Coronavirus: ci spiega come cancellare le prenotazioni di hotel e viaggi - New Media Press

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Coronavirus: ci spiega come cancellare le prenotazioni di hotel e viaggi - New Media Press
Coronavirus:  Booking   ci
spiega come cancellare le
prenotazioni di   hotel  e
viaggi
Booking, uno dei portali più utilizzati per le prenotazioni di
hotel e alloggi per vacanze e viaggi di lavoro, spiega gli
aspetti della cancellazione delle prenotazioni causa
coronavirus chiamandole “per causa Forza Maggiore”. Visitando
la pagina dedicata potete vedere tutti gli aggiornamenti delle
politiche del portale in tempo reale. Leggendo l’ultimo
aggiornamento al 15 marzo 2020 Booking consiglia agli host di
rimborsare eventuali somme già pagate e si impegna a non
applicare loro la relativa commissione.

Quindi se avete prenotato un hotel, una casa vacanze, un
albergo o un alloggio su Booking con date fino al 3 aprile
basta cliccare sulla voce di cancellazione della prenotazione
indicando nelle ragioni la causa Forza Maggiore.

La stessa cosa vale per il portale Airbnb, specializzato    in
alloggi particolari in tutto il mondo; a differenza         di
Booking, su Airbnb vengono coperte e rimborsate             le
prenotazioni fino al 1 aprile. Mentre per le prenotazioni   su
Coronavirus: ci spiega come cancellare le prenotazioni di hotel e viaggi - New Media Press
Wimdu non ho trovato alcuna informazione.

Ryanair ha reso disponibile sul sito ufficiale la
comunicazione sulla cancellazione dei voli Ryanair per covid19
e la possibilità di essere rimborsati o di effettuare una
nuova prenotazione gratuita. Entrando nella propria area
personale si può gestire la prenotazione e scegliere l’opzione
più adatta e desiderata: potete quindi cancellare
gratuitamente e ricevere il rimborso oppure prenotare un nuovo
viaggio low cost.

Trenitalia ed Italo hanno disposto il rimborso dei biglietti
per le prenotazioni effettuate entro il 23 febbraio incluso;
il rimborso sarà equivalente all’emissione di un buono dello
stesso importo valido per un anno solare.

In generale basta contattare la struttura o l’ente che ha
programmato la prenotazione e gestito i vostri viaggi. In
linea di massima si deve pretendere il rimborso della somma o
la possibilità di spostare la prenotazione a data da
destinarsi trattandosi di emergenza nazionale. Se conoscete
altri siti che hanno disposto certi rimborsi condividetelo con
me, così posso integrarlo nell’articolo.
Coronavirus: ci spiega come cancellare le prenotazioni di hotel e viaggi - New Media Press
Coronavirus: come riconoscere
le fake news
I consigli degli esperti di Eo Ipso, agenzia giornalistica di
comunicazione (www.eoipso.it)

La paura aiuta a diffondere le fake news. Lo abbiamo visto in
questi giorni. Sul Coronavirus ne sono circolate di più
diverse: dallo sconto sui funerali alla pericolosità degli
animali domestici, dal passaggio di elicotteri per spruzzare
disinfettante alla creazione di medicine e cure già
disponibili. Sono girate talmente tante fake news che la Corte
dei conti europea (European court of auditors, Eca) ha aperto
un’inchiesta sulla resilienza delle misure intraprese dall’Ue
con lo “Eu Action plan against disinformation” per arginare la
diffusione di fake news che possono causare un grave danno
pubblico.

Vi ricordiamo che in Italia sono già state arrestate delle
persone per “diffusione di notizie false e provocatorie”

Che cosa possiamo fare noi per difenderci dalle fake news,
dalle notizie false, che trovano terreno facile sui social e
nel web? Parlano Marino Pessina e Chiara Porta, Ceo e
direttore responsabile dell’agenzia di comunicazione
giornalistica Eo Ipso (www.eoipso.it)

“Le fake news fanno leva sul sensazionalismo, sulla falsa
esclusività della notizia veicolata e sono caratterizzate da
titoli creati ad arte per invogliare a cliccarci sopra.

Come smascherare una fake news?

Prima di tutto controllate la fonte. Sembrerà    banale, ma non
lo è. La notizia arriva da un giornale, da      una testata on
line, dal blog di un giornalista conosciuto?    Possiamo stare
tranquilli, perché i giornalisti hanno           l’obbligo di
controllare la veridicità di quello che pubblicano. Se,
invece, chi pubblica non è un organo di informazione, ma un
sito generico, meglio proseguire con i controlli. E due sono
quelli da fare:

o 1) risalire dalla news alla fonte originaria? Facciamo un
esempio: se una notizia parla di un’azienda, normalmente
quell’informazione è reperibile anche sul sito istituzionale
della stessa industria; se parla di un provvedimento
istituzionale, certamente deve essere stato pubblicato anche
sul sito dell’ente in questione. Se non si trova la
corrispondenza, meglio dubitare.

o 2) controllare se la stessa news è data da più fonti
attendibili: se una notizia clamorosa è vera, infatti, in poco
tempo viene ribattuta da tutte le agenzie di stampa e dai
media. Quindi, se il presunto «scoop» si trova solo su un sito
generico, meglio dubitare.

Cosa fare se vedete una notizia “clamorosa” sui social?

Controllate che la persona che l’ha postata sia reale, un
trucco può essere controllare da quanto esiste il profilo.
Quanti post ha? Se sono molto pochi, tipo due o tre, il
rischio che sia un falso esiste. Ci sono almeno tre o quattro
immagini della persona di quel profilo? Anche questo è dato
indicativo: spesso i fake hanno una foto sola o non ne hanno.
E sono pochi i profili reali senza una foto rispetto a quelli
che la mettono. Succede spesso anche quando rubano l’identità
di una persona. Su Facebook si può vedere se il profilo
partecipa a dei gruppi e, anche, se non sono riservati, che
amici ha. Sono tutte informazioni che ci aiutano a fare un
quadro di chi sta dietro la notizia che ci viene data.
Se ci si accorge che la notizia proviene da un fake, meglio
segnalarlo, così da aiutare l’intera comunità a non farsi
trarre in inganno.
Non condividete una notizia se non siete sicuri della sua
veridicità.
Non mettete reazioni a un post se non siete sicuri della
fonte: le fake news spesso si diffondono facendo leva proprio
sull’emozione di poter essere tra i primi a condividere con
gli amici una notizia estremamente positiva o molto negativa.

Cosa fare, infine, se le fake news attaccano la nostra
organizzazione o la nostra azienda? In questo caso è
determinante agire velocemente, per fare in modo che la
diffusione di notizie false su voi e il vostro mondo venga
arginata con delle notizie vere.

Ancora prima di fare una denuncia per diffamazione, chiedete
che le notizie vengano rimosse, segnalatele sui social come
false, e fate fare la stessa segnalazione dai vostri
collaboratori.
Contemporaneamente, preparate e diffondete il più velocemente
possibile un comunicato stampa per denunciare l’attacco,
spiegare quale sia realmente la situazione e illustrare le
azioni che sono state intraprese, o che si intende mettere in
atto, per fermare l’attacco.
Così facendo, nel 90% dei casi, la verità soppianta le fake.
Se siete sotto attacco serve un monitoraggio costante di ciò
che viene pubblicato sui social, sul web e sui media in
generale, in    modo   da   poter   agire   istantaneamente    la
situazione”.

“Mai come in questi tempi il giornalismo rigoroso e imparziale
è così importante. Ed è essenziale la cosiddetta “stampa”: dai
portali web locali ai grandi giornali – concludono Marino
Pessina e Chiara Porta, Ceo e direttore responsabile
dell’agenzia di comunicazione giornalistica Eo Ipso
(www.eoipso.it) -. Con meno della metà dei reporter che
avevano una volta, le organizzazioni giornalistiche stanno
aiutando le comunità a superare una crisi senza precedenti. E
stanno riuscendo a svolgere l’altra funzione chiave della
libera stampa in una democrazia: dare conto e commentare le
azioni dei politici e dei funzionari pubblici”.
Coronavirus, a Wuhan vaccino
testato sull’uomo
Dal primo focolaio del contagio che ha invaso il Mondo, la
speranza per l’Umanità: un vaccino già sperimentato
inizialmente sulla stessa responsabile dell’equipe che lo ha
messo a punto: la famosa scienziata militare cinese Chen Wei

Wuhan. L’Umanità salva dal Sars CoV-2? Sembrerebbe finalmente
di sì! Arriva la grande speranza dalla cinese Wuhan, metropoli
dove è nata questa micidiale pandemia, la peggiore infezione
virale degli ultimi tempi, inizialmente sottovalutata e ora
temutissima. Un nuovo progresso scientifico che apre un
importante spiraglio per la cura del Covid-19, il nuovo
tremendo flagello che sta sterminando velocemente migliaia e
migliaia di esseri umani in una pandemia che non accenna a
fermarsi. Sarebbe stato messo a punto il vaccino, sicuro ed
efficace, per sconfiggere il nuovo coronavirus, nel rispetto
degli standard internazionali e dei regolamenti locali:
avrebbe già dato esito positivo il primo test effettuato su di
un essere umano e ne sarebbe pronta anche la produzione su
larga scala, sicura ed effettiva. La sperimentazione potrebbe
partire già questa settimana. Per avere risultati effettivi
tali da poterlo utilizzare nella lotta di massa al Covid-19,
potrebbero però occorrere dei mesi. La notizia arriva in
maniera beneaugurante come una ventata di aria nuova e di
vita: questa scoperta potrebbe rappresentare un nuovo inizio
per l’intero globo. Il nuovissimo kit di rilevazione
dell’acido nucleico del nuovo coronavirus, sviluppato
dall’Accademia delle Scienze militari, ha ottenuto il 28
gennaio il certificato di registrazione dei dispositivi
medici, attraverso l’approvazione di emergenza della State
Drug Administration, per bloccare la Sars. Di qui il
protocollo medico grazie al quale si starebbero ottenendo dei
confortanti risultati che sarebbero concretamente attendibili.
Il deus ex machina di questa operazione che potrebbe passare
alla storia come una delle più importanti conquiste dell’età
contemporanea, è una epidemiologo di fama planetaria, Chen Wei
e un maggiore generale dell’esercito popolare di liberazione
cinese (PLA). Obiettivo: dimostrare che la Cina si sta
impegnando sopra ogni forza immaginabile e rapidamente, con un
vaccino contro il coronavirus e consegnarlo al Mondo per la
salvaguardia della vita umana così duramente compromessa. Il
maggiore generale Chen è giunta a Wuhan a metà gennaio, in
piena epidemia, insieme a un gruppo di scienziati militari di
chiara fama. Chen e il suo team di investigazione hanno
lavorato senza sosta, cercando di definire cure efficaci per
il Covid 19 e hanno assunto la guida nello sviluppo della
terapia al plasma che è stata subito accettata tra i metodi di
trattamento riconosciuti ufficialmente. Lo scorso 3 marzo, ha
deciso    di   sottoporsi    personalmente      all’iniziale
sperimentazione, iniettandosi la dose campione, prima in
assoluto nel Mondo, di un nuovo vaccino specifico mesi a punto
per sconfiggere il Sars CoV-2. La puntura sul braccio
sinistro, è stata effettuata insieme alla sua eccellente
equipe, composta da specialisti tutti fortemente motivati e
determinati a raggiungere il massimo dei risultati nel minore
tempo possibile, in una lotta in cui anche i giorni assumano
un valore altissimo per salvare vite umane.        Il momento
dell’iniezione è stato fotografato e gli scatti sono stati
pubblicati sull’account dei social media del PLA su Weibo, ma
il post è stato rimosso… Chen Wei ha dichiarato ai microfoni
della televisivione nazionale statale cinese, che lei e i suoi
colleghi “stanno tutti facendo il possibile per creare il
vaccino”. Si è solo all’inizio della sperimentazione ma i
risultati raggiunti appaiono rassicuranti, come sperato. Al
Wuhan Institute of Virology, Chen e gli esperti della sua
equipe di ricerca hanno lavorato intensamente per più di un
mese, dopo esservi trasferiti in maniera compatta in un
laboratorio altamente specializzato con la massima
classificazione di biosicurezza esistente. Questo laboratorio
è uno dei tanti in tutto il mondo dove esperti di massima
competenza stanno cercando di trovare un vaccino efficace e
pronto per l’uomo per debellare l’attuale pandemia, in
un’affannosa gara per la vita umana. A Wuhan, con coraggio e
determinazione, i medici si sono spontaneamente esposti al
rischio: unica chance possibile per giungere al più presto a
una soluzione certa. Questa scoperta, se confermata
ufficialmente, potrebbe salvare una consistente quantità di
esseri umani, nell’ordine di decine di migliaia. 54 anni,
sguardo deciso, impeccabile nella sua divisa militare, ha
intuito per prima la pericolosità del nuovo virus e ha guidato
la battaglia nella lotta al coronavirus, coinvolgendo
l’esercito. Nata nel 1966 nella piccola città di Lanxi
Jinhua,nella provincia di Zhejiang, Chen Wei si laurea in
Chimica nel 1988 e l’anno successivamente sposa Ma Yiming, già
suo compagno, un chimico specializzato in ambito enologico.
Tre anni dopo, Wei si arruola nell’esercito popolare di
liberazione e diviene virologa all’Accademia di Scienze
mediche militari, dove è in forze tuttora e ricopre con grande
onore il grado di generale. Scienziata d’eccezione è emersa
già da giovane per le sue indubbie capacità brillando i
pionieri nella lotta contro l’Ebola: in prima linea in Africa,
dove si è trasferita determinata a voleva bloccare l’epidemia
fuori dal paese e a fine 2015, ha capitanato il team a
sviluppare il primo gene per sconfiggere il virus. È tra
coloro che hanno ottenuto il primo riconoscimento per lo
sviluppo del primo vaccino genico al mondo sull’Ebola. Ha
contribuito purea combattere nei primi anni 2000 l’epidemia di
SARS. Attualmente è tra i massimi esperti sui quali sono
puntati i riflettori e soprattutto le sostanze dell’Umanità di
tutto il mondo per sconfiggere il Sars CoV-2. Con il suo team
ha inoltre messo a punto un trattamento di terapia al plasma e
uno spray nasale che potrebbero aiutare a rafforzare
l’immunità individuale negli umani. Per le sue alte competenze
e per il suo coraggio ha conquistato l’opinione pubblica di
tutto il Pianeta e la sua fama si è ulteriormente consolidata
nel momento in cui si è iniettata il vaccino in questione, non
testato, per il nuovo coronavirus. Gli scienziati cinesi
stanno cercando di trovare un modo per sconfiggere la malattia
più contagiosa e allo stesso tempo temibile che esista
attualmente sulla Terra. Purtroppo, però, possono servire
diversi mesi – in genere dai 18 ai 24 – perché i vaccini, dopo
essere stati sperimentati sugli animali e solo successivamente
sull’uomo, possano essere operativi. Un periodo in cui decine
di migliaia di esseri umani rischiano morire.
Moltissimi scienziati impegnati in istituzioni accademiche e
aziende sanitarie di tutto il Pianeta puntano a essere i primi
a trovare un vaccino efficace. Nella sola Cina, sarebbero in
fase di sviluppo almeno nove possibili vaccini.

                                             Teresa Lucianelli
La trasmissione RAI “Che
Tempo Che Fa” di Fabio Fazio
,   dedicata  all’emergenza
Coronavirus
Domenica 22 marzo 2020 su Rai2 torna Che Tempo Che Fa di Fabio
Fazio con un’altra puntata di grande servizio pubblico e
informativo ampiamente dedicata all’emergenza Coronavirus:
diversi contributi e collegamenti sul tema sono previsti sia
nell’appuntamento delle ore 21.00 sia in quello precedente
delle ore 19.40 con Che Tempo Che Farà.

Ospiti della puntata, che vede gli interventi di Luciana
Littizzetto, Filippa Lagerbåck, Gigi Marzullo, Mago Forest,
Nino Frassica: il sindaco di Milano Giuseppe Sala; il capo
della Protezione Civile Angelo Borrelli; il virologo Roberto
Burioni; il sindaco di Bergamo Giorgio Gori; l’economista
Carlo Cottarelli; il primario del reparto di Terapia Intensiva
cardiovascolare e generale dell’ospedale San Raffaele di
Milano Alberto Zangrillo; il direttore dell’Istituto di
ricerche farmacologiche Mario Negri e primario emerito
dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo Giuseppe Remuzzi;
il primario del Pronto Soccorso dell’ospedale civile di Urbino
Filippo Mezzolani, il sindaco di Delia Gianfilippo Maria
Bancheri, il sindaco di Medicina Matteo Montanari; il CT della
Nazionale italiana di calcio Roberto Mancini che con la FIGC
ha lanciato sui social network la campagna di comunicazione
#leregoledelgioco.

Prosegue lo spazio con l’aggiornamento dal mondo, con il
direttore di Rai News Antonio Di Bella e i corrispondenti Rai
Claudio Pagliara da New York, Iman Sabbah da Parigi, Rino
Pellino da Berlino, Marco Varvello da Londra e Giammarco
Sicuro da Madrid.
E ancora: Andrea Bocelli, che ha appena promosso una raccolta
fondi per l’ospedale di Camerino; Fedez, che con la moglie
Chiara Ferragni ha lanciato una raccolta fondi per il San
Raffaele; Federica Brignone, vincitrice dell’ultima Coppa del
Mondo di sci; Mahmood, che eseguirà una versione speciale
dell’ultimo singolo “Rapide” con Dardust al pianoforte; il
mattatore Enrico Brignano.

Che Tempo Che Fa è realizzato da Rai2 in collaborazione con
l’OFFicina e va in onda dagli studi del Centro di Produzione
Rai di Milano con la regia di Cristian Biondani. Che Tempo Che
Fa è scritto da: Gianluca Brullo, Fabio Fazio, Walter Fontana,
Arnaldo Greco, Veronica Oliva e Piero Guerrera, con la
consulenza di Stefano Faure, Giacomo Freri, Giacomo Papi e
Antonietta Zaccaro. La scenografia è di Marco Calzavara.
Produttore esecutivo Rai Luisa Pistacchio, Produttore
esecutivo L’OFFicina Max Giammarrusti.

Coronavirus: sono 37.860 i
positivi
Presso la sede del Dipartimento della Protezione Civile
proseguono i lavori del Comitato Operativo al fine di
assicurare il coordinamento degli interventi delle componenti
e delle strutture operative del Servizio Nazionale della
protezione civile. Nell’ambito del monitoraggio sanitario
relativo alla diffusione del Coronavirus sul territorio
nazionale, al momento 37.860 persone risultano positive al
virus. Ad oggi, in Italia sono stati 47.021 i casi totali.

Nel dettaglio: i casi attualmente positivi sono 15.420 in
Lombardia, 5.089 in Emilia-Romagna, 3.677 in Veneto, 3.244 in
Piemonte, 1.844 nelle Marche, 1.713 in Toscana, 1.001 in
Liguria, 912 nel Lazio, 702 in Campania, 555 in Friuli Venezia
Giulia, 600 nella Provincia autonoma di Trento, 530 nella
Provincia autonoma di Bolzano, 551 in Puglia, 379 in Sicilia,
422 in Abruzzo, 384 in Umbria, 257 in Valle d’Aosta, 288 in
Sardegna, 201 in Calabria, 39 in Molise e 52 in Basilicata.

Sono 5.129 le persone guarite. I deceduti sono 4.032, ma
questo numero potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto
Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del
decesso.

                                 Aggiornamento delle ore 18.00

Campania: il Governatore De
Luca  fa   il  punto  sulla
situazione Coronavirus /Video
http://www.regione.campania.it/assets/videos/6oiu12ukncz4nzy1.
m4v

Coronavirus/IDO: disagio si
amplifica,    in  aiuto   8
videotutorial al giorno
ROMA – Ansia, attacchi di panico, stress, rabbia,
frustrazione, paura e bisogno di chiarimenti sul decreto per
capire quali sono i limiti imposti dalle restrizioni ad
uscire. Ogni giorno sono circa 7.000 le richieste di aiuto e
informazione che arrivano dagli adolescenti sul portale
Diregiovani.it, dove l’Istituto di Ortofonologia (IdO) ha
attivato uno sportello di supporto psicologico on line gestito
da un team di 30 psicoterapeuti esperti dedicati
esclusivamente ad aiutarli ad affrontare al meglio l’emergenza
Coronavirus. Il servizio online si chiama ‘Lontani ma vicini’,
ma l’impegno dell’IdO non finisce qui, perché oltre ai giovani
ci sono le famiglie con bambini che possono presentare
difficoltà più o meno rilevanti. Per loro il Centro di
diagnosi e riabilitazione ha attivato sul sito
Ortofonologia.it lo sportello clinico ‘IdO con Voi’, a cui
risponde un’equipe di medici, pediatri, neuropsichiatri
infantili, psicologi e psicoterapeuti dell’età evolutiva,
logopedisti, psicomotricisti. Entrambi gli sportelli stanno
ricevendo un numero straordinario di contatti, e per questo
motivo ogni pagina web sarà arricchita con 4 video-tutorial al
giorno, relativi ad attività ludico-ricreative e laboratoriali
da proporre in casa e sulle terapie riabilitative suddivise
per aree di intervento e fasce d’età.
A disposizione delle famiglie anche l’indirizzo email
riabilitazioneminori@ortofonologia.it e il numero 3450391519
(solo sms o whatsapp).
“I giovani dentro casa risentono la forzata residenzialità-
spiega Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell’IdO-
una chiusura che alla lunga potrà far aumentare quelle
situazioni difficili di cui sono già portatori. Il disagio si
è amplificato. A tutto ciò si aggiunge il panico degli adulti,
che accresce la paura nei figli. È vero che nessun giovane sia
morto di Coronavirus, però non è sufficiente dire questo per
fugare dubbi e timori, anche perché tanti nonni nel frattempo
se ne sono andati”.
La scuola sicuramente è un importante sostegno. “La didattica
a distanza ha dato grandi risultati- conferma lo
psicoterapeuta- ma non è semplice per gli studenti mantenere
l’attenzione senza avere un contatto visivo o fisico diretto
con il docente o i compagni di banco”. Nei bambini, invece,
“aumentano le crisi di pianto, le alterazioni del ritmo sonno-
veglia e i manierismi. I genitori sono sempre più preoccupati-
continua lo psicologo- nervosi, litigano con maggiore facilità
e questo malumore ricade sui figli. Per non parlare poi della
paura se un bambino piccolo manifesta un pochino di febbre-
aggiunge Castelbianco- ecco che si risveglia nella madre o nel
padre l’incubo del Coronavirus con tutte le sue conseguenze”.
A complicare il tutto c’è il lavoro da casa. “Non è così
semplice per i genitori lavorare a distanza-rimarca lo
psicologo- passare da una convivialità lavorativa a una
solitudine totale davanti al Pc e questa frustrazione va
compresa e non giudicata. Adesso stanno tutti dentro casa e
c’è un confronto che purtroppo sta diventando troppo spesso
uno scontro tra i familiari. Sono tutti nervosi, ragazzi e
genitori- spiega Castelbianco- perché vivere insieme non è
facile, ma questa incapacità è vecchia seppure se ne parli
solo ora”.
L’Istituto di Ortofonologia affronta quotidianamente le
problematiche connesse al mondo della famiglia, perché sono
decine di anni che lavora accanto ai giovani, ai genitori e
agli insegnanti , anche per questo per gli adolescenti ha
attivato sul portale Diregiovani.it gli sportelli di supporto
psicologico online ‘Chiedilo agli esperti’ e ‘Se so è meglio’
(focalizzato sulle problematiche sessuali). Inoltre, l’IdO è
presente nelle scuole con sportelli di ascolto gestiti sempre
da un team di psicoterapeuti esperti. L’emergenza Coronavirus
ha, quindi, spinto l’Istituto a far sentire la sua presenza
ancor più forte con le iniziative ‘Lontani ma vicini’ e ‘IdO
con voi’. “Se il bisogno di aiuto si manterrà alto, come sta
avvenendo, facilmente manterremo attivi i servizi anche dopo
l’emergenza- conclude Castelbianco- perché abbiamo visto che
hanno una loro funzione ed è corretto aiutare tutti”.

Coronavirus:  aggiornamento
Protezione   Civile,   sono
33.190 i casi di positività
in Italia
Presso la sede del Dipartimento della Protezione Civile
proseguono i lavori del Comitato Operativo al fine di
assicurare il coordinamento degli interventi delle componenti
e delle strutture operative del Servizio Nazionale della
protezione civile.    Nell’ambito del monitoraggio sanitario
relativo alla diffusione del Coronavirus sul territorio
nazionale, al momento 33.190 persone risultano positive al
virus. Ad oggi, in Italia sono stati 41.035 i casi totali.

Nel dettaglio: i casi attualmente positivi sono 13.938 in
Lombardia, 4.506 in Emilia-Romagna, 3.169 in Veneto, 2.754 in
Piemonte, 1.622 nelle Marche, 1.422 in Toscana, 883 in
Liguria, 741 nel Lazio, 605 in Campania, 522 in Friuli Venezia
Giulia, 491 nella Provincia autonoma di Trento, 421 nella
Provincia autonoma di Bolzano, 449 in Puglia, 321 in Sicilia,
366 in Abruzzo, 328 in Umbria, 209 in Valle d’Aosta, 204 in
Sardegna, 164 in Calabria, 38 in Molise e 37 in Basilicata.

Sono 4.440 le persone guarite. I deceduti sono 3.405, ma
questo numero potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto
Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del
decesso.

                                 Aggiornamento delle ore 18.00
Coronavirus: istruzioni sul
rientro    degli   italiani
dall’estero
Autoisolamento e sorveglianza sanitaria per 14 giorni

I connazionali che rientrano in Italia da altri Paesi verranno
sottoposti ai controlli aeroportuali previsti e attivati, fin
dall’inizio dell’emergenza, grazie al supporto e alla
disponibilità del volontariato di protezione civile e del
personale sanitario. La Polizia di Stato effettuerà i consueti
controlli di frontiera agevolando la compilazione della
prevista autocertificazione per il rientro presso il proprio
domicilio, residenza o abitazione.

In ottemperanza alle misure vigenti per la mobilità delle
persone all’interno del territorio nazionale, sarà consentito
ad una sola persona raggiungere lo scalo aereo, ferroviario o
marittimo, per agevolare il rientro verso la residenza o il
domicilio del connazionale. Lo spostamento in questione
rientrerà tra le fattispecie di “stato di necessità” che dovrà
essere autocertificato con il modulo messo a disposizione del
Viminale, compilato in tutte le sue parti indicando, in
particolare, il tragitto percorso.

Inoltre, come previsto dal Decreto 120/2020 del Ministero
delle Infrastrutture e dei Trasporti, di concerto con il
Ministero della Salute, i connazionali che rientrano
dall’estero, anche in assenza di sintomi riconducibili al
Covid-19, dovranno obbligatoriamente comunicare il proprio
ingresso in Italia al Dipartimento di prevenzione dell’Azienda
Sanitaria locale. Saranno inoltre sottoposti alla sorveglianza
sanitaria e all’isolamento fiduciario per un periodo di
quattordici giorni.

                                                        (c.s.)
Protezione civile nazionale

Monte di Procida (Na): la
“guerra” al coronavirus del
Sindaco            Giuseppe
Pugliese/Video
Monte di Procida (NA) – La testimonianza in veste di Sindaco e
sul piano personale di Giuseppe Pugliese su come si sta
lottando a Monte di Procida contro il COVID-19.
Regia di Pino Cannas
by Flegreo Media Studios
Coronavirus: sono 28.710 i
positivi
Presso la sede del Dipartimento della Protezione Civile
proseguono i lavori del Comitato Operativo al fine di
assicurare il coordinamento degli interventi delle componenti
e delle strutture operative del Servizio Nazionale della
protezione civile. Nell’ambito del monitoraggio sanitario
relativo alla diffusione del Coronavirus sul territorio
nazionale, al momento 28.710 persone risultano positive al
virus. Ad oggi, in Italia sono stati 35.713 i casi totali.

Nel dettaglio: i casi attualmente positivi sono 12.266 in
Lombardia, 3.915 in Emilia-Romagna, 2.953 in Veneto, 2.187 in
Piemonte, 1.476 nelle Marche, 1.291 in Toscana, 744 in
Liguria, 650 nel Lazio, 423 in Campania*, 416 in Friuli
Venezia Giulia, 436 nella Provincia autonoma di Trento, 366
nella Provincia autonoma di Bolzano, 362 in Puglia, 267 in
Sicilia, 249 in Abruzzo, 241 in Umbria, 162 in Valle d’Aosta,
132 in Sardegna, 126 in Calabria, 21 in Molise e 27 in
Basilicata.

Sono 4.025 le persone guarite. I deceduti sono 2.978, ma
questo numero potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto
Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del
decesso.

*Dato aggiornato alle ore 18.00 del 17 marzo

Anti-infiammatori: attenzione
nei casi di Coronavirus
Attenzione più che mai ai farmaci da assumere in questo
periodo. Gli specialisti raccomandano: no all’automedicazione,
può spianare la strada al Sars CoV 2

Secondo   gli ultimi studi, l’uso degli anti-infiammatori
potrebbe influire negativamente sull’organismo, aggravando i
sintomi di Covid-19. Queste le osservazioni del medico
francese Jean-Louis Montastruc, dell’ospedale di Tolosa. Il
clinico d’oltralpe sostiene che l’assunzione di questi farmaci
può aumentare il rischio di complicazioni in caso di febbre o
d’infezione.

Come riportato anche in un tweet pubblicato dal ministro della
Salute francese Olivier Véran, che mostra l’attento interesse
governativo per la tesi di Montastruc, l’assunzione di farmaci
antinfiammatori, in particolare ibuprofene e cortisone, -
aggraverebbe l’infiammazione di chi è contagiato dal Sars CoV
2 e presenta la patologia respiratoria da Covid-19, causata
appunto dal nuovo coronavirus responsabile       dell’attuale
pandemia che l continua a mietere vittime ovunque.

Olivier    Véran,   convinto    sostenitore    di  quanto
afferma    Montastruc, si è pronunciato su Twitter e
consigliando di assumere il paracetamolo per abbassare la
febbre, in linea con quanti asseriscono pubblicamente da
settimane parimenti altri eminenti specialisti di diverse
nazionalità, inclusi quelli italiani pure orientati già da
tempo in tal senso.

“L’assunzione di farmaci anti-infiammatori può aumentare il
rischio di complicazioni in caso di febbre o infezione”,
sostiene Jean-Louis Montastruc, capo della Farmacologia al
nosocomio di Tolosa.

“Se siete sotto anti-infiammatori o avete dei dubbi, chiedete
consiglio al vostro medico”, raccomanda il ministro francese.

Sul tema di pressante attualità, si sono pronunciati pure gli
esperti dell’ospedale universitario di Losanna, schierati
assolutamente contro l’assunzione di antiinfiammatori in caso
di sintomi simil-influenzali che potrebbero essere causate
proprio dal Sars CoV 2.

Sulla base delle conoscenze attuali, gli esperti del polo
sanitario elvetico – tra i 10 migliori al Mondo in base alle
valutazioni americane – invitano la popolazione ad assumere
farmaci a base di paracetamolo     nei casi in cui occorra
abbassare la temperatura corporea. La Direzione del polo
svizzero ha ultimamente smentito una notizia falsa circolata
su social media francesi, in base alla quale tre giovani
pazienti, senza altri fattori di rischio se non l’assunzione
di FANS, sarebbero sati ricoverati con Covid-19.

I clinici italiani, a proposito del legame tra Covid-19 e i
FANS, farmaci antiinfiammatori non steroidei, sostengono che
non vi siano attualmente sufficienti indicazioni per suggerire
una sospensione dei trattamenti, in particolare modo
nei m pazienti con febbre alta che non rispondono al solo
paracetamolo.

È oltre che opportuno, importante evitare l’automedicazione,
raccomandano: l’assunzione di questa classe di farmaci e del
paracetamolo, abbassa la temperatura corporea e può celare
dunque un’infezione con pochi sintomi, ritardando di fatto la
diagnosi e, di conseguenza, il trattamento, con le inevitabili
implicazioni anche gravi che possono derivare dalla non
tempestività in queste delicate situazioni.

Va pure detto che nei pazienti con ridotta frazione di
eiezione, deve essere evitato l’impiego dei FANS, giacché
possono compromettere la funzionalità cardiaca. L’uso del
cortisone, di cui si parla nel tweet del ministro della Salute
francese, va consigliato esclusivamente su specifica
indicazione del medico e solo in determinati casi: a dosi
elevate agisce infatti quale immunosoppressore e può perciò
rendere l’organismo particolarmente vulnerabile al
coronavirus. Ovvero spianare la strada all’aggressione del
temuto Sars CoV 2, invece di contrastarne l’azione.
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