Bibliografia - Comune di Cento

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Bibliografia

               Una donna, Sibilla Aleramo, Feltrinelli, 1998
               Questo romanzo di Sibilla Aleramo è del 1906. La sua immediata fortuna in Italia e nei paesi in cui fu tradotto
               segnalò una nuova scrittrice, che in seguito avrebbe fornito altre prove di valore, segnatamente nella poesia.
               Ma soprattutto esso richiamò l'attenzione per il suo tema: si tratta infatti di uno dei primi libri 'femmisti' apparsi
               da noi.

               Donne dell'anima mia : dell'amore impaziente, della lunga vita e delle streghe buone, Isabel Allende,
               Feltrinelli, 2020
               Con leggerezza e ironia, Isabel Allende rievoca momenti del passato e indugia sul presente per raccontarci le
               ragioni del suo femminismo. L'autrice parte dalle origini, dalla sua infanzia e adolescenza passate nella
               cornice di una rigida struttura patriarcale. L'istinto di ribellione è una sorta di reazione naturale al maschilismo
               imperante che genera in lei l'attitudine che negli anni l'ha portata a schierarsi sempre con i deboli, gli
               emarginati e tutte le donne che ancora lottano per l'emancipazione. Isabel ci racconta le tappe del suo
               cammino, a partire dal raggiungimento dell'indipendenza economica, le relazioni tra sessi, la sua biografia
               sentimentale e professionale. E poi la terza età, ciò che significa per lei, donna pienamente liberata e convinta
               che i modelli imposti portino a una forma di pregiudizio contro la vecchiaia non dissimile dagli atteggiamenti
               sessisti e razzisti.

               Il racconto dell'ancella, Margaret Atwood, Ponte alle Grazie, 2017
               In un mondo devastato dalle radiazioni atomiche, gli Stati Uniti sono divenuti uno Stato totalitario, basato sul
               controllo del corpo femminile. Difred, la donna che appartiene a Fred, ha solo un compito nella neonata
               Repubblica di Galaad: garantire una discendenza alla élite dominante. Il regime monoteocratico di questa
               società del futuro, infatti, è fondato sullo sfruttamento delle cosiddette ancelle, le uniche donne che dopo la
               catastrofe sono ancora in grado di procreare. Ma anche lo Stato più repressivo non riesce a schiacciare i
               desideri e da questo dipenderà la possibilità e, forse, il successo di una ribellione. Mito, metafora e storia si
               fondono per sferrare una satira energica contro i regimi totalitari. Ma non solo: c'è anche la volontà di colpire,
               con tagliente ironia, il cuore di una società meschinamente puritana che, dietro il paravento di tabù
               istituzionali, fonda la sua legge brutale sull'intreccio tra sessualità e politica. Quello che l'ancella racconta sta
               in un tempo di là da venire, ma interpella fortemente il presente.

               La banalità del male : Eichmann a Gerusalemme, Hannah Arendt, Feltrinelli, 2001
               Otto Adolf Eichmann, figlio di Karl Adolf e di Maria Schefferling, catturato in un sobborgo di Buenos Aires la
               sera dell'11 maggio 1960, trasportato in Israele nove giorni dopo e tradotto dinanzi al Tribunale distrettuale di
               Gerusalemme l'11 aprile 1961, doveva rispondere di 15 imputazioni. Aveva commesso, in concorso con altri,
               crimini contro il popolo ebraico e numerosi crimini di guerra sotto il regime nazista. L'autrice assiste al
               dibattimento in aula e negli articoli scritti per il "New Yorker", sviscera i problemi morali, politici e giuridici che
               stanno dietro il caso Eichmann. Il Male che Eichmann incarna appare nella Arendt "banale", e perciò tanto più
               terribile, perché i suoi servitori sono grigi burocrati.

               Io, Maria : lettere e memorie inedite, Maria Callas, Rizzoli, 2019
               Maria Callas: la Tigre, la Divina, la soprano per antonomasia, e senza dubbio la cantante lirica più celebre al
               mondo. Un mito, una leggenda che conosciamo tutti e quasi tutti abbiamo ascoltato. La sua parabola ha
               ispirato romanzi, poesie, testi teatrali e musicali, spettacoli di danza, film, programmi radiofonici e televisivi. La
               sua figura ha affascinato personalità del calibro di Pier Paolo Pasolini, Luchino Visconti, Franco Zeffirelli e
               Carmelo Bene, per non parlare di musicisti quali Leonard Bernstein, Mina e Patti Smith. Dotata di una voce
               particolare - che coniugava a un timbro unico e a un volume notevole una grande estensione e una
               strabiliante agilità - ha riportato l'opera lirica al centro del dibattito intellettuale e aperto nuovi sentieri nel
               repertorio, distinguendosi per l'immensa capacità interpretativa. Eppure, quanto sappiamo davvero di lei, della
               donna fragile che si celava dietro quelle incredibili doti canore? Quanto conosciamo questa grande artista
               divisa tra immagine pubblica e vita privata, vittima del suo stesso perfezionismo e in lotta continua con la
               propria voce? Per la prima volta, siamo invitati a scoprire Maria Callas al di là delle interpretazioni che l'hanno
               resa immortale, possiamo cogliere l'opportunità unica di gettare uno sguardo sulla sfera più intima di un'artista
               straordinaria. Le sue memorie e una ricca raccolta di lettere private, che spaziano dal 1946 al 1977, ci
               conducono lungo un percorso che dal debutto in sordina giunge fino alle vette di una carriera di livello
               internazionale. Le sfide personali, i successi, gli scandali, il rapporto con colleghi, amici e parenti, l'amore per
               il marito Giovanni Battista Meneghini e la passione travolgente per l'armatore greco Aristotele Onassis: un
               racconto unico, che ci fa scoprire finalmente la storia dietro la leggenda. Mettendoci di fronte all'autoritratto,
               sorprendente e affascinante, dell'ultima grande diva del XX secolo
Ferite a morte, Serena Dandini, Rizzoli, 2013
"Ferite a morte nasce dal desiderio di raccontare le vittime di femminicidio. Ho letto decine di storie vere e ho
immaginato un paradiso popolato da queste donne e dalla loro energia vitale. Sono mogli, ex mogli, sorelle,
figlie, fidanzate, ex fidanzate che non sono state ai patti, che sono uscite dal solco delle regole assegnate
dalla società, e che hanno pagato con la vita questa disubbidienza. Così mi sono chiesta: 'E se le vittime
potessero parlare?' Volevo che fossero libere, almeno da morte, di raccontare la loro versione, nel tentativo di
ridare luce e colore ai loro opachi fantasmi. Desideravo farle rinascere con la libertà della scrittura e
trasformarle da corpi da vivisezionare in donne vere, con sentimenti e risentimenti, ma anche, se è possibile,
con l'ironia, l'ingenuità e la forza sbiadite nei necrologi ufficiali. Donne ancora piene di vita, insomma. 'Ferite a
morte' vuole dare voce a chi da viva ha parlato poco o è stata poco ascoltata, con la speranza di infondere
coraggio a chi può ancora fare in tempo a salvarsi. Ma non mi sono fermata al racconto e, con l'aiuto di Maura
Misiti che ha approfondito l'argomento come ricercatrice al CNR, ho provato anche a ricostruire le radici di
questa violenza. Come illustrano le schede nella seconda parte del libro, i dati sono inequivocabili: l'Italia è
presente e in buona posizione nella triste classifica dei femminicidi con una paurosa cadenza matematica, il
massacro conta una vittima ogni due, tre giorni." (Serena Dandini)

Le inseparabili, Simone de Beauvoir, Ponte alle Grazie, 2020
"Le inseparabili", che viene pubblicato in contemporanea con la Francia da Ponte alle Grazie e dunque in
prima mondiale, è il racconto romanzato della straordinaria amicizia tra Simone de Beauvoir e Zaza
(Elisabeth) Lacoin, dal loro incontro a scuola, nel pieno della Prima guerra mondiale, alla morte di Zaza nel
1929. La narratrice Sylvie/Simone è immediatamente sedotta da Andrée/Zaza, bambina intelligente e ribelle:
le due diverranno inseparabili , nonostante l'ostilità della famiglia di Andrée, un clan ultracattolico dalle
tradizioni rigidissime. Ma se l'amicizia riuscirà a sottrarsi all'ambiente oppressivo in cui Andrée è costretta, lo
stesso non varrà per la ragazza, schiacciata dall'annullamento dell'individualità che le è richiesto. Così la
commovente storia di un'amicizia è anche una denuncia nei confronti di una società bigotta e ipocrita,
incapace di accettare ciò che sfugge alla sua gretta meschineria. Simone de Beauvoir scrisse Le inseparabili
nel 1954 e, pur avendo deciso di non pubblicarlo, conservò il manoscritto. Oggi, finalmente ritrovato, è una
grande scoperta letteraria: sebbene Sylvie/Simone tenda nel racconto ad annullarsi nell'amica, emerge
chiaramente il suo percorso, divergente, che le permetterà non solo di salvarsi, ma anche di diventare una
figura fondamentale nella storia dell'emancipazione femminile nel Novecento.

Il mistero di Evita, Giovanni De Plato, Chiarelettere, 2020
Buenos Aires, 1° maggio 1952. Dal balcone della Casa Rosada, Evita saluta il popolo adorante incitandolo a
proseguire nel cammino che sta facendo grande l'Argentina, non prima di averlo messo in guardia da un
pericolo: «Il nemico ci spia e ci ascolta... I traditori della patria sono mescolati a noi». Il presidente Perón la
trascina dentro quasi di peso. Teme l'esaltazione di quella ragazzina della pampa che in meno di un decennio
è diventata first lady. È atterrito all'idea che il carisma e l'afflato indipendentista della sua amata consorte
indispettiscano i poteri forti interni e stranieri che finora lo hanno supportato nell'ascesa. Meno di tre mesi più
tardi, Evita muore dopo una misteriosa lobotomia. Affidata a un chirurgo americano, anziché al medico di
fiducia che da tempo le sta curando il cancro. De Plato consegna alle voci alternate di Evita, di Perón e del
giovane sindacalista Carlos Maiorino il racconto di una parabola gloriosa e di un destino tragico. Un mito che
continuamente si rinnova nell'immaginario popolare attraverso film, canzoni, libri.

Donne come noi : [100 storie di italiane che hanno fatto cose eccezionali], Sperling & Kupfer, 2018
 "Noi donne abbiamo bisogno di ispirazione. E quindi di una narrazione delle conquiste e dei successi delle
donne. Abbiamo bisogno di 'donne che aiutano donne'. Raccontare storie non è mai stato così importante."

Intervista con il mito, Oriana Fallaci, Rizzoli, 2010
Che grande scrittrice, l'Oriana! Conosciamo il suo coraggio sui fronti di guerra ma è impareggiabile anche
quando affronta le vacanze romane di Audrey Hepburn e Mel Ferrer, le nozze in vista tra Lucia Bosé e Miguel
Dominguin, gli amori di Walter Chiari, i sogni di Grace Kelly prima di diventare principessa, il destino
maledetto di James Dean, le passioni di Ava Gardner, il fascino di Yul Brinner, l'audacia di Ingrid Bergman, la
vita di coppia di Sofia Loren e Carlo Ponti, l'eleganza di Cary Grant, il genio di Luchino Visconti, le inquietudini
matrimoniali di Liz Taylor, le battaglie di Silvana Mangano, l'attitudine patriarcale di Charlie Chaplin, la
malinconia di Marcello Mastroianni, la sensualità di Edith Piaf, l'intensità di Anna Magnani, il sorriso di Paul
Newman, l'arte di Totò, lo sguardo da 007 di Sean Connery, per citare solo alcuni dei tanti nomi che affollano
questa galleria di celebrità. Nel suo percorso giornalistico Oriana li incontra tutti, anche più di una volta,
nessuno come lei sa sorridere di vizi, capricci e debolezze. Questi Miti, che lei ci rende molto umani, possono
contare sulla sua complicità: da una parte li critica con sottile perfidia, dall'altra li sostiene con affetto e
tenerezza.
Avrò cura di te, di Massimo Gramellini e Chiara Gamberale, Longanesi, 2014
Gioconda detta Giò ha trentacinque anni, una storia familiare complicata alle spalle, un'anima inquieta per
vocazione o forse per necessità e un unico, grande amore: Leonardo. Che però l'ha abbandonata. Smarrita e
disperata, si ritrova a vivere a casa dei suoi nonni, morti a distanza di pochi giorni e simbolo di un amore
perfetto. La notte di San Valentino, Giò trova un biglietto che sua nonna aveva scritto all'angelo custode, per
ringraziarlo. Con lo sconforto, ma anche il coraggio, di chi non ha niente da perdere, Giò ci prova: scrive
anche lei al suo angelo. Che, incredibilmente, le risponde. E le fa una promessa: avrò cura di te. L'angelo ha
un nome: Filemone, ha una storia. Soprattutto ha la capacità di comprendere Giò come Giò non si è mai
compresa. Di ascoltarla come non si è mai ascoltata. Nasce così uno scambio intenso, divertente, divertito,
commovente, che coinvolge anche le persone che circondano Giò. Uno scambio che indaga non solo le
mancate ragioni di Giò: ma le mancate ragioni di ognuno di loro. Perché a ognuno di loro, grazie a Filemone,
voce dell'interiorità prima che dell'aldilà, sia possibile silenziare la testa e l'istinto. Per ascoltare il cuore.
Anche e soprattutto quando è chiamato a rispondere a prove complicate, come quella a cui sarà messa
davanti Giò proprio dal suo fedele Filemone, in un finale sorprendente che sembrerà confondere tutto. Ma a
tutto darà un senso

Sei donne che hanno cambiato il mondo : le grandi scienziate della fisica del 20. secolo, Gabriella
Greison, Bollati Boringhieri, 2017
I sei brevi romanzi in cui perdersi in questo libro sono quelli di Marie Curie (1867-1934), Lise Meitner (1878-
1968), Emmy Noether (1882-1935), Rosalind Franklin (1920-1958), Hedy Lamarr (1914-2000) e Mileva Mari?
(1875-1948). Per molti saranno nomi sconosciuti, eppure queste sei donne sono state delle pioniere. Sono
nate tutte nell'arco di cinquant'anni e hanno operato negli anni cruciali e ruggenti del Novecento, che sono
stati anni di guerre terribili, ma anche di avanzamenti scientifici epocali. C'è la chimica polacca che non
poteva frequentare l'università, la fisica ebrea che era odiata dai nazisti, la matematica tedesca che nessuno
amava, la cristallografa inglese alla quale scipparono le scoperte, la diva hollywoodiana che fu anche
ingegnere militare e la teorica serba che fu messa in ombra dal marito. Le sei eroine raccontate da Gabriella
Greison non sono certo le sole donne della scienza, ma sono quelle che forse hanno aperto la strada alle
altre, con la loro volontà, la loro abilità, il talento e la protervia, in un mondo apertamente ostile, fatto di soli
uomini. Sono quelle che hanno dato alla scienza e a tutti noi i risultati eclatanti delle loro ricerche e insieme la
consapevolezza che era possibile - era necessario - dare accesso alle donne all'impresa scientifica. Non
averlo fatto per così tanto tempo è un delitto che è stato pagato a caro prezzo dalla società umana. Sono sei
storie magnifiche. Non sempre sono storie allegre e non sempre sono a lieto fine, perché sono racconti veri,
di successi e di fallimenti. Ma è grazie a queste icone della scienza novecentesca e al loro esempio che
abbiamo avuto poi altre donne, che hanno fatto un po' meno fatica a farsi largo e ci hanno regalato i frutti del
loro sapere e della loro immaginazione. Dietro di loro sempre più donne si appassionano alla scienza, e un
domani, in numero sempre maggiore, saranno libere di regalarci il frutto delle loro brillanti intelligenze.

Siamo fatti di stelle : dialogo sui minimi sistemi, Margherita Hack, Einaudi, 2013
In una Trieste quasi incantata, seduti su una panchina del porto vecchio, Margherita Hack e Marco Morelli si
immergono in un dialogo appassionato e sincero sulle piccole e grandi questioni della vita. Da Galileo alla
religione, dalla politica ai giovani di oggi, dalle favole di quand'era bambina all'incontro con il marito Aldo De
Rosa, dalla Firenze degli anni Venti alla casuale scoperta delle stelle, la Hack passa in rassegna novantuno
anni eccezionali, regalandoci il ritratto ironico e anticonformista di una donna "laica e ribelle".

La ragazza con la Leica, Helena Janeczek, Guanda, 2017
Il 1° agosto 1937 una sfilata piena di bandiere rosse attraversa Parigi. È il corteo funebre per Gerda Taro, la
prima fotografa caduta su un campo di battaglia. Proprio quel giorno avrebbe compiuto ventisette anni. Robert
Capa, in prima fila, è distrutto: erano stati felici insieme, lui le aveva insegnato a usare la Leica e poi erano
partiti tutti e due per la Guerra di Spagna. Nella folla seguono altri che sono legati a Gerda da molto prima che
diventasse la ragazza di Capa: Ruth Cerf, l'amica di Lipsia, con cui ha vissuto i tempi più duri a Parigi dopo la
fuga dalla Germania; Willy Chardack, che si è accontentato del ruolo di cavalier servente da quando
l'irresistibile ragazza gli ha preferito Georg Kuritzkes, impegnato a combattere nelle Brigate Internazionali. Per
tutti Gerda rimarrà una presenza più forte e viva della celebrata eroina antifascista: Gerda li ha spesso delusi
e feriti, ma la sua gioia di vivere, la sua sete di libertà sono scintille capaci di riaccendersi anche a distanza di
decenni. Basta una telefonata intercontinentale tra Willy e Georg, che si sentono per tutt'altro motivo, a dare
l'avvio a un romanzo caleidoscopico, costruito sulle fonti originali, del quale Gerda è il cuore pulsante. È il suo
battito a tenere insieme un flusso che allaccia epoche e luoghi lontani, restituendo vita alle istantanee di
questi ragazzi degli anni Trenta alle prese con la crisi economica, l'ascesa del nazismo, l'ostilità verso i
rifugiati che in Francia colpiva soprattutto chi era ebreo e di sinistra, come loro. Ma per chi l'ha amata, quella
giovinezza resta il tempo in cui, finché Gerda è vissuta, tutto sembrava ancora possibile.
Jackie, Elfriede Jelinek, La nave di Teseo, 2017
Scritto nel 2002, il monologo Jackie, pur avendo una forte autonomia estetica e concettuale, è la quarta
parte di una pentalogia dedicata a miti e figure femminili, raccolta in volume nel 2003 con l’allusivo titolo
La morte e la fanciulla LV. Drammi di principesse (di prossima pubblicazione per La nave di Teseo).
Jacqueline Kennedy si rivolge al lettore situata in un altrove che non è la vita, dalla quale si è già
congedata, e nemmeno un tradizionale aldilà trascendente, ma piuttosto l’indistinto immaginario in cui
questa figura continua a esistere nell’epoca della comunicazione di massa. Nel dramma non troviamo
infatti un personaggio colto in un momento centrale della sua esistenza, e nemmeno la coerente
narrazione retrospettiva, svolta in prima persona, di una vita giunta al suo termine. Jackie parla al
presente, come se gli avvenimenti a cui ha preso parte continuassero a svolgersi incessantemente. In
un certo senso la sua voce sembra un commento fuori campo a una serie di celebri sequenze filmiche
e fotografiche presenti nell’immaginario collettivo, fondamento della diffusa costruzione mitografica di
Jacqueline Kennedy.
Abbi il coraggio di conoscere, Rita Levi Montalcini, BUR, 2005
Il titolo riprende quello che per Kant doveva essere considerato il motto dell'Illuminismo: "Sapere aude",
"abbi il coraggio dell'intelligenza". Solo il desiderio di conoscere, infatti, e la comprensione dei
fondamenti del metodo scientifico, uniti alla tensione etica e civile, possono guidarci a prendere le
decisioni giuste di fronte alle sfide del futuro. Questo libro raccoglie le riflessioni dell'autrice sulle
questioni aperte della scienza contemporanea. Dai misteri della mente ai limiti etici della ricerca, dalla
tutela dell'ambiente alla piaga del razzismo, dalla clonazione alla sperimentazione sugli embrioni
all'eutanasia, Rita Levi-Montalcini illumina un mondo sempre più complesso grazie a una serena fiducia
nella scienza e nell'umanità.

Vivian Maier : fotografa, John Maloof, Contrasto, 2016
Un bravo Street photographer deve possedere molti talenti: un occhio per il dettaglio, per la luce e la
composizione, un tempismo impeccabile, un atteggiamento partecipe e umano verso gli altri e
un'instancabile capacità di continuare a scattare per riuscire a cogliere ogni istante. È già difficile
trovare tutte queste qualità in un fotografo professionista che dispone di una buona preparazione e vive
a contatto con colleghi e mentori, ed è ancora più raro trovarle in una persona priva di formazione
specifica e senza una rete di relazioni professionali. Vivian Maier invece possedeva queste doti.
Bambinaia di professione, fra gli anni Cinquanta e Novanta ha scattato più di centomila fotografie in
diverse parti del mondo dalla Francia a New York e Chicago senza mai mostrarle a nessuno. Sono
immagini straordinarie, di ampio respiro e di ottima qualità che raccontano con ironia, sensibilità e
dinamismo le mille sfaccettature della vita urbana americana nel periodo della rinascita postbellica.
Oggi possiamo ammirare queste fotografie grazie a John Maloof, uno studioso di storia che alcuni anni
fa si aggiudicò una cassa di negativi a una vendita all'asta di Chicago, riportando così alla luce la
straordinaria opera della Maier. Questo volume presenta una raccolta di immagini inedite provenienti
dall'incredibile archivio fotografico di Vivian Maier. Prefazione di Geoff Dyer.
Corpo felice : storie di donne, rivoluzioni e un figlio che se ne va, Dacia Maraini, Rizzoli, 2018
Una madre che non ha avuto il tempo di esserlo. Un figlio mai cresciuto. Tra di loro, i giorni teneri e
feroci, sognati eppure vividissimi che non hanno vissuto insieme. E un dialogo ininterrotto che racconta
cosa significa diventare donne e uomini oggi. A più di quarant'anni dai versi che hanno disegnato i
contorni di un cambiamento possibile -"Libere infine di essere noi / intere, forti, sicure, donne senza
paura" - Dacia Maraini riavvolge il filo di una storia tempestosa, quella al femminile, attraverso le parole
di una madre a un figlio perduto, il suo, che cammina verso la maturità pur abitando solo nei ricordi. È
così che l'immaginazione si fa più vera della realtà, come accade per tutte le donne che popolano i suoi
libri - Marianna, Colomba, Isolina, Teresa - e sono arrivate a noi con le loro voci e i loro corpi. Corpi che
non hanno mai smesso di cercare la propria via per la felicità, pieni di vita o disperati per la sua
assenza, amati o violati, santificati o temuti, quasi sempre dagli altri, gli uomini. Ed è proprio a loro che
parlano queste pagine. Agli occhi di un bambino maschio non ancora uomo. Per ricordare a lui e a tutti
noi, sul filo sottile ma resistente della memoria, che solo quando l'amore arriva a illuminare le nostre
vite, quello tra i sessi non sarà più uno scontro ma l'incontro capace di cambiare le regole del gioco.
L'altra verità : diario di una diversa, Alda Merini, BUR Rizzoli, 2013
Un alternarsi di sorrore e solitudine, di incapacità di comprendere e di essere compresi, in una
narrazione che nonostante tutto è un inno alla vita e alla forza del "sentire". Alda Merini ripercorre il suo
ricovero decennale in manicomio: il racconto della vita nella clinica psichiatrica, tra elettroshock e
autentiche torture, libera lo sguardo della poetessa su questo inferno, come un'onda che alterna la
lucidità all'incanto. Un diario senza traccia di sentimentalismo o di facili condanne, in cui emerge lo
"sperdimento", ma anche la sicurezza di sé e delle proprie emozioni in una sorta di innocenza primaria
che tutto osserva e trasforma, senza mai disconoscere la malattia, o la fatica del non sentire i ritmi e i
bisogni altrui, in una riflessione che si fa poesia, negli interrogativi e nei dubbi che divengono rime a
lacerare il torpore, l'abitudine, l'indifferenza e la paura del mondo che c'è "fuori".
L'architettrice, Melania G. Mazzucco, Mondolibri, 2020
Giovanni Briccio è un genio plebeo, osteggiato dai letterati e ignorato dalla corte: materassaio, pittore di
poca fama, musicista, popolare commediografo, attore e poeta. Bizzarro cane randagio in un’epoca in
cui è necessario avere un padrone, Briccio educa la figlia alla pittura, e la lancia nel mondo dell’arte
come fanciulla prodigio, imponendole il destino della verginità. Plautilla però, donna e di umili origini,
fatica a emergere nell’ambiente degli artisti romani, dominato da Bernini e Pietro da Cortona. L’incontro
con Elpidio Benedetti, aspirante scrittore prescelto dal cardinal Barberini come segretario di Mazzarino,
finirà per cambiarle la vita. Con la complicità di questo insolito compagno di viaggio, diventerà molto piú
di ciò che il padre aveva osato immaginare. Melania Mazzucco torna al romanzo storico, alla passione
per l’arte e i suoi interpreti. Mentre racconta fasti, intrighi, violenze e miserie della Roma dei papi, e il
fervore di un secolo insieme bigotto e libertino, ci regala il ritratto di una straordinaria donna del
Seicento, abilissima a non far parlare di sé e a celare audacia e sogni per poter realizzare l’impresa in
grado di riscattare una vita intera: la costruzione di una originale villa di delizie sul colle che domina
Roma, disegnata, progettata ed eseguita da lei, Plautilla, la prima architettrice della storia moderna.
Un pensiero al giorno : per donne che amano troppo, Robin Norwood, Feltrinelli, 1998
365 pensieri: tanti quanti sono i giorni dell'anno, per "donne che amano troppo". Un vademecum per le
affezionate lettrici (e gli affezionati lettori) di Robin Norwood. L'autrice che parla alle donne attratte da
uomini complicati e problematici, disposte per loro a trascurare il proprio benessere, i propri interessi e
le proprie amicizie, incapaci di sottrarsi a relazioni tormentate per paura di solitudine e senso di vuoto,
qui si cimenta nella saggezza pratica dei consigli quotidiani per una vita e un amore più equilibrati.

Single per sempre : storie di donne libere e felici, Maria Rita Parsi, Mondadori, 2007
Una nuova figura si è affacciata nel panorama femminile del terzo millennio: le "single per sempre".
Donne che hanno rinunciato alla presenza fissa di un uomo nella loro vita. Che non si fanno illusioni sul
maschile, non si aspettano protezione per sé o per la prole, non sperano nel mantenimento economico
né nella gratificazione sentimentale garantita da un marito. Che non hanno fantasie amorose su un
improbabile principe azzurro. Che non credono neanche più al principe azzurro, ma organizzano la loro
vita (e quella dei loro figli) intorno al concetto che l'uomo è "un accessorio": utile e piacevole, a volte,
ma alla lunga seccante, fastidioso, limitante e spesso addirittura nocivo. Qualcosa di cui si può, e
spesso anzi è meglio, fare a meno. Come si è arrivati a scelte esistenziali così drastiche? Quali
percorsi psicologici, quanta rabbia, o frustrazione, o delusioni, spingono le donne di oggi a un'esistenza
in cui il maschio è sempre meno fondamentale? Maria Rita Parsi analizza il fenomeno e lo illustra
attraverso dieci storie esemplari di donne tutte single-per-scelta. Da una giovane che a vent'anni ha
eletto Condoleeza Rice a suo modello di vita e non intende sacrificare a un uomo il suo progetto di
libertà e indipendenza, ad Angela, cinquantanovenne vedova senza figli che dopo trent'anni di
matrimonio, una volta sepolto il marito, perde ventotto chili, si iscrive a un corso di salsa e scopre la
gioia di un'esistenza autonoma.
Forte è la donna, Clarissa Pinkola Estés, Frassinelli, stampa 2011
"In un mondo che è al contempo da crepacuore per l'orrore che presenta e mozzafiato per la bellezza che
mostra, è davvero sacrosanta la ragione per andare in cerca di questa grande forza ammaestratrice nota
come Nostra Madre. Per volerla trovare e restarle vicino." Così inizia il nuovo libro di Clarissa Pinkola Estés,
un viaggio nell'universo femminile più profondo: quello spirituale. Dopo aver stimolato il risveglio della Donna
Selvaggia attraverso racconti, fiabe e miti, la psicoanalista junghiana che ha conquistato milioni di lettrici con
"Donne che corrono coi lupi" ci guida adesso alla scoperta dell'aspetto più intimo della psiche femminile,
quello legato alla spiritualità intesa come forza creativa e feconda. In tutte le religioni e culture ancestrali,
infatti, esiste una potenza fertile e prolifica riconosciuta come Grande Madre, nel cui grembo il mondo è stato
concepito e a cui tutti apparteniamo. Una Grande Madre, benedicente e compassionevole, che accetta e
supera la sfida di affrontare il mondo così com'è, bello e terribile allo stesso tempo.
Le disobbedienti : storie di sei donne che hanno cambiato l'arte, Elisabetta Rasy, Mondadori,
2019
Che cosa unisce Artemisia Gentileschi, stuprata a diciotto anni da un amico del padre e in seguito
protagonista della pittura del Seicento, a un'icona della bellezza e del fascino novecentesco come Frida
Kahlo? Qual è il nesso tra Élisabeth Vigée Le Brun, costretta all'esilio dalla Rivoluzione francese, e
Charlotte Salomon, perseguitata dai nazisti? C'è qualcosa che lega l'elegante Berthe Morisot, cui
Édouard Manet dedica appassionati ritratti, alla trasgressiva Suzanne Valadon, l'amante di Toulouse-
Lautrec e di tanti altri nella Parigi della Belle Époque? Malgrado la diversità di epoca storica, di
ambiente e di carattere, un tratto essenziale accomuna queste sei pittrici: il talento prima di tutto, ma
anche la forza del desiderio e il coraggio di ribellarsi alle regole del gioco imposte dalla società. Ognuna
di loro, infatti, ha saputo armarsi di una speciale qualità dell'anima per contrastare la propria fragilità e
le aggressioni della vita: antiche risorse femminili, come coraggio, tenacia, resistenza, oppure vizi
trasformati in virtù, come irrequietezza, ribellione e passione. Elisabetta Rasy racconta, con
instancabile attenzione ai dettagli dell'intimità che disegnano un destino, la vita delle sei pittrici nella
loro irriducibile singolarità. Incontriamo così la giovanissima Artemisia, in fuga dalle calunnie romane
dopo un processo infamante, che si fa strada nella Firenze dei Medici ma non vuole rinunciare
all'amore. Élisabeth Vigée Le Brun, acclamata ritrattista di Maria Antonietta, che attraversa l'Europa
contesa dalle corti più importanti senza mai staccarsi dalla sua bambina. Berthe Morisot, ostacolata
dalla famiglia e dai critici accademici, che diventa la première dame degli Impressionisti. La scandalosa
Suzanne Valadon, amante e modella dei grandi artisti della Parigi di fine Ottocento, che sceglie di farsi
lei stessa pittrice combattendo la povertà e i preconcetti. Charlotte Salomon che, quando sente
avvicinarsi la fine per mano del boia nazista, narra la sua breve e tempestosa vita in un'unica
sterminata opera che al disegno unisce la musica e il teatro. Frida Kahlo, straziata dalle malattie fin
dalla più giovane età, che sfida la sofferenza fisica e i tormenti amorosi con le sue immagini
provocatorie e il suo travolgente look. Tutte loro, negli autoritratti che aprono le intense pagine di
Elisabetta Rasy, guardano negli occhi chi legge e invitano a scoprire l'audacia con cui hanno
combattuto e vinto la dura battaglia per affermarsi - oltre i divieti, gli obblighi, le incomprensioni e i
pregiudizi -, cambiando per sempre, con la propria opera, l'immagine e il posto della donna nel mondo
dell'arte.
Le ferite delle donne, Vera Slepoj, Mondadori, 2002
Dalla masochista all'aggressiva, dalla bruttina stagionata all'irresistibile seduttrice a quella che si
innamora sempre dell'uomo sbagliato, ogni donna ha una ferita da nascondere. Questo libro analizza
con lucidità i modi e i motivi della sofferenza femminile, nelle sottili convergenze fra ragioni biologiche,
psicologiche, sociali e culturali. E, seguendo il varco aperto da queste ferite, affonda nel mondo
interiore delle donne. Per scoprire che la fragilità è l'altra faccia di una sensibilità accentuata; che la
seduzione e il narcisismo nascondono un bisogno di conferme; che la paura di essere abbandonate
deriva dalla condizione storica di dipendenza dal marito.

La nostra casa è in fiamme : la nostra battaglia contro il cambiamento climatico, Greta
Thunberg, Mondadori, 2019
«Non voglio la vostra speranza. Voglio che proviate la paura che provo io ogni giorno. Voglio che agiate
come fareste in un'emergenza. Come se la vostra casa fosse in fiamme. Perché lo è.» Greta Thunberg
ha parlato chiaro ai grandi del mondo e ha iniziato così la sua battaglia contro il cambiamento climatico,
convinta che «nessuno è troppo piccolo per fare la differenza». Lo "sciopero della scuola per il clima" di
una solitaria e giovanissima studentessa davanti al parlamento svedese è diventato un messaggio
globale che ha coinvolto in tutta Europa centinaia di migliaia di ragazzi che seguono il suo esempio in
occasione dei #fridaysforfuture. Greta ha dato inizio a una rivoluzione che non pare destinata a
fermarsi, una battaglia da combattere per un futuro sottratto alle nuove generazioni al ritmo furioso dei
100 milioni di barili di petrolio consumati ogni giorno. "La nostra casa è in fiamme" è la storia di Greta,
dei suoi genitori e di sua sorella Beata, che come lei soffre della sindrome di Asperger. È il racconto
delle grandi difficoltà di una famiglia svedese che si è trovata ad affrontare una crisi imminente, quella
che ha travolto il nostro pianeta. È la presa di coscienza di come sia urgente agire ora, quando nove
milioni di persone ogni anno muoiono per l'inquinamento. È il «grido d'aiuto» di una ragazzina che ha
convinto la famiglia a cambiare vita e ora sta cercando di convincere il mondo intero.
Fiori sopra l'inferno, Ilaria Tuti, Longanesi, 2018
«Tra i boschi e le pareti rocciose a strapiombo, giù nell'orrido che conduce al torrente, tra le pozze
d'acqua smeraldo che profuma di ghiaccio, qualcosa si nasconde. Me lo dicono le tracce di sangue, me
lo dice l'esperienza: è successo, ma potrebbe risuccedere. Questo è solo l'inizio. Qualcosa di
sconvolgente è accaduto, tra queste montagne. Qualcosa che richiede tutta la mia abilità investigativa.
Sono un commissario di polizia specializzato in profiling, e ogni giorno cammino sopra l'inferno. Non è
la pistola, non è la divisa: è la mia mente la vera arma. Ma proprio lei mi sta tradendo. Non il corpo
acciaccato dall'età che avanza, non il mio cuore tormentato. La mia lucidità è a rischio, e questo
significa che lo è anche l'indagine. Mi chiamo Teresa Battaglia, ho un segreto che non oso confessare
nemmeno a me stessa, e per la prima volta nella vita ho paura»
Io sono Malala : la mia battaglia per la libertà e l'istruzione delle donne, Malala Yousafzai,
Garzanti, 2013
9 ottobre 2012. Il sole brilla forte sulla valle di Swat. Dal vecchio scuolabus senza tetto che la riporta a
casa, Malala sorride e segue il volo degli aquiloni colorati nell'enorme cielo azzurro. Anche oggi ce l'ha
fatta: ha attraversato il fiume e ha raggiunto la scuola. È riuscita a studiare, a leggere, a imparare.
Nonostante i pregiudizi. Nonostante le minacce. Nonostante le imposizioni. Perché i Talebani al potere
vogliono togliere questo diritto a tutte le ragazze come lei, e sono pronti a uccidere chi osa gridare il
proprio desiderio di conoscere il mondo. Malala questo lo sa bene, e quando a un tratto l'autista frena
rumorosamente, fermando il bus nel mezzo di quella strada fatta di terra e polvere, capisce subito che
qualcosa non va. Un uomo, i capelli lunghi e il volto coperto da una folta barba scura, sale a bordo
all'improvviso con un salto. Impugna una pistola nera e grida furioso il suo nome. Sta cercando proprio
lei. Nessuno parla, nessuno risponde a quell'urlo. Poi lentamente i visi cominciano a girarsi e a
guardare Malala, indicandola in silenzio con occhi impauriti. Lei è l'unica, sullo scuolabus, ad avere il
volto scoperto e lo sguardo fisso su quell'uomo che rapidamente alza il braccio e fa fuoco. Quattro
rumori violenti, quattro spari, quattro proiettili la colpiscono. Ma quella mattina Malala non muore, e
questa è la sua storia.
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