DPCM, BELLANOVA SI BATTE PER SALVARE FLOROVIVAISMO. OGGI IL PRECEDENTE DEL MINISTERO SALUTE. ECCOLO - Agricolae
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DPCM, BELLANOVA SI BATTE PER SALVARE FLOROVIVAISMO. OGGI IL PRECEDENTE DEL MINISTERO SALUTE. ECCOLO P a l a z z o C h i g i a l l a v oro per la messa a punto del nuovo Dpcm che sarà approvato dal Cdm nel fine settimana che prevede ulteriori restrizioni con l’obiettivo di far fronte all’emergenza crescente del Coronavirus. Tra le misure sembrerebbero ci sia – oltre all’estensione del periodo di sospensione delle scuole, che da quanto aveva appreso AGRICOLAE già nei giorni scorsi saranno riaperte direttamente a settembre – anche ulteriori limizioni agli spostamenti e agli orari di apertura dei negozi. Sempre da quanto apprende AGRICOLAE da fonti interne il
ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Teresa Bellanova si starebbe battendo con forza in queste ore per escludere i prodotti deperibili da quelli nella lista la cui vendita è sospesa. Obiettivo è ‘salvare’ il settore florovivaistico italiano, che ha subito finora danni per circa un miliardo di euro. Anche perché il precedente formale c’è, è del ministero della Salute. Una circolare con la quale si escludono alcuni prodotti del settore ‘garden’ dai prodotti la cui vendita è sospesa. Sebbene ci una differenza tra i prodotti agricoli legati al ciclo produttivo necessario per l’approvigionamento dei beni di prima necessità e quelli genericamente deperibili, la circolare del ministero di Speranza apre tuttavia la strada a ‘correzioni in corsa’. Per saperne di più: CORONAVIRUS, MINISTERO SALUTE PRENDE INIZIATIVA ED ESCLUDE SEMENTI DAI PRODOTTI LA CUI VENDITA E’ SOSPESA. ECCO LA CIRCOLARE La circolare del ministero della Salute: CIRCOLARE DGSAN SU SEMENTI Era già stato scritto: AGRINSIEME: FLOROVIVAISMO, MERCATO FERMO A CAUSA DEL CORONAVIRUS; IN GIOCO C’E’ LA TENUTA DI UN INTERO COMPARTO Posted by Redazione × Pubblicato il 13/03/2020 at 17:19 “Il protrarsi dell’attuale situazione emergenziale legata alla pandemia del COVID-19, o Coronavirus, sta mettendo a serio rischio la tenuta del florovivaismo italiano, a causa del mercato fermo, del completo azzeramento degli eventi, della chiusura dei mercati ambulanti rionali, ma anche e soprattutto
per le numerose disdette provenienti dal mercato estero, legate alla disinformazione e a fenomeni di opportunismo e concorrenza sleale”. Lo sottolinea il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, che ha scritto una lettera alla Ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova, chiedendo interventi immediati. “Perdere la stagione primaverile, infatti, significherebbe dire addio al 60% circa dei ricavi annuali dell’intero sistema florovivaistico, con perdite che potrebbero arrivare addirittura al 100% per i produttori che si dedicano a produzioni esclusivamente primaverili”, sottolinea il Coordinamento, ricordando che “il florovivaismo italiano, con una superficie coltivata di 29mila ettari, 27mila aziende produttrici e 100mila persone impiegate, produce un giro d’affari di circa 2,5 miliardi di euro l’anno, per un valore che rappresenta oltre il 5% della produzione agricola totale”. “Siamo consapevoli del fatto che i fiori e le piante in questo momento non sono beni di prima necessità, ma lo sono per i produttori, che hanno già investito per produrre e mettere a disposizione del mercato un prodotto di prima qualità”, continua Agrinsieme. “In ragione di ciò, è fondamentale lavorare per consentire che il comparto possa beneficiare di moratorie su mutui, finanziamenti e pagamenti per le aziende, cassa integrazione per i lavoratori in deroga alle attuali regole, rinvio del pagamento dei contributi previdenziali e delle imposte, sostegno al reddito per i soci produttori delle cooperative; è inoltre fondamentale garantire lo sblocco dei pagamenti dei contributi per le aziende in graduatoria di PIF e PSR che hanno già sostenuto gli investimenti e, al termine del periodo di emergenza, portare avanti un’ampia campagna di sensibilizzazione della popolazione”, conclude il Coordinamento di Agrinsieme.
CORONAVIRUS: COLDIRETTI, APPASSITI UN MILIARDO DI FIORI E PIANTE Posted by Redazione × Pubblicato il 18/03/2020 at 16:43 L’emergenza Coronavirus sta mettendo in ginocchio uno dei settori più belli e amati del made in Italy, quello del florovivaismo con un miliardo di fiori e piante che nell’ultimo mese sono appassiti e andati distrutti con il divieto di cerimonie come battesimi, matrimoni, , lauree e funerali ma anche per il blocco della mobilità. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sugli effetti economici delle misure di prevenzione adottate. Niente fiori per gli innamorati, per la mamma, per i propri cari nei cimiteri che in molti casi restano chiusi come – sottolinea la Coldiretti – i mercati settimanali, i fioristi e i centri giardinaggio. E in difficoltà – precisa la Coldiretti – sono anche per le esportazioni con i blocchi al confine ed in dogana di tanti paesi, UE ed extra-UE, i ritardi e le difficoltà del trasporto su gomma. In Italia – riferisce la Coldiretti – sono crollati gli acquisti di fiori recisi, di fronde e fiori in vaso, le produzioni tipiche della primavera e si sono fermate anche le vendite e l’export di alberature e cespugli, in un periodo in cui per molte aziende si realizza oltre il 75% del fatturato annuale, grazie ai tanti appassionati dal pollice verde che con l’aprirsi della stagione riempiono di piante e fiori case, balconi e giardini. All’estero molti Paesi, come Croazia, Albania, Grecia e Romania, ma anche Spagna e Francia, dove sono dirette le piante da esterni Made in Italy, da giorni stanno facendo blocchi o richiedono quarantena agli autisti anche se loro concittadini mentre in Austria i controlli causano decine di km di code alla frontiera.
Una vero disastro per un settore dove sono impegnate 27.000 imprese una filiera che occupa oltre 200.000 persone, che ora si trovano in gravissime difficoltà afferma la Coldiretti che invita a mettere fiori e piante nei propri giardini, orti e balconi come segno benaugurante con l’arrivo della primavera che segna il momento del risveglio #balconifioriti. Il giardinaggio, l’orticoltura e la cura di piante e fiori su balconi e terrazze, sono uno dei più potenti anti-stress conosciuti, tanto che esistono attività riabilitative che si basano proprio sugli effetti del verde nel dare maggiore serenità alle persone. E non poter vivere il verde nel momento in cui si apre la stagione ed esplode la natura – precisa la Coldiretti – è una sofferenza per tanti Il settore ha bisogno di misure urgenti per dare liquidità alle aziende, con finanziamenti a tasso zero ed una sospensione delle scadenze dei mutui, delle bollette, interventi straordinari come la cassa integrazione per i dipendenti ed interventi – conclude la Coldiretti – per sostenere le imprese che hanno perso la produzione per l’impossibilità di commercializzarla in conseguenza delle limitazioni nel commercio interno ed estero. CORONAVIRUS, PRANDINI: CHIESTO A UE SLITTAMENTO PRESENTAZIONE PAC. AL LAVORO
CON GALLERA, ROLFI E BELLANOVA PER GARANTIRE MOVIMENTAZIONE MERCI SETTORE FARMACEUTICO E AGROALIMENTARE “ M a i c o m e i n q u e s t o momento dobbiamo puntare sulla distintività del made in Italy e invitare tutti i sistemi della distribuzione, dai piccoli ai grandi, perché acquistino i prodotti agroalimentari made in Italy, soprattutto nel fresco e nel freschissimo. Con la crisi di Horeca e della ristorazione sono infatti i settori piu esposti alla crisi e quindi facilmente soggetti ad entrare in difficoltà”. Così ad AGRICOLAE il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in merito all’emergenza sanitaria ed economica – oltre che sociale – causata dalla diffusione del Coronavirus su tutto il territorio nazionale. L’interlocuzione, spiega Prandini, non è solo a livello nazionale con il governo e le regioni ma anche a livello europeo.
“Ci stiamo muovendo sulla Pac e sul Psr perché i tagli previsti vengano evitati per tutti quei paesi segnati e colpiti dal virus”, spiega. “Si tratta di una forma di certezza necessaria per il rilancio delle attività produttive. Occorre che si tenga in considerazione che l’Italia non può essere penalizzata sul tema della Pac. Ancora meglio se si evitano i tagli per tutti i paesi comunitari”. Se una delle priorità di questo governo e della commissione europea è la politica ‘verde’ a contrasto dei cambiamenti climatici, occorre tenere conto che il new green deal passa per gran parte proprio per l’attività agricola. “La spesa destinata all’agricoltura è minima se si fa la somma del bilancio comunitario e la spesa dei singoli paesi comunitari. Anche perché ricordiamo che il cibo viene al primo posto”, precisa poi il presidente Coldiretti. Due le categorie di assoluta priorità in questo momento: il settore farmaceutico (dato che si tratta di un emergenza sanitaria) e la disponibilità di viveri (come dimostra il comportamento degli italiani in queste ore). “Anche questa mattina abbiamo lavorato con l’assessore Gallera e l’assessore Rolfi assieme con il ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova rispetto alla richiesta – in caso di ulteriore eventuale restrizione da parte della regione Lombardia della movimentazione delle merci – perché chi rappresenta il settore farmaceutico e il settore agroalimentare non venga toccato”. Per garantire l’approvigionamento di cibo e medicine. “Il lavoro è continuo e costante per garantire i cittadini che mai come oggi c’è disponibilità di cibo”, continua ancora il presidente Coldiretti. Che ricorda come “rispetto al 2019, nello stesso periodo, abbiamo un aumento in termini produttivi di oltre il 6 per cento”. E’ chiaro che poi al contempo diciamo che – vista la difficoltà e tenuta presente la libertà
dei soggetti e degli operatori – invitiamo a utilizzare i prodotti italiani. Ma non si tratta di sovranismo o nazionalismo. Ma di patriottismo”. Infine Prandini spiega di aver chiesto alla commissione Ue “lo slittamento per quanto riguarda la domanda della Pac perché sia data la possibilità all’Italia di prensentarla entro tutto luglio al fine di evitare ingolfamenti negli uffici. Contestualmente chiediamo anche lo slittamento dei controlli sui Piani di sviluppo rurale. Le regioni rischiano altrimenti di essere fortemente rallentate e di perdere queste risorse. Ci aspettiamo una risposta Ue a brevissimo giro”, conclude. CORONAVIRUS, FONDO DA 350MLN PER AGRICOLTURA E DA 20 MLN PER LA PESCA. RIMBORSO PER LE MANCATE PRESENZE TURISTICHE. ECCO LE MISURE DEL GOVERNO
T u t t i a l l a v o r o – d o p o l ’ i ncontro tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il sistema produttivo composto da ABI – Coldiretti – Confagricoltura – Cia – Copagri- Confapi – Confindustria – Legacoop – Confcooperative- Agci- Rete Imprese Italia (Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti) – Cgil – Cisl – Uil sul decreto deputato a sostenere il comparto a fronte dell’emergenza causata dall’espandersi del Coronavirus. AGRICOLAE, che ha potuto visionare la bozza dei provvedimenti di natura agricola ed agroalimentare, pubblica qui di seguito le misure più importanti: All’articolo 1 figurano le “Misure in favore del settore agricolo”. “Al fine di assicurare la ripresa economica e produttiva delle
imprese agricole per i danni diretti o indiretti derivanti dall’emergenza COVID-19 nello stato di previsione del Mipaaf – si legge – è istituito un Fondo con una dotazione pari a 350 milioni di euro per l’anno 2020″. Fondo destinato a: -“Riconoscimento di contributi per la copertura, totale o parziale, degli interessi passivi dei finanziamenti erogati dalle banche per la ristrutturazione dei debiti; -alla copertura dei costi sostenuti per interessi maturati negli anni 2018 e 2019 su mutui bancari contratti dalle imprese; -alla concessione di mutui a tasso zero, della durata non superiore ai 15 anni, finalizzati all’estinzione dei debiti bancari in essere al 31 gennaio; -sostegno delle filiere in crisi”. Entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge con decreto di natura non regolamentare del ministero delle Politiche agricole, d’intesa con la Conferenza Stato Regioni, saranno definiti i criteri e le modalità di funzionamento del Fondo di cui al comma 1 nel rispetto delle disposizioni stabilite del Regolamento europeo 316 del 2019 della Commissione Ue relativo all’applicazione degli articolo 107 e 108 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea agli aiuti ‘de minimis’ nel settore agricolo. “Alle imprese agricole autorizzate – si legge ancora – all’esercizio dell’attività agrituristica e risultanti regolarmente inserite e attive sul repertorio nazionale dell’agriturismo istituito con decreto del ministro delle Politiche agricole e alimentari e forestali 3 giugno 2014 è concesso un contributo straordinario per ogni mancata presenza determinata dalla differenza tra le presenze effettive del periodo gennaio-giugno 2019 e quelle del medesimo periodo del
2020”. Le mancate presenze dovute a disdette saranno quantificate sulla base delle comunicazioni effettuate alle competenti questure ai sensi della normativa sulla sicurezza pubblica. Ma viene anche concesso un contributo straordinario per mancata presenza alle altre aziende agrituristiche che non offrono servizio di alloggio. In questo caso per il calcolo, si adotterà la percentuale di riduzione media a livello regionale. Il contributo – da quanto si apprende – arriverà fino al tetto dei 55 milioni di euro per l’anno 2020 sulla base dei criteri e delle modalità definite con decreto di natura non regolamentare del ministro delle Politiche agricole Bellanova d’intesa con la Conferenza Stato Regioni nel rispetto delle Regolamento Ue relativo all’applicazione degli aiuti de minimis nel settore agricolo. All’articolo 2 vengono invece definite le “misure in favore della pesca e dell’acquacoltura”: Al fine di assicurare la ripresa economica e produttiva del settore ittico, verrà istituito un Fondo di 20 milioni di euro per il 2020. Entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore saranno definiti i criteri di concerto Mipaaf e Conferenza Stato- Regioni. All’articolo 1 comma 515 della legge del 27 dicembre 2019 n.160 le parole “nel limite di” fino a “pari a 30 euro” sono sostituite dalle seguenti “nel limite di spesa di 17 milioni di euro per l’anno 2021, un’indennità giornaliera omnicomprensiva pari a 45 euro”. Inoltre le disposizioni di cui all’articolo 41, comma 2 del decreto elgge 26 ottobre 2019 n.124 convertito con modificazioni dalla legge 19 dicembre 2019 n.157, saranno
estese al settore della Pesca. PIL: COLDIRETTI, CLIMA ESTREMO TAGLIA AGRICOLTURA (-1,6%) L’andamento climatico avverso con il 60% in più rispetto all’anno precedente di eventi estremi fra tempeste, vento, trombe d’aria, grandine e caldo fuori stagione ma anche il crollo dei prezzi all’origine hanno tagliato dell’1,6% il valore aggiunto lordo in agricoltura che nel 2019 risulta il settore produttivo con la performance peggiore. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti in relazione ai dati Istat sull’andamento del Pil in Italia. Il taglio della produzione nei campi – spiega Coldiretti – ha coinvolto quasi tutti i comparti dal vino (-12%) alla frutta (-3%) fino ai cereali (-2,6%) con l’olio d’oliva in controtendenza (+32%). A pesare e l’eccezionalità degli eventi atmosferici che – evidenzia Coldiretti – è ormai diventata la norma anche in Italia tanto che siamo di fronte ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione. Il 2019 è stato in Italia in quarto anno più caldo dal 1800 con una temperatura superiore addirittura di 0,96 gradi rispetto alla media di riferimento secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr ma a pesare e anche la più elevata frequenza di fenomeni estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal maltempo alla siccità. Una situazione meteo alla quale si aggiunge una sostanziale deflazione nei campi dove la frutta, dalle albicocche alle pesche, è stata pagata pochi
centesimi, circa il 30% in meno rispetto allo scorso anno e al di sotto dei costi di produzione. Gli agricoltori – sottolinea la Coldiretti – per potersi permettere un caffè devono vendere tre chili di frutta sulla quale pesano quest’anno i drammatici attacchi della cimice asiatica che nelle regioni del Nord ha distrutto i raccolti in numerose aziende. La Coldiretti ha presentato un piano nazionale per affrontare la nuova calamità ma – conclude la Coldiretti – è necessario al più presto il recepimento della direttiva (UE) 2019/633 in materia di pratiche commerciali sleali del 17 aprile 2019 per ristabilire condizioni contrattuali più eque lungo la catena di distribuzione degli alimenti, con l’introduzione di elementi contrattuali e sanzionatori certi rispetto a prassi che finora hanno pesantemente penalizzato i produttori. MAFIA: COLDIRETTI, DA MERCATI A RISTORANTI BUSINESS 24,5 MLD Dai mercati ai supermercati fino ai ristoranti, il volume d’affari delle agromafie è salito a 24,5 miliardi di euro con attività che riguardano l’intera filiera del cibo. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’ operazione del comando provinciale dei carabinieri di Latina nell’ambito dei trasporti nel Mercato ortofrutticolo di Fondi. Le mafie – spiega la Coldiretti – condizionano il mercato agroalimentare stabilendo i prezzi dei raccolti, gestendo i trasporti e lo smistamento, il controllo di intere catene di supermercati, l’esportazione del nostro vero o falso Made in Italy, e lo sviluppo ex novo di reti di smercio al minuto. In questo modo la malavita si appropria – continua la Coldiretti – di vasti
comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma anche compromettendo in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy. La frutta e verdura sono sottopagate agli agricoltori nei campi su valori che spesso non coprono neanche i costi di produzione, ma i prezzi – rileva la Coldiretti – moltiplicano fino al 300% dal campo alla tavola anche per effetto del controllo monopolistico dei mercati operato dalla malavita in certe realtà territoriali. In questo contesto – sottolinea la Coldiretti – è importante la recente approvazione nel Consiglio dei ministri del disegno di legge sui reati agroalimentari che fa diretto riferimento al testo di riforma predisposto da Giancarlo Caselli nell’ambito dell’Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti. Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto – conclude la Coldiretti – confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione avviando al piu’ presto il percorso di approvazione parlamentare del provvedimento. CORONAVIRUS, CONTE CONVOCA SISTEMA PRODUTTIVO IL 4 MARZO ALLE 16 A PALAZZO CHIGI
D a q u a n t o a p p r e nde AGRICOLAE e come anticipato, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha convocato il sistema produttivo del Paese il 4 marzo alle 16:00 a Palazzo Chigi per fare il punto sull’emergenza economica causata dal Coronavirus e sulle possibili soluzioni da portare in Cdm. Coinvolti l’ABI, Confindustria, Confagricoltura, Coldiretti, Cia, Copagri, Confcooperative, Legacoop, Agci, Confapi, Rete Imprese e i sindacati agricoli. Era già stato scritto: CORONAVIRUS. CONTE INCONTRERÀ SISTEMA PRODUTTIVO. ABI, CONFAGRICOLTURA, COLDIRETTI, CONFINDUSTRIA, RETE IMPRESE, LEGACOOP, CONFCOOPERATIVE, AGCI, CONFAPI E SINDACATI: TORNARE A NORMALITÀ Posted by Redazione × Pubblicato il 27/02/2020 at 19:42
D a q u a n t o p r e n d e A G R I C OLAE sembrerebbe che il presidente del consiglio Giuseppe Conte stia per convocare il sistema produttivo per fare il punto sull’emergenze e Coronavirus prima di portare in Cdm i decreti ad hoc. “Il nostro Paese sta in questi giorni affrontando una situazione di forte criticità a causa della diffusione del Coronavirus. Ciò impone a noi parti sociali, al Governo, alle Regioni, a tutte le autorità e agli esponenti della società civile di lavorare insieme, mettendo a fattor comune gli sforzi e agendo in maniera coordinata per consentire al nostro Paese di superare questa fase in maniera rapida ed efficace”, scrivono in una nota congiunta ABI – Coldiretti – Confagricoltura – Confapi – Confindustria – Legacoop – Confcooperative- Agci- Rete Imprese Italia (Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti) – Cgil – Cisl – Uil. “Nei giorni scorsi sono state tempestivamente assunte diverse misure per contenere il rischio sanitario a beneficio di tutti
i cittadini. Gli esperti e le organizzazioni internazionali, a partire dall’OMS, ci hanno rassicurato sui rischi del virus e sulle corrette prassi per gestire questa situazione, che tutti noi siamo chiamati a rispettare. Dopo i primi giorni di emergenza, è ora importante valutare con equilibrio la situazione per procedere a una rapida normalizzazione, consentendo di riavviare tutte le attività ora bloccate e mettere in condizione le imprese e i lavoratori di tutti i territori di lavorare in modo proficuo e sicuro a beneficio del Paese, evitando di diffondere sui mezzi di informazione una immagine e una percezione, soprattutto nei confronti dei partner internazionali, che rischia di danneggiare durevolmente il nostro Made in Italy e il turismo. Oltre alle misure urgenti che il Governo ha adottato, o si appresta ad adottare, di necessario sostegno alle imprese e al reddito dei lavoratori, questo è il momento per costruire un grande piano di rilancio degli investimenti nel Paese che contempli misure forti e straordinarie per riportare il lavoro e la nostra economia su un percorso di crescita stabile e duratura. Un ruolo importante dovrà essere svolto anche dalle Istituzioni europee, per creare le migliori condizioni per un rilancio economico dell’Italia nell’interesse della stessa Unione Europea”. CORONAVIRUS, ITALIA
PENALIZZATA DA PAESI UE PER EFFICIENZA DEI SUOI CONTROLLI. AL NORD RUMENI IN FUGA DAI CAMPI Non si arresta l’emergenza Coronavirus in Italia. Continua a crescere il numero dei contagiati, 374 secondo gli ultimi dati della Protezione civile – di cui quattro minori, e sono salite a 12 le vittime. Mentre il Paese sta impiegando tutti gli sforzi possibili per isolare i focolai di Covid 19, ci sono tensioni su due fronti. Quello interno, che ha visto contrapporsi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il governatore della Regione finora maggiormente colpita – la Lombardia – Attilio Fontana, e quello estero, con sempre più paesi che stanno isolando l’Italia, sconsigliando di intraprendere viaggi o non permettendo ai nostri connazionali l’ingresso. La nostra “emergenza” secondo molti nasce però dall’efficienza, ovvero dal numero elevato di controlli per individuare tutti i possibili casi. Cosa che non sta avvenendo in altri paesi. Il paragone più spesso citato è con la Francia dove sono stati fatti soltanto poche centinaia di tamponi contro i nostri oltre 9.000. Stesso meccanismo che ha sempre contraddistinto il nostro sistema agroalimentare sottoposto a rigorose verifiche che hanno portato allo scoperto anche frodi, esponendo a volte intere filiere a processi mediatici. “Diremo agli omologhi europei e all’Oms che l’Italia sta rivelando a tutto il mondo questi dati, ma questo non deve portare a nessun fraintendimento – ha assicurato Conte -. Il nostro sistema sanitario è eccellente e le misure di cautela
sono di massimo rigore”. Un’azione che avrà “un effetto contenitivo della diffusione del virus”. Gli effetti del Coronavirus rischiano però di presentare un conto molto salato alla nostra economia. Ad essere fortemente penalizzata potrebbe essere anche l’agricoltura. A lanciare l’allarme è oggi la Coldiretti che parla di rischio paralisi per il lavoro di 500 aziende agricole negli undici comuni della zona rossa fra Lombardia e Veneto a causa dei provvedimenti restrittivi adottati in aree a forte vocazione agricola, dagli allevamenti ai vigneti, dagli agriturismi alle cantine. Nella fascia di quarantena, spiega la Coldiretti, vivono oltre centomila fra mucche e maiali ed e’ necessario garantire una adeguata assistenza nelle stalle e della forza lavoro nei campi, anche in vista delle semine. Per il vino il problema maggiore riguarda il blocco delle visite nelle cantine e i lavori fra i vigneti mentre gli agriturismi sono vuoti. Le difficoltà – sottolinea la Coldiretti – si estendono in realtà all’intera area della pianura padana dove nasce oltre 1/3 del Made in Italy agroalimentare, direttamente condizionato dall’emergenza coronavirus nell’attività produttiva e commerciale. A questo si aggiunge la decisione della Romania di mettere in quarantena tutti i cittadini provenienti dalle regioni Lombardia e Veneto. Un provvedimento che rischia di privare l’agricoltura italiana dei centomila lavoratori che ogni anno dalla Romania raggiungono l’Italia per le attività stagionali nelle campagne. AL VIA MANIFESTO
CONFINDUSTRIA E MONDO AGRICOLO E COOPERATIVO PER FARE SQUADRA SU MADE IN ITALY. COLDIRETTI HA DETTO NO U n “ m a n i f e s t o ” p e r f a re “buona Impresa” sottoscritto da Confagricoltura, l’Alleanza delle cooperative (Confcooperative, Legacoop e Agci), Confagricoltura, Cia e Copagri per fare squadra sui temi importanti dell’agroalimentare made in Italy e andare più forti sui tavoli europei e internazionali. Da quanto apprende AGRICOLAE è stato messo a punto un documento che vede una comunione di intenti relativa alle questioni che possono cambiare il corso delle cose. Cinque i grandi temi:
La crescita sostenibile (per tornare a crescere almeno dell’1 per cento nel triennio) nel rispetto del lavoro e della parità di genere. I consumi che devono essere di più e “nuovi”. Obiettivo è dare vita a una riattivazione che possa avere effetti positivi sul ciclo economico. Investimenti sul futuro: attraverso il rilancio delle infrastrutture – non solo materiali – con un programma di almeno 50 miliardi di euro nel triennio (circa un punto di Pil l’anno) da scomputare dalle regole di conteggio dei parametri del Patto di Stabilità e di crescita. Puntare su innovazione e alla transizione ecologica del sistema imprenditoriale italiano. E un riequilibrio degli investimenti per la manutenzione attiva del territorio. Ma non solo: anche un rilancio degli investimenti pubblici nel Mezzogiorno e nelle infrastrutture sociali. Che possa avere un’attenzione mirata verso le nuove generazioni. La Buona Impresa: proseguire verso una crescita che garantisca dignità ai lavoratori, equità fiscale e legalità. Anche per colmare gap della competitività. Infine Responsabilità e riforma dei corpi intermedi: per riconnettere e proteggere un tessuto economico e sociale in sofferenza e tutelare insieme legittimi interessi di parte e l’interesse generale del Paese. Anche attraverso una legge sulla rappresentanza, oggi mancante. Sempre da quanto apprende AGRICOLAE sembrerebbe che il Manifesto – che è aperto a tutti i soggetti che vogliono entrarvi – sia stato offerto anche alla Coldiretti che ha preferito restarne fuori.
INCONTRO “ISTITUZIONALE” TRA UNAITALIA E COLDIRETTI: IN GIOCO EVENTUALE ADESIONE AZIENDE IN FILIERA ITALIA: “ANCORA IN FASE DI VALUTAZIONE” C o n t i n u a l a campagna acquisti di Filiera Italia. Da quanto apprende AGRICOLAE si è svolto ieri a palazzo Rospigliosi un incontro di natura istituzionale tra UnaItalia, l’associazione di categoria che tutela e promuove le filiere agroalimentari italiane delle carni e delle uova che rappresenta oltre il 90% dell’intera filiera avicunicola nazionale, e Coldiretti per l’eventuale adesione di alcune aziende in Filiera Italia. Da quanto si apprende da fonti interne è stata “una cordiale e utile chiacchierata che ha portato a un confronto sui temi della filiera. Ma l’adesione di alcune aziende avicole a Filiera Italia è ancora in fase di valutazione”.
FILIERA ITALIA. FERRERO ESCE D a q u a n t o a p p r e n d e A GRICOLAE Ferrero, il gigante della Nutella, è uscita da Filiera Italia, la realtà associativa nata dalla spinta Coldiretti per mettere insieme il mondo agricolo e l’industria agroalimentare italiana d’eccellenza insieme per difendere tutta la filiera agroalimentare nazionale dove era entrata ad ottobre 2017. Sempre da quanto si apprende la motivazione ufficiale sarebbe il fatto che la rete nata come associazione ha cambiato il proprio statuto in fondazione. Proprio a seguito dell’uscita di Ferrero da Filiera Italia nei primi giorni di dicembre sia Matteo Salvini che Matteo Renzi hanno fatto tweet relativi ai dolci prodotti dalla nota casa dolciaria. Per saperne di più:
FILIERA ITALIA, CONSEGUENZA DELLA ‘LOTTA’ TRA LA CARNE E LA PASTA IN FEDERALIMENTARE? MA ANCHE DELL’OLIO DI PALMA.. Posted by Redazione × Pubblicato il 09/11/2017 at 17:42 Potrebbe essere l’ex presidente dell’Agenzia per i Monopoli di Stato e delle dogane Giuseppe Peleggi tra i vertici di Filiera Italia Potrebbe essere l’ex presidente dell’Agenzia per i Monopoli di Stato e delle dogane Giuseppe Peleggi tra i vertici di Filiera Italia, l’associazione che vede unite Coldiretti, l’industria della carne e Ferrero. Ma qual è il patto di sangue che lega i due giganti dell’industria (Ferrero e Cremonini) e il gigante dell’agricoltura (Coldiretti)? Sembrerebbe essere la guerra intestina che da anni si consuma all’interno della Federalimentare tra chi produce carne e chi produce pasta. La questione infatti si inserisce in una dinamica di annosi scontri tra il mondo della carne di cui il leader assoluto è Cremonini, (l’ad Luigi Scordamaglia è anche presidente di Federalimentare) e il mondo della pasta (il numero uno al mondo è Barilla che ha fondato anni fa la fondazione sulla sostenibilità ambientale le cui ricerche hanno messo spesso sulla gogna la produzione zootecnica). Attriti tali da spaccare il ramo alimentare della Confindustria. Lo scontro tra la carne e la pasta è noto da tempo agli addetti del settore. L’entrata in squadra di Ferrero si inserisce in una lotta sistemica e sinergica per difendere il made in Italy tutto – compreso il Know how – contro gli attacchi francesi (appunto contro la Nutella) e inglesi (l’etichetta a semaforo su tutti
ma anche i recenti articoli pubblicati da The Guardian). Di mezzo sembra esserci però anche l’affaire olio di palma. Da quanto apprende AGRICOLAE infatti, sia Barilla che Ferrero avevano aderito al Rspo, round table for sustenaible palm oil. In pratica un tavolo deputato a rendere ‘sostenibile’ l’olio di palma, senza rinnegarne l’uso. Ma mentre la Nutella ne ha difeso l’utilizzo fino alla fine contro gli attacchi mediatici della Francia, la Barilla ha fatto una fuga in avanti da assolo che potrebbe non essere piaciuta. Pubblicizzando d’un tratto le merendine olio di palma free. Andando a ‘corrompere’ quello stesso tavolo di cui faceva parte. Senza contare la guerra portata avanti da anni da parte della Coldiretti sul grano importato per fare la pasta… Ora, la figura di Peleggi tra i dirigenti – al di là delle scelte e delle cariche ‘politiche’ – potrebbe essere in linea con gli obiettivi della Filiera Italia. Tra cui anche l’export. Dopo tanto tempo di chilometri zero, ora si guarda oltre confine insieme all’industria.
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