CORPUS DOMINI 2020 Settimana di preparazione alla solennità del - Per una preghiera in famiglia
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Parrocchia Nostra Signora del SS Sacramento e SS Martiri Canadesi Settimana di preparazione alla solennità del CORPUS DOMINI 2020 Per una preghiera in famiglia all’ora dei pasti
Corpus Domini, la festa di Gesù che si fa pane Festa della fede, perché la vivifica e la rafforza, ma soprattutto festa del Signore e dell’Eucaristia, il Corpus Domini – o come viene chiamata in alcuni Paesi, Corpus Christi – richiama alla memoria il 2 mistero dell’Incarnazione e lo perpetua, perché Gesù resta sempre con noi. Gesù si è fatto uomo come noi e al tempo stesso, diventando come noi, ha reso possibile la “divinizzazione” dell’uomo. È dal mistero dell’Incarnazione che si deve partire per conoscere a fondo questa solennità dedicata ai Santissimi Corpo e Sangue di Cristo, che riassume in sé tutto il mistero della salvezza ed è, quindi, sintesi dell’Anno liturgico. Cristo, per assicurare all’uomo questa speciale identità, si fa pane: ecco, allora, che l’Eucaristia diventa una sorta di continuazione storica dell’Incarnazione. Origini e storia della festa del “Corpo di Cristo” Nel 1207 una monaca agostiniana appena quindicenne, Giuliana di Cornillon, di origini belghe, ha la visione di una luna piena con una macchia opaca che la sporca. Gli esperti suoi contemporanei la interpretano così: la luna piena simboleggia la Chiesa; la macchia opaca è l’assenza di una festa che celebri specificamente il Sacramento del Corpo di Cristo, l’Eucaristia. L’anno successivo la stessa religiosa ha una visione più chiara, ma deve lottare molto per far istituire la festa. Ci riuscirà solo nel 1247, quando il vescovo di Liegi Roberto de Thourotte istituirà la festa per la sua diocesi. Sono gli anni in cui la Chiesa combatte l’eresia di Berengario di Tours secondo il quale la presenza di Cristo nell’Eucaristia è solo simbolica e non reale. Berengario, poi, ritratterà, e così la Chiesa stabilirà la presenza di Gesù nell’Eucaristia come dogma di fede. La festa verrà
poi estesa a tutta la Chiesa nel 1264 ad opera del papa Urbano IV, già arcidiacono di Liegi, che incaricherà Tommaso d’Aquino di comporre i testi della messa e dell’ufficio divino. L’Eucaristia al centro del mistero 3 Il protagonista di questa celebrazione è il Signore Gesù. Abbiamo già detto come il Corpus Domini sia la festa dell’Eucaristia e come questa sia il prolungamento dell’Incarnazione. L’Incarnazione e l’Eucaristia sono quindi lo stesso mistero. Inoltre, avere fede che l’Eucaristia in quanto presenza viva di Cristo sia un mistero è una condizione essenziale per accostarvisi con cuore puro. Un mistero, in quanto tale, non può essere compreso neppure dalle più erudite interpretazioni teologiche, ma va semplicemente accolto e contemplato con amore: per questo si è diffusa nei secoli la pratica dell’adorazione del Santissimo Sacramento, cioè di Gesù Eucaristia. L’Eucaristia racchiude l’opera di salvezza realizzata da Cristo e ci permette di pregustare la pienezza della gloria celeste. La celebrazione del Corpus Domini Il Corpus Domini è una festa mobile, che il calendario fissa al giovedì (o alla domenica per alcuni Paesi) della seconda settimana dopo la Pentecoste o, più semplicemente, al giovedì (o alla domenica) successiva alla SS. Trinità. Essendo diventata una delle feste più popolari della cristianità, viene spesso celebrata con imponenti processioni, tradizione introdotta da Giovanni XXII nel 1316. Fino a pochi anni fa, a Roma si svolgeva una solenne processione, che il Papa guidava da San Giovanni in Laterano fino a Santa Maria Maggiore.
LUNEDI’ 8 giugno All’ora stabilita ci si trova insieme attorno alla tavola preparata con tovaglia, stoviglie, acqua-pane-vino (o altra bevanda), un cero acceso e, accanto, dei fiori. Il papà o la mamma iniziano con il segno di croce, e invitano tutta la famiglia a ringraziare il Signore per alcune cose avvenute in giornata, o nella giornata 4 precedente. Ad ogni intervento si risponde insieme: BENEDETTO SEI TU, SIGNORE! Ascoltiamo la Parola di Dio dal libro degli ATTI DEGLI APOSTOLI (2, 42-47) I cristiani erano perseveranti nell'insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere... Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Parola di Dio Come i cristiani delle prime comunità anche noi possiamo prendere i nostri pasti con gioia…Via perciò i musi lunghi e perdoniamoci se ce ne fosse bisogno, perché non si sta a tavola da “divisi”… Poi si prega così: Papà: Benedetto sei tu, Signore, Dio dell’universo, dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo cibo, frutto della terra e del lavoro di tanti uomini e donne, e anche nostro. Mamma: Benedetto sei tu, Gesù, Signore della vita: tu hai voluto farci dono del tuo Corpo e del Tuo Sangue proprio durante un pasto insieme ai tuoi amici. Figlio 1: Benedetto sei tu, Spirito Santo: con la tua presenza nella nostra storia trasformi pane e vino nel Corpo e Sangue di Gesù. Con la forza del
sacramento dell’Eucaristia tu nutri noi tuo popolo e ci fai diventare “Tuo Corpo” che vive nella storia. Figlio 2: Guarda ora alla nostra famiglia e donaci di crescere nell’Amore anche attraverso questo pasto che condividiamo. Figlio 3: Gesù, guarda anche a tutti i poveri che non hanno da mangiare, ai 5 bambini che muoiono di fame: fa' che per tutti possa arrivare il giorno in cui mangiare in pace e vivere nella serenità. TUTTI: Benedici, Signore, questo cibo che ora mangiamo insieme, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen Buon appetito!
MARTEDI’ 9 giugno All’ora stabilita ci si trova insieme attorno alla tavola preparata con tovaglia, stoviglie, acqua-pane-vino (o altra bevanda), un cero acceso e, accanto, dei fiori. Il papà o la mamma iniziano con il segno di croce, e invitano tutta la famiglia a ringraziare il Signore per avere la possibilità di nutrirsi. Sarebbe bello pensare ai 6 vari cibi che si consumeranno: da dove vengono? Chi li ha procurati? Quanto sono costati? Con quali soldi sono stati acquistati? Sono frutto del lavoro di papà e mamma. Ringraziamo il Signore per ciò che abbiamo: ad ogni intervento rispondiamo dicendo BENEDETTO SEI TU, SIGNORE! Poi si ascolta la Parola di Dio: Ascoltiamo la Parola di Dio dalla PRIMA LETTERA DI PAOLO AI CORINZI (11, 20 ss.) Quando vi radunate insieme, il vostro non è più un mangiare la cena del Signore. Ciascuno infatti, quando siete a tavola, comincia a prendere il proprio pasto e così uno ha fame, l'altro è ubriaco... Volete gettare il disprezzo sulla Chiesa di Dio e umiliare chi non ha niente? Che devo dirvi? Lodarvi? In questo non vi lodo! Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: "Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me". Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me". Ciascuno, dunque, esamini se stesso e poi mangi del pane e beva dal calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. Parola di Dio. Il papà o la mamma possono dare una breve spiegazione: Ai tempi di S. Paolo, i cristiani si radunavano nelle case per celebrare la Messa, che Paolo chiama “cena del Signore”; prima, però, mangiavano insieme la cena,
condividendo il cibo che ognuno portava. Ma a Corinto non succedeva così: i più ricchi mangiavano i loro cibi da soli o con i loro cari, senza condividerli con gli altri; così, i più poveri non mangiavano niente (o quasi). Di conseguenza, la Messa che seguiva a questa cena non era più la “cena del Signore”, non era più un segno di unità e di condivisione, ma era un insulto al Signore, era un disprezzare il Signore presente nei membri più poveri della comunità. Per questo, Paolo rimprovera i 7 cristiani di Corinto. Oggi, i poveri ci sono ancora e noi cristiani dobbiamo provvedere a loro, condividendo anche il “poco” che abbiamo. Prima di mangiare, pensiamo e preghiamo per coloro che non possono mangiare tutti i giorni… È facendo come Gesù, Ma esiste anche il pane nero, dividendo il pane, quello della povertà, che possiamo essergli testimoni, della sofferenza, renderlo riconoscibile ed essere, della solitudine, della disperazione: per coloro che ci circondano, anche questo dobbiamo prenderlo dei segni di speranza. e condividerlo. Attorno a noi, Senza la condivisione il pane da spezzare non manca. e la comunione a questo pane, Non si tratta solo del pane non c'è vita cristiana. che nutre il corpo. Se non arriveremo alla condivisione Ci sono molte altre specie di pane: rischieremo di essere vicini a Cristo, il buon pane bianco camminare accanto a lui senza dell'amicizia, dell'accoglienza, riconoscerlo. del rispetto, dell'aiuto reciproco, della giustizia, della libertà... Tutto questo è buono, (Card. Kim) tutto questo deve essere condiviso tra gli uomini, tutto questo è oggetto di una comunione nella quale gli uomini si ritrovano fratelli. Buon appetito!
MERCOLEDI’ 10 giugno All’ora stabilita ci si trova insieme attorno alla tavola preparata con tovaglia, stoviglie, acqua-pane-vino (o altra bevanda), un cero acceso e, accanto, dei fiori. Il papà o la mamma iniziano con il segno di croce, e invitano tutta la famiglia a 8 ringraziare il Signore per tutti i doni che lui ci fa attraverso ogni componente della famiglia: papà, mamma, figli, nonni… Ad ogni intervento si risponde insieme: BENEDETTO SEI TU, SIGNORE! Poi si ascolta la Parola di Dio: Ascoltiamo la Parola di Dio dal VANGELO DI GIOVANNI (6, 1 ss) Una grande folla seguiva Gesù perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli… Alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: "Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?". Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: "Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo". Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: "C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?". Rispose Gesù: "Fateli sedere". C'era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: "Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto". Parola del Signore. Il papà o la mamma possono dare una breve spiegazione: Un ragazzo protagonista, con Gesù, del miracolo del pane! La generosità, la disponibilità di quel ragazzo permette a Gesù di sfamare tantissime persone, e poi di fare una speciale “catechesi” sull’Eucaristia (cfr. tutto il cap 6 del Vangelo).
Siamo invitati oggi a mangiare insieme pensando alla virtù della generosità: quella di Dio per noi… quella dei genitori per i figli… quella nostra, di noi qui presenti, verso chi avesse bisogno di noi. E allora preghiamo insieme: 9 Padre, donaci di tornare tutti La nostra vita non sia mai a guadagnarci il pane fine a se stessa, con le nostre mani, ma abbia in sé il segno dell'eterno. e a gustare quanto sia buono Donaci il gusto di vivere il pane. per dar più colore al mondo, Donaci grandi ali per volare alle sue speranze e ai suoi sogni, e piedi forti per camminare. se sono anche i tuoi, Signore. Donaci un cuore grande E grazie perché, avendoci fatti che assomigli al tuo simili a te, e sia capace di contenere l'universo. ci dai la certezza che, con te, Donaci anche mani belle, tenere, possiamo fare grandi cose. delicate, pronte a toccare Amen. e a curare le ferite del mondo e ad accarezzare i volti e i cuori. Buon appetito!
GIOVEDI’ 11 giugno All’ora stabilita ci si trova insieme attorno alla tavola preparata con tovaglia, stoviglie, acqua-pane-vino (o altra bevanda), un cero acceso e, accanto, dei fiori. Il papà o la mamma iniziano a fare il segno di croce, e invitano tutta la famiglia a 10 ringraziare il Signore per la Chiesa, la parrocchia e, nella parrocchia la messa, il catechismo, e tutte le altre attività che essa propone… Ad ogni intervento si risponde insieme: BENEDETTO SEI TU, SIGNORE! Poi si ascolta la Parola di Dio: Ascoltiamo la Parola di Dio dal VANGELO DI GIOVANNI (6, 26-29) Gesù disse: "In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo". Gli dissero allora: "Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?". Gesù rispose loro: "Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato". Parola del Signore. Il papà o la mamma possono dare una breve spiegazione: Dopo aver moltiplicato i pani e i pesci, Gesù parla a lungo con la gente e li aiuta ad accogliere Lui come il “Pane della Vita”, cioè come il cibo che ci serve per crescere nella fede, nella speranza, nell’amore verso Lui e verso tutti. In questo breve brano, due dettagli: un piccolo rimprovero di Gesù che può essere fatto anche a noi che lo cerchiamo solo per i miracoli che vorremmo facesse, e una indicazione per la nostra vita: credere in Lui, accogliere il suo vangelo, vivere come Lui vuole. Il cibo che ci serve per questo è l’Eucaristia, è la messa e, nella messa, la comunione sacramentale con Lui. Lodiamo allora il Signore con la preghiera di benedizione che segue:
Papà: Per il pane, presenza d’amore di Gesù tra noi: Tutti Sii benedetto, Signore. Mamma: Per il pane, nutrimento divino offerto ai credenti: Tutti Sii benedetto, Signore. Figlio: Per il pane, che è il corpo del Cristo: 11 Tutti Sii benedetto, Signore. Figlio: Per il pane, che ogni giorno dà forza e coraggio al nostro cammino: Tutti Sii benedetto, Signore. Papà: Per il pane, che dona risurrezione e vita eterna: Tutti Sii benedetto, Signore. Mamma: Per il pane spezzato che invita alla condivisione: Tutti Sii benedetto, Signore. Figlio: Per il pane spezzato che educa all’amore: Tutti Sii benedetto, Signore. Figlio: Per il pane, dal quale viene la pace del Cristo: Tutti Sii benedetto, Signore. Figlio: Per il pane, in cui Gesù si offre alla nostra fame di vita: Tutti Sii benedetto, Signore. Buon appetito!
VENERDI’ 12 giugno All’ora stabilita ci si trova insieme attorno alla tavola preparata con tovaglia, stoviglie, acqua-pane-vino (o altra bevanda), un cero acceso e, accanto, dei fiori. Il papà o la mamma invitano a fare il segno di croce, e invitano tutta la famiglia a 12 ringraziare il Signore per tutti i bambini che in tutte le parrocchie del mondo hanno celebrato o celebreranno la Messa di prima comunione… Ad ogni intervento si risponde insieme: BENEDETTO SEI TU, SIGNORE! Poi si ascolta la Parola di Dio: Ascoltiamo la Parola di Dio dal VANGELO DI GIOVANNI (6, 48-51) Gesù disse: “Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo". Parola del Signore Il papà o la mamma possono dare una breve spiegazione: Gesù dice di se stesso IO SONO IL PANE DELLA VITA. Cosa voleva dire? Perché non vi scambiate qualche impressione veloce, prima di mangiare, sulla vostra esperienza di mangiare, di crescere… e anche il fare la comunione alla messa? Perché Gesù dice di essere il “pane della vita”?... Pane e carne: Gesù anticipa qui ciò che farà nella sua passione/morte… Ringraziamo e preghiamo con queste parole: Grazie, Signore, perché sei rimasto fra noi come pane spezzato per sfamare tutti. Perché nel tuo corpo frantumato, ci insegni come trovare la gioia. Perché nel tuo pane c’è la via per comprendere a cosa siamo chiamati. Perché nel tuo corpo ci chiedi di diventare Eucaristia per gli altri. Perché nella nostra debolezza, vuoi mostrare la tua potenza.
Ecco ciò che siamo. Trasforma il nostro corpo nel tuo corpo. Trasforma il nostro pane nel tuo pane. Ed allora molti saranno sfamati per la vita eterna. Amen 13 Buon appetito! SABATO 13 giugno All’ora stabilita ci si trova insieme attorno alla tavola preparata con tovaglia, stoviglie, acqua-pane-vino (o altra bevanda), un cero acceso e, accanto, dei fiori. Il papà o la mamma invitano a fare il segno di croce, e invitano tutta la famiglia a ringraziare il Signore per questi giorni di preghiera comune in preparazione alla festa del Corpus Domini. Cosa ci è piaciuto di più? Diciamolo ad alta voce e ogni volta ripetiamo: BENEDETTO SEI TU, SIGNORE! Poi si ascolta la Parola di Dio: Ascoltiamo la Parola di Dio dal VANGELO DI GIOVANNI (6, 53-58) Gesù disse loro: "In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane
disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno". Parola del Signore. Il papà o la mamma fanno questo invito: Oggi non spieghiamo… Rileggiamo con calma questo brano del Vangelo e poi 14 facciamo 30 secondi di silenzio per far entrare bene dentro di noi le parole di Gesù. …….(silenzio)…. Ora preghiamo insieme: Ti prendi cura di noi, Signore, ci nutri con il Tuo corpo e il Tuo sangue e con ogni mezzo ci unisci strettamente a Te. Fa’ che non restiamo indifferenti e pigri dinanzi a tanto amore! Con quanto desiderio i piccoli si attaccano al petto della madre succhiando con le labbra il latte materno! Fa’ che anche noi ci avviciniamo a questa mensa e a questo calice spirituale con lo stesso ardore. Fa’ che attiriamo a noi la grazia dello Spirito e che l’unico dolore per noi sia l’essere privati di questo cibo. (San Giovanni Crisostomo) Buon appetito!
Il miracolo eucaristico di Bolsena In un giorno imprecisato dell'anno 1263, forse nella tarda estate, giunse alla chiesa di Santa Cristina (attuale santuario del miracolo eucaristico) un 15 sacerdote teutonico, al quale più tardi la tradizione attribuì un nome, Pietro, e una città d'origine, Praga. Sempre secondo la tradizione, Pietro aveva intrapreso il lungo e disagevole pellegrinaggio per sentirsi fortificato nelle verità di fede che in quel momento mettevano in crisi la sua identità di sacerdote, fra tutte la presenza reale di Cristo nell'eucaristia. Nell'animo di Pietro il ricordo della martire Cristina, la cui fortezza non aveva vacillato di fronte al martirio, aprì uno spiraglio. Dopo aver venerato devotamente la tomba della santa, in quel luogo celebrò l'eucaristia. Di nuovo i suoi dubbi cominciarono a turbargli la mente e il cuore; pregò intensamente la santa perché intercedesse presso Dio di donargli quella forza, quella certezza nella fede che l'avevano distinta nella prova estrema. Al momento della consacrazione, mentre teneva l'ostia sopra il calice, pronunciate le parole rituali, questa apparve visibilmente arrossata di sangue che copiosamente stillava bagnando il corporale. Al sacerdote mancò la forza di continuare il rito; pieno di confusione e di gioia, avvolse le specie eucaristiche nel corporale e si portò in sagrestia. Durante il percorso alcune gocce di sangue caddero anche sui marmi del pavimento e dei gradini dell'altare. Ripresosi dallo sbigottimento, accompagnato dai canonici di Santa Cristina e dai testimoni del prodigio, Pietro si recò nella vicina Orvieto dove temporaneamente soggiornava con la sua corte papa Urbano IV, al quale confessò il suo dubbio chiedendo il perdono e l'assoluzione. Il sommo pontefice inviò subito a Bolsena Giacomo, vescovo di Orvieto, accompagnato, secondo la leggenda, dai teologi Tommaso d'Aquino e Bonaventura da Bagnoregio, per verificare il fatto e portare fino a lui le reliquie. Al ponte di Rio Chiaro, oggi ponte del Sole, avvenne l'incontro tra il vescovo, che tornava da Bolsena con le reliquie del miracolo, e il papa che,
con il clero orvietano, i dignitari della sua corte e una grande folla agitante rami di ulivo, gli si era processionalmente recato incontro. Genuflesso, Urbano IV ricevette l'ostia e i lini intrisi di sangue, li portò, tra la commozione e l'esultanza di tutti, nella cattedrale orvietana di Santa Maria, e dopo averli mostrati al popolo, li pose nel sacrario. Del prete teutonico non si seppe più nulla. 16 Nello stesso tempo, durante la permanenza di Urbano IV a Orvieto, venne istituita dal pontefice la solennità del Corpus Domini con la bolla Transiturus de hoc mundo: l'11 agosto 1264 per il patriarcato di Gerusalemme e l'8 settembre per la Chiesa universale. Inoltre, fu affidato a Tommaso d'Aquino il compito di stendere officiatura e messa per la nuova festività, stabilendo che questa venisse celebrata il giovedì dopo l'ottava di Pentecoste.
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