Coronavirus, il caposquadra dei vigili del fuoco di Sala Consilina, Morello

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Coronavirus,    morto   il
caposquadra dei vigili del
fuoco di Sala Consilina,
Morello
Il comandate del distaccamento dei vigili del fuoco di Sala
Consilina, Luigi Morello, dopo aver contratto il coronavirus,
all’età di 57 anni. Originario di Teggiano, risultato positivo
da una decina di giorni, era ricoverato in rianimazione presso
l’ospedale civile di Scafati. Quello di Morello e’ il secondo
decesso da Covid -19 nel Vallo di Diano, area in cui da nove
giorni e’ stata disposta la ‘zona rossa’ per i comuni di Sala
Consilina, Caggiano, Polla e Atena Lucana. Lo scorso 19 marzo
era morto don Alessandro Brignone, 46enne parroco di Caggiano.

«Con gli occhi fotografo la
gente per strada in quella
che    è  una    dimensione
surreale»
Anna Santimone

Una nuova dimensione, un’atmosfera surreale dai toni
apocalittici quella che ci sta avvolgendo in queste settimane.
Riguardando le foto solo di alcuni mesi fa , mai avrei
immaginato una situazione del genere adesso. Chi ha mai
vissuto un’epidemia! L’ho sempre considerata come un qual-
cosa lontano dal nostro pre- sente storico o lontano dal
nostro paese civilizzato come l’Italia. Ancora quando se ne
sentı̀ dello scoppio in Cina, la si percepiva come un qualcosa
lontano dalla nostra realtà…ed invece eccoci qui! Catapultati
in quella che sembra una delle migliori trame di un film di
fantascienza. Un in- cubo da cui vorremmo svegliarci al più
presto. Da quando sono state predisposte le ristrettissime ma
giuste misure di contenimento del contagio, cerco nel mio
piccolo di conservare un briciolo della quotidianitàche avevo
prima. Mi dedico molto alle faccende domestiche, piùdi quanto
abbia fatto nei tempi della “normalità  ” …Quando capita che
scendo a fare la spesa e vedo quelle poche anime intente nelle
stesse mie incombenze, con gli occhi “fotografo” i loro gesti,
movimenti, assaporo quegli “attimi di vita” dolce oasi nelle
strade vuote simili ora ad un immenso deserto. A casa mi
dedico alle mie cose di lavoro e studio, guardo le mie fiction
preferite ed ascolto musica, chiacchiero con i miei genitori,
pro- grammo il pranzo e la cena con mia madre, ci inventiamo
qualche pietanza particolare. Conservo i rapporti con i miei
amici sui social, tante videochiamate per sentirci tutti più
vicini . Con la mia migliore amica Miriam in particolare, che
al momento abita per motivi di lavoro in un paese dell’ Emilia
Romagna , Castelnovo nè Monti, ci sentiamo tutti i giorni.
Ammiro molto la sua forza e coraggio perchè in questo momento
nazionale di grande emergenza sta affrontando tutto da sola

. Ci teniamo aggiornate costantemente su ciòche sta accadendo
e ci raccontiamo le nostre giornate; in questo periodo lei che
e
̀ un’insegnante è impegnata con la didattica a distanza, che
richiede un lavoro molto in- tenso. Ci sentiamo piùvicine che
mai anche a di- stanza. Ciò che mi manca di più ora? Il
contatto umano da vicino con le persone, ho sempre amato fin
da piccola stare in mezzo alla gente e sono sempre stata una
per- sona socievole ed espansiva..Ma sono consapevole che il
sacrificio che stiamo facendo , e  ̀ per salvarci da questo
orribile male che e ̀ come un cane sciolto nel cercare chi
attaccare. Rima- nendo nelle nostre case contribuiremo oltre
che a sconfiggere questo dannato virus anche a tornare quanto
prima alla normalità
                    . In certi momenti ti assale la paura , ma
sto imparando a dominarla de- dicandomi ad azioni costruttive
e civiche insieme alla mia amica Miriam e al mio amico Dante
ed altri amici che possano aiutare il nostro paese in questo
triste momento . Sono serena perchè credo che tutti uniti ce
la potremo fare

Immunodepressi     e  malati
oncologici, cosa rischiano a
causa del Coronavirus
Rossella Graziuso

Un “bel”giorno e
               ̀ arrivato Covid-19, mettendo in serio pericolo
la salute di tutti, in particolar modo quella degli
immunodepressi, dei trapiantati, dei malati oncologici, dei
cardiopatici, nostri concittadini, più vulnerabili ed esposti
all’infezione e alle conseguenze. Dunque non e ̀ assolutamente
vero che rischiano solo gli anziani! Il paziente “uno” della
Lombardia e
          ̀ un uomo di 38 anni, giu- sto per fare un esempio.
Questo perché nessuno di noi ha anticorpi specifici contro
questo virus sconosciuto. Gilda, 42 anni, salernitana, fa
parte di questa categoria di persone dimenticate, di quelli
che definisco “gli invisibili”. “Il mio caso – spiega questa
donna – e
        ̀ quello del malato in tera- pia da immunosoppressori,
nello specifico Sandimmun (cyclosporine alpha). Dalla sera
alla mattina mi è stato detto dai miei referenti medici di
sospendere l’immunosoppressore e di sostituirlo con
cortisonici ad alto dosaggio. Ho cominciato a non dormire a
causa della paura di morire. Senza immunosoppressore la
malattia si ripresenterà e me ne andrò diritta all’ ospedale,
nella migliore delle ipotesi, se becco il virus, ci penseràil
cortisone a farmi morire. E cosı̀ inizio la giornata pensando
“speriamo bene”. Poi il vortice di pensieri si impadronisce
della mia mente. Se io mi ammalo vado in rianimazione. I
medici peròpotrebbero scegliere di salvarmi perché ho 42 anni
e tra me e un anziano sceglierebbero di sicuro me. E se
quell’anziano fosse mio padre o mia madre? Tra me e una
persona anziana scelgono di salvare me, ma tra me che sono
malata e una persona sana, scelgono la persona sana. Mio
figlio rimarrà senza mamma”. Una triste realtà   , quella di
Gilda.

Il suo stato di isolamento pesa il doppio rispetto al nostro.
La stessa paura trapela dalle parole di Teresa che,con
tenacia, e
         ̀ riuscita a sconfiggere un cancro al seno tra i più
aggressivi. “Noi pazienti oncologici siamo temprati quando si
parla di paura, racconta Teresa, ognuno di noi ha già vissuto
o sta convivendo ancora con un mostro davvero ignobile e
arrogante, di quelli che arrivano impetuosi nella tua vita e
non ti chiedono il per- messo. Il virus di cui tutti parlano
non e
    ̀ tanto di- verso dal male che purtroppo abbiamo dovuto
affrontare e combattere. Siamo tutti rinchiusi nelle nostre
case ma infondo questa condizione non e ̀ poi così nuova e
diversa da chi subisce chemioterapie e deve tenersi a debita
distanza da ambienti

pubblici e particolarmente affollati. Questo perche ́ i nostri
globuli bianchi si trasformano in un alta- lena che
improvvisamente tende a spingerci verso il basso piuttosto che
lasciarci sfiorare il cielo. Chi deve ogni settimana recarsi
in un reparto oncologico vive doppiamente con sconforto e
timore la situazione legata al Covid-19 perché la velocità di
questo maledetto virus aggrava situazioni delicate e
particolarmente critiche che purtroppo interessano tanti
soggetti immunodepressi”. Le vite di Gilda e Teresa dipendono
dalle nostre scelte e dalla nostra coscienza. In mancanza di
cure e vac- cini, ancora in fase di sperimentazione, sta a noi
proteggerli, con il nostro comportamento. Forse sarebbe il
caso di evitare uscite superflue, perché, parliamoci chiaro,
nonostante le restrizioni, c’ e    ̀ ancora chi si reca al
supermercato più volte al giorno. E se non riusciamo a farlo
per loro facciamolo almeno per le persone a noi care,
indipendentemente dall’età. Gilda e Teresa conoscono la vera
paura, perché la vivono ogni giorno. È la stessa che non ti
permette di abbracciare i tuoi amici o passeggiare lungo le
strade della tua città  . Quella che “un raffreddore” può
trasformarsi in una polmonite ed un colpo di freddo in una
grave influenza. Per questo il Covid 19 non deve essere
vissuto come una forma di “at- tentato” alla nostra libertà !
Il Covid 19 dovrebbe responsabilizzare, renderci altruisti e
solidali gli uni verso gli altri. Possiamo superarlo solo se
restiamo a casa, per il bene nostro e di tanti come Gilda e
Teresa che, purtroppo, la libertàl’hanno persa giàda tempo.

«Da Procida», appaltati i
lavori 122 posti letto per il
Covid Hospital
di Andrea Pellegrino

Centoventidue posti letto di cui 14 nel reparto di terapia
intensiva e sub intensiva. Cosı̀ il nuovo Covid Hospital che
trasformerà l’attuale “Da Procida” di Salerno. L’azienda
universitaria ospedaliera “Ruggi d’Aragona” ha recepito il
piano predisposto dalla Regione Campania ed ha avviato le
procedure per la trasformazione del plesso ospedaliero di
Salerno città
             . Sessanta giorni il termine previsto per la fine
dei lavori. Un milione e 700mila euro circa lo stanziamento
per l’adegua- mento del presidio ospedaliero. Oltre le
strutture saranno rifatti gli impianti dei tre piani
dell’ospedale. Il primo (quello dedicato alla degenza)
potrebbe essere operativo e pienamente funzionante entro i
prossimi 15 giorni. Più lunghi i tempi per attrezzare i
reparti di tera- pia intensiva e subintensiva. Quattro le
ditte che si sono rese immediata- mente disponibili: la Cytec
di Pozzuoli, la Gioma srl di Quarto, la Gramma srl di Ercolano
e la Clv Costruzioni di Castellammare di Stabia. Ognuno di
loro si occuperà di un re- parto. Tra gli altri plessi
individuati dalla Regione Campania c’e  ̀ quello di Scafati.
Stanziati 600mila euro circa per incrementare 70 posti letto
di cui 4 di terapia intensiva. Al vaglio c’e      ̀ anche la
possibilità di atti- vare ulteriori 8 posti di rianimazione
presso il “Mauro Scarlato”, plesso di Scafati, gestito
dall’Azienda Sanitaria di Salerno. L’Asl intanto ha ac-
quistato anche 10 ventilatori polmonari da destinare al
presidio ospedaliero di Vallo della Lucania e a quello di
Sarno. Rispettivamente 4 ventilatori arriveranno al plesso a
sud di Salerno, sei, invece, a quello a nord della provincia
salernitana. Inoltre previsti nuovi arredi per la struttura di
Sarno, tra cui 7 letti elettrici per la degenza e due carrelli
per emergenza e medicazioni. Infine istituiti 21 presidi di
unità speciale di continuità assistenziale, tra cui due nel
solo comune di Salerno.

Coronavirus:                                 Autuori
Surgelati                      consegna                    a
domicilio
Il 2020 è senz’altro uno degli anni più duri da affrontare,
l’epidemia di Coronavirus che ha colpito il mondo ci ha
cambiati, ha modificato le nostre abitudini, anche le più
semplici, come prendersi un caffè al bar con un amico o fare
la spesa.

Di recente è stato reso noto il nuovo decreto anti Coronavirus
del 22 marzo 2020 che limita al massimo le attività produttive
e ha generato non poche preoccupazioni e dubbi sulle attività
di consegna a domicilio. Fortunatamente però rispettando le
regole, si può ancora usufruire di questo servizio.

Una nota catena di surgelati salernitana, Autuori Surgelati, è
vicina ai propri clienti, e per continuare a offrire loro i
suoi prodotti, ha messo in piedi il servizio PocketWorld!

Grazie a tale servizio, il cliente può contattare il negozio
ai numeri 089798913 – 3385871442 , ordina i prodotti
desiderati e li riceve comodamente a casa.

Il tutto avviene nel pieno rispetto delle regole di
prevenzione del contagio del Covid-19, durante la consegna del
pacco infatti è importante mantenere la distanza sociale di
sicurezza interpersonale di almeno 1 metro. Durante il ritiro
della merce si raccomanda di avvicinarsi all’operatore con una
mascherina (chirurgica o FFP2/FFP3) e guanti monouso.

Una volte rientrati in casa, si consiglia di togliere
l’imballo e lavarsi le mani accuratamente per 30 secondi con
sapone neutro.

Autuori Surgelati non si ferma, invita tutti a restare a casa
e tenere duro perchè solo così si potrà tornare alla
normalità, quando in una giornata qualunque il punto vendita
si arricchiva di persone con il quale era facile scambiarsi
una chiacchiera…quando si cominciava la giornata con un bel ”
Buongiorno Signora, cosa desidera?”

Dal Coronavirus ad un mondo
migliore
di Espedito De Marino

Un dato è certo: ad un tratto ci ritroviamo poveri, soli e
impotenti. Un mondo perfettamente globalizzato, forte di ogni
più elevata tecnologia correva senza prevedere ostacoli con
l’aggravante ritenersi immune da ogni ingerenza morale, da
ogni legittima rimostranza, quando improvvisamente il 7
gennaio 2020 si imbatte in un macroscopico imprevisto che
evidentemente segmenta in una parte del cosmo (Wuhan, in
provincia di Hubei in Cina) per restare poi basito il 30
gennaio 2020 quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità
(Oms) parla di “Emergenza globale” per poi aver contezza tra
il 21 e il 22 Febbraio 2020 che l’Italia (quindi Noi) è
vulnerabile,     perciò,    “facilmente    attaccabile”     ed
improvvisamente, inconsapevolmente, dall’inconscio più
profondo chiede “aiuto”. D’ un tratto la nostra tracotanza si
trasforma in umiltà, le nostre certezze in perplessità. Si
accertano i primi contagi e con essi aumentano le nostre
paure. Ma ciò nonostante buona parte dell’umanità ancora nella
scelta quotidiana fra il bene ed il male sceglie la seconda
opzione (ne sono anch’io vittima, … il 5/2/2020 nel cortile
della mia abitazione rubano la macchina utilitaria che usano
mia moglie e mia figlia). Nei cuori di una certa umanità,
nonostante il divulgarsi del covid-19 in Europa e nel mondo,
ancora albergano sentimenti di sopraffazione, egoismo, vanità,
orgoglio, cupidigia e quindi si rende necessaria oltre
all’identificazione dell’antidoto al coronavirus, anche il
vaccino per debellare la cattiveria, la corruzione, l’istinto
brutale che spinge il genere umano al “relativismo” assoluto,
nella più becera e deprecabile indifferenza. Non sprecate
questi giorni difficili ci ha detto Papa Francesco. Ma che ne
era stato del tempo fino alle immagini spettrali
dell’epidemia? Con quale clessidra misuravamo la nostra
giornata? Quale metronomoscandiva la nostra quotidianità? Ma
non eravamo forse alla ricerca dei metodi più veloci per
inviare un messaggio? Forse quello vocale, o manuale, su wz
oppure su instagram, su messenger o a quale altra diabolica
piattaforma pensavamo per velocizzare sempre di più la
comunicazione bypassando sempre di più l’incontro? La
relazione umana evidentemente sottrae tempo e il tempo è
business. In quante famiglie, anche in quelle più ortodosse,
si ragiona ancora? Quanti dei nostri figli assaporano il
racconto dei genitori, dei nonni, degli zii? A quanti dei
nostri giovani è    dato l’afflato dell’abbraccio se non
virtuale? Anche     il nostro linguaggio è fortemente
informatizzato, a quanti è dato ancora di conoscere un poeta,
di appassionarsi ad una poesia? Alla lettura di un libro? Di
un racconto? Di una favola? Esausti forse dovremmo ricercare
più intensamente l’Infinito, in questo momento, per molti
aspetti funesto, dovremmo guarire anche l’anima nella quale è
incisa una frattura letale che come il coronavirus avvelena la
nostra esistenza con l’aggravante che dipende solo ed
esclusivamente da Noi. I cofattori di un degrado morale sono
infiniti, da ricercare nel deficit immunitario in noi di cui
il maligno si avvale. Dobbiamo rimettere in moto quegli
anticorpi che il virus malefico, silente per strategia,
rinsavisce, dobbiamo gridare un nuovo glossario: Amore,
Generosità, Altruismo, Solidarietà, Pace, Giustizia. Dobbiamo
ogni giorno ribadire la Sacralità della Vita, tutelarla,
promuoverla, riconoscere in essa il “Diritto d’Autore” e
difenderlo ad ogni costo rinunciando al privilegio
dell’effimero costruendo un’alternativa credibile ad un
“relativismo sfacciato” che ha provocato una “siccità etica e
morale” lasciandoci senza anticorpi al “sistema”. Allora
l’amara circostanza del covid-19 ci dia l’opportunità di
sconfiggere entrambi i “veleni”: quello battereologico e
quello, forse ancora più insidioso, della malvagità.

Mercato S.Severino, prima
vittima per il Covid-19:
l’annuncio del sindaco
Devo purtroppo informarvi che, presso l’Ospedale Fucito, è
deceduto un cittadino residente a Montesarchio (BN) e
domiciliato nel nostro Comune a causa di una polmonite
interstiziale da Sars Coronavirus associati. I contatti avuti
nei giorni precedenti sono stati solo con gli altri componenti
della sua famiglia, residenti nella nostra Città, per i quali
è stata disposta dall’ASL la messa in quarantena. Giungano
alla famiglia le più vive e sentite condoglianze da parte di
tutta la nostra comunità.

Lo scrive il sindaco di Mercato S.Severino Antonio Somma
Salerno, gente per strada
contro i vigili. Il video
Salerno, gente per strada contro i vigili.

http://www.cronachesalerno.it/wp-content/uploads/2020/03/
WhatsApp-Video-2020-03-23-at-18.09.13.mp4

Le ricette del nutrizionista
Angelo Persico

     Salmone e agrumi per alzare le
           difese immunitarie
Il rosa del delicatissimo trancio che predilige la cottura al
vapore, sposa l’aranciato del succo di limone e arancia, per
un piatto a prova di virus

Di ANGELO PERSICO

Con il termine salmone si indicano i vari generi appartenenti
alla famiglia delle Salmonidae, a cui, fra gli altri,
appartengono anche le trote. Tutte le specie oggi esistenti,
discendono da un antenato comune che, circa 40 milioni di anni
fa, popolava l’emisfero settentrionale. Non a caso, ancora
oggi, i salmoni risiedono nella stessa zona che si estende fra
l’Oceano    Atlantico    settentrionale     e   il   Pacifico
settentrionale. Il salmone atlantico è uno dei pesci più
famosi al mondo, mangiato da oltre 2000 anni, affascina anche
gli studiosi per via delle sue qualità nutrizionali e delle
sue caratteristiche morfologiche: questa specie, infatti, può
vivere fino a dieci anni, raggiungere la lunghezza massima di
un metro e mezzo e arrivare a pesare fino a 20 kg. Dal punto
di vista nutrizionale, la sua caratteristica più conosciuta, è
la cospicua presenza di acidi grassi polinsaturi del gruppo
omega 3 – acido docosaesaenoico ed eicosapentaenoico (DHA e
EPA, circa 2 g / 100 g), ovvero quei grassi polinsaturi che
proteggono il cervello ed il sistema cardiovascolare.
Tuttavia, è utile precisare, che i grassi omega tre sono
particolarmente sensibili al calore, e per questo motivo si
richiede una certa accortezza in cucina. Sicuramente la
cottura al vapore resta la migliore, ma non da meno sono
quelle al forno, in tegame o al microonde. Interessante è
anche quella al sale ma, senza esagerare, poiché una quota di
sale comunque riesce a penetrare attraverso la pelle del
pesce, soprattutto se non eseguita correttamente. Un’altra
importantissima caratteristica nutrizionale del salmone è il
suo alto contenuto proteico, proteine non solo ottime dal
punto di vista quantitativo, ma anche qualitativo: i peptidi
sono ad alto valore biologico, ovvero contengono tutti gli
amminoacidi essenziali per il nostro organismo. Anche dal
punto di vista vitaminico il salmone risulta un ottimo
alimento. In esso sono presenti vitamine del gruppo B (B1, B6,
B12) ma anche la vitamina D, che è importante per la salute
delle ossa, aiutando l’organismo ad assorbire il calcio per la
costituzione ossea. Secondo le banche dati dei nutrienti il
quantitativo di vitamina D in 100 grammi di salmone varia tra
i 361 e i 685 IU. Secondo recenti studi, questa differenza
così notevole nella quantità di vitamina D, sarebbe da
attribuire al tipo di salmone: se selvatico o d’allevamento.
Sembra, infatti, che il primo presenti circa 988 IU di
vitamina D per 100 g, mentre il salmone d’allevamento ne
contiene in media 250 UI. Oggi propongo Salmone agli Agrumi,
una ricetta gustosa ma anche utile a migliorare le nostre
difese immunitarie, considerando il delicato momento che
stiamo vivendo. Di seguito la ricetta (Ingredienti per 2
persone): 1) Grattugiate la buccia di un’arancia e di un
limone e tenetele da parte. Spremete il succo di entrambi. In
una pirofila disponete il pesce (2 tranci di salmone fresco) e
irroratelo con il succo. Aggiungete le bucce grattugiate e una
spolverata di zenzero (Q.B). Unite mezza cipollina di Tropea
finemente tritata. Coprite con la pellicola e lasciate
marinare per circa due ore. 2) Accendete il forno a 160 gradi
e lasciate cuocere per circa 20 minuti, aggiungendo il succo
della marinatura. 3) Servitelo su un letto di misticanza e
conditelo con il succo fresco di un limone.

La severa lezione di Madre
Natura
Oggi primo giorno di Primavera, urge la promessa che
archiviato questo periodo di pandemia, c’è davvero la
necessità assoluta di cambiare rotta per tutto il pianeta
Terra.

Di ANNY PELLECCHIA

Piccolo uomo del 2020, ti sentivi forte, imbattibile sicuro,
peccato che chi non conosce la storia è costretto a
riviverla. L’uomo domina gli altri esseri viventi, crede di
essere Dio in terra, non sa che se altera i meccanismi del
pianeta, ovvero attacca inconsapevolmente organismi
infinitesimamente piccoli, microbi, bacilli e virus        ne
diventa a sua volta vittima e preda. La malattia sonnecchia,
per poi un giorno esplodere e propagarsi grazie a promiscuità
sociali.    Dalle epidemie dell’antica Grecia, a quella di
Roma, alla peste raccontata dal Boccaccio, a quella del
Manzoni fino a quella che stiamo vivendo oggi nulla cambia.
Tutte le epidemie passano rapidamente da una massa umana
all’altra. Cosa pensa il medico, lo scienziato del nostro
tempo delle epidemie del passato e quella di oggi? La storia
si ripete non c è una cura un vaccino immediato si procede per
tentativi, e “secondo alcuni, luminari non esitano ad avanzare
l’ipotesi, che ogni agente patogeno, abbia la propria storia,
parallela a quella delle sue vittime, e che l’evoluzione delle
malattie dipenda in larga misura dai cambianti, dalle
mutazioni degli agenti stessi.” (Fernand Braudel ). Oggi come
allora   ci troviamo allo stesso punto. Quarantena! Dai
documenti apprendiamo che il Doge di Venezia 1485, capì che
per arginare il male bisognava creare un isolamento, le case
pulite con zolfo e rimbiancate, letti e         suppellettili
disinfettati e messi al sole, vestiti e panni sporchi
bruciati. 2020 il pianeta si è trasformato in un immensa
ampolla di Amuchina e vige la quarantena assoluta! Le fake
news imperversano, “Prendete vitamina C, D, B..”. Nei tempi
addietro si ricorse al Cardo benedetto ovvero Centaurea
benedicta, una sorta di panacea di tutti i mali. I monaci
Benedettini ne favorirono la coltivazione. Così come la Ruta,
o l’acqua di rose. Ma, ahimè,     niente di tutto ciò fu di
grande aiuto. Un vecchio proverbio cinese afferma che tutte le
malattie umane entrano dalla bocca. Se è così anche le
sostanze curative e i rimedi devono essere assunti nello
stesso modo. Purtroppo, nonostante medici e scienziati di
tutto il pianeta stanno cercando di trovare il farmaco giusto,
la cura ancora non c’è. Ma come si sa cercando una cosa se ne
trovano altre. Dall’analisi dell’Arpac vengono fuori
importanti dati. L’inquinamento, soprattutto quello
atmosferico, potrebbe aver preparato il terreno al coronavirus
e alla sua diffusione. Dati evidenziano una relazione tra
superamenti dei limiti di legge e il numero dei casi infetti.
La Pianura Padana è guarda caso, purtroppo, in codice rosso.
Alte percentuali di polveri significano più province con
focolai di coronavirus. D’altro canto, con l’arrestarsi del
mondo, l’inquinamento è diminuito drasticamente, i satelliti
ce lo mostrano chiaramente. Quindi dovremmo avere meno malati
di tumori nei prossimi mesi. Conclusione? Non ci vuole molto a
tirare le somme. Una volta finito questo periodo di pandemia,
c’è davvero la necessità assoluta di cambiare rotta per tutto
il pianeta Terra. La Natura ancora una volta ci ha dato una
grande lezione di vita.
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