Coronavirus: ci spiega come cancellare le prenotazioni di hotel e viaggi - New Media Press
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Coronavirus: Booking ci spiega come cancellare le prenotazioni di hotel e viaggi Booking, uno dei portali più utilizzati per le prenotazioni di hotel e alloggi per vacanze e viaggi di lavoro, spiega gli aspetti della cancellazione delle prenotazioni causa coronavirus chiamandole “per causa Forza Maggiore”. Visitando la pagina dedicata potete vedere tutti gli aggiornamenti delle politiche del portale in tempo reale. Leggendo l’ultimo aggiornamento al 15 marzo 2020 Booking consiglia agli host di rimborsare eventuali somme già pagate e si impegna a non applicare loro la relativa commissione. Quindi se avete prenotato un hotel, una casa vacanze, un albergo o un alloggio su Booking con date fino al 3 aprile basta cliccare sulla voce di cancellazione della prenotazione indicando nelle ragioni la causa Forza Maggiore. La stessa cosa vale per il portale Airbnb, specializzato in alloggi particolari in tutto il mondo; a differenza di Booking, su Airbnb vengono coperte e rimborsate le prenotazioni fino al 1 aprile. Mentre per le prenotazioni su
Wimdu non ho trovato alcuna informazione. Ryanair ha reso disponibile sul sito ufficiale la comunicazione sulla cancellazione dei voli Ryanair per covid19 e la possibilità di essere rimborsati o di effettuare una nuova prenotazione gratuita. Entrando nella propria area personale si può gestire la prenotazione e scegliere l’opzione più adatta e desiderata: potete quindi cancellare gratuitamente e ricevere il rimborso oppure prenotare un nuovo viaggio low cost. Trenitalia ed Italo hanno disposto il rimborso dei biglietti per le prenotazioni effettuate entro il 23 febbraio incluso; il rimborso sarà equivalente all’emissione di un buono dello stesso importo valido per un anno solare. In generale basta contattare la struttura o l’ente che ha programmato la prenotazione e gestito i vostri viaggi. In linea di massima si deve pretendere il rimborso della somma o la possibilità di spostare la prenotazione a data da destinarsi trattandosi di emergenza nazionale. Se conoscete altri siti che hanno disposto certi rimborsi condividetelo con me, così posso integrarlo nell’articolo.
Coronavirus: come riconoscere le fake news I consigli degli esperti di Eo Ipso, agenzia giornalistica di comunicazione (www.eoipso.it) La paura aiuta a diffondere le fake news. Lo abbiamo visto in questi giorni. Sul Coronavirus ne sono circolate di più diverse: dallo sconto sui funerali alla pericolosità degli animali domestici, dal passaggio di elicotteri per spruzzare disinfettante alla creazione di medicine e cure già disponibili. Sono girate talmente tante fake news che la Corte dei conti europea (European court of auditors, Eca) ha aperto un’inchiesta sulla resilienza delle misure intraprese dall’Ue con lo “Eu Action plan against disinformation” per arginare la diffusione di fake news che possono causare un grave danno pubblico. Vi ricordiamo che in Italia sono già state arrestate delle persone per “diffusione di notizie false e provocatorie” Che cosa possiamo fare noi per difenderci dalle fake news, dalle notizie false, che trovano terreno facile sui social e nel web? Parlano Marino Pessina e Chiara Porta, Ceo e direttore responsabile dell’agenzia di comunicazione giornalistica Eo Ipso (www.eoipso.it) “Le fake news fanno leva sul sensazionalismo, sulla falsa esclusività della notizia veicolata e sono caratterizzate da titoli creati ad arte per invogliare a cliccarci sopra. Come smascherare una fake news? Prima di tutto controllate la fonte. Sembrerà banale, ma non lo è. La notizia arriva da un giornale, da una testata on line, dal blog di un giornalista conosciuto? Possiamo stare tranquilli, perché i giornalisti hanno l’obbligo di
controllare la veridicità di quello che pubblicano. Se, invece, chi pubblica non è un organo di informazione, ma un sito generico, meglio proseguire con i controlli. E due sono quelli da fare: o 1) risalire dalla news alla fonte originaria? Facciamo un esempio: se una notizia parla di un’azienda, normalmente quell’informazione è reperibile anche sul sito istituzionale della stessa industria; se parla di un provvedimento istituzionale, certamente deve essere stato pubblicato anche sul sito dell’ente in questione. Se non si trova la corrispondenza, meglio dubitare. o 2) controllare se la stessa news è data da più fonti attendibili: se una notizia clamorosa è vera, infatti, in poco tempo viene ribattuta da tutte le agenzie di stampa e dai media. Quindi, se il presunto «scoop» si trova solo su un sito generico, meglio dubitare. Cosa fare se vedete una notizia “clamorosa” sui social? Controllate che la persona che l’ha postata sia reale, un trucco può essere controllare da quanto esiste il profilo. Quanti post ha? Se sono molto pochi, tipo due o tre, il rischio che sia un falso esiste. Ci sono almeno tre o quattro immagini della persona di quel profilo? Anche questo è dato indicativo: spesso i fake hanno una foto sola o non ne hanno. E sono pochi i profili reali senza una foto rispetto a quelli che la mettono. Succede spesso anche quando rubano l’identità di una persona. Su Facebook si può vedere se il profilo partecipa a dei gruppi e, anche, se non sono riservati, che amici ha. Sono tutte informazioni che ci aiutano a fare un quadro di chi sta dietro la notizia che ci viene data. Se ci si accorge che la notizia proviene da un fake, meglio segnalarlo, così da aiutare l’intera comunità a non farsi trarre in inganno. Non condividete una notizia se non siete sicuri della sua veridicità.
Non mettete reazioni a un post se non siete sicuri della fonte: le fake news spesso si diffondono facendo leva proprio sull’emozione di poter essere tra i primi a condividere con gli amici una notizia estremamente positiva o molto negativa. Cosa fare, infine, se le fake news attaccano la nostra organizzazione o la nostra azienda? In questo caso è determinante agire velocemente, per fare in modo che la diffusione di notizie false su voi e il vostro mondo venga arginata con delle notizie vere. Ancora prima di fare una denuncia per diffamazione, chiedete che le notizie vengano rimosse, segnalatele sui social come false, e fate fare la stessa segnalazione dai vostri collaboratori. Contemporaneamente, preparate e diffondete il più velocemente possibile un comunicato stampa per denunciare l’attacco, spiegare quale sia realmente la situazione e illustrare le azioni che sono state intraprese, o che si intende mettere in atto, per fermare l’attacco. Così facendo, nel 90% dei casi, la verità soppianta le fake. Se siete sotto attacco serve un monitoraggio costante di ciò che viene pubblicato sui social, sul web e sui media in generale, in modo da poter agire istantaneamente la situazione”. “Mai come in questi tempi il giornalismo rigoroso e imparziale è così importante. Ed è essenziale la cosiddetta “stampa”: dai portali web locali ai grandi giornali – concludono Marino Pessina e Chiara Porta, Ceo e direttore responsabile dell’agenzia di comunicazione giornalistica Eo Ipso (www.eoipso.it) -. Con meno della metà dei reporter che avevano una volta, le organizzazioni giornalistiche stanno aiutando le comunità a superare una crisi senza precedenti. E stanno riuscendo a svolgere l’altra funzione chiave della libera stampa in una democrazia: dare conto e commentare le azioni dei politici e dei funzionari pubblici”.
Coronavirus, a Wuhan vaccino testato sull’uomo Dal primo focolaio del contagio che ha invaso il Mondo, la speranza per l’Umanità: un vaccino già sperimentato inizialmente sulla stessa responsabile dell’equipe che lo ha messo a punto: la famosa scienziata militare cinese Chen Wei Wuhan. L’Umanità salva dal Sars CoV-2? Sembrerebbe finalmente di sì! Arriva la grande speranza dalla cinese Wuhan, metropoli dove è nata questa micidiale pandemia, la peggiore infezione virale degli ultimi tempi, inizialmente sottovalutata e ora temutissima. Un nuovo progresso scientifico che apre un importante spiraglio per la cura del Covid-19, il nuovo tremendo flagello che sta sterminando velocemente migliaia e migliaia di esseri umani in una pandemia che non accenna a fermarsi. Sarebbe stato messo a punto il vaccino, sicuro ed efficace, per sconfiggere il nuovo coronavirus, nel rispetto degli standard internazionali e dei regolamenti locali: avrebbe già dato esito positivo il primo test effettuato su di un essere umano e ne sarebbe pronta anche la produzione su larga scala, sicura ed effettiva. La sperimentazione potrebbe partire già questa settimana. Per avere risultati effettivi tali da poterlo utilizzare nella lotta di massa al Covid-19, potrebbero però occorrere dei mesi. La notizia arriva in
maniera beneaugurante come una ventata di aria nuova e di vita: questa scoperta potrebbe rappresentare un nuovo inizio per l’intero globo. Il nuovissimo kit di rilevazione dell’acido nucleico del nuovo coronavirus, sviluppato dall’Accademia delle Scienze militari, ha ottenuto il 28 gennaio il certificato di registrazione dei dispositivi medici, attraverso l’approvazione di emergenza della State Drug Administration, per bloccare la Sars. Di qui il protocollo medico grazie al quale si starebbero ottenendo dei confortanti risultati che sarebbero concretamente attendibili. Il deus ex machina di questa operazione che potrebbe passare alla storia come una delle più importanti conquiste dell’età contemporanea, è una epidemiologo di fama planetaria, Chen Wei e un maggiore generale dell’esercito popolare di liberazione cinese (PLA). Obiettivo: dimostrare che la Cina si sta impegnando sopra ogni forza immaginabile e rapidamente, con un vaccino contro il coronavirus e consegnarlo al Mondo per la salvaguardia della vita umana così duramente compromessa. Il maggiore generale Chen è giunta a Wuhan a metà gennaio, in piena epidemia, insieme a un gruppo di scienziati militari di chiara fama. Chen e il suo team di investigazione hanno lavorato senza sosta, cercando di definire cure efficaci per il Covid 19 e hanno assunto la guida nello sviluppo della terapia al plasma che è stata subito accettata tra i metodi di trattamento riconosciuti ufficialmente. Lo scorso 3 marzo, ha deciso di sottoporsi personalmente all’iniziale sperimentazione, iniettandosi la dose campione, prima in assoluto nel Mondo, di un nuovo vaccino specifico mesi a punto per sconfiggere il Sars CoV-2. La puntura sul braccio sinistro, è stata effettuata insieme alla sua eccellente equipe, composta da specialisti tutti fortemente motivati e determinati a raggiungere il massimo dei risultati nel minore tempo possibile, in una lotta in cui anche i giorni assumano un valore altissimo per salvare vite umane. Il momento dell’iniezione è stato fotografato e gli scatti sono stati pubblicati sull’account dei social media del PLA su Weibo, ma il post è stato rimosso… Chen Wei ha dichiarato ai microfoni
della televisivione nazionale statale cinese, che lei e i suoi colleghi “stanno tutti facendo il possibile per creare il vaccino”. Si è solo all’inizio della sperimentazione ma i risultati raggiunti appaiono rassicuranti, come sperato. Al Wuhan Institute of Virology, Chen e gli esperti della sua equipe di ricerca hanno lavorato intensamente per più di un mese, dopo esservi trasferiti in maniera compatta in un laboratorio altamente specializzato con la massima classificazione di biosicurezza esistente. Questo laboratorio è uno dei tanti in tutto il mondo dove esperti di massima competenza stanno cercando di trovare un vaccino efficace e pronto per l’uomo per debellare l’attuale pandemia, in un’affannosa gara per la vita umana. A Wuhan, con coraggio e determinazione, i medici si sono spontaneamente esposti al rischio: unica chance possibile per giungere al più presto a una soluzione certa. Questa scoperta, se confermata ufficialmente, potrebbe salvare una consistente quantità di esseri umani, nell’ordine di decine di migliaia. 54 anni, sguardo deciso, impeccabile nella sua divisa militare, ha intuito per prima la pericolosità del nuovo virus e ha guidato la battaglia nella lotta al coronavirus, coinvolgendo l’esercito. Nata nel 1966 nella piccola città di Lanxi Jinhua,nella provincia di Zhejiang, Chen Wei si laurea in Chimica nel 1988 e l’anno successivamente sposa Ma Yiming, già suo compagno, un chimico specializzato in ambito enologico. Tre anni dopo, Wei si arruola nell’esercito popolare di liberazione e diviene virologa all’Accademia di Scienze mediche militari, dove è in forze tuttora e ricopre con grande onore il grado di generale. Scienziata d’eccezione è emersa già da giovane per le sue indubbie capacità brillando i pionieri nella lotta contro l’Ebola: in prima linea in Africa, dove si è trasferita determinata a voleva bloccare l’epidemia fuori dal paese e a fine 2015, ha capitanato il team a sviluppare il primo gene per sconfiggere il virus. È tra coloro che hanno ottenuto il primo riconoscimento per lo sviluppo del primo vaccino genico al mondo sull’Ebola. Ha contribuito purea combattere nei primi anni 2000 l’epidemia di
SARS. Attualmente è tra i massimi esperti sui quali sono puntati i riflettori e soprattutto le sostanze dell’Umanità di tutto il mondo per sconfiggere il Sars CoV-2. Con il suo team ha inoltre messo a punto un trattamento di terapia al plasma e uno spray nasale che potrebbero aiutare a rafforzare l’immunità individuale negli umani. Per le sue alte competenze e per il suo coraggio ha conquistato l’opinione pubblica di tutto il Pianeta e la sua fama si è ulteriormente consolidata nel momento in cui si è iniettata il vaccino in questione, non testato, per il nuovo coronavirus. Gli scienziati cinesi stanno cercando di trovare un modo per sconfiggere la malattia più contagiosa e allo stesso tempo temibile che esista attualmente sulla Terra. Purtroppo, però, possono servire diversi mesi – in genere dai 18 ai 24 – perché i vaccini, dopo essere stati sperimentati sugli animali e solo successivamente sull’uomo, possano essere operativi. Un periodo in cui decine di migliaia di esseri umani rischiano morire. Moltissimi scienziati impegnati in istituzioni accademiche e aziende sanitarie di tutto il Pianeta puntano a essere i primi a trovare un vaccino efficace. Nella sola Cina, sarebbero in fase di sviluppo almeno nove possibili vaccini. Teresa Lucianelli
La trasmissione RAI “Che Tempo Che Fa” di Fabio Fazio , dedicata all’emergenza Coronavirus Domenica 22 marzo 2020 su Rai2 torna Che Tempo Che Fa di Fabio Fazio con un’altra puntata di grande servizio pubblico e informativo ampiamente dedicata all’emergenza Coronavirus: diversi contributi e collegamenti sul tema sono previsti sia nell’appuntamento delle ore 21.00 sia in quello precedente delle ore 19.40 con Che Tempo Che Farà. Ospiti della puntata, che vede gli interventi di Luciana Littizzetto, Filippa Lagerbåck, Gigi Marzullo, Mago Forest, Nino Frassica: il sindaco di Milano Giuseppe Sala; il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli; il virologo Roberto Burioni; il sindaco di Bergamo Giorgio Gori; l’economista Carlo Cottarelli; il primario del reparto di Terapia Intensiva cardiovascolare e generale dell’ospedale San Raffaele di Milano Alberto Zangrillo; il direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri e primario emerito dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo Giuseppe Remuzzi; il primario del Pronto Soccorso dell’ospedale civile di Urbino Filippo Mezzolani, il sindaco di Delia Gianfilippo Maria Bancheri, il sindaco di Medicina Matteo Montanari; il CT della Nazionale italiana di calcio Roberto Mancini che con la FIGC ha lanciato sui social network la campagna di comunicazione #leregoledelgioco. Prosegue lo spazio con l’aggiornamento dal mondo, con il direttore di Rai News Antonio Di Bella e i corrispondenti Rai Claudio Pagliara da New York, Iman Sabbah da Parigi, Rino Pellino da Berlino, Marco Varvello da Londra e Giammarco Sicuro da Madrid.
E ancora: Andrea Bocelli, che ha appena promosso una raccolta fondi per l’ospedale di Camerino; Fedez, che con la moglie Chiara Ferragni ha lanciato una raccolta fondi per il San Raffaele; Federica Brignone, vincitrice dell’ultima Coppa del Mondo di sci; Mahmood, che eseguirà una versione speciale dell’ultimo singolo “Rapide” con Dardust al pianoforte; il mattatore Enrico Brignano. Che Tempo Che Fa è realizzato da Rai2 in collaborazione con l’OFFicina e va in onda dagli studi del Centro di Produzione Rai di Milano con la regia di Cristian Biondani. Che Tempo Che Fa è scritto da: Gianluca Brullo, Fabio Fazio, Walter Fontana, Arnaldo Greco, Veronica Oliva e Piero Guerrera, con la consulenza di Stefano Faure, Giacomo Freri, Giacomo Papi e Antonietta Zaccaro. La scenografia è di Marco Calzavara. Produttore esecutivo Rai Luisa Pistacchio, Produttore esecutivo L’OFFicina Max Giammarrusti. Coronavirus: sono 37.860 i positivi Presso la sede del Dipartimento della Protezione Civile proseguono i lavori del Comitato Operativo al fine di assicurare il coordinamento degli interventi delle componenti e delle strutture operative del Servizio Nazionale della
protezione civile. Nell’ambito del monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del Coronavirus sul territorio nazionale, al momento 37.860 persone risultano positive al virus. Ad oggi, in Italia sono stati 47.021 i casi totali. Nel dettaglio: i casi attualmente positivi sono 15.420 in Lombardia, 5.089 in Emilia-Romagna, 3.677 in Veneto, 3.244 in Piemonte, 1.844 nelle Marche, 1.713 in Toscana, 1.001 in Liguria, 912 nel Lazio, 702 in Campania, 555 in Friuli Venezia Giulia, 600 nella Provincia autonoma di Trento, 530 nella Provincia autonoma di Bolzano, 551 in Puglia, 379 in Sicilia, 422 in Abruzzo, 384 in Umbria, 257 in Valle d’Aosta, 288 in Sardegna, 201 in Calabria, 39 in Molise e 52 in Basilicata. Sono 5.129 le persone guarite. I deceduti sono 4.032, ma questo numero potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso. Aggiornamento delle ore 18.00 Campania: il Governatore De Luca fa il punto sulla
situazione Coronavirus /Video http://www.regione.campania.it/assets/videos/6oiu12ukncz4nzy1. m4v Coronavirus/IDO: disagio si amplifica, in aiuto 8 videotutorial al giorno ROMA – Ansia, attacchi di panico, stress, rabbia, frustrazione, paura e bisogno di chiarimenti sul decreto per capire quali sono i limiti imposti dalle restrizioni ad uscire. Ogni giorno sono circa 7.000 le richieste di aiuto e informazione che arrivano dagli adolescenti sul portale Diregiovani.it, dove l’Istituto di Ortofonologia (IdO) ha attivato uno sportello di supporto psicologico on line gestito da un team di 30 psicoterapeuti esperti dedicati esclusivamente ad aiutarli ad affrontare al meglio l’emergenza Coronavirus. Il servizio online si chiama ‘Lontani ma vicini’, ma l’impegno dell’IdO non finisce qui, perché oltre ai giovani ci sono le famiglie con bambini che possono presentare difficoltà più o meno rilevanti. Per loro il Centro di diagnosi e riabilitazione ha attivato sul sito Ortofonologia.it lo sportello clinico ‘IdO con Voi’, a cui
risponde un’equipe di medici, pediatri, neuropsichiatri infantili, psicologi e psicoterapeuti dell’età evolutiva, logopedisti, psicomotricisti. Entrambi gli sportelli stanno ricevendo un numero straordinario di contatti, e per questo motivo ogni pagina web sarà arricchita con 4 video-tutorial al giorno, relativi ad attività ludico-ricreative e laboratoriali da proporre in casa e sulle terapie riabilitative suddivise per aree di intervento e fasce d’età. A disposizione delle famiglie anche l’indirizzo email riabilitazioneminori@ortofonologia.it e il numero 3450391519 (solo sms o whatsapp). “I giovani dentro casa risentono la forzata residenzialità- spiega Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell’IdO- una chiusura che alla lunga potrà far aumentare quelle situazioni difficili di cui sono già portatori. Il disagio si è amplificato. A tutto ciò si aggiunge il panico degli adulti, che accresce la paura nei figli. È vero che nessun giovane sia morto di Coronavirus, però non è sufficiente dire questo per fugare dubbi e timori, anche perché tanti nonni nel frattempo se ne sono andati”. La scuola sicuramente è un importante sostegno. “La didattica a distanza ha dato grandi risultati- conferma lo psicoterapeuta- ma non è semplice per gli studenti mantenere l’attenzione senza avere un contatto visivo o fisico diretto con il docente o i compagni di banco”. Nei bambini, invece, “aumentano le crisi di pianto, le alterazioni del ritmo sonno- veglia e i manierismi. I genitori sono sempre più preoccupati- continua lo psicologo- nervosi, litigano con maggiore facilità e questo malumore ricade sui figli. Per non parlare poi della paura se un bambino piccolo manifesta un pochino di febbre- aggiunge Castelbianco- ecco che si risveglia nella madre o nel padre l’incubo del Coronavirus con tutte le sue conseguenze”. A complicare il tutto c’è il lavoro da casa. “Non è così semplice per i genitori lavorare a distanza-rimarca lo psicologo- passare da una convivialità lavorativa a una solitudine totale davanti al Pc e questa frustrazione va compresa e non giudicata. Adesso stanno tutti dentro casa e
c’è un confronto che purtroppo sta diventando troppo spesso uno scontro tra i familiari. Sono tutti nervosi, ragazzi e genitori- spiega Castelbianco- perché vivere insieme non è facile, ma questa incapacità è vecchia seppure se ne parli solo ora”. L’Istituto di Ortofonologia affronta quotidianamente le problematiche connesse al mondo della famiglia, perché sono decine di anni che lavora accanto ai giovani, ai genitori e agli insegnanti , anche per questo per gli adolescenti ha attivato sul portale Diregiovani.it gli sportelli di supporto psicologico online ‘Chiedilo agli esperti’ e ‘Se so è meglio’ (focalizzato sulle problematiche sessuali). Inoltre, l’IdO è presente nelle scuole con sportelli di ascolto gestiti sempre da un team di psicoterapeuti esperti. L’emergenza Coronavirus ha, quindi, spinto l’Istituto a far sentire la sua presenza ancor più forte con le iniziative ‘Lontani ma vicini’ e ‘IdO con voi’. “Se il bisogno di aiuto si manterrà alto, come sta avvenendo, facilmente manterremo attivi i servizi anche dopo l’emergenza- conclude Castelbianco- perché abbiamo visto che hanno una loro funzione ed è corretto aiutare tutti”. Coronavirus: aggiornamento Protezione Civile, sono
33.190 i casi di positività in Italia Presso la sede del Dipartimento della Protezione Civile proseguono i lavori del Comitato Operativo al fine di assicurare il coordinamento degli interventi delle componenti e delle strutture operative del Servizio Nazionale della protezione civile. Nell’ambito del monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del Coronavirus sul territorio nazionale, al momento 33.190 persone risultano positive al virus. Ad oggi, in Italia sono stati 41.035 i casi totali. Nel dettaglio: i casi attualmente positivi sono 13.938 in Lombardia, 4.506 in Emilia-Romagna, 3.169 in Veneto, 2.754 in Piemonte, 1.622 nelle Marche, 1.422 in Toscana, 883 in Liguria, 741 nel Lazio, 605 in Campania, 522 in Friuli Venezia Giulia, 491 nella Provincia autonoma di Trento, 421 nella Provincia autonoma di Bolzano, 449 in Puglia, 321 in Sicilia, 366 in Abruzzo, 328 in Umbria, 209 in Valle d’Aosta, 204 in Sardegna, 164 in Calabria, 38 in Molise e 37 in Basilicata. Sono 4.440 le persone guarite. I deceduti sono 3.405, ma questo numero potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso. Aggiornamento delle ore 18.00
Coronavirus: istruzioni sul rientro degli italiani dall’estero Autoisolamento e sorveglianza sanitaria per 14 giorni I connazionali che rientrano in Italia da altri Paesi verranno sottoposti ai controlli aeroportuali previsti e attivati, fin dall’inizio dell’emergenza, grazie al supporto e alla disponibilità del volontariato di protezione civile e del personale sanitario. La Polizia di Stato effettuerà i consueti controlli di frontiera agevolando la compilazione della prevista autocertificazione per il rientro presso il proprio domicilio, residenza o abitazione. In ottemperanza alle misure vigenti per la mobilità delle persone all’interno del territorio nazionale, sarà consentito ad una sola persona raggiungere lo scalo aereo, ferroviario o marittimo, per agevolare il rientro verso la residenza o il domicilio del connazionale. Lo spostamento in questione rientrerà tra le fattispecie di “stato di necessità” che dovrà essere autocertificato con il modulo messo a disposizione del Viminale, compilato in tutte le sue parti indicando, in particolare, il tragitto percorso. Inoltre, come previsto dal Decreto 120/2020 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, di concerto con il Ministero della Salute, i connazionali che rientrano dall’estero, anche in assenza di sintomi riconducibili al Covid-19, dovranno obbligatoriamente comunicare il proprio ingresso in Italia al Dipartimento di prevenzione dell’Azienda Sanitaria locale. Saranno inoltre sottoposti alla sorveglianza sanitaria e all’isolamento fiduciario per un periodo di quattordici giorni. (c.s.)
Protezione civile nazionale Monte di Procida (Na): la “guerra” al coronavirus del Sindaco Giuseppe Pugliese/Video Monte di Procida (NA) – La testimonianza in veste di Sindaco e sul piano personale di Giuseppe Pugliese su come si sta lottando a Monte di Procida contro il COVID-19. Regia di Pino Cannas by Flegreo Media Studios
Coronavirus: sono 28.710 i positivi Presso la sede del Dipartimento della Protezione Civile proseguono i lavori del Comitato Operativo al fine di assicurare il coordinamento degli interventi delle componenti e delle strutture operative del Servizio Nazionale della protezione civile. Nell’ambito del monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del Coronavirus sul territorio nazionale, al momento 28.710 persone risultano positive al virus. Ad oggi, in Italia sono stati 35.713 i casi totali. Nel dettaglio: i casi attualmente positivi sono 12.266 in Lombardia, 3.915 in Emilia-Romagna, 2.953 in Veneto, 2.187 in Piemonte, 1.476 nelle Marche, 1.291 in Toscana, 744 in Liguria, 650 nel Lazio, 423 in Campania*, 416 in Friuli Venezia Giulia, 436 nella Provincia autonoma di Trento, 366 nella Provincia autonoma di Bolzano, 362 in Puglia, 267 in Sicilia, 249 in Abruzzo, 241 in Umbria, 162 in Valle d’Aosta, 132 in Sardegna, 126 in Calabria, 21 in Molise e 27 in Basilicata. Sono 4.025 le persone guarite. I deceduti sono 2.978, ma questo numero potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del
decesso. *Dato aggiornato alle ore 18.00 del 17 marzo Anti-infiammatori: attenzione nei casi di Coronavirus Attenzione più che mai ai farmaci da assumere in questo periodo. Gli specialisti raccomandano: no all’automedicazione, può spianare la strada al Sars CoV 2 Secondo gli ultimi studi, l’uso degli anti-infiammatori potrebbe influire negativamente sull’organismo, aggravando i sintomi di Covid-19. Queste le osservazioni del medico francese Jean-Louis Montastruc, dell’ospedale di Tolosa. Il clinico d’oltralpe sostiene che l’assunzione di questi farmaci può aumentare il rischio di complicazioni in caso di febbre o d’infezione. Come riportato anche in un tweet pubblicato dal ministro della
Salute francese Olivier Véran, che mostra l’attento interesse governativo per la tesi di Montastruc, l’assunzione di farmaci antinfiammatori, in particolare ibuprofene e cortisone, - aggraverebbe l’infiammazione di chi è contagiato dal Sars CoV 2 e presenta la patologia respiratoria da Covid-19, causata appunto dal nuovo coronavirus responsabile dell’attuale pandemia che l continua a mietere vittime ovunque. Olivier Véran, convinto sostenitore di quanto afferma Montastruc, si è pronunciato su Twitter e consigliando di assumere il paracetamolo per abbassare la febbre, in linea con quanti asseriscono pubblicamente da settimane parimenti altri eminenti specialisti di diverse nazionalità, inclusi quelli italiani pure orientati già da tempo in tal senso. “L’assunzione di farmaci anti-infiammatori può aumentare il rischio di complicazioni in caso di febbre o infezione”, sostiene Jean-Louis Montastruc, capo della Farmacologia al nosocomio di Tolosa. “Se siete sotto anti-infiammatori o avete dei dubbi, chiedete consiglio al vostro medico”, raccomanda il ministro francese. Sul tema di pressante attualità, si sono pronunciati pure gli esperti dell’ospedale universitario di Losanna, schierati assolutamente contro l’assunzione di antiinfiammatori in caso di sintomi simil-influenzali che potrebbero essere causate proprio dal Sars CoV 2. Sulla base delle conoscenze attuali, gli esperti del polo sanitario elvetico – tra i 10 migliori al Mondo in base alle valutazioni americane – invitano la popolazione ad assumere farmaci a base di paracetamolo nei casi in cui occorra abbassare la temperatura corporea. La Direzione del polo svizzero ha ultimamente smentito una notizia falsa circolata su social media francesi, in base alla quale tre giovani pazienti, senza altri fattori di rischio se non l’assunzione
di FANS, sarebbero sati ricoverati con Covid-19. I clinici italiani, a proposito del legame tra Covid-19 e i FANS, farmaci antiinfiammatori non steroidei, sostengono che non vi siano attualmente sufficienti indicazioni per suggerire una sospensione dei trattamenti, in particolare modo nei m pazienti con febbre alta che non rispondono al solo paracetamolo. È oltre che opportuno, importante evitare l’automedicazione, raccomandano: l’assunzione di questa classe di farmaci e del paracetamolo, abbassa la temperatura corporea e può celare dunque un’infezione con pochi sintomi, ritardando di fatto la diagnosi e, di conseguenza, il trattamento, con le inevitabili implicazioni anche gravi che possono derivare dalla non tempestività in queste delicate situazioni. Va pure detto che nei pazienti con ridotta frazione di eiezione, deve essere evitato l’impiego dei FANS, giacché possono compromettere la funzionalità cardiaca. L’uso del cortisone, di cui si parla nel tweet del ministro della Salute francese, va consigliato esclusivamente su specifica indicazione del medico e solo in determinati casi: a dosi elevate agisce infatti quale immunosoppressore e può perciò rendere l’organismo particolarmente vulnerabile al coronavirus. Ovvero spianare la strada all’aggressione del temuto Sars CoV 2, invece di contrastarne l’azione.
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