PRIORITÀ POLITICHE 2012 2015 - Comitato delle Regioni - Europa EU
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Catalogue number: QG-30-13-321-IT-C ISBN: 978-92-895-0683-0 DOI: 10.2863/73013 FOTO Bureaux d’architecture: Atelier Paul Noël sprl - Art & Build s.a., cover Archivio del Comitato delle regioni, pagine 4, 6, 8, 10, 11, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 27, 28. Unione europea, pagine 10, 11, 12, 14, 15, 16, 17, 19. Banca europea per gli investimenti, pagina 13. Thinkstock, pagine 11 (iStockphoto), 12 (Lifesize | Siri Stafford), 14 (iStockphoto), 18 (iStockphoto), 19 (iStockphoto). © Unione europea, 2013 La riproduzione è autorizzata a condizione che sia riconosciuta la fonte Stampato in Belgio
INDICE Prefazione Ramón Luis Valcárcel Siso Presidente del Comitato delle Regioni 4 Prefazione Mercedes Bresso Prima vicepresidente del Comitato delle Regioni 6 Le prime cinque priorità 9 I. Attuare con successo la strategia Europa 2020 insieme con gli enti locali e regionali 10 II. Assicurare la valorizzazione delle autorità regionali e locali negli investimenti 12 III. Impegnarsi con i cittadini nel dibattito sull’Europa 14 IV. Sviluppare la dimensione territoriale delle relazioni esterne dell’UE 16 V. Un CdR forte in una nuova Europa 18 Messaggi dei presidenti dei gruppi politici 21 • Gruppo PPE, Presidente Michael Schneider 22 • Gruppo PSE, Presidente Karl-Heinz Lambertz 23 • Gruppo ALDE, Presidente Bas Verkerk 24 • Gruppo AE, Presidente Uno Silberg 25 • Gruppo CRE, Presidente Gordon Keymer 26 Che cos'è il Comitato delle regioni? 27
Prefazione Ramón Luis Valcárcel Siso | Presidente del Comitato delle Regioni CREARE CRESCITA E OCCUPAZIONE IN EUROPA Il dibattito politico dei prossimi due anni e mezzo costituirà una delle maggiori sfide politiche che il Comitato delle regioni abbia mai dovuto affrontare. La crisi dei debiti sovrani e la recessione economica nell’Unione europea hanno colpito duramente le regioni e le città. Siamo anche giunti al punto di discutere dell’Unione europea stessa, e al centro dell’agenda politica non vi è solo il funzionamento delle sue istituzioni, ma vi trovano posto anche la sua governance, il suo valore aggiunto e il suo bilancio. È in questo contesto difficile che deve realizzarsi la trasformazione dell’Europa. Io sono fermamente convinto che innanzitutto l’Unione europea debba dimostrare la sua capacità di produrre risultati sul campo, perché così l’UE farà crescere la fiducia in tutto il continente. La mia prima priorità quindi è l’attuazione della strategia Europa 2020 in partenariato con le regioni e le città. La strategia Europa 2020 è la tabella di marcia dell’Europa verso una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Per gli anni a venire la sua importanza prioritaria troverà riscontro nel nostro programma di lavoro e si tradurrà in un primo contributo del Comitato delle regioni alla revisione di metà percorso della strategia da parte della Commissione europea (CE), contributo che adotteremo al 6° vertice europeo delle regioni e delle città nel 2014. Oltre a ciò, il CdR proseguirà anche la sua attività consultiva sulla base del programma di lavoro della Commissione europea e del proprio programma politico. La mia presidenza si concentrerà poi – ed è questa la mia seconda priorità – sulla valorizzazione delle autorità regionali e locali (ARL) nel campo degli investimenti, cercando nel contempo di incoraggiare gli enti locali e regionali a trarre il massimo vantaggio dal mercato unico. L’esito dei negoziati sul quadro finanziario pluriennale si ripercuoterà su molte politiche dell’UE, ma in particolare sulla politica di coesione economica, sociale e territoriale e sulla politica agricola dopo il 2013. Il CdR invoca un Quadro di finanziamento pluriannuale (QFP) credibile, capace di agire da moltiplicatore per finanziamenti di qualità nelle regioni e nelle città d’Europa. Tuttavia, in un periodo di risanamento dei bilanci, il dibattito sul 04
bilancio europeo, malgrado le crescenti funzioni e responsabilità europee, è politicamente difficile. Per tale ragione il CdR studierà anche altri mezzi per far sì che l’UE possa conseguire i suoi obiettivi in materia di crescita e occupazione. A tal fine si cercherà di stabilire una cooperazione più stretta con la Banca europea per gli investimenti e si esploreranno altre idee per dare spazio a maggiori sinergie tra la spesa pubblica e quella privata. Con le elezioni del Parlamento europeo (PE) previste per il 2014 e la crescita di un sentimento di disimpegno tra i cittadini europei, tenere aperto un canale di comunicazione con i cittadini e “dibattere” dell’europa resta un’altra grande priorità della mia presidenza. Prima dello svolgimento delle elezioni del PE, la Commissione europea presenterà un progetto per il futuro dell’Unione monetaria europea e, successivamente, il suo modello per la struttura della futura Unione europea. Il CdR deve assicurarsi che le sue idee e le sue proposte siano accolte in modo che l’assunzione democratica di responsabilità nel quadro di un ulteriore approfondimento dell’integrazione europea possa essere rafforzata mediante il coinvolgimento degli enti locali e regionali e il dovuto rispetto del principio di sussidiarietà. Il CdR deve quindi garantire che nel periodo che porterà alle elezioni del PE venga valorizzata la straordinaria dimensione territoriale della costruzione europea. Nel corso dei prossimi due anni e mezzo, lo sviluppo di una dimensione territoriale delle relazioni esterne dell’UE sarà anch’esso un elemento di primo piano. Le regioni con poteri legislativi o le grandi città dei paesi terzi si profileranno sempre di più come alleati importanti, con cui sarà sempre più importante sviluppare buone relazioni, e questo vale soprattutto per le ARL dei paesi in via di adesione e i paesi del partenariato e del vicinato europeo. Infine, in quanto istituzione, il cdR deve rafforzare le sue radici e prepararsi per il futuro. Nel 2014 il cdR festeggerà i suoi 20 anni di esistenza. Sarà un momento in cui dovremo voltarci indietro, fare un bilancio e celebrare i risultati che abbiamo ottenuto insieme. Il CdR, guardando all’Anno europeo dei cittadini 2013 e alle elezioni del PE nel 2014, è pronto a invocare un ulteriore approfondimento dell’integrazione europea. “Più Europa” è infatti la garanzia migliore per il futuro delle regioni e delle città europee. 05 Priorità politiche 2012 - 2015
Prefazione Mercedes Bresso | Prima vicepresidente del Comitato delle Regioni UN’EUROPA PER TUTTI Il Comitato delle regioni, cassa di risonanza, rappresentante e portavoce degli enti regionali e locali, promuove una forma di progresso economico e sociale adatto alle realtà degli enti regionali e locali dell’Unione europea. La situazione economica e sociale attuale presenta all’Europa molte sfide, in particolare per quel che riguarda l’occupazione, gli squilibri strutturali ovvero l’instabilità sociale. È per questo che, tutti insieme, dobbiamo proteggere e promuovere i valori democratici che abbiamo sempre difeso, come la solidarietà, la comprensione e l’integrazione, incoraggiando gli Stati membri ad aiutarsi mutualmente e realizzare così un’Europa più giusta e più vicina ai propri cittadini. Nel breve termine il nostro obiettivo è quello di fare in modo che le elezioni europee del 2014 mettano al centro di un dibattito realmente europeo e democratico le questioni di maggior interesse per gli enti regionali e locali, come le misure di preparazione alle trasformazioni industriali in quanto componenti di una strategia per un’economia competitiva a basso tenore di carbonio e come il futuro dei servizi pubblici in un’Europa sociale. Il prossimo anno, il 2014, sarà un anno cruciale perché vedrà il rinnovo di quasi tutta la leadership politica dell’UE. La questione non è solo quella di sapere quale sarà lo schieramento politico che ci governerà, ma sarà soprattutto quella di mostrare che l’Unione europea può avere ed ha, in realtà, un volto umano. Il 2014 dovrebbe inoltre essere l’anno dell’avvio del nuovo periodo di programmazione, basato su una settantina di atti legislativi dell’UE analizzati dal CdR durante la prima metà del suo mandato e che noi seguiremo con attenzione dopo l’adozione del quadro finanziario. Tutte queste misure dovrebbe ricreare le basi per una crescita sostenibile ed equa a tutti i livelli di governance. 06
Nel più lungo periodo, e in linea con la prima metà del mandato del CdR (2010-2012), ci adopereremo per l’attuazione concreta della strategia Europa 2020, dando voce ai bisogni dei nostri territori. Continueremo a lottare per un rilancio europeo della crescita e della creazione di posti di lavoro per garantire condizioni favorevoli alla realizzazione di un’Europa sostenibile e inclusiva. Lavoreremo per un’Europa dei cittadini, basata sul progresso sociale, sull’uguaglianza e sulla solidarietà, un’Europa in cui ogni territorio e ogni cittadino possa trovare una risposta ai suoi bisogni. Difenderemo un’Europa basata su una visione dinamica del principio di sussidiarietà, vale a dire quella per cui si agisce quando l’intervento europeo e collettivo produce valore aggiunto. La sussidiarietà non va vista come un concetto di cui ci si avvale per erigere barriere, ma come un modo per lavorare insieme, nei limiti delle competenze e delle risorse di ciascuno, garantendo in ogni momento il potenziale massimo. Nel 2015, alla fine di questo mandato, il CdR avrà festeggiato la sua maggiore età, 20 anni di esistenza, e il Trattato di Lisbona sarà in vigore da poco più di cinque anni. Sono sicura che il Comitato delle regioni si imporrà con maggior forza nell’ambito delle istituzioni europee e dimostrerà di essere un partner, affidabile e indispensabile, che incarna la legittimità del modello europeo di diversità culturale e territoriale. Non c’è bisogno di dire che l’Europa stessa è un valore che abbiamo il dovere di salvaguardare. Ma, come ha fatto notare François Hollande rivolgendosi al Parlamento europeo, “noi europei siamo portatori di una cultura che ci travalica. Non dobbiamo considerarla un patrimonio da proteggere, ma come un movimento da promuovere”. L’Europa non può quindi essere un ‘Europa ripiegata su sé stessa. L’europa che vogliamo è un’Europa sotto il segno della curiosità e della conoscenza, della ricerca e della cultura, un’Europa dei cittadini, dei popoli e dei territori, un’Europa aperta che condivide i suoi valori con i suoi vicini e con il resto del mondo. Un’Europa unita per tutti! 07 Priorità politiche 2012 - 2015
Bureaux d’architecture Atelier Paul Noël sprl - Art & Build s.a. © eyecone.com
LE PRIME CINQUE PRIORITÀ 09 Priorità politiche 2012 - 2015
I. Attuare con successo la strategia Europa 2020 insieme con gli enti locali e regionali COSA SI DEVE FARE? Europa 2020: la ripresa economica e la creazione di posti di lavoro Il CdR si concentrerà sul contributo delle autorità regionali e locali (ARL) alla realizzazione della strategia Europa 2020. Parlando per esprimere l’impegno del Comitato, il Presidente Valcárcel ha detto che “il nostro obiettivo fondamentale è quello di promuovere la crescita e l’occupazione ed è per questa ragione cruciale che noi al CdR dobbiamo contribuire alla realizzazione della strategia Europa 2020 e delle sue iniziative faro”. Ciò si riferisce sia all’attuazione sul campo degli obiettivi della strategia Europa 2020 sia al coinvolgimento delle ARL nella struttura di governance della strategia stessa e nel ciclo del semestre europeo. In tal senso, il monitoraggio dei patti territoriali e degli altri meccanismi di governance multilivello (GML) all’interno degli Stati membri costituisce per il CdR una priorità. Proposte per una nuova generazione di politiche di finanziamento La crisi economica rende i programmi dell’UE ancora più importanti per le ARL, particolarmente per il loro sostegno al conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020. Di conseguenza, il CdR ha cominciato a studiare proposte per nuove politiche di finanziamento e continuerà a emettere pareri sulle proposte legislative UE pertinenti. Il Presidente Valcárcel è dell’avviso che la politica di coesione debba essere considerata uno strumento d’investimento cruciale durante i negoziati sul futuro bilancio dell’UE, sostenendo che “è il nostro piano Marshall per consentire alle regioni di sostenere la crescita e creare posti di lavoro”. Nel campo dei fondi di gestione condivisi, il CdR incoraggerà il rispetto del principio di partenariato nel contesto dei negoziati per i contratti di partenariato e del nuovo codice di condotta sul partenariato. Atto per il mercato unico Per liberare il potenziale di crescita dell’europa, è necessario sfruttare meglio il mercato unico “affrontando il problema degli anelli mancanti e delle strozzature”. A tal fine il CdR lavorerà per garantire che le tessere mancanti del puzzle dell’Atto per il mercato unico vengano messe al posto giusto. Nel 2012 la CE ha pubblicato un secondo “Atto per il mercato unico” scegliendo dodici proposte legislative da applicare mediante “azioni rapide”. L’opinione della Presidenza Valcárcel è che le ARL abbiano un ruolo essenziale nel garantire un’applicazione tempestiva e corretta delle direttive UE sul mercato unico. La discussione di tali proposte sarà un elemento presente durante le presidenze irlandese, lituana e greca. 010
COME SARÀ FATTO? Il CdR userà i pareri, le risoluzioni, le riunioni ad alto livello, le reti e i suoi eventi principali, come la manifestazione annuale degli OPEN DAYS al fine di: • monitorare e influenzare il ciclo politico della strategia Europa 2020; • suggerire forme innovative per applicare le diverse politiche della strategia Europa 2020 e per finanziare gli strumenti sul campo; • informare e mobilitare le ARL per la strategia Europa 2020 attraverso lo scambio di buone pratiche; • sostenere la realizzazione del mercato unico; • studiare come la cultura possa fungere da motore per la crescita e i posti di lavoro; Inoltre, una serie di conferenze sulle sette iniziative prioritarie di Europa 2020 per le autorità regionali e locali sarà lanciata al fine di: • preparare il Vertice 2014 delle città e delle regioni, che costituirà l’occasione per tirare le conclusioni e fornire il contributo del Comitato alla valutazione di metà periodo della strategia Europa 2020. Convegno del CdR sull'iniziativa faro di Europa 2020 Youth on the Move “non basta solo parlare della strategia Europa 2020 quando i capi di Stato e di governo si incontrano nei vertici a Bruxelles. Spetta a tutti i livelli di leadership europea, compresi gli enti locali e regionali, metterla in pratica sul campo. È molto importante capirlo, perché abbiamo bisogno di questa dimensione europea per una crescita sostenibile”. José Manuel Barroso, Presidente della Commissione europea, sessione inaugurale del 5° vertice europeo delle regioni e delle città. 011 Priorità politiche 2012 - 2015
II. Assicurare la valorizzazione del ruolo delle autorità regionali e locali negli investimenti COSA SI DEVE FARE? Quadro finanziario pluriennale (QFP) Il CdR continuerà a invocare un “forte” bilancio europeo, in modo da evitare tagli rilevanti nella politica di coesione dell’UE o da trovare una forma più efficiente e trasparente di finanziamento delle politiche dell’UE che contribuisca a produrre facilmente risultati con un effetto massimo sulla spesa futura dell’UE. Per influenzare i negoziati in corso il CdR dovrà rivedere e mettere meglio a punto la sua posizione durante il processo legislativo e informarne la CE, il PE e il Consiglio rispettivamente. Dopo che sarà stata adottata una decisione politica sul QFP 2014-2020, il Cdr si sforzerà di aiutare le regioni ad utilizzare i fondi Ue in modo efficiente attraverso il monitoraggio e lo scambio di buone pratiche. Durante il suo discorso d’insediamento davanti alla plenaria del CdR nel luglio 2012, il Presidente Valcárcel ha sostenuto: “quando il prossimo quadro finanziario pluriennale sarà stato adottato, dovremo studiare modi intelligenti per migliorare il coordinamento delle priorità e delle spese tra i diversi livelli di governo, nel rispetto dell’autonomia e dei poteri dei governi nazionali, regionali e locali”. Coordinamento economico e di bilancio Il CdR sosterrà le ARL, riferendo sulle loro attuali sfide finanziarie e difendendo i loro diritti davanti ai responsabili delle decisioni a livello europeo e nazionale. Il Presidente Valcárcel considera prioritario proteggere la capacità di investimento delle ARL. Ciò esigerà un dibattito politico sull’impatto del Trattato sul patto di bilancio sulle finanze delle ARL, sulle relazioni e le sinergie tra i bilanci europeo, nazionale, regionale e locale e sulla qualità degli investimenti pubblici e privati a livello locale e regionale. Il CdR deve convincere la CE e gli Stati membri che il patto per la crescita e l’occupazione e insieme ad esso i programmi nazionali di riforma (inclusi i piani nazionali per l’occupazione) otterranno risultati positivi solo se la loro applicazione segue un approccio di governance multilivello. Il CdR contribuirà a una applicazione tempestiva degli accordi di partenariato più orientati alla strategia Europa 2020. Il Presidente Valcárcel ritiene che “nel contesto dell’accordo del Consiglio europeo relativo al Patto per la crescita e l’occupazione, noi, gli enti locali e regionali, dovremmo chiaramente essere i veri agenti del cambiamento sul campo”. COME SARÀ FATTO? Il CdR userà una serie di strumenti ed azioni per conseguire le sue priorità, come dibattiti politici, pareri, relazioni interistituzionali, eventi, comunicati stampa e la piattaforma Europa 2020. Tra le azioni concrete si annoverano: • aggiornamenti supplementari dei pareri sul QFP successivamente al primo parere riveduto adottato nella sessione plenaria del CdR dell’ottobre 2012; 012
• un parere sulla procedura di bilancio annuale, a cominciare dal bilancio UE 2014; • il proseguimento dei lavori della sua commissione ad hoc sul bilancio e della sua piattaforma Europa 2020 (attraverso analisi, studi e pareri d’iniziativa); • la valorizzazione della qualità degli investimenti locali e regionali, del ruolo delle ARL come investitori principali nello sviluppo economico e l’accento sulla loro esigenza di bilanci sufficienti; • la raccolta di dati affidabili (insieme con la Commissione europea, Eurostat e l’OCSE) e l’individuazione di eventuali tendenze al deterioramento o al miglioramento delle finanze pubbliche/private a livello di ARL. Una conferenza di alto livello sarà organizzata dal CdR insieme con la CE, la presidenza di turno del consiglio e la BEI sull’impatto della crisi, della nuova governance economica europea e dell’unione di bilancio emergente sullo stato delle finanze pubbliche e private a livello regionale e locale. La conferenza contribuirà a: • dare avvio all’elaborazione di un Libro verde della CE sulla creazione di sinergie maggiori tra i bilanci a tutti i livelli di governo; • fornire una piattaforma che consenta agli enti locali e regionali di presentare alle istituzioni dell’UE le loro opinioni in relazione alle tendenze nelle finanze pubbliche subnazionali; • discutere l’impatto della governance economica europea e del completamento dell’Unione economica e monetaria sulla capacità del governo regionale e locale di attuare l’approccio di crescita della strategia Europa 2020; • basarsi sull’esperienza e le prospettive degli strumenti finanziari della BEI e dei fondi strutturali dell’UE nel quadro del nuovo periodo di programmazione 2014-2020 per catalizzare “investimenti di qualità” sul terreno; • studiare gli sviluppo recenti e le buone pratiche dei partenariati pubblico-privati, delle sinergie tra i bilanci a tutti i livelli di governance e dell’ingegneria finanziaria a livello locale e regionale; e • rafforzare le relazioni con la BEI. “La BEI è la banca di tutti gli Stati membri, che ha per obiettivo la coesione e la prosperità dell’intera UE. Lo sviluppo costante delle regioni e delle città rimane una delle fondamenta della nostra strategia economica e l’intensificazione della cooperazione tra la BEI e il CdR sarà vantaggiosa per ambedue le istituzioni”. Werner Hoyer, Presidente della Banca europea per gli investimenti durante un incontro con il Presidente Valcárcel a Bruxelles.. 013 Priorità politiche 2012 - 2015
III. Impegnarsi con i cittadini nel dibattito sull’Europa COSA SI DEVE FARE? Dibattere l’Europa L’Anno europeo dei cittadini 2013 avrà l’effetto di far emergere un dibattito in tutta Europa su cosa significhi essere cittadino europeo. Il CdR, da parte sua, si impegnerà per contribuire all’agenda dei diritti dei cittadini UE e promuoverà strumenti di democrazia partecipativa. Il Presidente Valcárcel è convinto che “il diritto di votare e candidarsi alle elezioni locali ed europee sia un elemento essenziale per sviluppare la consapevolezza di essere cittadini europei. Con questo diritto, ogni cittadino europeo può essere coinvolto in modo democratico e influenzare la politica a livello locale ed europeo”. Al fine di contribuire ad aumentare l’affluenza alle urne, il cdR in collaborazione con il PE punta a mobilitare le ARL organizzando un grande sforzo per informare i cittadini sull’Europa e sulle elezioni del PE 2014. In particolare il cdR contribuirà a garantire che nelle campagne elettorali si integri la dimensione territoriale. Comunicazione decentrata Al fine di superare le maggiori lacune nella capacità dell’UE di comunicare le sue priorità, i suoi progetti e i suoi successi, il CdR continuerà a sviluppare iniziative di comunicazione (OPEN DAYS, EuroPCom ecc.) con altri attori istituzionali per colmare la distanza tra Bruxelles e le ARL in materia d’informazione. Tali iniziative comprenderanno eventi locali nelle regioni organizzati con le delegazioni nazionali, le associazioni, i parlamenti / le assemblee nazionali e gli uffici della CE e del PE negli Stati membri. Si cercherà sempre più di far diventare le riunioni fuori sede del Comitato una parte integrante dello sforzo di comunicazione decentrata. Le pubblicazioni elettroniche, la promozione della pagina iniziale del sito Internet del CdR e l’uso dei media sociali ridurranno il volume della carta impiegata per le pubblicazioni stampate. COME SARÀ FATTO? Durante la presidenza Valcárcel, il CdR procederà a ampie consultazioni degli ERL e alla loro mobilitazione per affrontare le sfide legate al dibattito sull’Europa e alla garanzia che la governance multilivello continui ad essere applicata. Ciò si conseguirà attraverso una combinazione di dibattiti politici, risoluzioni, consultazioni e reti (ARLEM, Corleap, GECT e rete di controllo della sussidiarietà), relazioni interistituzionali, incontri, eventi, media sociali e comunicazione decentrata, in particolare i Media Days (giornate dell’informazione) dell’UE. Le attività principali comprenderanno: • avvio di un’ampia consultazione delle ARL sul “futuro dell’Europa”; • mobilitazione delle ARL attraverso l’uso della comunicazione decentrata per il progetto europeo e per le elezioni europee del 2014; 014
• uso a tal fine degli strumenti di comunicazione ed eventi del cdR quali gli OPEN DAYS, la serie di convegni sulla strategia Europa 2020, le newsletter e i media sociali;sviluppo dei media sociali e di altre nuove tecnologie della comunicazione con l’obiettivo di spiegare il valore aggiunto dell’Europa; • organizzazione di media days dell’UE regionali decentrati in occasione della giornata dell’Europa 2013 e di nuovo nel 2014 in cooperazione con la CE e le delegazioni nazionali del CdR; • monitoraggio dell’iniziativa dei cittadini, specie in settori in cui le ARL sono direttamente implicati e in cui la dimensione territoriale è evidente; • messa in risalto di eventi esterni, media sociali, relazioni con le associazioni e i parlamenti / le assemblee regionali e Media days dell’UE come strumenti dell’impegno Il Presidente Valcarcel e la commissaria Reding con del Comitato nei confronti della comunicazione decentrata. passaporti europei al forum del CdR. I pareri del cdR metteranno più regolarmente in evidenza le questioni della sussidiarietà e della GML. A tal fine, la rete di controllo della sussidiarietà e il gruppo direttivo per la sussidiarietà opereranno in più stretto collegamento con i relatori del CdR. Le sinergie interistituzionali con la CE, il PE, i parlamenti nazionali e le assemblee legislative regionali verranno usate per condurre l’analisi politica e per seguire specifici dossier legislativi, l’organizzazione dei convegni sulla sussidiarietà o se del caso, e come ultima istanza, l’azione in Corte di giustizia. Le relazioni interistituzionali con la Corte di giustizia saranno sviluppate ulteriormente. “L’intero potenziale della cittadinanza europea non è stato ancora sfruttato e ad esso si può attingere mediante una comunicazione più adeguata, un processo legislativo migliore e una maggiore partecipazione dei cittadini. Le prossime elezioni europee nel 2014 saranno un passo cruciale sotto questo aspetto perché i cittadini europei avranno un impatto più evidente attraverso il loro voto e l’emergere alla fine del processo di candidati di prestigio per la presidenza della Commissione europea in rappresentanza di tutte le famiglie politiche. La scelta, in fin dei conti, spetta a noi”. Martin Schulz, Presidente del Parlamento europeo. 015 Priorità politiche 2012 - 2015
IV. Sviluppare la dimensione territoriale delle relazioni esterne dell’UE COSA SI DEVE FARE? Internazionalizzazione del ruolo delle ARL Le ARL non sono più attori isolati, “provinciali”: sono diventati piuttosto dei partner transnazionali. La loro sfera d’interessi e d’interventi ha una stretta relazione con quello che succede in tutto il mondo. Per trovare soluzione a molti dei problemi economici, ambientali e sociali di oggi non ci si può limitare a “coltivare il proprio giardino”. Globalizzazione e interdipendenza hanno quindi creato un ruolo nuovo per le ARL nell’ambito delle relazioni esterne. In conseguenza di questo processo, le ARL vanno affermandosi sulla scena internazionale come attori politici credibili e vicini alla base. Negli anni a venire, essi saranno chiamati a rispondere Le Assise della cooperazione decentrata. a una serie di problemi transazionali, come i cambiamenti climatici, ai quali occorrerà trovare soluzione di concerto con tutta una serie di partner: tra questi, regioni con poteri legislativi e grandi città di paesi terzi. Intervenendo al Forum dei sindaci dell’UE e della Cina nel 2012, il Presidente Valcárcel ha dichiarato: “I contributi dei sindaci e degli esperti cinesi ed europei evidenziano la necessità di sviluppare nuovi strumenti di governance [locale] per concorrere al miglioramento della coesione e alla gestione degli spazi urbani e rurali”. L’idea delle ARL come partner chiave nel dibattito sulla “governance globale” verrà promossa ulteriormente dal CdR. La crescente importanza rivestita dalle ARL ha consentito al CdR di sviluppare progressivamente la sua capacità di contribuire alla nuova dimensione internazionale dell’UE. Il CdR sostiene l’azione delle ARL, in particolare nel campo dell’allargamento e nella politica di vicinato dell’UE, ma anche nei confronti della Cina e degli altri paesi terzi che costituiscono dei partner strategici. Per quanto riguarda l’allargamento, il CdR mira a garantire che gli enti locali dei paesi candidati e in via di adesione siano coinvolti nel processo. Dal 2006 a questa parte i membri del CdR hanno stabilito stretti rapporti di lavoro con i loro omologhi croati e nel febbraio 2012, con l’ingresso di nove osservatori croati, il CdR è diventato la prima assemblea politica europea a realizzare questo allargamento. Il CdR ha inoltre istituito un comitato consultivo misto (CCM) con il Montenegro, inteso a preparare la strada per l’integrazione del Montenegro nell’UE. Il primo incontro tra i membri del CdR e gli enti locali del Montenegro nell’ambito del CCM si è tenuto il 14 novembre 2012, a pochi mesi dall’apertura dei negoziati di adesione con questo paese. Il CdR può contare su una serie di reti regionali e internazionali istituzionalizzate, quali l’Assemblea regionale e locale euromediterranea (ARLEM), la Conferenza degli enti regionali e locali del partenariato orientale (Corleap) e il Patto dei sindaci – la piattaforma europea Conferenza della Corleap a Chișinău (Moldova) attraverso il quale gli enti locali e regionali partecipano alla lotta ai cambiamenti climatici –, di cui continuerà ad avvalersi per le relazioni strategiche con le ARL dei paesi terzi. In riferimento al Patto dei sindaci, il Presidente Valcárcel ha affermato: “Siamo particolarmente fieri di questa iniziativa in quanto siamo convinti che l’impegno degli enti locali e regionali sia indispensabile per attenuare gli effetti dei cambiamenti climatici”. 016
Per proiettare la sua influenza su scala globale, il CdR dovrà aggiornare la sua strategia di cooperazione con il Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE), con le principali organizzazioni internazionali e regionali a vocazione territoriale e con gli attori substatali nei paesi terzi. Rafforzare le reti Il decentramento democratico e di bilancio e lo sviluppo regionale saranno tra i temi al centro della cooperazione con le ARL dei paesi interessati dall’allargamento e dalla politica di vicinato. Inoltre, il CdR invocherà strumenti forti per la cooperazione transfrontaliera, da applicare non solo tra gli Stati membri, ma anche tra Stati membri e paesi della politica di vicinato e all’interno di quest’ultimo gruppo. Le due principali strutture di lavoro del Comitato in materia di cooperazione internazionale, vale a dire l’ARLEM e la Corleap, sono intese a dotare rispettivamente il partenariato euromediterraneo e il partenariato orientale di una dimensione regionale e locale. I lavori condotti 3a sessione plenaria dell'Arlem, svoltasi a Bari dal CdR tramite i comitati misti, i gruppi di lavoro e i convegni sulla cooperazione decentrata hanno evidenziato il valore aggiunto dell’attività del Comitato in quest’ambito. COME SARÀ FATTO? Questi obiettivi verranno realizzati tramite una serie di pareri, attraverso i gruppi consultivi misti e i gruppi di lavoro, l’ARLEM, la Corleap e l’atlante della cooperazione decentrata, mediante accordi interistituzionali nonché tramite le discussioni e le decisioni dell’Ufficio di presidenza. Il Comitato ha l’obiettivo di: • promuovere ulteriormente il ricorso a strumenti forti per la cooperazione con i paesi in via di adesione e con quelli interessati dalla politica di vicinato (ARLEM, Corleap, Patto dei sindaci), • sostenere pienamente l’allargamento dell’UE tramite i suoi CCM e gruppi di lavoro; • approfondire le relazioni con partner strategici dell’UE quali la Cina; • promuovere l’dea che il CdR e le ARL stanno gradualmente diventando partner nella “governance globale” e rafforzare ulteriormente i collegamenti con le principali agenzie dell’ONU che lavorano con le ARL; • rafforzare le relazioni con il Servizio europeo per l’azione esterna. “Gli enti locali e regionali svolgono un ruolo cardine nel rinnovato approccio alla politica europea di vicinato. Essi sono fondamentali non soltanto nell’affrontare le sfide dello sviluppo e nel realizzare i progetti locali e regionali, ma anche – come ha chiaramente dimostrato la primavera araba – nel promuovere le riforme e il cambiamento. Gli enti locali sono vicini ai cittadini, di cui hanno dimostrato in molte occasioni di essere la vera voce. Questa voce l’UE vuole ascoltarla con attenzione e sostenerla. Con la Corleap nel partenariato orientale e l’ARLEM nel partenariato meridionale, vi sono più opportunità di garantire la partecipazione degli enti locali alla definizione di questa nostra cooperazione sul piano pratico”. Štefan Füle, commissario europeo per l’Allargamento e la politica di vicinato. 017 Priorità politiche 2012 - 2015
V. Un CdR forte in una nuova Europa COSA SI DEVE FARE? Celebrazione del 20° anniversario del Comitato delle regioni Nel 2014 il CdR festeggerà il suo 20° anniversario e per l’occasione verrà organizzato un evento speciale in concomitanza con una delle sessioni plenarie in calendario. Sarà un’occasione per ripercorrere la storia del Comitato, stilare un bilancio di questi primi vent’anni e definire nuove priorità per il suo prossimo mandato. Per il successo di questo processo è indispensabile un Comitato delle regioni forte. L’anniversario fornirà inoltre al CdR l’opportunità di rafforzare il legame con i suoi membri e di mobilitarli, insieme alle loro associazioni nazionali ed europee, per le sue priorità politiche. Potrebbe inoltre essere una buona occasione per esaminare se il CdR stia utilizzando appieno le sue capacità istituzionali. Governance multilivello, decentramento e sussidiarietà Il CdR parlerà chiaramente del rischio della riduzione o dell’eliminazione del decentramento esistente negli Stati membri. A livello europeo, esso continuerà a svolgere un ruolo chiave nel promuovere la sussidiarietà, il miglioramento della legislazione e la governance multilivello. Controllare che la legislazione UE sia conforme al principio di sussidiarietà assumerà maggiore importanza alla luce delle recenti tendenze alla concentrazione politica. Inoltre, per essere efficiente, la legislazione UE deve essere concepita tenendo conto del suo impatto territoriale, un presupposto indispensabile per “legiferare meglio”. Come osservato dal Presidente Valcárcel al Forum del CdR sulla cittadinanza dell’Unione svoltosi nel novembre 2012, “se gli enti locali e regionali non tenessero conto della legislazione UE e se non si considerassero un anello attivo nella catena della democrazia europea, la cittadinanza dell’Unione non diventerebbe mai realtà”. Come previsto dal protocollo di cooperazione con la Commissione europea, il CdR intensificherà le sue attività in materia di valutazione d’impatto. Una sua priorità EC chiave sarà la promozione di patti territoriali nel quadro della strategia Europa 2020. CoR EESC Council EP 018
COME SARÀ FATTO? Per conseguire questi suoi obiettivi il CdR non si limiterà a servirsi degli strumenti collaudati di cui dispone, come ad esempio dibattiti politici, incontri, relazioni istituzionali, relazioni con le associazioni, eventi, pubblicazioni, comunicati stampa, ecc, ma cercherà anche di avvalersi di nuovi strumenti e di riformare le sue procedure per raggiungere nuove fette di pubblico e rafforzare il suo ruolo: • nel 2014, per il suo ventesimo anniversario, il CdR ha in programma la pubblicazione CdR 20, che sarà dedicata alla storia del Comitato, alle funzioni da esso svolte e ai suoi successi (con interviste a politici di alto livello); Erasmus per i rappresentanti locali e regionali (da sinistra a destra: • in occasione di una delle sessioni plenarie in programma si terrà un dibattito sui Johannes Hahn, commissario europeo per la politica regionale, Danuta Hübner, presidente della commissione REGI del Parlamento successi del CdR e le sfide che lo attendono cui saranno invitati tutti gli ex presidenti europeo, e Ramόn Luis Valcárcel Siso, Presidente del CdR) del CdR e alcuni ex presidenti della Commissione europea e del Parlamento europeo; • è prevista l’adozione di un parere d’iniziativa sullo stato del processo di regionalizzazione e di decentramento in Europa per fare in modo che questo tema entri a far parte dell’agenda europea; • il CdR cercherà inoltre di convincere le presidenze di turno del Consiglio a tenere periodicamente una riunione informale del Consiglio sulla politica di coesione per discutere di GML(governance multilivello); • parallelamente, il CdR proseguirà la sua attività per la pubblicazione di un quadro di valutazione della GML nelle politiche UE. Inoltre, svilupperà e sosterrà strumenti innovativi di GML come l’ARLEM, la Corleap, il Patto dei sindaci, l’Erasmus per i rappresentanti eletti delle ARL, le strategie macroregionali, l’iniziativa Regioni imprenditoriali europee (EER), i GECT, le proprie reti e piattaforme e le mappe interattive sul suo sito. Costruire una cultura della governance multilivello in Europa “ Voi [enti locali e regionali] sapete per esperienza cosa funziona e cosa no. È fondamentale che condividiate questa vostra esperienza. So quanto siete impegnati nel rispondere alle sfide che devono affrontare i cittadini europei, non da ultime quelle derivanti dalla crisi economica, di cui siete testimoni giorno dopo giorno. Contribuite inoltre a rendere i cittadini consapevoli della posta di gioco e questo è di per sé un elemento determinante per riuscire”. Herman Van Rompuy, Presidente del Consiglio europeo, alla sessione inaugurale degli OPEN DAYS 2012.. 019 Priorità politiche 2012 - 2015
MESSAGGI DEI PRESIDENTI DEI GRUPPI POLITICI 021 Priorità politiche 2012 - 2015
GRUPPO PPE, PRESIDENTE MICHAEL SCHNEIDER L’Unione europea si sta impegnando a fondo per superare la crisi e assicurare crescita e occupazione sostenibile a tutte le sue regioni. In quanto assemblea politica dei rappresentanti regionali e locali, noi del Comitato delle regioni apportiamo a questo processo la nostra esperienza nell’attuazione delle politiche sul campo e la voce dei cittadini. La nostra priorità continuerà perciò a essere strettamente collegata all’obiettivo di assicurare ai cittadini europei crescita e occupazione. Le misure che attuiamo nelle nostre regioni e città saranno molto influenzate da un’attuazione efficace della strategia Europa 2020. In questo processo, il coinvolgimento delle regioni è indispensabile per aumentare la titolarità della strategia e quindi garantirne il successo. Insieme alla strategia generale dobbiamo rafforzare le politiche europee a sostegno degli investimenti a lungo termine per lo sviluppo territoriale. La politica di coesione e i fondi strutturali non sono importanti soltanto di per sé, in quanto strumenti della politica UE, ma anche in quanto catalizzatori di una crescita innovativa, sostenibile e integrata. In questi tempi di crisi dobbiamo garantire che, malgrado la scarsità delle risorse finanziarie, si continui a investire adeguatamente, procedendo in parallelo verso una politica regionale più efficace ed efficiente. Dobbiamo inoltre instaurare un dialogo sempre più stretto con i cittadini nel nostro progetto comune europeo. In quanto membri del Comitato delle regioni, noi eletti locali e regionali costituiamo già un ponte tra l’Europa e i cittadini, e vorremmo quindi portare il nostro contributo al dibattito sul futuro dell’UE, così da mantenerlo vicino alle preoccupazioni quotidiane della gente. Riteniamo importante che l’UE diventi una risorsa concreta per i cittadini, e dobbiamo prestare particolare attenzione alle generazioni future. Ci adopereremo inoltre per garantire che le decisioni vengano adottate al livello più prossimo ai cittadini. Noi del PPE siamo grandi sostenitori della sussidiarietà, non da ultimo in quanto costituisce uno strumento più efficace e democratico per realizzare le politiche, ma anche in quanto valore fondamentale della nostra famiglia politica. Ribadiamo pertanto la nostra intenzione di fare del CdR il punto di riferimento per il controllo della sussidiarietà all’interno dell’UE, il garante del fatto che l’UE interviene quando la sua politica è portatrice di un valore aggiunto. Lavorando per un’Europa migliore, continueremo inoltre ad adoperarci per promuovere i nostri valori sia dentro che fuori l’UE. 022
GRUPPO PSE, PRESIDENTE KARLHEINZ LAMBERTZ Aiutare le regioni e città europee a uscire dalla crisi e trovare il modo di contrastare efficacemente le devastanti conseguenze sociali di quest’ultima continuerà a essere la massima priorità del gruppo PSE. In quest’ottica, il gruppo insiste sulla necessità di completare le numerose misure di governance economica già esistenti, incentrate nella stragrande maggioranza sull’austerità, con misure per rilanciare gli investimenti pubblici a livello UE. Occorre inoltre adottare una serie di nuove proposte europee negli ambiti sociale e occupazionale per realizzare gli obiettivi sociali della strategia Europa 2020, sempre più trascurati sotto la pressione della disciplina di bilancio. Combattere la disoccupazione giovanile, promuovere i servizi pubblici, chiedere che gli obiettivi di Barcellona in materia di assistenza all’infanzia diventino vincolanti e sollecitare l’adozione di un’agenda europea per l’edilizia sociale sono tutti punti che rimangono tra le priorità principali del gruppo. Nei prossimi due anni e mezzo, il gruppo PSE porterà inoltre avanti gli sforzi tesi a fare della coesione territoriale una realtà e a garantire che la politica di coesione sia fermamente ancorata nel quadro finanziario 2014-2020. Inoltre, il gruppo seguirà da vicino l’elaborazione delle proposte legislative che determineranno l’attuazione dei vari fondi e programmi per la coesione. Il gruppo PSE contribuirà attivamente al successo dell’Anno europeo dei cittadini 2013 nell’intento di sensibilizzare i cittadini all’importanza della cittadinanza attiva e della partecipazione democratica. Ciò è tanto più importante in vista delle elezioni per il Parlamento europeo del 2014, e per invertire la tendenza alla disaffezione che si va diffondendo tra gli elettori. A questo fine, il gruppo lavorerà in stretta collaborazione con il partito del socialismo europeo (PSE) e con il gruppo socialdemocratico del Parlamento europeo alla stesura di un manifesto elettorale per il PSE che sia autenticamente europeo e risponda alle preoccupazioni e alle aspirazioni dei cittadini europei. Un’altra priorità del gruppo sarà definire una politica europea in materia di migrazione che sia vantaggiosa sia per i migranti che per le società ospitanti. Il gruppo sosterrà pertanto la revisione della legislazione vigente in materia di asilo al fine di creare un sistema di asilo autenticamente europeo. Da ultimo – ma non per questo si tratta di un aspetto meno importante – l’uguaglianza di genere continuerà a essere una priorità trasversale, in quanto si tratta di un grande obiettivo ancora da raggiungere con il concorso di tutti i livelli di governance in Europa. 023 Priorità politiche 2012 - 2015
GRUPPO ALDE, PRESIDENTE BAS VERKERK Nella seconda metà di questo 5° mandato del Comitato delle regioni, il gruppo ALDE continuerà instancabilmente ad adoperarsi per migliorare l’impatto del CdR sulla legislazione UE. Nell’imminenza del 20° anniversario della sua creazione, celebreremo la capacità del CdR di affermarsi sulla scena istituzionale europea. Al tempo stesso, riconosciamo però che rimane ancora molto da fare per realizzarne appieno il potenziale. Premeremo quindi perché vengano condotte le riforme interne necessarie e continueremo a rafforzare i collegamenti politici con le principali istituzioni dell’Unione. Sul fronte politico, il gruppo ALDE vorrebbe un più chiaro impegno, da parte della Commissione, nelle politiche intese a sviluppare una moderna infrastruttura di rete; vorremmo inoltre che venissero adottate misure per facilitare la diffusione della microproduzione di energia e la sua integrazione nelle reti di distribuzione. Se vogliamo realizzare i nostri obiettivi energetici, rispondere all’urgente sfida dei cambiamenti climatici e avere un mercato interno dell’energia pienamente operativo, non possiamo più attendere, dobbiamo agire ora. In secondo luogo, continueremo a ricercare modi più efficienti di utilizzare i fondi strutturali dell’UE, in particolare nel contesto della crisi economica, che limita le opportunità di investimento e di crescita, e ci adopereremo per diffondere largamente queste idee. Ci concentreremo sullo sviluppo dell’imprenditorialità nella società europea come strumento migliore per creare posti di lavoro, nuove idee e una crescita economica che sia sostenibile e di lungo periodo. Infine, il 2013 sarà l’anno europeo dei cittadini. Benché nei 20 anni trascorsi dall’entrata in vigore del Trattato di Maastricht si siano compiuti molti progressi, un certo numero di cittadini che ha voluto avvalersi del diritto di circolare liberamente e di risiedere in un altro Stato membro afferma tuttavia di essersi visto negare il pieno esercizio di tale diritto dalla legislazione di alcuni Stati membri, non conforme allo spirito della cittadinanza europea. È giunto il momento di accettare che un cittadino dell’Unione è un cittadino dell’Unione ovunque viva all’interno dell’UE. L’anno dei cittadini rappresenta quindi il momento giusto per lanciare nuove iniziative in quest’ambito. Le persone che hanno esercitato la libertà di circolazione nell’UE sono spesso i più accessi difensori dell’Unione. Ma devono essere convinti che l’UE si batte e lavora per loro. Per questo il gruppo ALDE del CdR continuerà a difendere la causa dei diritti dei cittadini, in special modo nel 2013. 024
GRUPPO AE, PRESIDENTE UNO SILBERG La principale priorità del gruppo Alleanza europea sotto la mia presidenza è quella di coinvolgere gli enti locali e regionali d’Europa nel processo decisionale dell’UE. Per garantire che i cittadini dell’UE siano ascoltati dobbiamo adottare una strategia di comunicazione bidirezionale tra gli enti locali e regionali e le istituzioni dell’UE, e il modo migliore per farlo è tramite il CdR. Il gruppo AE ritiene che l’UE debba affrontare i gravissimi problemi con cui si scontrano i cittadini, e uno di questi è la disoccupazione giovanile. È inaccettabile che il fenomeno abbia tali proporzioni. In alcuni Stati membri la disoccupazione colpisce il 50 % dei giovani. Se non affrontiamo con urgenza questi problemi, rischiamo di perdere una generazione. Per funzionare, l’UE ha bisogno di un bilancio solido e per questo il gruppo AE esorta a dotare l’Unione di un quadro finanziario pluriennale che le consenta di creare concretamente occupazione e posti di lavoro nelle sue regioni e città. I leader dovranno agire con decisione e concordare un bilancio adeguato. Ovviamente, molti capitoli del bilancio rivestiranno grande interesse per gli enti locali e regionali, che anche in questo caso, dovranno far sentire la propria voce nel dibattito. Nel caso della politica agricola comune (PAC), ad esempio, il gruppo AE sosterrà con decisione che l’eguaglianza deve essere applicata nel trattamento riservato agli agricoltori. Non è giusto che ci siano enormi differenze in Europa. Ciò di cui abbiamo bisogno è una PAC forte che consenta all’UE di produrre alimenti di qualità in quantità sufficiente per tutti i nostri cittadini. Il gruppo AE continuerà a tenere pienamente conto delle mutevoli tendenze politiche ed economiche attuali e a contribuire di conseguenza all’elaborazione di strategie coerenti. Riteniamo che una parte fondamentale, nel tenere conto di queste tendenze, sia far sentire la voce dei nostri enti locali e regionali nel cuore dell’Europa, e per questo crediamo che il Comitato delle regioni e gli enti locali e regionali debbano svolgere un ruolo forte facendo parte integrante del processo di elaborazione delle politiche UE. 025 Priorità politiche 2012 - 2015
GRUPPO CRE, PRESIDENTE GORDON KEYMER Il nostro gruppo si impegnerà a fondo per assicurare che gli enti locali e regionali abbiano voce in capitolo nel processo di definizione delle politiche dell’UE. Lavoreremo a favore di una maggiore attenzione al livello locale e all’ambiente e per la riduzione al minimo necessario delle disposizioni normative. Far sentire con più forza la voce delle nostre comunità locali e regionali garantirà che le decisioni siano prese vicino ai cittadini che esse riguardano. Una maggiore attenzione al livello locale significa un’Unione europea più democratica. In considerazione del clima di austerità e delle difficili condizioni economiche, è più importante che mai assicurare che l’UE sia il più possibile efficace sotto il profilo dei costi ed efficiente dal punto di vista amministrativo. L’UE deve concentrarsi sulla creazione delle condizioni per un’economia fiorente in modo da creare l’occupazione e la crescita necessarie per rimanere competitiva. Il nostro gruppo lavorerà con impegno per garantire la difesa del principio di sussidiarietà. Opereremo affinché il Comitato delle regioni adempia al suo ruolo di garante del rispetto delle competenze delle autorità nazionali e degli enti locali e regionali. Questo è un elemento essenziale per l’efficienza dell’UE. Riteniamo che per il Comitato delle regioni il ruolo fondamentale e cruciale consista nel fare in modo che il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione europea siano perfettamente consapevoli del punto di vista delle autonomie locali e regionali quando elaborano la legislazione dell’UE. Il nostro gruppo darà tutto il suo apporto per contribuire alla formulazione e diffusione di questo punto di vista. Il nostro gruppo lavorerà sulla base del principio che alle autonomie locali e regionali spetta a pieno titolo un ruolo in un’Unione europea prospera, ma esse potranno svolgere questo ruolo soltanto se il quadro legislativo e finanziario dà loro la libertà di farlo. Possiamo fare la differenza soltanto attraverso una maggiore attenzione al livello locale e un approccio realistico. 026
CHE COS’È IL COMITATO DELLE REGIONI? 027 Priorità politiche 2012 - 2015
Il Comitato delle regioni è l’assemblea dei rappresentanti regionali e locali dell’UE Dal 1994, esso rappresenta e promuove gli interessi degli enti locali e regionali nel processo decisionale europeo. Poiché circa 2/3 della legislazione UE viene applicata a livello subnazionale, le ARL sono responsabili dell’attuazione della maggioranza delle politiche UE. Il CdR offre alle ARL l’opportunità di esprimere il loro punto di vista sulla legislazione UE proposta in modo che questa sia più aderente alle esigenze dei cittadini. La Commissione europea, il Consiglio e il Parlamento europeo consultano il Comitato delle regioni nell’elaborazione di testi legislativi (direttive, regolamenti, ecc.) riguardanti ambiti che interessano gli enti locali e regionali. In pratica, ciò significa che il CdR viene consultato sulla maggior parte della legislazione europea. Il CdR può inoltre fare in modo che le proprie priorità entrino nell’agenda dell’UE formulando pareri di propria iniziativa ed elaborando relazioni su argomenti che al centro dei suoi interessi. Ha inoltre la possibilità di contestare la Commissione europea, il Consiglio e il Parlamento europeo qualora non tengano conto dei pareri da esso espressi e nei casi estremi ha la facoltà di adire la Corte di giustizia dell’Unione se ritiene che le disposizioni sulla sua consultazione non siano state pienamente rispettate. Atelier Paul Noël sprl - Art & Build s.a. Bureaux d’architecture 028
Come funziona il Comitato delle regioni? Il CdR è composto di 344 membri (da luglio 2013, con l’entrata della Croazia, saranno 353) e da altrettanti supplenti, nominati dal Consiglio dell’UE su proposta degli Stati membri con un mandato quinquennale rinnovabile. I membri devono essere titolari di un mandato elettorale o essere responsabili di fronte a un’assemblea eletta. I lavori del CdR si articolano intorno a sei commissioni, specializzate nei seguenti settori: Cittadinanza, governance, affari istituzionali ed esterni (CIVEX); Politica di coesione territoriale (COTER); Istruzione, gioventù, cultura e ricerca (EDUC); Ambiente, cambiamenti climatici ed energia (ENVE) e Risorse naturali (NAT). I suoi membri preparano dei progetti di parere e organizzano convegni e seminari sui temi di loro competenza. Ciascuna commissione conta circa 100 membri ed è coadiuvata da una segreteria. Una settima commissione (CAFA) consiglia l’Ufficio di presidenza sulle questioni amministrative e finanziarie. Al CdR sono rappresentati cinque gruppi politici: il Partito popolare europeo (PPE), il partito del socialismo europeo (PSE), l’Alleanza dei democratici e dei liberali per l’Europa (ALDE) l’Alleanza europea (AE) e il Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei (CRE). Vi sono inoltre vari membri non iscritti. Avvicinare l’Unione europea ai cittadini Benché buona parte del lavoro del Comitato consista nella sua partecipazione al processo legislativo, il suo ruolo non si esaurisce in questo. I membri del CdR vivono e lavorano quotidianamente nelle loro regioni e città, e ciò consente loro di rimanere a contatto con le preoccupazioni dei cittadini che rappresentano. In questo modo, quando vengono a Bruxelles, essi sono in grado di farsi portavoce dei loro punti di vista. Inoltre, il CdR porta avanti un lavoro di sensibilizzazione al ruolo e all’importanza delle regioni organizzando convegni, eventi e seminari che consentono ai membri di promuovere il loro lavoro, condividere le loro conoscenze e coinvolgersi più a fondo nella politica europea. 029 Priorità politiche 2012 - 2015
Puoi anche leggere