Gravidanza e allattamento - Alimentazione materna e fabbisogno di nutrienti in - Nutrition Foundation of Italy

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gravidanza
      gravidanza
                   allattamento
                       allattamento

                                             Alimentazione
                                                   materna
                                              e fabbisogno
                                             di nutrienti in
                                            gravidanza e
                                           allattamento
                                      Un documento di consenso italiano

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Alimentazione materna e fabbisogno
     di nutrienti in gravidanza e allattamento
     Un documento di consenso italiano

     Franca Marangoni1, Irene Cetin2, Elvira Verduci3,
     Giuseppe Canzone4, Marcello Giovannini5,
     Paolo Scollo6, Giovanni Corsello7, Andrea Poli1

     1
         NFI-Nutrition Foundation of Italy
     2
      Dipartimento Materno-Infantile Azienda Ospedaliera Luigi Sacco -
     Centro Universitario di Ricerche Fetali Giorgio Pardi - Dipartimento
     di Scienze Biomediche e Cliniche Università di Milano;
     Società Italiana di Medicina Perinatale (SIMP)
     3
      Nutrizione Clinica e Applicata - Clinica Pediatrica Ospedale San Paolo -
     Dipartimento Scienze della Salute Università degli Studi di Milano;
     Società Italiana di Pediatria (SIP)
     4
      U.O. di Ginecologia ed Ostetricia - Presidio Ospedaliero “S. Cimino”
     di Termini Imerese; Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO)
     5
         Università di Milano; Società Italiana di Nutrizione Pediatrica (SINUPE)
     6
      Dipartimento Materno-Infantile dell’Azienda ospedaliera per l’emergenza
     “Cannizzaro” di Catania; Società Italiana di Ostetricia e Ginecologia (SIGO)
     7
      Dipartimento di Scienze per la Promozione della Salute e Materno Infantile “
     G. D’Alessandro - Azienda Ospedaliera Universitaria “P. Giaccone” -
     Università degli Studi di Palermo; Società Italiana di Pediatria (SIP)

     Questo fascicolo riprende i contenuti principali dell’articolo:
     Maternal diet and nutrient requirements in pregnancy and breastfeeding.
     An Italian Consensus Document, Nutrients 2016;8(10):629

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                                                        allattamento
                                                            allattamento

                                         allattamento

               Realizzato con un contributo
               incondizionato di Mellin S.p.A.-Danone
               Nutricia Early Life Nutrition Italy.
               Lo sponsor non ha partecipato in alcun
               modo all’elaborazione preliminare,
               alla stesura e alla revisione finale
               di questo documento.

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indice
               Fabbisogno nutrizionale in gravidanza e allattamento

               Introduzione                                                5

               Energia e macronutrienti                                    6
                      Proteine                                             6
                      Grassi                                               7
                      DHA                                                  8

               Micronutrienti                                             10
                      Ferro                                               10
                      Iodio                                               12
                      Calcio                                              14
                      Vitamina D                                          15
                      Acido folico                                        18

               Focus sulle condizioni che espongono
               al rischio di carenze                                      20
                      Fumo                                                20
                      Diete di esclusione                                 20
                      Obesità                                             21
                      Precedenti interventi di chirurgia bariatrica       22
                      Adolescenza                                         22
                      Gravidanze multiple e ripetute                      23
                      Precedenti ostetrici sfavorevoli                    24

               Conclusioni                                                24

               Bibliografia                                               27

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Fabbisogno nutrizionale in gravidanza e allattamento
     Introduzione
     Stile di vita e alimentazione, a partire dal pe-     cardiometabolico nell’età adulta4.
     riodo preconcezionale, sono determinanti della       Anche la promozione della crescita nel periodo
     salute sia della madre che del nascituro.            post-natale influenza lo stato di salute nelle fasi
     Carenze ed eccessi alimentari durante la gravi-      successive della vita. Nei primi mesi di vita svol-
     danza si associano infatti a disturbi della cre-     ge un ruolo fondamentale il latte materno, che
     scita e dello sviluppo neuromotorio del feto,        l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS o
     e poi del neonato, da una parte, e all’aumento       World Health Organization, WHO) definisce ali-
     del rischio di malattie non trasmissibili dall’al-   mento ideale per una crescita sana e parte inte-
     tra. Oggi si parla dei primi 1000 giorni di vita     grante del processo riproduttivo, con importanti
     (dal concepimento fino ai due anni del bambi-        implicazioni per la salute delle madri. L’allattamen-
     no) come periodo chiave per la prevenzione di        to al seno comporta benefici anche per la donna,
     malattie dell’età adulta, attraverso un apporto      che vanno dalla riduzione del rischio cardiovasco-
     adeguato di energia, macro e micronutrienti1.        lare e di fratture femorali in menopausa alla pro-
     Disturbi della crescita e dello sviluppo fetale,     tezione nei confronti di alcuni tipi di tumori, come
     associati a deficit nutrizionali durante la gravi-   quello alla mammella e all’ovaio. A questo propo-
     danza o all’insufficiente trasporto di nutrienti     sito, il World Cancer Research Fund include l’allat-
     attraverso la placenta, si manifestano con basso     tamento al seno tra le 10 raccomandazioni mirate
     peso alla nascita e piccole dimensioni in rela-      proprio alla riduzione del rischio oncologico.
     zione all’età gestazionale che predispongono,        Infatti, il recente Position Statement su “Allatta-
     per esempio, a bassa statura nell’età adulta e a     mento al seno e uso del latte materno/umano”
     ridotta capacità cognitiva2,3.                       definisce rilevanti, per la salute sia del bambi-
     Numerose evidenze epidemiologiche inoltre            no che della madre, i benefici dell’allattamento
     confermano una relazione tra alcune condizio-        al seno, che si riflettono anche in ambito so-
     ni della madre nel periodo periconcezionale, in      cio-economico sulla famiglia e la società5. Le
     particolare l’obesità, e un eccessivo incremen-      5 Società medico-scientifiche coinvolte nella
     to ponderale durante la gravidanza, con effetti      preparazione del documento raccomandano
     sfavorevoli sulla salute del feto, che nel breve     l’allattamento esclusivo per circa 6 mesi com-
     termine si manifestano con elevato peso alla         pleti e concordano sulla necessità di un’attenta
     nascita, adiposità e alterazioni del metabolismo     valutazione delle eventuali controindicazioni
     glicemico nel bambino, e aumento del rischio         che deve seguire criteri evidence based.

                                                                                                                          5

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Energia e macronutrienti                              materno, necessario alla produzione del latte, la
                                                                     cui densità calorica è determinata innanzitutto
               La gravidanza comporta, per donne sane, nor-          dal contenuto di grassi.
               mopeso e con uno stile di vita moderatamente          I Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrien-
               attivo, un modesto aumento del fabbisogno ca-         ti ed energia per la popolazione italiana (LARN)
               lorico, variabile a seconda del trimestre consi-      2014 indicano un fabbisogno aggiuntivo di 69
               derato, che può essere raggiunto aumentando           kcal/die per il primo trimestre, di 266 kcal/die
               in modo bilanciato il consumo di macronutrien-        per il secondo e di 496 kcal/die per il terzo tri-
               ti, mantenendo cioè l’equilibrio tra carboidrati,     mestre di gravidanza (per un totale di 76.530
               grassi e proteine nei rapporti quantitativi racco-    kcal complessive). Valori molto simili a quelli
               mandati delle linee guida nutrizionali. L’eccesso     stabiliti dall’EFSA (European Food Safety Autho-
               di calorie e macronutrienti durante la gravidan-      rity): da 70 kcal/die nel primo trimestre a 260
               za può essere infatti altrettanto dannoso quanto      e 500 kcal/die nel secondo e terzo trimestre
               la loro carenza, soprattutto in donne sovrappeso      rispettivamente. Un aumento del fabbisogno
               e obese, per le quali aumenta il rischio di aborto    di circa 500 kcal/die è previsto anche durante i
               spontaneo, diabete gestazionale, disturbi della       primi 6 mesi di allattamento esclusivo8.
               crescita del feto e preeclampsia6. Effetti negativi
               possono ripercuotersi anche sullo sviluppo del        Proteine
               bambino: i nati da madri obese possono andare
               incontro più facilmente a obesità e diabete mel-      Tra i macronutrienti, le proteine richiedono
               lito di tipo 2 nell’età adulta7.                      maggiore attenzione nel corso della gravidanza,
               Anche durante l’allattamento va previsto un mo-       quando il fabbisogno aumenta progressivamen-
               derato incremento del fabbisogno energetico           te nelle varie fasi, per sostenere la sintesi pro-
                                                                     teica a livello dei tessuti materni e la crescita fe-
                                                                     tale (massima nel corso del terzo trimestre). Un
                                                                     apporto eccessivamente basso di proteine nella
                  ENERGIA                                            gestante si associa a potenziali effetti negativi in
                                                                     termini di peso e lunghezza alla nascita; d’altra
                                                                     parte una quota proteica eccessivamente eleva-
                     Il fabbisogno calorico in gravidanza            ta potrebbe interferire con lo sviluppo del feto9.
                     subisce un modesto aumento                      Le fonti alimentari di proteine variano in merito
                     per donne sane, normopeso e con uno             al valore nutrizionale, alla digeribilità e all’effi-
                     stile di vita moderatamente attivo,             cienza dell’utilizzo. Ad esempio, le proteine di
                     variabile a seconda del trimestre               origine animale (dalle carni, dal latte e dai de-
                     considerato.                                    rivati, dal pesce, dalle uova) sono definite di
                                                                     qualità nutrizionale elevata, perché forniscono
                     Tuttavia, l’eccesso di calorie (e di            tutti e 9 gli aminoacidi essenziali. La qualità
                     macronutrienti) durante la gravidanza           delle proteine di un alimento viene definita dal
                     (così come la carenza) può comportare           PDCAAS (Protein Digestibility Corrected Amino
                     effetti negativi sia per la madre               Acid Score) che è il punteggio aminoacidico
                     (soprattutto se sovrappeso o obesa)             corretto per la digeribilità10. In altre parole, le
                     che sullo sviluppo del bambino.                 proteine di alta qualità devono presentare tutti
                                                                     e 9 gli aminoacidi essenziali (che l’uomo non è
                     L’apporto calorico deve essere                  in grado di sintetizzare e deve quindi ottenere
                     aumentato (+500 kcal/die) anche                 preformati con la dieta) in proporzioni tali da
                     nel corso dell’allattamento
                     esclusivo.

    6

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adulta, che devono essere incrementati di una
                                                             quota compresa tra 1 g/die nel primo trimestre
                                                             di gestazione, 8 g/die nel secondo trimestre e
          PROTEINE                                           26 g/die nel terzo trimestre.
                                                             Anche durante l’allattamento esclusivo si rac-
                                                             comanda un apporto proteico con la dieta
            Il fabbisogno di proteine nel periodo
                                                             maggiorato di 21 g/die nel primo semestre di
            gestazionale aumenta per sostenere
                                                             allattamento esclusivo e 14 g/die nel secondo
            la sintesi proteica e la crescita
                                                             semestre se il latte materno costituisce ancora
            dei tessuti fetali (soprattutto nel terzo
                                                             una quota importante della dieta del bambino.
            trimestre).

            L’apporto proteico deve essere
                                                             Grassi
            aumentato progressivamente
                                                             La qualità dei lipidi assunti con la dieta è fon-
            dal primo (1g/die), al secondo (8 g/die)
                                                             damentale per garantire il corretto sviluppo e la
            e fino al terzo trimestre (26 g/die).
                                                             crescita durante tutta l’età evolutiva, a partire
                                                             dal periodo prenatale fino ai primi mesi di vita,
            La quota proteica va aumentata
                                                             grazie ad un apporto adeguato assicurato dalla
            anche durante l’allattamento
                                                             placenta durante la vita intrauterina e dal latte
            (+21 g/die nel primo semestre di
                                                             materno dopo la nascita14.
            allattamento esclusivo).
                                                             Durante la gravidanza si passa da una fase ana-
                                                             bolica, con deposito di grassi nel tessuto adipo-
                                                             so materno, ad una fase catabolica, caratteriz-

     permetterne un corretto utilizzo ed essere facil-
     mente digeribili. Valori prossimi a 1 sono tipici          GRASSI
     dei prodotti animali, valori inferiori a 0,7 sono
     invece tipici dei prodotti vegetali. L’utilizzo delle
     proteine di origine vegetale, che sono carenti di            Durante la gravidanza e
     almeno uno degli aminoacidi essenziali, è meno               l’allattamento non è necessario
     efficiente; in questo caso il consumo di due o               modificare l’assunzione
     più alimenti con composizione aminoacidica                   complessiva di grassi, mentre è
     differente può contribuire a migliorare la qualità           importante prestare attenzione
     complessiva della componente proteica11.                     alla loro composizione.
     Le linee guida italiane ed internazionali sono
     concordi nel raccomandare un’aumentata as-                   La componente grassa del latte
     sunzione di proteine durante la gravidanza, ne-              dipende dalla liberazione
     cessaria soprattutto durante il secondo e il terzo           dei depositi nel compartimento
     trimestre per assicurare i 21 grammi al giorno               materno e solo in parte dall’apporto
     che si depositano nei tessuti materni e fetali e             con la dieta.
     nella placenta negli ultimi mesi12, 13. A questo
     proposito i LARN 2014 riportano livelli di as-
     sunzione raccomandata per la popolazione (PRI)
     che corrispondono a 54 g/die per una donna

                                                                                                                         7

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zata da resistenza periferica all’insulina, volta         è ancora più bassa, e praticamente nulla nei sog-
               a garantire un adeguato apporto di nutrienti al           getti di sesso maschile17.
               feto.                                                     Negli ultimi anni il concetto di essenzialità, sul-
               Il contenuto di grassi totali del latte è dipenden-       la base della limitata o limitatissima capacità
               te da una serie di fattori che vanno dal periodo          dell’organismo umano di ottenere EPA e so-
               dell’allattamento, alla fase della poppata, al nu-        prattutto DHA a partire dall’ALA, è stato quindi
               mero di gravidanze. L’apporto di calorie e grassi         esteso agli omega-3 a lunga catena. E’ dunque
               con la dieta e lo stile di vita della madre han-          importante che la dieta apporti quantità consi-
               no invece influenza decisamente minore sulla              stenti anche di EPA e DHA preformati e oltre che
               componente lipidica del latte (se non nei casi            di ALA. Quest’ultimo, che è un componente mi-
               di grave malnutrizione): essa dipende infatti in          nore di quasi tutti i vegetali ed è pertanto ubi-
               larga parte dalla liberazione dei depositi nel            quitario negli alimenti, è presente in concentra-
               compartimento materno, che riflettono l’appor-            zioni elevate in alcuni oli (es. canola, soia), nelle
               to alimentare soprattutto durante la prima parte          noci e in misura minore nei vegetali, soprattutto
               della gravidanza. Nel corso della gravidanza e            nella verdura a foglia verde come gli spinaci, nei
               dell’allattamento non è necessario modificare             legumi e nei cereali.
               l’assunzione complessiva di grassi, mentre è im-          A differenza dell’ALA, gli omega-3 a lunga cate-
               portante la loro composizione15. Un discorso a            na EPA e DHA sono presenti in concentrazioni
               parte meritano infatti gli acidi grassi polinsaturi.      elevate solo nei pesci, e soprattutto nei pesci
                                                                         grassi, che vivono nei mari freddi, in quantità e
               DHA                                                       in proporzioni variabili. Ad esempio sgombro,

               Numerosi studi hanno confermato il ruolo po-
               sitivo dell’esposizione precoce ai grassi polin-
               saturi, soprattutto della serie omega-3 o n-3,
               EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido                   DHA
               docosaesaenoico), nello sviluppo della prole e
               nella regolazione epigenetica, con conseguenze
               importanti in termini di prevenzione di obesità,               Si conferma il ruolo fondamentale dei
               insulinoresistenza e rischio cardiovascolare in                grassi polinsaturi n-3 od omega-3,
               generale16.                                                    e soprattutto del DHA, importante
               Il DHA, che è l’acido grasso a più lunga catena e              costituente delle cellule cerebrali
               a più elevato grado di insaturazione, è un costi-              e dei bastoncelli della retina.
               tuente importante soprattutto del cervello e della
               retina. Benché l’organismo umano sia dotato degli              Il DHA è contenuto prevalentemente nei
               enzimi necessari per la sintesi di DHA a partire dal           pesci grassi che vivono nei mari freddi;
               precursore della serie metabolica, l’acido alfa-lino-          i livelli di assunzione sono pertanto
               lenico o ALA, vi sono chiare evidenze sperimentali             modesti in gran parte della popolazione
               che la conversione dell’ALA nei prodotti metaboli-             occidentale.
               ci a più lunga catena sia insufficiente a garantirne
               adeguati livelli tissutali. Grazie all’impiego di iso-         Il fabbisogno di DHA aumenta
               topi stabili, alcuni ricercatori hanno infatti definito        di 100-200 mg al giorno durante
               che l’efficienza del processo di conversione di ALA            gravidanza e allattamento, rispetto
               in EPA è molto variabile, ed inferiore al 10% della            ai 200 mg indicati come quota
               quota assunta, e che la conversione di ALA in DHA              giornaliera di riferimento di EPA
                                                                              e DHA per la popolazione
                                                                              adulta.

    8

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Tabella 1. Contenuto di EPA, DHA e omega-3 a lunga catena totali (g/100g)
           in diversi alimenti.
                                              EPA                      DHA                   EPA +DHA
             Salmone                         1,008                     0,944                    1,952
             Aringa                          0,709                     0,862                    1,571
             Acciuga                         0,538                     0,911                    1,449
             Sgombro                         0,329                     1,012                    1,341
             Trota                           0,260                     0,668                    0,928
             Pesce spada                     0,108                     0,531                    0,639
             Spigola                         0,161                     0,434                    0,595
             Calamari                        0,146                     0,342                    0,488
             Cozze                           0,188                     0,253                    0,441
             Sogliola                        0,093                     0,106                    0,199
             Merluzzo                        0,064                     0,120                    0,184
             Uova                            0,004                     0,037                    0,041
           Dati elaborati da USDA National Nutrient Database for Standard Reference 2010 e Tabelle di composizio-
           ne degli alimenti INRAN 2010.

     acciuga e salmone rappresentano fonti impor-               guida internazionali (250-500 mg al giorno).
     tanti di omega-3 (1,3-2 g in 100 g); va tuttavia           Un recente parere dell‘EFSA21 sul rapporto ri-
     ricordato che il rapporto tra EPA e DHA è molto            schio/beneficio relativo al consumo di pesce
     variabile, da 1:3 per lo sgombro a 1:1 per il sal-         indica che 1-2 fino a 3-4 porzioni di pesce alla
     mone18 (Tab. 1).                                           settimana durante la gravidanza, garantiscono
     Alcuni cibi di origine terrestre possono contri-           l’apporto adeguato per il corretto sviluppo del
     buire all’apporto degli omega-3 a lunga cate-              bambino, sottolineando che, almeno per quan-
     na in minima parte, e diete prive o povere di              to concerne il pesce consumato in Europa, que-
     pesce, come in generale le diete occidentali,              sti livelli di consumo non comportano alcun ri-
     sono perlopiù carenti di DHA oltre che di EPA.             schio significativo in termini di contaminazione
     Si stima che l’apporto insufficiente di omega-3            da metilmercurio. Il rapporto EFSA conclude
     a lunga catena con la dieta sia al secondo posto           che un consumo superiore alle 3-4 porzioni di
     (dopo l’elevato consumo di sale) tra le cause              pesce a settimana non porta alcun beneficio
     di mortalità associate all’alimentazione negli             sullo sviluppo delle strutture cerebrali e retini-
     Stati Uniti19. La tipica dieta occidentale apporta         che del bambino.
     quantità relativamente modeste di omega-3,                 La scelta del pesce per le nutrici deve cadere
     probabilmente inadeguate a proteggere l’or-                su carni relativamente grasse e ricche di EPA
     ganismo dalle malattie cronico-degenerative.               e DHA e a basso rischio di contenere contami-
     Secondo i risultati di uno studio italiano20, circa        nanti ambientali. Bisogna quindi preferire pesci
     l’80% della popolazione non assume la quota                di taglia piccola (pesce azzurro come sarde, ali-
     giornaliera di EPA e DHA consigliata dalle linee           ci, sgombro) piuttosto che pesci di grossa taglia

                                                                                                                             9

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che tendono ad accumulare contaminanti18.             non hanno un adeguato apporto di pesce27 e
               Negli ultimi anni lo studio di una fonte primaria     in popolazioni particolari, come quella delle
               di omega-3 a lunga catena, le alghe, ha con-          mamme che mantengono l’abitudine al fumo
               sentito di ottenere formulazioni purificate che       sia durante la gravidanza, sia nel corso dell’al-
               contengono prevalentemente un solo acido              lattamento. E’ stato infatti osservato che i nati
               grasso polinsaturo, soprattutto DHA. Si tratta        da donne fumatrici sono più piccoli per età
               di trigliceridi prodotti secondo processi con-        gestazionale alla nascita e presentano livelli
               trollati da microalghe, che contengono circa il       circolanti di DHA sensibilmente ridotti rispetto
               30-40% dell’acido grasso, ampiamente utiliz-          ai nati da madri non fumatrici28; nel periodo po-
               zati in studi clinici, che ne hanno confermato la     stnatale, invece, il fumo materno è stato messo
               biodisponibilità e la sicurezza. Gli oli di origine   in relazione con un ridotto apporto dello stesso
               algale, a differenza degli oli di pesce, sono ino-    DHA col latte al neonato29.
               dori, e possono quindi essere più facilmente
               integrati anche negli alimenti22.
                                                                     Micronutrienti
               Il DHA è il principale acido grasso polinsaturo
               contenuto nel cervello umano e nei bastoncelli        Benché presenti nella dieta in quantità ridot-
               della retina, ed è indispensabile per lo sviluppo     te (da cui la definizione), vitamine e minerali
               cerebrale e retinico del feto durante la gravi-       svolgono, come è noto, un ruolo fondamentale
               danza, e psicomotorio e visivo del bambino nei        per il normale funzionamento dell’organismo;
               primi mesi di vita23. E’ infatti contenuto in con-    tale ruolo è ancora più importante durante la
               centrazioni rilevanti nel latte materno, ma non       gravidanza e l’allattamento. Nel corso della ge-
               (per esempio) nel latte vaccino24.                    stazione, infatti, il fabbisogno di micronutrienti
               I benefici del DHA per il feto e per il lattante      aumenta maggiormente rispetto a quello dei
               sono supportati da un’ampia letteratura, che          macronutrienti. Un apporto inadeguato di mi-
               conferma l’importanza dei livelli di assunzione       cronutrienti, e una bassa qualità nutrizionale
               di omega-3 per la salute della madre (riduzione       della dieta, possono avere importanti conse-
               del rischio di parto prematuro e di depressione       guenze negative sia per la madre e sia per lo
               post partum), per la composizione del latte ma-       sviluppo del feto.
               terno e per la salute del lattante25, 26.
               Secondo l’EFSA e i LARN 2014 il fabbisogno di         Ferro
               DHA aumenta di 100-200 mg al giorno durante
               gravidanza e allattamento, rispetto ai 200 mg         Coinvolto in numerosi processi enzimatici, il
               indicati come fabbisogno giornaliero di ome-          ferro, costituente dell’emoglobina (alla qua-
               ga-3 (EPA e DHA), in considerazione degli studi       le è legato per il 65%), della mioglobina e
               che hanno dimostrato come l’incremento del            di diversi enzimi, svolge un ruolo essenziale
               tenore di DHA nel latte materno coincida con          nel trasferimento dell’ossigeno ai tessuti. La
               un miglior quadro di salute generale del lattan-      carenza di ferro, come è noto, induce anemia
               te, soprattutto in termini di sviluppo cognitivo      sideropenica.
               e acuità visiva. Il consumo di 2 porzioni di pe-
               sce alla settimana permette di coprire adegua-        Carne e pesce, ma anche legumi e verdure a
               tamente il fabbisogno materno15.                      foglie verdi rappresentano le principali fonti
               Livelli plasmatici eccessivamente bassi di DHA        alimentari di ferro che, in Italia, viene apporta-
               sono stati riscontrati in donne che assumo-           to solo per un terzo da cibi di origine animale,
               no diete esclusivamente vegetariane o che             nei quali è presente nella forma eme. Nel nostro

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AllattamentoIMP_161212.indd 10                                                                                   19/12/16 16.10
Tabella 2. Diversi livelli di riferimento giornalieri di ferro (mg/die) in gravidanza
           e allattamento. Modificato da: EFSA 2015
                                                                 Gravidanza                    Allattamento
             Germania-Austria-Svizzera (2015)                          30                            20
             Italia (2014)                                             27                            11
             Paesi Nordici (2014)                                     ND                             15
             OMS/FAO (2004)                                            ND                         10-30*
             Francia (2001)                                            30                            10
             IOM (2001)§                                               27                             9
             SCF (1993)                                                ND                            10
             Olanda (1992)                                        11-15-19**                         20

           IOM: Institute Of Medicine (USA); SCF: Scientific Committee on Food (EU)
           §
             supplementazione raccomandata per tutte le gestanti; *a seconda della biodisponibilità; ** nei 3 trimestri

     paese, infatti, la maggior parte del ferro alimen-            nel circolo fetale.
     tare si trova nella forma non-eme, il cui assorbi-            Durante la gestazione, la carenza di ferro può
     mento è strettamente legato alla composizione                 alterare la crescita e lo sviluppo del feto e au-
     generale della dieta e allo stato nutrizionale in-            mentare il rischio di parto pretermine e di basso
     dividuale. Fitati e polifenoli, ad esempio, sono              peso alla nascita30. Secondo alcuni studi recenti,
     in grado di inibire l’assorbimento del ferro nella            livelli inadeguati di ferro durante la gravidanza
     forma non-eme, che invece è favorito dall’acido               si assocerebbero a un aumento del rischio car-
     ascorbico o dal consumo ad esempio di carne                   diovascolare per il figlio in età adulta31. Anche
     e pesce. In generale, l’organismo umano è in                  l’emorragia post partum sembra correlarsi con
     grado di assorbire il 2-13% del ferro non-eme                 un apporto insufficiente di ferro32.
     contro il 25% circa della forma eme.                          La carenza di ferro, la più comune a livello mon-
                                                                   diale, interessa il 22% delle donne in età fertile
     Il fabbisogno di ferro in gravidanza aumenta                  in Europa, e ben il 50% circa nei paesi in via
     progressivamente fino al terzo mese, parallela-               di sviluppo33, oltre che buona parte dei bambi-
     mente all’accumulo del ferro stesso nei tessuti               ni di età compresa tra 6 e 36 mesi34. L’apporto
     fetali. Il trasferimento dalla placenta al feto è             inadeguato in gravidanza, associato all’aumento
     regolato da un complesso meccanismo di tra-                   del fabbisogno in questa fase della vita, rende
     sporto: dal fegato della madre, nel quale è con-              la gestante a rischio ancora maggiore di anemia
     servato come ferritina, il ferro viene rilasciato in          ferropriva30. Le indicazioni in termini di livelli
     circolo come Fe2+ e quindi ossidato a Fe3+, che               di assunzione raccomandati variano dai 27 mg
     si lega alla transferrina. A livello della placenta,          al giorno per tutte le donne in gravidanza del
     con un meccanismo di captazione endosomiale,                  Center for Disease Control and Prevention e dei
     passa nelle cellule e viene trasferito al feto da             LARN ai 30-60 mg dell’OMS (Tab. 2).
     una specifica proteina, depositato come ferriti-              La supplementazione di ferro in gravidanza
     na o legato ancora alla transferrina e trasportato            è raccomandata per ridurre il rischio di parto

                                                                                                                               11

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pretermine e di nati con basso peso alla na-
               scita35. D’altro canto, un apporto di ferro ec-
               cessivamente elevato può comportare stress
               ossidativo, perossidazione lipidica, alterazioni
                                                                         FERRO
               del metabolismo del glucosio e ipertensione
               gravidica36.
                                                                           Gran parte delle donne gravide
               Nel periodo immediatamente successivo al
                                                                           è a rischio di anemia sideropenica,
               parto la perdita ematica aumenta la probabilità
                                                                           soprattutto per l’aumento
               di anemia materna. Anche nei paesi industria-
                                                                           del fabbisogno di ferro, che è
               lizzati quasi il 50% delle donne necessita di
                                                                           progressivo fino al terzo mese.
               supplementazione di ferro in questa fase.
               La secrezione di ferro nel latte è piuttosto con-
                                                                           L’apporto di ferro raccomandato
               tenuta. Le indicazioni di OMS e FAO (Food and
                                                                           per la popolazione secondo i LARN
               Agriculture Organization of the United Nations)
                                                                           2014 è di 27 mg/die in gravidanza
               supportano infatti una riduzione dell’apporto di
                                                                           e di 11 mg/die durante l’allattamento.
               ferro durante l’allattamento, rispetto alle altre
               fasi della vita fertile femminile, per compensa-
                                                                           Contenuto principalmente in carne,
               re la mancata eliminazione con la mestruazione
                                                                           pesce, legumi, il ferro può essere
               associata alla amenorrea. Gli 11 mg al giorno
                                                                           assunto nella forma eme (con alimenti
               raccomandati vanno quindi incrementati dopo
                                                                           di origine animale) più
               la ricomparsa delle mestruazioni (18 mg/die).
                                                                           biodisponibile, o nella forma
                                                                           non-eme (con cibi vegetali).
               Iodio

               Lo iodio, in quanto componente della molecola
               degli ormoni tiroidei, è fondamentale per tutti
               i meccanismi nei quali sono coinvolti gli ormo-
               ni stessi, dalla crescita, alla formazione ed allo     La carenza di iodio causa una carenza di or-
               sviluppo di organi e apparati. Influenza quindi,       mone tiroideo circolante, cui fanno seguito
               direttamente o indirettamente, il metabolismo          l’incremento dei livelli dell’ormone ipofisario
               del glucosio, delle proteine, dei lipidi, del calcio   tireostimolante (TSH) e la conseguente ipertro-
               e del fosforo e la termogenesi. Nell’organismo         fia della ghiandola tiroidea che, nel tentativo di
               lo iodio si trova soprattutto in forma organica        captare e fissare la maggior quantità di iodio
               legato alla tireoglobulina.                            possibile, tende ad aumentare di volume (goz-
                                                                      zo). In gravidanza, la carenza di iodio può cau-
               Di origine minerale, lo iodio presente nelle ac-       sare aborto, aumento della mortalità perinatale
               que marine viene assorbito dalle alghe, ed entra       e del rischio di anomalie congenite, alterazioni
               quindi nell’organismo di pesci e crostacei, gli        neurologiche, deficit mentale37. L’OMS stima
               alimenti che ne sono maggiormente ricchi. Tut-         che nel mondo la carenza di iodio interessi 2
               tavia, grazie ai processi di evaporazione e alle       miliardi di persone (un terzo della popolazio-
               piogge, lo iodio viene assorbito anche dal ter-        ne) e la considera pertanto la più importante
               reno, e si ritrova quindi anche nell’acqua, nel-       causa prevenibile di danno cerebrale.
               la frutta, nei vegetali, in misura variabile nelle     L’apporto medio giornaliero di iodio è inferiore
               carni, e in concentrazioni importanti nel latte e      a quello indicato dall’OMS e dai LARN in tutto il
               nelle uova.                                            territorio italiano38 (85-88 µg al giorno vs 150

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AllattamentoIMP_161212.indd 12                                                                                    19/12/16 16.10
µg), con picchi di prevalenza di gozzo (20%,         Le analisi effettuate in Italia hanno dimostrato
     secondo l’Istituto Superiore di Sanità) nella po-    una condizione di insufficiente apporto iodi-
     polazione giovanile, non soltanto nelle regioni      co nella maggior parte dei casi, confermando
     settentrionali ma anche al Sud. Anche a livello      l’importanza dell’integrazione in gravidanza
     europeo, la carenza di iodio interessa soprat-       e durante l’allattamento, al fine di garantire il
     tutto la popolazione infantile39. Il metodo più      raggiungimento dell’aumentato fabbisogno di
     comune per stimare i livelli di iodio è l’analisi    iodio in queste fasi della vita41. La quota stima-
     della concentrazione urinaria, visto che il 90%      ta per evitare la carenza è di 200 µg/die (contro
     dello iodio viene escreto a livello renale: con-     i 150 µg degli adulti) secondo LARN ed EFSA,
     centrazioni urinarie superiori a 150 µg/L sono       250 µg/die secondo il documento congiunto
     indicative di un apporto adeguato del minerale.      WHO/UNICEF (già United Nations International
     Nella popolazione generale, la carenza di io-        Children’s Emergency Fund)42.
     dio può essere prevenuta integrando la die-          Durante l’allattamento, il fabbisogno di iodio
     ta con quantità adeguate (ad esempio utiliz-         aumenta in conseguenza delle modificazioni
     zando sale iodato nell’alimentazione di tutti i      del metabolismo materno, anche per favorire
     giorni).                                             la secrezione lattea. L’apporto con la dieta, in-
     Durante la gravidanza, lo iodio è essenziale per
     la produzione di ormoni tiroidei materni e fetali
     e per lo sviluppo del sistema nervoso del feto.
     In questa fase della vita della donna, il fabbi-
     sogno aumenta del 50%, sia per l’incremento             IODIO
     fisiologico della produzione degli ormoni tiroi-
     dei, sia per l’aumento dell’escrezione renale e
     sia per soddisfare il fabbisogno fetale3, 40.             Il fabbisogno di iodio aumenta
     Un adeguato apporto di iodio con la dieta du-             del 50% in gravidanza, per la maggior
     rante la gravidanza è garanzia di eutiroidismo            produzione di ormoni tiroidei,
     per il nascituro, dal momento che la tiroide              per l’aumento dell’escrezione renale e
     fetale comincia a funzionare solo intorno alla            per soddisfare il fabbisogno fetale.
     dodicesima settimana di gestazione. Il rischio
     di sviluppare ipotiroidismo è dunque molto più            La carenza di iodio (il cui apporto
     elevato durante la vita intrauterina e nel perio-         è insufficiente anche nella popolazione
     do neonatale, rispetto a tutte le altre fasi della        generale in Italia nel periodo
     vita. Anche in condizioni di carenza nutriziona-          gestazionale) può avere importanti
     le solo lieve o moderata di iodio, il rischio di          conseguenze sullo sviluppo del feto
     ipotiroidismo neonatale, soprattutto per i nati           prima e sulla salute del bambino dopo.
     pretermine, è elevato (Osservatorio Nazionale
     per il Monitoraggio della Iodoprofilassi in Ita-          Pesci e crostacei sono le principali fonti
     lia). Il periodo più critico è quello che va dal          alimentari di iodio, che è presente
     secondo trimestre di gravidanza al terzo anno             in quantità minori anche nell’acqua e
     di vita. Un’adeguata supplementazione con io-             nei vegetali.
     dio riduce fino al 73% l’incidenza di cretinismo
     nelle zone a rischio più elevato di carenza gra-          La quota stimata per evitare la carenza,
     ve, soprattutto se la madre viene supplementa-            sia durante la gestazione che
     ta a partire dal periodo preconcezionale e fino           nella fase dell’allattamento, è
     alla fine del primo trimestre di gestazione.              di 200 µg/die (contro i 150 µg
                                                               degli adulti).

                                                                                                                    13

AllattamentoIMP_161212.indd 13                                                                                 19/12/16 16.10
dicato dai LARN 2014, in questo periodo, in 200
               µg/die, deve essere quindi tale da garantire un
               contenuto nel latte di circa 100-150 µg/100mL.
                                                                          CALCIO
               Calcio
                                                                            L’aumentato fabbisogno di calcio
               Il calcio è il minerale maggiormente presente
                                                                            in gravidanza corrisponde a
               nell’organismo umano, nel quale si trova per il
                                                                            una maggiore mobilizzazione
               99% nello scheletro e nei denti. A livello delle
                                                                            dallo scheletro materno e all’aumento
               ossa, il calcio svolge un ruolo strutturale e di ri-
                                                                            della ritenzione renale durante
               serva per il mantenimento dei livelli plasmatici,
                                                                            l’allattamento.
               mentre il restante 1%, ripartito tra i tessuti molli
               e liquidi extracellulari, è coinvolto in funzioni vi-
                                                                            L’assorbimento di calcio con gli alimenti
               tali, quali l’attività di numerosi enzimi e di spe-
                                                                            (specie latte e derivati, ma anche cereali
               cifici organi e tessuti (a livello neuromuscolare,
                                                                            e ortaggi) è variabile a seconda
               cardiaco, renale, ecc.).
                                                                            della fonti, delle condizioni
               L’apporto di calcio con la dieta è critico per il
                                                                            fisiopatologiche (ridotto in menopausa)
               raggiungimento del picco di massa ossea nelle
                                                                            e di fattori genetici e ormonali.
               prime decadi di vita, per il mantenimento della
               massa ossea nell’età adulta e per il contenimen-
                                                                            I livelli di assunzione raccomandati
               to della perdita ossea fisiologica che si osserva
                                                                            sono maggiori per la donna
               con l’età. La patologia principale associata a
                                                                            in gravidanza (1,2 g/die) rispetto
               livelli inadeguati di calcio in età evolutiva è il
                                                                            alla donna che allatta
               rachitismo.
                                                                            e alla popolazione femminile
                                                                            generale (1,0 g/die).
               Informazioni sullo status di calcio nella popo-
               lazione generale italiana vengono dagli studi
               condotti dall’Istituto Nazionale di Ricerca per gli
               Alimenti e la Nutrizione (INRAN, oggi CREA-Cen-
               tro Alimenti e nutrizione): sulla base delle stime      citati dati INRAN è emerso che i livelli di assun-
               dei consumi alimentari rilevati su un campione          zione di calcio nella popolazione generale ita-
               di circa 2.000 soggetti (uomini e donne), dei           liana corrispondono al 76% della quota giorna-
               dati di composizione degli alimenti e dei risul-        liera raccomandata, e che pertanto va prestata
               tati dell’analisi effettuata in laboratorio dei cibi    particolare attenzione al raggiungimento del
               che compongono la dieta italiana, è stato stima-        fabbisogno, per il mantenimento della salute,
               to, nel 2000, un apporto di calcio medio con la         sia scheletrica e sia dell’intero organismo.
               dieta di 835 mg/die. Le fonti principali di calcio      Determinante nel condizionare i livelli di calcio
               sono risultate essere il latte e i derivati (per il     nell’organismo è anche l’efficienza dell’assorbi-
               50% circa), seguiti dai cereali e dagli ortaggi         mento del minerale dagli alimenti, che si man-
               (per l’11% rispettivamente)43. La biodisponi-           tiene costante dall’adolescenza all’età adulta,
               bilità del calcio contenuto in questi alimenti è,       ma che nella donna si riduce dopo la menopau-
               come è noto, differente, essendo massima per            sa del 2% ogni 10 anni44.
               gli alimenti della categoria latte e derivati, e per    Anche fattori genetici e ormonali possono peg-
               le acque minerali, e minima invece per il calcio        giorare lo stato di carenza, così come il livello
               contenuto nei vegetali ricchi in fibra e fitati. Dai    di attività fisica. Al metabolismo del calcio par-

 14

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tecipa anche la vitamina D, la cui carenza può          gio durante la gravidanza riduce infatti il rischio
     essere dovuta alla carenza del calcio stesso, con       di sviluppare sia ipertensione gestazionale e sia
     una conseguente ridotta mineralizzazione della          preeclampsia, come conferma una recente Co-
     matrice ossea.                                          chrane review47.
     Lo studio della popolazione femminile italia-           La quantità di calcio secreta quotidianamente
     na reclutata per lo studio EPIC (European Pro-          nel latte materno è piuttosto variabile (da 150
     spective Investigation into Cancer and Nutri-           a 300 mg/die) e dipende principalmente dalla
     tion), classificata in base all’età (35-44, 45-54,      mobilizzazione del calcio depositato a livello
     55-64, 65-74), ha permesso di rilevare che i li-        delle ossa. Questo processo, nonostante la con-
     velli di assunzione di calcio per le donne di tutte     comitante riduzione della secrezione urinaria
     le 4 città di provenienza non cambiano signifi-         del minerale, comporta naturalmente per la ma-
     cativamente nel tempo e restano comunque i              dre una temporanea perdita della massa ossea
     più bassi in Europa45.                                  durante l’allattamento, che viene ripristinata
                                                             dopo lo svezzamento, alla ripresa della funzione
     Il calcio è fondamentale per lo sviluppo neona-         ovarica48. Alcuni studi hanno dimostrato che la
     tale. Il fabbisogno di questo minerale aumenta          secrezione di calcio nel latte è sostanzialmente
     in modo importante durante la gravidanza e              indipendente dall’apporto con la dieta e dalla
     l’allattamento; infatti la richiesta da parte del       supplementazione. Per questo l’apporto racco-
     feto varia dai 50 mg/die a metà della gravidan-         mandato durante l’allattamento non è diverso
     za fino a 330 mg/die al termine46. L’aumentato          da quello raccomandato per la popolazione
     fabbisogno si traduce in una maggiore mobi-             femminile adulta sana (1,0 g/die). Tuttavia, vi
     lizzazione del calcio dallo scheletro materno,          sono alcune categorie a rischio di carenza du-
     in un più efficiente assorbimento intestinale           rante l’allattamento, come le donne con livelli di
     e nell’aumento della ritenzione renale duran-           assunzione di calcio con gli alimenti inferiori ai
     te l’allattamento. Il trasporto di calcio dal cir-      300 mg/die e le adolescenti, nelle quali è anco-
     colo materno alla placenta avviene attraverso           ra molto elevato il fabbisogno basale (1,2 g/die
     lo strato epiteliale della placenta stessa, grazie      secondo i LARN).
     a trasportatori attivi che compartimentalizza-
     no selettivamente il calcio nel circolo fetale,         Vitamina D
     dove raggiunge livelli più alti di quelli rilevabili
     nel plasma materno, a partire dalla ventesima           Come vitamina D si intendono generalmente le
     settimana di gravidanza. Alto peso alla nasci-          due principali specie molecolari dotate della ca-
     ta, ridotto rischio di parto pretermine e miglior       ratteristica attività vitaminica: il colecalciferolo
     controllo della pressione sanguigna del neona-          (vitamina D3), derivato dal colesterolo e sintetiz-
     to sono pure associati a un adeguato apporto di         zato dagli organismi animali, e l’ergocalciferolo
     calcio durante la gestazione.                           (vitamina D2), derivato dall’ergosterolo, presen-
     Le raccomandazioni per l’apporto di calcio in           te invece nei vegetali.
     gravidanza e durante l’allattamento sono diver-         Nel sangue, la vitamina D è legata a una proteina
     se nei vari paesi. I LARN fissano i valori di riferi-   che la trasporta al fegato, dove avviene una pri-
     mento a 1,2 g/die durante la gravidanza, mentre         ma idrossilazione, con formazione di 25-idrossi-
     l’OMS raccomanda un apporto di 1,5-2,0 g/die            vitamina D; questa viene poi trasportata ai tubuli
     di calcio dalla ventesima settimana fino alla fine      renali prossimali e convertita, con una nuova
     della gravidanza, soprattutto per le donne a ri-        idrossilazione, a 1,25-diidrossivitamina D. La pri-
     schio di ipertensione gravidica.                        ma idrossilazione è influenzata dall’apporto vita-
     La supplementazione con calcio a basso dosag-           minico con la dieta, anche se non per regolazione

                                                                                                                         15

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stretta (l’incremento dei livelli circolanti non è            sterolo in provitamina D3, che si converte poi
               proporzionale alla quantità assunta), mentre la               rapidamente nella vitamina D3.
               seconda non lo è, se non in condizioni di grave               La sintesi endogena è influenzata da diversi fat-
               deplezione; la sintesi di 1,25-diidrossivitamina D            tori, in parte legati alle caratteristiche dell’indi-
               è infatti strettamente regolata con un meccani-               viduo, come il sesso e il fenotipo, in parte di tipo
               smo a feedback, e dipende soprattutto dal fabbi-              ambientale come l’attività fisica, il peso, il tem-
               sogno di calcio e fosforo dell’organismo.                     po di esposizione alla luce solare, la latitudine,
                                                                             la stagione, l’inquinamento, l’uso di filtri solari
               L’olio di fegato di merluzzo è particolarmente                e l’assunzione di integratori. Con l’età, la sintesi
               ricco di vitamina D. Tra gli alimenti, fonti impor-           della vitamina D a livello dell’epidermide diven-
               tanti sono rappresentate dai pesci (soprattutto i             ta comunque meno efficiente; inoltre, patologie
               pesci grassi come l’aringa e il salmone); il fegato           che inducono malassorbimento intestinale,
               di maiale, le uova, il burro, i formaggi grassi, ne           come la celiachia, il morbo di Crohn, la fibrosi
               contengono quantità più contenute, ma rilevan-                cistica, la rettocolite ulcerosa, le patologie a ca-
               ti agli effetti dell’apporto complessivo (Tab. 3).            rico del fegato e dei reni ed alcuni farmaci, pos-
               La vitamina D viene sintetizzata nell’organismo               sono contribuire allo sviluppo di una carenza di
               in seguito all’esposizione alle radiazioni ultra-             vitamina D. In generale, il deficit della vitamina
               violette con lunghezza d’onda compresa tra 290                è associato a una ridotta esposizione alla luce
               e 315 nm, le quali convertono il 7-deidrocole-                solare, o ad un ridotto assorbimento, o ancora

                    Tabella 3. Contenuto di vitamina D in alcuni alimenti
                    (Fonte: SIP, FIMP, SIPPS 2015).

                        Alimento                                                                  Contenuto medio
                                                                                                   di vitamina D
                        Latte e latticini
                        Latte vaccino                                                                  5-40 UI/l
                        Latte di capra                                                                 5-40 UI/l
                        Burro                                                                        30 UI/100 g
                        Yogurt                                                                       2,4 UI/100 g
                        Panna                                                                        30 UI/100 g
                        Formaggi                                                                   12-40 UI/100 g
                        Altri alimenti
                        Maiale                                                                     40-50 UI/100 g
                        Fegato di manzo                                                            40-70 UI/100 g
                        Dentice, merluzzo, orata, palombo, sogliola,
                                                                                                 300-1.500 UI/100 g
                        trota, salmone, aringhe
                        Olio di fegato di merluzzo                                                   400 UI/5 ml
                        Tuorlo d’uovo                                                                20 UI/100 g
                    1
                      SIP: Società Italiana di Pediatria
                    2
                      FIMP: Federazione Italiana Medici Pediatri
                    3
                      SIPPS: Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale

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a un apporto insufficiente con la dieta. In Italia
     stati di carenza di vitamina D sono frequenti
     in età geriatrica e durante l’inverno. Livelli di
     assunzione più elevati potrebbero essere ne-
                                                                VITAMINA D
     cessari per i soggetti obesi (dal momento che
     la vitamina D si deposita nel tessuto adiposo),
     nei quali l’aumento dei livelli circolanti, a parità         Lo stato vitaminico D materno
     di apporto con la dieta, è sensibilmente ridotto             durante la gravidanza è
     rispetto ai soggetti normopeso49.                            un determinante della massa ossea
                                                                  del feto e del nascituro fino
     La vitamina D3 è la forma predominante nel san-              al raggiungimento del picco di massa
     gue materno. Nella prima fase della gestazione               ossea.
     la vitamina D è coinvolta nella modulazione del
     sistema immunitario, mediante la regolazione                 Fonti di vitamina D sono (oltre all’olio
     del rilascio di diverse citochine, contribuendo              di fegato di merluzzo) i pesci grassi,
     a favorire l’impianto embrionale, oltre che alla             il fegato di maiale, le uova, il burro,
     regolazione della secrezione di diversi ormoni.              i formaggi grassi; tuttavia lo status
     L’osservazione della carenza di vitamina D nelle             generale è garantito soprattutto
     madri e nei bambini allattati al seno risale ad al-          dalla sintesi endogena.
     cuni decenni or sono nei paesi nordici, come la
     Finlandia, e specialmente nei mesi invernali, in             C’è ampio consenso sulla profilassi
     assenza della luce naturale indispensabile per               con vitamina D (15 µg/die) fin dall’inizio
     la sintesi endogena50. Tuttavia, stati di carenza            e per tutta la durata della gravidanza.
     di vitamina D sono molto frequenti durante la                La supplementazione materna
     gravidanza anche nei paesi assolati51. Inoltre,              durante l’allattamento non è ritenuta
     gli studi epidemiologici disponibili evidenzia-              sufficiente per i fabbisogni
     no un’elevata prevalenza di ipovitaminosi D sul              del neonato che va quindi
     territorio italiano, in età pediatrica e durante l’a-        supplementato direttamente.
     dolescenza.
     La stagione di nascita, l’etnia e l’eventuale pro-
     filassi materna durante la gravidanza determi-
     nano lo stato vitaminico D dei neonati. Basso           processi di acquisizione della massa ossea del
     peso alla nascita, difetti nello sviluppo dello         feto e del nascituro, anche nelle epoche succes-
     scheletro e problemi di salute nei primi anni di        sive della vita fino al raggiungimento del pic-
     vita, come le infezioni respiratorie e le malat-        co di massa ossea. Tali risultati rappresentano
     tie allergiche, sono spesso associati all’apporto       quindi un’ulteriore indicazione per promuovere
     inadeguato di vitamina D con la dieta materna.          la profilassi con vitamina D in gravidanza”.
     Secondo il recente documento di consenso del-           Secondo una recente revisione sistematica del-
     la Società Italiana di Pediatria (SIP), della Fede-     la letteratura, la supplementazione materna
     razione Italiana Medici Pediatri (FIMP) e della         durante la gravidanza, riduce il rischio di pre-
     Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale      eclampsia, oltre che di parto pretermine e di
     (SIPPS), ‘Vitamina D in età pediatrica’52, “gli stu-    basso peso alla nascita53.
     di disponibili, essenzialmente di associazione,         Nonostante la mancanza di univocità sui livel-
     sembrano indicare che lo stato vitaminico D ma-         li di assunzione adeguati nei diversi paesi, an-
     terno durante la gravidanza possa influenzare i         che in aree geografiche molto vicine54 (Tab. 4),

                                                                                                                     17

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Tabella 4. Livelli di assunzione raccomandati di vitamina D (µg/die) per gli adulti e le donne in
                    gravidanza e durante l’allattamento, in diversi paesi europei. (Modificato da: Spiro & Buttriss, 2014)
                                               Adulti             Anziani           Gravidanza         Allattamento
                      Austria                   20                   20                  20                  20
                      Belgio                  10–15                  15                  20                  20
                      Francia                    5                   5                   10                  10
                      Germania                  20                   20                  20                  20
                      Irlanda                  0–10                  10                  10                  10
                      Italia                    15                   20                  15                  15
                      Spagna                    15                   20                  15                  15
                      Svizzera                  20                   20                  20                  20
                      Turchia                   10                   10                   -                   -
                      Olanda                    10                   20                  10                  10
                      Paesi Nordici             10                   20                  10                  10
                      UK                         –                   10                  10                  10

               la supplementazione con vitamina D è racco-                come in età fertile, è pertanto necessaria per
               mandata in tutte le donne gravide, alla dose di            soddisfare il fabbisogno di tale vitamina du-
               600 UI/die (15 mcg). Nelle donne con fattori di            rante l’allattamento, come raccomandato nel
               rischio per deficit di vitamina D, i dosaggi do-           già citato documento di consenso delle società
               vrebbero essere superiori e pari a 1.000-2.000             di pediatria. Tali livelli possono essere aumen-
               UI/die. La profilassi con vitamina D dovrebbe es-          tati fino a 1.000-2.000 UI/die in caso di fattori
               sere prevista fin dall’inizio e per tutta la durata        di rischio di carenza della vitamina per tutta la
               della gravidanza.                                          durata dell’allattamento. Bisogna tuttavia ricor-
               Data l’influenza dell’esposizione alla luce sola-          dare che la supplementazione materna non è
               re per il metabolismo della vitamina D, anche              ritenuta sufficiente per i fabbisogni del neona-
               durante l’allattamento si pone l’attenzione sul            to, che va quindi supplementato direttamente.
               rischio di deficit soprattutto per le etnie con
               cute iperpigmentata o con scarsa esposizione               Acido folico
               alla luce solare. L’assunzione abituale con l’a-
               limentazione è in genere sufficiente, ma può               I folati rappresentano un complesso vitaminico
               risultare inadeguata, particolarmente in situa-            idrosolubile appartenente al gruppo B, contenuto
               zioni di maggior fabbisogno e in aree e/o paesi            soprattutto nei vegetali a foglie verdi, nella frut-
               in cui le fonti alimentari sono ridotte. Il latte          ta (ad esempio nelle arance), nei cereali e nelle
               materno, infatti, contiene quantità di vitamina            frattaglie. La biodisponibilità dei folati contenuti
               D insufficienti (< 80 UI/l) per la prevenzione del         negli alimenti citati è molto variabile, e dipende
               deficit di vitamina D nel primo anno di vita55.            anche dalla presenza dei cosiddetti antinutrienti,
               Un’assunzione pari a 15 µg/die (600 UI/die),               in grado di ridurne l’assorbimento.

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Le forme metabolicamente attive dei folati sono
     funzionalmente dei coenzimi di trasporto, che
     facilitano il trasferimento delle unità monocarbo-
     niose da un composto all’altro nel metabolismo            ACIDO FOLICO
     degli aminoacidi e nella sintesi degli acidi nuclei-
     ci, e svolgono quindi un ruolo essenziale in molte
     reazioni metaboliche, come la biosintesi di DNA e           Il fabbisogno di folati è aumentato durante
     RNA, la metilazione dell’omocisteina a metionina            tutto il periodo periconcezionale a causa
     ed il metabolismo di alcuni aminoacidi.                     del rapido utilizzo per la costituzione delle
     Il ruolo di questa vitamina nella sintesi del DNA,          cellule e dei tessuti fetali.
     nei processi di replicazione cellulare, nella rego-
     lazione dell’espressione genica e nel metaboli-             La supplementazione materna con acido
     smo degli aminoacidi, la rendono fondamentale               folico è raccomandata per tutte le donne
     per la salute: livelli inadeguati di folati nella           in età fertile che non escludono una
     dieta possono provocare anemia, leucopenia e                gravidanza (Ministero della Salute), mentre è
     trombocitopenia.                                            variabile la biodisponibilità con gli alimenti
                                                                 (vegetali a foglie verdi, frutta, cereali).
     Il rapido utilizzo dei folati durante la gravidan-
     za, per la costituzione delle cellule e dei tessuti         I livelli di assunzione raccomandati in
     fetali, fa sì che il fabbisogno di questi composti          gravidanza (meglio fino da due mesi prima
     aumenti durante tutto il periodo periconcezio-              del concepimento) sono incrementati del
     nale56. La supplementazione materna con acido               50% per le gestanti e del 25% per le nutrici
     folico è pertanto largamente raccomandata per               rispetto alle altre donne in età fertile
     tutte le donne in età fertile che non escludono             (600-500 µg/die vs 400 µg/die).
     attivamente una gravidanza (Ministero della Sa-
     lute57), soprattutto per la riduzione del rischio di
     difetti del tubo neurale58,59. Studi recenti sugge-
     riscono benefici associati alla supplementazio-
     ne con acido folico anche per la riduzione del         allergico. Tali dati sono comunque insufficienti per
     rischio di malattie cardiache congenite e per il       modificare le correnti raccomandazioni relative al
     corretto sviluppo placentare60.                        fabbisogno di folati durante la gravidanza58.
     I livelli di assunzione di riferimento in gravidan-    Le concentrazioni di folati nel latte materno
     za, secondo i LARN, sono incrementati del 50%          aumentano progressivamente dal colostro al
     per le gestanti rispetto alle altre donne in età       latte maturo, fino a raggiungere livelli molto più
     fertile (600 µg/die vs 400 µg/die). Ottimalmen-        elevati di quelli plasmatici. L’assenza di corre-
     te, la supplementazione dovrebbe cominciare            lazione tra lo status materno e quello del latte
     due mesi prima del concepimento, e arrivare            suggeriscono un ruolo attivo della ghiandola
     anche a 800 µg/die61; i benefici di dosaggi più        mammaria nel trasporto e nella regolazione
     elevati sono ad oggi allo studio.                      della secrezione di folati, solo marginalmente
     L’uso di integratori a base di acido folico è con-     influenzato dall’apporto con la dieta62.
     siderato sicuro per la madre. Alcuni autori hanno      Allo scopo di assicurare i livelli di folati adeguati
     ipotizzato un potenziale effetto negativo per il       per la madre durante l’allattamento, l’assunzio-
     prodotto del concepimento attraverso meccani-          ne dovrebbe essere incrementata del 25% in
     smi epigenetici, soprattutto per quanto riguarda il    questa fase della vita della donna, fino a rag-
     rischio di comparsa di disturbi respiratori di tipo    giungere i 500 µg/die13, 63.

                                                                                                                         19

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Focus sulle condizioni                                 Diete di esclusione
               che espongono
               al rischio di carenze
                                                                           Possono aumentare il rischio
               Fumo                                                        di carenze di specifici nutrienti.

                     E’ un fattore di rischio anche
                     per la salute del bambino; si associa
                     a minor apporto di DHA con
                     il latte materno.                                Al fine di ridurre il rischio di carenze nutrizionali
                                                                      importanti sia per la donna che per il bambino,
                                                                      richiedono particolare attenzione durante la
                                                                      gravidanza e l’allattamento le donne che, per
               La raccomandazione all’astensione dal fumo (an-        motivi di salute o culturali o etico-filosofici,
               che passivo) in gravidanza è tassativa, a causa        escludono dalla propria dieta intere categorie di
               dell’impatto sull’aumento del rischio di parto pre-    alimenti. Esclusioni specifiche dalla dieta di ma-
               termine e di basso peso alla nascita del bambino64.    dri sane, non sono infatti indicate, neanche per
               Gli effetti negativi del fumo nel periodo gestazio-    quanto riguarda gli alimenti allergenici (soia,
               nale si possono estendere anche oltre la prima         latte vaccino, uova, arachidi, pesce e crostacei):
               infanzia, come suggeriscono gli studi che eviden-      l’eliminazione dalla dieta in un’ottica di preven-
               ziano un’associazione con il rischio di sovrappeso     zione dell’allergia per il nascituro si è infatti di-
               nei nati da madri fumatrici65. Numerose evidenze       mostrata inefficace5. In assenza della diagnosi di
               scientifiche supportano anche l’esistenza di una       celiachia o sensibilità al glutine, anche la dieta
               relazione tra fumo materno e malattie respiratorie,    gluten free non è appropriata in gravidanza e
               soprattutto nei bambini che sono stati esposti al      durante l’allattamento, sia per l’assenza di reali
               fumo anche nel periodo prenatale, tra i quali è sta-   benefici per la madre e per il nascituro, sia per
               to rilevato un incremento del 20% dell’incidenza       evitare l’aumento del rischio di carenza di folati,
               di asma e broncospasmo66.                              calcio, ferro e zinco, più frequente nell’alimen-
               Attenzione particolare va posta alle madri fu-         tazione di chi esclude i cibi a base di cereali
               matrici già fin dal periodo preconcezionale (per       contenenti glutine68,69.
               l’effetto epigenetico sui gameti) e durante la         Sempre più diffuse nella popolazione genera-
               gestazione, anche in funzione dell’allattamento:       le, le diete vegetariane (latto-ovo vegetariana,
               il fumo di sigaretta infatti è risultato associato     pesco-vegetariana, ecc.) e la dieta vegana, priva
               a minori livelli di DHA sia nel plasma materno         cioè di qualunque alimento di origine animale,
               e sia nel latte, con una conseguente riduzione         inclusi uova e latte, vanno considerate con caute-
               dell’apporto di questo importante acido grasso         la nel corso di gravidanza e allattamento, benché
               al feto prima e al lattante poi. In particolare, i     venga a esse riconosciuta in generale una buona
               livelli di assunzione di DHA con il latte da par-      qualità nutrizionale complessiva (minore appor-
               te di nati da fumatrici risulterebbero ridotti del     to energetico, basso tenore proteico, maggior
               50%29. Tra i meccanismi d’azione è stato evi-          contenuto di grassi insaturi e fibra, rispetto alla
               denziato un effetto di riduzione della sintesi di      dieta occidentale)70. Mentre l’inclusione di latte e
               DHA a livello delle cellule della ghiandola mam-       uova contribuisce ad ottenere, seppure in quan-
               maria da parte dei numerosi componenti del             tità variabili, l’apporto di nutrienti necessario alla
               fumo da sigaretta67.                                   gestante, l’eliminazione di tutti i cibi di origine

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