GLI EFFETTI DELLA SECONDA GOLDEN AGE: GLI ANNI NOVANTA - Facoltà di Lettere e Filosofia

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GLI EFFETTI DELLA SECONDA GOLDEN AGE: GLI ANNI NOVANTA - Facoltà di Lettere e Filosofia
GLI EFFETTI DELLA SECONDA GOLDEN AGE:
GLI ANNI NOVANTA
GLI EFFETTI DELLA SECONDA GOLDEN AGE: GLI ANNI NOVANTA - Facoltà di Lettere e Filosofia
TELEVISIONE COMPLESSA - 2018/2019

                               QUALITY TELEVISION
‣ A partire dagli anni ’90, riemerge l’idea di una televisione “di qualità” (d’autore) in
  contrapposizione alla televisione commerciale (popolare e d’intrattenimento);

‣ In realtà, la nozione di quality viene introdotta già a partire dai teledrammi, idealmente
  contrapposti a quiz, game etc. già a partire dagli anni ’50.

‣ Nel 1997 Robert Thompson individua 10 caratteristiche del quality drama:

   ๏ Credibilità della recitazione                              ๏ Intertestualità

   ๏ Strutturazione della trama in più livelli/punti di vista   ๏ Tematiche complesse e controverse

   ๏ Permanenza della memoria da episodio a episodio            ๏ Realismo

   ๏ Innovazione formale e ibridazione dei generi               ๏ Autocoscienza

   ๏ Complessità della scrittura                                ๏ Autorialità
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         L’ARRIVO DI FOX E IL SUCCESSO DEI TEEN DRAMA
‣ Oltre all’arrivo dei canali via cavo, sono anche tre nuovi network
  generalisti ad aver decretato la crisi del CNS: il primo è Fox, fondato da
  Rupert Murdoch nel 1986, che si pone subito in aperta concorrenza alle
  big three.

‣ Prima di tutto, Fox investe su programmi più economici e dal facile
  successo: i primi reality, come Cops (1989-2013). Successivamente,
  investe nella produzione seriale di comedy, di cui The Simpson (1989-)
  rappresenta il fiore all’occhiello.

‣ Fox investe anche nella produzione di teen drama, come Beverly Hills,
  90210 (1990-2000) e Melrose Place (1992-1999) e in una grande serie
  poliziesca, X-Files (1992-2003).

‣ Sulla scorta dell’esperienza di Fox, negli anni novanta vengono fondati
  due grandi network: WB e UPN, che individuano target giovanili e
  iniziano a investire sulla produzione di teen drama, come Dawson’s
  Creek (1998-2003, WB), Gilmore Girls (2000-2007, WB) e Buffy The
  Vampire Slayer (WB/UPN, 1997-2003).
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THE X-FILES (FOX, 1992-2003)

            ‣ The X-Files è la prima serie a ereditare le
              caratteristiche di Twin Peaks (serializzazione della serie,
              complessità narrativa, televisualità) e a raffinare la
              cumulazione narrativa fino a farne una meta-trama.

            ‣ Ibrida la modalità narrativa da “mostro della
              settimana” con una trama orizzontale sovrannaturale.

            ‣ Accanto all’anthology plot, il running plot procede per
              “accumulo”, fino a costruire una mitologia complessa
              che scavalla la narrazione del singolo episodio.

            ‣ X-Files ha un’enorme influenza a livello stilistico su
              molte produzioni successive, elaborando un look
              notturno e cupo e creando un vero e proprio
              fenomeno di culto (sulla scia di Twin Peaks).
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BUFFY THE VAMPIRE SLAYER (WB/UPN, 1997-2003)

‣ Serie creata da Joss Whedon a partire da un film
  omonimo, uscito nel 1992 e ritenuto un flop.

‣ Successivamente al grande successo ottenuto dalla
  versione home video, WB decide di produrre a
  Whedon una prima stagione, e poi altre quattro.

‣ Dalla quinta stagione passa a UPN (network
  acquistato da CBS e fuso con WB, oggi CW).

‣ Soprattutto grazie alla forte targhettizzazione di
  pubblico (teen drama con caratteri horror) Buffy
  diventa subito una delle serie di maggior successo
  degli anni novanta.

‣ Grazie a Buffy, WB riesce a raggiungere gli ascolti
  delle big three e di Fox.
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   LA STRUTTURA SERIALE “FLEXI-NARRATIVE”
‣ Gli anni ’90 introducono una flessibilità del racconto che Robin Nelson ha definito
  flexi-narrative: una struttura multi-trama discorsivamente organizzata in brevi
  segmenti che si alternano a ritmo rapido.

‣ Ogni segmento rappresenta un “byte” narrativo che porta avanti una singola storia,
  della quale è protagonista solo una parte del cast.

‣ Vengono lasciate in sospeso le storie nel momento di una svolta fondamentale, sia
  all’interno dell’episodio, che alla fine (cliffhanger), con un rapido passaggio dall’una
  all’altra.

‣ Questa modalità narrativa mantiene costantemente “sveglia” l’attenzione degli
  spettatori, aiutandoli nella fidelizzazione al running plot.

‣ Vengono moltiplicati punti di vista e identificazione, così che ogni spettatore possa
  sentirsi identificato con un personaggio diverso.

‣ Le tecniche di manipolazione del tempo, l’autoriflessività, l’infrazione delle norme del
  racconto tradizionale si trasformano in un vero e proprio “effetto speciale”.
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L’ETÀ DELL’ORO DEL QUALITY DRAMA
           ‣ Le innovazioni introdotte dalle serie quality iniziano a essere
             applicate anche ad altri generi seriali, dal poliziesco alla sitcom.

           ‣ La NBC introduce, all’interno del palinsesto, il giovedì sera (dalle
             20 alle 23) una fascia denominata “Must see TV”, un’intera serata
             dedicata alle quality: 4 sitcom + 1 drama.

           ‣ In questa fascia oraria inizia a essere trasmesso ER (1994-200),
             una delle prime serie a sviluppare un aumento forsennato del
             ritmo narrativo e ad aggiungere un numero di storie sempre
             maggiori.

           ‣ ER introduce la steadicam in televisione, utilizzandola per il 75%
             delle scene girate, per esaltare la possibilità della narrazione
             multistrand tra i corridoi di un ospedale.

           ‣ In ER il pronto soccorso viene rappresentato come una “zona di
             guerra”: attraverso un profondo realismo della messa in scena lo
             spettatore si sente parte del caos, ma allo stesso tempo riesce a
             idealizzare i personaggi.
Steadicam
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Il “protagonista tecnico” è colui che per misura, onestà e
trasparenza finirà per esercitare una leadership implicita o
esplicita all’interno del gruppo. Settato lui, gli autori possono
costruire attorno a lui quell’insieme di personaggi dai profili
più marcati ed esplicitamente conflittuali, dai difetti più
fascinosi ma certo meno condivisibili e più censurabili.

                         Nicola Lusuardi, La rivoluzione seriale (2010)
LA TERZA GOLDEN AGE
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                   LA “RIVOLUZIONE” DEI CABLE NETWORK
‣ Sulla spinta del modello Fox e della fine del sistema della big three, tra la
  fine degli anni novanta e l’inizio degli anni duemila alcuni canali via cavo a
  pagamento (HBO, Showtime, FX) iniziano a investire nella produzione di
  fiction seriale.

‣ HBO traccia il modello vincente, seguito anche dagli altri network:
  fondato nel 1972, negli anni ottanta investe soprattutto sui film in prima
  visione e sugli eventi sportivi in anteprima.

‣ Grazie alla larga diffusione del videoregistratore e delle prime società di
  noleggio di film in VHS, HBO entra in crisi: così, si decide per la prima
  volta di investire in contenuti originali finalizzati al modello quality per un
  pubblico ben targhettizzato: 18-34enni, urbani, agiati, d’istruzione medio-
  alta.

‣ Grazie a un investimento di 300 milioni di dollari annuali (a partire dal
  1995), HBO si trasforma da un canale di programmazione su base mensile
  (prime visioni e grandi eventi) a un appointment network (con programmi
  a rotazione settimanale che s’inserivano nelle abitudini degli abbonati).

‣ Nel 1997 nasce lo slogan: “It’s not TV, it’s HBO”.
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LA NASCITA DEL MODELLO HBO
             ‣ La produzione originale HBO si caratterizza per innovazione,
               complessità, creatività, e alto budget.

             ‣ Il primo esperimento è Oz (1997-2003) creata da Tom Fontana,
               ensemble drama interamente ambientato all’interno di un braccio
               speciale di un carcere di New York, con un cast ampio ed
               etnicamente misto.

             ‣ Il tempo dedicato ai carcerieri è lo stesso di quello dedicato ai
               carcerati: in questo modo, s’introduce un punto di vista “misto”, in
               cui non esiste bianco o nero, buoni o cattivi.

             ‣ Viene considerato dalla critica del tempo come eccessivamente
               iperrealistico e violento, anche se non mancano aspetti onirici e
               visionari.

             ‣ Ancora più successo di pubblico lo ottiene Sex & The City
               (1998-2004) creato da Darren Star (già creatore di Beverly Hills
               90210 e Melrose Place): serie fortemente targhettizzata, dallo
               specifico protagonismo femminile, fortemente liberatoria e
               provocatoria nella rappresentazione del rapporto tra donne e
               sesso e dinamiche di genere, nella cornice di una romcom.
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HBO: RIVOLUZIONE O PRESTIGIO?
         ‣ La consacrazione del “modello HBO” arriva tuttavia con The Sopranos
           (1999-2007) creata da David Chase, e Six Feet Under (2001-2005) creata
           da Alan Ball, grazie alle quali il network via cavo raggiunge ascolti
           paragonabili ai competitor generalisti.

         ‣ Si tratta di produzioni che innestano all’interno del quality drama elementi
           postmoderni e cinematografici con l’obiettivo di aumentarne il prestigio.

         ‣ Le serie HBO forzano i limiti di quello che è mostrabile in televisione:
           l’intera politica editoriale inizia a essere votata all’infrazione delle regole (si
           inizia a parlare di anti-televisività).

         ‣ Si sfrutta fino in fondo i due grandi vantaggi dei canali pay rispetto ai
           network generalisti: a) la maggiore libertà espressiva, costruita sulla
           tipologia di pubblico abbonato; b) la mancata interferenza degli
           inserzionisti pubblicitari (e dunque la capacità di stravolgere il formato).

         ‣ Esigenza di realismo e coerenza artistica diventano i due principali
           elementi per la costruzione di un prestigio di canale.

         ‣ Tutto questo determina anche un salto di qualità che permette alle
           narrazioni seriali di esplorare territori fino a quel momento insondati.
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LA RISPOSTA DEI NETWORK GENERALISTI: IL “CASO” AMC
‣ Sulla scia del successo del modello HBO, Fox produce 24
  (2001-2010), House MD (2004-2012); segue ABC, con Alias
  (2001-2006), Desperate Housewives (2004-2012) e Lost (2004-2010);
  infine la CBS produce CSI (2000-2015).

‣ All’inizio degli anni duemila, si afferma il caso AMC, canale premium
  nato nel 1984, poi passato al pacchetto basic: organizzazione dei
  palinsesti nell’ottica del narrowcasting, programmazione di film
  classici, programmazione originale sul modello HBO (a partire dal
  2006).

‣ Il primo progetto su cui investe AMC è una proposta di Matthew
  Weiner, uno degli sceneggiatori di Sopranos: si tratta di Mad Men
  (2007-2015), seguita da The Walking Dead (2010) e Breaking Bad
  (2008-2013), tutte serie caratterizzata da un ritmo lento, compassato
  e riflessivo.

‣ La produzione quality di AMC inizia ad affiancarsi a quella HBO,
  secondo un modello per cui gli ascolti appaiono secondari rispetto al
  portato di prestigio, notorietà, rafforzamento della brand identity
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IL CASO LOST E LA NASCITA DELLA TELEVISIONE COMPLESSA
                     ‣ Sulla scia dei successi ABC, Lost (2004-2020) segna una svolta
                       decisiva verso la piena orizzontalità della trama, il concetto di multi-
                       cast portato alle estreme conseguenze, la distorsione della linearità
                       temporale (uso di flashback e flashforward).

                     ‣ L’incidente aereo e i passeggeri che si ritrovano dispersi su un’isola
                       deserta (costretti a riorganizzare la propria vita) è utilizzato sia in
                       chiave allegorica (società, politica) sia narrativa (il mistero).

                     ‣ La serie viene ideata da JJ Abrams (che lascia il progetto a metà
                       della prima stagione a Damon Lindelof e Carlton Cose) e sarà
                       sempre associata a lui per l’universo narrativo poetico e autoriale.

                     ‣ Lost segna un punto di non ritorno anche per gli investimenti profusi
                       (12 milioni il costo del pilota), per la promozione e le strategie di
                       marketing, per la circolazione globale del prodotto, per la creazione
                       di comunità di fan dal basso.

                     ‣ Con Lost, le serie TV sconfinano il piccolo schermo, divenendo dei
                       veri e propri brand transmediali (forum, fan fiction, videogiochi,
                       social network, etc.).
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Il mistero, ovviamente, è ovunque. Dio esiste? Mistero. E la vita dopo la morte? Mistero. Di
che materiale è fatto il panno per pulire ShamShow? Mistero. E Stonhenge? Big Foot? E
Lochness? Mistero, mistero, mistero. E tuttavia, nonostante tutto questo senso di mistero,
perché ci sentiamo come se il mondo fosse squadernato di fronte a noi, con tutte le sue
parti perfettamente evidenti? Perché tutto sembra completamente e assolutamente
svelato? Al giorno d’oggi possiamo tutti saltare all’istante da una curiosità casuale su
qualsiasi argomento a un senso di piena e soddisfacente conoscenza. Vuoi costruire un
origami? Ci sono più di 200 mila risultati di Google sull’argomento.

Viviamo nel bel mezzo dell’età dell’immediatezza. Io però penso che l’esperienza, il
processo di conoscere o fare una cosa, sia tanto entusiasmante quanto il risultato finale.
C’è sempre una scoperta da fare, c’è sempre una meraviglia da sperimentare durante il
viaggio, che non solo arricchisce la destinazione finale, ma in molti modi la definisce.

Forse è per questo che il mistero, oggi più che mai, ha un significato speciale. Perché è
un’anomalia, un’evidente testimonianza che l’età dell’immediatezza ha un significativo
rovescio della medaglia. Il mistero ti richiede di fermarti e riflettere o, alla peggio, di
rallentare e scoprire.

                                                                                 JJ Abrams
                                                           (intervista a Wired, settembre 2011)
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