Certificazione della filiera foresta-legno - A cura di Santi Gianmaria Francesco - Unitn
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Sviluppo Sostenibile “The Limits of Growth” (1972), pubblicato dal Club di Roma,ipotizza la necessità di porre un freno alla crescita della civiltà industriale perché la limitatezza delle risorse stabilisce un limite invalicabile allo sviluppo industriale. ● il limite allo sviluppo sarà raggiunto entro cent'anni se l'attuale tasso di crescita della popolazione, dell'industrializzazione, dell'inquinamento, della produzione di cibo e dello sfruttamento delle risorse continuerà inalterato ● è possibile modificare i tassi di sviluppo e giungere ad una condizione di stabilità ecologica ed economica, sostenibile anche nel lontano futuro
Sviluppo Sostenibile “Blueprint for survival” (Un progetto per la sopravvivenza) (1972), articolo pubblicato in The Ecologist, si evidenziano i rischi di una crescita anche demografica illimitata. Si auspica la fusione fra ecologia ed economia per trovare una via di uscita da questi ormai pressanti problemi e viene illustrata una strategia per un cambiamento radicale nello stile di vita.
Sviluppo Sostenibile Rapporto Bruntland (1987), meglio noto come “Our Common Future”, fornisce la prima definizione di Sviluppo sostenibile: “…quella forma di sviluppo che riesce a soddisfare le esigenze delle attuali generazioni senza compromettere tale possibilità per le generazioni future…”
Sviluppo Sostenibile Sviluppo sostenible NON vuol dire brusco arresto della crescita economica, ma trasformare il modo di produrre, di consumare e di vivere. Bisogna cioè passare da un sistema centrato sulla quantità ad uno dove il punto di forza sia la qualità convinti che il rispetto dell’ambiente non ostacoli ma aiuti lo sviluppo, tenendo sempre ben presente che la Natura non è un serbatoio illimitato al quale attingere indefinitamente risorse.
Sviluppo Sostenibile Conferenza Mondiale su Ambiente e Sviluppo (UNCED), svoltasi a Rio de Janeiro nel 1992, accetta la posizione del rapporto Brundtland e propone vincoli al posto di limiti allo sviluppo. ● dichiarazione di Rio ● l’Agenda 21 ● i “Principi sulle Foreste” ● le convenzioni sul cambiamento climatico del pianeta e sulla diversità biologica ● impegni a dare l’avvio ai negoziati per la convenzione sulla desertificazione
Sviluppo Sostenibile Parallelamente le stesse idee sono state sviluppate dall’Unione Europea con il processo avviato ad Helsinki, proseguito a Lisbona (1998) ed infine a Vienna (2003) con le Conferenze Interministeriali sulla difesa delle foreste e sui criteri e indicatori della gestione sostenibile
Sviluppo Sostenibile ISTITUZIONE Giustizia Democrazia ECONOMIA SOCIETA' Ecoefficienza Accessibilità AMBIENTE
Gestione forestale sostenibile Hartig (1804) focalizza la sua attenzione sulla produzione forestale: “...la necessità di garantire, alla generazioni future, la possibilità di derivare profitti dalle foreste almeno nella stessa misura di cui godono le presenti generazioni...”. Nasce cioè l’idea che uno sfruttamento attento ed equilibrato delle foreste può garantire un profitto costante e continuo per le generazioni presenti e per quelle future. È un concetto appena nato e che si concentra sulla foresta come fornitrice di legname, di lavoro e quindi di guadagno economico.
Gestione forestale sostenibile L’idea si modifica dapprima considerando la gestione sostenibile come quella forma di gestione atta a fornire un approvvigionamento costante e massimo di prodotti legnosi, successivamente come quella forma di gestione volta a mantenere la capacità di erogare beni e servizi per la società.
Gestione forestale sostenibile Il moderno concetto di GFS prende origine dalla Risoluzione H1 “Linee guida generali per la gestione sostenibile delle foreste europee” della seconda Conferenza Ministeriale sulla Protezione delle Foreste in Europa (Helsinki, 1993): “... la gestione corretta e l’uso delle foreste e dei terreni forestali nelle forme e a un tasso di utilizzo tali da mantenere la loro biodiversità, produttività, capacità di rinnovazione, vitalità e una potenzialità che assicuri, ora e in futuro, rilevanti funzioni ecologiche, economiche, sociali a livello locale, nazionale e globale e tali da non comportare danni ad altri ecosistemi...”
Gestione forestale sostenibile Agenda 21, capitolo 11 “Lotta alla desertificazione”, afferma la necessità che i governi, con la partecipazione dei diversi gruppi di interesse, formulino “criteri e linee-guida basate su corrette valutazioni scientifiche per la gestione, conservazione e lo sviluppo sostenibile di tutti i diversi tipi di foreste”
Gestione forestale sostenibile Nella successiva Conferenza di Lisbona (1998) vengono definiti Criteri e Indicatori di GFS, perfezionati poi nella Conferenza di Vienna (2003).
Iniziative di singoli organismi Anche i singoli organismi, governativi e non, hanno avviato attività di studio e interventi di concreta applicazione di Criteri e Principi e Indicatori di GFS. Le iniziative che probabilmente hanno riscosso maggior interesse sono quelle ● del Center for International Foresty Research (CIFOR) ● del Forest Stewardship Council (FSC) ● del World Wide Fund (WWF) ● della Fondazione Tropenbos, che ha pubblicato un utile manuale per una corretta formulazione concettuale di vari termini legati alla gestione sostenibile delle foreste.
Iniziative a livello nazionale La definizione di Criteri e Indicatori di GFS a livello nazionale è ormai in corso in molti Paesi, tra cui Canada (CSA), USA (Sustainable Forest Initiative), Germania, Norvegia, Svezia, Brasile, Finlandia (Finish Forest Certification System), Austria, Belgio (Valon Bois), Danimarca, Svizzera, Francia, Ghana, Malesia. Tali iniziative sono in accordo con quanto affermato nelle Conferenze Interministeriali e alcune ampliano e approfondiscono alcuni aspetti della GFS.
Iniziative nazionali ● Direzione Foreste ed Economia Montana della regione Friuli-Venezia Giulia con la collaborazione del Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali dell’Università di Padova ● In Piemonte è partito un progetto di ricerca, sviluppo e marketing relativo alla “Ecocertificazione della pioppicoltura” (“Ecopioppo”)
Aree di interesse dei Criteri di GFS 1. L’UTILIZZAZIONE DELLE FORESTE mantenimento della superficie; promozione di uso multiplo e sostenibile delle foreste; considerazione degli impatti e delle azioni forestali sull’ambiente e sull’occupazione; sviluppo delle funzioni ricreative; tutela del paesaggio; difesa dei valori culturali connessi alla presenza di risorse forestali. 2. LA PROTEZIONE DELLE FORESTE tutela del suolo; protezione della biodiversità; tutela del ciclo dell’acqua; conservazione delle foreste in buono stato sanitario. 3. LO SVILUPPO DEL SETTORE FORESTALE definizione degli obiettivi e delle modalità di pianificazione forestale; definizione degli obiettivi e delle modalità di trasformazione di prodotti forestali. 4. GLI ASPETTI ISTITUZIONALI coerenza delle politiche; promozione di un’adeguata organizzazione delle istituzioni forestali; promozione della partecipazione pubblica; diffusione di informazioni e di statistiche al pubblico; sviluppo della attività di formazione e di ricerca. 5. LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE partecipazione alle iniziative di cooperazione internazionale nella tutela delle risorse forestali; sviluppo di attività commerciali di prodotti forestali che abbiano impatti positivi sull’ambiente e la popolazione.
Monitoraggio della GFS
La certificazione Certificare un prodotto, un servizio o un processo produttivo messo in atto da un’organizzazione, significa dichiarare che un’organizzazione rispetta quanto stabilito in una (buona) normativa tecnica di riferimento. Significa cioè, rispettare, dandone prova, tutta una serie di parametri essenziali e mirati alla verifica della sussistenza o meno delle condizioni perché il prodotto, il servizio o il processo vengano dichiarati conformi alle richieste dettate dalla normativa stessa.
Certificazione = Qualità ? Certificazione NON è sinonimo di un servizio o di un prodotto di qualità ma la qualità di cui si parla nella certificazione vuol significare che il prodotto o il servizio offerto soddisfano determinati disciplinari, protocolli, standard o un codice di buona pratica. La qualità correlata alla certificazione è garantita dall’uniformità, dalla costanza, dalla ripetibilità del servizio o del prodotto ed inoltre assicura la catena di custodia e la trasparenza del prodotto certificato.
La certificazione Atto volontario dell'azienda Strumento di marketing e di immagine Azienda non certificata non implica bassa qualità
I principali tipi di certificazione PRODOTTO (ISO 9001, ISO 14001) CERTIFICAZIONE PROCESSO (certif. biologica, FSC e PEFC)
3 tipologie di certificazione
Perchè nasce la certificazione forestale? Nasce al termine degli anni '80 su idea di alcune associazioni ambientaliste Originariamente pensate per la salvaguardia delle foreste tropicali Diventa un strumento di mercato negli anni '90 ad adesione volontaria in Europa e Nord America
Ecocertificazione forestale? Meglio CERTIFICAZIONE della FILIERA FORESTA-LEGNO perché non si sofferma solo sull'aspetto ambientale ma tiene ben presente quello sociale ed economico
La certificazione della filiera forestale-legno Procedura con cui un terzo indipendente attesta per iscritto che la selvicoltura di una determinata area è conforme allo standard di una buona, cioè sostenibile, gestione forestale. Lo standard è stato elaborato con processo aperto e trasparente. Per i clienti e consumatori la certificazione forestale assicura che la materia prima impiegata per i prodotti in legno proviene da foreste ben gestite ovvero gestite in modo sostenibile
L'iter della certificazione indipendente
I Principali schemi di certificazione
Pan-European Forest Council ● Iniziativa volontaria del settore privato e senza scopo di lucro, basata sul consenso tra le parti interessate alla gestione sostenibile delle foreste a livello nazionale o regionale ● Nasce nell'ottobre 1998 ad Helsinki dopo una serie di incontri dei rappresentanti forestali di Austria, Finlandia, Francia, Germania, Norvegia e Svezia ● Strumento per il mutuo riconoscimento di schemi credibili di certificazione nazionale o regionale (schema ad ombrello)
SCOPI ● rinforzare e migliorare l’immagine positiva della selvicoltura e del legno come una materia prima rinnovabile ● promuove una “gestione e l'uso delle foreste e dei terreni forestali nelle forme e ad un tasso di utilizzo tali che consentano di mantenere la loro biodiversità, produttività, capacità di rinnovazione, vitalità ed una potenzialità in grado di garantire ora e nel futuro importanti funzioni ecologiche, economiche e sociali a livello locale, nazionale e globale e che non comporti danni ad altri ecosistemi”
STRUTTURA NAZIONALE ● Il sistema implica la costituzione di una struttura nazionale che deve coinvolgere tutte le parti interessate ● Il compito degli Enti Nazionali è di elaborare e mettere in atto a livello nazionale uno schema di certificazione che rispetti le regole e i criteri definiti dal Consiglio di Certificazione Pan-Europea (PEFCC) ●Il Consiglio valuta se gli schemi di certificazione sono o meno conformi rispetto ai requisiti dello schema
STRUTTURA INTERNAZIONALE ● Segreteria, Assemblea Generale, Consiglio di Amministrazione ●Assemblea Generale è formata da tutti i delegati, uno per ogni nazione, che vengono scelti dal Forum nazionale ● In base alla grandezza delle dimensioni dell’organismo nazionale, il delegato avrà a disposizione da uno a tre voti attribuiti in base ai quantitativi annuali di legname tagliato (meno di 10 milioni metri cubi, da 10 a 30 milioni metri cubi, più di 30 milioni metri cubi) e di conseguenza anche il contributo associativo di ogni ente nazionale
Pan-European Forest Council ●PEFCC stabilisce le condizioni base e i requisiti minimi che uno schema nazionale di certificazione deve soddisfare per poter ottenere il mutuo riconoscimento nell’ambito del sistema PEFC ● PEFC non effettua in prima persona i controlli riguardo ai requisiti minimi sui singoli soggetti nazionali, ma accredita enti di certificazione che operano a livello nazionale ● I membri ordinari sono al momento 31 Paesi, con i corrispettivi organismi di gestione (o gruppi di lavoro) nazionali; inoltre vi sono 9 organizzazioni internazionali in veste di membri straordinari
Gli Standard di BGF 1. mantenimento e appropriato miglioramento delle risorse forestali e loro contributo al ciclo globale del carbonio; 2. mantenimento della salute e vitalità dell’ecosistema forestale; 3. mantenimento e incoraggiamento delle funzioni produttive nella gestione forestale (prodotti legnosi e non-legnosi); 4. mantenimento, conservazione e appropriato miglioramento della diversità biologica negli ecosistemi forestali; 5. mantenimento e appropriato miglioramento delle funzioni protettive nella gestione forestale (in particolare difesa del suolo e regimazione delle acque); 6. mantenimento di altre condizioni e funzioni socio-economiche.
PEFC-Italia ● costituito a Trento il 4 aprile 2001 e, successivamente, riconosciuto dal PEFCC il 19 Giugno dello stesso anno nel corso del board di Santiago de Compostela ● 40 membri: 12 appartenenti alla Pubblica Amministrazione, 6 proprietari boschivi, 2 rientranti nell’ambito dell’industria di prima lavorazione del legno, 4 rientranti nell’ambito dell’industria di seconda e terza lavorazione, 3 cooperative forestali e 5 associazioni di liberi professionisti ● Il processo nazionale si basa sui 6 criteri Pan-Europei e ha prodotto 27 Indicatori quantitativi, qualitativi e/o descrittivi (questi ultimi, di carattere legislativo, istituzionale, finanziario e formativo)
Classificazione dei prodotti PEFC Il PEFC raggruppa le materie prime in 4 categorie: 1. Categoria UNO: materie prime a base di legno certificate PEFC o materie prime a base di legno certificato da altri schemi di certificazione riconosciuti dal Consiglio del PEFC; 2. Categoria DUE: legno e fibre riciclati (fibre e legno post- consumo) e sottoprodotti recuperati, prima del consumo, durante i processi di lavorazione, quando questi non siano riconducibili a fonti di legno vergine; 3. Categoria TRE: materiale non legnoso (fibre di piante di origine agronomica e stracci), amido, pigmenti e legno raccolto in aree urbane; 4. Categoria QUATTRO: materia prima legnosa od a base di legno, non certificata.
Il logo On-product ed off-product
Utilizzo del logo 1. PEFC Nazionali: hanno il permesso di utilizzare il logo per scopi educativi 2. Proprietari o gestori forestali in possesso di valido certificato per GFS e/o CoC, oppure partecipanti ad una certificazione di gruppo: possono essere unità regionali (ad esempio: sindacati, associazioni forestali, eccetera), gruppi di proprietari o singole imprese forestali 3. Industrie forestali, commercianti e distributori (questi soggetti devono essere in possesso di un certificato valido per la rintracciabilità) 4. Soggetti ed organismi autorizzati alla promozione del PEFC a scopi educativi e formativi: il permesso deve essere rilasciato dal PEFCC direttamente o per tramite del corrispondente gruppo nazionale.
Forest Stewardship Council ● associazione non governativa, un ente no-profit (senza scopo di lucro) e indipendente, che opera su scala internazionale ● creata nel 1993 negli U.S.A. ed avente sede legale a Oaxaca in Messico per lo sviluppo di un sistema di certificazione indipendente, volontario, specificamente finalizzato al settore foresta-legno e riconosciuto a livello internazionale
Forest Stewardship Council ● fondata da rappresentanti di istituzioni ambientali, da rappresentanti del commercio del legname, da professionisti forestali, da organizzazioni di popolazioni indigene, da proprietari forestali e da enti di certificazione di 25 Paesi ● ente di accreditamento con potere decisionale centralizzato sia per l’accreditamento degli enti certificatori, gli standard di gestione forestale e le procedure per l’applicazione delle norme FSC a livello nazionale e regionale NON è un'associazione ambientalista!!! ●
Finalità supportare una gestione delle foreste mondiali (tropicali, temperate e boreali) e delle piantagioni: ● che tuteli l’ambiente (in termini di biodiversità, produttività e processi ecologici); ●che rispetti i diritti dei lavoratori, il diritto delle popolazioni e della società a godere dei benefici delle risorse forestali e il diritto delle popolazioni a ricevere incentivi per sostenere le risorse forestali; ● che sia valida dal punto di vista economico.
Struttura FSC è costituita dall'Assemblea Generale divisa in 3 Camere: ● degli interessi ecologici; ● degli interessi sociali; ● degli interessi economici. Il potere equamente distribuito tra le 3 Camere e all'interno di ogni Camera fra Paesi del Sud e del Nord del Mondo
I 10 Principi & Criteri di GFS 1. rispetto delle leggi nazionali e degli accordi internazionali; 2. tutela dei diritti di proprietà e d’uso delle risorse forestali; 3. riconoscimento e tutela dei diritti della popolazione indigena; 4. rispetto dei diritti dei lavoratori, del benessere delle comunità locali; 5. uso efficiente dei prodotti e servizi dalle foreste; 6. impatti ambientali: conservazione biodiversità, paesaggio, …; 7. attuazione di un piano di gestione forestale; 8. monitoraggio/valutazione della foresta e della gestione; 9. salvaguardia delle foreste di grande valore ambientale; 10. gestione delle piantagioni (impatti su ambiente naturale,…).
FSC-Italia ●FSC-Italia è stata fondata il 24 ottobre 2001, nel corso di un incontro organizzato a Roma presso l’Agenzia Ecologica e Forestale ● Il Gruppo FSC-Italia rispecchia, nella sua struttura e funzionamento, i meccanismi del FSC che permettono di dare voce in maniera equilibrata tanto alle istanze ambientaliste che a quelle sociali e degli interessi economici ● Il Gruppo FSC-Italia è nato successivamente come associazione no- profit di volontariato; lo Statuto e l’Atto costitutivo sono stati registrati in data 5 Dicembre 2001 ● Attuamente i membri sono 60 ● L’autorità decisionale: Assemblea Generale con potere di voto equamente diviso tra le camere, mentre l’organo operativo è costituito dal Comitato Esecutivo,composto di 9 membri eletti dall’Assemblea generale (3 per ogni camera, ancora con potere di voto equamente distribuito)
FSC-Italia: lo SCOPO Promuovere l’FSC ● ●cercare la più ampia partecipazione per la definizione degli standard locali FSC
La classifiazione dei prodotti 1. categoria A: legno certificato FSC (legno, inclusi thinnings, polpa, carta, chips, fibre, co-prodotti di segheria, ecc.); 2. categoria B: materiale neutro: legno e fibre di legno riciclate pre-consumo o sottoprodotti industriali, inclusa carta da macero mista, escludendo invece co-prodotti di segheria, legno e fibre di legno riciclato post-consumo (pallet, legno da demolizione, eccetera). A questi si devono aggiungere le fibre vegetali non legnose, il legno raccolto dal mare o da fiumi ed il legno urbano; 3. categoria C: legno non certificato; 4. categoria D: materiali non legnosi. Tale categoria include: metalli, plastica, imbottiti minerali, eccetera.
Utilizzo del logo Gli utilizzatori del marchio e del logo FSC possono essere distinti in 2 categorie: ● utilizzatori certificati, cioè in possesso di un regolare certificato rilasciato dal FSC per GFS, CoC od entrambe; ● utilizzatori non certificati. Questi ultimi si distinguono in tre sotto-categorie: - utilizzatori a scopi commerciali, ad esempio rivenditori al minuto e distributori; - utilizzatori a scopi promozionali, ad esempio Organizzazioni non Governative (ONG); - utilizzatori a scopi educativi e di formazione, ad esempio media ed organizzazioni educative.
Etichettatura ● preferibile evitare l’impiego dell’aggettivo “sostenibile” a favore di espressioni equipollenti quali: “ben gestito” o “gestito in maniera responsabile” ● nel caso in cui il contenuto di legno certificato del prodotto sia inferiore al 100% il label deve riportare la percentuale effettiva, dandone opportuna evidenza ● in ogni caso, deve sempre sussistere una chiara e netta distinzione tra legno certificato e legno non certificato.
L'etichettatura ● per prodotti a base di legno massello (segati, modanature, utensili da cucina in legno etc): “Il legno contenuto in questo prodotto proviene da foreste certificate in maniera indipendente, gestite correttamente, in ottemperanza alle norme del FSC" ● per prodotti forestali di tipo non-legnoso: “Il [nome del materiale in questione] contenuto in questo prodotto proviene da foreste certificate in maniera indipendente, gestite correttamente, in ottemperanza alle norme del FSC"
L'etichettatura
Confronto fra FSC e PEFC ●In entrambi certificazione della gestione forestale e della catena di custodia (CoC) ● FSC ha una buona presenza di ONG ambientaliste, invece PEFC una buona rappresentanza delle industrie, associazioni di proprietari forestali privatie e PA ●Accreditamento diretto degli enti di certificazione da parte di FSC, mentre PEFC delega agli enti nazionali (SINCERT)
Confronto fra FSC e PEFC ●FSC rilascia certificati aziendalie edi gruppo, PEFC inoltre propone certificazioni regionali ● FSC basa la Catena di Custodia (CoC) sull’inventario, sulla separazione dei prodotti certificati, mentre il PEFC differenzia i propri prodotti in tre categorie riconoscibili da due loghi e da diciture diverse in base a percentuali di materiale di cui sono composti ● Per entrambi sono previste visite periodiche di ispezione
Confronto fra FSC e PEFC ● Nel FSC esistono standard minimi comuni e obbligatori per tutti gli indicatori, ed inoltre il PEFC monitora alcuni aspetti sociali e culturali con indicatori descrittivi non vincolanti ● FSC ha alti costi per la certificazione e per questo ropone certificazioni di gruppo, PEFC ha costi inferiori e riesce a far presa sui piccoli proprietari boschivi
Confronto fra FSC e PEFC ● FSC è appoggiato internazionalmente da OGN ambientaliste e delle parti sociali, mentre riceve critiche da parte dei piccoli proprietari e dall’industria ● PEFC al contrario è fortemente contestato da ONG ambientaliste, mentre è sostenuto dai piccoli proprietari, dall’industria e dalle amministrazioni pubbliche
La situazione italiana Vanno aggiunti ai certificati PEFC 247.000 ha del Consorzio dei Comuni della P.A.T.
Canadian Standards Association ● Organizzazione no-profit nazionale con sede a Toronto che sviluppa standard e programmi di certificazione in settori tecnici ● Ha sviluppato, assieme all'industria forestale canadese, gli standard di GFS che sono stati approvati nel 1996 ● È una certificazione derivata dal sistema di certificazione ISO 14001 con criteri aggiuntivi di performance che vanno integrati nei piani di gestione ttraverso un processo parteciptivo e di dibattito pubblico
Etichettatura 100% FROM A CERTIFIED FOREST Il 100% del prodotto è stato etichettato e monitorato dal punto di origine (una foresta certificata) fino al consumatore. Questo logo può comparire sul prodotto e/o sull’imballaggio. 70% OF CONTENT IS FROM A CERTIFIED FOREST Almeno il 70% del materiale utilizzato per la produzione di questo oggetto è stato etichettato e monitorato dal punto di origine (una foresta certificata) fino al consumatore. Questo logo può essere applicato solo sulla confezione. 70% OF THIS PRODUCT IS FROM A CERTIFIED FOREST Almeno il 70% del materiale utilizzato per la produzione di questo oggetto composito è stato etichettato e monitorato dal punto di origine (una foresta certificata) fino al consumatore. Questo logo può essere applicato solo sulla confezione. Il CSA è stato ultimamente riconosciuto dal PEFC e ne è diventato membro a pieno titolo del Consiglio
● È un programma della Associazione Americana per le foreste e la carta (AF&PA) iniziato nel 1994 che interessa 205 aziende forestali e conta 44 membri negli USA ● basato su 12 principi e 30 indicatori di performance ai quali le aziende certificate si devono attenere ● La valutazione non è necessariamente condotta da un ente terzo, come negli altri casi, ma l’azienda può decidere se ‘autocertificarsi’ o richiedere la verifica a una azienda associata
●Dal 1998 è possibile che organizzazioni forestali governative e associazioni ambientaliste ne possano far parte ● FSI non ha il supporto delle ONG ambientaliste ● La SFI è stata riconosciuta dal PEFC ed entrata ufficialmente nel Consiglio come membro ordinario
La partecipazione nei processi decisionali ● Partecipare significa prendere parte, condividere scelte e decisioni, influire sui processi per arrivare a soluzioni ● “la partecipazione non accadde semplicemente perché è una cosa buona” ma va focalizzata e gestita con principi e metodo (Jeff Bishop) ● La partecipazione è quindi uno specifico processo di apprendimento, possibile a condizione che siano trasmesse a soggetti coinvolti le informazioni e le abilità necessarie per gestire, man mano, autonomamente il processo
La partecipazione Le condizioni per avviare un processo partecipato sono: ●la trasparenza del fare; ●la sostenibilità delle azioni; ●la comunicazione interpersonale; ●l’approccio affettivo, intellettuale, corporeo. La partecipazione presuppone: ●condivisione, fin dall’inizio, della natura e dello scopo del processo; ●adattabilità di tempi, modi e strumenti alle caratteristiche personali e professionali dei soggetti coinvolti e del contesto in cui si svolge il processo; ●valorizzazione delle capacità e risorse esistenti; ●sistematico coinvolgimento dei soggetti nell’analisi dei risultati.
La partecipazione Partecipare è: ●conoscere le regole del gioco; ●sapersi informare per avere un quadro preciso della situazione; ●aver chiaro lo scopo del progetto; ●avere accesso ai mezzi di comunicazione e saperli utilizzare; ●saper promuovere azioni basate sulla progettualità; ●saper costruire alleanze; ●tener conto di diversi punti di vista e ricondurli ad una sintesi condivisa; ●saper prefigurare gli ostacoli e prendere decisioni, operare scelte.
La partecipazione Caratteristiche della metodologia sono: ●condivisione dello scopo; ●adattabilità del processo; ●valorizzazione delle risorse; ●coinvolgimento sistematico degli attori. I benefici della strategia della partecipazione sono così sintetizzabili: ●risoluzione o negoziazione di conflitti tra le parti; ●potenziamento del senso d’appartenenza alla comunità; ●aumento dell’efficienza e dell’efficacia ●maggior coinvolgimento, comprensione reciproca e divertimento; ●contenimento dei costi; ●effetto moltiplicatore della strategia in altri contesti.
La partecipazione La partecipazione è quindi un processo con obbiettivi importanti, a medio e lungo termine, che si sviluppa a piccoli passi, attraverso una serie di fasi che prevedono, a loro volta, azioni precise in tempi determinati, con obiettivi chiari e possibili e con soggetti competenti istituzionalmente e con risorse adeguate.
Gli stakeholders nell'A21L ●Chi è responsabile o ha causato il problema? ●Chi nella comunità è direttamente influenzato dal problema? ●Chi interno, vicino o esterno alla comunità è indirettamente influenzato dal problema? ●Chi può subire effetti positivi o negativi dipendenti dal problema? ●A chi sta a cuore il problema al punto da essere coinvolto o da fornire aiuto? ●Chi sono i “senza voce” per i quali è necessario prevedere una speciale attenzione? ●Chi sono i rappresentanti di coloro che verosimilmente saranno influenzati? ●Chi può avere lo stesso problema in altre comunità o paesi? ●Chi può essere interessato a conoscere il problema? ●Chi è responsabile nel monitorare/regolamentare il problema? ●Chi ha il potere di darti ciò che ti serve? ●Chi ha potere sui soggetti che hanno il potere di darti ciò che ti serve? ●Chi sono i tuoi oppositori? ●A chi è di beneficio il mantenimento dello stato attuale? ●Chi verosimilmente si potrebbe mobilitare a favore o contro l’iniziativa? ●Chi può contribuire con risorse finanziarie e tecniche? ●Quali comportamenti è necessario cambiare affinché l’iniziativa abbia successo?”.
Gli stakeholders nella GFS Nella certificazione forestale sono coinvolti nella definizione degli indicatori per la GFS locale. Gli stakeholders nella certificazione forestale sono ad esempio: ●popolazioni e comunità locali; ●proprietari boschivi; ●enti locali; ●associazioni non governative; ●industrie di legname; ●industrie che hanno in genere interessi nella foresta.
Possibili sinergie fra A21L e Certificazione forestale
In concluzione Un grande aiuto alla certificazione forestale può essere dato dalla presenza di una Agenda 21L perché prepara già il substrato culturale che favorisce un buon processo partecipativo.
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