DPCM, BELLANOVA SI BATTE PER SALVARE FLOROVIVAISMO. OGGI IL PRECEDENTE DEL MINISTERO SALUTE. ECCOLO - Agricolae

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DPCM, BELLANOVA SI BATTE PER SALVARE FLOROVIVAISMO. OGGI IL PRECEDENTE DEL MINISTERO SALUTE. ECCOLO - Agricolae
DPCM, BELLANOVA SI BATTE PER
SALVARE FLOROVIVAISMO. OGGI
IL PRECEDENTE DEL MINISTERO
SALUTE. ECCOLO
                                                                 P
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oro per la messa a punto del nuovo Dpcm che sarà approvato dal
Cdm nel fine settimana che prevede ulteriori restrizioni con
l’obiettivo di far fronte all’emergenza crescente del
Coronavirus.

Tra le misure sembrerebbero ci sia – oltre all’estensione del
periodo di sospensione delle scuole, che da quanto aveva
appreso AGRICOLAE già nei giorni scorsi saranno riaperte
direttamente a settembre – anche ulteriori limizioni agli
spostamenti e agli orari di apertura dei negozi.

Sempre da quanto apprende AGRICOLAE da fonti interne il
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ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali
Teresa Bellanova si starebbe battendo con forza in queste ore
per escludere i prodotti deperibili da quelli nella lista la
cui vendita è sospesa.

Obiettivo è ‘salvare’ il settore florovivaistico italiano, che
ha subito finora danni per circa un miliardo di euro.

Anche perché il precedente formale c’è, è del ministero della
Salute. Una circolare con la quale si escludono alcuni
prodotti del settore ‘garden’ dai prodotti la cui vendita è
sospesa. Sebbene ci una differenza tra i prodotti agricoli
legati al ciclo produttivo necessario per l’approvigionamento
dei beni di prima necessità e quelli genericamente deperibili,
la circolare del ministero di Speranza apre tuttavia la strada
a ‘correzioni in corsa’.

Per saperne di più:

CORONAVIRUS, MINISTERO SALUTE PRENDE INIZIATIVA ED ESCLUDE
SEMENTI DAI PRODOTTI LA CUI VENDITA E’ SOSPESA. ECCO LA
CIRCOLARE

La circolare del ministero della Salute:

CIRCOLARE DGSAN SU SEMENTI

Era già stato scritto:

AGRINSIEME: FLOROVIVAISMO, MERCATO FERMO A CAUSA DEL
CORONAVIRUS; IN GIOCO C’E’ LA TENUTA DI UN INTERO COMPARTO

Posted by Redazione × Pubblicato il 13/03/2020 at 17:19

“Il protrarsi dell’attuale situazione emergenziale legata alla
pandemia del COVID-19, o Coronavirus, sta mettendo a serio
rischio la tenuta del florovivaismo italiano, a causa del
mercato fermo, del completo azzeramento degli eventi, della
chiusura dei mercati ambulanti rionali, ma anche e soprattutto
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per le numerose disdette provenienti dal mercato estero,
legate alla disinformazione e a fenomeni di opportunismo e
concorrenza sleale”. Lo sottolinea il coordinamento di
Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani,
Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative
Agroalimentari, che ha scritto una lettera alla Ministra delle
Politiche agricole Teresa Bellanova, chiedendo interventi
immediati.

“Perdere la stagione primaverile, infatti, significherebbe
dire addio al 60% circa dei ricavi annuali dell’intero sistema
florovivaistico, con perdite che potrebbero arrivare
addirittura al 100% per i produttori che si dedicano a
produzioni esclusivamente primaverili”, sottolinea il
Coordinamento, ricordando che “il florovivaismo italiano, con
una superficie coltivata di 29mila ettari, 27mila aziende
produttrici e 100mila persone impiegate, produce un giro
d’affari di circa 2,5 miliardi di euro l’anno, per un valore
che rappresenta oltre il 5% della produzione agricola totale”.

“Siamo consapevoli del fatto che i fiori e le piante in questo
momento non sono beni di prima necessità, ma lo sono per i
produttori, che hanno già investito per produrre e mettere a
disposizione del mercato un prodotto di prima qualità”,
continua Agrinsieme.

“In ragione di ciò, è fondamentale lavorare per consentire che
il comparto possa beneficiare di moratorie su mutui,
finanziamenti e pagamenti per le aziende, cassa integrazione
per i lavoratori in deroga alle attuali regole, rinvio del
pagamento dei contributi previdenziali e delle imposte,
sostegno al reddito per i soci produttori delle cooperative; è
inoltre fondamentale garantire lo sblocco dei pagamenti dei
contributi per le aziende in graduatoria di PIF e PSR che
hanno già sostenuto gli investimenti e, al termine del periodo
di emergenza, portare avanti un’ampia campagna di
sensibilizzazione     della    popolazione”,    conclude    il
Coordinamento di Agrinsieme.
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CORONAVIRUS: COLDIRETTI, APPASSITI UN MILIARDO DI FIORI E
PIANTE

Posted by Redazione × Pubblicato il 18/03/2020 at 16:43

L’emergenza Coronavirus sta mettendo in ginocchio uno dei
settori più belli e amati del made in Italy, quello del
florovivaismo con un miliardo di fiori e piante che
nell’ultimo mese sono appassiti e andati distrutti con il
divieto di cerimonie come battesimi, matrimoni, , lauree e
funerali ma anche per il blocco della mobilità. E’ quanto
emerge da una analisi della Coldiretti sugli effetti economici
delle misure di prevenzione adottate.

Niente fiori per gli innamorati, per la mamma, per i propri
cari nei cimiteri che in molti casi restano chiusi come –
sottolinea la Coldiretti – i mercati settimanali, i fioristi e
i centri giardinaggio. E in difficoltà – precisa la Coldiretti
– sono anche per le esportazioni con i blocchi al confine ed
in dogana di tanti paesi, UE ed extra-UE, i ritardi e le
difficoltà del trasporto su gomma.

In Italia    – riferisce la Coldiretti – sono crollati gli
acquisti di fiori recisi, di fronde e fiori in vaso, le
produzioni tipiche della primavera e si sono fermate anche le
vendite e l’export di alberature e cespugli, in un periodo in
cui per molte aziende si realizza oltre il 75% del fatturato
annuale, grazie ai tanti appassionati dal pollice verde che
con l’aprirsi della stagione riempiono di piante e fiori case,
balconi e giardini.

All’estero molti Paesi, come Croazia, Albania, Grecia e
Romania, ma anche Spagna e Francia, dove sono dirette le
piante da esterni Made in Italy, da giorni stanno facendo
blocchi o richiedono quarantena agli autisti anche se loro
concittadini mentre in Austria i controlli causano decine di
km di code alla frontiera.
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Una vero disastro per un settore dove sono impegnate 27.000
imprese una filiera che occupa oltre 200.000 persone, che ora
si trovano in gravissime difficoltà afferma la Coldiretti che
invita a mettere fiori e piante nei propri giardini, orti e
balconi come segno benaugurante con l’arrivo della primavera
che segna il momento del risveglio #balconifioriti. Il
giardinaggio, l’orticoltura e la cura di piante e fiori su
balconi e terrazze, sono uno dei più potenti anti-stress
conosciuti, tanto che esistono attività riabilitative che si
basano proprio sugli effetti del verde nel dare maggiore
serenità alle persone. E non poter vivere il verde nel momento
in cui si apre la stagione ed esplode la natura – precisa la
Coldiretti – è una sofferenza per tanti

Il settore ha bisogno di misure urgenti per dare liquidità
alle aziende, con finanziamenti a tasso zero ed una
sospensione delle scadenze dei mutui, delle bollette,
interventi straordinari come la cassa integrazione per i
dipendenti ed interventi – conclude la Coldiretti – per
sostenere le imprese che hanno perso la produzione per
l’impossibilità di commercializzarla in conseguenza delle
limitazioni nel commercio interno ed estero.

CORONAVIRUS,       PRANDINI:
CHIESTO A UE SLITTAMENTO
PRESENTAZIONE PAC. AL LAVORO
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CON    GALLERA,    ROLFI    E
BELLANOVA    PER   GARANTIRE
MOVIMENTAZIONE MERCI SETTORE
FARMACEUTICO E AGROALIMENTARE
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o momento dobbiamo puntare sulla distintività del made in
Italy e invitare tutti i sistemi della distribuzione, dai
piccoli ai grandi, perché acquistino i prodotti agroalimentari
made in Italy, soprattutto nel fresco e nel freschissimo. Con
la crisi di Horeca e della ristorazione sono infatti i settori
piu esposti alla crisi e quindi facilmente soggetti ad entrare
in difficoltà”. Così ad AGRICOLAE il presidente della
Coldiretti Ettore Prandini in merito all’emergenza sanitaria
ed economica – oltre che sociale – causata dalla diffusione
del Coronavirus su tutto il territorio nazionale.

L’interlocuzione, spiega Prandini, non è solo a livello
nazionale con il governo e le regioni ma anche a livello
europeo.
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“Ci stiamo muovendo sulla Pac e sul Psr perché i tagli
previsti vengano evitati per tutti quei paesi segnati e
colpiti dal virus”, spiega. “Si tratta di una forma di
certezza necessaria per il rilancio delle attività produttive.
Occorre che si tenga in considerazione che l’Italia non può
essere penalizzata sul tema della Pac. Ancora meglio se si
evitano i tagli per tutti i paesi comunitari”.

Se una delle priorità di questo governo e della commissione
europea è la politica ‘verde’ a contrasto dei cambiamenti
climatici, occorre tenere conto che il new green deal passa
per gran parte proprio per l’attività agricola.

“La spesa destinata all’agricoltura è minima se si fa la somma
del bilancio comunitario e la spesa dei singoli paesi
comunitari. Anche perché ricordiamo che il cibo viene al primo
posto”, precisa poi il presidente Coldiretti.

Due le categorie di assoluta priorità in questo momento: il
settore farmaceutico (dato che si tratta di un emergenza
sanitaria) e la disponibilità di viveri (come dimostra il
comportamento degli italiani in queste ore).

“Anche questa mattina abbiamo lavorato con l’assessore Gallera
e l’assessore Rolfi assieme con il ministro delle Politiche
Agricole Teresa Bellanova rispetto alla richiesta – in caso di
ulteriore eventuale restrizione da parte della regione
Lombardia della movimentazione delle merci – perché chi
rappresenta il settore farmaceutico e il settore
agroalimentare non venga toccato”. Per garantire
l’approvigionamento di cibo e medicine.

“Il lavoro è continuo e costante per garantire i cittadini che
mai come oggi c’è disponibilità di cibo”, continua ancora il
presidente Coldiretti. Che ricorda come “rispetto al 2019,
nello stesso periodo, abbiamo un aumento in termini produttivi
di oltre il 6 per cento”. E’ chiaro che poi al contempo
diciamo che – vista la difficoltà e tenuta presente la libertà
dei soggetti e degli operatori – invitiamo a utilizzare i
prodotti italiani. Ma non si tratta di sovranismo o
nazionalismo. Ma di patriottismo”.

Infine Prandini spiega di aver chiesto alla commissione Ue “lo
slittamento per quanto riguarda la domanda della Pac perché
sia data la possibilità all’Italia di prensentarla entro tutto
luglio al fine di evitare ingolfamenti negli uffici.
Contestualmente chiediamo anche lo slittamento dei controlli
sui Piani di sviluppo rurale. Le regioni rischiano altrimenti
di essere fortemente rallentate e di perdere queste risorse.
Ci aspettiamo una risposta Ue a brevissimo giro”, conclude.

CORONAVIRUS, FONDO DA 350MLN
PER AGRICOLTURA E DA 20 MLN
PER LA PESCA. RIMBORSO PER LE
MANCATE PRESENZE TURISTICHE.
ECCO LE MISURE DEL GOVERNO
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ncontro tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il
sistema produttivo composto da ABI – Coldiretti –
Confagricoltura – Cia – Copagri- Confapi – Confindustria –
Legacoop – Confcooperative- Agci- Rete Imprese Italia
(Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e
Confesercenti) – Cgil – Cisl – Uil sul decreto deputato a
sostenere il comparto a fronte dell’emergenza causata
dall’espandersi del Coronavirus.

AGRICOLAE, che ha potuto visionare la bozza dei provvedimenti
di natura agricola ed agroalimentare, pubblica qui di seguito
le misure più importanti:

All’articolo 1   figurano le “Misure in favore del settore
agricolo”.

“Al fine di assicurare la ripresa economica e produttiva delle
imprese agricole per i danni diretti o indiretti derivanti
dall’emergenza COVID-19 nello stato di previsione del Mipaaf –
si legge – è istituito un Fondo con una dotazione pari a 350
milioni di euro per l’anno 2020″.

Fondo destinato a:

-“Riconoscimento di contributi per la copertura, totale o
parziale, degli interessi passivi dei finanziamenti erogati
dalle banche per la ristrutturazione dei debiti;

-alla copertura dei costi sostenuti per interessi maturati
negli anni 2018 e 2019 su mutui bancari contratti dalle
imprese;

-alla concessione di mutui a tasso zero, della durata non
superiore ai 15 anni, finalizzati all’estinzione dei debiti
bancari in essere al 31 gennaio;

-sostegno delle filiere in crisi”.

Entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della presente
legge con decreto di natura non regolamentare del ministero
delle Politiche agricole, d’intesa con la Conferenza Stato
Regioni, saranno definiti i criteri e le modalità di
funzionamento del Fondo di cui al comma 1 nel rispetto delle
disposizioni stabilite del Regolamento europeo 316 del 2019
della Commissione Ue relativo all’applicazione degli articolo
107 e 108 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea
agli aiuti ‘de minimis’ nel settore agricolo.

“Alle imprese agricole autorizzate – si legge ancora –
all’esercizio dell’attività agrituristica e risultanti
regolarmente inserite e attive sul repertorio nazionale
dell’agriturismo istituito con decreto del ministro delle
Politiche agricole e alimentari e forestali 3 giugno 2014 è
concesso un contributo straordinario per ogni mancata presenza
determinata dalla differenza tra le presenze effettive del
periodo gennaio-giugno 2019 e quelle del medesimo periodo del
2020”.

Le mancate presenze dovute a disdette saranno quantificate
sulla base delle comunicazioni effettuate alle competenti
questure ai sensi della normativa sulla sicurezza pubblica. Ma
viene anche concesso un contributo straordinario per mancata
presenza alle altre aziende agrituristiche che non offrono
servizio di alloggio. In questo caso per il calcolo, si
adotterà la percentuale di riduzione media a livello
regionale.

Il contributo – da quanto si apprende – arriverà fino al tetto
dei 55 milioni di euro per l’anno 2020 sulla base dei criteri
e delle modalità definite con decreto di natura non
regolamentare del ministro delle Politiche agricole Bellanova
d’intesa con la Conferenza Stato Regioni nel rispetto delle
Regolamento Ue relativo all’applicazione degli aiuti de
minimis nel settore agricolo.

All’articolo 2 vengono invece definite le “misure in favore
della pesca e dell’acquacoltura”:

Al fine di assicurare la ripresa economica e produttiva del
settore ittico, verrà istituito un Fondo di 20 milioni di euro
per il 2020.

Entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore saranno
definiti i criteri di concerto Mipaaf e Conferenza Stato-
Regioni.

All’articolo 1 comma 515 della legge del 27 dicembre 2019
n.160 le parole “nel limite di” fino a “pari a 30 euro” sono
sostituite dalle seguenti “nel limite di spesa di 17 milioni
di euro per l’anno 2021, un’indennità giornaliera
omnicomprensiva pari a 45 euro”.

Inoltre le disposizioni di cui all’articolo 41, comma 2 del
decreto elgge 26 ottobre 2019 n.124 convertito con
modificazioni dalla legge 19 dicembre 2019 n.157, saranno
estese al settore della Pesca.

PIL:    COLDIRETTI,  CLIMA
ESTREMO TAGLIA AGRICOLTURA
(-1,6%)
L’andamento climatico avverso con il 60% in più rispetto
all’anno precedente di eventi estremi fra tempeste, vento,
trombe d’aria, grandine e caldo fuori stagione ma anche il
crollo dei prezzi all’origine hanno tagliato dell’1,6% il
valore aggiunto lordo in agricoltura che nel 2019 risulta il
settore produttivo con la performance peggiore. E’ quanto
emerge da una analisi della Coldiretti in relazione ai dati
Istat sull’andamento del Pil in Italia. Il taglio della
produzione nei campi – spiega Coldiretti – ha coinvolto quasi
tutti i comparti dal vino (-12%) alla frutta (-3%) fino ai
cereali (-2,6%) con l’olio d’oliva in controtendenza (+32%). A
pesare e l’eccezionalità degli eventi atmosferici che –
evidenzia Coldiretti – è ormai diventata la norma anche in
Italia tanto che siamo di fronte ad una evidente tendenza alla
tropicalizzazione. Il 2019 è stato in Italia in quarto anno
più caldo dal 1800 con una temperatura superiore addirittura
di 0,96 gradi rispetto alla media di riferimento secondo le
elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr ma a pesare e anche
la più elevata frequenza di fenomeni estremi con sfasamenti
stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido
passaggio dal maltempo alla siccità. Una situazione meteo alla
quale si aggiunge una sostanziale deflazione nei campi dove la
frutta, dalle albicocche alle pesche, è stata pagata pochi
centesimi, circa il 30% in meno rispetto allo scorso anno e al
di sotto dei costi di produzione. Gli agricoltori – sottolinea
la Coldiretti – per potersi permettere un caffè devono vendere
tre chili di frutta sulla quale pesano quest’anno i drammatici
attacchi della cimice asiatica che nelle regioni del Nord ha
distrutto i raccolti in numerose aziende. La Coldiretti ha
presentato un piano nazionale per affrontare la nuova calamità
ma – conclude la Coldiretti – è necessario al più presto il
recepimento della direttiva (UE) 2019/633 in materia di
pratiche commerciali sleali del 17 aprile 2019 per ristabilire
condizioni contrattuali più eque lungo la catena di
distribuzione degli alimenti, con l’introduzione di elementi
contrattuali e sanzionatori certi rispetto a prassi che finora
hanno pesantemente penalizzato i produttori.

MAFIA: COLDIRETTI, DA MERCATI
A RISTORANTI BUSINESS 24,5
MLD
Dai mercati ai supermercati fino ai ristoranti, il volume
d’affari delle agromafie è salito a 24,5 miliardi di euro con
attività che riguardano l’intera filiera del cibo. E’ quanto
afferma la Coldiretti in riferimento all’ operazione del
comando provinciale dei carabinieri di Latina nell’ambito dei
trasporti nel Mercato ortofrutticolo di Fondi. Le mafie –
spiega la Coldiretti – condizionano il mercato agroalimentare
stabilendo i prezzi dei raccolti, gestendo i trasporti e lo
smistamento, il controllo di intere catene di supermercati,
l’esportazione del nostro vero o falso Made in Italy, e lo
sviluppo ex novo di reti di smercio al minuto. In questo modo
la malavita si appropria – continua la Coldiretti – di vasti
comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano,
distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e
soffocando l’imprenditoria onesta, ma anche compromettendo in
modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con
l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei
prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy. La
frutta e verdura sono sottopagate agli agricoltori nei campi
su valori che spesso non coprono neanche i costi di
produzione, ma i prezzi – rileva la Coldiretti – moltiplicano
fino al 300% dal campo alla tavola anche per effetto del
controllo monopolistico dei mercati operato dalla malavita in
certe realtà territoriali. In questo contesto – sottolinea la
Coldiretti – è importante la recente approvazione nel
Consiglio dei ministri del disegno di legge sui reati
agroalimentari che fa diretto riferimento al testo di riforma
predisposto da Giancarlo Caselli nell’ambito dell’Osservatorio
Agromafie promosso dalla Coldiretti. Gli ottimi risultati
dell’attività di contrasto – conclude la Coldiretti –
confermano la necessità di tenere alta la guardia e di
stringere le maglie ancora larghe della legislazione avviando
al piu’ presto il percorso di approvazione parlamentare del
provvedimento.

CORONAVIRUS, CONTE CONVOCA
SISTEMA PRODUTTIVO IL 4 MARZO
ALLE 16 A PALAZZO CHIGI
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nde AGRICOLAE e come anticipato, il presidente del Consiglio
Giuseppe Conte ha convocato il sistema produttivo del Paese il
4 marzo alle 16:00 a Palazzo Chigi per fare il punto
sull’emergenza economica causata dal Coronavirus e sulle
possibili soluzioni da portare in Cdm.

Coinvolti l’ABI, Confindustria, Confagricoltura, Coldiretti,
Cia, Copagri, Confcooperative, Legacoop, Agci, Confapi, Rete
Imprese e i sindacati agricoli.

Era già stato scritto:

CORONAVIRUS.   CONTE     INCONTRERÀ   SISTEMA   PRODUTTIVO.   ABI,
CONFAGRICOLTURA, COLDIRETTI, CONFINDUSTRIA, RETE IMPRESE,
LEGACOOP, CONFCOOPERATIVE, AGCI, CONFAPI E SINDACATI: TORNARE
A NORMALITÀ

Posted by Redazione × Pubblicato il 27/02/2020 at 19:42
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OLAE sembrerebbe che il presidente del consiglio Giuseppe
Conte stia per convocare il sistema produttivo per fare il
punto sull’emergenze e Coronavirus prima di portare in Cdm i
decreti ad hoc. “Il nostro Paese sta in questi giorni
affrontando una situazione di forte criticità a causa della
diffusione del Coronavirus. Ciò impone a noi parti sociali, al
Governo, alle Regioni, a tutte le autorità e agli esponenti
della società civile di lavorare insieme, mettendo a fattor
comune gli sforzi e agendo in maniera coordinata per
consentire al nostro Paese di superare questa fase in maniera
rapida ed efficace”, scrivono in una nota congiunta ABI –
Coldiretti – Confagricoltura – Confapi – Confindustria –
Legacoop – Confcooperative- Agci- Rete Imprese Italia
(Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e
Confesercenti) – Cgil – Cisl – Uil.

“Nei giorni scorsi sono state tempestivamente assunte diverse
misure per contenere il rischio sanitario a beneficio di tutti
i cittadini. Gli esperti e le organizzazioni internazionali, a
partire dall’OMS, ci hanno rassicurato sui rischi del virus e
sulle corrette prassi per gestire questa situazione, che tutti
noi siamo chiamati a rispettare.

Dopo i primi giorni di emergenza, è ora importante valutare
con equilibrio la situazione per procedere a una rapida
normalizzazione, consentendo di riavviare tutte le attività
ora bloccate e mettere in condizione le imprese e i lavoratori
di tutti i territori di lavorare in modo proficuo e sicuro a
beneficio del Paese, evitando di diffondere sui mezzi di
informazione una immagine e una percezione, soprattutto nei
confronti dei partner internazionali, che rischia di
danneggiare durevolmente il nostro Made in Italy e il turismo.

Oltre alle misure urgenti che il Governo ha adottato, o si
appresta ad adottare, di necessario sostegno alle imprese e al
reddito dei lavoratori, questo è il momento per costruire un
grande piano di rilancio degli investimenti nel Paese che
contempli misure forti e straordinarie per riportare il lavoro
e la nostra economia su un percorso di crescita stabile e
duratura.

Un   ruolo   importante   dovrà   essere   svolto   anche   dalle
Istituzioni europee, per creare le migliori condizioni per un
rilancio economico dell’Italia nell’interesse della stessa
Unione Europea”.

CORONAVIRUS,                                        ITALIA
PENALIZZATA DA PAESI UE PER
EFFICIENZA      DEI     SUOI
CONTROLLI. AL NORD RUMENI IN
FUGA DAI CAMPI
                              Non si arresta l’emergenza
                              Coronavirus in Italia. Continua
                              a crescere il numero dei
                              contagiati, 374 secondo gli
                              ultimi dati della Protezione
                              civile – di cui quattro minori,
                              e sono salite a 12 le vittime.
                              Mentre il Paese sta impiegando
tutti gli sforzi possibili per isolare i focolai di Covid 19,
ci sono tensioni su due fronti. Quello interno, che ha visto
contrapporsi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il
governatore della Regione finora maggiormente colpita – la
Lombardia – Attilio Fontana, e quello estero, con sempre più
paesi che stanno isolando l’Italia, sconsigliando di
intraprendere viaggi o non permettendo ai nostri connazionali
l’ingresso. La nostra “emergenza” secondo molti nasce però
dall’efficienza, ovvero dal numero elevato di controlli per
individuare tutti i possibili casi. Cosa che non sta avvenendo
in altri paesi. Il paragone più spesso citato è con la Francia
dove sono stati fatti soltanto poche centinaia di tamponi
contro i nostri oltre 9.000. Stesso meccanismo che ha sempre
contraddistinto il nostro sistema agroalimentare sottoposto a
rigorose verifiche che hanno portato allo scoperto anche
frodi, esponendo a volte intere filiere a processi mediatici.

“Diremo agli omologhi europei e all’Oms che l’Italia sta
rivelando a tutto il mondo questi dati, ma questo non deve
portare a nessun fraintendimento – ha assicurato Conte -. Il
nostro sistema sanitario è eccellente e le misure di cautela
sono di massimo rigore”. Un’azione che avrà “un effetto
contenitivo della diffusione del virus”.

Gli effetti del Coronavirus rischiano però di presentare un
conto molto salato alla nostra economia. Ad essere fortemente
penalizzata potrebbe essere anche l’agricoltura. A lanciare
l’allarme è oggi la Coldiretti che parla di rischio paralisi
per il lavoro di 500 aziende agricole negli undici comuni
della zona rossa fra Lombardia e Veneto a causa dei
provvedimenti restrittivi adottati in aree a forte vocazione
agricola, dagli allevamenti ai vigneti, dagli agriturismi alle
cantine. Nella fascia di quarantena, spiega la Coldiretti,
vivono oltre centomila fra mucche e maiali ed e’ necessario
garantire una adeguata assistenza nelle stalle e della forza
lavoro nei campi, anche in vista delle semine. Per il vino il
problema maggiore riguarda il blocco delle visite nelle
cantine e i lavori fra i vigneti mentre gli agriturismi sono
vuoti. Le difficoltà – sottolinea la Coldiretti – si estendono
in realtà all’intera area della pianura padana dove nasce
oltre 1/3 del Made in Italy agroalimentare, direttamente
condizionato dall’emergenza coronavirus nell’attività
produttiva e commerciale. A questo si aggiunge la decisione
della Romania di mettere in quarantena tutti i cittadini
provenienti dalle regioni Lombardia e Veneto. Un provvedimento
che rischia di privare l’agricoltura italiana dei centomila
lavoratori che ogni anno dalla Romania raggiungono l’Italia
per le attività stagionali nelle campagne.

AL                 VIA                   MANIFESTO
CONFINDUSTRIA      E    MONDO
AGRICOLO E COOPERATIVO PER
FARE SQUADRA SU MADE IN
ITALY. COLDIRETTI HA DETTO NO
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re “buona Impresa” sottoscritto da Confagricoltura, l’Alleanza
delle cooperative (Confcooperative, Legacoop e Agci),
Confagricoltura, Cia e Copagri per fare squadra sui temi
importanti dell’agroalimentare made in Italy e andare più
forti sui tavoli europei e internazionali.

Da quanto apprende AGRICOLAE è stato messo a punto un
documento che vede una comunione di intenti relativa alle
questioni che possono cambiare il corso delle cose.

Cinque i grandi temi:
La crescita sostenibile (per tornare a crescere almeno dell’1
per cento nel triennio) nel rispetto del lavoro e della parità
di genere.

I consumi che devono essere di più e “nuovi”. Obiettivo è dare
vita a una riattivazione che possa avere effetti positivi sul
ciclo economico.

Investimenti sul futuro: attraverso il rilancio delle
infrastrutture – non solo materiali – con un programma di
almeno 50 miliardi di euro nel triennio (circa un punto di Pil
l’anno) da scomputare dalle regole di conteggio dei parametri
del Patto di Stabilità e di crescita. Puntare su innovazione e
alla transizione ecologica del sistema imprenditoriale
italiano. E un riequilibrio degli investimenti per la
manutenzione attiva del territorio. Ma non solo: anche un
rilancio degli investimenti pubblici nel Mezzogiorno e nelle
infrastrutture sociali. Che possa avere un’attenzione mirata
verso le nuove generazioni.

La Buona Impresa: proseguire verso una crescita che garantisca
dignità ai lavoratori, equità fiscale e legalità. Anche per
colmare gap della competitività.

Infine Responsabilità e riforma dei corpi intermedi: per
riconnettere e proteggere un tessuto economico e sociale in
sofferenza e tutelare insieme legittimi interessi di parte e
l’interesse generale del Paese. Anche attraverso una legge
sulla rappresentanza, oggi mancante.

Sempre da quanto apprende AGRICOLAE sembrerebbe che il
Manifesto – che è aperto a tutti i soggetti che vogliono
entrarvi – sia stato offerto anche alla Coldiretti che ha
preferito restarne fuori.
INCONTRO “ISTITUZIONALE” TRA
UNAITALIA E COLDIRETTI: IN
GIOCO   EVENTUALE   ADESIONE
AZIENDE IN FILIERA ITALIA:
“ANCORA     IN    FASE    DI
VALUTAZIONE”
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campagna acquisti di Filiera Italia. Da quanto apprende
AGRICOLAE si è svolto ieri a palazzo Rospigliosi un incontro
di natura istituzionale tra UnaItalia, l’associazione di
categoria che tutela e promuove le filiere agroalimentari
italiane delle carni e delle uova che rappresenta oltre il 90%
dell’intera filiera avicunicola nazionale, e Coldiretti per
l’eventuale adesione di alcune aziende in Filiera Italia. Da
quanto si apprende da fonti interne è stata “una cordiale e
utile chiacchierata che ha portato a un confronto sui temi
della filiera. Ma l’adesione di alcune aziende avicole a
Filiera Italia è ancora in fase di valutazione”.
FILIERA ITALIA. FERRERO ESCE
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GRICOLAE Ferrero, il gigante della Nutella, è uscita da
Filiera Italia, la realtà associativa nata dalla spinta
Coldiretti per mettere insieme il mondo agricolo e l’industria
agroalimentare italiana d’eccellenza insieme per difendere
tutta la filiera agroalimentare nazionale dove era entrata ad
ottobre 2017. Sempre da quanto si apprende la motivazione
ufficiale sarebbe il fatto che la rete nata come associazione
ha cambiato il proprio statuto in fondazione.

Proprio a seguito dell’uscita di Ferrero da Filiera Italia nei
primi giorni di dicembre sia Matteo Salvini che Matteo Renzi
hanno fatto tweet relativi ai dolci prodotti dalla nota casa
dolciaria.

Per saperne di più:
FILIERA ITALIA, CONSEGUENZA DELLA ‘LOTTA’ TRA LA CARNE E LA
PASTA IN FEDERALIMENTARE? MA ANCHE DELL’OLIO DI PALMA..

Posted by Redazione × Pubblicato il 09/11/2017 at 17:42

Potrebbe essere l’ex presidente dell’Agenzia per i Monopoli di
Stato e delle dogane Giuseppe Peleggi tra i vertici di Filiera
Italia

Potrebbe essere l’ex presidente dell’Agenzia per i Monopoli di
Stato e delle dogane Giuseppe Peleggi tra i vertici di Filiera
Italia, l’associazione che vede unite Coldiretti, l’industria
della carne e Ferrero.

Ma qual è il patto di sangue che lega i due giganti
dell’industria     (Ferrero e Cremonini) e il gigante
dell’agricoltura   (Coldiretti)? Sembrerebbe essere la guerra
intestina che da anni si consuma all’interno della
Federalimentare tra chi produce carne e chi produce pasta.

La questione infatti si inserisce in una dinamica di annosi
scontri tra il mondo della carne di cui il leader assoluto è
Cremonini, (l’ad Luigi Scordamaglia è anche presidente di
Federalimentare) e il mondo della pasta (il numero uno al
mondo è Barilla che ha fondato anni fa la fondazione sulla
sostenibilità ambientale le cui ricerche hanno messo spesso
sulla gogna la produzione zootecnica).

Attriti tali da      spaccare   il   ramo   alimentare    della
Confindustria.

Lo scontro tra la carne e la pasta è noto da tempo agli
addetti del settore.

L’entrata in squadra di Ferrero si inserisce in una lotta
sistemica e sinergica per difendere il made in Italy tutto –
compreso il Know how – contro gli attacchi francesi (appunto
contro la Nutella) e inglesi (l’etichetta a semaforo su tutti
ma anche i recenti articoli pubblicati da The Guardian).

Di mezzo sembra esserci però anche l’affaire olio di palma.

Da quanto apprende AGRICOLAE infatti, sia Barilla che Ferrero
avevano aderito al Rspo, round table for sustenaible palm oil.
In pratica un tavolo deputato a rendere ‘sostenibile’ l’olio
di palma, senza rinnegarne l’uso. Ma mentre la Nutella ne ha
difeso l’utilizzo fino alla fine contro gli attacchi mediatici
della Francia, la Barilla ha fatto una fuga in avanti da
assolo che potrebbe non essere piaciuta. Pubblicizzando d’un
tratto le merendine olio di palma free. Andando a ‘corrompere’
quello stesso tavolo di cui faceva parte.

Senza contare la guerra portata avanti da anni da parte della
Coldiretti sul grano importato per fare la pasta…

Ora, la figura di Peleggi tra i dirigenti – al di là delle
scelte e delle cariche ‘politiche’ – potrebbe essere in linea
con gli obiettivi della Filiera Italia. Tra cui anche
l’export.

Dopo tanto tempo di chilometri zero, ora si guarda oltre
confine insieme all’industria.
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