Dino Buzzati tra follia e arte - Dal fluttuante e precipitoso mare in cui a poco a poco andavano perdendosi, si riagganciano alla ferma riva ...
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Dal fluttuante e precipitoso mare in cui a poco a poco andavano perdendosi, si riagganciano alla ferma riva. Dino Buzzati tra follia e arte DI GIOVANNI GRAZIOLI* Nel 1957 Dino Buzzati curò la del Ospedale psichiatrico di Verona in seguito sospesa dal Comitato di presentazione in un breve catalogo diretto da Cherubino Trabucchi liberazione nazionale. di una mostra d’arte delle opere re- (1911-1986)2 e seguita dallo psichia- Per colmare questa lacuna Noble alizzate dagli internati dell’Ospedale tra dott. Mario Marini. fondò il 26 aprile del 1945 a Milano psichiatrico provinciale S. Giacomo L’iniziativa partì dallo scozzese "Il Giornale Lombardo" a sua firma, di Tomba di Verona. L’esposizione Michael Noble (1919-1993), arri- scegliendo per la redazione i nomi aprì al pubblico presso la Galleria vato in Italia nel 1944 in qualità di di Gaetano Afeltra, Benso Fini e «La Cornice» in piazza Bra a Verona maggiore della VIII armata, con Dino Buzzati, tutti ex giornalisti dal 2 all'11 novembre del 19571. l’incarico di riorganizzare i sistemi de "Il Corriere della sera". Questo Sarebbe facile l’osservazione che di informazione a Napoli, Firenze benché Fini e Buzzati fossero stati si tratta una delle tante collaborazio- e, successivamente a Milano. Egli tra i giornalisti che avevano scelto di ni culturali dello scrittore bellunese fu nominato, a 24 anni, responsabile restare alla redazione de "Il Corriere che, oltre a essersi dedicato a sua del PWB (Psychological Warfare della sera" anche con l’avvento della volta alla pittura, curò nella veste di Branch) organismo del governo Repubblica sociale italiana3. critico d’arte molteplici prefazioni, militare anglo-americano incaricato Noble era un artista prima della introduzioni e saggi a cataloghi di esercitare in Italia il controllo sui guerra. Colse l’occasione del nuovo d’arte, ma risulta interessante sapere mezzi di comunicazione di massa: quotidiano e furono opera sua i perché fu chiamato proprio Buzzati editoria, stampa, radio e cinema. La ritratti a penna e a carboncino pub- per questa mostra e analizzare quali sua missione era quella di infonde- blicati su "Il Giornale Lombardo" di ne furono i contenuti. La risposta è re nella popolazione, attraverso la politici o protagonisti della cronaca. nel coinvolgimento di Dino Buzzati promozione delle azioni militari di Tra gli obiettivi di Noble c’era an- nella storia politica e sociale di Mila- liberazione dall’occupazione nazista che quello di far uscire nuovamente no tra la fine del fascismo e gli anni prima e delle politiche economiche e nelle edicole "Il Corriere della Sera" successivi alla liberazione. delle fonti culturali degli alleati dopo nella nuova veste e con una mutata La mostra citata fu il risultato di la fine della guerra, la benevolenza linea politica rispetto alla prece- un’esperienza di arte terapia (la se- degli italiani verso i governi che dente; lo riteneva un importante conda in Italia dopo quella del 1952 avevano vinto in conflitto mondiale. quotidiano, espressione dei magna- del Manicomio provinciale «Luigi Il Corriere della sera, dove Buzza- ti dell’industria e della borghesia Lolli» di Imola, ma la prima in asso- ti era entrato prima come praticante milanese e punto di riferimento luto nel Veneto) avviata all’interno fin dal 1928 e poi come redattore, della politica, cronaca e cultura del aveva condiviso dopo il settembre capoluogo lombardo. Ci riuscirà il 22 1943 la politica della Repubblica maggio 1945 con il nome provvisorio sociale italiana di Mussolini con di "Corriere d’Informazione". l’alleanza al Terzo Reich di Hitler. Rientrato nel Regno Unito nel *GIOVANNI GRAZIONI, DIRETTORE DELLA Per questa continuità con il fascismo dopo guerra, dove continuò a de- BIBLIOTECA CIVICA DI BELLUNO. la pubblicazione del quotidiano fu dicarsi alla pittura e alla scultura, 38
fece ritorno in Italia anni dopo per sposare nel 1956 Ida Borletti, figlia dell’industriale milanese (“Borletti punti perfetti” diceva la pubblicità delle macchine da cucire) che nel 1917 aveva acquistato anche i gran- di magazzini milanesi poi divenuti famosi, rinominandoli "La Rina- scente". I coniugi andarono a vivere a villa Idania a Garda sul lago omo- nimo dove, attorno alla coppia, si creò un circolo culturale di livello internazionale frequentato da molti intellettuali quali il compositore Igor Markevitch, il musicista Nikolaj Nabukov, il poeta Alfonso Gatto, la produttrice, sceneggiatrice e attrice Dino Buzzati nel suo studio di Milano. cinematografica Marina Cicogna, Giulia Maria Crespi4, il musicista questi malati fuori dall’Ospedale nel primo dopoguerra rinominati Igor Stravinski, la scrittrice Dacia psichiatrico e addirittura a ospitarli ospedali psichiatrici per dare loro Maraini, i poeti Trilussa e Salvatore presso la tenuta della moglie sul lago un senso comune di cura più che Quasimodo e il giornalista Indro di Garda. Qui fu costruito un forno di detenzione, erano stati istituiti Montanelli. e un laboratorio per la ceramica. per la reclusione temporanea o Noble soffriva di problemi legati Ogni tre settimane i partecipanti definitiva di tutte le persone che, all’abuso di alcool e per questo era in venivano accompagnati alla villa e per motivi diversi, rappresentavano quegli anni privatamente in cura da trascorrevano un giorno insieme ai per l’appunto un pericolo a sé e agli Cherubino Trabucchi5. La frequen- Noble, comprensivo di passeggiata altri o un pubblico scandalo: oltre a tazione dell’Ospedale psichiatrico di lungo lago, gita in barca, pranzo e malati psichiatrici i manicomi erano, Verona per motivi personali, gli fece lavoro di produzione di ceramiche6. per questo motivo, questi istituti venire l’idea di offrire il suo aiuto A volte, in queste occasioni, si or- affollati anche da alcolisti, disabili, agli altri malati che vi erano inter- ganizzavano anche feste con canti epilettici, affetti da malattie veneree, nati, attraverso l’arte che era la sua e balli. Un trattamento da persone pellagrosi, autistici, anziani dementi, grande passione che, a suo parere, normali, non solo recluse e inattive orfani, bambini, violenti, ragazze poteva essere una terapia concreta tra spazi limitati da alte mura, come madri ecc... Un insieme di persone per migliorare le condizioni di vita all’interno del manicomio. diverse su cui si rendeva necessario dei malati mentali. Siamo ancora lontani nel tempo esercitare il controllo sociale. Gli fu messo a disposizione uno dalla legge n. 180, denominata Ba- La permanenza all’interno di spazio dove dava carta, matita e saglia7 dal nome del più celebre dei questi ospedali, il trattamento sa- tempere agli internati e ottenne suc- suoi promotori, che sarà approvata il nitario e diagnostico, il tenore di cessivamente l’approvazione per co- 13 maggio 1978, e l’attività descritta vita o le eventuali dimissioni era- struire un vero studio che attrezzò a è da considerarsi oggi precorritrice no decisi unicamente dal medico sue spese, libero, senza sbarre, bello di quelle che saranno le attività di direttore dell’istituto: la legge del e luminoso, accessibile (anche se in laboratorio oggi praticate nelle varie 1904 assegnava a quest’unica figura modo separato) sia da maschi che da strutture dei centri diurni dei vari di- la direzione medica, la gestione femmine, nel giardino dell’ospedale. partimenti di salute mentale italiani. economico-finanziaria, l’assunzione, Affiancato dallo scultore Pino Infatti negli anni nei quali la l’organizzazione e la gestione disci- Castagna (1932-2017), furono più di nostra storia è descritta la legge in plinare del personale. una ventina i degenti che frequenta- vigore (L. n. 36 del 12 febbraio 1904) Non era richiesto né considerato rono le sue lezioni e parteciparono prescriveva che «debbano essere il consenso del paziente (e neppure attivamente al laboratorio comin- custodite e curate nei manicomi le dei familiari) per le prescrizioni me- ciando a dipingere. Fu un’esperienza persone affette da qualunque causa diche, né per la somministrazione dei di socialità, condivisione e creatività di alienazione mentale, quando farmaci (i primi psicofarmaci arriva- di grande efficacia e molto innova- sono pericolose a sé e agli altri o rono nei manicomi italiani agli inizi tiva. riescano di pubblico scandalo, non degli anni ‘50) né nella scelta delle Presto il gruppo di internati co- possono essere convenientemente terapie (elettroschock, clinoterapia, minciò a godere di qualche privile- custodite e curate fuorché nei ma- idroterapia, piretoterapia, shock da gio. Noble riuscì infatti a condurre nicomi». I manicomi provinciali, insulina, shock da cardiazol, ipno- 39
terapia, leucotomia). I manicomi ni di diverse età, ma in maggioranza sadomasochista nei confronti delle erano istituzioni pubbliche dove giovani. Sono vestiti molto semplice- donne e un’insana dipendenza dalla non trovavano applicazione, oltre mente. In maniche di camicia e senza figura autoritaria della madre fino ai ai diritti umani, nemmeno i principi cravatta: oggi infatti fa caldo. Su sessant’anni11. della Costituzione della Repubblica grandi fogli di carta bianca o cartoni Egli trasferì nella presentazione italiana che era stata approvata nel telati, con pennelli e colori, lavorano, del catalogo quanto vide a Verona gennaio del 19488. seduti ciascuno a un tavolo. Sono i con la consueta abilità data dall’u- Quest’esperienza di Verona era “matti” che dipingono. Tre fanno so speciale che aveva della parola stata preceduta da un’attività ana- anche delle piccole statue.» scritta. Percepì il senso sperimentale loga nel 1950 a Parigi dove era stata E continua: «Lasciare dunque della proposta, fu sbalordito dai allestita una Exposition internatio- a questi insoliti pittori e scultori la risultati – come lo furono i medici nale d’art psychopathologique in cui più completa libertà di esprimersi. dell’Ospedale psichiatrico che osser- erano state presentate le opere di Insegnargli, se mai, come adoperare varono un netto miglioramento nelle trecento malati mentali provenienti le matite, i pennelli, i colori, la creta, condizioni di salute dei partecipanti da ventisette paesi diversi. Non si per abbreviare i loro primi sforzi. Ma all’atelier artistico - e valutò positi- trattò della prima attività in questo in quanto al soggetto, allo stile, alla vamente l’atteggiamento familiare senso della storia della psichiatria e composizione, non stabilire alcun e liberatorio di Noble nei confronti dell’arte terapia, ma quella che ebbe modello, o limite. Ecco il principio dei malati. il maggior rilievo scientifico9. didascalico, per dir così, che Noble Scrive Buzzati: «Nessuno di loro, Tra i vari precedenti da ricordare e Marini hanno scrupolosamente tranne un paio, aveva la minima cul- l’iniziativa del pittore Jean Dubuf- seguito. Ma c’è un altro atteggiamen- tura artistica. Nessuno aveva visitato fet10 che comincia negli anni ‘40 a to importantissimo che Noble, per mostre d’arte moderna o sfogliato lavorare all’Hôpital Sainte-Anne di reazione istintiva, ha adottato con gli libri sull’argomento... Eppure quasi Parigi con i malati di mente e conia allievi... Non trattarli cioè dall’alto in tutti, dopo i primissimi tentativi, si per le loro opere la definizione di basso, non far sentire in alcun modo sono sbizzarriti in forme grafiche Art brut, che sarà poi universalmente il distacco fra libertà e clausura, fra molto vicine all’astrattismo e alle riconosciuta. In tutte le sue accezioni il più o il meno, fra la salute e la scuole modernissime». sia positive che negative nelle quali malattia, fra la cultura e l’ignoranza, Michael Noble manifestò sempre essa fu poi utilizzata. La mostra di fra l’orgogliosa ragione e il pavido un rispetto assoluto nei confronti dei Parigi rappresentò una tappa nel smarrimento. Spontaneamente egli pazienti-artisti e questo comporta- mutamento di prospettiva con cui li considera suoi eguali e come tali gli mento loro lo sentirono con estrema ci si avvicina all’arte dei malati psi- parla. Se mai, dubita ch’essi abbiano chiarezza, tanto che l’essere stati chiatrici. qualcosa in più di noi, qualcosa che, partecipanti di quell’atelier (che di L’attività artistica costituisce un per quanti sforzi facciamo, noi non fatto era una non-scuola), per loro valore oltre che terapeutico anche riusciremo mai ad avere. Ora, al di pesò identitariamente molto di più diagnostico: il disegno del malato là dei risultati artistici, i malati, an- che l’essere stati dei ricoverati in può rivelare qualcosa della sua che i più gravi, percepiscono questa manicomio. Tutti loro hanno sempre personalità e del suo quadro clinico. fiducia, questo rispetto, questa sti- rilevato in questa esperienza moti- Dopo questa premessa torniamo ma. È una esperienza nuova. Non si vo di grande orgoglio e di riscatto all’intervento di Buzzati per il ca- sentono più soli e abbandonati. Dal sociale12. talogo della mostra di Verona del fluttuante e precipitoso mare in cui Tra gli autori delle opere della settembre 1957. Prima di scriverlo, a poco a poco andavano perdendosi, mostra veronese che sorpresero invitato da Noble conosciuto a Mi- si riagganciano alla ferma riva, vi si e citò Buzzati, c’era anche Carlo lano negli anni dell’esperienza de Il aggrappano, può darsi che un giorno Zinelli (1916-1974), il cui caso è Giornale Lombardo, fu autorizzato riescano ad approdarvi, risanati». emblematico. dal direttore Trabucchi a visitare Lo scrittore coglie l’essenziale da Recluso nel manicomio veronese l’atelier costituito all’interno dell’O- questa visita, in un ambiente che non dagli anni ‘40 con una diagnosi di spedale psichiatrico veronese. gli era certo familiare e di cui non schizofrenia al ritorno dalla guerra Così Buzzati descrive la sala del aveva mai avuto esperienza. di Spagna dove aveva subito un laboratorio di arte terapia nel testo Appartenente a una famiglia be- evento traumatizzante, dopo anni di del catalogo della mostra in prece- nestante dell’alta borghesia milanese assoluto isolamento nella struttura denza citato: di origini bellunesi, anche in Dino egli avviò, proprio grazie a questa «Nello stanzone c’è una grande Buzzati, in realtà, non è difficile esperienza ideata da Noble, una quiete. Laggiù in fondo, tre o quat- cogliere dalle sue note autobiogra- produttiva attività di artista che gli tro vecchietti stanno facendo senza fiche, dalle interviste e dalle opere permise di dedicarsi per il resto della fretta dei lavori in vimini. Ma questi, letterarie e pittoriche, una persona- vita a disegno, pittura e scultura, par- oggi, non ci interessano. Osserviamo lità ossessiva e multifobica, la soffe- tecipando in seguito a molte mostre piuttosto gli altri, una dozzina, uomi- renza per un rapporto squilibrato e avendone diversi riconoscimenti 40
per i suoi originali lavori. Di Zinelli scrive Buzzati: «Più sconcertanti – e pervase da alcunché di ossessivo – sono le stupefacenti tavole che Carlo riempie, miniando con un pennelli- no, di una miriade di piccole figure: uomini, donne, soldati, uccelli, mo- stri, leoni, gatti, treni, giostre, case, automobili, cannoni, aeroplani, carri armati; con una vertiginosa fantasia di architetture, di stilizzazione e di particolari. Vengono in mente cer- te iscrizioni rupestri preistoriche, certi vasi micenei, certi bassorilievi egiziani, certi disegni di Picasso: vengono in mente, ma in fondo non Dino Buzzati - La bocca. hanno niente a che fare. È un mondo inesauribile che si riversa fuori da una valutazione di molta pittura e sociale dal quale distinguersi: i matti quell’ometto mite e solitario, co- scultura moderna». non sono dei malati come chi è af- prendo lentamente fogli su fogli. Ma E conclude: «È evidente che in fetto da qualsivoglia patologia, ma di Carlo Noble apprezza ancor di più questo genere d’arte gran parte del- sono un pericolo, creano pubblico le sculture; quasi tutte teste umane, la tradizione scolastica è superflua. scandalo, verso di loro si può avere spesso deformate in geniali e impres- Che l’intuizione e la l’invenzione solo una qualche benevolenza. sionanti soluzioni plastiche. Il perché hanno una parte preponderante. Nel 1961, per la regia di Giorgio di quanto fa, l’autore purtroppo non E che, appunto per questa estrema Ponti, fotografia di Mario Vulpiani lo sa spiegare. Interrogato risponde libertà e scarsezza di punti d’ap- e musica di Giovanni Fusco, la pro- sorridendo bonariamente, con uno poggio, è molto più facile fare delle duzione di Corona cinematografica, stillicidio fatto di vocaboli ermetici, cose vuote, stupide e inutili. In una in collaborazione con la Mostra inventati da lui che si aggrovigliano parola: si comprende il genio molto internazionale della Sanità e sotto l’uno nell’altro». più di prima. Ma è proprio questo il il patrocinio della Lega italiana di Buzzati arriva verso la fine della motivo per cui le pitture e le sculture igiene e profilassi mentale, fu girato sua presentazione sul catalogo al presentate in questa mostra hanno il documentario "La ripetizione" (di punto della questione che più lo diritto di cittadinanza artistica.» 10 min., a colori) riguardante l’espe- coinvolge personalmente in quan- Un ragionamento che evidenzia rienza di arte terapia dei manicomi to pittore e intellettuale «...l’arte l’incapacità dello scrittore di apprez- di Imola e Verona. astratta, quella degna di essere presa zare le espressioni e le correnti arti- Fu ancora Dino Buzzati l’autore sul serio, tende a una tale sintesi e stiche a lui contemporanee, e dalle del testo esplicativo delle immagini semplicità di espressione che anche quali il gusto del suo stile pittorico che scorrevano, letto dall’attore un malato di mente possa in certi casi si distingueva decisamente, ma forse Arnoldo Foà. Dopo aver affermato realizzare; anzi, non potrebbero al- anche l’incapacità di comprendere che dai quadri si possono ipotizzare cune anormalità psichiche in uomini come nel mondo dell’arte si pote- diagnosi e prognosi, e dopo aver naturalmente dotati, favorire certe vano esprimere con buoni risultati osservato come l'atto del dipingere balenanti intuizioni? tutti coloro che avevano delle qualità possa rappresentare per il malato Chi scrive è tutt’altro che un creative, al di là della frequenza di una forma di liberazione, la voce maniaco delle più audaci e sfatte formali corsi accademici. di commento passa in rassegna al- forme d’arte moderna. Ma confesso Ma perchè, a giudizio di Buzzati, cuni casi specifici, mentre vengono che quanto ho visto all’Ospedale i protagonisti della mostra di Verona ripresi dalla videocamera i dipinti psichiatrico di Verona mi sembra sono dei veri artisti? Perché essi eser- corrispondenti. Si tratta del primo una fortissima pezza d’appoggio citano un’arte, l’astrattismo, che per documento cinematografico di pro- in favore della legittimità e della lui non è vera arte, ma è l’arte rico- mozione dell’arte terapia girato nei sincerità dell’astrattismo. L’arte nosciuta e apprezzata a quel tempo. manicomi in Italia13. consapevole coincide con l’arte E per questo s’immagina che le loro L’esperienza veronese insinuò inconsapevole. L’artificio uscito da opere possano anche avere successo. in Buzzati l’interesse e la curiosità un lungo travaglio culturale, coin- Traspare da questi commenti fi- verso i lavori di questi insoliti pittori cide con la spontanea natura. Mi nali anche quel pregiudizio, comune e scultori ma sarà la successiva visita pare insomma, che nel suo piccolo, nella società di allora e purtroppo alla "Mostra internazionale dell’e- questa mostra veronese, potrebbe ancora radicato oggi, di considerare spressione psicopatologica", tenuta a avere una notevole importanza per la malattia psichiatrica uno stigma palazzo Reale a Milano dal 15 al 30 41
aprile 196414, a fornirgli lo spunto per manicomio provinciale, dove se ne per un soggetto ricorrente nella sua persero le tracce.» arte pittorica: la bocca delle donne. A parte il gioco letterario che indi- Lo dichiara lui stesso nel catalogo ca la presenza di un manicomio nella della mostra "Dino Buzzati pittore" provincia di Belluno già nel 187117 in tenuta presso la Galleria Gian Fer- realtà formalmente istituito a Feltre rari di Milano dal 14 al 26 maggio (BL) dopo un lungo e aspro dibattito 196615. Nella descrizione delle sue politico nel 191118, Buzzati evidenzia opere esposte nell’occasione, alla n. giustamente quanto effettivamente 18 scrive: accadeva in questi istituti ed era «Alla mostra dei pazzi che di- universalmente noto: le persone una pingono, al Palazzo Reale, vidi una volta internate molte volte sparivano bocca che riempiva tutto un quadro. dalla memoria della comunità locale Pensai: una idea buona. Vale la pena e della famiglia per tutta la durata di sfruttarla; tanto, quello là è un della loro restante vita. pazzo chiuso in manicomio, mai mi E se ne perdevano sul serio le darà querela per plagio». tracce. Nella pagina accanto allo scritto G.G. c’è infatti l’immagine del primo di quella che sarà successivamente una lunga serie di dipinti buzzatiani dal Dino Buzzati - Le formiche mentali. Note medesimo soggetto, intitolato «La 1 Il catalogo di cui si tratta: Sono veri bocca». di pesce? Come mai non ti sei inse- artisti, presentazione di DINO BUZ- Quindi la descrizione citata non rito? Oppure: a noi formiche, vuoi ZATI, Verona, Ospedale psichiatri- è una semplice invenzione letteraria bene? Guai se non ti sottometti al co provinciale, 1957, p. 8. L’originale alla quale ha abituato il lettore, Buz- nostro amore. Finché una sera, chiesi è oggi una rarità bibliografica che zati è effettivamente stato colpito aiuto alla Santa. La quale venne e risulta in possesso di due bibliote- dall’idea artistica di quell’anonimo batté le mani dicendo: orsù, saccenti che della rete del Servizio Bibliote- alienato. Idea che gli ha fornito animaletti, lasciatelo in pace. Così cario Nazionale. La Biblioteca civi- una possibile identificazione e la fu, per grazia dell’Onnipotente. Da ca di Belluno ne ha acquisito una modalità per esprimere, tramite allora potei accudire serenamente al copia fotostatica a completamento questi dipinti, una rappresentazione mio lavoro, alla famiglia, al culto di del fondo delle prime edizioni di delle sue perversioni e fobie sessuali, Dio. Longarone 1871.» Dino Buzzati ivi conservato. nell’ambito della sua personale visio- Buzzati presenta sapientemente 2 Cherubino Trabucchi fu diretto- ne dell’universo femminile. quanto precisato nell’ex-voto, con re del Manicomio provinciale di Senza scomodare i noti riferi- un’illustrazione che riproduce una Verona dal 1947 al 1974. Per ulte- menti buzzatiani al mistero, alla testa di uomo in sezione, nel cer- riori approfondimenti: Cherubino paura della malattia e della morte, vello della quale si vede una lunga Trabucchi e l’ospedale psichiatrico all’angoscia, agli incubi diurni e serie di formiche che si annidano e di Verona. Un percorso verso la me- notturni, ai mostri animali e umani, vi camminano con l’immagine della dicina della persona, di LUIGI TRA- alla pericolosità degli eventi naturali santa (dell’impossibile) che intervie- BUCCHI, Sommacampagna, Cierre, ecc… presenti in gran parte dei suoi ne per la salvezza del malcapitato 2016, 120 p. libri e dei suoi racconti, c’è un altro protagonista. 3 A questo proposito nei Diari inedi- momento, tra i più fantasiosi dell’o- Segue la consueta brillante narra- ti di Beniamino Dal Fabbro (Bellu- pera pittorica e letteraria dello scrit- zione dell’evento data dallo scrittore: no 1910 – Milano 1989) conservati tore, questa volta di precisa identità «Pare che effettivamente a Longa- nella Biblioteca civica di Belluno, si bellunese, che è riferito direttamente rone e nella Valle di Zoldo, nell’anno legge questa annotazione scritta da alla malattia mentale. 1871, ci sia stata una breve invasione Dal Fabbro il 28 gennaio 1972 gior- Si tratta del miracolo di S. Rita di formiche mentali, provenienti, no della morte di Dino Buzzati: «... denominato Le formiche mentali, a quanto risulta, dalla regione dei Buzzati venne da me a Belluno, cre- contenuto nel libro "I miracoli di Balcani. Piccolissime, quasi imper- do nel 1943, dopo una lettera in cui, Valmorel", la cui edizione nel 2021 cettibili allo stato normale, cresce- dandomi del voi, m’aveva ringra- compie cinquant’anni16: vano a dismisura una volta installate ziato per la recensione dei Sette «Io Angelo Dal Pont, tipografo, nelle circonvoluzioni cerebrali, che messaggeri. Mi chiese consiglio se da Polpet, ero seriamente disturbato gli insetti raggiungevano introdu- dovesse continuare la collabora- dalle formiche mentali. Le quali mi cendosi dalle orecchie. Le vittime, zione con il Corriere della sera re- dicevano: lo sai che esisti? O, se esi- comunque, furono assai limitate. pubblichino: gli dissi di no, no, ma sti, esisti male? Perché mangi carne Esse vennero via via trasferite al lui continuò a fare fino all’ultimo il 42
“pastone” di prima pagina sulla bat- 8 Basti leggere gli art. 2, 3, 4, 13 e 32 provocatoriamente gli chiesero: «E taglia di Normandia...». Riguardo della Costituzione della Repubblica allora noi chi siamo?» «Dei medio- alla storia della stampa italiana in italiana. cri» rispose Noble. Una risposta questo periodo: Specchi infiniti. Sto- 9 Liberi tutti, VALERIA BABINI, Bo- che è un manifesto contro la bana- ria dei media in Italia dal dopoguerra logna, il Mulino, 2009, pp. 165-166. lità dello stigma in arte.» Sempre a oggi, ANDREA SANGIOVANNI, 10 Jean Dubuffet (1901-1985) è sta- tratto da DANIELA ROSI in Una Roma, Donzelli, 2021, pp. 9-46. to un pittore e scultore francese, strenua passione: l’arte necessaria di 4 Giulia Maria Crespi (1923-2020) fondatore insieme a André Breton Dario Righetti. gestì la proprietà de "Il Corriere del movimento artistico de la Com- 13 Liberi tutti, pp. 168-169. Ringrazio della Sera" e fu successivamen- pagnie de l’Art brut. Autorevole Claudia Giordani per avermi dato te fondatrice del FAI Fondo per membro della ‘Patafisica, come lo tutte le informazioni necessarie sul l’Ambiente Italiano. fu lo scrittore bellunese. Beniamino documentario conservato presso gli 5 Scrive Vittorino Andreoli (nato nel Dal Fabbro. Dubuffet e Dal Fab- archivi della Cineteca di Bologna. 1940 e Primario di Psichiatria a Ve- bro pubblicarono Esperienze musi- 14 Arte e follia : mostra internaziona- rona dal 1972 al 1999) allora giova- cali di Jean Dubuffet, BENIAMINO le dell‘espressione psicopatologica, ne studente di medicina, nel saggio DAL FABBRO, Venezia, Edizioni Milano, Palazzo Reale, 15/30 aprile Verona, 1959, pp. 65-69, riferendosi del cavallino, 1962, 43 p. Diversa- 1964, Milano, Stabilimento grafico a Noble «Michael beveva in alcune mente da Noble, Dubuffet riteneva Tamburini, 1964, 11 c., 19 c. di tav. circostanze veramente troppo… che le opere dell’Art brut (brut nel 15 Dino Buzzati pittore: dal 14 al 26 per i sintomi che l’abuso di whisky senso di non culturel) non doves- maggio 1966, Galleria Gian Ferra- produceva, arrivava di tanto in tan- sero partecipare alla esposizioni di ri, Milano: Galleria Gian Ferrari, to in manicomio per essere curato arte tradizionali, mentre in questo 1966, c. 6. dal direttore: Cherubino Trabucchi. Noble fu veramente rivoluzionario 16 I miracoli di Valmorel, DINO L’arrivo di Noble era un evento per ritenendo ingiusto creare alcuna di- BUZZATI, Milano, Garzanti, 1971, tutto il manicomio. Una specie di stinzione tra i partecipanti, se non p. 50. miracolo. Il manicomio è sempre dettata dal valore artistico dei lavo- 17 In realtà in quegli anni erano pre- stato per i matti poveri. Per i nessu- ri presentati. senti in Provincia di Belluno tre se- no. Michael giungeva accompagna- 11 Sempre nei Diari inediti di Be- zioni ospedaliere di carattere locale to dalla contessa su una bellissima niamino Dal Fabbro lo scrittore an- per i cosiddetti alienati a Belluno, macchina, forse una Roll Royce e nota il 28 gennaio 1972: «La madre Feltre e Ponte nelle Alpi, mentre i il manicomio si animava tanto da tenne lui e il fratello Adriano vestiti casi più gravi venivano destinati ai sembrare impazzito. Veniva accol- da bambine fino ai 10 anni: col ri- manicomi centrali siti sulle isole di to in una stanza dell’Osservazione sultato che Adriano Buzzati-Traver- S. Servolo e di S. Clemente di Ve- che, a Verona, era particolarmente so è tuttora detto Cicci e che Dino, nezia. A questo proposito il nonno attenta alla privacy, perché ospita- rimasto nel limbo sessuale sino ai di Dino Buzzati, Augusto Buzzati, va con una certa frequenza qualche 50 anni, a tale età scoperse le ragaz- dal 1879 al 1888 fu membro della vescovo o qualche insigne canoni- zine e fece a tempo a se masoquiser, Giunta del Consiglio di Ammini- co» in John Phillips fotografo, Mi- lo attestano alcuni suoi libri, la sua strazione di quei manicomi centrali lano, Silvana, 2010, 143 p. vena grafico-pittorica e una impo- (ricoprendone per 8 anni la carica 6 Liberi tutti, VALERIA BABINI, Bo- nente collezione di libri pornografi- di presidente), come testimoniato logna, il Mulino, 2009, pp. 167-169. ci». Per approfondimenti sulla per- anche dai manoscritti conservati Il nome di Villa Idania fu una scelta sonalità di Buzzati e le sue relazioni presso la Biblioteca civica di Bel- dei coniugi Noble. Si tratta del ri- familiari si legga, senza sentimenta- luno, Regolamento per l’attivazione sultato dell’associazione del nome lismi e pregiudizi, Dino Buzzati: un degli Statuti organici dei centrali ma- della moglie e le parole inglesi and autoritratto: dialoghi con Yves Pana- nicomi di S. Clemente e S. Servolo i: Ida e io. fieu, luglio-settembre 1971, Milano, approvato dal reale decreto 19 marzo 7 Franco Basagalia (1924-1980), Mondadori, 1973, 254 p. 1874; e dalla Lettera di invito [de- neurologo, esponente della psichia- 12 Così scrive DANIELA ROSI in stinatario Augusto Buzzati], di M. tra fenomenologica, studioso, divul- Una strenua passione: l’arte necessa- Giulio Balbi Valier e Giovanni Pau- gatore e rivoluzionario innovatore ria di Dario Righetti, curatrice della lovich, Ms. 977. della materia. Grazie alla spinta mostra Pharmacon i serpenti di 18 Per una prima storia del Manico- data da lui e da tutti gli psichiatri Dario Righetti, Bergamo, Centro mio provinciale di Feltre (BL): GIO- che si adoperarono allora per un culturale San Bartolomeo, 26 set- VANNI GRAZIOLI, Il Manicomio cambiamento della cura e delle tembre–11 ottobre 2015: «È nota provinciale di Feltre (1775-1978): condizioni di vita dei malati di men- la risposta che Noble diede agli ar- follia, controllo sociale e impresa in te, il Parlamento approvò la Legge tisti veronesi quando, letto il titolo Archivio storico di Belluno Feltre e 180/78 e l’Italia fu la prima nazione del catalogo della mostra Sono dei Cadore, anno 91, n. 366-367 (gen.- al mondo ad abolire i manicomi. veri artisti, scritto da Dino Buzzati, dic. 2020), pp. 67-80. 43
Puoi anche leggere