Covid-19, è corsa contro il tempo: fondamentale fare subito terze dosi
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Covid-19, è corsa contro il tempo: fondamentale fare subito terze dosi L’Italia si sta avvicinando alla zona arancione: ne è convinto Guido Rasi, consulente scientifico di Figliuolo, che fa notare come continui “ad aumentare l’occupazione dei posti ospedalieri. E’ fondamentale fare subito le terze dosi. E’ una corsa contro il tempo”. Il ministero della Salute chiede alle Regioni di rafforzare le misure di assistenza: “Il Paese è in una fase epidemica acuta”. Appello degli anestesisti: “Aumento del 70% dei posti occupati in intensiva, lockdown stringente per i non vaccinati”. Draghi convoca una cabina di regia per il 23. Servirà anche a “decidere se ci sarà bisogno di ulteriori” misure. Sul tavolo l’obbligo di mascherine all’aperto e la il tampone per eventi o discoteche. Omicron fa paura. La Delta, dice ancora Rasi, è “in qualche
modo sotto controllo, ma Omicron potrebbe sparigliare completamente le carte”. Nelle ultime 24 ore 24.259 positivi e 97 vittime. Tasso di positività al 4,3%. “E’ sicuramente vero che c’è una situazione non semplice a livello italiano e europeo e i numero sono in crescita e tale crescita rischia di mettere in crisi le strutture sanitarie. Valuteremo la congruità delle misure facendo una riflessione con i nostri scienziati”. Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, a ‘Che tempo che fa’ su Rai Tre. “Bisogna tenere altissimo il livello attenzione e chiediamo uno sforzo in più ai cittadini nel rispettare le misure, dalle mascherine all’evitare gli assembramenti. Chiedo con forza di fare il possibile, abbiamo bisogno dello sforzo di tutti”. E “chiediamo uno sforzo sulle vaccinazioni, il mio invito è prenotarsi per la terza dose”, ha aggiunto Speranza. “Su obbligo vaccinale agli studenti il governo è stato più prudente perchè c’è un diritto essenziale che è quello all’istruzione. Ho letto la richiesta dei sindaci che merita di essere approfondita ma lo sforzo del governo è trovare condizioni per tutelare il piu possibile la scuola”. “Nessuna decisione è stata assunta, ci sarà flash survey domani e solo giovedi sulla base dei dati faremo la nostra valutazione. C’è un elemento di preoccupazione da parte del governo, ci stiamo confrontando e valuteremo le soluzioni possibili”. Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, a ‘Che tempo che fa’ su Rai Tre. “Oggi l’Italia è il paese in Ue che ha l’obbligo vaccinale più esteso per varie categorie. Dopo di che verificheremo i dati epidemiologici e anche la portata della variante Omicron. Le misure che sceglieremo saranno sempre ponderate rispetto alla situazione”. “Oltre 52mila bimbi tra 5-11 anni hanno già fatto la prima dose e dentro questa cifra ci sono anche i miei due figli. Ringrazio l’Ssn perchè hanno trovato un clima accogliente e di festa. Invito i geniotri a parlare con i pediatri, questa
materia non lasciamola ai social o agli studi tv ma fidiamoci dei nostri medici”. “Temo di sì, ci stiamo avvicinando, perchè continua ad aumentare l’occupazione dei posti ospedalieri”. Così Guido Rasi, consulente scientifico del commissario straordinario per l’emergenza Covid Figliuolo, ha riposto alla domanda se l’Italia si sta avvicinando alla zona arancione durante la trasmissione ‘Mezz’ora in più’. “E’ fondamentale dunque fare subito le terze dosi. I vaccini ci sono e la campagna sta procedendo bene ma – ha aggiunto – è una corsa contro il tempo”. “Speriamo che il sequenziamento del virus aumenti in modo sostanziale: solo questa attività ci dice esattamente quale tipo di variante abbiamo di fronte. Tuttavia, soltanto 70 laboratori contribuiscono alla piattaforma che l’Istituto superiore di sanità ha messo a disposizione e 70 laboratori per 60 milioni di italiani sono pochi”, ha detto Rasi. “Si raccolgono pochi dati e lentamente. Rischiamo – ha avvertito Rasi – di sapere tardi la portata dell’andamento del virus, ritardando decisioni importanti”. L’Italia si trova “in fase epidemica acuta, caratterizzata da una elevata velocità di trasmissione del virus SarsCoV2 nella maggior parte del paese”. Così la circolare del ministero della Salute ‘Rafforzamento delle misure organizzative per la gestione dell’attuale fase epidemica’. Nel raccomandare la “tempestiva attivazione a livello regionale di tutte le misure organizzative per fronteggiare un eventuale incremento anche sostenuto della domanda di assistenza sanitaria”,la circolare allerta anche rispetto ad “ulteriori impatti epidemiologici ed assistenziali potenzialmente correlati alla maggiore diffusione” della variante Omicron. “Nelle ultime otto settimane – si legge nel provvedimento – sul territorio nazionale sono stati registrati rapidi incrementi dell’incidenza, che ha ormai raggiunto i 241 casi/100.000 e del tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva
(9,6%) e nelle aree mediche (12,1%), mentre si mantengono stabilmente e significativamente al di sopra della soglia epidemica sia l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici (1,13) che l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero (1,09)”. Alla luce dell’attuale andamento epidemico ed “altresì in considerazione degli ulteriori impatti epidemiologici ed assistenziali potenzialmente correlati alla maggiore diffusione della variante virale B.1.1.529, designata dall’OMS come variante Omicron, le cui caratteristiche in termini di trasmissibilità, gravità della malattia e sensibilità ai vaccini attualmente in uso non sono ancora chiaramente definite – si afferma nella circolare – si ritiene importante raccomandare la tempestiva attivazione a livello regionale di tutte le misure organizzative atte a fronteggiare nelle prossime settimane un eventuale incremento anche sostenuto della domanda di assistenza sanitaria legata all’infezione da SARS-CoV-2, sia a livello territoriale che ospedaliero, garantendo l’adeguata presa in carico dei pazienti affetti da COVID-19 in relazione alle specifiche necessità assistenziali”. Il ministero rimanda quindi le Regioni alle circolari già emanate per la gestione delle precedenti ondate pandemiche e che riguardano, in particolare, misure per la rimodulazione dell’attività programmata considerata differibile, indicazioni per partorienti e neonati, riorganizzazione dei servizi ospedalieri e territoriali per la gestione dell’emergenza con il potenziamento dei posti letto ospedalieri e dell’assistenza sul territorio. LA CAMPANIA “In relazione alla crescita abnorme di contagi registrati nelle ultime tre settimane e segnalata dalle autorità sanitarie, con particolare incremento relativo alle fasce di età giovanili, si sono rese indispensabili misure di contenimento e di divieto di feste al chiuso – che continuano irresponsabilmente – con particolare riferimento a feste
scolastiche, feste di laurea, di compleanno e simili”. Lo dice il governatore della Campania, Vincenzo De Luca. “Si ricorda inoltre che in Campania l’uso delle mascherine anche all’aperto, – che viene introdotto in altre regioni – è rimasto obbligatorio per tutto l’anno, anche nei mesi estivi. Si sollecita un controllo, anche con sanzioni – che per ora è rimasto assolutamente inadeguato – da parte delle forze dell’ordine e delle polizie municipali”, conclude De Luca. L’ordinanza del presidente della Regione Campania consente “il solo svolgimento di “pranzi e/o cene, nel rispetto dei protocolli vigenti” e anche “di altri eventi esclusivamente in forma statica, con posti seduti e preassegnati e con obbligo di indossare la mascherina per tutta la durata dell’evento”. Vietati invece “feste ed eventi consimili in sale da ballo, discoteche e locali assimilati”. Omicron, verso la stretta di Natale
Una cabina di regia a Palazzo Chigi presieduta dal premier Draghi e un Cdm, entrambi previsti il prossimo 23 dicembre, all’antivigilia di Natale, per fronteggiare con nuove misure l’avanzata di Omicron anche in Italia.Il Governo lavora alla riduzione dei tempi di durata del Green pass a cinque mesi, l’obbligo delle mascherine all’aperto anche in zona bianca e tamponi nei luoghi affollati, come le discoteche. Sul tavolo però, se i numeri sulla variante dovessero rivelarsi più preoccupanti del previsto, ci sono anche le ipotesi sull’estensione dell’obbligo vaccinale ad altre categorie lavorative come quelle a contatto con il pubblico (si pensa in particolare alla pubblica amministrazione) oppure l’estensione del certificato verde in versione rafforzata negli stessi ambiti.Tutto è legato ai risultati della nuova indagine su Omicron, che arriveranno da una ‘flash survey’ fissata per lunedì prossimo, sottoponendo a sequenziamento un numero di campioni statisticamente significativo raccolti in 24 ore. E dopo tre giorni il report sarà discusso in cabina di regia a Palazzo Chigi. Dopo una valutazione, il Governo tirerà
le somme in Cdm, mettendo a punto il decreto.Non solo Green pass, obbligo vaccini, tamponi e mascherine. La corsa contro il tempo per arginare il diffondersi delle mutazioni passa anche per un potenziamento del tracciamento, che in Italia sarebbe al di sotto dei minimi fissati in Europa. Per questo il ministero potrebbe chiedere un potenziamento del lavoro degli oltre 70 appositi laboratori nelle varie Regioni, che riversano i dati nella piattaforma per la sorveglianza genomica delle varianti presenti nel Paese. La Regione Emilia- Romagna ha chiesto al Commissario per l’emergenza la disponibilità di 120 militari per il tracciamento. “E’ fondamentale capire quanto sta crescendo la Omicron e con che ritmo rispetto all’andamento epidemiologico”, spiega il ministro Roberto Speranza. Al momento sono salite a 84 le sequenze di Omicron analizzate. Ma – avverte il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro – sulla variante “è probabile un aumento dei casi nei prossimi giorni”. In effetti la quarta ondata sembra essere in pieno svolgimento. Anche ieri il numero dei contagi è stato alto, con 28.064 nuovi positivi mentre sono state 123 le vittime in 24 ore. Il tasso di positività è al 4% e sono 953 i pazienti in terapia intensiva, 30 in più rispetto al giorno precedente, nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono stati 95.I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 7.576, ovvero 56 in più. Altre Regioni come la Lombardia, oltre alle sette (province autonome comprese) già in zona gialla, hanno i numeri in netta crescita e si avviano a lasciare la zona bianca nelle prossime settimane. Numeri che fanno presagire la necessità di nuovi provvedimenti entro la fine dell’anno. In attesa del prossimo decreto è stato intanto pubblicato in Gazzetta ufficiale il Dpcm che indica le modalità per la revoca del Green pass qualora il possessore del certificato dovesse risultare positivo durante il periodo di validità del documento o in caso di pass falsi. A generare la revoca automatica in caso di positività è la ‘Piattaforma nazionale-Dgc’.La stessa revoca sarà comunicata anche al Gateway europeo. Sarà poi annullata automaticamente a seguito dell’emissione della certificazione
verde di guarigione. E alcune città hanno già messo in campo le misure contro gli affollamenti dovuti in particolare allo shopping natalizio. Le misure anti-assembramento di Roma hanno riguardato la chiusura per alcune ore, da parte delle forze dell’ordine, di un tratto di via del Corso, allo scopo di far defluire le persone ed evitare affollamenti pericolosi per possibili contagi. E a Fienze sono stati istituiti i sensi unici per i pedoni nel centro storico Governo, stretta sugli ingressi in Italia: è scontro con Bruxelles Il governo tira dritto: fino al 31 gennaio servirà un tampone per entrare in Italia dall’estero e la quarantena per i non vaccinati “Non c’è molto da riflettere”, taglia corto Mario Draghi. E
respinge le forti perplessità rimbalzate da Bruxelles, per le limitazioni all’ingresso anche per chi arrivi da Paesi Ue: le misure devono essere “proporzionali e giustificate”, nonché “di breve durata”, avverte la Commissione. Ma c’è un dato, sottolinea Draghi, alla base della decisione presa martedì dal governo, con un’ordinanza: l’incidenza della variante Omicron in Italia è per ora, secondo l’Iss, solo dello 0,19% mentre dilaga all’estero. La stretta sui viaggi serve a difendere “con le unghie e i denti” una “normalità” che l’Italia ha conquistato “al prezzo di 134mila morti”. E affrontare il Natale con “relativa tranquillità”. “Buon Natale e anche buone feste”, dice Draghi chiudendo il suo intervento in Parlamento, in vista del Consiglio europeo delle prossime ore. Deputati e senatori si danno il gomito, perché leggono nelle sue parole un velo d’ironia, dopo le polemiche per le linee guida sulla comunicazione per le feste, poi ritirate da Bruxelles. Il presidente del Consiglio si presenta al vertice Ue convinto che l’Italia sia “più forte in Europa e nel mondo”. Con questa forza, rinsaldata dall’asse sui dossier cruciali con il francese Emmanuel Macron, chiede di continuare con politiche di bilancio espansive e procedere verso una vera “unione politica”. E’ convinto che il patto di stabilità, sotto presidenza francese dell’Ue e anche rinsaldando il dialogo con il tedesco Olaf Scholz, sarà rivisto: bisogna “cambiare le regole sugli aiuti di stato” e introdurre il bilancio comune. Assicura che la “fiducia” mostrata all’Italia con i fondi del Pnrr sarà ripagata: la prossima settimana una cabina di regia approverà la relazione annuale che dovrebbe certificare il raggiungimento di tutti i 51 obiettivi entro fine anno. L’informativa del premier alla Camera “Voglio prima di tutto ricordare le nove vittime dell’esplosione avvenuta l’11 dicembre a Ravanusa, in provincia di Agrigento. Ai loro cari, vanno le condoglianze
del Governo e mie personali. È essenziale che venga fatta luce al più presto su quanto accaduto per accertare le responsabilità. Episodi come questo non devono accadere e sono inaccettabili”. Lo afferma il premier Mario Draghi alla Camera chiamando per nome e per età tutte le vittime. “L’inverno e la diffusione della variante Omicron – dalle prime indagini, molto più contagiosa – ci impongono la massima attenzione nella gestione della pandemia. I contagi sono in aumento in tutta Europa: nell’ultima settimana, neell’UE, si sono registrati in media 57 casi al giorno ogni 100.000 abitanti. In Italia, l’incidenza è più bassa, quasi la metà, ma è comunque in crescita. Il Governo ha deciso di rinnovare lo Stato di emergenza fino al 31 marzo per avere tutti gli strumenti necessari per fronteggiare la situazione. Invito i cittadini a mantenere la massima cautela”. “I dati di oggi descrivono un quadro molto diverso rispetto all’anno scorso. Il numero totale di persone attualmente positive al virus in Italia è 297 mila. Dodici mesi fa erano 675 mila, nonostante un livello di restrizioni molto maggiore. Le persone ricoverate sono 8.026. Il 14 dicembre 2020 erano 30.860. Negli ultimi sette giorni ci sono stati in media 95 decessi al giorno. Nello stesso periodo di un anno fa erano stati 629. Dobbiamo essere prudenti, ma ci avviciniamo al Natale più preparati e più sicuri”. Lo dice il premier Mario Draghi nell’informativa alla Camera in vista del Consiglio Ue. “Oggi più dell’85% degli italiani sopra i 12 anni ha ricevuto due dosi, e circa il 20% anche la terza. Voglio incoraggiare chi non si è vaccinato a farlo al più presto e chi ha fatto le prime due dosi a fare la terza appena possibile. Come dimostra l’Iss, i non vaccinati hanno un rischio di morire 11 volte maggiore rispetto a chi ha ricevuto la seconda dose, e quasi 17 volte rispetto a chi ha fatto la terza. Vaccinarsi è essenziale per proteggere noi stessi, i nostri cari, la nostra comunità. E per continuare a tenere aperta l’economia, le scuole, i luoghi della socialità, come fatto finora”. Draghi ha affrontato anche la questione delle bollette. Contro
il caro bollette ci sono “stanziamenti imponenti, di misura mai vista prima, orientata a sollevare i più deboli dal rincaro dell’energia. Questi stanziamenti non possono andare avanti all’infinito quindi serve una soluzione strutturale e occorre fare una riflessione sul meccanismo di prezzo dell’energia”. “In Europa è iniziata una riflessione in cui parte attiva è Cingolani. E’ difficile pensare a una riflessione strutturale che non chiami alla partecipazione dei costi comuni chi ha maturato profitti”. Cgil e Uil, oggi lo sciopero generale contro la manovra Disagi in vista, oggi, per lo sciopero generale di 8 ore proclamato da Cgil e Uil contro la manovra. Lo stop interessa i lavoratori pubblici e privati, dalla Pa all’industria, ed i servizi, a partire dai trasporti: a rischio treni, aerei, bus e metro, nel rispetto delle fasce di garanzia. Si fermano anche i rider. Esclusi, invece, la sanità, esonerata fin dall’inizio dalla protesta, la scuola che ha già incrociato le braccia venerdì scorso e, dopo i rilievi del Garante degli scioperi, i servizi ambientali e le Poste, alle prese con la scadenza del pagamento Imu.
NON SI FERMANO SANITA’ E POSTE Dallo sciopero è esonerato il settore della sanità pubblica e privata con i servizi collegati, comprese le Rsa, per salvaguardare il diritto prioritario alla salute dei cittadini in questa fase di emergenza pandemica. Sono esentati dall’adesione allo sciopero anche i lavoratori del settore Igiene ambientale e i dipendenti di Poste Italiane appartenenti alla divisione Mercato privati (sportelli). SCUOLA NO, MA STUDENTI IN PIAZZA CON I PENSIONATI Il personale della scuola avendo già scioperato il 10 dicembre non aderisce allo sciopero. Gli studenti, invece, saranno in piazza insieme ai pensionati, come fanno sapere il sindacato dei pensionati Spi-Cgil e le organizzazioni Udu-Unione degli universitari e Rete degli studenti medi. LO STOP DEI TRASPORTI Nel trasporto ferroviario, come indicato dai sindacati, lo stop per il personale viaggiante ed addetto alla circolazione dei TRENI (ad esclusione di Trenord e delle imprese ferroviarie merci), compresi gli addetti alle attività di ristorazione e pulizia, va dalla mezzanotte alle 21, nel rispetto delle fasce di garanzia dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21 e dei treni garantiti per la media lunga percorrenza. Nel trasporto AEREO il personale navigante delle compagnie e gli addetti alle attività operative degli aeroporti, compresi i controllori di volo, scioperano per un turno dalla mezzanotte alle 24, nel rispetto delle fasce di garanzia dalle 7 alle 10 e dalle 18 alle 21. Nel trasporto pubblico locale, sempre nel rispetto delle fasce di garanzia, lo sciopero interessa BUS, METRO, tram e ferrovie concesse, nelle principali città (ad esclusione di Venezia e Bari), secondo modalità diverse: a Milano dalle 8.45 alle 15 e dalle 18 a
termine del servizio; a Roma dalle 8.30 alle 17 e dalle 20 a fine servizio; a Torino dalle 8 alle 14.30 e dalle 17.30 a fine servizio; a Genova dalle 9 alle 17.30 e dalle 20.30 a fine servizio; a Bologna dalle 8.30 alle 16.30 e dalle 19.30 a fine servizio; a Firenze dalle 9 alle 12 e dalle 15 a fine servizio, a Napoli dalle 8.30 alle 17 e dalle 20 a fine servizio. Nel settore marittimo si ferma il personale di TRAGHETTI E NAVI ad eccezione delle linee essenziali di collegamento con le isole; per un turno sciopera il personale amministrativo. AUTOTRASPORTO E RIDER Stop di un turno di lavoro nel trasporto merci per gli autotrasportatori, gli addetti alla logistica, i corrieri espressi, gli addetti delle cooperative di facchinaggio, il personale delle agenzie marittime ed i rider. AUTOSTRADE Nelle autostrade si ferma il personale, da quello dei caselli agli addetti alla manutenzione e alla viabilità per un turno di lavoro. Garantiti i servizi minimi funzionali ad assicurare la sicurezza della circolazione stradale. Rapporto povertà sanitaria: nel 2021 600mila persone non
hanno potuto acquistare medicinali È quanto emerge dal 9° Rapporto Donare per curare – Povertà Sanitaria e Donazione Farmaci realizzato con il contributo incondizionato di IBSA Farmaceutici da OPSan – Osservatorio sulla Povertà Sanitaria (organo di ricerca di Banco Farmaceutico) Nel 2021, almeno 597.560 persone povere non hanno potuto acquistare i medicinali di cui avevano bisogno. Si tratta di 163.387 persone in più rispetto alle 434.173 del 2020. Si è registrato, quindi, un incremento del 37,63% di persone in povertà sanitaria. L’aumento deriva dalla pandemia da Covid-19 che ha arrecato gravi danni alla salute e al reddito di milioni di residenti.
È quanto emerge dal 9° Rapporto Donare per curare – Povertà Sanitaria e Donazione Farmaci realizzato con il contributo incondizionato di IBSA Farmaceutici da OPSan – Osservatorio sulla Povertà Sanitaria (organo di ricerca di Banco Farmaceutico). I dati, rilevati attraverso la rete dei 1.790 enti assistenziali convenzionati con il Banco ed elaborati da OPSan, sono stati presentati il 16 dicembre 2021, in un convegno in diretta streaming promosso da Banco Farmaceutico e AIFA. Nonostante il forte universalismo del nostro Servizio Sanitario Nazionale, il 42,2% della spesa farmaceutica è a carico delle famiglie, che nel 2020 (ultimi dati disponibili) hanno speso 8,7 miliardi di euro su un totale di 20,5 miliardi. Chi è povero ha in media un budget sanitario pari a 10,25 euro, meno di 1/5 (17%) della spesa sanitaria di chi non è povero (60,96 euro mensili). Per le famiglie povere, inoltre, ben il 62% della spesa sanitaria (6,37 euro) è assorbita dai farmaci e solo il 7% (0,75 euro) è dedicata ai servizi dentistici. Questo determina esiti problematici, poiché ai servizi dentistici si ricorre spesso in funzione preventiva oltre che terapeutica. Le famiglie non povere, invece, destinano il 43% del proprio budget sanitario mensile (25,94 euro) all’acquisto di medicinali e il 21% ai servizi dentistici (12,6 euro) Sia i poveri, sia i non poveri, compiono un “investimento” o un “sacrificio” simile per tutelare la propria salute. Il peso della spesa sanitaria sul totale della spesa per consumi si attesta, per entrambi, su valori molto simili (2% vs. 1,6%) anche se con valori monetari molto distanti (60,96 euro vs. 10,25 euro). Le difficoltà riguardano tutti i residenti, poveri e non poveri: nel 2020 il 15,7% delle famiglie italiane (4 milioni 83 mila famiglie, pari a 9 milioni 358 mila persone) ha
risparmiato sulle cure, limitando il numero delle visite e degli accertamenti o facendo ricorso a centri diagnostici e terapeutici più economici. Hanno fatto ricorso a una di queste strategie 33 famiglie povere su 100 e 14 famiglie non povere su 100. A causa della crisi economica derivante dalla pandemia, molte persone sono state spinte in una situazione di indigenza, e chi già era povero vive una condizione di ulteriore marginalità. Il nostro Rapporto rappresenta non tanto e non solo un’analisi sociologica e statistica della povertà, quanto uno strumento per consentire a Banco Farmaceutico di poter fare meglio il proprio lavoro (raccogliere farmaci per gli indigenti) e per smuovere idee e coscienze, fornendo al dibattito alcuni suggerimenti in termini di politiche pubbliche. Crediamo in particolare che, sia nell’ambito del PNRR, sia in quello delle strategie sanitarie generali, occorra valorizzare adeguatamente il ruolo sussidiario del Terzo settore. Crediamo sia sufficiente guardare a ciò che già esiste. A quello che accade, per esempio in alcune regioni, dove gli enti assistenziali hanno assunto una funzione di sistema non ignorabile dalle istituzioni pubbliche, le quali considerano tali enti partner delle politiche sanitarie, coinvolgendole talora nella co-progettazione del welfare locale a sostegno dei poveri», ha dichiarato Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico onlus. Scatta l’obbligo vaccinale per scuola, militari e forze
di polizia Il mancato adempimento dell’obbligo vaccinale da parte delle forze di polizia determina la sospensione dal servizio del dipendente, cui non è dovuto alcun compenso ed a cui verranno temporaneamente ritirati tessera di riconoscimento, placca, arma in dotazione individuale e manette Da domani scatta l’obbligo vaccinale per il personale della scuola, per i militari e le forze di polizia. Scatta domani, quindi, l’obbligo vaccinale del personale della scuola e, secondo quanto riportato dall’ANSA, stamattina è arrivata una circolare alle scuole con le indicazioni per i controlli, che saranno su piattaforma e automatici come per il green
pass. L’obbligo di vaccinazione anti-Covid per militari e forze di polizia L’inadempienza porterà all’immediata sospensione del servizio senza ricadute disciplinari con la conservazione del rapporto di lavoro. Lo ha detto il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese in audizione alla commissione Affari costituzionali del Senato, sottolineando che “ci sarà un continuo monitoraggio sugli operatori che hanno adempiuto all’obbligo. Prima dell’introduzione dell’obbligo il monitoraggio non era consentito per la privacy, oggi è invece possibile per la necessaria verifica posta in carico dei datori di lavoro. Ci si attende da questo un’ulteriore spinta ad aderire alla campagna da parte degli operatori”. Il mancato adempimento dell’obbligo vaccinale – che scatta domani – da parte delle forze di polizia determina la sospensione dal servizio del dipendente, cui non è dovuto alcun compenso ed a cui verranno temporaneamente ritirati tessera di riconoscimento, placca, arma in dotazione individuale e manette. Lo specifica una circolare firmata dal capo della Polizia, Lamberto Giannini. L’obbligo comprende il ciclo vaccinale primario e la successiva somministrazione del richiamo. Sarano i “dirigenti apicali delle varie articolazioni centrali e periferiche” a delegare le verifiche a dipendenti con qualifiche dirigenziali. Il Garante per la protezione dei dati personali ha espresso, in via d’urgenza, parere favorevole sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che aggiorna le disposizioni relative alle certificazioni verdi e agli obblighi vaccinali per alcune categorie di lavoratori. Nel provvedimento, l’Autorità ha evidenziato come, allo stato attuale della situazione epidemiologica, il complesso delle misure, adottate anche a seguito delle interlocuzioni con il
ministero della Salute, “siano conformi al principio di liceità e, più in generale, alla disciplina sulla protezione dei dati personali”. Meteo, in arrivo il gelo russo La grande assente di queste ultime settimane, l’alta pressione delle Azzorre, ha conquistato il bacino del Mediterraneo e una grossa fetta del Vecchio Continente. L’Italia godrà della protezione dell’anticiclone almeno fino a venerdì prossimo. Stefano Ghetti, meteorologo del sito www.iLMeteo.it informa che per i prossimi giorni l’atmosfera su gran parte delle regioni sarà stabile grazie all’anticiclone. Il sole sarà in gran parte prevalente, ma alta pressione in autunno e inverno
non sempre è sinonimo di bel tempo, infatti sulla Pianura Padana potrebbe tornare l’incubo della nebbia. La riduzione della visibilità potrà risultare importante sulle pianure di Piemonte, Lombardia ed Emilia rendendo il cielo invisibile in città come ad esempio Asti, Alessandria, Pavia, Milano, Bologna e Modena. In taluni casi la nebbia potrà essere persistente per tutto il giorno causando giornate decisamente molto fredde. Sul resto d’Italia il tempo sarà più soleggiato anche se al Sud e su Abruzzo e Molise la nuvolosità sarà più presente e a volte anche compatta. Questa situazione potrebbe cambiare radicalmente nel corso del weekend. La spinta verso la Scandinavia dell’alta pressione favorirà l’arrivo di correnti gelide dalla Russia che tra sabato e domenica investiranno le regioni adriatiche centro-meridionali dove la neve scenderà a quote via via più basse. Nel dettaglio. Martedì 14. Al nord: bel tempo prevalente. Al centro: molte nubi in Molise, sole altrove. Al sud: cielo spesso coperto sugli Appennini, sul Gargano e sulla Sicilia tirrenica. Mercoledì 15. Al nord: possibili nebbie fitte in pianura. Al centro: coperto su Abruzzo e Molise, rari piovaschi. Al sud: molte nubi su Gargano, Appennini, Sicilia settentrionale. Giovedì 16. Al nord: possibili nebbie diffuse in pianura, sole in montagna. Al centro: coperto su Adriatiche e Lazio, precipitazioni sugli Appennini. Al sud: cielo a tratti molto nuvoloso o localmente coperto. Da sabato ingresso di venti freddi al Centro-Sud con neve in collina.
Consiglio dei Ministri: proroga dello stato di emergenza al 31 marzo L’ipotesi: estendere l’obbligo di mascherine all’aperto, nel periodo delle festività, a tutto il territorio nazionale Lo stato di emergenza Covid è prorogato fino al 31 marzo del 2022. E’ quanto prevede la bozza di decreto legge, ancora suscettibile di modifiche, che è sul tavolo del Consiglio dei ministri. Nasce un’infrastruttura, presso un sito militare, per “lo stoccaggio e la conservazione delle dosi vaccinali per le
esigenze nazionali”. Lo prevede la bozza di decreto legge per la proroga dello stato d’emergenza Covid. Vengono stanziati 6 milioni per il 2022 “per la realizzazione e l’allestimento, da parte del ministero della Difesa, dell’infrastruttura presso un sito militare”. L’obiettivo è “assicurare il potenziamento delle infrastrutture strategiche per fronteggiare le esigenze connesse all’epidemia da Covid-19 e garantire una capacità per eventuali emergenze sanitarie future”. All’odg c’è poi l’esame di leggi regionali e varie ed eventuali. È in via di limatura il testo. Questa mattina il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli ha riunito a Palazzo Chigi Francesco Paolo Figliuolo, il capo della protezione civile Fabrizio Curcio e i rappresentanti dei ministeri di Salute e Economia. La proroga, viene spiegato, dovrebbe anche servire ai diversi soggetti interessati a preparare la fase successiva, per una progressiva uscita dallo stato di emergenza. “Non sono d’accordo con la proroga dello stato di emergenza: se dura più di due anni è un controsenso logico e linguistico. Credo che il governo oggi debba riuscire a combattere l’epidemia ripristinando i diritti. Comincia a crearsi un problema per la democrazia. Gli unici a difendere la Costituzione siamo rimasti noi di FdI”. Così la leader di FdI, Giorgia Meloni intervistata da Venanzio Postiglione, vicedirettore del Corriere, su Corriere.it. Estendere l’obbligo di mascherine all’aperto, nel periodo delle festività, a tutto il territorio nazionale. E’ l’ipotesi che circola in queste ore in ambienti di governo, in vista del Consiglio dei ministri che dovrà approvare il decreto legge per la proroga dello stato d’emergenza Covid. L’ipotesi sarebbe sostenuta da alcuni esponenti dell’esecutivo, anche in considerazione del fatto che diversi sindaci hanno già introdotto l’obbligo nei loro Comuni. Al momento, spiegano però fonti governative, il decreto sullo stato d’emergenza non contempla alcuna norma in tal senso e l’ipotesi non sarebbe
ancora stata discussa nel governo. “Oggi in Cdm ci saranno ulteriori scelte sull’emergenza che stiamo vivendo”, ha detto in mattinata il ministro della Salute Roberto Speranza. “Le terze dosi sono ancora più importanti per fronteggiare la variante Omicron, lo stiamo vedendo dai dati che arrivano”, ha sottolineato poi Speranza. Covid, nel Regno Unito la prima vittima della variante Omicron Arriva la prima vittima di Omicron. Il premier britannico Boris Johnson ha annunciato infatti che almeno un paziente affetto dalla nuova variante è deceduto nel Regno Unito. Lo riferisce la Press Association.
Johnson lo ha detto ai giornalisti mentre era in visita a un centro di vaccinazione a Paddington, nell’ovest di Londra. Il premier britannico ha sottolineato che l’idea che Omicron sia una variante meno pericolosa è da “mettere da parte” e che serve “riconoscere semplicemente il ritmo con cui accelera attraverso la popolazione”. “Quindi la cosa migliore che possiamo fare è vaccinarci con le dosi di richiamo”, ha concluso. Circa il 40% dei nuovi contagi di Covid registrati a Londra è causato dalla variante Omicron, ha detto il ministro della Sanità britannico, Sajid Javid, preoccupato dall’aumento esponenziale dei casi, che tendono a raddoppiare nel giro di due-tre giorni. Con questi ritmi la Omicron è destinata a superare in tempi rapidi la Delta, diventando così dominante. Anche il premier Boris Johnson, parlando ai giornalisti in un centro di vaccinazione a Londra, ha sottolineato l’allarmante impennata di casi e affermato che si prevede nella capitale britannica e in altre zone del Regno Unito che i contagi da Omicron siano destinati a superare quelli alimentati dalla variante Delta. “Entro domani sarà la maggioranza dei casi e sta aumentando sempre di più”, ha detto il primo ministro, secondo cui è sempre più evidente, come già aveva dichiarato il ministro alla Sanità, l’elevatissima trasmissibilità di questa nuova mutazione del virus. Per il premier inoltre, è molto alto il rischio che la diffusione della variante possa raggiungere numeri tali da riempire gli ospedali di ricoverati in cifra assoluta anche con una percentuale relativamente limitata di casi sintomatici. E anche la Cina ha indetificato il suo primo caso di variante Omicron di Covid-19 a Tianjin, a 150 chilometri a est di Pechino, dopo aver effettuato il sequenziamento del genoma. Lo riferiscono i media cinesi che citano il Centro per la prevenzione e il controllo dell’epidemia di Tianjin.
Covid, sono 6 milioni gli italiani non vaccinati Sono oltre 6 milioni gli italiani che non hanno alcuna copertura contro il Covid. E’ quanto emerge dal report del governo sui vaccini, aggiornato a questa mattina, in base al quale ad oggi ci sono 6.103.160 persone che non hanno fatto la prima dose.In termini assoluti, il numero più alto di non vaccinati è tra i 40-49 anni (1.289.003) e in quella 50-59 anni (1.097.620); in percentuale è invece tra i 12-19enni che c’è la fetta più ampia: il 20,90%, che corrisponde a 967.264 persone su una platea di 4.627.514. “Siamo ancora in una fase non facile, questa nuova ondata di Covid sta toccando molto significativamente l’Europa e anche in Italia c’è una oggettiva crescita dei nuovi contagi, anche se siamo ancora uno dei Paesi con un quadro epidemiologico migliore, e ciò
grazie alla campagna di vaccinazione che è la leva primaria.Dobbiamo avere fiducia nella scienza”. Lo ha detto il ministro della salute, Roberto Speranza, intervenendo all’Assemblea nazionale della Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa (Cna), ricordando che ieri è stata superata la soglia dei 100 milioni di dosi somministrate.”Stamani è stato superato l’88% di persone over 12 vaccinate con la prima dose e l’85% che ha completato il ciclo vaccinale, e crescono negli ultimi giorni le prime dosi: dobbiamo insistere convincendo anche gli incerti e chiamando le persone per le terze dosi, per le quali abbiamo superato i 10 milioni di richiami fatti”, ha aggiunto Speranza, rilevando che “è il primo punto su cui investire; poi c’è una seconda leva: le misure precauzionali e le mascherine. Se insistiamo su vaccini e comportamento possiamo provare a gestire questa ondata molto seria e consistente”. Covid, Omicron battuta da tre dosi di Pfizer
La variante Omicron del Sars-CoV-2 è stata neutralizzata da 3 dosi di vaccino. Lo riferiscono Pfizer-BionTech dopo test effettuati in laboratorio, moltiplica fino a 25 volte gli anticorpi. Secondo quanto riporta l’Agenzia Bloomberg la terza dose di vaccino garantisce un livello di protezione simile a quello osservato dopo due dosi contro il virus originale e le varianti finora conosciute. Intanto è guarito il paziente zero. “Dopo venti giorni di quarantena resta la sensazione di aver superato una prova molto dura e senza le conseguenze gravi che hanno subito altre persone. E ciò grazie al vaccino, che ci ha fatto stare tranquilli”. Così il manager Eni di Caserta risultato a fine novembre il primo positivo in Italia alla nuova variante sudafricana denominata Omicron; con lui erano risultati positivi ad Omicron anche i due figli, la moglie, la madre, la suocera e una badante. Tutti sono sempre stati in buone condizioni di
salute e oggi si sono negativizzati (tranne la suocera); già domani troveranno in piattaforma il certificato di guarigione dal Covid e potranno uscire. “Da domani potrò tornare a viaggiare – aggiunge il manager – ma in questi venti giorni, oltre all’angoscia e alla spada di Damocle rappresentata dai continui tamponi cui venivamo sottoposti, abbiamo potuto ritrovare la bellezza di stare tutti insieme come non accadeva da tempo. Per chi è abituato a viaggiare, stare venti giorni a casa non è facile, ti genera un senso di oppressione; ma c’è anche un lato positivo, vedere i miei figli quanto erano felici di avermi tutto il giorno in casa; loro sono stati bene, anche perché alla Dad ormai sono abituati. E comunque, ripeto, senza vaccino non saremmo stati mai tranquilli. Per cui spero che anche chi è restio vada a vaccinarsi” conclude il professionista.Nella piattaforma ICoGen “13 casi confermati in Italia di variante Omicron del Sars-CoV-2: 7 del cluster in Campania; 3 in Veneto; 1 rispettivamente in Piemonte, Sardegna e Bolzano. Del totale dei 13 casi, 12 sono importati o contatti di importati. Per uno (in Veneto) sono in corso indagini. In corso anche il sequenziamento di altri 4 sospetti”. Lo riferisce l’Istituto superiore di sanità.”Sono stati rilevati dall’Istituto Spallanzani tre casi di variante Omicron ed è stata immediatamente avviata l’indagine epidemiologica”. Lo annuncia l’assessore reginale alla Sanità Alessio D’Amato. “Si tratta di due donne, una proveniente dal Sudafrica con un volo dell’Ethiopian Airlines e diretta in provincia di Macerata. La seconda proveniente dalla Francia (Parigi) e residente nel Lazio. Il terzo è un uomo, un militare della Nigeria in missione e di rientro nel proprio Paese. I tre casi – aggiunge – stanno tutti bene e sono in isolamento”.”La variante di Omicron per ora è stata segnalata in 57 paesi e prevediamo che il numero continuerà a crescere. Alcune caratteristiche di Omicron, tra cui la sua diffusione globale e il gran numero di mutazioni, suggeriscono che potrebbe avere un impatto importante sul corso della pandemia”. Lo detto il capo dell’Oms Tedros Ghebreyesus nel briefing sul Covid da Ginevra.
Puoi anche leggere