EXPORT PASTA, L'ANALISI DI FONDOSVILUPPO-CONFCOOPERATIVE SUL MERCATO IN USA - Agricolae

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EXPORT PASTA, L'ANALISI DI FONDOSVILUPPO-CONFCOOPERATIVE SUL MERCATO IN USA - Agricolae
EXPORT PASTA, L’ANALISI DI
FONDOSVILUPPO-CONFCOOPERATIVE
SUL MERCATO IN USA
                                                                   D
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a   dall’Ufficio   Studi   e   Ricerche   di   Fondosviluppo   –
Confcooperative sul canale retail della pasta made in Italy,
emerge che oltre un terzo del valore della pasta acquistata
dagli americani è riconducibile a marchi italiani.

In termini di volumi, il 96% degli acquisti è rappresentata
dalla pasta “secca” ed il 4% alla pasta “fresca”.
Quest’ultima, tuttavia, in linea con le dinamiche di acquisto
dell’ultimo quinquennio (+29% in volume nel periodo
2012/2017), farà registrare le migliori performance nel
prossimo medio termine con un incremento delle vendite
stimante nell’ordine del +14,6% in volume e del +17,9% in
valore.

Relativamente ai canali di acquisto, gli americani prediligono
i “supermercati” che nel 2017 hanno rappresentato l’80,1% del
valore delle vendite della pasta, seguiti dai “discount” con
il 16,7%. Attenzione, però, a non sottovalutare il canale
internet, dove gli acquisti rappresentano ancora il 3,1% del
totale ma nell’ultimo quinquennio hanno fatto registrare un
incremento del +84,7%.

Export & Mercati è una collana di approfondimenti realizzata
dall’Ufficio Studi e Ricerche di Fondosviluppo per l’Ufficio
per le Politiche di Internazionalizzazione e Mercati di
Confcooperative, nell’ambito degli strumenti e dei servizi a
supporto di processi di internazionalizzazione delle
cooperative associate.

Gli Stati Uniti sono uno dei mercati di riferimento per la
pasta Made in Italy, rappresentando circa il 12% del totale
esportato dall’Italia a livello mondiale.

In linea con i valori del 2015 e del 2016, anche nei primi 10
mesi del 2017 si assiste ad un incremento dell’export dal Bel
Paese (+1,4%) che supera quota 224 milioni di euro e si
appresta a scrivere un nuovo record che vedrà le importazioni
di pasta dall’Italia superare la soglia dei 270 milioni di
euro.

A trainare la crescita soprattutto le paste farcite (+2,5%) e
le paste all’uovo (+12,7%), a testimonianza di una sempre
maggiore ducia del consumatore americano verso la qualità
                                                         , la
salubritàe la tipicitàdei prodotti Made in Italy.

Per quanto concerne il canale retail, nel 2017 si rafforza la
presenza sugli scaffali della pasta italiana, che rappresenta
oltre un terzo del valore delle vendite nella grande
distribuzione americana: da una parte, per la categoria della
pasta secca si e  ̀ consolidata la leadership dei brand a
proprietà italiana, dall’altra, sul fronte della pasta fresca
si segnala un incremento del valore delle vendite che ha
raggiunto il +9% rispetto al 2016, sostenuto principalmente
dai marchi italiani.

Nel complesso, nel periodo 2012/2017, negli Stati Uniti i
volumi ed i valori di vendita della pasta nel canale retail
sono aumentati passando, rispettivamente, da 814,54 mila
tonnellate a 823,07mila tonnellate (+1,05%) e da 2.707,73
milioni di dollari a 2.879,86 milioni di dollari (+6,36%).

Nello speci co, nel periodo 2012/2017, per la pasta fresca si
rilevano volumi di vendita retail in aumento del +29% (da
27,20mila tonnellate a 35,09mila tonnellate) e un incremento
del valore delle vendite retail pari al +35,1% (da 331,69
milioni di dollari a 448,06 milioni di dollari).

La pasta fresca e ̀ sempre più apprezzata dal consumatore
americano sia per la crescente attenzione per i pasti naturali
e sani sia perche
                ́ può richiede pochissimi minuti per la
cottura.

GENNAIO 2018 3 Lo stesso trend ha fatto registrare anche la
pasta secca, che ha visto
un incremento nei volumi e nel valore delle vendite retail
pari, rispettivamente, al +0,1% (da 787,34mila tonnellate a
787,98mila tonnellate) e al +2,4% (da 2.376,04 milioni di
dollari a 2.431,80 milioni di dollari).

Nel complesso, nel 2017, negli Stati Uniti, il 96% del totale
dei volumi di vendita e l’84% del totale del valore delle
vendite della pasta fanno riferimento alla pasta secca.

Per quanto riguarda i canali distributivi, il 78,9% del totale
delle vendite di
pasta e
      ̀ riconducibile alla distribuzione moderna. Il 3,9% fa
riferimento alla distribuzione tradizionale, il 14,1% ad altri
esercizi, anche non alimentari, e il restante 3,1% al canale
internet.
All’interno della distribuzione moderna, nel 2017, l’80,1% del
valore delle vendite e
                     ̀ detenuto dai supermercati. Seguono gli
ipermercati con il 16,7%, che precedono i discount con il
2,9%.

Distribuzione moderna 78,9%

I forecourt retailers rappresentano lo 0,2% del totale del
valore delle vendite, mentre ai minimarket (convenience
stores) fa riferimento il restante 0,1% della quota di
mercato.

Il settore della distribuzione alimentare negli Stati Uniti e
                                                            ̀,
comunque, in profonda trasformazione.

I supermercati sono culturalmente incorporati nelle comunità
americane e hanno una forte presenza regionale.

Tuttavia, il canale dei discount e
                                 ̀ riuscito a rafforzare il
legame duciario con i consumatori, sempre attenti al prezzo
nale di vendita. Si attende quindi una crescita delle vendite
di pasta in questo canale, insieme al canale internet le cui
vendite nel periodo 2012/2017sono aumentate, in valore, del
+84,7%.”

Nel medio periodo (2017/2022), si prevede che il mercato della
pasta negli Stati Uniti, registrerà performance positive, in
termini sia di volumi di vendita retail, in crescita da
823,07mila tonnellate a 853,35mila tonnellate (+3,7%), che di
valore delle vendite retail, in aumento da 2.879,86 milioni di
dollari a 3.041,49 milioni di dollari (+5,6% a prezzi costanti
2017).

La pasta fresca evidenzierà volumi e valore delle vendite
retail in crescita, rispettivamente del +14,6% e del +17,9%.

Per quanto riguarda la pasta secca e ̀ attesa una performance
pari al +3,2% per i volumi di vendita e al +3,4% per il valore
delle vendite.
Per quanto riguarda il posizionamento competitivo, il brand
italiano Barilla è il principale marchio del mercato della
pasta negli Stati Uniti con una quota di valore al dettaglio
che supera il 26% nel 2017, seguito da Buitoni (gruppo
svizzero Nestle
              ̀) con il 7%.

La performance migliore   nel 2017 e
                                   ̀ stata registrata dal brand
Rana e trova riflesso,     oltre che da una maggiore presenza
nella distribuzione al    dettaglio, anche dall’aumento della
domanda del consumatore   americano per la pasta fresca.

Di seguito si riporta il quadro di sintesi relativo alle quote
di mercato sul valore delle vendite retail per i diversi brand
nel mercato della pasta negli Stati Uniti.

Nel complesso il ruolo della Private Label nel mercato
americano della pasta detiene una quota che non supera il 25%
del totale (e registra una dinamica decrescente). Walmart,
primo brand nella Private Label, mantiene la quota stazionaria
nel 2017.
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