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Geologia dell’Ambiente Periodico trimestrale della SIGEA Società Italiana di Geologia Ambientale - APS 2/2022 ISSN 1591-5352 Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1 - DCB Roma International Association for the Conservation of Geological Heritage
Società Italiana di Geologia Ambientale - APS AVVISO DI CONVOCAZIONE ASSEMBLEA ORDINARIA DEI SOCI SOCIETÀ ITALIANA DI GEOLOGIA AMBIENTALE (SIGEA) - APS AI SENSI DELL’ART. 16 DELLO STATUTO Come stabilito nel corso del Consiglio Direttivo dell’8 aprile 2022, è indetta l’Assemblea ordinaria della Società Italiana di Geologia Ambientale (SIGEA) - APS, in prima convocazione per il giorno 9 giugno 2022 alle ore 19.00, e in seconda convocazione per il giorno venerdì 10 giugno 2022 alle ore 10.30 presso la sede legale di Via Livenza 6, Roma. L’ordine del giorno dell’Assemblea è il seguente: • Lettura e approvazione del verbale dell’Assemblea del 26/04/2022 • Discussione e approvazione Regolamento SIGEA-APS • Relazione del Presidente sull’attività della SIGEA-APS • Relazione dei Presidenti di Sezione e Referenti regionali sull’attuazione del programma • Elezioni rinnovo Consiglio direttivo 2022–2027 Tutti i Soci che intendono presentare la propria candidatura sono invitati a inviarla entro il 4/06/2022 all’indirizzo e-mail segreteria@sigeaweb.it specificando nell’oggetto: “Candidatura rinnovo CDN SIGEA-APS 2022-2027 di Nome e Cognome”. Si ricorda che ai sensi dell’Art. 19 dello Statuto “È in facoltà di ogni socio avente diritto di voto e di farsi rappresentare in assemblea da altro socio con pari diritto di voto, mediante delega scritta”. Si rappresenta che ai sensi dell’Art. 15 dello Statuto “In tutte le cariche direttive dell’Associazione deve essere prevista la riserva di un ragionevole numero minimo di cariche direttive a componenti di sesso femminile, in ossequio al principio costituzionale (art. 51 della Costituzione) dell’uguaglianza di genere di cui al “Codice delle pari opportunità tra uomo e donna, a norma dell’Art. 6 della legge 28 novembre 2005, n. 246 d.lgs. 198/2006”. www.sigeaweb.it Insieme da 30 anni per promuovere la cultura geologica e la tutela dell’ambiente SOSTIENI LA TUTELA DELL’AMBIENTE DESTINA IL CINQUE X MILLE A SOCIETÀ ITALIANA DI GEOLOGIA AMBIENTALE (SIGEA) - APS Società Italiana di Geologia Ambientale - APS C.F. 04336801008
Società Italiana di Geologia Ambientale - APS Associazione di protezione ambientale a carattere nazionale riconosciuta dal Ministero dell’ambiente, della tutela del territorio e del mare con Sommario D.M. 24/5/2007 e con successivo D.M. 11/10/2017 PRESIDENTE Antonello Fiore Caratteristiche geo-ambientali dei “relitti floristici terziari” CONSIGLIO DIRETTIVO NAZIONALE nella evoluzione recente dell’isola d’Ischia. Proposta di tutela Lorenzo Cadrobbi, Franco D’Anastasio (Segretario), e valorizzazione Daria Duranti (Tesoriere), Ilaria Falconi, Antonello Fiore (Presidente), Sara Frumento, Giulianna Balestriere, Lucia Monti, Fabio Garbin, Enrico Gennari, Giuseppe Gisotti Romeo Toccaceli 2 (Presidente onorario), Luciano Masciocco, Fabio Oliva, Michele Orifici (Vicepresidente), Vincent Ottaviani (Vicepresidente), Paola Pino d’Astore, Livia Soliani Montiferru, Sardegna: aspetti antropologici, geologico-ambientali e inquadramento di sintesi Geologia dell’Ambiente Periodico trimestrale della SIGEA - APS a seguito degli incendi dell’estate 2021 Laura Cadeddu, Anna Corbi, N. 2/2022 Giancarlo Guado 10 Anno XXX • aprile-giugno 2022 Iscritto al Registro Nazionale della Stampa n. 06352 Le risposte adattive dei sistemi costieri alle variazioni Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 229 del 31 maggio 1994 temporanee del livello del mare Giovanni Scardino, Angela Rizzo, DIRETTORE RESPONSABILE Giuseppe Gisotti Giovanni Scicchitano 22 VICE DIRETTORE RESPONSABILE Geological Day Coste Eugenio Di Loreto Una giornata di escursione e di approfondimento COMITATO SCIENTIFICO geologico ambientale 31 Mario Bentivenga, Aldino Bondesan, Giovanni Bruno, Francesco Cancellieri, Rachele Castro, Maria Di Nezza, Massimiliano Fazzini, Giuseppe Gisotti, Giancarlo Guado, Endro Martini, Luciano Masciocco, Davide Mastroianni, Mario Parise, Giacomo Prosser, Giuseppe Spilotro, Vito Uricchio, Gianluca Valensise COMITATO DI REDAZIONE Fatima Alagna, Giorgio Boccalaro, Valeria De Gennaro, Eugenio Di Loreto, Sara Frumento, Fabio Garbin, Michele Orifici, Vincent Ottaviani, Maurizio Scardella REDAZIONE SIGEA - APS c/o Fidaf - Via Livenza, 6 00198 Roma tel. 06 5943344 info@sigeaweb.it PROCEDURA PER L’ACCETTAZIONE DEGLI ARTICOLI I lavori sottomessi alla rivista dell’Associazione, dopo che sia stata verificata la loro pertinenza con i temi di interesse della Rivista, saranno sottoposti ad un giudizio di uno o più referees UFFICIO GRAFICO Pino Zarbo (Fralerighe Book Farm) www.fralerighe.it PUBBLICITÀ SIGEA - APS STAMPA Industria grafica Sagraf Srl, Capurso (BA) La quota di iscrizione alla SIGEA-APS per il 2022 è di € 30 e da diritto a ricevere la rivista “Geologia dell’Ambiente”. In copertina: Francesco Russo, Parco nazionale dei Monti Sibillini (Umbria, Marche), Per ulteriori informazioni consulta il sito web particolare della foto vincitrice della menzione “Patrimonio geologico e geodiversità” all’indirizzo www.sigeaweb.it del Concorso fotografico “Obiettivo Terra 2022”, organizzato da Fondazione UniVerde, in collaborazione con SIGEA APS.
2 Caratteristiche Balestriere Giulianna Botanica, CAI Ischia E-mail: gbalestriere@gmail.com geo-ambientali dei “relitti Monti Lucia floristici terziari” nella Geologo Regione Campania, SIT e Cartografia, CAI Ischia E-mail: lucia.monti@regione.campania.it evoluzione recente Toccaceli Romeo dell’Isola d’Ischia. Proposta Geologo libero professionista, Assegnista CNR-IGAG progetto CARG E-mail: romeo.toccaceli@gmail.com di tutela e valorizzazione Geo-environmental characteristics of the “tertiary floristic wrecks” in the recent evolution of the Island of Ischia. Proposal for protection and enhancement Parole chiave: Isola d’Ischia, relitto terziario, geosito, evoluzione recente, geologia ambientale Keywords: Ischia Island, tertiary wreck, geosite, recent evolution, environmental geology 1. PREMESSA l’albero di Giuda (Cercis siliquastrum L.) 2. INTRODUZIONE L’obiettivo dell’articolo, sviluppo di e anche il Ginko biloba L.. A volte, il L’isola d’Ischia, l’antica Pithecusa, un lavoro di tesi di laurea (Balestriere, termine “relitto” viene usato anche come è la maggiore delle isole nel Golfo di 2016) in relazione alle ricerche eseguite sinonimo di “fossile vivente”, per indicare Napoli. La sua vicinanza alla città di nell’ambito del rilevamento geologico specie, generi o famiglie che sono soprav- Napoli, seppur separata dal mare, ha del folgio n° 464 “Isola d’Ischia” (Pro- vissuti all’estinzione della maggior parte fatto sì che, fin dagli inizi dell’800, i getto CARG, 2011) è stato quello di degli organismi affini. Lo studio floristi- floristi della scuola napoletana fondata analizzare in maniera specifica e con ap- co dei siti individuati è stato condotto, da Michele Tenore si siano interessa- proccio integrato, la presenza e lo stato in modo innovativo, effettuando rilievi ti a questo territorio insulare. Intorno di conservazione di tre cosiddetti “relitti di dettaglio presso le principali stazioni alla metà del secolo XIX, infatti, in un del Terziario” nell’ambito della distri- sulla base delle indicazioni dei siti di ri- periodo particolarmente felice per gli buzione della flora sull’Isola d’Ischia: il trovamento dei tre relitti del Terziario o studi floristici, il popolamento vegetale Pycreus polystachyos (Rottb.) P. Beauv., la Cenozoico (Chronostratigraphic chart, di Pycreus polystachyos (Rottb.) P. Beauv. Pteris vittata L. e la Woodwardia radicans 2014; Gradstein F. M. et alii, 2014) ri- si sviluppa presso i campi fumarolici (L.) Sm., entità floristiche protette della chiamati in lavori pregressi sulla flora dell’isola, dove si è adattato perché ha regione Campania secondo la Legge Re- dell’isola d’Ischia (Gussone, 1885; Me- trovato un terreno riscaldato dal vapore gionale n. 40 del 25 novembre 1994. Il rola, 1957; Ricciardi M. et alii, 2004). acqueo delle fumarole. La Pteris vittata termine specie relitta (o semplicemente La loro ricomparsa e presenza sull’Isola L. è una felce di rilevante interesse fito- relitto) sta ad indicare una specie che è sono state inquadrate cronologicamente geografico, presente in Campania nella stata presente in un territorio più ampio nel quadro morfoevolutivo che ha carat- Penisola Sorrentina e sull’Isola d’Ischia di quello attuale, confinata in quest’ul- terizzato la recente storia geologica del in ambienti umidi e caldi, colonizzando timo a seguito di eventi che ne hanno territorio dell’Isola d’Ischia, definendo la rocce e pareti. In particolare ad Ischia causato l’estinzione altrove. Molto spesso particolarità del contesto geo-ambienta- cresce in prossimità di una bocca fu- le specie relitte sono endemiche di aree le ed ecologico, evidenziandone l’estremo marolica in associazione con il Pycreus ristrette oppure hanno un areale forte- valore naturalistico e paesaggistico. Du- polystachyos (Rottb.) P. Beauv.. La Wo- mente frammentato. A volte il relitto è rante le attività di rilevamento sono state odwardia radicans (L.) Sm. è una felce costituito da una specie limitata a un are- esaminate le caratteristiche ecologiche, il bulbifera che in Italia è presente nelle ale ristretto, affine a un’altra geografica- contesto ambientale e paesaggistico del- tre regioni meridionali, Sicilia, Calabria mente distante e distribuita su un areale le stazioni in cui attualmente vivono il e Campania. Sull’isola è stata ritrovata più ampio. Esempi di specie relitte sono Pycreus polystachyos (Rottb.) P. Beauv., la in uno dei profondi impluvi che carat- il larice alpino, strettamente imparenta- Pteris vittata L. e la Woodwardia radi- terizzano il versante sud-occidentali del to con i “larici” che formano estesissime cans (L.) Sm.. In tal senso, la ricerca ha Monte Epomeo. Recenti ricerche sulla foreste in Siberia e in Canada; la Zelkova permesso di ottenere un quadro aggior- flora dell’Isola di Ischia (Ricciardi M. sicula Di Pasq., Garfì & Quézel “zelko- nato sulla distribuzione delle stazioni et alii, 2004) hanno consentito, diretta- va siciliana” e la Zelkova abelicea (Lam.) dei tre cosiddetti “relitti del terziario” e mente sul campo e da studi bibliografici, Boiss. “zelkova cretese”, ultimi rappre- di delineare le correlazioni dei popola- di rilevare un totale di 668 taxa, com- sentanti europei del genere “Zelkova”; la menti con le caratteristiche evolutive e presivi di 150 nuovi taxa, riscontrando, “betulla” dell’Etna, giunta in Sicilia dal geo-ambientali dell’Isola d’Ischia anche purtroppo, l’assenza di 333 taxa prece- Nord con le glaciazioni; la falsa sanicola in termini di proposta di salvaguardia e dentemente segnalati. Questa perdita “Petagnaea gussonei (Spreng.) Rauschert”, valorizzazione. di specie dalla flora probabilmente ha Geologia dell’Ambiente • n. 2/2022
3 Casamicciola Terme, Forio, Ischia, Lac- co Ameno e Serrara Fontana (Fig. 1). Il perimetro costiero dell’isola si sviluppa per una lunghezza di circa 36 chilometri ed è caratterizzato per il 70% da alte coste rocciose (falesie) a tratti interrotte da piccole spiagge sabbiose- ciottolose. Con le due isole contigue, Vivara e Procida, Ischia rappresenta la parte insulare emersa di un importante campo vulcanico (Fig. 2), ed è costituita essenzialmente dai prodotti delle eru- zioni che si sono succedute nel tempo, da accumuli detritici e da depositi sedi- mentari anche di origine marina (Sbra- na e Toccaceli, 2011; Barra et alii, 1992a; Figura 1. Inquadramento geografico (Regione Campania, Governo del Territorio-SIT) Barra et alii, 1992b; Vezzoli L., 1988). Unitamente ai Campi Flegrei con- riflesso l’estensione del disturbo antro- molto diffuse (30,7%) potrebbe anche tinentali e Procida, rappresenta l’area pico fin dai tempi antichi. Sull’isola so- essere probabilmente correlato al distur- vulcanica quaternaria più importante pravvivono ancora alcuni rari taxa e spe- bo derivante dallo sfruttamento territo- dell’intera area mediterranea. Ha rag- cie interessanti sotto un punto di vista riale di origine antropica. Rispetto alla giunto l’attuale configurazione morfolo- fitogeografico come il Limonium ina- seconda metà del XIX secolo, la flora di gica soprattutto in seguito a importanti rimense (Guss.) Pignatti, Woodwardia Ischia mostra a diminuzione di specie movimenti vulcano-tettonici che hanno radicans (L.) Sm. e Cyperus polystachyos cosmopolite e diffuse, probabilmente determinato, tra l’altro, la formazione Rottb., mentre Bassia saxicola (Guss.) A. a causa della progressiva diminuzione del Monte Epomeo (787 metri s.l.m.), J. Scott, non è stato trovato nel suo locus dello sfruttamento agricolo. principale rilievo montuoso, ubicato classicus su scogliere marittime. Analisi nella zona centrale dell’isola (Sbrana e della flora in termini di forme di vita 3. ELEMENTI GEOGRAFICI Toccaceli, 2011; Acocella et alii, 1999; e spettri fitocronologici mostrano che E GEOLOGICI DELL’ISOLA Acocella et alii, 2000; Zuppetta et alii, la flora di Ischia è dominata dalle The- D’ISCHIA 1993). Le principali morfologie vulca- rophytes (42%) e specie mediterranee L’isola d’Ischia è situata a nord-ovest niche che ne caratterizzano il paesaggio, (43,6%). È stato trovato un numero del Golfo di Napoli a circa 33 chilometri ed in particolare il settore nord-orientale inferiore di endemismi italiani (2,4%) in direzione ovest-sud-ovest da Napoli, e le aree costiere nord-occidentali e sud- che nelle altre aree del Golfo di Napoli. e a 34 chilometri circa da Capri. Essa occidentali, sono rappresentate dai duo- Questo è molto probabilmente correla- si estende su una superficie di circa 46 mi lavici cupoliformi del Montagnone e to alla giovane età dei terreni vulcanici chilometri quadrati ed è divisa ammi- del Rotaro, dalle colate laviche di Zaro e dell’Isola, mentre l’alto numero di specie nistrativamente in sei comuni: Barano, Arso, dalle forme crateriche di Vatoliere, Figura 2. Schema stratigrafico-strutturale dell’Isola d’Ischia (Progetto CARG) Geologia dell’Ambiente • n. 2/2022
4 Molara, Nocelle e Campotese, e dal ri- nomato e caratteristico cratere del lago di Porto d’Ischia. La nascita di Ischia risale almeno al Pleistocene superiore: le vulcaniti emerse più antiche dell’iso- la hanno infatti un’età di circa 150.000 anni. L’attività eruttiva, attraversando una evoluzione a fasi di attività alterne, termina nel 1302 con l’eruzione dell’Ar- so. Le acque termali ischitane, famose in tutto il mondo, sono l’espressione super- ficiale di un esteso sistema geotermico ad alta temperatura la cui presenza e sta- ta confermata da perforazioni profonde effettuate negli anni ‘50. Va ricordato che i segni dell’attività vulcanica si sono manifestati con grande intensità anche nel XVII, XVIII e XIX secolo, quan- do il settore settentrionale dell’isola è stato interessato da crisi sismiche ri- petute e molto distruttive. Tra queste, Figura 3. I principali bacini idrografici dell’Isola d’Ischia tristemente famoso, e il terremoto di Casamicciola, del 1883, per finire con I versanti settentrionale e meridiona- incoerente e caotico, che talvolta include l’evento sismico del 21.08.2017). Ischia le, rispettivamente “bacino di Casamic- enormi blocchi di Tufo Verde. In questo rappresenta oggi un’area vulcanica uni- ciola T.” e “bacino di Serrara”, risultano contesto, il reticolo idrografico è poco ca: sono infatti presenti, praticamente, essere quelli più profondamente incisi sviluppato ed è caratterizzato da alvei tutte le tipologie eruttive che la rendono con pareti anche subverticali tanto da effimeri, poco incisi, che si interrompono un laboratorio naturale per i vulcanolo- configurare tipiche morfologie del tipo senza giungere al mare. Anche il bacino gi. Inoltre i suoi paesaggi intensi e unici a “forra”, denominati localmente “cave” di Serrara, nella parte centro meridio- sono molto apprezzati dai turisti. Infatti, (Fig. 4). Il loro approfondimento è mol- nale dell’isola, presenta numerose e pro- l’isola costituisce un esempio ideale del to variabile e può raggiungere, in alcuni fonde “cave” (Cava Petrella, Cava Scura, rapporto tra uomo e vulcani: alla fragi- tratti, valori anche di 200 metri circa. Cava Olmitello, Cava Acquara e Cava lità del territorio si contrappone la ric- chezza del sistema termale e la bellezza del paesaggio geologico, che creano un mix unico in Italia (Monti L., 2011). 3.1 IL SISTEMA IDROGRAFICO SUPERFICIALE La rete idrografica costituisce un elemento fondamentale e caratteriz- zante del territorio dell’isola per la ric- chezza e varietà di contesti ambientali supportate da particolarissime condi- zioni climatiche anche molto circostan- ziate (microclimi). In tal senso, il deflus- so idrico superficiale è condizionato e controllato dall’assetto morfometrico e strutturale dell’isola che vedono nel Monte Epomeo, il principale spartiac- que. Il monte, noto anche per la pre- senza dell’Eremo di S. Nicola, si erge Figura 4. Ingresso alla “Cava Bubù maestoso in posizione quasi baricentrica rispetto all’isola, raccordandosi in mo- Sempre nel bacino di Casamiccio- Terzano), che incidono la morfologia do articolato e netto, con i settori pede- la Terme, unitamente alla presenza di e sfociano sulla spiaggia dei Maronti. montani e le aree pianeggianti costiere. profonde “cave” (Cava Bubù, Cava Si- Lungo queste profonde forre ci sono Si individuano, quindi, bacini idrografici nigallia, Cava di Leccie, Cava Caduta) le sorgenti di Olmitello, Cava Scura e (Fig. 3) di modesta estensione areale ma si trovano le sorgenti termali di La Rita Nitrodi. Il versante orientale è occupa- con medio-alto gradiente idraulico e a e di località Bagni, ma si trovano anche to da un unico bacino, quello di Ischia, carattere prevalentemente torrenziale, le sorgenti fredde di Buceto, Ervaniello caratterizzato da una rete idrografica molto spesso disastroso ai danni delle e Fontana. Il bacino di Forio sul settore costituita da fossi effimeri, poco incisi e locali comunità in occasione di eventi occidentale dell’isola, meno acclive ed gerarchizzati. L’impluvio più importante pluviometrici eccezionali, intensi e/o inciso, si sviluppa principalmente negli (per buona parte tombato) è quello del prolungati. accumuli di frana costituiti da materiale Rio Corbore, che nasce dalle pendici del Geologia dell’Ambiente • n. 2/2022
5 1959), insigne climatologo ischitano, e sulle elaborazioni da lui effettuate sui dati provenienti da tre stazioni di moni- toraggio, funzionanti a intervalli diversi. Dai dati mensili e annuali di pioggia del- la stazione del Porto (985 mm /anno) risulta che il versante nord-est dell’isola è più piovoso (Fig. 6), di circa 45 %, ri- spetto al versante di sud-ovest, (stazione di Punta Imperatore), e di circa il 15%, rispetto al versante settentrionale (sta- zione di Casamicciola). La direzione dei venti dominanti cambia nei vari mesi dell’anno, predominano i venti prove- nienti da nord, da gennaio a febbraio; Figura 5. Schema del sistema idrotermale dell’Isola d’Ischia (Monti, 2011, ridisegnata) da nord-ovest, da marzo a ottobre; da Monte Vezzi - Piano Liguori, attraversa il territorio quasi centralmente a partire dal Vatoliere - Casabona verso i Pilastri, fino a sfociare sulla costa. In questo ba- cino sono localizzate le sorgenti termali comunali e militari di Ischia Porto 3.2 Il sistema idrotermale Il campo vulcanico di Ischia è oggi in una fase di quiescenza ed è caratteriz- zato dallo sviluppo di attività fumarolica e idrotermale molto intensa, estesa su gran parte del territorio. Questa pecu- liarità è legata alla presenza nel sotto- suolo di masse magmatiche intrusive molto calde (1000 °C) e superficiali (tra 1 e 2 chilometri) che hanno prodotto una estesa anomalia termica a bassissi- ma profondità. La risorsa geotermica ischitana de- ve la sua origine alla costituzione geo- logica. Il calore delle masse magmatiche (Fig. 5), sepolte nel sottosuolo, ha con- sentito il riscaldamento e la circolazione di fluidi di vario tipo: acque meteori- che, acque di origine marina, modificate dai processi di circolazione nelle rocce del sottosuolo e fluidi profondi (Mon- Figura 6. Carta delle isoiete dell’isola d’Ischia (Cubellis et alii, 2008; Mennella C. modificata) ti L., 2011). Tutto questo ha generato il sistema idrotermale, che, unito allo Epomeo. Non mancano poi, nell’area sud-est, da novembre a dicembre; le in- splendido ambiente insulare, costitui- marina circostante manifestazioni sia tensità maggiori si raggiungono nei mesi sce la ricchezza dell’isola. L’isola, che nel gassose (fumarole sottomarine) sia di di dicembre e gennaio e quelle più basse complesso è interessata da un flusso di acque termali. nei mesi di giugno e luglio. Come i ven- calore molto elevato, tra 200 e 400 mW/ ti, anche l’umidità relativa varia in base m2 (Sbrana e Toccaceli, 2011; Monti, 3.3 Le condizioni climatiche alla stagione, con il minimo in luglio e 2011; Chiodini et alii, 2004; Penta et alii, La caratterizzazione climatica gene- agosto, con valori del 62-63%, e con il 1951), presenta due tipi di manifestazio- rale e/o a livello di microclima dell’iso- massimo in ottobre con valori del 73%. ni idrotermali. Il primo è caratterizzato la d’Ischia è complessa proprio a causa da campi fumarolici e da emissioni fu- della articolata morfologia fortemente 4. LA VEGETAZIONE maroliche puntuali, aventi temperature interconnessa ai fenomeni vulcanici DELL’ISOLA D’ISCHIA elevate (100-115 °C), prevalentemente secondari. Per l’assenza di un archivio I caratteri fisici appena brevemente connesse alle strutture tettoniche che meteorologico sufficientemente lungo e descritti costituiscono, nel loro insie- bordano il blocco sollevato dal Monte per la mancanza di una rete completa di me (litologia/suoli, fenomeni vulcanici Epomeo. Il secondo comprende sorgen- stazioni meteorologiche strategicamen- secondari, clima), le principali compo- ti termali naturali distribuite nelle aree te distribuite sul territorio, la definizione nenti che hanno condizionato e con- costiere e nelle zone collinari di rac- della caratterizzazione climatica si basa trollato la distribuzione e l’evoluzione cordo tra la costa e il blocco del Monte sui lavori di Cristoforo Mennella (1946, vegetazionale dell’Ischia, che, non a caso, Geologia dell’Ambiente • n. 2/2022
6 è comunemente definita “Isola Verde”. clima europeo era sensibilmente più cal- grafiche che comprendono la Campa- La vegetazione boschiva è composta do di quello attuale. All’inizio del Qua- nia, Calabria (le stazioni più folte) e la essenzialmente dal Quercus ilex L. che ternario (2,58 Ma anni fa; Chronostra- Sicilia, testimonianza di un clima sub- domina sul promontorio di Zaro e sul tigraphy Chart, 2018) il clima fu segnato tropicale. Monte Rotaro; Quercus pubescens Willd. da una spiccata alternanza di variazioni A causa dell’affermarsi del clima è limitatamente presente lungo alcune di temperature globali, che determinò l’i- mediterraneo si è ritirata in alcune aree zone del Montagnone (Ischia) e in lo- nizio di una serie di periodi caldi e freddi montuose del meridione d’Italia ed è di- calità Zaro (Forio). Il Quercus robur L. si chiamati, quest’ultimi, glaciazioni. Que- venuta talmente rara da essere protetta ritrova sulla fascia sub-collinare interna. ste condizioni furono incompatibili per con Direttiva Habitat 43/92 CE. Nel Esemplari di quercia da sughero (Quer- la vita delle piante adattate al clima caldo territorio italiano è inclusa nelle Liste cus suber L.) sono localizzati nell’area del Terziario, che perciò cominciarono a Rosse Regionali di Campania, Cala- dei Pizzi Bianchi (Serrara Fontana). Gli migrare verso Sud, per ritrovare condi- bria e Sicilia, come specie fortemente alberi di pino sono stati utilizzati per le zioni climatiche idonee. Ma non tutti minacciata. Dai dati raccolti dai lavo- alberature ornamentali di parchi pubbli- si spostarono, le popolazioni di piante ri precedenti di Tenore (1811-1838) e ci e lungo i margini delle strade, oltre che hanno colonizzato il nostro paese Gussone (1855) la felce era presente in che per le estese pinete presenti nei vari nell’era Terziaria e hanno lasciato picco- siti ombrosi e valli presso precipizi. Il comuni dell’isola. Le principali specie di le popolazioni che hanno superato l’era genere fu dedicato al botanico inglese pino che si possono incontrare sono il glaciale, sono considerate relitti terziari, Thomas Jenkinson Woodward (1745 Pinus pinea L., che copre la colata lavica come la W. radicans (L.) Sm. il P. polysta- -1820), membro della Linnean Society dell’Arso del 1302, da Fiaiano a Punta chyos (Rottb.) P. Beauv. e la P. vittata L. of London. L’epiteto deriva da “radíco” Molino (Ischia); il Pinus halepensis Mill., L’attecchimento di queste specie sull’i- io metto radici: che emette radici; ciò è ed il Pinus pinaster Aiton. Boschi cedui sola d’Ischia potrebbe essere avvenuto in riferito ai bulbilli presenti nella fronda di castagno (Castanea sativa Mill.) ri- corrispondenza dei due picchi (7.4 e 3.5 che piegandosi al contatto del terreno coprono le pendici del Monte Epomeo ky) del periodo definito Optimum clima- emettono le radici e quindi danno vi- e dei rilievi minori. Le zone ricche di tico olocenico (Stevanato L., 2007) oc- ta a nuove piante. Sull’isola d’Ischia la macchia mediterranea presentano specie corso tra gli 8.000 e i 3.000 circa anni fa, specie è stata ritrovata (Ricciardi et al. profumate, aromatiche e alcune rarità momento, della storia evolutiva dell’Isola 2004) lungo una delle profonde forre botaniche: Arbutus unedo L., Erica arbo- d’Ischia, in cui l’assetto fisiografico era dei versanti sud-occidentali del Monte rea L., Myrtus communis L., Pistacia len- nel complesso già configurato. Queste Epomeo (Fig. 4). La profonda sezione tiscus L., Cistus salvifolius L., Cistus mon- specie sono sopravvissute sull’isola d’I- dell’impluvio è scavata nella potente speliensis L. e Cistus incanus L.. Nelle aree schia rifugiandosi in particolari nicchie successione epiclastica afferente alla umide pedemontane e montane, esposte ecologiche, in cui si sono realizzate con- unità del Tufo Verde e si raggiunge me- a settentrione, e lungo le profonde forre dizioni ambientali favorevoli e costanti diante uno scosceso sentiero ubicato a che incidono il versante di Casamicciola, legate alla presenza di morfologie acco- margine della strada che porta alla vetta si sviluppano vari esemplari di felci, co- glienti e riparate, il calore dei campi fu- del M. Epomeo. I rilievi eseguiti hanno me la Ceterach officinarum Willd., Asple- marolici e un alto tasso di umidità. Tutte permesso di segnalare la presenza diffu- nium adiantum-nigrum L., Capelvenere le specie descritte e presenti sul territorio sa della W. radicans (L.) Sm. in rigoglio- (Adiantum capillus-veneris L.), Scolopen- sono minacciate di estinzione. so stato vegetativo in associazione con drium vulgare Sm., Pteridium aquilinum H. helix L. e A. italicum Mill. In questa (L.) Kuhn. La vegetazione delle rupi e 5.1 La Woodwaria radicans (L.) Sm. La stazione sono presenti molti esempla- dei litorali costieri è caratterizzata da W. radicans (L.) Sm. (Fig. 7) comune- ri impiantati sulle pareti verticali dove, Artemisia absinthium L., Helichrysum li- mente chiamata in italiano felce bulbi- purtroppo, l’attecchimento di nuovi in- toreum Guss., Crithmum maritimum L., fera (Fig. 7) è un genere monospecifico dividui è compromesso da fenomeni di Rosmarinus officinalis L. e Capparis spi- che in Italia forma delle isole fitogeo- erosione e ruscellamento superficiale e nosa L.. Sull’isola ancora oggi sopravvi- vono alcuni taxa rari e specie interessanti da un punto di vista fitogeografico come la W. radicans (L.) Sm., il P. polystachyos (Rottb.) P. Beauv. e la P. vittata L., con- siderati relitti del Terziario. 5. I RELITTI “TERZIARI” DELL’ISOLA D’ISCHIA Il termine “relitto”, deriva dal latino relictus, da relinquere = lasciare indietro o rimanere indietro. In questo senso, so- no relitti le piante che, nel succedersi dei climi e paesaggi, o nell’evoluzione delle specie, sono rimaste indietro, accantona- te in particolari nicchie ecologiche, dove testimoniano situazioni di un passato a volte molto lontano dal nostro tempo. Nel Terziario, più propriamente detto Cenozoico (da 65 a 1,8 milioni anni fa), il Figura 7. Woodwardia radicans (L.) Sm Geologia dell’Ambiente • n. 2/2022
7 perenne originaria delle regioni tropicali e subtropicali, si tratta di una specie pio- niera, in genere cresce in ambienti umidi, colonizzando pareti, rocce e scogliere fi- no a 400 metri di quota (Fig. 9). Sull’Isola d’Ischia la P. vittata L. è presente in due stazioni (Fig. 10), in località “Grotta del Tamburo o Ca- va Bubù” ad una quota di circa 190 m s.l.m., poco a monte di Piazza Bagni nel comune di Casamicciola Terme, in prossimità di una bocca fumarolica dove vive in associazione con il P. polystachyos (Rottb.) P. Beauv. Alla stazione si accede percorrendo la forra (cava) nel cui punto finale è caratterizzata dalla presenaz di una piccola bocca fumarolica dove cresce rigogliosa la P. vittata L. I rilievi eseguiti Figura 8. P. polystachyos (Rottb) P. Beav. (Loc. M. Cito) hanno consentito, per questa stazione, di documentare e segnalare, per la prima volta ed in prossimità di un condotto fumarolico, la presenza della P. vittata L. in associazione con il P. polystachyos (Rottb.) P. Beauv.. La stazione è ca- ratterizzata da numerosi individui che crescono lungo le pareti della cava e in prossimità della bocca. 6. RICOTRUZIONE GEO-AMBIENTALE E CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE I rilievi eseguiti e l’acquisizione di tutti i dati disponibili hanno consen- tito di definire la distribuzione areale delle specie relitte sull’Isola d’Ischia e le caratteristiche geo-ambientali. Le stazioni esaminate (Fig. 11) presentano tutte buone condizioni vegetative e si differenziano soprattutto per la densità Figura 9. P. polystachyos (Rottb) P. Beav. (Loc. Donna Rachele) di popolamento, per l’altezza e per l’u- bicazione rispetto ai punti di emissioni dal conseguente smottamento di por- sola d’Ischia, dove si è adattata perché ha fumaroliche. In particolare le altezze zioni di versante. La presenza della felce trovato un terreno riscaldato (40 °C) dal variano da 20 cm a 80 cm. Nel campo è ristretta esclusivamente agli ambienti vapore acqueo delle fumarole. fumarolico Cimmento Rosso-Donna non antropizzati, questo aspetto, unita- Specie della famiglia delle Cypera- Rachele, dove i valori di temperatura mente alle sue peculiari esigenze clima- ceae, si presenta con steli erbacei diretti raggiungono i 115 °C, il P. polystachyos tiche la rende una specie estremamente verso l’alto alle cui estremità si formano raggiunge l’altezza di circa 80 cm e la critica e particolarmente vulnerabile. In le spighe fiorali. Fiorisce in maggio- densità di popolamento forma delle tal senso sono stati osservati importanti giugno. La pianta a sviluppo completo estese e rigogliose praterie. Presso le fenomeni di degrado di ambienti poten- raggiunge 40/60 cm di altezza. È una fumarole di Rione Bocca, in presenza zialmente adatti allo sviluppo della W. delle rarità floristiche europee più in- di temperature molto più basse e di radicans, ascrivibili all’attività antropica, teressanti. alterazione idrotermale non pervasiva, come presenza di discariche abusive e/o il popolamento è più rado, si impian- incontrollate, accumuli di rifiuti di varia 5.3 La P. vittata L. è comunemente ta lontano dai centri di emissione e natura e fenomeni di dissesto e degrado chiamata in italiano Pteride a foglie raggiunge un’altezza massima di circa causati anche dalla cattiva gestione del lunghe. È presente in Campania nella 40 cm. Pertanto, è possibile ipotizza- patrimonio boschivo, impedendo la sal- penisola Sorrentina e nell’isola d’Ischia. re che le differenze riscontrate tra le vaguardia o lo sviluppo della felce. Il termine Pteris deriva dal greco “πτέρις stazioni esaminate, siano da imputare ptéris” felce, assonante con “πτερόν pte- alle variazioni di temperature, umidità 5.2 Il P. polystachyos (Rottb.) P. Beauv. ròn” penna, ala per l’aspetto delle fron- ed esposizione solare, che influenzano (Dente di Cavallo) è una specie di note- de. Mentre vittata: (Alpinia) da “vítta” le condizioni microclimatiche loca- vole interesse naturalistico (Fig. 8). Vive benda, fascia: bendato, fasciato, perché le li, la tipologia e concentrazione delle nelle zone tropicali, subtropicali e nell’i- foglie sono variegate a strisce. È una felce emanazioni gassose e le caratteristiche Geologia dell’Ambiente • n. 2/2022
8 plesso, molto attivo negli ultimi 150.000 anni, era, tra i 50.000 e i 20.000 anni fa, parzialmente se non quasi totalmen- te sommerso, come testimonia l’analisi cronostratigrafica dei depositi vulcanici e sedimentari di origine marina ((Sbra- na e Toccaceli, 2011; Barra et alii, 1993; 1992a; 1992b) andando incontro, con profonde modificazioni della locale pa- leogeografia (Fig. 12), a quello che si pre- figurava come il picco della glaciazione wurmiana e degli ultimi periodi freddi terminati tra i 12.800 e 11.500 anni b.p. (Alley, 2000), con condizioni climatiche certamente poco favorevoli alle spe- cie oggetto di studio. Il conseguente e progressivo riscaldamento post-glaciale, unitamente alla veloce risalita del livello Figura 10. P. vittata L. del mare (Antonioli et alii, 2004; Anto- nioli et alii, 2001; Lambeck et alii, 2004a; pedologiche, condizionate, quest’ulti- cava è stato possibile osservare un gran- Lambeck e Chappel, 2001; Lambeck e me, dall’intensità e grado di alterazione de degrado legato all’attività antropica, Bard, 2000) ha avuto tra i 9.000 e i 5.000 idrotermale. Sono state inoltre rilevate in quanto il vallone è caratterizzato da anni fa, con il suo picco termico di mag- le specie che vivono in associazione con accumuli di rifiuti di varia natura e frane giore riscaldamento (optimum climati- il P. polystachyos nelle diverse stazioni. causate dalla cattiva gestione dei boschi co) avvenuto intorno a 8.000 y.b.p., ha Tra le più significative troviamo le spe- che impediscono lo sviluppo della fel- trovato una conformazione fisiografica cie che si sono adattate alle condizioni ce. Le recenti attività di ricerca e studio e morfostrutturale molto simile all’at- di umidità e temperatura del suolo con il finalizzate all’allestimento della carta tuale, soprattutto per quel che riguarda fenomeno del plagiotropismo radicale, geologica ed alle caratteristiche geo- i territori in cui attualmente si rileva la come il M. communis L., il P. lentiscus L. ambientali dell’Isola d’Ischia (Monti, presenza delle specie relitte. e l’E. arborea L. con doppia fioritura an- 2011; Sbrana e Toccaceli, 2011) hanno Di fatti, i sedimenti marini posti nuale; le felci come l’A. capillus-veneris permesso di integrare e supportare i da- al tetto del Tufo Verde del M. Epo- L. che predilige gli ambienti con elevato ti naturalistici consentendo di ipotizzare meo, posti a quote prossime agli 800 grado di umidità; le specie opportuniste il momento morfo-evolutivo e climatico m. s.l.m., e quindi coinvolti nel veloce come A. americana L. e O. ficus-indica più favorevole all’instaurarsi delle par- sollevamento, vengono ritenuti non più (L.) Mill., estranee agli ambienti della ticolari condizioni ambientali (nicchie antichi di 55.000 anni e non più re- macchia mediterranea. ecologiche), legate alla storia geologica, centi di 10.000 anni circa (Barra et alii, Queste, incidono negativamente sul- e che hanno favorito il reinsediamento 1992a). Così come per altri depositi di la crescita e lo sviluppo del P. polystachyos (?) delle specie vegetazionali cenozoiche origine marina, posti a quote più basse e e si diffondono nelle zone che presenta- “relitte” durante l’ultimo post-glaciale. Il prossime all’attuale linea di costa, sem- no buona esposizione solare e bassi valo- campo vulcanico dell’Isola, nel suo com- pre coinvolti nei recenti sollevamenti, ri di temperatura e umidità, occupando gli spazi lasciati liberi dalle specie autoc- tone che non riescono a sopravvivere alle condizioni microclimatiche locali. La P. vittata L. è presente in due stazioni, è caratterizzata da numerosi individui in ottimo stato vegetativo, e la caratteri- stica particolare che oltre a colonizzare le pareti della cava vive in prossimità di una bocca fumarolica in associa- zione con il P. polystachyos (Rottb.) P. Beauv., l’A. capillus-veneris L. e la M. polymorpha L. La W. radicans (L.) Sm. è presente in un’unica stazione isolana, nel vallone dell’Epomeo nel comune di Serrara Fontana. In questa stazione sono presenti molti esemplari impian- tati sulle pareti verticali dove, purtrop- po, l’attecchimento di nuovi individui è compromesso dall’ erosione superfi- ciale e dal conseguente smottamento e Figura 11. Le stazioni di censimento botanico. Stz01: M.te Corvo (Cimmento Rosso, Donna Rachele, Rione Bocca); trasporto a valle del substrato da parte Stz02: M. Nuovo; Stz03: M. Cito; Stz04: M. Rotaro; Stz05: Arso-Pineta di Fiaiano; Stz06: Cava Bubù; Stz07. delle acque piovane. All’interno della P.zza Bagni; Stz08: Casa Migliaccio Geologia dell’Ambiente • n. 2/2022
9 Barra D., Italiano A., Allegri L., Bel- luomini G. & Mandra L. (1992b), La serie marina olocenica di Cafieri (Isola d’I- schia), implicazioni vulcano-tettoniche e ge- omorfologiche. Il Quaternario, 5 (1), 17-26. Chiodini G., Avino R., Brombach T., Ca- liro S., Cardellini C., De Vita S., Fron- dini F., Granieri D., Marotta E., Ven- tura G. (2004), Furmarolic and diffuse soil degassing west of Mount Epomeo, Ischia, Italy. J. Volcanol. Geotherm. Res. 133; 291-309. Cubellis E., Mazzarella A., Scagliola L. (2008), 1910: l’alluvione nell’isola d’I- schia. In: Ambiente e Territorio n.1 pp.46- 53, Maggioli Editore. Chronostratigraphy Chart (2018), International Commission on Stratigraphy. Gradstein F. M., Ogg J. G, Schmitz M. D. and Ogg G. M. (2012), The Geologic Time Scale. Elsevier. Italiano A. (1994), Evoluzione geomorfologi- ca dell’Isola d’Ischia e archeologia. Ann. Arch. E Storia Antica, Dip. di Studi del mon- do classico e del Mediterraneo antico. Ist. Figura 12. Schema paleogeografico regionale di 18.000 anni B.P., durante il massimo picco dell’ultima glaciazione. Univ. Orien., Nuova Serie n. 1, Napoli, 302. La linea di riva era spostata verso mare di alcune decine di chilometri, posizionandosi in corrispondenza dell’attuale Lambeck K., Antonioli F., Purcell A., Si- batimetrica dei 120 m. L’abbassamento del livello marino ha determinato un importante ampliamento della terra emersa. La linea tratteggiata indica la posizione dell’attuale linea di riva. (Pennetta et alii, 2017) lenzi S. (2004a), Sea level change along the Italian coast for the past 10,000 years. Qua- ternary Science Reviews, 23, 1567–1598. le datazioni eseguite nell’ambito del alla mancata manutenzione del reticolo Lambeck K. e Chappel J. (2001), Sea leve Progetto CARG (Sbrana e Toccace- idrografico.Necessità,quindi,per quanto change through the last glacial cycle. Science, li, 2011) hanno confermato una età di evidenziato finora, nella consapevolezza 2929, 679-689. circa 6.000 anni dal presente. Questi del concetto di tutela del patrimonio na- Lambeck K., Bard E. (2000), Sea-lev- depositi terrazzati risultano profonda- turale e di realtà scientifiche, un’azione el change along the French Mediterranean mente incisi ed in continuità con il re- decisa e mirata alla salvaguardia dei siti coast for the past 30000 years. Earth and Planetary Science Letters, 175, 203–222. ticolo idrografico che attualmente solca oggetto di studio a testimonianza delle Mennella C. (1946), Regime pluviometri- i versanti perimetrali al M. Epomeo. peculiarità naturali e della storia evolu- co caratteristico sull’Isola d’Ischia. In: Atti Quanto ricostruito, sia sotto gli aspetti tiva dell’Isola, nell’ottica della tutela e Centro Studi su l’Isola d’Ischia, periodo strettamente botanici che geologico- valorizzazione dell’isola d’Ischia. 1944-1970. evolutivi, conferma l’ipotesi che a parti- Mennella C. (1959), L’Isola d’Ischia gemma re dall’ultimo glaciale, tra 10.000 e 6.000 BIBLIOGRAFIA climatica d’Italia, Napoli. anni fa circa si è pervenuti ad un assetto Antonioli F., Silenzi S., Frisia S. (2001), Monti L. (2011), Guida geologico-ambientale Tyrrhenian Holocene palaeoclimate trends dell’isola d’Ischia. Assessorato Difesa Suolo morfo-stratigrafico molto simile all’at- Regione Campania. L.A.C. Firenze. from spelean serpulids. Quaternary Science tuale, affinché si potessero instaurare le Reviews, 20, 1661–1670. Pennetta M., Trocciola F. e Donadio C. condizioni climatiche, di temperatura Antonioli F., Bard E., Silenzi S., Im- (2017), Inquadramento territoriale dell’area indotta ed ambientali da consentire l’at- prota S. (2004), 215 kyr history of sea level archeologica marino-costiera di Sinuessa: tecchimento e lo sviluppo delle specie oscillation from marine and continental lay- geologia, geomorfologia. In: Sinuessa, un relitte fino ai giorni nostri. Si conferma, er of Argentarola Cave’s speleothems (Italy). approdo sommerso si epoca romana. Ar- altresì, l’importanza geo-ambientale Global and Planetary Change. cheologia, geomorfologia costiera, strate- Acocella V. e Funiciello R. (1999), The gie sostenibili di valorizzazione. ENEA delle specie “relitte” presenti sull’isola (Atti monografia). interaction between regional and local tec- d’Ischia, quale testimonianza dell’adat- tonics during resurgent doming: the case of Penta F. & Conforto B. (1951), Risultati tamento in particolarissime condizioni the Island of Ischia, Italy. J. Volcanol. Geo- di sondaggi e di ricerche geominerarie nell’ ambientali più uniche che rare, e quanto therm. Res., 88, 109123. Isola d’Ischia al 1939 al 1943 nel campo del esse siano da considerare specie a rischio Acocella V., Cifelli F. e Funiciello R. vapore, delle acque termali e delle “forze en- estinzione. Si riscontra, infatti, che dagli (2000), Anologue models of collapse calderas dogene” in generale. Ann. Geofis, 4, 159191. inizi degli anni 50’ ad oggi l’Isola ha su- and resurgent domes. J. Volcanol. Geo- Sbrana A. & Toccaceli R. M. (2011), No- therm. Res., 104, 81-96. te illustrative alla Carta Geologica 1:10.000 bito profonde trasformazioni territoriali Foglio 464 Isola d’Ischia. Progetto CAR.G. Alley Richard B. (2000), The Younger e di espansione urbana, confermando la Dryas cold interval as viewed from central Assessorato Difesa Suolo Regione Cam- perdita dei “relitti terziari” in molte delle Greenland. Quaternary Science Reviews, pania. L.A.C. Firenze. stazioni isolane oggetto di censimento. vol. 19, 1ª ed., pp. 213–226. Stevanato L. (2007), Il clima dell’Olocene: Le principali cause che hanno porta- Balestriere G. (2016), I relitti terzia- deglaciazione, optimum climatico e relativo no alla regressione o alla totale perdita ri dell’Isola d’Ischia. Tesi di Laurea, A.A. tracollo registrati nei ghiacci delle calotte po- delle specie sono state la forte antropiz- 2015/2016. Università Federico II di Na- lari. Tesi di Laurea, Università degli Studi poli (inedita). di Padova. zazione con alterazione e molto spesso Zuppetta A., Sava A. & Zuppetta C. Barra D., Cinque A., Italiano A. & Scor- distruzione dell’ambiente naturale, o gli ziello R. (1992a), Il Pleistocene superiore (1993), Evoluzione vulcanotettonica dell’I- incendi dolosi, l’incontrollato uso del marino di Ischia, paleoecologia e rapporti con sola d’Ischia; un modello per gli ultimi 35 suolo, il disboscamento, l’abbandono e il l’evoluzione tettonica recente. Studi Geolo- Ka di attività. Boll. Soc. Geol. It., 112, degrado delle aree montane, unitamente gici Camerti, (1992/1), 231-243. 353-369. Geologia dell’Ambiente • n. 2/2022
10 Montiferru, Sardegna: Laura Cadeddu Geologa, SIGEA Sardegna E-mail: geol.lauracadeddu@gmail.com aspetti antropologici, Anna Corbi geologico-ambientali e UNITRE Godiasco Salice Terme (PV) E-mail: corbanna@gmail.com inquadramento di sintesi Giancarlo Guado SIGEA Lombardia a seguito degli incendi E-mail: info@studioguado.com dell’estate 2021 Montiferru, Sardinia: anthropological, geological-environmental matters and a brief context overview following wildfires of summer 2021 Parole chiave: Montiferru, Sardegna centro-occidentale, incendi, dissesto idrogeologi- co, cambiamenti climatici, geodiversità, suolo, edifici vulcanici, testimonianze arche- ologiche, Casa Savoia, “monti granatici”, “monti nummari”, identità, rapporto faccia a faccia, famiglia estesa, “a chent’annos” Keywords: Montiferru, central-western Sardinia, wildfire, geo-hydrologic hazard, climate change, geodiversity, soil, volcanic edifices, archaeological finds, Casa Savoia, “monti granatici”, “monti nummari”, identity, face to face relationship, extended family, “a chent’annos” PREMESSA sembrerebbe che questa stia lasciando lione di anni fa l’attività vulcanica ha (a cura di G. Guado) spazio a un degrado strisciante, dovuto prodotto varie facies che oggi osservia- Il Montiferru è una sub regione della sia ai cambiamenti climatici, sia e an- mo, molto ridotte dall’erosione, dal cen- Sardegna (Fig. 1) che presenta caratte- cora di più, alla incuria o forse ad una tro della montagna verso i margini; que- ristiche geo-idrologiche, paesaggistiche gestione del territorio da rilanciare/ri- ste sono fondamentalmente rocce scure e storico-antropologiche di particolare formare. Il Montiferru da un punto di basaltiche in facies di trachiti, ignimbriti peculiarità. vista geologico estensivo rappresenta (riolite andesite) tefriti e duomi fonoli- il complesso vulcanico più importante tici grigi spettacolari. della Sardegna con i suoi 1000 Kmq La consistenza idrogeologica del circa. Su questo territorio gravitano re- Montiferru è di grande valore sia per il altà antropiche legate intrinsecamente modello di studio che esprime, sia per alla sua storia. Sotto l’aspetto essenziale/ la sua valenza intrinseca deputata alla amministrativo è rappresentato dai se- risoluzione delle necessità di importanti guenti comuni : Scano di Montiferro, acquedotti della regione e non solo. Il Cuglieri, Santo Lussurgiu, Bonarcado, paesaggio è di particolare interesse per Seneghe, Narbolia e Sennariolo per un il suo ambiente naturale, per l’archeo- totale di 500 Kmq ca. Gli abitati storici logia e gli aspetti storico/antropici che sono tutti interni rispetto alla costa ma- hanno consentito di conservare questo rina, solo Cuglieri e Narbolia godono habitat ancora oggi fruibile sia dall’uo- di alcune frazioni rivierasche, peraltro di mo, sia dal mondo animale. In questo recente fondazione; gli abitanti residen- articolo si illustra il comprensorio sotto ti nel complesso sono circa 10000 che l’aspetto storico-antropologico e geo- nei periodi estivi si incrementano del ambientale; la consistenza idrogeolo- Figura 1. Sub-regioni della Sardegna, Montiferru e 30% ca. Il complesso vulcanico, spento gica del territorio, che pur merita una contermini. In rosso l’area incendiata, nel riquadro nero da oltre un milione di anni, è osservabile approfondita disamina, viene descritta l’area mappata, in blu le ripartizioni d’ambito del PPR su tutta la vasta area, attraverso le varie sinteticamente e sarà trattata in un suc- sfaccettature di facies più o meno dia- cessivo articolo. Nel testo sono inoltre Il suo territorio, pur essendo in larga genizzate ma ben conservate. Nella sua documentati in modo dettagliato i fatti massima estraneo al turismo di massa, attività, il vulcano originò, ad est dell’at- avvenuti nell’estate 2021 con dati abba- è fruito da un turismo, anche interna- tuale complesso montuoso principale, stanza consolidati in riferimento agli in- zionale, particolarmente interessato alla il vasto piano di Abbasanta (basalti in cendi che hanno colpito tutta l’area del conservazione dell’ambiente natura- posto), mentre verso ovest, area costie- Montiferro. Gli incendi dell’estate 2021 le; in ciò, paradossalmente, la tutela di ra, si formarono scogliere frastagliate e infatti, di annosa ciclicità, sono avveni- questo ambiente se da un lato è favorita suggestive sotto l’aspetto formazionale. menti che hanno evidenziato la criticità dalla impervietà delle spiagge e delle In origine è presumibile che il vulcano che sta vivendo questo territorio il cui strade, sotto l’aspetto della attenzione avesse una altezza di circa 1500-1600 valore naturalistico-ambientale risulta a queste peculiarità, negli ultimi anni, metri dall’Oligocene fino a qualche mi- assolutamente rilevante. Geologia dell’Ambiente • n. 2/2022
11 1. ASPETTI STORICI Comunitativi”, presieduti da un Sinda- sui cittadini mentre permasero ampie E SOCIALI co eletto a turno nei tre ordini di cit- sacche di povertà e isolamento. (a cura di A. Corbi) tadini: primo, mezzano e infimo. Per la Il Montiferru e il vicino Sinis oltre prima volta, i sudditi dei feudi venivano Torniamo al Montiferru alla grande rilevanza naturalistica, han- coinvolti nella vita politica. Bogino in- I sardi del Montiferru sono “un pia- no e conservano tracce e testimonianze trodusse per la prima volta in Sardegna neta” diverso dai loro corregionali invasi archeologiche, domus de janas, tombe un regolare servizio postale. dal turismo di lusso o di massa. Sono dei giganti, nuraghi, tombe paleocristia- Il sistema tributario fu riordinato e ospitali ma senza forme di ossequio ve- ne, città fenicie, torri di avvistamento, reso più equo. L’agricoltura fu promossa nale, consapevoli di sé e della propria chiese gotico-catalane, castelli, fortezze con cattedre itineranti e pubblicazioni identità. Possono darti la loro amicizia, e altro, delle diverse civiltà che si sono anche in lingua sarda, furono istituiti nel se la meriti, e se te la danno si tratta di succedute nell’isola contribuendo alla 1767 in ogni paese i “monti granatici”, un’amicizia incondizionata, semplice, da creazione di una forte identità etnica dove con modica spesa ogni contadino rapporto “faccia a faccia”. Appartengo- presente nelle consolidate e ancora at- poteva rifornirsi di sementi. no ad una cultura ampiamente segnata tuali tradizioni popolari, ispiratrice dei Dopo il 1770, il maggiore contributo dalla relazione con l’allevamento delle tipi e forme di artigianato tipico loca- al miglioramento dell’agricoltura sarda pecore e dell’agricoltura in un mondo le che conferiscono loro una spiccata si dovette al Censore Generale Giu- caratterizzato dalla montagna e dal- identità anche nel contesto regionale. seppe Cossu. Si impartirono moderne la particolare morfologia del territorio Indubbiamente molti e grandi sono sta- disposizioni in materia di allevamento che inclina a forme di difficile gestione e ti gli apporti provenienti dalla penisola e macellazione. tutela; lo vedi nel linguaggio: essenziale, italiana nella costruzione della fisiono- Furono introdotte costose macchine di poche parole. mia del popolo sardo in generale: dalle per la filatura e nuove macchine trebbia- La famiglia, quella estesa, è un valore prime migrazioni di età neolitica, ai le- trici, grazie alle quali nel 1790 la Sarde- come lo è anche il vincolo spirituale che gami protostorici tra Sardi ed Etruschi, gna raggiunse il primato di produzione si crea con i sacramenti: il padrino, la alla lunga e integrale romanizzazione di due milioni di starelli (un milione di madrina sono “secondi genitori”. realizzata durante sette secoli, a cui l’I- quintali) di grano. Dal punto di vista Spesso devono andare a lavorare sola deve la sua attuale lingua e cultura culturale, Bogino stabilì che la lingua fuori dell’isola ma tornano e non di- neo-latina. ufficiale del Regno di Sardegna fosse menticano quelli che restano. La casa, Dopo la parentesi bizantina e alto- l’italiano, che i Savoia avevano adottato la terra sono valori assoluti, si tengono, giudicale il legame con l’Italia, ricon- quale lingua ufficiale in Piemonte già non si vendono se non in casi estremi e sacrato dalla vittoria dell’alleanza tra dal 1561 al posto del latino. Nel 1760 nemmeno si dividono tra gli eredi. Sardi, Pisani e Genovesi sull’invasore fu riorganizzata l’istruzione elemen- Tutto deve rimanere come è. Il tem- musulmano, fu rinnovato dagli ordini tare e ginnasiale con l’introduzione po non è diventato puntuale e i vecchi monastici venuti dall’Italia, dalle repub- dell’insegnamento obbligatorio della non sono “scarto”. Il tempo ha la me- bliche di Pisa e di Genova, dalla casata lingua italiana. Anche la lingua sarda, moria del passato e l’immaginazione del dei Doria, dalle famiglie dei Visconti, che era stata completamente margina- futuro. I vecchi sono la figura di riferi- degli Obertenghi, dei Capraia, dei Ghe- lizzata in epoca aragonese e spagnola, mento. rardesca e dei Malaspina. La conquista visse una rinascita letteraria. A Bogino “A chent’annos” è l’augurio che soli- aragonese dell’isola, avvenuta tra il 1324 si deve anche la riapertura, dopo oltre tamente si fa in Sardegna a una persona e il 1409, sottrasse la Sardegna alla be- cento anni, delle Università di Cagliari quando compie gli anni, un modo affet- nefica sfera d’influenza commerciale (1764) e Sassari (1765), con le Facoltà tuoso per dire “cento di questi giorni” e delle dinamiche e progredite economie di Teologia, Giurisprudenza, Filosofia e allo stesso tempo augurargli di arrivare di Pisa e Genova e impose un’arretra- Medicina. Verso la fine del secolo il nuo- fino ai cent’anni di vita. Un traguardo, ta economia feudale, che la Sardegna vo Re Vittorio Amedeo III intraprese in questo, non troppo difficile da raggiun- giudicale non aveva mai conosciuto. Sardegna nuove opere di fortificazione gere se si vive sull’Isola nota per i suoi Dopo la guerra di successione spagnola militare, istituì i “monti nummari” per tanti centenari e per quello che studiosi (1700-1713), con il Trattato di Londra prestare denaro a basso tasso d’interesse e turisti chiamano il “mistero della lon- del 2 agosto 1718 la Sardegna passò ai agli agricoltori bisognosi e la “Giunta di gevità dei sardi”. Duchi di Savoia, precedentemente insi- ponti e strade” competente per la realiz- A Scano di Montiferro c’è chi ha gniti della Sicilia. In questo modo Casa zazione delle infrastrutture viarie, men- raggiunto i 105 anni di età e anche a Savoia, conquistando la dignità regale, tre i Gesuiti furono allontanati dall’Isola Bonarcado, paese noto per i suoi “gioiel- entrava a far parte delle grandi casate e i loro beni espropriati. li” di architettura romanica come il san- europee e la Sardegna tornava nell’al- Nell’Ottocento, prima metà, prima tuario della basilica di Nostra Signora di veo per essa naturale della civiltà italia- con Carlo Felice e poi con Carlo Alber- Bonaccattu, hanno superato la soglia dei na. Con Giambattista Lorenzo Bogino to il processo di ammodernamento con- cent’anni alcune abitanti. quale Ministro per gli Affari di Sarde- tinuò con l’abolizione del sistema feuda- Tutto deve rimanere come è: questa è gna nel 1759 (fino al 1773) cominciò le; ma il sistema seguito non penalizzò la la forza conservata nelle tradizioni. in Sardegna il periodo del “riformismo classe nobiliare che fu indennizzata dai illuminato “nel campo economico, giu- Comuni che dovettero imporre tasse e 2. GLI INCENDI ridico e sociale. tributi e non creò le condizioni per la DELL’ESTATE 2021 La principale riforma politica dell’e- modernizzazione dell’economia isola- L’estate 2021 sul fronte degli incendi poca volta a ridurre gli effetti dell’ordina- na dove si realizzò la centralizzazione in Sardegna ha restituito un bilancio pe- mento feudale fu l’istituzione nel 1771, statale del sistema giuridico-ammini- sante: riferendoci alle sole aree del Mon- in tutti i paesi dell’Isola, dei “Consigli strativo con maggiori carichi tributari tiferru – Planargia, sono andati in fumo Geologia dell’Ambiente • n. 2/2022
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