DAIHATSU STORY & MODELLI DEL CENTENARIO SOMMARIO

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DAIHATSU STORY &
MODELLI DEL CENTENARIO

SOMMARIO

Daihatsu story
• Dal 1907 una lunga storia di primati
• Dalle origini agli anni ’60:
- Daihatsu diventa Daihatsu
- Compagno, le olimpiadi dell’affidabilità
• Gli anni ’70:
- Quando il silenzio attira l’attenzione
- Nasce la stirpe dei 4x4
• Gli anni ’80:
- Tutto il mondo viaggia Daihatsu
- C’è tanta Italia in Daihatsu
• Daihatsu Italia
- Dodici anni di successi

Le serie speciali “centenario”
• Il Terios del Centenario
• La Sirion del Centenario

DAIHATSU STORY

Dal 1907 una lunga storia di primati
Scorrere la storia di Daihatsu lascia un leggero senso di disorientamento, per-
ché sembra di essere sempre in anticipo rispetto ai tempi. Idee, intuizioni e vi-
sioni strategiche hanno saputo prevedere le condizioni del traffico e del par-
cheggio nelle città di oggi, affrontando e risolvendo prima degli altri i problemi
delle dimensioni, della maneggevolezza, dell'impatto ambientale.
Dalle origini agli anni '60
Daihatsu diventa Daihatsu
Il primo logo dell'azienda, fondata a Osaka nel 1907, riflette la produzione inizia-
le: un volano è lo sfondo su cui campeggia una grande “E”, l'iniziale di “engine”,
in inglese motore. I propulsori a combustione interna sono il primo passo dell'a-
zienda appena nata, che dagli anni Trenta comincia a produrre veicoli veri e
propri. Nasce così il mitico HA-1, il motocarro che richiama il primo nome di
Daihatsu, Hatsudoki Seizo Company. Dalle tre alle quattro ruote il passo è bre-
ve, e nel 1937 viene realizzata la prima vera e propria auto, la FA, ovviamente
compatta. Nuovissima nel design è invece la Bee, modello a tre ruote che colpi-
sce l'immaginazione del pubblico, con l'interessante innovazione tecnica delle
sospensioni indipendenti. L'anno del lancio è il 1951, lo stesso in cui l'azienda
assume il nome attuale.

Compagno, le Olimpiadi dell'affidabilità
Il 1957 vede l'apparizione di un altro modello di successo: Midget, la motocar-
rozzetta agilissima e infaticabile, con un raggio di sterzata ridottissimo. Tutti e-
lementi che diventeranno “marchi di fabbrica” Daihatsu. Midget viene esportata
in diversi paesi del mondo, tra i quali gli Stati Uniti. Dopo una serie di veicoli in-
dustriali, anche in versione pick-up, è la volta di una berlina, Compagno, che in
occasione delle Olimpiadi percorre i 18.000 km tra Olimpia, in Grecia, e Tokyo.
Non solo, Compagno è anche la prima auto giapponese ad attraversare l'intero
continente eurasiatico, in 50 giorni. Un primato di affidabilità che rimarrà nel
DNA Daihatsu. Nel 1965 la ricerca sulle auto elettriche, cominciata nell'immedia-
to dopoguerra, prima di ogni altra casa costruttrice giapponese, trova la sua ap-
plicazione concreta nel prototipo “Hijet Truck EV”. Il decennio termina con un'af-
fermazione nel Gran Premio del Giappone della P5, un prototipo sportivo che
trionfa nella categoria da 600 a 1.300 cc. È la prova concreta che, se le dimen-
sioni sono compatte, le prestazioni non lo sono affatto.

Gli anni '70
Quando il silenzio attira l'attenzione
Al World Expo in Giappone il pubblico di tutto il mondo apprezza il comfort e la
silenziosità dei 275 veicoli elettrici Daihatsu realizzati per l'occasione. L'alimen-
tazione alternativa è una realtà, almeno per la casa di Osaka. L'anno dopo, il
Ministero dell'Industria e il Commercio Internazionale giapponese indica il nome
di Daihatsu tra le aziende incaricate della ricerca e sviluppo di auto elettriche
compatte, ritenute essenziali per il futuro della mobilità urbana. L'importante ri-
conoscimento premia l'attitudine all'innovazione e accresce il prestigio di Daiha-
tsu, che moltiplica le sedi operative per soddisfare la domanda del mercato.
Nasce la stirpe dei 4x4
Nel 1974 Taft, compatto veicolo a 4 ruote motrici, dà inizio a un altro filone della
produzione Daihatsu, i fuoristrada “leggeri”. Tre anni dopo, vede la luce il model-
lo che diventerà una vera e propria bandiera, Charade, la futura Cuore, con mo-
tore a tre cilindri da 1.000 cc. Lo slogan con cui viene presentata è: “L'auto
compatta ed economica grande dentro”. Una filosofia che ispira ancora oggi tut-
ta la produzione Daihatsu. Charade crea la nuova categoria delle vetture da un
litro e incontra un successo strepitoso, anche oltreoceano, prima di venire no-
minata “auto dell'anno” in Giappone, nel 1978. Alla fine degli anni settanta la
dimensione sempre più internazionale di Daihatsu porta alla realizzazione di
una nuova sede a Kobe, dedicata esclusivamente alle esportazioni.

Gli anni ‘80
Tutto il mondo viaggia con Daihatsu
Nel 1982 l'affidabilità da record della Charade viene confermata dalla vittoria nei
5.000 km del Safari Rally, una delle più dure competizioni dell'epoca. Nel 1984
prosegue anche l'evoluzione della specie nei modelli 4WD, con un'auto che en-
trerà nella storia: Rugger, meglio nota in Italia con il nome di Rocky. Il roccioso e
compatto fuoristrada, secondo la comunicazione di quegli anni, era “Confortevo-
le come una berlina in autostrada e in città, sicura e aggressiva in fuoristrada e
sulla neve”. Doti che ritroveremo, moltiplicate, su tutti i modelli 4x4 Daihatsu. Al-
la fine degli anni '80 Daihatsu è ormai una realtà internazionale, con sedi opera-
tive e commerciali in diversi paesi del mondo.

C'è tanta Italia in Daihatsu
Risale agli anni '80 il primo, importante accordo con una casa produttrice italia-
na. Daihatsu fornisce il motore 1.000 della Charade all'Innocenti, che lo utilizze-
rà sulla MiniTre, una variante del leggendario modello disegnato da Bertone, e
anche la prima auto a tre cilindri prodotta in Italia. C'è anche un dettaglio che
non mancherà di incuriosire gli appassionati del marchio: Innocenti equipaggia
la nuova MiniTre D con un piccolo propulsore Daihatsu Diesel da 993 cc, con
buone prestazioni e consumi particolarmente contenuti. Tutti invece ricorderan-
no la Mini De Tomaso Turbo, la progenitrice di tutte le “piccole” grintosissime di
oggi. Un'auto mitica, anch'essa dotata dello stesso motore Daihatsu, con l'ag-
giunta di un compressore volumetrico. Un'altra collaborazione con l'Italia inau-
gura gli anni '90. Insieme a Piaggio, Daihatsu produce e distribuisce un furgon-
cino derivato dall'Hijet, che al pubblico nazionale sarà presentato come Piaggio
Porter, il primo veicolo giapponese prodotto in Italia.
Daihatsu in Italia
Dodici anni di successi
Daihatsu è rappresentata nel nostro paese da Daihatsu Italia S.r.l. che opera
nella sede “storica” di Treviglio (BG), dove aveva iniziato la sua attività come
DPS Daihatsu Parts Service.
Nata nel Novembre del 1994 dalla fusione di due società, una italiana e una
giapponese, DPS inizia con l’importazione e la distribuzione di ricambi e acces-
sori originali Daihatsu per l’Italia a cui, nel luglio del 1996, si aggiunge
l’importazione delle auto.
Ecco i modelli che hanno segnato le tappe della presenza DPS prima e Daiha-
tsu Italia dopo, ognuno con una personalità originale e caratteristiche innovative:
• 1996 Viene importata Feroza 4WD, una 4X4 molto apprezzata dal pubblico.
• 1997 Presentazione di Move, progenitrice di tutte le mini-monovolume. A set-
    tembre, viene lanciata la rivoluzionaria Terios 4WD 1.300, una 4X4 che in-
    venta il concetto di SUV compatta a 5 porte, con prestazioni competitive an-
    che con auto di cilindrata superiore.
• 1998 Nasce Sirion, con motorizzazioni 1.000 e 1.300, una vettura elegante,
    dalla linea molto personale, disponibile anche a 4 ruote motrici.
• 1999 Ė l’anno di Cuore, city-car con emissioni e consumi ridotti al minimo e
    uno straordinario rapporto tra spazi interni e dimensioni esterne.
• 2000 Leggero face-lifting per Terios, con l’introduzione della versione 2WD, e
    della nuova YRV, la Multipurpose giovane e sportiva, disponibile in versioni a
    2 e 4 ruote motrici.
• 2003 Debutta la nuova Cuore, il primo dei modelli realizzato sulle nuove piat-
    taforme di tecnologia avanzata che caratterizzerà in futuro i veicoli Daihatsu,
    e avviene la trasformazione di DPS Daihatsu Parts Service S.r.l. in Daihatsu
    Italia S.r.l..
• 2004 Inizia un programma di sviluppo commerciale a medio termine che pre-
    vede una completa riorganizzazione della rete di vendita.
• 2005 La nuova Sirion, presentata all’inizio dell’anno, è un’auto completamen-
    te riprogettata. Dinamica e contemporanea nel design, ha interni sorprenden-
    temente spaziosi e modulabili a piacere e una tecnologia da primato.
• 2006 Notevole l’arricchimento della gamma. Il nuovo Terios, il SUV compatto
    grande dentro, viene accolto con straordinario entusiasmo dal pubblico e dal-
    la stampa. Copen, la piccola ed esclusiva spider sportiva con tetto in allumi-
    nio a scomparsa, è ora disponibile anche con guida a sinistra e motore
    1.300. La famiglia Sirion cresce, con le speciali versioni Sport, GreenPowe-
    red, a doppia alimentazione benzina GPL e 4WD, con trazione integrale ad
    inserimento automatico. Verso la fine dell’anno arriva un altro modello, sem-
    pre nel segmento A, la Trevis, chic e retrò. La nuova Materia infine impone il
proprio design unico e la straordinaria versatilità al pubblico e agli addetti ai
    lavori.
•   2007 Il trend di crescita Daihatsu Italia ha incrementi geometrici: 4.500 unità
    vendute nel 2004, 6.800 nel 2005, 10.250 nel 2006 e una previsione di
    16.000 nel 2007. Vengono presentate le versioni speciali, in edizione limitata,
    dedicate al Centenario della casa, di Terios e Sirion. Quest’ultimo modello è
    sottoposto a un leggero restyling. Ma è soprattutto l’anno della nuova Cuore,
    un’auto-simbolo per celebrare il secolo di vita nell’unico modo possibile per
    Daihatsu: proporre agli automobilisti una vettura che superi le loro aspettati-
    ve, offrendo molto di più di quello che chiede. Anche questo è un primato.

LE SERIE SPECIALI “CENTENARIO”

Il Terios del centenario
Per la serie speciale del Terios dedicata al Centenario è stata scelta la versione
più prestante e full optional quella con motorizzazione di 1,5 litri (da 104,62 cv ),
con cambio manuale e in allestimento SX.
In più in questa “limited edition” si aggiungono particolari specifici. Innanzitutto,
esternamente, il logo dei “100 anni” sul portellone posteriore, poi i cerchi in lega
da 16 pollici in un nuovo e particolare disegno a sei razze, completati da pneu-
matici da 215/65 R16. E sempre esternamente anche il copriruota posteriore ri-
gido di serie.
All’interno si mettono in evidenza i sedili, rivestiti in Alcantara, i nuovi pannelli in
tessuto sulle portiere, il volante in pelle coordinato al pomello cambio pure in
pelle e con inserto cromato. In più la dotazione di arricchisce di un complesso di
Car Entertainement della Kenwood assolutamente eccezionale. Si tratta infatti
del modello DX720 inserito nella consolle centrale, con monitor motorizzato da
6,95 pollici formato 19/9, che comprende anche autoradio (AM, FM e RDS), let-
tore CD, lettore video DVD, lettore MP3 da CD e DVD, lettore MP3 da chiave
USB (con connettore posto nel vano portaoggetti), navigatore satellitare GPS,
info-traffico automatico TMC per navigatore satellitare (con rielaborazione di rot-
ta), vivavoce per cellulare Bluetooth, connettore per I-POD (audio-video) nel va-
no portaoggetti, telecomando.
Del Terios 1,5 vale la pena ricordare in sintesi le caratteristiche tecniche: motore
4 cilindri a benzina, 16 valvole DOHC, 1.495 cc, potenza di 104,62 cv a 6.000
giri, coppia motrice di 140 Nm a 4.400 giri, cambio manuale a cinque marce e
retromarcia, trazione integrale permanente con terzo differenziale centrale bloc-
cabile (comando elettrico), sospensioni anteriori indipendenti McPherson, ponte
posteriore semirigido 5 link, impianto frenante misto con dischi anteriori ventilati
e tamburi posteriori (con Abs ed Ebd), velocità massima 150 km/h, consumo
normalizzato medio 7,9 litri per 100 km, emissioni Co2 di 186 gr/km, normativa
Euro4.

La Sirion del centenario
Anche per la rinnovata Sirion, ma solo in abbinamento alla motorizzazione di 1,0
litri (cambio manuale) è prevista l’edizione del Centenario.
L’allestimento specifico, che va a completare quanto già previsto per la versione
Hiro, prevede la speciale vernice metallizzata color Titanio, le cornici fari brunite
che contrastano e staccano piacevolmente con il color della carrozzeria, i cerchi
in lega da 14”(con pneumatici da 175/65 R14).
All’interno nuovo il rivestimento dei sedili in un tessuto specifico, che gioca su
due colori forti e decisamente sportivi: il nero delle f asce laterali e il giallo della
fascia centrale Inoltre ora il sedile di guida è regolabile anche in altezza. E per
accentuare l’impronta sportiva il volante è un Momo in pelle che si coordina con
il pomello della leva del cambio pure in pelle e con inserto cromato. Cromatura
anche per le maniglie di apertura delle portiere. Infine all’impianto audio hi-fi di
serie, che prevedeva i soli altoparlanti anteriori, ne sono stati aggiunti due nelle
portiere posteriori, per migliorare il sound e rendere ancora più gradevole e go-
dibile l’ascolto a tutti i passeggeri.

DAIHATSU ITALIA srl – via Bergamo 43 – 24047 Treviglio (BG)
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