FONDI AMUNDI PIR - Pioneer Fondi Italia

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Amundi SGR S.p.A.

 FONDI AMUNDI PIR

 Relazione Semestrale
  30 giugno 2020

Pioneer Fondi Italia

 OICVM aperti di diritto italiano armonizzati
 alla Direttiva 2009/65/CE
Amundi PIR: Relazione Semestrale al 30 giugno 2020
Scenario macroeconomico

Considerazioni generali

L’epidemia di COVID-19 ha causato un drastico peggioramento delle prospettive economiche globali e tale
deterioramento è destinato a concentrarsi proprio nel primo semestre di quest’anno. La pandemia ha infatti
paralizzato per un certo periodo l’economia mondiale, agendo sia sull’offerta che sulla domanda di beni e servizi,
nonché provocando una contrazione dei volumi di commercio globale. Le misure adottate dai governi di molti paesi
allo scopo di contenere la diffusione del virus hanno contribuito a determinare un brusco calo dell’attività economica,
sofferto dai principali paesi sviluppati soprattutto a cavallo tra il primo ed il secondo trimestre. Sebbene un processo
di allentamento delle misure di contenimento abbia recentemente preso forma in diversi paesi, è probabile che tale
processo si riveli in ogni caso graduale e che i relativi effetti di recupero dell’attività economica possano risultare
alquanto differenti a seconda dei diversi settori economici. Soprattutto nel caso dell’attività economica delle
economie emergenti hanno inoltre inciso negativamente la marcata flessione dei prezzi delle materie prime, il calo
dei volumi di commercio globale ed in parte anche rilevanti deflussi di capitali. I dati attualmente disponibili
confermano che le ricadute economiche delle misure di contenimento saranno drastiche e profonde sui tassi di
contrazione della crescita: le nostre proiezioni macroeconomiche puntano, per quest’anno, ad una contrazione del
PIL mondiale in termini reali tra il 3,0 ed il 4,0%. Ritmo ed entità di tale contrazione sono destinati a risultare
alquanto marcati in relazione alle passate recessioni: in termini di aree, le attese puntano ad una contrazione tra il
6,0% ed il 7,5% per le aree sviluppate, mentre dalle economie in via di sviluppo ci si attendono numeri meno pesanti
in termini di caduta, tra un -0,9 ed un -2,1%, tuttavia con un quadro molto differente a seconda dei paesi. In termini
di dinamica, dopo la forte riduzione segnata nei primi due trimestri, è ragionevole attendersi che nel terzo trimestre
del 2020 l’attività mondiale dovrebbe avviarsi verso la ripresa per proseguire poi la crescita nel 2021, con un
rimbalzo atteso per il prossimo anno tra il 4,0% ed il 5,5%.

La combinazione degli effetti della pandemia sulla crescita economica e del sensibile calo dei prezzi delle materie
prime e dell’energia ha prodotto un comprensibile rallentamento delle spinte inflazionistiche a livello mondiale.
L’inflazione è destinata a passare da un tasso di crescita di poco superiore al 3% dello scorso anno ad un 2,4% nel
corso del 2020 e, al contrario di quanto ci si attende per la crescita economica, il recupero dell’inflazione nel 2021
appare destinato a risultare marginale. In termini di aree, quelle sviluppate appaiono destinate a mostrare un
rallentamento marcato dell’inflazione (da 1,5% del 2019 a 0,7% quest’anno) mentre quelle in via di sviluppo
dovrebbero evidenziare un rientro minore (dal 4,0% a 3,6%).

All’inasprimento delle condizioni finanziarie per effetto dello profondo shock prodotto dalla pandemia sui mercati
finanziari, hanno prontamente risposto le autorità di politica economica su scala globale. Le misure messe in campo
sia dai governi che dalle banche centrali in termini di stimoli fiscali e monetari sono risultate in molti casi senza
precedenti ed hanno dapprima contenuto i rischi di ulteriore peggioramento del quadro finanziario ed economico e
poi sostenuto un parziale recupero dei mercati ed un ritorno delle condizioni finanziarie a livelli più vicini a quelli
esistenti prima della crisi.

Area Euro
Nel primo trimestre del 2020 il PIL dell’area dell’euro è sceso del 3,8% in termini reali e i dati successivi hanno
confermato un’ulteriore marcata flessione probabile nel secondo trimestre. Sia gli indicatori economici che i risultati
delle indagini congiunturali condotte su imprese e famiglie confermano una drastica contrazione dell’economia
dell’area dell’euro e un sensibile quanto rapido deterioramento delle condizioni nel mercato del lavoro. Sia il settore
manifatturiero che quello dei servizi hanno sofferto gravi ripercussioni, con pesanti ricadute per la capacità
produttiva dell’economia dell’area e per la domanda interna. Gli indicatori più recenti suggeriscono una lieve
inversione della contrazione a maggio, grazie al graduale riavvio di parte dell’economia europea. Un’ulteriore
distensione delle misure di contenimento dovrebbe sostenere il recupero atteso nel terzo trimestre. Il sostegno delle
più favorevoli condizioni finanziarie e dei pacchetti fiscali approvati nei vari paesi dell’area, nonché il contemporaneo
riavvio dell’attività economica in alcuni paesi partner commerciali dell’Europa sono tutti fattori che puntano ad un
recupero nella seconda parte dell’anno, benché la rapidità e la portata della ripresa restino ancora molto incerte.
L’inflazione è destinata a rallentare significativamente nei prossimi mesi e complessivamente le attese puntano ad
un dimezzamento della variazione dell’anno scorso, cioè ad un calo dall’1,2% del 2019 allo 0,6% per il 2020. Il calo
risulterà diffuso a tutti i paesi dell’area, ma caratterizzerà soprattutto l’Italia (0,1% dallo 0,7% del 2019) e la Spagna
(0,3% dallo 0,7% del 2019). Il quadro di contenute spinte inflazionistiche appare affermato anche per i prossimi anni,
confermato dalle ultime stime pubblicate dalla BCE riguardo alla traiettoria attesa dalla banca centrale, inferiore ai
target della stessa. Tutto ciò nonostante i notevoli stimoli monetari messi in campo dalla banca centrale, tra i quali,
lo ricordiamo il varo di un nuovo programma di acquisti per contrastare la crisi (PEPP) ed il suo prolungamento a
metà del prossimo anno, nonché l’inserimento di ingenti quantitativi di liquidità per il tramite delle operazioni di
rifinanziamento con il sistema finanziario.

Gran Bretagna
Alla pari di quanto avvenuto nell’Eurozona, nel Regno Unito il quadro economico è sensibilmente peggiorato. Nel
primo trimestre il PIL è diminuito del 2%, nonostante l’economia abbia subito il lockdown soltanto a partire dall’ultima
decade di marzo, mentre l’inflazione è scesa allo 0,8% ad aprile, segnando un brusco calo rispetto all’1,5% del
mese precedente. Sebbene l’impatto negativo sull’occupazione sia stato smorzato dal regime di ammortizzatori
sociali, il mercato del lavoro ha subito un netto peggioramento. I dati sui beneficiari di prestazioni sociali ‒ che
comprendono sia i sussidi di disoccupazione che quelli erogati nell’ambito del rapporto di lavoro ‒ indicano che a
metà aprile oltre due milioni di cittadini avevano richiesto qualche forma di sussidio. Un ulteriore marcato
deterioramento nel secondo trimestre è evidenziato dagli ultimi dati economici pubblicati, mentre la graduale
riapertura dell’economia annunciata dal governo dovrebbe sostenere una progressiva ripresa nei prossimi mesi.
Come nel caso delle altre banche centrali, anche la banca d’Inghilterra ha provveduto a metter in atto straordinari
programmi di stimolo, non solo tagliando il costo del denaro ma anche per il tramite di rinnovati e rafforzati
programmi di acquisto di titoli.

Stati Uniti
In base alle ultime stime rese note, il PIL statunitense si è contratto in termini reali del 5,0% su base annua nel primo
trimestre. Gli ultimi dati mensili inoltre indicano, come previsto, che il rallentamento economico si è acuito
particolarmente nel secondo trimestre, per effetto delle diffuse misure di contenimento in essere ad aprile, in parte
poi gradualmente allentate nel mese successivo. Il rientro delle restrizioni dovrebbe favorire il recupero dell’attività
economica nella seconda metà del 2020, recupero trainato dalla ripresa della domanda interna, a sua volta
sostenuta dagli stimoli senza precedenti di natura fiscale e monetaria messi in atto tempestivamente dalle autorità di
politica economica. Le stime macroeconomiche puntano ad un calo del PIL statunitense tra il 4,5 ed il 6,5% per
quest’anno, concentrato soprattutto nel primo semestre. Per l’inflazione le stime puntano ad una traiettoria
dell’indice dei prezzi contenuta, intorno all’1,0% sia nel 2020 che nel 2021, sebbene nell’ambito di dinamiche
trimestrali molto volatili. Negli USA, infine, il contrasto alla crisi è giunto sia dalla politica fiscale, particolarmente di
sostegno alle famiglie e ai settori più colpiti dal lockdown, sia da un ampio e profondo set di misure decise dalla Fed
per mantenere allentate le condizioni finanziarie e garantire adeguati livelli di liquidità e di credito al sistema privato.
Il bilancio della banca centrale è destinato a crescere non solo in termini di dimensione, ma anche in termini di
categorie di differenti attivi.

Giappone
In Giappone l’economia è entrata in recessione nei primi mesi dell’anno: soprattutto a causa degli effetti della
pandemia di COVID-19, il PIL si è contratto, riducendosi dello 0,9% nel primo trimestre del 2020. Per l’intero anno le
stime puntano ad una sensibile contrazione del PIL, con una variazione negativa attesa in area 4%: tuttavia, il
confronto con le altre principali aree sviluppate vede una contrazione stimata meno significativa. Il periodo di
lockdown è risultato relativamente più breve che in molti altri paesi, con conseguenti minori impatti sulla domanda
interna. Al contempo, tuttavia, l’economia nipponica ha risentito maggiormente degli impatti della crisi sui trend del
commercio globale: in particolare, è risultata degna di nota la marcata flessione nelle esportazioni di servizi, che
riflette anche il calo del turismo a causa delle restrizioni ai viaggi imposte dalla pandemia. In questo contesto,
l’inflazione è attesa in sensibile rallentamento rispetto allo scorso anno. Anche le autorità giapponesi hanno
approvato politiche di sostegno all’economia in difficoltà: la Banca del Giappone ha varato numerose misure, tra le
quali l’innalzamento dei limiti all’acquisto di carta commerciale e di obbligazioni societarie, ed il potenziamento dei
programmi di sostegno alle banche, finalizzato ad agevolare il credito alle piccole e medie imprese. Alla fine di
maggio, inoltre, il governo giapponese ha approvato un secondo pacchetto di misure di stimolo fiscale, ampiamente
comparabile, per dimensioni, a quello attuato ad aprile.
Emergenti
Come già indicato in precedenza le economie emergenti dovrebbero mostrare nel loro complesso una contrazione
della crescita economica meno marcata rispetto ai paesi sviluppati, ed anche sul versante dell’inflazione il
rallentamento dovrebbe risultare più contenuto rispetto a quello atteso per le economie avanzate. Tuttavia, il quadro
complessivo mostra una notevole divergenza di performance economica tra aree e paesi: in particolare, pur
procedendo in un contesto difficile, la ripresa procede in Cina dopo i notevoli impatti dei primi mesi dell’anno e il PIL
è atteso in limitata crescita positiva per l’intero anno, attorno al 2%, anche se in forte rallentamento rispetto al +6,2%
dello scorso anno. Gli stimoli monetari e quelli derivanti dalle politiche attuate dalle autorità contribuiranno a
sostenere l’attività economica nella seconda parte dell’anno. Nei paesi esportatori di materie prime è al contrario
atteso un calo vertiginoso dell’attività economica: tra questi citiamo la Russia per la quale i recenti sviluppi del
mercato dell’energia hanno frenato la domanda estera, ed allo stesso tempo, in seguito a un forte aumento dei
contagi all’interno del paese, le misure di contenimento del virus sono state inasprite. In America Latina sono molti i
paesi che hanno recentemente sofferto in modo significativo gli effetti della pandemia: in Brasile, in particolare,
l’attività economica ha subito un brusco deterioramento a causa delle misure di lockdown, delle interruzioni delle
catene di approvvigionamento, nonché di una più debole domanda estera. Al momento le stime puntano a
contrazioni del PIL alquanto significative per l’intero 2020 sia per il Brasile (tra -5 e – 6,4%) che per il Messico (tra il -
7 ed il -8%), quest’ultimo soprattutto per la debolezza della domanda interna per consumi e investimenti. Il crollo
dell’interscambio mondiale di beni sarà probabilmente amplificato dalle interruzioni subite dalle catene del valore
regionali e globali, impattando su molti paesi emergenti. Al contempo, come nel caso delle aree sviluppate, la forte
reazione delle autorità di politica fiscale e monetaria a livello globale ha contenuto l’impatto negativo della pandemia
e dovrebbe sostenere un graduale recupero prospettico.

Mercati
L’estensione a livello globale del contagio da coronavirus ha avuto ripercussioni importanti sui mercati finanziari, in
scia ai timori per gli effetti della paralisi di molte attività commerciali e industriali sulla crescita a livello mondiale. Il
semestre è stato caratterizzato da un andamento molto volatile. I mercati azionari hanno accumulato perdite ampie
nel primo trimestre, in parte recuperate nel secondo trimestre in risposta alle rilevanti misure di intervento monetario
e fiscale adottate a livello mondiale. I rendimenti dei titoli di Stato core hanno evidenziato un calo, in scia alla
debolezza del contesto macro e di inflazione e all’orientamento estremamente accomodante delle banche centrali
mondiali.
A complicare ulteriormente il contesto sono intervenute le tensioni sul settore energetico deflagrate nel mese di
aprile, generate in una prima fase dallo scontro tra Arabia Saudita e paesi non-OPEC che ha impedito il
raggiungimento di un accordo rapido sulla riduzione dell’offerta, e in una seconda fase dall’indebolimento della
domanda globale. I due fattori hanno alimentato il gap tra domanda e offerta e portato al crollo in territorio negativo
del prezzo del future WTI scadenza aprile per consegna maggio nella giornata del 20 aprile, conseguenza del
raggiungimento della massima capienza dei magazzini in cui vengono materialmente stoccati i barili che regolano i
contratti futures sul WTI.

In calo i mercati azionari.
Gli indici azionari hanno registrato performance negative a livello globale, pur se con andamenti divergenti nel primo
trimestre e nel secondo trimestre.
Dopo un avvio di anno già in salita, in seguito alla diffusione delle notizie sui contagi da coronavirus in Cina, nella
settimana del 9 marzo, a seguito delle decisioni di isolamento più marcato ed esteso assunte dall’Italia, i mercati
azionari hanno registrato cali raramente occorsi nella storia con tale violenza e velocità, complice anche la delusione
per le decisioni adottate dalla BCE nella riunione del 12 marzo. I cali, generalizzati a livello globale, sono proseguiti
nelle sedute successive, nonostante i ripetuti interventi della Fed e le nuove decisioni adottate dalla Bce il 19 marzo.
Dopo un picco delle tensioni il 23 marzo, i mercati azionari hanno iniziato a rispondere alle terapie d’urto poste in
essere dalle banche centrali e dai principali Governi, e hanno messo a segno recuperi diffusi.
Il miglioramento si è esteso al secondo trimestre. Dopo le massicce dislocazioni di prezzo del trimestre precedente, i
mercati azionari hanno risposto positivamente alle rilevanti misure di intervento monetario e fiscale adottate a livello
mondiale e hanno via via prefigurato uno scenario benevolo caratterizzato dalla convinzione che il picco della
pandemia sia ormai alle spalle, che una eventuale nuova ondata di contagi sarà meno forte e che una cura e un
vaccino arriveranno presto.
Supportati anche da dati reali e di fiducia via via migliori delle attese, i mercati azionari hanno registrato apprezzabili
recuperi, in una prima fase soprattutto in Usa, dove l’indice S&P 500 ha quasi recuperato tutte le perdite da inizio
anno sia in valuta locale che in euro, e in una seconda fase anche in Europa, complice l’annuncio del piano Next
Generation EU da parte della Commissione Europea, la rotazione settoriale a favore dei ciclici e dei value a scapito
dei difensivi e il ritardo accumulato.
Negli USA, l’indice tecnologico Nasdaq ha evidenziato un apprezzabile risultato positivo da inizio anno, beneficiando
della performance di società meno impattate dalle conseguenze dell’epidemia.
A livello di principali paesi dell’area Euro, il calo maggiore da inizio anno è stato registrato dalla Spagna, a seguire
Francia, Italia e Germania. A livello settoriale, cali più consistenti per energetici, finanziari, immobiliare e consumi
ciclici; in territorio positivo solo tecnologia e farmaceutici.
Tra i paesi sviluppati, in calo sia in valuta locale che in euro il Giappone e l’Australia. Chiusura di semestre in
territorio solo marginalmente negativo sia per la borsa coreana che per la borsa taiwanese, soprattutto in valuta
locale per la prima; l’andamento di entrambi gli indici, pur condizionato dalla dinamica della pandemia, è stato
sostenuto dalla sensibilità alla dinamica del settore tecnologico.
L'area Emergente in aggregato ha chiuso il semestre in calo. A livello di aree geografiche, il calo più consistente è
stato registrato dall’America Latina, dove si è messa in evidenza la debolezza del Brasile, fortemente colpito dalla
diffusione della pandemia. Particolarmente debole l’Europa dell’Est, con la Russia appesantita dalla debolezza del
prezzo del petrolio.
In Asia, performance positiva della Cina, paese che, entrato prima nell’epidemia, ha via via beneficiato
dell’allentamento delle restrizioni e della riapertura delle attività.
Performance principali indici mondiali nel semestre (in Euro, al 30 giugno): MSCI Euro -12,4%, MSCI Usa -2,6%,
MSCI Emerging Markets -9,8%, MSCI World -5,8%.

In calo i rendimenti governativi; in ampliamento i differenziali societari e degli emergenti.

Nelle fasi più acute della crisi legata alla pandemia, tra fine febbraio e marzo, i mercati obbligazionari core e i
mercati del credito hanno riscontrato una volatilità persino superiore a quella delle borse, con movimenti infra-
giornalieri mai registrati in precedenza.
Tutti i segmenti a spread hanno sofferto, con il differenziale BTP-Bund in ascesa sopra 300 punti base nella parte
centrale di marzo, da circa 180 di fine 2019, e i corporate in affanno ovunque. Dopo il picco delle tensioni del 23
marzo, lo spread BTP-Bund è sceso a 157 pb, aiutato dalla decisione della BCE di eliminare il limite del 33% per
emittente per il nuovo piano di acquisti legato all’emergenza sanitaria. Sui corporate, si è assistito ad un
restringimento degli spread dopo che avevano toccato livelli non più visti dal 2016.
Nonostante il miglioramento del sentiment, nel corso del secondo trimestre, i rendimenti dei titoli di Stato core non
hanno evidenziato movimenti al rialzo. Tutti i segmenti a spread hanno invece beneficiato del clima di fiducia. Il
differenziale BTP-Bund, dopo aver registrato un incremento verso 260 punti base nella seconda metà di aprile, in
avvicinamento alla riunione del Consiglio Europeo del 23 aprile e alla decisione sul rating di S&P del 24 aprile, si è
poi ridimensionato fino a 170 punti base di fine semestre: le misure di politica monetaria, soprattutto, e la proposta
del piano di investimenti europeo, sono state percepite credibili dal mercato, favorendo anche il ritorno di interesse
sui titoli di Stato italiani da parte di investitori esteri. Sui corporate, si è assistito ad una riduzione progressiva degli
spread. Anche il segmento HY USA, soprattutto nella sezione energia, dopo aver subito gli effetti delle tensioni sul
mercato del petrolio di metà aprile, conseguenza del gap tra domanda e offerta e del raggiungimento della massima
capienza dei magazzini in cui vengono materialmente stoccati i barili che regolano i contratti futures sul WTI, ha
evidenziato un miglioramento.
In Usa, la curva dei rendimenti ha evidenziato un generalizzato movimento al ribasso sul periodo, più marcato sulla
parte a breve-medio termine rispetto a quella a lungo termine, tenuto conto dell’orientamento estremamente
accomodante della Fed. Il tasso a due anni è passato da 1,57% di fine 2019 a 0,12% di fine giugno. Il tasso a dieci
anni è sceso dall’1,88% allo 0,66%, con un minimo a 0,35% raggiunto a inizio marzo, in un contesto di
preoccupazioni sulla crescita e in assenza di pressioni inflazionistiche. I titoli societari investment grade hanno
evidenziato un calo del rendimento da 2,92% di fine 2019 a 2,26%, con spread in aumento di 60 punti base (a 160
punti base, dopo aver toccato il massimo da inizio anno a marzo al livello di 401 punti base). Sulle emissioni high
yield, il rendimento medio ha chiuso il semestre al 6,98%, da 6,01%, con spread in ampliamente (+284 pb, a 644 pb,
dopo aver toccato il massimo da inizio anno a marzo al livello di 1087 pb).
Sul mercato obbligazionario europeo, l’assenza di azioni sul tasso di riferimento della BCE ha limitato i movimenti
della parte a breve, con il tasso a due anni tedesco passato da -0,60% di fine 2019 a -0,69%. La debolezza del
quadro macro ha determinato un ribasso ampio del tasso a dieci anni, che si è portato da -0,19% a -0,45%, con un
minimo in area -0,85% raggiunto nel mese di marzo. I movimenti al ribasso sul periodo hanno coinvolto anche i titoli
di Stato italiani, pur se con andamenti volatili nel periodo. Il rendimento a 2 anni è passato da 0,21% a 0,08; il tasso
a dieci è passato da 1,41% a 1,26%. In calo anche il rendimento decennale spagnolo, passato da 1,42% a 0,45%.
Con riferimento al debito societario, il rendimento medio dei titoli investment grade europei è passato da 0,62% a
0,90%, mentre lo spread ha evidenziato un rialzo a 147 pb (+ 54 pb), con un picco a 243 pb a marzo. I rendimenti
delle emissioni societarie europee a più basso merito di credito sono saliti da 3,33% a 4,71%, con lo spread in
aumento a 521 pb (+212), con un picco a 866 pb a marzo.
In ultimo, i titoli di Stato Emergenti in valuta forte hanno chiuso il periodo con il rendimento medio a 5,52%, da
4,19% di fine 2019. Il differenziale di rendimento rispetto ai Treasury Usa è aumentato da 281 punti base a 474 pb,
con un picco a 721 punti base.

Dollaro USA sostanzialmente stabile verso Euro
Il dollaro USA verso l’Euro è passato da 1,123 a 1,124; lo yen contro Euro è invece passato da 121,96 a 121,23.

Prospettive Globali
I dati macro hanno certificato una recessione a livello globale, che si è estesa anche al secondo trimestre a causa
della sequenzialità con cui le diverse aree sono entrate prima in lockdown e poi nella fase di ripartenza delle attività.
I dati di fiducia, anticipatori, stanno evidenziando segnali di miglioramento nelle principali aree. Va tuttavia
sottolineato che la durata della contrazione e la misura di quanta capacità produttiva e domanda si siano perse in
via permanente dipenderanno dagli effetti di trascinamento dei lockdown locali e dall’efficacia degli stimoli di politica
economica già adottati o ancora solo annunciati.
Pur identificando nella graduale riapertura delle principali economie e nei passi avanti nel processo di integrazione
europea con il piano proposto dalla Commissione Europea, due importanti elementi positivi, sottolineiamo l’assenza
di miglioramenti sul fronte della visibilità sulla dinamica degli utili aziendali, confermando pertanto l’orientamento di
investimento cauto, con approccio bilanciato e diversificato verso il rischio.
Nel dettaglio, rimaniamo difensivi sui mercati azionari di Europa e Usa; in attesa di una valutazione degli utili su basi
più solide nella seconda metà dell’anno, riteniamo opportuno il mantenimento di un alto livello di liquidità associato
ad una rotazione settoriale a favore dei ciclici, che possa fornire una apprezzabile fonte di performance in caso di
evoluzione positiva dello scenario. Rimaniamo neutrali sui paesi emergenti, con focus su Cina, Taiwan e Corea, per
composizione settoriale degli indici (ad esempio, elevata esposizione alla tecnologia) e per le politiche di stimolo già
adottate.
Sul mercato obbligazionario governativo, ribadiamo la posizione di neutralità sulla duration. View costruttiva sui titoli
di Stato Usa: i livelli storicamente bassi dei rendimenti statunitensi rendono oggi poco attraente questa asset class in
termini di valutazione; essa tuttavia continua ad essere sostenuta dal ruolo di bene rifugio nelle fasi di tensione. In
Europa, si conferma la preferenza per i titoli di Stato periferici, in particolare italiani. Il supporto credibile della BCE
ha favorito il ritorno di interesse degli investitori esteri sul debito italiano, pur a fronte di una minore intensità di
acquisti della BCE, sia via PEPP che via PSPP, nei mesi di aprile e maggio. Sul credito, segmento che richiede una
attenzione particolare alla selezione e alla liquidità, si conferma la preferenza per il segmento investment grade
europeo, sostenuto da fattori tecnici (QE della BCE, ricerca di carry). La persistente incertezza e le divergenze tra
fondamentali e valutazioni sono alla base della view neutrale sul debito emergente, con preferenza per il segmento
in valuta forte; le emissioni in valuta locale dovrebbero essere maggiormente guidate dalla dinamica valutaria, in un
contesto caratterizzato da minori spazi di compressione dei tassi.
Si mantiene, infine, una elevata liquidità nei portafogli. Forme di protezione da yen e oro.

Forma e contenuto della Relazione semestrale

La relazione semestrale di ciascun Fondo è redatta secondo le disposizioni previste dal provvedimento emanato da
Banca d’Italia il 19 gennaio 2015, modificato con il provvedimento del 23 dicembre 2016 ed è composta da una
situazione patrimoniale con allegato l’elenco analitico degli strumenti finanziari detenuti e da una nota illustrativa,
volta a dare indicazioni sia sulla politica di investimento seguita nella gestione del patrimonio, sia sulle prospettive di
investimento in relazione all’evoluzione dei mercati nei settori di interesse per il Fondo. Sono altresì dettagliati
principi contabili e criteri di valutazione.
Tutti gli importi indicati nella relazione semestrale sono espressi in unità di Euro, salvo ove diversamente specificato.

Principi contabili e criteri di valutazione

Nella redazione della relazione semestrale di ciascun Fondo sono stati applicati i principi contabili di generale
accettazione per i fondi comuni di investimento ed i criteri di valutazione previsti dal provvedimento emanato da
Banca d’Italia il 19 gennaio 2015 e successive modifiche.
Tali principi sono coerenti con quelli utilizzati nel corso dell'esercizio per la predisposizione dei prospetti di calcolo
giornalieri della quota.
Gli schemi ed il contenuto dei singoli prospetti sono stati redatti nel rispetto delle disposizioni in materia emesse
dalla Banca d'Italia.
Registrazione delle operazioni

     Le negoziazioni su titoli e sulle altre attività finanziarie sono contabilizzate nei portafogli dei singoli fondi sulla
       base della data di conclusione dei relativi contratti anche se non ancora regolati.
     Le commissioni di acquisto e vendita sono comprese nei prezzi di acquisto o dedotte dai prezzi di vendita dei
       titoli in conformità agli usi di borsa.
     I movimenti della liquidità a pronti trovano corrispettivo in movimenti di pari importo delle corrispondenti voci
       “pronti contro termine attivi e operazioni assimilate” o “pronti contro termine passivi e operazioni assimilate”.
       La differenza tra i prezzi a pronti e quelli a termine viene distribuita, proporzionalmente al tempo trascorso,
       lungo tutta la durata del contratto, come interessi.
     Nel caso di sottoscrizione di titoli di nuova emissione la contabilizzazione nel portafoglio ha luogo al
       momento in cui l'attribuzione dei titoli è certa ovvero, in ogni altro caso, nei termini previsti dal programma di
       offerta o dagli usi e consuetudini di borsa.
     Le opzioni acquistate / emesse sono computate tra le attività / passività al loro valore corrente.
     I differenziali su operazioni futures vengono registrati secondo il principio della competenza, sulla base della
       variazione giornaliera tra i prezzi di chiusura del mercato di contrattazione ed i costi dei contratti stipulati e/o
       i prezzi del giorno precedente.
     Gli interessi attivi e passivi e gli altri proventi ed oneri di natura operativa sono conteggiati secondo il
       principio della competenza temporale anche mediante rilevazioni di appositi ratei attivi e passivi.
     Gli interessi attivi sui conti correnti bancari sono rilevati al lordo della relativa ritenuta fiscale.
     I dividendi vengono contabilizzati nel momento in cui sono deliberati (data stacco) o, in mancanza di tale
       comunicazione certa, al momento dell’incasso.
     Gli utili e le perdite realizzati su cambi, vendite di divisa a termine e negoziazioni di titoli in divisa estera sono
       originati dalla differenza tra il cambio storico di conversione dei debiti, dei crediti, dei contratti in divisa, dei
       conti valutari e dei titoli in divisa, e il cambio rilevato alla chiusura delle rispettive posizioni.
     Gli utili e le perdite da realizzi risultano dalla differenza tra i costi medi ponderati di carico ed i valori realizzati
       dalle vendite. I costi ponderati di carico rappresentano i valori dei titoli alla fine dell’esercizio precedente,
       modificati dai costi medi di acquisto del periodo.
     Le plusvalenze e le minusvalenze su titoli sono originate dalla differenza tra il costo medio ponderato ed i
       valori determinati secondo i criteri indicati in precedenza, ossia prezzi di mercato o valutazioni applicati alla
       data della relazione di gestione dei singoli fondi.
     Le differenze di cambio derivanti dalla conversione delle voci espresse in valuta estera sono contabilizzate in
       voci separate nella relazione tenendo distinte quelle realizzate da quelle di valutazione. Sempre nella
       sezione riguardante il risultato della gestione cambi sono state registrate le componenti reddituali delle
       operazioni di copertura dal rischio di cambio.
     La rilevazione delle sottoscrizioni e dei rimborsi delle quote viene effettuata a norma del regolamento dei
       singoli fondi secondo il principio della competenza temporale.

Criteri di valutazione

Per la determinazione dei valori da applicare al portafoglio dei singoli fondi si osservano i seguenti criteri:
     i prezzi unitari utilizzati sono quelli del giorno di borsa aperta al quale si riferisce il valore della quota;
     per gli strumenti finanziari quotati, il prezzo è l'ultimo prezzo disponibile del giorno della o delle borse indicate
        nel regolamento. Nel caso di strumenti finanziari quotati presso più borse, si applica il prezzo della borsa più
        significativa in relazione alle quantità trattate;
     per gli strumenti finanziari ammessi alla negoziazione sui mercati regolamentati indicati dall'Organo di
        Vigilanza il prezzo è quello risultante dall'ultimo listino ufficiale disponibile, valutandone la significatività, per i
        valori trattati su più mercati, tenendo conto delle quantità ivi negoziate;
     per gli strumenti finanziari quotati o ammessi alla negoziazione sui mercati regolamentati indicati dall'Organo
        di Vigilanza, qualora sul mercato di negoziazione risultino contenuti gli scambi ed esistano elementi di
        scarsa liquidità, la valutazione tiene conto del presumibile valore di realizzo determinato sulla base delle
        informazioni reperibili sui circuiti internazionali di riferimento oggettivamente considerate dai responsabili
        organi della società. La società ha stabilito nell’apposito documento inerente i criteri di valutazione degli
        strumenti finanziari in portafoglio che si considerano “illiquidi” gli strumenti per i quali non sia possibile
        reperire con continuità un prezzo aggiornato dagli info provider o che presentino prezzi significativamente
        discordanti fra le valutazioni dei contributori messi a disposizione dalle fonti informative specializzate o la cui
        valorizzazione sia rimasta invariata per un congruo numero di giorni consecutivi;
     per gli strumenti finanziari e le altre attività finanziarie non quotati, la valutazione esprime il presumibile
        valore di realizzo sul mercato, individuato su un'ampia base di elementi di informazione, oggettivamente
considerati dagli organi responsabili della Società di Gestione, concernenti la peculiarità del titolo, la
          situazione patrimoniale e reddituale dell'emittente e la situazione del mercato con particolare riferimento
          all'andamento dei tassi;
       per gli strumenti finanziari individualmente sospesi dal listino la valutazione è effettuata sulla base dei criteri
          previsti per quelli non quotati;
       le poste denominate in valuta diverse da quelle di denominazione del Fondo sono convertite in quest'ultima
          valuta sulla base di tassi di cambio corretti alla data di riferimento della valutazione, accertati su mercati di
          rilevanza e significatività internazionale. Le operazioni a termine in valuta sono convertite al tasso di cambio
          a termine corrente per scadenze corrispondenti a quelle delle operazioni oggetto di valutazione;
       i contratti futures sono valutati sulla base delle quotazioni di chiusura dei rispettivi mercati, rilevate nel giorno
          di borsa aperta al quale si riferisce il valore della quota;
       le opzioni e i warrant trattati in mercati regolamentati sono valutati al prezzo di chiusura del giorno rilevato nel
          mercato di trattazione; nel caso di contratti trattati su più mercati, al prezzo più significativo, anche in
          relazione alle quantità trattate su diverse piazze;
       le opzioni e i warrant non trattati in mercati regolamentati sono valutati al valore corrente espresso dalla
          formula indicata dall'Organo di Vigilanza;
       per i titoli strutturati la valutazione viene effettuata procedendo alla valutazione distinta di tutte le componenti
          elementari. Per titoli strutturati si intendono, come indicato dalla vigente normativa, quei titoli il cui rimborso
          e/o la cui remunerazione dipendano in tutto o in parte dal valore di determinati titoli o altre attività,
          dall'andamento dei tassi di interesse, valute, indici o altri parametri o dal verificarsi di determinati eventi o
          condizioni, anche secondo meccanismi che equivalgono all'assunzione di posizioni in strumenti finanziari
          derivati.

Soggetti che procedono al collocamento

Il collocamento delle quote del Fondo avviene per il tramite dei soggetti collocatori – elencati nell’Allegato Parte I del
Prospetto – i quali operano anche mediante tecniche di comunicazione a distanza (canale internet).
La sottoscrizione delle quote direttamente presso la sede legale della SGR è consentita esclusivamente agli
investitori professionali ai sensi dell’articolo 6, commi 2-quinquies e 2-sexies del D. Lgs. n. 58 del 24 febbraio 1998.

Rapporti con società del Gruppo

Amundi SGR S.p.A. è controllata al 100% da Amundi Asset Management SAS, a sua volta controllata da Amundi
SA controllata da Crédit Agricole SA.
Si evidenzia che la SGR, pur riservandosi il diritto di impartire istruzioni per ciascuno degli ordini e/o delle decisioni
di investimento relative ai portafogli gestiti, al fine di conseguire maggiore efficienza nei processi produttivi e di
avvalersi di specifiche competenze professionali, ha esternalizzato a Amundi Intermédiation SA, appartenente al
gruppo del gestore, le attività riguardanti la trasmissione e/o l’esecuzione di ordini aventi ad oggetto gli strumenti
finanziari (esclusi OICR) di taluni portafogli della gestione su base collettiva.
L’investimento in azioni o obbligazioni (esclusi gli OICR) considerati in conflitto di interesse non è rilevante rispetto ai
portafogli gestiti ed è in ogni caso in linea con quanto previsto dalla normativa vigente e dai regolamenti degli OICR
medesimi. Gli investimenti in OICR considerati in conflitto di interesse sono conformi a quanto previsto dalla vigente
normativa e dai Regolamenti degli OICR medesimi.

Eventi che hanno interessato il Fondo

Il Consiglio di Amministrazione di Amundi SGR S.p.A., nella riunione del 29 gennaio 2020, ha approvato talune
modifiche regolamentari volte a recepire il mero “re-branding” degli indici “ICE BofAML” in “ICE BofA”, ove utilizzati.
Le modifiche si ritengono approvate in via generale dalla Banca di Italia e sono entrate in vigore dal 20 febbraio
2020.
Pertanto, dalla medesima data, la versione aggiornata dei Regolamenti unici “Amundi Fondi Italia”, “Amundi PIR”,
“UniCredit Evoluzione” ed “UniCredit Soluzione Fondi”, disponibili anche sul sito Internet della SGR, saranno forniti
gratuitamente ai partecipanti che ne faranno richiesta.

Eventi successivi alla chiusura del periodo

Non si segnalano eventi successivi alla chiusura del periodo.
Relazione Semestrale “Amundi Risparmio Italia”
       Nota illustrativa al 30 giugno 2020
Politiche di gestione

Il fondo ha evidenziato le seguenti performance:
      Classe A: nel periodo 30 dicembre 2019 – 30 giugno 2020 performance pari a -4,37% rispetto ad una
         variazione di -4,14% del benchmark;
      Classe B: nel periodo 30 dicembre 2019 – 30 giugno 2020 performance pari a -4,50% rispetto ad una
         variazione pari a -4,14% del benchmark.

Le performance del fondo e del relativo benchmark sono calcolate al lordo dell’effetto fiscale.

La performance del fondo nel semestre è stata negativa in termini assoluti, indebolita dalla dinamica dei segmenti di
mercato di riferimento, soprattutto azionari ma anche obbligazionari societari, in scia alla fase di risk-off causata
dalla diffusione a livello globale dei contagi da coronavirus.
La performance relativa è stata indebolita soprattutto dal sottopeso sui governativi europei che hanno
sovraperformato le altre classi di riferimento del fondo.
Con riferimento al segmento azionario, sul semestre, di supporto le scelte settoriali che soprattutto nella parte finale
hanno beneficiato della rotazione settoriale del mercato a favore dei ciclici (positivo soprattutto il sovrappeso sul
settore finanziario e, a seguire, il sovrappeso sul settore dei servizi di pubblica utilità, il sottopeso sul real estate e
sui consumi di base; solo parziale compensazione dal contributo negativo del sovrappeso sul settore energetico e, a
seguire, del sottopeso sul settore tecnologico, del sovrappeso sul settore farmaceutico, del sottopeso sui servizi di
comunicazione, e, in ultimo, del sottopeso sul settore dei consumi discrezionali. A livello di capitalizzazione, di
supporto il sovrappeso sulle large cap.
Sul segmento obbligazionario, negativo il sottopeso dei titoli governativi a vantaggio dei corporate. A livello di
selezione, di supporto il sovrappeso sui titoli di Stato italiani. Nel segmento corporate, negative le scelte nei settori
finanziario e industriale.

Il portafoglio ha evidenziato su tutto il periodo una esposizione ai titoli obbligazionari governativi core e semi-core su
livelli particolarmente inferiori al benchmark, tenuto conto dei livelli compressi dei tassi di rendimento. Preferenza
per i titoli di Stato italiani, seppur limata nel corso del semestre a vantaggio della liquidità; il segmento è sostenuto
dal programma di acquisti e dalle misure di sostegno alla liquidità della BCE, ulteriormente rafforzate per
fronteggiare la crisi legata alla pandemia, e dal carry interessante. Sul segmento societario, all’inizio della settimana
del 24 febbraio, è stata incrementata l’esposizione al settore dei servizi di pubblica utilità, per una declinazione più
conservativa del portafoglio, con sottopeso sui settori finanziario e industriale e sovrappeso sul settore dei servizi di
pubblica utilità, posizionamento che si è esteso su tutto il semestre. Sul segmento finanziario, preferenza per le
emissioni senior. Il livello di duration di fine giugno è pari a 2,79.
Con riferimento al segmento azionario, dopo un avvio di anno caratterizzato da una esposizione all’asset class su
livelli superiori al benchmark, all’inizio della settimana del 24 febbraio è stata ridotta l’esposizione su livelli inferiori al
benchmark. Il calo è stato concentrato sul segmento large cap. A livello settoriale, la riduzione ha interessato le
esposizioni sui comparti ciclici con incremento, di entità inferiore, del peso di servizi di pubblica utilità e
telecomunicazioni.
Successivamente, la gestione tattica ha portato ad un iniziale incremento dell’esposizione a metà marzo, sulla
debolezza, e poi ad una successiva riduzione sul rialzo del mercato, con vendita di finanziari e industriali a favore di
servizi di pubblica utilità. Nel mese di aprile è stato preso profitto sul settore finanziario. Nel mese di maggio,
l’esposizione è stata riportata su livelli superiori al benchmark e ulteriormente incrementata nel mese di giugno, con
una declinazione più ciclica del portafoglio. E’ stata pertanto ridotta l’esposizione ai farmaceutici e ai servizi di
comunicazione a favore di industriali e finanziari.
A fine semestre, esposizione maggiore a industriali, energetici, farmaceutici e servizi di pubblica utilità a scapito di
tecnologia, servizi di comunicazione, consumi (sia di base che discrezionali), real estate.
Su tutto il periodo, confermata l’esposizione a titoli di piccola e media capitalizzazione inferiore al benchmark a
favore dei titoli a maggiore capitalizzazione per una efficiente gestione del rischio in un contesto di incertezza.

I dati macro ad oggi disponibili certificano una recessione a livello globale, che, sviluppatasi nel primo trimestre, si è
estesa anche al secondo trimestre a causa della sequenzialità con cui le diverse aree sono entrate prima in
lockdown e poi nella fase di ripartenza delle attività. I dati di fiducia, anticipatori, stanno evidenziando segnali di
miglioramento nelle principali aree. Ciò, unitamente all’orientamento estremamente accomodante della Bce e in
generale delle principali banche centrali, alle azioni di politica fiscale adottate o annunciate e ai passi avanti che si
stanno compiendo nel processo di integrazione europea (piano Next Generation Eu) contribuisce a supportare
l’ipotesi di prossimità al minimo del ciclo. Va tuttavia sottolineato che la durata della contrazione e la misura di
quanta capacità produttiva e domanda si siano perse in via permanente dipenderanno dagli effetti di trascinamento
dei lockdown locali e dall’efficacia degli stimoli di politica economica.
A partire da tale contesto, pur riconoscendone gli elementi di incertezza e l’estrema variabilità e sottolineando la
minore visibilità sugli utili, si ritiene che nel prossimo futuro gli indici azionari italiani, come quelli globali, possano
continuare ad essere supportati dall’orientamento accomodante delle principali banche centrali globali e da una
stabilizzazione del ciclo economico, proiettata per fine 2020.
I mercati obbligazionari italiani dovrebbero, a loro volta, beneficiare del sostegno derivante dal piano di acquisti di
asset finanziari da parte della BCE e dalla ricerca di rendimento da parte degli investitori globali.
Alla luce di tali considerazioni, si conferma la focalizzazione sulla selezione dei titoli, ponendo l’enfasi sulla
sostenibilità in termini di crescita degli utili, struttura del debito, modelli di business.
La gestione del portafoglio nel corso del secondo semestre 2020 terrà pertanto in considerazione queste indicazioni
di scenario e verrà modificata sulla base delle evoluzioni dei mercati finanziari.
Relazione Semestrale del Fondo
                                             Amundi Risparmio Italia
                                      Situazione patrimoniale al 30/06/2020

                                                                       S ituazione al                          S ituazione a fine
                                                                           30/06/2020                         esercizio precedente
                                ATTIVITA'
                                                                  Valore             In percentuale         Valore            In percentuale
                                                                complessivo         del totale attività   complessivo        del totale attività

A.           S TRUMENTI FINANZIARI QUOTATI                         1.373.575.596                 96,02       1.328.679.197                88,59

A1.          Titoli di debito                                       982.951.744                  68,72        997.290.713                 66,49

      A1.1   titoli di Stato                                         47.714.100                   3,34        166.828.773                 11,12

      A1.2   altri                                                  935.237.644                  65,38        830.461.940                 55,37

A2.          Titoli di capitale                                     303.029.067                  21,18        331.388.484                 22,10

A3.          Parti di OICR                                           87.594.785                   6,12

B.           S TRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI                          820.420                   0,06

B1.          Titoli di debito

B2.          Titoli di capitale                                         820.420                   0,06

B3.          Parti di OICR

C.           S TRUMENTI FINANZIARI DERIVATI

C1.          M argini presso organismi di compensazione
             e garanzia
C2.          Opzioni, premi o altri strumenti finanziari
             derivati quotati
C3.           Opzioni, premi o altri strumenti finanziari
             derivati non quotati
D.           DEPOS ITI BANCARI

D1.          A vista

D2.          Altri

E.           PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI
             E OPERAZIONI AS S IMILATE

F.           POS IZIONE NETTA DI LIQUIDITA'                          47.148.498                   3,30        163.463.780                 10,90

F1.          Liquidità disponibile                                   58.540.044                   4,09        163.463.780                 10,90

F2.          Liquidità da ricevere per operazioni da regolare           655.932                   0,05

F3.          Liquidità impegnata per operazioni da regolare          -12.047.478                 -0,84

G.           ALTRE ATTIVITA'                                          8.857.262                   0,62          7.642.880                  0,51

G1.          Ratei attivi                                             8.846.664                   0,62          7.642.880                  0,51

G2.          Risparmio di imposta

G3.          Altre                                                         10.598

TOTALE ATTIVITA'                                                   1.430.401.776                   100       1.499.785.857                  100
Relazione Semestrale del Fondo
                                           Amundi Risparmio Italia
                                    Situazione Patrimoniale al 30/06/2020
                                                          S ituazione al              S ituazione a fine
                                                           30/06/2020                esercizio precedente
                   PAS S IVITA' E NETTO
                                                            Valore                         Valore
                                                          complessivo                    complessivo

   H.     FINANZIAMENTI RICEVUTI

    I.    PRONTI CONTRO TERMINE PAS S IVI
          E OPERAZIONI AS S IMILATE

   L.     S TRUMENTI FINANZIARI DERIVATI

   L1.    Opzioni, premi o altri strumenti finanziari
          derivati quotati
   L2.    Opzioni, premi o altri strumenti finanziari
          derivati non quotati

   M.     DEBITI VERS O I PARTECIPANTI

  M 1.    Rimborsi richiesti e non regolati

  M 2.    Proventi da distribuire

  M 3.    Altri

   N.     ALTRE PAS S IVITA'                                           -2.300.840                    -3.915.554

  N1.     Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati                -2.284.784                    -3.912.949

  N2.     Debiti di imposta

  N3.     Altre                                                            -16.056                       -2.605

TOTALE PAS S IVITA'                                                    -2.300.840                    -3.915.554

VALORE COMPLES S IVO NETTO DEL FONDO                              1.428.100.936                  1.495.870.303

Valore complessivo netto (Classe A)                                 295.118.389                    304.068.075

Numero delle quote in circolazione (Classe A)                    55.913.899,340                 55.095.903,057

Valore unitario delle quote (Classe A)                                      5,278                           5,519

Valore complessivo netto (Classe B)                               1.132.982.547                  1.191.802.228

Numero delle quote in circolazione (Classe B)                   217.960.670,551                218.943.191,082

Valore unitario delle quote (Classe B)                                      5,198                           5,443

Movimenti delle quote nell'esercizio                        Classe A                      Classe B

Quote emesse                                                      3.762.316,454                  7.917.323,800
Quote rimborsate                                                  2.944.320,171                  8.899.844,331
Elenco analitico dei titoli in portafoglio
                                                                % sul totale
     cod IS IN               Titolo      Valore complessivo
                                                                 Attività
FR0013221181     AM UNDI 3 M FCP                   87.594.785            6,11%
IT0005340929     ITALY 2.8% 12/2028                47.714.100            3,34%
XS1699951767     UNIONE DI 0.75% 2022              22.927.090            1,60%
XS1709374497     2I RETE GS 1.608% 27              22.217.660            1,55%
XS1689739347     M EDIOBANCA 0.625% 22             21.171.229            1,48%
XS1706921951     ESSELUNGA 0.875% 23               18.769.340            1,31%
IT0005315046     M EDIOBAN 1.25% 11/29             18.520.271            1,29%
XS1504194173     HERE SPA 0.875% 2026              18.470.520            1,29%
XS1428773763     ASSICURAZIONI VAR 48              16.729.950            1,17%
XS1765875718     SOCIETA IN 1.625% 28              15.516.270            1,08%
XS1088274672     2I RETE GAS 3% 07/24              15.475.180            1,08%
IT0005090300     INWIT                             15.362.925            1,07%
XS1508588875     SNAM 0% 20                        15.294.033            1,07%
XS1599167589     INTESA SAN VAR 2022               14.866.794            1,04%
XS0842659426     ENEL FIN 4.875% 2023              14.755.260            1,03%
XS1551068676     ENI SPA 1.5% 27                   14.753.620            1,03%
IT0005323438     CASSA DP PR 1.875%26              14.618.940            1,02%
XS0996354956     ENI SPA 2.625% 11/21              14.460.740            1,01%
XS1982819994     TELECOM 2.75% 2025                14.038.500            0,98%
XS1627782771     LEONARDO SPA 1.5% 24              13.847.820            0,97%
XS1401125346     BUZZI 2.125% 2023                 13.775.151            0,96%
XS0971213201     INTESASP6.625%09/23               13.642.920            0,95%
IT0003128367     ENEL SPA                          13.491.198            0,94%
XS0954675129     ENEL SPA TF/TV 01/74              13.241.880            0,93%
XS1551678409     TELECOM ITAL 2.5% 23              13.238.940            0,93%
XS0552569005     SOCIETA INIZ 4.50%20              13.117.780            0,92%
XS1178105851     TERNA SPA 0.875% 22               13.113.750            0,92%
IT0000062957     M EDIOBANCA SPA                   12.940.261            0,90%
IT0003027817     IREN SPA                          12.809.569            0,90%
IT0001078911     INTERPUM P GROUP                  12.311.178            0,86%
XS1156024116     INTESA VAR PERP                   12.193.800            0,85%
IT0005117095     CDP RETI 1.875% 22                12.174.000            0,85%
XS1568906421     SNAM SPA FRN 2022                 11.957.400            0,84%
XS1511781467     IREN SPA 0.875% 2024              11.741.725            0,82%
XS1182150950     SACE SAP VAR PERP                 11.699.400            0,82%
XS2104967695     UNICREDIT 1.2% 2026               11.640.439            0,81%
XS1750986744     ENEL FINAN 1.125% 26              11.016.075            0,77%
IT0005162406     TECHNOGYM S.P.A                   10.923.806            0,76%
XS1615501837     M EDIOBANCA FRN 2022              10.906.170            0,76%
XS1706922256     ESSELUNGA 1.875% 27               10.894.620            0,76%
XS2197356186     IREN SPA 1% 07/30                 10.816.850            0,76%
XS2190134184     UNICREDIT 1.25% 6/26              10.561.628            0,74%
IT0001049623     IM A                              10.545.599            0,74%
XS1004118904     FERROV 3.5% 13/12/21              10.427.000            0,73%
IT0005273567     CASSA DEP 1.5% 24                 10.267.200            0,72%
XS2069960057     M CC SPA 1.5% 2024                10.146.105            0,71%
IT0003115950     DE LONGHI                         10.007.172            0,70%
XS1077772538     INTESA 2% 18/06/21                 9.648.200            0,67%
IT0004056880     AM PLIFON                          9.632.306            0,67%
XS2090859252     M EDIOBANCA 0.875% 26              9.593.970            0,67%
IT0001250932     HERA SPA                           9.510.680            0,66%
IT0005366767     NEXI SPA                           9.313.258            0,65%
IT0000072618                    INTESA SANPAOLO SPA                               9.260.248               0,65%
 XS1753808929                    EXOR NV 1.75% 2028                                9.133.020               0,64%
 XS1300465926                    CAM PARI M I 2.75% 20                             9.011.700               0,63%
 IT0000062072                    ASSICURAZI GENERALI                               8.936.604               0,62%
 XS0954248729                    FERROVIE 4% 07/2020                               8.929.246               0,62%
 IT0005244402                    BANCA FARM AFACTORING                             8.822.920               0,62%
 XS1657785538                    SNAM FRN 2024                                     8.742.960               0,61%
 XS1581375182                    A2A SPA 1.25% 24                                  8.268.320               0,58%
 IT0005176406                    ENA V SPA                                         8.031.033               0,56%
 NL0012059018                    EXOR RG                                           8.010.910               0,56%
 IT0005090995                    CASSA DE VAR 22                                   7.962.400               0,56%
 NL0010545661                    CNH INDUSTRIAL N.V                                7.922.116               0,55%
 XS1644438928                    CREDITO VAR 2027                                  7.907.920               0,55%
 XS2066706818                    ENEL FIN INTL 0% 24                               7.906.160               0,55%
 NL0010877643                    FIAT CHRYSLER AUTO                                7.775.905               0,54%
 XS2107315470                    ENI SPA 0.625% 01/30                              7.726.277               0,54%
 XS1732400319                    FERROVIE 0.875% 2023                              7.533.225               0,53%
 XS1713463559                    ENEL SPA VAR 11/2081                              7.500.896               0,52%
 XS2192431380                    ITALGAS 0.25% 06/25                               7.343.760               0,51%
 XS1639488771                    FERROVIE 1.50% 2025                               7.310.560               0,51%
 XS2033351995                    TERNA SPA 0.125% 25                               7.223.861               0,51%

                                TOTALE                                          975.665.098              68,20%

                                Altri Titoli                                    398.730.918              27,88%

                                TOTALE PORTAFOGLIO                             1.374.396.016             96,08%

                                TOTALE ATTIVITA'                               1.430.401.776
I titoli elencati rappresentano almeno i 50 principali titoli in portafoglio, e comunque tutti quelli che superano lo 0,50% dell'attività del Fondo.

L’OICR non presenta posizioni aperte relative ad operazioni di Prestito titoli, Pronti contro termine, repurchase
transaction e Total return swap alla data di riferimento della relazione e non ha fatto ricorso a tali operazioni nel
periodo di riferimento della relazione, ai sensi di quanto previsto dal regolamento (UE) 2015/2365/Regolamento
SFT.
Relazione Semestrale “Amundi Sviluppo Italia”
      Nota illustrativa al 30 giugno 2020
Politiche di gestione

Il fondo ha evidenziato le seguenti performance:
      Classe A: nel periodo 30 dicembre 2019 – 30 giugno 2020 performance pari a -18,76% rispetto ad una
         variazione di -16,79% del benchmark;
      Classe B: nel periodo 30 dicembre 2019 – 30 giugno 2020 performance pari a – 18,88% rispetto ad una
         variazione pari a -16,79% del benchmark.

Le performance del fondo e del relativo benchmark sono calcolate al lordo dell’effetto fiscale.

La performance del fondo nel semestre è stata negativa in termini assoluti, in scia alla debolezza dei segmenti di
mercato di riferimento causata dalla diffusione a livello globale dei contagi da coronavirus. La performance relativa
del fondo è stata indebolita dalla selezione titoli, principalmente dalle scelte nei settori servizi di pubblica utilità,
industriale e consumi discrezionali. Positivo, ma di intensità inferiore, il contributo delle scelte nei settori servizi di
comunicazione (anche per effetto dell’assenza di esposizione a titoli del segmento media), finanziario (nel segmento
bancario, attenzione a nomi di carattere difensivo; limitata esposizione al segmento assicurativo) e, infine,
tecnologico. A livello di scelte settoriali, il cui contributo è stato in aggregato marginalmente positivo, penalizzante
soprattutto la sottoesposizione al settore dei servizi di pubblica utilità; di supporto invece la sottoesposizione al
settore industriale e la sovraesposizione al settore dei consumi discrezionali. Il portafoglio è stato infine supportato
dal sovrappeso sul segmento delle large cap che hanno registrato performance meno negative del segmento small-
mid cap sul semestre.

Il portafoglio ha evidenziato su tutto il periodo una esposizione ai titoli azionari di piccola e media capitalizzazione
inferiore al benchmark a favore dei titoli a maggiore capitalizzazione sia come conseguenza delle scelte di
investimento sia per una efficiente gestione del rischio in un contesto di persistente incertezza e di preoccupazioni
sulla dinamica della crescita mondiale. Nella fase iniziale del periodo, date le crescenti incertezze, il portafoglio è
stato orientato verso un assetto più prudente, con riduzione dell’esposizione agli industriali a favore dei servizi di
pubblica utilità, incremento del peso dei finanziari più difensivi e, in generale, aumento dell’esposizione a emittenti
meno esposti al ciclo economico. Nella fase di maggiore tensione, non è stata alterata l’impostazione di fondo del
portafoglio, già focalizzato su titoli di elevata qualità; sono state tuttavia adottate scelte di investimento a protezione;
nello specifico, sulla debolezza, sono state rafforzate o assunte posizioni su titoli (sia large che small/mid cap)
ritenuti interessanti perché, per modello di business o capacità storica, si ritiene possano continuare a muoversi
lungo trend di crescita (selezione nei settori dei servizi di comunicazione, tecnologico e finanziario) ed è proseguito
l’incremento dell’esposizione al settore dei servizi di pubblica utilità.
Nella seconda parte del periodo si è deciso di incrementare la ciclicità del portafoglio, con presa di profitto sui titoli
che avevano manifestato una maggiore resilienza nella fase di tensione a favore di titoli ritenuti particolarmente
penalizzati e più sensibili al ciclo (selezione nei settori consumi discrezionali, industriali, tecnologia; nel segmento
finanziario, focalizzazione su titoli più sensibili all’andamento del mercato, pertanto caratterizzati da un livello di beta
più alto).
In apertura e chiusura di periodo, è stata incrementata l’esposizione ai titoli small cap, tenuto conto della nuova
normativa PIR.
In chiusura di periodo, sovrappesi maggiori su tecnologia, servizi di comunicazione, consumi di base, servizi alla
persona; sottopesi maggiori su servizi di pubblica utilità, consumi discrezionali, materie di base.

I dati macro ad oggi disponibili certificano una recessione a livello globale, che, sviluppatasi nel primo trimestre, si è
estesa anche al secondo trimestre a causa della sequenzialità con cui le diverse aree sono entrate prima in
lockdown e poi nella fase di ripartenza delle attività. I dati di fiducia, anticipatori, stanno evidenziando segnali di
miglioramento nelle principali aree. Ciò, unitamente all’orientamento estremamente accomodante della Bce e in
generale delle principali banche centrali, alle azioni di politica fiscale adottate o annunciate e ai passi avanti che si
stanno compiendo nel processo di integrazione europea (piano Next Generation Eu), contribuisce a supportare
l’ipotesi di prossimità al minimo del ciclo. Va tuttavia sottolineato che la durata della contrazione e la misura di
quanta capacità produttiva e domanda si siano perse in via permanente dipenderanno dagli effetti di trascinamento
dei lockdown locali e dall’efficacia degli stimoli di politica economica.
A partire da tale contesto, pur riconoscendone gli elementi di incertezza e l’estrema variabilità e sottolineando la
minore visibilità sugli utili, si ritiene che nel prossimo futuro gli indici azionari italiani, come quelli globali, possano
continuare ad essere supportati dall’orientamento accomodante delle principali banche centrali globali e da una
stabilizzazione del ciclo economico, proiettata per fine 2020.
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