L'antica Persia Dietro l'Iran

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L'antica Persia Dietro l'Iran
Dietro l’Iran,
    l’antica Persia

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L'antica Persia Dietro l'Iran
il viaggio torino magazine 

                                 Il viaggio
                                 rivelazione
                                 nella più inattesa
                                 realtà
                                 mediorientale.
                                 Cultura,
                                 sicurezza
                                 e cortesia
                                 ci rivelano
                                 un popolo
                                 ospitale
                                 dall’anima
                                 antica
                                 e dalla
                                 modernità
                                 sorprendente

La necropoli di Naqsh-e-Rostam   di GUIDO BAROSIO
                                 foto GUIDO BAROSIO
                                 e VALTER CARASSO

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L'antica Persia Dietro l'Iran
S
Il grande arco di Teheran

  L’Iran è una meta che affascina non                                               ovente è lo        vita nei suoi accordi più naturali: la passeggiata indolente
                                                                                    stupore a vin-     sulle rive di un fiume, il gusto dello stare insieme parlando
 solo per ciò che offre – arte, cultura,
                                                                                    cere su tutto.     e sorridendo, il piacere di godersi la famiglia e gli amici negli
     monumenti e scenari naturali –                                                 Perché l’Iran      interminabili e affollati pic nic che animano parchi, aiuole e
ma per quello che si può apprendere e                                               – al di là del     piazze anche nel centro delle città più affollate. Lo abbia-
comprendere dal punto di vista umano,                                               patrimonio         mo toccato con mano a Shiraz e a Isfahan quando, com-
                                                                                    storico e arti-
            religioso e storico                                                     stico, quello
                                                                                    sì atteso –
                                                                                    trasmette un
                                                       tesoro di sensazioni e di umanità che
                                                       sembra fatto apposta per cancellare luo-
                                                       ghi comuni, stereotipi frutto di cronache
                                                       spesso faziose, immagini allarmanti pron-
                                                       te a consegnare questa nazione (e la sua
                                                       gente) al ruolo, immeritato, di realtà ‘peri-
                                                       colosa’, dove un viaggio cessa di esse-
                                                       re conoscenza per diventare sfida e
                                                       avventura. Invece, questa è una meta che
                                                       affascina e conquista non solo per ciò che
Isfahan: la cupola della Moschea   offre – arte, cultura, monumenti e scenari naturali – ma per
Loftollah                          quello che si può apprendere e comprendere dal punto di
                                   vista umano, sociale, religioso e storico. Così, destreggian-
                                   doci tra stimoli e riflessioni continuamente aggiornate,
                                   abbiamo scoperto un paese ‘dif ferente’, dove modernità
                                   e rigore religioso coesistono attraverso azzardati equilibri,
                                   ma nel quale si ha spesso la sensazione – come scrive Jason
                                   Elliot nel suo ‘Specchi dell’invisibile’ –«di essere finiti in un
                                   luogo incantato, dove resiste intatta una piccola parte del-
                                   l’innocenza del mondo». L’Iran è la patria di un popolo anti-
                                   co e ospitale, pronto a commuoversi di fr onte al mauso-
                                   leo di un poeta, disponibile ad accettar e la bellezza della

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L'antica Persia Dietro l'Iran
Isfahan: Imam Square

plici le lunghe festività del No Ruz (il capodanno locale, che   pie golose felici di gustarsi un gelato, bambini a rincorrer-
coincide col solstizio di primavera), gli iraniani asseconda-    si dietro un pallone, e ancora ottovolanti, autoscontri e attra-
no la loro indole partecipativa trasformando ogni angolo di      zioni da fiera che mettono in scena un per corso a ritroso
verde in un momento di incontro: tappeti stesi nei prati, taz-   negli anni, con qualcosa di curiosamente simile alle nostre
ze di tè passate di mano in mano, piatti pr onti ad esibire      fiere degli anni Settanta. In rapido contrasto i miti occiden-
le delizie della più ricercata gastronomia mediorientale, cop-   tali fanno velocemente capolino nell’uso, quasi smodato,
                                                                 di cellulari dell’ultima generazione e macchine fotografiche Isfahan: il portale della Moschea
                                                                 digitali: tante, tantissime, con una spensierata propensio- Loftollah
                          Isfahan: i porticati di Imam Square
                                                                 ne a ritrarre continuamente ‘in posa’
                                                                 volti, bimbi, famiglie, amici e parenti.
                                                                 Parallelamente è impossibile non nota-
                                                                 re l’universale rispetto per le rigide
                                                                 leggi che regolano i comportamenti di
                                                                 una ‘repubblica islamica’: le effusioni
                                                                 in pubblico tra i due sessi sono ban-
                                                                 dite, ogni donna (bambine comprese)
                                                                 deve tenere il capo coperto, pr oibito
                                                                 anche l’uso della gonna e degli abiti
                                                                 dalle tinte sgargianti. Le più attente ai
                                                                 dettami coranici utilizzano un grande
                                                                 velo nero (chador) che avvolge tutto il
                                                                 corpo, mentre le giovani si limitano a         I nuovi sovrani non mancarono mai,
                                                                 celare i capelli (sovente solo in parte)
                                                                 con l’hejab: un foulard o una leggera              dopo ogni guerra, di chiamare
                                                                 sciarpa (anche variopinta) ideale per un      a raccolta i migliori talenti dell’epoca
                                                                 drappeggio meno formale. Compr o-                 per dare lustro al proprio potere
                                                                 messi spesso creativi per un paesag-
                                                                 gio umano particolarissimo. La ragaz-
                                                                 za iraniana propone una variante ine-
                                                                 dita della femminilità: jeans, volto agghindato come una diva
                                                                 hollywoodiana anni Cinquanta, soprabitini sancrati in tinta
                                                                 unita e telefonino d’ordinanza. Sono l’altra ‘metà del cie-

                                                                                                                                                             175
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  Qom: l’ingresso al santuario di Fatima, sullo sfondo la cupola d’oro

                                          lo’ di un paese dove la rivoluzione del 1979 non solo ha
                                          bruscamente fermato gli orologi ma ha riportato indietro la
                                          macchina del tempo. Con risultati comunque ambigui e
                                          significativamente contrastanti: i divieti valgono fino alla soglia
                                          di casa, varcata la quale – nel privato e qualche volta nel
                                          segreto – ci si concede una libertà di atteggiamenti spon-
                                          tanea e naturale. L’Iran di oggi è un mondo affascinante e              L’interno del Palazzo di Kashan
                                          ambivalente, capace di sintesi tra elementi apparentemen-

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te inconciliabili. Per comprenderne l’essenza ci viene in soc-
corso la storia, che qui non è semplicemente ‘passata’ ma
è ‘nata’ e si è sviluppata celebrando fasti di imperi leggen-
dari. Le tribù ariane giunte dal nor d tremila anni prima di
Cristo crearono le basi per un’etnia fierissima e sofistica-
ta, in grado di condizionare nei secoli non solo i popoli sot-
tomessi ma anche gli occasionali conquistatori. Così, l’Iran
di oggi – il cui territorio è l’unico al mondo abitato sempre
dalla medesima nazione, per di più mai ‘colonizzata’ – riflet-
te il mito dell’antica Persia: un regno qualche volta assog-
gettato da dinastie ‘esterne’ (arabe, turche, mongole…), ma
comunque in grado di imporre la propria superiorità civile
e culturale. Il termine ‘identità’ assume significati costan-
temente presenti nel quotidiano e prima ancora nell’arte,
con numerosi elementi – come la croce greca, un leit motiv
che si ripete nei secoli per ripr esentarsi nella pianta delle
moschee – pronti a riaffiorare indipendentemente dal sus-
seguirsi degli imperi. Pur volendo sintetizzare, la storia per-
siana ha uno sviluppo ‘verticale’ impressionante, per 2500
anni una grande dinastia dopo l’altra: gli Achemenidi (a par-
tire dal VII secolo a. C.), con i leggendari Cir o il Grande e
Dario a governare un’unica nazione che si estendeva dal-
la Grecia all’India; poi Alessandro il macedone, che fu sedot-
to da Persepoli ma la dette alle fiamme; dopo di lui i Par-                                                              Isfahan: Imam Square, sullo sfondo il Palazzo Ali Qapu
ti, arcieri e cavalieri contro i quali anche Roma dovette cede-
re il passo; dopo ancora i Sasanidi, in grado di ricompat-
tare l’immenso impero governando quattro secoli, fino all’av-        dere la propria identità culturale dall’esterno, ma ci ha tra-
vento dell’Islam: la rivoluzione militare e religiosa che avreb-     smesso un patrimonio fondamentale per la nostra civiltà.
be cambiato per sempr e il corso dei tempi. A partir e dal           I loro furono gli studiosi più eclettici del mondo, al contem-
637 il potere passò agli Abbasidi, ma nel mondo arabo la             po naturalisti, scienziati, filosofi, astronomi, poeti, linguisti,
cultura persiana mantenne un ruolo significativo e, soven-           mistici e teologi. T ra i tanti vanno ricor dati A vicenna,
te, egemone. In seguito la Persia scontò la sua posizione            Nassruddin Al -Tusi, Al-Biruni e Omar Khayyam, poeta ‘del
a cavallo tra Oriente e Occidente; ideale per i commerci e           vino e delle donne’ ma anche insigne matematico. Questi,             Gli iraniani assecondano
il ‘passaggio’, lungo la via della seta, di mercanzie, sape-         e molti altri, influenzarono l’occidente nello sviluppo e nel-
ri, religioni e filosofie, ma inevitabilmente ‘aperta’ alle con-     l’apprendimento di botanica, zoologia, architettura, oftal-                  la loro indole
quiste dei signori della guerra – turchi e turcomanni da ovest,      mologia, chimica, alchimia, giurisprudenza, algebra, meta-                   partecipativa
afgani dal nord, mongoli e tartari da est. Dall’XI al XIV seco-      fisica e mineralogia. Una marea di nozioni e tecniche che                trasformando ogni
                                                                     produssero frutti concreti e duraturi: il primo servizio posta-
lo fu un susseguirsi di invasioni, conquiste e scorrerie, con
                                                                     le, l’assegno bancario, i primi modelli di amministrazione
                                                                                                                                                angolo di verde
le tribù di Gengis Khan e Tamerlano rapide nel distrugge-
re, ma altrettanto disposte a ricostruire in una singolare alter-    internazionale, la prima carta dei diritti umani, la macchi-               in un momento
nanza di massacri e prodigiosi rilanci architettonici, artisti-      na calcolatrice, la frazione decimale, il precursore del                 di incontro: tappeti
                                                                     moderno orologio, il mulino a vento, l’almanacco e l’astro-
ci e culturali. I nuovi sovrani non mancarono mai, dopo ogni
                                                                     labio, l’arco rampante e la tecnica per le miniature, la cera-
                                                                                                                                             stesi nei prati, tazze
guerra, di chiamare a raccolta i migliori talenti dell’epoca
per dare lustro al proprio potere. L’età dell’oro tornò col ‘ter-    mica e i primi vetri colorati, l’albero di Natale e gli scacchi…      di tè passate di mano
zo impero’, quello Safavide (1501-1722), quando Isfahan,             l’elenco dei ‘debiti’ potr ebbe proseguire all’infinito. Poi ci        in mano, piatti pronti
                                                                     sono ‘primati esclusivi’, come la mistica, l’architettura e la
leggendaria capitale, fu la culla di un rinascimento persia-
                                                                     raffinata tessitura legata al mito del ‘giardino persiano’. In
                                                                                                                                             ad esibire le delizie
no che ebbe nel sovrano Abbas il Grande il mecenate idea-
le. Apogeo e canto del cigno allo stesso tempo: con le quat-         un territorio dominato dalle asprezze della natura, tra mon-             della più ricercata
tro dinastie seguenti la Persia restò sempre indipendente            ti e deserti, il giardino – e sua madre, l’acqua… – costitui-                gastronomia
ma subì il progressivo condizionamento delle potenze                 scono un bene impr escindibile tanto per il corpo quanto                    mediorientale
esterne, con Russia, Gran Bretagna e poi Stati Uniti a det-          per l’anima. Un asilo da costruire e proteggere con capo-
tar legge. Tutto ebbe termine nel 1979, quando la rivolu-            lavori di muratura e di idraulica, da riproporre sulle volte del-
zione portò al governo l’attuale Repubblica islamica. Ed è           le moschee, da ridisegnare nell’ordito dei tappeti.
ormai storia di oggi. In questi duemillenni e mezzo di vicen-        Il regista Alireza Raisan ne illustra il significato: «Noi sten-
de l’Iran (la denominazione novecentesca dello stato, che            diamo un tappeto in mezzo al deserto ed è come se ci
richiama alle antiche origini ‘ariane’) non si è limitato a difen-   sedessimo in un giardino fiorito, popolato di pavoni e di fon-

                                                                                                                                                                         177
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il viaggio torino magazine

                                                                                   Isfahan: Imam Square, sullo sfondo la Moschea dell’imam

        IRAN DA LEGGERE                                tane. Odoriamo il profumo dei fiori, ascoltiamo il mormo-           di. Ma la più grande emozione ce la riserva il santuario di
        Sono poche le destinazioni a vantare un
                                                       rio dell’acqua. Ci sentiamo tutt’uno col giardino e diventia-       Alì Ebn-e Hamze, dove riposa il nipote del settimo imam
patrimonio di libri e relazioni di viaggio come        mo poeti. È questo che ha permesso agli iraniani di resta-          sciita. La volta della moschea e le pareti sono interamen-
    l’Iran, ed è forse la migliore testimonianza       re loro stessi per tre millenni, attraverso guerre, invasioni,      te rivestite da decorazioni a specchio di abbagliante bel-
        di come questa terra abbia suscitato da        rivoluzioni: la capacità di esprimersi in forme poetiche». Ed       lezza: lo scrigno di cristallo che trasporta d’incanto in un’at-
          sempre l’interesse di scrittori, letterati
      e giornalisti. Il nostro preferito è ‘Specchi    è forse proprio la poesia il bene più intimamente coccola-          mosfera ultraterrena. La medesima pronta ad accogliere il
     dell’invisibile’ di Jason Elliot (Neri Pozza):    to, indelebilmente trasversale attraverso secolie generazio-        visitatore di fronte ai resti di Persepoli, che di Shiraz (insie-
  500 pagine per un sofisticato e attualissimo         ni. I nomi che tutti conoscono sono quelli di Firdusi, Hafez –      me a Pasargade e alla necr opoli di Naqsh-e Rostam) è il
                racconto in presa diretta, ricco di
   approfondimenti storici, culturali e religiosi      «la sua poesia è uno specchio orizzontale nel quale si riflette     distretto archelogico. In realtà non si dovr ebbe parlare di
    ma anche di humor e partecipe sensibilità.         il cielo e quindi Dio», ci ha spiegato Siamak, la nostra guida      città, perché questo formidabile complesso, edificato su un
   Fondamentale anche ‘Rosa è il colore della          – il gaudente e saggio Omar Khayyam, Rumi, fondatore dei            terrazzamento di 400 metri per lato, veniva usato dagli Ache-
     Persia’ di Vanna Vannuccini (Serie Bianca
    Feltrinelli): un viaggio dell’inviata speciale
                                                       ‘dervisci danzanti’, Sa’di, che conciliò mistica e amore terre-     menidi esclusivamente per celebrazioni e cerimonie. I più
 di Repubblica tra riflessione politica e analisi      no. Sentimenti, fede e fierezza ad ogni distico: poesie per         spettacolari trionfi si tenevano in occasione del capodan-
       culturale. Per comprendere la genesi del        sognare e per riflettere, poesie per marcare le differenze. Se      no zoroastriano (il già citato No Ruz), quando dall’imponen-
     paese negli ultimi cento anni consigliamo         volete far infuriare un iraniano provate a definirlo arabo. Nel-    te scalinata salivano le delegazioni dei ventitré popoli sot-
       ‘Storia dell’Iran’ di Farian Sabahi (Bruno
       Mondadori). Gradevolissimo ‘La caverna          la più benevola delle risposte vi ricorderà che la Persia deve      tomessi all’impero. Ce li ricorda un bassorilievo che allinea,
 di Alì Babà – l’Iran giorno per giorno’ (Edt) di      loro solo due cose ‘Dio e il velo delle donne’; ma potr ebbe        quasi cinematograficamente disposti; etiopi, libici, drangia-
Ana M. Briongos: le vicende (autobiografiche)          anche rispondervi coi versi, assai noti, di un antico cantor e      ni, arabi, traci, sagarti, sogdiani, indiani, parti, gandhari,
      di una donna occidentale ospitata da una
          famiglia di commercianti nella Isfahan       anonimo: «Ritornate in Arabia e riprendete a mangiare lucer-        batriani, egizi, sciti, lidii, aracosii, cilici, cappadoci, arii, babi-
     dei giorni nostri. Chi viaggia con Il Tucano      tole e ad allevare i vostri cammelli, mentre io sto seduto sul      lonesi, assiri, elamiti, armeni e medi. T utti a portare i loro
        riceverà in omaggio la guida ‘Iran tesori      trono dei Re sostenuto dalla mia spada affilata e dalla mia pen-    doni, tutti a celebrare il potere del Re dei Re. Persepoli era
         di Persia’, particolarmente curata sotto
         l’aspetto storico e archeologico. Persin
                                                       na acuminata».                                                      la capitale del mondo conosciuto e alla sua grandezza con-
         superfluo segnalare gli ormai notissimi       Nel viaggio la storia ‘verticale’ dell’Iran si trasforma in         tribuì una straordinaria miscela multiculturale di talenti.
         fumetti ‘Persepolis’ di Marjane Satrapi.      fenomeno orizzontale, creando – nei centri dove l’uomo ha           Mentre il nostro sguardo si perde tra foreste di colonne, por-
    Naturalmente resta insostituibile la Lonely        segnato di più il proprio passaggio – un mondo nel quale            te gigantesche ed eleganti rilievi, non possiamo fare a meno
Planet ‘Iran’: 450 pagine che esplorano con la
 consueta competenza ogni aspetto turistico,           le diverse epoche coesistono alternandosi e contaminan-             di pensare che gli archeologici hanno riportato alla luce solo
            culturale, storico e sociale del paese.    dosi. Come in Europa, come forse solo a Gerusalemme e               il riflesso, per quanto imponente, di uno scenario creato per
        Tra le letture classiche vanno ricordate:      lungo le coste del Mediterraneo. Il nostro itinerario ha pre-       stupire e soggiogare con la forza del mito. Arthur Upham
  ‘La via per l’Oxiana’ di Byron (libro culto per
    Chatwin), ‘Le mille e una notte’, il ‘Milione’     so il via da Shiraz: la città delle or se, del vino (una volta…),   Pope, tra i massimi studiosi della civiltà persiana, commen-
 di Marco Polo, il secondo volume di ‘Tre anni         dei poeti e degli usignoli. Impossibile non portarsi appres-        ta il sito con queste parole: «I sentimenti umani trovano
     in Asia’ di Arthur de Gobineau, le relazioni      so il senso di benefica leggerezza che evocano i suoi giar-         espressione nella nobiltà e nella pura bellezza del monu-
            di viaggio di Ella Maillart, Annemarie
                   Schwarzenbach e Freya Stark.
                                                       dini, dove, tra l’ipnotico profumo dei fiori d’arancio, si apro-    mento: più razionale e attraente rispetto a quello degli assi-
                                                       no sontuose dimore d’epoca. Altri giardini, affollati ad ogni       ri e degli ittiti, più lucido e umano rispetto a quello degli egi-
                                                       ora del giorno, cingono nel verde le tombe di Hafez e Sa’-          zi. La bellezza di Persepoli non è il frutto casuale di uno sfog-

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gio di sfarzo e dimensioni; è il risultato della bellezza rico-   versano il fiume Zayandeh regalando scorci che fanno pen-
nosciuta esplicitamente come valore sovrano». Risalendo           sare (in grande) ad una Firenze mediorientale; la moschea
verso nord il nostro viaggio ci porta a Isfahan: ‘la metà del     di Jameh è un trattato di architettura islamica, con 800 anni
mondo’, secondo una celebre rima del XVI secolo. Robert           di stili architettonici diversi eretti sulle fondamenta di un anti-
Byron la ricorda «tra i rari luoghi, come Atene o Roma, in        co tempio zoroastriano; il palazzo Chenel Sotun offre un ciclo
cui l’umanità trova comune sollievo».                             di affreschi che fanno rischiare la sindrome di Stendhal; il
Capitale della dinastia Safavide, nonostante il traffico inten-   quartiere armeno, con la cattedrale di Vank (dove le pare-
so e un milione e mezzo di abitanti, conserva larga parte         ti ricordano ogni episodio significativo dei due testamenti
del patrimonio che la rese celebre: i suoi vecchi ponti attra-    attraverso pitture dal formidabile impatto emotivo), testimo-

                                                                                                                                        Dall’alto:
                                                                                                                                        Isfahan, Moschea dell’imam:
                                                                                                                                        dettaglio del portale

                                                                                                                                        Isfahan, gli affreschi del Palazzo
                                                                                                                                        Chenel Sotun

                                                                                                                                        Shiraz, giochi di luce nella moschea
                                                                                                                                        di Nasir-Ol-Molk

                                                                                                                                                                             179
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                  TAPPETI, LIBRI                                                                                         abili artigiani e call igrafi del tempo hanno c oncepito un
                     E BAZAR…                                                                                            decoro di tale finezza che concavo e c onvesso traggo-
                                                                                                                         no in inganno come nelle tavole di Piranesi – il maesto-
          L’Iran offre una gamma di prodotti tipici
                 estremamente interessante a prezzi                                                                      so palazzo Ali Qapu, col suo terrazzo a baldacchino, e la
 particolarmente abbordabili. Però, attenzione:                                                                          moschea dello sceicco Loftollah, probabilmente la più fia-
           è praticamente impossibile utilizzare la                                                                      besca dell’Iran, con una cupola che non sai dir e se più
                  propria carta di credito. L’embargo                                                                    perfetta all’esterno (con motivi geometrici dal crema al rosa)
 statunitense impedisce l’accesso ai principali
                                                                                                                         o all’interno, dove il mosaico, illuminato dal gioco di luci
circuiti bancari. Gli unici ad essere attrezzati –
   tramite una triangolazione con Dubai (e solo                                                                          e ombre delle finestre, crea sul soffitto l’illusoria forma di
 in caso di acquisti particolarmente onerosi) –                                                                          un pavone dall’immensa coda. Percorri il perimetro e lui
       sono i migliori negozi di tappeti e qualche                                                                       scompare per poi riapparire, tu continui a girare col naso
    punto shopping nei grandi hotel di Teheran.                                                                          in aria e non ti ferme resti più… All’uscita – domina ti da
Quindi portatevi appresso euro in contanti che                                                                           un cielo blu scheggiato dal turchese dei minareti – è ine-
                 potrete tranquillamente cambiare in
                                                                                                                         vitabile lasciarsi attrarre dal doppio porticato che chiude
   aeroporto, albergo o tramite la vostra guida.
          Il ‘pezzo forte’ di un viaggio può essere,                                                                     la piazza sui due lati maggiori: sotto le arcate il bazar coi
        ovviamente, un tappeto, ma è necessaria                                                                          suoi traffici. Sono possibili ottimi affari, ma occhio, qui è
                    cautela ed esperienza. L’offerta è                                                                   proverbiale l’arguzia dei commercianti. Di fronte ad una
  praticamente infinita e gli iraniani sono degli                                                                        vecchia bilancia che segnava sempre un peso diverso, il
 ottimi commercianti (particolarmente abili nel            Isfahan: artigiano al lavoro da Amir Mostajeran
                                                                                                                         venditore ci ha ricordato: «per farla funzionare bisogna met-
 convincere e contrattare), quindi occhio a non
 portarvi a casa un prodotto che paghereste in                                                                           tere una moneta…».
     Italia allo stesso prezzo o addirittura meno.        nia i meriti di un Islam persiano che ha sempre rispettato     «Certo – ha risposto pronto la nostra guida – mi pareva
      Noi abbiamo visto cose eccellenti (e anche          la libertà di culto. Ma è quando ci si af faccia sulla Imam    strano che a Isfahan ci fosse qualcosa in grado di funzio-
       eccezionali) da Amir Mostajeran a Isfahan          Square (la seconda più grande piazza al mondo dopo la          nare senza denaro…».
       (+98913 – 1187083). Restando ai tessuti,           cinese Tienanmen) che la ricerca di ogni paragone lascia       Le ultime due tappe prima di arrivare a Teheran – tra pae-
  sono deliziosi i ghalam kar (drappi e tovaglie
                                                          senza aggettivi. Elliot, stupefatto, ha dedicato decine di     saggi di terra rossa e vette dai contorni nitidi – ci hanno
              realizzati con fibre naturali e stampati
      a mano), i migliori si trovano al bazar della       pagine per spiegarci (e spiegarsi) la miriade di corrispon-    portato a Kashan (per ammirare i prodigi idraulici dei giar-
                 grande piazza di Isfahan (da visitare    denze geometriche celate dietro ogni proporzione. Ma i         dini di Fin) e Qom, capitale dell’integralismo religioso e del-
 Herdowsi Shop). Nella stessa città – da secoli           capolavori parlano da sè e sembrano rifiutare i numeri: in     le scuole coraniche. In città è d’obbligo una maggiore pru-
            il capoluogo commerciale e artigianale        questo spazio lungo 512 metri e largo 163 (tanto grande        denza, il potere di una fede forte e intransigente si respi-
           dell’Iran – si possono cercare i raffinati     che per un secolo ci si giocò a polo) trovano posto tre gio-   ra nell’aria e si legge sul volto dei mullah; così, la grande
                     oggetti in rame decorati a mano
  (Iranian Fine Arts, Kualalampur street 81346)
                                                          ielli perfetti: la moschea dell’Imam – sul cui portale i più   cupola d’oro del mausoleo di Fatima resta, per i non mus-
                  e le miniature su osso di cammello
                 o carta antica – bellissime quelle di
                                                           Shiraz: il bazar
                      Hossein Fallahi (Saadi street 5).
  Se vi piacciono i libri (recenti, usati o antichi)
       non perdetevi l’Evin Bookshop di Mohsen
       Dehghan presso il Laleh Hotel di Teheran.
    Il personaggio, simpaticissimo e torrenziale
            nel modo di comunicare, offre superbe
edizioni anastatiche di volumi storici (anche in
     italiano), una selezione di opere precedenti
 alla caduta dello Scià e – colpo di teatro – un
          buon numero di penne Mont Blanc anni
                  Quaranta (veri pezzi da collezione),
                  nuove e nella confezione originale.
      Ultima annotazione per gli squisiti prodotti
alimentari (la cucina iraniana è la più raffinata
      del medioriente); qui è d’obbligo una sosta
  al bazar per scegliere spezie, acqua distillata
        di rose (ma anche di menta e di cumino),
      zafferano (profumatissimo ed economico).
  Non fatevi illusioni
 per il caviale, costa
    caro (quasi come
           in Italia) ed è
          praticamente
               introvabile.

  Mohsen Dehghan

  180
L'antica Persia Dietro l'Iran
il viaggio torino magazine 

                                                                                                                                   IN IRAN CON IL TUCANO
                                                                                                                                   È merito di realtà come il Tucano se l’Iran può
                                                                                                                                   essere raggiunto ed esplorato al di là di dubbi,
                                                                                                                                   pregiudizi e luoghi comuni. Il tour operator
                                                                                                                                   torinese offre attualmente due proposte dal
                                                                                                                                   proprio catalogo ‘VicinoAnticoOriente’: si va dal
                                                                                                                                   ‘viaggio base’ (raccontato nel nostro reportage)
                                                                                                                                   ‘Splendori dell’antica Persia’ – durata 8 giorni,
                                                                                                                                   visita a Shiraz, Persepoli, Isfahan, Kasham, Qom e
                                                                                                                                   Teheran – al più lungo ‘Iran, la strada persiana dei
                                                                                                                                   re’: 15 giorni con in più, rispetto all’itinerario
                                                                                                                                   precedente: Ahwaz, lo Ziggurat di Choga, Susa,
                                                                                                                                   Bishapur, Kerman, Yazd, Nain, Zavareh e Ardestan.
                                                                                                                                   Ma, nei prossimi mesi, Il Tucano intende
                                                                                                                                   pubblicare un catalogo esclusivamente dedicato
                                                                                                                                   all’Iran, con una serie di proposte aggiuntive e
                                                                                                                                   ricche varianti sul tema. È la dimostrazione di
                                                                                                                                   quanto si creda nella destinazione – tra le più
                                                                                                                                   suggestive ed economicamente convenienti nel
                                                                                                                                   medioriente – e della fiducia riposta nel
                                                                                                                                   corrispondente locale: il qualificatissimo Aito
                                                                                                                                   Tours & Travel Agency. Noi abbiamo incontrato
 Persepolis, i celebri bassorilievi                                 Murales raffigurante un martire della guerra con l’Iraq        personale cortesissimo e competente, una guida
                                                                                                                                   completamente a disposizione e parlante italiano,
                                                                                                                                   strutture alberghiere di altissimo profilo (dotate
                                                                                                                                   sempre di televisione satellitare) e una cura nel
sulmani, un abbagliante capolavoro da osservare a debi-           le per la battaglia dem ografica del governo: oggi l’Iran è
                                                                                                                                   selezionare visite, ristoranti e luoghi per lo
ta distanza. Infine, Teheran, punto di partenza e di appro-       uno dei paesi più giovani al mondo, con l’80% degli abi-         shopping davvero impeccabile. Va anche
do per ogni viaggio iraniano: quattordici milioni di abitan-      tanti sotto i trent’anni.                                        segnalato che l’Iran ha una perfetta copertura per
ti, un traffico per palati forti e s pericolati, ma una pulizia   Cultura e fede, nuove tecnologie e tradizione, dif ficile        i telefoni cellulari (limitatamente a Tim e
                                                                                                                                   Vodafone) e che, nelle maggiori località turistiche,
e un decoro in ogni quartiere, anche il più popolare, elo-        interpretare lo scenario – più complesso che allarmante –        è facile comunicare in inglese e francese
quente sintomo di civiltà urbana r egolata dall’educazio-         pronto a consegnare il futuro a questi ragazzi. Una gene-        (qualche volta persino nella nostra lingua). Il
ne. Il panorama metropolitano è segnato, in significativo         razione comunque pronta ad osservarci con amichevole             viaggiatore italiano è accolto con una gentilezza
                                                                                                                                   addirittura superiore alla media, perché si
contrasto, dai grandi manifesti di una vivace cinematogra-        curiosità; per loro l’Italia, come la Persia , è il luogo dove   considera il nostro paese come grande culla di
fia locale e dagli enormi murales che ricor dano il volto e       è nata la storia. Se si guar da il mondo da una prospetti-       civiltà, il corrispettivo europeo dell’antica Persia.
le gesta dei martiri della guerra contro l’Iraq. Conflitto che,   va più ampia, la cronaca, coi suoi veleni, fa meno paura.        Il periodo migliore per effettuare il viaggio è la
                                                                                                                                   primavera oppure l’autunno; nelle altre stagioni
pur tra lutti immensi, ha generato un lascito imprevedibi-        I
                                                                                                                                   occorre adattarsi ai rigori di un clima fortemente
                                                                                                                                   continentale: molto caldo in estate e rigido
Persepolis, veduta del sito                                                                                                        nell’inverno. Quanto alle norme comportamentali,
                                                                                                                                   va ricordato che le donne devono avere il capo,
                                                                                                                                   le braccia e le gambe coperte in ogni luogo
                                                                                                                                   pubblico; inoltre è proibito (e sanzionato) il
                                                                                                                                   consumo (e l’importazione) di alcolici. Nessun
                                                                                                                                   problema, invece, per le fotografie: se ci avvicina
                                                                                                                                   con rispetto e semplicità i locali accettano di
                                                                                                                                   essere ritratti senza diffidenza. Le partenze da e
                                                                                                                                   per l’Italia avvengono tramite voli di linea, i
                                                                                                                                   trasferimenti interni con le confortevoli macchine
                                                                                                                                   di Aito Tours e attraverso la compagnia nazionale
                                                                                                                                   di bandiera; la rete stradale è quasi ovunque di
                                                                                                                                   ottimo livello. Ricordiamo che, dal 10 di marzo, Il
                                                                                                                                   Tucano ha rinnovato ed ampliato i suoi locali di
                                                                                                                                   piazza Solferino inaugurando il ‘Tucano Concept
                                                                                                                                   Store – l’atelier del viaggiatore’: sofisticato spazio
                                                                                                                                   multimediale, negozio con ricercate proposte da
                                                                                                                                   tutto il mondo, sede di esposizioni, libreria e
                                                                                                                                   biblioteca. Una location suggestiva dove, fino al
                                                                                                                                   12 maggio, si potrà visitare la mostra fotografica
                                                                                                                                   ‘In viaggio, diario per immagini’ che racconta
                                                                                                                                   tredici reportage realizzati da Guido Barosio
                                                                                                                                   e Valter Carasso.
                                                                                                                                   Il Tucano – viaggi e ricerca a cura di Willy Fassio
                                                                                                                                   (www.tucanoviaggi.com
                                                                                                                                   piazza Solferino 16/a – Torino)

                                                                                                                                                                            181
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