Racconti Fantasy Inventati dalla classe 2 A

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Racconti Fantasy Inventati dalla classe 2 A
Racconti Fantasy
     Inventati dalla classe 2^A

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Racconti Fantasy Inventati dalla classe 2 A
Presentazione del lavoro

Durante il secondo bimestre di quest'anno scolastico gli alunni della classe 2^A hanno approfondito
la conoscenza del genere fantasy leggendo vari racconti riportati nella sezione specifica del libro di
antologia.

Al termine di questa attività i ragazzi sono stati invitati a cimentarsi nella stesura di un racconto
fantasy inventato da loro.

I testi che seguono sono quindi racconti originali completamente inventati dagli alunni e corredati di
immagini da loro disegnate per rendere il lettore partecipe della loro viva immaginazione.

Buona lettura a tutti!

                                                                              Prof.ssa Daniela Doria

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Indice

    Mpay e il medaglione (di Alessia Bernacchia)                             Pag. 4

    La battaglia dei cavalieri (di Annalisa Tavola)                          Pag. 6

    Il gioco (di Vittoria Marroni)                                           Pag. 7

    Jewuels il cavaliere di Campo Verde (di Andrea Torlaschi)                Pag. 9

    Somengard (di Stefano del Bosco)                                         Pag.11

    Il sogno perduto (di Mariachiara Zecchini)                               Pag.12

    Cronometricus il drago del tempo (di Matthias Moroni)                    Pag.14

    La botola (di Nicolò Calamai)                                            Pag.15

    Sopra le nuvole (di Thomas De Rosa)                                      Pag.16

    Il segreto del regno di Fantasy (di Laura Tapletti)                      Pag.17

    Il mistero nella palude (di Rebecca Valgoi)                              Pag.19

    La pietra della felicità (di Martina Barbaro)                            Pag.20

    Eragon (di Andrea Martinelli)                                            Pag.21

    La banda mascherata e il cavaliere mascherato (di Giovanni Kone Massa)   Pag.23

    Il cavaliere fantasma (di Giacomo Vezzaro)                               Pag.24

    Il diavolo (di Lorenzo Barocci)                                          Pag.25

    Il mago e la strega (di Alex Rizzotto)                                   Pag.26

    L’anello magico (di Erika Lombardi)                                      Pag.27

    Il mago (di Alessio De Felice)                                           Pag.28

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MPAY ED IL MEDAGLIONE
                                   Racconto di Alessia Bernacchia

S
        i aprì la solita porta di legno di quercia sulla camera della nonna di Mpay Laungh.
        Dentro c'era l'amata nonna Angelina, con i folti capelli bianchi raccolti in una morbida treccia,
        il viso dolce coi grandi occhi azzurri e la sua espressione tranquilla.
        Era immersa nella lettura e, quando notò la presenza della nipote, si rizzò in piedi per andare
tra le sue braccia, stringendola dolcemente.
Appena si staccò dalla nonna, Mpay si accorse che questa indossava un medaglione che lei non aveva
mai visto.
Angelina la invitò a sedersi e le porse il ciondolo per ragalarglielo, urlando:
“Sbrigati!!!!Sei in ritardo!!!!Farai tardi a scuola!!!!”...
Mpayrimase perplessa a quelle parole, ma poi capì: era tutto un sogno e la
voce che aveva uditoera, in realtà, quella della mamma che la chiamava per
andare a scuola...
Si svegliò, si vestì di fretta, si mise la cartella in spalla e corse a scuola più
veloce che poteva.
Dopo cinque lunghe ore di scuola, in cui Mpay aveva pensato tutto il tempo
al sogno fatto, tornò a casa e andò nella camera della nonna, oramai
scomparsa da 2 settimane, per accertarsi dell'esistenza del medaglione.
Cercò in ogni dove, ma non ve n'era traccia, così si arrese all'idea che il gioiello non esistesse e cadde
in ginocchio piangendo. Fu in quel momento che lo vide: era lui, lo aveva trovato!!!! Era finito sotto
l'armadio...
Lo raccolse, lo mise al collo e si specchiò: vide una ragazza dai lunghi capelli ramati e dai profondi
occhi verdi, il cui colore era esaltato dalla gemma verde-acqua che portava al collo.
All'improvviso si sentì attratta dallo specchio e, sporgendosi verso esso, ci cadde dentro.
Si ritrovò in uno strano e caotico mercato fra pozioni magiche e incatesimi stupefacenti, così realizzò
di essere finita in un mondo parallelo governato dalla magia!!!
Confusa e disorientata si rese conto troppo tardi di essere stata derubata del medaglione...
Un passante, notata la somiglianza di Mpay con nonna Angelina, la avvicinò e le raccontò la storia
dell'anziana signora rinchiusa in una torre.
La ragazza ricordò allora della bussola che la nonna le aveva donato con queste parole: “Attraverso
questo dono troverai sempre la via per tornare da me!!!”.
Da quando era scomparsa Angelina, la nipote portava sempre con sé la bussola con la speranza di
riincontrarla.
La estrasse dalla tasca e, seguendo la direzione dell'ago, raggiunse un'alta torre di basalto che
corrispondeva alla decrizione fatta dal passante.
La stessa era protetta da 5 grossi conigli neri dall'apetto minaccioso.
La ragazza, impavida, si avvicinò ai feroci animali, che non savevano mai permesso ad alcuno di
oltrpassare la soglia della torre, li fissò con sguardo severo e, senza rendersene conto, li ipnotizzò :
questo era il suo potere magico!!!
Si diresse in fretta dentro l'edificio, salì le scale e raggiunse la nonna; piene d'emozione si
abbracciarono e dai loro occhi sgorgò una lacrima che cadendo a terra divenne, per magia, uno
smeraldo uguale in tutto e per tutto a quello del medaglione.

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Angelina raccontò alla nipote che solo grazie alla magia
    delle loro lacrime di sincero amore poteva nascere il magico
    smeraldo che permette l'apertura dei passaspecchi che
    uniscono i due mondi.
    Così, grazie a questo amuleto, le due donne, tenendosi per
    mano passarono attraverso lo speccchio e si ritrovarono a
    casa.
     Nella stanza della nonna trovarono Eleny, la madre di Mpay,
    in compagnia di unasignora signora identica alla nonna: era
    la sorella gemella di Angelina, Sidney, che, rimasta
    intrappolata tutta la vita nel mondo della magia, era
    divenuta malvagia e aveva intrappolato nella torre Angelina.
    Aveva rubato il medaglione a Mpay per tornare nel mondo
    umano e spacciarsi per la gemella.
    Di fronte aquesto racconto Mpay, Eleny e Angelina
    l'abbracciarono Sidney e il suo cuore di ghiaccio si sciolse
    e tornò d'animo buono.
    E fu così che decisero di accogliere sidney nella famiglia e
    di vivere insieme felici e contenti.

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LA BATTAGLIA DEI CAVALIERI
                                  Racconto scritto da Tavola Annalisa

M
              olto tempo fa, in un villaggio situato in cima ad una montagna viveva un gruppo di
              cavalieri con i loro draghi. Ogni giorno cavalieri e draghi si allenavano duramente per
              prepararsi a combattere le forze del male. Un giorno, in un villaggio situato ai piedi di una
              montagna, arrivò una lettera dal contenuto quasi indecifrabile. Il potente mago e capo del
villaggio riuscì a decifrarlo con un incantesimo. Una volta decifrata la lettera il mago lesse il
contenuto :‹‹Se il cristallo tu non mi darai, il tuo villaggio mai più rivedrai››. Dopo aver letto la frase
il mago chiamò subito le guardie del villaggio e gli disse :‹‹Guardie, portate il cristallo magico al
sicuro, all’interno della caverna››. Dopo aver avvertito le guardie il mago tornò tranquillo alle sue
faccende; ma dopo qualche ora il mago vide dalla sua sfera di vetro che il cristallo non era ancora
stato portato alla caverna, allora si preoccupò e mandò le altre guardie a chiedere aiuto ai cavalieri.
In poco tempo il mago fu raggiunto dai cavalieri ai quali spiegò la storia. Essi volarono con i loro
draghi all’ingresso della caverna e si ritrovarono davanti a un’orribile
carneficina ; sul terreno c’erano una decina di cadaveri appartenenti alle
guardie; dopo aver controllati il territorio circostante i cavalieri si resero conto
che il cristallo era sparito. Il capo dei cavalieri diede l’ordine di pattugliare
meglio il territorio ed ad un certo punto uno dei cavalieri esclamò :‹‹Ho trovato
i colpevoli !››. Immediatamente tutti andarono nel luogo in cui si trovava il
cavaliere e videro tracce di diversi draghi. Dopo aver visto le tracce il capo dei
cavalieri esclamò :‹‹Preparatevi, perché stiamo per affrontare le forze del
male››. Il giorno successivo il piccolo esercito partì, seguendo le tracce lasciate
dai draghi. Dopo circa una settimana passata a seguire le tracce, l’esercito vide
l’accampamento dei cavalieri delle forze del male. La sera stessa i nobili
cavalieri escogitarono un piano che avrebbero attuato la mattina seguente. Il
piano prevedeva che tre dei sei cavalieri incendiassero la capanna principale in cui dormiva il capo
dei nemici; mentre l’esercito nemico era distratto dunque i due restanti cavalieri sarebbero andati a
prendere il cristallo, mentre l’ultimo dei sei coordinava l’azione. La mattina seguente però il piano
non andò a finire come previsto; infatti mentre stavano per dar fuoco alla capanna, i tre cavalieri
vennero avvistati dai nemici e si sviluppò un cruento scontro. Mentre i cavalieri combattevano, il
capo nemico prese il diamante magico e scappò; per fortuna fu visto dal capo dei nobili cavalieri che
lo inseguì. Intanto al campo nemico i nobili cavalieri stavano vincendo lo scontro, dal momento che
erano rimasti quattro contro due. Dopo circa una mezz’oretta di battaglia i nobili cavalieri vinsero lo
scontro perdendo però due uomini. Intanto mentre all’accampamento la battaglia si era conclusa, la
lotta tra i due capi era appena iniziata. Mentre i due draghi si fronteggiavano nel cielo diventato rosso
per le fiamme, i due cavalieri si affrontavano a colpi di spada. Dopo un quarto d’ora il nobile cavaliere
fece un passo falso e si ritrovò spalle al muro con una spada puntata contro; ma proprio quando il
cavaliere oscuro stava per trafiggerlo, spuntò da dietro una roccia il mago che congelò e polverizzò
il cavaliere oscuro con un incantesimo letale; esso era stato portato lì dal drago del cavaliere che
aveva vinto lo scontro. Successivamente il mago consegnò il cristallo magico, che aveva ritrovato
dietro una roccia li vicino, al nobile cavaliere e gli disse che nelle sue mani il cristallo sarebbe stato
più al sicuro.
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IL GIOCO
                                      Racconto di Vittoria Marroni

Tre ragazzi : Alice, Alessandro e Lucas si ritrovarono improvvisamente in un ampio salone, vecchio
e trascurato; con al centro un' enorme e bellissima fontana. Il salone si dilungava in 5 porte , due sul
lato destro e tre sul sinistro . In una di queste stanze Lucas trovò una scatoletta di cui il contenuto gli
incise uno strano segno dietro alla spalla destra che porterà parecchi guai ai tre ragazzi .

E
          ra già arrivata la sera e i ragazzi erano stanchi per la lunga e ambigua giornata trascorsa;
          decisero di andare a dormire nella stanza con il letto matrimoniale per paura che succedesse
          qualcosa al malcapitato che avrebbe dovuto dormire da solo, e non appena appoggiarono la
          testa sui cuscini chiusero gli occhi e si addormentarono.
Era all' incirca mezzanotte quando ripetuti colpi alla porta della stanza svegliarono i tre, che decisero
di uscire dalla stanza armati di scarpe con tacco 15. Videro un uomo trasandato e con gli occhi di
ghiaccio che li guardava minaccioso dall' altro lato della fontana.
“La curiosità sarà la vostra pena .” Disse l' uomo . “ Colui che è stato marchiato pagherà per ciò che
ha fatto. “
A Lucas si gelò il sangue nelle vene. Parlava di lui... perché aveva aperto il cofanetto... e ora i suoi
amici erano in pericolo per colpa sua.
Alice vide impallidire Lucas e capì in un solo istante che lui era al centro dei pensieri dello spirito.
“ Se vuoi lui passerai sul mio cadavere ! “ Disse la ragazza senza pensarci due volte.
“ Sul NOSTRO cadavere “ Precisò Alessandro mettendosi al fianco di Alice.
Lucas provò un enorme senso di gratitudine verso gli amici, ma poi si rese conto di avergli appena
procurato un biglietto di sola andata con destinazione morte .
Lo spirito sembrò sorpreso della loro decisione come se non si aspettasse che due ragazzi fossero
tanto disposti a morire per un amico, ma l' espressione sorpresa si trasformò presto in un ghigno
malefico.
“ Contenti voi...contento anch'io che IL GIOCO abbia inizio! “ Disse facendosi avanti per finirli tutti
e tre.
Alessandro cercò di schivare le manone del fantasma ma senza successo, esso lo sollevò in aria come
se non pesasse più di 5 chili e lo scaraventò nella fontana. Il ragazzo sparì come se si fosse disciolto.
Con un impeto d' ira Alice gli saltò al collo e se fosse possibile strozzare un fantasma ci sarebbe
riuscita benissimo, ma dato che non era così la ragazza cercò di graffiare lo spirito sul braccio e sulla
faccia, le sue unghie fecero un qualche effetto perché il fantasma cominciò a rilasciare vapore dai
tagli come se si stesse dissolvendo e dimenandosi fece cadere la ragazza che
picchiò il labbro sul bordo della fontana in cui cadde poco dopo; sparita anche lei .
Lucas, pensando che fossero morti entrambi, schivò i pugni del suo avversario e si lanciò nella fontana
gridando “ A BOMBAAAA “ E in pochi attimi svanì anche lui.
Credette di essere morto ma poi sentì una mano che toccava la sua, aprì gli occhi vide i suoi amici
vivi e vegeti che gli sorridevano.
“ Cos'è successo, Dove siamo ? “ Chiese.
“ Siamo sullo scuolabus credo che sia stato solo un sogno... “ Disse Alice stringendo la mano di Lucas
che però le guardò il labbro ed esclamò “ Non è stato affatto un sogno... toccati il labbro! “
la ragazza si sfiorò il labbro e trasalì “ Oddio quindi era tutto vero ?!“ Chiese.

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Lucas non ne era molto sicuro, allora tolse la felpa
e sentì che il marchio era ancora lì, non sapeva
esattamente cosa fosse ma non gli piaceva per
niente. E come se fosse comparso solo in quel
momento Alessandro emise un gemito “ Ahi che
botta! Mi ha fatto male! “ Lucas rise e Alice fece
altrettanto. La ragazza abbracciò gli amici con così
tanta forza che per poco non li soffocò entrambi
“ Non importa, ora siamo al sicuro, ora siamo
insieme. “
Lucas e Alessandro pensarono che quella fosse la
cosa più bella e dolce che qualcuno gli avesse mai detto; ed era vero, ora erano insieme ed era tutto
quello che contava.

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JEWUELS IL CAVALIERE DI CAMPO VERDE
                                Racconto di Torlaschi Andrea

A
          mbrosia principessa del regno Pietraluce, situato vicino alle montagne Barbalucche,
          risiedeva in un luogo incantevole, ricco di giardini lussureggianti e fontane colme d'acqua
          zampillante, in cui riflettevano bagliori di color madreperla. La principessa da un po’ di
          tempo si era innamorata di un cavaliere di nome Jewuels che nella valle dei Fiocchi d'oro,
in una reggia in periferia della città di Campo Verde. Questa città era nota per le sue vaste praterie in
cui si organizzavano battuta di caccia al cervo. I cacciatori si armavano di corni scozzesi e spade di
ghiaccio e montavano in groppa a dei cavalli di razza Arcireale. I due regni erano però divisi da un
imponente muraglia dominata da numerose torri di vedetta, su cui vigilavano degli arcieri muniti di
archi di fattura molto pregiata. I due si incontrarono per la prima volta durante l'equinozio di
primavera, quando per magia le mura della muraglia scomparirono magicamente solo per poco tempo.
Quando si incontrarono, Ambrosia era da sola nel bosco a prendere alcune erbe aromatiche e...quando
si guardarono negli occhi scoppiò una scintilla e fu subito amore a prima vista. Subito ci fu il desiderio
di rincontrarsi di nuovo ma non fu così perché il padre di Jewuels non fu contento dei risultati della
caccia e allora non tornarono mai più nel regno di Pietraluce. I due giovani alla sera, prima di andare
a dormire pensavano sempre al loro incontro e quando dormivano,(nei loro sogni), si sognavano a
vicenda. Ogni giorno Ambrosia, andava nello stesso punto a prendere le erbe aromatiche, nella
speranza di incontrare ancora Jewuels. Passarono giorni, settimane, mesi ma i due non riuscivano più
a rincontrarsi, fino a quando Ambrosia andò da una maga di nome Arciuleta. Essa viveva in un
paesino sperduto nelle montagne Barbalucche; la sua casa era a forma di fungo e dentro c'era una
specie di laboratorio segreto con al centro un calderone in cui sobbolliva un minestrone color porpora
dal profumo disgustevole. Ai lati della casetta c'erano delle mensole incastonate nel muro con sopra
pesanti libri di incantesimi pieni di polvere e ragnatele. Ambrosia si recò personalmente dalla maga
Arciuleta per chiedere se poteva prepararle un incantesimo per rivedere il suo amato. La maga rifletté
a lungo, ma alla fine si convinse e accettò di aiutare Ambrosia perché era una brava ragazza. Arciuleta
e Ambrosia passarono tutta la notte e
metà del giorno successivo a preparare
l'incantesimo, ma alla fine ci riuscirono.
La mattina successiva si incamminarono
nel sentiero che conduceva all'imponente
muraglia e giunte a destinazione, presero
la pozione magica, stapparono la boccetta
ma...furono subito fermati dalle guardie
in cima alle torri; allora la maga
sentendosi scoperta, infilò la mano destra
nell’ampio camice nero sporco di
fuliggine, estrasse la bacchetta magica, la
indirizzò verso l’imponente muraglia che
si trasformò immediatamente in ghiaccio;
con un suo battito di mani la muraglia si
frantumò in migliaia di frammenti
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minuscoli. Ambrosia e Arciuleta ebbero via libera per entrare nella valle dei Fiocchi d’oro. Il
frastuono delle mura crollate rimbombò per tutta la valle e udendo questo improvviso rumore, Jewuels
salì in groppa al suo fedele cavallo Archibugio e spronandolo continuamente si diresse verso il luogo
da dove proveniva il frastuono. Giunse finalmente ai piedi delle mura crollate e lì vide finalmente la
sua amata Ambrosia accompagnata dalla maga Arciuleta; smontò rapido dal suo destriero, corse verso
la principessa e l’abbracciò. In quello stesso momento le mura si ricomposero e Ambrosia e Jewuels
se ne andarono nella città natale del principe e qui vissero felici e contenti, dando alla luce un bambino
che chiamarono Biancospino. Ogni anno, nella giornata dell’equinozio di primavera, le mura della
muraglia magicamente scompaiono per un giorno, permettendo ad Ambrosia di andare a salutare i
suoi genitori di Pietraluce.

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SOMENGARD
                                     Racconto di Del Bosco Stefano

S           omengard era una foresta magica abitata da creature e persone magiche, ce n'erano di tre
            tipi: druidi, rispettabili sacerdoti che passavano le loro giornate a studiare, creare elisir e
            leggere la corteccia delle querce.
            Poi vi erano i padayan, guerrieri che difendevano la regione da banditi e fuorilegge.
Come ultimi vi erano i taix, giovani creature simili agli elfi che si nutrivano esclusivamente di
meyluran, un frutto dolce e succoso che cresceva nelle campagne della regione.
Ulfrich, era un giovane druido che dopo aver fatto scorta di radici ed erbe per l'incantamento del
giorno dopo, vide un piccolo taix ferito a una gamba.
Allora caricò il taix sulle spalle e si diresse verso la capanna dove lo nutrì e curò, e quando finalmente
il piccolo taix rinvenì, Ulfrich si accorse di aver finito le erbe curative.
Mentre usciva per prenderne altre disse: ”Non toccare niente finchè non ritorno”.
Ma Ulfrich ignorava un dettaglio: i taix sono sordi.
                                       Pertanto, il piccolo e irrequieto animale mischiò ogni tipo di elisir,
                                       ottenendo una sostanza oscura. Mentre ulfrich tornava a prendere
                                       altre erbe un druido gli chiese il perchè di questo nuovo
                                       approvigiomamento, ed egli rispose che stava curando un amico
                                       taix.
                                       Egli allora gli disse che il re li aveva esiliati poiché uno di loro
                                       aveva causato la morte della regina e il ferimento del re.
                                       Il druido spaventato per la sua sorte pensava tra sè e sè di dover
                                       mandar via il taix. Entrando frettolosamente nella capanna travolse
                                       un piccolo roditore e lo ussise, poi vide il taix con un elisir nero in
                                       mano.
                                       Prima che Ulfrich potesse fare una domanda, il taix mise un dito
nell'elisir, e con poche gocce e grande stupore del druido fece tornare in vita il cadavere del roditore.
Allora, per fare accettare i taix, Ulfrich si presentò al cospetto del re con la pozione magica creata dal
suo amico, e quando il taix riportò in vita la regina il re riammise a Sonengard tutti i taix e vissero
per sempre felici e contenti.

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IL SOGNO PERDUTO …
                                  Racconto di Mariachiara Zecchini

        uella mattinata di settembre, la musica della sua chitarra risuonava nell’aria un po’ misteriosa.

Q       All’improvviso la ragazza sentì dei passi arrivare verso di lei: ”allora come sta la mia piccola
        star?” Lucy per un momento ebbe paura ma dopo aver visto che era solo il suo manager si sentì
        sollevata: ”Lucy, tutto ok? Sei preoccupata?” disse il suo manager. Replicò Lucy “ si tutto ok,
ma sento il cuore che batte forte” lui soggiunse: “ora basta provare, vai in camerino a rilassarti poiché
sembri molto tesa!! E ricordati tuo padre se fosse qui sarebbe molto fiero di te” ”Grazie! Sono tesa
poiché è il mio primo concerto. Ci vediamo dopo!”. Lucy si avviò verso il camerino quando
all’improvviso sentì qualcuno che la chiamava a bassa voce, lei al primo richiamo non ci fece caso,
ma quando questi si ripeterono una, due, tre volte, Lucy si insospettì, andò dalla parte in cui aveva
sentito i richiami e … trovò una striscia di briciole di biscottini; la
seguì con molta precauzione e trovò una piccola porticina con
scritto: ”se dalla porta vorrai passare la tua olandese dovrai
portare … adesso trattieni il respiro e conta fino a tre e ripeti
“l’olandese devi aggiustare ma con coraggio dovrai lottare, ma
attenzione entrerai in un posto magico pieno di magia che la
tristezza porta via”. Lucy tornò un po’ frastornata verso il
camerino con quella frase in testa: ”la tua olandese devi portare!
Chi è l’olandese e dove la posso trovare”. Poi improvvisamente si
ricordò l’olandese era la sua prima chitarra gliela aveva regalata
suo padre, ma era rotta. Allora corse verso il camerino prese la
chitarra che era nella cassapanca vicino allo specchio e ritornò
verso la porticina... ripeté: ” l’olandese devi aggiustare ma con
coraggio devi lottare l’olan…”Come per incanto la porta si aprì e
lei divenne talmente piccola che si faceva fatica a vederla … entrò
da quella piccola porticina e all’istante si trovò in un mondo dove
era tutto il contrario di tutto: lei era sulla sommità di un precipizio
da cui cadeva una cascata che brillava alla luce del sole e rifletteva
nel cielo un arcobaleno, ma non era un arcobaleno normale al posto di 7 colori ne aveva 10 con tutte
le tonalità dal rosso al violetto. Se guardava davanti si vedeva una specie di giungla con alberi
variopinti. Poi se osservava in lontananza si vedeva un vulcano da cui usciva la lava di colore rosso,
arancione. A fianco a Lucy partivano due sentieri uno a destra e un altro a sinistra che portavano
chissà dove. Lei prese quello a destra. Si avventurò, ma tutto era così strano, passo dopo passo si
trovò a camminare su enormi sassi, ma istantaneamente sentì come un fruscio dietro di lei e si girò,
di fronte c’era un’enorme lucertola; si mise a correre ma sembrava che non avesse scampo, continuò
nonostante questo; poi istantaneamente inciampò su una radice e si slogò una caviglia. Ormai era fatta
e chiuse gli occhi. Avvertì una strana sensazione, come se volasse, aprì gli occhi e si vide dentro
un’immensa bolla di sapone gigante e assieme a lei c’era un tipo strano. “Ciao” disse, “sono James il
mago con il flauto magico, sono io che ti ho chiamato!!”e. E da lì incominciò una fantastica avventura
di amicizia. La portò a visitare questo magico luogo scoprendo che si trattava di un’isola. ”Allora
pronta a vedere la cosa più bella di sempre? Dai seguimi! ” Superarono le grinfie di una formica
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affamata, e cavalcarono api … ma all’improvviso James esclamò: ”eccoci arrivati!” Lucy non credeva
ai suoi occhi e disse ”Ma, ma questa è Atlantide la città perduta. Mio padre mi raccontava spesso delle
storie di questa misteriosa città!” Il mago replicò:” Sì hai ragione. “Lucy domandò:” Ma come fai ha
saperlo?”. Lui non rispose e continuò a fare il giro di quella città diroccata. Lei lo seguì e guardandosi
attorno si ricordò di tutte le storie di suo padre. Ad un tratto si fermò e chiamò James. Lui si voltò le
disse: ”Fu tuo padre a regalarti l’olandese. Devi sapere che tuo padre era il re di questo regno e
continuava a parlarci di te!” e sospirò. Poi Lucy tirò fuori la sua chitarra e vide che sulla cassa era
incisa la lettera A e vicino le onde del mare erano 3 come il tritone di Nettuno. Così tutto ritornò …
lei era la principessa di Atlantide perduta e poi ritrovata!! Una lacrima gli scese su quel viso pallido.
Mago soggiunse: ”Guarda là. La riconosci?” Lucy sì che l’aveva riconosciuta era la leggendaria roccia.
Lei corse in quella posizione e il mago aggiunse solo 6 parole: ”Ora sai che cosa devi fare!”. Lei
sorrise e mise la chitarra su quella roccia che all’apparenza sembrava una roccia normale, ma appena
appoggiò con delicatezza la chitarra, la roccia emise un bagliore e dovettero coprirsi gli occhi. Quando
li riaprirono trovarono la chitarra aggiustata. Lucy prese la chitarra e con un “pof” svanì nel nulla. Si
ritrovò nel suo camerino con la chitarra in mano e vide che era comparsa una lettera L (Lucy). Guardò
l’ora erano passati soltanto 5 minuti!! Lucy fece il concerto, e suonò con l’olandese ed ebbe tanto
successo! Da quel giorno tornò ad Atlante e la governò come nessuno aveva fatto mai!

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CRONOMETRICUS IL DRAGO DEL TEMPO
                               Racconto di Matthias Moroni

          el lontano impero di Dragolandia c’era un drago millenario chiamato Cronometricus, il

N         padrone del tempo. Questo incarico gli fu dato da Leggendarium VIII, imperatore assoluto
          di Dragolandia. Prima di ciò regnava il caos più totale: tutti potevano manipolare il tempo a
          loro piacimento, ma questo sarebbe andato bene se tutti avessero usato questo potere per
fare del bene. Purtroppo, però, Vulcanius il malvagio re dei draghi di fuoco non aveva nessuna
intenzione di usare questo potere per fare del bene: lo usava per vincere ogni battaglia e per
imbrogliare il prossimo. Fortunatamente Vulcanius era stato mandato in esilio nella prigione
sottomarina dei draghi del mare dal trisavolo di Cronometricus: Clessidrius e da quel momento non
si è più saputo niente di lui fino alla rivolta dei draghi di fuoco avvenuta qualche decennio prima
durante la quale i sudditi di Vulcanius avevano attaccato la prigione sottomarina per liberare il loro
re. E ora Vulcanius era di nuovo a piede libero e metteva in pericolo tutto l’impero: tocca a
                                                             Cronometricus salvare Dragolandia.
                                                             Dopo la fuga di Vulcanius tutto era
                                                             cambiato: la maggior parte degli abitanti si
                                                             era trasferita lontano da Dragolandia e i
                                                             pochi rimasti avevano paura anche solo di
                                                             uscire di casa. Una notte, approfittando del
                                                             buio, Vulcanius assediò la città di sorpresa
                                                             per distrarre l’attenzione dell’imperatore
                                                             dal suo vero          scopo: impadronirsi
                                                             dell’orologio di cristallo, l’oggetto che
                                                             impediva a chiunque di manipolare il
                                                             tempo. Ma Cronometricus aveva intuito
                                                             che quello era solo un diversivo e quindi
                                                             ordinò ad alcuni soldati di stare a guardia
del tempio in cui era custodito l’orologio di cristallo e questa fu una saggia idea perché Vulcanius con
una parte del suo esercito entrò, senza problemi, dalla parte opposta di Dragolandia rispetto a dove
aveva sferrato il primo attacco. Allora le guardie del tempio suonarono l’allarme e alcuni dei draghi
che stavano combattendo arrivarono in loro aiuto. Cronometricus fermò il tempo e i draghi del mare
incatenarono Vulcanius e il suo esercito con catene di ghiaccio che gli impedivano di muoversi.
Infine portarono i draghi di fuoco in una prigione molto più sicura in modo che non scappassero più.
Quel giorno fu ricordato per sempre dagli abitanti di Dragolandia come l’inizio di un periodo più
sereno e tranquillo, dove la pace e l’armonia regnavano indisturbati.

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LA BOTOLA
                                     Racconto di Calamai Nicolò

U              n giorno due bambini di nome Alex e Jonatan stavano giocando a nascondino quando
               all'improvviso Alex si accorse che sotto il letto c'era una specie di botola da cui partiva
               buco profondissimo. Deciso di buttarsi
               nell'avventura: Jonatan andò a chiudere la porta
della cameretta a chiave, per non rischiare che la mamma
entrasse, e si buttarono uno dietro l'altro. Arrivarono in una
caverna illuminata da piccole lanterne. Andando sempre più
avanti incontrarono un uomo chiamato Jack armato di spade e
archi; i due ragazzi gli chiesero dove si trovavano, ma lui non
volle rispondere perché si narrava che chi diceva il nome di
quella grotta veniva rapito. Però Alex e Jonatan erano curiosi
allora lui glielo scrisse su un foglio: “la grotta si chiama
Mortus”. Dopo che lo scoprirono tutti e tre i si incamminarono per cercare una via di fuga da quella
grotta. Durante il viaggio ad un certo punto Alex per sbaglio disse “Mortus” che era il nome ella
grotta, e verso di loro arrivarono dei piccoli ragni blu molto velenosi e dietro di essi c'erano scheletri
muniti di archi in groppa a ragni giganti neri. Jonatan chiese cosa stava succedendo e Jack gli rispose
che era stata colpa di Alex che aveva pronunciato il nome della grotta. A quel punto non c'era altro
da fare che combattere. Jack diede a loro delle spade bellissime che luccicavano ed erano anche forti
poiché dopo circa dieci minuti tutti i ragni e gli scheletri erano sterminati ma... improvvisamente dalla
nebbia arrivò uno strano essere chiamato Skeleton. Era un essere fatto di ossa nere insanguinate alto
circa due metri che si portò via Alex senza che loro riuscissero a fermarlo. Jack a quel punto disse:
bisogna seguirlo per salvare Alex, e cosi si misero a seguire Skeleton senza fare alcun rumore. Dopo
un po che lo seguivano si accorsero di essere in una fortezza sotterranea; al suo interno c'era un portale
che sembrava desse nel vuoto. Skeleton si buttò insieme ad Alex e loro lo seguirono dentro il portale;
vennero trasferiti in un' isola nel vuoto tutta buia e con torri di uno strano materiale nero. Questo
mondo era pieno di mostri alti due metri tutti neri. Si guardarono in aria e videro un drago nero con
occhi fucsia che cercava di attaccarli ma loro cercarono di non farsi colpire e allo stesso tempo seguire
Skeleton che portò Alex in cima ad una delle torri più alte dove c'era un Re che aveva intenzione di
mangiare Alex. Jack, dalla sua esperienza, sapeva che una volta ucciso il drago il Re sarebbe morto e
si sarebbe aperto un portale per tornare nel loro mondo. A quel punto si munirono di spade, archi e
frecce pronti per distruggere il drago, ma ci fu un altro problema: i mostri cominciarono ad attaccarli.
Loro si salvarono solo perché trovarono un rifugio in una delle torri. Mentre sentivano Alex piangere
e urlare dalla paura si fecero coraggio e dopo un po' di tempo distrussero il drago e il Re si disintegrò
in tantissime piccole parti. Così salvarono Alex e tornarono, attraverso il portale, nella grotta; fecero
le scale e ritornarono nella loro cameretta portandosi dietro anche Jack. Alex ringraziò Jonatan e Jack
per averlo salvato. Quando gli chiesero perché lui si trovava in quella grotta Jack rispose che prima
lui abitava nella loro stessa casa e con un suo amico avevano trovato quella botola. Il suo amico però
era morto perché aveva fatto lo stesso errore di Alex cioè pronunciare il nome della grotta. Malgrado
quell'incidente vissero per sempre con quell'avventura nel cuore.

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SOPRA LE NUVOLE
                                     Racconto di Thomas De Rosa

A
          lessandra, Luisa, Davide e Luca erano quattro ragazzi che ogni domenica andavano a fare
          una gita in compagnia dei loro genitori. Una bella domenica d'estate i ragazzi fecero una
          gita sulle colline di Verona e trovarono un vecchio casale abbandonato. Incuriositi, entrarono
          e diedero un’occhiata. Era una vecchia stalla. Dei fasci di luce sbucavano dalla paglia. La
spostarono e scoprirono una pesante porta con su scritto: “Varco per il mondo Sopra le Nuvole”.
Insieme decisero di aprire la porta. Magicamente si ritrovarono in un mondo parallelo, sopra le nuvole.
Si fecero coraggio e cominciarono ad esplorare. I ragazzi videro creature stranissime, orchi, fate, elfi,
streghe. Ad un tratto una fata di nome Tilly sbucò dal nulla. La fatina era piccola e snella, aveva delle
ali luccicanti, i capelli biondi e un vestitino azzurro. La fata spiegò ai ragazzi che erano nel Mondo
Sopra le Nuvole, un mondo dove i personaggi, i luoghi e le vicende che gli uomini della Terra
immaginano quando hanno perso la testa, “fra le nuvole” diventano realtà. Tilly spiegò anche che
ultimamente gli uomini non avevano più la testa fra le nuvole e le creature del mondo si stavano
indebolendo. I ragazzi salutarono la fatina, promettendo che un giorno sarebbero ritornati ad aiutare
gli abitanti del Mondo Sopra le Nuvole. I ragazzi una volta tornati nel casale, scoprirono che era
passato molto tempo da quando se ne erano andati e i loro
genitori erano un po' preoccupati. I ragazzi decisero di
non raccontare niente. Con varie scuse convinsero i loro
genitori a tornare sulle colline anche la domenica
successiva. I quattro amici arrivarono al casale e subito
aprirono la pesante porta. La situazione peggiorava, gli
abitanti erano sempre più deboli. Tilly doveva affidare ai
ragazzi una grande missione: sconfiggere Carloman e
riaprire tutti i varchi per il mondo Sopra le Nuvole. Luisa
chiese alla fata chi fosse Carloman. Tilly rispose che era
un vecchio che aveva scoperto il Mondo Sopra le Nuvole
e che lo voleva distruggere. Infatti, aveva chiuso tutti i varchi con una pietra magica che lui custodiva
in questo casale. In questo modo nessuno poteva più fantasticare e il regno si indeboliva e stava
scomparendo. I ragazzi accettarono la missione, pronti ad affrontare Carloman. Tilly fece arrivare
Carloman nel mondo e le creature usavano i pochi poteri per contrastare il terribile Carloman. Intanto
i ragazzi avevano trovato la Pietra magica, nella fessura di un muro e infilandola nella serratura della
pesante porta tutti i portali si riaprirono. Poi ritornarono a Sopra le Nuvole e si accorsero che gli
abitanti avevano riacquistato i loro poteri e sconfissero Carloman. Tutti gli abitanti di Sopra le Nuvole
furono grati ai ragazzi per averli aiutati e salvati. I quattro ragazzi felici, tornarono sulla Terra. Non
dimenticarono mai la loro splendida avventura e promisero di lasciare che la loro testa e i loro pensieri
andassero più spesso Sopra le Nuvole.

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IL SEGRETO DEL REGNO DI FANTASY
                                  Racconto di Laura Trapletti

C’
              era una volta una casa, dove vivevano 2 gemellini Mario e Maria. Loro adoravano le
              storie FANTASY con molte cose magiche. Un giorno mentre giocavano, appare un
              portale magico sul cancello del parco giochi.
              ”Maria hai visto c’è un cerchio azzurro su quel cancello, attenta a non toccarlo non so di
che cosa si tratta” Maria lo osservò e vide disegnato un paesino, incuriosita, si avvicinò troppo e fu
risucchiata dal portale e teletrasportata in uno strano paese. Mario si tuffò per salvarla ma il portale
teletrasportò anche lui, che per la paura gridò: ”AIUTOOOOOOOOOO”. Appena usciti, non si
trovano più nel parco giochi ma in un bosco tutto grigio e senza colori. Ancora spaventati per quello
che gli era successo, si sentirono chiamare da una guardia: ”Ehi bimbi perché siete preoccupati?”
Mario spaventato disse: ”Signora guardia stavamo giocando e poi siamo stati risucchiati in un buco
celeste e ora eccoci qui”.
La guardia scoppia a ridere dopo aver sentito la storia di Mario. “Perché ridi in quel modo” dice
Mario. La guardia risponde ancora ridendo:”Il cerchio in cui siete passati in realtà è un Portale". Loro
con la bocca aperta dicono: ” Un PORTALE?” Si esatto e adesso non fate più domande e venite con
me.
La guardia porta i bimbi al castello dell’imperatore COLORINO e dell’imperatrice COLORELLA.
Dopo un po’ arrivano al castello, loro rimangono senza fiato per la meraviglia, anche se tutto ciò che
li circonda, è nero e grigio.
Appena varcato il portone della reggia imperiale, vedono i due sovrani molto tristi. Ma una volta
giunti al loro cospetto l’imperatore accenna un sorriso dicendo:”Guarda dei nuovi ospiti,che
meraviglia, buongiorno ragazzi siete giunti da molto lontano per salvare FANTASY?”, “URRA’ CHE
BELLO!” Ma Mario nervoso dice:”Fantasy? Non siamo venuti per salvarlo, ma vogliamo tornare
solo a casa nostra. Maria andiamocene da questo posto, mi rende nervoso.” Ma Maria non lo ascolta
e inginocchiandosi davanti all’imperatrice disse: ”OH VOSTA MAESTA’, io mi chiamo Maria e
questo è mio fratello Mario come possiamo aiutarvi?”. Dopo essersi conosciuti, fanno merenda
assieme, ma Mario è ancora preoccupato perché vuole
tornare a casa.
Intanto in un altro castello si aggira una strega malvagia,
la sua guardia la chiama spaventato dicendo: Mia Signora
sono giunti, due gemelli per salvare Fantasy,come
dobbiamo procedere?” la strega nervosa dice:”Non ti
preoccupare fino a quando avrò il controllo sull’
ALBERO DELLA VITA , non ci potrà succedere niente
,sono io la più forte UHAHAHAHAHAHAHA”. Nel
frattempo al castello l’imperatore dice ai due ragazzi: ”Ho
bisogno del vostro aiuto,Fantasy è in pericolo per colpa
della strega Mala Nera, lei sta prosciugando i colori
dall’ALBERO della VITA” Mario molto impaurito si fa
coraggio e accetta la missione. L’imperatore e
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l’imperatrice soddisfatti ringraziano i ragazzi.”GRAZIE questa è proprio una bella sorpresa ,voi
sarete i nostri guerrieri, gli affidano un arco magico e una spada e la loro fedele LUNA uno splendido
pegasus argentato. In sella a LUNA iniziano il loro viaggio incontrano pericoli, trappole, animali a
più teste e molti demoni, ma loro riescono a ucciderli. Arrivati al lago scintillante, cominciano a
prendere l’acqua magica quando…….in groppa a un enorme drago spunta la strega MALA
NERA.”AHHHHH lo sapevo che c’era il vostro zampino gemelli” disse la strega, non riuscirete mai
più a prendere l’acqua scintillante. E cantando: ”PIOGGIA QUI, PIOGGIA LA’ IL SOLE SI
RAFFREDDERA’ E TUTTO GELERA’AH AH AH”. Ma Mario prova a prendere l’acqua, anche se
la tempesta scatenata dalla strega glielo impedisce, allora Maria estrae dalla borsa del sole una pallina
magica, la infilò sulla sua freccia e la lanciò in cielo. La freccia colpì il sole che esplose in enormi
raggi abbaglianti che accecarono la strega. “O NO I MIEI OCCHI, NON RIESCO A VEDERE
NULLA CON QUESTA LUCE FILIAMOCELA DA QUI” disse la strega. Mala Nera salì sul drago
e scomparve dietro le montagne, non tornando più. Mario e Maria raccolsero l’acqua e in sella a
LUNA si diressero all’ALBERO DELLA VITA, bastarono poche gocce di acqua e l’albero si riprese,
dai suoi rami uscirono fiori colorati che muovendosi ricolorarono tutta FANTASY. L’imperatore e
l’imperatrice erano felici perché il loro regno era splendente come una volta. Ringraziarono Mario e
Maria per l’aiuto, e loro, in groppa a Luna vanno nel bosco e attraverso il portale ritornano a casa.
Mario seduto nel parco giochi dice: ”Maria svegliati è tardi dobbiamo tornare a casa la mamma ci sta
aspettando” Maria si sveglia e si accorge che tutto quello che gli è successo era solo un bellissimo
sogno.

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IL MISTERO NELLA PALUDE
                                     Racconto di Valgoi Rebecca

U         n giorno Carly e la sua amica Sam si persero in un posto strano: c'erano strani alberi e animali
          mai visti prima. Loro abitavano a Seattle e finirono in quel posto perchè, tornando a casa dal
          Canada il loro aereo era precipitato ed erano finiti in quella palude...se così si può chiamare.
Mentre Carly ragionava sul da farsi Sam sentì dei rumori e andò a vedere; seguì i rumori fino ad
                                                 arrivare alla riva di un fiume. Non fece neanche in
                                                 tempo a pensare che una creatura strana, simile ad un
                                                 polipo, la prese e la buttò nel mare. Sam non riusciva
                                                 a liberarsi ma...un momento! Sam tirò un calcio al
                                                 mostro e riuscì a correre e raggiungere Carly. Carly
                                                 chiese: ”Dove sei sta...” Non fece neanche in tempo a
                                                 finire la frase che il mostro arrivò e iniziarono a
                                                 correre più veloci che potevano, finchè videro una
                                                 casa e sembrava abbandonata quindi entrarono e si
                                                 rifugiarono lì. Dopo un po' guardarono fuori dalla
                                                 finestra e non videro più il mostro allora decisero di
                                                 uscire dalla stanza della casa in cui si erano nascoste
                                                 ma videro una strana creatura. Sam disse: ”Di nuovo
                                                 un'altra! Ma che luogo è questo?” Carly
                                                 rispose: ”Sembra innocua provo ad andare a vedere.”
“Okay, intanto io cerco del cibo.” Disse Sam. Carly, arrivata in sala disse: ”Mi scusi chi è lei?” La
creatura si spaventò e disse: ”Che ci fai qui tu? Chi sei ?Da dove vieni?” “Stia tranquilla-disse Carly
non voglio farle del male, piacere mi chiamo Carly. Praticamente io e la mia amica Sam stavamo
tornando dal Canada in aereo, solo che...” “Aspetta ma dov'è questa tua amica?” Chiese la creatura
interrompendo Carly. “Ora la chiamo, Saaaam vieni quaa!” Urlò Carly. “Eccomi-disse Sam-piacere
io sono Sam, l'amica di Carly... Maaaa sei un elfo?” “Sì, mi chiamo Freddy, molto piacere. Comunque
continua pure Carly...” “Sì certo...Dov'ero arrivata?-suona il telefono di Carly- “ Pronto?” “Ciao Carly
sono Spencer, dove siete?” Disse Spencer, il fratello di Carly “Sam Saaam, è Spencer!” Disse Carly
“Passamelo-disse Freddy-pronto? Lei è il fratello di Carly?” “Sì, perchè?E tu chi sei?” Disse Spencer
preoccupato. “Sono quello che salverà sua sorella e la sua amica” Disse Freddy e poi riattaccò. Freddy
sapeva la strada per tornare indietro e le accompagnò a casa raccontandogli la sua storia.

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LA PIETRA DELLA FELICITA’
                                    Racconto di Martina Barbaro

C'
            era una volta, in un regno lontano lontano, uno stregone che possedeva una pietra magica,
            che conteneva la felicità di tutta la terra. Esso la custodiva in un grande castello al di fuori
            del regno, in mezzo ai boschi dove nessuno potesse trovarla, almeno era quello che si
            pensava...
Fino a che, un giorno, un orco cattivo riuscì a trovare quel posto e impadronirsi della magica pietra.
Lo stregone vide sulla sua mappa controlla - felicità che ella stava piano piano svanendo, allora,
decise di andare a verificare di persona e vide che la pietra era svanita. Per fortuna gli uccellini e gli
animali del bosco avevano visto l'orco e dissero allo stregone dove si era diretta l'orrenda creatura.
Era diretta nella sua caverna, dove teneva feste e altri eventi di svago. Lo stregone dovette affrontare
svariate sfide tra cui combattere un feroce drago, interpretare indovinelli ecc... . ma la cosa più
difficile fu attraversare la tetra foresta, un posto terribile dove ogni rumore era spaventoso, anche un
semplice fruscio di foglie. Arrivati fuori dalla foresta lo stregone trovò una porticina piccolina, più
piccola di lui, e non sapeva come attraversarla. Lo stregone sovrappensiero si era scordato che aveva
a disposizione la sua magia, ma per fortuna dopo poco se ne ricordò, si rimpicciolì ed entrò nella
porticina dove trovò davanti a lui la caverna dell'orco.

Esso essendo "umano" non poteva entrare in quei luoghi perché c'era il pericolo di essere uccisi, allora
il mago si trasformò in un orco, entrò e chiese di parlare con l'orco che gli aveva preso la pietra magica.
Accompagnato nell'ufficio dell'orco lo stregone si ritrasformò e gli chiese perché l'avesse presa L'orco
gli disse che gli serviva per concludere un affare con un altro orco. Per fortuna quell'orco era lì a bersi
una birra! Lo stregone si diresse dall'orco e gli offrì un’enorme somma di denaro, ma i problemi non
erano ancora finiti, perché i soldi che aveva con lui non erano abbastanza. Allora lo stregone dovette
riattraversare la foresta e ritornare al castello per prendere il denaro mancante; dopo aver
riattraversato la foresta e oltrepassato la piccola porticina, lo stregone incontrò l'orco che gli restituì
la pietra. Dopo aver attraversato la foresta e i vari ostacoli, lo stregone rimise al suo posto la pietra e
per protezione mise forti guardie, potenti incantesimi ecc... perché questo fatto non potesse accadere
mai più. Infine lo stregone tornò al suo castello e ritornò la felicità in quel regno.

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ERAGON
                                    Racconto di Martinelli Andrea

I
     n un vecchio borgo arroccato sulle coste rocciose di un grande mare viveva, con i genitori, Eragon
     un ragazzino di 13 anni appassionato di pesca; in particolare di pesca non l' arco, una tecnica
     molto particolare che aveva perfezionato insieme a suo padre Oromis con il passare degli anni,
     dedicando a questa passione giornate intere in sua compagnia.
Il genitore si procurava da vivere commerciando e barattando le ricchezze e i prodotti che questa terra
offriva loro, in particolare oli e vini pregiati.
Un giorno partì con un prezioso carico per uno dei suoi tanti viaggi d'affari e per cause mai sapute
non fece più ritorno a casa.
Eragon trascorse la sua adolescenza accudito dalla madre con la speranza, che ormai svaniva giorno
dopo giorno sempre di più, di ripoter rivedere suo padre.
Durante una comunissima battuta di pesca Eragon s'imbatté in un impetuosa tempesta e venne
trascinato dalle onte sulle coste di una terra a lui sconosciuta e l unico oggetto che gli restava era il
suo splendido arco; dopo un lungo giorno di esplorazione dell'isola scorse una piccola centro abitato
simile alla sua città natale, ma molto più fortificata dove notò degli arceri disposti su una passerella
di legno sovrastante alle grandi pareti del muro di cinta che comunicava con le quattro torri, così
decise di accamparsi lontano dalla città e anche di non accendere in fuoco per non rischiare di essere
visto ; mentre sceglieva il posto adatto dove accamparsi trovò una strana freccia conficcata su un
albero, essa aveva la punta in pietra rossa a lui sconosciuta e l’asta di uno strano metallo anch’esso
mai visto, così decise di portarla con se ma tenendola nascosta.
Trovato rifugio su un albero consumò un lauco pasto a base di bacche e mentre guardava il tramonto
all’ orizzonte scorse un gruppo di soldati dirigersi verso la boscaglia dove si trovava lui; ad Eragon
sembrava stessero cercando qualcosa e iniziò a preoccuparsi quando accerchiarono l’albero dove si
trovava , uno di loro incominciò ad arrampicarsi e a quel punto per paura scoccò una delle sue frecce
prendendo in pieno il soldato che stramazzò al suolo, a quel punto uno sciame di frecce nere volarono
verso Eragon che le schivò quasi tutte tranne una che lo colpì al braccio con cui era attaccato all’albero
facendolo precipitare e l’impatto violento con terreno gli fece perdere conoscenza.
Si risvegliò in una cella,in compagnia di un uomo che subito riconobbe: suo padre; esso gli spiegò
che mentre era in viaggio la nave fu assaltata dagli stesi soldati che portarono Eragon in cella e nei
giorni a venire i due progettarono un piano per evadere osservando il cambio degli arcieri, dei
soldati…
Eragon si rese conto che non aveva più l’arco ma aveva ancora la freccia, così un giorno al passaggio
della guardia, Oromis l’attirò nella cella ed Eragon lo uccise con quella strana freccia che aveva
trovato, il padre gli chiese dove avesse trovato quella freccia e lui gli racconto di quando i soldati lo
catturarono; controllando che il corridoio fosse libero si avviarono fuori dal palazzo dove erano stati
rinchiusi ma appena usciti, Eragon si ricordo del suo arco e tornò a prenderlo, lo trovò in una stanza
con altre armi e ne prese una per il padre.
Poco dopo un gruppo di soldati li avvistarono scavalcare il muro dopo aver aspettato che l’ arciere
sulla torre alla loro destra cambiasse posizione, e incominciarono a inseguirli; Oromis e suo figlio
fuggirono verso il mare dove speravano di trovare un barca per tornare a casa; ma i temibili soldati
erano troppo veloci per seminarli e circondarono i due fuggitivi sguainando i pugnali, Eragon si mise
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a scoccare frecce a raffica contro i nemici ma appena si rese conto che aumentavano così prese la
freccia dalla punta e quando la ebbe scoccata essa sembrava già sapere quali erano i nemici e li ferì
uno a uno; i due senza nessuna esitazione si recarono al porto, trovarono una barca e tornarono a casa
sani e salvi.

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LA BANDA MASCHERATA E IL CAVALIERE MASCHERATO
                          Racconto di Kone Massa Giovanni

C'
            era una volta una città governata da un dittatore che faceva sgobbare i cittadini come
           schiavi che lavoravano dalla mattina alla sera. Un bel giorno alcuni cittadini decisero di
           ribellarsi formando un‘alleanza per sconfiggere il malvagio dittatore, la notte dello stesso
           giorno organizzarono una riunione per decidere il da farsi, come prima cosa decisero di
chiamare l'alleanza LA BANDA MASCHERATA, poi decisero che la notte seguente avrebbero fatto
un‘ incursione nel castello del malvagio dittatore, ma con un piano ben preciso, hanno pensato a come
aggirare le guardie del dittatore e in caso di errore ci sarebbe stato un piano B.
Quando la banda mascherata arrivò al castello le guardie scoprirono gli intrusi, li catturarono e li
misero in prigione.
Le grida provenienti dalla prigione vennero udite dal cavaliere mascherato che con il suo pegaso
(cavallo alato) si recò al castello, liberò la banda mascherata e strinse alleanza con loro e sconfissero
le guardie e l' imperatore e presero il potere.
Da quel giorno tutti i cittadini non dovevano più lavorare e vissero tutti felici e contenti.

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IL CAVALIERE FANTASMA
                                     Racconto di Vezzaro Giacomo

I
     n un tempo molto lontano c'era un cavaliere molto abile e forte nel manovrare la sua robusta
     spada, ma in una battaglia morì. La sua spada venne presa da alcuni soldati suoi nemici in segno
     di forza mentre il suo corpo fu sepolto in un bosco. In una notte di Halloween il cavaliere fu
     richiamato da una strega che voleva impossessarsi del paese. Con il suo cavallo iniziò a dirigersi
nelle vicinanza del paese e poi lo distrusse. Il giorno successivo i paesani non sapevano a chi dare la
colpa e così chiamarono un investigatore dall'Inghilterra per risolvere il caso. La notte successiva il
cavaliere distrusse un paesino e chi usciva di casa nella notte veniva approdato dal cavaliere fantasma
che gli piombava addosso tagliandogli la testa. La mattina seguente il furbo investigatore seguì le
tracce del cavallo del cavaliere fantasma e subito vide una donna e un uomo che scavavano sulla
tomba di un uomo misterioso. L'investigatore udì subito un forte rumore e dalla tomba spuntò il
cavaliere fantasma. L'investigatore a quel punto impaurito si mise a correre nel bosco; ad un certo
punto il cavaliere fantasma cadde a terra e perse di vista l'investigatore. Nella terza notte
l'investigatore uscì di casa per aspettare il cavaliere fantasma e vide una strega con una spada molto
simile a quella del cavaliere. L'investigatore corse a prendere la spada robusta, ma in un attimo il
cavaliere fantasma uscì dal bosco buio e si diresse verso l'investigatore per ucciderlo, ma fu fermato
da uno scudo che la spada creava. L'investigatore preoccupato diede la spada al cavaliere fantasma,
che in un attimo balzò contro la strega che aveva rubato la sua spada e li tagliò la testa. L'investigatore
fu ringraziato dagli abitanti, ritornò in Inghilterra risolvendo il caso e il cavaliere fantasma ritornò nel
suo mondo buio vendicandosi di chi gli aveva preso la spada e scomparì per sempre.

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IL DIAVOLO
                                      Racconto di Barocci Lorenzo

U
           n giorno un bambino trovò un libro.
           Arrivato a casa non lo disse ai genitori ma andò nella sua cameretta a leggerlo; quando aprì
           il libro il bambino di nome Lyuk si sentì osservato e vide due occhi rossi emergere dal fondo
           della stanza che era molto buia. Non ci fece caso, pensava che forse era un suo peluche così
iniziò a leggere il libro che però era scritto in una strana lingua. Sfogliò qualche pagina fino ad arrivare
alla pagina sei dove vide un‘immagine scura con due occhi rossi, Lyuk sfogliò altre sei pagine e
un‘altra immagine lo spaventò. Infatti oltre ai due occhi rossi vide una bocca che sorrideva con denti
appuntiti così chiuse il libro e andò a dormire. Il giorno dopo giocò tutto il tempo sentendosi osservato
anche se era da solo. Arrivò l'ora di dormire e Lyuk trovò il libro sul cuscino del letto così lo aprì e
proseguì a sfogliarlo, dopo sei pagine vide un'altra immagine che oltre ai due occhi e alla bocca aveva
un cappuccio grigio. Giorno dopo giorno Lyuk continuò a sfogliare il libro fino ad arrivare al sesto
giorno. Quella notte il bambino arrivò alla penultima pagina dove c'era l'immagine di un fantasma
con i due occhi rossi e la bocca con i denti affilati; e il corpo non si vedeva era ricoperto con un telo
grigio ed era incappucciato; lì accanto c'era una lunga ascia che sembrava venisse fuori dal libro.
Quando Lyuk girò quella pagina vide dal fondo della stanza lo stesso mostro del libro che pian piano
si avvicinava e quando fu davanti al bambino tirò fuori l'ascia e per poco non colpì Lyuk, ma lui svelto
e agile prese il libro e scappò fuori casa con dietro il mostro che lo inseguiva , scavò velocemente
una buca nel punto esatto in cui aveva trovato il libro e lo sotterrò li giusto in tempo prima che il
mostro lo colpisse. Lyuk si girò e vide quell'essere svanire nel nulla così sospirò e tornò in casa sano
e salvo.

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IL MAGO E LA STREGA
                                      Racconto di Alex Rizzotto

C’
              era una volta, tanto tempo fa, una strega che viveva in un bosco sempre bui, con gli alberi
              sempre spogli e rami che si aggrovigliavano formando reti spinose. La strega era sempre
              in felice, chissà perché, a forza di esserlo diventò cattiva e sempre più invidiosa. poco
              distante da quell’orribile foresta viveva un mago che era vecchio e saggio e la sua casa
si trovava proprio al centro di una rigogliosa foresta dove vivevano tanti animaletti. E questo dava
fastidio alla strega: si sentiva dimenticata. Così un giorno la poverina, stanca di essere là, nel nulla,
da sola, decise di far provare la stessa sensazione anche al mago che era abituato a vivere in pace
nella natura. Preparò una pozione e si diresse verso la foresta. Appena arrivata versò un po’ di liquido
nelle radici degli alberi e delle piante. Ad un tratto le foglie degli alberi cominciarono a cadere, gli
animali si nascosero nelle tane e il buio prevalse nella foresta. La strega a quel punto fu soddisfatta e
se ne andò. Il mago, che viveva in una casa ricavata in una collinetta, era in una stanza appena
illuminata e stava leggendo un librone di magia. Appena si accorse di quell’improvviso silenzio si
precipitò fuori dalla stanza, corse su per le scale a chiocciola, percorse velocemente il corridoio buio
e quando aprì la porta di casa vide che la foresta era completamente cambiata. Il mago, però, appena
vide quel che era successo non esitò a pensare che l’artefice di tutto potesse essere stata proprio la
strega Rosascura. Così, praticamente convinto, andò a casa della strega e le disse “se il motivo per
cui rovini la mia foresta è perché la tua non ti piace protesti curarla e amarla finché non diventerà
rigogliosissima” la strega diede ascolto al mago e poco tempo dopo le due foreste tornarono a essere
rigogliose e piene di animaletti e da quel giorno in quelle foreste ci fu pace e armonia.

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