CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA - Docenti Unife

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CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA - Docenti Unife
Università degli Studi di Ferrara
          CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA
               A.A. 2019/20 – 2°anno I semestre
     Insegnamento: Metodologia della relazione assistenziale
              Modulo di: Relazione assistenziale
                   Docente: Carolina Villani

tel 0532/235373
e.mail: vllcln@unife.it
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Contenuti
Obiettivi formativi                       Caratteristiche della relazione tra
Al termine del modulo lo studente           l’infermiere, la persona, la sua
  identificherà le peculiarità della        famiglia e la comunità, la
  relazione tra l’infermiere e la           narrazione della malattia. La
  persona, la sua famiglia e la             relazione            intra-gruppo
  comunità e saprà scegliere le             nell’equipe    assistenziale,   la
  modalità relazionali più idonee           gestione emotiva nella relazione
  per i principali contesti in cui          infermiere assistito.
  viene      erogata      l’assistenza
  infermieristica,      definendo     i   Metodologia: lezione frontale,
  diversi livelli nella comunicazione      visione di filmati e commento,
  infermiere-assistito e i diversi         analisi di narrazione della
  ruoli, utilizzando i modelli             malattia, lavoro di gruppo.
  comunicativi      in    base     alla   Modalità di esame: stesura di una
  situazione che si trova ad               tesina individuale, il cui mandato
  affrontare.                              è definito dal docente
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   Il rapporto Infermiere paziente rientra
    nell’ambito delle relazioni professionali che
    usano come strumento privilegiato il sé.

   Il sistema infermiere paziente è
    caratterizzato da un’altra peculiarità, quella
    di non costituire una coppia paritaria, bensì
    una “coppia bipolare”.

                                  Villani Carolina
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Rapporto centrato sui problemi di salute
del paziente e caratterizzato
dall’impegno dell’operatore di aiutare l’utente .

                    Finalizzato al cambiamento
                    implica uno scambio
                    interpersonale reciproco
                    Attuato attraverso la comunicazione
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La relazione terapeutica è legata ad un
processo interpersonale che si verifica
tra infermiere e paziente; è un rapporto
centrato sull’obiettivo che è diretto al
migliore interesse e risultato per
l’utente.
     RNAO (Register Nurses Association
                          Ontario, 2002)

                        Villani Carolina
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Le capacità di gestire l’incontro con l’altro in tutto il suo
divenire e di gestire la fatica (o la sofferenza) emotiva
che lo accompagna. Specificatamente si tratta delle
capacità di sentire, di essere presenti nella relazione, di
saper entrare in contatto con l’utente, comprenderne le
richieste, i bisogni, il punto di vista. Non si tratta tanto di
capire razionalmente, quanto di sentire; questo è il senso
dell’espressione “essere in contatto”: con l’interlocutore e
con se stessi.
Capacità relazionale è dunque la capacità di gestire la
complessità interpersonale.

Tratto da: Blandino G. (1996) Le capacità relazionali. Prospettive
psicodinamiche, Utet, Torino.

                                                   Villani Carolina
E’ una risorsa Complementare per risolvere il
   problema dell’utente
Una soluzione che deve essere percepita in un
   ottica di Crescita e non solo di Risoluzione
   del Problema.
Nacque ad Oak Park Illinois,8 gennaio 1902
Specializzato in psicologia clinica alla Columbia
  University.
CONCEZIONE OTTIMISTICA DELL’UOMO
L’Uomo è un prodotto di DIGNITA’, FORZE
  INTERNE COSTRUTTIVE, INTENZIONI,
  RAZIONALITA’,VALORI.
Questi attributi combinati unicamente in ogni
  Persona rendono l’Uomo potenzialmente
  Padrone di sé, capace di far fronte alla sua
  natura interna e al suo Ambiente.
Per Rogers, all’interno di ogni persona, in
  condizioni adatte di sviluppo si attua una
  FORZA           COSTRUTTIVA               DI
  AUTOREALIZZAZIONE.
Egli mette a fuoco le “disposizioni Personali “
  del Terapeuta quali:

L’EMPATIA-.
La GENUINITA’- La CONCRETEZZA.
Il RISPETTO RECIPROCO
Queste sono condizioni necessarie e sufficienti che
   rendono efficace colui che aiuta.
Egli afferma che c’è correlazione tra gli
  ATTEGGIAMENTI costruttivi del Terapeuta e
  la Ricomposizione delle Esperienze della Persona
  in difficoltà.
Il pensiero di Rogers è improntato sulla NON
  DIRETTIVITA’.
Chi aiuta deve PREPARARE ma non forzare la
  Persona ad Agire.
Chi aiuta deve creare i Presupposti per la capacità
  di Azione.
L’AZIONE effettiva che la persona farà è Materia
  che attiene solo alla sua LIBERTA’
Robert Carkhuff
Questo autore va oltre il pensiero di Rogers e
 identifica nella relazione di aiuto tre fasi
 ordinate.
AUTOESPLORAZIONE
AUTOCOMPRENSIONE
AZIONE.
Per Carkhuff ogni persona bloccata davanti ad
  un Problema per risolverlo:
Deve AGIRE
Deve MODIFICARE dei comportamenti
O INTRODURNE dei nuovi.
Aiutare la persona a vedere chiaro dentro di sé
  è un passaggio obbligato di ogni Relazione di
  Aiuto.
L’autore mette in evidenza tre fasi in ogni
   Relazione di Aiuto.
I) Fase di Autoesplorazione. Un individuo per
   apprendere un Comportamento Nuovo dovrà
   ESPLORARE la sua situazione, Capire bene
   dove si trova, Esplorare se stesso in
   relazione a se stesso ed esplorare se stesso
   in relazione agli altri.
Rispondere appropriatamente ad una Persona
  permette “L’AUTOESPLORAZIONE”
Far attenzione ai suoi bisogni Dà sicurezza
Permette alla persona di partecipare
  attivamente al processo di aiuto.
Permette          alla       persona        di
  “Aprirsi”all’acquisizione     di       Nuovi
  Comportamenti
II) Fase di AUTOCOMPRENSIONE.
L’Aiuto consiste nel rendere possibile la
  “Chiarificazione” delle Esperienze.
La Persona che aiuta deve filtrare l’esperienza
  dell’altro attraverso la propria.Quanto più un
  individuo conosce se stesso tanto meglio
  riuscirà ad Agire nei confronti suoi e degli
  altri.
III) Fase di AZIONE COSTRUTTIVA.
Non vi è Autocomprensione finché l’individuo
  non intraprende qualche tipo di AZIONE.
Nella Fase di Azione la Persona AGISCE per
  passare da dove si trova a dove vuole
  arrivare.
Quanto più efficace sarà il comportamento
  ATTIVO di chi aiuta, tanto maggiori
  saranno le possibilità che l’altra persona
  modelli su di lui il proprio comportamento.
La relazione tra l’infermiere e l’utente è
caratterizzata da tre fasi (Briant S, et al., 1998): la fase
di orientamento, ovvero quando i parametri del rapporto
si stabiliscono e la fiducia inizia a svilupparsi,
la fase di lavoro, ovvero l’identificazione dei problemi,
e la fase di risoluzione, ovvero la fine del rapporto
(Forchuck C, 1995). La relazione è influenzata
dall’utente e dall’infermiere attraverso fenomeni
  interpersonali che comprendono i preconcetti che uno
ha dell’altro, le altre relazioni interpersonali, l’ansia, il
pensiero, i modelli di apprendimento, le competenze
e la conoscenza di sé (Forchuck C, 1995).
L’instaurarsi di una relazione terapeutica è fondamentale sia
per la qualità delle cure sanitarie sia per l’infermiere che fornisce
   le cure e per l’utente che le riceve (Stoddart KM, 2012).
   L’infermiere è la figura professionale che passa più tempo a
   contatto con l’utente e ha quindi una notevole possibilità di
   influenzare i comportamenti e gli atteggiamenti di quest’ultimo
   (Ku TK, et al., 2010). Il rapporto che si instaura rappresenta
un veicolo per lo sviluppo, nell’utente, di fiducia, conforto, senso di
   rispetto e coinvolgimento nella gestione della malattia (Ku TK, et
   al., 2010).
La collaborazione è il più alto livello di interazione tra
  l’infermiere e l’utente in tutte le fasi dell’assistenza
  infermieristica (Sahlsten MJ, et al., 2007). Gli
  attributi della collaborazione (partnership) derivano
  anche dalla responsabilizzazione (empowerment)
  dell’utente (Hook ML, 2006), definito come quel
  processo che aiuta le persone ad affermare il
  controllo sui fattori che riguardano la loro vita (Doss
  S, et al., 2011).
La partecipazione dell’assistito è definita come un processo dinamico che si
modifica nel tempo (Sahlsten MJ, et al., 2008) e che avviene considerando la
persona           come               elemento             centrale.          La
partecipazione      è      vincolata      al      coinvolgimento    dell’utente
nel      processo       decisionale         sulle      possibili    alternative
terapeutiche       e       implica       la       presenza       di     termini
a essa associati quali uguaglianza, negoziazione e responsabilità
(Sahlsten MJ, et al., 2008).
I fattori che condizionano il bisogno informativo
  sono: l’età (il grado di soddisfazione per le
  informazioni cresce all’aumentare dell’età), il
  sesso, il livello d’istruzione (maggiore esigenza
  informativa nei soggetti meno istruiti), il livello
  di reddito, lo stato di salute (i degenti piùcritici
  manifestano       un     maggiore    bisogno      di
  informazioni) e la durata della degenza
  (Suhonen R, et al., 2006).
Per reciprocità si intende l’interazione dinamica
tra l’infermiere e l’utente e comporta la condivisione
di uno scopo; è caratterizzata da intimità,
contatto e comprensione (Sahlsten MJ, et al., 2007).
La negoziazione si riferisce al confronto tra
  l’infermiere e l’utente alla ricerca di un comune punto
  di accordo soddisfacente per entrambi (Sahlsten MJ,
et al., 2007). La reciprocità nella negoziazione dipende
dai processi interpersonali, dall’approccio
terapeutico e dalle risorse e opportunità disponibili
(Sahlsten MJ, et al., 2007).
Per risorse dell’utente si   Per opportunità s’intende
intendono le informazioni      la      possibilità      di
  e le conoscenze che          determinare, attraverso
  esso possiede e su           l’interazione           con
  queste l’infermiere deve     l’utente, un aumento di
  porre la propria             responsabilità
attenzione al fine di          riconosciute e condivise
  favorire un proficuo         per      entrambi       per
  interscambio                 stimolare          l’utente
                               stesso      a     credere
(Sahlsten MJ, et al.,
                               maggiormente nelle
  2007).
                             proprie         potenzialità
                               (Sahlsten MJ, et al.,
                               2007).
Centrare le cure sull’utente si traduce nell’alleviarne
la vulnerabilità dovuta alla compromissione dello
stato fisiologico e alla relativa minaccia dell’identità
personale (Hobbs JL, 2009). Le specifiche vulnerabilità
vissute dagli assistiti costituiscono la condizione
necessaria per la ricerca del bisogno di cura
e determinano le diverse modalità con cui essi vengono
a contatto con l’infermiere (Hobbs JL, 2009).
Il processo attraverso cui si compie un modello di
cura centrato sull’utente è l’impegno terapeutico,
ovvero lo sviluppo di un rapporto di fiducia (Hobbs
JL, 2009).
Curare con dignità significa riconoscere
 all’assistito autonomia e individualità con
 integrati valori di verità, giustizia e diritti
 umani (Coventry ML, 2006).
◦ Nasce in Pennsylvania nel
  1909.
◦ Si diploma infermiera nel
  1931.
◦ 1943: Bachelor in Psicologia.
◦ 1947:Master in Nursing
  Psichiatrico.
◦ 1953:Dottorato in Pedagogia.
◦ Svolge attività privata ed
  ospedaliera e per molti anni
  insegna Nursing Psichiatrico
  nelle Università.
 Opere: Interpersonal Relation in Nursing
  (1952); Basic Principles of Patients
  Counseling.
 Da “Interpersonal Relation in Nursing”:
“Il Nursing è un significativo processo
  terapeutico interpersonale … è un rapporto
  umano fra un individuo malato o bisognoso di
  servizi sanitari ed un’infermiera
  professionalmente preparata a riconoscere
  tali bisogni e rispondere con l’aiuto adeguato
  al paziente.”
   Si basa sulle scienze comportamentali e sui
    lavori di Freud, Fromm, Maslow (ed altri).
   Inserisce nella sua teoria:le teorie della
    psicanalisi, dell’apprendimento sociale, della
    motivazione umana e dello sviluppo della
    personalità.
   Assistenza psicodinamica.
 Comprendere    il proprio
  comportamento per aiutare gli altri
  ad individuare le proprie difficoltà.
 L’assistenza psicodinamica applica i
  principi delle relazioni umane ai
  problemi

                         Villani Carolina
Le 4 fasi fondamentali del rapporto infermiere –
   paziente :
1.  Orientamento
2. Identificazione
3. Utilizzazione
4. Risoluzione
Orientamento:
-il paziente definisce un
   bisogno
-il bisogno determina
   l’impulso per un incontro
   infermiere-paziente
-chiarificazione e
   definizione reciproca
   del problema
-cooperazione infermiere-
   paziente
Villani Carolina
Identificazione:
-il paziente risponde
   selettivamente alle persone
   che possono soddisfare i suoi
   bisogni di assistenza
-reazioni diverse del
   paziente:1)autonomo e
   indipendente 2)dipendente
   ma partecipativo 3)passivo e
   dipendente
-acquisizione da parte del
   paziente di sicurezza nel
   gestire il problema
Utilizzazione:
-il paziente può usare tutti i
   servizi disponibili a seconda
   dei bisogni e degli interessi
   personali
-l’infermiere aiuta il paziente
   ad usare questi servizi,
   mantenendo      la    relazione
   terapeutica.
-individuazione       di     nuovi
   obiettivi assistenziali, questa
   prospettiva può rendere il
   paziente. più esigente.
Dinamicità della relazione.
Risoluzione :
-la risoluzione si ottiene
  quando il paziente non
  si identifica più con
  l’infermiere e si
  scioglie il legame
  infermiere-paziente.
-soddisfacimento dei
  bisogni del paziente.
Infermiere presso
  Ospedale civile di
  Fiorenzuola
  d’Arda(PC),Docente di
  discipline
  demoetnoantropologiche
  del Cdl
  Infermieristica,Universi
  tà degli Studi di Parma.

      Carolina Villani
Nel corso della vita tutti gli esseri umani sperimentano
 momenti in cui hanno bisogno di ricevere cura, poiché
 nessuno è in grado di soddisfare autonomamente
 tutte le condizioni necessarie alla vita. La cura
 costituisce, dunque, una risposta necessaria a una
 condizione di dipendenza da altri. In questo senso, si
 può affermare che la cura rappresenta un carattere
 universale della condizione umana; anche se ogni
 società interpreta diversamente i modi della cura,
 perché differenti sono le culture e le concezioni di
 salute e benessere, tutti comunque hanno necessità di
 cura.

                                   Carolina Villani
La cura richiede tempo: è dare tempo all'altro. Non solo, per
   attuarsi la cura necessita che colui che cura e colui che riceve la
   cura interagiscano, si relazionino e comunichino l'uno con l'altro.
In tale relazione, il curante esercita le qualità più distintive
   dell'essere umano:
linguaggio, pensiero ed emozioni che consentano di empatizzare e
   comprendere i reali bisogni dell'altro.
La cura è dunque un'azione in cui prendono forma pensieri ed
   emozioni, correlati e orientati verso una precisa finalità.
Mayeroff afferma che "la cura è sempre aver cura di un'altra
   persona e questo aver cura, nel suo senso più significativo, è
   aiutarla a crescere ad attualizzare sé stessa"

                                            Carolina Villani
La ricettività permette di avvertire gli        La responsività. Essere responsivi significa
  appelli dell'altro, i segnali che ci invia.      saper rispondere adeguatamente agli
  Per essere ricettivi occorre innanzi             appelli    dell'altro.     La    responsività
  tutto saper attivare una profonda                consiste nello spostare l'attenzione
  capacità di ascolto, necessaria a                dalla propria
  comprendere ciò che l'altro cerca di          realtà a quella dell'altro, riconoscendo la
  comunicare. Essere ricettivi significa           primarietà anche temporanea dei suoi
  fare posto all'altro, ma per fare posto          bisogni e delle direzioni dei suoi
  occorre creare dentro di sé come uno             desideri, quando l'altro percepisce un
  spazio vuoto, per rendere possibile              ambiente relazionale accogliente, si
  l'ascolto dell'altro. Questa ricettività è       sente accettato e sa di poter contare
  una disposizione emotiva più che                 sull' altro. Proprio il sentirsi accolti e
  cognitiva perché il primo passo per fare         accettati consente lo sviluppo di un
  posto all'altro consiste nel mostrare            sentire emotivo positivo. La responsività
  un'attenzione partecipe nei confronti            implica     inoltre    sollecitudine   ossia
  del suo sentire.                                 prontezza nel rispondere al bisogno
Noddings insiste molto sulla quietezza e           dell'altro.
  sulla rilassatezza interiore di chi-ha-
  cura, perché solo un animo quieto
  diviene capace di far percepire all'altro     Essere responsivi è saper vedere ciò che è
  di essere stato accolto, mentre le               necessario per il benessere dell'altro e
  situazioni       ansiogene      ostacolano       con sollecitudine agire di conseguenza.
  l'instaurarsi      di    una     relazione
  pienamente ricettiva.

                                                           Carolina Villani
La disponibilità cognitiva ed emotiva. Si      L'attenzione. Affinché l'aver cura dell'altro si
   definisce la disponibilità come "l'essere      traduca in azioni adeguate, è necessario
   pronti a donare e spendere se stessi           dedicare tempo alla comprensione del suo modo
                                                  di essere, delle sue necessità, dei suoi
   per l'altro". La teoria della cura ha          desideri. La conoscenza dell' altro è una
   operato una rivalutazione della sfera          componente fondamentale della pratica di
   del sentire: essa diviene una questione        cura, poiché per riuscire ad agire promuovendo
   che riguarda più la sfera emotiva che          il divenire dell' altro secondo il suo essere
   quella cognitiva e la persona che sa           proprio, occorre individuare le sue potenzialità
   porsi in una relazione di cura quando          e i suoi punti
   avverte la sofferenza dell'altro, non si    deboli. Per aver cura in modo autentico è
   interroga sul da farsi, ma agisce in           necessario saper stare all' essere proprio
                                                  dell' altro. La condizione necessaria per
   base a quello che il suo sentire le            acquisire quella conoscenza su cui si fonda la
   suggerisce . La teoria della cura,             comprensione è che si dedichi all'altro
   inoltre, impone di rivalutare l'intera         un'intensa attenzione. Per aver cura, occorre
   sfera dei sentimenti, poiché questi            essere capaci di accordare all'altro una certa
   costituiscono un elemento fondamentale         qualità dell'attenzione: non un'
   per conseguire una                          attenzione intellettualistica, bensì un'attenzione
                                                  sensibile, che si presenti come uno sforzo
comprensione quanto più possibile adeguata        vigile sull' altro così che niente del suo vissuto
   del vissuto dell'altro, di quello che          vada perduto.
   vuole dire e di quello che non sa dire.     Prestare attenzione rappresenta la prima forma
                                                  di cura ed è la matrice dell'atteggiamento
                                                  eticamente orientato.

                                                           Carolina Villani
L'ascolto.       Dedicare      tempo     L'aver cura di sé. La pratica
   all'ascolto, quando l'altro è in        dell'aver cura richiede un
   condizione     di    raccontarsi,       impegno     che   costa   molte
   diventa essenziale pratica di           energie, quando tale impegno
   cura.     Solo    ascoltando     si     non       è      adeguatamente
   possono comprendere i processi          supportato, allora il senso di
   di elaborazione del significato         fatica     può    prendere     il
   dell'esperienza     che    l'altro      sopravvento.    Nei     contesti
   attiva per situarsi nel mondo.          professionali, dove la cura è
   Quello di essere ascoltati è un         un'attività lavorativa e come
   bisogno    di   tutti.    Sentirsi      tale soggetta a retribuzione, i
   ascoltati aiuta ad                      soggetti di cui aver cura sono
elaborare la propria esperienza            più di uno, di conseguenza è
   e, nei momenti difficili, rende         facile avere esperienza del
   più sopportabile il dolore.             fenomeno del burnout, allora
                                           una dimensione essenziale della
                                           pratica di cura è l'aver cura di
                                           sé. La cura è una pratica che
                                           si agisce non solo per altri ma
                                           anche per se stessi.

                                                 Carolina Villani
1.   R. Mucchielli, Apprendere il counseling.
     Manuale pratico di autoformazione alla
     relazione e al colloquio d’aiuto, Erickson,
     Trento 2006.
2.   G.Giacomelli-S.Bachini,La relazione con il
     paziente,Carocci Faber,2008.
3.   R.Carkhuff, L’arte di aiutare, Erickson
4.   G.Masera,”Prendersi cura dell’altro”,Pensiero
     scientifico editore,2008.

                                Villani Carolina
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