Clinica sistemica Rivista dell'Istituto di Psicoterapia Sistemica Integrata - volume 4/2014 - Idipsi
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Rivista dell’Istituto di Psicoterapia Sistemica Integrata Clinica sistemica volume 4/2014
Indice Direttore Responsabile Antonio Restori Direttore Scientifico Mirco Moroni Coordinamento redazionale Barbara Branchi, Valentina Nucera, Monica Premoli, Alessia Ravasini Redazione Alberto Cortesi, Fabio Sbattella, Gabriele Moi, Paola Ravasenga, Gianfranco Bruschi, Elisabetta Magnani, Stefania Pellegri, Paolo Persia, Giada Ghiretti Comitato Scientifico Marco Bianciardi (Torino), Paolo Bertrando (Milano), Umberta Telfener (Roma), Gabriela Gaspari (Lecco), Pietro Pellegrini (Parma), Gwyn Daniel (Londra), Vincent Kenny (Dublino), Valeria Ugazio (Milano), Giovanni Liotti (Roma), Giacomo Rizzolatti (Parma), Lucia Giustina (Novara), Vittorio Gallese (Parma), Camillo Loriedo (Roma) Segreteria organizzativa Ilaria Dall’Olmo
Indice Indice pag. 05 Febbre d’attaccamento. Disturbi psicosomatici e approccio sistemico integrato. Marzia Dossena pag. 17 Uno sguardo sistemico alla psicoterapia transculturale. Davide Caravaggi, Michelle Visconti pag. 29 Emotionally focused therapy e Idipsi: epistemologia e metodologia a confronto. Francesca Facchini pag. 39 Il potere della parola, ovvero l’arte di fare psicoterapia. Silvia Vescovi pag. 43 Premesse e pregiudizi: limiti e possibilità all’interno di un sistema terapeutico. Daniela Deluca pag. 57 Figlio di mamma vedova. L’impatto del suicidio sul sistema familiare. Silvia Galletta pag. 69 Adolescenza e adozione: il caso di Liza. Luca Zucchini
Febbre d’attaccamento: terapia sistemica a setting multiplo nel caso di un’adolescente con disturbo psicosomatico. Marzia Dossena1 Sommario In questo lavoro viene presentato un caso di intervento psicoterapeutico sistemico a setting multiplo, attivato in relazione a una problematica di natura psicosomatica, portata da una fa- miglia in fase di stallo evolutivo, coincidente col tentativo di svincolo della figlia adolescente. Nel ricostruire le fasi salienti del processo terapeutico si fa riferimento ai principali contributi di autori sistemici sul tema e ai recenti studi che hanno messo in luce un’associazione tra malattia psicosomatica e teoria dell’attaccamento. Vengono inoltre citate le ricerche più si- gnificative sul rapporto tra salute e capacità di mentalizzazione e regolazione delle emozioni. Dal punto di vista metodologico si intende portare l’esempio di una presa in carico terapeuti- ca con la combinazione di setting familiare e setting individuale per la stessa paziente, come suggerito in letteratura per i casi di individuazione problematica in fase adolescenziale. Infine si pone l’accento su quanto una precedente diagnosi medica, ambigua ed evidentemente non co-costruita, abbia contribuito alla definizione di una serie di premesse sul sintomo con potenziale rischio iatrogeno; concludendo con una riflessione sulla responsabilità del terapeuta e le potenzialità dell’epistemologia sistemica nel superare le dicotomie spesso introdotte nell’approccio ai disturbi psico-somatici. Parole chiave Febbre psicosomatica, separation call, attaccamento, setting multiplo, ciclo di vita familiare, responsabilità. Abstract In this paper we present a case of systemic psychotherapeutic intervention in multiple settings, acti- vated in connection with a problem of a psychosomatic nature, brought by a family stalled evolution, coinciding with the release of the attempt to teenage daughter. In reconstructing the salient phases of the therapeutic process, reference is made to the main contributions of systemic authors on the subject and to the recent studies, which have revealed an association between psychosomatic illness and attachment theory. It also cited the most significant research on the relationship between health and mentalizing capacity and regulation of emotions. From the methodological point of view, you are taking the example of a therapeutic program with the combination of family setting and individual setting for the same patient, as suggested in the literature for identifying problematic cases in the adolescent stage. Finally, the emphasis is on what a previous medical diagnosis, ambiguous and ap- Psicologa, psicoterapeuta; ex allieva Scuola di specializzazione IDIPSI. E-mail:marzia.dossena@gmail.com 1 volume 4/2014 | Clinica sistemica 5
parently not co-constructed, has contributed to the definition of a set of assumptions on the symptom with potential iatrogenic risk; concluding with a reflection on the responsibility of the therapist and the potential of systemic epistemology in overcoming dichotomies, often introduced in the approach to psycho - somatic . Key words Psychosomatic fever, separation call, attachment, multiple settings, family life cycle, responsibility. 6 volume 4/2014 | Clinica sistemica
UNA FEBBRE MISTERIOSA Simona, in età infantile, possa non essere La signora Marisa, casalinga di 51 anni, si stato semplice discriminare le stimolazioni rivolge al servizio di neuropsichiatria terri- propriocettive associate alle emozioni della toriale con un’intensa preoccupazione in madre, data la fissità del suo volto, e di con- merito ai ricorrenti episodi di febbre, che seguenza autoregolarsi. Si vedano su que- sembra stiano significativamente compro- sto tema le riflessioni di Baldoni, (2010) sul mettendo la frequenza e il rendimento sco- concetto di falso sé proposto da Winnicot lastico della secondogenita Simona, di 16 (1954;1960) che si svilupperebbe a fronte anni. La signora riferisce che tutta una se- di un atteggiamento non sufficientemente rie di accertamenti clinici portati avanti da mentalizzante del caregiver e come questo due diversi centri ospedalieri, entro e fuori sia associato con l’insorgenza, in età infan- regione, non hanno prodotto una diagnosi tile, di disturbi comportamentali e organici. univoca rispetto all’origine organica o psi- La donna sembra a tratti alludere allo spet- cologica del malessere. Elemento per lei tro di un indefinibile “problema mentale” singolare è che al momento del ricovero la che potrebbe riguardare Simona (poco in- febbre - anche a 39°! - di Simona scom- telligente? malata di mente?), che non vie- pare. ne mai apertamente esplicitato e sembra Da una prima valutazione effettuata dal connesso con la restituzione che il neurop- neuropsichiatra, emerge una problematica sichiatra ha proposto alla famiglia dei suoi di disturbo dell’apprendimento, con con- colloqui con la ragazza, definendola come seguente certificazione e un tema di ansia un caso “molto difficile e a rischio assun- pervasiva che, a parere del professionista, zione di psicofarmaci”. Si scoprirà in segui- necessita di ulteriori approfondimenti nella to che la nonna materna ha sofferto di una sfera relazionale e psicologica. Interviene a patologia mentale grave che l’ha costretta questo punto lo psicologo del servizio, che per molti anni all’istituzionalizzazione; un convoca la famiglia nucleare al completo fantasma, non dicibile, che sembra eviden- per un incontro, connotato come l’avvio temente evocare timori e ombre sul futuro di fase di una consulenza, utile a delineare della ragazza. l’eventualità e gli obiettivi di un percorso di Il padre Ernesto - 56 anni, impiegato nel terapia familiare. settore alimentare - tende a restare sullo La signora Marisa sembra il membro più sfondo e, solo se direttamente interpellato, esperto sul problema. E’ lei a prendere più si esprime per minimizzare la rilevanza dei spesso il turno di parola e ad esprimere la temi portati dalla moglie, connotando in- propria preoccupazione per questa febbre vece l’area della socialità come l’autentico dall’origine misteriosa che potrebbe com- problema di Simona, così come per gli altri promettere il futuro scolastico e - chissà!- componenti della famiglia: tutti timidi, incerti forse anche lavorativo di Simona. Dal punto e spaventati dalle novità. La madre sembra di vista non verbale, colpisce subito una solo a questo punto accendersi emotiva- specie di sorriso a denti stretti che accom- mente, opponendo un aperto rifiuto della pagna costantemente l’eloquio della signora punteggiatura del marito, colpevole a suo Marisa, indipendentemente dalle variazioni dire di essere troppo assente per lavoro ed del tono emotivo. L’equipe ipotizza che per esprimendo il suo vissuto di solitudine nel volume 4/2014 | Clinica sistemica 7
sentirsi l’unico riferimento educativo per le o stressanti. Le ricerche in neuropsichia- due figlie. tria mettono in luce come i sintomi fisici di Simona interviene poco e timidamente, por- cui il bambino si lamenta quando avviene tando un vissuto di estraneità nel confron- o è anticipata la separazione dal caregiver, tarsi col mondo dei pari, così diversi da lei evolvono frequentemente in un proble- per valori e idee sul mondo. La sorella mag- ma di somatizzazione in età adolescenziale giore, Amanda, brillante universitaria venti- (Guidetti e Galli, 2005). Sembra interessan- duenne, non sembra avere una teoria pre- te citare un filone di studi (Hofer e Weiner, cisa sull’origine del sintomo di Simona, ma 1975; Hunter e Maunder, 2001) che ha evi- è certa che in ospedale le scenda la tempe- denziato un’associazione tra esperienze di ratura perchè lì si sente protetta e al sicu- attaccamento insicuro e comportamento ro; inoltre ritiene che se la sorella studiasse di malattia, tendenza alla somatizzazione e di più risolverebbe molti dei suoi problemi, all’ipocondria nell’adulto. invece è svogliata e capace di impegnarsi solo per ottenere tutto ciò che vuole dalla LA FUNZIONE DEL SINTOMO NEL mamma, pigolando – letteralmente! – come CICLO DI VITA FAMILIARE un pulcino, da quando è piccola. Il pigolio Dal punto di vista dell’ipotizzazione, fin da del pulcino è il tipico esempio di separation questo primo colloquio, emerge un gio- call, (Mac Lean, 1985) quel segnale comu- co familiare in cui il sintomo di Simona ha nicativo che secondo gli etologi serve ad la funzione, da un lato, di tenere distante attivare il sistema dell’attaccamento, la cui la ragazza dall’ambiente scuola, (vissuto percezione, come ricordano Liotti e Monti- con estremo disagio sia dal punto di vista celli (2008), attiva in modo complementare sia degli apprendimenti, sia della socializ- il sistema motivazionale dell’accudimento. zazione col gruppo dei pari); dall’altro di Ricostruendo la storia di Simona viene pre- consentire a una mamma, che si è sempre sto alla luce un collegamento col sintomo e soltanto spesa per la famiglia, di sentirsi attuale e un precoce tema di ansia da se- utile, occupandosi della figlia («prima lavo- parazione, che già prima dei sei anni d’età, ravo ma non mi piaceva il mio impiego… ha fatto da sfondo a tutto il percorso sco- non ho mi provato un sentimento d’amo- lastico della ragazza, e che si è manifesta- re così forte come quello che ho provato ta tipicamente con un malessere intenso in con verso le mie figlie, non avevo bisogno occasione delle separazioni dalla mamma, d’altro»). In ottica triadica, scopriremo in col rifiuto persistente di andare a scuola e la seguito quanto Simona con la sua “febbre lamentela di sintomi fisici (mal di testa, mal d’attaccamento”, provi anche a tirar dentro di pancia). il padre in quella dinamica tutta al femminile, Già Bowlby (1969;1973) aveva espresso da cui sembra fortemente escluso. un’associazione tra l’ansia da separazio- Cirillo (2013) esprime in modo chiaro la pos- ne e la fobia per la scuola, collegandole sibilità che il sintomo rappresenti «contem- entrambe a una modalità relazionale dei poraneamente un mezzo per esprimere la genitori verso i figli, poco efficace nel pro- sofferenza del paziente e insieme per difen- muovere un senso di sicurezza e protezione dersene, grazie al controllo che consente in situazioni percepite come minacciose al paziente su se stesso e sull’ambiente» 8 volume 4/2014 | Clinica sistemica
(p.21). favorire lo sviluppo e il mantenimento di pa- L’intervento del terapeuta in questa fase tologie croniche, così come l’invischiamen- di consulenza consiste proprio in un’inizia- to, l’iperprotettività e la rigidità. Rapaport le azione di decostruzione delle premesse e Ismond (2002), nella disamina dei disturbi legate al sintomo, sgombrando il campo evolutivi presenti nel DSM IV, descrivono dalle paure legate a una possibile patolo- una costellazione familiare invischiante e gia psichiatrica e proponendo invece una accudente come il denominatore comune connessione tra il disturbo della ragazza e tra le famiglie in cui compare un tema d’an- un tema di autonomia, giocato nel contesto sia da separazione. relazionale familiare. Rispetto al collegamento tra evitamento Si sollecita l’intero nucleo a pensarsi in del conflitto e processo di individuazione, termini di ciclo di vita familiare (Hill 1966; si vedano infine gli spunti di Onnis (1994) Duvall 1977) come «famiglia con figli ado- «...l’impossibilità di esplicitare le differenze lescenti», interessata da compiti di svilup- si traduce necessariamente in una difficoltà po specifici per i diversi membri e luogo di grave nei processi di differenziazione» (pag. passaggio «dalla relazione complementare 187-189). dell’infanzia a una relazione che contiene Per un focus specifico sull’età adolescen- elementi di simmetria» (Loriedo e Picardi ziale, si rimanda agli studi di Stierlin, Wir- 2000, pag. 157), dove quindi la gestione sching e Knauss (1988) che, nel caso di dei conflitti assume proporzioni rilevanti. pazienti adolescenti con condizione psico- Pensare in termini di ciclo vitale familiare e somatica cronica, segnalano la presenza non semplicemente individuale, presenta di uno stato di ridotta individuazione e un una serie di vantaggi: sia perché amplifica la sistema familiare rigido in cui i sintomi sono percezione di continuità della famiglia attra- divenuti funzionali agli altri membri del siste- verso il tempo e le generazioni, sia perché ma. Stierlin (1974) è autore inoltre di un mo- offre un punto di vista sulla famiglia come dello transazionale che individua tre scenari soggetto che continuamente vive e si tra- tipici - di legame, di rifiuto e di delega - che sforma (Loriedo e Picardi, 2000). In questa ostacolerebbero il processo di individuazio- famiglia sembra non sia possibile esplora- ne negli adolescenti con sintomo psicoso- re l’area del conflitto. Possiamo ipotizzare matico. che questo conflitto non venga agito diret- tamente da Simona, ma si manifesti su un DALLA CONSULENZA piano analogico attraverso il corpo che “si ALLA TERAPIA FAMILIARE infiamma”. Il percorso di terapia familiare, condotto dal- Rispetto alla connessione tra una certa ti- lo psicologo del servizio, supportato dall’e- pologia di struttura familiare e l’esordio di quipe di specializzandi dietro lo specchio, sindromi psicosomatiche nei figli, è inevita- si dispiegherà per altri nove incontri, per un bile far riferimento alle ricerche di Minuchin, periodo di nove mesi. Roseman e Baker (1980), autori di un testo Si segnalano alcuni movimenti significativi, fondamentale, non solo in ambito sistemi- compiuti dai singoli membri: il signor Erne- co, dove l’evitamento del conflitto viene ci- sto, sempre più attivo e propositivo nel met- tato tra le quattro dimensioni che possono tere in gioco la propria funzione genitoria- volume 4/2014 | Clinica sistemica 9
le, esce gradualmente da una posizione di proprie risorse e l’attesa di un cambiamen- marginalità; Simona, protesa in un eviden- to fosse delegata in toto a Simona e al suo te sforzo per uscire dal silenzio, manifesta percorso individuale. un’iniziale remissione del sintomo febbre. La mossa di schierare due terapeuti per un La signora Marisa e la primogenita Amanda paziente è coerente con quanto descritto sembrano attivarsi maggiormente in senso nel testo di Liotti, Farina e Rainone (2005) omeostatico: la madre dichiara la propria sulla psicoterapia a setting multipli, dove si impossibilità a modificare il suo stile educa- fa riferimento (oltre ai casi di grave distur- tivo, pur ritenendolo in parte responsabile bo di personalità su cui è centrato il lavoro) dei falliti tentativi di autonomizzazione della a situazioni in cui, una relazione di attac- figlia minore; mentre Amanda sembra orien- camento ancora attuale e che non possa tata a mantenere una posizione di relativa esitare nell’immediato con una separazio- “sicurezza”, conquistata con fatica all’inter- ne, è fortemente impegnata nella genesi di no della cerchia familiare. un disturbo che richiederebbe anche una psicoterapia individuale. E’ questo il nostro EVOLUZIONE DEL SETTING caso, dove una paziente adolescente in L’equipe terapeutica realizza a un certo fase di elaborazione di proprie esigenze di punto del percorso familiare che, pur es- autonomia mentale dalla famiglia, è ancora sendo giunti a un apparente accordo nella dipendente da essa dal punto di vista emo- definizione del problema, i tentativi di por- tivo, economico, abitativo. tare nuove narrazioni sembrano accolti a Per garantire al paziente adolescente la ne- livello cognitivo, ma non trovano una con- cessaria riservatezza e libertà di dialogo ex- cretizzazione nei vissuti e negli agiti. trafamiliare è consigliabile mettere in campo Simona sembra ancora in evidente difficoltà un terapeuta diverso da quello che condu- nel trovare uno spazio di espressione auto- ce le sedute familiari2 (Liotti et al., 2005). noma nel contesto domestico, così come in Come terapeuta per Simona viene scelta quello terapeutico. Al fine di accordarsi su una tirocinante specializzanda che aveva un nuovo obiettivo comune, l’equipe deci- preso parte all’equipe terapeutica durante de di puntare su un percorso individuale da le prime sedute familiari e che espliciterà proporre alla ragazza, cui seguirà a breve nel contratto terapeutico con la ragazza, la una sospensione temporanea degli incontri connotazione specifica di quello spazio in- di famiglia, da connotarsi non come chiu- dividuale come momento privato e protetto sura definitiva, ma come sospensione tem- da segreto professionale, ad eccezione di poranea e spazio aperto in attesa di pos- quei contenuti che sia lei stessa a volere sibili sviluppi. A questo punto, la dinamica condividere. familiare in terapia tende a farsi più statica, come se, in quel tipo di contesto, i membri IL PRIMO INCONTRO CON SIMONA: sentissero di aver già attivato al massimo le L’ANALISI DELLA DOMANDA INDIVIDUALE 2 Prassi ormai consolidata nella U.O.N.P.I.A. cui si fa riferimento, grazie allo possibilità di attingere a un costante bacino di specializzandi. 10 volume 4/2014 | Clinica sistemica
Simona è una ragazza alta, di media cor- generale desiderio di cambiamento e di poratura, con capelli corti biondi. L’abbi- emancipazione da un pervasivo senso di gliamento è sportivo, costituito da capi che indeterminatezza del sé (vorrei conoscer- potrebbero essere indossati anche da un mi meglio..che uscisse più spesso la vera ragazzo. Gli accessori sono un paio di oc- Simona). Un tema di identità, quindi, di indi- chiali da vista con montatura alla moda e un viduazione, come ci si poteva aspettare da piercing nella parte alta dell’orecchio, carat- quanto emerso in sede di terapia familiare . teristica appariscente, ma non troppo. La L’intervento terapeutico, in questi primi in- postura è leggermente curva e ripiegata su contri, è focalizzato sul mantenimento di se stessa. Le mani sono spesso trattenute una posizione di ascolto non giudicante, l’una dentro l’altra e, anche nella gestualità con una generale accettazione del mondo che accompagna l’eloquio, non sono mai di Simona. C’è bisogno di accogliere tutto il completamene estese. Il tono di voce è an- suo vissuto di inadeguatezza: per non esse- cora lievemente infantile e incerto. re popolare a scuola; per il fatto di simulare Quando viene esplorata la sua motivazione conversazioni ad alta voce nella sua came- nell’intraprendere un percorso individuale, retta che non replicherà mai con le persone inizialmente dice di essere lì per il suo pro- in carne e ossa; per essere innamorata di blema: una febbre quasi ininterrotta negli un attore famoso con cui ha pianificato tut- ultimi due anni che la preoccupa un pochi- ta la sua esistenza, ma che probabilmente no anche per le due diverse interpretazioni non incontrerà in questa vita, etc. – organica vs emotiva - che del suo males- L’atteggiamento della ragazza è di grande sere sono state date. Ciò che Simona sa apertura e disponibilità all’incontro col tera- del suo sintomo è la certezza che ce n’è peuta, E’evidente il suo sforzo per superare sempre stato uno (bronchiti, sinusiti, cistiti, l’imbarazzo nel dire di sé, non tanto ad un tonsilliti...) fin dai primi anni della sua infan- estraneo, quanto a chiunque altro non sia zia e sembra sottintendere con una certa sua madre. Sono talmente tante le cose da rassegnazione, che forse sempre uno ce ne dire, che già dal secondo colloquio, viene sarà. Uno dei suoi primi ricordi è il ricovero concordato che le sedute durino un’ora e per una febbre altissima il giorno del suo mezza, con una cadenza quindicinale. «triste» quarto compleanno. Non c’è nessuna apparente ritrosia a par- Nella lunga digressione sul sintomo che lare di emozioni, ma è evidente come, fino Simona porta in questo primo colloquio, a questo punto, sia mancata l’occasione di emergono una serie di aperture fondamen- elaborarle e integrarle con i pensieri, i sen- tali, che saranno oggetto di lavoro terapeu- timenti, il corpo, l’immaginario. Il disturbo tico per i successivi venti incontri: l’ansia da psicosomatico esprime emblematicamente separazione, l’attaccamento per la mam- questa frattura tra parti di sé, così come la ma, l’isolamento dal gruppo dei pari, la sof- difficoltà di mentalizzazione e di autoregola- ferenza per le proprie difficoltà scolastiche, il zione delle emozioni. dubbio sulle proprie competenze cognitive, l’inibizione nella sfera affettiva e sessuale. ALLARGARE IL SISTEMA ALLA Dall’analisi della domanda non emerge RICERCA DI PREMESSE TRIADICHE E una richiesta specifica sul sintomo, ma un NUOVI GIOCHI INTERATTIVI volume 4/2014 | Clinica sistemica 11
Il principale obiettivo terapeutico, in questa terno emerge invece un gioco familiare per seconda fase, è favorire la connessione di cui le coppie di sorelle (in tutte e tre le gene- Simona col proprio mondo interiore, con razioni) competono per l’amore della madre una mente incarnata in un corpo che, negli e in cui, le più grandi provano un’intensa in- ultimi mesi, si ammala sempre meno. A par- vidia/gelosia per le più piccole. Tutto questo tire dall’elaborazione condivisa di una sorta concorre palesemente a tenerle agganciate di baseline sul tema delle emozioni (cosa nella dimensione di figlie, ostacolando un sono, quali sono, come si manifestano, si autentico processo di individuazione. riconoscono, si elaborano) ci si immerge in Grazie alla messa in scena di una serie di un percorso di alfabetizzazione progressiva, sculture familiari su passato, presente e attraverso l’uso della metafora, del disegno, futuro ipotetico, risultano infine evidenti le della scultura con oggetti. Simona utilizza sequenze interattive che dal punto di vista l’immagine di un cuore abitato da una serie di Simona sono in atto nella sua famiglia. di emozioni, collegate a persone e ad ambi- La ragazza sente di essere impegnata ci- ti significativi della propria esistenza e sud- clicamente in un movimento di distacco diviso in due parti simmetriche (una rivolta dalla madre, che si traduce in una perpetua all’oscurità, una alla luce) a rappresentare il oscillazione tra completa adesività e scolla- passaggio dall’interruttore spento della ma- mento parziale. Uno scollamento completo lattia a nuove nitide lenti con cui guardare sembra impraticabile, a causa della rivalità se stessa. con la sorella Amanda, che Simona perce- Anche il genogramma, si rivela uno stru- pisce minacciosamente pronta a insinuarsi mento potente per supportarla nel bisogno in quello spazio che potrebbe liberarsi tra la di trovare ancoraggi alla sua storia trigene- mamma e lei. Solo a questo punto è auto- razionale, di cui conosceva pochissimi det- rizzato ad entrare in gioco la figura del pa- tagli; fatto che amplificava enormemente il dre, che nel tentativo di fare da arbitro tra suo sentirsi sospesa e indefinita. Favorisce le donne, viene ben presto triangolato dalla inoltre l’emersione di alcuni miti e premesse moglie, scatenando un conflitto di coppia familiari dall’eco fortissima, sia nel presente che ha l’obiettivo di ristabilire lo status quo. di Simona, che nella sue ipotesi sul futuro; Rispetto al futuro desiderato, Simona av- del tipo “ nella vita è importante sacrificarsi” verte disomogeneità tra le posizioni dei ge- - “ il cambiamento è pericoloso perché con- nitori: da parte del padre sente una spinta duce alla perdita di sé”. Molto significativa all’autonomia rivolta ad entrambe le figlie; è la figura della nonna paterna, la cui so- da parte della madre un’incapacità a la- miglianza con Simona viene enfatizzata da sciarle andare. Non a caso, nelle situazioni tutta la famiglia, con il rischio di farla sentire in cui Simona si sente sufficiente forte per intrappolata nello stesso destino di stoica uscire dall’insicurezza che la blocca e com- sopportazione dei pesi della vita, infelicità di piere una piccola impresa (ad es. affrontare coppia e inibizione di piacere e desiderio, lo scivolo più alto al parco acquatico o bal- con devastanti sensi di colpa. Dal lato ma- lare la canzone che le piace davanti alle sue 3 Con l’ausilio di oggetti a rappresentare i membri della famiglia. 12 volume 4/2014 | Clinica sistemica
amiche) è la voce interna del padre a farle è l’espressione di uno scambio reciproco» da guida “ma di cosa hai paura?!? non ti (Boscolo, Cecchin, Hoffman e Penn, 2011, mangia mica nessuno!”. Emerge anche il p. 259). timore che se lei e la sorella abbandonas- Segue un’ultima serie di incontri in cui resta- sero il campo, i genitori non sarebbero in re sul tema della separazione. Come affer- grado di reggere la separazione e di riorga- ma Cecchin (Boscolo et al., 2011) i compo- nizzarsi come coppia, la casa rimarrebbe nenti di famiglie invischiate cercano di non “spoglia”. E questo suo presentimento si riconoscere o sperimentare la premessa di intreccia fortemente con la paura di diven- base sulla separazione, l’idea che i rapporti tare adulta. non sono stabili, né tra madre e figlio, né tra moglie e marito, che la gente muore. E che RECIPROCITÀ E DIAGNOSI anche le psicoterapie finiscono. DELLA DIAGNOSI Simona elabora con un’altra potente meta- Via via che procede nell’esplorazione di fora la sua idea di trasformazione del lega- quel “labirinto senza uscita che è il suo cuo- me con la madre: “vorrei che tra noi re- re così pieno”, a Simona capita spesso di stasse un filo invisibile che ci tiene unite.. scontrarsi con il senso di colpa; emozione vicine, ma non attaccate, come una con- che in termini evoluzionistici (Liotti, Monti- nessione wi-fi”. celli, 2008) è collegata al sistema di accu- Parallelamente, si autorizza a guardare ol- dimento e si attiva quando le azioni messe tre i poster della cameretta e innamorarsi di in campo non raggiungono l’obiettivo della un ragazzo, cui trova il coraggio di chiedere cura e dell’amore genitoriale. Un po’ come un appuntamento e passare fuori il sabato se fosse la stessa Simona ad assumere un sera, con la complicità della sorella e con- ruolo genitoriale e protettivo nei confronti tro il parere della mamma. In termini evolu- della madre, entro una dipendenza del tipo zionistici sta avvenendo una transizione dal “io sono di mia madre”, con tutta la solitudi- sistema motivazionale dell’attaccamento/ ne di chi sente di non potersi appoggiarsi al accudimento a quello sessuale. In una delle genitore, perché è il genitore ad appoggiarsi ultime sedute riferisce che “c’è stata una a lui (Cirillo, 2013). rivoluzione…sono al cento per cento del E’ un’emozione pervasiva che invade tutto, mio cambiamento…c’è stato un accumu- è impossibile delinearne i confini e asso- lo di emozioni e poi la scintilla…un anno ciarla ad una colpa precisa. Non sa dire per di fuochi di artificio”. quanto dovrà scontare questa pena. Il te- La nuova narrazione di Simona su se stes- rapeuta introduce l’idea che ci sia un tempo sa e sulla reciprocità del legame di attac- per l’espiazione e chiede chi potrebbe sta- camento con la madre, coincide quindi con bilire una giusta pena. Simona risponde con un’assunzione di responsabilità rispetto al serena determinazione che “solo la mam- rischio di separarsi da lei e si intreccia con ma potrebbe farlo; dipende tutto da lei… un apprendimento di secondo livello da sono attaccata a lei da sempre…come se parte di Simona sul proprio sintomo. lei volesse costruirmi la vita e io mi tirassi Quella che in prima seduta viene definita dietro la vita”. Come se avesse compre- laconicamente una leggera preoccupazio- so che «l’appiccicarsi implica un rapporto, ne, connessa ad una diagnosi ambigua volume 4/2014 | Clinica sistemica 13
che frammenta mente e corpo, sul finire del assumono per le persone che interagisco- percorso viene rinarrata da Simona come no. La necessità di prendere in considera- profonda angoscia (incomunicabile!) che fi- zione se i nostri interventi sono processuali, nisce con l’autoalimentare il sintomo. E’ il se invece contribuiamo allo status quo. E’ non capire la relazione col suo star male, per noi costantemente necessario conside- che a un certo punto è diventata la causa rare se stiamo colludendo con la situazione del suo star male. Cambiare le sue premes- oppure introduciamo informazioni che crea- se sul suo sintomo le ha consentito di ab- no una differenza.» (Telfener, 2012, p.199). bandonare il sintomo. CONCLUSIONI L’INTRECCIO DEI SETTING Nella denominazione disturbo psico-soma- La presa in carico della situazione si conclu- tico è insita la premessa di una separazione, de con una seduta in cui sono invitati tutti i che introduce visioni e risposte dicotomi- membri della famiglia, alla compresenza dei che. L’epistemologia sistemica, ponendosi due terapeuti, sia quello familiare che quel- come meta-paradigma, consente di supe- lo individuale; un follow up con l’obiettivo di rare le dicotomie, contenere differenze ed fare il punto della situazione, dopo circa un eventuali paradossi. Entro questa cornice, anno dall’interruzione degli incontri familiari come osservano Onnis, Gentilezza, Gra- e fornire, se richiesto, un feedback sul per- nese e Ierace (2010), è possibile restituire corso individuale della ragazza. il senso di “totalità” alla manifestazione psi- L’incontro si rivela positivo oltre ogni aspet- cosomatica, costruendo connessioni circo- tativa, in quanto offre ai vari membri uno lari tra le molteplici componenti umane, che spazio di elaborazione dei cambiamenti av- coinvolgono le percezioni corporee, i vissuti venuti, di cui vi era una netta percezione, emozionali, le paure e le aspettative e come ma non integrata in un una narrazione coe- queste si connettono col sistema famiglia e rente, né condivisa. E’anche occasione per col sistema allargato. far emergere col medesimo pathos di allora, Se «la medicalizzazione tende a marchia- per poi dissolversi in un sospiro di sollievo, re un sintomo come difetto, definirlo con l’angoscia scatenatesi oltre un anno prima, una diagnosi razionale/specialistica privata in coincidenza con la restituzione del neu- di un significato relazionale e adattativo, a ropsichiatra, che aveva definito Simona «un volte imposta alla persona anziché costruita caso grave a rischio di psicofarmaci». Que- insieme…; i nostri interventi psi obbligano sto tipo di premessa era rimasta forse silen- ad un maggior numero di livelli di analisi e te, ma ancora valida, nonostante nove mesi di intervento» (Telfener, 2012, p. 197). Così di terapia familiare, volti a depatologizzare e capita che ci posizioniamo su più setting, decostruire il sintomo. allarghiamo il sistema alla ricerca di premes- Questo ci dice tantissimo sull’entità e la na- se diverse, proponiamo nuovi registri narra- tura della responsabilità che abbiamo come tivi nel processo di decostruzione del pro- terapeuti, che non coincide col compito di blema, portiamo nella relazione con l’altro identificare malattie, ma è una responsabili- una responsabilità della co-responsabilità tà relazionale «che implica la disponibilità a (Bianciardi, Galvez 2012). riflettere sul significato che i nostri interventi 14 volume 4/2014 | Clinica sistemica
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Uno sguardo sistemico alla psicoterapia familiare transculturale. Michelle Visconti – Davide Caravaggi 4 Sommario Questo elaborato ha lo scopo di analizzare la rilevanza degli effetti del fenomeno migratorio sugli interventi psicoterapeutici effettuati con famiglie straniere immigrate. Dopo aver intro- dotto i concetti di cultura, multiculturalismo, interculturalismo e identità culturale viene effet- tuata un’analisi di quanto e di come gli aspetti culturali siano rilevanti nei vari orientamenti teorici in generale e nel modello sistemico in particolare. Infine, la descrizione di un caso clinico consente di esemplificare i concetti teorici trattati nell’articolo. Parole chiave Cultura, multiculturalismo, interculturalismo, identità culturale, acculturazione, inculturazione. Abstract The aim of this paper is to analyse the consequence of the effects of immigration on psychotherapeutic interventions on immigrant families. Following the introduction of key concepts such as culture, multi- culturalism, interculturalism, and cultural identity, this paper will proceed to analyse how and how much cultural aspects can be identified in the various theoretical orientations in general, and in the systemic model more in particular. Eventually, it shall be seen how the report of one clinical case allows for an exemplification of the theoretical concepts used in this paper. Key words Culture, multiculturalism, interculturalism, cultural identity, acculturation, inculturation. Allievi del secondo anno della Scuola di Psicoterapia Sistemica Integrata IDIPSI. 4 volume 4/2014 | Clinica sistemica 17
INTRODUZIONE naturale”. Un ulteriore contributo utile alla Negli ultimi anni si sta assistendo ad un comprensione del concetto di “cultura” ci rilevante incremento del fenomeno migra- viene fornito dalla distinzione di due proces- torio verso il nostro paese con un conse- si specifici: l’inculturazione e l’acculturazio- guente progressivo definirsi di una società ne. L’inculturazione secondo Berry, (1992) multietnica e multiculturale. Ciò comporta è il processo attraverso il quale un partico- la necessità di un inevitabile confronto quo- lare bambino in un particolare momento e tidiano tra culture, tradizioni ed abitudini. luogo diventa una persona, un elemento di Ogni etnia porta infatti con sè nel proces- quella società. L’inculturazione può avvenire so migratorio, le proprie abitudini, le proprie una sola volta nella vita, nonostante possa tradizioni e soprattutto la propria cultura di essere complessa, stratificata, interrotta, appartenenza. In questo articolo si cerca di frammentata, o imperfetta. Ed è un proces- fornire una risposta alla domanda: quanto so di socializzazione che fornisce le regole e in che modo gli aspetti relativi alla mul- e le ricette per vivere. L’inculturazione forni- ticulturalità possono influire sulle strategie sce a ciascuno di noi le risposte a queste e sulle modalità specifiche dell’intervento domande di base: che cos’è una persona? psicoterapeutico nei confronti di famiglie Come agisce, pensa e reagisce una perso- immigrate? na? Grazie all’inculturazione le risposte ap- paiono, ad un individuo saldamente socia- CULTURA E PSICOTERAPIA lizzato all’interno della propria cultura, come Cultura, Multiculturalismo e se facessero parte della natura umana, del Interculturalismo buon senso e quindi come se fossero uni- Innanzitutto esaminiamo che cosa si inten- versali. È incontrando persone di origine de con il termine “cultura” per poi arrivare diversa che invece passiamo attraverso un a definire come quest’ultima possa contri- processo di acculturazione, durante il quale buire allo sviluppo dell’identità. “Cultura” è acquisiamo altri modi di vivere, altre regole una delle due o tre parole più complicate e ricette di benessere. Attraverso l’accultu- delle lingue dell’Europa occidentale ed è razione passiamo quindi da una reazione una di quelle “parole plastiche” descritte da di “buon senso”, cioè una visione del mon- Uwe Poerksen (1995) che formano parte do condivisa e non messa in discussione delle nostre conversazioni quotidiane e che creata dall’inculturazione, all’acquisizione vengono sempre più usate come le variabili di una visione del mondo a più facce nella in matematica. Appare significativa la defi- quale non c’è buon senso, ma una ricerca nizione di “cultura” proposta da Cecil Hel- di valori comuni, come in un mosaico for- man (1994): “Cultura è un insieme di linee mato da tanti piccoli pezzi. In questo pro- guida (esplicite ed implicite) che gli individui cesso, che può spaziare dalla lettura di un ereditano come membri di una particolare libro su un determinato luogo ad un breve società, e che indicano loro come vedere viaggio, da un periodo di lavoro per un li- il mondo, come sperimentarlo emozional- mitato periodo di tempo al trasferimento in mente e come comportarsi al suo inter- un altro paese come immigrato, entriamo a no in relazione alle altre persone, alle for- far parte di una società ospitante, a propo- ze soprannaturali o agli dei e all’ambiente sito della quale ci poniamo domande come 18 volume 4/2014 | Clinica sistemica
“ che tipi di persone sono questi stranieri?”, vono, accanto a quelle europee, comunità “come posso essere una persona in questa originarie dell’Africa, dell’America, dell’Asia società?”, e rispondendo a questo tipo di e persino dell’Oceania. Scuole multicultura- domande ci sottoponiamo ad un processo li caratterizzano molte nostre città e paesi, di ri-socializzazione in cui impariamo nuovi di piccole e grandi dimensioni: è frequen- modi di essere. Termini come adattamento, te che i ragazzi italiani abbiano compagni integrazione e assimilazione, sottolineano di banco marocchini, albanesi, senegalesi, ciascuno un diverso aspetto del più ampio cinesi e così via. e completo processo di acculturazione. Si Il multiculturalismo non è un fenomeno nuo- parla di adattamento quando l’obiettivo che vo, anche se negli ultimi anni ha conosciu- ci poniamo è quello di vivere in modo fun- to un forte sviluppo, in seguito alla crescita zionale nella nuova società. L’integrazione dei movimenti migratori. L’antica Roma, si riferisce invece al proposito di integrarsi Costantinopoli, Venezia – per limitarci agli nella nuova società; mentre assimilazione esempi che ci sono più noti – erano città significa abbandonare il proprio sé e adotta- multiculturali già molti secoli fa. Il termine re un’identità totalmente nuova nella socie- multiculturalismo indica, in un significato tà ospitante. Esistono diverse metafore che più specifico, quelle politiche (costituzioni, vengono utilizzate per descrivere il funzio- leggi, regolamenti e altro) praticate da alcuni namento dei processi migratori. Negli Stati Stati nazionali al fine di dare dignità e pub- Uniti, per gran parte del Ventesimo secolo blico riconoscimento alle minoranze cultu- la metafora per l’immigrazione era quella del rali e linguistiche presenti sul loro territorio. crogiuolo di razze. In Canada, la metafora In Stati come il Canada e l’Australia in cui vi- dominante era quella del mosaico verticale, vono popolazioni aborigene perseguitate al ora soppiantata dalla nozione di multicultu- tempo del colonialismo, esistono oggi leggi ralismo. In altri casi si parla di creolizzazione che non solo riconoscono l’importanza del- di culture, essendo il creolo un misto di lin- le lingue e delle culture native, ma riservano gue e, in definitiva, di culture, in una specie a coloro che fanno parte di queste mino- di minestrone di elementi culturali. In senso ranze particolari diritti di accesso a lavori e generale il termine multiculturalismo fa rife- finanziamenti pubblici. In Italia una regione rimento a una realtà sociale caratterizzata come il Trentino-Alto Adige riconosce come dalla compresenza di varie comunità dalle lingue ufficiali l’italiano, il tedesco e il ladino e origini, abitudini, e cultura differenti. In sen- stabilisce che esse vengano insegnate nelle so specifico, indica le politiche intraprese scuole e possano essere utilizzate negli uf- da alcuni Stati nazionali per limitare le disu- fici. I sostenitori delle politiche multiculturali guaglianze tra i diversi gruppi etnici e per ritengono che, in alcune circostanze, a fian- valorizzare lingue, credenze e stili di vita. Il co dei diritti universali degli individui (libertà termine multiculturalismo descrive una si- di culto, di voto e così via) vadano ricono- tuazione in cui sono contemporaneamente sciuti particolari diritti a minoranze etniche presenti gruppi di persone di origini, tradi- svantaggiate. Alcuni studiosi ritengono che zioni e culture differenti. Possiamo parlare, il concetto di interculturalismo sia oggi pre- per esempio, di città multiculturali: Parigi, feribile a quello di multiculturalismo. Parlare Roma, Londra sono tali perché in esse vi- di intercultura (ritroviamo questo termine in volume 4/2014 | Clinica sistemica 19
espressioni come educazione intercultura- si definisce grazie alla cultura della società le, oppure comunicazione interculturale) si- ospitante in seguito all’acculturazione? La gnifica riferirsi a una situazione in cui i vari risposta è sicuramente complessa, in quan- gruppi etnici presenti su un territorio sono to vanno considerate diverse variabili che invitati al dialogo, allo scambio, alla conta- possono intervenire per ogni singolo indivi- minazione delle loro lingue, abitudini, cultu- duo: età, istruzione, condizione sociale, rete re. L’interculturalismo consente di superare dei rapporti sociali e modelli di immigrazio- alcuni difetti delle politiche multiculturali, ne. Appare inoltre rilevante valutare se all’in- quali la tendenza a mantenere fissi i confi- terno della famiglia il processo di accultura- ni tra i vari gruppi, a pensare che le culture zione avviene in modo separato e parallelo siano delle entità rigide che permangono per ogni individuo oppure se rappresenta uguali a sé stesse nel trascorrere del tem- un percorso unico e condiviso dalla famiglia po. Anche se si propone di conferire dignità nel suo complesso. L’identità culturale non alle varie culture, il multiculturalismo rischia è quindi esclusivamente derivante dall’iden- infatti di rafforzare le differenze e di rendere tità etnica, ma dipende anche da ulteriori ancora più difficile il dialogo tra le comunità. variabili come la religione, lo status sociale, Al contrario, un approccio interculturale sot- l’appartenenza generazionale, l’esposizio- tolinea l’apertura, le connessioni, la capaci- ne a particolari esperienze di vita legate ad tà di mutamento che ogni cultura possiede eventi traumatici (guerre, torture, carestie) e in sé stessa. A ben vedere in effetti, le cul- l’influenza dei contatti avuti nel proprio Pa- ture umane non sono delle realtà originali, ese con particolari modelli occidentali (mis- autentiche, che si trasmettono immutate nel sioni, chiese evangeliche, organizzazioni tempo con il succedersi delle generazioni: in internazionali, programmi televisivi). ogni cultura ci sono abitudini, modi di com- portarsi, concetti e termini presi a prestito Cultura e Psicoterapia da altre epoche e altre società. Si potrebbe Il dibattito su come osservare la dimensione dire con uno slogan che “noi siamo fatti di culturale e su come utilizzarla in psicoterapia altri”: l’intercultura sottolinea proprio questa è assai controverso. I primi autori che han- dimensione di scambio e mescolamento tra no focalizzato la loro attenzione sulle com- le varie culture e in questo si distingue dal ponenti culturali del malessere psicologico multiculturalismo. e psichiatrico all’interno di gruppi etnici dif- ferenti sono stati George Devereux e Tobie Cultura e Identità Nathan in Francia: considerati tutt’oggi i fon- Poiché in conseguenza del processo mi- datori della disciplina definita come etnopsi- gratorio i membri di una famiglia entrano in chiatria. Questi autori criticano le categorie contatto con culture diverse, occorre porsi psichiatriche su cui vengono inquadrate le alcune domande rispetto a come ciò pos- procedure diagnostiche e terapeutiche. So- sa influire sull’identità del singolo individuo: stengono infatti che queste “siano centrate che tipo di identità emergerà in seguito agli su un individuo idealizzato, universalizzato incontri con altre culture? L’identità è forgia- e estraniato dal suo ambiente culturale. ta esclusivamente dalla cultura di origine, Ogni diagnosi è di natura ideologica, vale a cioè dal processo di inculturazione oppure dire non è che un’autovalidazione del clini- 20 volume 4/2014 | Clinica sistemica
co e non riguarda affatto il paziente” (Deve- zione psicoanalitica, diventa un approccio reux 1978). “La psicopatologia ha sempre etnopsichiatrico – sistemico - narrativo. In implicitamente ammesso il postulato di un questo contesto vogliamo richiamare uno soggetto universale individualizzato ed in- dei tanti concetti importanti portatoci da dipendente dal suo universo culturale, una Losi, il concetto di “cultura del movimento”, sorta di uomo nudo e ciò risulta una pura perché ci sembra correlato al nostro caso astrazione in quanto una teoria sul distur- clinico: “L’agire e l’essere di chi è migrante bo di un paziente è valida esclusivamente si coniuga in rapporto ad una condizione nel suo universo culturale” (Nathan 1996). esistenziale molto speciale che potrem- La proposta di questi autori è pertanto di mo dire di “cultura del movimento”. In altri smontare le nostre teorie e di cominciare termini la mente del migrante si costruisce a studiare le culture nei luoghi di apparte- diversamente da quella di chi è stanziale, nenza ed apprendere lì le chiavi di lettura sia esso della stessa cultura originaria del del comportamento umano. Ritengono ne- migrante, o della cultura del Paese che lo cessario studiare a fondo il pensiero, le tra- ospita, o di una cultura “altra”. E’ per que- dizioni, le pratiche mediche della cultura di sto che si dice che i migranti vivono tra due origine dei clienti, in modo da abbandonare mondi, perché si muovono tra due mondi le etichette con cui la cultura dominante in- stanziali, mentre loro e la loro mente sono casella ciò che le è estraneo. Per Nathan in movimento” (Losi 2003). Il pensiero si- intraprendere una psicoterapia con pazienti stemico che considera il comportamento provenienti da popolazioni immigrate senza delle famiglie all’interno di un contesto do- una conoscenza approfondita delle caratte- vrebbe essere già di per sé una teoria che ristiche culturali di ciascuna etnia, significa più facilmente, rispetto ad altre, si interes- commettere un grave errore metodologico. sa all’aspetto culturale. In realtà il dibattito A questo proposito appare rilevante sotto- su come osservare la dimensione culturale lineare il ruolo sempre più rilevante che sta e su come utilizzarla in terapia familiare è assumendo la figura del mediatore cultura- ancora assai aperto e controverso. Si tratta le sia negli interventi di consulenza che di infatti di una tematica che, dopo una fase psicoterapia. Il mediatore culturale svolge pionieristica assai promettente, sviluppata infatti un importante compito non solo di negli anni settanta-ottanta, è stata decisa- supporto nel caso vi siano problemi di co- mente trascurata nello sviluppo delle teorie noscenza della lingua del paese accoglien- e terapie sistemiche delle ultime due de- te, ma anche di collegamento tra le diverse cadi. Tornando indietro nella storia e nello culture di appartenenza. In Italia un primo sviluppo della terapia familiare troviamo le approfondimento al termine etnopsichiatria prime esperienze pionieristiche di Salvador compare nelle opere di Ernesto De Martino, Minuchin e di Braulio Montalvo (1967) nei in particolare nella sua opera postuma “La ghetti neri e portoricani di New York, e di fine del mondo. Contributo all’analisi delle Israel Zwerling e di Albert Scheflen (1977) e apocalissi culturali”. (2002) Ma è con Natale di altri terapeuti nel Family Study Section di Losi che l’etnopsichiatria inizia a venire “ita- New York nel corso degli anni Settanta, nei lianizzata”, così che l’approccio di Nathan, quali c’era un forte interesse alla compren- fortemente condizionato dalla sua forma- sione dei fenomeni di marginalità sociale, volume 4/2014 | Clinica sistemica 21
inclusa quella legata ai fenomeni migratori un particolare gruppo. Dagli anni Novanta e da interventi assai qualificati nel contesto in poi si assiste ad un progressivo aumento socio-culturale. In quegli anni Auerswald dell’interesse all’aspetto culturale in psico- (1968) affermava che una formazione in terapia. Importanti esponenti della scuola terapia famigliare dovesse comprendere al- sistemica, come Vincenzo Di Nicola, Celia meno un anno di stage intensivo in un ghet- Falicov e Maurizio Andolfi iniziano a pubbli- to urbano, dove conflitti razziali, culturali e care libri ed articoli per richiamare l’atten- marginalizzazione erano gli ingredienti base zione sull’aspetto culturale in psicoterapia. per capire il senso e il limite degli interventi Di Nicola (1997) afferma che “ La cultura è psicoterapici. la cerniera delle relazioni umane; è la strada In quel periodo l’Europa era attraversa- maestra per comprendere la mente, il sé, ta dal movimento di psichiatria alternativa l’identità”. Celia Falicov (1983) sottolinea la che vedeva il sociale come luogo privilegia- “relativa chiusura” degli psicoterapeuti fami- to di comprensione e di cura del disturbo liari e denuncia il conformismo e il tecnici- mentale. In Italia era il periodo della legge smo di tanti libri e scuole di terapia familiare, Basaglia in cui si iniziava una visione più dove ancora oggi non si fa menzione di cul- umanizzata e integrata del disagio psichico. tura, etnicità, razza, classe, religione o altre Nel Ventennio successivo però l’ambiente variabili sociali. Maurizio Andolfi, partendo psichiatrico e le stesse teorie sistemiche si dai suoi studi presso gli istituti di terapia fa- sono concentrate soprattutto sull’individuo, miliare della East Coast: al Albert Einstein con un progressivo allontanamento dal so- College of Medicine con Israel Zwerling e ciale. Tale processo è approdato in Euro- Albert Scheflen; al Nathan Ackerman Family pa proprio nel periodo storico in cui l’Italia, Institute con Kitty LaPerrière; al Philadelphia da paese a forte propensione migratoria, Child Guidance Clinic con Salvador Minu- sta “accogliendo” un sempre crescente chin e Jay Haley; nel suo libro “Famiglie im- numero di stranieri e ci si è trovati, anche migrate e psicoterapia transculturale”(2004) nei servizi, a confrontarsi con un maggio- riporta l’attenzione sull’aspetto culturale e re numero di persone portatori di valori, sociale in terapia famigliare come fonte di tradizioni, credenze religiose, abitudini e comprensione di conflitti familiari, etnici e problemi assai diversi dai nostri. Nel 1982 trans-generazionali o come luogo per ricer- McGoldrick., Pearce e Giordano pubblica- care le risorse. Andolfi si dimostra critico sia no il volume “Ethnicity and Family Therapy” i nei confronti di quanto sostenuto nel sopra- cui autori, noti psicoterapeuti familiari, met- citato testo “Ethnicity and family therapy” tono a fuoco per la prima volta l’importanza sia rispetto al concetto di etnopsichiatria in dell’aspetto culturale in psicoterapia. Il loro quanto, dal suo punto di vista, l’assumere approccio parte dal presupposto che le fa- una posizione etnocentrica comporterebbe miglie siano diverse e che le diversità siano il rischio di riconoscere come unica diversi- primariamente dovute ad un unico fattore: tà tra una famiglia e l’altra l’appartenenza l’appartenenza etnica. L’attenzione viene etnica. La stereotipizzazione delle diverse quindi posta alle ridondanze dei pensieri, ai etnie, presuppone infatti che i gruppi etno- comportamenti, ai sentimenti, alle abitudini culturali siano più stabili ed omogenei di e ai rituali che derivano dall’appartenere ad quanto non lo siano realmente e non con- 22 volume 4/2014 | Clinica sistemica
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