Covid-19, è corsa contro il tempo: fondamentale fare subito terze dosi

Pagina creata da Marta Alfano
 
CONTINUA A LEGGERE
Covid-19, è corsa contro il tempo: fondamentale fare subito terze dosi
Covid-19, è corsa contro il
tempo:   fondamentale  fare
subito terze dosi

L’Italia si sta avvicinando alla zona arancione: ne è convinto
Guido Rasi, consulente scientifico di Figliuolo, che fa notare
come continui “ad aumentare l’occupazione dei posti
ospedalieri. E’ fondamentale fare subito le terze dosi.

E’ una corsa contro il tempo”. Il ministero della Salute
chiede alle Regioni di rafforzare le misure di assistenza: “Il
Paese è in una fase epidemica acuta”. Appello degli
anestesisti: “Aumento del 70% dei posti occupati in intensiva,
lockdown stringente per i non vaccinati”. Draghi convoca una
cabina di regia per il 23. Servirà anche a “decidere se ci
sarà bisogno di ulteriori” misure. Sul tavolo l’obbligo di
mascherine all’aperto e la il tampone per eventi o discoteche.
Omicron fa paura. La Delta, dice ancora Rasi, è “in qualche
Covid-19, è corsa contro il tempo: fondamentale fare subito terze dosi
modo sotto controllo, ma Omicron potrebbe sparigliare
completamente le carte”. Nelle ultime 24 ore 24.259 positivi e
97 vittime. Tasso di positività al 4,3%.

“E’ sicuramente vero che c’è una situazione non semplice a
livello italiano e europeo e i numero sono in crescita e tale
crescita rischia di mettere in crisi le strutture sanitarie.
Valuteremo la congruità delle misure facendo una riflessione
con i nostri scienziati”. Lo ha detto il ministro della
Salute, Roberto Speranza, a ‘Che tempo che fa’ su Rai Tre.
“Bisogna tenere altissimo il livello attenzione e chiediamo
uno sforzo in più ai cittadini nel rispettare le misure, dalle
mascherine all’evitare gli assembramenti. Chiedo con forza di
fare il possibile, abbiamo bisogno dello sforzo di tutti”. E
“chiediamo uno sforzo sulle vaccinazioni, il mio invito è
prenotarsi per la terza dose”, ha aggiunto Speranza.
“Su obbligo vaccinale agli studenti il governo è stato più
prudente perchè c’è un diritto essenziale che è quello
all’istruzione. Ho letto la richiesta dei sindaci che merita
di essere approfondita ma lo sforzo del governo è trovare
condizioni per tutelare il piu possibile la scuola”.

“Nessuna decisione è stata assunta, ci sarà flash survey
domani e solo giovedi sulla base dei dati faremo la nostra
valutazione. C’è un elemento di preoccupazione da parte del
governo, ci stiamo confrontando e valuteremo le soluzioni
possibili”. Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto
Speranza, a ‘Che tempo che fa’ su Rai Tre. “Oggi l’Italia è il
paese in Ue che ha l’obbligo vaccinale più esteso per varie
categorie. Dopo di che verificheremo i dati epidemiologici e
anche la portata della variante Omicron. Le misure che
sceglieremo saranno sempre ponderate rispetto alla
situazione”.
“Oltre 52mila bimbi tra 5-11 anni hanno già fatto la prima
dose e dentro questa cifra ci sono anche i miei due figli.
Ringrazio l’Ssn perchè hanno trovato un clima accogliente e di
festa. Invito i geniotri a parlare con i pediatri, questa
Covid-19, è corsa contro il tempo: fondamentale fare subito terze dosi
materia non lasciamola ai social o agli studi tv ma fidiamoci
dei nostri medici”.

“Temo di sì, ci stiamo avvicinando, perchè continua ad
aumentare l’occupazione dei posti ospedalieri”. Così Guido
Rasi, consulente scientifico del commissario straordinario per
l’emergenza Covid Figliuolo, ha riposto alla domanda se
l’Italia si sta avvicinando alla zona arancione durante la
trasmissione ‘Mezz’ora in più’. “E’ fondamentale dunque fare
subito le terze dosi. I vaccini ci sono e la campagna sta
procedendo bene ma – ha aggiunto – è una corsa contro il
tempo”.

“Speriamo che il sequenziamento del virus aumenti in modo
sostanziale: solo questa attività ci dice esattamente quale
tipo di variante abbiamo di fronte. Tuttavia, soltanto 70
laboratori contribuiscono alla piattaforma che l’Istituto
superiore di sanità ha messo a disposizione e 70 laboratori
per 60 milioni di italiani sono pochi”, ha detto Rasi. “Si
raccolgono pochi dati e lentamente. Rischiamo – ha avvertito
Rasi – di sapere tardi la portata dell’andamento del virus,
ritardando decisioni importanti”.

L’Italia si trova “in fase epidemica acuta, caratterizzata da
una elevata velocità di trasmissione del virus SarsCoV2 nella
maggior parte del paese”. Così la circolare del ministero
della Salute ‘Rafforzamento delle misure organizzative per la
gestione dell’attuale fase epidemica’. Nel raccomandare la
“tempestiva attivazione a livello regionale di tutte le misure
organizzative per fronteggiare un eventuale incremento anche
sostenuto della domanda di assistenza sanitaria”,la circolare
allerta anche rispetto ad “ulteriori impatti epidemiologici ed
assistenziali potenzialmente correlati alla maggiore
diffusione” della variante Omicron. “Nelle ultime otto
settimane – si legge nel provvedimento – sul territorio
nazionale sono stati registrati rapidi incrementi
dell’incidenza, che ha ormai raggiunto i 241 casi/100.000 e
del tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva
Covid-19, è corsa contro il tempo: fondamentale fare subito terze dosi
(9,6%) e nelle aree mediche (12,1%), mentre si mantengono
stabilmente e significativamente al di sopra della soglia
epidemica sia l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici (1,13)
che l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero
ospedaliero (1,09)”. Alla luce dell’attuale andamento
epidemico ed “altresì in considerazione degli ulteriori
impatti epidemiologici ed assistenziali potenzialmente
correlati alla maggiore diffusione della variante virale
B.1.1.529, designata dall’OMS come variante Omicron, le cui
caratteristiche in termini di trasmissibilità, gravità della
malattia e sensibilità ai vaccini attualmente in uso non sono
ancora chiaramente definite – si afferma nella circolare – si
ritiene importante raccomandare la tempestiva attivazione a
livello regionale di tutte le misure organizzative atte a
fronteggiare nelle prossime settimane un eventuale incremento
anche sostenuto della domanda di assistenza sanitaria legata
all’infezione da SARS-CoV-2, sia a livello territoriale che
ospedaliero, garantendo l’adeguata presa in carico dei
pazienti affetti da COVID-19 in relazione alle specifiche
necessità assistenziali”. Il ministero rimanda quindi le
Regioni alle circolari già emanate per la gestione delle
precedenti ondate pandemiche e che riguardano, in particolare,
misure per la rimodulazione dell’attività programmata
considerata differibile, indicazioni per partorienti         e
neonati, riorganizzazione dei servizi ospedalieri            e
territoriali per la gestione dell’emergenza con il
potenziamento dei posti letto ospedalieri e dell’assistenza
sul territorio.

LA CAMPANIA
“In relazione alla crescita abnorme di contagi registrati
nelle ultime tre settimane e segnalata dalle autorità
sanitarie, con particolare incremento relativo alle fasce di
età giovanili, si sono rese indispensabili misure di
contenimento e di divieto di feste al chiuso – che continuano
irresponsabilmente – con particolare riferimento a feste
Covid-19, è corsa contro il tempo: fondamentale fare subito terze dosi
scolastiche, feste di laurea, di compleanno e simili”. Lo dice
il governatore della Campania, Vincenzo De Luca. “Si ricorda
inoltre che in Campania l’uso delle mascherine anche
all’aperto, – che viene introdotto in altre regioni – è
rimasto obbligatorio per tutto l’anno, anche nei mesi estivi.
Si sollecita un controllo, anche con sanzioni – che per ora è
rimasto assolutamente inadeguato – da parte delle forze
dell’ordine e delle polizie municipali”, conclude De Luca.
L’ordinanza del presidente della Regione Campania consente “il
solo svolgimento di “pranzi e/o cene, nel rispetto dei
protocolli vigenti” e anche “di altri eventi esclusivamente in
forma statica, con posti seduti e preassegnati e con obbligo
di indossare la mascherina per tutta la durata dell’evento”.
Vietati invece “feste ed eventi consimili in sale da ballo,
discoteche e locali assimilati”.

Omicron, verso la stretta di
Natale
Covid-19, è corsa contro il tempo: fondamentale fare subito terze dosi
Una cabina di regia a Palazzo Chigi presieduta dal premier
Draghi e un Cdm, entrambi previsti il prossimo 23 dicembre,
all’antivigilia di Natale, per fronteggiare con nuove misure
l’avanzata di Omicron anche in Italia.Il Governo lavora alla
riduzione dei tempi di durata del Green pass a cinque mesi,
l’obbligo delle mascherine all’aperto anche in zona bianca e
tamponi nei luoghi affollati, come le discoteche.

Sul tavolo però, se i numeri sulla variante dovessero
rivelarsi più preoccupanti del previsto, ci sono anche le
ipotesi sull’estensione dell’obbligo vaccinale ad altre
categorie lavorative come quelle a contatto con il pubblico
(si pensa in particolare alla pubblica amministrazione) oppure
l’estensione del certificato verde in versione rafforzata
negli stessi ambiti.Tutto è legato ai risultati della nuova
indagine su Omicron, che arriveranno da una ‘flash survey’
fissata per lunedì prossimo, sottoponendo a sequenziamento un
numero di campioni statisticamente significativo raccolti in
24 ore. E dopo tre giorni il report sarà discusso in cabina di
regia a Palazzo Chigi. Dopo una valutazione, il Governo tirerà
Covid-19, è corsa contro il tempo: fondamentale fare subito terze dosi
le somme in Cdm, mettendo a punto il decreto.Non solo Green
pass, obbligo vaccini, tamponi e mascherine. La corsa contro
il tempo per arginare il diffondersi delle mutazioni passa
anche per un potenziamento del tracciamento, che in Italia
sarebbe al di sotto dei minimi fissati in Europa. Per questo
il ministero potrebbe chiedere un potenziamento del lavoro
degli oltre 70 appositi laboratori nelle varie Regioni, che
riversano i dati nella piattaforma per la sorveglianza
genomica delle varianti presenti nel Paese. La Regione Emilia-
Romagna ha chiesto al Commissario per l’emergenza la
disponibilità di 120 militari per il tracciamento. “E’
fondamentale capire quanto sta crescendo la Omicron e con che
ritmo rispetto all’andamento epidemiologico”, spiega il
ministro Roberto Speranza. Al momento sono salite a 84 le
sequenze di Omicron analizzate. Ma – avverte il presidente
dell’Iss, Silvio Brusaferro – sulla variante “è probabile un
aumento dei casi nei prossimi giorni”. In effetti la quarta
ondata sembra essere in pieno svolgimento. Anche ieri il
numero dei contagi è stato alto, con 28.064 nuovi positivi
mentre sono state 123 le vittime in 24 ore. Il tasso di
positività è al 4% e sono 953 i pazienti in terapia intensiva,
30 in più rispetto al giorno precedente, nel saldo tra entrate
e uscite. Gli ingressi giornalieri sono stati 95.I ricoverati
con sintomi nei reparti ordinari sono 7.576, ovvero 56 in più.
Altre Regioni come la Lombardia, oltre alle sette (province
autonome comprese) già in zona gialla, hanno i numeri in netta
crescita e si avviano a lasciare la zona bianca nelle prossime
settimane. Numeri che fanno presagire la necessità di nuovi
provvedimenti entro la fine dell’anno. In attesa del prossimo
decreto è stato intanto pubblicato in Gazzetta ufficiale il
Dpcm che indica le modalità per la revoca del Green pass
qualora il possessore del certificato dovesse risultare
positivo durante il periodo di validità del documento o in
caso di pass falsi. A generare la revoca automatica in caso di
positività è la ‘Piattaforma nazionale-Dgc’.La stessa revoca
sarà comunicata anche al Gateway europeo. Sarà poi annullata
automaticamente a seguito dell’emissione della certificazione
Covid-19, è corsa contro il tempo: fondamentale fare subito terze dosi
verde di guarigione. E alcune città hanno già messo in campo
le misure contro gli affollamenti dovuti in particolare allo
shopping natalizio. Le misure anti-assembramento di Roma hanno
riguardato la chiusura per alcune ore, da parte delle forze
dell’ordine, di un tratto di via del Corso, allo scopo di far
defluire le persone ed evitare affollamenti pericolosi per
possibili contagi. E a Fienze sono stati istituiti i sensi
unici per i pedoni nel centro storico

Governo,     stretta    sugli
ingressi in Italia: è scontro
con Bruxelles

Il governo tira dritto: fino al 31 gennaio servirà un tampone
per entrare in Italia dall’estero e la quarantena per i non
vaccinati

“Non c’è molto da riflettere”, taglia corto Mario Draghi. E
Covid-19, è corsa contro il tempo: fondamentale fare subito terze dosi
respinge le forti perplessità rimbalzate da Bruxelles, per le
limitazioni all’ingresso anche per chi arrivi da Paesi Ue: le
misure devono essere “proporzionali e giustificate”, nonché
“di breve durata”, avverte la Commissione. Ma c’è un dato,
sottolinea Draghi, alla base della decisione presa martedì dal
governo, con un’ordinanza: l’incidenza della variante Omicron
in Italia è per ora, secondo l’Iss, solo dello 0,19% mentre
dilaga all’estero. La stretta sui viaggi serve a difendere
“con le unghie e i denti” una “normalità” che l’Italia ha
conquistato “al prezzo di 134mila morti”.

E affrontare il Natale con “relativa tranquillità”. “Buon
Natale e anche buone feste”, dice Draghi chiudendo il suo
intervento in Parlamento, in vista del Consiglio europeo delle
prossime ore. Deputati e senatori si danno il gomito, perché
leggono nelle sue parole un velo d’ironia, dopo le polemiche
per le linee guida sulla comunicazione per le feste, poi
ritirate da Bruxelles. Il presidente del Consiglio si presenta
al vertice Ue convinto che l’Italia sia “più forte in Europa e
nel mondo”. Con questa forza, rinsaldata dall’asse sui dossier
cruciali con il francese Emmanuel Macron, chiede di continuare
con politiche di bilancio espansive e procedere verso una vera
“unione politica”. E’ convinto che il patto di stabilità,
sotto presidenza francese dell’Ue e anche rinsaldando il
dialogo con il tedesco Olaf Scholz, sarà rivisto: bisogna
“cambiare le regole sugli aiuti di stato” e introdurre il
bilancio comune. Assicura che la “fiducia” mostrata all’Italia
con i fondi del Pnrr sarà ripagata: la prossima settimana una
cabina di regia approverà la relazione annuale che dovrebbe
certificare il raggiungimento di tutti i 51 obiettivi entro
fine anno.

L’informativa del premier alla Camera
“Voglio prima di tutto ricordare le nove vittime
dell’esplosione avvenuta l’11 dicembre a Ravanusa, in
provincia di Agrigento. Ai loro cari, vanno le condoglianze
Covid-19, è corsa contro il tempo: fondamentale fare subito terze dosi
del Governo e mie personali. È essenziale che venga fatta luce
al più presto su quanto accaduto per accertare le
responsabilità. Episodi come questo non devono accadere e sono
inaccettabili”. Lo afferma il premier Mario Draghi alla Camera
chiamando per nome e per età tutte le vittime. “L’inverno e la
diffusione della variante Omicron – dalle prime indagini,
molto più contagiosa – ci impongono la massima attenzione
nella gestione della pandemia. I contagi sono in aumento in
tutta Europa: nell’ultima settimana, neell’UE, si sono
registrati in media 57 casi al giorno ogni 100.000 abitanti.
In Italia, l’incidenza è più bassa, quasi la metà, ma è
comunque in crescita. Il Governo ha deciso di rinnovare lo
Stato di emergenza fino al 31 marzo per avere tutti gli
strumenti necessari per fronteggiare la situazione. Invito i
cittadini a mantenere la massima cautela”. “I dati di oggi
descrivono un quadro molto diverso rispetto all’anno scorso.
Il numero totale di persone attualmente positive al virus in
Italia è 297 mila. Dodici mesi fa erano 675 mila, nonostante
un livello di restrizioni molto maggiore. Le persone
ricoverate sono 8.026. Il 14 dicembre 2020 erano 30.860. Negli
ultimi sette giorni ci sono stati in media 95 decessi al
giorno. Nello stesso periodo di un anno fa erano stati 629.
Dobbiamo essere prudenti, ma ci avviciniamo al Natale più
preparati e più sicuri”. Lo dice il premier Mario Draghi
nell’informativa alla Camera in vista del Consiglio Ue. “Oggi
più dell’85% degli italiani sopra i 12 anni ha ricevuto due
dosi, e circa il 20% anche la terza. Voglio incoraggiare chi
non si è vaccinato a farlo al più presto e chi ha fatto le
prime due dosi a fare la terza appena possibile. Come dimostra
l’Iss, i non vaccinati hanno un rischio di morire 11 volte
maggiore rispetto a chi ha ricevuto la seconda dose, e quasi
17 volte rispetto a chi ha fatto la terza. Vaccinarsi è
essenziale per proteggere noi stessi, i nostri cari, la nostra
comunità. E per continuare a tenere aperta l’economia, le
scuole, i luoghi della socialità, come fatto finora”.

Draghi ha affrontato anche la questione delle bollette. Contro
il caro bollette ci sono “stanziamenti imponenti, di misura
mai vista prima, orientata a sollevare i più deboli dal
rincaro dell’energia. Questi stanziamenti non possono andare
avanti all’infinito quindi serve una soluzione strutturale e
occorre fare una riflessione sul meccanismo di prezzo
dell’energia”. “In Europa è iniziata una riflessione in cui
parte attiva è Cingolani. E’ difficile pensare a una
riflessione strutturale che non chiami alla partecipazione dei
costi comuni chi ha maturato profitti”.

Cgil e Uil, oggi lo sciopero
generale contro la manovra

Disagi in vista, oggi, per lo sciopero generale di 8 ore
proclamato da Cgil e Uil contro la manovra. Lo stop interessa
i lavoratori pubblici e privati, dalla Pa all’industria, ed i
servizi, a partire dai trasporti: a rischio treni, aerei, bus
e metro, nel rispetto delle fasce di garanzia.

Si fermano anche i rider. Esclusi, invece, la sanità,
esonerata fin dall’inizio dalla protesta, la scuola che ha già
incrociato le braccia venerdì scorso e, dopo i rilievi del
Garante degli scioperi, i servizi ambientali e le Poste, alle
prese con la scadenza del pagamento Imu.
NON SI FERMANO SANITA’ E POSTE
Dallo sciopero è esonerato il settore della sanità pubblica e
privata con i servizi collegati, comprese le Rsa, per
salvaguardare il diritto prioritario alla salute dei cittadini
in questa fase di emergenza pandemica. Sono esentati
dall’adesione allo sciopero anche i lavoratori del settore
Igiene ambientale e i dipendenti di Poste Italiane
appartenenti alla divisione Mercato privati (sportelli).

SCUOLA NO, MA STUDENTI IN PIAZZA CON I
PENSIONATI
Il personale della scuola avendo già scioperato il 10 dicembre
non aderisce allo sciopero. Gli studenti, invece, saranno in
piazza insieme ai pensionati, come fanno sapere il sindacato
dei pensionati Spi-Cgil e le organizzazioni Udu-Unione degli
universitari e Rete degli studenti medi.

LO STOP DEI TRASPORTI
Nel trasporto ferroviario, come indicato dai sindacati, lo
stop per il personale viaggiante ed addetto alla circolazione
dei TRENI (ad esclusione di Trenord e delle imprese
ferroviarie merci), compresi gli addetti alle attività di
ristorazione e pulizia, va dalla mezzanotte alle 21, nel
rispetto delle fasce di garanzia dalle 6 alle 9 e dalle 18
alle 21 e dei treni garantiti per la media lunga percorrenza.
Nel trasporto AEREO il personale navigante delle compagnie e
gli addetti alle attività operative degli aeroporti, compresi
i controllori di volo, scioperano per un turno dalla
mezzanotte alle 24, nel rispetto delle fasce di garanzia dalle
7 alle 10 e dalle 18 alle 21. Nel trasporto pubblico locale,
sempre nel rispetto delle fasce di garanzia, lo sciopero
interessa BUS, METRO, tram e ferrovie concesse, nelle
principali città (ad esclusione di Venezia e Bari), secondo
modalità diverse: a Milano dalle 8.45 alle 15 e dalle 18 a
termine del servizio; a Roma dalle 8.30 alle 17 e dalle 20 a
fine servizio; a Torino dalle 8 alle 14.30 e dalle 17.30 a
fine servizio; a Genova dalle 9 alle 17.30 e dalle 20.30 a
fine servizio; a Bologna dalle 8.30 alle 16.30 e dalle 19.30 a
fine servizio; a Firenze dalle 9 alle 12 e dalle 15 a fine
servizio, a Napoli dalle 8.30 alle 17 e dalle 20 a fine
servizio. Nel settore marittimo si ferma il personale di

TRAGHETTI E NAVI
ad eccezione delle linee essenziali di collegamento con le
isole; per un turno sciopera il personale amministrativo.

AUTOTRASPORTO E RIDER
Stop di un turno di lavoro nel trasporto merci per gli
autotrasportatori, gli addetti alla logistica, i corrieri
espressi, gli addetti delle cooperative di facchinaggio, il
personale delle agenzie marittime ed i rider.

AUTOSTRADE
Nelle autostrade si ferma il personale, da quello dei caselli
agli addetti alla manutenzione e alla viabilità per un turno
di lavoro. Garantiti i servizi minimi funzionali ad assicurare
la sicurezza della circolazione stradale.

Rapporto povertà sanitaria:
nel 2021 600mila persone non
hanno   potuto                        acquistare
medicinali

È quanto emerge dal 9° Rapporto
Donare   per   curare   –  Povertà
Sanitaria e Donazione Farmaci
realizzato    con  il   contributo
incondizionato di IBSA Farmaceutici
da OPSan – Osservatorio sulla
Povertà   Sanitaria    (organo   di
ricerca di Banco Farmaceutico)
Nel 2021, almeno 597.560 persone povere non hanno potuto
acquistare i medicinali di cui avevano bisogno. Si tratta di
163.387 persone in più rispetto alle 434.173 del 2020. Si è
registrato, quindi, un incremento del 37,63% di persone in
povertà sanitaria. L’aumento deriva dalla pandemia da Covid-19
che ha arrecato gravi danni alla salute e al reddito di
milioni di residenti.
È quanto emerge dal 9° Rapporto Donare per curare – Povertà
Sanitaria e Donazione Farmaci realizzato con il contributo
incondizionato di IBSA Farmaceutici da OPSan – Osservatorio
sulla Povertà Sanitaria (organo di ricerca di Banco
Farmaceutico). I dati, rilevati attraverso la rete dei 1.790
enti assistenziali convenzionati con il Banco ed elaborati da
OPSan, sono stati presentati il 16 dicembre 2021, in un
convegno in diretta streaming promosso da Banco Farmaceutico e
AIFA.

Nonostante il forte universalismo del nostro Servizio
Sanitario Nazionale, il 42,2% della spesa farmaceutica è a
carico delle famiglie, che nel 2020 (ultimi dati disponibili)
hanno speso 8,7 miliardi di euro su un totale di 20,5
miliardi.

Chi è povero ha in media un budget sanitario pari a 10,25
euro, meno di 1/5 (17%) della spesa sanitaria di chi non è
povero (60,96 euro mensili). Per le famiglie povere, inoltre,
ben il 62% della spesa sanitaria (6,37 euro) è assorbita dai
farmaci e solo il 7% (0,75 euro) è dedicata ai servizi
dentistici. Questo determina esiti problematici, poiché ai
servizi dentistici si ricorre spesso in funzione preventiva
oltre che terapeutica. Le famiglie non povere, invece,
destinano il 43% del proprio budget sanitario mensile (25,94
euro) all’acquisto di medicinali       e   il   21%   ai   servizi
dentistici (12,6 euro)

Sia i poveri, sia i non poveri, compiono un “investimento” o
un “sacrificio” simile per tutelare la propria salute. Il peso
della spesa sanitaria sul totale della spesa per consumi si
attesta, per entrambi, su valori molto simili (2% vs. 1,6%)
anche se con valori monetari molto distanti (60,96 euro vs.
10,25 euro).

Le difficoltà riguardano tutti i residenti, poveri e non
poveri: nel 2020 il 15,7% delle famiglie italiane (4 milioni
83 mila famiglie, pari a 9 milioni 358 mila persone) ha
risparmiato sulle cure, limitando il      numero delle visite e
degli accertamenti o facendo ricorso     a centri diagnostici e
terapeutici più economici. Hanno fatto   ricorso a una di queste
strategie 33 famiglie povere su 100 e    14 famiglie non povere
su 100.

A causa della crisi economica derivante dalla pandemia, molte
persone sono state spinte in una situazione di indigenza, e
chi già era povero vive una condizione di ulteriore
marginalità. Il nostro Rapporto rappresenta non tanto e non
solo un’analisi sociologica e statistica della povertà, quanto
uno strumento per consentire a Banco Farmaceutico di poter
fare meglio il proprio lavoro (raccogliere farmaci per gli
indigenti) e per smuovere idee e coscienze, fornendo al
dibattito alcuni suggerimenti in termini di politiche
pubbliche. Crediamo in particolare che, sia nell’ambito del
PNRR, sia in quello delle strategie sanitarie generali,
occorra valorizzare adeguatamente il ruolo sussidiario del
Terzo settore. Crediamo sia sufficiente guardare a ciò che già
esiste. A quello che accade, per esempio in alcune regioni,
dove gli enti assistenziali hanno assunto una funzione di
sistema non ignorabile dalle istituzioni pubbliche, le quali
considerano tali enti partner delle politiche sanitarie,
coinvolgendole talora nella co-progettazione del welfare
locale a sostegno dei poveri», ha dichiarato Sergio Daniotti,
presidente della Fondazione Banco Farmaceutico onlus.

Scatta l’obbligo vaccinale
per scuola, militari e forze
di polizia

Il mancato adempimento dell’obbligo
vaccinale da parte delle forze di polizia
determina la sospensione dal servizio del
dipendente, cui non è dovuto alcun
compenso     ed     a    cui    verranno
temporaneamente ritirati tessera di
riconoscimento, placca, arma in dotazione
individuale e manette
Da domani scatta l’obbligo vaccinale per il personale
della scuola, per i militari e le forze di polizia. Scatta
domani, quindi, l’obbligo vaccinale del personale della scuola
e, secondo quanto riportato dall’ANSA, stamattina è arrivata
una circolare alle scuole con le indicazioni per i controlli,
che saranno su piattaforma e automatici come per il green
pass.

L’obbligo di vaccinazione anti-Covid per
militari e forze di polizia
L’inadempienza porterà all’immediata sospensione del servizio
senza ricadute disciplinari con la conservazione del rapporto
di lavoro. Lo ha detto il ministro dell’Interno Luciana
Lamorgese in audizione alla commissione Affari costituzionali
del Senato, sottolineando che “ci sarà un continuo
monitoraggio sugli operatori che hanno adempiuto all’obbligo.

Prima dell’introduzione dell’obbligo il monitoraggio non era
consentito per la privacy, oggi è invece possibile per la
necessaria verifica posta in carico dei datori di lavoro. Ci
si attende da questo un’ulteriore spinta ad aderire alla
campagna da parte degli operatori”.

Il mancato adempimento dell’obbligo vaccinale – che scatta
domani – da parte delle forze di polizia determina la
sospensione dal servizio del dipendente, cui non è dovuto
alcun compenso ed a cui verranno temporaneamente ritirati
tessera di riconoscimento, placca, arma in dotazione
individuale e manette. Lo specifica una circolare firmata dal
capo della Polizia, Lamberto Giannini. L’obbligo comprende il
ciclo vaccinale primario e la successiva somministrazione del
richiamo. Sarano i “dirigenti apicali delle varie
articolazioni centrali e periferiche” a delegare le verifiche
a dipendenti con qualifiche dirigenziali.

Il Garante per la protezione dei dati personali ha espresso,
in via d’urgenza, parere favorevole sullo schema di decreto
del Presidente del Consiglio dei ministri che aggiorna le
disposizioni relative alle certificazioni verdi e agli
obblighi vaccinali per alcune categorie di lavoratori. Nel
provvedimento, l’Autorità ha evidenziato come, allo stato
attuale della situazione epidemiologica, il complesso delle
misure, adottate anche a seguito delle interlocuzioni con il
ministero della Salute, “siano conformi al principio di
liceità e, più in generale, alla disciplina sulla protezione
dei dati personali”.

Meteo,              in    arrivo            il      gelo
russo

La grande assente di queste ultime settimane, l’alta pressione
delle Azzorre, ha conquistato il bacino del Mediterraneo e una
grossa fetta del Vecchio Continente.

L’Italia godrà della protezione dell’anticiclone almeno fino a
venerdì prossimo.

Stefano Ghetti, meteorologo del sito www.iLMeteo.it informa
che per i prossimi giorni l’atmosfera su gran parte delle
regioni sarà stabile grazie all’anticiclone. Il sole sarà in
gran parte prevalente, ma alta pressione in autunno e inverno
non sempre è sinonimo di bel tempo, infatti sulla Pianura
Padana potrebbe tornare l’incubo della nebbia. La riduzione
della visibilità potrà risultare importante sulle pianure di
Piemonte, Lombardia ed Emilia rendendo il cielo invisibile in
città come ad esempio Asti, Alessandria, Pavia, Milano,
Bologna e Modena. In taluni casi la nebbia potrà essere
persistente per tutto il giorno causando giornate decisamente
molto fredde. Sul resto d’Italia il tempo sarà più soleggiato
anche se al Sud e su Abruzzo e Molise la nuvolosità sarà più
presente e a volte anche compatta. Questa situazione potrebbe
cambiare radicalmente nel corso del weekend. La spinta verso
la Scandinavia dell’alta pressione favorirà l’arrivo di
correnti gelide dalla Russia che tra sabato e domenica
investiranno le regioni adriatiche centro-meridionali dove la
neve scenderà a quote via via più basse.

Nel dettaglio.

Martedì 14. Al nord: bel tempo prevalente. Al centro: molte
nubi in Molise, sole altrove. Al sud: cielo spesso coperto
sugli Appennini, sul Gargano e sulla Sicilia tirrenica.

Mercoledì 15. Al nord: possibili nebbie fitte in pianura. Al
centro: coperto su Abruzzo e Molise, rari piovaschi. Al sud:
molte nubi su Gargano, Appennini, Sicilia settentrionale.

Giovedì 16. Al nord: possibili nebbie diffuse in pianura, sole
in montagna. Al centro: coperto su Adriatiche e Lazio,
precipitazioni sugli Appennini. Al sud: cielo a tratti molto
nuvoloso o localmente coperto.

Da sabato ingresso di venti freddi al Centro-Sud con neve in
collina.
Consiglio   dei    Ministri:
proroga   dello   stato   di
emergenza al 31 marzo

L’ipotesi: estendere l’obbligo di
mascherine all’aperto, nel periodo
delle   festività,   a  tutto   il
territorio nazionale
Lo stato di emergenza Covid è prorogato fino al 31 marzo del
2022. E’ quanto prevede la bozza di decreto legge, ancora
suscettibile di modifiche, che è sul tavolo del Consiglio dei
ministri.

Nasce un’infrastruttura, presso un sito militare, per “lo
stoccaggio e la conservazione delle dosi vaccinali per le
esigenze nazionali”. Lo prevede la bozza di decreto legge per
la proroga dello stato d’emergenza Covid. Vengono stanziati 6
milioni per il 2022 “per la realizzazione e l’allestimento, da
parte del ministero della Difesa, dell’infrastruttura presso
un sito militare”. L’obiettivo è “assicurare il potenziamento
delle infrastrutture strategiche per fronteggiare le esigenze
connesse all’epidemia da Covid-19 e garantire una capacità per
eventuali emergenze sanitarie future”.

All’odg c’è poi l’esame di leggi regionali e varie ed
eventuali. È in via di limatura il testo. Questa mattina il
sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli
ha riunito a Palazzo Chigi Francesco Paolo Figliuolo, il capo
della protezione civile Fabrizio Curcio e i rappresentanti dei
ministeri di Salute e Economia. La proroga, viene spiegato,
dovrebbe anche servire ai diversi soggetti interessati a
preparare la fase successiva, per una progressiva uscita dallo
stato di emergenza.

“Non sono d’accordo con la proroga dello stato di emergenza:
se dura più di due anni è un controsenso logico e linguistico.
Credo che il governo oggi debba riuscire a combattere
l’epidemia ripristinando i diritti. Comincia a crearsi un
problema per la democrazia. Gli unici a difendere la
Costituzione siamo rimasti noi di FdI”. Così la leader di FdI,
Giorgia Meloni intervistata da Venanzio Postiglione,
vicedirettore del Corriere, su Corriere.it.

Estendere l’obbligo di mascherine all’aperto, nel periodo
delle festività, a tutto il territorio nazionale. E’ l’ipotesi
che circola in queste ore in ambienti di governo, in vista del
Consiglio dei ministri che dovrà approvare il decreto legge
per la proroga dello stato d’emergenza Covid. L’ipotesi
sarebbe sostenuta da alcuni esponenti dell’esecutivo, anche in
considerazione del fatto che diversi sindaci hanno già
introdotto l’obbligo nei loro Comuni. Al momento, spiegano
però fonti governative, il decreto sullo stato d’emergenza non
contempla alcuna norma in tal senso e l’ipotesi non sarebbe
ancora stata discussa nel governo.

“Oggi in Cdm ci saranno ulteriori scelte sull’emergenza che
stiamo vivendo”, ha detto in mattinata il ministro della
Salute Roberto Speranza. “Le terze dosi sono ancora più
importanti per fronteggiare la variante Omicron, lo stiamo
vedendo dai dati che arrivano”, ha sottolineato poi Speranza.

Covid, nel Regno Unito la
prima vittima della variante
Omicron

Arriva la prima vittima di Omicron. Il premier britannico
Boris Johnson ha annunciato infatti che almeno un paziente
affetto dalla nuova variante è deceduto nel Regno Unito. Lo
riferisce la Press Association.
Johnson lo ha detto ai giornalisti mentre era in visita a un
centro di vaccinazione a Paddington, nell’ovest di Londra.

Il premier britannico ha sottolineato che l’idea che Omicron
sia una variante meno pericolosa è da “mettere da parte” e che
serve “riconoscere semplicemente il ritmo con cui accelera
attraverso la popolazione”. “Quindi la cosa migliore che
possiamo fare è vaccinarci con le dosi di richiamo”, ha
concluso.

Circa il 40% dei nuovi contagi di Covid registrati a Londra è
causato dalla variante Omicron, ha detto il ministro della
Sanità britannico, Sajid Javid, preoccupato dall’aumento
esponenziale dei casi, che tendono a raddoppiare nel giro di
due-tre giorni. Con questi ritmi la Omicron è destinata a
superare in tempi rapidi la Delta, diventando così dominante.

Anche il premier Boris Johnson, parlando ai giornalisti in un
centro di vaccinazione a Londra, ha sottolineato l’allarmante
impennata di casi e affermato che si prevede nella capitale
britannica e in altre zone del Regno Unito che i contagi da
Omicron siano destinati a superare quelli alimentati dalla
variante Delta. “Entro domani sarà la maggioranza dei casi e
sta aumentando sempre di più”, ha detto il primo ministro,
secondo cui è sempre più evidente, come già aveva dichiarato
il ministro alla Sanità, l’elevatissima trasmissibilità di
questa nuova mutazione del virus. Per il premier inoltre, è
molto alto il rischio che la diffusione della variante possa
raggiungere numeri tali da riempire gli ospedali di ricoverati
in cifra assoluta anche con una percentuale relativamente
limitata di casi sintomatici.

E anche la Cina ha indetificato il suo primo caso di variante
Omicron di Covid-19 a Tianjin, a 150 chilometri a est di
Pechino, dopo aver effettuato il sequenziamento del genoma. Lo
riferiscono i media cinesi che citano il Centro per la
prevenzione e il controllo dell’epidemia di Tianjin.
Covid, sono 6 milioni                                  gli
italiani non vaccinati

  Sono oltre 6 milioni gli italiani che non hanno alcuna
copertura contro il Covid. E’ quanto emerge dal report del
governo sui vaccini, aggiornato a questa mattina, in base al
quale ad oggi ci sono 6.103.160 persone che non hanno fatto la
prima dose.In termini assoluti, il numero più alto di non
vaccinati è tra i 40-49 anni (1.289.003) e in quella 50-59
anni (1.097.620); in percentuale è invece tra i 12-19enni che
c’è la fetta più ampia: il 20,90%, che corrisponde a 967.264
persone su una platea di 4.627.514. “Siamo ancora in una fase
non facile, questa nuova ondata di Covid sta toccando molto
significativamente l’Europa e anche in Italia c’è una
oggettiva crescita dei nuovi contagi, anche se siamo ancora
uno dei Paesi con un quadro epidemiologico migliore, e ciò
grazie alla campagna di vaccinazione che è la            leva
primaria.Dobbiamo avere fiducia nella scienza”.

Lo ha detto il ministro della salute, Roberto Speranza,
intervenendo all’Assemblea nazionale della Confederazione
nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa
(Cna), ricordando che ieri è stata superata la soglia dei 100
milioni di dosi somministrate.”Stamani è stato superato l’88%
di persone over 12 vaccinate con la prima dose e l’85% che ha
completato il ciclo vaccinale, e crescono negli ultimi giorni
le prime dosi: dobbiamo insistere convincendo anche gli
incerti e chiamando le persone per le terze dosi, per le quali
abbiamo superato i 10 milioni di richiami fatti”, ha
aggiunto Speranza, rilevando che “è il primo punto su cui
investire; poi c’è una seconda leva: le misure precauzionali e
le mascherine. Se insistiamo su vaccini e comportamento
possiamo provare a gestire questa ondata molto seria e
consistente”.

Covid, Omicron battuta da tre
dosi di Pfizer
La variante Omicron del Sars-CoV-2 è stata neutralizzata da 3
dosi di vaccino.

Lo riferiscono Pfizer-BionTech dopo test effettuati in
laboratorio, moltiplica fino a 25 volte gli anticorpi. Secondo
quanto riporta l’Agenzia Bloomberg la terza dose di vaccino
garantisce un livello di protezione simile a quello osservato
dopo due dosi contro il virus originale e le varianti finora
conosciute.

Intanto è guarito il paziente zero. “Dopo venti giorni di
quarantena resta la sensazione di aver superato una prova
molto dura e senza le conseguenze gravi che hanno subito altre
persone.

E ciò grazie al vaccino, che ci ha fatto stare tranquilli”.
Così il manager Eni di Caserta risultato a fine novembre il
primo positivo in Italia alla nuova variante sudafricana
denominata Omicron; con lui erano risultati positivi ad
Omicron anche i due figli, la moglie, la madre, la suocera e
una badante. Tutti sono sempre stati in buone condizioni di
salute e oggi si sono negativizzati (tranne la suocera); già
domani troveranno in piattaforma il certificato di guarigione
dal Covid e potranno uscire. “Da domani potrò tornare a
viaggiare – aggiunge il manager – ma in questi venti giorni,
oltre all’angoscia e alla spada di Damocle rappresentata dai
continui tamponi cui venivamo sottoposti, abbiamo potuto
ritrovare la bellezza di stare tutti insieme come non accadeva
da tempo. Per chi è abituato a viaggiare, stare venti giorni a
casa non è facile, ti genera un senso di oppressione; ma c’è
anche un lato positivo, vedere i miei figli quanto erano
felici di avermi tutto il giorno in casa; loro sono stati
bene, anche perché alla Dad ormai sono abituati. E comunque,
ripeto, senza vaccino non saremmo stati mai tranquilli. Per
cui spero che anche chi è restio vada a vaccinarsi” conclude
il professionista.Nella piattaforma ICoGen “13 casi confermati
in Italia di variante Omicron del Sars-CoV-2: 7 del cluster in
Campania; 3 in Veneto; 1 rispettivamente in Piemonte, Sardegna
e Bolzano. Del totale dei 13 casi, 12 sono importati o
contatti di importati. Per uno (in Veneto) sono in corso
indagini. In corso anche il sequenziamento di altri 4
sospetti”. Lo riferisce l’Istituto superiore di sanità.”Sono
stati rilevati dall’Istituto Spallanzani tre casi di variante
Omicron ed è stata immediatamente avviata l’indagine
epidemiologica”. Lo annuncia l’assessore reginale alla Sanità
Alessio D’Amato. “Si tratta di due donne, una proveniente dal
Sudafrica con un volo dell’Ethiopian Airlines e diretta in
provincia di Macerata. La seconda proveniente dalla Francia
(Parigi) e residente nel Lazio. Il terzo è un uomo, un
militare della Nigeria in missione e di rientro nel proprio
Paese. I tre casi – aggiunge – stanno tutti bene e sono in
isolamento”.”La variante di Omicron per ora è stata segnalata
in 57 paesi e prevediamo che il numero continuerà a crescere.
Alcune caratteristiche di Omicron, tra cui la sua diffusione
globale e il gran numero di mutazioni, suggeriscono che
potrebbe avere un impatto importante sul corso della
pandemia”. Lo detto il capo dell’Oms Tedros Ghebreyesus nel
briefing sul Covid da Ginevra.
Puoi anche leggere