Gravidanza e allattamento - Alimentazione materna e fabbisogno di nutrienti in - Nutrition Foundation of Italy
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gravidanza gravidanza allattamento allattamento Alimentazione materna e fabbisogno di nutrienti in gravidanza e allattamento Un documento di consenso italiano AllattamentoIMP_161212.indd 1 19/12/16 16.10
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Alimentazione materna e fabbisogno di nutrienti in gravidanza e allattamento Un documento di consenso italiano Franca Marangoni1, Irene Cetin2, Elvira Verduci3, Giuseppe Canzone4, Marcello Giovannini5, Paolo Scollo6, Giovanni Corsello7, Andrea Poli1 1 NFI-Nutrition Foundation of Italy 2 Dipartimento Materno-Infantile Azienda Ospedaliera Luigi Sacco - Centro Universitario di Ricerche Fetali Giorgio Pardi - Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche Università di Milano; Società Italiana di Medicina Perinatale (SIMP) 3 Nutrizione Clinica e Applicata - Clinica Pediatrica Ospedale San Paolo - Dipartimento Scienze della Salute Università degli Studi di Milano; Società Italiana di Pediatria (SIP) 4 U.O. di Ginecologia ed Ostetricia - Presidio Ospedaliero “S. Cimino” di Termini Imerese; Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) 5 Università di Milano; Società Italiana di Nutrizione Pediatrica (SINUPE) 6 Dipartimento Materno-Infantile dell’Azienda ospedaliera per l’emergenza “Cannizzaro” di Catania; Società Italiana di Ostetricia e Ginecologia (SIGO) 7 Dipartimento di Scienze per la Promozione della Salute e Materno Infantile “ G. D’Alessandro - Azienda Ospedaliera Universitaria “P. Giaccone” - Università degli Studi di Palermo; Società Italiana di Pediatria (SIP) Questo fascicolo riprende i contenuti principali dell’articolo: Maternal diet and nutrient requirements in pregnancy and breastfeeding. An Italian Consensus Document, Nutrients 2016;8(10):629 AllattamentoIMP_161212.indd 1 19/12/16 16.10
gravidanza gravidanza gravidanza allattamento allattamento allattamento Realizzato con un contributo incondizionato di Mellin S.p.A.-Danone Nutricia Early Life Nutrition Italy. Lo sponsor non ha partecipato in alcun modo all’elaborazione preliminare, alla stesura e alla revisione finale di questo documento. AllattamentoIMP_161212.indd 2 19/12/16 16.10
indice Fabbisogno nutrizionale in gravidanza e allattamento Introduzione 5 Energia e macronutrienti 6 Proteine 6 Grassi 7 DHA 8 Micronutrienti 10 Ferro 10 Iodio 12 Calcio 14 Vitamina D 15 Acido folico 18 Focus sulle condizioni che espongono al rischio di carenze 20 Fumo 20 Diete di esclusione 20 Obesità 21 Precedenti interventi di chirurgia bariatrica 22 Adolescenza 22 Gravidanze multiple e ripetute 23 Precedenti ostetrici sfavorevoli 24 Conclusioni 24 Bibliografia 27 AllattamentoIMP_161212.indd 3 19/12/16 16.10
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Fabbisogno nutrizionale in gravidanza e allattamento Introduzione Stile di vita e alimentazione, a partire dal pe- cardiometabolico nell’età adulta4. riodo preconcezionale, sono determinanti della Anche la promozione della crescita nel periodo salute sia della madre che del nascituro. post-natale influenza lo stato di salute nelle fasi Carenze ed eccessi alimentari durante la gravi- successive della vita. Nei primi mesi di vita svol- danza si associano infatti a disturbi della cre- ge un ruolo fondamentale il latte materno, che scita e dello sviluppo neuromotorio del feto, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS o e poi del neonato, da una parte, e all’aumento World Health Organization, WHO) definisce ali- del rischio di malattie non trasmissibili dall’al- mento ideale per una crescita sana e parte inte- tra. Oggi si parla dei primi 1000 giorni di vita grante del processo riproduttivo, con importanti (dal concepimento fino ai due anni del bambi- implicazioni per la salute delle madri. L’allattamen- no) come periodo chiave per la prevenzione di to al seno comporta benefici anche per la donna, malattie dell’età adulta, attraverso un apporto che vanno dalla riduzione del rischio cardiovasco- adeguato di energia, macro e micronutrienti1. lare e di fratture femorali in menopausa alla pro- Disturbi della crescita e dello sviluppo fetale, tezione nei confronti di alcuni tipi di tumori, come associati a deficit nutrizionali durante la gravi- quello alla mammella e all’ovaio. A questo propo- danza o all’insufficiente trasporto di nutrienti sito, il World Cancer Research Fund include l’allat- attraverso la placenta, si manifestano con basso tamento al seno tra le 10 raccomandazioni mirate peso alla nascita e piccole dimensioni in rela- proprio alla riduzione del rischio oncologico. zione all’età gestazionale che predispongono, Infatti, il recente Position Statement su “Allatta- per esempio, a bassa statura nell’età adulta e a mento al seno e uso del latte materno/umano” ridotta capacità cognitiva2,3. definisce rilevanti, per la salute sia del bambi- Numerose evidenze epidemiologiche inoltre no che della madre, i benefici dell’allattamento confermano una relazione tra alcune condizio- al seno, che si riflettono anche in ambito so- ni della madre nel periodo periconcezionale, in cio-economico sulla famiglia e la società5. Le particolare l’obesità, e un eccessivo incremen- 5 Società medico-scientifiche coinvolte nella to ponderale durante la gravidanza, con effetti preparazione del documento raccomandano sfavorevoli sulla salute del feto, che nel breve l’allattamento esclusivo per circa 6 mesi com- termine si manifestano con elevato peso alla pleti e concordano sulla necessità di un’attenta nascita, adiposità e alterazioni del metabolismo valutazione delle eventuali controindicazioni glicemico nel bambino, e aumento del rischio che deve seguire criteri evidence based. 5 AllattamentoIMP_161212.indd 5 19/12/16 16.10
Energia e macronutrienti materno, necessario alla produzione del latte, la cui densità calorica è determinata innanzitutto La gravidanza comporta, per donne sane, nor- dal contenuto di grassi. mopeso e con uno stile di vita moderatamente I Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrien- attivo, un modesto aumento del fabbisogno ca- ti ed energia per la popolazione italiana (LARN) lorico, variabile a seconda del trimestre consi- 2014 indicano un fabbisogno aggiuntivo di 69 derato, che può essere raggiunto aumentando kcal/die per il primo trimestre, di 266 kcal/die in modo bilanciato il consumo di macronutrien- per il secondo e di 496 kcal/die per il terzo tri- ti, mantenendo cioè l’equilibrio tra carboidrati, mestre di gravidanza (per un totale di 76.530 grassi e proteine nei rapporti quantitativi racco- kcal complessive). Valori molto simili a quelli mandati delle linee guida nutrizionali. L’eccesso stabiliti dall’EFSA (European Food Safety Autho- di calorie e macronutrienti durante la gravidan- rity): da 70 kcal/die nel primo trimestre a 260 za può essere infatti altrettanto dannoso quanto e 500 kcal/die nel secondo e terzo trimestre la loro carenza, soprattutto in donne sovrappeso rispettivamente. Un aumento del fabbisogno e obese, per le quali aumenta il rischio di aborto di circa 500 kcal/die è previsto anche durante i spontaneo, diabete gestazionale, disturbi della primi 6 mesi di allattamento esclusivo8. crescita del feto e preeclampsia6. Effetti negativi possono ripercuotersi anche sullo sviluppo del Proteine bambino: i nati da madri obese possono andare incontro più facilmente a obesità e diabete mel- Tra i macronutrienti, le proteine richiedono lito di tipo 2 nell’età adulta7. maggiore attenzione nel corso della gravidanza, Anche durante l’allattamento va previsto un mo- quando il fabbisogno aumenta progressivamen- derato incremento del fabbisogno energetico te nelle varie fasi, per sostenere la sintesi pro- teica a livello dei tessuti materni e la crescita fe- tale (massima nel corso del terzo trimestre). Un apporto eccessivamente basso di proteine nella ENERGIA gestante si associa a potenziali effetti negativi in termini di peso e lunghezza alla nascita; d’altra parte una quota proteica eccessivamente eleva- Il fabbisogno calorico in gravidanza ta potrebbe interferire con lo sviluppo del feto9. subisce un modesto aumento Le fonti alimentari di proteine variano in merito per donne sane, normopeso e con uno al valore nutrizionale, alla digeribilità e all’effi- stile di vita moderatamente attivo, cienza dell’utilizzo. Ad esempio, le proteine di variabile a seconda del trimestre origine animale (dalle carni, dal latte e dai de- considerato. rivati, dal pesce, dalle uova) sono definite di qualità nutrizionale elevata, perché forniscono Tuttavia, l’eccesso di calorie (e di tutti e 9 gli aminoacidi essenziali. La qualità macronutrienti) durante la gravidanza delle proteine di un alimento viene definita dal (così come la carenza) può comportare PDCAAS (Protein Digestibility Corrected Amino effetti negativi sia per la madre Acid Score) che è il punteggio aminoacidico (soprattutto se sovrappeso o obesa) corretto per la digeribilità10. In altre parole, le che sullo sviluppo del bambino. proteine di alta qualità devono presentare tutti e 9 gli aminoacidi essenziali (che l’uomo non è L’apporto calorico deve essere in grado di sintetizzare e deve quindi ottenere aumentato (+500 kcal/die) anche preformati con la dieta) in proporzioni tali da nel corso dell’allattamento esclusivo. 6 AllattamentoIMP_161212.indd 6 19/12/16 16.10
adulta, che devono essere incrementati di una quota compresa tra 1 g/die nel primo trimestre di gestazione, 8 g/die nel secondo trimestre e PROTEINE 26 g/die nel terzo trimestre. Anche durante l’allattamento esclusivo si rac- comanda un apporto proteico con la dieta Il fabbisogno di proteine nel periodo maggiorato di 21 g/die nel primo semestre di gestazionale aumenta per sostenere allattamento esclusivo e 14 g/die nel secondo la sintesi proteica e la crescita semestre se il latte materno costituisce ancora dei tessuti fetali (soprattutto nel terzo una quota importante della dieta del bambino. trimestre). L’apporto proteico deve essere Grassi aumentato progressivamente La qualità dei lipidi assunti con la dieta è fon- dal primo (1g/die), al secondo (8 g/die) damentale per garantire il corretto sviluppo e la e fino al terzo trimestre (26 g/die). crescita durante tutta l’età evolutiva, a partire dal periodo prenatale fino ai primi mesi di vita, La quota proteica va aumentata grazie ad un apporto adeguato assicurato dalla anche durante l’allattamento placenta durante la vita intrauterina e dal latte (+21 g/die nel primo semestre di materno dopo la nascita14. allattamento esclusivo). Durante la gravidanza si passa da una fase ana- bolica, con deposito di grassi nel tessuto adipo- so materno, ad una fase catabolica, caratteriz- permetterne un corretto utilizzo ed essere facil- mente digeribili. Valori prossimi a 1 sono tipici GRASSI dei prodotti animali, valori inferiori a 0,7 sono invece tipici dei prodotti vegetali. L’utilizzo delle proteine di origine vegetale, che sono carenti di Durante la gravidanza e almeno uno degli aminoacidi essenziali, è meno l’allattamento non è necessario efficiente; in questo caso il consumo di due o modificare l’assunzione più alimenti con composizione aminoacidica complessiva di grassi, mentre è differente può contribuire a migliorare la qualità importante prestare attenzione complessiva della componente proteica11. alla loro composizione. Le linee guida italiane ed internazionali sono concordi nel raccomandare un’aumentata as- La componente grassa del latte sunzione di proteine durante la gravidanza, ne- dipende dalla liberazione cessaria soprattutto durante il secondo e il terzo dei depositi nel compartimento trimestre per assicurare i 21 grammi al giorno materno e solo in parte dall’apporto che si depositano nei tessuti materni e fetali e con la dieta. nella placenta negli ultimi mesi12, 13. A questo proposito i LARN 2014 riportano livelli di as- sunzione raccomandata per la popolazione (PRI) che corrispondono a 54 g/die per una donna 7 AllattamentoIMP_161212.indd 7 19/12/16 16.10
zata da resistenza periferica all’insulina, volta è ancora più bassa, e praticamente nulla nei sog- a garantire un adeguato apporto di nutrienti al getti di sesso maschile17. feto. Negli ultimi anni il concetto di essenzialità, sul- Il contenuto di grassi totali del latte è dipenden- la base della limitata o limitatissima capacità te da una serie di fattori che vanno dal periodo dell’organismo umano di ottenere EPA e so- dell’allattamento, alla fase della poppata, al nu- prattutto DHA a partire dall’ALA, è stato quindi mero di gravidanze. L’apporto di calorie e grassi esteso agli omega-3 a lunga catena. E’ dunque con la dieta e lo stile di vita della madre han- importante che la dieta apporti quantità consi- no invece influenza decisamente minore sulla stenti anche di EPA e DHA preformati e oltre che componente lipidica del latte (se non nei casi di ALA. Quest’ultimo, che è un componente mi- di grave malnutrizione): essa dipende infatti in nore di quasi tutti i vegetali ed è pertanto ubi- larga parte dalla liberazione dei depositi nel quitario negli alimenti, è presente in concentra- compartimento materno, che riflettono l’appor- zioni elevate in alcuni oli (es. canola, soia), nelle to alimentare soprattutto durante la prima parte noci e in misura minore nei vegetali, soprattutto della gravidanza. Nel corso della gravidanza e nella verdura a foglia verde come gli spinaci, nei dell’allattamento non è necessario modificare legumi e nei cereali. l’assunzione complessiva di grassi, mentre è im- A differenza dell’ALA, gli omega-3 a lunga cate- portante la loro composizione15. Un discorso a na EPA e DHA sono presenti in concentrazioni parte meritano infatti gli acidi grassi polinsaturi. elevate solo nei pesci, e soprattutto nei pesci grassi, che vivono nei mari freddi, in quantità e DHA in proporzioni variabili. Ad esempio sgombro, Numerosi studi hanno confermato il ruolo po- sitivo dell’esposizione precoce ai grassi polin- saturi, soprattutto della serie omega-3 o n-3, EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido DHA docosaesaenoico), nello sviluppo della prole e nella regolazione epigenetica, con conseguenze importanti in termini di prevenzione di obesità, Si conferma il ruolo fondamentale dei insulinoresistenza e rischio cardiovascolare in grassi polinsaturi n-3 od omega-3, generale16. e soprattutto del DHA, importante Il DHA, che è l’acido grasso a più lunga catena e costituente delle cellule cerebrali a più elevato grado di insaturazione, è un costi- e dei bastoncelli della retina. tuente importante soprattutto del cervello e della retina. Benché l’organismo umano sia dotato degli Il DHA è contenuto prevalentemente nei enzimi necessari per la sintesi di DHA a partire dal pesci grassi che vivono nei mari freddi; precursore della serie metabolica, l’acido alfa-lino- i livelli di assunzione sono pertanto lenico o ALA, vi sono chiare evidenze sperimentali modesti in gran parte della popolazione che la conversione dell’ALA nei prodotti metaboli- occidentale. ci a più lunga catena sia insufficiente a garantirne adeguati livelli tissutali. Grazie all’impiego di iso- Il fabbisogno di DHA aumenta topi stabili, alcuni ricercatori hanno infatti definito di 100-200 mg al giorno durante che l’efficienza del processo di conversione di ALA gravidanza e allattamento, rispetto in EPA è molto variabile, ed inferiore al 10% della ai 200 mg indicati come quota quota assunta, e che la conversione di ALA in DHA giornaliera di riferimento di EPA e DHA per la popolazione adulta. 8 AllattamentoIMP_161212.indd 8 19/12/16 16.10
Tabella 1. Contenuto di EPA, DHA e omega-3 a lunga catena totali (g/100g) in diversi alimenti. EPA DHA EPA +DHA Salmone 1,008 0,944 1,952 Aringa 0,709 0,862 1,571 Acciuga 0,538 0,911 1,449 Sgombro 0,329 1,012 1,341 Trota 0,260 0,668 0,928 Pesce spada 0,108 0,531 0,639 Spigola 0,161 0,434 0,595 Calamari 0,146 0,342 0,488 Cozze 0,188 0,253 0,441 Sogliola 0,093 0,106 0,199 Merluzzo 0,064 0,120 0,184 Uova 0,004 0,037 0,041 Dati elaborati da USDA National Nutrient Database for Standard Reference 2010 e Tabelle di composizio- ne degli alimenti INRAN 2010. acciuga e salmone rappresentano fonti impor- guida internazionali (250-500 mg al giorno). tanti di omega-3 (1,3-2 g in 100 g); va tuttavia Un recente parere dell‘EFSA21 sul rapporto ri- ricordato che il rapporto tra EPA e DHA è molto schio/beneficio relativo al consumo di pesce variabile, da 1:3 per lo sgombro a 1:1 per il sal- indica che 1-2 fino a 3-4 porzioni di pesce alla mone18 (Tab. 1). settimana durante la gravidanza, garantiscono Alcuni cibi di origine terrestre possono contri- l’apporto adeguato per il corretto sviluppo del buire all’apporto degli omega-3 a lunga cate- bambino, sottolineando che, almeno per quan- na in minima parte, e diete prive o povere di to concerne il pesce consumato in Europa, que- pesce, come in generale le diete occidentali, sti livelli di consumo non comportano alcun ri- sono perlopiù carenti di DHA oltre che di EPA. schio significativo in termini di contaminazione Si stima che l’apporto insufficiente di omega-3 da metilmercurio. Il rapporto EFSA conclude a lunga catena con la dieta sia al secondo posto che un consumo superiore alle 3-4 porzioni di (dopo l’elevato consumo di sale) tra le cause pesce a settimana non porta alcun beneficio di mortalità associate all’alimentazione negli sullo sviluppo delle strutture cerebrali e retini- Stati Uniti19. La tipica dieta occidentale apporta che del bambino. quantità relativamente modeste di omega-3, La scelta del pesce per le nutrici deve cadere probabilmente inadeguate a proteggere l’or- su carni relativamente grasse e ricche di EPA ganismo dalle malattie cronico-degenerative. e DHA e a basso rischio di contenere contami- Secondo i risultati di uno studio italiano20, circa nanti ambientali. Bisogna quindi preferire pesci l’80% della popolazione non assume la quota di taglia piccola (pesce azzurro come sarde, ali- giornaliera di EPA e DHA consigliata dalle linee ci, sgombro) piuttosto che pesci di grossa taglia 9 AllattamentoIMP_161212.indd 9 19/12/16 16.10
che tendono ad accumulare contaminanti18. non hanno un adeguato apporto di pesce27 e Negli ultimi anni lo studio di una fonte primaria in popolazioni particolari, come quella delle di omega-3 a lunga catena, le alghe, ha con- mamme che mantengono l’abitudine al fumo sentito di ottenere formulazioni purificate che sia durante la gravidanza, sia nel corso dell’al- contengono prevalentemente un solo acido lattamento. E’ stato infatti osservato che i nati grasso polinsaturo, soprattutto DHA. Si tratta da donne fumatrici sono più piccoli per età di trigliceridi prodotti secondo processi con- gestazionale alla nascita e presentano livelli trollati da microalghe, che contengono circa il circolanti di DHA sensibilmente ridotti rispetto 30-40% dell’acido grasso, ampiamente utiliz- ai nati da madri non fumatrici28; nel periodo po- zati in studi clinici, che ne hanno confermato la stnatale, invece, il fumo materno è stato messo biodisponibilità e la sicurezza. Gli oli di origine in relazione con un ridotto apporto dello stesso algale, a differenza degli oli di pesce, sono ino- DHA col latte al neonato29. dori, e possono quindi essere più facilmente integrati anche negli alimenti22. Micronutrienti Il DHA è il principale acido grasso polinsaturo contenuto nel cervello umano e nei bastoncelli Benché presenti nella dieta in quantità ridot- della retina, ed è indispensabile per lo sviluppo te (da cui la definizione), vitamine e minerali cerebrale e retinico del feto durante la gravi- svolgono, come è noto, un ruolo fondamentale danza, e psicomotorio e visivo del bambino nei per il normale funzionamento dell’organismo; primi mesi di vita23. E’ infatti contenuto in con- tale ruolo è ancora più importante durante la centrazioni rilevanti nel latte materno, ma non gravidanza e l’allattamento. Nel corso della ge- (per esempio) nel latte vaccino24. stazione, infatti, il fabbisogno di micronutrienti I benefici del DHA per il feto e per il lattante aumenta maggiormente rispetto a quello dei sono supportati da un’ampia letteratura, che macronutrienti. Un apporto inadeguato di mi- conferma l’importanza dei livelli di assunzione cronutrienti, e una bassa qualità nutrizionale di omega-3 per la salute della madre (riduzione della dieta, possono avere importanti conse- del rischio di parto prematuro e di depressione guenze negative sia per la madre e sia per lo post partum), per la composizione del latte ma- sviluppo del feto. terno e per la salute del lattante25, 26. Secondo l’EFSA e i LARN 2014 il fabbisogno di Ferro DHA aumenta di 100-200 mg al giorno durante gravidanza e allattamento, rispetto ai 200 mg Coinvolto in numerosi processi enzimatici, il indicati come fabbisogno giornaliero di ome- ferro, costituente dell’emoglobina (alla qua- ga-3 (EPA e DHA), in considerazione degli studi le è legato per il 65%), della mioglobina e che hanno dimostrato come l’incremento del di diversi enzimi, svolge un ruolo essenziale tenore di DHA nel latte materno coincida con nel trasferimento dell’ossigeno ai tessuti. La un miglior quadro di salute generale del lattan- carenza di ferro, come è noto, induce anemia te, soprattutto in termini di sviluppo cognitivo sideropenica. e acuità visiva. Il consumo di 2 porzioni di pe- sce alla settimana permette di coprire adegua- Carne e pesce, ma anche legumi e verdure a tamente il fabbisogno materno15. foglie verdi rappresentano le principali fonti Livelli plasmatici eccessivamente bassi di DHA alimentari di ferro che, in Italia, viene apporta- sono stati riscontrati in donne che assumo- to solo per un terzo da cibi di origine animale, no diete esclusivamente vegetariane o che nei quali è presente nella forma eme. Nel nostro 10 AllattamentoIMP_161212.indd 10 19/12/16 16.10
Tabella 2. Diversi livelli di riferimento giornalieri di ferro (mg/die) in gravidanza e allattamento. Modificato da: EFSA 2015 Gravidanza Allattamento Germania-Austria-Svizzera (2015) 30 20 Italia (2014) 27 11 Paesi Nordici (2014) ND 15 OMS/FAO (2004) ND 10-30* Francia (2001) 30 10 IOM (2001)§ 27 9 SCF (1993) ND 10 Olanda (1992) 11-15-19** 20 IOM: Institute Of Medicine (USA); SCF: Scientific Committee on Food (EU) § supplementazione raccomandata per tutte le gestanti; *a seconda della biodisponibilità; ** nei 3 trimestri paese, infatti, la maggior parte del ferro alimen- nel circolo fetale. tare si trova nella forma non-eme, il cui assorbi- Durante la gestazione, la carenza di ferro può mento è strettamente legato alla composizione alterare la crescita e lo sviluppo del feto e au- generale della dieta e allo stato nutrizionale in- mentare il rischio di parto pretermine e di basso dividuale. Fitati e polifenoli, ad esempio, sono peso alla nascita30. Secondo alcuni studi recenti, in grado di inibire l’assorbimento del ferro nella livelli inadeguati di ferro durante la gravidanza forma non-eme, che invece è favorito dall’acido si assocerebbero a un aumento del rischio car- ascorbico o dal consumo ad esempio di carne diovascolare per il figlio in età adulta31. Anche e pesce. In generale, l’organismo umano è in l’emorragia post partum sembra correlarsi con grado di assorbire il 2-13% del ferro non-eme un apporto insufficiente di ferro32. contro il 25% circa della forma eme. La carenza di ferro, la più comune a livello mon- diale, interessa il 22% delle donne in età fertile Il fabbisogno di ferro in gravidanza aumenta in Europa, e ben il 50% circa nei paesi in via progressivamente fino al terzo mese, parallela- di sviluppo33, oltre che buona parte dei bambi- mente all’accumulo del ferro stesso nei tessuti ni di età compresa tra 6 e 36 mesi34. L’apporto fetali. Il trasferimento dalla placenta al feto è inadeguato in gravidanza, associato all’aumento regolato da un complesso meccanismo di tra- del fabbisogno in questa fase della vita, rende sporto: dal fegato della madre, nel quale è con- la gestante a rischio ancora maggiore di anemia servato come ferritina, il ferro viene rilasciato in ferropriva30. Le indicazioni in termini di livelli circolo come Fe2+ e quindi ossidato a Fe3+, che di assunzione raccomandati variano dai 27 mg si lega alla transferrina. A livello della placenta, al giorno per tutte le donne in gravidanza del con un meccanismo di captazione endosomiale, Center for Disease Control and Prevention e dei passa nelle cellule e viene trasferito al feto da LARN ai 30-60 mg dell’OMS (Tab. 2). una specifica proteina, depositato come ferriti- La supplementazione di ferro in gravidanza na o legato ancora alla transferrina e trasportato è raccomandata per ridurre il rischio di parto 11 AllattamentoIMP_161212.indd 11 19/12/16 16.10
pretermine e di nati con basso peso alla na- scita35. D’altro canto, un apporto di ferro ec- cessivamente elevato può comportare stress ossidativo, perossidazione lipidica, alterazioni FERRO del metabolismo del glucosio e ipertensione gravidica36. Gran parte delle donne gravide Nel periodo immediatamente successivo al è a rischio di anemia sideropenica, parto la perdita ematica aumenta la probabilità soprattutto per l’aumento di anemia materna. Anche nei paesi industria- del fabbisogno di ferro, che è lizzati quasi il 50% delle donne necessita di progressivo fino al terzo mese. supplementazione di ferro in questa fase. La secrezione di ferro nel latte è piuttosto con- L’apporto di ferro raccomandato tenuta. Le indicazioni di OMS e FAO (Food and per la popolazione secondo i LARN Agriculture Organization of the United Nations) 2014 è di 27 mg/die in gravidanza supportano infatti una riduzione dell’apporto di e di 11 mg/die durante l’allattamento. ferro durante l’allattamento, rispetto alle altre fasi della vita fertile femminile, per compensa- Contenuto principalmente in carne, re la mancata eliminazione con la mestruazione pesce, legumi, il ferro può essere associata alla amenorrea. Gli 11 mg al giorno assunto nella forma eme (con alimenti raccomandati vanno quindi incrementati dopo di origine animale) più la ricomparsa delle mestruazioni (18 mg/die). biodisponibile, o nella forma non-eme (con cibi vegetali). Iodio Lo iodio, in quanto componente della molecola degli ormoni tiroidei, è fondamentale per tutti i meccanismi nei quali sono coinvolti gli ormo- ni stessi, dalla crescita, alla formazione ed allo La carenza di iodio causa una carenza di or- sviluppo di organi e apparati. Influenza quindi, mone tiroideo circolante, cui fanno seguito direttamente o indirettamente, il metabolismo l’incremento dei livelli dell’ormone ipofisario del glucosio, delle proteine, dei lipidi, del calcio tireostimolante (TSH) e la conseguente ipertro- e del fosforo e la termogenesi. Nell’organismo fia della ghiandola tiroidea che, nel tentativo di lo iodio si trova soprattutto in forma organica captare e fissare la maggior quantità di iodio legato alla tireoglobulina. possibile, tende ad aumentare di volume (goz- zo). In gravidanza, la carenza di iodio può cau- Di origine minerale, lo iodio presente nelle ac- sare aborto, aumento della mortalità perinatale que marine viene assorbito dalle alghe, ed entra e del rischio di anomalie congenite, alterazioni quindi nell’organismo di pesci e crostacei, gli neurologiche, deficit mentale37. L’OMS stima alimenti che ne sono maggiormente ricchi. Tut- che nel mondo la carenza di iodio interessi 2 tavia, grazie ai processi di evaporazione e alle miliardi di persone (un terzo della popolazio- piogge, lo iodio viene assorbito anche dal ter- ne) e la considera pertanto la più importante reno, e si ritrova quindi anche nell’acqua, nel- causa prevenibile di danno cerebrale. la frutta, nei vegetali, in misura variabile nelle L’apporto medio giornaliero di iodio è inferiore carni, e in concentrazioni importanti nel latte e a quello indicato dall’OMS e dai LARN in tutto il nelle uova. territorio italiano38 (85-88 µg al giorno vs 150 12 AllattamentoIMP_161212.indd 12 19/12/16 16.10
µg), con picchi di prevalenza di gozzo (20%, Le analisi effettuate in Italia hanno dimostrato secondo l’Istituto Superiore di Sanità) nella po- una condizione di insufficiente apporto iodi- polazione giovanile, non soltanto nelle regioni co nella maggior parte dei casi, confermando settentrionali ma anche al Sud. Anche a livello l’importanza dell’integrazione in gravidanza europeo, la carenza di iodio interessa soprat- e durante l’allattamento, al fine di garantire il tutto la popolazione infantile39. Il metodo più raggiungimento dell’aumentato fabbisogno di comune per stimare i livelli di iodio è l’analisi iodio in queste fasi della vita41. La quota stima- della concentrazione urinaria, visto che il 90% ta per evitare la carenza è di 200 µg/die (contro dello iodio viene escreto a livello renale: con- i 150 µg degli adulti) secondo LARN ed EFSA, centrazioni urinarie superiori a 150 µg/L sono 250 µg/die secondo il documento congiunto indicative di un apporto adeguato del minerale. WHO/UNICEF (già United Nations International Nella popolazione generale, la carenza di io- Children’s Emergency Fund)42. dio può essere prevenuta integrando la die- Durante l’allattamento, il fabbisogno di iodio ta con quantità adeguate (ad esempio utiliz- aumenta in conseguenza delle modificazioni zando sale iodato nell’alimentazione di tutti i del metabolismo materno, anche per favorire giorni). la secrezione lattea. L’apporto con la dieta, in- Durante la gravidanza, lo iodio è essenziale per la produzione di ormoni tiroidei materni e fetali e per lo sviluppo del sistema nervoso del feto. In questa fase della vita della donna, il fabbi- sogno aumenta del 50%, sia per l’incremento IODIO fisiologico della produzione degli ormoni tiroi- dei, sia per l’aumento dell’escrezione renale e sia per soddisfare il fabbisogno fetale3, 40. Il fabbisogno di iodio aumenta Un adeguato apporto di iodio con la dieta du- del 50% in gravidanza, per la maggior rante la gravidanza è garanzia di eutiroidismo produzione di ormoni tiroidei, per il nascituro, dal momento che la tiroide per l’aumento dell’escrezione renale e fetale comincia a funzionare solo intorno alla per soddisfare il fabbisogno fetale. dodicesima settimana di gestazione. Il rischio di sviluppare ipotiroidismo è dunque molto più La carenza di iodio (il cui apporto elevato durante la vita intrauterina e nel perio- è insufficiente anche nella popolazione do neonatale, rispetto a tutte le altre fasi della generale in Italia nel periodo vita. Anche in condizioni di carenza nutriziona- gestazionale) può avere importanti le solo lieve o moderata di iodio, il rischio di conseguenze sullo sviluppo del feto ipotiroidismo neonatale, soprattutto per i nati prima e sulla salute del bambino dopo. pretermine, è elevato (Osservatorio Nazionale per il Monitoraggio della Iodoprofilassi in Ita- Pesci e crostacei sono le principali fonti lia). Il periodo più critico è quello che va dal alimentari di iodio, che è presente secondo trimestre di gravidanza al terzo anno in quantità minori anche nell’acqua e di vita. Un’adeguata supplementazione con io- nei vegetali. dio riduce fino al 73% l’incidenza di cretinismo nelle zone a rischio più elevato di carenza gra- La quota stimata per evitare la carenza, ve, soprattutto se la madre viene supplementa- sia durante la gestazione che ta a partire dal periodo preconcezionale e fino nella fase dell’allattamento, è alla fine del primo trimestre di gestazione. di 200 µg/die (contro i 150 µg degli adulti). 13 AllattamentoIMP_161212.indd 13 19/12/16 16.10
dicato dai LARN 2014, in questo periodo, in 200 µg/die, deve essere quindi tale da garantire un contenuto nel latte di circa 100-150 µg/100mL. CALCIO Calcio L’aumentato fabbisogno di calcio Il calcio è il minerale maggiormente presente in gravidanza corrisponde a nell’organismo umano, nel quale si trova per il una maggiore mobilizzazione 99% nello scheletro e nei denti. A livello delle dallo scheletro materno e all’aumento ossa, il calcio svolge un ruolo strutturale e di ri- della ritenzione renale durante serva per il mantenimento dei livelli plasmatici, l’allattamento. mentre il restante 1%, ripartito tra i tessuti molli e liquidi extracellulari, è coinvolto in funzioni vi- L’assorbimento di calcio con gli alimenti tali, quali l’attività di numerosi enzimi e di spe- (specie latte e derivati, ma anche cereali cifici organi e tessuti (a livello neuromuscolare, e ortaggi) è variabile a seconda cardiaco, renale, ecc.). della fonti, delle condizioni L’apporto di calcio con la dieta è critico per il fisiopatologiche (ridotto in menopausa) raggiungimento del picco di massa ossea nelle e di fattori genetici e ormonali. prime decadi di vita, per il mantenimento della massa ossea nell’età adulta e per il contenimen- I livelli di assunzione raccomandati to della perdita ossea fisiologica che si osserva sono maggiori per la donna con l’età. La patologia principale associata a in gravidanza (1,2 g/die) rispetto livelli inadeguati di calcio in età evolutiva è il alla donna che allatta rachitismo. e alla popolazione femminile generale (1,0 g/die). Informazioni sullo status di calcio nella popo- lazione generale italiana vengono dagli studi condotti dall’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN, oggi CREA-Cen- tro Alimenti e nutrizione): sulla base delle stime citati dati INRAN è emerso che i livelli di assun- dei consumi alimentari rilevati su un campione zione di calcio nella popolazione generale ita- di circa 2.000 soggetti (uomini e donne), dei liana corrispondono al 76% della quota giorna- dati di composizione degli alimenti e dei risul- liera raccomandata, e che pertanto va prestata tati dell’analisi effettuata in laboratorio dei cibi particolare attenzione al raggiungimento del che compongono la dieta italiana, è stato stima- fabbisogno, per il mantenimento della salute, to, nel 2000, un apporto di calcio medio con la sia scheletrica e sia dell’intero organismo. dieta di 835 mg/die. Le fonti principali di calcio Determinante nel condizionare i livelli di calcio sono risultate essere il latte e i derivati (per il nell’organismo è anche l’efficienza dell’assorbi- 50% circa), seguiti dai cereali e dagli ortaggi mento del minerale dagli alimenti, che si man- (per l’11% rispettivamente)43. La biodisponi- tiene costante dall’adolescenza all’età adulta, bilità del calcio contenuto in questi alimenti è, ma che nella donna si riduce dopo la menopau- come è noto, differente, essendo massima per sa del 2% ogni 10 anni44. gli alimenti della categoria latte e derivati, e per Anche fattori genetici e ormonali possono peg- le acque minerali, e minima invece per il calcio giorare lo stato di carenza, così come il livello contenuto nei vegetali ricchi in fibra e fitati. Dai di attività fisica. Al metabolismo del calcio par- 14 AllattamentoIMP_161212.indd 14 19/12/16 16.10
tecipa anche la vitamina D, la cui carenza può gio durante la gravidanza riduce infatti il rischio essere dovuta alla carenza del calcio stesso, con di sviluppare sia ipertensione gestazionale e sia una conseguente ridotta mineralizzazione della preeclampsia, come conferma una recente Co- matrice ossea. chrane review47. Lo studio della popolazione femminile italia- La quantità di calcio secreta quotidianamente na reclutata per lo studio EPIC (European Pro- nel latte materno è piuttosto variabile (da 150 spective Investigation into Cancer and Nutri- a 300 mg/die) e dipende principalmente dalla tion), classificata in base all’età (35-44, 45-54, mobilizzazione del calcio depositato a livello 55-64, 65-74), ha permesso di rilevare che i li- delle ossa. Questo processo, nonostante la con- velli di assunzione di calcio per le donne di tutte comitante riduzione della secrezione urinaria le 4 città di provenienza non cambiano signifi- del minerale, comporta naturalmente per la ma- cativamente nel tempo e restano comunque i dre una temporanea perdita della massa ossea più bassi in Europa45. durante l’allattamento, che viene ripristinata dopo lo svezzamento, alla ripresa della funzione Il calcio è fondamentale per lo sviluppo neona- ovarica48. Alcuni studi hanno dimostrato che la tale. Il fabbisogno di questo minerale aumenta secrezione di calcio nel latte è sostanzialmente in modo importante durante la gravidanza e indipendente dall’apporto con la dieta e dalla l’allattamento; infatti la richiesta da parte del supplementazione. Per questo l’apporto racco- feto varia dai 50 mg/die a metà della gravidan- mandato durante l’allattamento non è diverso za fino a 330 mg/die al termine46. L’aumentato da quello raccomandato per la popolazione fabbisogno si traduce in una maggiore mobi- femminile adulta sana (1,0 g/die). Tuttavia, vi lizzazione del calcio dallo scheletro materno, sono alcune categorie a rischio di carenza du- in un più efficiente assorbimento intestinale rante l’allattamento, come le donne con livelli di e nell’aumento della ritenzione renale duran- assunzione di calcio con gli alimenti inferiori ai te l’allattamento. Il trasporto di calcio dal cir- 300 mg/die e le adolescenti, nelle quali è anco- colo materno alla placenta avviene attraverso ra molto elevato il fabbisogno basale (1,2 g/die lo strato epiteliale della placenta stessa, grazie secondo i LARN). a trasportatori attivi che compartimentalizza- no selettivamente il calcio nel circolo fetale, Vitamina D dove raggiunge livelli più alti di quelli rilevabili nel plasma materno, a partire dalla ventesima Come vitamina D si intendono generalmente le settimana di gravidanza. Alto peso alla nasci- due principali specie molecolari dotate della ca- ta, ridotto rischio di parto pretermine e miglior ratteristica attività vitaminica: il colecalciferolo controllo della pressione sanguigna del neona- (vitamina D3), derivato dal colesterolo e sintetiz- to sono pure associati a un adeguato apporto di zato dagli organismi animali, e l’ergocalciferolo calcio durante la gestazione. (vitamina D2), derivato dall’ergosterolo, presen- Le raccomandazioni per l’apporto di calcio in te invece nei vegetali. gravidanza e durante l’allattamento sono diver- Nel sangue, la vitamina D è legata a una proteina se nei vari paesi. I LARN fissano i valori di riferi- che la trasporta al fegato, dove avviene una pri- mento a 1,2 g/die durante la gravidanza, mentre ma idrossilazione, con formazione di 25-idrossi- l’OMS raccomanda un apporto di 1,5-2,0 g/die vitamina D; questa viene poi trasportata ai tubuli di calcio dalla ventesima settimana fino alla fine renali prossimali e convertita, con una nuova della gravidanza, soprattutto per le donne a ri- idrossilazione, a 1,25-diidrossivitamina D. La pri- schio di ipertensione gravidica. ma idrossilazione è influenzata dall’apporto vita- La supplementazione con calcio a basso dosag- minico con la dieta, anche se non per regolazione 15 AllattamentoIMP_161212.indd 15 19/12/16 16.10
stretta (l’incremento dei livelli circolanti non è sterolo in provitamina D3, che si converte poi proporzionale alla quantità assunta), mentre la rapidamente nella vitamina D3. seconda non lo è, se non in condizioni di grave La sintesi endogena è influenzata da diversi fat- deplezione; la sintesi di 1,25-diidrossivitamina D tori, in parte legati alle caratteristiche dell’indi- è infatti strettamente regolata con un meccani- viduo, come il sesso e il fenotipo, in parte di tipo smo a feedback, e dipende soprattutto dal fabbi- ambientale come l’attività fisica, il peso, il tem- sogno di calcio e fosforo dell’organismo. po di esposizione alla luce solare, la latitudine, la stagione, l’inquinamento, l’uso di filtri solari L’olio di fegato di merluzzo è particolarmente e l’assunzione di integratori. Con l’età, la sintesi ricco di vitamina D. Tra gli alimenti, fonti impor- della vitamina D a livello dell’epidermide diven- tanti sono rappresentate dai pesci (soprattutto i ta comunque meno efficiente; inoltre, patologie pesci grassi come l’aringa e il salmone); il fegato che inducono malassorbimento intestinale, di maiale, le uova, il burro, i formaggi grassi, ne come la celiachia, il morbo di Crohn, la fibrosi contengono quantità più contenute, ma rilevan- cistica, la rettocolite ulcerosa, le patologie a ca- ti agli effetti dell’apporto complessivo (Tab. 3). rico del fegato e dei reni ed alcuni farmaci, pos- La vitamina D viene sintetizzata nell’organismo sono contribuire allo sviluppo di una carenza di in seguito all’esposizione alle radiazioni ultra- vitamina D. In generale, il deficit della vitamina violette con lunghezza d’onda compresa tra 290 è associato a una ridotta esposizione alla luce e 315 nm, le quali convertono il 7-deidrocole- solare, o ad un ridotto assorbimento, o ancora Tabella 3. Contenuto di vitamina D in alcuni alimenti (Fonte: SIP, FIMP, SIPPS 2015). Alimento Contenuto medio di vitamina D Latte e latticini Latte vaccino 5-40 UI/l Latte di capra 5-40 UI/l Burro 30 UI/100 g Yogurt 2,4 UI/100 g Panna 30 UI/100 g Formaggi 12-40 UI/100 g Altri alimenti Maiale 40-50 UI/100 g Fegato di manzo 40-70 UI/100 g Dentice, merluzzo, orata, palombo, sogliola, 300-1.500 UI/100 g trota, salmone, aringhe Olio di fegato di merluzzo 400 UI/5 ml Tuorlo d’uovo 20 UI/100 g 1 SIP: Società Italiana di Pediatria 2 FIMP: Federazione Italiana Medici Pediatri 3 SIPPS: Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale 16 AllattamentoIMP_161212.indd 16 19/12/16 16.10
a un apporto insufficiente con la dieta. In Italia stati di carenza di vitamina D sono frequenti in età geriatrica e durante l’inverno. Livelli di assunzione più elevati potrebbero essere ne- VITAMINA D cessari per i soggetti obesi (dal momento che la vitamina D si deposita nel tessuto adiposo), nei quali l’aumento dei livelli circolanti, a parità Lo stato vitaminico D materno di apporto con la dieta, è sensibilmente ridotto durante la gravidanza è rispetto ai soggetti normopeso49. un determinante della massa ossea del feto e del nascituro fino La vitamina D3 è la forma predominante nel san- al raggiungimento del picco di massa gue materno. Nella prima fase della gestazione ossea. la vitamina D è coinvolta nella modulazione del sistema immunitario, mediante la regolazione Fonti di vitamina D sono (oltre all’olio del rilascio di diverse citochine, contribuendo di fegato di merluzzo) i pesci grassi, a favorire l’impianto embrionale, oltre che alla il fegato di maiale, le uova, il burro, regolazione della secrezione di diversi ormoni. i formaggi grassi; tuttavia lo status L’osservazione della carenza di vitamina D nelle generale è garantito soprattutto madri e nei bambini allattati al seno risale ad al- dalla sintesi endogena. cuni decenni or sono nei paesi nordici, come la Finlandia, e specialmente nei mesi invernali, in C’è ampio consenso sulla profilassi assenza della luce naturale indispensabile per con vitamina D (15 µg/die) fin dall’inizio la sintesi endogena50. Tuttavia, stati di carenza e per tutta la durata della gravidanza. di vitamina D sono molto frequenti durante la La supplementazione materna gravidanza anche nei paesi assolati51. Inoltre, durante l’allattamento non è ritenuta gli studi epidemiologici disponibili evidenzia- sufficiente per i fabbisogni no un’elevata prevalenza di ipovitaminosi D sul del neonato che va quindi territorio italiano, in età pediatrica e durante l’a- supplementato direttamente. dolescenza. La stagione di nascita, l’etnia e l’eventuale pro- filassi materna durante la gravidanza determi- nano lo stato vitaminico D dei neonati. Basso processi di acquisizione della massa ossea del peso alla nascita, difetti nello sviluppo dello feto e del nascituro, anche nelle epoche succes- scheletro e problemi di salute nei primi anni di sive della vita fino al raggiungimento del pic- vita, come le infezioni respiratorie e le malat- co di massa ossea. Tali risultati rappresentano tie allergiche, sono spesso associati all’apporto quindi un’ulteriore indicazione per promuovere inadeguato di vitamina D con la dieta materna. la profilassi con vitamina D in gravidanza”. Secondo il recente documento di consenso del- Secondo una recente revisione sistematica del- la Società Italiana di Pediatria (SIP), della Fede- la letteratura, la supplementazione materna razione Italiana Medici Pediatri (FIMP) e della durante la gravidanza, riduce il rischio di pre- Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale eclampsia, oltre che di parto pretermine e di (SIPPS), ‘Vitamina D in età pediatrica’52, “gli stu- basso peso alla nascita53. di disponibili, essenzialmente di associazione, Nonostante la mancanza di univocità sui livel- sembrano indicare che lo stato vitaminico D ma- li di assunzione adeguati nei diversi paesi, an- terno durante la gravidanza possa influenzare i che in aree geografiche molto vicine54 (Tab. 4), 17 AllattamentoIMP_161212.indd 17 19/12/16 16.10
Tabella 4. Livelli di assunzione raccomandati di vitamina D (µg/die) per gli adulti e le donne in gravidanza e durante l’allattamento, in diversi paesi europei. (Modificato da: Spiro & Buttriss, 2014) Adulti Anziani Gravidanza Allattamento Austria 20 20 20 20 Belgio 10–15 15 20 20 Francia 5 5 10 10 Germania 20 20 20 20 Irlanda 0–10 10 10 10 Italia 15 20 15 15 Spagna 15 20 15 15 Svizzera 20 20 20 20 Turchia 10 10 - - Olanda 10 20 10 10 Paesi Nordici 10 20 10 10 UK – 10 10 10 la supplementazione con vitamina D è racco- come in età fertile, è pertanto necessaria per mandata in tutte le donne gravide, alla dose di soddisfare il fabbisogno di tale vitamina du- 600 UI/die (15 mcg). Nelle donne con fattori di rante l’allattamento, come raccomandato nel rischio per deficit di vitamina D, i dosaggi do- già citato documento di consenso delle società vrebbero essere superiori e pari a 1.000-2.000 di pediatria. Tali livelli possono essere aumen- UI/die. La profilassi con vitamina D dovrebbe es- tati fino a 1.000-2.000 UI/die in caso di fattori sere prevista fin dall’inizio e per tutta la durata di rischio di carenza della vitamina per tutta la della gravidanza. durata dell’allattamento. Bisogna tuttavia ricor- Data l’influenza dell’esposizione alla luce sola- dare che la supplementazione materna non è re per il metabolismo della vitamina D, anche ritenuta sufficiente per i fabbisogni del neona- durante l’allattamento si pone l’attenzione sul to, che va quindi supplementato direttamente. rischio di deficit soprattutto per le etnie con cute iperpigmentata o con scarsa esposizione Acido folico alla luce solare. L’assunzione abituale con l’a- limentazione è in genere sufficiente, ma può I folati rappresentano un complesso vitaminico risultare inadeguata, particolarmente in situa- idrosolubile appartenente al gruppo B, contenuto zioni di maggior fabbisogno e in aree e/o paesi soprattutto nei vegetali a foglie verdi, nella frut- in cui le fonti alimentari sono ridotte. Il latte ta (ad esempio nelle arance), nei cereali e nelle materno, infatti, contiene quantità di vitamina frattaglie. La biodisponibilità dei folati contenuti D insufficienti (< 80 UI/l) per la prevenzione del negli alimenti citati è molto variabile, e dipende deficit di vitamina D nel primo anno di vita55. anche dalla presenza dei cosiddetti antinutrienti, Un’assunzione pari a 15 µg/die (600 UI/die), in grado di ridurne l’assorbimento. 18 AllattamentoIMP_161212.indd 18 19/12/16 16.10
Le forme metabolicamente attive dei folati sono funzionalmente dei coenzimi di trasporto, che facilitano il trasferimento delle unità monocarbo- niose da un composto all’altro nel metabolismo ACIDO FOLICO degli aminoacidi e nella sintesi degli acidi nuclei- ci, e svolgono quindi un ruolo essenziale in molte reazioni metaboliche, come la biosintesi di DNA e Il fabbisogno di folati è aumentato durante RNA, la metilazione dell’omocisteina a metionina tutto il periodo periconcezionale a causa ed il metabolismo di alcuni aminoacidi. del rapido utilizzo per la costituzione delle Il ruolo di questa vitamina nella sintesi del DNA, cellule e dei tessuti fetali. nei processi di replicazione cellulare, nella rego- lazione dell’espressione genica e nel metaboli- La supplementazione materna con acido smo degli aminoacidi, la rendono fondamentale folico è raccomandata per tutte le donne per la salute: livelli inadeguati di folati nella in età fertile che non escludono una dieta possono provocare anemia, leucopenia e gravidanza (Ministero della Salute), mentre è trombocitopenia. variabile la biodisponibilità con gli alimenti (vegetali a foglie verdi, frutta, cereali). Il rapido utilizzo dei folati durante la gravidan- za, per la costituzione delle cellule e dei tessuti I livelli di assunzione raccomandati in fetali, fa sì che il fabbisogno di questi composti gravidanza (meglio fino da due mesi prima aumenti durante tutto il periodo periconcezio- del concepimento) sono incrementati del nale56. La supplementazione materna con acido 50% per le gestanti e del 25% per le nutrici folico è pertanto largamente raccomandata per rispetto alle altre donne in età fertile tutte le donne in età fertile che non escludono (600-500 µg/die vs 400 µg/die). attivamente una gravidanza (Ministero della Sa- lute57), soprattutto per la riduzione del rischio di difetti del tubo neurale58,59. Studi recenti sugge- riscono benefici associati alla supplementazio- ne con acido folico anche per la riduzione del allergico. Tali dati sono comunque insufficienti per rischio di malattie cardiache congenite e per il modificare le correnti raccomandazioni relative al corretto sviluppo placentare60. fabbisogno di folati durante la gravidanza58. I livelli di assunzione di riferimento in gravidan- Le concentrazioni di folati nel latte materno za, secondo i LARN, sono incrementati del 50% aumentano progressivamente dal colostro al per le gestanti rispetto alle altre donne in età latte maturo, fino a raggiungere livelli molto più fertile (600 µg/die vs 400 µg/die). Ottimalmen- elevati di quelli plasmatici. L’assenza di corre- te, la supplementazione dovrebbe cominciare lazione tra lo status materno e quello del latte due mesi prima del concepimento, e arrivare suggeriscono un ruolo attivo della ghiandola anche a 800 µg/die61; i benefici di dosaggi più mammaria nel trasporto e nella regolazione elevati sono ad oggi allo studio. della secrezione di folati, solo marginalmente L’uso di integratori a base di acido folico è con- influenzato dall’apporto con la dieta62. siderato sicuro per la madre. Alcuni autori hanno Allo scopo di assicurare i livelli di folati adeguati ipotizzato un potenziale effetto negativo per il per la madre durante l’allattamento, l’assunzio- prodotto del concepimento attraverso meccani- ne dovrebbe essere incrementata del 25% in smi epigenetici, soprattutto per quanto riguarda il questa fase della vita della donna, fino a rag- rischio di comparsa di disturbi respiratori di tipo giungere i 500 µg/die13, 63. 19 AllattamentoIMP_161212.indd 19 19/12/16 16.10
Focus sulle condizioni Diete di esclusione che espongono al rischio di carenze Possono aumentare il rischio Fumo di carenze di specifici nutrienti. E’ un fattore di rischio anche per la salute del bambino; si associa a minor apporto di DHA con il latte materno. Al fine di ridurre il rischio di carenze nutrizionali importanti sia per la donna che per il bambino, richiedono particolare attenzione durante la gravidanza e l’allattamento le donne che, per La raccomandazione all’astensione dal fumo (an- motivi di salute o culturali o etico-filosofici, che passivo) in gravidanza è tassativa, a causa escludono dalla propria dieta intere categorie di dell’impatto sull’aumento del rischio di parto pre- alimenti. Esclusioni specifiche dalla dieta di ma- termine e di basso peso alla nascita del bambino64. dri sane, non sono infatti indicate, neanche per Gli effetti negativi del fumo nel periodo gestazio- quanto riguarda gli alimenti allergenici (soia, nale si possono estendere anche oltre la prima latte vaccino, uova, arachidi, pesce e crostacei): infanzia, come suggeriscono gli studi che eviden- l’eliminazione dalla dieta in un’ottica di preven- ziano un’associazione con il rischio di sovrappeso zione dell’allergia per il nascituro si è infatti di- nei nati da madri fumatrici65. Numerose evidenze mostrata inefficace5. In assenza della diagnosi di scientifiche supportano anche l’esistenza di una celiachia o sensibilità al glutine, anche la dieta relazione tra fumo materno e malattie respiratorie, gluten free non è appropriata in gravidanza e soprattutto nei bambini che sono stati esposti al durante l’allattamento, sia per l’assenza di reali fumo anche nel periodo prenatale, tra i quali è sta- benefici per la madre e per il nascituro, sia per to rilevato un incremento del 20% dell’incidenza evitare l’aumento del rischio di carenza di folati, di asma e broncospasmo66. calcio, ferro e zinco, più frequente nell’alimen- Attenzione particolare va posta alle madri fu- tazione di chi esclude i cibi a base di cereali matrici già fin dal periodo preconcezionale (per contenenti glutine68,69. l’effetto epigenetico sui gameti) e durante la Sempre più diffuse nella popolazione genera- gestazione, anche in funzione dell’allattamento: le, le diete vegetariane (latto-ovo vegetariana, il fumo di sigaretta infatti è risultato associato pesco-vegetariana, ecc.) e la dieta vegana, priva a minori livelli di DHA sia nel plasma materno cioè di qualunque alimento di origine animale, e sia nel latte, con una conseguente riduzione inclusi uova e latte, vanno considerate con caute- dell’apporto di questo importante acido grasso la nel corso di gravidanza e allattamento, benché al feto prima e al lattante poi. In particolare, i venga a esse riconosciuta in generale una buona livelli di assunzione di DHA con il latte da par- qualità nutrizionale complessiva (minore appor- te di nati da fumatrici risulterebbero ridotti del to energetico, basso tenore proteico, maggior 50%29. Tra i meccanismi d’azione è stato evi- contenuto di grassi insaturi e fibra, rispetto alla denziato un effetto di riduzione della sintesi di dieta occidentale)70. Mentre l’inclusione di latte e DHA a livello delle cellule della ghiandola mam- uova contribuisce ad ottenere, seppure in quan- maria da parte dei numerosi componenti del tità variabili, l’apporto di nutrienti necessario alla fumo da sigaretta67. gestante, l’eliminazione di tutti i cibi di origine 20 AllattamentoIMP_161212.indd 20 19/12/16 16.11
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