Coronavirus, il caposquadra dei vigili del fuoco di Sala Consilina, Morello
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Coronavirus, morto il caposquadra dei vigili del fuoco di Sala Consilina, Morello Il comandate del distaccamento dei vigili del fuoco di Sala Consilina, Luigi Morello, dopo aver contratto il coronavirus, all’età di 57 anni. Originario di Teggiano, risultato positivo da una decina di giorni, era ricoverato in rianimazione presso l’ospedale civile di Scafati. Quello di Morello e’ il secondo decesso da Covid -19 nel Vallo di Diano, area in cui da nove giorni e’ stata disposta la ‘zona rossa’ per i comuni di Sala Consilina, Caggiano, Polla e Atena Lucana. Lo scorso 19 marzo era morto don Alessandro Brignone, 46enne parroco di Caggiano. «Con gli occhi fotografo la gente per strada in quella che è una dimensione surreale» Anna Santimone Una nuova dimensione, un’atmosfera surreale dai toni apocalittici quella che ci sta avvolgendo in queste settimane. Riguardando le foto solo di alcuni mesi fa , mai avrei immaginato una situazione del genere adesso. Chi ha mai vissuto un’epidemia! L’ho sempre considerata come un qual-
cosa lontano dal nostro pre- sente storico o lontano dal nostro paese civilizzato come l’Italia. Ancora quando se ne sentı̀ dello scoppio in Cina, la si percepiva come un qualcosa lontano dalla nostra realtà…ed invece eccoci qui! Catapultati in quella che sembra una delle migliori trame di un film di fantascienza. Un in- cubo da cui vorremmo svegliarci al più presto. Da quando sono state predisposte le ristrettissime ma giuste misure di contenimento del contagio, cerco nel mio piccolo di conservare un briciolo della quotidianitàche avevo prima. Mi dedico molto alle faccende domestiche, piùdi quanto abbia fatto nei tempi della “normalità ” …Quando capita che scendo a fare la spesa e vedo quelle poche anime intente nelle stesse mie incombenze, con gli occhi “fotografo” i loro gesti, movimenti, assaporo quegli “attimi di vita” dolce oasi nelle strade vuote simili ora ad un immenso deserto. A casa mi dedico alle mie cose di lavoro e studio, guardo le mie fiction preferite ed ascolto musica, chiacchiero con i miei genitori, pro- grammo il pranzo e la cena con mia madre, ci inventiamo qualche pietanza particolare. Conservo i rapporti con i miei amici sui social, tante videochiamate per sentirci tutti più vicini . Con la mia migliore amica Miriam in particolare, che al momento abita per motivi di lavoro in un paese dell’ Emilia Romagna , Castelnovo nè Monti, ci sentiamo tutti i giorni. Ammiro molto la sua forza e coraggio perchè in questo momento nazionale di grande emergenza sta affrontando tutto da sola . Ci teniamo aggiornate costantemente su ciòche sta accadendo e ci raccontiamo le nostre giornate; in questo periodo lei che e ̀ un’insegnante è impegnata con la didattica a distanza, che richiede un lavoro molto in- tenso. Ci sentiamo piùvicine che mai anche a di- stanza. Ciò che mi manca di più ora? Il contatto umano da vicino con le persone, ho sempre amato fin da piccola stare in mezzo alla gente e sono sempre stata una per- sona socievole ed espansiva..Ma sono consapevole che il sacrificio che stiamo facendo , e ̀ per salvarci da questo orribile male che e ̀ come un cane sciolto nel cercare chi attaccare. Rima- nendo nelle nostre case contribuiremo oltre
che a sconfiggere questo dannato virus anche a tornare quanto prima alla normalità . In certi momenti ti assale la paura , ma sto imparando a dominarla de- dicandomi ad azioni costruttive e civiche insieme alla mia amica Miriam e al mio amico Dante ed altri amici che possano aiutare il nostro paese in questo triste momento . Sono serena perchè credo che tutti uniti ce la potremo fare Immunodepressi e malati oncologici, cosa rischiano a causa del Coronavirus Rossella Graziuso Un “bel”giorno e ̀ arrivato Covid-19, mettendo in serio pericolo la salute di tutti, in particolar modo quella degli immunodepressi, dei trapiantati, dei malati oncologici, dei cardiopatici, nostri concittadini, più vulnerabili ed esposti all’infezione e alle conseguenze. Dunque non e ̀ assolutamente vero che rischiano solo gli anziani! Il paziente “uno” della Lombardia e ̀ un uomo di 38 anni, giu- sto per fare un esempio. Questo perché nessuno di noi ha anticorpi specifici contro questo virus sconosciuto. Gilda, 42 anni, salernitana, fa parte di questa categoria di persone dimenticate, di quelli che definisco “gli invisibili”. “Il mio caso – spiega questa donna – e ̀ quello del malato in tera- pia da immunosoppressori, nello specifico Sandimmun (cyclosporine alpha). Dalla sera alla mattina mi è stato detto dai miei referenti medici di sospendere l’immunosoppressore e di sostituirlo con cortisonici ad alto dosaggio. Ho cominciato a non dormire a causa della paura di morire. Senza immunosoppressore la
malattia si ripresenterà e me ne andrò diritta all’ ospedale, nella migliore delle ipotesi, se becco il virus, ci penseràil cortisone a farmi morire. E cosı̀ inizio la giornata pensando “speriamo bene”. Poi il vortice di pensieri si impadronisce della mia mente. Se io mi ammalo vado in rianimazione. I medici peròpotrebbero scegliere di salvarmi perché ho 42 anni e tra me e un anziano sceglierebbero di sicuro me. E se quell’anziano fosse mio padre o mia madre? Tra me e una persona anziana scelgono di salvare me, ma tra me che sono malata e una persona sana, scelgono la persona sana. Mio figlio rimarrà senza mamma”. Una triste realtà , quella di Gilda. Il suo stato di isolamento pesa il doppio rispetto al nostro. La stessa paura trapela dalle parole di Teresa che,con tenacia, e ̀ riuscita a sconfiggere un cancro al seno tra i più aggressivi. “Noi pazienti oncologici siamo temprati quando si parla di paura, racconta Teresa, ognuno di noi ha già vissuto o sta convivendo ancora con un mostro davvero ignobile e arrogante, di quelli che arrivano impetuosi nella tua vita e non ti chiedono il per- messo. Il virus di cui tutti parlano non e ̀ tanto di- verso dal male che purtroppo abbiamo dovuto affrontare e combattere. Siamo tutti rinchiusi nelle nostre case ma infondo questa condizione non e ̀ poi così nuova e diversa da chi subisce chemioterapie e deve tenersi a debita distanza da ambienti pubblici e particolarmente affollati. Questo perche ́ i nostri globuli bianchi si trasformano in un alta- lena che improvvisamente tende a spingerci verso il basso piuttosto che lasciarci sfiorare il cielo. Chi deve ogni settimana recarsi in un reparto oncologico vive doppiamente con sconforto e timore la situazione legata al Covid-19 perché la velocità di questo maledetto virus aggrava situazioni delicate e particolarmente critiche che purtroppo interessano tanti soggetti immunodepressi”. Le vite di Gilda e Teresa dipendono dalle nostre scelte e dalla nostra coscienza. In mancanza di
cure e vac- cini, ancora in fase di sperimentazione, sta a noi proteggerli, con il nostro comportamento. Forse sarebbe il caso di evitare uscite superflue, perché, parliamoci chiaro, nonostante le restrizioni, c’ e ̀ ancora chi si reca al supermercato più volte al giorno. E se non riusciamo a farlo per loro facciamolo almeno per le persone a noi care, indipendentemente dall’età. Gilda e Teresa conoscono la vera paura, perché la vivono ogni giorno. È la stessa che non ti permette di abbracciare i tuoi amici o passeggiare lungo le strade della tua città . Quella che “un raffreddore” può trasformarsi in una polmonite ed un colpo di freddo in una grave influenza. Per questo il Covid 19 non deve essere vissuto come una forma di “at- tentato” alla nostra libertà ! Il Covid 19 dovrebbe responsabilizzare, renderci altruisti e solidali gli uni verso gli altri. Possiamo superarlo solo se restiamo a casa, per il bene nostro e di tanti come Gilda e Teresa che, purtroppo, la libertàl’hanno persa giàda tempo. «Da Procida», appaltati i lavori 122 posti letto per il Covid Hospital di Andrea Pellegrino Centoventidue posti letto di cui 14 nel reparto di terapia intensiva e sub intensiva. Cosı̀ il nuovo Covid Hospital che trasformerà l’attuale “Da Procida” di Salerno. L’azienda universitaria ospedaliera “Ruggi d’Aragona” ha recepito il piano predisposto dalla Regione Campania ed ha avviato le procedure per la trasformazione del plesso ospedaliero di
Salerno città . Sessanta giorni il termine previsto per la fine dei lavori. Un milione e 700mila euro circa lo stanziamento per l’adegua- mento del presidio ospedaliero. Oltre le strutture saranno rifatti gli impianti dei tre piani dell’ospedale. Il primo (quello dedicato alla degenza) potrebbe essere operativo e pienamente funzionante entro i prossimi 15 giorni. Più lunghi i tempi per attrezzare i reparti di tera- pia intensiva e subintensiva. Quattro le ditte che si sono rese immediata- mente disponibili: la Cytec di Pozzuoli, la Gioma srl di Quarto, la Gramma srl di Ercolano e la Clv Costruzioni di Castellammare di Stabia. Ognuno di loro si occuperà di un re- parto. Tra gli altri plessi individuati dalla Regione Campania c’e ̀ quello di Scafati. Stanziati 600mila euro circa per incrementare 70 posti letto di cui 4 di terapia intensiva. Al vaglio c’e ̀ anche la possibilità di atti- vare ulteriori 8 posti di rianimazione presso il “Mauro Scarlato”, plesso di Scafati, gestito dall’Azienda Sanitaria di Salerno. L’Asl intanto ha ac- quistato anche 10 ventilatori polmonari da destinare al presidio ospedaliero di Vallo della Lucania e a quello di Sarno. Rispettivamente 4 ventilatori arriveranno al plesso a sud di Salerno, sei, invece, a quello a nord della provincia salernitana. Inoltre previsti nuovi arredi per la struttura di Sarno, tra cui 7 letti elettrici per la degenza e due carrelli per emergenza e medicazioni. Infine istituiti 21 presidi di unità speciale di continuità assistenziale, tra cui due nel solo comune di Salerno. Coronavirus: Autuori
Surgelati consegna a domicilio Il 2020 è senz’altro uno degli anni più duri da affrontare, l’epidemia di Coronavirus che ha colpito il mondo ci ha cambiati, ha modificato le nostre abitudini, anche le più semplici, come prendersi un caffè al bar con un amico o fare la spesa. Di recente è stato reso noto il nuovo decreto anti Coronavirus del 22 marzo 2020 che limita al massimo le attività produttive e ha generato non poche preoccupazioni e dubbi sulle attività di consegna a domicilio. Fortunatamente però rispettando le regole, si può ancora usufruire di questo servizio. Una nota catena di surgelati salernitana, Autuori Surgelati, è vicina ai propri clienti, e per continuare a offrire loro i suoi prodotti, ha messo in piedi il servizio PocketWorld! Grazie a tale servizio, il cliente può contattare il negozio ai numeri 089798913 – 3385871442 , ordina i prodotti desiderati e li riceve comodamente a casa. Il tutto avviene nel pieno rispetto delle regole di prevenzione del contagio del Covid-19, durante la consegna del pacco infatti è importante mantenere la distanza sociale di sicurezza interpersonale di almeno 1 metro. Durante il ritiro della merce si raccomanda di avvicinarsi all’operatore con una mascherina (chirurgica o FFP2/FFP3) e guanti monouso. Una volte rientrati in casa, si consiglia di togliere l’imballo e lavarsi le mani accuratamente per 30 secondi con sapone neutro. Autuori Surgelati non si ferma, invita tutti a restare a casa e tenere duro perchè solo così si potrà tornare alla normalità, quando in una giornata qualunque il punto vendita
si arricchiva di persone con il quale era facile scambiarsi una chiacchiera…quando si cominciava la giornata con un bel ” Buongiorno Signora, cosa desidera?” Dal Coronavirus ad un mondo migliore di Espedito De Marino Un dato è certo: ad un tratto ci ritroviamo poveri, soli e impotenti. Un mondo perfettamente globalizzato, forte di ogni più elevata tecnologia correva senza prevedere ostacoli con l’aggravante ritenersi immune da ogni ingerenza morale, da ogni legittima rimostranza, quando improvvisamente il 7 gennaio 2020 si imbatte in un macroscopico imprevisto che evidentemente segmenta in una parte del cosmo (Wuhan, in provincia di Hubei in Cina) per restare poi basito il 30 gennaio 2020 quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) parla di “Emergenza globale” per poi aver contezza tra il 21 e il 22 Febbraio 2020 che l’Italia (quindi Noi) è vulnerabile, perciò, “facilmente attaccabile” ed improvvisamente, inconsapevolmente, dall’inconscio più profondo chiede “aiuto”. D’ un tratto la nostra tracotanza si trasforma in umiltà, le nostre certezze in perplessità. Si accertano i primi contagi e con essi aumentano le nostre paure. Ma ciò nonostante buona parte dell’umanità ancora nella scelta quotidiana fra il bene ed il male sceglie la seconda
opzione (ne sono anch’io vittima, … il 5/2/2020 nel cortile della mia abitazione rubano la macchina utilitaria che usano mia moglie e mia figlia). Nei cuori di una certa umanità, nonostante il divulgarsi del covid-19 in Europa e nel mondo, ancora albergano sentimenti di sopraffazione, egoismo, vanità, orgoglio, cupidigia e quindi si rende necessaria oltre all’identificazione dell’antidoto al coronavirus, anche il vaccino per debellare la cattiveria, la corruzione, l’istinto brutale che spinge il genere umano al “relativismo” assoluto, nella più becera e deprecabile indifferenza. Non sprecate questi giorni difficili ci ha detto Papa Francesco. Ma che ne era stato del tempo fino alle immagini spettrali dell’epidemia? Con quale clessidra misuravamo la nostra giornata? Quale metronomoscandiva la nostra quotidianità? Ma non eravamo forse alla ricerca dei metodi più veloci per inviare un messaggio? Forse quello vocale, o manuale, su wz oppure su instagram, su messenger o a quale altra diabolica piattaforma pensavamo per velocizzare sempre di più la comunicazione bypassando sempre di più l’incontro? La relazione umana evidentemente sottrae tempo e il tempo è business. In quante famiglie, anche in quelle più ortodosse, si ragiona ancora? Quanti dei nostri figli assaporano il racconto dei genitori, dei nonni, degli zii? A quanti dei nostri giovani è dato l’afflato dell’abbraccio se non virtuale? Anche il nostro linguaggio è fortemente informatizzato, a quanti è dato ancora di conoscere un poeta, di appassionarsi ad una poesia? Alla lettura di un libro? Di un racconto? Di una favola? Esausti forse dovremmo ricercare più intensamente l’Infinito, in questo momento, per molti aspetti funesto, dovremmo guarire anche l’anima nella quale è incisa una frattura letale che come il coronavirus avvelena la nostra esistenza con l’aggravante che dipende solo ed esclusivamente da Noi. I cofattori di un degrado morale sono infiniti, da ricercare nel deficit immunitario in noi di cui il maligno si avvale. Dobbiamo rimettere in moto quegli anticorpi che il virus malefico, silente per strategia, rinsavisce, dobbiamo gridare un nuovo glossario: Amore,
Generosità, Altruismo, Solidarietà, Pace, Giustizia. Dobbiamo ogni giorno ribadire la Sacralità della Vita, tutelarla, promuoverla, riconoscere in essa il “Diritto d’Autore” e difenderlo ad ogni costo rinunciando al privilegio dell’effimero costruendo un’alternativa credibile ad un “relativismo sfacciato” che ha provocato una “siccità etica e morale” lasciandoci senza anticorpi al “sistema”. Allora l’amara circostanza del covid-19 ci dia l’opportunità di sconfiggere entrambi i “veleni”: quello battereologico e quello, forse ancora più insidioso, della malvagità. Mercato S.Severino, prima vittima per il Covid-19: l’annuncio del sindaco Devo purtroppo informarvi che, presso l’Ospedale Fucito, è deceduto un cittadino residente a Montesarchio (BN) e domiciliato nel nostro Comune a causa di una polmonite interstiziale da Sars Coronavirus associati. I contatti avuti nei giorni precedenti sono stati solo con gli altri componenti della sua famiglia, residenti nella nostra Città, per i quali è stata disposta dall’ASL la messa in quarantena. Giungano alla famiglia le più vive e sentite condoglianze da parte di tutta la nostra comunità. Lo scrive il sindaco di Mercato S.Severino Antonio Somma
Salerno, gente per strada contro i vigili. Il video Salerno, gente per strada contro i vigili. http://www.cronachesalerno.it/wp-content/uploads/2020/03/ WhatsApp-Video-2020-03-23-at-18.09.13.mp4 Le ricette del nutrizionista Angelo Persico Salmone e agrumi per alzare le difese immunitarie Il rosa del delicatissimo trancio che predilige la cottura al vapore, sposa l’aranciato del succo di limone e arancia, per un piatto a prova di virus Di ANGELO PERSICO Con il termine salmone si indicano i vari generi appartenenti alla famiglia delle Salmonidae, a cui, fra gli altri, appartengono anche le trote. Tutte le specie oggi esistenti, discendono da un antenato comune che, circa 40 milioni di anni fa, popolava l’emisfero settentrionale. Non a caso, ancora oggi, i salmoni risiedono nella stessa zona che si estende fra l’Oceano Atlantico settentrionale e il Pacifico settentrionale. Il salmone atlantico è uno dei pesci più famosi al mondo, mangiato da oltre 2000 anni, affascina anche gli studiosi per via delle sue qualità nutrizionali e delle
sue caratteristiche morfologiche: questa specie, infatti, può vivere fino a dieci anni, raggiungere la lunghezza massima di un metro e mezzo e arrivare a pesare fino a 20 kg. Dal punto di vista nutrizionale, la sua caratteristica più conosciuta, è la cospicua presenza di acidi grassi polinsaturi del gruppo omega 3 – acido docosaesaenoico ed eicosapentaenoico (DHA e EPA, circa 2 g / 100 g), ovvero quei grassi polinsaturi che proteggono il cervello ed il sistema cardiovascolare. Tuttavia, è utile precisare, che i grassi omega tre sono particolarmente sensibili al calore, e per questo motivo si richiede una certa accortezza in cucina. Sicuramente la cottura al vapore resta la migliore, ma non da meno sono quelle al forno, in tegame o al microonde. Interessante è anche quella al sale ma, senza esagerare, poiché una quota di sale comunque riesce a penetrare attraverso la pelle del pesce, soprattutto se non eseguita correttamente. Un’altra importantissima caratteristica nutrizionale del salmone è il suo alto contenuto proteico, proteine non solo ottime dal punto di vista quantitativo, ma anche qualitativo: i peptidi sono ad alto valore biologico, ovvero contengono tutti gli amminoacidi essenziali per il nostro organismo. Anche dal punto di vista vitaminico il salmone risulta un ottimo alimento. In esso sono presenti vitamine del gruppo B (B1, B6, B12) ma anche la vitamina D, che è importante per la salute delle ossa, aiutando l’organismo ad assorbire il calcio per la costituzione ossea. Secondo le banche dati dei nutrienti il quantitativo di vitamina D in 100 grammi di salmone varia tra i 361 e i 685 IU. Secondo recenti studi, questa differenza così notevole nella quantità di vitamina D, sarebbe da attribuire al tipo di salmone: se selvatico o d’allevamento. Sembra, infatti, che il primo presenti circa 988 IU di vitamina D per 100 g, mentre il salmone d’allevamento ne contiene in media 250 UI. Oggi propongo Salmone agli Agrumi, una ricetta gustosa ma anche utile a migliorare le nostre difese immunitarie, considerando il delicato momento che stiamo vivendo. Di seguito la ricetta (Ingredienti per 2 persone): 1) Grattugiate la buccia di un’arancia e di un
limone e tenetele da parte. Spremete il succo di entrambi. In una pirofila disponete il pesce (2 tranci di salmone fresco) e irroratelo con il succo. Aggiungete le bucce grattugiate e una spolverata di zenzero (Q.B). Unite mezza cipollina di Tropea finemente tritata. Coprite con la pellicola e lasciate marinare per circa due ore. 2) Accendete il forno a 160 gradi e lasciate cuocere per circa 20 minuti, aggiungendo il succo della marinatura. 3) Servitelo su un letto di misticanza e conditelo con il succo fresco di un limone. La severa lezione di Madre Natura Oggi primo giorno di Primavera, urge la promessa che archiviato questo periodo di pandemia, c’è davvero la necessità assoluta di cambiare rotta per tutto il pianeta Terra. Di ANNY PELLECCHIA Piccolo uomo del 2020, ti sentivi forte, imbattibile sicuro, peccato che chi non conosce la storia è costretto a riviverla. L’uomo domina gli altri esseri viventi, crede di essere Dio in terra, non sa che se altera i meccanismi del pianeta, ovvero attacca inconsapevolmente organismi infinitesimamente piccoli, microbi, bacilli e virus ne diventa a sua volta vittima e preda. La malattia sonnecchia, per poi un giorno esplodere e propagarsi grazie a promiscuità sociali. Dalle epidemie dell’antica Grecia, a quella di Roma, alla peste raccontata dal Boccaccio, a quella del Manzoni fino a quella che stiamo vivendo oggi nulla cambia. Tutte le epidemie passano rapidamente da una massa umana
all’altra. Cosa pensa il medico, lo scienziato del nostro tempo delle epidemie del passato e quella di oggi? La storia si ripete non c è una cura un vaccino immediato si procede per tentativi, e “secondo alcuni, luminari non esitano ad avanzare l’ipotesi, che ogni agente patogeno, abbia la propria storia, parallela a quella delle sue vittime, e che l’evoluzione delle malattie dipenda in larga misura dai cambianti, dalle mutazioni degli agenti stessi.” (Fernand Braudel ). Oggi come allora ci troviamo allo stesso punto. Quarantena! Dai documenti apprendiamo che il Doge di Venezia 1485, capì che per arginare il male bisognava creare un isolamento, le case pulite con zolfo e rimbiancate, letti e suppellettili disinfettati e messi al sole, vestiti e panni sporchi bruciati. 2020 il pianeta si è trasformato in un immensa ampolla di Amuchina e vige la quarantena assoluta! Le fake news imperversano, “Prendete vitamina C, D, B..”. Nei tempi addietro si ricorse al Cardo benedetto ovvero Centaurea benedicta, una sorta di panacea di tutti i mali. I monaci Benedettini ne favorirono la coltivazione. Così come la Ruta, o l’acqua di rose. Ma, ahimè, niente di tutto ciò fu di grande aiuto. Un vecchio proverbio cinese afferma che tutte le malattie umane entrano dalla bocca. Se è così anche le sostanze curative e i rimedi devono essere assunti nello stesso modo. Purtroppo, nonostante medici e scienziati di tutto il pianeta stanno cercando di trovare il farmaco giusto, la cura ancora non c’è. Ma come si sa cercando una cosa se ne trovano altre. Dall’analisi dell’Arpac vengono fuori importanti dati. L’inquinamento, soprattutto quello atmosferico, potrebbe aver preparato il terreno al coronavirus e alla sua diffusione. Dati evidenziano una relazione tra superamenti dei limiti di legge e il numero dei casi infetti. La Pianura Padana è guarda caso, purtroppo, in codice rosso. Alte percentuali di polveri significano più province con focolai di coronavirus. D’altro canto, con l’arrestarsi del mondo, l’inquinamento è diminuito drasticamente, i satelliti ce lo mostrano chiaramente. Quindi dovremmo avere meno malati di tumori nei prossimi mesi. Conclusione? Non ci vuole molto a
tirare le somme. Una volta finito questo periodo di pandemia, c’è davvero la necessità assoluta di cambiare rotta per tutto il pianeta Terra. La Natura ancora una volta ci ha dato una grande lezione di vita.
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