Coronavirus: si inizia a vedere la discesa - L'Osservatore d'Italia

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Coronavirus: si inizia a vedere la discesa - L'Osservatore d'Italia
Coronavirus: si inizia                                           a
vedere la discesa
Calo   sensibile   dei   nuovi   malati   per   coronavirus.   Sono
complessivamente 94.067 i malati in Italia, con un incremento
rispetto a ieri di 880, vale a dire meno della metà
dell’incremento di lunedì quando erano stati 1.941. Il numero
complessivo dei contagiati – comprese le vittime e i guariti –
è di 135.586. Il dato è stato fornito dalla Protezione Civile.
Sono 3.792 i pazienti nei reparti di terapia intensiva, 106 in
meno rispetto a ieri. Di questi, 1.305 sono in Lombardia. Dei
94.067 malati complessivi, 28.718 sono poi ricoverati con
sintomi – 258 in meno rispetto a ieri – e 61.557 sono quelli
in isolamento domiciliare. Sono 17.127 le vittime dopo aver
contratto il coronavirus in Italia, con un aumento rispetto a
ieri di 604. Lunedì l’aumento era stato di 636. Sono 3.792 i
pazienti nei reparti di terapia intensiva, 106 in meno
Coronavirus: si inizia a vedere la discesa - L'Osservatore d'Italia
rispetto a ieri. Di questi, 1.305 sono in Lombardia. Dei
94.067 malati complessivi, 28.718 sono poi ricoverati con
sintomi – 258 in meno rispetto a ieri – e 61.557 sono quelli
in isolamento domiciliare. Il dato è stato reso noto dalla
Protezione civile.

“Finalmente sembra che si inizi a vedere una diminuzione di
nuovi casi – ha detto Giovanni Rezza dell’Iss . nella curva
epidemica, dopo una fase di plateau, sembra esserci una
discesa, la curva tende a flettere in basso. Ma aspettiamo
domani o dopodomani prima di tirare un sospiro di sollievo”.

Cresce il numero dei morti tra i medici e gli infermieri. Da
inizio epidemia sono 26 gli infermieri deceduti per Covid-19 e
6.549 i contagiati, ben 1.049 in più rispetto a sabato scorso.
I dati sono stati resi noti dalla Federazione Nazionale Ordini
Professioni Infermieristiche (Fnopi), che sottolinea come nel
giro di 48 ore il numero di positivi tra gli infermieri sia
pari a un terzo dei contagiati totali nello stesso periodo di
tempo. E indica che è la categoria sanitaria che conta il
maggior numero di positivi: il 52% di tutti gli operatori.

E altri 5 medici hanno perso la vita a causa dell’epidemia di
Covid-19. Il totale dei decessi, si apprende dalla Federazione
nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), sale così a 94.

Intanto la Regione Toscana ha emanato un’ ordinanza con cui
invita i soggetti in isolamento a casa, positivi al
Coronavirus, ad accettare di trasferirsi temporaneamente in un
albergo sanitario, dove saranno seguiti quotidianamente da
medici e infermieri, e, eventualmente, di dichiarare
esplicitamente un loro eventuale diniego. Lo ha annunciato in
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un videomessaggio il presidente Enrico Rossi. “E’ una misura
di protezione maggiore per se stessi e gli altri”, ha detto.
Attualmente in Toscana sono 3.500 le persone positive che
osservano la quarantena in casa.

“Non bisognerebbe dare date sulla riapertura del Paese
– spiega all’ANSA il virologio ell’Università di Padova Andrea
Crisanti – e sul momento in cui sarà possibile uscire di casa,
perchè la ripartenza dovrebbe avviarsi solo nel momento in cui
avremo una condizione di rischio accettabile, altrimenti la
ripresa dell’epidemia è pressochè certa”. “Se seguissimo il
modello cinese – dice – per la riapertura sarebbero necessari
ancora dei mesi”.

“In questo momento di sfide sono felice di annunciare che un
team di dottori e infermieri dalla Romania e un altro dalla
Norvegia saranno dispiegati in Italia“, ha affermato il
commissario per la Gestione delle crisi, Janez Lenarcic.
“Inizialmente c’è stata una risposta inadeguata da parte di
alcuni paesi europei alle richieste italiane, ma le cose sono
cambiate ora, l’Italia non è sola e l’Europa è solidale con
l’Italia”, ha aggiunto.

Da maggio in Italia prodotte mascherine per medici – Da maggio
in Italia, per la prima volta, saranno prodotte anche
mascherine Ffp2 e Ffp3, quelle più protettive, che
saranno distribuite ai sanitari impegnati in prima linea nella
battaglia contro il coronavirus. “Con l’AID, Agenzia Industrie
Difesa, abbiamo avviato un progetto di riconversione di un
nostro stabilimento che da maggio trasformerà le sue linee
produttive per fornire mascherine: 200mila al giorno, sei
milioni in un mese”.
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“Il numero di uomini e donne che perderanno la vita per il
virus continuerà a crescere – ha detto il commissario Domenico
Arcuri -. Nei prossimi giorni in vista della Pasqua non
dimenticate mai che si è portato via già 16.523 vite umane.
Torno a supplicarvi, nelle prossime ore non cancellate mai
questo numero dalla memoria. Attenti a illusioni ottiche,
pericolosi miraggi, non siamo a pochi passi dall’uscita
dell’emergenza, da un’ipotetica ora X che ci riporterà alla
situazione di prima, nessun liberi tutti per ritornare alle
vecchie abitudini”.

“Una mascherina chirurgica non può essere rivenduta ad un
prezzo 10 volte maggiore del costo, questo non è libertà di
mercato ma una speculazione due volte insopportabile, perché
non si specula sui bisogni degli altri e perché non si specula
sulla vita degli altri”, ha detto ancora Arcuri dopo una serie
di segnalazioni sul rincaro dei prezzi delle mascherine.
“Anche pochi casi sono intollerabili – ha aggiunto – vanno
denunciati e combattuti. Le forze dell’ordine sono già
intervenute e continueranno a farlo”.

“Per ora ci occupiamo di rifornire il numero massimo di
mascherine alle strutture sanitarie che combattono – ha
detto Arcuri -, non ci occupiamo di distribuire mascherine ai
cittadini. Se alcune regioni ritengono legittimamente di
doverle fornire, se ne occuperanno loro, fino a una nuova
organizzazione che non è ancora arrivata. Se vuole la mia
opinione, credo che per molto tempo molti di noi se non tutti
ci dovremo abituare ad utilizzare questo strumento di
protezione”.

Viminale, altri 10mila denunciati – Oltre diecimila persone
sanzionate lunedì dalle forze dell’ordine durante i controlli
sul rispetto delle misure di contenimento della diffusione del
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Coronavirus: 10.375 per violazione dei divieti anti-contagio,
60 per false dichiarazioni, 14 per violata quarantena. Sono
state 271.675 le persone controllate, informa il Viminale. Gli
esercizi monitorati sono stati invece 94.129: 106 i titolari
sanzionati, per 31 è stata disposta la chiusura.

Guido Bertolaso dimesso dal
San Raffaele
“Oggi sono stato dimesso dal San Raffaele. Ringrazio tutti i
medici e gli infermieri, orgoglio del nostro Paese. Uomini e
donne che combattono in prima linea contro il Covid-19 pagando
troppo spesso in prima persona con contaminazione e a volte
purtroppo anche con la vita”. Lo scrive su Facebook Guido
Bertolaso. “Grazie – continua – per tutti i numerosi messaggi
di affetto che mi avete inviato in questi giorni. Ora forza,
c’è ancora tanto da fare. L’Italia ha bisogno dell’aiuto di
tutti”. L’ex capo della Protezione civile era ricoverato dallo
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scorso 24 marzo per coronavirus.

‘Una buona notizia, forza dottor Bertolaso”, ha twittato il
leader della Lega, Matteo Salvini.

Il presidente della Lombardia Fontana ha parlato al telefono
con l’ex capo della Protezione civile da lui chiamato come
consulente per la realizzazione del nuovo ospedale in Fiera a
Milano. ‘L’ho sentito e ci siamo ripromessi che ci vedremo
presto personalmente – ha spiegato – Mi e’ sembrato in buona
forma e mi ha detto che aveva voglia di prendere un po’ d’aria
e di mangiare un bel piatto di pastasciutta. Ancora una volta
l’ho ringraziato per il decisivo e prezioso lavoro che ha
fornito alla Lombardia, ma piu’ in generale all’Italia intera,
per il contrasto al virus”. “Il suo impegno anche durante la
malattia – gli ha riconosciuto Fontana – è stato costante e ha
contribuito a raggiungere l’incredibile obiettivo di
realizzare l’ospedale della Fiera di Milano in una decina di
giorni”.
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Ciampino,     la   Finanza
requisisce una partita di
mascherine cinesi
Una partita di dispositivi di protezione individuale
provenienti dalla Cina e
destinati all’approvvigionamento di una società romana è stata
requisita dai
funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli in
collaborazione con i
militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di
Roma
all’aeroporto di Ciampino.
Durante i controlli di        routine   allo   scalo   merci,
all’attenzione dei Finanzieri della
Compagnia di Ciampino e del personale dell’Ufficio delle
Dogane di Roma 1
non è sfuggita la spedizione, costituita da 88 colli
contenenti ben 175.000
mascherine ad uso chirurgico conformi alla normativa europea e
nazionale in
tema di sicurezza, delle quali è prevista in via eccezionale
la requisizione, in
forza di uno dei recenti provvedimenti del Governo, per
soddisfare il
maggiore fabbisogno di materiale di protezione determinato
all’emergenza
sanitaria da Covid-19.
La predetta Agenzia, quale “soggetto attuatore” in virtù di
un’ordinanza
emessa dal Commissario Straordinario, ha disposto la
requisizione delle
mascherine, per la successiva consegna alla Protezione Civile.

Omicidio    Maria    Sestina
Arcuri, la confessione shock
di pseudo supertestimoni:
quanto regge la notizia?
A volte chi viene sedotto e abbandonato può diventare
vendicativo. C’è una confessione shock che al momento è molto
sospetta.
Alcuni giornali hanno diffuso la notizia che Andrea Landolfi
Cudia, il 31enne accusato dell’omicidio della fidanzata Maria
Sestina Arcuri avvenuto la notte tra il 3 ed il 4 febbraio del
2019, avrebbe confessato a due ‘ospiti’ del carcere di Regina
Coeli di aver spinto giù per le scale la sua donna. Proprio a
loro, Landolfi, avrebbe rivelato come sarebbero davvero andate
le cose quella sera.
Immediata la smentita totale di tale confessione da parte di
Andrea Landolfi: “Il nostro assistitio – dichiarano gli
avvocati Daniele Fabrizi e Serena Gasperini – non ha nella
maniera più assoluta pronunciato tali parole a chicchessia
tantomeno a questi presunti supertestimoni. Invitiamo i media
ad approfondire di più su questa confessione che ha tutte le
caratteristiche della fake news. La Procura di Viterbo, di
suo, saprà bene come valutare questi testimoni”.
La videosorveglianza del carcere potrà probabilmente essere
una prova importante al proposito.
Ma chi sono “loro” i supertestimoni? E come può una
testimonianza del genere essere uscita dalla Procura di
Viterbo, notoriamente blindata, ancor di più in questo momento
storico? Il Pubblico Ministero Franco Pacifici non permette
fughe di notizie del genere. E allora chi ha parlato con chi?
Da dove provengono queste voci?
Sappiamo dalle notizie di cronaca emerse ( è anche curioso
vedere chi firma gli articoli) che le iniziali dei due
supertestimoni sono C.C. e D.D.D.. Adesso iniziamo il nostro
viaggio in quelle che chiamiamo “strane coincidenze”.
Di recente è successo un fatto importante che ha
destabilizzato molti equilibri: Landolfi ha cambiato legale e
relativo team che lo assisteva. Ma andiamo per gradi.

Da chi era assistito Landolfi?
Il 29 febbraio viene pubblicato un post su Facebook sul
profilo della Legal Consulting srl Associazione Avvocati CRM
dove si legge dove che è stata assunta la difesa di Landolfi e
di Nicola Mancuso. Al termine del post si legge “il nostro
studio composto da me dottor Claudio Cipollini Macrì (zio
Rocco) consulente legale, revisore processuale unitamente
all’avvocato Giacomo Marini del foro di Roma (mio prof)”. Nel
messaggio loro paventano uno staff molto ricco di cui farebbe
parte anche una psicologa e un “noto giornalista di cronaca
nera di fama nazionale”.

Chi è questo Claudio Cipollini che parla di “nostro studio” e
che affianca l’avvocato Giacomo Marini che ha assunto la
difesa di Landolfi e che ha un giornalista di cronaca nera
amico nello staff?
Ebbene C.C., ovvero Claudio Cipollini è l’ex detenuto che a
dicembre scorso è uscito dal carcere e che si è laureato in
legge. Ed è anche e soprattutto l’ex detenuto che si trovava
nel carcere di Regina Coeli nello stesso periodo di Landolfi:
è lì che si sono conosciuti e Cipollini ha creduto alla totale
innocenza di Landolfi. Ed è anche lo stesso Claudio Cipollini
che insieme all’avvocato Marini si sono visti “rinviare” dalla
Corte il deposito di una istanza di sostituzione della misura
cautelare perché priva della dichiarazione di disponibilità da
parte della struttura individuata ad accogliere Landolfi.
E’ sempre Cipollini che si presenta come una sorta di Garante
dei detenuti tan’è vero che è dovuto intervenire di recente
anche il Garante delle persone private della libertà della
Regione Lazio Stefano Anastasìa il quale ha scritto su “un
impostore che si aggira su Facebook: pare che questo
ciarlatano presunto avvocato Claudio Rocco, sedicente Garante
di non so che, continui la sua opera di disinformazione sul
web….”
Insomma tra messe in guardia e l’istanza di scarcerazione
zoppa Landolfi e la sua famiglia il 29 marzo hanno sollevato
definitivamente dall’incarico tutto lo staff difensivo.
Ma ciò è avvenuto non senza strascichi.

Ai cellulari della famiglia cominciano ad arrivare molte
telefonate.
Qualcuna arriva anche ai nuovi difensori, ma gli Avvvocati
Gasperini e Fabrizi hanno già i loro consulenti; “grazie ma
non c’è bisogno di nessun particolare consulente”.

Qualche giorno ed ecco un bel articolo con la foto della
richiesta di colloquio rivolta al Pubblico Ministero titolare
dell indagine per rivelazioni importanti sul caso.
Anche la nonna di Landolfi ha ricevuto venerdì scorso 3 aprile
una telefonata dal “noto giornalista di cronaca nera” che
appunto si presenta come giornalista e la mette in guardia:
“Usciranno altre cose, state attenti vedete come potete
pararle”. Colui che si presenta come giornalista fa
chiaramente capire alla signora che la sua fonte viene da
ambienti della Procura.
Passa il fine settimana e “coincidenza” vuole che dopo
l’avviso fatto alla nonna di Landolfi è uscita la notizia di
fantomatici supertestimoni che avrebbero sentito questa pseudo
confessione smentita categoricamente dal Landolfi.
Le coincidenze sono tante, i dubbi ancora di più.
Che tra i supertestimoni non ci sia uno pseudo sostenitore
mutato in accusatore dopo essere stato mollato?
Regno Unito, si aggravano le
condizioni di Boris Johnson
Il primo ministro britannico, 55 anni, è stato trasferito nel
reparto di terapia intensiva del St Thomas hospital di Londra,
dove era stato ricoverato all’improvviso 10 giorni dopo essere
risultato positivo al test del Covid-19 e dopo un periodo
d’isolamento a Downing Street durante il quale non era
riuscito a superare i sintomi dell’infezione.

L’annuncio è arrivato lunedì sera da un portavoce, che – a
conferma della gravità della situazione – ha notificato il
passaggio di consegne al ministro degli Esteri Dominic Raab
per la supplenza temporanea alla guida del governo. “Fin da
domenica sera – si legge nella nota ufficiale diffusa da
Downing Street – il primo ministro è stato preso in cura dai
medici del St Thomas hospital, a Londra, dopo essere stato
ricoverato per sintomi persistenti di coronavirus. Nel corso
del pomeriggio le sue condizioni sono peggiorate e, su
raccomandazione del suo team medico, è stato trasferito nel
reparto di terapia intensiva dell’ospedale”. Il premier,
continua Downing Street, “ha chiesto al ministro degli Esteri,
Dominic Raab, che è Primo Segretario di Stato, di sostituirlo
per quanto necessario. Sta ricevendo cure eccellenti e
ringrazia tutto lo staff dell’Nhs (il servizio sanitario
nazionale britannico) per il suo lavoro e la sua dedizione”.

Il premier conservatore, il condottiero della Brexit, il
trionfatore delle elezioni di dicembre non è dunque più in
sella, almeno per ora, e deve combattere per la sua vita nel
pieno della burrasca dell’emergenza coronavirus. Nel
pomeriggio il suo entourage aveva tentato di rassicurare
l’opinione pubblica britannica – dopo il discorso
d’incoraggiamento di ieri della regina di fronte a 24 milioni
di telespettatori – e di tranquillizzare, affermando che il
capo del governo di Sua Maestà era “in osservazione” a causa
di sintomi persistenti di febbre e tosse. Ma che aveva
trascorso “una notte tranquilla” e che restava alla guida
dell’esecutivo. Lui stesso aveva poi provato a minimizzare la
situazione con una serie di tweet, scrivendo di essere stato
ricoverato “su consiglio del medico per alcuni esami di
routine”, di essere “di buon umore” e in contatto con il suo
team.

Ma già il Times aveva messo in guardia dall’eccessivo
ottimismo, riferendo di un premier costretto a farsi
somministrare ossigeno, già da suo arrivo ieri al St Thomas.
Mentre l’agenzia russa Ria Novosti citava fonti anonime che
parlavano di un Johnson attaccato addirittura a un ventilatore
per la respirazione assistita, attirandosi l’accusa di
“disinformazione” da Londra. Vere o false che fossero queste
voci, sta di fatto che per BoJo non si tratta più di quel
contagio in forma “lieve” annunciato dei primi giorni. Bensì
di un decorso grave, che lascia un intero Paese sotto una
cappa di angoscia proprio nel giorno in cui i dati su contagi
e morti avevano lasciato intravvedere un’inversione di
tendenza positiva dopo due settimane piene di lockdown e
d’intimazioni a “restare in casa” seguite agli iniziali
auspici, e forse alle illusioni, di una strategia più soft e
graduale contro la pandemia sull’isola.

Alla conferenza stampa di giornata a Downing Street, Raab – a
questo punto premier ad interim – aveva da parte sua provato a
martellare sul refrain che il premier “restava responsabile”
dell’azione dell’esecutivo e che la compagine stava lavorando
“a manetta” per attuarne le istruzioni. Ma si era d’altro
canto rifiutato di escludere aggiustamenti nella catena di
comando sui dossier della sicurezza nazionale. Aggiustamenti
ormai inevitabili, mentre il neo capo dell’opposizione
laburista Keir Starmer, sconvolto dalla “terribile notizia”,
ha affermato che “tutti i pensieri del Paese sono con il primo
ministro e la sua famiglia in questo momento così
incredibilmente difficile”, a cominciare dalla compagna
incinta Carrie Symonds, contagiata pure lei.

Il primo ministro britannico Boris Johnson è un “grande
leader, un mio amico. E’ forte, gli auguro una pronta
guarigione”, ha detto Donald Trump.

“I miei pensieri vanno a Boris Johnson e a tutto il popolo
britannico – ha scritto il premier Giuseppe Conte in un tweet
-. Il mio auspicio è per una veloce ripresa. Voi il avete il
mio sostegno e quello di tutto il governo italiano. Noi siamo
fiduciosi nel fatto che la vostra nazione supererà questo
periodo difficile”.

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio fa gli auguri di pronta
guarigione al premier britannico Boris Johnson. “Gli italiani
sono con il Regno Unito in questi momenti difficili. Siamo gli
uni per gli altri. Guarisci presto Boris Johnson!”.
Battipaglia, inseguimento a
190 km orari in pieno centro:
arrestati un benzinaio e un
volontario del 118
BATTIPAGLIA – Fuggono dai carabinieri di notte, in auto, e si
rendono protagonisti di un inseguimento automobilistico in
stile “Fast and Furious” per la città di Battipaglia.
Arrivando a toccare i 190 chilometri orari per le strade del
centro. Arrestati dai carabinieri due ragazzi di 22 anni,
entrambi di Battipaglia. Uno lavora come benzinaio e l’altro è
un volontario del 118. I due sono fuggiti in auto alla vista
dei carabinieri, nei pressi del Lidl di Battipaglia, e non
hanno saputo spiegare il motivo della loro presenza in quel
luogo. Entrambi dovranno affrontare un processo per resistenza
a pubblico ufficiale, oltre a dover pagare ingenti somme per
varie violazioni al Codice della Strada.

Fuga e inseguimento dei carabinieri a Battipaglia: due arresti
I due ragazzi di 22 anni, battipagliesi, erano a bordo di una
Audi A3 grigia di proprietà di uno dei due, intorno alle ore
22 di ieri, 5 aprile. Nei pressi del Lidl, alla vista di una
vettura dei carabinieri e senza essere stati fermati, i due
hanno iniziato a scappare. Insospettiti dall’atteggiamento, i
militari dell’Arma hanno iniziato un lungo inseguimento.

I ragazzi hanno provato a far perdere le loro tracce
imboccando vicoli del centro di Battipaglia, spegnendo i fari
ed aumentando la velocità fino a toccare i 190 chilometri
orari in centro. Nonostante i tentativi, tra cui anche una
corsa contromano sulla statale 18, i due sono stati fermati
dai carabinieri. I militari sono riusciti a bloccarli sulla
ss18, tagliando loro la strada, venti minuti dopo l’inizio
dell’inseguimento.

Per cercare di beccare l’Audi A3, erano state allertate anche
le compagnie dei carabinieri di Eboli ed Agropoli, ma alla
fine il loro intervento non si è reso necessario.

L’arresto
In auto, i due 22enni avevano solo un manganello artigianale,
fatto con tubo e nastro isolante. Non hanno voluto dire il
motivo della loro presenza in zona. Portati in caserma per
l’identificazione, i due hanno trascorso la notte agli arresti
domiciliari. Questa mattina si sono presentati davanti al
giudice per la convalida dell’arresto. Per l’autista del 118 è
scattato l’obbligo di firma, l’altro è stato liberato.
Entrambi dovranno affrontare un processo per il reato di
resistenza a pubblico ufficiale. Oltre a dover pagare una
cifra ingente per le diverse e innumerevoli violazioni al
Codice della Strada.
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