Facebook , nuovi strumenti per privacy

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Facebook , nuovi strumenti per privacy
26 Maggio 2019 -

Facebook , nuovi strumenti per privacy

ROMA – Rendere chiari e visibili in un solo posto della piattaforma tutti gli
strumenti per controllare la privacy, la possibilità di cancellare
definitivamente post passati dalla piattaforma Facebook, velocizzare e
rendere più selettivo il processo di download della propria storia sul social
network. Sono le novità che Facebook mette a disposizione degli utenti, in
aggiunta agli annunci di Mark Zuckerberg all’indomani del caso Cambridge
Analytica. “Nelle prossime settimane avremo altro da condividere”, spiega la

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società.
Le novità riguardano una maggiore facilità di accesso in un unico menu che si
chiama ‘Privacy shortcut’ alle impostazioni sulla privacy, attualmente
“distribuite su 20 schermate diverse”. C’è poi un nuovo strumento che si
chiama ‘Access your information’, “un modo sicuro per accedere e gestire le
informazioni, come post, reazioni, commenti e ricerche che non si desidera
più avere su Facebook”, con la possibilità di cancellare definitivamente
tutto questo materiale dalla piattaforma. Una possibilità che non c’era
prima. Facebook, inoltre, perfeziona il ‘download’ completo dei propri dati,
rendendolo più selettivo. Si potrà chiedere solo quello dei post, delle foto
o dei like. Tutte le novità partono da oggi e saranno estese a tutto il
mondo, Italia compresa, nelle prossime settimane. I fatti recenti “hanno
dimostrato quanto lavoro dobbiamo fare per rafforzare le nostre policy, nelle
prossime settimane aggiorneremo i termini di servizio e le nostre politiche
sui dati per meglio precisare quali vengono raccolti e come li usiamo”,
spiega Facebook.

Volotea lancia sei nuove rotte da

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Palermo

PALERMO – Volotea, la compagnia iberica low cost, lancia sei nuove rotte da e
per l’aeroporto di Palermo. Tra aprile e luglio di quest’anno, infatti,
decolleranno dallo scalo di Punta Raisi, infatti, i nuovi collegamenti
diretti a Lione (dal 6 aprile), Ancona (dal 26 maggio), Bilbao (disponibile
dal 26 giugno), Spalato e Rodi (dal 27 giugno), e Zante (dal 26 luglio). Ma
non è tutto: dal 30 marzo, invece, Volotea riattiverà le tratte Palermo –
Bordeaux, Palermo – Nantes e Palermo – Tolosa, facendo salire così a 25
collegamenti aerei operati da e per Punta Raisi, di questi 19 sono operati in
esclusiva. Le nuove rotte sono state presentate in conferenza stampa a
Palermo. Sono otto i collegamenti nazionali attivati da Volotea, dal 2012 a
oggi da e per Palermo (Ancona, Bari, Genova, Napoli, Olbia, Torino, Venezia e
Verona); 17, invece, quelli operati da e per l’estero (Bordeaux, Lione,
Nantes, Tolosa, Strasburgo e Nizza in Francia; Bilbao, Ibiza, Malaga e Palma
di Maiorca in Spagna; Atene, Corfù, Creta, Rodi, Santorini e Zante in Grecia
e Spalato in Croazia). “In questi 5 anni abbiamo investito davvero tanto a
livello locale, cosa che ci ha permesso di proporre un’offerta consistente e
ben consolidata, accolta in modo straordinario stagione dopo stagione, con un
load factor dell’86% e quasi 500 mila passeggeri trasportati lo scorso anno –
ha detto il presidente e fondatore di Volotea, CarloS Munoz -. Quest’estate
scendiamo in pista con ben 6 nuove rotte. Siamo orgogliosi di creare
connessioni business e leisure verso 19 destinazioni in esclusiva,
supportando lo sviluppo dell’economia locale. A riprova del successo delle
operazioni a livello locale abbiamo creato a Palermo circa 50 opportunità di
lavoro. Ci auguriamo di poter crescere ancora di più a Palermo, con nuove
rotte e importanti novità a livello sia domestico sia internazionale”. Per il
presidente e per l’amministratore delegato della Gesap, la società di
gestione dell’aeroporto di Palermo, Fabio Giambrone e Giuseppe Mistretta “c’è
un forte legame commerciale che unisce Volotea allo scalo aereo palermitano.
La compagnia ha raggiunto la terza posizione assoluta nel 2017 fra i vettori
operanti a Palermo, con quasi 500 mila passeggeri in viaggio. Un grande
risultato”.

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Energia : Riad accordo da 200 mld
dollari per solare

BEIRUT – L’Arabia Saudita ha sottoscritto con la SoftBank Group Corp un
memorandum d’intesa per la costruzione di centrali per l’ energia solare nel
Regno che dovrebbero portare investimenti per 200 miliardi di dollari e
produrre 200 gigawatt entro il 2030. Nel dare la notizia la televisione
panaraba di proprietà saudita Al Arabiya ha affermato che si tratta del più
grande progetto mai realizzato nel campo dell’energia solare nel mondo.
L’intesa è stata firmata a New York dal Ceo di SoftBank e dal principe
ereditario saudita Mohammad bin Salman, principale sostenitore del programma
di riforme economiche che mirano ad affrancare Riad dalla dipendenza dal
petrolio. econdo quanto annunciato da Mohammad bin Salman e dal Ceo di
SoftBank, Masayoshi Son, le due prime centrali, con una capacità
rispettivamente di 3 gigawatt e di 4,2 gigawatt, dovrebbero entrare in
funzione entro la fine del 2019. L’accordo prevede anche che le due parti si
impegnino a sviluppare in Arabia Saudita la ricerca e la produzione di
componenti per l’industria dell’energia solare, con l’obiettivo di fare del
Paese un esportatore di pannelli solari. Grazie a queste iniziative, Riad

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spera di creare entro il 2030 circa 100.000 posti di lavoro e di dare un
impulso di 40 miliardi di dollari all’anno al proprio Pil.

Rientro della stazione spaziale cinese
Tiangong-1

PISA – Tiangong-1 è stata la prima stazione spaziale cinese, lanciata il 29
Settembre 2011 su un’orbita approssimativamente circolare, a circa 350 km di
altezza e inclinata di poco meno di 43 gradi rispetto all’equatore terrestre.
Nel Novembre dello stesso anno è stata raggiunta e agganciata dalla navicella
Shenzhou-8 senza equipaggio, mentre i primi tre astronauti vi sono saliti a
bordo, trasportati da Shenzhou-9, nel Giugno 2012, trascorrendovi 9 giorni e

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mezzo. Il secondo e ultimo equipaggio di tre astronauti si è agganciato alla
stazione, con Shenzhou-10, nel Giugno 2013, trascorrendovi 11 giorni e mezzo.

Da allora Tiangong-1 ha continuato a essere utilizzata, disabitata, per
condurre una serie di test tecnologici, con l’obiettivo di de-orbitarla, a
fine missione, con un rientro guidato nella cosiddetta South Pacific Ocean
Unpopulated Area (Spoua), una specie di cimitero dei satelliti in una zona
pressoché deserta dell’Oceano Pacifico meridionale. Purtroppo, però, il 16
Marzo 2016, il centro di controllo a terra ha perso la capacità, pare in
maniera irreversibile, di comunicare e impartire comandi al veicolo spaziale.

Nei due anni trascorsi da allora, Tiangong-1 ha perciò perduto
progressivamente quota, perché il continuo impatto con le molecole di
atmosfera residua presenti anche a quelle altezze le ha sottratto
incessantemente energia. Ed è questo processo completamente naturale che farà
alla fine precipitare la stazione spaziale sulla terra senza controllo, non
potendo essere più programmata un’accensione dei motori per un rientro
guidato.

Come è fatta e quanto è grande?

Tiangong-1 consiste approssimativamente di due moduli cilindrici montati uno
sull’altro: quello di servizio, con un diametro di 2,5 m, e quello abitabile,
con un diametro di 3,4 m. La lunghezza complessiva è di 10,5 m. Su lati
opposti del modulo di servizio sono anche attaccati, perpendicolarmente
all’asse di simmetria dei cilindri, due pannelli solari rettangolari, larghi
3 m e lunghi 7 m.

Si tratta di un evento eccezionale?

Assolutamente no. Di rientri senza controllo di stadi o satelliti con una
massa superiore alle 5 tonnellate ne avvengono, in media, 1 o 2 all’anno,
quindi sono relativamente frequenti. Per esempio, il 27 Gennaio scorso, uno
stadio russo-ucraino di circa 8500 kg, quindi con una massa superiore a
quella di Tiangong-1, è rientrato sul Perù e dei componenti sono precipitati
nell’estremità meridionale del paese, nella regione del lago Titicaca. Il 10
Marzo, uno stadio del lanciatore cinese Lunga Marcia 3B è invece rientrato
sul Paraguay e un serbatoio è stato recuperato nei pressi della città di
Canindeyú, vicino al confine con il Brasile.

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Quanto è grande il rischio rappresentato da un rientro incontrollato?

La soglia di attenzione comunemente adottata a livello internazionale
corrisponde a un rischio estremamente ridotto per un singolo individuo che
risiede in un’area sorvolata dal satellite: la probabilità corrispondente di
essere colpiti da un frammento è infatti un numero piccolissimo, dell’ordine
di uno su centomila miliardi. Confrontata con i rischi cui andiamo incontro
nella vita di tutti i giorni, si tratta di una soglia bassissima. Tanto per
fare un paio di esempi, la probabilità di essere colpiti da un fulmine è 130
mila volte maggiore, mentre quella di rimanere vittima di un incidente
domestico, nei paesi sviluppati, è addirittura più grande di 3 milioni di
volte. E’ per questo che, in oltre 60 anni di attività spaziali, e nonostante
siano rientrati in media 1-2 stadi o satelliti alla settimana, nessuno è mai
rimasto ferito, finora, per il rientro incontrollato di un oggetto
artificiale dall’orbita terrestre.

E’ possibile quantificare il rischio rappresentato dal rientro di Tiangong-1?

Al momento non siamo al corrente di stime quantitative ufficiali di fonte
cinese. Per analogia con casi precedenti, possiamo però affermare con
ragionevole sicurezza che la soglia di attenzione comunemente adottata a
livello internazionale sarà superata, anche se il rischio individuale resterà
comunque bassissimo. Ci vorrebbero, infatti, da 500 a 1000 rientri come
questo perché ci sia un’elevata probabilità che un frammento colpisca
qualcuno in giro per il mondo. E la probabilità di una collisione con un
aereo in volo è almeno 200 volte più piccola di quella che sia colpita una
persona all’aperto.

Che cosa succede durante il rientro?

In un caso come quello di Tiangong-1, si parla di rientro nell’atmosfera
quando l’oggetto scende a 120 km di quota. Da quel punto in avanti l’attrito
dell’aria diventa sempre più significativo, e le strutture esposte di grande
area e massa contenuta, come i pannelli solari e le antenne sporgenti,
possono staccarsi tra i 110 e i 90 km di altezza. Il corpo del satellite,
dove è concentrata gran parte della massa, rimane però generalmente intatto
fino a 80 km di quota. Solo in seguito, a causa dell’azione combinata delle
forze aerodinamiche e del riscaldamento prodotti dall’attrito dell’aria, la
struttura principale si disintegra e i singoli componenti si trovano a loro

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volta esposti alle condizioni proibitive dell’ambiente circostante. Il
destino dei vari pezzi dipende dalla composizione, dalla forma, dalla
struttura, dal rapporto area su massa, e dal momento in cui vengono
rilasciati durante la discesa. Gran parte della massa si vaporizza ad alta
quota, ma se il satellite è sufficientemente massiccio e contiene componenti
particolari, come serbatoi di acciaio o titanio e masse metalliche in leghe
speciali, la caduta al suolo di frammenti solidi a elevata velocità, fino a
qualche centinaio di km/h, è possibile.

Come si distribuiscono i frammenti?

I frammenti in grado di sopravvivere alle proibitive condizioni del rientro
precipitano su un’area di forma approssimativamente rettangolare, lunga dagli
800 ai 2000 km, nella direzione del moto, e larga circa 70 km,
perpendicolarmente alla direzione del moto. Su Tiangong-1 sono tuttavia
ancora presenti circa 3 quintali e mezzo di propellente usato per le manovre.
Nel caso (improbabile) che si verifichino delle esplosioni ad alta quota
durante il rientro, alcuni frammenti potrebbero quindi essere proiettati
lateralmente anche a un centinaio di km di distanza dalla traiettoria
originaria. E’ inoltre importante sottolineare alcuni punti: 1) poiché i
frammenti macroscopici sarebbero al massimo poche decine, e con proprietà
assai diverse, colpirebbero il suolo molto sparpagliati, a distanze di decine
o centinaia di km gli uni dagli altri; 2) quelli più “pesanti” tenderebbero,
in genere, ad allontanarsi di più dal punto di rientro a 80 km di quota, ma
colpirebbero il suolo prima degli altri, nel giro di 6-7 minuti, e a una
velocità confrontabile con quella di un’auto di Formula 1 in rettilineo; 3) i
frammenti più “leggeri” cadrebbero invece più vicini, ma ci metterebbero una
ventina di minuti e colpirebbero il suolo a una cinquantina di km/h.

Dove può avvenire il rientro?

In linea di principio, il rientro potrebbe avvenire in qualunque località del
pianeta compresa tra i 43 gradi di latitudine sud e i 43 gradi di latitudine
nord. Tuttavia, tenendo conto che i frammenti, a causa di un’eventuale
esplosione ad alta quota, potrebbero allontanarsi anche di un centinaio di km
rispetto alla traiettoria originaria, le zone potenzialmente a rischio per la
caduta di detriti devono essere estese di un grado di latitudine, quindi
l’area da tenere sotto osservazione è in realtà quella compresa tra i 44
gradi di latitudine sud e i 44 gradi di latitudine nord. L’Italia è quindi

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divisa in due, con le località a nord del 44° parallelo escluse a priori da
qualunque conseguenza, e quelle a sud potenzialmente a rischio. Tenendo conto
della distribuzione degli oceani e delle terre emerse, e dell’inclinazione
dell’orbita rispetto all’equatore, se i detriti di distribuissero su un arco
di 800 km, la probabilità a priori che cadano tutti in mare è del 62%. Ma se
i detriti si disperdessero su un arco di 2000 km, la probabilità che nessuno
di essi precipiti sulla terraferma scenderebbe al di sotto del 50%. Quanto
infine alla probabilità a priori che il rientro avvenga nella fascia di
latitudine compresa tra i 35 e i 43 gradi nord, essa si aggira intorno al
18%.

Perché non è possibile prevedere il rientro con largo anticipo?

Gran parte dei satelliti che rientrano nell’atmosfera lo fanno da orbite
basse quasi circolari, si muovono cioè quasi tangenzialmente rispetto agli
strati atmosferici di densità crescente. Piccole variazioni di questo angolo,
già vicino allo zero, possono produrre delle traiettorie ben diverse, un po’
come succede quando tiriamo un sasso nell’acqua di uno stagno. Se l’angolo di
incidenza è poco più che radente, il sasso si inabissa nel punto di contatto
con l’acqua, ma se il sasso colpisce la superficie di striscio, può
rimbalzare una o più volte e non è facile prevedere a priori dove potrà alla
fine immergersi. A parte questo effetto, che dipende dalla particolare
geometria della traiettoria, esistono diverse altre sorgenti di incertezza,
quali: 1) l’orbita di partenza, determinata da radar e telescopi basati a
terra, è affetta da un certo errore; 2) l’orientazione nello spazio
dell’oggetto non è costante, ma può evolvere in maniera complicata e spesso
imprevedibile; 3) anche i migliori modelli di atmosfera sono affetti da
errori, che variano in funzione del tempo e delle condizioni ambientali; 4)
le previsioni dell’attività solare e geomagnetica, che influiscono sulla
densità atmosferica, sono affette da incertezze, un po’ come succede per le
previsioni meteorologiche. Tenendo conto di tutte queste variabili, non è
possibile e non ha senso calcolare “dove” e “quando” il satellite precipiterà
sulla terra, anche perché tutto è ulteriormente complicato dalla grande
velocità con cui questi oggetti si spostano. Facciamo un esempio. Se un
giorno diventasse possibile prevedere, anche sei ore prima, un terremoto con
l’incertezza di un’ora e mezza, la cosa verrebbe considerata, e giustamente,
un risultato straordinario. Ma se, cosa già possibile, facessimo lo stesso
per il rientro incontrollato di un satellite, un’ora e mezza di incertezza

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corrisponderebbe a più di 40.000 km lungo la traiettoria, cioè a più di un
giro del mondo!

Che cosa è possibile prevedere?

Il calcolo di affidabili finestre temporali di incertezza, che si restringono
progressivamente, mano a mano che ci si avvicina al rientro, permette di
affrontare il problema in maniera completamente diversa. Non bisogna infatti
trovare dove e quando l’oggetto rientrerà, cosa fisicamente impossibile in
questi casi, bensì dove non cadrà. Nelle ultime 36 ore si può infatti
cominciare a escludere progressivamente delle aree del pianeta sempre più
vaste, via via che ci si avvicina al rientro, sperando di eliminare alla fine
più del 97% delle aree inizialmente considerate a rischio. In questo modo,
per esempio, l’Italia può essere esclusa quasi sempre almeno diverse ore
prima che il rientro abbia luogo. Per le aree residuali che restano invece
all’interno della finestra temporale di incertezza fino alla fine, non resta
che assumere le misure precauzionali decise preventivamente, aspettare, e
vedere, tenendo comunque conto che il rischio effettivo rimane piccolissimo.

Chi sta monitorando il rientro?

Il rientro di Tiangong-1 è monitorato da numerosi soggetti, pubblici e
privati, in tutto il mondo, Italia compresa. Il Laboratorio di Dinamica del
Volo Spaziale dell’Istituto Isti del Consiglio Nazionale delle Ricerche
(Cnr), a Pisa, attivo in questo settore dal 1979, da molti mesi ormai
analizza l’evoluzione orbitale dell’oggetto ed elabora autonomamente
previsioni di rientro distribuite a enti nazionali e internazionali.

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Fincantieri: bilancio record nel 2017

TRIESTE – Il Consiglio di Amministrazione di Fincantieri Spa, riunitosi sotto
la presidenza di Giampiero Massolo, ha approvato il Bilancio consolidato al
31 Dicembre 2017 e il progetto di Bilancio di esercizio al 31 Dicembre 2017,
redatti in conformità ai principi contabili internazionali (Ifrs) nonché la
Dichiarazione non Finanziaria al 31 Dicembre 2017, redatta ai sensi del D.
Lgs. del 30 Dicembre 2016, n. 254.

A margine della riunione del Consiglio Giuseppe Bono, Amministratore Delegato
di Fincantieri, ha commentato: “I risultati che abbiamo presentato confermano
il buono stato di salute della società, che vanta alcune leadership
indiscusse, ottenute grazie alle nostre capacità e alla nostra diffusa
presenza sullo scacchiere internazionale. Abbiamo dimostrato di saper gestire
progetti, gare e commesse altamente complessi. Questo livello di eccellenza
si traduce oggi in un carico di lavoro decennale, nella puntuale

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trasformazione del nostro soft backlog in ordini e nel rispetto dei programmi
e degli impegni assunti verso una clientela sempre più esigente.

Questa strategia è risultata premiante, e trova conferma nella creazione e
distribuzione di valore per i nostri azionisti e per i nostri stakeholders
anche attraverso l’incremento dell’occupazione diretta ed di quella indiretta
mediante un significativo coinvolgimento delle numerose aziende dell’indotto.
Ora mettiamo questo patrimonio a disposizione del Paese e dell’industria
cantieristica europea, al consolidamento della quale lavoriamo da anni
favorendo un processo irreversibile che con orgoglio ci vede fautori e
protagonisti.

Bono ha poi concluso: “In un momento che per Fincantieri non esito a definire
epocale, desiderio rivolgere un ringraziamento a tutti i nostri dipendenti e
fornitori che con grande passione quotidianamente partecipano alla
realizzazione di un prodotto che è tra i più belli al mondo. ”

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Istat: aumenta fiducia dei consumatori

ROMA – A Marzo 2018 l’indice del clima di fiducia dei consumatori aumenta da
115,7 a 117,5; peggiora, invece, la fiducia delle imprese, con l’indice
composito che passa da 108,5 a 106,0.

Per le famiglie, dopo il calo registrato lo scorso mese, la componente
economica e quella futura salgono, rispettivamente, da 140,1 a 141,9 e da
119,8 a 121,1; la componente personale e quella corrente confermano la
crescita degli ultimi mesi, passando, rispettivamente, da 108,0 a 109,3 e da
113,0 a 115,1.

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Più in dettaglio, la crescita della componente economica riflette un
miglioramento dei giudizi sulla situazione economica del paese e un
ridimensionamento delle aspettative sulla disoccupazione; per quanto riguarda
la situazione personale, l’evoluzione positiva dell’indice è caratterizzata
dal miglioramento dei giudizi e delle aspettative sulla situazione economica
familiare nonché da un aumento del numero di coloro che ritengono opportuno
risparmiare sia nel momento attuale sia in futuro.

Con riferimento alle imprese, a marzo il clima di fiducia diminuisce nel
settore manifatturiero (da 110,4 a 109,1) e nei servizi (da 109,8 a 107,2)
mentre rimane stabile nel commercio al dettaglio (a quota 105,3). In
controtendenza il settore delle costruzioni dove l’indice aumenta lievemente,
passando da 132,0 a 132,6.

Passando ad analizzare le componenti dei climi di fiducia si segnala che, nel
comparto manifatturiero, peggiorano tutte le componenti anche se, sia per i
giudizi sugli ordini sia per la tendenza sulla produzione, i relativi saldi
si mantengono comunque su valori storicamente elevati; nel settore delle
costruzioni, la crescita dell’indice è trainata anche questo mese
dall’aumento delle aspettative sull’occupazione presso l’azienda, mentre i
giudizi sugli ordini sono in peggioramento.

Per quanto riguarda i servizi, il deterioramento dell’indice di fiducia
riflette una dinamica negativa di tutte le componenti; nel commercio al
dettaglio si evidenzia un miglioramento dei giudizi sulle vendite correnti
mentre le aspettative sulle vendite future peggiorano rispetto al mese
scorso; il saldo delle scorte di magazzino rimane pressoché stabile rispetto
allo scorso mese.

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26 Maggio 2019 -

Bureau Veritas e Msc Crociere in
difesa ambiente

MARSIGLIA – La nave da crociera Msc Meraviglia, entrata in servizio a Giugno,
è stata oggetto di un prolungato processo di analisi condotto da Bureau
Veritas sfociato nel riconoscimento da parte della società di certificazione,
di ”8 Golden Pearls” Awards, diventando quindi la nave ammiraglia del gruppo
ginevrino per quanto riguarda la compatibilità ambientale e la difesa
dell’ambiente.

La Msc Meraviglia, prima unità della flotta Msc a disporre di un sofisticato

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26 Maggio 2019 -

sistema di riciclo e depurazione dei gas esausti e quindi di abbattimento dei
fumi sia durante la navigazione, sia mentre è ormeggiata in porto, si colloca
quindi ai primi posti nella flotta crocieristica mondiale per quanto riguarda
la sostenibilità e la tutela dell’ambiente.

A Marsiglia, Philippe Donche-Gay, president Marine & Offshore, Bureau
Veritas, e Alberto Moroncelli, managing director Marine & Offshore Italy,
Bureau Veritas hanno consegnato a Msc Crociere, nella persona di Bud Darr,
executive vice president, Maritime Policy and Government Affairs, Msc Group,
8 Golden Pearls Awards.

Il premio “8 Golden Pearls” riconosce l’impegno di Msc Crociere nella
realizzazione di Msc Meraviglia in 8 differenti ambiti, tra cui:

– La nave è dotata di un Sistema di depurazione dei gas di scarico che
rimuove l’eccesso di ossidi di zolfo. Grazie a questo sistema, la nave riesce
a soddisfare le stringenti normative internazionali e locali sulle emissioni.

– Un sistema Avanzato per il trattamento delle acque reflue che permette di
trattarle fino al raggiungimento di una qualità molto elevata, mescolando
diversi flussi di rifiuti e filtrando i componenti indesiderati, per produrre
acque reflue di alta qualità.

– Oltre al trattamento delle acque reflue, la nave ha una capacità di carico
e scarico della durata di due giorni, consentendo una maggiore autonomia e
una navigazione più flessibile.

– Tecnologie all’avanguardia e materiali a risparmio energetico
contribuiscono a ridurre efficacemente l’impatto ambientale della nave e a
migliorare la sua efficienza energetica. La certificazione ISO 50001 ottenuta
dalla nave è una testimonianza della sua efficiente gestione energetica.

– L’impegno dell’azienda per la sicurezza e la creazione di un ambiente
sicuro per l’equipaggio e gli ospiti ha permesso alla nave di ottenere la
certificazione OHSAS 18001. Questo riconoscimento premia gli sforzi della
compagnia nello stabilire un sistema completo di gestione della salute e
sicurezza sul lavoro.

– Inoltre, la nave è conforme agli elevati standard delle normative ISO 22000

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26 Maggio 2019 -

in tema di sicurezza alimentare. La certificazione riguarda i sistemi per la
gestione della sicurezza alimentare lungo tutta la catena di
approvvigionamento e di preparazione dei cibi “dal produttore al
consumatore”.

– Grazie ad un sistema di gestione delle policy ambientali coerente e
onnicomprensivo, la compagnia ha anche ottenuto la conformità agli standard
ISO 14001.

– Infine, oltre all’ISO e ad altre certificazioni e standard internazionali,
Bureau Veritas ha premiato Msc Meraviglia con la menzione ”CLEANSHIP” che
riconosce gli sforzi della compagnia per soddisfare i rigorosi standard
ambientali nei diversi ambiti.

MSC Meraviglia è stata la tredicesima nave ad entrare a far parte della
flotta di Msc Crociere a Giugno del 2017 ed è stata la prima nave
dell’ambizioso piano di investimenti di Msc Crociere del valore di 10,5
miliardi di euro. L’obiettivo del piano è quello di creare una flotta globale
composta da 24 navi da crociera entro il 2026, raggiungendo una capacità di 5
milioni di passeggeri l’anno.

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                               Maggio 2019 -
26 Maggio 2019 -

Moby e Tirrenia lanciano ”super
promozione”

MILANO – Un nuovo regalo di Moby e Tirrenia dedicato alle famiglie: i piccoli
ospiti che viaggeranno verso Sardegna, Sicilia, Corsica ed Elba, godranno
infatti di una super promozione pensata appositamente per loro.

Sulle prenotazioni effettuate da oggi fino al prossimo 25 Aprile, per
partenze entro il 30 Novembre, verrà infatti applicato uno sconto del 100%,
al netto di tasse e competenze, ai bambini sotto i dodici anni accompagnati
da almeno un adulto pagante.

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                               Maggio 2019 -
26 Maggio 2019 -

La promozione, valida sulla maggior parte delle partenze (salvo disponibilità
dei posti riservati all’iniziativa), conferma ancora una volta l’attenzione
delle Compagnie del Gruppo Onorato Armatori verso le famiglie che sognano di
passare una vacanza indimenticabile in alcuni tra i posti più belli al mondo,
non solo in estate ma anche in vista delle Feste del 25 Aprile e del 1
Maggio, quando sarà possibile prendersi alcuni giorni di relax e staccare
dalla routine quotidiana: dalle spiagge incantate della Sardegna e il suo
meraviglioso entroterra, ai panorami mozzafiato della Corsica dove sarà
possibile visitare posti incantevoli come Bastia, Ajaccio e Calvi, passando
per il fascino dell’Arcipelago Toscano, la storia e gli scenari naturali
unici della Sicilia, belli in tutte le stagioni e tutti da scoprire.

Chi sceglie Moby e Tirrenia ha una varietà unica di opzioni di viaggio,
grazie alla molteplicità di tratte e alla vasta disponibilità di moderne
cabine: la Sardegna è collegata a Genova con Olbia, Porto Torres e Arbatax, a
Civitavecchia con Cagliari, Olbia e Arbatax, Livorno e Piombino con Olbia,
Napoli e Palermo con Cagliari. In tutto oltre 4 mila partenze offerte
quest’anno per l’Isola (fino a 24 in un solo giorno).

Poi c’è la Corsica, grazie alle linee Livorno-Bastia, Genova-Bastia e Nizza-
Bastia con Moby, e le tratte garantite per la Sicilia da Tirrenia (Napoli-
Palermo e Cagliari-Palermo), oltre ai quotidiani collegamenti per l’Elba.

Il Gruppo Onorato Armatori in totale garantisce circa 41 mila partenze nel
2018, fino a 200 al giorno, ben 8 partenze all’ora, con una capacità
ricettiva che non ha eguali grazie alla flotta a disposizione: fast cruise
ferry di ultima generazione e di grandi dimensioni, con un’ampia capacità di
trasporto passeggeri e un importante numero di cabine.

A bordo delle navi del Gruppo Onorato, le famiglie potranno godere di
numerosi servizi come negozi, ristoranti, self service, boutique, cinema,
sale giochi, show lounge.

Anche in questo caso, le due Compagnie pensano soprattutto al divertimento
dei loro piccoli ospiti, che nel corso di tutto l’anno popolano in grande
numero e rallegrano le traversate a bordo delle navi. Per i bambini è uno
spasso dall’inizio alla fine grazie alle aree destinate al loro
intrattenimento, ricche di giochi pensati per trascorrere ore felici in
totale sicurezza. Moby, inoltre, fa salire a bordo delle sue navi i

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                               Maggio 2019 -
26 Maggio 2019 -

fantastici costumed characters della Warner Bros: Titti, il dolcissimo
canarino giallo, l’amico-antagonista Silvestro; il buffissimo Daffy Duck e
l’insaziabile Taz, per la gioia di grandi e piccini.

E per i più affamati, il menù di bordo prevede lo speciale bimbi, un allegro
pasto a base di crocco Toons, le mini cotolette con le sagome dei personaggi
della Warner Bros, accompagnate dalle immancabili patatine fritte e il
gelato, con un gadget dei Looney Tunes in regalo.

Di giorno e di notte, viaggiare a bordo delle navi Moby e Tirrenia è sempre
un divertimento grazie a Onorato Armatori, Gruppo leader del trasporto
marittimo nel Mediterraneo.

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26 Maggio 2019 -

Lo sviluppo dell’aeroporto di Firenze

FIRENZE – Si è tenuta all’Aeroporto Amerigo Vespucci di Firenze, la
conferenza stampa organizzata da Toscana Aeroporti e finalizzata a fare il
punto della situazione sullo sviluppo dello scalo. Marco Carrai, Presidente
di Toscana Aeroporti, Roberto Naldi, Presidente Corporaciòn America Italia, e
Vittorio Fanti, consigliere delegato, hanno illustrato la posizione della
società in relazione alle vicende che hanno caratterizzato le ultime
settimane, tra cui il ricorso al Tar di alcuni Comuni dell’area della Piana
contro il progetto della nuova pista dell’aeroporto.

Il ricorso è stato presentato nonostante i numerosi studi tecnici e
specialistici condotti sulle ipotesi di adeguamento dello scalo, che hanno
evidenziato la completa fattibilità del progetto di ampliamento. Allo stesso
modo, il masterplan della nuova pista è stato valutato positivamente dalla
Commissione Via, nel corso della recente Valutazione di Impatto Ambientale
condotta dal Ministero dell’Ambiente e dal Ministero dei Beni Culturali. Il
positivo esito del percorso a livello ministeriale, concluso nel rispetto del
recepimento della direttiva europea di riferimento, ha sancito la
sostenibilità ambientale del progetto, assurgendo i relativi impatti a
livelli di significatività tali da poter essere considerati compatibili con
l’ambiente e col territorio.

Nel corso della conferenza, il presidente Carrai ha dichiarato: “La
realizzazione della nuova pista è fondamentale per lo sviluppo economico e
occupazionale del territorio. Siamo consapevoli di aver lavorato nella
maniera migliore in questo senso, come certificato dai Ministeri chiamati a
pronunciarsi sulla Via. Sentiamo quindi la necessità di intervenire di fronte
a un surreale dibattito fatto di dichiarazioni che poco o nulla hanno a che
fare con la nuova pista dell’aeroporto di Firenze. In uno stato di diritto,
le verità sono quelle certificate dallo Stato e dagli organismi competenti.
Invece, ci ritroviamo ogni giorno attaccati sui giornali. Si tratta di un
atteggiamento miope e offensivo che certo non ci ferma, ma ci dà nuova
energia per portare a compimento questa grande opera, approvata – lo
ribadiamo – con piena soddisfazione di tutte le autorità e con il supporto
delle forze sociali e produttive del territorio. Vogliamo dirlo chiaramente:

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26 Maggio 2019 -

la compatibilità ambientale non è in discussione, il progetto andrà a
migliorare le condizioni dell’intera area interessata”.

Roberto Naldi, Presidente di Corporaciòn America Italia, ha aggiunto: “Il
master plan ha ricevuto la compatibilità ambientale dopo un lavoro di
altissimo livello. Ci sorprendono quindi le polemiche strumentali che vengono
diffuse tutti i giorni sui mezzi di comunicazione, riportando informazioni
imprecise. Di fronte ai ricorsi, preferiamo rispondere con il confronto
basato su dati scientifici. Corporaciòn America è leader mondiale nella
progettazione e gestione aeroportuale, come dimostrato dall’aeroporto green
delle Galapagos. Pensiamo sia importante chiarire che l’allungamento della
pista esistente presso lo scalo fiorentino non è possibile, come prescritto
dalla normativa Enac, e non risolverebbe i problemi per i viaggiatori e gli
operatori. Inoltre, è bene precisare che lo scalo pisano, pur essendo
un’infrastruttura in crescita e che presto sarà ampliato, non potrà diventare
l’unico aeroporto della Toscana. Lo scalo non può infatti superare il limite
di sette mln di passeggeri complessivi, essendo un aeroporto di natura
militare, anche se qualcuno sembra volerlo dimenticare. Abbiamo investito
molto in Toscana, sostenendo l’occupazione, perché crediamo nelle
potenzialità di questo sistema aeroportuale”.

Vittorio Fanti, consigliere delegato, ha concluso: “Il progetto della nuova
pista è frutto di studi tecnici che hanno visto coinvolte numerose
professionalità di primo piano, garantendo la piena fattibilità rispetto alla
normativa vigente. La redazione del masterplan ha seguito un processo
rigoroso, come mai è successo in Italia e come dimostrato dalla positiva
conclusione della procedura Via”.

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26 Maggio 2019 -

Autostrada Milano-Laghi compie 95 anni

LIVORNO – Pochissimi (ad essere ottimisti) ricorderanno che, proprio come
oggi, il 26 Marzo di novantacinque anni fa, venne inaugurata la Milano Laghi,
la prima autostrada d’Italia e del mondo, attualmente riscontrabile nella A8,
gestita dal 1962 dalla allora società Autostrade, non ancora “per l’Italia”.

Fu l’ingegnere Piero Puricelli, conte di Lommago, che due anni prima (1921)
aveva progettato l’autodromo di Monza, a concepire l’idea di una strada per
sole automobili, vietata ai carri, carrozze, biciclette, pedoni ed altro,
verso il pagamento di un pedaggio a copertura delle spese di costruzione e di
gestione. Se si pensa che all’epoca in Italia circolavano circa 84.687
autoveicoli, di cui cinquantasettemila automobili, venticinquemila autocarri
e 2.685 autobus, va detto che si trattò di un’intuizione assolutamente

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26 Maggio 2019 -

avveniristica, consideriamo inoltre che, malgrado i ritardi burocratici e
legali (gli espropri necessari furono più di tremila), l’opera fu potata a
compimento in soli quindici mesi (500 giorni) e il nastro inaugurale fu
tagliato da una Lancia Trikappa guidata dallo stesso Puricelli con a fianco
Vittorio Emanuele III, seguita da un lungo corteo di automobilisti invitati.
Nell’occasione il cronista del quotidiano “La Tribuna di Roma” scrisse:
“Viaggio attraentissimo su un cemento liscio come un parquet, senza callaie
insidiose o ciclisti o simili da mandare all’altro mondo…”.

Dal 1924, anno successivo all’inaugurazione, cominciarono ad arrivare tecnici
illustri da varie nazioni del mondo per studiare e copiare la nuova “strada
veloce a pagamento per auto”, la madre di tutte le autostrade a pedaggio che
oggi coprono il pianeta, costruita – tanta era la novità – senza una
normativa precisa, giunta solo nel 1933 con il Regio Decreto n. 1740 del 1933
che definiva le autostrade come” strade riservate ai soli autoveicoli”. Un
vanto e un primato per l’Italia, uno dei molti che illustrarono il nostro
Paese fra le due guerre mondiali.

Il percorso, largo dagli undici ai quattordici metri, di cui otto o dieci
pavimentati, più che sufficienti per le poche decine di auto che vi
transitavano ogni giorno, era per lo più rettilineo (18 km il tratto più
lungo), con curve di raggio inferiore ai 400 metri e pendenze non superiori
al 3%, il percorso era ad una sola corsia per senso di marcia con pavimento
in calcestruzzo ad alta resistenza, praticamente indistruttibile, composto da
lastroni spessi da 18 a 23 centimetri.
I materiali impiegati oggi saranno magari più sicuri e il traffico non è
certo quello di allora, ma è un fatto che le nostre autostrade sono un
cantiere senza fine.
Sulla Milano Laghi transitavano allora poche decine di automobili al giorno a
fronte delle oltre 40 mila dei nostri giorni

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