Domande più frequenti sulla Politica Agricola Comune (PAC) e sulla Agricoltura europea
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Domande più frequenti sulla Politica Agricola Comune (PAC) e sulla Agricoltura europea 1. PANORAMICA DELL'AGRICOLTURA EUROPEA 2. COS’È LA PAC ? 3. IL COSTO DELLA PAC 4. LE RIFORME DELLA PAC 5. VERO O FALSO? 6. SVILUPPO RURALE 7. LA PAC E L'AMBIENTE 8. LA PAC E IL COMMERCIO 9. SALUTE E BENESSERE DEGLI ANIMALI 10. LA PAC E I PAESI IN VIA DI SVILUPPO
1. PANORAMICA DELL'AGRICOLTURA EUROPEA Qual è l'estensione delle zone rurali nell'UE? Le zone rurali (terreni agricoli e foreste) coprono più del 90% del territorio dell'UE e accolgono circa metà della sua popolazione (agricoltori e altre persone residenti nelle campagne). Quanti agricoltori ci sono nell'UE? Nei 27 paesi dell'UE ci sono circa 12 milioni di agricoltori a tempo pieno. Quali sono i tipi di agricoltura praticati nell'UE? Nell'UE vi sono aziende che praticano l'agricoltura estensiva ed intensiva, l'agricoltura convenzionale o quella biologica. L'azienda a conduzione familiare ha tradizionalmente un ruolo importante in Europa. Molti terreni sono posseduti e coltivati dalla stessa famiglia da più generazioni. In Europa vi sono 12 milioni di agricoltori e le aziende hanno una dimensione media di circa 12 ettari, mentre negli Stati Uniti, ad esempio, sono rimasti solo due milioni di agricoltori con aziende che misurano in media 180 ettari. Le grandi aziende agricole – nelle quali terreni, fabbricati, macchinari e bestiame sono proprietà di un'impresa che impiega personale salariato per la conduzione dell'azienda – sono poco diffuse in Europa. L'UE sostiene un particolare "modello europeo di agricoltura"? L'UE è a favore di un'agricoltura sostenibile, produttiva e competitiva, anche nelle zone in cui le condizioni sono difficili. Questo significa che gli agricoltori, se hanno diritto a un tenore di vita adeguato, devono essere competitivi e in grado di rispondere alle attese dei consumatori e dei cittadini sotto il profilo della disponibilità e dei prezzi degli alimenti, della loro qualità e sicurezza, della protezione ambientale e del benessere degli animali. Le comunità e le zone rurali devono essere preservate in quanto componente essenziale del patrimonio e del paesaggio europeo e i cittadini europei dovrebbero continuare non solo a beneficiare di alimenti sicuri e a prezzi accessibili, ma anche a godere della bellezza delle campagne. Dove posso trovare statistiche sull'agricoltura dell'UE? Nella sezione "Statistiche" di questo sito e nel sito di EUROSTAT: http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/eurostat/home/ 2. COS’È LA PAC ? La politica agricola comune o PAC è una politica dell'Unione europea i cui obiettivi fondamentali sono assicurare agli agricoltori un tenore di vita adeguato e garantire ai consumatori la costante disponibilità di prodotti alimentari sicuri e a prezzi accessibili. Dai suoi inizi nel 1962 molte cose sono cambiate. Oggi, le sue priorità sono: • la qualità e sicurezza alimentare • la tutela dell'ambiente e del benessere degli animali • la competitività dell'agricoltura europea, senza distorsioni del commercio mondiale • la salvaguardia delle comunità rurali, rese più dinamiche e sostenibili. Le riforme della PAC negli ultimi anni si ispirano a una chiara scelta politica: continuare a sostenere l'agricoltura nell'UE in modo tale da rispondere alle esigenze e aspettative dei cittadini, dei contribuenti e dei consumatori e da non provocare distorsioni del commercio mondiale. 2
Chi gestisce la PAC ? Dopo aver sentito il parere di appositi comitati consultivi e di altre parti interessate, la Commissione presenta le sue proposte. Queste sono trasmesse al Consiglio dei ministri dell'Agricoltura dei 27 Stati membri dell'Unione europea (per decisione) e al Parlamento europeo (per decisione o parere, a seconda del loro oggetto). Sono gli Stati membri che assicurano la gestione corrente della PAC. La Corte dei conti dell'Unione europea svolge un ruolo importante nel controllo delle spese. Chi decide l'entità del bilancio della PAC? Il bilancio è deciso ogni anno dal Consiglio dell'UE e dal Parlamento europeo. Per tenere sotto controllo la spesa a lungo termine, il bilancio si iscrive in un "quadro finanziario" di sette anni. Il quadro finanziario attuale copre il periodo 2007-2013. Come sono spesi i fondi della PAC? La maggior parte dei fondi è destinata ai pagamenti diretti agli agricoltori che rispettano le severe norme dell'UE in materia di ambiente, benessere degli animali, qualità e sicurezza degli alimenti. Circa il 20% del bilancio della PAC viene speso per lo sviluppo rurale, per aiutare gli agricoltori a modernizzare le loro aziende e diventare più competitivi, proteggendo nel contempo l'ambiente e le comunità rurali. Tutti gli agricoltori sono trattati alla pari? È vero che l'80% dei fondi va al 20% degli agricoltori, ma questo si spiega con una serie di fattori. Innanzitutto, il 20% degli agricoltori è proprietario dell'80% dei terreni. In secondo luogo, nel 1999, quando la Commissione ha proposto di istituire un massimale per gli aiuti, vari Stati membri si sono dichiarati contrari. La Commissione, sempre convinta che fosse necessario rendere più equa la PAC, ha successivamente proposto di modulare gli aiuti introducendo un elemento "progressivo", un principio che gode di un ampio favore pubblico. Nel 2008, nel quadro della "verifica dello stato di salute" della PAC, questo elemento è stato finalmente introdotto. In terzo luogo, l'ammontare degli aiuti di cui beneficia un agricoltore dipende da una serie di fattori, tra cui gli aiuti ricevuti in precedenza nel quadro della PAC nel corso di un certo periodo di riferimento, l'estensione dell'azienda e le modalità di sostegno agli agricoltori scelte da ciascuno Stato membro. In effetti, nel quadro del pacchetto di riforma del 2003, agli Stati membri è stata offerta la possibilità di ridistribuire gli aiuti diretti agli agricoltori. Essi possono applicare per la distribuzione un modello "storico", un modello "regionale" o una combinazione dei due. Il modello "regionale" e quello ibrido si prestano ad essere utilizzati per correggere eventuali "ingiustizie". Con il passare del tempo, occorrerà discostarsi dal modello storico. A seguito della "verifica dello stato di salute", si applicherà una modulazione maggiore ai pagamenti diretti di importo più elevato. In concreto, gli agricoltori che ricevono pagamenti diretti più elevati contribuiranno di più ai fondi per lo sviluppo rurale. La PAC incentiva la modernizzazione dell'agricoltura? Sì. Vi sono oggi più incentivi che mai per adeguarsi ai tempi migliorando i metodi di coltura, di trasformazione e di commercializzazione, producendo prodotti di maggiore qualità e utilizzando metodi più sostenibili ed ecocompatibili. 3
Si registrano frodi nel quadro della PAC? Secondo l'OLAF, l'Ufficio europeo per la lotta antifrode, nel 2007 solo lo 0,33% circa dei fondi della PAC sono stati utilizzati in maniera fraudolenta. Negli ultimi anni l'UE ha rafforzato in modo significativo i controlli sul bilancio. Il passaggio ai pagamenti diretti agli agricoltori ha ulteriormente ridotto i rischi di frode. Qualcuno verifica se gli obiettivi della PAC vengano effettivamente raggiunti? Sì. La valutazione della PAC è essenziale per la sua efficienza ed efficacia. La Commissione fa svolgere regolarmente studi indipendenti ed effettua internamente valutazioni d'impatto dei problemi e delle possibili soluzioni. Le valutazioni comprendono anche consultazioni dei portatori d'interesse e del pubblico. Vogliamo diffondere informazioni sulla PAC nel nostro paese. Possiamo avere un finanziamento? Certamente. La Commissione contribuisce al finanziamento di programmi televisivi, convegni, pubblicazioni e altre iniziative che si propongono di spiegare la PAC e promuovere il modello europeo di agricoltura. 3. IL COSTO DELLA PAC Quanto costa la PAC al contribuente europeo? La PAC costa ad ogni cittadino dell'UE circa 30 centesimi di euro al giorno. Il suo costo complessivo è di circa 53 miliardi di euro all'anno, pari a circa il 40% del bilancio totale dell'UE. La percentuale del bilancio destinata alla PAC è in costante diminuzione, dal 71% nel 1984 al 33% previsto per il 2013. Perché quasi il 40% del bilancio dell'UE è speso per l'agricoltura anziché per altri settori? L'agricoltura è l'unico settore interamente finanziato a carico del bilancio comunitario. Essa rappresenta un parte così grande del bilancio dell'UE proprio perché nel settore agricolo le spese europee sostituiscono quelle nazionali. Altre politiche, come l'istruzione, i trasporti, la difesa, le pensioni e la sanità, sono molto più costose, ma sono finanziate dai bilanci nazionali e attuate dagli Stati membri La percentuale del bilancio destinata all'agricoltura è in via di diminuzione (dal 71% nel 1984 al 33% previsto per il 2013). Come contropartita, i contribuenti europei possono beneficiare di un'abbondanza di prodotti alimentari sicuri e di qualità, nonché della tutela dell'ambiente e dei paesaggi europei. Come è finanziata la PAC? I fondi della PAC provengono dal bilancio generale dell'UE. Le spese della PAC per lo sviluppo rurale sono finanziate congiuntamente dagli Stati membri e dall'UE. Il bilancio dell'UE è a sua volta finanziato principalmente attraverso le "risorse proprie" dell'Unione (dazi doganali, prelievi diversi, una risorsa IVA e una risorsa basata sul reddito nazionale lordo (RNL) degli Stati membri). Quest'ultima risorsa copre all'incirca i tre quarti del bilancio dell'UE. Chi sono i beneficiari dei pagamenti, e quanto ricevono? A partire dal 2009 ciascuno Stato membro deve pubblicare elenchi di tutti i beneficiari di pagamenti della PAC in modo da assicurare una piena trasparenza e rendicontazione. 4
Non essendo un agricoltore, posso beneficiare della PAC? A beneficiare della PAC è la società nel suo complesso, in quanto può contare su un approvvigionamento alimentare sicuro e a prezzi accessibili. Oggi la voce "alimentazione" rappresenta il 15% della spesa della famiglia media dell'UE - la metà rispetto al 1960. Inoltre, finanziando metodi agricoli sostenibili, la PAC contribuisce a proteggere l'ambiente e la ricchezza e diversità del paesaggio rurale. Quanto spende il mio paese per l'agricoltura? Questa informazione è disponibile nella sezione Statistiche del sito Internet: http://ec.europa.eu/agriculture/agrista/index_en.htm 4. LE RIFORME DELLA PAC Cosa si è realizzato con le più recenti riforme? La riforma della PAC è stata avviata nel 1992 ed ha portato ad una svolta nel 2003, quando è stato abolito il legame tra aiuti e produzione. Gli agricoltori possono ora diventare dei veri imprenditori, produrre ciò che il mercato chiede e di cui i consumatori hanno bisogno, cercare nuovi sbocchi redditizi e sfruttare nuove nicchie di mercato. Non sono più incentivati a produrre per ricevere sovvenzioni, anche quando per i loro prodotti non esiste mercato. Ricevono infatti un sostegno al reddito a condizione di curare le loro terre e di soddisfare determinate norme in materia di ambiente, benessere degli animali e sicurezza alimentare. In caso contrario, i finanziamenti vengono bloccati. La nuova PAC è molto più compatibile con le regole del commercio mondiale, come dimostra il fatto che il 90% dei pagamenti diretti sono classificati dall'OMC come misure che non falsano gli scambi. Grazie alla PAC i consumatori dispongono di un'ampia scelta di prodotti alimentari di qualità. La Commissione è impegnata a modernizzare, razionalizzare e semplificare la PAC. Con il "disaccoppiamento" (l'importo del sostegno non dipende più dall'ammontare della produzione) gli agricoltori continuano a beneficiare di un certo livello di sicurezza economica; al tempo stesso, sono liberi di rispondere ai segnali del mercato. Gli strumenti di mercato (come l'intervento pubblico) sono stati modificati in modo da poter svolgere efficacemente la funzione di rete di sicurezza senza alterare i normali meccanismi di mercato. Con la politica di sviluppo rurale, gli agricoltori vengono aiutati a riorganizzare le loro aziende e a prendersi cura dell'ambiente, creando i presupposti per il dinamismo delle zone rurali. Dopo le recenti riforme, l'UE dispone ancora di una politica agricola "comune"? Certamente. È vero che le spese per lo sviluppo rurale sono parzialmente finanziate dagli Stati membri, che hanno la possibilità di tenere conto di esigenze nazionali e regionali specifiche, ma anch'esse sono soggette a regole comuni. Le misure della PAC sono per la maggior parte ancora soggette a disposizioni comuni e interamente finanziate dal bilancio dell'UE. In effetti, è auspicabile che la PAC rimanga una politica "comune". Gestire la politica agricola a livello europeo permette di garantire una concorrenza leale tra gli agricoltori europei, limitare le spese e assicurare il rispetto degli elevati standard dell'UE in materia di sicurezza alimentare e tutela dell'ambiente. 5
5. VERO O FALSO? Un club di golf può ricevere sovvenzioni agricole I club di golf, come qualsiasi altra impresa, possono ricevere sovvenzioni per terreni di loro proprietà che siano utilizzati per fini agricoli conformemente alle regole e alle condizioni della PAC. Tuttavia, gli Stati membri sono oggi liberi di rifiutarsi di versare pagamenti diretti a beneficiari che non siano "veri" agricoltori. La PAC incoraggia a produrre troppo, senza tener conto della domanda Questa immagine diffusa della PAC non ha più alcun fondamento. I tempi delle "montagne di burro" e del "produrre per le sovvenzioni" sono lontani. Oggi gli agricoltori possono produrre quello che chiedono i consumatori e i mercati continuando a ricevere sovvenzioni, alla sola condizione di rispettare i rigorosi requisiti dell'UE in materia di qualità degli alimenti, benessere degli animali e protezione dell'ambiente. Lo sapevate che secondo l'OMC il 90% di tutti i pagamenti diretti della PAC sono conformi alle regole del commercio internazionale e non falsano gli scambi? Grazie alle riforme della PAC, gli agricoltori possono oggi comportarsi come dei veri imprenditori. Le montagne di carne e di burro sono un ricordo lontano. In passato, la PAC incitava gli agricoltori a produrre più del necessario. Si formavano delle eccedenze (di burro, cereali, carni bovine e vino) che erano molto costose da conservare e smaltire. Grazie alle riforme i giorni delle "montagne di burro" sono solo un ricordo. Le eccedenze appartengono al passato. Sta diventando più facile allineare l'offerta alla domanda. Le sovvenzioni non dipendono più dalle quantità prodotte e gli agricoltori sono più competitivi. Sono liberi di produrre ciò che il mercato chiede e di cui i consumatori hanno bisogno. L'UE detta le dimensioni delle banane Esistono norme di commercializzazione valide per tutta l'UE per alcuni tipi di frutta e verdura, ma è possibile vendere anche prodotti che non soddisfano i requisiti, purché siano chiaramente etichettati (ad es. "da cuocere"). Non ha effettivamente senso togliere prodotti perfettamente commestibili dal mercato solo perché non sono della forma e delle dimensioni "giuste". Quel che è importante è che le norme comuni di qualità, commercializzazione ed etichettatura ci garantiscono che, quali che ne siano le dimensioni e la forma, i prodotti agricoli che compriamo in qualsiasi paese dell'UE sono sicuri e di buona qualità. I contribuenti europei sovvenzionano gli agricoltori a scapito di altre professioni L'agricoltura non è l'unico settore a beneficiare di un sostegno pubblico. Anche settori come l'energia, i trasporti, la ricerca medica e scientifica, ricevono sovvenzioni pubbliche. Nel contesto europeo i pagamenti all'agricoltura sono più visibili in quanto sono quasi interamente finanziati dal bilancio comunitario. Di fatto, le spese dell'UE sostituiscono quelle che altrimenti sarebbero a carico dei Tesori nazionali. In settori quali l'istruzione, la difesa e la sanità, sono i governi nazionali e le regioni che si accollano tutti i costi o quasi. L'UE è la sola a sovvenzionare i suoi agricoltori Non è vero. La maggior parte dei paesi sviluppati sostengono l'agricoltura in qualche modo. La PAC risponde alle realtà sociali, economiche e ambientali specifiche dell'UE. Dal 1992 una serie di riforme ne ha fatto una politica moderna e adeguata al XXI secolo. 6
La PAC è molto burocratica Compilare e verificare moduli è talvolta inevitabile e persino necessario per accertarsi che il denaro dei contribuenti sia speso correttamente. Tuttavia la Commissione si sta sforzando di semplificare le regole della PAC ed eliminare le formalità inutili. Gli Stati membri possono falsare la concorrenza applicando la PAC in modo non uniforme? I paesi dell'UE devono applicare la PAC sul loro territorio rispettando le regole concordate a livello europeo. Per minimizzare la concorrenza sleale nel mercato unico, la Commissione e la Corte dei conti controllano le spese nazionali e possono deferire alla Corte di giustizia i paesi che non rispettano le norme sugli aiuti di Stato. 6. SVILUPPO RURALE Che cosa si intende per sviluppo rurale? La politica di sviluppo rurale dell'UE è finalizzata a mantenere la vitalità delle campagne attraverso lo sviluppo equilibrato delle zone rurali. Si tratta di un elemento importante della PAC. Chi gestisce la politica di sviluppo rurale? Gli Stati membri scelgono le misure che rispondono meglio alle loro esigenze specifiche e gestiscono autonomamente i loro programmi. L'UE paga una parte dei costi (cofinanziamento). Quanto costa la politica di sviluppo rurale? Da dove provengono i fondi? Il bilancio stanziato per i 27 Stati membri nel periodo 2007-2013 ammonta a 92 miliardi di euro (a prezzi correnti). I fondi provengono dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR); inoltre, una parte dei pagamenti diretti agli agricoltori viene trasferita allo sviluppo rurale attraverso un meccanismo detto di "modulazione". Come vengono spesi i fondi? I fondi per lo sviluppo rurale possono essere impiegati sia per attività agricole che non agricole, ad es.: • estensione della copertura della banda larga • aiuti alle piccole imprese • sostegno all'industria di trasformazione alimentare • estensione dell'assistenza all'infanzia per consentire ad un maggior numero di donne che vivono nelle zone rurali di tornare a lavorare. Gli Stati membri fissano le loro priorità a livello nazionale, ma devono impiegare almeno il 10% del loro bilancio per promuovere la competitività dei settori agricolo e forestale, almeno il 25% per il miglioramento dell'ambiente e delle campagne ed almeno il 10% per diversificare l'economia rurale. In che modo gli agricoltori beneficiano di questa politica? Gli agricoltori possono beneficiare di assistenza e consulenza in materia di conduzione delle aziende, trasformazione dei prodotti alimentari e commercializzazione. La politica di sviluppo rurale può essere adattata alle esigenze delle diverse regioni? Ciascun paese formula una strategia nazionale di sviluppo rurale, ma i programmi specifici possono essere elaborati e attuati a livello regionale. 7
In che modo la politica di sviluppo rurale si differenzia dalla politica regionale? La politica di sviluppo regionale è intesa principalmente a fornire assistenza alle regioni più svantaggiate dell'UE. La politica di sviluppo rurale riguarda invece tutte le regioni di tutti gli Stati membri. Essa si rivolge oggi non solo agli agricoltori, ma anche ad altri soggetti dell'economia rurale, come proprietari di foreste, lavoratori agricoli, piccole imprese, organizzazioni non governative locali ecc. Che cos'è "Leader"? Leader è l’acronimo francese per "Collegamento tra azioni di sviluppo dell’economia rurale". Come suggerito dal nome, si tratta di una metodologia per attivare le comunità locali e non per attuare misure già predefinite. Gli Stati membri devono spendere almeno il 5% del loro bilancio per lo sviluppo rurale in progetti Leader. Lo sviluppo rurale può contribuire alla tutela dell'ambiente? Ciascun programma di sviluppo rurale deve comprendere misure per la protezione e la valorizzazione delle risorse naturali e paesaggistiche. I fondi per lo sviluppo rurale sono versati in cambio di e per compensare azioni che non solo proteggono e conservano le campagne europee, ma contribuiscono anche a contrastare il cambiamento climatico. Ecco qualche esempio: • tutela della qualità dell'acqua • gestione sostenibile del territorio • rimboschimento per prevenire l'erosione e le inondazioni. 7. LA PAC E L'AMBIENTE Qual è l'impatto dell'agricoltura sull'ambiente? L'attività agricola può contribuire a creare e mantenere un ambiente sostenibile, ma può anche mettere l'ambiente a rischio. Trovare un equilibrio può essere difficile. È per questo motivo che la PAC è stata riformata in modo tale che oggi, per beneficiare di un sostegno, gli agricoltori devono rispettare le rigorose norme ambientali dell'Unione europea. Inoltre gli Stati membri sono tenuti a spendere come minimo il 25% del loro bilancio per lo sviluppo rurale per proteggere e migliorare l'ambiente e il paesaggio. La PAC incoraggia l'agricoltura intensiva? No, anzi la PAC premia i sistemi di produzione estensiva. Non si punta a un'agricoltura industrializzata: nel modello europeo c'è spazio per le piccole aziende come per le grandi. Se domani la PAC fosse soppressa, molti agricoltori sarebbero costretti ad intensificare la loro produzione per poter sopravvivere. Nella PAC riformata, invece, essi sono spinti non a produrre di più, ma a produrre in modo sostenibile e compatibile con l'ambiente. Come contribuisce la PAC alla protezione dell'ambiente? La PAC sospende i pagamenti agli agricoltori che non rispettano i suoi requisiti ambientali di base. Incentiva inoltre sempre di più l'agricoltura estensiva e l'agricoltura biologica, la tutela del paesaggio e il mantenimento degli habitat e della biodiversità, misure che contribuiscono tutte alla protezione dell'ambiente. 8
Che cosa fa l'UE per l'agricoltura biologica? L'UE garantisce ai consumatori l'autenticità e la qualità dei prodotti dell'agricoltura biologica provenienti da qualsiasi paese del mondo mediante severe norme sulla loro etichettatura e tracciabilità. Gli agricoltori e i produttori di alimenti biologici possono utilizzare l'apposito logo dell'UE solo sottoponendosi a un rigoroso processo di certificazione. La PAC riguarda anche la silvicoltura? Il campo di applicazione della PAC non include la silvicoltura commerciale in quanto tale, ma è limitato agli agricoltori e all'attività agricola. Sono tuttavia previste forme di sostegno per gli agricoltori che intendano piantare alberi sui loro terreni nel quadro di attività agricole più ampie. L'imboschimento dei terreni agricoli è entrato a far parte della politica agricola. La silvicoltura, se correttamente gestita, può avere un impatto significativo e positivo sul paesaggio naturale e sulla biodiversità. 8. LA PAC E IL COMMERCIO Si può ancora parlare di "fortezza Europa"? L'UE ha aperto in misura significativa il suo mercato negli ultimi vent'anni. Due terzi delle sue importazioni di prodotti agricoli provengono da paesi in via di sviluppo - per un volume superiore a quelle di Stati Uniti, Australia, Giappone, Canada e Nuova Zelanda insieme. Grazie a una serie di accordi bilaterali, numerosi paesi beneficiano di dazi ridotti sulle importazioni agricole, mentre i 50 paesi più poveri del mondo possono esportare nell'UE senza essere soggetti ad alcun dazio o contingente. Servono nuovi ostacoli alle importazioni per tutelare i nostri agricoltori e il nostro approvvigionamento alimentare? Se costruiremo nuove barriere, i nostri partner commerciali faranno altrettanto. L'Europa gode di un vantaggio competitivo per quanto riguarda i prodotti alimentari trasformati ad elevato valore aggiunto. I mercati dei paesi in via di sviluppo, come anche di Cina e India, offrono enormi opportunità di espansione in tale settore. Il miglior modo di garantire la sicurezza alimentare è mantenere scambi vivaci nelle due direzioni. Il modo migliore di proteggere i nostri agricoltori è permettere loro di competere efficacemente sul mercato mondiale garantendo loro un reddito costante, ossia proprio quello che fa oggi la PAC. Le ultime riforme della PAC migliorano la posizione dell'UE nei negoziati dell'OMC? Sì: l'UE può ora dimostrare che è passata dalle parole ai fatti, adottando una politica agricola rispondente alle esigenze degli agricoltori e dei consumatori, riducendo significativamente le sovvenzioni che provocano distorsioni degli scambi e mantenendo il mercato UE aperto al commercio con i paesi terzi. È l'UE la responsabile del fallimento dei negoziati di Doha nel luglio 2008? No. Nei negoziati di Doha l'UE aveva offerto di abolire progressivamente tutte le sovvenzioni all'esportazione entro il 2013, di tagliare di oltre il 70% le sovvenzioni interne all'agricoltura atte a falsare gli scambi e di ridurre di oltre la metà il dazio medio sui prodotti agricoli. Questa generosa offerta aveva permesso notevoli passi avanti nel capitolo agricolo della trattativa. Purtroppo, dissensi dell'ultimo minuto tra altri paesi hanno portato al fallimento dei negoziati, impedendo di ridurre gli ostacoli al commercio, aprire i mercato e dare all'economia mondiale una preziosa spinta. 9
9. SALUTE E BENESSERE DEGLI ANIMALI Come vengono trattati gli animali? Le istituzioni comunitarie e gli Stati membri dell'UE devono tener conto delle esigenze in materia di salute e benessere degli animali nel formulare e applicare norme e politiche. Nel quadro della PAC gli agricoltori devono rispettare le norme riguardanti il benessere degli animali e vengono incentivati a fare anche di più di quanto sia obbligatorio. Perché l'UE continua a sovvenzionare l'esportazione di animali vivi? La maggior parte delle sovvenzioni all'esportazione di animali vivi è stata abolita alla fine del 2005, sulla scia delle critiche espresse sul trattamento del bestiame esportato per la macellazione. Possono ancora beneficiare di restituzioni all'esportazione solo animali destinati all'allevamento, ai quali i nuovi proprietari riservano solitamente un buon trattamento. In che modo l'UE tutela la salute degli animali? Le norme dell'UE sulle malattie degli animali, che sono vincolanti per gli Stati membri, sono state significativamente migliorate nel corso degli anni, sulla base delle esperienze e conoscenze maturate. 10. LA PAC E I PAESI IN VIA DI SVILUPPO Le sovvenzioni all'esportazione della PAC impediscono agli agricoltori dei paesi in via di sviluppo di sopravvivere? Non è più così. Quindici anni fa l'UE spendeva 10 miliardi di euro l'anno in sovvenzioni all'esportazione. Nel 2009 saranno spesi non più di 350 milioni. Le principali destinazioni per le quali sono ancora versate sovvenzioni all'esportazione sono paesi del bacino del Mediterraneo e del resto d'Europa; solo una piccolissima quota di prodotti sovvenzionati è destinata all'Africa. Comunque, in linea di massima le sovvenzioni all'esportazione non sono più necessarie perché i prezzi comunitari sono nella maggior parte dei casi allineati con i prezzi del mercato mondiale. È per questo che l'UE si è impegnata a sopprimerle interamente entro il 2013. Le concessioni commerciali dell'UE determinano reali benefici per i paesi in via di sviluppo? L'UE ha concluso accordi tariffari preferenziali con numerosi paesi in via di sviluppo. L'UE concede facilitazioni commerciali ai paesi in via di sviluppo per un valore superiore a quelle di tutto il resto del mondo: quasi 1 miliardo di euro l'anno negli ultimi 2-3 anni. L'UE è destinataria del 58% delle esportazioni agricole dei paesi meno sviluppati (2,79 miliardi di euro nel 2007), del 60% di quelle africane e del 45% di quelle dell'America Latina. È perciò di gran lunga il maggiore importatore di prodotti agricoli da tali regioni del mondo. Quali sono i principi cui s'ispira l'UE per quanto riguarda il commercio con i paesi in via di sviluppo? L'UE è favorevole a norme commerciali multilaterali vantaggiose per tutti, e in particolare per i paesi in via di sviluppo. È quindi convinta che i paesi sviluppati debbano ridurre le tariffe in misura maggiore e più rapidamente che i paesi in via di sviluppo. http://ec.europa.eu/agriculture/faq/devel/index_it.htm 10
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