VENEZIA IL LEONE È DONNA - ORIZZONTI: QUALITÀ E INNOVAZIONE SIC, GEOGRAFIE DI UN MONDO FRANTUMATO - Sale della Comunità

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VENEZIA IL LEONE È DONNA - ORIZZONTI: QUALITÀ E INNOVAZIONE SIC, GEOGRAFIE DI UN MONDO FRANTUMATO - Sale della Comunità
ORIZZONTI:
QUALITÀ E INNOVAZIONE

SIC, GEOGRAFIE
DI UN MONDO FRANTUMATO

GIORNATE DEGLI AUTORI:
GENITORIALITÀ E MEMORIA

                          VENEZIA
                           IL LEONE
                           È DONNA
VENEZIA IL LEONE È DONNA - ORIZZONTI: QUALITÀ E INNOVAZIONE SIC, GEOGRAFIE DI UN MONDO FRANTUMATO - Sale della Comunità
FILMCRONACHE

                                                                   Prima Pagina
                                  Rivista trimestrale
                                  di cultura cinematografica
                                  ANNO XXXII - N. 154

                                                                   U
                                  APRILE - SETTEMBRE                       na Mostra di Venezia, quella che si è chiusa il 12 settem-
                                  N. 2/2020                                bre, “simbolo di coraggio nella ripartenza”, come aveva
                                                                           auspicato in apertura di manifestazione il direttore Alberto
                                  Registrazione Tribunale          Barbera. È da qui che dobbiamo ragionare per mettere in archivio
                                  di Roma n.267/87 del 8-5-1987    l’edizione numero 77 della rassegna lagunare (riassunta, come
                                  Depositato presso il Registro    sempre, dal numero monografico di Filmcronache che state per
                                  Pubblico Generale delle opere    leggere), dal messaggio di fiducia riverberato, a sipario calato, a
                                  protette l. 633/41               tutta la filiera cinematografica mondiale dopo aver vinto la scom-
                                  Direttore Responsabile:          messa dell’evento ‘in presenza’, con l’osservanza scrupolosa da
                                  Paolo Perrone                    parte di tutti delle rigorose misure di sicurezza sanitaria adottate al
                                                                   Lido. Poi, certo, i film, in ogni sezione della Mostra, hanno avuto il
                                  Coordinatore editoriale:         loro peso. Più o meno come da tradizione.
                                  Luigi Cipriani                   Non è certo un Leone d’oro immeritato, quello assegnato a No-
                                                                   madland. Anzi. Il film di Chloé Zhao, con un’efficacissima Frances
                                  Coordinamento digital media
                                                                   McDormand, è un’intensa, coinvolgente ricognizione esistenziale
                                  Tiziana Vox
                                                                   e sociale sul nomadismo contemporaneo negli States. Non va
                                  Grafica e impaginazione:         dimenticato che, dieci anni dopo Sofia Coppola con Somewhere,
                                  Yattagraf Srls                   a vincere è tornata ad essere una donna. E proprio le donne, in
                                                                   concorso, hanno contribuito ad accendere i riflettori di Venezia
                                  Direzione e redazione:
                                                                   2020, non solo per le tante interpretazioni di valore offerte in pa-
                                  ANCCI                            recchi film, ma anche per le indubbie qualità espresse dietro la
                                  Via Aurelia, 796
                                                                   macchina da presa. Uno sguardo ‘al femminile’ ben percepibile
                                  00165 Roma
                                  Tel. 06.440.2273                 anche nei titoli fuori concorso, come osservato da Alessandro
                                  segreteria@ancci.it              Cinquegrani, con tante opere in cui le donne sono state messe a
                                  www.ancci.it                     confronto con gli uomini, le loro fragilità, i loro stereotipi.
                                                                   Le riflessioni sulle relazioni umane, educative e famigliari hanno
                                  Editore:                         caratterizzato la sezione Orizzonti, come riferisce Simone Agnetti
                                  ANCCI                            (anche se discutibili sono apparse le scelte operate dalla giuria),
                                  Via Aurelia, 796                 mentre i lungometraggi della Settimana internazionale della critica,
                                  00165 Roma
                                                                   esaminati da Giuseppe Gariazzo, hanno ruotato attorno a senso
                                  Tel. 06.440.2273
                                  segreteria@ancci.it              di smarrimento e ricerca di sé. Le Giornate degli autori, infine (in
                                  www.ancci.it                     cui, come chiarisce Francesco Crispino, genitorialità e memoria
                                                                   sono stati gli assi portanti), si sono confermate l’insostituibile luo-
                                  Service Provider:                go filmico per il dialogo sul mutamento del cinema del Terzo Mil-
                                  TELECOM SPA con sede in Milano   lennio. Una Mostra, dunque, tutta da ripercorrere. Buona lettura.

                                  In copertina:
                                                                                                                     rrone
                                                                                                            Paolo Pe
                                  Nomadland (2020)
                                  di Chloé Zhao

Nuevo Orden (2020) di M. Franco        SCARICA L’APP
                                       di Filmcronache
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SOMMARIO

01   PRIMA PAGINA                               28   VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL
                                                     FUORI CONCORSO: I TEMI DEL CINEMA
                                                     E IL CINEMA OLTRE I TEMI
                                                     di Alessandro Cinquegrani

04   VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL
     VENEZIA, LE DONNE IN MOSTRA
     di Paolo Perrone

                                                36   VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL
                                                     SIC, GEOGRAFIE DI UN MONDO FRANTUMATO
                                                     di Giuseppe Gariazzo

20   VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL
     ORIZZONTI: QUALITÀ E INNOVAZIONE
     di Simone Agnetti

                                                44   VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL
                                                     GENITORIALITÀ E MEMORIA NELLE GIORNATE DEGLI AUTORI
                                                     di Francesco Crispino
VENEZIA IL LEONE È DONNA - ORIZZONTI: QUALITÀ E INNOVAZIONE SIC, GEOGRAFIE DI UN MONDO FRANTUMATO - Sale della Comunità
VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL                                             VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL

                   VENEZIA
                                                                                                              Nomadland (2020) di C. Zhao

                   LE DONNE
                   IN MOSTRA
                   Paolo Perrone

Il Leone d’oro a Nomadland di Chloé Zhao, intensa ricognizione
esistenziale e sociale, non può che favorire una definitiva presa
d’atto delle spiccate prerogative autoriali femminili in campo
cinematografico: tante le prove di valore, in concorso, sia
davanti che dietro la macchina da presa. In una manifestazione
contrassegnata dai protocolli anti-Covid 19, spicca il Gran
premio della giuria a Nuevo Orden, il potente apologo sulle
diseguaglianze di Michel Franco.

4                                                    film cronache   film cronache                                                     5
VENEZIA IL LEONE È DONNA - ORIZZONTI: QUALITÀ E INNOVAZIONE SIC, GEOGRAFIE DI UN MONDO FRANTUMATO - Sale della Comunità
VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL                                                                                                           VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL

                                                                                                                                                                                gli afflussi spettatoriali, evitando ogni coda
                                                                                                                                                                                all’ingresso) e la oculata, preventiva scre-
                                                                                                                                                                                matura al numero complessivo di titoli nelle
                                                                                                                                                                                varie sezioni hanno consentito di approdare
                                                                                                                                                                                ad un risultato che, come detto, profuma di
                                                                                                                                                                                vittoria. Basta però questa felice conclusio-
                                                                                                                                                                                ne per mettere in archivio con ogni onore
                                                                                                                                                                                Venezia 2020? È possibile, in altre parole,
                                                                                                                                                                                pur partendo da presupposti tanto delicati
                                                                                                                                                                                e complessi, valutare con serena oggettività
                                                                                                                                                                                l’esito artistico della Mostra, senza conce-
                                                                                                                                                                                dersi attenuanti emotivamente ‘obbligate’ e
                                                                                                                                                                                criticamente assolutorie? Sotto il profilo qua-
                                                                                                                                                                                litativo, in particolare del concorso che as-
                                                                                                                                                                                segnava il Leone d’oro, quella di quest’anno
                                                                                                                                                                                non è stata un’edizione brillantissima. Sap-
                                                                                                                                                                                piamo quanto abbiano pesato le assenze

Nuevo Orden (2020) di M. Franco

        E
                 dizione transitoria o festival da incornicia-   nitario, rappresenti una vittoria. Per tutti. Nel
                 re? Rassegna in tono minore o manife-           tempo fragile e inquieto della pandemia globa-
                 stazione-pilota? È attorno a questi inter-      le, infatti, il pieno rispetto dei protocolli da parte
         rogativi (e, ovviamente, alle loro risposte) che        di accreditati, ospiti e personale di servizio ha
         va sviluppato il bilancio della Mostra del cinema       riverberato, a sipario calato, quel messaggio di
         di Venezia 2020. Una Mostra, in ogni caso,              fiducia che allevia, almeno per ora, la pericolan-
         davvero speciale per le imponenti misure di si-         te situazione produttiva, distributiva e di eserci-
         curezza sanitaria adottate al Lido (obbligo della       zio incrinatasi lo scorso febbraio. La Mostra è
         prenotazione on line dei posti in sala e di ma-         stata davvero quel “simbolo di coraggio nella
         scherina anche durante le proiezioni, controllo         ripartenza”, come aveva auspicato in apertura
         della temperatura corporea ad ogni ingresso             di rassegna il direttore Alberto Barbera, ed è
         nella vasta area adiacente alle sale, fino a tre        evidente che dopo la chiusura delle sale im-                                                                                              Nomadland (2020) di C. Zhao
         tamponi per tutti coloro che provenivano da             posta dal lockdown, lo stop alle produzioni e
         Paesi collocati fuori dall’area Schengen), ne-          la cancellazione in tutto il mondo di ogni even-
         cessarie a garantire il corretto svolgimento del        to di spettacolo Venezia abbia costituito quel           al recente passato, di film come Joker, La La         illustri, soprattutto a stelle e strisce (“il bacino
         primo grande festival internazionale tenutosi ‘in       segnale di ripresa che tutta la filiera attendeva        Land, La forma dell’acqua, Roma o Birdman,            di pesca era ridotto”, ha confessato Barbera
         presenza’ dopo l’esplosione su scala planetaria         con trepidazione. Non è stato un caso che alla           quei film, cioè, con i quali il Lido ha costruito     al Lido, e le major hollywoodiane hanno im-
         della pandemia da Covid-19 e la sospensione,            serata inaugurale fossero presenti anche i di-           negli ultimi anni un robusto ponte con Hollywo-       pedito “tramite i loro legali a qualunque talent
         il rinvio o l’annullamento di analoghi eventi, a        rettori di altre sette celebri rassegne internazio-      od e gli Oscar.                                       di venire, anche coloro che avrebbero voluto
         cominciare dal Festival di Cannes.                      nali, Cannes e Berlino comprese. Era questa la           Certo, 5 mila ‘soli’ accreditati al Lido (anziché     e volevano farlo sotto la propria responsa-
                                                                 scommessa che pesava sull’edizione numero                i 12 mila dello scorso anno) hanno facilitato         bilità”). Nonostante le indubbie limitazioni di
         Un “simbolo di coraggio nella ripartenza”               77 di Venezia: ridare fiducia all’intera industria,      il compito. Ma la scrupolosa redistribuzione          partenza, però, il concorso ha faticato pa-
         Se dovessimo restare all’esito organizzativo,           rilanciare ad ogni latitudine il piacere del grande      degli spazi, la larga pianificazione delle proie-     recchio prima di calare le sue carte migliori.
         non c’è dubbio che Venezia 2020, apertasi e             schermo. Una sfida e una responsabilità inedi-           zioni (con tante e tali repliche, distribuite sulle   E alcuni titoli, specialmente all’inizio, hanno
         conclusasi senza intoppi sul piano logistico-sa-        te, aggravate dall’assenza in cartellone, rispetto       diverse sale, da poter comodamente limitare           lasciato piuttosto a desiderare.

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VENEZIA IL LEONE È DONNA - ORIZZONTI: QUALITÀ E INNOVAZIONE SIC, GEOGRAFIE DI UN MONDO FRANTUMATO - Sale della Comunità
VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL                                                                                            VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL

                                                                                                                                                                               Khorshid (2020) di M. Majidi

Sorprese mancate e film imperfetti                movimenti neo-nazisti in Germania), Laila in      del regista, del proprio passato di bambino         minaccia, di ritrovare un tesoro nascosto nei
Non poche, tra i 18 titoli in gara, provenien-    Haifa di Amos Gitai (flebile, evanescente gi-     profondamente colpito dall’attentato di ma-         canali delle fognature scavando un tunnel nei
ti da tutto il mondo e sfidatisi dal 2 al 12      rotondo politico-esistenziale-sociale che si      trice terroristica subìto dal padre magistrato      sotterranei di un istituto scolastico adiacente.
settembre, le ‘seconde scelte’, le sorprese       snoda metaforicamente in un locale nottur-        nel 1976.                                           Khorshid è animato da nobili intenzioni, la de-
mancate, i film imperfetti o mediocri. In una     no frequentato da israeliani e palestinesi). E    Alquanto ‘ricattatorio’, poi, sempre sul fronte     nuncia della prevaricazione sui minori da par-
classifica al contrario, partendo cioè dal bas-   seppure ha visto Pierfrancesco Favino vin-        dei titoli con protagonisti i bambini, Khorshid     te degli adulti. Ma il suo ritratto di un’infanzia
so, non hanno giustamente lasciato traccia i      citore della Coppa Volpi per il miglior inter-    di Majid Majidi, anch’esso uscito dal Lido          negata e abusata tradisce, nella retorica della
passaggi veneziani di Amants di Nicole Gar-       prete maschile (un premio, come accaduto          con un premio, il “Marcello Mastroianni a un        funzione salvifica della formazione scolastica
cia (fiacco melò esotico su due innamorati in     altre volte in passato al Lido, banalmente        giovane attore emergente” attribuito all’adre-      e del bisogno di un patto generazionale tra
fuga da loro stessi che si ritrovano, scappati    compensativo del mancato ingresso dei film        nalinico Rouhollah Zamani, sullo schermo un         grandi e piccini, una programmatica volon-
dalla Francia, su un’isola nell’Oceano india-     italiani nell’elenco dei vincitori), anche Pa-    dodicenne di Teheran che, con tre suoi amici,       tà di spettacolarizzazione dello sfruttamento
no), Und Morgen Die Ganze Welt di Julia           drenostro di Claudio Noce è apparso disar-        ognuno dei quali allo sbando, senza un para-        minorile, con i piccoli protagonisti sempre in
von Heinz (caotico e inconsistente ritratto       ticolato e talvolta ridondante, sbilanciato tra   cadute famigliare alle spalle, è costretto a so-    scena, a qualunque costo, e una macchina
di una ventenne tedesca che si unisce a           fronte pubblico e privato pur nella sincerità     pravvivere tra piccoli furti e un lavoretto in un   da presa preoccupata solamente di farli muo-
un gruppo di giovani deciso a contrastare i       di un’osservazione autobiografica, da parte       garage fino a quando viene incaricato, sotto        vere senza perderli di vista.

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VENEZIA IL LEONE È DONNA - ORIZZONTI: QUALITÀ E INNOVAZIONE SIC, GEOGRAFIE DI UN MONDO FRANTUMATO - Sale della Comunità
VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL                                                                                                    VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL

Diverso, certamente onesto e partecipe, ma                                                               Dieci anni dopo la vittoria di Sofia Coppola con        È nel contrasto tra pieni e vuoti che Noma-
non per questo pienamente riuscito, anche Le                                                             Somewhere, il Leone d’oro è dunque tornato              dland sprigiona attendibilità e plausibilità,
sorelle Macaluso di Emma Dante, tratto dall’o-                                                           ad una donna. Intensa ricognizione esistenziale         nella contrapposizione costante tra spazi
monima pièce teatrale della regista e dramma-                                                            e sociale sul nomadismo contemporaneo negli             fisici e apparati mentali, tra concreti luoghi
turga palermitana. Un film interamente al fem-                                                           States, Nomadland, segnato da sconfitte e do-           della memoria (il garage che, per la prota-
minile, su cinque sorelle tra i nove e i diciotto                                                        lori ma alimentato, come linfa vitale, da consa-        gonista, contiene i ricordi del marito morto)
anni cresciute da sole in un appartamento                                                                pevolezza e solidarietà, riscoperta delle piccole       e inanimate distese geografiche, tra angu-
all’ultimo piano di una palazzina alla periferia di                                                      cose e senso di condivisione, è il ritratto di un       ste custodie dei sentimenti (il van polifun-
Palermo, una casa che mostra, nel corso degli                                                            Paese, della sua cultura e delle sue derive, al         zionale nel quale la vita quotidiana si rinnova
anni, i segni decadenti del tempo che passa,                                                             quale la protagonista, una efficacissima Fran-          ogni giorno) e comodità ormai spersonaliz-
ma che resta comunque, per le ragazzine dive-                                                            ces McDormand, a bordo di un furgone in viag-           zanti, come il morbido letto di una villetta
nute donne e poi anziane, il luogo della memo-                                                           gio nelle immense strade dell’America, attribui-        residenziale nel quale non ci si riesce più ad
ria condivisa, lo spazio nel quale, nonostante                                                           sce verità e dignità. Il presupposto narrativo del      addormentare. Film sui confini, materiali e
tutto, sentirsi una famiglia. L’ infanzia, l’età adul-                                                   film è il crollo economico di una città aziendale       relazionali, sui passaggi a vuoto degli ordi-
ta e la vecchiaia sono infatti i tre stadi della vita                                                    nel Nevada rurale. Ma il valore testamentario è         nary people, sulla difficile ma tenace difesa
che Emma Dante non si limita a riportare sullo                                                           costituito dalla partecipazione di veri nomadi dei      della parola “libertà”, Nomadland, basato
schermo in ordine meramente cronologico, fa-                                                             nostri giorni, persone alla ricerca di una vita al di   sull’omonimo racconto di inchiesta di Jes-
cendo invece travasare l’uno nell’altro i diversi                                                        fuori di una configurazione sociale convenzio-          sica Bruder, è un valoroso atto di resistenza
tempi dell’esistenza. Sono questi i momenti del                                                          nale, guide e compagne della protagonista nei           alla dissoluzione affettiva in un volontario
film in cui l’affetto che lega le cinque sorelle rie-                                                    vasti paesaggi dell’Ovest americano.                    smarrimento individuale.
sce ad emergere con tonalità limpide, con gli
accenti spensierati della giovinezza tramutati
ma non cancellati nei dolorosi rimpianti della
maturità da gesti condivisi, ripetuti, ostinati.
Ma la cifra prettamente registica de Le sorelle
Macaluso non sempre risulta efficace, appe-
santita da una colonna sonora persin troppo
evocativa e da un finale, ripreso inutilmente            Padrenostro (2020) di C. Noce
più volte, già ben percepibile nei suoi esiti fin
dalla prima apparizione.

Una Mostra al femminile
Dei 18 film in gara 8 erano diretti da donne.
Al di là di stucchevoli dissertazioni sulle ‘quote
rosa’ (tutti i titoli, aveva preannunciato Barbera,
sono stati “selezionati esclusivamente in base
a criteri di qualità e non a seguito di protocol-
li di genere”), un buon segnale, identificabile
già ai nastri di partenza della Mostra e con-
fermato a sipario calato sulla manifestazione.
Risalendo la classifica, infatti, arrivando fino in
vetta, la vittoria di Chloé Zhao, la trentottenne
regista cinese (ma di formazione statuniten-
se) di Nomadland, non può che favorire una
serena, definitiva presa d’atto delle spiccate
prerogative autoriali femminili in campo cine-                                                                                                                                                 Nomadland (2020) di C. Zhao
matografico.

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VENEZIA IL LEONE È DONNA - ORIZZONTI: QUALITÀ E INNOVAZIONE SIC, GEOGRAFIE DI UN MONDO FRANTUMATO - Sale della Comunità
VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL                                                                                    VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL

Il rifugio di plastica di una comunità              una cultura politica e sociale assorbita con                                   Never Gonna Snow Again (2020) di M. Szumowska e M. Englert
ricca ma disillusa                                  intelligente sensibilità in un contesto filmico
Le donne, dunque, sotto i riflettori di Venezia     di ricostruzione storica fedele e scrupolosa.
2020, non solo per le tante interpretazioni di      Ma il film che più ha impressionato per for-
valore osservate nei film in concorso (come         za registica e audacia autoriale è senz’altro
in The World to come, incontro rivelatore tra       Never gonna snow again, in cui Malgorzata
‘anime gemelle’ lungo la frontiera americana        Szumowska si muove sulle tracce di Seidl,
a metà Ottocento, anch’esso diretto da una          Lynch, Tarkovskij e Haneke, sganciando la
donna, Mona Fastvold), ma anche per le in-          narrazione da uno stretto rapporto causa-ef-
dubbie qualità espresse dietro la macchina da       fetto e innalzando il racconto a metafora del-
presa in titoli come Never gonna snow again         la narcosi annichilente provocata nell’umani-
della polacca Malgorzata Szumowska (su              tà (nell’Europa?) dal benessere economico,
un misterioso, giovane massaggiatore che            barattato con una sconfortante tristezza in-
fa il suo ingresso nella vita dei facoltosi abi-    teriore. Le casette tutte uguali, asettiche e
tanti di un villaggio residenziale), Miss Marx di   indistinguibili degli inquilini del villaggio artifi-
Susanna Nicchiarelli (sulla figlia più piccola di   ciale in cui agisce l’abile massaggiatore, pro-
Karl Marx, tra le prime donne ad avvicinarsi ai     veniente da Chernobyl e dotato di speciali
temi del femminismo), Quo vadis, Aida? del-         proprietà curative, sono il rifugio di plastica
la bosniaca Jasmila Zbanic (sul massacro di         di una comunità ricca ma disillusa, aggrap-
Srebrenica, nel luglio 1995, osservato con gli      pata a vane speranze di una vita migliore. È il
occhi di un’interprete che lavora alle Nazioni      corpo il fil rouge di Never gonna snow again,
Unite), per quanto trascurati nel verdetto della    l’àncora (presunta) di salvataggio di un mon-
giuria presieduta da Cate Blanchett.                do falsamente rassicurante. Ma è lo spirito il
Se quest’ultimo titolo assume il valore di          vero malato del film, quel desiderio vibrante
toccante documentazione postuma di una              di pace intima che pervade ogni personag-
tragica pagina di storia è perché si appog-         gio rispecchiatosi nel misterioso massotera-
gia a una solida architettura cinematografica,      pista, angelo o demone che sia, all’interno
dalla costruzione dei caratteri dei personag-       di un lungometraggio consapevolmente in-
gi alla restituzione della tensione politica e      terrogatorio e per nulla accondiscendente
civile del periodo, attraverso un montaggio         con la razionalità chiusa e conclusa di tanto,
serrato, fino alla sconcertante redistribuzione     troppo cinema meramente dichiarativo.
degli errori e delle responsabilità tra forze di
pace internazionali. Il tutto senza smarrire mai    La prevalenza della forma
la contiguità di sguardo tra regista e attrice      Altri tre film in concorso hanno offerto motivi
protagonista (un’eccellente Jasna Duricic),         di interesse, in termini non soltanto tematici
pervase entrambe da un’intensa aderenza al          ma anche squisitamente linguistici. Accolto
progetto. Allo stesso modo, anche se con            con sufficienza quando non con aperta osti-
un grado di intellettualismo in più e un pizzico    lità, In between dying, esordio nel lungome-
in meno di empatia, la Miss Marx di Susanna         traggio di finzione del trentatreenne azero Hi-
Nicchiarelli si sfila marcatamente dalla con-       lal Baydarov (prodotto, fra gli altri, da Carlos
venzionalità del dramma in costume, sov-            Reygadas) è un lavoro scomposto, irregola-
vertendo con personalità la figura dell’eroina      re, sentenzioso, ma avvolto in una profonda
vittoriana e sostituendola con l’immagine           dimensione filosofica ed esistenziale, le cui
moderna di una donna che combatte con               tracce rimandano, pur con le dovute cau-
profonda convinzione sul fronte individuale         tele, a Paradzanov, Tarkovskij e Sokurov. La
e collettivo. Un biopic, dunque, tutt’altro che     vicenda di un figlio, incompreso e irrequie-
apatico e prevedibile, alimentato dal soffio di     to e con una mamma malata, in fuga da se

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VENEZIA IL LEONE È DONNA - ORIZZONTI: QUALITÀ E INNOVAZIONE SIC, GEOGRAFIE DI UN MONDO FRANTUMATO - Sale della Comunità
VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL                                                                                                       VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL

stesso dopo aver provocato, direttamente            maestro, depositario di una cultura millena-           tornava al Lido sette anni dopo il Leone d’oro         psichiatrico che mettono in scena uno spetta-
o incidentalmente, l’uccisione di alcune per-       ria, mette in scena il confronto fra tradizione        di Sacro Gra. Girato nel corso di tre anni sui         colo teatrale e a una maestra elementare che
sone con cui era entrato in contatto, arriva        e modernità, ricucendo legami generazionali            confini fra Iraq, Kurdistan, Siria e Libano, Not-      fa terapia di classe con bambini strappati con
a costituire una suggestiva parabola sull’a-        imprescindibili ma non sottraendosi ad una             turno racconta con sinuosità visive avvolgenti         la violenza ai loro genitori. Piombato in un buio
more, una ricognizione sofferta e meditativa        contaminazione per molti versi inevitabile tra         e lacerazioni umane evidenti, spesso avvolte           che è quello della coscienza ferita del mondo,
sulla difficoltà di trovare il proprio posto nel    generi musicali e orizzonti esistenziali. Il film si   in un silenzio di morte, la quotidianità muta che      Notturno non si muove lungo la linea del fron-
mondo. Un film di scavo intimo dalla forte ca-      muove, dunque tra due mondi, avvolgendo                sta dietro guerre civili, dittature feroci, derive     te, ma fa comunque giungere allo spettatore
rica spirituale, un road movie caucasico alla       lo spettatore in un loop sonoro incessante,            integraliste. Tensioni, ragioni, conflitti lasciati    l’eco della guerra: una presenza opprimente,
scoperta di sé e delle proprie radici, sospe-       magmatico ed evocativo, all’interno di una             volutamente ai margini nelle inquadrature del          alimentata da rumori, colori, immagini da non
so “tra una morte e l’altra”, come indicato fin     narrazione lineare racchiusa da sequenze               film, sintetizzati acusticamente nei fragori sordi     dimenticare.
dal titolo, e in dialogo costante con la propria    statiche, molte delle quali a camera fissa, ma         di proiettili lontani, eppure sempre minacciosi,
coscienza.                                          dove, soprattutto negli spostamenti in moto            o, cromaticamente, in pozzi petroliferi peren-         Un verdetto tutto sommato equilibrato
Ipnotico e suggestivo è certamente anche            del protagonista, contrappuntati da una am-            nemente in fiamme. Un’immersione nel rea-              Il film di Gianfranco Rosi non avrebbe certo
The Disciple del regista indiano Chaitanya          monitrice voce fuori campo, è ben rintraccia-          le dove l’estetica rilancia l’etica, nel quale la      sfigurato nel gruppo dei titoli premiati. Ma la
Tamhane, vincitore al Lido del riconoscimento       bile il movimento dell’anima, la disciplina a cui      sapienza documentaristica di Rosi (ormai un            giuria di Venezia 77 non ha affatto sbagliato
per la Miglior sceneggiatura, incentrato sulla      il giovane Sharad si sottopone con passione            ‘marchio di fabbrica’ internazionale) non offen-       nell’attribuire il Gran premio a Nuevo Orden
musica come scelta di vita, come percorso           e assiduità, seguendo le tracce di asceti ed           de mai i volti, gli sguardi, le azioni di chi appare   di Michel Franco, potente apologo sulle pos-
da compiere nell’arco di un’esistenza impron-       eremiti, i soli a farsi custodi della sacralità di     sullo schermo, né la loro provenienza e la loro        sibili deflagrazioni delle diseguaglianze sociali
tata alla ricerca di sé, alle proprie radici spi-   note e leggende secolari.                              storia. Quella, stavolta, di un cacciatore in bar-     ed economiche, in Messico come nel resto
rituali. Una bella sorpresa, The Disciple, che      Mondi lontani ma intimamente vicini, quel-             ca tra i canneti, di una squadra di guerrigliere       del mondo, così come ha assegnato merita-
nel raccontare di un giovane deciso a diven-        li di In between dying e The Disciple, al pari         in pattuglia, di un ragazzo che lavora a cotti-        tamente il Premio speciale al vibrante Dear
tare interprete della musica classica indiana,      dell’area geografica ed esistenziale esplorata         mo per aiutare la famiglia, di madri che hanno         Comrades! del russo Andrej Konchalovskij,
e del suo rapporto paterno con un anziano           da Notturno, il film con cui Gianfranco Rosi           perso i loro figli, fino ai pazienti di un ospedale    mentre poteva forse evitare di consegnare il

                                                                  Quo vadis, Aida? (2020) di J. Žbanic

                                                                                                              Miss Marx (2020) di S. Nicchiarelli

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VENEZIA IL LEONE È DONNA - ORIZZONTI: QUALITÀ E INNOVAZIONE SIC, GEOGRAFIE DI UN MONDO FRANTUMATO - Sale della Comunità
VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL                                                                                              VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL

        Leone d’argento per la miglior regia al giap-     di Stato. Il punto di vista, qui, è quello della     scatto) a riportare alle atmosfere tesissime di   Altre proteste e altri scontri sanguinosi, ma
        ponese Kiyoshi Kurosawa per il pur raffinato      giovane sposa e del domestico che lavora             film come Garage Olimpo di Marco Bechis.          realmente avvenuti e con una data precisa,
        Wife of a spy, avendo a disposizione valide       per la sua ricca famiglia, osservatori/vittime       Là i desaparecidos, qui altri individui anonimi   in Dear Comrades! È il 1° giugno 1962 quan-
        alternative.                                      della caduta verticale di ogni tenuta umana e        catapultati all’inferno. Percussivo come un       do a Novocherkassk, in Unione Sovietica, gli
        In ogni caso, Nuevo Orden, ancor più di No-       civile. Dall’insurrezione anarchica alla feroce      ordigno, Nuevo Orden non dà tregua e rivela       operai di una fabbrica di locomotive scendo-
        madland, è stata la vera sorpresa di Venezia      repressione militare il passo è breve: ma la         una notevolissima capacità di gestione dei        no in sciopero per la riduzione del loro sala-
        77: un dramma distopico che si sviluppa a         violenza esibita, nel film di Franco, non è mai      dispositivi di messa in scena, tale da assicu-    rio, decretata dai dirigenti dello stabilimento,
        partire da uno sfarzoso matrimonio dell’alta      gratuita, nemmeno quella psicologica, vee-           rare allo spettatore un viaggio nella crudeltà    una protesta che si somma allo scontento
        società, colpito al cuore da una rivolta popo-    mente, con le celle assiepate di cittadini co-       così duro e senza ritorno che si trasforma        della popolazione per l’aumento del costo
        lare inaspettata, scaturita da tensioni sociali   muni (presi in ostaggio, identificati e utilizzati   in assillante monito universale sulle derive      dei generi alimentari. Impreparate a fronteg-
        che daranno il via ad un sanguinoso colpo         come pedine di scambio per un corposo ri-            dell’umanità.                                     giare l’evento, con migliaia di persone in stra-

The Disciple (2020) di C. Tamhane

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                                                                                                                                                                 stra 2020, rintracciabile anche nella Coppa
                                                                                                                                                                 Volpi assegnata a Vanessa Kirby per il soffer-
                                                                                                                                                                 to Pieces of a woman, che, nel lunghissimo
                                                                                                                                                                 prologo, coinvolge fin da subito lo spettato-
                                                                                                                                                                 re: un parto in casa, filmato in un avvolgente
                                                                                                                                                                 piano sequenza, che con febbrile realismo
                                                                                                                                                                 sposta la gioia di una vita in arrivo in una tra-
                                                                                                                                                                 gedia inattesa, i pochi istanti di vita di una
                                                                                                                                                                 figlia tanto desiderata nei giri a vuoto di una
                                                                                                                                                                 coppia schiacciata dal peso di un lutto che
                                                                                                                                                                 non riesce, e forse non vuole, elaborare. Al
                                                                                                                                                                 suo primo film americano, l’ungherese Kornél
                                                                                                                                                                 Mundruczó firma con la moglie Kata Weber
                                                                                                                                                                 un film doloroso, autobiografico e stratificato.
                                                                                                                                                                 La prima mezz’ora toglie davvero il fiato per
                                                                                                                                                                 tensione drammatica e maturità registica, da
                                                                                                                                                                 lì in poi, però, il film si sfrangia in un ventaglio
                                                                                                                                                                 di frammenti disaggregati, psicologici ed esi-
                                                                                                                                                                 stenziali, quei “pezzi di donna” riassunti dal
                                                                                                                                                                 titolo che il racconto lascia volutamente ma
Und morgen die ganze Welt (2020) di J. von Heinz                                                                                                                 eccessivamente slegati, procedendo a inter-
                                                                                                                                                                 mittenza, tra stalli e fiammate, rigidi silenzi e
                                                                                                                                                                 brucianti scatti verbali. Una storia, quella di
           da, le autorità politiche e militari reprimono la       propaganda patriottica, l’immagine di un’au-                                                  Pieces of a woman, che non a caso si sno-
           rivolta nel sangue, con più di cento vittime tra        torità ferocemente repressiva ma sgretolata                                                   da lungo un arco di nove mesi e che scava
           morti e feriti, facendo scattare numerosi arre-         al suo interno, con scambi di accuse anche                                                    nell’interiorità ferita di una donna (interpreta-
           sti e tentando di cancellare ogni traccia della         tra esercito e Kgb. È il sospetto, l’inganno,                                                 ta con piena aderenza al ruolo dalla Kirby).
           carneficina. Una drammatica pagina di storia            la mistificazione, a ben vedere, il vero prota-                                               Un film, dunque, tutto al femminile. L’ulte-
           che Andrej Konchalovskij rievoca con lucidi-            gonista del film. Un film, dunque, che parla                                                  riore capitolo di una Mostra che, mai come
           tà e tensione civile, attribuendo il baricentro         di ieri, ma che, inevitabilmente, spalanca gli                                                quest’anno, ha profumato davvero di donna.
           narrativo del film ad una madre, membro del             occhi anche sull’oggi.                                  Miss Marx (2020) di S. Nicchiarelli
           comitato locale e fedele sostenitrice degli             È invece tutto racchiuso nel passato Wife of
           ideali comunisti, in cerca della figlia, scom-          a spy, ambientato nel 1940, a Kobe, la notte
           parsa nel nulla tra gli spari. È lei, infatti, a fun-   prima dello scoppio della Seconda guerra
           gere da detonatore delle illusioni ideologiche          mondiale. Film spionistico a tinte noir, torbi-
           sovietiche, in una presa di coscienza pro-              do, metacinematografico (alcune bobine di
           gressiva (anche se forse non definitiva) che            un film amatoriale sono infatti al centro del
           la porta a contatto con le condanne somma-              plot), il lungometraggio di Kiyoshi Kurosawa
           rie dei presunti fomentatori della protesta e           può vantare una elegante impaginazione,
           con gli squallidi tentativi di insabbiamento del        senza risultare calligrafico, e una tensione la-
           massacro. Girato in un suggestivo bianco e              tente che lo anima dall’interno, riassunta nel
           nerò e in formato 4:3 per risultare ancora più          rapporto affettivo che lega un mercante di
           aderente all’epoca dei fatti, Dear Comrades,            stoffe alla sua consorte. Intrighi, gelosie, se-
           oltre alla sua eleganza formale, colpisce per           greti del cuore. Nulla di veramente eclatante,
           la descrizione di un mondo contraddittorio e            ma di discreta fattura narrativa ed estetica.
           cinico, il ritratto di un popolo soggiogato e           Pur con qualche sbavatura, un verdetto                                                                                           Khorshid (2020) di M. Majidi
           disilluso, tenuto in scacco da una assillante           equilibrato, nel complesso, quello della Mo-

           18                                                                                      film cronache      film cronache                                                                               19
VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL                                     VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL

                                                                           ORIZZONTI:
                                                                           QUALITÀ
                                                                           E INNOVAZIONE
                                                                           Simone Agnetti

                                                                           Tra i diciannove lungometraggi in gara
                                                                           un’ampia riflessione sulle relazioni umane,
                                                                           educative e famigliari. Discutibili, però, le
                                                                           scelte operate dalla giuria presieduta da
                                                                           Claire Denis, ispirate a modelli che oggi non
                                                                           incarnano più le criticità del contemporaneo.

                                                                                                   The wasteland (2020) di A. Bahrami

20                                         film cronache   film cronache                                                          21
VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL                                                                                                               VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL

                                                                                                                      una pellicola con attori dalla forte capacità in-
                                                                                                                      terpretativa (Maya Hawke e Andrew Garfield),
                                                                                                                      audace e innovativo nell’unire i linguaggi di
                                                                                                                      cinema e web. Mainstream denuncia le idio-
                                                                                                                      sincrasie insite nel sistema dei social network
                                                                                                                      e di Internet, che governano il nostro tempo.
                                                                                                                      Un film che, come Quarto potere, mette una
                                                                                                                      tacca all’altezza cronologica dei giorni che vi-
                                                                                                                      viamo, per dare forma di racconto alla memo-
                                                                                                                      ria di un’epoca storica: la nostra.
                                                                                                                      Tra i non premiati è doveroso recuperare La
                                                                                                                      nuit des rois (Night of the Kings), film franco-i-
                                                                                                                      voriano, incentrato sull’intreccio tra leggende
                                                                                                                      narrate e dura vita carceraria. Philippe Lacôte
                                                                                                                      pone alla nostra attenzione un luogo della sua
                                                                                                                      infanzia, il penitenziario in cui, per ragioni po-
                                                                                    Mainstream (2020) di G. Coppola   litiche, fu reclusa la madre. “La Maca” è una
                                                                                                                      prigione-fortezza autogestita dai carcerati nel
                                                                                                                      cuore della foresta. Il regista cuce un raccon-
                                                                                                                      to carico di segni ancestrali. Stupisce il modo

Q
           uella di Venezia 2020 è stata una edi-     Gli ultimi giorni di una fabbrica di mattoni                    spontaneo del popolo dei detenuti
           zione priva di divismo e di mondanità.     Questo è il caso del Premio per il miglior film                 di teatralizzare, con il canto e con
                                                                                                                                                                              Night of the Kings (2020) di P. Lacôte
           Il tempo che viviamo ha portato al Lido    assegnato all’iraniano Dashte Khamoush (The                     i gesti, quello che viene narrato da
autori e registi che hanno fatto emergere una         Wasteland) di Ahmad Bahrami; pellicola che,                     parte di un giovane “griot” (narratore).
ampia riflessione sulle relazioni umane, educa-       partendo da un buon intento, quello di narrare                  Il ragazzo vive la notte che cambierà
tive e famigliari. L’organizzazione della 77ª Mo-     gli ultimi giorni di una vecchia fabbrica di mat-               lui e la vita degli altri carcerati, tra co-
stra del cinema ha tenuto, saggiamente, lonta-        toni, scivola sulla struttura narrativa. Il disvela-            ercizione, leggende e violenza.
no dagli schermi del concorso il tema (esaspe-        mento delle storie delle famiglie degli operai,
rato) dell’emergenza sanitaria. Tra i diciannove      sorretto da un estetico e un po’ convenzio-                     Una storia d’amore in tarda età
lungometraggi del concorso Orizzonti, molti si        nale bianco e nero, con movimenti di camera                     Altro film escluso dai premi è Gaza
sono distinti per qualità e innovazione, a fronte     classici e audio da rivedere, avviene secondo                   mon amour dei fratelli Nasser. La
di questo sono, a nostro parere, discutibili le       un meccanismo a ripetere che a lungo an-                        pellicola, ambientata nella Striscia
scelte operate dalla giuria presieduta da Claire      dare stanca. Il regista ripropone la stessa se-                 di Gaza, senza voler puntare sul
Denis. Volendo tratteggiare l’umore dei giurati       quenza, il momento dell’annuncio della chiu-                    pietismo per il popolo palestine-
per comprenderne l’orientamento, è stata pre-         sura, presa da diversi punti di vista, ad ogni                  se, mostra con tono leggero i tic
miata una visione di cinema che un tempo fu           passaggio si aggiunge una frase e così finché                   burocratici della vita in quel diffi-
coraggiosa e fece emergere grandi autori e            tutto il discorso del capo è completo. Come                     cile territorio. La storia è un deli-
contenuti sommersi, ma oggi non incarna più           spesso capita in questi meccanismi di scrittu-                  cato racconto d’amore in tarda
le criticità del contemporaneo. La giuria è parsa     ra, quello che sulla carta sembrava una buo-                    età tra un pescatore e una sarta,
incline ad un modo di fare cinema che oggi è,         na idea e a teatro, in qualche modo, avrebbe                    ostacolato, come in una classica
alle volte, di pura maniera e ammiccante ad un        potuto funzionare, visto al cinema stona.                       commedia, da vari fattori esterni,
gusto occidentale codificato. Il gravare delle        La forma nel cinema non è tutto, ma è molto.                    tra cui un inatteso ritrovamento
ideologie del Novecento, di una visione del ci-       La scelta di premiare un film ‘povero’ e ammic-                 archeologico. Le relazioni tra gli
nema come strumento di lotta socio-politica e il      cante ad una serie di stilemi ‘pseudo-autoriali’                uomini vivono in un mondo chiu-
privilegiare la forma pauperistica, ha spostato il    ha escluso dal podio prodotti più interessan-                   so, militarmente assediato, in cui
peso della bilancia del giudizio verso alcuni film,   ti. Questo è il caso della regista, figlia d’arte,              le situazioni più semplici si rivelano          Gaza mon amour (2020) di A. Abou Nasser, M. Abou Nasser
scartandone altri meritevoli.                         Gia Coppola e del suo magnifico Mainstream,                     estremamente complicate.

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VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL                                                                                                         VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL

Anche il Premio per la migliore regia dato a Lav           stralunata, il primario fedifrago, le vecchie     riano divenuto opera d’arte contemporanea.               A questo riguardo è il caso di fare un inciso.
Diaz per Lahi, Hayop (Genus Pan), pone qual-               signore che hanno perso la lucidità mentale       Due bravi interpreti alla pari di molti altri visti in   Forse il film di Gia Coppola era fuori luogo in
che perplessità sul giudizio. La pellicola di 157          e altri. Il senso di ribellione al mondo adul-    questa rassegna. Anche in questo caso, ci                Orizzonti, così come il film azero In between
minuti (metraggio ben inferiore alla durata cui ci         to che è proposto (bombarolo e violento) è        è parso, non si è voluta premiare una coppia             Dying di Hilal Baydarov, sperimentale, oniri-
ha abituati il regista) è un film che mantiene tut-        lontano anni luce da quello incarnato dalle       attoriale americana certamente più matura                co e molto originale nella sua riflessone sulla
ta la cifra stilistica del pluripremiato autore filip-     giovani generazioni. Castellitto realizza un      e strutturata come quella Garfield–Hawke,                vita (seppure con qualche difetto recitativo),
pino: lunghe inquadrature fisse, bianco e nero,            film non maturo, sfrangiato, seppur ricco di      ignorando in particolare l’interpretazione di            è stato presentato in concorso Venezia 77
recitazione spontanea e nessuna aggiunta di                esperimenti visivi.                               lui, straordinario e sfaccettato.                        quando la sua natura estetica e contenuti-
suoni in post-produzione, neppure nei mo-
menti in cui la presa diretta non ha colto il suo-         Un’avventura rock nella
no che sarebbe stato necessario alla narrazio-             “Sin City” di Casablanca
ne. Questa indagine sul “genere umano”, visto              Che dire poi dei due Premi per la migliore
come un animale che agisce nella foresta, non              interpretazione? Quello femminile è andato
è il suo miglior lavoro, si presenta quasi come            a Khansa Batma, attrice co-protagonista del
un esercizio di stile e non va molto oltre.                film Zanka Contact, del regista franco-maroc-
Anche il Premio speciale della giuria pare con-            chino Ismaël El Iraki; quello maschile a Yahya
fermare alcuni dubbi iniziali. Listen di Ana Ro-           Mahayni, protagonista di The man who sold
cha de Sousa (Regno Unito, Portogallo) film                his skin, della regista tunisina Kaouther Ben
che si è aggiudicato anche il Leone del futuro             Hania. Due buoni film, due storie fuori dal co-
come miglior opera prima, scricchiola di fronte            mune e a tratti stravaganti: la prima una av-
ad una pellicola di ambientazione e tema ana-              ventura rock nella “Sin City” di Casablanca,
loga: Nowhere Special del produttore e regi-               il secondo il caso bizzarro di un rifugiato si-
sta Uberto Pasolini. Le due opere mostrano
due facce del tema dell’affido e dell’adozione
in Inghilterra, due storie diverse e simili in cui
la situazione di povertà e delinquenza dei pro-
tagonisti della fiction portoghese ha prevalso
sul coraggio di essere padre del personaggio
principale del film italiano. In Listen, con un lin-
guaggio da film per la tv, i servizi sociali britan-
nici appaiono come il “male da sconfiggere”,
un sistema messo sotto accusa senza nessun
diritto di replica. Il film di Pasolini è, al contrario,
una commovente e umana visione cinemato-
grafica di una storia vera, un film ricco di ricerca
visiva, in cui gli attori sono profondi interpreti dei
loro personaggi e in cui le parti sociali hanno
modo di mostrarsi nei loro pregi e difetti.
Infine, la scelta del Premio per la migliore
sceneggiatura a Pietro Castellitto per il film
I Predatori ribadisce lo sbilanciamento nel
giudizio, in questo caso, il voler premiare
un modo antiquato di percepire la gioventù.
La messa in scena dal giovane Castellitto è
quella dei figli dei ricchi romani circondati da
personaggi-macchietta: la famiglia di neo-
fascisti laziali, i borghesi arricchiti, la regista                                                                                                                                         Genus pan (2020) di L. Diaz

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VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL                                                                                                        VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL

          stica era tipica della sezione Orizzonti. Peccato        alizzato dal regista bolognese in Francia,
          per i due film, che avrebbero potuto avere un            pone l’attenzione sul potenziale conflitto tra
          terreno di giudizio più adeguato. Come diceva-           polizia e esercito per il controllo della pubbli-
          mo in apertura, è stato ricorrente il tema delle         ca sicurezza nella Parigi di oggi. Il racconto
          relazioni umane, famigliari e affettive; argomento       di finzione, su un tema così attuale, presenta
          che ha unito film premiati (e non) della sezione         qualche debolezza, interessante lo stridente
          Orizzonti. In linea sono anche Mila (Mele), film         parallelo tra la vita privata e quella in caser-
          di apertura del concorso, del regista esordien-          ma dei protagonisti, in cui le stesse persone
          te greco Christos Nikou, in cui l’autore non si          agiscono in modo del tutto diverso. Inoltre,
          pone il problema di raccontare il suo tempo, la          nella pellicola kazaka Zheltaya Koshka (Yel-
          Grecia sopravvissuta alla crisi economica, parla         low Cat) di Adilkhan Yerzhanov il protagoni-
          di altro, di affetti e relazioni in forma di metafora,   sta Kermek aiuta la sua amata Eva a fuggi-
          in linea con il cinema di Yorgos Lanthimos ma            re dal bordello dove lavora, i due vogliono
          non allo stesso livello, una indagine sui mec-           lasciarsi alle spalle una vita contrassegnata
          canismi umani in cui i personaggi agiscono in            dalla piccola delinquenza nella steppa. Lui
          ambienti estranianti con regole forzate decise           ha un sogno che lo ossessiona: costruire un
          da altri. Nikou crea un mondo passato alterna-           cinema sulle montagne; il film, carico di una
          tivo, privo di internet e della telefonia cellulare,     visionaria originalità, non è del tutto riuscito.
          in cui accade una epidemia di amnesia. L’india-          Anche il cinese Bu Zhi Bu Xiu - The Best Yet
          no Ivan Ayr è tornato a concorrere in Orizzonti          to Come di Jing Wang, passato sottotono,
          con Meel Patthar (Milestone), dopo l’esordio             pone il centro sulle relazioni umane. Ispirato
          nel 2018 con il film poliziesco al femminile Soni.       a fatti realmente accaduti nel 2003, quan-
          Seguendo una linea personale nel narrare la              do i giornali cartacei la facevano ancora da
          società indiana contemporanea, Ayr racconta              padrone nel mercato dei media, il giovane
          del duro mondo del lavoro, approfondendo la              Han Dong, disoccupato, cerca di farsi no-
          vita degli autotrasportatori che, lavorando prin-        tare a Pechino come giornalista d’inchiesta,
          cipalmente di notte, faticano a tenere in equili-        pur non avendone i titoli. Tratta temi sociali,
          brio vita privata, affetti e professione.                l’inquinamento, le ingiustizie, fino a quando
          La troisième guerre di Giovanni Aloi (già a Ve-          si imbatte in un caso sanitario che coinvolge                        Selva Tragica (2020) di Y. Olaizola                         The Best Yet to Come (2020) di J. Wang
          nezia nel 2015 con il corto E.T.E.R.N.I.T.), re-         un caro amico, tra paure e voglia di giustizia.

                                                                                                                       Il cinema che racconta la guerra                       lo sfruttamento delle foreste per l’estrazione
Mila (2020) di C. Nikou                                                                                                Si discostano da questo filone “degli affetti”         della gomma dagli alberi, si mescolano alle
                                                                                                                       il bel film western australiano The Furnace,           leggende di spiriti degli indigeni e alla cru-
                                                                                                                       in cui il divo David Wenham (Faramir, Il Si-           deltà umana.
                                                                                                                       gnore degli Anelli) e il giovane attore egiziano       In conclusione l’interessante documentario
                                                                                                                       Ahmed Malek sono i protagonisti dell’opera             italiano Guerra e pace. Martina Parenti e
                                                                                                                       prima di Roderick MacKay. Il regista apre a            Massimo D’Anolfi raccontano, con il loro stile
                                                                                                                       fatti storici poco noti, quelli della corsa all’oro    asciutto, la relazione tra cinema e guerra, da-
                                                                                                                       nell’Australia vittoriana e quello dei cammel-         tando il primo significativo incontro nel 1911,
                                                                                                                       lieri indiani, persiani e afgani, detti sempli-        in occasione dell’invasione italiana della Li-
                                                                                                                       cemente “Ghan”, di servizio nei deserti del            bia, in cui i cineoperatori europei poterono
                                                                                                                       Nuovissimo Continente. Altro orizzonte ine-            fare -a loro insaputa- le prove generali per il
                                                                                                                       dito è il curioso Selva Trágica, della regista         successivo conflitto mondiale. Il film è diviso
                                                                                                                       messicana Yulene Olaizola, in cui, all’inizio          in quattro capitoli, dai pionieri del cinema di
                                                                                                                       del secolo scorso, i miti fondativi di quella          guerra sino alle odierne riprese girate con gli
                                                                                                                       terra tra Messico e Belize, la colonizzazione e        smartphone dai cittadini del mondo.

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VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL                                       VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL

     FUORI CONCORSO:
     I TEMI DEL CINEMA                                     Da Lacci a Love after Love, da Run Hide Fight
                                                           a Crazy, not Insane, senza dimenticare Greta,
                                                           tanti i film in cui le donne sono state messe a
     E IL CINEMA                                           confronto con gli uomini, le loro fragilità, i loro
                                                           stereotipi. Ma nella sezione non competitiva
     OLTRE I TEMI                                          della Mostra anche l’impegno sociale, con
                                                           l’attenzione per le realtà più marginali.

     Alessandro Cinquegrani

                                                                                                          Love after Love (2020) di A. Hui

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Donne contro uomini                                La sezione Fuori concorso di Venezia 2020 è                                                                          di perdizione, in cui il lusso si incrocia con il
La prima e più evidente novità della Mostra        cominciata con Lacci, l’atteso film di Daniele                                                                       gioco, il divertimento con incontri sessuali non
di quest’anno è che è stato il festival delle      Luchetti dal romanzo di Domenico Starnone,                                                                           troppo segreti. La ragazza dapprima è diffi-
donne, Non solo la presidente di giuria, i Le-     che può vantare un cast d’eccezione: Alba                                                                            dente, poi si adegua sempre più a quell’am-
oni alla carriera, il Leone d’oro, ma la mag-      Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Laura Moran-                                                                            biente fino a innamorarsi di un ragazzo della
gior parte dei personaggi principali dei film      te, Silvio Orlando, Giovanna Mezzogiorno,                                                                            casa, un perdigiorno dedito solo a frequenti
in programmazione sono state donne. E              Adriano Giannini e molti altri. Protagonista                                                                         amori ancillari, che dichiara fin da subito alla
questa è certamente una buona notizia, par-        è una giovane donna il cui marito, frivolo e                                                                         ragazza di essere innamorato di lei, ma di non
ticolarmente significativa nell’anno che segue     irresponsabile, cade nella tentazione più ov-                                                                        voler rinunciare alla sua vita di mantenuto che
le polemiche dell’edizione passata sul ruolo       via e banale: quella di invaghirsi di una bella                                                                      passa il tempo alla ricerca di avventure. Dopo
di Roman Polanski. Ma c’è sempre un rove-          ragazza. Tutto ciò porta l’intera famiglia in un                                                                     molte esitazioni la ragazza, con la complicità
scio della medaglia, che in questo caso è il       turbine di litigi, omissioni e segreti, che non                                                                      della zia e di altre losche figure, accetta di
confronto di queste figure femminili con i loro    conducono mai a una rottura definitiva. Ben-                                                                         sposarlo e di prostituirsi con ricchi anziani per
corrispettivi maschili, che sono quasi sempre      ché, nel proseguimento della storia, nessu-                                                                          garantirgli il regime di vita che pretende.
fragili, inconsistenti, superficiali, quando non   no paia davvero esente da colpe, alla base                                                                           È una storia per molti versi assurda, che si
proprio frivoli o addirittura violenti. Nel mo-    c’è comunque il conflitto tra un uomo e una                                                                          segue con un certo fastidio, ma che rende
mento stesso in cui non si può che apprez-         donna, nel quale la moglie è costretta a subi-                                                                       esplicito il conflitto secondo cui l’uomo rap-
zare lo spazio e il credito concessi alle don-     re la vacuità e l’inconsistenza del marito.                                                                          presenterebbe il male mentre la donna o si
ne, non si può d’altra parte non notare che        Ancora più estrema e paradossale la storia di                                                                        ribella o ne resta vittima nonostante tutto. A
tutto questo è ancora frutto di un conflitto nel   Love after Love del leone d’oro alla carriera                                                                        parziale discolpa, c’è in questo film anche
quale gli uomini escono sconfitti, come se         Ann Hui. Una ragazza si sposta da Shanghai                                                                           un significato simbolico che giustifica l’inve-
il tema fosse ancora così caldo e bruciante        a Hong Kong per andare a vivere presso la                                                                            rosimiglianza della storia: il ragazzo di Hong
che è pressoché impossibile affrontarlo con        zia che, a causa di un conflitto col padre, non                                   Love after Love (2020) di A. Hui   Kong, infatti, è per metà inglese e per metà
serenità.                                          vede da molto tempo. Qui trova un mondo                                                                              cinese proprio come la città, e la ragazza in-
                                                                                                                                                                        vece è cinese, più povera e piena di valori
                                                                                                                                                                        all’inizio e portata alla perdizione dalla prossi-
                                                                                                                   buon senso e della giustizia li farà fuori uno       mità con quell’ambiente. In un contesto so-
                                                                                                                   a uno. Così come la ragazzina protagonista           ciopolitico come quello che si vive in questi
                                                                                                                   di Una notte in Paradiso del coreano Park            anni in quelle zone è facile pensare a questi
                                                                                                                   Hoon-jung, che dopo aver ospitato un uomo            personaggi come allegorie (poco efficaci, in
                                                                                                                   inviso alle gang malavitose si trova invischia-      verità), e dunque leggere in questo senso i
                                                                                                                   ta in un giro di rapimenti e assassini e non         caratteri paradossali dei personaggi stessi.
                                                                                                                   le resta che rispondere al fuoco col fuoco           Ma è l’accumulo di storie che ritornano su
                                                                                                                   e, armata fino ai denti, farsi giustizia da sola.    questi argomenti a renderli particolarmente
                                                                                                                   Sono ancora donne, ragazze, le protago-              significativi (e ovviamente andrebbero ag-
                                                                                                                   niste eroine del bene, ma è evidente che             giunti anche i film in concorso, come Miss
                                                                                                                   hanno introiettato valori tipicamente maschili,      Marx, A World to Come, Nomadland, Le so-
                                                                                                                   quelli alla Rambo, di forza e violenza contro        relle Macaluso, ecc.). In Run Hide Fight di
                                                                                                                   tutti: esattamente ciò che non vogliamo dalle        Kyle Rankin alcuni studenti attaccano una
                                                                                                                   donne, che così diventano maschere da ap-            scuola americana e sequestrano tutti i ragaz-
                                                                                                                   porre sui soliti personaggi tradizionalmente         zi uccidendone alcuni senza pietà. Ma non
                                                                                                                   interpretati da uomini. Meglio, allora, rivolger-    hanno fatto i conti con Zoe, una ragazzina di-
                                                                                                                   si alla realtà, con i documentari dove pure le       ciassettenne che da poco ha perso la madre
                                                                                                                   donne sono le grandi protagoniste. A comin-          e alla quale il padre ha insegnato a usare le
                                                                                                                   ciare da Greta di Nathan Grossman, dedi-             armi per cacciare. Scapperà, si nasconderà,
                                                                                                                   cato alla celebre attivista svedese: anche lei       combatterà, come recita il titolo, da sola
                                                                                                                   una ragazza, come le protagoniste dei film           contro tutti i sequestratori, e incurante del

30                                                                                 film cronache                        film cronache                                                                                  31
                                                                                     Lacci (2020) di D. Luchetti
VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL                                   VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL

                                                                                       precedenti, anche lei decisa come un’eroina
                                                                                       d’altri tempi, ma invece di imbracciare un fuci-
                                                                                       le imbraccia la sua voce come un’arma affila-
                                                                                       ta, trascinando con sé migliaia di studentesse
                                                                                       e studenti in una lotta per migliorare il mondo.
                                                                                       Sembra dirci che le donne e le ragazze sono
                                                                                       molto migliori di quanto l’invenzione narrativa
                                                                                       vuole farci credere. Non che il documentario
                                                                                       dica molto di più di quanto già noto su Gre-
                                                                                       ta Thunberg, ma ripercorrerne la sua storia è
                                                                                       comunque una lezione per tutti, anche per i
                                                                                       suoi detrattori.
                                                                                       E così è per la dottoressa Dorothy Otnow
                                                                                       Lewis, protagonista del documentario Crazy,
                                                                                       not Insane di Alex Gibney, anche lei una don-
                                                                                       na forte alle prese con spietati assassini, ma
                                                                                       in tutt’altro modo rispetto ai casi precedenti. È
                                                                                       infatti una famosa neuropsichiatra americana
                                                                                       che ha studiato a fondo alcuni dei più violenti
                                                                                       serial killer della storia, cercando di compren-
                                                                                       dere le ragioni per cui arrivano a uccidere.
                                                                                       Studiando la conformazione anatomica del
                                                                                       cervello e la sindrome dissociativa della per-
                                                                                       sonalità ha compreso come spesso l’atto
                                                                                       efferato fosse al di sopra della loro volontà in-
                                                                                       cosciente e fossero in realtà incapaci di com-
                                                                                       prendere ciò che succedeva. Non si tratta di
                                                                                       concedere un’indulgenza plenaria, si tratta di
                                                                                       esaminare, da un punto di vista medico, una
                                                                                       situazione complessa. Ma è un fatto che una
                                                                                       donna comprenda le ragioni della violenza
                                                                                       spietata degli uomini., o meglio risponda alla
                                                                                       violenza con comprensione ed empatia.

                                                                                       Impegno e narrazione
                                                                                       I temi affrontati non sono di per sé garanzia di
                                                                                       qualità di un film, anche quando sono nobili e
                                                                                       rispettabili come la questione di genere. Ma
                                                                                       è così anche per l’altro tema portante di que-
                                                                                       sta sezione, ovvero l’impegno sociale, l’at-
                                                                                       tenzione per le realtà più marginali, che pure
                                                                                       è un argomento importante e tradizionale
                                                                                       nella storia del cinema. È sufficiente mettere
                                                                                       a confronto due film che ne parlano ma che
Run Hide Fight (2020) di K. Rankin                                                     risultano opposti per esiti estetici, ovvero l’i-

32                                         film cronache   film cronache                                                             33
VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL                                                                                                         VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL

                                                                                                                        costruzione dei personaggi e dai dialoghi,            tività del municipio di Boston e del suo sin-
Greta (2020) di N. Grossman
                                                                                                                        sempre in bilico tra una comicità surreale e          daco Marthy Walsh. L’obiettivo è molto sem-
                                                                                                                        il dramma sociale.                                    plice: mostrare come può funzionare bene
                                                                                                                        Da prospettiva del tutto diversa anche One            un’amministrazione, quando si fa banalmen-
                                                                                                                        Night in Miami di Regina King tratta di grandi        te ciò che è giusto fare, dando spazio alle
                                                                                                                        problemi sociali senza perdere di vista i per-        minoranze, curandosi dei deboli, cercando
                                                                                                                        sonaggi. La notte di cui si parla è quella che        di comprendere le esigenze di tutti. Il film non
                                                                                                                        segue la vittoria del titolo mondiale da parte        fa che riprendere senza alcun commento
                                                                                                                        di Cassius Clay, che si reca in una stanza            queste attività, ma la tenacia con cui l’anzia-
                                                                                                                        d’albergo con gli amici Malcolm X, Sam Co-            no regista le ripropone al pubblico sono già
                                                                                                                        oke e Jim Brown, ma invece di festeggiare             un appello urlato con discrezione all’America
                                                                                                                        come alcuni di loro si aspettano parlano di           ferita di Trump.
                                                                                                                        diritti civili e del futuro degli afroamericani. Il   Ascoltare e comprendere l’uomo: non è que-
                                                                                                                        passaggio dalla gioia della vittoria a questi         sto che si chiede al cinema, al di là dei temi
                                                                                                                        temi sociali è graduale e sostenuto da dia-           che affronta? O meglio solo quando questi
                                                                                                                        loghi sempre precisi. Lentamente cresce il            temi riguardano profondamente l’uomo han-
                                                                                                                        conflitto tra Malcolm X e Sam Cooke accu-             no ragione di essere valorizzati, non quando
                                                                                                                        sato di non sfruttare abbastanza la cassa di          rappresentano idee astratte da applicare a
                                                                                                                        risonanza fornitagli dalla musica per soste-          personaggi posticci. Sono questi alcuni de-
                                                                                                                        nere la causa dei neri d’America. Benché il           gli argomenti che affrontano grandi registi in
                                                                                                                        tema sia ingombrante nell’economia del film,          altri film non fiction: Abel Ferrara che si rac-
                                                                                                                        non si perde mai di vista lo spessore e la            conta nel diario Stortin’ Life e Dennis Hopper
          taliano Assandira di Salvatore Mereu e il bri-          quasi aulico. Ma sembra non importare, per-           caratterizzazione dei personaggi, quindi l’im-        e Orson Welles che conversano tra loro in
          tannico The Duke di Roger Michell.                      ché la sola motivazione del film è affermare          pegno sociale diviene una risorsa narrativa           Hopper/Welles, pezzi di cinema autentico,
          Strutturato su un banale schematismo ideo-              che si stava meglio quando si stava peggio,           e non più un impedimento alla felicità della          per veri appassionati.
          logico, il primo racconta di un pastore sardo           che i giovani d’oggi non sono più come quelli         narrazione.
          legato alle tradizioni della sua terra che per          di una volta, e altre massime di questo tipo.         Anche i documentari, nei casi migliori, inse-
          inerzia accetta la proposta di figlio e nuora           Pur affrontando temi analoghi, ha tutt’altro          guono questo equilibrio tra impegno e nar-              Crazy, Not Insane (2020) di A. Gibney
          di trasformare la sua casa in un agriturismo            spessore The Duke, coerente con la tradi-             razione. È quasi sorprendente l’efficacia di
          per turisti stranieri incuriositi dalla vita rura-      zione del cinema britannico che sembra il più         Narciso em férias di Renato Terra e Ricardo
          le. La struttura è immediatamente evidente              capace di raccontare i drammi che derivano            Calil, che non è che un lungo racconto di
          e oppone il mondo antico, legato alla terra             dalle ingiustizie sociali. Questo film lo fa con      Caetano Veloso che ripercorre il periodo della
          e portatore di valori perduti, al mondo pre-            leggerezza e ironia, senza mai mollare la pre-        dittatura brasiliana quando senza motivo fu
          sente, superficiale, frivolo e corrotto, fino alla      sa sulla diagnosi sociale. Anche grazie alla          imprigionato, rinchiuso in isolamento e inter-
          tragedia finale. I personaggi sono privi di sfu-        bravura degli attori, Jim Broadbent che inter-        rogato. Non c’è altro che un uomo seduto
          mature, tutti intenti a rappresentare ciò che la        preta il protagonista e Helen Mirren che ne           su una sedia che racconta e un paio di volte
          facile struttura ideologica vuole che essi sia-         incarna la moglie, il film disegna dei perso-         prende la chitarra per cantare una canzone,
          no. Le motivazioni estetiche e narrative sono           naggi vividi, mai incasellati in ruoli predefiniti,   ma la capacità di osservazione e di affabu-
          abbandonate, immolate sull’altare del tema.             al limite tra la follia e l’eroismo. Ispirato alla    lazione del cantautore è indubbia e potente,
          Il tentativo di costruire un ‘giallo’ attorno all’in-   storia vera di Kempton Bunton, la pellicola           in grado di entrare nelle pieghe dell’anima di
          cendio dell’agriturismo è vanificato dalla pre-         racconta la storia di come l’uomo si accusi di        aguzzini e compagni di sventura, così i temi
          vedibilità della storia. La sceneggiatura non           aver rubato il quadro del Duca di Wellington          sociali divengono straordinariamente umani.
          regge, sostenuta dalla voce fuori campo del             di Francisco Goya chiedendo come riscatto             È il grado zero del cinema, ma è anche una
          pastore, che benché nella vita si ostini a par-         che tutti i pensionati poveri abbiano il diritto      lezione di umanità.
          lare soltanto un dialetto stretto, quando dice          di guardare la televisione senza dover paga-          È lo stesso obiettivo che si pone il maestro
          io nella voce off che dovrebbe rappresenta-             re il gravoso canone pubblico. Storia para-           Frederick Wiseman con City Hall, monu-
          re i suoi pensieri utilizza un italiano preciso e       dossale ma vera, e in più resa credibile dalla        mentale documentario di 275 minuti sull’at-

          34                                                                                        film cronache             film cronache                                                                                35
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