Dicembre - Dicember - Dezembro - Pensionati Italiani

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Dicembre – Dicember - Dezembro
                                                                                     2 0 2 2

            LA RICETTA DEGLI ASTRI, Redazione
      PANETTONE: dolce da fare per le feste natalizie, dato che non è
tanto economico.
Mettere a lievitare gr. 50 di lievito di pane, che vi procurerete da un for-
naio, in una terrina con un pò di farina, avendo sciolto il lievito con poca acqua
tiepida. Al mattino seguente pesate mezzo chilogrammo di farina, mettetevi
nel mezzo il lievito preparato e una presina di sale. Versatevi poi gr. 125 di
burro fuso, 125 gr. di zucchero, quattro tuorli d’ uovo e un uovo intero, un
pugno di uva passolina e delle scorzette candite tagliate a dadi. Lavorate a
lungo, formando una pasta dura ed asciutta. Fate riposare un’ ora in luogo cal-
do, poi arrotondate una palla che metterete in una teglia su carta imburrata e infarinata. Met-
tete ancora a lievitare per circa sei ore, e fate sul panettone un leggero taglio in croce, spolve-
randolo di zucchero e ungendolo di burro. Fate cuocere al forno il panettone, con fuoco vivo. Si
previene però che questo squisita prodotto della pasticceria milanese non sempre riesce bene in
casa, a cagione del lievito e della cottura.

 https://www.pensionatiitaliani.it/2016/01/antipasti-primi-piatti-e-secondi-piatti/

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FUMO DA SIGARETTA: è possibile liberarsi dalla schiavitù del tabacco??
                Nel caso abbiate perso alcuni numeri, cercateli a questo link:
              https://www.pensionatiitaliani.it/2021/09/fumo-da-sigaretta-5/

   Dal 23 Novembre al 21 Dicembre circa e’: SAGITTARIO/Arcitennes
      Di consuetudine, il vostro vizio è in stretto rapporto con un lavoro che vi costringe per ore
all’ immobilità. Ma siete talmente ottimisti per natura che non pensate lontanamente ai danni che
può causarvi il tabacco. L’ innato spirito filosofico, un pizzico di fatalismo e la totale, immensa
fiducia nella vostra buona stella che è Giove, vi rendono sicuri di riuscire a cavarvela in tutte le
peggiori situazioni. Questi tratti di carattere non vi impediscono di essere realisti. Come quan-
do, un bel giorno, vi accorgerete di essere a corto di fiato correndo a prendere l’ autobus o sa-
lendo le scale. Sarà quello il momento in cui potrete decidere d dire radicalmente basta al fumo.
  Una volta presa una risoluzione capitale, non tornate mai indietro. Perché appartenete si ad un
segno mutevole, ma anche all’ elemento Fuoco, quindi non mancate di buona volontà. Questa virtù,
unita ad una sana ostinazione, si rivelerà preziosa per arrivare in breve tempo a ciò che vi pre-
figgete. Nello scegliere la via della libertà, della disintossicazione, non avrete esitazioni. Il ta-
bagismo vi condiziona fisicamente più di altri segni zodiacali. Poiché amate l' esercizio fisico, vi
rendete conto senza difficoltà che la droga non è assolutamente compatibile con un’ attività
sportiva o comunque dinamica. Cominciate un giovedì a seguire, con l’ innato entusiasmo, il meto-
do progressivo. Se vi sentite nervosi, fate dello sport e soprattutto esercizi yoga. Bevete ab-
bondanti spremute fresche di agrumi.
      Il tuo profumo suggerita dalle stelle: La ruota della Vita: “Tra mito, storia e Astrolo-
gia”,                            pagina                           68,                           link:
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                  MALATTIE E GUARIGIONE DAL PUNTO DI VISTA
                  DELLE ASCENDENZE DELL’ UNIVERSO SULL’ UOMO
SAGITTARIO Le malattie caratteristiche sono i reumatismi, la sciatica e i mali alle anche.
I nati di Sagittario sono molto influenzabili e possono cadere vittime di ciarlatani.
Il terapeuta non incontrerà molta difficoltà nel propinare loro delle cure perché sono persone
disposte a cooperare. Sarebbe da evitare che queste persone coltivassero amicizie con persone
pessimiste.
CAPRICORNO Problemi articoli, specie alle ginocchia, decalcificazione e deformazione dello
scheletro, malattie della pelle e dei capelli.
  Queste persone non soccombono facilmente alla malattia perché sono abbastanza resistenti.
Quando questa arriva ci pensano molto prima di andare dal medico e detestano chiedere aiuto.
Soffrono in silenzio per lungo tempo prima di decidere di farsi visitare. Hanno tendenza a consi-
derare la sofferenza come una inesorabile fatalità e questo loro modo di fare costituisce un
ostacolo che ritarda il processo di guarigione.

Riccardo FERRARI
Cari Amici, Cari Simpatizzanti,
   Da qualche mese il mio libro "La Ruota della Vita, tra Mito, Storia e Astrologia" è appro-
dato su Amazon. Siete già in tanti ad averlo scaricato in formato Kindle, anche se la sensazione
di un libro stampato ha sempre il suo fascino. E Voi cosa preferite, carta o digitale? Vorrei in-
nanzi tutto chiarire che questo testo non è una guida per l’ interpretazione del Tema Natale.
Il              libro             potete               scaricarlo              qui
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Ricardo Ferrari
Caros amigos, caros simpatizantes,
alguns meses meu livro "A Roda da Vida, entre Mito, História e Astrologia" chegou à Amazon.
Já são muitos os que baixaram no formato Kindle, mesmo que a sensação de um livro impresso
sempre tenha seu charme. E o que você prefere, papel ou digital? Em primeiro lugar, gostaria de
esclarecer que este texto não é um guia para a interpretação do mapa natal. O livro pode ser
baixado                                                                                    aqui
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                        NATALE: UNA FESTA ASTROLOGICA
      Bello il Natale, festa cristiana straordinaria in cui, ogni 25 dicembre, si celebra la nascita
di Gesù. Sembra però, secondo una documentata e rigorosa ricerca storica, che Gesù non sia na-
to il 25 dicembre dell’ anno 0 ma il 22 agosto del 7 a.C.
   Potrebbe sembrare una profanazione, ma chi la considerasse tale dimenticherebbe che, men-
tre la fede opera con i simboli del sacro, è compito della storia ricostruire il contesto profano, i
fatti e gli accadimenti che avvennero in quella remota epoca. I dati sono stati ricavati non dai
Vangeli ma anche dalle cronache del tempo. Basta mettere a confronto il Vangelo di Luca con
quello di Matteo circa il famoso censimento.
L’ ipotesi di Joan Addey, per la quale Gesù non poteva essere nato dopo la morte di Erode, è sta-
ta convalidata dal ritrovamento, avvenuti nel 1947, dai rotoli del Mar Morto.
Dai frammento di questo reperto archeologico di incomparabile importanza sono emerse prezio-
sissime informazioni che, tra
l’ altro, si riferiscono agli Esseni, al ruolo che l’ Astrologia ebbe in questa setta e, cosa ancora
                                                più straordinaria, alla struttura del tema natale di
                                                Gesù Cristo.
                                                  Non è senza emozione e con grande umiltà che gli
                                                studiosi si sono avvicinati al tema natale di Cristo,
                                                trovando nella sua esplicazione dei valori complessivi
                                                e integrativi: l’ universale, il particolare, il mistico, il
                                                pragmatico, il trascendente e il contingente, la su-
                                                blimazione e il servizio.
                                                  Certo, forse siamo ancora in pochi a conoscere
                                                che il Natale soprattutto una festa Astrologica per-
                                                ché, come festa che festeggia la nascita di Gesù,
                                                essa fu proclamata dalla Chiesa prima del IV secolo
                                                d.C. In effetti il 25 dicembre segna l’ ingresso del
                                                Sole nel segno del Capricorno, periodo in cui la Luce
                                                ha vittoria sulle tenebre, e Gesù nacque al mondo
per essere portatore di Luce: sicuramente l’ adattamento non fu mai cosi pertinente.
   Non bisogna però nemmeno dimenticare che fu anche una contromisura ai Saturnali.
Queste erano feste che ricordavano la luce che rinasceva proprio in quel periodo dell’ anno. Tali
feste, ancora molto in auge a Roma, erano caratterizzate da sfrenate orge dove, per festeggia-
re l’ ingresso del Sole nel Capricorno, la gente si riversava nelle piazze e nelle strade facendole
diventare teatri di abbondanti libagioni, di danze e vari amplessi fuori dall’ ambito della famiglia.
Nell’ occasione di queste feste venivano distribuiti i famosi “fescennini”, paragonabili ai nostri
porno-fumetti, che esprimevano con immagine esplicite vari forme di accoppiamento.
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Sia gli uomini che alle donne era concessa la più ampia libertà sessuale, di solito appannaggio di
un rango sociale elevato. Sembra che l’ attaccamento a queste feste fosse talmente forte che
non bastò. Per farle cessare, nemmeno l’ editto di Costantino che legalizzava la religione Cristia-
na. Fu cosi necessario intervenire di nuovo e, poiché nel frattempo la Chiesa era diventata un
potere politico, i Saturnali venero proibiti e venne inserita, al loro posto, la festa della nascita di
Gesù: il Natale. Non c’ è da meravigliarsi: il potere religioso ha sempre prevaricato e controllato
ogni situazione esclusiva in suo favore e poi, ricordiamo che il Vaticano si chiama così perché in
tale luogo si praticavano, dalla più lontana antichità, i vaticini. Praticamente tutti i templi delle
antiche divinità “in illo tempore” furono trasformati in chiese cristiane e, infatti, non di rado in
parecchie di essere si scorgono ancora oggi antiche immagini pagane.
  Una testimonianza importante la troviamo a Roma nella Basilica di San Clemente. Questa Chie-
sa presenta prove lapalissiane di essere state edificata su di un tempio risalente ai primi secoli
dell’ impero dedicato al “Sol Invictus”, il dio solare Mitra detto “Luce del mondo”, i vari templi
del quale vennero offuscati soltanto all’ inizio del IV secolo con il trionfo del Cristianesimo. La
basilica fu edificata due volte, dopo un sonno secolare durante il quale si era perduta la memoria
delle antiche struttura sotterranee. Solo nel 1857, su iniziativa del Priore di San Clemente, pa-
dre Joseph Mulloooly, furono avviati i lavori di scavo sotto il tempio attuale e, in quell’ occasione,
furono scoperti non soltanto la basilica ordinaria del IV secolo ma anche, a un livello inferiore,
gli splendidi resti del Mitreo, risalenti al II secolo della nostra era.
Successivamente, in occasione di altri scavi eseguiti per la ricostruzione di un canale di scolo tra
San Clemente e il Colosseo, questi rivelarono che al di sotto del terzo strato, ce ne era addirit-
tura un altro, cui appartenevano costruzioni distrutte nell’ incendio di Nerone del 64 d. C.
  E’ proprio su una parte di questo quarto strato che, nel IV secolo, fu edificata la prima Chiesa
dedicata a papa Clemente, un edificio rettangolare composto dalla navata centrale e da navate
laterali proprio come oggi le vediamo.
Fino al 395, anno in cui la religione di Mitra fu dichiarata illegale, l’ antico culto del dio della
fertilità, veniva esercitato nella vicina “Insula” in mattoni. Dopo tale data il terreno fu acquista-
to dal Clero di San Clemente che aggiunse alla Chiesa rettangolare l’ abside, proiettandola al di
sopra del vestibolo di Mitreo, mentre il resto dell’ 0pera fu interrato. In questo stato la Basilica
giunse fino all’ inizio del XII secolo, quando si scopri che era pericolante e doveva essere abban-
donata. Ma il titolare di San Clemente, il cardinale Anastasio, non volle arrendersi e fece riempi-
re di pietrame la Chiesa del IV secolo, fino alla sommità delle colonne che delimitavano le tre
navate e su queste fondamenta fu eretta una nuova Basilica, simile alla prima anche se più picco-
la: è la Basilica come appare oggi.
  Se dalla Basilica si scende nelle profondità sotterranee del Mitreo, la suggestione del luogo è
intatta. Il primo lieve rumore che cattura l’ attenzione è quello di un remoto scrocio di acque;
seguendo quel rumore si giunge ad una sala spoglia, umida e semibuia e si ha la netta sensazione
di essere fuori dal tempo: è uno spazio che ha conservato inalterata la sua sacralità e, in esso, si
avverte un particolare campo energetico, quello di Madre Terra.
Simili sensazioni si possono provare anche per Chartres, Amiens, Reims e tutte le cattedrali del-
la Francia Nord-Occidentali, ma anche in qualsiasi altra località del mondo dove gli antichi templi
ci parlano di ancestrali e misteriosi riti.
                                                    Riccardo Ferrari - Direttore della Comunicazione

          SPECIALE NATALE: UN MINUTO PER GLI ALTRI – Redazione
NONNI: chi li ha con sé durante le feste ha un solo dovere: coccolarli anche più del solito.
Sopportate, dunque, le loro piccole manie, le idee fisse e orientateli, piuttosto, sul racconto di

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una serie di “amarcord” che si rivelerà inarrestabile. Ai bambini farà bene scoprire come si vive-
va a Natale tanti, tanti anni fa.
OSPITI Se avete un cuore gentile, perché non date libero sfogo, soprattutto in questo periodo
dell’ anno, alle vostre inclinazioni filantrope? Chi poi ha il problema per il cenone, di aggirare l’
handicap del “tredicesimo a tavola”, programmi uno-due-caperti in più, assolutamente inusuali.
Potrebbe invitare, per esempio, la conoscente o la collega d’ ufficio appena piantata dal suo com-
pagno. Apprezzerà l’ invito e . . . da cosa nasce cosa. Oppure convochi a mensa il signore del
quarto piano che quest’ anno è solo o che non avrebbe nemmeno voglia di recarsi al ristorante
sotto casa per sentirsi un po’ più in compagnia.
PARENTI ANTIPATICI: proprio per le feste hanno il dono (si fa per dire) di “rifarsi vivi”. Le
strategie più giuste per affrontare la situazione sono due: cercate di concentrarli tutti nella
stessa cena e . . . togliersi il pensiero. Oppure filarsela. Un elegante èscamotage può essere
quello di incidere sulla segreteria telefonica il seguente messaggio: “ Giuseppe e Maria Rossi so-
no partiti per una settimana di sci . . . (Indicare la località più  del momento). Ricambiamo di
cuore, ai cari parenti che telefonano, gli auguri, e danno loro appuntamento per un saluto te-
lefonico immediatamente dopo le feste . . . “
TREDICESIMA C’ è chi la riceve intera, chi la conserva, chi la sperpera tutta: il galateo vor-
rebbe che la si spendesse, senza alcuna ostentazione. Un consiglio: quest’ anno non investitela in
BOT ma conservatela per le utenze
REGALI Giusto. In tema di regali, la raccomandazione più ovvia è di non dimenticare nessuno,
proprio nessuno, e di adeguarli alle aspettative del destinatario, ma senza indulgere a pericolose
megalomanie. I regali natalizi si dividono in varie categorie: il regalo d’ affetto, quello di conve-
nienza (Per il quale non è assolutamente ammesso riciclare i propri doni graditi), quello “per gra-
zia ricevuta", e altri ancora. Esiste poi, purtroppo, la tradizionale suddivisione fra regali fra si-
tuazioni sentimentali regolari (la borsetta, la cravatta, il frullatore, l’ inutile libro d’ arte, il gilet
. . . ) e regali per situazioni sentimentali – come dire? – extra (la collana milionaria, la pelliccia
super, il diamante fine-del mondo e così via). Sarebbe molto carini che quest’ anno, se non altro
per una “verifica” dei sentimenti, i mariti con tendenza all’ evasione sentimentale invertissero le
parti. Un consiglio sottovoce a chi fa regali “importanti” . . . fuori del seminato: evitare di ser-
virsi, per il pagamento della carta di credito. Sugli incidenti che possono derivare da questa “di-
strazione”, basta vedere cosa accade nel film “Heartburn”
PRESEPE Non hanno nulla a che fare con le solite figure: qui san Giuseppe è un pacioso vec-
chietto e Maria ha i pomelli rosati; il bue sembra uscito da un carosello e i pastori hanno una
faccia, che da sola, rallegra. E poi, tutt’ intorno, un tripudio di fiori, di bacche, di foglie. Qua e là
una stella che sembra un bouquet o un pineto mignon. Insomma, quest’ anno, per Natale, come
avrete capito, abbiamo scelto un un presepe diverso, da appendere al muro. E’ povero, perché è
fatto di pane, ma ha tutto il profumo del lavoro dell’ uomo. Stara bene dovunque e ai bambini
piacerà soprattutto. Gesù, per quell’ aria che ha da vero neonato.
PANETTONE “Dulcis in fundo”, penserà qualcuno. In realtà c’ è mancato . . . il coraggio di
chiedere uno Speciale Natale senza parlare di “lui”, vecchio protagonista del grande cenone. E
abbiamo cercato di vedere che cosa, nel tempo, è cambiato. Che ne pensa la gente, cosa dice di
lui; se lo mangia, o lo assaggia soltanto; se l’ uvetta e i canditi son passati di moda. Perché un po’
stupisce che continui a piacere, e un po’ lo si apprezza perché si rinnova. E’ questo il PANETTO-
NE. Abbiamo scopeto una cosa interessante: che al natale, in fondo, crediamo un po’ tutti; qual-
cuno bofonchia, qualcun altro è ribelle, ma a fare dell’ altro ci si pensa solo domani. A conside-
rarlo come simbolo irrinunciabile del Natale sono oramai soltanto i nonni (gli unici a credere nelle
tradizioni che non muoiono) e i bambini, per i quali ogni occasione è buona pur di vedere compari-
re in tavola un dolce (anche se, oramai ne mangiano ogni giorno, a colazione, a merenda, e anche
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di più succulenti). Gli adulti, invece, lo acquistano e lo consumano, per Natale, con un misto di
compiacenza e di scaramanzia: perché si fa così da sempre, e, in fondo, rimane pure un piacere.
Ma rifiutano categoricamente (e già da tempo) di mangiarne a digiuno, il giorno di San Biagio,
notoriamente protettore di “Voce, gola e naso”. Questo non è più solo un giorno di festa, ma un
intero periodo, che può durare anche 20/25 giorni. Tutto dipende dallo status sociale di ciascu-
no: chi ha minori disponibilità economiche contrae il tutto in una serie di pranzi e cene; chi può,
prende tempo per vacanze e spostamenti. Di fronte a questo tipo di ricchezza natalizia, il panet-
tone è rimasto un prodotto povero, che sembra, adesso, privo di appeal gustativo.
E il suo ruolo si è ridotto all’ essenziale? “ La gente, cosi, invece di mangiarne, come una volta,
allegre e sostanziose “fettone”, oggi lo assaggia soltanto. E lui compare in tavola, quasi sempre
tagliato ancora dal capofamiglia, come simbolo più che come cibo. Negli anni ’30 si vendevano d’
abitudine panettoni da tre o cinque chili e non solo perché le famiglie, allora, erano più numerose.
“Una volta per gli immigrati che arrivavano a Milano, il panettone era uno status symbol”. “Met-
terlo in tavola significava essersi integrati in tutto e per tutto con la città. Oggi ognuno tanta,
invece, di recuperare le proprie origini, le proprie matrici culturali anche in campo alimentare e
per sentirsi milanese non punta certamente più sul panettone”.

                         I RE MAGI E LA STELLA – redazione
        La Bibbia dice che i re magi portarono in dono oro, incenso e mirra.
L’oro, nella tradizione, è sempre stato interpretato come un simbolo spirituale. Per esempio nel-
la leggenda dell’ ”Anello dei Nibelunghi”, da cui Wagner ha tratto un dramma lirico, le figlie del
Reno giocano nel loro elemento naturale, l’ acqua, che è illuminata dallo splendore dell’ oro. La
leggenda ci riporta al tempo in cui ”I bambini nella nebbia” vivevano nelle meravigliose condizioni
dell’ Atlantide primitivo, quando formavano una grande fratellanza ed erano innocenti come fan-
ciulli. Lo Spirito Universale non si era ancora diviso entrando nei corpi ormai separati, allora
l’oro, simbolo dello Spirito Universale, stava sulla roccia ed illuminava l’ intera umanità.
 Più tardi quando fu rubato e fuso in un anello dal nibelungo Alberigo (Che per possederlo, dovet-
te rinunciare all’ amore),l’ oro diventò il simbolo dell’ Ego isolato ed egoista, che vive nella no-
stra attuale epoca senza amore. In seguito l’ uomo, diventato saggio e dopo aver conosciuto i ma-
li generali dell’ egoismo, offre l’ Oro a Cristo, come simbolo del suo desiderio di ritornare allo
spirito dell’ amore universale.
    Il secondo dono, la mirra, una pianta aromatica molto rara che cresce in Arabia, è il simbolo
dell’ anima. Antiche leggende ci raccontano che i grandi santi emettevano un odore piacevole.
Non si tratta, come si potrebbe credere, di una favola, ma è un fatto certo che dai grandi santi
si sprigiona un profumo soave.
   L’ incenso è il terzo dono, è il simbolo del corpo fisico, reso eterico da una vita pura, poiché
l’ incenso è un’essenza materiale. Il ministro dell’ interno di Serbia, uno dei cospiratori del regi-
cidio dell’ 11 giugno 1903, ha scritto che nelle sue memorie che, quando i cospiratori bruciavano
l’ incenso mentre invitavano altre persone ad unirsi a loro, riuscivano immancabilmente a conqui-
starle alle loro cause.

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