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USA - SCHEDA DI MERCATO SETTORE BIRRA Giugno 2020 Agenzia ICE New York 20 20 Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation
INDICE QUADRO MACROECONOMICO DEL PAESE .............................................................. 3 MERCATO USA: LA DOMANDA ................................................................................... 4 L’OFFERTA DOMESTICA .............................................................................................. 5 LE CRAFT BEER............................................................................................................ 6 L’IMPORT DAL MONDO ................................................................................................ 7 POSIZIONAMENTO DELL’ITALIA ................................................................................. 9 ANDAMENTO DEI PREZZI .......................................................................................... 11 TENDENZE DEL SETTORE ......................................................................................... 11 REGOLAMENTI DOGANALI ....................................................................................... 13 ACCISE......................................................................................................................... 18 PRINCIPALI EVENTI DEL SETTORE .......................................................................... 19 PRINCIPALI RIVISTE E SITI DI INFORMAZIONE DEL SETTORE ............................. 20 RIEPILOGO FONTI....................................................................................................... 21 2
Quadro Macroeconomico del Paese L'economia statunitense ha confermato il trend di crescita in atto iniziato nel 2009 per 10 anni consecutivi. Il PIL reale è aumentato del 2,3% nel 2019, mentre il PIL in dollari correnti del 4,1% nel 2019, pari a US$ 21.430 miliardi, registrando comunque una crescita più lenta rispetto a quella del 2018. La crescita del PIL nel 2019 è stata sostenuta da una domanda interna sospinta soprattutto dalla spesa per consumi personali (+2,8%), investimenti fissi delle aziende (+1,3%) e dalla ripresa della spesa pubblica (+2,3%). In trend opposto, nel 2019 il settore estero ha registrato una forte contrazione. Le esportazioni di beni (+0,2%) e servizi (-0,4%) si sono azzerate rispetto al +3% del 2018. Contemporaneamente vi è stato un forte rallentamento nella crescita nelle importazioni di beni e servizi (+1%) rispetto al +4,4% del 2018. Le politiche di riduzione fiscale (anche a favore dei produttori domestici di birre artigianali) e le revisioni normative applicate negli ultimi anni hanno contribuito a stimolare gli investimenti e le assunzioni delle imprese e far crescere il paese. Nel 2019 il tasso di inflazione negli Stati Uniti è salito al 2,3% su base annua, sostenuto da un forte rimbalzo dei costi energetici, mentre il tasso di disoccupazione si è attestato al 3,5%, il livello più basso in 50 anni. Si tratta di un livello che gli economisti considerano inflazionistico. L'inflazione è stata al di sotto della crescita salariale, portando i consumatori americani a disporre di un reddito in proporzione maggiore rispetto al passato. Questo quadro positivo si è scontrato con l’impatto del Covid-19, la cui emergenza è stata decretata a livello federale il 13 Marzo 2020. Nota Covid-19: Al tempo della stesura della nota, 40 milioni di americani hanno richiesto il sostegno di disoccupazione e il governo federale ha approvato il CARES Act (Coronavirus Aid, Relief, and Economic Security) mettendo a disposizione 2 trilioni (migliaia di miliardi) di dollari per aiutare l’economia. 3
Mercato USA: La Domanda La popolazione degli USA supera i 327 milioni di persone e si prospetta una crescita costante nei prossimi decenni. Gli Stati Uniti si presentano anche come una nazione variegata. Oltre alla popolazione caucasica, la seconda popolazione più ampia è quella latina (17%) che cresce a tassi stabili. Se guardiamo i singoli Paesi di origine, primeggiano i Tedeschi (14%) seguiti dagli Afroamericani (12,3%), Messicani e Irlandesi (10%). Gli Italiani sono al settimo posto con il 5,5%. Gli Stati con la maggior concentrazione di popolazione sono California, Texas, Florida, New York, Pennsylvania, Illinois, Ohio, Georgia, North Carolina e Michigan, tutti con popolazioni superiori a 10 milioni. Le città più grandi degli USA sono New York, Los Angeles, Chicago, Houston, Phoenix, Philadelphia, San Antonio, San Diego, Dallas e San Jose. La popolazione nella Legal Drinking Age (21+) è di circa 245 milioni di persone. Il settore della Birra si posiziona al primo posto per consumo con il 78% del market share delle bevande alcoliche, equivalente a 23.5 miliardi di litri, con un consumo procapite di circa 77 litri. I consumi sono in diminuzione per l’industriale e in crescita per l’artigianale e per gli Hard Seltzers.1 I consumatori americani del settore si dividono per categoria in 60% uomini e 40% donne. La fascia di età che consuma di più in generale sono i millennials, tra i 25 e i 44 anni. Studi hanno evidenziato che il consumatore americano millennial tende a bere in modo più trasversale e non è fedele a un brand specifico. Attenti al packaging e alle soluzioni sostenibili, questi consumatori sono più predisposti quindi a consumare prodotti artigianali e alternativi. 1 Dati Euromonitor Passport 4
Mercato USA: L’Offerta Domestica Secondo i dati del TTB2, la produzione domestica di birra negli USA nel 2019 ha raggiunto quasi 211 milioni di ettolitri. La Craft Brewery Association calcola una produzione nel 2019 di quasi 31 milioni di ettolitri lasciando quindi dedurre che la produzione industriale dovrebbe essere di circa 180 milioni di ettolitri. La produzione interna è stata in continua minima diminuzione dagli anni 90 in poi e questo significa che la produzione industriale è calata abbastanza in questi ultimi anni visto che il mercato delle craft beer, come vedremo nel paragrafo successivo, è invece cresciuto in quantità e quote di mercato. Continuando ad analizzare i dati forniti dal TTB, vediamo che solo 3% di tutta la produzione è destinata all’export, mentre per quanto riguarda il rimanente, 82% viene venduto in bottiglie e lattine, 8% viene venduto in fusti, 0,5% è consumato direttamente nel birrificio. Il restante 7,5% è rimanenza in stock nei magazzini dei produttori. Nel 2019 le birre piu’ vendute nel mercato sono3: 1. Bud Light 31.65 milioni di hl (-7,8% dal 2018) 2. Coors Light 16.25 milioni di hl (-5,6% dal 2018) 3. Miller Lite 14 milioni di hl (-0,8% dal 2018) 4. Budweiser 13.99 milioni di hl (-6,7% dal 2018) 5. Michelob Ultra 12.25 milioni di hl (+18,8% dal 2018) Nei primi 3 posti del podio, Bud Light, Coors Light e Miller Lite sono birre leggere che apportano non più di 100 calorie e hanno un contenuto alcolico di circa 4,2%. Insieme a Budweiser sono tutti prodotti posizionati all'interno della fascia di prezzo medio (circa $20 per la cassa da 24 bottiglie da 35.5cl), rendendo questo il più competitivo segmento nel paese. Riguardo ai volumi, mentre le prime 4 birre, benché mantenendo il loro primato, stanno avendo vendite decrescenti negli ultimi 5 anni, Michelob Ultra sale invece stabilmente a 2 cifre da ormai qualche anno. Questo risultato conferma la preferenza delle birre light da parte di consumatori sportivi e attenti alla salute, risultato che è stato ottenuto grazie ad un buon marketing e alla giusta ricetta che combina gusto, contenuto alcolico e limitate calorie e carboidrati. Questo segmento “salutista” di mercato continuerà a crescere. NB: Tutte le birre sopracitate sono a loro volta sono di proprieta’ dei 2 maggiori gruppi produttivi americani, AB Inbev (Sede Globale in Belgio) e Molson Coors (sede in USA). 2 https://www.ttb.gov/images/pdfs/statistics/2019/201912beer.pdf 3 IWSR 5
Mercato USA: Le Craft Beers La US Brewers Association definisce il birraio artigianale (craft brewer) come “piccolo” e “indipendente”: Birraio: chi produce birra e possiede la licenza federale rilasciata dal TTB Piccolo: che ha una produzione annua sotto i 6 milioni di barili Indipendente: la cui proprietà è almeno al 75% del birraio stesso e non di altri membri della catena distributive Il 14 Aprile 2020 la Brewers Association ha rilasciato le statistiche per il 20194. Il settore è formato principalmente da piccole-medie aziende, microbreweries e produttori locali/regionali. Nel 2019 è stata registrata una crescita del quasi 4% in volume, portando il comparto a conquistare in complessivo una quota di mercato del 13,6%. Le vendite al dettaglio sono state stimate a $ 29.3 miliardi, pari al 25,2% di quota di mercato e al 6% di crescita rispetto al 2018. La crescita per i produttori di birra piccoli e indipendenti è avvenuta in un mercato complessivamente in calo della birra, che è diminuito del 2% in volume nel 2019. I produttori di birra artigianale hanno assunto 160.000 dipendenti, con un incremento del 7% rispetto al 2018. Dal 2013 in poi c'è stata una crescita costante di circa 1.000 stabilimenti all’anno negli USA, per un totale di 8.275 nel 20195, di cui 2.058 microbirrifici, 3.011 birrifici, 2.966 birrifici con birreria annessa e 240 birrifici artigianali regionali. Durante l'anno, ci sono state 942 nuove aperture e 294 chiusure. Classifica dei brand craft più venduti negli ultimi 5 anni (quantità in migliaia casse da 9L) Fonte: IWSR 4 https://www.brewersassociation.org/press-releases/brewers-association-releases-annual-growth-report-for-2019/ 5 Statista 6
Il successo delle birre artigianali è dettato da alcune azioni di sostegno per le piccole aziende ma soprattutto dalla crescente curiosità dei consumatori non solo per l'opportunità di bere birre uniche e vedere in prima persona dove sono state create, ma anche per socializzare direttamente con il produttore e con altri consumatori che condividono come loro la passione per la birra. L’import dal Mondo Dati statistici del 2019 riportano l’import globale del settore in costante crescita da 5 milioni di dollari nel 2017 a 5.6 milioni nel 2019. L’Italia, con una crescita in valore del 19,8% dal 2018 al 2019, si trova ora al settimo posto come fornitore di birra negli USA. Stessa posizione anche per quantità con 30 milioni di ettolitri esportati nel 2019 e un notevole aumento del 47,8% dal 2018 al 2019, il più alto dei top 10 Paesi fornitori. Questi numeri sono in parte dovuti alla strategia di marketing della Peroni che dal 2018 sta espandendo in modo significativo la distribuzione on-premise e off-premise confermando la sua presenza in grandi catene nazionali. Complessivamente Peroni registra un trend positivo dal 2018, sia in valore che in quantità, posizionandosi ora come il brand europeo importato in più rapida ascesa (Nielsen6). Fonte: Elaborazioni ICE su dati di US Department of Commerce 6 https://www.molsoncoorsblog.com/news/fast-growing-peroni-outpacing-european-imports 7
Fonte: Elaborazioni ICE su dati di US Department of Commerce Il Messico si posiziona al primo posto come Paese fornitore sia in quantità che in valore. Le prime 2 birre messicane più vendute si trovano al 2° e al 3° posto nella classifica delle birre più vendute per valore: questo grazie al loro prezzo intorno ai $30 molto maggiore rispetto ai $20 delle più vendute birre domestiche. Per valutare il successo di queste birre, dobbiamo ricordarci che la componente latina della popolazione è il 17% e che i latini di origine messicana sono la maggioranza. Inoltre la cucina messicana o tex-mex è molto popolare (NRA stima che sia tra le prime 3 cucine “etniche” più di moda insieme a Cinese ed Italiana). 8
Posizionamento della Birra Italiana negli USA Top brand di birra venduta per valore Fonte: IWSR Top brand di birra venduta per volume Fonte: IWSR 9
I top marchi “Italiani” presenti nel mercato USA sono Peroni (91° posto per valore e 109° posto per volume) e Moretti (222° posto sia per valore che per volume). Peroni è distribuito da MillerCoors mentre Moretti da Heineken. Peroni è venduta in tantissime grosse catene di ristoranti (ad esempio Olive Garden con 846 punti vendita); Moretti ha una distribuzione più limitata e il suo investimento nella promozione è certamente minore. Per altre birre, benché presenti, non sono reperibili dati di vendita. In generale, segnaliamo la presenza di Poretti, Forst e Menabrea. Tra le birre craft Italiane segnaliamo la presenza di brand come Baladin, Collesi, Toccalmatto, Birra Amiata, Birra del Borgo, Birrificio del Ducato, Nursia, Loverbeer, e molte altre. La ristorazione Italiana è sicuramente il primo palcoscenico per la birra artigianale Italiana. Locali di alto livello stanno cominciando a proporre una carta delle birre, parallela alla carta dei vini. Interessanti sono anche le boutique alimentari. Il mercato della birra artigianale è una piccolissima nicchia che gli importatori distribuiscono a volte solo nelle aree limitrofe alla loro sede. I produttori italiani quindi spesso si interfacciano con numerosi partner locali e i quantitativi acquistati sono solitamente limitati. Di contro, se il prodotto è interessante per il mercato e viene supportato adeguatamente nella promozione, gli ordini possono diventare più o meno regolari. NB: Non è facile entrare negli USA: è un mercato che richiede molta attenzione e supporto agli importatori locali. La competizione delle birre artigianali americane è fortissima e bisogna sapersi distinguere, sia a livello di immagine che a livello di offerta ai clienti. Ecco alcuni spunti di riflessione: ● Trovare il giusto partner con cui individuare la strategia commerciale (prodotti, prezzi e canali distributivi) ● Packaging accattivante ● Seguire i trend (Craft, light beer, flavored beer, natural/organic ingredients) ● Sfruttare il “Made In Italy” perche’ l’eccellenza italiana è riconosciuta in tanti settori, soprattutto nel food & beverage ● Essere creativi, considerato che i consumatori USA sono aperti a «nuove frontiere» ● Supportare l’idea e il brand con un buon piano di marketing 10
Andamento dei Prezzi Ecco alcuni prezzi medi sul mercato per una cassa da 24 bottiglie da 35.5 cl Fonte: IWSR Tendenze del Settore Nei trend del settore del 2018 di IWSR possono essere rilevati: una vasta gamma di birra artigianale, lager messicane (Modelo Especial) e birre percepite come “sane” (Michelob Ultra). Inoltre, i volumi venduti off-premise nelle taproom (aree degustazione interne dei birrifici) e nei birrifici sono aumentati del 16,4%. I consumatori più giovani stanno assumendo atteggiamenti più salutistici. Ciò ha portato ad un aumento delle seguenti categorie: birra a basso contenuto di alcol, senza alcol e di quella a base di cannabis. Dal punto di vista dello stile, vanno molto di moda le birre “sour”. LOW ABV (Bevande a basso contenuto alcolico) L’innovazione del settore si concentra nella categoria delle birre da zero a basso contenuto di alcol. Infatti, grandi birrifici come Brooklyn Brewery, Mikkeller e Heineken 11
hanno diversificato i loro portfolio nell'ultimo anno aggiungendo opzioni non alcoliche. Specificamente negli USA sono stati lanciati molti nuovi marchi, sia da grandi distributori che da birrerie artigianali, esclusivamente focalizzati sull’offerta di birra analcolica. Sulla birra analcolica si rileva una promettente e rapida crescita. Sarà necessario incrementare la produzione per soddisfare la domanda di una nicchia sempre più popolare. Un report del 2018 sui membri della Brewers Association ha così suddiviso le quote di mercato: - 62% per le birre sotto il 7% ABV - 21,3 % per le birre tra il 7% e il 7,5% ABV - 36,7% per le birre sopra il 7,5% ABV HARD SELTZERS Sub categoria del settore sono il nuovissimo trend degli hard seltzers, che data la loro popolarità potrebbero essere ora classificati come una categoria a sé. Il termine "hard seltzer" si riferisce a una bevanda a base di acqua gassata, zucchero e aromi, alla quale viene aggiunta una componente alcolica derivante dal malto. Questo nuovo drink nasce proprio dalla richiesta dei consumatori di bevande alcoliche con poche calorie. Wine Enthusiast ha registrato una crescita di vendite del 200% solamente nel 2019 ed entro il 2021 questo nuovo mercato, secondo alcuni, potrebbe raggiungere un fatturato 2.5 miliardi di dollari. Di conseguenza, alcuni dei maggiori player del settore hanno lanciato delle linee di hard seltzer per conquistare la propria quota di mercato in un settore così promettente. Per esempio all’inizio del 2020 era previsto il lancio di Bud Light Seltzer, Corona Seltzer, Vizzy (prodotto da Molson Coors), Coors Seltzer e Truly Lemonade prodotto da Boston Beer. Anche White Clawn, il pioniere di questo settore, che ora riporta un fatturato di $1.5 miliardi nel 2019, ha annunciato un nuovo prodotto chiamato White Claw 70. 12
Regole di Accesso al Mercato Per comprendere il mercato degli Stati Uniti delle bevande alcoliche, compresa la birra, occorre innanzitutto conoscere il loro sistema di distribuzione “Three Tiers”. I tre "livelli" del sistema consistono in: 1. Il livello produttore (produttore o fornitore). Per la birra, si intendono birrerie che producono, fermentano e/o confezionano birra. In questo livello ci sono anche gli importatori. 2. Il livello distributore (grossista). Queste società possono variare da aziende locali che gestiscono un piccolo magazzino e pochi camion, a grandi distributori con sedi in molti Stati e che vendono milioni di casse all'anno. 3. Il livello rivenditore. Questo include un'ampia varietà di attività commerciali, spesso suddivise in "on premise” cioè rivenditori all’interno dei quali si può consumare l'alcol come ad esempio bar, ristoranti, hotel e "off premise" cioè rivenditori in cui si possono solo comprare bottiglie chiuse come negozi di liquori, supermercati, negozi di alimentari e simili. In questo sistema di distribuzione a tre livelli, il produttore (birreria) produce birra, la vende ai distributori, ed i distributori consegnano e vendono quella birra ai rivenditori. I privati, possono comprare la birra SOLO dal rivenditore. Il sistema a tre livelli è frutto del Proibizionismo e della necessità per il legislatore americano di tenere il più stretto controllo sul consumo alcolico. Oltre al sistema di distribuzione, la legge americana è intervenuta anche a regolamentare le “tied-houses” cioè gli esercizi commerciali legati a un particolare birrificio o distillatore e forniti esclusivamente da quel produttore: in quasi tutti i casi, è stata vietata la proprietà incrociata tra "membri del settore" (intendendo produttori e distributori) e rivenditori. Esistono alcune eccezioni al 3 Tiers: ● In alcuni Stati, un importatore può detenere anche la licenza di distribuzione (quindi primo e secondo livello coincidono) ● In alcuni Stati, il produttore di birra può vendere e spedire il proprio prodotto direttamente al consumatore finale (il cosiddetto DtC shipment) ● Il governo locale di alcuni Stati interviene a vari livelli e controlla la distribuzione. In questi Stati, chiamati Controlled States, solitamente succede che si costituisca un monopolio sulla distribuzione che, non solo si occupa di acquistare le birre all’ingrosso, ma è anche proprietario dei rivenditori off-premise al dettaglio. In questo contesto i rivenditori on-premise sono obbligati a comprare dallo Stato. ● Grazie a 25 anni di spinte lobbistiche da parte dei produttori, ora ci sono molti spazi di flessibilità per i piccoli birrifici in vari Stati; esiste per esempio la possibilità di 13
realizzare sale degustazione o ristoranti come parte del birrificio, e in un numero crescente di Stati queste sale/ristoranti possono essere aperti anche in un luogo staccato dal sito produttivo (es. in un centro abitato) per essere più facilmente raggiungibili dai clienti. Tutto questo ha contribuito ad alimentare il boom della birra artigianale. VANTAGGI E SVANTAGGI DEL SISTEMA A 3 LIVELLI PRO: ● La distribuzione è meno costosa e più efficiente. Per esempio, i produttori e gli importatori non sono costretti a pagare per i magazzini e i camion necessari per distribuire la birra su ampi territori; i negozi possono ricevere una unica spedizione che include diversi marchi di birra; i negozi che hanno location in vari Stati possono ricevere i prodotti direttamente in ogni punto vendita invece che in modo aggregato. CONTRO: ● Molti passaggi da gestire e molti margini di profitto da distribuire a tutti i soggetti Molti grandi rivenditori (es. catene di ristoranti, hotel, GDO, ecc.) sono abituati a trattare direttamente con i produttori. Specialmente le catene internazionali spesso comprano senza intermediari nella maggior parte degli altri Stati del mondo. Questa modalità negli USA non è consentita. Come accennato in precedenza, alcune eccezioni al 3 Tiers hanno creato margini di flessibilità per i piccoli produttori che possono a volte auto-distribuire o vendere direttamente nel loro negozio (eccezione che non viola le leggi delle Tied-houses, che si riferiscono più alle produzioni industriali). Soprattutto questo ultimo aspetto permette ai birrai di offrire un'esperienza di marca ricercata da molti consumatori, creando un crescente "turismo della birra". Questa flessibilità di auto-promozione permette anche ai produttori di far conoscere il brand, lavorando in prima persona. Una volta acquistata una certa notorietà, spesso il prodotto viene poi affidato alla distribuzione tradizionale esterna e i produttori tornano a concentrarsi sul prodotto. Notevoli storie di successo dell'auto-distribuzione includono Samuel Adams, Brooklyn Brewery e Stone Brewing. LE “FRANCHISE LAWS” L’elemento più controverso della legislazione USA è costituito dalle cosiddette “Franchise Laws”. Queste leggi sono emerse negli anni '70 e '80, in un periodo in cui i grandi birrifici nazionali si trovavano in una posizione di potere nei confronti dei piccoli distributori statali. Nell’intento di bilanciare la situazione, venne istituito un diritto speciale, non negoziabile, ai distributori di birra per proteggerli dalla risoluzione arbitraria del contratto da parte del 14
produttore. Una volta firmato un accordo di distribuzione in uno Stato che applica queste leggi, il marchio viene attribuito al distributore ed è necessario dimostrare una legittima giusta causa per chiedere l’annullamento del contratto: è un processo che di solito coinvolge avvocati e può richiedere anche il pagamento di penali da parte dei produttori. Beer Franchise Laws Fonte: McDermott Will & Emery La situazione attuale del potere però è praticamente ribaltata. I più grandi birrifici, per molti anni, sono stati i proprietari dei propri affiliati di distribuzione in determinati mercati, come generalmente consentito dalle leggi di molti Stati. Fino a qualche decennio fa, questo si è tradotto in 3-4 grandi distributori a cui si sono affiancati molti piccoli in un determinato Stato. Purtroppo, al giorno d’oggi, dopo una serie di acquisizioni, nella maggior parte degli Stati si è giunti ad un duopolio, in cui governano la scena i seguenti due distributori: 15
Riconoscendo una minaccia al “libero mercato”, il Dipartimento di Giustizia degli Stati nel 2016 ha posto un tetto ad Anheuser-Busch/InBev alla percentuale di partecipazione che l’azienda può avere nelle società di distribuzione7. In ogni caso, questi consolidamenti hanno portato ad un aumento dei prodotti nel loro portfolio, in cui convivono grandi marchi e piccoli birrifici artigianali, rendendo quasi impossibile la promozione di questi ultimi che hanno poche risorse rispetto alle produzioni industriali. Alcuni produttori sono di fatto tagliati fuori dalla vendita in quello specifico Stato perché il loro distributore non li vende ma loro non possono staccarsi. Per questo motivo le Franchise Laws sono oggi contestate e la lotta tra lobbies è al momento aperta: molti birrai hanno avanzato richieste di riforma di queste leggi per fornire maggiore mobilità ai marchi più piccoli. Naturalmente, i distributori resistono a tali richieste. Quota di mercato dei distributori Fonte: IWSR 7 https://www.justice.gov/opa/pr/justice-department-requires-anheuser-busch-inbev-divest-stake-millercoors-and-alter-beer 16
LEGISLAZIONI STATO PER STATO Ogni Stato regola la vendita di bevande alcoliche tramite specifiche “Liquor laws” e possiede un ufficio statale che rilascia licenze, effettua controlli e raccoglie tasse. Ogni Stato decide su vari aspetti, come ad esempio: ● I soggetti che possono partecipare al 3 tiers (importatori, distributori e retailer): stabilisce i requisiti, i costi delle licenze, ecc… ● I canali di vendita: per esempio se la birra si può comprare al supermercato o solo in negozi specializzati ● I giorni e gli orari di vendita: es. esclusa la vendita la domenica e durante la notte Riguardo a orari e giorni di vendita, si può consultare il sito: www.stateliquorlaws.com/. ALCUNI STATI DA TENERE IN CONSIDERAZIONE Di seguito quattro liste che rappresentano i primi 15 Stati in termini di produzione, di consumo e di tassazione. Per contestualizzare le liste, si ricorda che gli Stati più popolati degli USA sono, in ordine decrescente, California, Texas, Florida, New York, Pennsylvania, Illinois, Ohio, Georgia, North Carolina e Michigan. Tutti gli altri Stati hanno meno di 10 milioni di abitanti. Riguardo alla ricchezza della popolazione, al primo posto si posiziona il Maryland, seguito da Alaska, New Jersey, Massachusetts, Hawaii, Connecticut, New Hampshire, Virginia, California e Washington. Fonte: Elaborazioni ICE su dati di USA Brewer’s Association, IWSR, Statista 17
Accise Il TTB (www.ttb.gov) è l’ente che si occupa della regolamentazione e della gestione della distribuzione e anche della tassazione delle bevande alcoliche a livello federale. Il 22 dicembre 2017 il Presidente Trump ha firmato, all’interno della radicale riforma fiscale, il “Craft Beverage Modernization and Tax Reform Act”. Questo procedimento era stato spinto dai lobbisti come un modo per i piccoli produttori di birra di investire nelle loro imprese e far ricadere i benefici sulle economie locali. Negli anni 2018-2019 (e poi confermato anche per il 2020) i birrifici che producono meno di 2 milioni di barili (1 barile sono circa 117,35 litri) hanno visto ridursi la tassa federale come qui sotto riportato: A questa accisa si aggiungono le tasse che tutti i 50 Stati e il Distretto di Columbia riscuotono localmente. Un riepilogo annuale completo si può trovare nel sito https://taxfoundation.org/. Per informazioni doganali, documenti di importazione, etichettatura, packaging e tipologie di birra contattare l’ufficio ICE di New York (newyork@ice.it) 18
Principali Eventi del Settore La maggior parte degli eventi sono focalizzati sul consumatore con diversi festival locali data la quantità di Craft Beer prodotte nel Paese. Di seguito l’evento di maggiore rilevanza: World Expo of Beer Frankenmuth, Michigan October 2-3, 2020 https://www.worldexpoofbeer.com/ Altri grandi eventi consumer di birre prettamente domestiche e di respiro locale: Great Beer Expo Long Island: Uniondale, New York // November 29, 2019 Meadowlands: Secaucus, New Jersey // February 1, 2020 New England Craft Brew Summit Portland, Maine February 28th, 2020 Craft Brewers Conference San Antonio, TX // April 17-24, 2020 conference, April 20-22, 2020 trade show California Craft Beer Summit Long Beach, California // July 9-12, 2020 Great American Beer Festival Denver, Colorado // September 24-26, 2020 Craft Beverage Trade Show Louisville, Kentucky // September 28-20, 2020 Eventi e festival di birra locali si possono trovare sul sito di Beerfests.com. 19
Principali Riviste e Siti di Informazione del Settore Beer Institute è la maggiore trade association per il settore, che rappresenta non solo produttori grandi e piccoli, ma anche importatori, distributori e tutto l’indotto. Per le piccole-medie aziende esiste una associazione chiamata Brewers Association che offre diversi tipi di appartenenza oltre a vari tipi di servizi formativi. Il sito più noto del settore è BeerAdvocate.com. Ogni anno nomina le Top 250 birre categorizzate per nazione produttrice e popolarità. Nel 2020 il sito ha unito le forze con un altro leader del settore, l’app Untapped che consente ai suoi utenti di effettuare un check-in mentre bevono birre, dare il loro parere e leggere commenti di altri utenti della community. Sulla app si può anche tenere traccia delle birre degustate e monitorare la loro presenza in altre città quando si è in viaggio. Principali siti: - Brewers Association https://www.brewersassociation.org/ - BeerAdvocate https://www.beeradvocate.com - PUNCH http://punchdrink.com - Brewbound http://www.brewbound.com - Tipsy Bartender http://www.tipsybartender.com - CraftBeer.com http://www.craftbeer.com - SevenFifty Daily https://daily.sevenfifty.com/ - Craft Brewing Business http://www.craftbrewingbusiness.com - BeerStreetJournal http://beerstreetjournal.com - Hop Culture https://www.hopculture.com/ - October https://www.oct.co - Beer and Wine Journal http://beerandwinejournal.com - American Craft Beer http://americancraftbeer.com - The Full Pint http://thefullpint.com - The Brew Enthusiast http://www.thebrewenthusiast.com 20
Riepilogo Fonti BMC Strategic Associates – Beverage Alcohol State of the Industry Webinar Brewer’s Association Craft Brewery Association Euromonitor Passport IWSR US Alcoholic Beverage Report 2019 Justice.gov Nielsen McDermott Will & Emery Molson Coors Blog MRI-Simmons Fall 2018 NCS Study National Restaurant Association (NRA) Simple Thrifty Living Statista Report – Alcoholic Beverages in the United States Tax Foundation TTB.gov US Department of Commerce Italian Trade Commission 33 East 67th Street New York, NY 10065 newyork@ice.it 21
Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation ITALIAN TRADE AGENCY OFFICES IN THE UNITED STATES New York Chicago Houston Los Angeles Miami 33 East 67th Street 401 N. Michigan Avenue 777 Post Oak Boulevard 1900 Avenue of the Stars 1 Southeast 3rd Avenue, New York, NY 10065 Suite 1720 Suite 320 Suite 350 Suite 1000 Tel: +1 212.980.1500 Chicago, IL 60611 Houston, TX 77056 Los Angeles, CA 90067 Miami, FL 33131 Fax: +1 212.758.1050 Tel: +1 312.670.4360 Tel: +1 281.888.4288 Tel: +1 323.879.0950 Tel: +1 305.461.3896 E-mail: newyork@ice.it Fax: +1 312.670.5147 Fax: +1 281.974.3100 Fax: +1 323.203.8335 Fax: +1 786.497.8900 E-mail: chicago@ice.it E-mail: houston@ice.it E-mail: losangeles@ice.it E-mail: miami@ice.it Italian Trade Agency ITA - Italian Trade Agency @ITAtradeagency @itatradeagency
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