20 USA - SCHEDA DI MERCATO SETTORE BIRRA Giugno 2020 Agenzia ICE New York - Consolato ...

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20 USA - SCHEDA DI MERCATO SETTORE BIRRA Giugno 2020 Agenzia ICE New York - Consolato ...
USA - SCHEDA DI MERCATO
SETTORE BIRRA
Giugno 2020
Agenzia ICE New York

20
20                     Ministry of Foreign Affairs
                       and International Cooperation
20 USA - SCHEDA DI MERCATO SETTORE BIRRA Giugno 2020 Agenzia ICE New York - Consolato ...
INDICE

QUADRO MACROECONOMICO DEL PAESE .............................................................. 3

MERCATO USA: LA DOMANDA ................................................................................... 4

L’OFFERTA DOMESTICA .............................................................................................. 5

LE CRAFT BEER............................................................................................................ 6

L’IMPORT DAL MONDO ................................................................................................ 7

POSIZIONAMENTO DELL’ITALIA ................................................................................. 9

ANDAMENTO DEI PREZZI .......................................................................................... 11

TENDENZE DEL SETTORE ......................................................................................... 11

REGOLAMENTI DOGANALI ....................................................................................... 13

ACCISE......................................................................................................................... 18

PRINCIPALI EVENTI DEL SETTORE .......................................................................... 19

PRINCIPALI RIVISTE E SITI DI INFORMAZIONE DEL SETTORE ............................. 20

RIEPILOGO FONTI....................................................................................................... 21

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20 USA - SCHEDA DI MERCATO SETTORE BIRRA Giugno 2020 Agenzia ICE New York - Consolato ...
Quadro Macroeconomico del Paese
L'economia statunitense ha confermato il trend di crescita in atto iniziato nel 2009 per 10
anni consecutivi. Il PIL reale è aumentato del 2,3% nel 2019, mentre il PIL in dollari
correnti del 4,1% nel 2019, pari a US$ 21.430 miliardi, registrando comunque una crescita
più lenta rispetto a quella del 2018.

La crescita del PIL nel 2019 è stata sostenuta da una domanda interna sospinta
soprattutto dalla spesa per consumi personali (+2,8%), investimenti fissi delle aziende
(+1,3%) e dalla ripresa della spesa pubblica (+2,3%).

In trend opposto, nel 2019 il settore estero ha registrato una forte contrazione. Le
esportazioni di beni (+0,2%) e servizi (-0,4%) si sono azzerate rispetto al +3% del 2018.
Contemporaneamente vi è stato un forte rallentamento nella crescita nelle importazioni
di beni e servizi (+1%) rispetto al +4,4% del 2018.

Le politiche di riduzione fiscale (anche a favore dei produttori domestici di birre artigianali)
e le revisioni normative applicate negli ultimi anni hanno contribuito a stimolare gli
investimenti e le assunzioni delle imprese e far crescere il paese.

Nel 2019 il tasso di inflazione negli Stati Uniti è salito al 2,3% su base annua, sostenuto
da un forte rimbalzo dei costi energetici, mentre il tasso di disoccupazione si è attestato
al 3,5%, il livello più basso in 50 anni. Si tratta di un livello che gli economisti considerano
inflazionistico.

L'inflazione è stata al di sotto della crescita salariale, portando i consumatori americani a
disporre di un reddito in proporzione maggiore rispetto al passato.

Questo quadro positivo si è scontrato con l’impatto del Covid-19, la cui emergenza è stata
decretata a livello federale il 13 Marzo 2020.

Nota Covid-19: Al tempo della stesura della nota, 40 milioni di americani hanno richiesto
il sostegno di disoccupazione e il governo federale ha approvato il CARES Act
(Coronavirus Aid, Relief, and Economic Security) mettendo a disposizione 2 trilioni
(migliaia di miliardi) di dollari per aiutare l’economia.

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Mercato USA: La Domanda
La popolazione degli USA supera i 327 milioni di persone e si prospetta una crescita
costante nei prossimi decenni. Gli Stati Uniti si presentano anche come una nazione
variegata. Oltre alla popolazione caucasica, la seconda popolazione più ampia è quella
latina (17%) che cresce a tassi stabili. Se guardiamo i singoli Paesi di origine,
primeggiano i Tedeschi (14%) seguiti dagli Afroamericani (12,3%), Messicani e Irlandesi
(10%). Gli Italiani sono al settimo posto con il 5,5%.

Gli Stati con la maggior concentrazione di popolazione sono California, Texas, Florida,
New York, Pennsylvania, Illinois, Ohio, Georgia, North Carolina e Michigan, tutti con
popolazioni superiori a 10 milioni.

Le città più grandi degli USA sono New York, Los Angeles, Chicago, Houston, Phoenix,
Philadelphia, San Antonio, San Diego, Dallas e San Jose.

La popolazione nella Legal Drinking Age (21+) è di circa 245 milioni di persone. Il settore
della Birra si posiziona al primo posto per consumo con il 78% del market share delle
bevande alcoliche, equivalente a 23.5 miliardi di litri, con un consumo procapite di circa
77 litri. I consumi sono in diminuzione per l’industriale e in crescita per l’artigianale e per
gli Hard Seltzers.1
I consumatori americani del settore si dividono per categoria in 60% uomini e 40% donne.
La fascia di età che consuma di più in generale sono i millennials, tra i 25 e i 44 anni.
Studi hanno evidenziato che il consumatore americano millennial tende a bere in modo
più trasversale e non è fedele a un brand specifico. Attenti al packaging e alle soluzioni
sostenibili, questi consumatori sono più predisposti quindi a consumare prodotti artigianali
e alternativi.

1 Dati Euromonitor Passport

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Mercato USA: L’Offerta Domestica
Secondo i dati del TTB2, la produzione domestica di birra negli USA nel 2019 ha raggiunto
quasi 211 milioni di ettolitri. La Craft Brewery Association calcola una produzione nel 2019
di quasi 31 milioni di ettolitri lasciando quindi dedurre che la produzione industriale
dovrebbe essere di circa 180 milioni di ettolitri.
La produzione interna è stata in continua minima diminuzione dagli anni 90 in poi e questo
significa che la produzione industriale è calata abbastanza in questi ultimi anni visto che
il mercato delle craft beer, come vedremo nel paragrafo successivo, è invece cresciuto in
quantità e quote di mercato.
Continuando ad analizzare i dati forniti dal TTB, vediamo che solo 3% di tutta la
produzione è destinata all’export, mentre per quanto riguarda il rimanente, 82% viene
venduto in bottiglie e lattine, 8% viene venduto in fusti, 0,5% è consumato direttamente
nel birrificio. Il restante 7,5% è rimanenza in stock nei magazzini dei produttori.
Nel 2019 le birre piu’ vendute nel mercato sono3:

      1.   Bud Light 31.65 milioni di hl (-7,8% dal 2018)
      2.   Coors Light 16.25 milioni di hl (-5,6% dal 2018)
      3.   Miller Lite 14 milioni di hl (-0,8% dal 2018)
      4.   Budweiser 13.99 milioni di hl (-6,7% dal 2018)
      5.   Michelob Ultra 12.25 milioni di hl (+18,8% dal 2018)

Nei primi 3 posti del podio, Bud Light, Coors Light e Miller Lite sono birre leggere
che apportano non più di 100 calorie e hanno un contenuto alcolico di circa 4,2%.
Insieme a Budweiser sono tutti prodotti posizionati all'interno della fascia di prezzo medio
(circa $20 per la cassa da 24 bottiglie da 35.5cl), rendendo questo il più competitivo
segmento nel paese.
Riguardo ai volumi, mentre le prime 4 birre, benché mantenendo il loro primato,
stanno avendo vendite decrescenti negli ultimi 5 anni, Michelob Ultra sale invece
stabilmente a 2 cifre da ormai qualche anno. Questo risultato conferma la preferenza
delle birre light da parte di consumatori sportivi e attenti alla salute, risultato che è stato
ottenuto grazie ad un buon marketing e alla giusta ricetta che combina gusto, contenuto
alcolico e limitate calorie e carboidrati. Questo segmento “salutista” di mercato continuerà
a crescere.
NB: Tutte le birre sopracitate sono a loro volta sono di proprieta’ dei 2 maggiori gruppi
produttivi americani, AB Inbev (Sede Globale in Belgio) e Molson Coors (sede in USA).

2 https://www.ttb.gov/images/pdfs/statistics/2019/201912beer.pdf

3   IWSR

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Mercato USA: Le Craft Beers
La US Brewers Association definisce il birraio artigianale (craft brewer) come “piccolo” e
“indipendente”:
Birraio: chi produce birra e possiede la licenza federale rilasciata dal TTB
Piccolo: che ha una produzione annua sotto i 6 milioni di barili
Indipendente: la cui proprietà è almeno al 75% del birraio stesso e non di altri membri
della catena distributive

Il 14 Aprile 2020 la Brewers Association ha rilasciato le statistiche per il 20194. Il settore
è formato principalmente da piccole-medie aziende, microbreweries e produttori
locali/regionali. Nel 2019 è stata registrata una crescita del quasi 4% in volume, portando
il comparto a conquistare in complessivo una quota di mercato del 13,6%.
Le vendite al dettaglio sono state stimate a $ 29.3 miliardi, pari al 25,2% di quota di
mercato e al 6% di crescita rispetto al 2018. La crescita per i produttori di birra piccoli e
indipendenti è avvenuta in un mercato complessivamente in calo della birra, che è
diminuito del 2% in volume nel 2019. I produttori di birra artigianale hanno assunto
160.000 dipendenti, con un incremento del 7% rispetto al 2018.

Dal 2013 in poi c'è stata una crescita costante di circa 1.000 stabilimenti all’anno negli
USA, per un totale di 8.275 nel 20195, di cui 2.058 microbirrifici, 3.011 birrifici, 2.966
birrifici con birreria annessa e 240 birrifici artigianali regionali. Durante l'anno, ci sono
state 942 nuove aperture e 294 chiusure.

Classifica dei brand craft più venduti negli ultimi 5 anni (quantità in migliaia casse da 9L)

Fonte: IWSR

4 https://www.brewersassociation.org/press-releases/brewers-association-releases-annual-growth-report-for-2019/

5 Statista

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Il successo delle birre artigianali è dettato da alcune azioni di sostegno per le piccole
aziende ma soprattutto dalla crescente curiosità dei consumatori non solo per
l'opportunità di bere birre uniche e vedere in prima persona dove sono state create, ma
anche per socializzare direttamente con il produttore e con altri consumatori che
condividono come loro la passione per la birra.

L’import dal Mondo
Dati statistici del 2019 riportano l’import globale del settore in costante crescita da 5
milioni di dollari nel 2017 a 5.6 milioni nel 2019. L’Italia, con una crescita in valore del
19,8% dal 2018 al 2019, si trova ora al settimo posto come fornitore di birra negli USA.
Stessa posizione anche per quantità con 30 milioni di ettolitri esportati nel 2019 e un
notevole aumento del 47,8% dal 2018 al 2019, il più alto dei top 10 Paesi fornitori.
Questi numeri sono in parte dovuti alla strategia di marketing della Peroni che dal 2018
sta espandendo in modo significativo la distribuzione on-premise e off-premise
confermando la sua presenza in grandi catene nazionali. Complessivamente Peroni
registra un trend positivo dal 2018, sia in valore che in quantità, posizionandosi ora come
il brand europeo importato in più rapida ascesa (Nielsen6).

Fonte: Elaborazioni ICE su dati di US Department of Commerce

6 https://www.molsoncoorsblog.com/news/fast-growing-peroni-outpacing-european-imports

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Fonte: Elaborazioni ICE su dati di US Department of Commerce

Il Messico si posiziona al primo posto come Paese fornitore sia in quantità che in valore.
Le prime 2 birre messicane più vendute si trovano al 2° e al 3° posto nella classifica delle
birre più vendute per valore: questo grazie al loro prezzo intorno ai $30 molto maggiore
rispetto ai $20 delle più vendute birre domestiche.
Per valutare il successo di queste birre, dobbiamo ricordarci che la componente latina
della popolazione è il 17% e che i latini di origine messicana sono la maggioranza. Inoltre
la cucina messicana o tex-mex è molto popolare (NRA stima che sia tra le prime 3 cucine
“etniche” più di moda insieme a Cinese ed Italiana).

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Posizionamento della Birra Italiana negli USA
                 Top brand di birra venduta per valore

Fonte: IWSR

                 Top brand di birra venduta per volume

Fonte: IWSR

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I top marchi “Italiani” presenti nel mercato USA sono Peroni (91° posto per valore e 109°
posto per volume) e Moretti (222° posto sia per valore che per volume). Peroni è
distribuito da MillerCoors mentre Moretti da Heineken. Peroni è venduta in tantissime
grosse catene di ristoranti (ad esempio Olive Garden con 846 punti vendita); Moretti ha
una distribuzione più limitata e il suo investimento nella promozione è certamente minore.

Per altre birre, benché presenti, non sono reperibili dati di vendita. In generale,
segnaliamo la presenza di Poretti, Forst e Menabrea. Tra le birre craft Italiane segnaliamo
la presenza di brand come Baladin, Collesi, Toccalmatto, Birra Amiata, Birra del Borgo,
Birrificio del Ducato, Nursia, Loverbeer, e molte altre.

La ristorazione Italiana è sicuramente il primo palcoscenico per la birra artigianale
Italiana. Locali di alto livello stanno cominciando a proporre una carta delle birre, parallela
alla carta dei vini. Interessanti sono anche le boutique alimentari.

Il mercato della birra artigianale è una piccolissima nicchia che gli importatori
distribuiscono a volte solo nelle aree limitrofe alla loro sede. I produttori italiani quindi
spesso si interfacciano con numerosi partner locali e i quantitativi acquistati sono
solitamente limitati. Di contro, se il prodotto è interessante per il mercato e viene
supportato adeguatamente nella promozione, gli ordini possono diventare più o meno
regolari.

NB: Non è facile entrare negli USA: è un mercato che richiede molta attenzione e
supporto agli importatori locali. La competizione delle birre artigianali americane è
fortissima e bisogna sapersi distinguere, sia a livello di immagine che a livello di offerta
ai clienti. Ecco alcuni spunti di riflessione:

   ● Trovare il giusto partner con cui individuare la strategia commerciale (prodotti,
     prezzi e canali distributivi)
   ● Packaging accattivante
   ● Seguire i trend (Craft, light beer, flavored beer, natural/organic ingredients)
   ● Sfruttare il “Made In Italy” perche’ l’eccellenza italiana è riconosciuta in tanti settori,
     soprattutto nel food & beverage
   ● Essere creativi, considerato che i consumatori USA sono aperti a «nuove
     frontiere»
   ● Supportare l’idea e il brand con un buon piano di marketing

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Andamento dei Prezzi
Ecco alcuni prezzi medi sul mercato per una cassa da 24 bottiglie da 35.5 cl

Fonte: IWSR

Tendenze del Settore
Nei trend del settore del 2018 di IWSR possono essere rilevati: una vasta gamma di birra
artigianale, lager messicane (Modelo Especial) e birre percepite come “sane” (Michelob
Ultra).

Inoltre, i volumi venduti off-premise nelle taproom (aree degustazione interne dei birrifici)
e nei birrifici sono aumentati del 16,4%.

I consumatori più giovani stanno assumendo atteggiamenti più salutistici. Ciò ha portato
ad un aumento delle seguenti categorie: birra a basso contenuto di alcol, senza alcol e di
quella a base di cannabis. Dal punto di vista dello stile, vanno molto di moda le birre
“sour”.

LOW ABV (Bevande a basso contenuto alcolico)

L’innovazione del settore si concentra nella categoria delle birre da zero a basso
contenuto di alcol. Infatti, grandi birrifici come Brooklyn Brewery, Mikkeller e Heineken

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hanno diversificato i loro portfolio nell'ultimo anno aggiungendo opzioni non alcoliche.
Specificamente negli USA sono stati lanciati molti nuovi marchi, sia da grandi distributori
che da birrerie artigianali, esclusivamente focalizzati sull’offerta di birra analcolica.

Sulla birra analcolica si rileva una promettente e rapida crescita. Sarà necessario
incrementare la produzione per soddisfare la domanda di una nicchia sempre più
popolare.

Un report del 2018 sui membri della Brewers Association ha così suddiviso le quote di
mercato:

   -   62% per le birre sotto il 7% ABV
   -   21,3 % per le birre tra il 7% e il 7,5% ABV
   -   36,7% per le birre sopra il 7,5% ABV

HARD SELTZERS

Sub categoria del settore sono il nuovissimo trend degli hard seltzers, che data la loro
popolarità potrebbero essere ora classificati come una categoria a sé. Il termine "hard
seltzer" si riferisce a una bevanda a base di acqua gassata, zucchero e aromi, alla quale
viene aggiunta una componente alcolica derivante dal malto.

Questo nuovo drink nasce proprio dalla richiesta dei consumatori di bevande alcoliche
con poche calorie. Wine Enthusiast ha registrato una crescita di vendite del 200%
solamente nel 2019 ed entro il 2021 questo nuovo mercato, secondo alcuni, potrebbe
raggiungere un fatturato 2.5 miliardi di dollari.

Di conseguenza, alcuni dei maggiori player del settore hanno lanciato delle linee di hard
seltzer per conquistare la propria quota di mercato in un settore così promettente.
Per esempio all’inizio del 2020 era previsto il lancio di Bud Light Seltzer, Corona Seltzer,
Vizzy (prodotto da Molson Coors), Coors Seltzer e Truly Lemonade prodotto da Boston
Beer. Anche White Clawn, il pioniere di questo settore, che ora riporta un fatturato di $1.5
miliardi nel 2019, ha annunciato un nuovo prodotto chiamato White Claw 70.

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Regole di Accesso al Mercato
Per comprendere il mercato degli Stati Uniti delle bevande alcoliche, compresa la birra,
occorre innanzitutto conoscere il loro sistema di distribuzione “Three Tiers”.
I tre "livelli" del sistema consistono in:

  1. Il livello produttore (produttore o fornitore). Per la birra, si intendono birrerie che
     producono, fermentano e/o confezionano birra. In questo livello ci sono anche gli
     importatori.
  2. Il livello distributore (grossista). Queste società possono variare da aziende locali
     che gestiscono un piccolo magazzino e pochi camion, a grandi distributori con sedi
     in molti Stati e che vendono milioni di casse all'anno.
  3. Il livello rivenditore. Questo include un'ampia varietà di attività commerciali,
     spesso suddivise in "on premise” cioè rivenditori all’interno dei quali si può
     consumare l'alcol come ad esempio bar, ristoranti, hotel e "off premise" cioè
     rivenditori in cui si possono solo comprare bottiglie chiuse come negozi di liquori,
     supermercati, negozi di alimentari e simili.

In questo sistema di distribuzione a tre livelli, il produttore (birreria) produce birra, la vende
ai distributori, ed i distributori consegnano e vendono quella birra ai rivenditori. I privati,
possono comprare la birra SOLO dal rivenditore.

Il sistema a tre livelli è frutto del Proibizionismo e della necessità per il legislatore
americano di tenere il più stretto controllo sul consumo alcolico. Oltre al sistema di
distribuzione, la legge americana è intervenuta anche a regolamentare le “tied-houses”
cioè gli esercizi commerciali legati a un particolare birrificio o distillatore e forniti
esclusivamente da quel produttore: in quasi tutti i casi, è stata vietata la proprietà
incrociata tra "membri del settore" (intendendo produttori e distributori) e rivenditori.

Esistono alcune eccezioni al 3 Tiers:

   ● In alcuni Stati, un importatore può detenere anche la licenza di distribuzione
     (quindi primo e secondo livello coincidono)
   ● In alcuni Stati, il produttore di birra può vendere e spedire il proprio prodotto
     direttamente al consumatore finale (il cosiddetto DtC shipment)
   ● Il governo locale di alcuni Stati interviene a vari livelli e controlla la distribuzione.
     In questi Stati, chiamati Controlled States, solitamente succede che si costituisca
     un monopolio sulla distribuzione che, non solo si occupa di acquistare le birre
     all’ingrosso, ma è anche proprietario dei rivenditori off-premise al dettaglio. In
     questo contesto i rivenditori on-premise sono obbligati a comprare dallo Stato.
   ● Grazie a 25 anni di spinte lobbistiche da parte dei produttori, ora ci sono molti spazi
     di flessibilità per i piccoli birrifici in vari Stati; esiste per esempio la possibilità di

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realizzare sale degustazione o ristoranti come parte del birrificio, e in un numero
       crescente di Stati queste sale/ristoranti possono essere aperti anche in un luogo
       staccato dal sito produttivo (es. in un centro abitato) per essere più facilmente
       raggiungibili dai clienti. Tutto questo ha contribuito ad alimentare il boom della birra
       artigianale.

VANTAGGI E SVANTAGGI DEL SISTEMA A 3 LIVELLI

PRO:

   ● La distribuzione è meno costosa e più efficiente. Per esempio, i produttori e gli
     importatori non sono costretti a pagare per i magazzini e i camion necessari per
     distribuire la birra su ampi territori; i negozi possono ricevere una unica spedizione
     che include diversi marchi di birra; i negozi che hanno location in vari Stati possono
     ricevere i prodotti direttamente in ogni punto vendita invece che in modo
     aggregato.

CONTRO:

   ● Molti passaggi da gestire e molti margini di profitto da distribuire a tutti i soggetti
     Molti grandi rivenditori (es. catene di ristoranti, hotel, GDO, ecc.) sono abituati a
     trattare direttamente con i produttori. Specialmente le catene internazionali spesso
     comprano senza intermediari nella maggior parte degli altri Stati del mondo.
     Questa modalità negli USA non è consentita.

Come accennato in precedenza, alcune eccezioni al 3 Tiers hanno creato margini di
flessibilità per i piccoli produttori che possono a volte auto-distribuire o vendere
direttamente nel loro negozio (eccezione che non viola le leggi delle Tied-houses, che si
riferiscono più alle produzioni industriali). Soprattutto questo ultimo aspetto permette ai
birrai di offrire un'esperienza di marca ricercata da molti consumatori, creando un
crescente "turismo della birra". Questa flessibilità di auto-promozione permette anche
ai produttori di far conoscere il brand, lavorando in prima persona. Una volta
acquistata una certa notorietà, spesso il prodotto viene poi affidato alla distribuzione
tradizionale esterna e i produttori tornano a concentrarsi sul prodotto. Notevoli storie di
successo dell'auto-distribuzione includono Samuel Adams, Brooklyn Brewery e Stone
Brewing.

LE “FRANCHISE LAWS”

L’elemento più controverso della legislazione USA è costituito dalle cosiddette “Franchise
Laws”. Queste leggi sono emerse negli anni '70 e '80, in un periodo in cui i grandi birrifici
nazionali si trovavano in una posizione di potere nei confronti dei piccoli distributori statali.
Nell’intento di bilanciare la situazione, venne istituito un diritto speciale, non negoziabile,
ai distributori di birra per proteggerli dalla risoluzione arbitraria del contratto da parte del

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produttore. Una volta firmato un accordo di distribuzione in uno Stato che applica queste
leggi, il marchio viene attribuito al distributore ed è necessario dimostrare una legittima
giusta causa per chiedere l’annullamento del contratto: è un processo che di solito
coinvolge avvocati e può richiedere anche il pagamento di penali da parte dei produttori.

                                     Beer Franchise Laws

               Fonte: McDermott Will & Emery

La situazione attuale del potere però è praticamente ribaltata. I più grandi birrifici, per
molti anni, sono stati i proprietari dei propri affiliati di distribuzione in determinati mercati,
come generalmente consentito dalle leggi di molti Stati. Fino a qualche decennio fa,
questo si è tradotto in 3-4 grandi distributori a cui si sono affiancati molti piccoli in un
determinato Stato. Purtroppo, al giorno d’oggi, dopo una serie di acquisizioni, nella
maggior parte degli Stati si è giunti ad un duopolio, in cui governano la scena i seguenti
due distributori:

                                                                                               15
Riconoscendo una minaccia al “libero mercato”, il Dipartimento di Giustizia degli Stati nel
2016 ha posto un tetto ad Anheuser-Busch/InBev alla percentuale di partecipazione che
l’azienda può avere nelle società di distribuzione7.

In ogni caso, questi consolidamenti hanno portato ad un aumento dei prodotti nel loro
portfolio, in cui convivono grandi marchi e piccoli birrifici artigianali, rendendo quasi
impossibile la promozione di questi ultimi che hanno poche risorse rispetto alle produzioni
industriali. Alcuni produttori sono di fatto tagliati fuori dalla vendita in quello specifico Stato
perché il loro distributore non li vende ma loro non possono staccarsi.

Per questo motivo le Franchise Laws sono oggi contestate e la lotta tra lobbies è al
momento aperta: molti birrai hanno avanzato richieste di riforma di queste leggi per fornire
maggiore mobilità ai marchi più piccoli. Naturalmente, i distributori resistono a tali
richieste.

                                         Quota di mercato dei distributori

 Fonte: IWSR

7 https://www.justice.gov/opa/pr/justice-department-requires-anheuser-busch-inbev-divest-stake-millercoors-and-alter-beer

                                                                                                                            16
LEGISLAZIONI STATO PER STATO
Ogni Stato regola la vendita di bevande alcoliche tramite specifiche “Liquor laws” e
possiede un ufficio statale che rilascia licenze, effettua controlli e raccoglie tasse.
Ogni Stato decide su vari aspetti, come ad esempio:

   ● I soggetti che possono partecipare al 3 tiers (importatori, distributori e retailer):
     stabilisce i requisiti, i costi delle licenze, ecc…
   ● I canali di vendita: per esempio se la birra si può comprare al supermercato o solo
     in negozi specializzati
   ● I giorni e gli orari di vendita: es. esclusa la vendita la domenica e durante la notte

Riguardo a orari e             giorni   di   vendita,    si   può     consultare     il   sito:
www.stateliquorlaws.com/.

ALCUNI STATI DA TENERE IN CONSIDERAZIONE
Di seguito quattro liste che rappresentano i primi 15 Stati in termini di produzione, di
consumo e di tassazione.

Per contestualizzare le liste, si ricorda che gli Stati più popolati degli USA sono, in ordine
decrescente, California, Texas, Florida, New York, Pennsylvania, Illinois, Ohio, Georgia,
North Carolina e Michigan. Tutti gli altri Stati hanno meno di 10 milioni di abitanti.
Riguardo alla ricchezza della popolazione, al primo posto si posiziona il Maryland, seguito
da Alaska, New Jersey, Massachusetts, Hawaii, Connecticut, New Hampshire, Virginia,
California e Washington.

Fonte: Elaborazioni ICE su dati di USA Brewer’s Association, IWSR, Statista

                                                                                            17
Accise
Il TTB (www.ttb.gov) è l’ente che si occupa della regolamentazione e della gestione della
distribuzione e anche della tassazione delle bevande alcoliche a livello federale.

Il 22 dicembre 2017 il Presidente Trump ha firmato, all’interno della radicale riforma
fiscale,     il    “Craft    Beverage      Modernization       and      Tax     Reform      Act”.
Questo procedimento era stato spinto dai lobbisti come un modo per i piccoli produttori
di birra di investire nelle loro imprese e far ricadere i benefici sulle economie locali. Negli
anni 2018-2019 (e poi confermato anche per il 2020) i birrifici che producono meno di 2
milioni di barili (1 barile sono circa 117,35 litri) hanno visto ridursi la tassa federale come
qui sotto riportato:

A questa accisa si aggiungono le tasse che tutti i 50 Stati e il Distretto di Columbia
riscuotono localmente. Un riepilogo annuale completo si può trovare nel sito
https://taxfoundation.org/.

Per informazioni doganali, documenti di importazione, etichettatura, packaging e tipologie
di birra contattare l’ufficio ICE di New York (newyork@ice.it)

                                                                                              18
Principali Eventi del Settore
La maggior parte degli eventi sono focalizzati sul consumatore con diversi festival locali
data la quantità di Craft Beer prodotte nel Paese.

Di seguito l’evento di maggiore rilevanza:
World Expo of Beer
Frankenmuth, Michigan
October 2-3, 2020
https://www.worldexpoofbeer.com/

Altri grandi eventi consumer di birre prettamente domestiche e di respiro locale:
Great Beer Expo
Long Island: Uniondale, New York // November 29, 2019
Meadowlands: Secaucus, New Jersey // February 1, 2020
New England Craft Brew Summit
Portland, Maine
February 28th, 2020
Craft Brewers Conference
San Antonio, TX // April 17-24, 2020 conference, April 20-22, 2020 trade show
California Craft Beer Summit
Long Beach, California // July 9-12, 2020
Great American Beer Festival
Denver, Colorado // September 24-26, 2020
Craft Beverage Trade Show
Louisville, Kentucky // September 28-20, 2020

Eventi e festival di birra locali si possono trovare sul sito di Beerfests.com.

                                                                                       19
Principali Riviste e Siti di Informazione del Settore
Beer Institute è la maggiore trade association per il settore, che rappresenta non solo
produttori grandi e piccoli, ma anche importatori, distributori e tutto l’indotto. Per le
piccole-medie aziende esiste una associazione chiamata Brewers Association che offre
diversi tipi di appartenenza oltre a vari tipi di servizi formativi.

Il sito più noto del settore è BeerAdvocate.com. Ogni anno nomina le Top 250 birre
categorizzate per nazione produttrice e popolarità.
Nel 2020 il sito ha unito le forze con un altro leader del settore, l’app Untapped che
consente ai suoi utenti di effettuare un check-in mentre bevono birre, dare il loro parere
e leggere commenti di altri utenti della community. Sulla app si può anche tenere traccia
delle birre degustate e monitorare la loro presenza in altre città quando si è in viaggio.

Principali siti:
    -   Brewers Association https://www.brewersassociation.org/
    -   BeerAdvocate https://www.beeradvocate.com
    -   PUNCH http://punchdrink.com
    -   Brewbound http://www.brewbound.com
    -   Tipsy Bartender http://www.tipsybartender.com
    -   CraftBeer.com http://www.craftbeer.com
    -   SevenFifty Daily https://daily.sevenfifty.com/
    -   Craft Brewing Business http://www.craftbrewingbusiness.com
    -   BeerStreetJournal http://beerstreetjournal.com
    -   Hop Culture https://www.hopculture.com/
    -   October https://www.oct.co
    -   Beer and Wine Journal http://beerandwinejournal.com
    -   American Craft Beer http://americancraftbeer.com
    -   The Full Pint http://thefullpint.com
    -   The Brew Enthusiast http://www.thebrewenthusiast.com

                                                                                       20
Riepilogo Fonti
BMC Strategic Associates – Beverage Alcohol State of the Industry Webinar

Brewer’s Association

Craft Brewery Association

Euromonitor Passport

IWSR US Alcoholic Beverage Report 2019

Justice.gov

Nielsen

McDermott Will & Emery

Molson Coors Blog

MRI-Simmons Fall 2018 NCS Study

National Restaurant Association (NRA)

Simple Thrifty Living

Statista Report – Alcoholic Beverages in the United States

Tax Foundation

TTB.gov

US Department of Commerce

                                                             Italian Trade Commission
                                                              33 East 67th Street
                                                             New York, NY 10065
                                                                      newyork@ice.it

                                                                                  21
Ministry of Foreign Affairs
                                                                  and International Cooperation

ITALIAN TRADE AGENCY OFFICES IN THE UNITED STATES
New York                 Chicago                  Houston                          Los Angeles                    Miami
33 East 67th Street      401 N. Michigan Avenue   777 Post Oak Boulevard           1900 Avenue of the Stars       1 Southeast 3rd Avenue,
New York, NY 10065       Suite 1720               Suite 320                        Suite 350                      Suite 1000
Tel: +1 212.980.1500     Chicago, IL 60611        Houston, TX 77056                Los Angeles, CA 90067          Miami, FL 33131
Fax: +1 212.758.1050     Tel: +1 312.670.4360     Tel: +1 281.888.4288             Tel: +1 323.879.0950           Tel: +1 305.461.3896
E-mail: newyork@ice.it   Fax: +1 312.670.5147     Fax: +1 281.974.3100             Fax: +1 323.203.8335           Fax: +1 786.497.8900
                         E-mail: chicago@ice.it   E-mail: houston@ice.it           E-mail: losangeles@ice.it      E-mail: miami@ice.it

                                                                   Italian Trade Agency                   ITA - Italian Trade Agency

                                                                       @ITAtradeagency                            @itatradeagency
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