUALE, LA
    RICHIESTA ATTIVA DEL TEST, LA COMUNICAZIONE
                   DELLA DIAGNOSI

Simona LUPO
Psicologa, Psicoterapeuta
Dipartimento di Salute Mentale “G. Maccacaro” ASL TO 2
Direttore Dr. Elvezio Pirfo

Torino, 31 marzo 2014
Spettabile Symposia Srl
Provider 463
Il/La sottoscritto/a LUPO SIMONA in qualità di moderatore, relatore,
    formatore, tutor, docente, del

CORSO RESIDENZIALE:
“HIV e medicina generale: dal test alle comorbilità”
che si terrà il prossimo 31 marzo 2014 presso l’Aula Convegni della Torino
   Piemonte Film Commission, ai sensi dell’art. 3.3 sul Conflitto di
   Interessi, pag. 17 del Reg. Applicativo dell’Accordo Stato-Regione del 5
   novembre 2009, per conto della Symposia Srl

Dichiaro

che negli ultimi due anni non ho avuto rapporti anche di finanziamento
   con soggetti portatori di interessi commerciali in campo sanitario
Il RUOLO DEL MEDICO DI FAMIGLIA
                        NELL’INFEZIONE DA HIV

Prevenzione
Prevenire la diffusione dell’infezione da HIV nella popolazione generale
   mediante interventi di educazione alla salute e di counselling

Diagnosi
Ipotizzare e diagnosticare l’infezione da HIV

Assistenza
Instaurare una relazione di aiuto con i pazienti HIV+ (con loro partner
   e familiari), impostare e mantenere con le altre strutture socio-
   sanitarie rapporti di collaborazione di tipo informativo e
   assistenziale, cogestire le comorbilità

                                 “Counselling al paziente HIV/AIDS: il ruolo del
                                 medico di famiglia” G. Ventriglia modificato
Prevenzione                            Diagnosi
                                       Prescrivere il test HIV sulla base
Raccogliere dai propri assistiti          dei dati epidemiologici e degli
  l’anamnesi sessuale (e                  elementi clinico-anamnestici
  tossicomanica)                          individuati, incluso test rapido
                                          ove possibile ed indicato
Informare i pazienti sulle modalità
   di trasmissione dell’infezione da      Salvavita !! Importanza di una
   HIV e sui comportamenti a              DIAGNOSI PRECOCE
   rischio
                                       Fornire sempre ai pazienti cui viene
Identificare i soggetti con               richiesto un test diagnostico per
   comportamenti a rischio per            HIV un adeguato counselling
   l’infezione da HIV                     pre e post test (VCT)
L’INTIMITA’ DEL PAZIENTE

Il medico tocca alcuni aspetti intimi della vita del suo paziente

Nel campo della sessualità, dell’anamnesi sessuale e delle MST, la
   relazione medico-paziente presenta un certo numero di difficoltà e
   di esigenze

Il medico deve mettersi a confronto con dei temi emotivamente
    carichi o delicati che concernono l’intimità del paziente

                                  “ Medico, paziente e AIDS” M. Vannotti modificato
L’ANAMNESI SESSUALE

L’anamnesi sessuale dovrebbe far parte dell’anamnesi sistematica del
   primo incontro

La sessualità comporta una dimensione relazionale che obbliga a
   parlare di una terza persona raramente presente. Oltre ai
   sentimenti di pudore, di riserva, di vergogna, l’anamnesi sessuale
   implica un lavoro sulla relazione con un’altra persona considerata
   da un punto di vista soggettivo (parziale) del paziente

L’anamnesi sessuale deve incoraggiare il paziente a parlare delle
   preferenze sessuali e dei rapporti che intrattiene con il/i suo/suoi
   partner. La natura di queste relazioni influenzerà l’adozione o
   meno di misure di protezione da parte sua

                                  “ Medico, paziente e AIDS” M. Vannotti modificato
LE TRE “P”
                    PARTNER, PRATICHE, PROBLEMI

P-Partner
Il numero di partner ed il loro sesso. I loro comportamenti a rischio e
    il loro status HIV (certezza della HIV+ o HIV- del partner)
P-Pratiche
Tipo di pratiche sessuali. Qual è l’ultima volta in cui c’è stata una
   esposizione a rischio. Anamnesi sulle droghe e vie di
   somministrazione (cartella clinica osp.)
P-Problemi
Situazioni di rischio vissute e difficoltà in materia di protezione
   (intolleranza, impotenza ?). Conoscenze di base sulla
   trasmissione/prevenzione. Chi propone il test HIV, facilitare il test
   HIV richiesto (non in presenza di tratti ossessivi)

                                         “ Medico, paziente e AIDS” M. Vannotti modificato
DIFFICOLTA’ PARTICOLARI
                              DELL’ANAMNESI SESSUALE

Dalla parte del paziente               Dalla parte del medico
Contraddizioni tra quello che dice e   Conflitto di lealtà (doveri verso il
  quello che fa (“dissonanza              paziente e verso il partner)
  cognitiva”)
                                       Differenza di giudizio per quanto
                                           concerne le norme sessuali
Adozione di meccanismi difensivi: il       (disapprovazione, indignazione o
  rifiuto “a me non può                    ripugnanza)
  succedere”, la razionalizzazione
  “viaggiare in auto è più             La consapevolezza delle proprie norme
  pericoloso”, la negazione “ciò          sessuali influenza l’equilibrio tra il
  non mi riguarda”                        contenuto verbale e il
                                          comportamento non verbale

                                        “ Medico, paziente e AIDS” M. Vannotti modificato
PAZIENTI CHE ADOTTANO
                           COMPORTAMENTI
                          SESSUALI A RISCHIO

Coloro che mostrano una tendenza       Coloro che ricercano il rischio nella
   a dissociare dalla sessualità gli      loro vita
   aspetti emotivi, negandoli

Coloro che ignorano la minaccia di     Coloro che, durante un incontro
   un’infezione e non percepiscono        amoroso, presi dalla “passione”
   i rischi di certe situazioni           dimenticano o trascurano le
                                          misure di protezione sessuale

Coloro che cambiano
                                       Coloro che vivono in condizioni
   frequentemente partner perché          psicosociali difficili
   vivono una relazione
   insoddisfacente sessualmente
LA PREVENZIONE DELL’HIV: UN
                   PROCESSO DI APPRENDIMENTO

Il messaggio del medico riguardo la prevenzione dell’HIV è molto
    semplice: i rapporti sessuali non protetti espongono i soggetti ad un
    rischio d’infezione. La modifica del comportamento (???) e delle
    abitudini sessuali può ridurre questo rischio

La prevenzione per il paziente non è così semplice: occorre procedere a
   dei cambiamenti radicali della propria immagine, del proprio stile di vita
e abitudini ma anche della vita di coppia.
I comportamenti di prevenzione appartengono quindi ad una terza entità,
   la coppia, e non sono esclusivamente riconducibili al soggetto

                                      Triade preventiva
FUNZIONE PREVENTIVA DELL’HIV COUNSELLING

Su persone a rischio ma non ancora infette
   (counselling di prevenzione primaria)

Su persone che hanno o potrebbero già aver
   contratto l’infezione e devono evitare di
   trasmetterla ad altri o di reinfettarsi
   (counselling di prevenzione secondaria)

Su persone HIV+ che non si curano e non
   accettano la terapia farmacologica
   (counselling di prevenzione terziaria)

OMS, 1994; Trotti et al., 1995
L’INDICAZIONE AL TEST HIV

Dalla parte del paziente
E’ in aumento il numero di soggetti che vogliono sottoporsi al test HIV ?

Le ragioni:
• il soggetto sa di vivere situazioni a rischio
• ha paura di essere stato infettato in passato
• comincia una nuova relazione e vuol dar prova di essere HIV-
• è stato incoraggiato dal o dalla sua partner
• la richiesta viene dalla coppia (rapporti sex non più protetti)
• donna che manifesta il desiderio di gravidanza
L’INDICAZIONE AL TEST HIV

Dalla parte del medico di famiglia :
Si possono distinguere tre situazioni:

Comportamenti a rischio (anche pregressi)
Specifiche situazioni cliniche (malattie indicatrici…MST, linfomi, tubercolosi
  ecc.)
Casi particolari (donatori d’organi, adozione, etc)

OGNI TEST NECESSITA DI INFORMAZIONE E COUNSELLING
L’ANNUNCIO DEL RISULTATO

                                  Linee guida regionali

Il risultato negativo
Ricordare che un risultato negativo non protegge dall’infezione ed occorre
   continuare nella prevenzione

Il risultato positivo
Affrontare il momento diagnostico ed essere disponibili ad un lavoro sulle
   emozioni. L’annuncio della sieropositività provoca, nei pazienti, notevoli
   sconvolgimenti emotivi. Invio alla Struttura ospedaliera di riferimento.
Alcuni dati del 2013:

Nel 2013 sono stati presi in
                                           altro
carico 127 pazienti con                     5%     con chi vive      conviv/sp
diagnosi di HIV+.                   fam                                osato
                                 d'origine                             26%
                                   18%
42 pz hanno avuto un
neoriscontro HIV.
                                famiglia
                                 propria                 vive solo
53 pz. sono omosessuali            9%                      42%
MSM
Sintomi per cui è stato
           fatto l’invio

Diagnosi
Con questi pazienti,
l’équipe di riferimento
sulla base della
valutazione psicologica
effettuata ha proposto le
seguenti modalità di
intervento
Puoi anche leggere