Campioni europei: grandi gruppi crescono

Pagina creata da Giulia Mosca
 
CONTINUA A LEGGERE
Campioni europei: grandi gruppi crescono
L’ultima voce autorevole è stata quella di Angela Merkel. “The Eco-
   nomist” ne sta facendo una vera e propria campagna. Il tema della
   creazione di “campioni europei” sta animando il dibattito economico

  Campioni europei:
  grandi gruppi crescono
ECONOMIA 1          di Franco Mosconi

   e sta entrando nell’agenda politica non solo di Bruxelles ma dei sin-
   goli Stati dell’Unione. Ma che cosa significa in concreto? È corretto
   parlare di una politica industriale europea?

  “L’
               Unione Europea potrà utilizzare      re un “pensiero europeo” intorno ai temi
               le chance offerte dal mercato        della competitività – hanno contribuito
               unico – questa è la mia ferma        grandemente a porre in risalto la questione
   convinzione – soltanto se ci decidiamo a         che ormai va sotto il nome di “Campioni
   creare i Campioni europei in settori […]         europei”. Occorre naturalmente prestare la
   quali l’energia elettrica, i servizi postali,    dovuta attenzione all’aggettivo, giacché il
   eccetera”.                                       sostantivo potrebbe richiamare alla memo-
   Queste le considerazioni espresse dal            ria – quasi per incanto – i “Campioni
   Cancelliere tedesco, signora Merkel, il 9        nazionali” del tempo che fu: e nessuno,
   maggio 2006 durante l’”Europa Forum”             oggi, può ragionevolmente pensare che
   della WDR, che potrebbero poi essere             questo strumento, tipico delle politiche
   arricchite da altre sue prese di posizione,      industriali perseguite dai Paesi europei nei
   sempre della primavera scorsa. Di                primi decenni del secondo dopoguerra, sia
   “Campioni europei”, infatti, la signora          ancora adatto per competere nel nuovo sce-
   Merkel aveva già parlato in almeno due           nario internazionale.
   altre occasioni formali, quali la Conferenza     Non è, dunque, solo una questione lessica-
   stampa a conclusione del Consiglio europeo       le.
   di Bruxelles (23-24 marzo) e il discorso         Ma in che cosa – viene ora da domandarsi
   pronunciato in occasione della posa della        – sono diversi i due ideal-tipi di
   prima pietra per il “N3” - Centro revisione      “Campioni”, quelli “nazionali” degli anni
   motori di Arnstadt (2 maggio), ove ha            ’60-’70 (e oltre), e quelli “europei” degli
   espressamente menzionato la joint venture        anni Duemila?
   fra Lufthansa e Rolls-Royce quale esempio        Come tutte le questioni in divenire, anche
   di una “cooperazione europea”.                   questa è oggetto di animate discussioni e
   Nell’insieme, queste sue dichiarazioni – i       non offre, al momento, definizioni univo-
   benefici che il mercato unico europeo e le       che e condivise. È sufficiente digitare su
   imprese capaci di crescere su basi continen-     Google l’espressione “European Industrial
   tali possono apportare alla nostra prosperi-     Champions” e, con un po’ di pazienza,
   tà e, più in generale, il bisogno di sviluppa-   addentrarsi nelle primissime pagine di

   66
Campioni europei: grandi gruppi crescono
ECONOMIA 1

                 documenti resi disponibili dal noto motore       Commissione europea la (nuova) politica
                 di ricerca, per rendersi conto che il dibatti-   industriale è tornata a rappresentare un’a-
                 to è quanto mai aperto sia fra gli economi-      rea di policy di cruciale importanza; dopo-
                 sti, sia fra i policy-maker. È vero, d’altro     diché getteremo uno sguardo a ciò che di
                 canto, che sotto l’incedere degli eventi si      nuovo vi è nelle strategie di crescita delle
                 vanno accumulando evidenze empiriche di          imprese europee; infine un primissimo ten-
                 non breve momento. Si pensi all’ondata di        tativo di definizione, condotto per approssi-
                 fusioni e acquisizioni (M&A) in atto da un       mazioni successive, concluderà questo arti-
                 paio d’anni a questa parte, e al ruolo di        colo.
                 primo piano che vi stanno giocando molte
                 imprese – industriali e finanziarie – euro-          L’Europa allargata e la nuova politica
                 pee.                                                 industriale
                 Il tempo ci appare così propizio per provare         Già negli anni ’80 il compianto Alexis
                 a presentare, in questo articolo, un primo       Jacquemin – fra i più autorevoli e influenti
                 stato dell’arte del dibattito intorno ai         economisti industriali, consigliere dei pre-
                 “Campioni europei”. Guarderemo, dappri-          sidenti Delors, Santer e Prodi – stigmatiz-
                 ma, a Bruxelles ove per iniziativa della         zando il ritardo delle imprese europee nei
                                                                  confronti di quelle americane e giapponesi,
                                                                  evidenziava – citiamo testualmente da La
_La Merkel durante la posa della prima pietra di un nuo-          nuova economia industriale (Il Mulino,
vo centro Lufthansa-Rolls Royce. Con lei l’ad della RR,           1989) – “la necessità di formulare una poli-
Cheffins, il ministro dei Trasporti Tiefensee, l’ad della         tica industriale europea concertata che per-
Lufthansa Mayrhiber e il premier della Turingia, Althaus          metta di superare le strategie settoriali

                                                                                                              Grazia Neri_AFP
Campioni europei: grandi gruppi crescono
CAMPIONI EUROPEI: GRANDI GRUPPI CRESCONO

lungo le linee nazionali, di ridurre le bar-      nelle TLC mobili rischia molto in una
riere esistenti tra le grandi imprese nazio-      nuova battaglia di standard”);
nali e di sviluppare un ampio mercato             ■ la cosiddetta economia dell’idrogeno
interno europeo per le applicazioni indu-         (“come mezzo di accumulo e di trasferi-
striali”.                                         mento alternativo di energia”);
Ripercorrere, seppur brevemente, gli acca-        ■ l’industria della difesa (“ancora fram-
dimenti su scala europea dallo scritto di         mentata nell’assenza di volontà di costruire
Jacquemin in avanti ci porterebbe assai           un sistema di difesa europeo davvero inte-
lontano (ne abbiamo già dato conto su east,       grato”);
n. 4, maggio 2005). In questa sede basti          ■ il nostro aerospazio (“ancora incerto tra
ricordare che, in rapida successione, fra la      le applicazioni civili e quelle per la sicurez-
fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni         za”).
Duemila, l’Europa unita ha saputo realizza-
re tre grandi storie di successo: il completa-    Le Comunicazioni sulla politica industriale,
mento del mercato interno con le “quattro         nel breve volgere di pochi anni (2002-
libertà di circolazione” (beni, servizi, perso-   2005), diventeranno ben quattro: questo
ne e capitali); l’avvio dell’Unione moneta-       semplicemente per dire che l’insieme di
ria e il lancio dell’euro; i successivi “allar-   documenti teoricamente al nostro è davve-
gamenti” dell’Unione europea (UE) sino a          ro ragguardevole e può condurci in molte
quello storico verso i Paesi dell’Europa          direzioni. Per restare ancorati al nostro
centro-orientale, che giusto il 1° gennaio        tema va detto che altri settori emergeran-
scorso ha visto l’ingresso di Bulgaria e          no, passo dopo passo, dai nuovi documenti
Romania.                                          comunitari sulla politica industriale (e din-
A ciascuna success story ha corrisposto un        torni) degli ultimi quattro-cinque anni.
obiettivo, un metodo di lavoro, un numero         Così come, in verità, altri settori guadagne-
variabile di protagonisti, una priorità (o un     ranno spontaneamente le luci della ribalta
insieme di priorità).                             sotto la spinta dell’ondata di fusioni e
Non deve destare meraviglia, pertanto, il         acquisizioni che sta attraversando l’Europa
fatto che occorrerà attendere la fine del         (e lo vedremo nel prosieguo dell’articolo).
2002 per ritrovare i temi dell’industria          Quello che va precisato è che nulla, di que-
manifatturiera e della politica industriale in    sto nuovo approccio, intende riesumare la
alto nell’agenda politica dell’UE. Siamo          stagione dei “piani di settore”, spesso d’in-
negli anni della Strategia di Lisbona, che        fausta memoria. Come si può vedere dalla
pur con tutti i suoi limiti ha significato        figura qui sotto pubblicata, tratta dalla
porre l’accento sulla modernizzazione del-        Comunicazione della Commissione Barroso
l’economia e della società europee. E siamo       dell’ottobre 2005, ciò che si sta mettendo a
negli anni in cui matura il “Rapporto             punto è un approccio “integrato”, che
Sapir”, il cui titolo per esteso – An Agenda      “include nuove iniziative orizzontali così
for a Growing Europe (Bruxelles, luglio           come iniziative tailor-made per specifici
2003) – è di per sé un programma di lavoro.
Nel dicembre 2002, dicevamo, la
Commissione di Bruxelles per iniziativa
dell’allora Commissario alle Imprese, il                          1. LA NUOVA POLITICA INDUSTRIALE “INTEGRATA”
finlandese Liikanen, presentava – dopo
oltre un decennio di silenzio sull’argomen-        Iniziative intersettoriali (cross-sectoral)
to – la Comunicazione dal titolo: La politi-       1. Diritti di proprietà intellettuale e contraffazione (2006)
ca industriale in un’Europa allargata. Era         2. Gruppo ad Alto Livello sulla competitività, l’energia e l’ambiente
poi l’allora Presidente Prodi che, nel pre-        (fine 2005)
sentare questa Comunicazione nel gennaio           3. Aspetti esterni della competitività e accesso ai mercati (primavera 2006)
2003, parlava espressamente di “Campioni           4. Nuovo programma di semplificazione legislativa (ottobre 2005)
europei” e dei settori nei quali promuover-        5. Migliorare le competenze settoriali(2006)
ne la creazione:                                   6. Gestire le trasformazioni strutturali nell’industria manifatturiera (fine 2005)
■ le biotecnologie e le scienze della vita;        7. Impostazione europea integrata della ricerca e innovazione industriale(2005)
■ il settore dell’informazione e della
comunicazione (“dove la nostra leadership         Fonte: COMMISSIONE EUROPEA, Attuare il programma comunitario di Lisbona [COM(2005)474].

68
ECONOMIA 1

                     settori produttivi”. Fig. 1                                           superare le strategie settoriali lungo le linee
                     La regola generale è pertanto quella di un                            nazionali”. Le numerose applicazioni setto-
                     approccio orizzontale alla politica industriale,                      riali che ricorrono nella nuova politica indu-
                     ma con declinazioni verticali: a più riprese, si                      striale dell’UE, per il tramite vuoi delle
                     sottolinea come la politica industriale                               cosiddette “piattaforme tecnologiche”, vuoi
                     dell’UE segua un’impostazione orizzontale,                            di altre iniziative ad hoc, appaiono come
                     mirando a garantire condizioni quadro favo-                           segnali che vanno in questa direzione.
                     revoli alla competitività industriale: “I suoi                        Beninteso, non tutti i settori industriali
                     strumenti, che sono quelli della politica delle                       devono necessariamente veder sorgere i
                     imprese, si propongono di fornire le condi-                           nuovi campioni. Ve ne sono moltissimi, per
                     zioni quadro entro le quali imprenditori e                            esempio, ove la “media” dimensione d’im-
                     imprese possono assumere iniziative, sfrut-                           presa dà origine a brillanti performance,
                     tare idee e cogliere occasioni”. Nel contempo                         soprattutto in termini di dinamica di crescita
                     tuttavia – l’argomentazione prosegue – essa                           del valore aggiunto, dell’occupazione e delle
                     è una politica che deve tener conto delle spe-                        esportazioni. Il riferimento, per l’Italia, è al
                     cifiche esigenze e caratteristiche dei singoli                        vivaio delle quasi 4.000 “medie imprese
                     settori, e deve quindi essere applicata in                            industriali” indagate da Mediobanca-
                     modo diverso: “La politica industriale associa                        Unioncamere, che realizzano i due-terzi del
                     necessariamente una base orizzontale a                                loro fatturato nei settori tipici del made in
                     un’applicazione settoriale”.                                          Italy. Ma è altrettanto vero che vi sono dei
                     Dovendo sintetizzare, possiamo dire che la                            settori che rappresentano, per così dire, il
                     dimensione orizzontale implica numerosi e                             terreno d’elezione dei “campioni europei”,
                     multiformi legami con le altre politiche della                        come appare dalle elencazioni stesse della
                     Comunità: l’elenco è davvero lunghissimo e,                           Commissione europea. Ebbene, tentandone
                     ricorrendo a più riprese in tutt’e quattro le                         una generalizzazione i candidati naturali
                     Comunicazioni, corre il rischio di apparire                           appaiono quei settori:
                     frammentario. Nondimeno, quelli che in una                            (i) ove più intenso è lo sforzo in ricerca e
                     occasione vengono chiamati i “fattori tra-                            sviluppo(R&S): dove, pertanto, la dispersione
                     sversali”, in un’altra le “sinergie (da ottimiz-                      degli sforzi di ricerca in tanti rivoli quanti
                     zare) tra le varie politiche”, emergono con                           sono gli Stati membri corre il rischio di non
                     sufficiente nettezza, e due di loro meritano                          far raggiungere a nessuna impresa nazionale
                     una menzione particolare: “mettere la cono-                           la massa critica necessaria per generare
                     scenza al servizio delle imprese” e “miglio-                          invenzioni e innovazioni;
                     rare il funzionamento dei mercati”. Le appli-                         (ii) ove rilevanti sono le economie di scala di
                     cazioni verticali, dal canto loro, si ricollegano                     varia natura: dove, quindi, la mancata nascita
                     all’ipotesi dei “Campioni europei”; ossia, per                        di imprese europee impedisce di godere pie-
                     riprendere l’intuizione di Jacquemin prima                            namente dei vantaggi del mercato interno,
                     ricordata, all’ipotesi di “una politica indu-                         per di più allargato verso l’Europa centro-
                     striale europea concertata che permetta di                            orientale com’è quello dei nostri giorni.
                                                                                           Crediamo che una controprova di quest’im-
                                                                                           postazione la si possa rintracciare in ulteriori
                                                                                           riflessioni che sono venute sviluppandosi sia
                                                                                           a livello comunitario sia a livello di singoli
                                                                                           Stati membri. Per il primo il riferimento va,
Iniziative di settore (sector-specific)                                                    fra gli altri, al “Rapporto Aho” (Creare
1. Forum farmaceutico (primo meeting nel 2006)                                             un’Europa innovativa, 2006), che nell’ambito
2. Revisione intermedia della strategia per le scienze della vita e le biotecnologie       della creazione di un “mercato favorevole
(2006-2007)                                                                                all’innovazione” propone, fra le altre cose,
3. Nuovi Gruppi ad Alto Livello sull’industria chimica e l’industria della difesa (2007)   “azioni strategiche di ampia scala” in ambiti
4. Programma spaziale europeo                                                              quali – citiamo testualmente – “e-Health,
5. Taskforce sulla competitività nelle TIC (2005/2006)                                     settore farmaceutico, energia, ambiente, tra-
6. Dialogo sulle politiche per l’ingegneria meccanica (2005/2006)                          sporti e logistica, sicurezza e contenuto digi-
7. Vari studi sulla competitività, fra i quali i settori delle TIC, dell’alimentazione,    tale”. Ciò al fine – l’argomentazione prose-
della moda e del design                                                                    gue – di ripetere due successi del recente
                                                                                           passato, rispettivamente nelle Tlc e nell’ae-

                                                                                                                                        69
CAMPIONI EUROPEI: GRANDI GRUPPI CRESCONO

ronautica, quali “Gsm e Airbus”. Ma veden-          Exchange (NYSE) e, dall’altro, all’”alleanza
do le cose dal nostro angolo visuale, potrem-       strategica” di cui stanno discutendo lo stesso
mo aggiungere la joint venture italo-france-        NYSE e la Borsa di Tokyo; il tutto con la
se STMicroelectronics, guidata per lunghi           Deutsche Börse e la Borsa Italiana che sono,
anni da Pasquale Pistorio e fra i leader mon-       al momento in posizione di attesa. E pensia-
diali nei semiconduttori. Siamo così entrati        mo, restando in un’ottica transatlantica, al
nel secondo livello (Stati membri), e per           fatto che il Nasdaq, con quasi il 30% delle
limitarci ai due casi della Francia e dell’Italia   azioni è il primo azionista della Borsa di
il pensiero corre anzitutto al “Rapporto            Londra, la City, e ha lanciato su di essa
Beffa” – Pour une nouvelle politique indu-          un’Opa ostile tuttora in svolgimento.
strielle (gennaio 2005) – voluto dal                Dai settori (visti, lo ripetiamo, come terreno
Presidente Chirac; in secondo luogo al dise-        d’elezione per la nascita di «Campioni euro-
gno di legge Interventi per l’innovazione           pei») alle imprese (o ai gruppi) il passo è
industriale, corredato dal documento                breve, ed è a queste che ora volgiamo la
Industria 2015, DDL che è stato di recente          nostra attenzione.
approvato dal governo italiano su proposta
del ministro Bersani (settembre 2006).                  “Addio campi nazionali”
Al pari dell’impostazione comunitaria, anche            Farewell National Champions è il titolo
le esperienze nazionali che si stanno metten-       di un interessante saggio scritto da Nicolas
do a punto in questi anni (abbiamo appena           Veron (2006) per Bruegel, il think-tank di
accennato a quella francese e a quella italia-      Bruxelles presieduto da Mario Monti e
na, mentre giusto in apertura ricordavamo le        diretto da Jean Pisani-Ferry. La sua conclu-
dichiarazioni della signora Merkel) pongono         sione principale, ossia quello che l’autore
in risalto le possibilità di intervento e di        chiama «il trend verso l’europeizzazione
cooperazione in alcuni specifici settori:           delle più grandi imprese europee», è basato
l’Information Technology, certo, ma anche le        su un dettagliato studio delle Top 100
biotecnologie e le scienze della vita; l’energia    d’Europa, poste poi a confronto con le Top
e i trasporti; l’ambiente e la salute, eccetera.    100 degli Stati Uniti.
Vi è poi un settore come quello dei servizi         Alla fine del 2005 – annota Veron – “il loro
finanziari, che costituisce di fatto una sorta      mercato domestico è sempre più l’Europa nel
di prerequisito alla nascita dei”Campioni           suo insieme piuttosto che un particolare
europei”. Sotto questo profilo, ci sembra di        Paese al suo interno”. E ancora:
poter dire che l’Italia abbia guadagnato una        “Collocandosi al 65%, la quota di vendite in
buona posizione di partenza. Difatti, all’Opa       Europa sui loro ricavi totali è quasi identica,
del Banco Santander sulla britannica Abbey          in media, alla quota dei ricavi che le Top 100
National (2004) ha fatto seguito, dapprima,         americane realizzano negli Usa. La quota
la grande aggregazione UniCredit-HVB                della loro base nazionale (o, per i Paesi più
(2005), che ha dato vita a un Gruppo pan-           piccoli, regionale) sta rapidamente declinan-
europeo operante in Italia, Germania,               do e, sempre nel 2005, è pari al 36,9% dei
Austria e nei Paesi della Central Eastern           ricavi globali contro il 50,2% del 1997”.
Europe; dopodiché è stata la volta della            Sempre seguendo lo studio di Bruegel, sono
fusione fra Banca Intesa e San Paolo IMI            solo 7 le imprese italiane comprese nel nove-
(2006), che ha creato un’altra delle prime          ro delle Top 100, contro le 26 del Regno
dieci banche di Eurolandia, anche se meno           Unito (più Irlanda), le 18 della Francia, le 14
proiettata sui mercati europei rispetto al          della Germania, le 11 del Benelux, le 9 sia
Gruppo di piazza Cordusio.                          dei Paesi nordici che della Svizzera.
Sempre a proposito del sistema finanziario,         Chiudono questa speciale Champions’
non vanno poi dimenticate le strategie              League, Spagna e Portogallo con 6, mentre
attualmente in atto fra le più importanti           nessuna impresa proviene dall’ultima zona
Borse valori europee ed americane.                  utilizzata nello studio, l’Europa centrale e
Pensiamo, da un lato, alla fusione fra il cir-      meridionale. Fig. 2
cuito Euronext (che dal 2000 raggruppa le           La relativa debolezza dell’Italia, nel novero
piazze di Parigi, Amsterdam e Bruxelles, poi        dei Paesi più industrializzati del mondo,
allargatosi nel 2002 al Liffe di Londra e alla      emerge altresì dall’indagine R&S su oltre
Borsa di Lisbona) e il New York Stock               250 multinazionali nella triade Europa,

70
ECONOMIA 1

                                                                                             2. “TOP 100 D’EUROPA”:
                                                                                       PRESENZA ITALIANA E TEDESCA (2005)

                                                                                  Posizione                              Imprese–Gruppi
                                                                                  nella classifica generale
                                                                                  ITALIA
                                                                                  11                                     ENI
                                                                                  21                                     UniCredit
                                                                                  40                                     Telecom Italia
                                                                                  43                                     Enel
                                                                                  53                                     Generali
                                                                                  57                                     Banca Intesa
                                                                                  84                                     San Paolo IMI
                                                                                  GERMANIA
                                                                                  22                                     Siemens
                                                                                  23                                     E.ON
                                                                                  26                                     Deutsche Telecom
                                                                                  29                                     SAP
                                                                                  30                                     Allianz
                                                                                  38                                     Deutsche Bank
                                                                                  47                                     DaimlerChrysler
                                                                                  53                                     RWE
                                                                                  55                                     BASF
                                                                                  68                                     Deutsche Post
                                                                                  71                                     Bayer
                                                                Grazia Neri_AFP

                                                                                  72                                     Munich Re
                                                                                  76                                     BMW
                                                                                  98                                     Volkswagen
                                                                                  Fonte: Estratto da N. Veron, Bruegel Policy Brief, 2006/04, June 2006

_Il settore finanziario costituisce una sorta di pre-requisi-                     stabilito il “quartier generale”). Questa
to alla creazione di “campioni europei”. Il gruppo Uni-                           evoluzione – è il commento di Veron –
Credit è presente in 20 Paesi. Sopra, Alessandro Profu-                           “sottolinea il significativo impatto delle
mo e Dieter Rampl, rispettivamente ad e presidente                                politiche di apertura del mercato condotte
                                                                                  in Europa”, e al riguardo l’autore non
                                                                                  manca di ricordare come nel settore banca-
                   Nord America e Giappone. Fulvio Coltorti,                      rio queste siano intervenute soltanto a un
                   commentando questi risultati, pone in evi-                     grado più limitato. Apprendiamo altresì che
                   denza “uno stato di declino della grande                       il completamento del mercato interno ha
                   impresa italiana nei settori dell’industria                    manifestato i suoi effetti su altri settori,
                   pesante e tecnologicamente complessa; al                       quali i beni di consumo, la distribuzione
                   contrario, le multinazionali “contano” (e                      commerciale e la logistica. Infine, per alcuni
                   molto) in Germania, Regno Unito, Olanda,                       settori che producono beni di consumo e/o
                   Svizzera e Finlandia (Le multinazionali                        industriali tecnologicamente avanzati (su
                   europee e italiane, in “economia italiana”,                    tutti la farmaceutica e la chimica), Veron fa
                   N.1/2006)Rinviando allo studio in parola                       notare come il mercato – per le stesse Top
                   per ogni approfondimento                                       100 europee – sia di fatto mondiale, nel
                   (www.bruegel.org), può essere utile in                         senso che la maggioranza dei ricavi vengono
                   breve richiamo all’analisi settoriale. Nelle                   conseguiti non già in Europa (quartier gene-
                   Top 100 europee, telecomunicazioni e utili-                    rale più resto d’Europa), bensì nel “resto del
                   ties hanno visto aumentare, nell’arco tem-                     mondo”.
                   porale coperto dallo studio (1997-2005), la                    Il trend verso l’europeizzazione delle più
                   quota di ricavi derivanti dal “resto                           grandi imprese d’Europa è destinato a prose-
                   d’Europa” (rispetto al Paese europeo ove è                     guire? La domanda è di quelle, come dire?,

                                                                                                                                                   71
CAMPIONI EUROPEI: GRANDI GRUPPI CRESCONO

“aperte” per definizione. Gli eventi infatti si                         4.000 miliardi di dollari. Ancora una volta,
stanno svolgendo sotto i nostri occhi ed è                              come già alla fine del primo trimestre
difficile conoscere in anticipo il punto d’arri-                        2006, viene sottolineato il protagonismo
vo. Certo è che l’attuale ondata di M&A,                                dell’Europa: ammonta a circa 1.600 miliar-
menzionata in apertura, vede l’Europa come                              di di dollari – il massimo mai raggiunto –
vera protagonista.                                                      il valore combinato dei “target europei”,
Nel corso del 2006 l’”Economist” (www.eco-                              cifra che è lievemente superiore al valore
nomist.com) ha seguito, potremmo dire                                   delle operazioni di M&A che hanno avuto
passo dopo passo, questa ondata. Alla fine                              come obiettivi imprese americane. Gran
del primo trimestre, per esempio, scriveva                              Bretagna, Spagna, Francia, Germania e
come gli acquisti di imprese europee                                    Italia – solo per menzionare i prime cinque
ammontassero a 418 miliardi di dollari, più                             Paesi – si sono distinti, sebbene in propor-
del doppio rispetto allo stesso periodo del                             zioni diverse, sia per numero di deal (si va
2005 (contro i 331 miliardi in America, più                             dai quasi 2.500 in Gran Bretagna ai circa
5% rispetto all’anno prima). Sempre il set-                             600 in Italia) sia per il loro controvalore
timanale londinese annotava come si trat-                               (con oltre 300 miliardi di dollari è sempre
tasse di operazioni molto centrate sul core                             la Gran Bretagna ad apportare il maggior
business delle imprese coinvolte nelle varie                            contributo all’ottima performance
operazioni, che quindi le utilizzavano per                              dell’Europa, ma anche tutti gli altri grandi
realizzare una strategia di “integrazione                               Paesi si collocano fra i 100 e 200 miliardi
orizzontale” (le utilities e l’energia, ma                              di operazioni di M&A). Fig. 3,4,5
anche le telecomunicazioni e la difesa, erano                           Il grafico qui di seguito pubblicato (Il sor-
fra i settori espressamente citati).                                    passo, ndr) dà conto in estrema sintesi del-
Senza voler ripercorrere tutti i momenti                                l’avvio di quest’ondata, che sta ridisegnan-
cruciali, giungiamo alla fine del 2006 e                                do l’oligopolio europeo in un gran numero
l’”Economist” ci offre l’istantanea di quel-                            di settori industriali e dei servizi.
lo che è successo in un anno che ha battu-                              È un’ondata, inoltre, che per essere collo-
to ogni sorta di record nell’attività di                                cata nella giusta prospettiva dell’Europa
M&A: il valore delle operazioni annuncia-                               «allargata» va letta insieme al trend che
te ha raggiunto nell’anno la vetta dei                                  sta interessando, da alcuni anni a questa

                             3. IL SORPASSO
    (FUSIONI E AQUISIZIONI; VALORE DELLE OPERAZIONI                                           4. INVESTIMENTI DIRETTI ESTERI
 PER AREA; PRIMO TRIMESTRE; DATI IN MILIARDI DI DOLLARI

                                                                               FLUSSI MONDIALI IN ENTRATA DI FDI, TRILIONI DI $
500
               Europa                                                   1,75
               Stati Uniti
                                                            2,9
400                                                                     1,50

                                                                        1,25
                                                      2,0         1,9
300
                                          2,1                           1,00
           Numero di operazioni, ’000

200                                 2,4                                 0,75
                                                2,5
                        2,4
         2,7                                                            0,50
100             1,8           1,6
                                                                        0,25

     0                                                                    0
          2002           2003           2004     2005        2006               1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
Fonte: Dealogic                                                         Fonte: UNCTAD

72
ECONOMIA 1

                     parte, gli investimenti diretti esteri (FDI).                     striale di paesi come Repubblica Ceca,
                     Anche a quest’ultimo riguardo – come si                           Ungheria, Polonia, Slovacchia, Bulgaria,
                     può vedere dai due grafici seguenti                               Romania, Croazia e Turchia (questi sono
                     (Investimenti diretti esteri e Nuovi oriz-                        gli otto Paesi esaminati dallo studio in
                     zonti, ndr)tratti sempre dal settimanale                          parola) siano già oggi – e sempre più nel
                     londinese – emerge il ruolo assai impor-                          prossimo futuro – i settori a medio-alto
                     tante giocato dall’economia europea, che                          contenuto tecnologico, rappresenta anche
                     primeggia oggi nettamente nella graduato-                         il frutto della crescente e ormai più che
                     ria dei flussi in entrata di FDI. Uno sguar-                      decennale integrazione economica con la
                     do, poi, alla progressione di questi investi-                     parte occidentale dell’Europa, il nucleo
                     menti verso i Paesi della New Europe sug-                         storico dell’UE.
                     gerisce l’idea che la riorganizzazione delle                      Senza sottacere le fondamentali implica-
                     imprese, manifatturiere e di servizi, su                          zioni storiche e culturali dell’allargamento
                     base pan-europea (o continentale) è certa-                        a Est, esso va considerato prima di tutto –
                     mente in atto da alcuni, essa ha tratto – e                       e confinando la nostra attenzione al domi-
                     trae – giovamento dall’allargamento                               nio dell’economia – una ulteriore estensio-
                     dell’UE verso l’Europa dell’Est.                                  ne del mercato unico europeo. Le dinami-
                     Il fatto che, per un insieme significativo di                     che di crescita delle imprese e le trasfor-
                     questi Paesi della nuova Europa, le pro-                          mazioni strutturali dell’economia (e della
                     spettive siano giudicate molto buone                              manifattura, in primis) sembrano confer-
                     soprattutto per i settori medium-high tech                        mare la bontà della scelta, anche se la stra-
                     può essere visto come un’ulteriore contro-                        da da percorrere è ancora lunga.
                     prova della profondità dei cambiamenti
                     strutturali intervenuti. L’indicazione                                Un tentativo di definizione
                     emerge con nettezza dai risultati dell’ulti-                          Nelle pagine che precedono abbiamo
                     ma edizione delle Sectoral Analyses                               provato a raccontare due storie “europee”:
                     (Outlook 2007-2008), condotte dal “New                            la prima ha a che fare col nuovo approccio
                     Europe Research Network” del Gruppo                               di politica industriale che è venuto emer-
                     UniCredit (Vienna, gennaio 2007). Che le                          gendo nella prima metà di questo decennio
                     nuove aree della specializzazione indu-                           a livello comunitario dopo gli anni del

                                                                                                5. NUOVI ORIZZONTI
                                                                               (INVESTIMENTI DIRETTI ESTERI, IN MILIARDI DI DOLLARI)

      FLUSSI IN ENTRATA DI FDI, MILIARDI DI $, 2005
500                                                                25
                                                                            Europa centrale
         99,2          Variazioni % dal 2004                                Europa sud-orientale
400                                                                20

300                                                                15

200                  27,4                                          10

                                   7,5
100                                             3,1                 5

                                                         78,3
 0                                                                  0
        Europa       Asia        Nord          America   Africa           1996       1997      1998       1999     2000   2001   2002*   2003**
                                America         Latina
                                                                  Fonte: BERS, Deutsche Bank *stima **previsione

                                                                                                                                              73
CAMPIONI EUROPEI: GRANDI GRUPPI CRESCONO

mercato interno, della moneta unica, degli       meno recente: questi campioni non sono e
allargamenti dell’UE (in specie, quello          non possono essere la riproposizione, sotto
verso Est); la seconda riguarda invece le        mentite spoglie, dei “Campioni nazionali”
strategie di crescita delle grandi imprese       di qualche decennio fa. Allora c’era un
europee e la loro partecipazione all’ondata      Principe, più o meno illuminato, che poteva
di M&A in atto in questi anni.                   disporre di risorse (imprese e asset in
Sono due storie destinate necessariamente        genere) eminentemente nazionali nel chiu-
a intrecciarsi? O che, al contrario, conti-      so dei confini domestici. Oggi, soprattutto
nueranno a vivere due vite parallele?            sotto la spinta del processo di integrazione
La speranza, crediamo, è che la prima storia     europea, le imprese (largamente di proprie-
(ossia, le politiche europee per la competi-     tà privata) operano su mercati globali e
tività delle imprese) sia funzionale alla        liberalizzati, ove il ruolo delle Borse nel-
seconda (la crescita, per via interna e/o        l’allocazione delle risorse è molto cresciuto.
esterna che sia, di imprese autenticamente       Insomma, ogni singola impresa per quanto
europee).                                        grande sia, può solo concorrere alla crea-
In conclusione, non possiamo sapere, oggi,       zione di “Campioni europei” (e può farlo,
se ci sarà una definizione formale che, i        come più sopra ricordavamo, solo seguendo
dizionari di domani, daranno dell’espres-        le regole del mercato). Estendendo la rifles-
sione “campioni europei”. Sappiamo però          sione al sistema-Paese, potremmo dire
che cosa nella sostanza essa già significa, e    ognuno di questi deve farlo in posizioni di
prefigurare un qualcosa che suoni così non       leadership nei settori in cui si concentrano
appare, forse, troppo lontano dalla realtà:      i pezzi pregiati della sua industria e del suo
Quelle grandi imprese che hanno saputo           terziario, concorrendo invece come partner
fare in conti col mercato unico europeo, per     in altri casi. A ben vedere, abbiamo aggiun-
di più allargato ai Paesi dell’Europa centro-    to una terza (e ultima) parte alla nostra
orientale.                                       ipotetica possibile definizione (alla fine, in
Le “4 libertà” di circolazione (beni, servizi,   verità, scopriremo che è l’ultima solo per il
persone e capitali), che danno sostanza al       momento).
mercato unico, la moneta comune (l’euro) e       Gli esempi, reali e potenziali, non mancano
lo storico allargamento verso Est (un mer-       nell’Europa dei nostri giorni; in verità, non
cato unico più grande) hanno infatti muta-       mancano sia in un senso che nell’altro.
to in profondità la fisionomia dell’econo-       Agli esempi citati nel corso di questo lavo-
mia europea nel corso degli ultimi dieci-        ro per evocare settori (industriali e di ser-
quindici anni. Il triplice processo non può      vizi) e imprese che possono ben rappresen-
dirsi ancora compiuto, e basti pensare ai        tare l’idea stessa dei “Campioni europei” in
passi da compiere in tema di completamen-        divenire, ne vanno infatti aggiunti altri che
to del mercato unico nei servizi, che valgo-     danno conto delle difficoltà incontrate
no il 70% del Pil dell’UE. Ma le conse-          lungo la strada dell’attuazione concreta di
guenze si stanno già facendo sentire sui         quest’idea. Valgano per tutti gli esempi di
protagonisti primi dello sviluppo economi-       E.ON-Endesa-Gas Natural, Enel-Suez-Gas
co: le imprese. Quello che per semplicità        de France, Autostrade-Abertis (ma l’elenco
possiamo definire il “nuovo campo da             potrebbe proseguire), casi che sono stati
gioco” dell’economia europea offre così alle     oggetto di contenzioso fra le autorità di
imprese la grande opportunità di riorganiz-      governo nazionali e la Commissione euro-
zare la propria attività su scala autentica-     pea, che è il “Guardiano dei Trattati”.
mente paneuropea, o continentale, che dir        Nel tirare le fila di questa nostra riflessio-
si voglia.                                       ne, possiamo cominciare col mettere assie-
Riandando dunque col pensiero alla possi-        me le singole parti (tre) della possibile
bile definizione di “campioni europei”           definizione di “campioni europei”, che
potremmo aggiungere una seconda parte            forse – un domani – troveremo nei dizio-
che suona così: E si tratta di grandi imprese    nari di economia, e che – qui e ora – abbia-
frutto di fusioni cross-border (transfronta-     mo provato a tratteggiare al paragrafo I (si
liere) che passano il vaglio del mercato.        ricorderanno i corsivi): quelle grandi
Questo metodo ci aiuta, crediamo, a opera-       imprese che hanno saputo fare i conti col
re una netta distinzione col passato, più o      mercato unico europeo, per di più allargato

74
ECONOMIA 1

                                                                                                            Grazia Neri_AFP
_Il presidente del gruppo italiano Autostrade, Gian Maria        centri di eccellenza e formazione del capi-
Gros Pietro, con Isidre Faine del gruppo spagnolo Abertis        tale umano. Senza una politica autentica-
durante la conferenza stampa del 24 aprile 2006 che ha           mente europea su questi versanti è difficile
annunciato la fusione dei due gruppi                             creare le condizioni per la nascita, sul mer-
                                                                 cato, di nuovi “Campioni europei”.
                 ai Paesi dell’Europa centro-orientale. E si     Se è vero, come giustamente argomentano
                 tratta di grandi imprese frutto di fusioni      i francesi, che la politica industriale nella
                 “cross-border” (transfrontaliere) che passa- tradizione europea è la risultante di un
                 no il vaglio del mercato. Seguendo questa       “triangolo” formato dalla “competition
                 vena, aggiungevamo poi una terza parte          policy”, dalla “politica commerciale” e dalla
                 riferita alle singole imprese partecipanti      “politica tecnologica”, si tratta – come
                 alla nuova e più grande società, che, a ben     abbiamo già avuto modo di scrivere – di
                 vedere, si estendeva al sistema-Paese nel       rafforzare il terzo lato, senza nel contempo
                 suo complesso: esso, per quanto grande sia, indebolire i prime due. Ne usciranno accre-
                 può solo concorrere alla creazione di “cam- sciute le possibilità di veder nascere, cre-
                 pioni europei”: ma deve farlo in posizioni      scere e svilupparsi i “Campioni europei”
                 di leadership nei settori in cui si concentra- sul nuovo “campo da gioco” europeo. La
                 no i pezzi pregiati della sua industria e del sfida è di particolare rilievo per l’Italia, che
                 suo terziario. La sfida è di particolare rilie- non può assolutamente permettersi il lusso
                 vo per l’Italia, che non può assolutamente      di restare ai margini del gigantesco rime-
                 permettersi il lusso di restare ai margini      scolamento di carte in atto nell’oligopolio
                 del gigantesco rimescolamento di carte in       europeo e oltre.
                 atto nell’oligopolio europeo e oltre.           Il finale lieto può realmente essere quello
                 A ben vedere, lungo tutto il corso della        dell’intreccio fra le due storie, che qui
                 trattazione abbiamo aggiunto un quarto          abbiamo cercato di raccontare. L’altro fina-
                 fondamentale elemento: l’enfasi, infatti, è     le, di segno opposto, è quello di un perdu-
                 caduta sulla politica che, per semplicità,      rante nazionalismo economico o, quanto-
                 chiamiamo “tecnologica”, ma che più in          meno, di una insufficiente lungimiranza
                 profondità significa ricerca, innovazione,      delle nuove élite europee.

                                                                                                            75
Puoi anche leggere