Conference internazionale digitale - DIGITAL EDITION: 70 mila visualizzazioni per la ...
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
MEDIMEX 2020 - DIGITAL EDITION: 70 mila visualizzazioni per la prima music conference internazionale digitale Il MEDIMEX è sempre stato una grande festa, piena di luci, gente, colori e tanta musica declinata nella sua più bella ed alta accezione, gli spettacoli dal vivo, ma anche tutto il mondo che ruota e fa capo alle produzioni musicali. Giorni bellissimi, nei quali ci si poteva perdere tra suoni, mostre, workshop, confronti, presentazioni di libri, e poi gente, una folla festante che si spostava nelle varie location della città prescelta ad ospitare l’evento, perché il MEDIMEX è stato itinerante e, come la musica che abita in tutti i luoghi ma che non appartiene a nessuno, riempiva strade e piazze che quest’anno, a causa delle misure che comportano il distanziamento sociale, sono rimaste vuote e silenziose. L’evento però, nonostante tutto, continua a vivere ed animare pubblico, addetti ai lavori, curiosi ed
appassionati, che hanno dovuto incontrarsi on-line nella solitudine dei propri appartamenti, ma accomunati dal desiderio e dalla voglia di non lasciare che tutto questo muoia, che l’egregio lavoro fatto finora da Puglia Sounds non venga perduto, affrontando con lo stesso entusiasmo il MEDIMEX D, versione digitale, ma non per questo meno interessante, dell’omologo evento dal vivo; largo, quindi, a webinar, incontri, confronti, dibattiti e workshop, tutto rigorosamente in streaming. MEDIMEX Digital Edition, come l’omologa versione live, anche quest’anno ha esplorato il mondo dell’industria musicale a 360 gradi, con le sue potenzialità ma anche criticità e trasformazioni ancora più marcate a causa del particolare periodo che stiamo vivendo e che ha messo in crisi l’intero comparto. Mentre dai social si alzava il grido di aiuto per i tanti lavoratori rimasti a casa a causa del blocco dei concerti dal vivo con l’hashtag #iolavoroconlamusica, trend topic del momento, il MEDIMEX D si preoccupava di fornire strumenti necessari ad affrontare questo cambio di paradigma, dal modo di affrontare la comunicazione digitale ai mezzi per aumentare i follower, insieme ai classici workshop
altamente professionalizzanti e rivolti agli operatori del settore. Accanto alla formazione a numero chiuso, ci sono stati gli incontri e le interviste con musicisti ed addetti ai lavori, curati dal critico e giornalista musicale Ernesto Assante, che durante le varie dirette Facebook si è confrontato con ospiti del calibro di Tommaso Paradiso, Clemente Zard di Vivo Concerti, Ghemon, Chiara Santoro di Google Italia, Francesco Sarcina, Claudio Ferrante di Artist First, Diodato, Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari e Andrea Rosi di Sony. Molti i temi trattati e da molteplici punti di vista, dalle etichette indipendenti alle major per cercare di trovare soluzioni e discutere su nuovi modi di fare musica ed intrattenere, analizzando le perdite del mercato dei concerti dal vivo e dell’indotto, che si stima arrivino fino al 90%, ma anche per interrogarsi su come si possa creare business sfruttando i nuovi canali on-line come streaming e social network, mantenendo costante quel rapporto instaurato con i fan durante il lockdown, senza sottovalutare il grande potenziale delle nuove tecnologie che permettono ai musicisti di lavorare a distanza. Sensazioni, timori, speranze ed esperienze di chi vive di musica e per la musica, di cui ci piace
ricordare soprattutto il racconto accorato di Diodato e del variegatissimo mondo dei musicisti pugliesi al quale Assante ha dedicato una interessante lezione. Quelli stessi musicisti che l’organizzazione del MEDIMEX ha sempre cercato di valorizzare, fornendo una vetrina internazionale prestigiosa, e che rappresentano il fiore all’occhiello di una regione, la Puglia, che ha fondato anche sui grandi eventi musicali e sull’estro originale dei suoi artisti il fulcro di un’offerta turistica già ricca dal punto di vista naturalistico. La prima Digital Edition del MEDIMEX 2020 chiude i battenti con all’attivo quasi 100 ore di attività in streaming, 1500 utenti che hanno partecipato a workshop e webinar online, 350 mila persone raggiunte sui social network, circa 70 mila visualizzazioni complessive, 130 mila interazioni su Facebook, 140 mila su Instagram e 50 mila su Twitter. Numeri da capogiro, che dimostrano, laddove ce ne fosse la necessità, l’enorme potenziale derivante dall’utilizzo strategico degli strumenti on-line, in grado di catalizzare l’attenzione di migliaia di utenti ed aprire nuovi mondi e nuovi mercati anche per tutti quei settori altamente creativi come la
musica. Ti è piaciuto? Cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti. Rispondiamo sempre. Resta aggiornato sulle nostre pubblicazioni e sulle ultime novità dal mondo del marketing e della comunicazione. Nome Cognome Email * Consenso Consentici di usare i tuoi dati Qui, se vuoi, puoi consultare la nostra Privacy Policy Iscriviti alla newsletter Al via MEDIMEX D 2020, la prima music conference internazionale digitale, interamente fruibile on-line Il MEDIMEX, uno degli eventi più attesi del panorama musicale pugliese e nazionale, il progetto targato Puglia Sounds, il programma della Regione Puglia per lo sviluppo del sistema musicale regionale, quest’anno non affollerà le piazze: al posto degli eventi live, assisteremo ad incontri in streaming e webinar. Il progetto, nato nel 2011 con una forte vocazione internazionale e pensato itinerante per poter valorizzare ogni angolo della Puglia, quest’anno, giunto alla decima edizione, si sarebbe dovuto svolgere a Taranto e Brindisi ma, alla chiusura dell’edizione 2019 con 80 mila presenze, nessuno avrebbe mai immaginato che l’edizione 2020 sarebbe capitata nel bel mezzo di una pandemia globale, tale da costringere gli organizzatori a rimandarla a data da destinarsi. Un duro colpo per il comparto musicale a tutti i livelli, nazionale ed internazionale, che ha messo in ginocchio l’intera filiera, ma principalmente la musica dal vivo, la prima a pagare lo scotto del forzato distanziamento sociale.
F o t o u f f i c i a l i M E D I M E X 2019, su gentile concessione dell’ufficio stampa. I pugliesi, come tutti, hanno incassato il colpo, ma, invece di piangersi addosso, hanno cercato nuove strategie d’approccio e comunicazione che potessero azzerare le distanze e fornire strumenti di ampio respiro per superare la crisi. In quest’ottica, nasce il piano straordinario d’intervento per la cultura e lo spettacolo della Regione Puglia denominato “Custodiamo la Cultura in Puglia”, con cui l’assessorato all’Industria turistica e culturale mette a disposizione 17 milioni di euro per sostenere gli operatori e le imprese pugliesi nell’emergenza Covid-19, di cui 1,5 milioni sono destinati al rilancio del comparto musicale ed alla realizzazione del MEDIMEX D, la prima music conference internazionale digitale, interamente fruibile on – line. Il MEDIMEX si è connotato, negli anni, come una manifestazione in costante evoluzione, non meraviglia quindi l’ulteriore salto di paradigma che contraddistingue l’edizione 2020, interamente digitale e che prevede tavoli di confronto su come la crisi modificherà l’industria musicale e la fruizione della musica dal vivo ed in streaming, sulle nuove strategie di comunicazione da utilizzare anche sfruttando la capacità promozionale dei social network, uniti alla possibilità di apprendere strumenti altamente professionalizzanti, grazie a workshop creati ad hoc e destinati ai professionisti del settore, ma senza dimenticare la promozione degli artisti locali.
Come nelle precedenti edizioni, molti saranno gli incontri a tema con gli autori ed operatori del settore, quest’anno rigorosamente live sui canali social ufficiali del MEDIMEX D, da Tommaso Paradiso con Clemente Zard (Vivo Concerti), a Ghemon con Chiara Santoro (Google Italia), da Francesco Sarcina con Claudio Ferrante (Artist First), a Riccardo Zanotti (frontman dei Pinguini Tattici Nucleari) con Andrea Rosi (Sony), per citarne alcuni. Non sarà invece possibile, quest’anno, fruire dei tanti concerti live, fiore all’occhiello delle precedenti edizioni, catalizzatori ed elemento portante della promozione territoriale e turistica pugliese. È possibile visionare il programma completo della digital Edition, in onda dal 3 al 21 giugno, sul sito ufficiale del MEDIMEX. Come ogni anno, Smart Marketing sarà presente per raccontarvi i momenti salienti di questa manifestazione orientata alla promozione culturale come volano di sviluppo territoriale ed esempio a cui ispirarsi. Ti è piaciuto? Cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti. Rispondiamo sempre. Resta aggiornato sulle nostre pubblicazioni e sulle ultime novità dal mondo del marketing e della
comunicazione. Nome Cognome Email * Consenso Consentici di usare i tuoi dati Qui, se vuoi, puoi consultare la nostra Privacy Policy Iscriviti alla newsletter Tutto cambierà, anche il cinema: i film che ci aspettano dopo la quarantena C’è vita dopo la quarantena? Sicuramente una vita diversa, dal lavoro alle vacanze, dal modo di interagire a quello di divertirsi e in tutto questo ci sono l’arte e la cultura. Compagna e salvatrice di questa quarantena, la cultura ha confermato il suo ruolo fondamentale nella nostra vita, anche quando quest’ultima è in pausa dalla “normalità”. Come avremmo fatto senza libri, senza ricette di cucina, senza musica e senza cinema? Per fortuna abbiamo la possibilità di reperire film anche fermi sul nostro divano, grazie allo streaming e alla televisione, ma certamente per i professionisti del settore non è un bel momento, tra uscite di film rimandate e riprese sospese, senza dimenticare i gestori delle sale cinematografiche, costretti a chiudere fino a data da destinarsi. https://www.youtube.com/watch?v=X2HBqizCR6U In questa bolla di incertezze e di attese in cui viviamo, numerose sono le produzioni lasciate in sospeso, tra cui alcune molto attese: ■ Jurassic World: Dominion ■ Animali fantastici -Terzo episodio ■ La Sirenetta (in live action) ■ Matrix 4 ■ Mission Impossible 7 ■ The Batman
■ Elvis Accanto al problema delle riprese e delle post-produzioni interrotte dal virus, c’è anche quello di film belli e pronti che stavano per uscire proprio in questi mesi, la cui uscita è stata rinviata. Alcuni esempi: ■ Fast & Furious: The Fast Saga: uscita rinviata ad aprile 2021 ■ Mulan: uscita rinviata a luglio 2020 ■ Ghostbusters: Afterlife: uscita rinviata a marzo 2021 ■ Sing 2: uscita rinviata a dicembre 2020 ■ Top Gun: Maverick: uscita rinviata a dicembre 2020 ■ Minions: The Rise of Gru: uscita rinviata a luglio 2021 ■ No time to Die: uscita rinviata a novembre 2020 ■ Wonder Woman 1984: uscita rinviata ad agosto 2020 ■ Tenet: uscita rinviata a settembre 2020 ■ Lupin III – The First: uscita rinviata a fine 2020 ■ New Mutants: uscita rinviata a fine 2020 ■ Volevo nascondermi: uscito per pochi giorni e poi sospeso fino a data da destinarsi ■ Ritorno al Crimine: uscita rinviata a data da destinarsi ■ Si vive una volta sola: uscita rinviata a data da destinarsi https://www.youtube.com/watch?v=r6oeUfVs3Ws Come in ogni circostanza c’è chi si ferma, chi rimanda e poi c’è chi trasforma le difficoltà in opportunità e a tal proposito alcuni produttori hanno deciso di lanciare i film sulle piattaforme on demand. Assistiamo, così, al debutto di alcune opere direttamente online: “The Lovebirds”, una commedia americana che debutterà direttamente su Netflix; “Un figlio di nome Erasmus”, la commedia del regista Alberto Ferrari, uscito il giorno di Pasqua su diversi portali; “L’uomo invisibile” l’horror disponibile on-demand già da fine marzo; “Trolls World Tour”, il sequel di Trolls, che dal 10 aprile sta riscuotendo un enorme successo in formato digitale. Scopri il nuovo numero > Reset Dopo aver parlato, a febbraio, dell’interconnessione in “Virale” ed esserci interrogati a marzo sulla situazione attuale in “Tutto andrò bene (?)”, oggi, con “Reset”, vogliamo parlare di soluzioni concrete. L’online ed il digitale saranno quantomai utili per offrire soluzioni e creare nuove opportunità. In tutto questo caos generale, a trovarsi in difficoltà sono anche gli organizzatori di importanti festival cinematografici, soprattutto il Festival di Cannes, previsto per maggio e quello di Venezia, previsto per settembre. Gli organizzatori di entrambi i festival hanno deciso di non optare per un’edizione online dell’evento, invece, prende sempre più forma l’ipotesi di una collaborazione tra i
due, se sarà possibile, nel mese di settembre. https://www.youtube.com/watch?v=D5oC_NYpV0s Tempi duri per tutti, insomma, ma questo non deve mai farci perdere la speranza che si possa tornare a vivere nella “normalità”, anzi, migliorando il nostro modo di vivere e soprattutto convivere, con noi stessi, l’altro e la Terra. Torneremo a fare tutto e torneremo anche nelle sale cinematografiche, anche se c’è già chi pensa ad una valida alternativa, come il regista livornese Paolo Virzì che, riflettendo sull’attuale situazione del cinema, dice di non essere contrario ad un “grande rilancio estivo del drive-in”, una sorta di “se non riesci ad uscire dal tunnel, arredalo”, trasformato in -se non puoi entrare nella sala, porta la sala al di fuori. Ti è piaciuto? Cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti. Rispondiamo sempre. Resta aggiornato sulle nostre pubblicazioni e sulle ultime novità dal mondo del marketing e della comunicazione. Nome Cognome Email * Consenso Consentici di usare i tuoi dati Qui, se vuoi, puoi consultare la nostra Privacy Policy Iscriviti alla newsletter Bugo lascia Morgan: la quarta serata del 70° Festival della Canzone Italiana La quarta serata della settantesima edizione del Festival della Canzone Italiana, sarà da tutti ricordata come quella in cui il sodalizio tra Bugo e Morgan, si sgretola sul palco dell’Ariston, ormai consunto.
La serata precedente, si era chiusa con le votazioni dei maestri dell’orchestra e la relativa classifica, i cui risultati, sono stati sommati alla classifica complessiva di tutte e tre le serate, ed è proprio con quest’ultima che si apre la quarta serata. In testa, Francesco Gabbani, seguito da Le Vibrazioni, Piero Pelù e Tosca, vincitrice nella serata precedete con la cover di “Piazza Grande” di Lucio Dalla, ultimi Bugo e Morgan, dopo una serie di polemiche che avevano già infiammato il palco dell’Ariston, ma che non lasciavano prefigurare quello che sarebbe poi accaduto all’1:45, quasi sul finire della gara canora. Intanto, parte anche la gara tra le nuove proposte, Tecla e Leo Gassmann sono in finale, ma il pubblico preferirà “Va bene così” del giovane figlio di Alessandro Gassmann, che vincerà con il 52,5% dei voti, e che, già si era fatto notare ad X Factor. Il premio della critica “Mia Martini” per la sezione Nuove Proposte, andrà invece, agli Eugenio in via di Gioia con l’originale “Tsunami”. La quarta serata di questo Sanremo 2020, sarà quella in cui si appianano le polemiche con una sana ironia. Così Tiziano Ferro e Fiorello metteranno tutti a tacere con un bacio rappacificatore, dopo battutine al vetriolo, ed Amadeus sdrammatizzerà l’ingenua battuta “del passo indietro”, quando ad affiancarlo nella conduzione sarà Francesca Sofia Novello. Insieme alla Novello e ad Amadeus, ci sarà anche una scoppiettante e nazionalpopolare Antonella Clerici, già conduttrice del Festival nel 2010. Tantissimi gli ospiti anche per questa quarta serata, a cominciare dal grande Tony Renis, che dirigerà l’orchestra dell’Ariston mentre Fiorello intonerà per il pubblico la sua intramontabile “Quando, quando, quando”. Sul palco dell’Ariston anche Ghali, Gianna Nannini insieme a Coez e la bellissima Dua Lipa. Rivivi le prime 3 serate del Festival di Sanremo 2020: ■ Le donne vogliono essere musica: la prima serata del 70° Festival della canzone italiana ■ Sanremo è Paolo: la seconda serata del 70° Festival della Canzone Italiana ■ Sanremo70: la terza serata del 70° Festival della Canzone Italiana Questo Sanremo 2020 sarà anche l’ultimo raccontato da Vincenzo Mollica, è Amadeus ad annunciarlo nel corso della serata, suscitando commozione tra il pubblico. I tanti momenti di spettacolo però, non riescono a distogliere l’attenzione dalla gara che si fa sempre più accesa ed agguerrita anche perché, a votare stasera, sono i giornalisti della sala stampa dell’Ariston. Fiorello ed Amadeus ce la mettono tutta a cercare di creare un clima disteso, cercando di
appianare le polemiche che a Sanremo non mancano mai e, quando ci sono quasi riusciti, ecco che si presenta sul palco del tempio sacro della musica italiana, l’imprevedibile. Tutto filava liscio, e la serata era quasi in dirittura d’arrivo con le gli artisti delle 24 canzoni in gara che si alternano, come da scaletta, sul palco, quando tocca a Morgan e Bugo. Morgan sale sul palco, inizia a cantare, e quando si volta Bugo non è al suo posto; è andato via e successivamente si rifiuta di rientrare mentre c’è sgomento tra Amadeus ed il pubblico tutto, collegato grazie a Raiplay, da ogni angolo del mondo. Più tardi si dirà che Morgan ha modificato estemporaneamente il testo della loro canzone “Sincero”, per inveire contro il compagno di viaggio; e Bugo, stanco, forse, dei tanti capricci di Morgan, abbia abbandonato il palco per non farci più ritorno, decretando di fatto, la squalifica dalla gara canora, così come prevede il ferreo regolamento del Festival e con gran rammarico da parte del direttore artistico che aveva fortemente voluto questa canzone in gara. Se fosse una trovata di qualche guru della comunicazione sarebbe geniale. In fondo è meglio abbandonare la gara squalificati con disonore e montando un enorme polverone mediatico che finirla, soffrendo, ultimi in classica, perché è questo quello che sarebbe accaduto senza il plateale litigio. Diciamola tutta, il duo incriminato non si era fatto amare da subito, anche alla luce delle tante polemiche montate in continuazione, tanto da finire ogni sera inesorabilmente ultimi in classifica, nonostante la loro performance, fosse migliore di tante altre in gara. Malgrado la squalifica di Bugo e Morgan, la gara continua per gli altri 23 artisti e giunge al termine, anche questa sera, con la consueta votazione. La sala stampa preferisce, tra tutti, l’intensa “Fai rumore” di Diodato, seguito da Gabbani e da I Pinguini Tattici Nucleari, mentre non piacciono Alberto Urso, Riki e Nigiotti. Occhi puntati stasera, per l’ultimo atto di questa gara che si profila sempre più avvincente. Ti è piaciuto? Cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti. Rispondiamo sempre. Resta aggiornato sulle nostre pubblicazioni e sulle ultime novità dal mondo del marketing e della comunicazione. Nome Cognome Email *
Consenso Consentici di usare i tuoi dati Qui, se vuoi, puoi consultare la nostra Privacy Policy Iscriviti alla newsletter Sanremo70: la terza serata del 70° Festival della Canzone Italiana La terza serata della settantesima edizione del Festival della Canzone Italiana, è quella dedicata alle cover, i cantanti in gara, infatti, si sono esibiti portando sul palco dell’Ariston quelle canzoni che hanno reso grande il Festival di Sanremo nel mondo. La gara si mostra da subito incalzante, del resto, c’erano ben 24 canzoni da ascoltare e giudicare. L’inflessibile giuria, sarà composta dai maestri dell’orchestra e del coro di Sanremo, che non valuteranno il brano presentato, ma soltanto, il modo in cui sarà interpretato. A tenere alto il ritmo, concorreranno le due co-conduttrici, Georgina Rodriguez e Alketa Vejsiu, che insieme ad un Amadeus, sempre più spontaneo e meno ingessato, accompagneranno lo spettatore nella ormai consueta maratona canora. Georgina Rodriguez, compagna di Cristiano Ronaldo, presente in sala, si esibisce in un conturbante tango, o almeno, ci prova, è, infatti, la prima volta che la modella si cimenta in questo sensuale ballo. Alketa Vejsiu, briosa conduttrice albanese, incanta tutti con la sua bellezza e la sua verve ed in un perfetto italiano, racconta di un paese in dittatura, il suo, in cui non si poteva guardare Sanremo ed i programmi considerati contro il regime e ringrazia l’Italia per l’accoglienza che ha sempre riservato al suo popolo, infine, duetta magistralmente con Bobby Solo, cantando “Una lacrima sul viso”, ricordandoci che la musica abbatte muri, confini e fa a meno dei passaporti. La serata scorre talmente tanto veloce, e del resto, Amadeus l’aveva annunciato, che non si ha il tempo di sentire la mancanza di Fiorello ed anche Tiziano Ferro, ormai ospite fisso, si esibisce una sola volta. C’è spazio anche per due ospiti internazionali, Lewis Capaldi e Mika, che omaggia la grande musica italiana cantando una canzone di De André, anche se il più atteso di tutti è sicuramente Roberto Benigni, che non calpesta il palco dell’Ariston da nove anni e rispetto ad allora, appare più posato. Il premio Oscar racconta all’Italia quella che, secondo lui, è la canzone delle canzoni, la canzone d’amore più bella che sia mai stata scritta nella storia dell’uomo, il “Cantico dei Cantici” e ne legge
alcuni stralci, regalandoci un momento di pura poesia. https://youtu.be/TDmCTVpxPu4 Lo spettacolo più grande, però, lo fanno i cantanti in gara reinterpretando quei pezzi che ormai appartengono alla storia e alla memoria collettiva, alcune volte stravolgendoli, altre invece, facendoli riacquistare nuova vita. Volete rivivere le prime due serate del Festival di Saneremo 2020? ■ 1a serata ■ 2a serata Anastasio con la PFM, attualizza “Spalle al muro” di Renato Zero, trasformandola in un incontro/scontro generazionale, mentre Diodato e Nina Zilli, reinterpretano con gran estro 24000 baci, mentre Gabbani svecchia “L’Italiano” di Toto Cutugno. Rancore con Dardust e La Rappresentante di Lista, ci regalano una intensa “Luce” di Elisa, così come intense sono “E se domani”, interpretata da Raphael Gualazzi e Simona Molinari e la bellissima “Ti regalerò una rosa” di Simone Cristicchi, giunto a supportare Enrico Nigiotti. Insolita l’interpretazione di “Si può dare di più”, con un trio femminile d’eccezione, Levante, Francesca Michielin e Maria Antonietta, così come insolita risulta “Gli uomini non cambiano”, interpretata da Achille Lauro con Annalisa. Alla fine la giuria dei maestri preferirà Tosca accompagnata da Silvia Perez Cruz, nell’interpretazione di “Piazza Grande”, a metà tra flamenco e fado, la versione rock di “Cuore Matto” alla Pierò Pelù e “Settanta volte”, il simpatico riassunto medley dei Pinguini Tattici Nucleari, da “Papaveri e papere” a “Rolls Royce”. Non piacerà, invece, l’interpretazione di “L’edera” di Riki e Ana Mena, la dance di “Non succederà più” di Elettra Lamborghini con Myss Keta e la bellissima “Canzone per te”, forse resa troppo leggera dalla rivisitazione di Bugo e Morgan. Non ci resta che attendere stasera, quando questi risultati andranno a sommarsi alla classifica generale, la gara è ancora aperta. Ti è piaciuto? Cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti. Rispondiamo sempre. Resta aggiornato sulle nostre pubblicazioni e sulle ultime novità dal mondo del marketing e della comunicazione. Nome
Cognome Email * Consenso Consentici di usare i tuoi dati Qui, se vuoi, puoi consultare la nostra Privacy Policy Iscriviti alla newsletter Una nuova era del marketing: come riparte il 2020. Intervista a Massimo Petrucci. Il 2020 segna l’ingresso di un nuovo decennio e nell’aria si respira una voglia di cambiamento diversa da quella che abbiamo visto fino ad oggi. Si parla sempre più di etica nel mondo del marketing, di persone e di bisogni reali, di autenticità. Il post-digitale è qui e ora. Ci troviamo in un’era post-digitale dove è scontato che le aziende e le persone abbiamo adottato strumenti e abitudini connessi al mondo del web e della tecnologia, un’era dove bisogna fare un passo ulteriore ed essere protagonisti del proprio destino. Tutto questo emerge in modo evidente dal report Accenture Technology Vision 2019 che detta i trend dei prossimi 3-5 anni. Il focus di questa edizione è proprio l’era post-digitale che segna il passo verso un cambio di paradigma: essere digitali, adottare le tecnologie, vivere il web, non è più un tratto di differenziazione, non è più il vostro vantaggio competitivo, è la base da cui partire. Le tendenze evidenziate dal report sono 5: ■ DARQ, acronimo che indica Distributed Ledger, Artificial Intelligence, Extended Reality e Quantum Computing. Guideranno la trasformazione di interi settori e saranno il volano dell’innovazione futura, rappresentano il prossimo set di tecnologie che ogni azienda dovrà padroneggiare. ■ GET TO KNOW ME, identificare l’unicità dei consumatori e cogliere nuove opportunità. Imparare a cogliere le nuove opportunità di mercato offerte da un’identità digitale in continua evoluzione, pensando a livello di persona non di mero consumatore; ■ HUMAN + WORKER, trasformare l’ambiente di lavoro e valorizzare le persone. La tecnologia sta cambiando le mutate modalità di lavoro e di interazione uomo-macchina, le persone stanno acquisendo nuove competenze grazie alle macchine e questo cambiamento va gestito e supportato; ■ SECURE US TO SECURE ME, uno dei fattori più sentiti è la sicurezza e le aziende ne sono responsabili;
■ MY MARKETS, soddisfare le esigenze dei consumatori in tempo reale. La tecnologia sta creando esperienze fortemente personalizzate e on demand. Scopri il nuovo numero > Il futuro è aperto In questa era post-digitale, si sente il bisogno di tornare ad essere umani, di riscoprire i valori come la fiducia, la sicurezza legata soprattutto alla privacy, perché le persone contano in quanto singoli individui e non aggregati di massa. Il nuovo fattore critico di successo e vantaggio competitivo è il purpose, inteso come insieme di valori, storia e scopi che mettono al centro la persona, non il consumatore. Il nuovo modo in cui le aziende vogliono iniziare a relazionarsi con gli utenti, il nuovo modo in cui gli utenti pretendono di essere coinvolti dalle aziende. In questo contesto vediamo come i contenuti siano sempre più forti e importanti per brand e customer, sono il vero tesoro di ogni azienda. M a s s i m o P e t r u c ci, fondatore e CEO di 667 agency Intervistiamo Massimo Petrucci, fondatore e CEO di 667 agency, per parlare proprio di questo 2020, delle sue tendenze e di come i marketer contemporanei devono muoversi in questo nuovo decennio. D. Buongiorno Massimo, lei è conosciuto come uno dei primi 100 professionisti al mondo su Lead Generation e Copywriting, qual è il suo segreto? R. Il segreto è che non esiste nessun segreto. La parola magica è perseveranza nell’applicare un concetto molto semplice che i giapponesi chiamano Kaizen ovvero piccolo, lento e costante miglioramento. Ogni giorno mi impegno a migliorare un po’, a volte basta davvero poco: leggere un nuovo articolo, una nuova pagina di un libro, guardare un video. Se da un lato la perfezione non esiste, l’eccellenza invece sì. Mi piace pensarla come Jigoro Kano, che anche quando tutti lo ritenevano il più grande maestro di judo perché ne era stato il fondatore, quando morì volle farsi seppellire con la sua cintura bianca. Il messaggio era chiaro: il più grande esponente del judo abbracciava l’emblema del principiante per la sua vita e oltre, perché riteneva che il viaggio
dell’allievo che cerca l’eccellenza per tutta la vita non dovesse finire mai. Ecco, il giorno che pensi di essere arrivato, di sapere tutto ciò che c’è da sapere, quello è il tuo ultimo giorno da professionista. D. Ha scritto libri, manuali e compendi su copywriting, lead generation, neuromarketing e molto altro. Quali sono le tendenze del 2020 per i marketer del nuovo decennio? R. Nel 2020 il marketer deve superare il paradigma della “conquista”, sto personalmente lanciando la sfida di un marketing prima di tutto etico, perché quello di “lancia la rete e trascina chiunque” ormai non ha più ragione di esistere per un semplice motivo: non funziona più! A partire dal 2020 assisteremo ad una nuova trasformazione da “Cacciatori” a “Coltivatori”, infatti il marketing del 2020 deve superare la grande sfida dell’attenzione, ma prima di tutto deve superare il concetto di “catturare” l’attenzione. Pensare alla “cattura” fa pensare ad una trappola, ad una rete gettata su qualcuno per poi trascinarlo là dove non vuole andare. Invece la grande sfida è imparare a “coltivare” l’attenzione. I titoli d’assalto, folcloristici, da gossip vanno bene per “catturare” l’attenzione, vanno bene solo per generare un clic tanto per fregare gli inserzionisti dei giornali online con migliaia di visualizzazioni inutili (inutili perché corrispondono a tempi di permanenza sulla pagina davvero irrisori). Inutili perché non riescono a trattenere le persone poiché nella maggior parte dei casi non c’è nulla di davvero interessante da leggere o “consumare”. Se invece impari a coltivare l’attenzione vuol dire che impari a coltivare la fiducia e se mi fido di te allora sono davvero disposto ad ascoltarti. Se ti ascolto, allora hai davvero sedotto la mia attenzione e se mi fido di te allora per me sei diventato un brand. Nel momento in cui sei diventato un brand, allora sei diverso dagli altri e se per me sei diverso dagli altri allora non ne farò più una questione di prezzo. Lascia che te lo dica in maniera diversa: Se mi fido di te allora per me sei diverso dagli altri e sei speciale. Se per me sei speciale, con te io mi sento speciale. Se solo con te mi sento speciale, allora sei un brand. Se per me sei un brand, allora sono disposto a pagarti di più. Leggi anche le nostre rubriche: ■ Interviste ■ Social e New Media D. Il suo podcast “Mai dire 30 min. di Marketing!” è molto seguito, quali sono le tematiche che interessano maggiormente i suoi ascoltatori? R. All’inizio tutti erano alla ricerca di un pulsante magico, una formula magica per ottenere clienti. Tuttavia, dopo un anno di lavoro costante, Giuseppe Franco ed io, abbiamo lavorato ad un concetto fondamentale: non esistono scorciatoie. Chi ti vende l’idea di “clienti a costo zero”, “ricco in 21 giorni”, “scrittura ipnotica per vendere qualunque cosa a chiunque anche se non la vuole”, ti sta truffando. Oggi chi segue le nostre puntate sa che sono vere sedute di formazione, con un linguaggio leggero, a volte divertente, ma sempre ricche di contenuto di alto valore formativo. Quello che ci
richiedono più spesso sono temi sulla scrittura persuasiva (copywriting), sulle strategie per ottenere clienti, sul personal branding e, più in generale, sulla comunicazione efficace. D. Quali progetti possiamo svelare per questo 2020 ruggente? R. In questo 2020 mi focalizzerò molto di più sulla formazione, in molti me lo stanno chiedendo e fino ad ora ho sempre mantenuto al minimo questo tipo di attività. Eppure è ciò che amo più di ogni altra cosa, mi piace dare, divulgare e far comprendere alle persone come ottenere risultati grazie alla comunicazione, al copywriting e alla lead generation. Ad ottobre 2020 condividerò il palco con uno dei più grandi esperti mondiali di marketing, parlo di David Meerman Scott e lo farò per il secondo anno consecutivo. È un grande onore per me e sono orgoglioso di rappresentare l’Italia in questo evento. Anche per questo ho deciso di focalizzarmi di più sulla formazione e, magari, anche sul mio nuovo libro, ho in mente qualcosa di strepitoso! Ti è piaciuto? Cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti. Rispondiamo sempre. Resta aggiornato sulle nostre pubblicazioni e sulle ultime novità dal mondo del marketing e della comunicazione. Nome Cognome Email * Consenso Consentici di usare i tuoi dati Qui, se vuoi, puoi consultare la nostra Privacy Policy Iscriviti alla newsletter Simply the best – L’editoriale di Ivan Zorico
I fine anno sono da sempre tempo di bilanci. Cosa è andato bene, cosa è andato storto, cosa poteva essere migliorato, cosa ha sorpreso positivamente e così via. Ma questo fine anno lo è probabilmente anche un po’ di più. In questi giorni non si sta solo chiudendo il 2019, ma anche un decennio. E, allora, se facciamo lo sforzo di allargare la prospettiva, possiamo vedere che il bilancio da fare è ben più corposo. Due sono le strade che si possono intraprendere in questo percorso a ritroso: quella pubblica e quella privata. Come una qualsiasi strada pubblica, quello che accade in questi luoghi tocca più o meno da vicino tutti noi. A volte ne siamo fortemente interessati, a volte siamo dei semplici osservatori e, a volte, ne siamo implicati nostro malgrado. Cosa è successo quindi in questi dieci anni? Di certo non ho la pretesa di fare un resoconto esaustivo, ma riporterò quello che maggiormente mi ha colpito. Rivoluzione digitale Certamente è stato il decennio (2010-2019) dell’esplosione della tecnologia, del web e dei social. Un mondo digitale che ha dato all’uomo il potere di essere davvero al centro, di esprimersi pubblicamente e di farlo in qualsiasi momento. Un potere in grado di disintermediare, di renderci tutti più veloci e farci sentire nel futuro. Ovvio che come tutte le rivoluzioni, anche quella digitale si è trascinata con sé problematiche sociali e non. D’altronde sino a dieci anni fa (o poco più) l’uomo si è sempre approcciato ad un mondo che, seppur in divenire, manteneva una velocità abbastanza stabile, incapace di creare enormi scossoni. Oggi, invece, facciamo i conti con uno tsunami. In un tempo limitatissimo, l’online ha modificato tutti gli aspetti della nostra vita. E siamo solo agli inizi. Sarà bello vedere tra dieci anni cosa saremo in grado di fare e come l’umanità sarà progredita. Perché al netto delle storture, che comunque ci sono, tornare indietro è impossibile. L’uomo dovrà risvegliare il suo innato spirito di adattamento. Il mondo intorno a noi sta cambiando e noi dovremo fare lo stesso. Ed alla svelta.
Scopri il nuovo numero > Simply the best Ambiente e partecipazione Negli ultimi tempi si sta risvegliando una sorta di coscienza collettiva. Alcuni lo definiscono una sorta di nuovo ’68. La questione ambientale è certamente il tema di questi ultimi tempi. Tema che ha come riferimento fulgido una ragazzina svedese – Greta Thunberg – in grado in breve tempo di saper connettere pacificamente milioni di persone nel mondo (per lo più appartenenti alla Generazione Z, come lei), influenzare l’opinione pubblica e di portare sui tavoli della politica internazionale le istanze del mondo ambientalista. Metodi di produzione, abitudini e consumi devono essere rivisti nell’ottica della sostenibilità ambientale e sociale. Se tra dieci anni il mondo sarà più vivibile lo dovremo in gran parte anche a lei, al suo attivismo ed al suo essere diventato icona di una generazione. L’uomo ha bisogno di esempi positivi per migliorare e cambiare. E Greta lo è. Tensioni, politica e divisioni Il decennio 2010-2019 è certamente figlio di quello precedente. E non poteva essere altrimenti. La crisi economica scoppiata negli Stati Uniti con il fallimento della Lehman Brothers nel settembre 2008, ha contagiato successivamente l’Europa mandando in recessione molti stati e mettendone a rischio molti altri, Italia compresa. La Grecia, la culla della civiltà occidentale, ha corso il serio rischio di uscire dall’euro; Spagna, Irlanda e Portogallo sono stati soccorsi dal fondo salva stati; l’Italia è stata salvata dal governo tecnico di Monti dopo che lo spread tra BTP e BUND tedesco era arrivato a quotare 574 punti il 9 novembre 2011. Il mondo conosce l’ISIS, prima noto come Daesh, e la sua strategia del terrore. Attentati in giro per l’Europa ci fanno sentire indifesi a casa nostra. Cose semplici, normali, come andare al ristorante o ad un concerto mettono paura. Le misure di sicurezza degli Stati si innalzano, dopo poco tutto sembra tornare alla normalità, anche vedere dei militari armati in giro nelle piazze delle nostre città. Abbiamo perso definitivamente l’età dell’innocenza. La politica replica con soluzioni vecchie a problemi nuovi, con risposte semplici a problemi complessi. Come l’immigrazione. Alzate di muri, porti chiusi e paura dell’altro, sono gli slogan che vanno per la maggiore. Le persone hanno legittimamente bisogno di sicurezza e stabilità. D’altronde crisi economica, rivoluzione digitale e cambiamenti generazionali, minano certezze e necessitano di visione. Il vento sovranista spira sul mondo occidentale, si fa sempre più strada l’idea che “soli è meglio” (vedi Brexit) e parole come integrazione, cooperazione ed unione, hanno assunto una veste negativa. Il prossimo decennio non inizia sotto i migliori auspici. Sin qui la strada pubblica, e quella privata? Qui il cerchio si restringe, sotto i riflettori ci finiamo noi. Nella propria strada privata ognuno ha le sue storie, i suoi percorsi e i suoi sogni. Ci troviamo da singoli a vivere questi anni complessi, ma pieni di opportunità. Solo noi possiamo sapere dove possiamo arrivare e quando. Quello che non dovrebbe mai mancare è l’impegno a migliorarsi. Se il decennio appena passato ci è sembrato assurdo, stressante e iper veloce, il prossimo lo sarà anche di più. Saranno anni intensi. Saranno gli anni del turismo spaziale, per dirne una. Il tempo e la storia hanno cambiato definitivamente marcia. Stare al passo è l’unica soluzione possibile. Buona lettura.
Ivan Zorico Ti è piaciuto? Hai qualche considerazione in merito? Fammelo sapere nei commenti. Rispondo sempre. Se vuoi rimanere in contatto con me questo è il link giusto: www.linkedin.com/in/ivanzorico Resta aggiornato sulle nostre pubblicazioni e sulle ultime novità dal mondo del marketing e della comunicazione. Nome Cognome Email * Consenso Consentici di usare i tuoi dati Qui, se vuoi, puoi consultare la nostra Privacy Policy Iscriviti alla newsletter I nuovi anni ‘20: gli anni ruggenti dei social e della tecnologia Come saranno i nuovi anni ‘20? Niente a che fare con lo swing e le collane di perle questa volta, possiamo scommetterci. Al posto dell’essenzialità di Coco Chanel ci accontenteremo dell’onniscenza di Alexa; e la luce di lustrini e paillettes sarà facilmente sostituita da quella di schermi di smartphone e tablet. E voilà…ecco gli anni ruggenti della tecnologia! Inutile chiedersi se sia meglio o peggio, se tutto questo digitale e web 2.0 o 3.0 ci abbia fatto bene, abbia migliorato le nostre vite o noi stessi. Probabilmente sì, da un canto ci ha facilitato la vita, ha semplificato molte delle nostre attività, e dall’altro lato ci ha reso pigri, incapaci di approfondire, schiavi degli schermi. Come già detto è inutile chiederselo ed è altrettanto inutile rispondersi, perchè il progresso avanza e non possiamo di certo andargli contro. Il punto è trovare la formula giusta, affrontarlo come esseri pensanti e consapevoli, usarlo come un alleato e non come un mero semplificatore. Negli ultimi 20 anni abbiamo rincorso il web, affascinati dalle sue potenzialità, dall’opportunità di
connetterci facilmente con ogni punto del mondo e di ottenere ogni tipo di informazione. Le aziende hanno iniziato a sognare sempre più in grande, ammaliate dall’idea di non avere confini per il proprio business. E così il primo must have fu il sito web, ben presto accompagnato dalla presenza sui social. Una presenza spesso un po’ casuale, poco curata, ma che marcava il territorio e diceva “ci sono anche io”, presupponeva un “come potrei non esserci?” e nascondeva spesso anche un “e ora che ci faccio?” O “a cosa mi serve?”. Scopri il nuovo numero > Simply the best A una fase iniziale di scoperta seguì una fase più pragmatica e di sperimentazione, fino alla fase attuale di maturità digitale, in cui c’è addirittura anche chi fa qualche passo indietro. Nell’anno che sta per concludersi, il 2019, hanno infatti fatto scalpore alcune aziende come Lush (a metà Aprile) e Unicredit (a Giugno) che hanno deciso di abbandonare i social. Stanche, forse spaventate dalla comunicazione a due vie, del crescente potere, e diritto di parola, dei consumatori o dalle regole del gioco (leggasi algoritmo). Visualizza questo post su Instagram We’re switching up social. Increasingly, social media is making it harder and harder for us to talk to each other directly. We are tired of fighting with algorithms, and we do not want to pay to appear in your newsfeed. So we’ve decided it’s time to bid farewell to some of our social channels and open up the conversation between you and us instead. Lush has always been made up of many voices, and it’s time for all of them to be heard. We don’t want to limit ourselves to holding conversations in one place, we want social to be placed back in the hands of our communities – from our founders to our friends. We’re a community and we always have been. We believe we can make more noise using all of our voices across the globe because when we do we drive change, challenge norms and create a cosmetic revolution. We want social to be more about passions and less about likes. Over the next week, our customer care team will be actively responding to your messages and
comments, after this point you can speak us via live chat on the website, on email at wecare@lush.co.uk and by telephone: 01202 930051. This isn’t the end, it’s just the start of something new. #LushCommunity – see you there. Un post condiviso da LUSH UK (@lush) in data: 8 Apr 2019 alle ore 12:17 PDT Se ne è discusso tanto per mesi, ci siamo chiesti se fosse un nuovo trend e quante altre aziende avrebbero presto seguito l’esempio, gli addetti ai lavori hanno osservato con terrore questa mossa, preoccupati dalle conseguenze…ma in verità non è successo nulla. Un po’ come quando un amico lascia la festa troppo presto, e tu provi a convincerlo a rimanere ancora un po’, ma in fondo se va via la festa continua in ogni caso. Se i mercati sono conversazioni chiudere delle finestre di dialogo è davvero una buona idea? Gli italiani sui social media sono più di 35 milioni, con un trend sempre crescente. Chi snobberebbe 35 milioni di potenziali clienti? Se i social media ci spaventano ancora, se l’opportunità di dar voce a clienti e consumatori ci infastidisce e se riteniamo che dover destinare delle risorse alla comunicazione web o investire del budget in Ads sia troppo impegnativo…allora stiamo ancora sbagliando qualcosa. Forse quella maturità digitale non c’è ancora, ma è sola assuefazione. Leggo spesso che l’offline è il nuovo online; ovvero che come il web ci ha ammaliati negli ultimi 15 anni… adesso è tutto ciò che è fuori dal web ad attirarci, perchè l’incantesimo si è un po’ spezzato, e noi non vediamo più soltanto i pro dell’online. Siamo affascinati dall’autenticità, dagli incontri dal vivo, dai contatti veri, e dunque il web, sempre capace di adattarsi alle esigenze di chi lo utilizza, diventa strumento abilitante: crea una connessione online che sfocia in un contatto offline. Pensiamo alle community, ai social network, alle app e ai siti di incontri o ai gruppi professionali. Stiamo per entrare nel 2020, un anno che suona subito futuristico, eppure sembra sia passato un attimo dal 2000, o dal 2004, anno ufficiale di nascita di Facebook, il più grande social network al mondo. Ci siamo lanciati un po’ alla cieca in questo nuovo mondo del web, lo abbiamo osservato e plasmato negli anni. Se esserne schiavi o padroni possiamo deciderlo noi. Ignorarlo non è un’opzione valida, dominarlo grazie alle giuste competenze e alla conoscenza approfondita delle sue potenzialità è sicuramente la scelta vincente. E allora tornando al trend dell’offline, ancora una volta dobbiamo parlare di comunicazione integrata: stare online non vuol dire non stare offline. La buona comunicazione, il buon marketing è un mix del tutto, è l’utilizzo sapiente di tutti i mezzi utili ad uno scopo, che si combinano come i pezzi di un puzzle. Ed è possibile costruirlo solo conoscendo la tecnica, quali pezzi incastrare, e avendo ben presente l’immagine intera da voler costruire alla fine. Niente di più facile o forse niente di più difficile. Giudicate voi.
Ti è piaciuto? Cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti. Rispondiamo sempre. Resta aggiornato sulle nostre pubblicazioni e sulle ultime novità dal mondo del marketing e della comunicazione. Nome Cognome Email * Consenso Consentici di usare i tuoi dati Qui, se vuoi, puoi consultare la nostra Privacy Policy Iscriviti alla newsletter Tutti i ponti e le vacanze in calendario del 2020 Il 2020 è arrivato e, come di consueto, parte la ricerca sul calendario di tutti i ponti e le vacanze che ci aspettano nel nuovo anno. Ormai lo abbiamo capito: organizzarsi per tempo ci dà un vantaggio nella prenotazioni dei viaggi e nella pianificazione delle ferie. Pertanto questo è il momento di segnare sul proprio calendar quelle date strategiche in grado di farci prendere il meritato riposo. Non perdiamo tempo, iniziamo. Capodanno (1° gennaio) e l’Epifania (6 gennaio) del 2020 ci sorridono: cadono rispettivamente di mercoledì e lunedì. Con pochi giorni di ferie si riesce a prendere un bel periodo di vacanza. Passato il maxi blocco delle ferie natalizie, passiamo direttamente a Pasqua che quest’anno cade il 12 di aprile. A Pasqua segue ovviamente il Lunedì dell’Angelo (Pasquetta). In questo periodo effettivamente non si può parlare proprio di ponti, ma quantomeno di qualche giorno di relax. Di ponti non si può parlare neanche per il 25 aprile (Festa della Liberazione) perché ahinoi quest’anno cade di sabato. Meglio invece il 1° maggio (Festa dei Lavoratori) che viene di venerdì.
Passiamo quindi al 2 di Giugno (Festa della Repubblica Italiana) che ci concede un bel ponte, cadendo di martedì. Scopri il nuovo numero > Simply the best Il 2020 è un anno bisestile e la tradizione, non so perché, dice essere un anno non troppo fortunato. Superstizione a parte, le prossime festività in calendario in effetti non sono proprio le più fortunate per gli amanti dei ponti. Ferragosto (15 agosto) e Giorno dei Santi (1° novembre) cadano rispettivamente di sabato e di domenica. Una vera disdetta. Ed eccoci arrivati così a dicembre 2020. Dicembre è il mese con potenzialmente il numero più alto di ponti e festività. Partiamo con una buona notizia: l’8 di dicembre (Immacolata concezione) viene di martedì. Natale e Santo Stefano (25 e 26 dicembre) ci sorridono a metà; Natale cade di venerdì e, di conseguenza, Santo Stefano di sabato. L’anno si chiude con una buona notizia: il 31 di dicembre 2020 sarà un giovedì e, pertanto, Capodanno (1° gennaio 2021) sarà di venerdì. Riepiloghiamo tutti i ponti e le vacanze in calendario del 2020. ■ Capodanno: mercoledì 1° gennaio ■ Epifania: lunedì 6 gennaio ■ Pasqua: domenica 12 aprile ■ Pasquetta, Lunedì dell’Angelo: lunedì 13 aprile ■ Festa della Liberazione: sabato 25 aprile ■ Festa dei Lavoratori: venerdì 1° maggio ■ Festa della Repubblica Italiana: martedì 2 giugno ■ Ferragosto: sabato 15 agosto ■ Giorno dei Santi: domenica 1° novembre ■ Immacolata Concezione: martedì 8 dicembre ■ Natale: venerdì 25 dicembre ■ Santo Stefano: sabato 26 dicembre ■ Capodanno: venerdì 1° gennaio 2021 Come ogni anno, ricordatevi di dare un’occhiata a quando cade in calendario il Santo Patrono della vostra città perché spesso regala delle belle sorprese. Ti è piaciuto? Hai qualche considerazione in merito? Fammelo sapere nei commenti. Rispondo sempre. Se vuoi rimanere in contatto con me questo è il link giusto: www.linkedin.com/in/ivanzorico Resta aggiornato sulle nostre pubblicazioni e sulle ultime novità dal mondo del
marketing e della comunicazione. Nome Cognome Email * Consenso Consentici di usare i tuoi dati Qui, se vuoi, puoi consultare la nostra Privacy Policy Iscriviti alla newsletter Email marketing: ecco quali sono i trend più importanti per il 2020 L’innovazione tecnologica, la digitalizzazione, l’automazione e l’evoluzione neuronale, legata ma anche per certi versi indipendente da questi fattori, ci spingono ad aggiornare costantemente le nostre competenze e a tenere il passo di tutti i frenetici cambiamenti. Se prima era il passaparola a fare da tramite tra venditore e acquirente, dopo abbiamo visto le pagine di giornali e riviste riempirsi di sponsorizzazioni e dopo ancora i display dei nostri computer e cellulari. Ne è passato di tempo da quando nel 1978 Gary Thuerk, dipendente della Digital Equiment Corporation, inviò la prima email marketing. Il suo scopo era promuovere un nuovo modello di pc a 36bit. Se ci riuscì o meno è un dato discordante, ciò che importa è che da allora fu rivoluzionata una parte fondamentale del customer journey. Thuerk cambiò le fasi dell’acquisizione e della fidelizzazione dei clienti. Quanto contano le newsletter nelle strategie di marketing Oggi la DEM (digital email marketing) è ancora un validissimo canale del funnel di vendita, è tra gli strumenti che, nella cassetta degli attrezzi del web marketer, non devono mai mancare. Secondo alcune statistiche raccolte da Hubspot e da Yes Lifecycle Marketing: ■ l’89% degli addetti al settore utilizza l’email come canale privilegiato di comunicazione ■ il 66% dei compratori effettua un acquisto dopo aver ricevuto un email, il 20% a seguito di un annuncio postato su Facebook e solo il 6% tramite Twitter ■ l’80% dei commercianti indica la dem come principale strumento attrattivo per clienti potenziali e abituali.
Ancora, sembra che da 247 miliardi di email marketing giornaliere inviate nel 2010 si passerà, nel 2020, a ben 307. Non male per approfondire l’argomento e aggiornarsi sui trend da seguire! Personalizzazione e UGC al primo posto Ci sono diversi fattori da considerare per elaborare una strategia di email marketing che segua il passo dei cambiamenti che hanno caratterizzato questo 2019 e che inevitabilmente avranno delle ricadute sull’anno che è alle porte. Partiamo dal primo aspetto da considerare per far impazzare l’open rate (tasso di apertura delle email) e il CTR (percentuale di click sui link contenuti nel messaggio), la personalizzazione. I Millennials vogliono essere considerati come persone, non numeri, né codici. Sono meno formali dei loro predecessori e necessitano di un tono di voce colloquiale e caloroso. Preferiscono leggere email dal contenuto ironico, scherzoso e personalizzato, in cui viene citato il loro nome e si fa riferimento alle loro precedenti abitudini d’acquisto. Niente paura, anche per questo ci sono utilissimi strumenti di segmentazione e targeting, CRM e sistemi di gestione automatica dei dati. Scopri il nuovo numero > Simply the best Strettamente collegato al primo, un altro mantra che si è affermato recentemente e che deve far parte della liturgia del web marketer riguarda gli user generated contents (UGC). I consumatori, si sa, vogliono essere considerati parte integrante del processo creativo del prodotto che acquisteranno, vogliono condividere con il brand i suoi valori e la sua filosofia. Vogliono essere coinvolti. E quale miglior strumento dell’email marketing? Basta invitali a condividere lo scatto delle scarpe che hanno appena acquistato in negozio e in cambio offrirgli il 20% di sconto sul prossimo articolo. Questo genererà fidelizzazione e aumento delle conversioni, perché quella foto farà il giro del web e sarà garanzia di affidabilità per i futuri clienti. Sempre in merito al contenuto, si è affermata negli utili tempi una tendenza che forse non ci saremmo aspettati, la preferenza del testo rispetto alle immagini. Quindi, d’ora in avanti nelle email, text only e interazioni. Vuol dire che le immagini sono bandite? Certo che no, ma la user experience (UX) testimonia una vera e propria orda di email della quale molte volte le persone si sentono “vittime”. Per cui, un contenuto più semplice, breve (di circa 50 parole) e meglio organizzato rispetto agli altri, risulterà di maggior impatto. Molto diffusa ultimamente è anche la gamification (l’uso di elementi provenienti dai giochi e dalle tecniche di game design) che stimola ad interagire e a compiere una call to action. Nel futuro dell’email marketing ci sono iscritti più selettivi e
pretenziosi Altri trend sono di tipo tecnico e riguardano la forma più che la sostanza. Se vi state ancora chiedendo quale sia il miglior metodo di iscrizione a una newsletter tra single o double opt-in, per questo 2020 non c’è dubbio, meglio la seconda opzione. Per single opt-in s’intende una modalità che prevede di ricevere comunicazioni in maniera più immediata, semplicemente inserendo il proprio indirizzo email, senza fornire altre informazioni. La modalità double opt-in, invece, richiede un ulteriore passaggio, ovvero la conferma delle credenziali e questo può risultare più “scocciante” per l’utente, ma è sicuramente più sicuro per chi gestisce il sistema. La conferma infatti darà maggiori garanzie sull’identità dell’iscritto e agirà come filtro per evitare che s’iscrivano alla newsletter anche hacker, bot o persone non realmente interessate. Questo, nel contesto dell’inondazione di contenuti di tutti i tipi, funziona come valido strumento da prendere i considerazione per selezionare la propria lista di contatti. E per quanto riguarda il responsive-design? Si conferma la tendenza del mobile-first che, inaugurata nel 2017 nel 2020 vedrà la sua più completa affermazione. Attualmente il 53% delle email vengono visualizzate tramite smartphone, ma questo numero è destinato a crescere (secondo ricerche riportate dal blog di Adv Media Lab). L’usabilità e la funzionalità sono le prime caratteristiche di una dem efficace. Gli utenti devono poter fruire del messaggio da qualsiasi dispositivo, senza alcuna distinzione. Questo è un aspetto imprescindibile per puntare all’engagement e conseguentemente alla conversione. Quindi, bisogna usare servizi di email marketing che siano mobile friendly, cioè in grado di generare email leggibili e con cui si può interagire facilmente tramite cellulare. La parola d’ordine del futuro è anche automazione. Le ultime innovazioni in campo digital hanno spianato la strada all’email automation e sembra che a partire dal prossimo anno ci si muoverà sempre più in questa direzione. Servizi di marketing in cloud, segmentazione, report, test a/b completamente automatizzati e chatbot, pronti a rispondere a tutti gli utenti in qualsiasi momento, ridurranno sempre più i costi, aumentando il ROI (ritorno sull’investimento) e favorendo quella personalizzazione così richiesta e tanto attesa per la nascita di una reale single customer experience. Secondo Tom Klein, CMO di Mailchimp, in breve tempo le campagne di email marketing diventeranno sempre più interattive e daranno la possibilità agli iscritti di compiere diverse azioni. Senza mai lasciare la loro casella di posta, gli utenti potranno fare acquisti e usufruire di servizi tipici delle app. Ai professionisti del marketing non resta che prendere nota di questi cambiamenti e prepararsi ad aggiornare la lista perché si prospetta un 2020 molto produttivo. Il punto di partenza è elaborare contenuti personalizzati, interattivi, attenti alla UX, responsive e automatizzati! Ti è piaciuto? Cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti. Rispondiamo sempre.
Puoi anche leggere