Dino Buzzati tra follia e arte - Dal fluttuante e precipitoso mare in cui a poco a poco andavano perdendosi, si riagganciano alla ferma riva ...

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Dino Buzzati tra follia e arte - Dal fluttuante e precipitoso mare in cui a poco a poco andavano perdendosi, si riagganciano alla ferma riva ...
Dal fluttuante e precipitoso mare in cui
a poco a poco andavano perdendosi,
si riagganciano alla ferma riva.

Dino Buzzati tra follia e arte
DI   GIOVANNI GRAZIOLI*

    Nel 1957 Dino Buzzati curò la          del Ospedale psichiatrico di Verona        in seguito sospesa dal Comitato di
presentazione in un breve catalogo         diretto da Cherubino Trabucchi             liberazione nazionale.
di una mostra d’arte delle opere re-       (1911-1986)2 e seguita dallo psichia-          Per colmare questa lacuna Noble
alizzate dagli internati dell’Ospedale     tra dott. Mario Marini.                    fondò il 26 aprile del 1945 a Milano
psichiatrico provinciale S. Giacomo            L’iniziativa partì dallo scozzese      "Il Giornale Lombardo" a sua firma,
di Tomba di Verona. L’esposizione          Michael Noble (1919-1993), arri-           scegliendo per la redazione i nomi
aprì al pubblico presso la Galleria        vato in Italia nel 1944 in qualità di      di Gaetano Afeltra, Benso Fini e
«La Cornice» in piazza Bra a Verona        maggiore della VIII armata, con            Dino Buzzati, tutti ex giornalisti
dal 2 all'11 novembre del 19571.           l’incarico di riorganizzare i sistemi      de "Il Corriere della sera". Questo
    Sarebbe facile l’osservazione che      di informazione a Napoli, Firenze          benché Fini e Buzzati fossero stati
si tratta una delle tante collaborazio-    e, successivamente a Milano. Egli          tra i giornalisti che avevano scelto di
ni culturali dello scrittore bellunese     fu nominato, a 24 anni, responsabile       restare alla redazione de "Il Corriere
che, oltre a essersi dedicato a sua        del PWB (Psychological Warfare             della sera" anche con l’avvento della
volta alla pittura, curò nella veste di    Branch) organismo del governo              Repubblica sociale italiana3.
critico d’arte molteplici prefazioni,      militare anglo-americano incaricato            Noble era un artista prima della
introduzioni e saggi a cataloghi           di esercitare in Italia il controllo sui   guerra. Colse l’occasione del nuovo
d’arte, ma risulta interessante sapere     mezzi di comunicazione di massa:           quotidiano e furono opera sua i
perché fu chiamato proprio Buzzati         editoria, stampa, radio e cinema. La       ritratti a penna e a carboncino pub-
per questa mostra e analizzare quali       sua missione era quella di infonde-        blicati su "Il Giornale Lombardo" di
ne furono i contenuti. La risposta è       re nella popolazione, attraverso la        politici o protagonisti della cronaca.
nel coinvolgimento di Dino Buzzati         promozione delle azioni militari di            Tra gli obiettivi di Noble c’era an-
nella storia politica e sociale di Mila-   liberazione dall’occupazione nazista       che quello di far uscire nuovamente
no tra la fine del fascismo e gli anni     prima e delle politiche economiche e       nelle edicole "Il Corriere della Sera"
successivi alla liberazione.               delle fonti culturali degli alleati dopo   nella nuova veste e con una mutata
    La mostra citata fu il risultato di    la fine della guerra, la benevolenza       linea politica rispetto alla prece-
un’esperienza di arte terapia (la se-      degli italiani verso i governi che         dente; lo riteneva un importante
conda in Italia dopo quella del 1952       avevano vinto in conflitto mondiale.       quotidiano, espressione dei magna-
del Manicomio provinciale «Luigi               Il Corriere della sera, dove Buzza-    ti dell’industria e della borghesia
Lolli» di Imola, ma la prima in asso-      ti era entrato prima come praticante       milanese e punto di riferimento
luto nel Veneto) avviata all’interno       fin dal 1928 e poi come redattore,         della politica, cronaca e cultura del
                                           aveva condiviso dopo il settembre          capoluogo lombardo. Ci riuscirà il 22
                                           1943 la politica della Repubblica          maggio 1945 con il nome provvisorio
                                           sociale italiana di Mussolini con          di "Corriere d’Informazione".
                                           l’alleanza al Terzo Reich di Hitler.           Rientrato nel Regno Unito nel
*GIOVANNI GRAZIONI, DIRETTORE     DELLA    Per questa continuità con il fascismo      dopo guerra, dove continuò a de-
  BIBLIOTECA CIVICA DI BELLUNO.            la pubblicazione del quotidiano fu         dicarsi alla pittura e alla scultura,

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Dino Buzzati tra follia e arte - Dal fluttuante e precipitoso mare in cui a poco a poco andavano perdendosi, si riagganciano alla ferma riva ...
fece ritorno in Italia anni dopo per
sposare nel 1956 Ida Borletti, figlia
dell’industriale milanese (“Borletti
punti perfetti” diceva la pubblicità
delle macchine da cucire) che nel
1917 aveva acquistato anche i gran-
di magazzini milanesi poi divenuti
famosi, rinominandoli "La Rina-
scente".
    I coniugi andarono a vivere a
villa Idania a Garda sul lago omo-
nimo dove, attorno alla coppia, si
creò un circolo culturale di livello
internazionale frequentato da molti
intellettuali quali il compositore
Igor Markevitch, il musicista Nikolaj
Nabukov, il poeta Alfonso Gatto, la
produttrice, sceneggiatrice e attrice     Dino Buzzati nel suo studio di Milano.
cinematografica Marina Cicogna,
Giulia Maria Crespi4, il musicista        questi malati fuori dall’Ospedale          nel primo dopoguerra rinominati
Igor Stravinski, la scrittrice Dacia      psichiatrico e addirittura a ospitarli     ospedali psichiatrici per dare loro
Maraini, i poeti Trilussa e Salvatore     presso la tenuta della moglie sul lago     un senso comune di cura più che
Quasimodo e il giornalista Indro          di Garda. Qui fu costruito un forno        di detenzione, erano stati istituiti
Montanelli.                               e un laboratorio per la ceramica.          per la reclusione temporanea o
    Noble soffriva di problemi legati     Ogni tre settimane i partecipanti          definitiva di tutte le persone che,
all’abuso di alcool e per questo era in   venivano accompagnati alla villa e         per motivi diversi, rappresentavano
quegli anni privatamente in cura da       trascorrevano un giorno insieme ai         per l’appunto un pericolo a sé e agli
Cherubino Trabucchi5. La frequen-         Noble, comprensivo di passeggiata          altri o un pubblico scandalo: oltre a
tazione dell’Ospedale psichiatrico di     lungo lago, gita in barca, pranzo e        malati psichiatrici i manicomi erano,
Verona per motivi personali, gli fece     lavoro di produzione di ceramiche6.        per questo motivo, questi istituti
venire l’idea di offrire il suo aiuto     A volte, in queste occasioni, si or-       affollati anche da alcolisti, disabili,
agli altri malati che vi erano inter-     ganizzavano anche feste con canti          epilettici, affetti da malattie veneree,
nati, attraverso l’arte che era la sua    e balli. Un trattamento da persone         pellagrosi, autistici, anziani dementi,
grande passione che, a suo parere,        normali, non solo recluse e inattive       orfani, bambini, violenti, ragazze
poteva essere una terapia concreta        tra spazi limitati da alte mura, come      madri ecc... Un insieme di persone
per migliorare le condizioni di vita      all’interno del manicomio.                 diverse su cui si rendeva necessario
dei malati mentali.                          Siamo ancora lontani nel tempo          esercitare il controllo sociale.
    Gli fu messo a disposizione uno       dalla legge n. 180, denominata Ba-             La permanenza all’interno di
spazio dove dava carta, matita e          saglia7 dal nome del più celebre dei       questi ospedali, il trattamento sa-
tempere agli internati e ottenne suc-     suoi promotori, che sarà approvata il      nitario e diagnostico, il tenore di
cessivamente l’approvazione per co-       13 maggio 1978, e l’attività descritta     vita o le eventuali dimissioni era-
struire un vero studio che attrezzò a     è da considerarsi oggi precorritrice       no decisi unicamente dal medico
sue spese, libero, senza sbarre, bello    di quelle che saranno le attività di       direttore dell’istituto: la legge del
e luminoso, accessibile (anche se in      laboratorio oggi praticate nelle varie     1904 assegnava a quest’unica figura
modo separato) sia da maschi che da       strutture dei centri diurni dei vari di-   la direzione medica, la gestione
femmine, nel giardino dell’ospedale.      partimenti di salute mentale italiani.     economico-finanziaria, l’assunzione,
    Affiancato dallo scultore Pino           Infatti negli anni nei quali la         l’organizzazione e la gestione disci-
Castagna (1932-2017), furono più di       nostra storia è descritta la legge in      plinare del personale.
una ventina i degenti che frequenta-      vigore (L. n. 36 del 12 febbraio 1904)         Non era richiesto né considerato
rono le sue lezioni e parteciparono       prescriveva che «debbano essere            il consenso del paziente (e neppure
attivamente al laboratorio comin-         custodite e curate nei manicomi le         dei familiari) per le prescrizioni me-
ciando a dipingere. Fu un’esperienza      persone affette da qualunque causa         diche, né per la somministrazione dei
di socialità, condivisione e creatività   di alienazione mentale, quando             farmaci (i primi psicofarmaci arriva-
di grande efficacia e molto innova-       sono pericolose a sé e agli altri o        rono nei manicomi italiani agli inizi
tiva.                                     riescano di pubblico scandalo, non         degli anni ‘50) né nella scelta delle
    Presto il gruppo di internati co-     possono essere convenientemente            terapie (elettroschock, clinoterapia,
minciò a godere di qualche privile-       custodite e curate fuorché nei ma-         idroterapia, piretoterapia, shock da
gio. Noble riuscì infatti a condurre      nicomi». I manicomi provinciali,           insulina, shock da cardiazol, ipno-

                                                                                                                          39
terapia, leucotomia). I manicomi           ni di diverse età, ma in maggioranza         sadomasochista nei confronti delle
erano istituzioni pubbliche dove           giovani. Sono vestiti molto semplice-        donne e un’insana dipendenza dalla
non trovavano applicazione, oltre          mente. In maniche di camicia e senza         figura autoritaria della madre fino ai
ai diritti umani, nemmeno i principi       cravatta: oggi infatti fa caldo. Su          sessant’anni11.
della Costituzione della Repubblica        grandi fogli di carta bianca o cartoni          Egli trasferì nella presentazione
italiana che era stata approvata nel       telati, con pennelli e colori, lavorano,     del catalogo quanto vide a Verona
gennaio del 19488.                         seduti ciascuno a un tavolo. Sono i          con la consueta abilità data dall’u-
    Quest’esperienza di Verona era         “matti” che dipingono. Tre fanno             so speciale che aveva della parola
stata preceduta da un’attività ana-        anche delle piccole statue.»                 scritta. Percepì il senso sperimentale
loga nel 1950 a Parigi dove era stata          E continua: «Lasciare dunque             della proposta, fu sbalordito dai
allestita una Exposition internatio-       a questi insoliti pittori e scultori la      risultati – come lo furono i medici
nale d’art psychopathologique in cui       più completa libertà di esprimersi.          dell’Ospedale psichiatrico che osser-
erano state presentate le opere di         Insegnargli, se mai, come adoperare          varono un netto miglioramento nelle
trecento malati mentali provenienti        le matite, i pennelli, i colori, la creta,   condizioni di salute dei partecipanti
da ventisette paesi diversi. Non si        per abbreviare i loro primi sforzi. Ma       all’atelier artistico - e valutò positi-
trattò della prima attività in questo      in quanto al soggetto, allo stile, alla      vamente l’atteggiamento familiare
senso della storia della psichiatria e     composizione, non stabilire alcun            e liberatorio di Noble nei confronti
dell’arte terapia, ma quella che ebbe      modello, o limite. Ecco il principio         dei malati.
il maggior rilievo scientifico9.           didascalico, per dir così, che Noble            Scrive Buzzati: «Nessuno di loro,
    Tra i vari precedenti da ricordare     e Marini hanno scrupolosamente               tranne un paio, aveva la minima cul-
l’iniziativa del pittore Jean Dubuf-       seguito. Ma c’è un altro atteggiamen-        tura artistica. Nessuno aveva visitato
fet10 che comincia negli anni ‘40 a        to importantissimo che Noble, per            mostre d’arte moderna o sfogliato
lavorare all’Hôpital Sainte-Anne di        reazione istintiva, ha adottato con gli      libri sull’argomento... Eppure quasi
Parigi con i malati di mente e conia       allievi... Non trattarli cioè dall’alto in   tutti, dopo i primissimi tentativi, si
per le loro opere la definizione di        basso, non far sentire in alcun modo         sono sbizzarriti in forme grafiche
Art brut, che sarà poi universalmente      il distacco fra libertà e clausura, fra      molto vicine all’astrattismo e alle
riconosciuta. In tutte le sue accezioni    il più o il meno, fra la salute e la         scuole modernissime».
sia positive che negative nelle quali      malattia, fra la cultura e l’ignoranza,         Michael Noble manifestò sempre
essa fu poi utilizzata. La mostra di       fra l’orgogliosa ragione e il pavido         un rispetto assoluto nei confronti dei
Parigi rappresentò una tappa nel           smarrimento. Spontaneamente egli             pazienti-artisti e questo comporta-
mutamento di prospettiva con cui           li considera suoi eguali e come tali gli     mento loro lo sentirono con estrema
ci si avvicina all’arte dei malati psi-    parla. Se mai, dubita ch’essi abbiano        chiarezza, tanto che l’essere stati
chiatrici.                                 qualcosa in più di noi, qualcosa che,        partecipanti di quell’atelier (che di
    L’attività artistica costituisce un    per quanti sforzi facciamo, noi non          fatto era una non-scuola), per loro
valore oltre che terapeutico anche         riusciremo mai ad avere. Ora, al di          pesò identitariamente molto di più
diagnostico: il disegno del malato         là dei risultati artistici, i malati, an-    che l’essere stati dei ricoverati in
può rivelare qualcosa della sua            che i più gravi, percepiscono questa         manicomio. Tutti loro hanno sempre
personalità e del suo quadro clinico.      fiducia, questo rispetto, questa sti-        rilevato in questa esperienza moti-
    Dopo questa premessa torniamo          ma. È una esperienza nuova. Non si           vo di grande orgoglio e di riscatto
all’intervento di Buzzati per il ca-       sentono più soli e abbandonati. Dal          sociale12.
talogo della mostra di Verona del          fluttuante e precipitoso mare in cui            Tra gli autori delle opere della
settembre 1957. Prima di scriverlo,        a poco a poco andavano perdendosi,           mostra veronese che sorpresero
invitato da Noble conosciuto a Mi-         si riagganciano alla ferma riva, vi si       e citò Buzzati, c’era anche Carlo
lano negli anni dell’esperienza de Il      aggrappano, può darsi che un giorno          Zinelli (1916-1974), il cui caso è
Giornale Lombardo, fu autorizzato          riescano ad approdarvi, risanati».           emblematico.
dal direttore Trabucchi a visitare             Lo scrittore coglie l’essenziale da         Recluso nel manicomio veronese
l’atelier costituito all’interno dell’O-   questa visita, in un ambiente che non        dagli anni ‘40 con una diagnosi di
spedale psichiatrico veronese.             gli era certo familiare e di cui non         schizofrenia al ritorno dalla guerra
    Così Buzzati descrive la sala del      aveva mai avuto esperienza.                  di Spagna dove aveva subito un
laboratorio di arte terapia nel testo          Appartenente a una famiglia be-          evento traumatizzante, dopo anni di
del catalogo della mostra in prece-        nestante dell’alta borghesia milanese        assoluto isolamento nella struttura
denza citato:                              di origini bellunesi, anche in Dino          egli avviò, proprio grazie a questa
    «Nello stanzone c’è una grande         Buzzati, in realtà, non è difficile          esperienza ideata da Noble, una
quiete. Laggiù in fondo, tre o quat-       cogliere dalle sue note autobiogra-          produttiva attività di artista che gli
tro vecchietti stanno facendo senza        fiche, dalle interviste e dalle opere        permise di dedicarsi per il resto della
fretta dei lavori in vimini. Ma questi,    letterarie e pittoriche, una persona-        vita a disegno, pittura e scultura, par-
oggi, non ci interessano. Osserviamo       lità ossessiva e multifobica, la soffe-      tecipando in seguito a molte mostre
piuttosto gli altri, una dozzina, uomi-    renza per un rapporto squilibrato e          avendone diversi riconoscimenti

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per i suoi originali lavori. Di Zinelli
scrive Buzzati: «Più sconcertanti – e
pervase da alcunché di ossessivo –
sono le stupefacenti tavole che Carlo
riempie, miniando con un pennelli-
no, di una miriade di piccole figure:
uomini, donne, soldati, uccelli, mo-
stri, leoni, gatti, treni, giostre, case,
automobili, cannoni, aeroplani, carri
armati; con una vertiginosa fantasia
di architetture, di stilizzazione e di
particolari. Vengono in mente cer-
te iscrizioni rupestri preistoriche,
certi vasi micenei, certi bassorilievi
egiziani, certi disegni di Picasso:
vengono in mente, ma in fondo non           Dino Buzzati - La bocca.
hanno niente a che fare. È un mondo
inesauribile che si riversa fuori da        una valutazione di molta pittura e         sociale dal quale distinguersi: i matti
quell’ometto mite e solitario, co-          scultura moderna».                         non sono dei malati come chi è af-
prendo lentamente fogli su fogli. Ma            E conclude: «È evidente che in         fetto da qualsivoglia patologia, ma
di Carlo Noble apprezza ancor di più        questo genere d’arte gran parte del-       sono un pericolo, creano pubblico
le sculture; quasi tutte teste umane,       la tradizione scolastica è superflua.      scandalo, verso di loro si può avere
spesso deformate in geniali e impres-       Che l’intuizione e la l’invenzione         solo una qualche benevolenza.
sionanti soluzioni plastiche. Il perché     hanno una parte preponderante.                 Nel 1961, per la regia di Giorgio
di quanto fa, l’autore purtroppo non        E che, appunto per questa estrema          Ponti, fotografia di Mario Vulpiani
lo sa spiegare. Interrogato risponde        libertà e scarsezza di punti d’ap-         e musica di Giovanni Fusco, la pro-
sorridendo bonariamente, con uno            poggio, è molto più facile fare delle      duzione di Corona cinematografica,
stillicidio fatto di vocaboli ermetici,     cose vuote, stupide e inutili. In una      in collaborazione con la Mostra
inventati da lui che si aggrovigliano       parola: si comprende il genio molto        internazionale della Sanità e sotto
l’uno nell’altro».                          più di prima. Ma è proprio questo il       il patrocinio della Lega italiana di
    Buzzati arriva verso la fine della      motivo per cui le pitture e le sculture    igiene e profilassi mentale, fu girato
sua presentazione sul catalogo al           presentate in questa mostra hanno          il documentario "La ripetizione" (di
punto della questione che più lo            diritto di cittadinanza artistica.»        10 min., a colori) riguardante l’espe-
coinvolge personalmente in quan-                Un ragionamento che evidenzia          rienza di arte terapia dei manicomi
to pittore e intellettuale «...l’arte       l’incapacità dello scrittore di apprez-    di Imola e Verona.
astratta, quella degna di essere presa      zare le espressioni e le correnti arti-        Fu ancora Dino Buzzati l’autore
sul serio, tende a una tale sintesi e       stiche a lui contemporanee, e dalle        del testo esplicativo delle immagini
semplicità di espressione che anche         quali il gusto del suo stile pittorico     che scorrevano, letto dall’attore
un malato di mente possa in certi casi      si distingueva decisamente, ma forse       Arnoldo Foà. Dopo aver affermato
realizzare; anzi, non potrebbero al-        anche l’incapacità di comprendere          che dai quadri si possono ipotizzare
cune anormalità psichiche in uomini         come nel mondo dell’arte si pote-          diagnosi e prognosi, e dopo aver
naturalmente dotati, favorire certe         vano esprimere con buoni risultati         osservato come l'atto del dipingere
balenanti intuizioni?                       tutti coloro che avevano delle qualità     possa rappresentare per il malato
    Chi scrive è tutt’altro che un          creative, al di là della frequenza di      una forma di liberazione, la voce
maniaco delle più audaci e sfatte           formali corsi accademici.                  di commento passa in rassegna al-
forme d’arte moderna. Ma confesso               Ma perchè, a giudizio di Buzzati,      cuni casi specifici, mentre vengono
che quanto ho visto all’Ospedale            i protagonisti della mostra di Verona      ripresi dalla videocamera i dipinti
psichiatrico di Verona mi sembra            sono dei veri artisti? Perché essi eser-   corrispondenti. Si tratta del primo
una fortissima pezza d’appoggio             citano un’arte, l’astrattismo, che per     documento cinematografico di pro-
in favore della legittimità e della         lui non è vera arte, ma è l’arte rico-     mozione dell’arte terapia girato nei
sincerità dell’astrattismo. L’arte          nosciuta e apprezzata a quel tempo.        manicomi in Italia13.
consapevole coincide con l’arte             E per questo s’immagina che le loro            L’esperienza veronese insinuò
inconsapevole. L’artificio uscito da        opere possano anche avere successo.        in Buzzati l’interesse e la curiosità
un lungo travaglio culturale, coin-             Traspare da questi commenti fi-        verso i lavori di questi insoliti pittori
cide con la spontanea natura. Mi            nali anche quel pregiudizio, comune        e scultori ma sarà la successiva visita
pare insomma, che nel suo piccolo,          nella società di allora e purtroppo        alla "Mostra internazionale dell’e-
questa mostra veronese, potrebbe            ancora radicato oggi, di considerare       spressione psicopatologica", tenuta a
avere una notevole importanza per           la malattia psichiatrica uno stigma        palazzo Reale a Milano dal 15 al 30

                                                                                                                             41
aprile 196414, a fornirgli lo spunto per                                             manicomio provinciale, dove se ne
per un soggetto ricorrente nella sua                                                 persero le tracce.»
arte pittorica: la bocca delle donne.                                                   A parte il gioco letterario che indi-
Lo dichiara lui stesso nel catalogo                                                  ca la presenza di un manicomio nella
della mostra "Dino Buzzati pittore"                                                  provincia di Belluno già nel 187117 in
tenuta presso la Galleria Gian Fer-                                                  realtà formalmente istituito a Feltre
rari di Milano dal 14 al 26 maggio                                                   (BL) dopo un lungo e aspro dibattito
196615. Nella descrizione delle sue                                                  politico nel 191118, Buzzati evidenzia
opere esposte nell’occasione, alla n.                                                giustamente quanto effettivamente
18 scrive:                                                                           accadeva in questi istituti ed era
    «Alla mostra dei pazzi che di-                                                   universalmente noto: le persone una
pingono, al Palazzo Reale, vidi una                                                  volta internate molte volte sparivano
bocca che riempiva tutto un quadro.                                                  dalla memoria della comunità locale
Pensai: una idea buona. Vale la pena                                                 e della famiglia per tutta la durata
di sfruttarla; tanto, quello là è un                                                 della loro restante vita.
pazzo chiuso in manicomio, mai mi                                                       E se ne perdevano sul serio le
darà querela per plagio».                                                            tracce.
    Nella pagina accanto allo scritto                                                                                   G.G.
c’è infatti l’immagine del primo di
quella che sarà successivamente una
lunga serie di dipinti buzzatiani dal      Dino Buzzati - Le formiche mentali.       Note
medesimo soggetto, intitolato «La                                                    1
                                                                                       Il catalogo di cui si tratta: Sono veri
bocca».                                    di pesce? Come mai non ti sei inse-       artisti, presentazione di DINO BUZ-
    Quindi la descrizione citata non       rito? Oppure: a noi formiche, vuoi        ZATI, Verona, Ospedale psichiatri-
è una semplice invenzione letteraria       bene? Guai se non ti sottometti al        co provinciale, 1957, p. 8. L’originale
alla quale ha abituato il lettore, Buz-    nostro amore. Finché una sera, chiesi     è oggi una rarità bibliografica che
zati è effettivamente stato colpito        aiuto alla Santa. La quale venne e        risulta in possesso di due bibliote-
dall’idea artistica di quell’anonimo       batté le mani dicendo: orsù, saccenti     che della rete del Servizio Bibliote-
alienato. Idea che gli ha fornito          animaletti, lasciatelo in pace. Così      cario Nazionale. La Biblioteca civi-
una possibile identificazione e la         fu, per grazia dell’Onnipotente. Da       ca di Belluno ne ha acquisito una
modalità per esprimere, tramite            allora potei accudire serenamente al      copia fotostatica a completamento
questi dipinti, una rappresentazione       mio lavoro, alla famiglia, al culto di    del fondo delle prime edizioni di
delle sue perversioni e fobie sessuali,    Dio. Longarone 1871.»                     Dino Buzzati ivi conservato.
nell’ambito della sua personale visio-        Buzzati presenta sapientemente         2
                                                                                        Cherubino Trabucchi fu diretto-
ne dell’universo femminile.                quanto precisato nell’ex-voto, con        re del Manicomio provinciale di
    Senza scomodare i noti riferi-         un’illustrazione che riproduce una        Verona dal 1947 al 1974. Per ulte-
menti buzzatiani al mistero, alla          testa di uomo in sezione, nel cer-        riori approfondimenti: Cherubino
paura della malattia e della morte,        vello della quale si vede una lunga       Trabucchi e l’ospedale psichiatrico
all’angoscia, agli incubi diurni e         serie di formiche che si annidano e       di Verona. Un percorso verso la me-
notturni, ai mostri animali e umani,       vi camminano con l’immagine della         dicina della persona, di LUIGI TRA-
alla pericolosità degli eventi naturali    santa (dell’impossibile) che intervie-    BUCCHI, Sommacampagna, Cierre,
ecc… presenti in gran parte dei suoi       ne per la salvezza del malcapitato        2016, 120 p.
libri e dei suoi racconti, c’è un altro    protagonista.                             3
                                                                                       A questo proposito nei Diari inedi-
momento, tra i più fantasiosi dell’o-         Segue la consueta brillante narra-     ti di Beniamino Dal Fabbro (Bellu-
pera pittorica e letteraria dello scrit-   zione dell’evento data dallo scrittore:   no 1910 – Milano 1989) conservati
tore, questa volta di precisa identità        «Pare che effettivamente a Longa-      nella Biblioteca civica di Belluno, si
bellunese, che è riferito direttamente     rone e nella Valle di Zoldo, nell’anno    legge questa annotazione scritta da
alla malattia mentale.                     1871, ci sia stata una breve invasione    Dal Fabbro il 28 gennaio 1972 gior-
    Si tratta del miracolo di S. Rita      di formiche mentali, provenienti,         no della morte di Dino Buzzati: «...
denominato Le formiche mentali,            a quanto risulta, dalla regione dei       Buzzati venne da me a Belluno, cre-
contenuto nel libro "I miracoli di         Balcani. Piccolissime, quasi imper-       do nel 1943, dopo una lettera in cui,
Valmorel", la cui edizione nel 2021        cettibili allo stato normale, cresce-     dandomi del voi, m’aveva ringra-
compie cinquant’anni16:                    vano a dismisura una volta installate     ziato per la recensione dei Sette
     «Io Angelo Dal Pont, tipografo,       nelle circonvoluzioni cerebrali, che      messaggeri. Mi chiese consiglio se
da Polpet, ero seriamente disturbato       gli insetti raggiungevano introdu-        dovesse continuare la collabora-
dalle formiche mentali. Le quali mi        cendosi dalle orecchie. Le vittime,       zione con il Corriere della sera re-
dicevano: lo sai che esisti? O, se esi-    comunque, furono assai limitate.          pubblichino: gli dissi di no, no, ma
sti, esisti male? Perché mangi carne       Esse vennero via via trasferite al        lui continuò a fare fino all’ultimo il

42
“pastone” di prima pagina sulla bat-     8
                                           Basti leggere gli art. 2, 3, 4, 13 e 32   provocatoriamente gli chiesero: «E
taglia di Normandia...». Riguardo        della Costituzione della Repubblica         allora noi chi siamo?» «Dei medio-
alla storia della stampa italiana in     italiana.                                   cri» rispose Noble. Una risposta
questo periodo: Specchi infiniti. Sto-   9
                                           Liberi tutti, VALERIA BABINI, Bo-         che è un manifesto contro la bana-
ria dei media in Italia dal dopoguerra   logna, il Mulino, 2009, pp. 165-166.        lità dello stigma in arte.» Sempre
a oggi, ANDREA SANGIOVANNI,              10
                                            Jean Dubuffet (1901-1985) è sta-         tratto da DANIELA ROSI in Una
Roma, Donzelli, 2021, pp. 9-46.          to un pittore e scultore francese,          strenua passione: l’arte necessaria di
4
  Giulia Maria Crespi (1923-2020)        fondatore insieme a André Breton            Dario Righetti.
gestì la proprietà de "Il Corriere       del movimento artistico de la Com-          13
                                                                                        Liberi tutti, pp. 168-169. Ringrazio
della Sera" e fu successivamen-          pagnie de l’Art brut. Autorevole            Claudia Giordani per avermi dato
te fondatrice del FAI Fondo per          membro della ‘Patafisica, come lo           tutte le informazioni necessarie sul
l’Ambiente Italiano.                     fu lo scrittore bellunese. Beniamino        documentario conservato presso gli
5
  Scrive Vittorino Andreoli (nato nel    Dal Fabbro. Dubuffet e Dal Fab-             archivi della Cineteca di Bologna.
1940 e Primario di Psichiatria a Ve-     bro pubblicarono Esperienze musi-           14
                                                                                        Arte e follia : mostra internaziona-
rona dal 1972 al 1999) allora giova-     cali di Jean Dubuffet, BENIAMINO            le dell‘espressione psicopatologica,
ne studente di medicina, nel saggio      DAL FABBRO, Venezia, Edizioni               Milano, Palazzo Reale, 15/30 aprile
Verona, 1959, pp. 65-69, riferendosi     del cavallino, 1962, 43 p. Diversa-         1964, Milano, Stabilimento grafico
a Noble «Michael beveva in alcune        mente da Noble, Dubuffet riteneva           Tamburini, 1964, 11 c., 19 c. di tav.
circostanze veramente troppo…            che le opere dell’Art brut (brut nel        15
                                                                                        Dino Buzzati pittore: dal 14 al 26
per i sintomi che l’abuso di whisky      senso di non culturel) non doves-           maggio 1966, Galleria Gian Ferra-
produceva, arrivava di tanto in tan-     sero partecipare alla esposizioni di        ri, Milano: Galleria Gian Ferrari,
to in manicomio per essere curato        arte tradizionali, mentre in questo         1966, c. 6.
dal direttore: Cherubino Trabucchi.      Noble fu veramente rivoluzionario           16
                                                                                        I miracoli di Valmorel, DINO
L’arrivo di Noble era un evento per      ritenendo ingiusto creare alcuna di-        BUZZATI, Milano, Garzanti, 1971,
tutto il manicomio. Una specie di        stinzione tra i partecipanti, se non        p. 50.
miracolo. Il manicomio è sempre          dettata dal valore artistico dei lavo-      17
                                                                                        In realtà in quegli anni erano pre-
stato per i matti poveri. Per i nessu-   ri presentati.                              senti in Provincia di Belluno tre se-
no. Michael giungeva accompagna-         11
                                            Sempre nei Diari inediti di Be-          zioni ospedaliere di carattere locale
to dalla contessa su una bellissima      niamino Dal Fabbro lo scrittore an-         per i cosiddetti alienati a Belluno,
macchina, forse una Roll Royce e         nota il 28 gennaio 1972: «La madre          Feltre e Ponte nelle Alpi, mentre i
il manicomio si animava tanto da         tenne lui e il fratello Adriano vestiti     casi più gravi venivano destinati ai
sembrare impazzito. Veniva accol-        da bambine fino ai 10 anni: col ri-         manicomi centrali siti sulle isole di
to in una stanza dell’Osservazione       sultato che Adriano Buzzati-Traver-         S. Servolo e di S. Clemente di Ve-
che, a Verona, era particolarmente       so è tuttora detto Cicci e che Dino,        nezia. A questo proposito il nonno
attenta alla privacy, perché ospita-     rimasto nel limbo sessuale sino ai          di Dino Buzzati, Augusto Buzzati,
va con una certa frequenza qualche       50 anni, a tale età scoperse le ragaz-      dal 1879 al 1888 fu membro della
vescovo o qualche insigne canoni-        zine e fece a tempo a se masoquiser,        Giunta del Consiglio di Ammini-
co» in John Phillips fotografo, Mi-      lo attestano alcuni suoi libri, la sua      strazione di quei manicomi centrali
lano, Silvana, 2010, 143 p.              vena grafico-pittorica e una impo-          (ricoprendone per 8 anni la carica
6
  Liberi tutti, VALERIA BABINI, Bo-      nente collezione di libri pornografi-       di presidente), come testimoniato
logna, il Mulino, 2009, pp. 167-169.     ci». Per approfondimenti sulla per-         anche dai manoscritti conservati
Il nome di Villa Idania fu una scelta    sonalità di Buzzati e le sue relazioni      presso la Biblioteca civica di Bel-
dei coniugi Noble. Si tratta del ri-     familiari si legga, senza sentimenta-       luno, Regolamento per l’attivazione
sultato dell’associazione del nome       lismi e pregiudizi, Dino Buzzati: un        degli Statuti organici dei centrali ma-
della moglie e le parole inglesi and     autoritratto: dialoghi con Yves Pana-       nicomi di S. Clemente e S. Servolo
i: Ida e io.                             fieu, luglio-settembre 1971, Milano,        approvato dal reale decreto 19 marzo
7
   Franco Basagalia (1924-1980),         Mondadori, 1973, 254 p.                     1874; e dalla Lettera di invito [de-
neurologo, esponente della psichia-      12
                                            Così scrive DANIELA ROSI in              stinatario Augusto Buzzati], di M.
tra fenomenologica, studioso, divul-     Una strenua passione: l’arte necessa-       Giulio Balbi Valier e Giovanni Pau-
gatore e rivoluzionario innovatore       ria di Dario Righetti, curatrice della      lovich, Ms. 977.
della materia. Grazie alla spinta        mostra Pharmacon i serpenti di              18
                                                                                        Per una prima storia del Manico-
data da lui e da tutti gli psichiatri    Dario Righetti, Bergamo, Centro             mio provinciale di Feltre (BL): GIO-
che si adoperarono allora per un         culturale San Bartolomeo, 26 set-           VANNI GRAZIOLI, Il Manicomio
cambiamento della cura e delle           tembre–11 ottobre 2015: «È nota             provinciale di Feltre (1775-1978):
condizioni di vita dei malati di men-    la risposta che Noble diede agli ar-        follia, controllo sociale e impresa in
te, il Parlamento approvò la Legge       tisti veronesi quando, letto il titolo      Archivio storico di Belluno Feltre e
180/78 e l’Italia fu la prima nazione    del catalogo della mostra Sono dei          Cadore, anno 91, n. 366-367 (gen.-
al mondo ad abolire i manicomi.          veri artisti, scritto da Dino Buzzati,      dic. 2020), pp. 67-80.

                                                                                                                         43
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