Finanziamenti per l'innovazione e le imprese - EGIUnical

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Finanziamenti per l'innovazione e le imprese - EGIUnical
Finanziamenti per
l’innovazione e le imprese

                             1
Finanziamenti per l'innovazione e le imprese - EGIUnical
Fasi del ciclo di vita di
           un’impresa…
Da idea
       A spin off
                 A start up
Finanziamenti per l'innovazione e le imprese - EGIUnical
Finanziamenti per l'innovazione e le imprese - EGIUnical
Rischiosità e risorse finanziarie nelle fasi di sviluppo delle
               imprese innovative

1.Pre-Seed e seed: fasi in cui avvengono il concepimento dell’idea e gli
studi di fattibilità (alto rischio e basso fabbisogno finanziario);

2.Start up: fase in cui l’idea precedentemente viene attuata e proposta
sul mercato (alta rischiosità e complessità, notevole fabbisogno di
finanziamento, ricorso a fonti esterne);

3.Early growth: fase dell’espansione dello spin-off caratterizzata dalla
necessità di cospicui fondi per sostenere la crescita del prodotto e da un
basso grado di rischio;

4.Sustained growth: il progetto passa dall’espansione al
consolidamento. Basso grado, di rischio, fabbisogno finanziario limitato.

5. Cash out: gli investitori originari decidono se liquidare l’investimento
attraverso la quotazione dell’impresa o la sua vendita a un’altra societa’
Finanziamenti per l'innovazione e le imprese - EGIUnical
Relazione
rischio-risorse
In ogni fase ci si
  deve rivolgere
ad un interlocutore
    diverso per
chiedere capitale di
      rischio
1. Fase e
finanziatori
SEED & EARLY
                        STAGE CAPITAL
Obiettivo dell’investimento di seed & early stage capital:
• “accompagnare” il progetto ad una fase di sviluppo tale da
   consentire il successivo intervento da parte di operatori di venture
   capital.
Le caratteristiche iniziali del progetto:
     • Rischio scientifico – quasi nullo;
     • Rischio ingegneristico – significativo;
     • Rischio di mercato – molto elevato.
     • Le caratteristiche dell’investitore ideale: Disponibilità di capitali
       per effettuare più rounds di finanziamento; Expertise elevate
       nel settore specifico di operatività;

In realtà, l’early stage financing commprende sia
  l’investimento di tipo seed che lo start up.
Chi finanzia in questa fase?

• Capitali familiari
• Banche
• Seed corn funds
• Incubatori (pubblici e/o privati)
• Business angels
• Fondi pubblici
Seed corn funds
• Sono piccoli fondi , specializzati nella fase precomepetitiva (pre-seed
  e seed).
• Sono generalmente emanazione di quei fondi di venture capital che
  poi opereranno nelle fasi successive (es techn transf MITO).
• “Balia” a promettenti iniziative imprenditoriali
GLI INCUBATORI

Un Incubatore è uno strumento di sviluppo economico progettato allo
   scopo di accelerare la crescita ed il successo di iniziative
   imprenditoriali mediante un insieme strutturato di risorse e servizi
Il principale obiettivo di un incubatore è quello generare aziende di
   successo, in grado di uscire dal programma di supporto e raggiungere
   autonomia e solidità finanziaria.

                           La valorizzazione della conoscenza
TIPOLOGIE

• Pubblici, sono finanziati da enti pubblici, locali o centrali, e sono
  non-profit. La fondazione spetta alle strutture pubbliche,
  mentre la gestione a società, associazioni o consorzi, controllate
  in modo parziale o totale da enti finanziatori. Questa fattispecie
  di incubatore viene spesso adottata in aree depresse e presenta
  finalità di tipo sociale, quali favorire nuovi posti di lavoro e
  contribuire al recupero di una zona post-industriale.
  Generalmente, non sono indirizzati verso particolari
  specializzazioni e ammettono start-up che operano in settori
  tradizionali anche non high-tech (Giuseppe Serazzi, 2010).
• Esempi: Innovation Factory
TIPOLOGIE

• Universitari, perseguono l’obiettivo di fornitura di servizi e spazi ai propri
  studenti, ricercatori e docenti, al fine di aiutare l’evoluzione dei risultati della
  ricerca verso forme imprenditoriali, inducendo così, le loro applicazioni
  industriali. Solitamente, si tratta di incubatori non-profit situati all’interno
  dei campus. Inoltre, possono essere inseriti direttamente tra le strutture
  dell’università oppure essere gestiti da consorzi universitari. Proprio per il
  loro forte legame con il mondo della ricerca, spesso, sono focalizzati su
  attività specifiche nelle quali l’università che li ha creati eccelle (e.g.
  nanotecnologie, biotech, ICT). Questa tipologia di incubatore presenta una
  caratteristica intrinseca che le altre tipologie non possiedono: dispone di una
  sorgente inesauribile di idee innovative e di risultati di ricerca alimentati
  dalle tesi e dai laboratori delle università associate. La citata caratteristica
  produce un flusso continuo di start-up nei settori più innovativi (Giuseppe
  Serazzi, 2010).
• Es: Technest
Gli incubatori accademici
• Le università e i centri di ricerca hanno forti motivazioni alla realizzazione di un proprio
   incubatore o alla stretta collaborazione con incubatori esistenti sul territorio:
– incrementare le proprie entrate grazie a sovvenzioni statali e ritorni parte delle imprese
   avviate
- intensificare il trasferimento tecnologico e le relazioni industriali
– introdurre una mentalità imprenditoriale all’interno dei laboratori di ricerca
– partecipare attivamente allo sviluppo locale
– migliorare l’immagine allo scopo di attrarre un numero maggiore di studenti e docenti
   qualificati, collaborazioni con aziende.

                                     La valorizzazione della conoscenza
TIPOLOGIE
• Privati, sono esclusivamente profit-oriented. I promotori,nonché fondatori, sono
  singoli imprenditori, gruppi industriali privati, istituzioni finanziarie o Venture
  Capitalist che effettuano valutazioni circa l’investimento, adottando una logica
  puramente lucrativa. Le aziende ospitate dall’incubatore vengono selezionate
  secondo criteri che sono strettamente connessi agli obiettivi per i quali esso è
  stato creato, e spesso la sua specializzazione è prevista solo per un settore di
  attività. L’incubatore contribuisce a costruire il successo delle start-up anche,
  inserendo il suo personale specializzato all’interno delle imprese. Gode di stretti
  collegamenti con il mercato del capitale di rischio e adotta modelli di business
  del tipo equity, possedendo quote di società ospitate in cambio della
  prestazione di servizi, e fees, tariffando i servizi forniti alle imprese (Giuseppe
  Serazzi, 2010).
• Esempio: M31; Hfarm; EnLabs
http://www.youtube.com/watch?v=1i__d6Pvn3w&feature=related
La Commissione Europea, nel 2002, mette in
relazione due dimensioni quali il management
support e il technological level
  Dall’interazione di queste due dimensioni
emergono nove diverse configurazioni di strutture
di supporto quali (European Commission, 2002):
Tipologie

            La valorizzazione della conoscenza
• l’Industrial Estate. Si caratterizza per un livello di supporto e livello
  tecnologico molto scarso ed esercita la funzione di concedere in
  locazione gli spazi necessari per l’imprenditore;
• il Managed Workshop e il Multi-purpose Business Incubator. Sono
  caratterizzati da uno scarso livello tecnologico, presentando
  rispettivamente un medio e un elevato livello di supporto per il
  management;
• il Business Park e il Science Park. Si contraddistinguono per un
  crescente livello tecnologico, ma al contempo per un basso supporto
  manageriale;
• l’Enterprise Centre. Esso combina entrambi i livelli medi, sia di
  management support che di technological level;
•
• il Technology Centre. Applica “elevati criteri selettivi di ammissione”,
  fornisce supporto hands-on management e concentra l’attenzione
  sull’elevato contenuto tecnologico;
• l’Innovation Centre, il BIC e il Technology Centre. Essi fanno tutti parte
  del Business Incubator.
• Sito di APSTI
Il percorso per le neo-imprese

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Pre-incubazione
       La fase di pre-incubazione ha come finalità quella offrire ai
       beneficiari un insieme di servizi di accoglienza, formazione
       e consulenza che li accompagnino nel percorso di
       perfezionamento della loro idea imprenditoriale attraverso
       il miglioramento del Piano di Impresa (Business Plan).
      La fase di pre-incubazione ha una durata prevista di quattro
        mesi e l'accesso è basato su un processo di selezione.
Incubazione
     La fase di incubazione ha come finalità quella di offrire ai
     beneficiari un insieme di servizi logistici, di formazione e
     consulenza mirati all'avvio dell'attività di impresa. Sono
     previste due classi di beneficiari a seconda del tipo di
     supporto richiesto:
       • Incubazione fisica - questa classe è costituita dalle neo-imprese
         che hanno accesso alla totalità dei servizi (servizi logistici, di
         formazione e consulenza)
       • Incubazione virtuale - questa classe è costituita dalle neo-imprese
         che hanno accesso ad un sotto-insieme di servizi (formazione e
         consulenza).
    La fase di incubazione ha una durata prevista di diciotto
      mesi e l'accesso è basato su un processo di selezione.
Post-incubazione

          La fase di post-incubazione ha come finalità quella
          di offrire alle neo-imprese che hanno terminato il
          periodo di incubazione servizi mirati ad
          accompagnarle nella delicata fase di fuoriuscita
          dalla struttura di incubazione. La fase di post-
          incubazione ha una durata prevista di tre mesi e vi
          accedono per diritto tutte le imprese selezionate
          per la fase di incubazione.
I business angels

Una categoria particolare di investitori, da tempo presente in altri
paesi e da qualche tempo anche in Italia, è rappresentata dai
cosiddetti business angels, cioè imprenditori, ex titolari di impresa o
ex manager che dispongono di mezzi finanziari (anche limitati), di una
buona rete di conoscenze e di una solida capacità gestionale da
impiegare in piccole e medie imprese.

Esiste un’associazione l’IBAN (Italian Business Angels Network) che
li riunisce e che è in grado di facilitare il contatto tra domanda e
offerta di capitali (www.iban.it)
Caratteristiche

I business angels sono operatori informali di capitale di rischio, soggetti privati che, dotati
   di adeguati mezzi finanziari e grande esperienza imprenditoriale (tipicamente si tratta di
   ex manager o imprenditori), decidono di finanziare le start-up in una logica “da privato a
   privato”.

Diventando soci (normalmente ma non necessariamente di minoranza) dell’impresa, con
  l’ottica di uscirne dopo due o tre anni, realizzando una plusvalenza dal momento in cui si
  è acquisita la partecipazione al momento in cui la si cede.
Caratteristiche dei BA

I fattori che distinguono i business angels dagli operatori istituzionali di
   capitale di rischio sono i seguenti:
• normalmente effettuano investimenti di dimensionamento limitato
   (indicativamente dai 50.000 ai 150/200.000 euro);

• la loro natura “informale” impone che tra il business angel e l’imprenditore
  si crei un profondo feeling dettato da fiducia e empatia: imprenditore e
  finanziatore si devono reciprocamente “piacere” e la relazione personale
  prende spesso il sopravvento su logiche valutative prettamente
  economico/finanziarie;

• l’apporto dei business angels non si limita al conferimento di capitale ma
  comporta il trasferimento di know-how manageriale, competenze e
  conoscenze dei mercati;

• i business angels hanno spesso un ruolo attivo nella gestione di impresa,
  affiancando l’imprenditore nelle scelte manageriali più difficili.
Fasi 2 e
finanziatori
Finanziatori
Al contrario di quanto avviene negli USA, dove l’attività di investimento nel capitale di rischio
 nella sua globalità, denominata attività di private equity, viene suddivisa tra operazioni di
 venture capital e buy out, sino ad oggi in Europa si è distinto tra:
• private equity, comprensivo di tutte le operazioni realizzate su fasi del ciclo di vita delle aziende
  successive a quella iniziale, e
• venture capital, ossia finanziamento all’avvio di impresa.
Il mercato del Private
Equity e Venture Capital
Venture
                   Capital

Il Venture Capital può essere definito come il
   “business of building business” e punta la propria
   attenzione verso attività che hanno un forte
   potenziale di sviluppo per quanto concerne sia i
   prodotti sia il fatturato.
Il venture capital

Il venture capital offre non solo risorse finanziarie, ma
    anche:
• competenze professionali strategiche;
• competenze finanziarie;
• know how manageriale e tecnologico;
• conoscenze di marketing e di organizzazione;
• rete di contatti (finanziari e non) in ambito nazionale e
  internazionale.
Fondi
   In America si usano le Limited
   Partnership, simili alla Società in
accomandita per azioni della disciplina
               italiana.
FONDO
Il fondo è spesso gestito da una Società di Gestione del risparmio (SGR, è
    l'unico intermediario abilitato alla creazione e gestione del fondo) di
    proprietà dei Partner e degli Sponsor del fondo.

La Management Company viene remunerata con:
    • management fee annuali, stabilite all'inizio sull'ammontare del fondo
      gestito ed in seguito sull'effettivo capitale investito: la fee è compresa tra
      il 2.5% dei piccoli fondi e il 1.25% dei mega fondi internazionali

    • commissione di performance (chiamata tecnicamente carried interest) in
      funzione dei Capital gain per gli investitori ,generati dal fondo.
http://www.aifi.it
DEFINIZIONE DI PRIVATE EQUITY

Il Private Equity è spesso inserito nella macro categoria degli “Alternative
    Investment”, che comprendono una varietà di tecniche di investimento,
    strategie e classi di asset (“asset classes”) che risultano complementari alle
    azioni e ai titoli obbligazionari che solitamente compongono i portafogli
    degli investitori.

In senso lato il Private equity può essere definito come “investing in securities
    through a negotiated process”.

L’attività di Private Equity si caratterizza per essere un investimento atto a
    trasformare e creare valore attraverso una strategia attiva.

L’obiettivo ultimo è di generare in un periodo medio-lungo (3-5 anni) una
   significativa plusvalenza (capital gain) dismettendo la partecipazione
   acquisita.
Manager e Private Equity

Quando un operatore di Private Equity intende procedere ad effettuare
 un investimento ha la possibilità di poter accedere legittimamente ad
 una massa di informazioni riservate (inside information) che il tipico
 investitore istituzionale in titoli quotati non può ottenere, rendendo il
 processo più trasparente e consapevole.
I Fondi
Generalmente, i Fondi di Private Equity sono strutturati con
 particolari architetture societarie specializzate.
Un fondo di Private Equity ha una vita predefinita (tra i 5 e i
 30 anni, sul mercato la media è 10-12). I Fondi di Fondi
 possono arrivare a 15 anni.

Un fondo generalmente compie dai 7 ai 25 investimenti
 nell'arco della propria vita in funzione della dimensione
 delle aziende in cui investe. Con meno di 7 investimenti è
 molto alto il rischio che uno di essi vada male e influisca
 negativamente sul rendimento di tutto il fondo. Al crescere
 del numero degli investimenti, cresce la dimensione della
 squadra di gestione e di conseguenza la dimensione del
 fondo.
Es: Progress Tech Transfer
• Nasce un nuovo fondo per il trasferimento tecnologico nel campo della sostenibilità: Progress Tech Transfer. E nasce da ITAtech,
  la piattaforma creata da Fondo europeo investimenti e Cassa Depositi e Prestiti appunto per sostenere il trasferimento
  tecnologico in Italia.
• Sono tutti italiani i soggetti di Progress Transfer, lanciato da MITO Technology con una dotazione di 40 milioni di
  euro sottoscritti pariteticamente dal Fondo Europeo degli Investimenti (FEI, con fondi InnovFin – Eu Finance for Innovators,
  strumento finanziario sviluppato nell’ambito di Horizon 2020) e da Cassa Depositi e Prestiti(CDP) proprio nell’ambito della
  piattaforma ITAtech. I capitali a disposizione potrebbero presto aumentare con il coinvolgimento di investitori istituzionali e
  professionali.
• MITO Technology è la società italiana che da dieci anni si occupa di valorizzazione dei risultati della ricerca a supporto di
  università ed enti pubblici, e vanta relazioni consolidate con le principali realtà europee nel trasferimento tecnologico. Sarà
  l’advisor del fondo e assicurerà il collegamento con il mondo della ricerca in Italia per lo scouting di tecnologie.
• Progress Tech Transfer nasce, come gli altri fondi della piattaforma ITAtech, per colmare un vuoto nel mercato del capitale di
  rischio, intervenendo su tecnologie a basso livello di maturazione che richiedono una validazione sul piano tecnico (proof-of-
  concept) e commerciale. Il fondo ha un focus ben definito e una connotazione tecnologica aperta, puntando a ricercare
  investimenti che ambiscano a offrire soluzioni in tema di sostenibilità a diversi livelli: ambientale, energetico, climatico,
  produttivo, industriale, logistico, sociale e finanziario.
• Tecnologie allo stadio di TRL 4 o superiore
• Possono sottoporre proposte gli Uffici per il Trasferimento di Tecnologia (UTT) di Atenei o Enti di ricerca pubblici italiani, spin-
  off e start-up derivanti dalla ricerca pubblica italiana, ricercatori individuali ancora legati da vincoli contrattuali e di ricerca con
  un ateneo o un ente pubblico di ricerca italiano.
• Per la natura e la varietà di informazioni richieste, è raccomandabile che i ricercatori collaborino con gli UTT di riferimento nella
  preparazione del materiale.
• Fino a 200.000 euro in fase iniziale da destinare a proof-of-concept sotto forma di corrispettivo per opzione a titolo oneroso su
  licenza, con possibilità di follow-on fino a 1.5 M euro sotto forma di investimento in equity, soggetto ad accordo con i
  proponenti e approvazione da parte del comitato di investimento di Progress Tech Transfer.
• In questa fase non è richiesto che le proposte riguardino necessariamente spin-off o start-up. Progress Tech Transfer come
  fondo di trasferimento tecnologico ricerca, valuta e investe in tecnologia, indipendentemente dalla forma di sfruttamento.
• Appartengono al PE anche :
Un fondo di Buy-out tipicamente tende ad acquistare una partecipazione
  significativa ovvero di maggioranza e si focalizza su imprese in uno stadio più
  avanzato del ciclo di vita con un business maturo e maggiormente stabile con
  l’obiettivo di finanziare lo sviluppo, il consolidamento e, in alcuni casi, attività di
  turnaround e/o di break-up (spin-off ecc.).

L’attività di investimento legato alle Special Situation varia molto e comprende a
   titolo d’esempio project financing, debt leasing.
Ultima fase
Quali sono gli obiettivi
                   dell’investitore?

L’obiettivo dell’investitore istituzionale è quello di realizzare, nel medio
termine, un importante guadagno di capitale (capital gain) attraverso la
cessione della partecipazione acquisita. Per guadagno di capitale si intende
l’incremento di valore della partecipazione maturato dal momento
dell’assunzione della partecipazione a quello della cessione e monetizzazione
della stessa.

In generale, il buon esito dell’intervento è determinato anche dalla capacità
dell’investitore di contribuire a creare valore all’interno dell’impresa,
generando, così, nella maggior parte dei casi, ricchezza anche per l’intero
tessuto economico e imprenditoriale del Paese.

Attenzione:
L’investitore istituzionale nel capitale di rischio è, per definizione, un socio
temporaneo, seppur di medio-lungo termine, che, come tale, dovrà prima o
poi cedere la partecipazione acquisita per realizzare il proprio obiettivo.
Quali imprese cerca?
L’investitore istituzionale concentra la sua attenzione sui progetti caratterizzati da un
   elevato potenziale di sviluppo, cioè su iniziative per le quali l’apporto di capitale e di
   competenza professionale da parte sua possa accelerare il processo di creazione di
   valore.
L’investitore, in particolare, tenderà a privilegiare:
• Imprese con un valido progetto di sviluppo e con prospettive di crescita sia
  dimensionale, che reddituale. Si tratta quindi di imprese con un prodotto/servizio di
  successo, caratterizzato da scarsa imitabilità e bassa sostitituibilità rispetto ai prodotti
  concorrenti, il cui mercato di riferimento presenti ancora elevate potenzialità di
  espansione;
• Imprese guidate da un imprenditore valido, che si dimostri determinato, ambizioso e
  corretto nella realizzazione del progetto di sviluppo. L’imprenditore deve quindi
  perseguire obiettivi di sviluppo dell’impresa e di affermazione personale impegnativi, ma
  realistici, tali da suscitare fiducia nell’investitore;
• Imprese con un buon management, formato da persone con consolidata esperienza e
  con conoscenza specifica del settore;
• Imprese per le quali sia possibile prevedere in prospettiva una modalità di
  disinvestimento, che consenta di facilitare il realizzo del capital gain.
… e come le seleziona ?
Oltre agli strumenti utilizzati nelle operazioni tradizionali di finanziamento
   (analisi dei bilanci, modelli di analisi finanziaria, analisi d’azienda), l’investitore
   nel capitale di rischio:
• giudica innanzitutto la competenza dell’imprenditore e del management,
   investendo nel team che ha maggiori capacità di realizzare un progetto di
   sviluppo, piuttosto che nel progetto stesso;
• valuta l’andamento del mercato e le reazioni della domanda all’introduzione di
   una nuova tecnologia o di un prodotto/servizio innovativo, al fine di capirne lo
   sviluppo potenziale;
• cerca di stimare le tendenze, osservando con attenzione l’evoluzione dei
   settori più competitivi e ascoltando le opinioni degli esperti.
L’obiettivo è di selezionare le iniziative imprenditoriali “vincenti”, che
   consentano di realizzare un guadagno elevato nel medio termine.
Fondi pubblici
Fondi europei diretti e indiretti

     I fondi europei sono uno strumento importante per supportare gli enti del territorio nei processi di sviluppo e innovazione, per questo è
     fondamentale comprendere fin da subito che ne esistono di due tipi: i fondi diretti e indiretti.

     Fondi diretti
     I fondi europei a gestione diretta sono così chiamati perché sono erogati direttamente dalla Commissione Europea ai beneficiari finali,
     attraverso le Direzioni Generali o le Agenzie Esecutive. Questi fondi sono organizzati dalla CE in programmi tematici e riguardano sia le
     politiche interne dell'UE, come ad esempio i settori ambiente, energia, salute, ricerca e innovazione, sia le politiche esterne, come i
     programmi di cooperazione e di sostegno allo sviluppo di Paesi Terzi. I programmi di finanziamento sono gestiti dalle Direzioni Generali
     competenti attraverso la pubblicazione periodica dei bandi nella Gazzetta Ufficiale dell'UE e sono poi ulteriormente diffusi dai centri
     d’informazione nei singoli Stati membri.
     Per l'attuazione dei programmi tematici le diverse Direzioni Generali della CE utilizzano due tipi di procedure di aggiudicazione:
     la sovvenzione e la gara d'appalto. Le sovvenzioni consistono nell'erogazione da parte della commissione europea di contribuiti a fondo
     perduto ai beneficiari finali, che vengono selezionati secondo le call for proposal, pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale dell'UE o sui siti delle
     diverse DG responsabili. La sovvenzione può finanziare un'azione specifica, ovvero un progetto che contribuisca all'attuazione di una delle
     politiche settoriali dell'UE, oppure finanziare il funzionamento di una organizzazione che persegue uno scopo di interesse generale europeo.
     I progetti che vengono selezionati devono avere un elevato valore innovativo e un valore aggiunto europeo, ovvero le soluzioni prospettate
     per il raggiungimento degli obiettivi devono essere valide per più stati membri dell'UE.
     Le gare d'appalto, o call for tenders, sono gare per la fornitura di beni o servizi che vengono prestati all'UE per garantire il funzionamento
     delle istituzioni europee o l'attuazione di programmi europei. Tra i servizi possono essere compresi studi, assistenza tecnica, formazione,
     consulenze e servizi pubblicitari. Mentre le sovvenzioni sono co-finanziate in misura variabile dalla CE, nel caso della gara d'appalto il
     criterio di selezione è il rapporto qualità-prezzo.
Fondi indiretti
Per quanto riguarda i fondi europei a gestione indiretta, o strutturali, essi riguardano la politica regionale
dell'UE, ovvero tutte quelle azioni attraverso le quali l'UE promuove la coesione e cerca di ridurre il divario
economico e sociale tra le regioni europee.
In questo caso si crea un rapporto diretto tra le istituzioni regionali e nazionali e i beneficiari. Ciò significa
che le risorse finanziarie del bilancio dell'UE vengono trasferite dalla CE agli Stati membri, così come tutte
le procedure di assegnazione e di verifica ex-post. La gestione dei fondi strutturali è quindi condivisa nel
senso che le linee guida per le azioni dei fondi vengono stilate a livello europeo, mentre la loro attuazione
viene gestita dalle pertinenti autorità nazionali o regionali in ciascuno stato membro, le quali definiscono i
Programmi Operativi e in seguito selezionano e monitorano i progetti.
In conclusione, dovendo scegliere tra fondi diretti e indiretti, se vogliamo avviare una nuova attività
d'impresa, acquistare materiali o sviluppare un progetto innovativo per conto nostro, verifichiamo la
disponibilità di finanziamenti specifici rivolgendoci alle autorità nazionali o regionali (fondi indiretti). Se
cerchiamo, invece, fondi per le nostre idee progettuali ad ampio raggio, rivolgiamo l’attenzione alle
sovvenzioni comunitarie (fondi diretti - call for proposal); infine, se cerchiamo ulteriori sbocchi per i nostri
prodotti o servizi, diamo un’occhiata alle gare d'appalto (fondi diretti - call for tenders).
Struttura del programma
H2020
          Excellent Science                       Industrial Technologies                        Societal Challenges
    ▪ European Research Council                  ▪ Leadership in enabling and                ▪ Health, demographic change
      ▪ Frontier research by the best              industrial technologies                     and wellbeing
        individual teams                           ▪ ICT, nanotechnologies,                  ▪ Food security, sustainable
                                                     materials, biotechnology,                 agriculture, marine and
    ▪ Future and Emerging                            manufacturing, space                      maritime research & the
      Technologies                                                                             bioeconomy
                                                 ▪ Access to risk finance
                                                                                                                  Simplified Access
      ▪ Collaborative research to open                                                       ▪ Secure, clean and efficient
        new fields of innovation                   ▪ Leveraging private finance and            energy
                                                     venture capital for research
                                                     and innovation                          ▪ Smart, green and integrated
    ▪ Marie Skłodowska Curie actions                                                           transportInternational Cooperation
      ▪ Opportunities for training and
        career development                       ▪ Innovation in SMEs                        ▪ Climate action, resource
Europe 2020 Priorities                             ▪ Fostering all forms of                    efficiency and raw materials
   ▪ Research infrastructures                        innovation in all types of SMEs         ▪Shared
                                                                                              Inclusive,Objectives  and Principles
                                                                                                         innovative and
     (including e-infrastructure)                                                             reflective societies
     ▪ Ensuring
European       Research     Area
                  access to world-class                                                      ▪ Security society
       facilities
                                                                                       Coherent with other EU and MS Actions

                                        European Institute of Innovation and Technology (EIT)
                                                                             Common Rules, Toolkit of Funding
                                          Spreading Excellence and Widening Participation                                     Schemes
                                                     Science with and for society

                                                     Joint Research Center (JRC)                                                        51
Caratteristiche

      ▪ Un singolo programma che riunisce tre iniziative fino ad ora separate
      ▪ Value chain che va dalla ricerca di frontiera , allo sviluppo tecnologico,
        dimostrazione, valorizzazione dei risultati e innovazione
      ▪ Innovazione, in tutte le sue forme
      ▪ Focus su societal challenges
      ▪ Accesso semplificato per le imprese, le università, etc in tutti gli stati europei
      ▪ Sinergie con i Fondi Strutturali

                                                                                             52
Abbiamo identificato una serie di finanziatori, vogliamo presentare il
               nostro progetto ad un finanziatore???

             SVOLGIAMO IL TECHNOLOGY ASSESSMENT
FINANZIATORE PRIVATO
Dal primo contatto
                     all’investimento
1.   Il contatto con l’investitore
2.   La tempistica
3.   Gli accordi di riservatezza
4.   La lettera d’intenti
5.   Il processo di due diligence
6.   La conclusione della trattativa
7.   I patti parasociali
8.   L’esecuzione del contratto

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1. Il contatto con l’investitore

• Telefonicamente
• Per email
Quasi sempre si avvia un colloquio fra le parti e i primi contatti avvengono
 sulla base di una proposta scarsamente formalizzata. È consigliabile,
 dunque, inviare inizialmente una sorta di estratto del business plan, che
 sintetizzi il piano aziendale, piuttosto che l’intero documento, per
 aumentare la probabilità di ricevere attenzione e non abusare della
 disponibilità dell’investitore.
Se il primo contatto non va a buon fine, si può provare con altre società. È
  opportuno però riflettere sui motivi del mancato avvio del colloquio ed,
  eventualmente, ripensare il progetto, rivedendo in chiave critica la sua
  impostazione e la sua presentazione.

  1
2. La tempistica

Nel caso venga iniziata la trattativa, si deve tenere
presente che, generalmente, passano dai tre ai sei
    mesi dal momento della presentazione del
       business plan alla decisione da parte
     dell’investitore di finanziarlo. Tali tempi si
  restringono in funzione della chiarezza e della
  completezza dei dati forniti dall’imprenditore.

       2
3. Gli accordi di riservatezza

Nella fase di stipulazione del contratto preliminare
 le parti sottoscrivono un
accordo di riservatezza che le impegna a non
 diffondere le informazioni
aziendali se non a quei consulenti esterni, che è
 necessario coinvolgere per
valutare alcuni aspetti dell’investimento.

           3
4. La lettera d’intenti
  Se dalla lettura del documento di presentazione
  dell’iniziativa l’investitore trae il convincimento di
     trovarsi di fronte ad una buona opportunità,
sottopone all’imprenditore una prima serie di quesiti
per approfondire alcuni aspetti chiave dell’operazione
   in esame. Questa fase può richiedere due o tre
 settimane di tempo. Se da questa fase emerge una
        concreta possibilità di accordo, si passa
           alla firma di una lettera di intenti.

                4
4. La lettera d’intenti

In essa vengono definiti gli aspetti economici, legali e societari salienti
   che dovranno essere ripresi e rielaborati in dettaglio nel contratto di
   investimento.
Tale lettera deve esplicitare tutti gli aspetti che entrambe le parti
  ritengono essenziali per concludere in modo soddisfacente l’accordo,
  tra i quali:
• il valore dell’azienda,
• la presenza dell’investitore nel Consiglio di Amministrazione,
• gli obblighi informativi ai quali l’imprenditore deve impegnarsi in caso
  di investimento
• le eventuali clausole previste per il disinvestimento.

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La lettera condiziona la firma del contratto definitivo
                      ad una serie di
     accertamenti, aventi natura sia formale che
            sostanziale, che fanno parte delle
   analisi e delle verifiche (due diligence) condotte
               dall’investitore, tipicamente
     con il concorso di consulenti esterni alla sua
                      organizzazione.
La due diligence
Le caratteristiche della due diligence
La due diligence è solitamente focalizzata sui seguenti aspetti principali:

Due diligence di mercato (o Market due diligence)
L’investitore istituzionale raramente conosce il mercato specifico in cui opera l’azienda target in
    maniera così approfondita da capirne a fondo potenzialità e rischi. Funzione specifica della due
    diligence di mercato è quindi quella di permettere all’investitore di comprendere il mercato
    specifico dell’azienda ed il suo posizionamento all’interno dello stesso, in modo da
    confrontarne i risultati con i business plan prospettici presentati dall’imprenditore.
A questo fine potrà essere posta l’enfasi sul mercato attuale e sulle sue potenzialità future
  nonché su nuove opportunità di mercato (interno ed esterno) o nuovi prodotti/metodi di
  distribuzione. La due diligence di mercato deve essere coordinata strettamente con l’attività di
  due diligence finanziaria in modo da garantire il legame e la congruenza dei dati aziendali
  presentati, storici o prospettici, con quelli di mercato e comprendere le eventuali discordanze.

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La due diligence
Due diligence finanziaria (o Financial due diligence)
La due diligence può essere definita come un’analisi dei dati economicofinanziari, storici e
   prospettici, finalizzata alla valutazione degli aspetti economico-finanziari dei piani d’impresa ed
   alla valutazione delle necessità Finanziarie. Sotto l’aspetto economico finanziario la due
   diligence potrà riguardare:
• evidenziazione dei fattori di successo;
• andamento economico storico degli ultimi anni: vendite (per cliente e/o area geografica),
  margini (anche per prodotto e linea di prodotto), andamento dei costi di produzione (costo del
  lavoro e delle materie prime ed ammortamenti), andamento dei costi fissi, analisi di sensitività
  al variare delle vendite o di alcuni rilevanti fattori di produzione;
• andamento della struttura patrimoniale storica e prospettica, inclusa l’analisi dei flussi di cassa
  e del capitale circolante;
• analisi del budget e del business plan a 3-5 anni, tenendo in considerazione i risultati della due
  diligence di mercato;
• analisi della struttura organizzativa dell’azienda e della sua coerenza con gli obiettivi di mercato
  ed economico-finanziari;

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La due diligence
Due diligence legale (o Legal due diligence)
La due diligence legale è finalizzata ad evidenziare le
problematiche di natura legale che possano essere
importanti, sia ai fini della valutazione dell’azienda sia per la
stesura del contratto definitivo, quali: l’esame delle cause in
corso o minacciate; l’identificazione di impegni particolari
assunti con i terzi e dei relativi rischi;
• l’esistenza dei requisiti legali per l’esercizio dell’attività; la
  necessità di garanzie contrattuali;
• la situazione degli accordi di lavoro;
• i contratti di lavoro dei principali dirigenti; etc

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La due diligence
Due diligence fiscale (o Tax due diligence)
La due diligence fiscale ha l’obiettivo di analizzare gli aspetti
  legati alla fiscalità della società; in particolare i temi
  solitamente analizzati sono:
• passività potenziali e contenzioso (contingent liabilities);
• strutturazione dell’operazione di acquisizione;
• individuazione dei benefici fiscali futuri (tax assets);
• identificazione preliminare degli effetti fiscali delle
  eventuali strategie di
• disinvestimento.

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6. La conclusione della
                                  trattativa
Se le analisi effettuate dall’investitore hanno dato esito positivo, si giunge alla firma del
  contratto che definisce in dettaglio i termini dell’accordo tra la società ed i suoi
  azionisti da una parte e l’investitore dall’altra.
Il contratto di acquisto prevederà le normali clausole a garanzia dell’acquirente su:
• la correttezza e completezza dei dati e dei fatti rappresentati
• l’inesistenza di passività occulte,
• Le procedure di risoluzione delle controversie.

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7. I patti parasociali

Alcuni accordi che regolano i rapporti tra gli azionisti vengono
  normalmente inclusi nel contratto d’investimento, che svolge così
  anche funzione di patto parasociale tra gli azionisti originari e quelli
  entranti. Tali forme di accordo possono riguardare:
• la “corporate governance”. Quest’area comprende le regole
  per la nomina ed il funzionamento degli organi sociali, per
  il funzionamento del controllo di gestione, per le
  maggioranze qualificate richieste per atti particolari (come
  acquisto e cessione di azioni e/o di partecipazioni);
• il disinvestimento. Si tratta di accordi sulle regole di
  disinvestimento e sull’esercizio dei diritti di opzione.

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8. L’esecuzione del contratto

Una volta raggiunto l’accordo sul prezzo e sull’entità della
 partecipazione da assumere e sugli altri aspetti regolati dal
 contratto finale, l’operazione si concretizza con il
 trasferimento delle azioni, il pagamento del prezzo, il
 rilascio delle garanzie, l’eventuale sostituzione degli
 amministratori e la firma di eventuali contratti accessori.
Da questo momento in poi investitore e imprenditore sono a
 tutti gli effetti soci della stessa iniziativa e devono
 cominciare a lavorare insieme per massimizzare la
 creazione di valore.
Come parlare per presentarsi
      agli investitori?
http://www.youtube.com/wa
    tch?v=WXMH1GWj8js
Elevator Pitch
Per Elevator Pitch si intende una rapida, concisa ed efficace descrizione
        della propria idea imprenditoriale (o della propria attività
 professionale). Tale presentazione deve essere talmente ben levigata e
  scorrevole (che persino vostra zia, quella mezza sorda, deve capirla o
                quantomeno rimanerne affascinata!!!!!!).
Come preparare un Elevator
                      Pitch
• Ci sono alcuni elementi dell’elevator pitch che sono assolutamente
  obbligatori e che devono essere scolpiti a caratteri cubitali nella
  vostra mente mentre preparate la presentazione:
• Il luccichio
• Il succo
• La richiesta
Il luccichio
Il luccichio è l’elemento con il quale aprire il proprio
   pitch. Dev’essere splendente nella notte e deve
   attirare l’attenzione anche del più assonnato degli
   interlocutori.

Serve a creare empatia e a preparare gli ascoltatori
                al succo del discorso.
Il succo
Questa parte deve tirare fuori la vostra forza. Qui dovete far
 capire velocissimamente
                            chi siete,
                            cosa fate,
                   cosa volete fare in futuro e
                        come volete farlo.
               Dovete esporre tutta la bancarella.
dovete dimostrare di aver lavorato duramente e con passione alla
                            vostra idea.
  Niente frasi confuse, niente “mah”, “forse”, “vedremo”. Solo
            “facciamo”, “faremo” e “in questo modo”.
La richiesta

    Dovete concludere il pitch con una
richiesta. Dato che il pitch non serve a far
vedere quanto è bella la vostra cravatta o
il vostro tailleur ma serve a farvi ottenere
qualcosa da qualcuno, dovete rompere gli
indugi e chiedere ciò di cui avete bisogno.
    Se cercate soldi, chiedete soldi.
 Se cercate contatti chiedete contatti.
Se cercate supporto, chiedete supporto.
Errori da evitare assolutamente in un
                     Elevator Pitch

• Lunghezza eccessiva
• Ridondanza
• Incertezza
Lunghezza eccessiva
Un buon pitch dura 90 secondi. Se fosse 60 sarebbe meglio. Se lo
 fate in 30 allora iniziamo ad essere vicini all’ottimo. La sintesi è
 d’obbligo, perché dimostra che
  • avete lavorato alla rifinitura della presentazione e che non
                        avete tempo da perdere.
                   • rispettate il tempo degli altri.
Chi ascolta i pitch normalmente lo fa di mestiere e ne subisce dai
 30 ai 60 alla settimana. Farla corta facilita il lavoro di tutti: vi fa
 fare bella figura se l’idea è buona e vi fa sbattere fuori dalla
 porta più velocemente se l’idea è una scemenza. Per la buona
 pace di tutti i presenti.
Ridondanza
• Spesso si sente ripetere più e più volte la stessa cosa,
  in modo confuso e inutile. A causa di questo i pitch
  diventano interminabili e senza appeal.
• Le cose devono essere dette una e una sola volta, in
  modo chiaro, conciso e preciso.
• Poche parole ma buone e ben organizzate.
 Se vuoi fare uno spremi carciofi via web, devi dirci dove
   prendi i carciofi, chi lo farà insieme a te, come intendi
                     farti pagare e quanto.
Incertezza
• Non c’è spazio per l’incertezza in un buon pitch. E l’unico
  modo per ammazzare l’incertezza è ripetere, ripetere,
  ripetere. Non fate l’errore di ripetere il pitch allo
  specchio. O vi concentrate sul pitch, o vi concentrate
  sugli errori. In ogni caso sono due fasi separate. Quindi
  potete obbligare i vostri amici a subire il pitch 50 volte
  (si, 50 volte almeno) oppure vi registrate e vi riascoltate
  in un secondo momento.
• Molto meglio far la figura da somari con il sorriso sulle
  labbra, piuttosto che a testa china e balbettando.
Il peggior errore in assoluto
 Vedere chiodi ovunque perché abbiamo in mano il martello.
Questo è l’errore tipico di chi cerca supporto alla propria idea
 imprenditoriale. Non è un errore tecnicamente imputabile al
 pitch ma attraverso i pitch salta subito all’occhio e
 all’orecchio.
Siete davvero sicuri che la vostra idea serva a qualcosa? Sicuri-
                     sicuri? Sicuri-sicuri-sicuri?
Non è che per caso avete appena comprato un nuovo martello
               e quindi vedete chiodi dappertutto?
Esempio:

Se il vostro progetto è di aprire una catena di
 gelaterie non dovete aprire dicendo “ci sono poche
 gelaterie al mondo…” ma “d’estate fa caldo, e tutti
 noi odiamo il caldo, vero?”.
Prima evidenziate il problema, che deve essere
 chiaro, poi proponete la vostra soluzione.
 …………………Mai il contrario.
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