Covid, il vaccino è a Roma: prima tappa Spallanzani. Inizia la distribuzione - L'Osservatore d'Italia

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Covid, il vaccino è a Roma: prima tappa Spallanzani. Inizia la distribuzione - L'Osservatore d'Italia
Covid, il vaccino è a Roma:
prima   tappa  Spallanzani.
Inizia la distribuzione
Il furgone contenente le prime 9.750 dosi del vaccino anti-
Covid di Pfizer-Biontech destinate all’Italia, proveniente dal
Belgio, è arrivato nella serata del 25 dicembre alla caserma
di Tor di Quinto a Roma, scortato dalle auto dei carabinieri.

Il furgone partirà dalla caserma dei carabinieri di Tor di
Quinto intorno alle 10 di oggi, sabato 26 dicembre e
raggiungerà lo Spallanzani dove le dosi saranno suddivise in
scatole che verranno poi consegnate ai militari. Alcuni mezzi
militari partiranno per le destinazioni da raggiungere via
terra nel raggio di 300 chilometri, altri si recheranno verso
l’aeroporto militare Pratica di Mare dove le restanti dosi
verranno imbarcate sugli aerei per altre destinazioni.
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La distribuzione sarà a cura della Difesa.

“È arrivato in Italia il furgone proveniente dal Belgio con le
prime dosi del vaccino anti Covid. Avevamo detto che prima
della fine dell’anno avremmo iniziato le vaccinazioni e così
sarà. I primi vaccini saranno per il nostro personale medico
che quotidianamente lavora per salvare vite umane, mettendo a
rischio la propria vita”. Lo scrive il ministro degli Esteri
Luigi Di Maio su Facebook. “Alle nostre forze bianche un
augurio di Buon Natale e un grazie per tutto quello che stanno
facendo, anche in questa giornata di festa. Ci riprenderemo le
nostre libertà e torneremo ad abbracciarci”.

Le prime dosi del vaccino Pfizer-BioNTech contro il Covid-19
sono arrivate stamattina poco prima delle 7 a Parigi. La
vaccinazione inizierà domani anche in Francia, come in tutta
l’Unione Europea. Le prime iniezioni avverranno in due
istituti per anziani, a Sevran e Digione. Circa 19.500 dosi
del vaccino, secondo l’Assistance publique-Hôpitaux de Paris,
sono state trasportate a bordo di un camion frigorifero che ha
effettuato il viaggio dallo stabilimento Pfizer di Puurs, in
Belgio.
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Vaccino anti Covid, a gennaio
si   inizia   con  personale
medico e sanitario e Rsa
Saranno “202 milioni di dosi di vaccino” anti-Covid quelle
disponibili dal primo trimestre 2021; ogni dose, in base alle
conoscenze attuali, “ha bisogno di richiamo e non sappiamo di
quanto ci sia immunità”. Questo uno dei passaggi – come si
apprende da fonti di maggioranza – dell’appunto sul piano
vaccini che il ministro della Salute, Roberto Speranza ha
illustrato ai Capigruppo della maggioranza nella riunione a
Palazzo Chigi, alla presenza anche del presidente del
Consiglio, Giuseppe Conte.

Per primo il vaccino andrà al personale medico e sanitario e
Rsa. Per quanto riguarda l’ambito di età prima gli ultra 80
anni poi la fascia 60/70 anni e via via le altre fasce, come
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lavoratori essenziali, compresa la scuola. In base alle prime
informazioni ne piano l’implementazione della rete per
monitorare le vaccinazioni con un sistema informativo
dedicato, collegato con sistemi regionali. Ma anche un doppio
monitoraggio vaccino-vigilanza e sorveglianza immunologica.

Il vaccino anti-Covid dell’azienda Pfizer arriverà “tra il 23
e il 26 gennaio” e le dosi “andranno ai 300 punti individuati,
che sono direttamente gli ospedali”. È quanto riferito – come
si apprende da fonti di maggioranza – dal ministro della
Salute.

“Non far coincidere la terza ondata eventuale con la campagna
vaccinale”. È quanto il ministro della Salute Roberto Speranza
ha illustrato ai capigruppo di maggioranza anticipando le
linee del Piano Vaccini. Secondo fonti di maggioranza,
Speranza avrebbe espresso l’importanza strategica, anche per
questo, di flettere la curva epidemiologica. L’obiettivo è
quello di non partire con l’obbligo nella campagna vaccinale
contro il Covid ma con la persuasione e l’informazione per
raggiungere l’immunità di gregge con 40 milioni di italiani.

Le vaccinazioni di massa contro il Covid avverranno
utilizzando grandi spazi pubblici, palestre, spazi aperti
fiere. È quanto ha illustrato il ministro della Salute Roberto
Speranza nella riunione con i capigruppo della maggioranza. La
distribuzione del vaccino, hanno reso noto fonti di
maggioranza, sarà interamente statale: la gestione sarà
centralizzata e il vaccino sarà distribuito secondo decisioni
mediche e scientifiche.
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Vaccino    antiCovid    della
Moderna efficace al 94,5%:
l’Agenzia europea del farmaco
comincia      l’iter      per
l’approvazione
Moderna ha annunciato in un comunicato che il suo vaccino
contro il Covid ha una efficacia del 94.5%. Dopo quello di
AstraZeneca e Università di Oxford, l’Ema (Agenzia europea del
farmaco) ha iniziato ad analizzare i dati del vaccino
mRna-1273 anti-Covid sviluppato da Moderna Biotech Spain,
società controllata dall’americana Moderna. Come precisa l’Ema
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sul suo sito, si è deciso di partire con la procedura del
rolling review, primo passo dell’iter di approvazione, sulla
base dei risultati preliminari degli studi non clinici e dei
primi studi clinici fatti sugli adulti, che sembrano indicare
che il vaccino stimoli la produzione di anticorpi e cellule
immunitarie T contro il virus SarsCov2.

L’azienda Moderna ha annunciato una durata di conservazione
più lunga per il suo candidato vaccino mRNA-1273 contro il
COVID-19 a “temperature di refrigerazione”. Si prevede infatti
che il candidato vaccino rimanga stabile a temperature
standard di refrigerazione tra 2° e 8°C per 30 giorni,
rispetto alla precedente stima di 7 giorni. Inoltre si
prevedono condizioni di trasporto e conservazione a lungo
termine a temperature standard del congelatore di -20°C per 6
mesi.

L’Ema e le agenzie regolatorie nazionali dei paesi europei
hanno preparato un piano speciale per il monitoraggio della
sicurezza dei vaccini anti-Covid, su come raccogliere e
analizzare le informazioni che emergeranno una volta che
saranno autorizzati. le aziende dovranno presentare rapporti
mensili sulla loro sicurezza.

Scatta la fase 3 della sperimentazione
per un altro candidato vaccino contro il
coronavirus

E’ di quello della Janssen, società farmaceutica che fa capo
alla multinazionale della chimica Johnson&Johnson. E’ il terzo
arrivato a questo passaggio fra quelli sviluppati in Gran
Bretagna, dopo il prototipo messo a punto dall’Università di
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Oxford assieme all’AstraZeneca con la collaborazione
dell’italiana Irbm di Pomezia (primo in assoluto in Occidente
a entrare nella fase 3) e quello di Novavax. La fase 3 del
vaccino Janssen, conferma il ministro britannico della Sanità
Matt Hancock, inizia oggi e coinvolgerà 7000 volontari nel
Regno Unito e 23.000 in altri Paesi. E’ un modello di vaccino
“molto simile a quello di Oxford/AstraZeneca”, ha detto a
SkyNews Saul Faust, direttore del laboratorio di Southampton
che coordina il progetto di ricerca.

Vaccino antiCovid Oxford-
Astrazeneca:  al  via  il
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reclutamento di 300 volontari
In Italia parte la sperimentazione di fase 3 per il vaccino
anti Covid-19 di Oxford-Astrazeneca: il primo via presso
l’Azienda ospedaliero-universitaria di Modena, tra i sette
centri scelti in Italia, dove le inoculazioni partiranno
indicativamente il primo dicembre.

Nel mese di novembre saranno arruolati 300 volontari, dai 18
anni in su, che saranno sottoposti a sperimentazione a doppio
cieco: a 200 sarà somministrato il vaccino e agli altri 100 il
placebo. A breve sarà a disposizione un numero verde per
informazioni e raccogliere le candidature. Saranno scelti i
primi 300 che ne fanno richiesta e che soddisfano i criteri.

Per i criteri di arruolamento dei volontari, spiega in
videoconferenza Cristina Mussini, direttore della struttura
complessa di Malattie Infettive Aou di Modena e docente
UniMoRe, nel centro saranno individuate “300 persone, non
pazienti, persone sane di qualunque età (purché maggiorenni) e
con qualunque patologia, purché in uno stadio di stabilità”.
Ad esempio potrebbero essere accettati “un diabetico
compensato” o “un paziente Hiv con terapia retrovirale in
corso”. Potrà partecipare anche chi è stato colpito da Covid,
ma non in fase acuta. Non saranno ammessi pazienti
immunodepressi, donne in gravidanza.

Obiettivo   dell’Aou   di   Modena   è   scongiurare   file   e
assembramenti sul posto anche se il centralino del policlinico
oggi è già andato in tilt: per candidarsi sarà a disposizione
un numero verde, mentre le prenotazioni saranno gestite
tramite un’agenda elettronica. Il luogo scelto per effettuare
le somministrazioni è il poliambulatorio dell’Aou, dove sarà
creato un percorso ad hoc per chi si sottoporrà alla
sperimentazione.

Nessuna task force dedicata per questa operazione di test:
“Non abbiamo a disposizione alcuna risorsa aggiuntiva – spiega
Mussini – il personale ruoterà”. La sperimentazione in doppio
cieco 2 a 1 vuol dire che su 300 partecipanti in 200
riceveranno la dose del vaccino e gli altri 100 un placebo.
Nessuno, nemmeno il personale medico, saprà a chi viene
somministrato cosa. Solo quando il cieco si aprirà anche ai
cento che avevano avuto il placebo sarà somministrato il
vaccino.

“Sì, è una corsa contro il tempo ma siamo dentro a una
pandemia“. Così all’ANSA Andrea Cossarizza, professore
ordinario di Patologia generale e immunologia di UniMoRe, che
sarà responsabile per la parte di laboratorio della
sperimentazione del vaccino Oxford-Astrazeneca. Una sfida che
“a Modena siamo perfettamente in grado di sostenere, anche se
sarà dura, anche se lavoreremo h24, sette giorni su sette, a
Natale e Capodanno”. Al lavoro sotto la guida di Cossarizza,
un team giovane di una decina di persone: due ricercatrici,
Lara Gibellini e Sara De Biasi,        oltre   a   dottorandi,
specializzandi e assegnisti.

La sperimentazione di fase 3, che punta a verificare se il
vaccino genera risposta immunitaria, e per quanto tempo,
consiste in una parte clinica, di arruolamento dei 300
candidati, e di somministrazione effettiva di vaccino e
placebo, e di una parte tutta in laboratorio. “Noi – aggiunge
Cossarizza – siamo attrezzati per la raccolta e lo stoccaggio
dei campioni di sangue dei volontari, ma anche per le
analisi”. Le procedure sono “ancora tutte nelle 140 pagine di
protocollo che mi è arrivato ieri sera, ed è ancora da
studiare per bene”. Chi farà quali analisi dei centri, si
saprà solo nei prossimi mesi.

Quello che accade in linea di massima sarà questo: una persona
reclutata per la sperimentazione sarà sottoposta a un prelievo
di sangue prima della somministrazione di vaccino (o placebo),
poi a un secondo prelievo di sangue prima della seconda dose
di vaccino (o placebo), e infine a prelievi periodici nel
corso di due anni. Il sangue di ogni campione viene scisso in
plasma e cellule, il primo conservato a -80 gradi e le seconde
in bidoni con azoto liquido a -180 gradi. Parte quindi lo
studio complesso su ogni campione, senza sapere se il soggetto
ha ricevuto il vaccino o il placebo: nel plasma i ricercatori
andranno “a caccia” di anticorpi, nelle cellule invece si
testeranno le molecole derivate del coronavirus, per vedere
come si comportano i linfociti e capire infine se c’è risposta
immunitaria e quanto dura nel tempo.
Vaccino     Oxford-Pomezia:
confermata   la  produzione
degli anticorpi e cellule T
Il vaccino contro il Covid allo studio da parte
dell’università di Oxford e di AstraZeneca sembrerebbe dare
una forte risposta immunitaria negli anziani. Lo scrive il
Financial Times, che anticipa i risultati del test clinico di
fase 3 in corso.

Secondo il quotidiano, che cita ‘due persone a conoscenza dei
risultati’, il vaccino stimola la produzione di anticorpi
protettivi e di cellule T, una condizione necessaria anche se
non sufficiente a stabilire l’efficacia e che non dà
indicazioni sulla sicurezza. La risposta immunitaria è simile
a quella già vista negli adulti tra 18 e 55 anni, già
descritta a luglio. Anche questi risultati, riporta il Ft,
saranno pubblicati a breve su una rivista scientifica. Il
vaccino di Oxford, al cui sviluppo partecipa anche l’azienda
italiana Irbm, è uno di quelli in fase più avanzata di
sviluppo in questo momento, con i primi dati su sicurezza ed
efficacia che sono attesi entro quest’anno. Il test negli Usa
del vaccino è appena ripreso, dopo uno stop per l’analisi di
alcuni effetti collaterali segnalati dall’azienda.

Vaccino Moderna anti Covid,
funziona sui macachi: al via
la sperimentazione su 30mila
volontari sani
Sembra funzionare nei macachi il vaccino anti Covid-19,
sviluppato dall’azienda americana Moderna con l’Istituto
Nazionale per le Malattie Infettive (Niaid) degli Stati Uniti,
diretto da Anthony Fauci.

Sperimentato in questi primati non umani, il vaccino ha
indotto la produzione e una potente attività degli anticorpi
neutralizzanti, una rapida protezione nelle vie respiratorie e
protetto da lesioni polmonari, secondo i dati pubblicati sul
New England journal of medicine.

Il 27 luglio i National Institute of Health, di cui il Niaid
fa parte, hanno annunciato l’avvio della fase 3 della
sperimentazione di questo vaccino in 89 siti americani su
circa 30.000 volontari sani.

Il gruppo di ricercatori guidato da Barney S. Graham, il
vicedirettore del Centro per la ricerca dei vaccini presso
l’Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive,
ha somministrato ai macachi rhesus due dosi di vaccino a due
diversi dosaggi e poi i macachi sono stati infettati con il
virus.

Quello sviluppato da Moderna è un vaccino
ad Rna modificato
I test hanno evidenziato la capacità del vaccino di indurre
una marcata risposta immunitaria, con la produzione di
anticorpi neutralizzanti in grado di contrastare il
coronavirus. “Oltre a questo, si è visto che il vaccino ha
indotto la risposta delle cellule linfocitiche, che
aggrediscono il virus e aiutano a produrre gli anticorpi, e
che protegge da lesioni polmonari. Si tratta di dati positivi,
il vaccino sembra funzionare bene”, ha commentato il virologo
Giorgio Palù, past president della Società europea di
virologia e docente dell’università di Padova. E’ bene però
ricordare, nota Palù, che se anche questo vaccino fosse
disponibile per novembre, “da noi non verrebbe comunque
somministrato su larga scala, cioè a tutti. Sarà infatti dato
prima ai soggetti più a rischio, come medici e infermieri, in
via sperimentale, come fatto con il vaccino per Ebola. Perchè
arrivi a tutti bisognerà aspettare altri 2-3 anni”.
Vaccini anticovid: test più
che  positivi   da   Oxford-
Pomezia e dalla Cina
Nello stesso giorno, la rivista scientifica Lancet pubblica
due studi che accendono la speranza, anche se l’invito resta
quello alla cautela: il vaccino anti-Covid ChAdOx1, messo a
punto dallo Jenner Institute della Oxford University con la
collaborazione dell’italiana Irbm, ha indotto una “forte
risposta immunitaria” contro il virus SarsCov2 con il
quadruplicarsi degli anticorpi nel 95% dei partecipanti alla
sperimentazione ad un mese dalla vaccinazione.

Tuttavia, è ancora presto per cantare vittoria, ha avvertito
il ministro della Salute Roberto Speranza. “Serve ancora tempo
e prudenza. Ma i primi riscontri scientifici sul vaccino
dell’Università di Oxford, il cui vettore virale è fatto a
Pomezia e che verrà infialato ad Anagni, sono incoraggianti.
L’Italia, con Germania, Francia e Olanda – ha commentato -.è
nel gruppo di testa per questa sperimentazione. Continuiamo ad
investire sulla ricerca scientifica come chiave per
sconfiggere il virus”.

Anche l’Oms parla di “buona notizia” ed il premier britannico
Boris Johnson ha definito i risultati “molto positivi”: il
successo e l’efficacia del vaccino Oxford “non sono ancora
garantiti – ha rilevato – ma si tratta di un passo importante
nella giusta direzione”. Il vaccino dello Jenner Institute,
infatti, ha indotto immunità fino al 56/mo giorno della
sperimentazione in corso secondo i risultati preliminari
riferiti alla fase 1-2 dei test che ha coinvolto 1.077 adulti
sani. In tutti i partecipanti è stata indotta una risposta
immunitaria con cellule T, mentre l’ attività neutralizzante
contro SarsCov2 è stata evidenziata nel 91% dei partecipanti
ad un mese dalla vaccinazione e nel 100% di quelli che hanno
ricevuto una seconda dose. Tuttavia “ulteriori studi –
avvertono i ricercatori – sono necessari per confermare se il
vaccino protegga effettivamente dal Covid-19” e la fase II-III
di sperimentazione è già in corso in Gran Bretagna, Brasile e
Sud-Africa e, a breve, negli Usa. Intanto, accordi per il
rifornimento di oltre 2 miliardi di dosi di vaccino sono stati
già fatti con Gran Bretagna, Usa, India e varie organizzazioni
europee, fa sapere l’azienda produttrice AstraZeneca che
ribadisce l’impegno per un “ampio ed equo accesso”.

Risultati altrettanto positivi si sono registrati anche per il
vaccino cinese, testato in fase II su oltre 500 soggetti e
tecnicamente simile al prototipo di Oxford (entrambi
utilizzano degli adenovirus come vettori): è sicuro e ha
indotto una risposta immunitaria nel 95% dei partecipanti al
trial, misurata fino a un mese dall’immunizzazione. I test di
fase III sono in corso.
Vaccino anti Covid: firmato
accordo per 400 milioni di
dosi   per  la  popolazione
europea

Prima trance di dosi arriverà entro la
fine dell’anno

Insieme ai ministri della Salute di Germania, Francia e
Olanda, dopo aver lanciato nei giorni scorsi l’alleanza per il
vaccino, il ministro della Salute Roberto Speranza ho
sottoscritto     un   contratto     con   Astrazeneca      per
l’approvvigionamento fino a 400 milioni di dosi di vaccino “da
destinare a tutta la popolazione europea”. Il candidato
vaccino nasce dagli studi dell’Università di Oxford e
coinvolgerà nella fase di sviluppo e produzione anche
importanti realtà italiane. La prima trance di dosi arriverà
entro la fine dell’anno.

 Ho appena firmato con i ministri di Germania, Francia e
 Olanda il primo accordo per 400 milioni di dosi per il più
 promettente vaccino anti Covid. Un primo passo avanti
 importante. Solo con il vaccino vinceremo definitivamente il
 Covid.

 — Roberto Speranza (@robersperanza) June 13, 2020

L’impegno prevede che il percorso di sperimentazione, già in
stato avanzato, si concluda in autunno con la distribuzione
della prima tranche di dosi, spiega il ministro Speranza in un
post su Facebook. “Con la firma di oggi arriva un primo
promettente passo avanti per l’Italia e per l’Europa. Il
vaccino è l’unica soluzione definitiva al Covid-19. Per me
andrà sempre considerato un bene pubblico globale, diritto di
tutti, non privilegio di pochi”, ha concluso il ministro che
ha informato il Consiglio dei ministri e gli ospiti presenti
agli Stati Generali, ricevendo alla fine un applauso.
Vaccino anti Covid: Oxford e
Pomezia avanti agli Stati
Uniti. In Italia prime dosi
in autunno-inverno
Rispetto ad un vaccino contro il nuovo coronavirus, “l’Europa
è molto più avanti degli Stati Uniti” e “ci stiamo
organizzando affinché una parte sostanziale venga prodotto in
Italia”. Quindi “ci stiamo organizzando per essere tra i paesi
leader”. Lo ha detto, durante la trasmissione Agora Su Rai 3,
Walter    Ricciardi,   membro   del   comitato   esecutivo
dell’Organizzazione mondiale della sanità e Consigliere del
ministro Speranza.
“Devo dire con piacere – ha aggiunto Ricciardi – che in questo
caso l’Europa è avanti rispetto agli Stati Uniti”, perché il
vaccino che si sta sviluppando, quello che vede unita
l’Università di Oxford in collaborazione con un’azienda di
Pomezia, “è in una fase di sviluppo più avanzata rispetto
all’altro”. Rispetto ai tempi, ha concluso “se vanno le cose
bene in autunno-inverno potremmo avere le prime dosi e
naturalmente anche quelle per gli italiani”.

“Dall’Oms si è avuta una risposta inaccurata e sbagliata”
rispetto al fatto che gli asintomatici raramente trasmettano
il nuovo coronavirus, ha aggiunto Ricciardi. “La trasmissione
da asintomatici è invece, tipica di questo virus e proprio ciò
lo differenzia da Sars e Mers”. L’Oms, tuttavia, ha detto, “va
criticata ma sostenuta”.

La trasmissione da asintomatici, “o meglio paucisintomatici o
presintiomatici – ha spiegato Ricciardi – è tipica di questo
virus”. Lo dimostra la sua contagiosità: “in un mese si è
diffuso in tutto il mondo quando altre pandemie impiegano 6
mesi o un anno”. Quanto all’Oms, ha precisato, “sono colleghi
sotto pressione da mesi ma se non esistesse sarebbe danno
enorme perché è l’unica organizzazione che può combattere la
pandemia. Da questa tragedia, infatti, o si esce tutti insieme
o nessuno”. Pertanto, ha concluso, “dobbiamo sostenere l’Oms e
criticarla quando fa, come ora degli errori, dando una
risposta inaccurata e senza evidenza scientifica ma non certo
pensando di abolirla”.

“La situazione è migliorata in tutta Italia” ma che il
pericolo sia scampato “non lo possiamo dire. D’altronde solo
l’altro giorno l’Oms ha parlato del peggior giorno dall’inizio
della pandemia a livello mondiale”, ha precisato Ricciardi.
“Dobbiamo stare attenti – ha detto – a circoscrivere focolai
man mano che appaiono e continuare a comportarci bene”.
Rispetto alla possibile mutazione del virus, precisa, “non
abbiamo motivi di pensare che si sia indebolito. Hanno
funzionato il distanziamento e le misure messe in atto, ma non
è il virus a essersi indebolito. E’ sostanzialmente lo stesso
che in altre parti del mondo sta ora producendo morti come
abbiamo visto a Bergamo”. Quanto ai guanti, a proposito dei
quali l’Oms ha di recente precisato che non vi sono evidenze
di utilità nel proteggere dal contagio, “l’evidenza ci dice
che vanno indossati solo da operatori sanitari che sanno come
si utilizzano, io li ho sempre sconsigliati e mai usati”.
Vaccino Covid, Ema: pronto
entro un anno salvo ritardi
burocratici
BRUXELLES – Nella migliore delle ipotesi un vaccino per il
nuovo coronavirus potrebbe essere pronto in un anno. Lo ha
detto Marco Cavaleri dell’Agenzia europea del farmaco (Ema).
“Dai dati sugli studi in corso e se tutto procede come
previsto” alcuni vaccini attualmente in sperimentazione
“potrebbero essere pronti per l’approvazione tra un anno”, ha
detto Cavaleri ai giornalisti in conferenza stampa. Cavaleri
ha però precisato che si tratta di “uno scenario ottimista”,
perché “non tutti i vaccini che entrano in fase di sviluppo
potrebbero arrivare all’autorizzazione” e “potrebbero esserci
ritardi”. Se l’Ema, ha aggiunto, è “un po ‘scettica” riguardo
alle notizie secondo cui un vaccino poteva essere pronto già a
settembre,     vanno    anche   ridimensionati     i   timori
dell’Organizzazione mondiale della sanità secondo cui il virus
“potrebbe non scomparire mai”. “Penso che sia un po’ presto
per dirlo – ha spiegato Cavaleri – ma abbiamo buone ragioni
per essere sufficientemente ottimisti sul fatto che alcuni
vaccini ce la faranno”.

L’accesso al vaccino contro il coronavirus deve essere
“universale”, ha ribadito nel frattempo un portavoce della
Commissione europea, ricordando che la “solidarietà e lo
stretto coordinamento è la migliore risposta contro il
coronavirus”.
Vaccino    Covid-19.  Allo
Spallanzani da luglio test
sull’uomo
“Procedendo con questi ritmi sarà possibile avviare da luglio
le prime sperimentazioni sull’uomo”.
 Così il direttore sanitario dello Spallanzani di Roma,
Francesco Vaia, in merito al vaccino contro il Covid 19 che
verrà sperimentato nell’Istituto per le malattie infettive di
Roma.

“Se i primi test daranno un esito positivo, porteranno nel
2021 alla somministrazione del vaccino su un alto numero di
persone a rischio e, spero, alla dimostrazione della sua
efficacia” ha aggiunto Vaia.

“A differenza dei vaccini tradizionali, i vaccini genetici non
utilizzano un microorganismo inattivo o parte di esso ma il
gene che codifica per l’antigene del microrganismo che si
vuole neutralizzare” spiega Vaia. In questo caso – a quanto si
è appreso – verrà utilizzato il gene che codifica per la
proteina spike che permette l’ingresso del virus nelle
cellule. Questo gene, una volta entrato nelle cellule
dell’organismo, induce la produzione della proteina che a sua
volta stimola la risposta immunitaria contro il coronavirus.
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