DELIBERAZIONE DEL DIRETTORE GENERALE - N 38 DEL 14/01/2019 - Comitato Italiano Associazioni ...
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Delibera firmata digitalmente DELIBERAZIONE DEL DIRETTORE GENERALE N° 38 DEL 14/01/2019 Il Direttore Generale, Dott. Enrico Desideri su proposta della struttura aziendale STAFF DIREZIONE SANITARIA adotta la seguente deliberazione: OGGETTO: Reti Cliniche Integrate e Strutturate: Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale relativo alla Malattia di Parkinson Pagina 1 di 39
Delibera firmata digitalmente Responsabile della struttura proponente: Turillazzi Roberto Responsabile del procedimento: Turillazzi Roberto Il Dirigente e/o il Responsabile del Procedimento sottoscrive la proposta di delibera di pari oggetto con num. Provv. 45 Hash .pdf (SHA256): aad4e6553da0c04f2a556736aec191fd50fc2d1e4c9b8b91eebda62a76c2431b Hash .p7m (SHA256): 9dc5b67e35c1926daf039cfb41a20bec241dc507714c1b762108b18ae77ce614 Pagina 2 di 39
Delibera firmata digitalmente IL DIRETTORE DELLO STAFF DELLA DIREZIONE SANITARIA VISTO il decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 (Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell’articolo 1 della Legge23 ottobre 1992, n. 421); VISTE: - la legge regionale 24 febbraio 2005, n. 40 (Disciplina del servizio sanitario regionale); - la Deliberazione del Direttore Generale n. 872 del 22 luglio 2016 “Approvazione schema dello Statuto dell’Azienda USL Toscana Sud Est”; - la Deliberazione del Direttore Generale n. 873 del 22 luglio 2016 “Approvazione schema del Regolamento di Organizzazione dell’Azienda USL Toscana Sud Est”; - la Deliberazione del Direttore Generale n. 2 del 4 gennaio 2016 “Disposizioni iniziali del Direttore e conferma di attribuzione deleghe” con la quale sono stati confermati tutti gli incarichi in essere nelle tre Aziende Sanitarie soppresse dal 31 dicembre 2015 ed il relativo sistema di deleghe; RICHIAMATA la deliberazione del Direttore Generale n. 875 del 22 luglio 2016 “Prima applicazione regolamento aziendale di organizzazione: nomina incarichi sanitari apicali” con la quale al sottoscritto dirigente è stato conferito l’incarico di Direttore dello STAFF della Direzione Sanitaria; VISTA la Legge Regionale Toscana 28 dicembre 2015, n. 84 “Riordino dell'assetto istituzionale e organizzativo del sistema sanitario regionale. Modifiche alla L.R. 40/2005” con particolare riferimento alla disciplina regionale in materia di strumenti della programmazione sanitaria e sociale integrata nonché di concorso dei soggetti istituzionali; VISTA la Legge 8 novembre 2012, n. 189 nella quale si attribuisce alle Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) dei medici di Medicina Generale il livello di intervento di prossimità insostituibile e, grazie al raccordo funzionale con il team multiprofessionale (infermieri, assistenti sociali, ecc… ) di riferimento (UCCP), la facilitazione all’accesso a competenze multispecialistiche programmate e dedicate, superando i tempi di attesa e prenotazioni CUP aspecifiche, in una visione di presa in carico integrata che tiene conto delle peculiarità e degli aspetti sociali e assistenziali; VISTA l’intesa Stato Regioni 10 luglio 2014 che approva il patto della Salute 2014-2016 con particolare riferimento all’articolo 5 “Assistenza territoriale” che istituisce le UCCP e le AFT “quali forme organizzative della medicina convenzionata integrata con personale del SSN come previsto dal comma 2 della legge 189/2012, per l’erogazione delle cure primarie. Esse perseguono obiettivi di salute e di attività definiti dall’Azienda sanitaria e dal Distretto…”e che nei commi successi descrive le caratteristiche e i compiti delle AFT e degli operatori sanitari che ci lavorano; VISTO il Piano Nazionale della Cronicità (Ministero della Salute-2016); Pagina 3 di 39
Delibera firmata digitalmente CONSIDERATO che Le malattie croniche nei Paesi occidentali rappresentano l’85% dei costi sanitari e che la prevalenza di tali patologie è in crescita in ragione dell’invecchiamento della popolazione assistita e della crescente esposizione a fattori di rischio ambientali e sociali; CONSIDERATO, inoltre, che nella Regione europea dell’Oms, le malattie croniche provocano circa l’86% delle morti determinano un aumento della cosiddetta «Medicina Difensiva»; DATO ATTO che tale situazione emergente richiede un nuovo approccio assistenziale i cui capisaldi sono costituiti da: a) piena valorizzazione della rete assistenziale, riorganizzando strutture e servizi disponibili e riqualificando la rete dei professionisti; b) maggiore flessibilità dei modelli organizzativi e operativi, che preveda una forte integrazione tra cure primarie e specialistiche e tra ospedale e territorio, con servizi strutturati e organizzati, reti specialistiche multidisciplinari, team professionali dedicati e modelli di integrazione socio-sanitaria; c) l’approccio integrato sin dalle fasi iniziali della presa in carico, con l’ingresso precoce nel percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale e nel percorso di welfare integrato al quale partecipano tutti gli attori coinvolti, con l’attivazione di setting diversi in funzione dal diverso grado di complessità assistenziale e delle necessità del paziente; d) stadiazione in base al grado di sviluppo della patologia e dei relativi bisogni socio-assistenziali, utilizzando PDTA e piani di cura personalizzati, monitorabili attraverso indicatori di processo e di esito multidimensionali e centrati sul paziente, gestiti con approccio proattivo; e) l’empowerment, l’ability to cope, ed il self-care, leve fondamentali per l’efficacia e l’efficienza del sistema con il contributo delle Associazioni e del volontariato attivo, attraverso programmi di educazione e comunicazione documentabili e monitorabili, nel presupposto che pazienti consapevoli ed esperti siano in grado di gestire la propria qualità di vita al massimo delle loro potenzialità; RILEVATA, pertanto la necessità di approntare uno studio nell’Azienda Toscana Sud Est che abbia come obiettivo generale quello di definire un modello di medicina proattiva per la gestione della cronicità complessità e fragilità in accordo con i principi dell'“Health population management” e delle indicazioni della Regione Toscana e del Piano Nazionale della Cronicità, in accordo e in collaborazione con l’AOUS; DATO ATTO che a tal uopo è necessario procedere attraverso: L’adozione di specifici PDTA (Percorsi Diagnostico Terapeutico Assistenziale) di Patologia, definiti ed approvati dalla maggior parte dei componenti i gruppi di lavoro aziendali opportunamente costituiti in Pagina 4 di 39
Delibera firmata digitalmente proposito, con il supporto del Direttore della rete ospedaliera, del dipartimento del Territorio, del Dipartimento della Medicina generale e del Dipartimento Infermieristico Ostetrico; RITENUTO OPPORTUNO, pertanto, di adottare i documenti allegati al presente atto quale parte integrante e sostanziale, come sotto specificati: Allegato A: “ Percorso reti cliniche integrate e strutturate: Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale relativo alla Malattia di Parkinson” ATTESTATA la legittimità e la regolarità formale e sostanziale della presente proposta; PROPONE AL DIRETTORE GENERALE DI ADOTTARE i documenti allegati al presente atto quale parte integrante e sostanziale, come sotto specificati: Allegato A: “ Percorso reti cliniche integrate e strutturate: Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale relativo alla Malattia di Parkinson” DI DARE ATTO che, ai sensi dell’art. 6 della L. 241/90 e s.m.i., il responsabile del procedimento è il Dr. Roberto Turillazzi, Direttore Staff Direzione Sanitaria IL DIRETTORE DELLO STAFF DELLA DIREZIONE SANITARIA Roberto Turillazzi Pagina 5 di 39
Delibera firmata digitalmente IL DIRETTORE GENERALE VISTO il decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 “Riordino della disciplina in materia sanitaria a norma dell’articolo 1 della legge 23 febbraio 1982 n. 421” ed in particolare gli articoli 3 e 3-bis che disciplinano la nomina dei Direttori Generali delle Aziende Usl, delle Aziende ospedaliere e degli Enti del SSR; VISTA la legge regionale 24 febbraio 2005, n. 40 “Disciplina del servizio sanitario regionale” ed in articolare l’articolo 37 che disciplina la nomina ed il rapporto di lavoro del Direttore Generale delle Aziende unità sanitarie locali e delle Aziende ospedaliero-universitarie; VISTA la Legge Regionale Toscana 28 dicembre 2015, n. 84 “Riordino dell'assetto istituzionale e organizzativo del sistema sanitario regionale. Modifiche alla l.r. 40/2005”, che introduce modifiche ed integrazioni alla Legge Regionale Toscana n. 40/2005, ed in particolare: - l'art. 83, comma 2 e 3, secondo cui “Le aziende USL 1 di Massa e Carrara, USL 2 di Lucca, USL 3 di Pistoia, USL 4 di Prato, USL 5 di Pisa, USL 6 di Livorno, USL 7 di Siena, USL 8 di Arezzo, USL 9 di Grosseto, USL 10 di Firenze, USL 11 di Empoli, USL 12 di Viareggio sono soppresse alla data del 31 dicembre 2015. Le aziende unità sanitarie locali di nuova istituzione, tra cui l'Azienda USL Toscana Sud Est, a decorrere dal 1 gennaio 2016, subentrano con successione a titolo universale in tutti i rapporti giuridici attivi e passivi delle aziende unità sanitarie locali soppresse, comprese nell'ambito territoriale di competenza”; VISTO il Decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 34 del 29 Febbraio 2016, con il quale Dr. Enrico Desideri è stato nominato Direttore Generale dell’Azienda Usl Toscana Sud Est, con decorrenza dal giorno 1 marzo 2016; LETTA E VALUTATA la sopra esposta proposta di deliberazione presentata dal Direttore dello Staff Direzione Sanitaria, avente ad oggetto: “Reti Cliniche Integrate e Strutturate: Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale relativo alla Malattia di Parkinson” PRESO ATTO dell’attestazione della legittimità, nonché della regolarità formale e sostanziale, espressa dal Dirigente che propone il presente atto; VISTO il parere favorevole del Direttore Amministrativo, del Direttore Sanitario e, per quanto di competenza, del Direttore dei Servizi Sociali; DELIBERA per quanto sopra premesso, da intendersi qui integralmente trascritto e riportato: 1. di far propria la proposta sopra esposta e di approvarla integralmente nei termini indicati e pertanto di: DI ADOTTARE l’Allegato A “ Percorso reti cliniche integrate e strutturate: Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale relativo alla Malattia di Parkinson”; Pagina 6 di 39
Delibera firmata digitalmente DI DARE ATTO che, ai sensi dell’art. 6 della L. 241/90 e s.m.i., il responsabile del procedimento è il dr. Roberto Turillazzi, Direttore Staff Direzione Sanitaria 2. di incaricare la U.O.C. Affari Generali : - di provvedere alla pubblicazione all’Albo on line, ai sensi dell'art. 32, comma 1, della legge n. 69/2009, consultabile sul sito WEB istituzionale; - di trasmettere il presente atto, contestualmente alla sua pubblicazione, al Collegio Sindacale, ai sensi dell’art. 42, comma 2, Legge regionale 24 febbraio 2005, n. 40 e s.m.i.. DI DARE ATTO altresì che la copia autografa dei PDTA come sopra specificati, è conservata agli atti della segreteria dell’Area Funzionale dipartimentale “Prendersi Cura”. Il Direttore Generale Enrico Desideri Pagina 7 di 39
PDTA INTERAZIENDALE AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Rev. n. 0 E AZIENDA USL TOSCANA SUD EST 26 /11/2018 Staff Cod. AOUS PI - 10 Cod. AUSL TSE PDI-PCU-001 Direzione Pag. 1 di 32 Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale Sanitaria - relativo alla Malattia di Parkinson AFD Prendersi Cura Revisione Data Causale 0 Prima stesura Luogo e modalità di conservazione: Responsabile: Roberto Turillazzi AFD Prendersi cura Il documento in originale è conservato presso: Segreterie delle Direzioni Sanitarie Fasi Funzioni Nome e Cognome Firma Data Dott.ssa Marcella Biagi Per il Gruppo di Redazione Prof. Simone Rossi Redazione (*) Direttore Staff Direzione Dott. Roberto Turillazzi Sanitaria AUSL TSE Direttore UOC Prof. Alessandro Rossi Neurologia- Neurofisiologia Clinica Università degli Studi di Siena -AOUS Direttore Rete Ospedaliera Dott.ssa Daniela Matarrese AUSL TSE Direttore Dipartimento del Dott.ssa Anna Canaccini Verifica Territorio AUSL TSE Direttore DipIO AUSL Dott. Lorenzo Baragatti TSE Dir. del Dip. Prof. Tecn. Dott.ssa Daniela Cardelli Sanitarie AUSL TSE Dir. del Dipartim. della Dott. Dario Grisillo Medicina Generale AUSL TSE Dir. UOSD PDTA e Reti Dott.ssa M. Giovanna Cliniche integrate e D’Amato strutturate AUSL TSE Pagina 8 di 39
PDTA INTERAZIENDALE AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Rev. n. 0 E AZIENDA USL TOSCANA SUD EST 26 /11/2018 Staff Cod. AOUS PI - 10 Cod. AUSL TSE PDI-PCU-001 Direzione Pag. 2 di 32 Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale Sanitaria - relativo alla Malattia di Parkinson AFD Prendersi Cura Responsabile A.F. Dott. R.oberto Marconi Neurologica AUSL TSE Direttore Dip. Cardio Dott. Leonardo Bolognese neuro vascolare AUSL TSE Direttore Sanitario AOUS Dott. Roberto Gusinu Approvazi one Direttore Sanitario AUSL Dr.ssa Simona Dei TSE Responsabile Accreditamento e qualità Dr.ssa M. Francesca De Marco dei percorsi assistenziali Emissione AOUS Direttore AFD Qualità e Dr. Roberto Monaco Rischio Clinico AUSL TSE Responsabile Accreditamento e qualità Dr.ssa M. Francesca De Marco dei percorsi assistenziali Controllo AOUS Direttore AFD Qualità e Rischio Clinico AUSL TSE Dr. Roberto Monaco (*) Gruppo di Redazione composto da: Dr.ssa Marcella Biagi – coordinatore GdL - Dirigente Riabilitazione - Dip. Tecnico Sanitario Angiolino Guerrini – Presidente Associazione Parkinson Siena (A.P.S.) Dr. Simone Gallerini - U.O.C Neurologia H Misericordia Grosseto Dr Piero Coleschi – U.O.C Neurologia H S. Donato Arezzo Dr. Nicola Lorenzetti - U.O.C. Recupero e Rieducazione Funzionale – Area Senese Dr.ssa Francesca Leoncini - inserire struttura appartenenza Dr. Marco Conti - Medico Medicina Generale Casa della Salute Castiglion Fiorentino Prof. Simone Rossi – UOC Neurologia e Neurofisiopatologia, AOU Senese Dr.ssa Alba Nocentini - Associazione Parkinson Arezzo Dr.ssa Cinzia Viti - Associazione Parkinson Aezzo Dr.ssa Carla Campolmi – Infermiere P.O. Di.P.I.O. La sua diffusione a tutte le strutture aziendali è assicurata mediante pubblicazione negli intranet; essa sarà inoltre distribuita alla seguente lista di strutture AUSL TSE: 1. Dipartimento della MG 4. Responsabili UF Attività Sanitarie di Comunità 2. Presidi Ospedalieri 5. DipIO 3. Dip. Tecnico Sanitario 6. AOUS Pagina 9 di 39
PDTA INTERAZIENDALE AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Rev. n. 0 E AZIENDA USL TOSCANA SUD EST 26 /11/2018 Staff Cod. AOUS PI - 10 Cod. AUSL TSE PDI-PCU-001 Direzione Pag. 3 di 32 Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale Sanitaria - relativo alla Malattia di Parkinson AFD Prendersi Cura INDICE 1. PREMESSA 4 2. SCOPO 4 3. CAMPO DI APPLICAZIONE E DESTINATARI 5 4. RIFERIMENTI NORMATIVI E LEGISLATIVI 6 5. GLOSSARIO E ACRONIMI 7 6. RESPONSABILITÀ… 7 7. MODALITÀ OPERATIVE 8 7.1 IDENTIFICAZIONE ED ARRUOLAMENTO DEI PAZIENTI 8 7.1.1 DIAGNOSI DELLA MALATTIA 8 7.1.2 PERCORSO DIAGNOSTICO DELLA PERSONA CON SINTOMI PARKINSONIANI 12 7.1.3 AMBULATORIO SPECIALISTICO NEUROLOGICO (I° LIVELLO) 13 7.1.4 FOLLOW-UP PERIODICO 17 7.1.5 IL RUOLO DELLE ASSOCIAZIONI 24 8. MATRICE DI RESPONSABILITÀ 26 9. MONITORAGGIO DEL PDTA 29 10. ALLEGATI 30 Pagina 10 di 39
PROCEDURA INTERAZIENDALE AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Rev. n. 0 E Staff AZIENDA USL TOSCANA SUD EST Direzione 26 Sanitaria /11/2018 Cod. AOUS PI-10 Cod. AUSL TSE PDI-PCU-001 AFD Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale Prendersi Pag. 4 di relativo alla Malattia di Parkinson Cura 32 1. Premessa Il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) riguarda la gestione in modalità di medicina di iniziativa, da parte del team multiprofessionale definito dal modello Reti cliniche integrate e strutturate, di pazienti affetti dalla patologia oggetto del percorso, in tutte le fasi di malattia. Per il management di pazienti con grado avanzato di malattia o complicanze gravi e/o in terapia avanzata (DBS, infusione duodenale, infusione s.c di apomorfina) si farà riferimento a specifiche procedure integrate con i percorsi specialistici ospedalieri e con l’AOU Senese. Il PDTA di patologia costituisce un utile strumento su cui basare il Piano Personalizzato di Cura di ogni singolo cittadino che viene formulato tenendo presenti i PDTA delle patologie da cui ogni singolo cittadino è affetto. La malattia di Parkinson (MP) rappresenta una sfida per il nostro fragile sistema socio-sanitario. Appare infatti urgente, alla luce delle sempre più limitate risorse disponibili, trovare un punto di equilibrio tra il perseguire l’appropriatezza diagnostica e terapeutica in tutte le fasi di malattia e l’ottimizzazione di un percorso diagnostico terapeutico volto a migliorare la qualità dell’assistenza per tutti i pazienti affetti dalla MP. È necessario che il PDTA per la MP si trasformi in un percorso di cura e assistenza personalizzato, per arrivare a stabilire un’alleanza tra persona e servizio sanitario. Le parole chiave sono sistema di cure centrato sulla persona, approccio integrato, valorizzazione della rete assistenziale e flessibilità dei modelli organizzativi, empowerment. 2. Scopo Il modello assistenziale si pone i seguenti obiettivi: - migliorare l’appropriatezza degli interventi, intesa non solo come migliore efficacia e efficienza clinica, ma anche come maggior aderenza ai bisogni del paziente; - monitorare attivamente l'andamento della patologia, cercando di prevenire l'insorgenza o ritardare l’evoluzione delle possibili complicanze; - promuovere l’autonomia decisionale e l’autocura; - migliorare la qualità di vita e il reinserimento sociale; - valutare e definire un appropriato e efficace percorso riabilitativo, quando necessario; - migliorare la soddisfazione per l’assistenza. Per ognuno dei pazienti, al momento dell’inserimento nel “percorso”, si programma un piano assistenziale, che prevede l’inizio di un monitoraggio, a cadenza prefissata, effettuato dal team assistenziale, a domicilio (se non deambulante) o in ambulatorio. Ad ogni successiva valutazione la cadenza può essere variata dal medico curante in funzione dello stato di gravità o instabilità della malattia. La definizione, da parte del Team assistenziale, di un piano assistenziale assume le seguenti finalità: 1. educazione sanitaria del paziente e dei suoi familiari, in particolare verifica dell’aderenza del paziente allo stile di vita e alla prescrizione terapeutica; 2. educazione del paziente all’autogestione della malattia e all’autocontrollo; 4 Pagina 11 di 39
PROCEDURA INTERAZIENDALE AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Rev. n. 0 E Staff AZIENDA USL TOSCANA SUD EST Direzione 26 Sanitaria /11/2018 Cod. AOUS PI-10 Cod. AUSL TSE PDI-PCU-001 AFD Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale Prendersi Pag. 5 di relativo alla Malattia di Parkinson Cura 32 3. valutazione e educazione nutrizionale per l’identificazione del rischio nutrizionale, secondo procedure definite e condivise; 4. controllo efficacia, tollerabilità e effetti collaterali del programma terapeutico; 5. valutazione e controllo delle comorbidità e delle complicanze già esistenti. 3. Campo di applicazione e destinatari La MP è una patologia neurodegenerativa progressiva e cronica con un quadro clinico prevalentemente motorio e rappresenta la seconda patologia neurodegenerativa più comune dopo la M. di Alzheimer. Si tratta di patologia ubiquitaria, con analoga ripartizione tra i sessi e i differenti gruppi etnici. Il 5-10% ha un esordio di malattia prima dei 40 anni. La sua prevalenza è 0,3% della popolazione generale, 1% della popolazione di oltre 60 anni. In Italia i dati di prevalenza della MP variano da 200 a 350 casi/100.000 abitanti e quelli d’incidenza tra 5 e 21 nuovi casi/100.000 abitanti/anno. In Toscana i dati forniti dall’ARS, riferiti all’anno 2017, evidenziano una prevalenza del 0,51 % su una popolazione residente di circa 3 milioni di persone e del 0,55% nell’ASL Sud Est su una popolazione residente di circa 687 mila abitanti. Le tabelle sotto riportate indicano il numero dei casi prevalenti in Toscana: 17.164 e quelli nell’Asl Sud Est: 4.305 e l’andamento della MP dal 2010 al 2017. Casi Prevalenti per M. di Parkinson, su residenti in Toscana (età > 16 anni x1000). Anno di riferimento 2017 CASI POPOLAZIONE PREVALENZA PREVALENZA LIMITE LIMITE AUSL PREVALENTI RESIDENTE GREZZA STANDARD INF. SUP. ASL SUD-EST 4.305 687.420 6,3 5,5 5,4 5,7 Regione Toscana 17.164 3.038.971 5,6 5,1 5 5,2 Prevalenza M. di Parkinson per fascia di età, su residenti in Toscana (età > 16 anni x1000). Anno di riferimento: 2017 Totale age_groups region_value Maschi Femmine 0,40 16-44 0,28 0,36 0,44 1,58 45-64 1,70 2,04 1,15 14,52 65-84 13,82 15,68 13,53 35,78 85+ 29,86 35,01 36,17 5 Pagina 12 di 39
PROCEDURA INTERAZIENDALE AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Rev. n. 0 E Staff AZIENDA USL TOSCANA SUD EST Direzione 26 Sanitaria /11/2018 Cod. AOUS PI-10 Cod. AUSL TSE PDI-PCU-001 AFD Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale Prendersi Pag. 6 di relativo alla Malattia di Parkinson Cura 32 Andamento MP dal 2010 al 2017 Destinatari dell’assistenza del presente PDTA sono pazienti con diagnosi definita di Malattia di Parkinson lungo il percorso che si sviluppa dalla diagnosi alla cura e alla riabilitazione. 4. Riferimenti normativi e legislativi - Linee Guida del Ministero della Sanità per le attività di riabilitazione, G.U. 30 maggio 1998, n. 124. - DGRT 595/2005: Percorso assistenziale per le prestazioni specialistiche di medicina fisica e riabilitazione (allegato 2b, DPCM 29 novembre 2001). Percorso assistenziale per le prestazioni di riabilitazione ambulatoriale. 6 Pagina 13 di 39
PROCEDURA INTERAZIENDALE AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Rev. n. 0 E Staff AZIENDA USL TOSCANA SUD EST Direzione 26 Sanitaria /11/2018 Cod. AOUS PI-10 Cod. AUSL TSE PDI-PCU-001 AFD Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale Prendersi Pag. 7 di relativo alla Malattia di Parkinson Cura 32 - Deliberazione Giunta Regione Toscana N° 486 del 08/06/2009 “Istituzione del Centro regionale di coordinamento della Rete assistenziale delle persone con Malattia di Parkinson: determinazioni”. - Piano di indirizzo per la riabilitazione, Ministero della Salute, 10 febbraio 2011. - Linee Guida Percorsi Riabilitativi: documento regionale di indirizzo (SNLG Regioni 6), Consiglio Sanitario, Regione Toscana, 2011. - SNLG - Linea Guida 24 - Diagnosi e terapia della Malattia di Parkinson, ISS, 2013. - Percorso per pazienti affetti da MP, Gruppo di lavoro regionale, 16.01.2013. - DGRT 878/2015, Progetto n. 19, “Interventi di prevenzione delle cadute nell’anziano basati sulla diffusione della metodologia Programmi di Esercizi Otago”previsti dal Piano Regionale Prevenzione. - DGRT 1418/2016: Attività Fisica Adattata (AFA): approvazione dei nuovi protocolli di esercizi e indicazioni per lo sviluppo degli interventi per l’invecchiamento attivo della popolazione. - Deliberazione del Direttore Generale N° 1052 del 15/09/2016 - Deliberazione del Direttore Generale N° 1307 del 15/09/2016 “Reti cliniche integrate Strutturate: dal progetto scientifico alla realizzazione.” - Piano Nazionale della cronicità, Ministero della Salute, 15.09.2016 - DGRT 903/2017: Sviluppo di azioni e sostegno dell’invecchiamento attivo della popolazione toscana: aggiornamento indirizzi organizzativi per l’attività fisica adattata (AFA) e indirizzi per l’adozione di iniziative a supporto dell’attività fisica nella comunità. Destinazione di risorse. 5. Glossario e acronimi - ADL: Attività della Vita Quotidiana - PDTA: Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale. - - PIC: Piano Individualizzato di Cura. - PAI: Piano Assistenziale Individuale - PRI: Progetto Riabilitativo Individuale - MP: Malattia di Parkinson - MMG: Medico di Medicina Generale. - OSS: Operatore Socio-Sanitario. - ARS: Agenzia Regionale di Sanità della Toscana. - Drop out: pazienti deceduti, trasferiti, autoesclusi, non più idonei per il PDTAR per la perdita dei criteri di arruolamento. - UPDRS: Unified Parkinson Disease Rating Scale. - TAC: Tomografia assiale computerizzata - RMN: risonanza magnetica nucleare - SPECT: Scintigrafia a emissione di positroni 7 Pagina 14 di 39
PROCEDURA INTERAZIENDALE AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Rev. n. 0 E Staff AZIENDA USL TOSCANA SUD EST Direzione 26 Sanitaria /11/2018 Cod. AOUS PI-10 Cod. AUSL TSE PDI-PCU-001 AFD Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale Prendersi Pag. 8 di relativo alla Malattia di Parkinson Cura 32 6. Responsabilità L'Equipe base è composta da: - Medico di Medicina Generale (MMG); - Infermiere; - Collaboratore di studio/OSS. Il Team multiprofessionale allargato prevede anche: - Specialista di branca: Neurologo, Internista, Geriatra, Nutrizionista, Fisiatra - Operatore Socio-Sanitario; - Medico di Comunità; - Altre figure professionali come Fisioterapista, Logopedista, Dietista ecc.. 7. Modalità Operative Il percorso si sviluppa nelle fasi di: identificazione e arruolamento dei pazienti; follow-up periodico gestione dei pazienti instabili monitoraggio. 7.1 Identificazione ed arruolamento dei pazienti La partecipazione e il coinvolgimento del MMG è basilare per definire precocemente il sospetto diagnostico e anticipare le successive azioni. La conoscenza diretta del malato e del suo nucleo familiare può consentire al MMG di cogliere nel paziente i primi segni sospetti di malattia e di individuare i soggetti a rischio, riducendo il ritardo diagnostico: • Età (picco incidenza a circa 60 anni) • Familiarità: caso di MP in parente di primo grado, esordio giovanile. • Esposizione a tossici o farmaci. È infatti compito del MMG porre il sospetto diagnostico nei pazienti sintomatici, e quindi richiedere una valutazione specialistica neurologica. È compito del MMG riportare i dati anamnestici e l’eventuale assunzione di farmaci in un documento per garantire la comunicazione tra il MMG e lo specialista in un’ottica di integrazione delle competenze e delle cure tra ospedale e territorio. Tali informazioni verranno raccolte in futuro in una cartella clinica elettronica a cui accederà il medico specialista e nella quale il medesimo potrà aggiungere la propria valutazione e le proprie indicazioni. In attesa di tale soluzione, ogni zona distretto valuta la realtà in atto e in particolare si impegna a favorire uno scambio cartaceo leggibile. 8 Pagina 15 di 39
PROCEDURA INTERAZIENDALE AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Rev. n. 0 E Staff AZIENDA USL TOSCANA SUD EST Direzione 26 Sanitaria /11/2018 Cod. AOUS PI-10 Cod. AUSL TSE PDI-PCU-001 AFD Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale Prendersi Pag. 9 di relativo alla Malattia di Parkinson Cura 32 7.1.1. Diagnosi della malattia La diagnosi di MP è principalmente clinica e si basa sul riscontro di sintomi caratteristici della stessa MP e sull’assenza di sintomi suggestivi di diagnosi alternative. L’utilità di quanto successivamente esposto risiede nel ricordare i criteri diagnostici attualmente utilizzati dalla comunità scientifica mondiale (Movemet Disorders Society - MDS - Clinical Diagnostic Criteria for Parkinson’s Disease. Postuma R.B. et al, Mov. Disorders 2015). Il primo criterio essenziale è la diagnosi di parkinsonismo, definito come presenza di “bradicinesia, in combinazione con almeno uno tra tremore a riposo e/o rigidità”. L’esame di tutte le manifestazioni cardinali dovrebbe essere eseguito come descritto nella MDS–UPDRS - Unified Parkinson Disease Rating Scale. Una volta che il parkinsonismo è stato diagnosticato, La Diagnosi di una MP clinicamente definita richiede: 1. Assenza di criteri di esclusione assoluti 2. Almeno due criteri di supporto, e 3. Assenza di red flags La Diagnosi di una MP Clinicamente Probabile richiede: 1. Assenza di criteri di esclusione assoluta 2. Presenza di red flags controbilanciate da criteri di supporto Se 1 red flag è presente, deve esserci almeno 1 criterio di supporto, Se 2 red flags sono presenti, almeno 2 criteri di supporto sono necessari Non più di 2 red flags sono ammesse per questa categoria diagnostica Criteri di supporto (barrare la casella se il criterio è presente) 1. Chiara e evidente risposta positiva alla terapia dopaminergica. Durante il trattamento inziale il paziente è ritornato a un livello di funzionamento normale o quasi normale. In assenza di una chiara documentazione di risposta iniziale, una risposta evidente positiva può essere classificata come segue: a) Marcato miglioramento con l’incremento delle dosi o marcato peggioramento con riduzione delle dosi. Lievi variazioni non sono indicative. Documentare questo dato oggettivamente (>30% di miglioramentato valutato con la parte III della scala UPDRS con miglioramento durante il trattamento), 9 Pagina 16 di 39
PROCEDURA INTERAZIENDALE AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Rev. n. 0 E Staff AZIENDA USL TOSCANA SUD EST Direzione 26 Sanitaria /11/2018 Cod. AOUS PI-10 Cod. AUSL TSE PDI-PCU-001 AFD Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale Prendersi Pag. 10 di relativo alla Malattia di Parkinson Cura 32 o soggettivamente (storia di miglioramento chiaramente documentato da un paziente se affidabile o da un caregiver) b) Fluttuazioni on/off inequivocabili o marcate, che devono comprendere fluttuazioni motorie di fine dose prevedibili 2. Presenza di discinesie indotte da levodopa 3. Tremore a riposo di un arto, documentato all’esame clinico (in un precedente o al presente esame) 4. La presenza o di una perdita dell’olfatto o di una denervazione simpatica cardiaca all’esame scintigrafico con MIBG Criteri di esclusione assoluti La presenza di ognuna di queste caratteristiche esclude la MP: 1. Inequivocabili segni cerebellari, quali atassia cerebellare, atassia degli arti, o anomalie oculomotorie cerebellari (es. nistagmo evocato dallo sguardo sostenuto, scosse di macro onde quadre, saccadi ipermetriche) 2. Paralisi sopranucleare verticale verso il basso, o selettivo rallentamento delle saccadi verticali verso il basso 3. Diagnosi di una probabile demenza del tipo variante frontotemporale o di un’afasia primaria progressiva, definita in accordo ai criteri di consenso, entro i primi 5 anni di malattia. 4. Segni parkinsoniani ristretti agli arti inferiori per più di 3 anni 5. Trattamento con un farmaco antagonista recettoriale dopaminergico o con un farmaco depletore di dopamino in una dose e tempo prolungato, compatibili con un parkinsonismo iatrogeno 6. Assenza di una risposta positiva osservabile a alte dosi di levodopa, nonostante una moderata gravità di malattia 7. Inequivocabili segni corticali sensitivi (es, agrafestesia, astereognosia), evidente aprassia ideomotoria di un arto, o afasia progressiva. 8. Normale neuro-imaging funzionale del sistema dopaminergico presinaptico 10 Pagina 17 di 39
PROCEDURA INTERAZIENDALE AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Rev. n. 0 E Staff AZIENDA USL TOSCANA SUD EST Direzione 26 Sanitaria /11/2018 Cod. AOUS PI-10 Cod. AUSL TSE PDI-PCU-001 AFD Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale Prendersi Pag. 11 di relativo alla Malattia di Parkinson Cura 32 9. Documentazione di una condizione alternativa conosciuta per indurre parkinsonismo e plausibilmente connessa ai sintomi del paziente, oppure il parere di un medico esperto nei disordini del movimento, basato su una completa e accurata valutazione diagnostica, che depone per una sindrome alternativa a quella di una MP. Red flags 1. Rapida progressione di disturbi della marcia richiedenti l’uso di sedia a rotelle entro 5 anni dall’esordio 2. Una completa assenza di progressione dei sintomi e segni motori in 5 o più anni, a meno che la stabilità non sia correlata al trattamento 3. Precoce disfunzione bulbare: grave disfonia o disartria (linguaggio non comprensibile per la maggior parte del tempo) o grave disfagia (richiedente cibi morbidi, SNG, o alimentazione tramite PEG) entro i primi 5 anni 4. Disfunzione respiratoria inspiratoria: stridore inspiratorio o diurno o notturno oppure frequente sibili inspiratori 5. Grave insufficienza autonomica nei primi 5 anni di malattia. Questo può includere: a) Ipotensione ortostatica — riduzione ortostatica della pressione arteriosa entro 3 minuti di stazione eretta di almeno 30 mm Hg di sistolica o 15 mm Hg di diastolica, in assenza di disidratazione, farmaci, o altre malattie che possono spiegare plausibilmente la disfunzione autonomica, oppure b) Grave ritenzione urinaria o incontinenza nei primi 5 anni di malattia (escludendo l’incontinenza femminile o le piccole perdite da stress o da stazione eretta prolungata), che non è una semplice incontinenza funzionale. Nei maschi, la ritenzione urinaria non deve essere imputabile a patologia prostatica, e deve essere associata a disfunzione erettile. 6. Cadute ricorrenti (>1/anno) a causa di alterazione dell’equilibrio entro 3 anni dall’esordio 7. Anterocollo sproporzionato (distonico) o contratture di mani o piedi entro i primi 10 anni 8. Assenza di qualsiasi caratteristico segno non motorio malgrado 5 anni di durata di malattia. Questi includono i disturbi del sonno (insonnia, eccessiva sonnolenza diurna, sintomi comportamentali del 11 Pagina 18 di 39
PROCEDURA INTERAZIENDALE AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Rev. n. 0 E Staff AZIENDA USL TOSCANA SUD EST Direzione 26 Sanitaria /11/2018 Cod. AOUS PI-10 Cod. AUSL TSE PDI-PCU-001 AFD Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale Prendersi Pag. 12 di relativo alla Malattia di Parkinson Cura 32 sonno REM), disfunzione autonomica (stipsi, urgenza urinaria diurna, ipotensione ortostatica sintomatica), iposmia, o disturbi psichiatrici (depressione, ansia, o allucinazioni) 9. Altri non spiegati segni piramidali, definiti da un’ipostenia di tipo piramidale o da una chiara iperreflessia patologica (escludendo lieve asimmetria dei riflessi e un’isolata risposta in estensione) 10. Parkinsonismo simmetrico bilaterale. Il paziente o il caregiver riferiscono l’esordio di sintomi bilaterali senza predominanaza di lato, e nessuna predominanza di lato è osservata all’esame obiettivo. Applicazione dei Criteri: 1.Il paziente ha un parkinsonismo, come definito dai criteri MDS? Si No Se “No”, nè una probabile MP nè una MP clinicamente definita può essere diagnosticata. Se “Si”: 2.Sono presenti i criteri di esclusione assoluti? Si No Se “Si,” nè una probabile MP nè una MP clinicamente definita può essere diagnosticata. Se “No”: 3. Numero di red flags presenti ____ 4. Numero di criteri di supporto presenti ____ 5. Ci sono almeno 2 criteri di supporto e assenza di red flags? Si No Se “Si”, il paziente soddisfa i criteri per una diagnosi di MP clinicamente definita. Se “No”: 6. Ci sono più di 2 red flags? Si No Se “Si,” una MP probabile non può essere diagnosticata. Se “No”: 7. É il numero di red flags uguale o inferiore al numero dei criteri di supporto? Si No Se “Si,” il paziente soddisfa i criteri di una MP probabile 7.1.2. Percorso diagnostico della persona con sintomi parkinsoniani 1. Il MMG pone il sospetto diagnostico di sindrome parkinsoniana e richiede una visita neurologica, per un corretto inquadramento diagnostico e terapeutico. 2. La presenza di sintomi isolati segue le seguenti procedure: - la presenza di tremore, di cui sia esclusa una causa internistica (ad es. tireotossicosi), rende necessaria una visita neurologica per una diagnosi differenziale corretta. A tal proposito si puntualizza la definizione di Tremore: movimento involontario, ritmico e oscillatorio di una parte del corpo. Tremore a riposo: insorge quando i muscoli non sono attivati volontariamente. La parte del corpo che trema è completamente sorretta contro la forza di gravità. 12 Pagina 19 di 39
PROCEDURA INTERAZIENDALE AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Rev. n. 0 E Staff AZIENDA USL TOSCANA SUD EST Direzione 26 Sanitaria /11/2018 Cod. AOUS PI-10 Cod. AUSL TSE PDI-PCU-001 AFD Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale Prendersi Pag. 13 di relativo alla Malattia di Parkinson Cura 32 Tremore d'azione: insorge quando i muscoli vengono contratti volontariamente. Comprende il tremore posturale, cinetico e isometrico. Va posta, in caso di tremore, la diagnosi differenziale tra tremore parkinsoniano e tremore di altro tipo, in primis il tremore essenziale. Tremore parkinsoniano: tipicamente a riposo e asimmetrico (inizialmente unilaterale) può riguardare sia l'arto superiore che inferiore. Raramente compare anche al mento. Distale, ampio e a bassa frequenza, mima l'azione del "contar pillole". Se compare anche in postura, mantiene le stesse caratteristiche di ampiezza e frequenza e insorge con una certa latenza dal raggiungimento della postura. Fluttua ampiamente in relazione agli stati d'animo (prova del calcolo mentale) e ai momenti della giornata. Tremore essenziale: tremore posturale bilaterale con o senza tremore cinetico, che coinvolge le mani o gli arti superiori, visibile e persistente anche se può essere di intensità fluttuante. Può essere presente tremore di altre parti del corpo. La bilateralità può essere asimmetrica. Tipicamente è ad alta frequenza e di ridotta ampiezza. Spesso è familiare. - In presenza di bradicinesia, il MMG esegue un’attenta anamnesi per escludere la possibile assunzione di farmaci antagonisti recettoriali della dopamina o depletori. Valuta la presenza di sintomi depressivi, ponendo eventualmente in atto le opportune procedure. Esami diagnostici primo livello Esami ematici di routine (emocromo con formula, funzionalità epatica, funzionalità renale, metabolici: ormoni tiroidei, enzimi muscolari, dosaggio della vitamina B12 (per sindromi carenziali). 7.1.3. Ambulatorio specialistico neurologico (I livello) È compito dell’ambulatorio specialistico neurologico confermare la diagnosi secondo i criteri MDS suddetti, anche utilizzando i percorsi ambulatoriali complessi (PAC) in regime di Day-Service per effettuare gli esami diagnostici prescritti, nonché l’impostazione e la prescrizione della terapia. La prima visita neurologica di un paziente che manifesta sintomi parkinsoniani consta delle seguenti azioni: 1.anamnesi (familiarità, età, fattori di rischio, pregressi traumi, comorbilità, assunzione di farmaci), e valutazione clinica, con accurato esame obiettivo neurologico secondo la scala UPDRS. 2.cauta comunicazione dell’ipotesi diagnostica, della prognosi e delle opzioni terapeutiche, con discussione di eventuali problematiche specifiche del paziente; 3.impostazione del programma diagnostico, terapeutico e riabilitativo; 4.prescrizione della visita neurologica di controllo per rivalutazione clinica e conferma della diagnosi, con impostazione del programma terapeutico e riabilitativo; Prescrizione di Esami Strumentali È raccomandato, dopo il riscontro dei segni e dei sintomi parkinsoniani, l’esecuzione di una TAC del cranio oppure di una RMN dell’encefalo, da eseguirsi entro 60 giorni dalla prescrizione medica. 13 Pagina 20 di 39
PROCEDURA INTERAZIENDALE AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Rev. n. 0 E Staff AZIENDA USL TOSCANA SUD EST Direzione 26 Sanitaria /11/2018 Cod. AOUS PI-10 Cod. AUSL TSE PDI-PCU-001 AFD Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale Prendersi Pag. 14 di relativo alla Malattia di Parkinson Cura 32 La TAC dell’encefalo non documenta reperti specifici nella MP e il suo impiego consente di escludere sindromi parkinsoniane non idiopatiche (es.: vascolopatia cerebrale, idrocefalo normoteso, traumi cranici, calcificazioni cerebrali, ecc), ove non è disponibile un apparecchio di risonanza magnetica o se questa è controindicata. La RMN dell’encefalo è di solito normale nella MP. Maggiore validazione ha la RMN encefalica specie se eseguita in campo magnetico di 1.5 Tesla o superiore nella diagnostica di parkinsonismi atipici. La principale diagnosi differenziale riguarda infatti i parkinsonismi degenerativi atipici, quali l’Atrofia Multisistemica, la Paralisi Sopranucleare Progressiva, la Sindrome Cortico-Basale, la Malattia a Corpi di Lewy Diffusi, oltre al Tremore Essenziale. Nella diagnosi differenziale tra MP e Tremore Essenziale può essere utilizzata la Scintigrafia cerebrale con tracciate recettoriale (SPECT con DATSCAN), mentre nella diagnosi differenziale precoce tra MP e altre sindromi parkinsoniane atipiche, può essere utile una metodica più sofisticata di neuroimaging funzionale, qual è la Scintigrafia Miocardica (SPECT con MIBG). Indagini genetiche Negli ultimi anni si sono verificati numerosi progressi nella conoscenza della genetica della MP ma nel percorso diagnostico della MP, l’analisi genetica non ha ancora un ruolo definito per i seguenti motivi: 1) la negatività dei test genetici non esclude completamente una componente genetica-familiare poiché potrebbero essere coinvolti un gene o una mutazione non ancora noti; 2) ad eccezione dei casi familiari in cui esiste una sicura trasmissione della malattia di tipo mendeliano, la negatività dei test genetici non esclude una componente genetica più complessa o, al contrario, la positività dei test genetici non implica la certezza dello sviluppo della malattia se l’eziopatogenesi è multifattoriale; 3) non esistono al momento terapie in grado di bloccare l’insorgenza della malattia (terapia causale) o terapie in grado di rallentare in modo significativo la progressione della malattia (terapia neuroprotettiva) In caso di malattia in fase avanzata (oltre stadio 2,5 scala H e Y) o complicata, l’impostazione terapeutica spetta all’ambulatorio per la M. di Parkinson e Disordini del Movimento (II livello). Le Scale di valutazione utilizzate dovrebbero essere condivise con il Medico di Medicina Generale attraverso una FORMAZIONE multiprofessionale e multidisciplinare, ripetuta almeno annualmente in ambito di tutte le Zone Distretto della Azienda USL Toscana sud est. Le Scale più diffuse sono la Scala di Hoehn e Yahr (HY), la UPDRS e la scala funzionale Schwab- England per le ADL. La Scala di Hoehn e Yahr modificata è da considerarsi come uno strumento utile per stabilire lo stadio di malattia: Malattia di Parkinson stadiazione clinica (Hoehn & Yahr modificata) Stadio 0: asintomatico 14 Pagina 21 di 39
PROCEDURA INTERAZIENDALE AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Rev. n. 0 E Staff AZIENDA USL TOSCANA SUD EST Direzione 26 Sanitaria /11/2018 Cod. AOUS PI-10 Cod. AUSL TSE PDI-PCU-001 AFD Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale Prendersi Pag. 15 di relativo alla Malattia di Parkinson Cura 32 Stadio 1: solo interessamento unilaterale Stadio 1.5: malattia unilaterale con coinvolgimento assiale Stadio 2: malattia bilaterale senza problemi di equilibrio Stadio 2.5: malattia bilaterale lieve con recupero dell’equilibrio dopo test di spinta da lieve a moderata con qualche disturbo dell’equilibrio; fisicamente indipendente Stadio 4: marcata; ancora capace di camminare o stare in piedi senza assistenza Stadio 5: paziente in sedia a rotelle o a letto se non aiutato Percorso nelle diverse fasi di malattia e le interazioni tra paziente e sanitari proposta dal gruppo regionale (2013), utile alla stratificazione della popolazione secondo la gravità del quadro clinico. Ruolo delle Associazioni di Volontariato Il ruolo del Volontariato è quello di contribuire a favorire uno stile di vita il più consono possibile allo stadio della malattia, anche con promozione di un’educazione alla gestione della cronicità. Questo può essere possibile, nelle varie realtà, tramite le associazioni attive sul territorio (ad Arezzo un esempio è 15 Pagina 22 di 39
PROCEDURA INTERAZIENDALE AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Rev. n. 0 E Staff AZIENDA USL TOSCANA SUD EST Direzione 26 Sanitaria /11/2018 Cod. AOUS PI-10 Cod. AUSL TSE PDI-PCU-001 AFD Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale Prendersi Pag. 16 di relativo alla Malattia di Parkinson Cura 32 rappresentato dall’A.P.AR., Associazione Parkinsoniani Aretini, a Siena dall’Associazione Parkinson Siena, a Grosseto dall’Associazione “Azione Parkinson Grosseto Onlus) Le Associazioni di Volontariato forniscono informazione ai pazienti e ai loro familiari; si adoperano a migliorare la formazione dei volontari che la costituiscono; organizzano seminari informativi specifici; organizzano attività motoria e di supporto cognitivo di gruppo o individuale. Come ottimizzare la comunicazione tra MMG e medico specialista Riteniamo utile considerare due punti di riferimento secondo la flow chart di cui all’Allegato 1: A) Il Medico di Medicina Generale ha una cartella clinica con i dati del paziente, aggiornati dopo ogni contatto che si verifica sia in ambito domiciliare sia in ambito ospedaliero o di consulenza specialistica; il 90 % dei Medici operanti in ambito dell’Azienda USL Toscana sud-est hanno in dotazione lo stesso programma; B) Il medico ospedaliero ha un suo programma aziendale in cui trova i dati raccolti e aggiornati di volta in volta dopo le varie visite di controllo; con le stesse modalità inserirà i dati relativi ai nuovi pazienti. È auspicabile che: A) Per i NUOVI PAZIENTI diagnosticati, al termine della valutazione dall’ambulatorio specialistico si redigerà una relazione clinica che il paziente consegnerà al MMG e che si impegnerà a portare alle successive valutazioni. Le eventuali richieste di esami diagnostici o di visite specialistiche saranno prescritte in formato elettronico o su ricettario regionale secondo le indicazioni della delibera della Regione Toscana 1038. B) Per PAZIENTI NOTI, che accederanno e seguiranno il percorso della MP sarà appropriato giungere all’ambulatorio dedicato con una relazione del MMG redatta secondo le modalità previste dal proprio programma informatico. La richiesta del MMG sarà redatta in formato elettronico o redatta su ricettario regionale riportando la motivazione clinica della visita. Come interviene il Medico di Medicina Generale esperto • A rafforzare questo sviluppo gioca un ruolo chiave la figura del Medico Esperto, che non è quella di un mini-specialista, né un medico di mezzo tra MMG e Medico Specialista, nè tantomeno una figura che occupa una posizione gerarchica nelle varie forme di aggregazione della Medicina Generale. • Egli invece rappresenta il riferimento per i medici della AFT su definite aree di patologia, che sceglie autonomamente per motivi vocazionali o di interesse professionale o ancora di prevalenza/incidenza. • Non ha il ruolo di visitare il paziente, ma rappresenta una interfaccia con i Colleghi al fine di favorire il loro sviluppo di competenze e conoscenze in quel determinato ambito. È dunque un Professionista deputato al trasferimento/implementazione delle nuove conoscenze secondo un modello orizzontale e di confronto inserito in un percorso formativo di tipo esperienziale piuttosto che accademico/frontale. • Quindi non un "formatore" o "docente" tradizionale, ma quasi un "coach" della AFT e motore di aggiornamento continuo della Aggregazione del Medici appartenenti alle AFT. 16 Pagina 23 di 39
PROCEDURA INTERAZIENDALE AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Rev. n. 0 E Staff AZIENDA USL TOSCANA SUD EST Direzione 26 Sanitaria /11/2018 Cod. AOUS PI-10 Cod. AUSL TSE PDI-PCU-001 AFD Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale Prendersi Pag. 17 di relativo alla Malattia di Parkinson Cura 32 • Contemporaneamente il medico esperto rappresenta per i medici della AFT quindi un’opportunità come "first opinion" nelle specifiche situazioni di dubbio o difficoltà nella gestione del percorso e/o della diagnostica collegata, che poi, oltre a risolvere la problematica specifica, può diventare occasione di implementazione delle nuove competenze. Relativamente al rapporto con lo specialista di branca, considerato "second opinion, che ogni percorso di primo e secondo livello prevede, e comunque tutte le volte che il binomio medico curante-medico esperto decide di aver bisogno di un confronto professionale, questo si configura, per rispettare il rapporto fiduciario del paziente col medico di scelta, come una consulenza tra medico curante e specialista, a cui il medico esperto può partecipare come "facilitatore", ma mai sostituendosi al medico curante. • In pratica, per ogni percorso integrato/ambito (esempio cardiovascolare, neurologico, ecc.) in ogni AFT che partecipa al progetto, i medici della AFT dovranno individuare il collega che svolgerà la funzione di medico esperto sulla base della disponibilità manifestata e del riconosciuto interesse nella materia. 7.1.4 Follow-up periodico Decorso della malattia e presa in carico secondo modalità della Medicina d’iniziativa. Il paziente riconosciuto affetto da malattia di Parkinson torna in gestione al proprio MMG (referente territoriale sanitario). La persona con malattia di Parkinson o parkinsonismo dovrebbe essere sottoposta a visita neurologica con cadenza almeno semestrale, o secondo quanto previsto dallo specialista. Intervalli più lunghi possono essere considerati “inopportuni “dal momento che la comparsa di sintomi invalidanti non è prevedibile e ritardare l'intervento terapeutico può significare la perdita di abilità e lo scadimento della qualità della vita. Visite supplementari, con carattere di sollecitudine, se non di urgenza, dovranno essere chieste dal MMG quando questi, ai controlli periodici, rileva direttamente o su inchiesta anamnestica: o movimenti involontari (discinesie) o distonie (posture anomale focali o generalizzate, spesso dolorose) o fasi on-off (fluttuazioni motorie, scadimento della qualità del movimento correlato all'assunzione dei farmaci) o disturbi dell'equilibrio e della postura (freezing, cadute) o sintomi psichici (agitazione psicomotoria, allucinazioni visive/uditive/tattili, disturbi del sonno) o sintomi vegetativi (ipotensione ortostatica, disturbi urinari stipsi severa). o effetti collaterali dei farmaci (v. sotto) o dispnea o disfagia: in questo caso è necessaria una valutazione del medico specialista in nutrizione. I CONTROLLI PERIODICI SONO DA CONSIDERARE IN BASE AL CONCETTO SPERIMENTATO E SVILUPPATO DELLA MEDICINA D’INIZIATIVA, ovvero: 17 Pagina 24 di 39
PROCEDURA INTERAZIENDALE AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Rev. n. 0 E Staff AZIENDA USL TOSCANA SUD EST Direzione 26 Sanitaria /11/2018 Cod. AOUS PI-10 Cod. AUSL TSE PDI-PCU-001 AFD Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale Prendersi Pag. 18 di relativo alla Malattia di Parkinson Cura 32 Un richiamo attivo periodico del paziente, effettuato dal medico curante attraverso personale di studio, secondo cadenze utili per attività educative e clinico assistenziali, volte alla correzione degli stili di vita, alla diagnosi precoce e al monitoraggio delle malattie croniche conclamate al fine di rallentarne la comparsa, l'evoluzione e prevenirne le complicanze. Medicina di iniziativa secondo le Reti cliniche integrate e strutturate Piano individuale di Cura personalizzato (Piano Assistenziale Individuale PAI) per ogni singolo cittadino: si cura la persona e non la patologia Valutazione multidimensionale sanitaria e socio-assistenziale per un’effettiva integrazione socio sanitaria PAI: è garantito dal Team Multiprofessionale PAI: il coordinatore clinico è il MMG; coordinatore organizzativo è l’infermiere. La gestione del paziente con M. di Parkinson riveste oggi un interesse particolare e non può che essere MULTIDISCIPLINARE: o per l’attenzione che giustamente si dà anche ai sintomi non motori e alle comorbidità; o per la rilevanza clinica, epidemiologica e sociale della patologia; o perché la diagnosi precoce e la sorveglianza del decorso della malattia garantiscono una migliore qualità di vita ai malati. Urgenze per invio pronto soccorso Costituiscono vere urgenze internistiche o chirurgiche molto frequenti, per le quali procedere secondo le regole generali: • l'occlusione intestinale per cause meccaniche (invio al Pronto Soccorso chirurgico) • lo stridore laringeo con sintomi di soffocamento (invio al pronto soccorso ORL) • la ritenzione urinaria (con impiego di catetere vescicale) • le cadute con rischio di frattura • ogni altra condizione clinica ritenuta dal MMG un’urgenza. • costituisce un'urgenza neurologica la comparsa di fasi off severe (acinesia acuta) con ipertermia, incremento di CK e mioglobina e il rischio di gravi complicanze internistiche Sorveglianza della terapia I farmaci impiegati nella malattia di Parkinson possono determinare effetti collaterali che necessitano di essere adeguatamente monitorati e sorvegliati dal MMG per decidere la strategia più adeguata (Allegato 2). Il parkinsonismo iatrogeno è la seconda più comune causa di parkinsonismo con una frequenza relativa del 10-30% di tutte le forme. La causa viene spesso identificata nell'assunzione di farmaci che interferiscono con il sistema dopaminergico in senso antagonista: a) neurolettici (blocco dei recettori dopaminergici post-sinaptici) b) cinnarizina, flunarizina, altri calcioantagonisti 18 Pagina 25 di 39
PROCEDURA INTERAZIENDALE AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA SENESE Rev. n. 0 E Staff AZIENDA USL TOSCANA SUD EST Direzione 26 Sanitaria /11/2018 Cod. AOUS PI-10 Cod. AUSL TSE PDI-PCU-001 AFD Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale Prendersi Pag. 19 di relativo alla Malattia di Parkinson Cura 32 c) metoclopramide d) benzamidi (amisulpiride, levosulpiride, clebopride) e) reserpina (deplezione presinaptica della dopamina) f) valproato g) amiodarone h) litio i) meperidina j) amfotericina B Consegna diretta dei farmaci Il poter garantire o poter fornire la terapia per un periodo congruo favorisce un intervento farmacologico appropriato e l’aderenza al trattamento A tal fine è stato predisposto un Piano Terapeutico che viene consegnato al paziente da parte del medico prescrittore sia in dimissione ambulatoriale sia ospedaliera, con consegna diretta al paziente o ai familiari. Farmaci utilizzati nella M. di Parkinson Levodopa+IDP Effetti collaterali: nausea, vomito. Provvedimenti: assunzione a stomaco pieno. Eventualmente Domperidone prima dei pasti, previo controllo del QTc. Se persiste, invio al neurologo per reimpostare la terapia. Dopaminoagonisti Effetti collaterali: A) Precoci: • gastrointestinali. Stessi provvedimenti, come per la Levodopa+IDP • ipotensione ortostatica. Provvedimenti: sospensione del farmaco e invio al neurologo. • diplopia, discromatopsia (visione colorata). Provvedimenti: invio al neurologo per reimpostare la terapia B) Tardivi: • edemi declivi arti inferiori. Provvedimenti: invio al neurologo per reimpostare la terapia. Anticolinergici (compresa amantadina) Effetti collaterali: stipsi fino a subocclusione intestinale, ritenzione urinaria, xerostomia, difficoltà di accomodazione, edemi declivi, confusione mentale, allucinazioni, deficit della memoria. Provvedimenti: sospensione del farmaco, eventuali provvedimenti urgenti, invio al neurologo per reimpostare la terapia. Tutti questi farmaci possono indurre disturbi psichici (allucinazioni, dispercezioni, episodi psicotici). Antipsicotici atipici (clozapina) Effetti collaterali: scialorrea, ritenzione urinaria, diabete mellito, tossicità da idiosincrasia midollare (fino all'aplasia midollare). Provvedimenti: gestire eventuali urgenze. Rinviare al neurologo per una rivalutazione della terapia Allegato: Scheda terapeutica farmacologica 19 Pagina 26 di 39
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