FRIEDRICH VON HÜGEL - Barnabiti
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FRIEDRICH VON HÜGEL A 90 ANNI DALLA MORTE DI FRIEDRICH VON HÜGEL Ricorre quest’anno il 90° anniversario della morte di Friedrich von Hügel, pensatore religioso e uno dei maggiori studiosi cattolici del problema religioso nel 19º sec. Legato al Modernismo, di cui venne definito “vescovo laico”, intimo amico del Semeria che lo considerò suo vero direttore spirituale, von Hügel s’impegnò in un’opera di apertura e di rinnovamento del pensiero cattolico. riedrich von Hügel nacque terreno e celeste, e quanto a que- F a Firenze il 5 maggio 1852 (il padre era ministro del- l’Austria presso il Granducato di To- st’ultimo due sono i poli attraverso i quali si dispiega la sua vita: quello monastico, eroico e quello dome- scana) e all’età di 8 anni passò a Bru- stico, familiare. «Noi – sosteneva – xelles per poi trasferirsi in Inghilterra abbiamo bisogno di tutti e due per nel 1871, dove si sposò ed ebbe due rendere il cristianesimo e la Chiesa figlie. Morì a Londra il 27 gennaio larghi, profondi, aperti». La vita so- 1925. Gli furono guide spirituali an- prannaturale, poi, «è vita di preghie- zitutto un domenicano viennese, pa- ra» alimentata con la pratica dei sa- dre Raymond Hocking, che ne intuì e cramenti che ci uniscono a Dio attra- favorì le innate aspirazioni religiose e verso Nostro Signore e la sua Chiesa. – così riconosceva – lo salvò dal Ciò non elimina la possibilità del peccato; e quindi l’abbé Henri Huve- peccato, che è «il prezzo dell’esisten- lin, il cui influsso sul giovane barone za della virtù e della santità» e qui fu decisivo e durevole. Memorabile il von Hügel era solito citare un pen- consiglio che gli diede: «Abbiate cu- siero di sant’Agostino: «Essere capaci ra di unire una grandissima libertà di di non peccare è una grande libertà, pensiero a un’estrema purezza di ma essere incapaci di peccare è la li- cuore. Non temete di essere prima di bertà più grande». tutto voi stessi, per appartenere poi a un ritratto giovanile di Friedrich Dio». A lui si riconosceva debitore visione drammatica von Hügel della solidità e della profondità della dell’esistenza umana propria vita interiore, della valutazio- ne positiva delle disarmonie e delle sofferenze della vita, e soprattutto l’unità, il temporale e l’eterno, il per- Von Hügel nutriva una visione della sua fede e del suo amore ar- fezionabile e il perfetto». drammatica dell’esistenza umana, dente a Dio, la cui presenza intensa- nella quale si manifestava il mistero mente percepita e coltivata, rappre- della creatura, limitata e fallibile, e sentò l’ancoraggio costante della sua «Senza religione siamo una nullità» sulla quale si irradia il mistero della vita spirituale non meno che intellet- Croce. Considerava il cristianesimo tuale e sociale. «Dio non è un’idea, è Von Hügel univa un’intelligenza un vero eroismo, una via di rinunce un fatto. Egli – affermava – è la gran- potente, acuta, comprensiva, a un calo- e riassumeva «l’essenza della santità» de realtà che penetra le nostre vite: re vitale di pietà viva e profonda che in «eroismo di vita, spiritualità di dot- la pratica della presenza di Dio, qui nasceva da un costante contatto con trina». A quanti, e furono moltissimi, in terra, conduce a questo». «Nessu- Dio. Questo lo conduceva ad amare accolse sotto la sua guida spirituale, no – testimoniò un contemporaneo – l’umano e il divino in ogni creatura, esigente, tonificante e pacificante a ha mai potuto sentirlo parlare di Dio, memore della distanza tra l’uno e un tempo, era solito dire: «Io vi vo- senza essere stato profondamente l’altro: «Si deve riconoscere l’alterità glio preparare, vi voglio attrezzare cambiato da questa esperienza. Un di Dio e la piccolezza dell’uomo, di- per la vita, la malattia, le crisi, la mor- fuoco sembrava irradiarsi dal suo vol- versamente non si è capaci di adora- te». Considerava la sofferenza il più to, dal quale traspariva il senso ap- zione e, senza adorazione, non si dà grande dei maestri e il coronamento passionato della realtà divina». «È il religione»; sarebbe come un triango- della vita, mentre riteneva nota finale teismo (soprattutto nella sua articola- lo cui manca un lato. E senza religio- della religione la gioia. «Io amo un zione cristiana) – scrisse nella Petite ne siamo una nullità. La religione pe- cristianesimo equilibrato», era solito consultation sur l’éxistence de Dieu raltro non è affare di questo mondo, dire, in cui si concilia il sensibile con (1912) – che ha pienamente risve- è soprannaturale ed è il lievito del lo spirituale, e l’invisibile si manife- gliato e rafforzato, e in più ha soddi- mondo. Essa, per risultare ben radi- sta attraverso il visibile. Egli amava sfatto, le due necessità, i due movi- cata e ricca, deve essere storica. «la varietà fino al limite della disper- menti dell’anima: la molteplicità e L’uomo pertanto vive in due mondi, sione e il raccoglimento fino al limite Eco dei Barnabiti 2/2015 47
A 90 ANNI DALLA MORTE DI FRIEDRICH VON HÜGEL della spogliazione». Fu guida com’era di uno straordina- spirituale a cui accorrevano rio respiro intellettuale e persone di ogni paese, con- spirituale. Ebbe contatti con fessione e posizione sociale. le più rappresentative figure Temi costanti della sua peda- di studiosi e di ecclesiastici gogia spirituale erano: equi- europei, da Newman a La- librio tra attaccamento e grange, da Loisy a Buonaiuti. distacco; interazione tra di- Esordì con un ampio com- mensione naturale e sopran- mento all’enciclica leonina naturale, entrambe volute da Providentissimus Deus sugli Dio per condurci a lui, senza studi biblici (1893) con il che la prima fosse sacrificata titolo The Church and the alla seconda; necessità del- Bible, per poi concentrare l’Incarnazione, di una Chie- l’attenzione sulla filosofia sa istituzionale, con i suoi religiosa, il rapporto tra im- dogmi, la sua disciplina e i manenza e trascendenza e suoi sacramenti. Era solito l’elemento mistico nella re- dire: «Sono un discepolo del ligione. A quest’ultimo sog- confessionale, sono un figlio getto egli dedicò il suo più p. Giovanni Semeria considerò Friedrich von Hügel della grande Chiesa roma- impegnativo lavoro, frutto di na», da lui considerata «la suo vero direttore spirituale una ricerca trentennale: The più profonda di tutte le con- Mystical element of religion, fessioni cristiane nell’ambito as studied in saint Catherine spirituale e mistico». In una lettera a mondo cattolico del suo tempo, sep- of Genoa and her friends (1908), colui che rappresentò il suo più inti- pe inserirsi a pieno titolo nella cultu- dove scandaglia le diverse modalità mo amico e che considerò il barone ra filosofica e teologica europea a dell’esperienza religiosa e il suo esi- suo vero direttore spirituale, il barna- cavallo dei secoli XIX e XX, dotato to. Figura tra le più avvincenti, ma bita Giovanni Semeria, parla anche più enigmatiche del della Chiesa «come strumento cristianesimo contempora- di santità, strumento d’amo- neo – come lo definì Léon- re, strumento per morire a ce de Grandmaison – il noi stessi per vivere sempre nome di von Hügel è in par- più per Dio e per la fraternità ticolare legato al Moderni- di tutti gli uomini», per poi smo, di cui venne definito osservare come «la funzione “vescovo laico”, e che si au- profetica viene esercitata nel- gurava costituisse l’innesto la Chiesa anzitutto dai santi, dello spirito moderno su certo preferibilmente dai san- un’anima tradizionalmente ti colti e istruiti, ma comun- cristiana. Di fatto però do- que pur sempre santi prima vette costatare come in esso ancora che come studiosi». si venissero progressivamen- Fu suo ideale integrare spiri- te presentando «due orien- tualità e teologia, pietà e tamenti fondamentali assai dottrina, fedeltà ed esigenza differenti, a vero dire incon- critica, nell’appartenenza al- ciliabili. Questa differenza la Chiesa considerata come non si è manifestata all’ini- la patria delle proprie espe- zio – notò in prosieguo di rienze spirituali, mediate dal- tempo –, ma le prove della l’istituzione e dalla prassi sa- vita e la logica immanente cramentale: esperienze che, alle due posizioni, hanno nella loro espressione più al- fatto emergere questa diffe- ta, attingevano la mistica. Di renza» essenziale tra imma- qui nasceva la rivendicazio- nenza e trascendenza, ter- ne della libertà e nello stesso mine che rimanda alla real- tempo la professione della tà obiettiva di Dio, che si fedeltà. impone di sua natura a tutti gli umani, per cui «il nostro gli «anni terribili» spirito e la nostra coscienza del Modernismo implicano, alla lunga, che si viva “come se Dio esistes- A questa stregua e come se”», un Dio in ogni caso poche altre personalità del l’opera di maggior respiro di Friedrich von Hügel che «si rivela nelle profondi- 48 Eco dei Barnabiti 2/2015
A 90 ANNI DALLA MORTE DI FRIEDRICH VON HÜGEL tà della nostra vita e a quanti vi en- UN MISTICO CONTEMPORANEO trano e lì lo cercano». Quattro anni prima che uscissero i due volumi di Mystical element in religion, il «Un mistico conte Tommaso Gallarati Scotti, allora ventiseienne, legato a padre Giovanni Se- contemporaneo» meria da un vincolo di discepolato prima ancora che di amicizia, scrisse due co- lonne sul “Giornale d’Italia” (20 aprile 1904) per presentare ai suoi connazionali Già nel 1897 padre Semeria si rife- Un mistico contemporaneo. All’articolo su von Hügel non era estraneo il barnabi- riva implicitamente a von Hügel co- ta. «Padre Semeria ne è stato assai soddisfatto», scriveva il conte a Paul Sabatier, il me a uno di «quei mistici che oggi grande studioso del francescanesimo amico d’entrambi. Rivelatore il fatto che la lettera, con cui von Hügel esprime a Gallarati Scotti gratitudine e compiacimento, sono destinati a tornare in onore, si trovi tra le carte di Semeria! L’apprezzamento che questi nutriva verso la dimen- quei mistici la cui genialità profonda sione mistica dell’esperienza religiosa risulta quantomeno da un giudizio espresso potrà, forse ancor meglio della rigidi- quando esordì alla Scuola superiore di religione fondata in Genova nel 1897: «… tà filosofica, influire sulla nostra gene- Quei mistici che oggi sono destinati a tornare in onore, quei mistici la cui genialità razione», mentre Tommaso Gallarati profonda potrà, forse ancor meglio della rigidità filosofica, influire sulla nostra ge- Scotti, in un articolo del 1904, lo nerazione». Pensiero che riprese successivamente in questi termini: «Le anime mo- presentava come «un mistico contem- derne davvero sono più disposte a ricevere il pensiero cristiano fatto sentimento poraneo», esponente di «una tacita e mistico, che il sentimento cristiano irrigidito in una formula scolastica; le anime diffusa orientazione della coscienza moderne sono più accessibili per le vie del cuore che per quelle della testa». verso una nuova sintesi del pensiero Ben oltre l’influsso culturale esercitato da von Hügel su Semeria, quello spiri- cattolico». Quanti ebbero la ventura tuale può essere ulteriormente illustrato attraverso lo scritto del giovane Gallara- di frequentarlo, sperimentarono, al ti. Egli definiva von Hügel «uno di quei pensatori solitari, che sono gli esponenti suo contatto, «un’onda calda di mi- di una tacita e diffusa orientazione della coscienza verso una nuova sintesi del sticismo platonico agostiniano, un pensiero cattolico. Mente profondissima e anima di squisita sensibilità egli è flusso di richiami d’oltre le rive del piuttosto un sapiente che uno scrittore, e la erudizione sua, vasta e molteplice, si tempo». Von Hügel considera la reli- è trasformata in saggezza meditativa ... Del cattolicesimo rinascente rappresenta l’intellettualità, con quelle aspirazioni progressive di cui il cardinale Newman fu gione nella sua complessità, «sempre, interprete». Dopo aver ricordato la crisi religiosa e la successiva conversione, più o meno e a un tempo tradiziona- che lo portò da un cattolicesimo dapprima rigorista a una visione aperta e rifor- le e individuale, esteriore e interiore, matrice, Gallarati Scotti approfondisce la spiritualità di von Hügel: «La Chiesa istituzionale, razionale e volontaria» non fu per lui l’albergo dove bisogna, entrando, dare i connotati di opinioni filo- e ne ravvisa lo sviluppo attraverso tre sofiche e politiche, ma una gran patria di anime libere, liberamente congiunte in età della vita. Nell’infanzia si presen- un progressivo sforzo di armonia, orientate verso una medesima verità, partecipi ta sotto forma di oggetti, gesti, inse- di una vita universale e unica, cui non può essere estraneo che il male. Ogni gnamenti e appare esteriore, legata aspirazione al meglio gli sembrò in certo senso ortodossa; in ogni splendore di all’autorità, storica, tradizionale e verità intravide rivelazioni progressive del divino ... Tutta la scienza e tutta l’arte, istituzionale. Nell’adolescenza emer- tutta la filosofia e tutta la storia divennero per lui materia di quella assimilazione ge lo spirito critico e l’esigenza di spirituale che è per sé religiosa, quando si fa vita del cuore. Poiché qui sta la ori- razionalità: la religione si traduce in ginalità di questo solitario pensatore. Egli è un razionalista cattolico e mistico. pensiero, argomentazione, sistema, Ma i due elementi costitutivi della sua fisionomia morale – critica e fede – si so- filosofia. Nell’età matura l’esperienza no fusi, attraverso le lotte spirituali, in qualcosa di così armonico, che lungi religiosa non è più prevalentemente dall’essere due forze discordi che si disputano il possesso alterno della coscien- razionale o legata all’autorità, ma di- za, sono l’accordo perfetto di tutte le aspirazioni molteplici della sua psiche... Sente che solo una ricerca scientifica calda di adorazione potrà affrettare quello venta intima, personale, permea la sviluppo della religiosità che si impone alla “forma mentis” contemporanea, sen- vita, sfocia nell’azione, si traduce in za offendere la santità delle umili fedi». E così conclude, dandoci un ritratto al- amore. La crescita spirituale, la ricer- tamente suggestivo della persona: «Questa è la psicologia di uno che ben si po- ca dell’unificazione interiore appro- trebbe chiamare asceta del pensiero. In epoche di minore burocrazia teologica, dano a un’attitudine ricettiva e “pas- nella Chiesa primitiva, egli sarebbe stato presbitero e forse anche vescovo. La siva” nei confronti di Dio. Qui si severità della sua vita, l’amore puro per le creature, lo avrebbero indicato a esse- fonda l’esperienza propriamente re di quelli che iniziano gli altri alla vita dello spirito. Oggi non può essere che mistica. Von Hügel ritiene la trascen- apostolo laico di idee indipendenti. Il suo pallido viso emaciato, la persona cur- denza divina indispensabile alla co- va e gracile, gli occhi profondi fisi oltre le forme sensibili nella idea eterna, dàn- scienza religiosa e nel contempo in- no alla sua figura fisica una spiritualità rara che ricorda i santi dell’arte medieva- dica come peculiare del misticismo le. Eremita senza Tebaide, egli rimane anche nel fervore sensuale della vita con- cristiano l’alleanza tra la persona temporanea solo e contento nei “pensieri contemplativi”». umana e l’Essere divino, alleanza Quale azione mai – sembra infine domandarsi Gallarati Scotti – promana da concepita in termini sponsali, alla stre- una figura di tale tempra? E aggiunge: «Di città in città, per ogni parte d’Europa, gua del mistero trinitario che esalta egli va in cerca di quelle minuscole “ecclesiae” di anime affini, dove gli par di la dialettica dell’amore, una dialetti- scoprire qualche speranza rivelatrice di luce nuova. Indagatore delicato delle co- scienze le affratella portando a ciascuna la buona parola delle altre, mettendo in ca che la visione “fusionale” – così ideale comunione di lavoro il frate con l’israelita, il razionalista col mistico, i più egli afferma – del panteismo mistico giovani con i più vecchi. In questa opera di amore la sua anima ha trovato la ve- sopprime o deforma. ra pace. Una gran fede nell’avvenire religioso dell’umanità lo sostiene nella lotta solitaria. Ormai crede perché spera». Antonio Gentili Eco dei Barnabiti 2/2015 49
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