Ci vediamo a via Veneto: dall'Harry's Bar Sabrina Alfonsi (presidente del I Municipio) accende il Natale

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Ci vediamo a via Veneto: dall'Harry's Bar Sabrina Alfonsi (presidente del I Municipio) accende il Natale
Ci vediamo a via Veneto:
dall’Harry’s    Bar   Sabrina
Alfonsi (presidente del I
Municipio) accende il Natale

“Ci Vediamo a via Veneto” l’appuntamento con Chiara Rai dal
prestigioso salotto dell’Harry’s Bar di Roma, il locale della
“Dolce Vita” per antonomasia per l’intervista a Sabrina
Alfonsi, Presidente del I Municipio di Roma Capitale.

Sabrina Alfonsi, laureata in Antropologia Culturale, si è
occupata di organizzazione aziendale e gestione delle risorse
umane.
Il suo impegno civile è iniziato con il Tribunale dei Diritti
del Malato. Dal 2006 al 2009 ho svolto il ruolo di Assessore
alla Scuola e alle Pari Opportunità nel Municipio I Centro
Storico e fino al 2013, quando si è candidata per la prima
volta alla Presidenza del nuovo Municipio Roma I, è stata la
responsabile per la Scuola del PD a Roma.
Ci vediamo a via Veneto: dall'Harry's Bar Sabrina Alfonsi (presidente del I Municipio) accende il Natale
Terminator Resistance,                                   in
guerra contro Skynet

Terminator Resistance è uno shooter single player in prima
persona sviluppato da Teyon per Pc, Xbox One e Ps4. I diritti
del gioco si
basano esclusivamente sui primi due capitoli cinematografici
della serie,
proprio per tale motivo, almeno da un punto di vista
“potenziale”, il titolo è
tra le opere meglio riuscite nel proporre cosa è accaduto dopo
il famoso Giorno
del Giudizio. Il protagonista dell’avventura si chiama Jacob
Rivers, un soldato
della divisione Resistance Pacific. Nonostante Jacob sia solo
un modesto
soldato semplice, scoprirà presto di essere stato preso di
mira specificamente
da SKYNET, l’intelligenza artificiale nel pieno del suo
programma di sterminio
della razza umana. La trama di Terminator Resistance riesce a
farsi
discretamente apprezzare con molte soluzioni tipicamente
cinematografiche anche
per quanto riguarda il level design che invece in molti altri
punti però
Ci vediamo a via Veneto: dall'Harry's Bar Sabrina Alfonsi (presidente del I Municipio) accende il Natale
risulta davvero essere poco curato per un titolo di attuale
generazione. Ma andiamo
ad esaminare la trama più da vicino. Come dicevamo: il mondo è
finito, è stato
tutto inutile, le testate nucleari hanno devastato le grandi
metropoli
riducendo la terra in un ammasso di rovine e di deserti
desolati. Il povero
John Connor, Sarah Connor e tutti coloro che si sono succeduti
dopo questi iconici
personaggi, non sono riusciti ad evitare la guerra tra uomini
e macchine
ribelli e i pochi sopravvissuti sono costretti a nascondersi
per evitare lo
sterminio totale. Anche in Terminator Resistance gli umani
sono raggruppati in
piccoli nuclei di resistenza e portano avanti una guerra che è
ambientata
esattamente trent’anni dopo Terminator 2: Il giorno del
giudizio. Skynet sembra
ormai avere il dominio assoluto, ma i leader della resistenza
non si arrendono,
e nelle loro fila abbiamo anche il protagonista Jacob Rivers.
Proprio come in
un film di Hollywood, Rivers è la recluta di turno che segue
il gruppo della
resistenza con un destino speciale tutto da scrivere. A
rendere ancora più
misterioso il cammino dell’eroe c’è poi l’Estraneo, un uomo
misterioso che guiderà
i giocaotori nella battaglia, rivelandosi uno scrigno di
sapere su tutto ciò
che riguarda la guerra scatenata dalle macchine. Nel corso
della storia, viene
data la possibilità di compiere delle scelte, che si limitano
ad essere piccoli
bivi narrativi che non fanno altro che sbloccare alcune scene
extra, ma che
fondamentalmente non cambiano l’evoluzione della storia. Uno
degli aspetti
implementati e coinvolti da queste scelte sono i rapporti con
i vari protagonisti
della storia e la conquista o meno della loro fiducia. Il
grado di fiducia
crescerà grazie al compimento di una serie di missioni
secondarie, quasi tutte
esonerate da specifici combattimenti, se non quelli emergenti
con i vari ragni
robot, o HK volanti o di terra, e volte alla ricerca di
rifornimento,
medicinali o informazioni sensibili.

A livello di gameplay Terminator: Resistance si presenta
come uno sparatutto in prima persona senza tanti fronzoli, ma
le dinamiche
messe in opera dal team Teyon, lo fanno assomigliare per certi
versi a un
action-stealth dalle dinamiche piuttosto scarne. Nonostante la
guerra scatenata
da Skynet e lo scenario apocalittico costellato di macerie,
infatti, sono rare
le scene particolarmente concitate degli scontri a fuoco.
Soprattutto nelle
fasi iniziali, dove non avendo la disponibilità di armi
sofisticate per
abbattere i robot, bisogna cercare di farsi notare il meno
possibile. Per fare
ciò basterà nascondersi dietro i rottami delle autovetture,
dietro dei muri,
insomma mettersi al riparo dietro a qualsiasi elemento
presente nello scenario
per non farsi scoprire dai robot. Ovviamente, laddove si
preferisca affrontare
le macchine in scontri diretti, è sempre possibile imbracciare
il fucile e
sparare, ma optare per questo tipo di approccio risulta sempre
essere
pericoloso e, a parere nostro, meno divertente. In Terminator
Resistance
purtroppo è presente un gameplay davvero scarsamente calibrato
in termini di
sfida: si passa da un approccio stealth praticamente obbligato
delle prime tre
ore di gioco, a uno sparatutto quasi di natura arcade dove chi
gioca è
praticamente invincibile grazie alla dotazione del fucile al
plasma.
L’intelligenza artificiale dei Terminator, inoltre, non fa
altro che rendere
tutto più facile,     poiché   oltre   a   non   individuare   il
protagonista nelle
immediate vicinanze quando si nasconde, la loro offensiva è
piuttosto bassa e
inconsistente rispetto a quella di Rivers. Tutto questo è
molto divertente
all’inizio, ma andando avanti nella storia il livello di sfida
è davvero molto
basso e purtroppo il titolo si riduce a un’avventura semplice
e dalle dinamiche
piuttosto elementari. A rendere le cose ancora meno
interessanti in questo Terminator
Resistance ci pensa lo schema ridondante delle missioni, che
mette in scena un
percorso da seguire attraverso gli indicatori da raggiungere
ingaggiando le
macchine che ostacolano il cammino dell’eroe. Le aree da
esplorare sono anche
piuttosto limitate a dispetto dello scenario proposto in modo
illusorio e
fortemente limitato da rottami che mascherano barriere
invisibili e in
definitiva percorsi predeterminati. Il gioco prova a
introdurre alcune
meccaniche vincenti come il crafting con i tessuti, le armi e
i pezzi di
memoria di Skynet che si possono trovare nel corso
dell’avventura. Questi
comp0onenti permettono di aumentare il livello di Jacob e
aumentare anche le
capacità di scassinamento delle porte o di hacking dei
dispositivi. Per quanto
riguarda il potenziamento delle armi, Rivers è protagonista di
un ulteriore
minigioco, dove dovrà far combaciare una serie di chip per
implementare la
potenza di fuoco o la precisione. Si tratta di espedienti
sicuramente non
originali, ma che almeno riescono a donare un pizzico di
varietà all’eccessiva
linearità delle missioni.

A livello grafico Terminator Resistance offre un comparto
sicuramente
gradevole, ma comunque sotto la media, con scenari ben
realizzati, ma con pochi
elementi e spesso troppo     ripetuti.   Inoltre,   i   modelli
utilizzati sembrano
rifarsi almeno alla scorsa generazione, troppo scarni di
particolari e
piuttosto rigidi nei movimenti. Inoltre i colpi sparati che
non si capisce bene
dove vadano a segno e una scarsa varietà dei nemici, rendono
l’esperienza di
gioco davvero poco soddisfacente. Dal punto di vista sonoro
fortunatamente le
cose sono decisamente migliori grazie a un buon doppiaggio in
italiano ed
effetti sonori per gli spari e le esplosioni di buon livello,
ma a rendere il
comparto audio davvero notevole ci pensano i motivi musicali,
che offrono alcuni
rimandi al tema originale del film. Tirando le somme, questo
Terminator
Resistance si presenta come un titolo che può essere
apprezzato solo dai veri
fan di Terminator o dai giocatori più giovani. Diciamo questo
in quanto l’estrema
facilità di gioco, la povertà di dettagli e particolari, l’IS
dei nemici veramente
ridicola e un gameplay davvero troppo elementare potrebbero
far storcere il
naso a chi si aspetta qualcosa davvero in grado di stupire. A
nostro avviso il
lavoro del team Teyon non rende giustizia al potenziale che il
brand racchiude.
Tutto (musiche a parte) poteva esser fatto meglio, ma
purtroppo il risultato
finale è un titolo poco coinvolgente e che sembra sviluppato
in tutta fretta. Il
nostro consiglio? Se proprio volete acquistarlo provatelo o
almeno
documentatevi su YouTube.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 6

Sonoro: 8,5

Gameplay: 6

Longevità: 6

VOTO FINALE: 6,5

Francesco Pellegrino Lise
WhatsApp,    una  funzione
nascosta svela con chi si
parla di più

Volete sapere con chi chiacchierate di più su WhatsApp? Bene,
per chi non lo sapesse, l’app della popolarissima piattaforma
di instant
messaging ha una funzione nascosta per mostrarlo, con tanto di
dettagli
relativi all’esatto numero di messaggi scambiati con uno
specifico contatto. La
funzionalità è molto semplice da trovare, ma non è ancora
molto utilizzata in
quanto è ben nascosta nelle impostazioni dell’applicazione.
Per visualizzarla è
necessario accedervi e selezionare la voce “Utilizzo dati e
archivio”. Da lì,
scegliendo l’ultima opzione della lista, vale a dire “Utilizzo
archivio”, si
aprirà una schermata contenente tutte le conversazioni
dell’utente su WhatsApp
ordinate dall’alto verso il basso in base allo spazio da esse
occupato. Se si
seleziona una specifica chat si potranno poi visualizzare
tutti i dettagli
dell’interazione. Con ciò si intende il numero totale di
messaggi scambiati
divisi in testi, gif, foto, video, registrazioni audio,
sticker e documenti.
Per ogni categoria viene poi fornita anche l’esatta porzione
di memoria che
occupa. Quest’ultima feature è molto utile in quanto grazie ad
essa è possibile
gestire al meglio l’applicazione per eliminare tutti quei
contenuti troppo
pesanti che occupano la memoria del dispositivo mobile. Va
sottolineato inoltre
che il fatto che una chat di WhatsApp occupi tanto spazio non
vuole
necessariamente dire che è quella con cui si hanno più
interazioni. Se infatti
i media inviati sono foto e video, la pesantezza aumenta.
Potrebbe dunque
accadere che una chat in cui si mandano molti messaggi di
testo risulti in una
posizione più bassa nella classifica perché questi occupano
meno spazio. Per lo
stesso motivo le conversazioni di gruppo peseranno di più
perché contengono
messaggi inviati da più utenti. In ogni caso, da oggi grazie a
questa
particolare funzione, gestire WhatsApp sarà sicuramente molto
più semplice, ma
soprattutto riuscire ad avere la memoria di archiviazione del
proprio
telefonino occupata in maniera non eccessiva è finalmente un
sogno facilmente
realizzabile.

F.P.L.

Just Dance 2020, ballare non
è mai stato così divertente

Just Dance 2020 (disponibile su PlayStation 4, Nintendo
Switch, Wii, Xbox One, Google Stadia) è il decimo capitolo del
franchise di Ubisoft, il cui primo capitolo debuttò nell’ormai
lontano 2009. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti,
anche se a conti fatti negli ultimi cinque anni la produzione
si è mostrata estremamente conservativa, e la software house
sembra essere particolarmente restia nell’introduzione di
novità sostanziali. In questa recensione cercheremo di capire
sia come è strutturato Just Dance 2020, sia quanto c’è di
nuovo nell’offerta principale per aiutarvi nella fatidica
scelta se acquistarlo o meno. Una volta avviato il titolo, i
fan della serie si troveranno subito a loro agio in quanto il
menù iniziale è identico in tutto e per tutto a quello dello
scorso capitolo: titoli di apertura, logo, si ricorda al
giocatore che per i propri figli c’è Just Dance Kids con nuove
proposte ecc… Fortunatamente però Just Dance 2020 individuerà
i dati di salvataggio di Just Dance 2019 già presenti sulla
console, dando così il bentornato ai players di vecchia data e
portando con sé una minima parte dei contenuti già sbloccati a
livello estetico. Il livello del giocatore ricomincia invece
da 1, per non rovinare il sistema di progressione. Anche a
livello di giocabilità Just Dance 2020 non offre sorprese,
infatti avviando la riproduzione dei primi brani presenti,
risulta evidente come il titolo non abbia modificato, neppure
parzialmente, il solito gameplay. Al giocatore tocca quindi
nuovamente mettersi a ballare imitando il più fedelmente
possibile i buffi personaggi e manichini in movimento sullo
sfondo, accumulando punti su punti e riempiendo così la barra
sul lato sinistro dello schermo.

È possibile ottenere da una a cinque stelle, e in casi di
notevole bravura anche la dicitura Superstar, con il massimo
dei punti
consentito. Ogni punteggio viene registrato in locale sulla
console, così che
tra diversi profili di diversi giocatori si possa mantenere
costante una sana
competizione. Insomma, la filosofia adottata da Ubisoft sembra
proprio essere
quella della “squadra che vince non si cambia”.
Purtroppo il rischio che si corre optando per una scelta
simile è che i
giocatori si trovino fra le mani un gioco troppo simile al
passato e non siano
spinti all’acquisto. Certo, parliamo sempre di un prodotto
destinato a un
pubblico di nicchia o a chi vuole utilizzare il titolo per
animare una festa,
ma in ogni caso, a nostro avviso, un prodotto fotocopia (dal
punto di vista del
gameplay) non è proprio il massimo. Per chi non lo sapesse, ci
teniamo a
sottolineare che per giocare a Just Dance 2020 si possono
utilizzare ancora una
volta più sistemi di controllo: i Joy-Con della vostra console
Nintendo, oppure
scaricare l’App per dispositivi mobile Android e iOS. La
Switch resta
probabilmente la piattaforma perfetta per questo tipo di
esperienza, sia per la
responsività e l’accuratezza nella registrazione del movimento
dei Joy-Con, sia
perché giocare con uno smartphone come controller dopo aver
scaricato l’app, non
risulta particolarmente eccitante. Davvero poco da segnalare
per quanto
riguarda il comparto grafico e tecnico di Just Dance 2020,
anche in questo caso
sostanzialmente immutato rispetto a Just Dance 2019. Abbiamo
notato tuttavia
una maggiore cura per i fondali e nei dettagli delle
coreografie: osservando
attentamente gli sfondi, questi ultimi appaiono più nitidi e
definitivi, e
generalmente soddisfano in modo maggiore il colpo d’occhio. Ma
è davvero
l’unica annotazione degna di nota che sia possibile fornire.

 Ovviamente la cosa
che cambia in Just Dance 2020 sono le canzoni offerte nel
pacchetto. La
tracklist a disposizione è infatti notevole e piuttosto
coraggiosa per varietà:
magari qualcuna delle tipiche “top 40” statunitensi è stata
sacrificata, ma a
guadagnarne è la multi-culturalità dell’offerta: molti sono i
pezzi che vengono
dagli altri continenti come Africa e Asia. Ovviamente non
manca il Sud America
con numerose versioni di balli latini. Ogni brano gode di una
personalità tutta
sua grazie alle coreografie studiate per ciascuno di esso,
molto colorate e ben
studiate sia nei costumi che negli sfondi: viene voglia di
guardarli anche
quando ormai si è sudati marci dopo essersi scatenati con
cinque o sei canzoni.
L’acquisto di Just      Dance   2020   fornisce   per   un   mese
l’abbonamento Unlimited che,
oltre alle 43 canzoni base, offre più di cinquecento altri
brani tutti da
ballare da soli o in compagnia. Tirando le somme, grazie alla
sua immediatezza
e alla grande carica di divertimento, Just Dance 2020 non
aspetta altro che la
serata giusta con degli amici che hanno voglia di divertirsi.
Pezzi divertenti,
coreografie coloratissime e sorprendenti, e fino a 6 giocatori
in contemporanea
sono ingredienti che farebbero esplodere qualsiasi festa.
Anche in singolo il
titolo di Ubisoft riesce a divertire, unico rischio, ed è bene
che lo si
sappia, è che essendo un titolo dalla natura particolare, il
gioco venga scelto
raramente o solo in determinate occasioni. Quindi alla luce di
quanto detto, se
siete delle persone dall’anima festaiola o amanti del ballo,
Just Dance 2020 fa
al caso vostro. In caso contrario però, se state cercando un
party game dove
non sia necessario “sudare” o affaticarsi il nostro consiglio
è quello di
guardare altrove.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 7

Sonoro: 8

Gameplay: 8

Longevità: 6,5

VOTO FINALE: 7,5

Francesco Pellegrino Lise
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