BHUTAN MONASTERI TRA LE NUVOLE IN OCCASIONE DEL FESTIVAL DI PUNAKHA - Kel 12

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MONASTERI TRA LE NUVOLE IN OCCASIONE DEL FESTIVAL DI
PUNAKHA
BHUTAN MONASTERI TRA LE NUVOLE IN OCCASIONE DEL FESTIVAL DI PUNAKHA - Kel 12
IL TUO VIAGGIO
MONASTERI TRA LE NUVOLE IN OCCASIONE DEL
FESTIVAL DI PUNAKHA
Il Bhutan è l’ultimo regno buddhista himalayano, uno dei luoghi più remoti e meno visitati al
mondo che, da poco più di vent’anni, ha scelto di aprire i suoi confini solo ad un turismo
rispettoso della sua cultura e delle sue tradizioni. Circondato da due grandi colossi, la Cina e
l’India, si avvicina cautamente alla modernità, accompagnato in questo da un sovrano
illuminato. La terra del Drago Tonante è un luogo straordinario, ricco di miti e leggende.
Meravigliosi paesaggi di montagna, dove cime imbiancate s’innalzano su foreste rigogliose
e incontaminate che mostrano tutte le sfumature del verde. In questi scenari hanno un ruolo
primario i monasteri e gli incredibili dzong, simili a fortezze. L’eccezionale architettura
buddhista incarna la cultura tradizionale e fa da sfondo alle spettacolari feste religiose. In
questo viaggio non visitiamo solo le mete classiche di questo paese, Paro, Thimpu e
Punakha, ma ci inoltriamo anche nelle sue zone centrali e orientali, per scoprire i luoghi meno
battuti dal turismo. All’inizio del nostro viaggio abbiamo scelto di assistere a una delle grandi
feste di carattere religioso e folcloristico (Tsechu), quando i monasteri-fortezza si riempiono
di pellegrini e si animano di danze. Ogni Tsechu ha nomi e caratteristiche diverse, sia per il
contenuto religioso delle rappresentazioni, che per l’intreccio delle trame e uno dei più noti
è certamente lo Tsechu di Punakha. Gli Tsechu si tengono almeno una volta l’anno negli
dzong (monasteri) e, al fine di acquistare meriti, ogni bhutanese è tenuto ad assistervi
almeno una volta nel corso della sua vita. Queste feste commemorano, attraverso danze
mascherate, la vittoria del buddhismo sull’antica religione bon; le danze raccontano diversi
episodi della vita del maestro tantrico Padmasambhava, venuto dall’India per evangelizzare
il Tibet e fondatore della scuola religiosa Nyingmapa (Berretti rossi): è questa corrente antica
che sopravvive in Bhutan. Durante i festival per parecchi giorni si alternano danze rituali e
laiche, buffonerie di clowns e cerimonie ricche di mistica religiosità.

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•   1° giorno
     Partenza dall'Italia per Calcutta via Dubai

 •   2° giorno
     Arrivo a Calcutta nel pomeriggio

 •   3° giorno
     Un volo spettacolare ci porta a Paro, Ta Dzong e Rinpung Dzong

 •   4° giorno
     La giornata è dedicata all'escursione al celebre monastero di Taktsang (Tana della tigre) e al
     Kyuchu Lhakhang

 •   5° giorno
     Partenza per Thimpu, Trashi Chhoe Dzong e National Memorial Chorten

 •   6° giorno
     Partenza da Thimpu attraverso il Dochu La (3150 m) e arrivo a Punakha

 •   7° giorno
     Giornata dedicata al Festival ed escursione al Chimi Lhakhang

 •   8° giorno
     La nostra strada sale fino al passo di Pele La (3.420 m). Arrivo a Trongsa e proseguimento per la
     valle di Bhumtang

 •   9° giorno
     Intera giornata dedicata all'esplorazione della valle del Bumthang

 •   10° giorno
     Il viaggio continua verso est, attraverso una strada spettacolare fino al passo carrozzabile più
     alto del paese, il Thrumshingla (3.780 m). La nostra tappa finale è Mongar

 •   11° giorno
     Attraverso il Kori La Pass (2.450 m) arriviamo a Trashigang

 •   12° giorno
     Escursione a Rangjun

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•   13° giorno
    Proseguimento per Samdrup Jongkhar, al confine con l'India

•   14° giorno
    Partenza per Guwahati via terra e proseguimento in volo per Delhi

•   15° giorno
    Volo per l'Italia

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1° giorno
Partenza dall'Italia per Calcutta via Dubai

Partenza da Milano con voli di linea per Calcutta via Dubai.
Pasti e pernottamento a bordo.

2° giorno
Arrivo a Calcutta nel pomeriggio

Arrivo all’aeroporto di Calcutta, la più grande e caotica città dell’India, capitale dello Stato
del Bengala Occidentale.
Trasferimento all’ Hotel Lalit Great Eastern, un lussuoso cinque stelle nel cuore della città, un
tempo si chiamava “Auckland Hotel” ed era definito “Gioiello d’Oriente” (fu costruito nel
1841). Camere a disposizione dal nostro arrivo.
Calcutta non è una città, è un mondo che generalmente sgomenta il visitatore straniero più
di qualsiasi altra megalopoli indiana per l’impatto forte che indubbiamente provoca,
soprattutto la prima volta che la si visita. Ma non si può dire di aver visto l’India se non si è
stati a Calcutta, dove si materializza quell’idea che ognuno di noi ha del subcontinente
indiano. Città di origine britannica, nata da un piccolo villaggio di pescatori sul fiume Hoogli,
ramificazione del Gange, Calcutta è oggi un immenso agglomerato urbano di 14 milioni e più
di abitanti, dove quartieri sovraffollati, povertà estrema, mestieri tradizionali e tecnologie
moderne si confondono e si mescolano con l’architettura coloniale degli antichi fasti.
L’incredibile sovrapposizione tra aree di aspetto e morfologia completamente diversa crea
una straordinaria alchimia che ha qualcosa di antico, quasi poetico. Città di scienziati e i poeti
– tra cui spicca la figura di Rabindranath Tagore Premio Nobel per la letteratura nel 1913 - e
culla intellettuale dell’India, la gloriosa capitale del Raj britannico è una città dai due volti.
Nel pomeriggio, visita della città.
Pranzo libero, cena e pernottamento in albergo.

Pernottamento (The Lalit Great Eastern )
Lussuoso albergo 5 stelle, situato nel quartiere degli affari e dello shopping di Calcutta,
fonde la cultura tradizionale indiana e l'ospitalità con i più moderni comfort. Le sue 195
camere e suite ben arredate sono dotate di TV LED e di una terrazza con una splendida vista
o sul giardino o sulla piscina.

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Indirizzo: 1, 2, 3 Old Court House Street, Dalhousie Square Kolkata - 700069
Tel: +91 33 4444 7777
www.thelalit.com

3° giorno
Un volo spettacolare ci porta a Paro, Ta Dzong e Rinpung Dzong

Sveglia presto per prendere il volo che ci porta a Paro (2.200 m). La valle di Paro è una delle
più suggestive di tutto il paese. Fino a quasi tutto il XIX secolo, Paro è stata sede del
governo, prima che questo fosse spostato a Thimpu. La principale attrattiva di Paro è
sicuramente il suo famoso Dzong. Gli dzong del Bhutan sono sicuramente l’elemento
architettonico più caratteristico del paesaggio del paese e costituiscono la sede dei centri
amministrativi di tutti i venti distretti oltre ad essere il centro dell’autorità secolare e
religiosa. Molti dzong sono dotati di una torre di guardia. Gli dzong del Bhutan sono costruiti
in pietra o fango pressato, ma anche con notevoli quantità di legno. Ogni edificio presenta
particolari unici, ma quasi tutti seguono alcuni principi generali. Nella maggior parte dei casi,
gli dzong sono suddivisi in due ali: una ospita i templi e gli alloggi dei monaci, mentre l’altra
è destinata agli uffici amministrativi. Queste enormi cittadelle dominano le principali città
che è uno dei più importanti e famosi del paese e le cui mura massicce sono visibili da ogni
punto della valle. La sua costruzione risale al 1644, anche se è stato restaurato nel 1907 a
causa di un incendio.
Per una introduzione alla cultura bhutanese inizieremo le visite dal Museo Nazionale, nei
pressi del Ta Dzong, un insolito edifico a pianta circolare che era in origine la torre di
osservazione del Paro Dzong.
Una passeggiata lungo un sentiero collinare porta al Rinpung Dzong, il centro della vita
sociale e religiosa della valle. Tra i migliori esempi per stile e stato di conservazione della
tradizionale architettura del Bhutan. È una struttura nota anche a chi non sia stato in Bhutan
ma abbia visto “Il Piccolo Buddha” di Bertolucci. Qui il regista ne ha girato alcune scene. Risale
al XVII secolo, ma nel luogo preesistevano parti di un monastero ancora più antico.

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Maestoso, solenne, interpreta anche visivamente il ruolo che svolge ancora oggi. A valle
dello dzong un ponte di legno consente di attraversare il fiume per accedervi. All’interno,
come in altri dzong, convivono uffici amministrativi e attività religiose svolte da monaci che
qui risiedono. Oltre la porta di ingresso s’incontrano cortili, torre, templi, travi lignee con
intagli dipinti in oro e nero che ben contrastano con il bianco delle mura. L’area destinata ai
monaci offre varie sale, portici, dipinti che mostrano scene del veneratissimo Milarepa. La
visita del Rinpung Dzong potrà essere effettuata in questa giornata o in quella successiva,
secondo quanto valutato come miglior scelta dalla guida locale e dell’accompagnatore
Kel12.
Pranzo in ristorante locale e al termine delle visite, rientro in hotel per la cena e il
pernottamento.

Pernottamento (Zhiwa Ling Heritage Hotel )
Immerso tra le colline di Paro, l’hotel Zhiwa Ling Heritage, pioniere della sostenibilità
ambientale in Bhutan, è un gioiello architettonico che unisce il patrimonio culturale
bhutanese al comfort moderno. La struttura principale e le strutture adiacenti sono tutte
scolpite con intricati intagli e decorate a mano, immerse in un paesaggio lussureggiante di
salici piangenti e alberi da frutto. Questo è il primo hotel a cinque stelle di proprietà
bhutanese e le sue 45 suite splendidamente arredate si affacciano sulle pendici verde
smeraldo dell’Himalaya. Nello spirito della tradizione buddista del Bhutan, gli ospiti possono
unirsi ai monaci nella Meditation House, immergersi nella tranquillità della Tea House e
godersi una sezione unica di trattamenti benessere intrisi di simbolismo spirituale nella spa
dotata di bagno con pietre calde, bagno turno e massaggi.
Bar con camino, boutique con prodotti locali, serra con rare orchidee bhutanesi e altre
bellissime piante, spettacoli culturali all'aperto attorno al falò, centro fitness. Ogni suite offre
una cassetta di sicurezza personale, bollitore per tè e caffè, TV via cavo e lettore DVD,
connessione Wi-Fi.

Indirizzo: Satsam Chorten, Paro, Kingdom of Bhutan
Telefono: +975 8 271277
www.zhiwalingheritage.com

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4° giorno
La giornata è dedicata all'escursione al celebre monastero di Taktsang (Tana della tigre) e al
Kyuchu Lhakhang

La nostra giornata comincia con l’escursione al celebre complesso di Taktsang (la Tana della
Tigre). Lungo la strada visita di Kyichu Lhakhang, uno dei templi più antichi del Bhutan. Si
crede che sia stato costruito nel 659 dal re del Tibet Songtsen Gampo, per fissare il piede
sinistro di un orco gigante che stava ostacolando la diffusione del buddismo in Tibet.
Arrivo a Taktsang e inzio delle visite. È il più famoso tra i monasteri del Bhutan, arroccato sul
margine di un dirupo a 900 m sopra il fondovalle. Il nome del monastero fa riferimento a una
leggenda secondo la quale nel VII secolo Guru Rinpoche sarebbe volato fin qui aggrappato
al dorso di una tigre (una manifestazione della sua consorte Yeshe Tsogyal) per
sottomettere il demone della zona, Singey Samdrup. Il guru trascorse i tre mesi successivi
qui, in meditazione all’interno di una grotta, il cui accesso si può intravedere (è chiuso da una
porta dorata) quando si visita il monastero. Dopo tale avvenimento, tutti gli abitanti della
valle si convertirono al buddhismo. Il sito, riconosciuto come ney (luogo sacro) è meta di
pellegrini provenienti da tutto il paese. Sembra che anche il santo Milarepa abbia meditato
nel monastero. Il Lhakhang principale fu costruito nel 1692 intorno al Dukhang, la grotta sacra
in cui meditò Guru Rinpoche, per volere del penlop di Paro, Gyalse Tenzin Rabgye. La
struttura principale è stata ricostruita dopo che un incendio l’aveva distrutta nel 1998.
Secondo la tradizione, l’edificio principale era ancorato allo strapiombo roccioso grazie ai
capelli delle khandroma (divinità celesti femminili), che avevano caricato sulle loro schiene e
trasportato lungo la salita il materiale da costruzione. Il complesso è composto di diversi
edifici. Pranzo alla caffetteria di Taktsang, con vista sulla celebre ‘Tana della tigre’.
Cena e pernottamento in hotel.

N.B. Segnaliamo che l’escursione a Taktsang comporta una camminata in salita di circa
due/tre ore su un sentiero ben segnalato; i due terzi del percorso possono essere effettuati
anche a cavallo (opzione valida solo per la salita, pagabile in loco al costo di ca. Usd 25,00 a
tratta) mentre l’ultima parte del sentiero è possibile solo a piedi in quanto si tratta di una
scalinata.

Pernottamento (Zhiwa Ling Heritage Hotel )

5° giorno
Partenza per Thimpu, Trashi Chhoe Dzong e National Memorial Chorten (Paro - Thimpu, 55
km, circa 2 ore)

Dopo la colazione, partenza per Thimpu (2.334 m), capitale del Bhutan dal 1961.

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Thimphu mantenne un’impronta prevalentemente rurale fino al 1990, momento in cui, con le
nuove politiche di sviluppo adottate dal governo, la popolazione è aumentata rapidamente
fino a raggiungere oggi circa 80.000 abitanti.
Thimphu non è direttamente servita da un aeroporto cittadino e ricorre all'unico scalo
aeroportuale internazionale di tutto il Bhutan, l'aeroporto di Paro, che si trova a circa 54 km
dal suo centro.
Cominceremo le visite a partire dal Simply Bhutan Museum, un interessante museo di
recente apertura che rappresenta stili di vita secolari del popolo bhutanese e l’architettura
tradizionale, elementi che a Timphu rischiano di scomparire a causa della modernizzazione.
Proseguimento con la salita in auto fino al Buddha Point (Kuensel Phodrang), situato a breve
distanza dal centro di Thimphu, per ammirare la statua di Buddha Sakyamuni più grande del
paese e l’incantevole panorama sulla valle di Thimphu
Il Trashi Chhoe Dzong, situato a nord della città sulla sponda occidentale del Wang Chhu,
non sovrasta la valle o la città come una fortezza. Questo dzong fu scelto come sito per la
sontuosa cerimonia d’incoronazione ufficiale del quinto re nel 2008. L’edificio che si visita
oggi non è quello originario, che è stato ampliato e restaurato più volte. Un tempo era sede
dell’Assemblea nazionale, mentre oggi ospita il segretariato, la sala del trono e gli uffici del
re, oltre ai ministeri degli affari interni e delle finanze. Il National Memorial Chorten è uno
degli edifici religiosi più notevoli di Thimpu. Fu costruito nel 1974 in memoria del terzo re,
Jigme Dorji Wangchuck (1928-1972). Il chorten, intonacato a calce, presenta dettagli
riccamente intagliati che si affacciano sui quattro punti cardinali ed è caratterizzato da
elaborati mandala (diagrammi esoterici), da statue e da un altare dedicato al terzo re. Molti
buddhisti lo considerano il centro delle loro preghiere quotidiane. A tutte le ore del giorno,
infatti, è frequentato da fedeli che vi camminano intorno e fanno girare le grandi ruote rituali
rosse.
Al termine delle visite, rientro in hotel per la cena e il pernottamento.

Pernottamento (Druk Hotel Thimphu )
Hotel 4 stelle aperto nel 1985, ma rinnovato diverse volte per offrire ai propri clienti un
ambiente chic e moderno. Si trova in una posizione valutata tra le migliori della città dai suoi
utenti. Ogni piano si ispira a un diverso elemento: acqua, aria, terra, fuoco e cielo e i colori in
cui sono arredate le camere seguono questa suddivisione.

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Indirizzo: Wogzin Lam, Clock Tower Square, P.O. Box 1178, Thimphu, Bhutan
Telefono: +975 2 322 966
Sito Web: http://drukhotels.com/

6° giorno
Partenza da Thimpu attraverso il Dochu La (3150 m) e arrivo a Punakha (75 km, circa 3 ore)

Dopo la colazione, ci dirigiamo verso Punakha (1.242 m). Lasciata Thimpu, percorriamo la
strada statale fino a giungere a un bivio, per entrare nella National Highway che corre da est
a ovest. Lungo la strada si potrà ammirare un bellissimo scorcio del Simtokha Dzong. La
strada comincia a salire passando in mezzo a coltivazioni di alberi di mele e boschi di pini
dell’Himalaya fino a raggiungere il villaggio di Hongtsho (2.890 m), dove c’è un posto di
blocco che regola l’accesso al Bhutan orientale. La strada continua a salire fino al Dochu La
(3.140 m), contrassegnato da una grande varietà di bandiere di preghiera e da un
impressionante insieme di 108 chorten. Nelle giornate limpide il passo offre una veduta
panoramica dell’Himalaya bhutanese. La serie di chorten fu costruita nel 2005 come atto di
espiazione per la perdita di vite umane causata dallo sconfinamento di militanti
indipendentisti assamesi nel sud del Bhutan. La collina sopra i chorten è ricoperta da un
bosco di rododendri che in questo periodo dell’anno cominciano a fiorire. Avvicinandosi al
passo, la vegetazione cambia bruscamente aspetto: querce, aceri e pini dell’Himalaya
cedono il posto a un’umida foresta composta di rododendri, cipressi, cicute e abeti. Arrivati
a Metshina, la strada si stacca dalla National Highway e scende a zigzag fino a Sopsokha. Su
una collinetta al centro della valle, sotto Metshina è visibile il tetto giallo del Chimil Lakhang,
costruito nel 1499 dal cugino di Lama Drukpa Kunley in suo onore, dopo che questi
sottomise la diavolessa del Passo Dochu con il suo magico fulmine della saggezza. Nel
Lakhang, dove si recano le donne senza figli per ricevere un wang (benedizione), è custodita
un’effige lignea del fulmine del lama. Il tempio si raggiunge a piedi in venti minuti, attraverso
le risaie e fino all’insediamento di Pana, che significa ‘campo’ e poi una breve salita conduce

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al tempio. Il tempio è circondato da una fila di ruote della preghiera e vi risiedono alcuni
monaci.
Arrivo a Punakha e trasferimento al famoso Dzong “il Palazzo della Grande Felicità”, il
secondo più antico del Bhutan e fino al 1950 sede del governo. E’ uno degli dzong più belli
del paese e in primavera il colore lilla degli alberi di jacaranda conferisce un’atmosfera
idilliaca a questo luogo. Lo dzong è stato costruito nel 1637, nello stesso luogo dove, già nel
1326, sorgeva un edificio più piccolo chiamato Dzong Chug (piccolo dzong), che ospitava
una statua del Buddha, e si trova tra due fiumi chiamati Pho (maschio, Padre) e Mo (femmina,
Madre). È nel suo cortile che si svolge lo Tshechu. Il Tsechu è tra quelli meglio eseguiti del
Bhutan: tutti i danzatori e musicisti sono scelti tra i monaci che fanno parte del selezionato
gruppo che fa capo direttamente all'Abate del Bhutan e sono molto meticolosi nella
preparazione di ogni dettaglio; le maschere ed i costumi che utilizzano sono magnifici. Molti
dei bhutanesi che partecipano a questi eventi vengono da luoghi lontani, certi che la loro
partecipazione possa rappresentare un passo in più per il raggiungimento di una maggiore
conoscenza interiore. Sono presenti migliaia di persone agghindate in abiti tradizionali,
centinaia di monaci vestiti di rosso che siedono tranquilli e altri che, con i loro strumenti
musicali producono suoni che seguono i timbri e i ritmi dei riti tantrici, una folla di persone
sorridenti che vivono con fede gli atti di purificazione. Sulla balconata sovrastante, si
intravedono i Lama anziani e il Je Khempo che osservano attenti, ma distaccati lo sviluppo
delle danze rituali; al loro fianco si accomodano i membri della famiglia reale che
presenziano e talvolta anche il Re. Sembra quasi di essere immersi in un sogno fantastico:
immersi nel contorno del grandioso Punakha Dzong situato alla confluenza dei due fiumi. È il
quartier generale del Je Khenpo durante l’inverno e di centinaia di monaci che si
trasferiscono da Thimpu in questa località più temperata. Il tempio principale a tre piani del
Punakha Dzong è un esempio meraviglioso di architettura tradizionale in cui spiccano i
quattro pilastri dell’entrata ricavati da alberi di cipresso e riccamente decorati con oro e
argento.
Pensione completa e pernottamento in hotel.
Pernottamento (RKPO Green Resort )
Situato ad un’altitudine di 1.300 mt., l’hotel dispone di 38 camere decorate in stile e dotate
dei moderni comfort: bagno privato, Wi-Fi, asciugacapelli, aria condizionata, TV. Il ristorante
dell’hotel utilizza prodotti che coltiva direttamente in modo organico.

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Indirizzo: Lobesa, Punakha, Bhutan
Telefono: +975 2 376232 / 376 233
www.rkpogreenresort.com

7° giorno
Giornata dedicata al Festival ed escursione al Chimi Lhakhang

Mattinata dedicata alla partecipazione allo Tsechu di Punakha che si svolge nell'arco di 2
giorni, seguendo un programma prestabilito che può avere delle variazioni annuali, ma nella
sostanza è piuttosto fisso. Le rappresentazioni iniziano solitamente verso le 9 del mattino, e
le esecuzioni si protraggono fino al pomeriggio, ma dopo pranzo molti iniziano ad
andarsene, e verso la fine ci si riesce a muovere attorno allo spazio di danza con maggior
facilità; se si attende la fine spesso è possibile assistere alla processione che accompagna il
Je Khempo, con i severi monaci della disciplina che battono la frusta di cuoio sul terreno, in
un'atmosfera intensa, molto carica della reverenza di cui gode questo personaggio.
Entrambe le giornate sono interessanti e le rappresentazioni sempre accurate; da un punto
di vista dello spettacolo le migliori sono quelle nell’ambito dello Tse Chu e forse il giorno di
spicco è il secondo perché i Ging durante GING DANG TSHOLING entrano in scena
apparendo alle finestre e correndo verso il quadrato di danza da varie direzioni tra la folla,
colpendo tutti i presenti con i batacchi dei tamburi in un crescendo gioioso (non fa male, è
un tocco ... amorevole, che è di buon auspicio!). Segue la grande processione di GURU
TSHEN GYE, un momento solenne atteso da tutti con fede e grande aspettativa perché fa il
proprio ingresso Guru Rimpoche, sentito e vissuto come il secondo Buddha, che percorre lo
spazio consacrato e va a sedersi sotto la balconata del Je Khempo. Durante le danze che
seguono, che interpretano le forme e manifestazioni del Guru, tutti cercano di avvicinarsi
per riceverne la benedizione. Nelle pause tra gli atti vengono quasi sempre eseguiti canti e
danze tradizionali dal corpo di ballo reale o da altri gruppi molto qualificati.

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Nel pomeriggio visiteremo il Sangchhen Dorji Lhuendrup Lhakhang, uno dei pochissimi
monasteri femminili del Bhutan. Lo si vede già da lontano brillare dalla cima di una collina che
domina le valli di Punakha e Wangduephodran. Il complesso comprende il tempio principale,
uno stupa in stile nepalese e diversi chorten bhutanesi, un centro permanente di
meditazione e di istruzione superiore per le monache, che oltre ad apprendere
insegnamenti religiosi e materie di cultura generale, imparano anche diversi tipi di attività
artistiche tradizionali quali il ricamo, scultura e pittura. Le lastre di ardesia abilmente
intarsiate che circondano il grande Stupa, rappresentano gli 84 Mahasiddhis, i 16 Arhats e i
grandi Lama di tradizione Drukpa Kagyu.
Proseguimento per il Chimi Lhakhang situato su un’altura al centro della valle, conosciuto
anche come tempio della fertilità. Si ritiene che le coppie che non riescono ad avere figli e
ne desiderano uno, pregando in questo tempio, saranno accontentati.
Pensione completa con pranzo a pic-nic e pernottamento in hotel.

Pernottamento (RKPO Green Resort )
Situato ad un’altitudine di 1.300 mt., l’hotel dispone di 38 camere decorate in stile e dotate
dei moderni comfort: bagno privato, Wi-Fi, asciugacapelli, aria condizionata, TV. Il ristorante
dell’hotel utilizza prodotti che coltiva direttamente in modo organico.

Indirizzo: Lobesa, Punakha, Bhutan
Telefono: +975 2 376232 / 376 233
www.rkpogreenresort.com

8° giorno
La nostra strada sale fino al passo di Pele La (3.420 m). Arrivo a Trongsa e proseguimento per
la valle di Bhumtang (Punakha - Bumthang - 218 km, circa 9 ore )

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Partenza per Trongsa. Dopo circa 21 km si giunge al villaggio di Wangdue Phodrang, il cui
omonimo Dzong (ciò che ne rimane) è situato all’estremità di un crinale sopra il fiume. La
leggenda narra che lo Zhabdrung Ngawang Namgyal incontrò un giorno un ragazzo di
nome Wangdi che giocava sulla riva sabbiosa del Punak Tsang Chhu. Quella vista lo intenerì
al punto da indurlo a chiamare il nuovo Dzong Wagdi. Lo Dzong fu fondato nel 1638 e
sicuramente la sua posizione fu scelta perché dominante sulle valli sottostanti. Secondo la
leggenda, tuttavia, la ragione fu un’altra: durante la ricerca per un luogo adatto alla
costruzione dello Dzong quattro corvi furono visti levarsi in volo verso quattro direzioni
diverse. Ciò fu considerato di buon auspicio, perché stava significando la diffusione della
religione verso tutti i punti cardinali. Purtroppo questo splendido esempio di architettura
dzongkha è andato quasi completamente distrutto a causa di un incendio nel 2012. La
ristrutturazione richiederà molti anni di lavoro. Proseguiamo verso est, fino a giungere al
Passo Pele La (3.420 m), dove, se saremo fortunati, potremo ammirare le cime innevate e in
particolare quella della montagna sacra del Bhutan, il Monte Jumolhari (7.314 m). Come ogni
passo, anche questo è contrassegnato da un chorten e da moltissime bandiere di preghiera.
Dal Passo, la strada scende inoltrandosi attraverso strani bambù nani chiamati cham. Questo
tipo di bambù non cresce abbastanza da trovare un’utilità pratica, ma quando è piccolo, è il
cibo preferito di yak e cavalli. La strada attraversa i rigogliosi boschi di sempreverdi della
Valle di Longte e a mano a mano che scende iniziano a comparire latifoglie e bambù e si
passa di fronte al villaggio di Rukubji, dove le case sono raccolte le une vicino alle altre. Tutto
intorno al villaggio si susseguono campi di senape, patate, orzo e grano. Si continua a
scendere in una valle secondaria fino al villaggio di Sephu (2.610 m) e poi si segue il corso del
fiume Nikka Chhu fino al villaggio di Chendebji, sull’altra riva del fiume. Sosta allo Stupa di
Chendebji, che prende il nome dallo Stupa di Swayambhunath a Kathmandu. Si tratta infatti
di una grande struttura bianca progettata sul modello di quello di Kathmandu, che fu
edificata nel XIX secolo da Lama Shida, originario del Tibet, per occultare i resti di uno spirito
maligno ucciso in questo punto. È un luogo molto popolare e di pellegrinaggio. Superato lo
stupa, la strada oltrepassa qualche fattoria, attraversa un torrente e s’inerpica nuovamente.
Proseguimento e pranzo lungo la strada.
La pianta che cresce lungo questo tragitto è l’edgeworthia, dalla quale si ricava la carta,
mentre le scimmie marroni che spesso s’incontrano sono macachi resi. Si giunge infine a
Trongsa (2.180 m), che è situata esattamente al centro del Bhutan ed è separata da alte
catene montuose sia dalla parte orientale, sia da quella occidentale. Lo dzong e la città
sorgono arroccati sopra una gola e offrono affascinanti vedute dei Monti Neri a sud-ovest.
L’imponente dzong, in posizione strategica sopra l’impetuoso fiume Mangde Chhu, è forse
quello situato nella posizione più spettacolare di tutto il Bhutan. Risale al XVI secolo e ha una
storia molto ricca. La prima costruzione si deve a Lama Ngagi che giunse a Trongsa nel 1541 e
fece costruire una tshamkhang (piccola sala di meditazione), dopo aver scoperto impronte
di zoccoli appartenenti al cavallo della divinità protettrice Paldem Lhamo e che apparvero

                                       MONASTERI TRA LE NUVOLE IN OCCASIONE DEL FESTIVAL DI PUNAKHA | 15
misteriosamente. Trongsa (‘nuovo villaggio’ nel dialetto locale) prende il nome dai rifugi e
residenze di eremiti che presto sorsero attorno alla cappella. I diversi edifici che
costituiscono lo dzong seguono il profilo del crinale, con una successione di corridoi che
sembrano strade, ampie scalinate e cortili di pietra. Lo dzong, come si presenta oggi, fu fatto
edificare nel 1644 dal Chhogyek Mingyur Tenpa, l’ufficiale inviato dallo zhabdrung per
unificare il Bhutan orientale. La sua particolare posizione strategica attribuì a questa
costruzione una grande importanza: l’unica strada tra il Bhutan orientale e quello occidentale
passa ancora oggi per Trongsa e un tempo attraversava lo stesso Dzong; di conseguenza,
prima della costruzione della strada, il penlop di Trongsa aveva il controllo assoluto del
traffico di merci e di persone tra queste due parti del paese e beneficiava delle tasse che ne
derivavano. Lo Dzong è la dimora ancestrale della famiglia reale del Bhutan.
Si prosegue per Jakar, nella regione del Bumthang che comprende quattro valli principali:
Chokhor, Tang, Ura e Chhume. Esistono due versioni circa l’origine del nome Bumthang. La
prima si riferisce alla forma della valle che assomiglierebbe a un bumpa, il vaso dell’acqua
sacra solitamente collocato sugli altari dei lhakhang, con thang, che significa ‘campo’ o
‘luogo pianeggiante’. Una tradizione più irriverente fa invece riferimento alla particolare
bellezza delle donne di questa regione (bum significa, infatti ‘ragazza’). Sono necessarie circa
tre ore per raggiungere Jakar attraverso una delle strade più interessanti del Bhutan, perché
attraversa numerosi villaggi e goempa, mentre si snoda nella valle di Chhume. Lasciata
Trongsa, si sale fino al passo di Yotong La (3.400 m), contrassegnato come sempre dalle
bandiere di preghiera. Scendendo dal passo si attraversano selve di abeti che in seguito
lasciano il posto a pini dell’Himalaya e a bambù. La strada entra nella parte superiore della
valle di Chhume. Oltrepassata Zungney, la strada scende lungo la valle superando i meleti di
Nangar e attraversando fitti boschi di pini dell’Himalaya. Da questo punto si sale per un
breve tratto fino al Kiki La, un piccolo passo a 2.860 m di quota, caratterizzato da diversi
chorten e da molte bandiere di preghiera. Una volta raggiunto il crinale secondario, si
scende nella valle di Chokhor, ai cui piedi è situata Jakar (o Chakkar) (2.600 m), il centro di
scambi commerciali più importante della regione. Pensione completa e pernottamento in
hotel

Pernottamento (Wangdicholing Resort )
Il semplice lodge in stile tradizionale si trova poco distante dallo dzong di Jakar. Le camere
sono decorate in stile bhutanese e rivestite di legno di pino. Splendida la vista sulla valle. Il
ristorante offre cucina bhutanese, indiana e continentale. Stanze riscaldate con stufe a legna
regolarmente accese dal personale.

MONASTERI TRA LE NUVOLE IN OCCASIONE DEL FESTIVAL DI PUNAKHA | 16
Indirizzo: Chamkhar,Jakar Bumthang , 32001 Jakar,
Tel: +975 03631452
www.wangdicholingresort.com

9° giorno
Intera giornata dedicata all'esplorazione della valle del Bumthang

Intera giornata dedicata alla scoperta della Valle di Bumthang. Si comincia con la visita dello
Jakar Dzong. Secondo la leggenda, quando i lama si riunirono per scegliere un sito propizio
su cui costruire un monastero, nell’aria comparve improvvisamente un grande uccello bianco
che si posò sullo sperone roccioso di un’altura. L’apparizione fu interpretata come un segno
di buon auspicio e su quell’altura furono eretti il monastero e lo Jakar Dzong, che significa
‘castello’ dell’uccello bianco’. Il complesso attuale, edificato nel 1667, si raggiunge a piedi,
seguendo un sentiero lastricato. La nostra giornata prosegue con la visita del Jampey
Lhakhang, uno dei templi più antichi del Bhutan che si crede sia stato costruito dal re
tibetano Songtsen Gampo nell’anno 659. Il tempio fu visitato da Guru Rinpoche nel corso del
suo viaggio nel Bumthang e fu rinnovato dal Sindhu Raja. Nel Jampey Lhakhang principale ci
sono tre gradini di pietra che rappresentano diversi periodi. Il primo è coperto da un’asse di
legno e scende nella terra a simboleggiare il passato, l’epoca del Buddha Sakyamuni. Il
secondo corrisponde al presente ed è collocato allo stesso livello del pavimento. Il terzo
rappresenta l’era che verrà: si crede che, quando lo scalino del presente affonderà nella
terra, gli dei diventeranno come gli esseri umani e il mondo così com’era scomparirà. La
figura centrale nell’antico tempio è Jampa, il Buddha del Futuro, con i piedi su un elefante.
Poco distante dal Jampey Lhakhang si trova il Chakar Lhokhang (tempio del castello di ferro).
Sorge nel punto in cui un tempo si trovava il palazzo di Sendha Gyap, il re indiano meglio
noto come Sindhu Raja. Il palazzo originario era di ferro, da cui il nome Chakhar: pare che
fosse alto nove piani e che potesse contenere tutti i tesori del mondo. La struttura attuale, fu
edificata nel XIV secolo dal santo Dorji Lingpa. La nostra giornata non può concludersi senza
la visita del complesso di tempi di Kurjey Lhakhang che deve il suo nome all’impronta (jey)
del corpo (kur) di Guru Rinpoche, custodita in una grotta all’interno del più antico dei tre

                                      MONASTERI TRA LE NUVOLE IN OCCASIONE DEL FESTIVAL DI PUNAKHA | 17
templi che fanno parte del complesso. Se il tempo lo permette andremo a piedi da un
tempio all’altro. Si tratta di una piacevole camminata nella valle non impegnativa di circa
un’ora e mezza.
Pranzo in ristorante locale.
Al termine delle visite, rientro in hotel per la cena e il pernottamento.

NB: l’ordine delle visite di questa giornata è indicativo e potrà essere variato in loco dalla
guida locale in accordo con l’accompagnatore al fine di ottimizzare il nostro soggiorno.

Pernottamento (Wangdicholing Resort )

10° giorno
Il viaggio continua verso est, attraverso una strada spettacolare fino al passo carrozzabile più
alto del paese, il Thrumshingla (3.780 m). La nostra tappa finale è Mongar (198 Km, circa 9
ore)

Il viaggio continua verso est, lungo una delle strade carrozzabili più spettacolari della
regione, scendendo per 3,200 m su un percorso di 84 km. Il primo villaggio che incontriamo
lungo il nostro percorso è Ura, uno dei più interessanti del Bhutan. È costituito da circa 40
case molto vicine le une alle altre e separate da strade di acciottolato, mentre il Lhakhang
principale domina il paese e gli dona un’atmosfera medievale. Qui si celebra una grande
festa nel mese di maggio, lo yakchoe di Ura. Dal villaggio la strada attraversa il Thrumshing
La National Park. Si sale oltre pareti a picco e alberi di cedro e poi, oltre il crinale, la strada
comincia a scendere nella Valle di Gayzam Chhu per poi salire nuovamente. Poco prima di
giungere al valico s’incontra un piccolo parco che vanta oltre 40 specie di rododendri. Se la
giornata è limpida, avvicinandoci al passo, potremo osservare il panorama sul Gangkhar
Puensum (7.541 m). Un muro mani (muro di pietre con iscrizioni sacre per il buddhismo) e le
immancabili bandiere di preghiere decorano il passo (3.780 m). La strada scende a tornanti
attraversando una foresta di abeti e dopo essere scesi per circa 700 m, ci si addentra nei
pascoli della valle di Sengor. Il successivo tratto di strada è il più selvaggio del paese. Oltre la
valle di Sengor comincia una ripida salita nella valle di Kuri Chhu e la strada è attraversata da
numerose cascatelle che scendono dalle pareti circostanti. Sul posto si trovano numerosi
chorten eretti in memoria dei lavoratori indiani e nepalesi rimasti uccisi durante la
costruzione della strada. Nella zona non esistono insediamenti umani ad eccezione di un
campo di lavoratori a Namling. Dopo questo punto, il tragitto diventa più tranquillo, si esce
dal Thrumshing La National Park fino ad arrivare nella parte più elevata di un’ampia valle
laterale del Kuri Chhu, un luogo verde e rigoglioso, ricco di bambù e felci. La strada continua
a scendere tortuosa nel fondovalle fino alla comparsa di terrazze coltivate a riso, mentre la

MONASTERI TRA LE NUVOLE IN OCCASIONE DEL FESTIVAL DI PUNAKHA | 18
vegetazione diventa tropicale, con piante di ananas e mango. La strada prosegue verso
nord fino a incrociare la valle principale del Kuri Chhu e, dopo essere scesi di 3.200 m,
raggiungiamo infine il fondovalle. La strada per Mongar sale tra i boschi di pini himalayani
lungo il versante orientale della valle del Kuri Chhu. Avvicinandoci al villaggio, si cominciano
a vedere le coltivazioni di cereali. Nel Bhutan orientale quasi tutti i centri abitati, tra cui
Mongar (1.600 m), si trovano sulla sommità di un rilievo o di un crinale. La strada principale di
Mongar è fiancheggiata dalle tradizionali case bhutanesi in pietra dipinta, dalle facciate in
legno con tante piante multicolori in vaso e ruote di preghiere sulle verande. Il Mongar
Dzong, insolito per via dei due ingressi e per il fatto che il personale dell’amministrazione e i
monaci, che dovrebbero avere sempre cortili separati, qui condividono il medesimo, è stato
ricostruito nel 1953. Lo dzong ospita un’ottantina di monaci, dei quali circa settanta sono
ragazzi tra gli otto e i dieci anni. Pranzo in ristorante locale lungo la strada, cena e
pernottamento in hotel.

Pernottamento (Wangchuk Hotel )
Hotel situato appena sopra la città di Mongar, sul dolce pendio del Bhutan, vanta di una
splendida vista sulla montagna. Le sue camere confortevoli, con alcuni arredi in stile
tradizionale, sono dotate di aria condizionata, TV e connessione Wi-Fi gratuita.

Indirizzo: Mongar Town, Bhutan
Telefono.: +975 02 324500
www.wangchukhotel.com

11° giorno
Attraverso il Kori La Pass (2.450 m) arriviamo a Trashigang (100 Km, circa 4 ore)

Lasciando Mongar, la strada sale fiancheggiando campi di granoturco fino al shedra (collegio
buddhista) di Kilikhar, quindi taglia tra i rododendri e i boschi di pini himalayani fino alle case
sparse dell’insediamento di Naling. Più avanti si trova il Kori La (2400 m), decorato da una
quantità di bandiere di preghiera e un piccolo muro mani. Dal passo la strada scende

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bruscamente nella parte superiore dell’ampio bacino del Manas Chhu, snodandosi
attraverso una foresta di latifoglie. Dopo aver attraversato campi di cereali e senape, si
raggiunge il villaggio di Yadi (1480 m). Oltre Yadi, un lungo tratto di strada è fiancheggiato
da bandiere di preghiera; al di sotto si snodano numerosi tornanti che conducono in basso
ad attraversare una foresta di pini himalayani, con un sottobosco di citronella. Oltrepassati
altri tornanti, la strada attraversa un ponte su cui sono dipinti gli otto Tashi Tagye, i simboli
buddhisti della buona fortuna. Dopo 71 km da Mongar, si giunge a Thungdari e in alto si può
intravedere lo Dzong, situato sopra la riva meridionale del Drangme Chhu. Giunti al ponte di
Chazam, la strada si dirige a nord, seguendo la valle del Kulong Chhu per poi salire a
Trashigang (1070 m). Questa è una delle cittadine più interessanti del Bhutan. Il pittoresco
centro abitato sorge ai piedi di una ripida valle boschiva, attraversata dal corso del
Mithidang Chhu. Lo dzong, sorge su un elevato promontorio che domina la confluenza del
Drangme Chhu e del Gamri Chhu. L’edificio risale al 1667 e si deve a Mingyur Tenpa, il terzo
desi del Bhutan. L’intera regione orientale fu governata da questo dzong dalla fine del XVII
all’inizio del XX secolo. La sua struttura è anche qui piuttosto insolita, perché il corpo
amministrativo e quello monastico si affacciano sullo stesso cortile.
Pranzo in ristorante lungo il percorso, cena e pernottamento in hotel.

Pernottamento (Druk Deothjung Hotel )
Hotel situato fuori dal paese, arroccato in cima alla collina, vanta di una vista del panorama
spettacolare. Le camere semplici ed accoglienti sono dotate di aria condizionata e TV via
cavo. Offre la connessione Wi-Fi gratuita nelle aree comuni.

Indirizzo: P.O Box 143, Phomshing, Trashigang, Buthan
Telefono.: +975 4 521440
www.hotel.bt

12° giorno
Escursione a Rangjun (16 Km, 45 minuti)

MONASTERI TRA LE NUVOLE IN OCCASIONE DEL FESTIVAL DI PUNAKHA | 20
Dopo colazione prenderemo la strada verso Trashiyangtze e sosteremo a visitare il famoso
Monastero di Gom Khora (gom significa luogo di meditazione e khora circumambulazione),
circondato da campi terrazzati di riso. Guru Rinpoche ha meditato in questo luogo e ha
lasciato l’impronta del suo corpo su una roccia dopo avervi schiacciato un malvagio dragone.
Qui il Guru ha anche nascosto un tshebum o vaso contenente l’acqua dell’immortalità. Il
tempio è stato costruito nel XII secolo da Minjur Tempa; i pellegrini lo riveriscono come un
luogo particolarmente sacro. Proseguimento dalla parte opposta della valle verso Rangjun
(1.120 m) e visita del monastero Ranjung Woesel Choeling. Fondato nel 1989 da Dungsey
Garab Dorje Rinpoche con l'obiettivo di fornire un rifugio agli studiosi del Buddha Dharma e
svolgere attività a beneficio della comunità buddhista in tutto il mondo. Qui vive una
fiorente comunità cui fanno riferimento anche altri monasteri secondari e vari centri di ritiro
dell’antica tradizione Nyngma.
Pranzo a picnic
Rientro a Trashigang per la cena e il pernottamento.

Pernottamento (Druk Deothjung Hotel )

13° giorno
Proseguimento per Samdrup Jongkhar, al confine con l'India (180 Km, circa 8 ore)

Dopo la prima colazione partenza per Samdrup Jongkhar, la principale città commerciale
del Bhutan, situata ad est, al confine con l'India. Dopo circa 45 km la strada attraversa lo
Yongphu La (2190 m), offrendo un ultimo colpo d’occhio sull’Himalaya, poi, dall’alto della
valle di Barshong, inizia a scendere bruscamente attraverso un crinale, raggiunge un’altra
valle e continua a scendere fino ad arrivare a Gumchu, al di sotto del quale si apre una valle
incantevole, punteggiata di abitazioni tradizionali circondate da vasti pascoli verdeggianti.
Lungo la strada, visita del Tempio di Zangtho Pelri che rappresenta il paradiso del Guru
Rinpoche. Si giunge infine al villaggio di Khaling, dove è situato il Khaling Institute, la scuola
per i ciechi, una delle più antiche istituzioni scolastiche del Bhutan, che si trova in questa
verde e fertile valle del Khaling, il cui nome viene da Kha, uccello, e ling, valle. Pensione
completa. Arrivo a Samdrup Jongkhar e sistemazione in una spartana guesthouse.

Pernottamento (Menjong Hotel )
Hotel situato al centro di Samdrup Jongkhar, molto semplice ed essenziale ma il migliore
disponibile in città. Offre la connessione Wi-Fi gratuita nelle aree comuni.

                                      MONASTERI TRA LE NUVOLE IN OCCASIONE DEL FESTIVAL DI PUNAKHA | 21
Indirizzo: PO Box No: 118, Samdrup Jongkhar Town, Bhutan
Telefono.: +975 7 251 094
www.hotel.bt

14° giorno
Partenza per Guwahati via terra e proseguimento in volo per Delhi (110 Km, circa 3 ore e
mezza)

Dopo la prima colazione, partenza per l’aeroporto di Guwahati (nello stato federato di
Assam, in India), che si raggiunge dopo circa tre ore e mezza. Nel pomeriggio volo per Delhi.
Arrivo e trasferimento in Hotel.
Pensione completa.

Pernottamento (Pullman Aerocity New Delhi )
Situato vicino all'Aeroporto Internazionale di Delhi, il Pullman New Delhi Aerocity offre 6 punti
ristoro, un bar, un centro benessere, una piscina all'aperto e WiFi. Le camere sono climatizzate
con TV satellitare, macchina da caffè espresso, minibar e bagno completo con doccia. Spesso
all’interno della struttura si svolgono interessanti mostre d’arte.

MONASTERI TRA LE NUVOLE IN OCCASIONE DEL FESTIVAL DI PUNAKHA | 22
Indirizzo: IGI Airport GMR Hospitality District Asset No 02, New Delhi, Delhi 110037, India
Tel: +91 11 4608 0808
https://www.pullmandelhiaerocity.com/

15° giorno

Volo per l'Italia

Dopo la colazione, trasferimento in aeroporto e partenza per Milano.
Arrivo in serata.

                                      MONASTERI TRA LE NUVOLE IN OCCASIONE DEL FESTIVAL DI PUNAKHA | 23
1. Monaci buddhisti 2. Pellegrini bhutanesi 3. La tana della tigre

MONASTERI TRA LE NUVOLE IN OCCASIONE DEL FESTIVAL DI PUNAKHA | 24
PRIMA DELLA PARTENZA
BENE A SAPERSI
VOLI
I Voli di linea scelti per questo itinerario in Bhutan sono operati dalla compagnia di bandiera
dell'emirato arabo di Dubai, EMIRATES.
ll programma di viaggio è stato elaborato in base agli orari attuali del vettore.
Eventuali variazioni di orario, potranno determinare modifiche all’itinerario di viaggio.
Il volo di Linea Italia - BHUTAN non è diretto (non esistono voli diretti dall’Italia),
raggiungeremo il Bhutan effettuando uno scalo con cambio di aeromobile all’aeroporto
internazionale di Dubai, base operativa e hub negli Emirati della EMIRATES.
Lo scalo durerà circa due ore e ci permetterà di effettuare il cambio di aeromobile e ripartire
verso Calcutta-India.
Il giorno successivo, dopo aver pernottato e visitato la citta di Calcutta, prenderemo un volo
spettacolare che ci porterà in Bhutan facendoci atterrare dopo circa un’ora di volo
all’aeroporto internazionale di PARO. (2.241m S.L.M)

I voli di linea della EMIRATES operano con più voli giornalieri da Milano Malpensa e Roma
Fiumicino ed un solo volo da Bologna e Venezia. (in alcuni periodi è possibile partire anche da
Napoli e Catania)
È prevista la partenza per entrambe gli aeroporti italiani nel primo pomeriggio, con arrivo
all’aeroporto di Calcutta la mattina del giorno successivo.

Le ore di volo totali per Calcutta (incluso il cambio e l’attesa a DUBAI) sono di circa 12 ore:

Milano - Dubai 5:30 ore di volo
Roma - Dubai 5.00 ore di volo
Dubai - Calcutta 4:35 ore di volo

I voli sono giornalieri e vengono operati sulla tratta Milano/Roma Dubai con aeromobili Airbus
380-800 il superjumbo a due ponti dalla capacità di trasporto di oltre 450 passeggeri.
Mentre per le tratte Dubai Calcutta e per la tratta di ritorno Delhi Dubai opera sempre voli
giornalieri con aeromobili di ultima generazione Boeing 777-300ER dalla capacità di oltre 350
persone.

                                        MONASTERI TRA LE NUVOLE IN OCCASIONE DEL FESTIVAL DI PUNAKHA | 25
I voli di rientro verranno effettuati sempre dall’india dall’aeroporto di DELHI con le stesse ore
di volato e caratteristiche dell’andata. (si parte da Delhi il mattino per arrivare in serata dello
stesso giorno in Italia)

Gli aeromobili della EMIRATES sono configurati su TRE classi di servizio in cabine di: First class,
Business class ed Economy class.
La FIRST CLASS offre l'opzione SUITE e prevede una totale privacy, ci sembrerà di volare a
bordo di un jet privato.

Dispone di un minibar, un attaccapanni e un armadio. Inoltre, è disponibile il sistema ICE
(sistema di intrattenimento a bordo basato su sistema operativo Panasonic) su uno
schermo LCD da 23 pollici. Il sedile può convertirsi in un letto completamente piatto lungo 2
metri. Si possono gustare ottimi piatti gourmet da abbinare ad una selezione di pregiati vini
o champagne, curati non solo nella forma ma anche nella sostanza; avremo anche
a disposizione la varietà di proposte offerte dalle lounge a bordo. Il servizio di prima classe
include inoltre la possibilità di richiedere l'attivazione del servizio cucina in qualsiasi
momento del volo, per la preparazione di spuntini o piatti completi. Solo a bordo degli
A380, vi sono inoltre 2 docce utilizzabili dai passeggero e ubicate nella Shower Spa; il kit di
viaggio include articoli Bulgari e prodotti firmati Timeless Spa. Ci sono bar dislocati nel piano
superiore. Una volta in aeroporto, si dispone dell'accesso alle lounge Emirates e di un'auto
privata con chauffeur. L'altissimo livello dei servizi a bordo e l'estrema attenzione nei
confronti dei passeggeri hanno fatto ottenere nel 2019 ottiene la certificazione come miglior
FIRST CLASS del mondo

La BUSINESS CLASS è stata recentemente rinnovata e ulteriormente migliorata.

Le poltrone, ergonomiche, spaziose e dotate di poggiatesta, sono completamente
reclinabili a letto e si regolano con l'apposito controller touchscreen; sono dotate di comfort
di ultima generazione e all'avanguardia (schermo personale, attacco usb, ecc.). Chi viaggia in
business class può accedere alla lounge a bordo e godere di vasta a curata selezione di piatti
e vini. I clienti che viaggiano in classe business hanno accesso anche alle lounge in aeroporto
e possono richiedere il servizio di auto privata con autista gratuitamente.

L' ECONOMY CLASS è all'avanguardia con un eccellente servizio di bordo. La cabina, dal
design innovativo, si distingue per una gradevole tonalità champagne e un ambiente
tranquillo, ideale per un volo riposante e confortevole. Anche qui il servizio di
intrattenimento ICE offre ai passeggeri un'ampia scelta di programmi di intrattenimento e il
servizio di ristorazione a bordo è ben curato.

MONASTERI TRA LE NUVOLE IN OCCASIONE DEL FESTIVAL DI PUNAKHA | 26
Sui voli di Linea EMIRATES è possibile richiedere servizi accessori tra cui: web check-in, pasti
speciali, preassegnazione del posto e all'occorrenza extra bagaglio e assistenze speciali per
disabilità. I servizi vanno richiesti in fase di prenotazione e provvederemo noi ad effettuarli e
richiederli. Alcuni di essi potrebbero essere a pagamento e sono comunque soggetti a
riconferma da parte della compagnia aerea.

Perché scegliamo EMIRATES?

La scegliamo perché, tra tutti vettori, è quello che meglio si sposa al nostro itinerario.

L' altissima qualità dei servizi sia in aeroporto che a bordo giocano un importante ruolo nella
scelta di questo vettore, da anni ormai considerato uno dei migliori al mondo.

È una compagnia aerea giovane, nasce infatti nel 1985 a seguito della progressiva diminuzione
dei servizi erogati dalla Gulf Air ed è interamente di proprietà del governo di Dubai.

In pochi anni si afferma nel panorama mondiale come una delle compagnie aeree più grandi e
importanti del mondo; dall'aeroporto di Dubai, hub principale del vettore, partono voli verso
157 destinazioni in 6 continenti.

La flotta vanta un'età media di circa 6 anni, tra le più giovani ed efficienti al mondo grazie
anche alla particolare attenzione verso le continue migliorie tecnologiche.

I temi ambiente e sostenibilità sono molto importarti per Emirates : è impegnata in prima linea
nel cercare di ridurre le emissioni di CO2 ; il vettore stima di avere il livello di emissione
inferiore del 25% rispetto alla media non solo grazie alla flotta giovane e dinamica ma anche
perché , ad esempio, gli ultra moderni Airbus A380 consumano fino al 20% in meno per posto
a sedere rispetto agli altri aeromobili della stessa classe: si è stimato che grazie ad un
determinato modello di motore , ogni A380 in un anno consuma 500.000 litri di carburante
in meno.

Per ridurre il consumo di carburante inoltre gli aeromobili della compagnia utilizzano un solo
motore per il rullaggio durante le operazioni di terra. Ciò comporterebbe il risparmio di
430.000 litri di carburante all'anno per ogni minuto di rullaggio per spostamento sfruttando
questa tecnica. In tema di sostenibilità segnaliamo anche che le coperte date in dotazione ai
passeggeri di economy sono prodotte totalmente con bottiglie di plastica riciclata.

Nel corso degli anni ha ottenuto numerosi riconoscimenti e premi a livello internazionale ed
occupa ormai da anni un posto di rilievo nella top 10 delle migliori compagnie aeree del
mondo secondo SKYTRAX, la società britannica che opera nel campo dell'aviazione civile.

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L'attuale slogan della compagnia è "Hello Tomorrow”, spesso accompagnato da "Where will
Tomorrow take you?" ossia: "Dove vi porterà il Domani?"

MEZZI DI TRASPORTO E CONDIZIONI DELLE STRADE

 •   Tutte le strade che percorriamo in Bhutan sono spesso soggette a manutenzione e
     quindi in alcuni tratti possono NON essere asfaltate; essendo un paese di montagna,
     molto spesso si dovranno percorrere tornanti in salita e in discesa e il tempo di
     percorrenza si allunga. I tempi segnalati nel programma si riferiscono ai tempi di
     percorrenza escluse le soste; tali tempi potranno variare in caso di lavori di
     manutenzione. I paesaggi comunque sono piacevoli anche se i percorsi possono essere
     lunghi in alcune giornate. In alcune giornate attraverseremo dei passi ad altitudini
     elevate, ma non è previsto alcun pernottamento sopra i 2.500 m.
 •   Per effettuare questo tour utilizziamo vari mezzi di trasporto, generalmente dei
     minibus fino a Punakha e auto 4x4 SUV (Hyundai Tucson/Santa Fe con 3 passeggeri per
     auto) da Punakha alla fine dell’itinerario in Bhutan. I mezzi di trasporto sono adeguati al
     numero di partecipanti, avendo come priorità il distanziamento e il comfort dei
     passeggeri.

SISTEMAZIONI

 •   Le sistemazioni che il Governo del Bhutan fornisce nel pacchetto, normalmente sono di
     livello standard, ma Kel 12, dove possibile, ha scelto di offrire delle sistemazioni di livello
     superiore, anche se non sempre lussuose.
 •   A Paro, se disponibile, soggiorneremo presso l’Hotel Zhiwa Ling, Immerso tra le colline
     di Paro, questo Hotel è pioniere della sostenibilità ambientale in Bhutan ed è un gioiello
     architettonico che unisce il patrimonio culturale bhutanese al comfort. La struttura
     principale e i cottage - ognuno finemente intarsiato e decorato a mano - si trovano in
     un paesaggio lussureggiante di salici piangenti e alberi da frutto. Questo è il primo
     hotel a cinque stelle di proprietà bhutanese e le sue 45 suite splendidamente arredate
     si affacciano sulle pendici verde smeraldo dell’Himalaya. Il soggiorno in questo hotel
     non è garantito a causa della richiesta di prenotazione con largo anticipo. Verrà
     confermato circa un mese prima della partenza.
 •   Nella parte centrale del Paese e nella parte orientale, che è anche quella meno turistica,
     le strutture invece sono molto semplici e spartane e quindi si richiede un certo spirito di
     adattamento. Potrebbe rivelarsi utile un sacco-lenzuolo, in particolare nell’ultima
     cittadina al confine con l’India, Samdrup Jongkhar.

MONASTERI TRA LE NUVOLE IN OCCASIONE DEL FESTIVAL DI PUNAKHA | 28
•   I nominativi degli alberghi previsti saranno riconfermati un mese prima della partenza.

PRANZI E CENE

Questo itinerario prevede il trattamento di pensione completa. Generalmente le cene sono
in Hotel ed i pranzi in semplici ristoranti locali ed eccezione di un paio a picnic. La cucina
bhutanese è piuttosto povera e ripetitiva. I Bhutanesi amano molto il peperoncino che
utilizzano abbondantemente in ogni preparazione alimentare. Quasi ogni pasto è costituito
da un piatto di riso rosso condito con una salsa di peperoncini (ema) cucinati con un
formaggio di capra fresco e salato (datse). Lo stesso formaggio viene utilizzato per cucinare
le patate (kewa datse). Altra grande componente dell'alimentazione del Bhutan è la carne di
yak e di maiale. Diffuso è il maiale stufato con il rafano (phak sha laphu) o il manzo stufato con
spinaci (no sha huentseu) o il pollo con salsa all’aglio e burro (bja sha maroo).

INFORMAZIONI UTILI IMPORTANTI PER IL BHUTAN

 •   All’interno dei monasteri non è mai consentito fotografare. Quando si visitano gli
     dzong, le foto sono consentite nel cortile ed esternamente agli edifici, ma non al loro
     interno.

 •   Vi ricordiamo che il Bhutan è un paese profondamente buddhista ed è quindi
     consigliabile comportarsi in mondo da non urtare la sensibilità locale (non baciarsi in
     pubblico, non abbracciarsi, vestirsi in modo decoroso…).

 •   Per la visita degli dzong il governo locale richiede ai turisti un abbigliamento
     appropriato: maglia dalle maniche lunghe o camicia/ maglietta con colletto tipo polo,
     pantaloni lunghi che coprano le ginocchia.

 •   CLIMA E ABBIGLIAMENTO: Il Regno si estende attraverso tutte le diverse zone
     climatiche: dalle giungle sub tropicali del sud, alle moderate altezze dei 2000-2500
     metri del centro fino al mondo alpino del maestoso Himalaya e i ghiacciai del nord. A
     causa delle diverse altitudini e dell’escursione termica consigliamo un abbigliamento a
     strati, da indumenti leggeri fino a capi più pesanti in particolare per la mattina e la sera
     e una giacca a vento impermeabile, berretto e guanti. Per il trekking al Tiger Nest e
     altre escursioni più leggere a piedi meglio dotarsi di scarponcini da trekking.

 •   Consigliamo di portare con voi i tappi per le orecchie, poiché durante la notte ci sono
     molti cani che abbaiano.

                                      MONASTERI TRA LE NUVOLE IN OCCASIONE DEL FESTIVAL DI PUNAKHA | 29
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