VENEZIA IL LEONE È DONNA - ORIZZONTI: QUALITÀ E INNOVAZIONE SIC, GEOGRAFIE DI UN MONDO FRANTUMATO - Sale della Comunità
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ORIZZONTI: QUALITÀ E INNOVAZIONE SIC, GEOGRAFIE DI UN MONDO FRANTUMATO GIORNATE DEGLI AUTORI: GENITORIALITÀ E MEMORIA VENEZIA IL LEONE È DONNA
FILMCRONACHE Prima Pagina Rivista trimestrale di cultura cinematografica ANNO XXXII - N. 154 U APRILE - SETTEMBRE na Mostra di Venezia, quella che si è chiusa il 12 settem- N. 2/2020 bre, “simbolo di coraggio nella ripartenza”, come aveva auspicato in apertura di manifestazione il direttore Alberto Registrazione Tribunale Barbera. È da qui che dobbiamo ragionare per mettere in archivio di Roma n.267/87 del 8-5-1987 l’edizione numero 77 della rassegna lagunare (riassunta, come Depositato presso il Registro sempre, dal numero monografico di Filmcronache che state per Pubblico Generale delle opere leggere), dal messaggio di fiducia riverberato, a sipario calato, a protette l. 633/41 tutta la filiera cinematografica mondiale dopo aver vinto la scom- Direttore Responsabile: messa dell’evento ‘in presenza’, con l’osservanza scrupolosa da Paolo Perrone parte di tutti delle rigorose misure di sicurezza sanitaria adottate al Lido. Poi, certo, i film, in ogni sezione della Mostra, hanno avuto il Coordinatore editoriale: loro peso. Più o meno come da tradizione. Luigi Cipriani Non è certo un Leone d’oro immeritato, quello assegnato a No- madland. Anzi. Il film di Chloé Zhao, con un’efficacissima Frances Coordinamento digital media McDormand, è un’intensa, coinvolgente ricognizione esistenziale Tiziana Vox e sociale sul nomadismo contemporaneo negli States. Non va Grafica e impaginazione: dimenticato che, dieci anni dopo Sofia Coppola con Somewhere, Yattagraf Srls a vincere è tornata ad essere una donna. E proprio le donne, in concorso, hanno contribuito ad accendere i riflettori di Venezia Direzione e redazione: 2020, non solo per le tante interpretazioni di valore offerte in pa- ANCCI recchi film, ma anche per le indubbie qualità espresse dietro la Via Aurelia, 796 macchina da presa. Uno sguardo ‘al femminile’ ben percepibile 00165 Roma Tel. 06.440.2273 anche nei titoli fuori concorso, come osservato da Alessandro segreteria@ancci.it Cinquegrani, con tante opere in cui le donne sono state messe a www.ancci.it confronto con gli uomini, le loro fragilità, i loro stereotipi. Le riflessioni sulle relazioni umane, educative e famigliari hanno Editore: caratterizzato la sezione Orizzonti, come riferisce Simone Agnetti ANCCI (anche se discutibili sono apparse le scelte operate dalla giuria), Via Aurelia, 796 mentre i lungometraggi della Settimana internazionale della critica, 00165 Roma esaminati da Giuseppe Gariazzo, hanno ruotato attorno a senso Tel. 06.440.2273 segreteria@ancci.it di smarrimento e ricerca di sé. Le Giornate degli autori, infine (in www.ancci.it cui, come chiarisce Francesco Crispino, genitorialità e memoria sono stati gli assi portanti), si sono confermate l’insostituibile luo- Service Provider: go filmico per il dialogo sul mutamento del cinema del Terzo Mil- TELECOM SPA con sede in Milano lennio. Una Mostra, dunque, tutta da ripercorrere. Buona lettura. In copertina: rrone Paolo Pe Nomadland (2020) di Chloé Zhao Nuevo Orden (2020) di M. Franco SCARICA L’APP di Filmcronache
SOMMARIO 01 PRIMA PAGINA 28 VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL FUORI CONCORSO: I TEMI DEL CINEMA E IL CINEMA OLTRE I TEMI di Alessandro Cinquegrani 04 VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL VENEZIA, LE DONNE IN MOSTRA di Paolo Perrone 36 VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL SIC, GEOGRAFIE DI UN MONDO FRANTUMATO di Giuseppe Gariazzo 20 VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL ORIZZONTI: QUALITÀ E INNOVAZIONE di Simone Agnetti 44 VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL GENITORIALITÀ E MEMORIA NELLE GIORNATE DEGLI AUTORI di Francesco Crispino
VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL VENEZIA Nomadland (2020) di C. Zhao LE DONNE IN MOSTRA Paolo Perrone Il Leone d’oro a Nomadland di Chloé Zhao, intensa ricognizione esistenziale e sociale, non può che favorire una definitiva presa d’atto delle spiccate prerogative autoriali femminili in campo cinematografico: tante le prove di valore, in concorso, sia davanti che dietro la macchina da presa. In una manifestazione contrassegnata dai protocolli anti-Covid 19, spicca il Gran premio della giuria a Nuevo Orden, il potente apologo sulle diseguaglianze di Michel Franco. 4 film cronache film cronache 5
VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL gli afflussi spettatoriali, evitando ogni coda all’ingresso) e la oculata, preventiva scre- matura al numero complessivo di titoli nelle varie sezioni hanno consentito di approdare ad un risultato che, come detto, profuma di vittoria. Basta però questa felice conclusio- ne per mettere in archivio con ogni onore Venezia 2020? È possibile, in altre parole, pur partendo da presupposti tanto delicati e complessi, valutare con serena oggettività l’esito artistico della Mostra, senza conce- dersi attenuanti emotivamente ‘obbligate’ e criticamente assolutorie? Sotto il profilo qua- litativo, in particolare del concorso che as- segnava il Leone d’oro, quella di quest’anno non è stata un’edizione brillantissima. Sap- piamo quanto abbiano pesato le assenze Nuevo Orden (2020) di M. Franco E dizione transitoria o festival da incornicia- nitario, rappresenti una vittoria. Per tutti. Nel re? Rassegna in tono minore o manife- tempo fragile e inquieto della pandemia globa- stazione-pilota? È attorno a questi inter- le, infatti, il pieno rispetto dei protocolli da parte rogativi (e, ovviamente, alle loro risposte) che di accreditati, ospiti e personale di servizio ha va sviluppato il bilancio della Mostra del cinema riverberato, a sipario calato, quel messaggio di di Venezia 2020. Una Mostra, in ogni caso, fiducia che allevia, almeno per ora, la pericolan- davvero speciale per le imponenti misure di si- te situazione produttiva, distributiva e di eserci- curezza sanitaria adottate al Lido (obbligo della zio incrinatasi lo scorso febbraio. La Mostra è prenotazione on line dei posti in sala e di ma- stata davvero quel “simbolo di coraggio nella scherina anche durante le proiezioni, controllo ripartenza”, come aveva auspicato in apertura della temperatura corporea ad ogni ingresso di rassegna il direttore Alberto Barbera, ed è nella vasta area adiacente alle sale, fino a tre evidente che dopo la chiusura delle sale im- Nomadland (2020) di C. Zhao tamponi per tutti coloro che provenivano da posta dal lockdown, lo stop alle produzioni e Paesi collocati fuori dall’area Schengen), ne- la cancellazione in tutto il mondo di ogni even- cessarie a garantire il corretto svolgimento del to di spettacolo Venezia abbia costituito quel al recente passato, di film come Joker, La La illustri, soprattutto a stelle e strisce (“il bacino primo grande festival internazionale tenutosi ‘in segnale di ripresa che tutta la filiera attendeva Land, La forma dell’acqua, Roma o Birdman, di pesca era ridotto”, ha confessato Barbera presenza’ dopo l’esplosione su scala planetaria con trepidazione. Non è stato un caso che alla quei film, cioè, con i quali il Lido ha costruito al Lido, e le major hollywoodiane hanno im- della pandemia da Covid-19 e la sospensione, serata inaugurale fossero presenti anche i di- negli ultimi anni un robusto ponte con Hollywo- pedito “tramite i loro legali a qualunque talent il rinvio o l’annullamento di analoghi eventi, a rettori di altre sette celebri rassegne internazio- od e gli Oscar. di venire, anche coloro che avrebbero voluto cominciare dal Festival di Cannes. nali, Cannes e Berlino comprese. Era questa la Certo, 5 mila ‘soli’ accreditati al Lido (anziché e volevano farlo sotto la propria responsa- scommessa che pesava sull’edizione numero i 12 mila dello scorso anno) hanno facilitato bilità”). Nonostante le indubbie limitazioni di Un “simbolo di coraggio nella ripartenza” 77 di Venezia: ridare fiducia all’intera industria, il compito. Ma la scrupolosa redistribuzione partenza, però, il concorso ha faticato pa- Se dovessimo restare all’esito organizzativo, rilanciare ad ogni latitudine il piacere del grande degli spazi, la larga pianificazione delle proie- recchio prima di calare le sue carte migliori. non c’è dubbio che Venezia 2020, apertasi e schermo. Una sfida e una responsabilità inedi- zioni (con tante e tali repliche, distribuite sulle E alcuni titoli, specialmente all’inizio, hanno conclusasi senza intoppi sul piano logistico-sa- te, aggravate dall’assenza in cartellone, rispetto diverse sale, da poter comodamente limitare lasciato piuttosto a desiderare. 6 film cronache film cronache 7
VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL Khorshid (2020) di M. Majidi Sorprese mancate e film imperfetti movimenti neo-nazisti in Germania), Laila in del regista, del proprio passato di bambino minaccia, di ritrovare un tesoro nascosto nei Non poche, tra i 18 titoli in gara, provenien- Haifa di Amos Gitai (flebile, evanescente gi- profondamente colpito dall’attentato di ma- canali delle fognature scavando un tunnel nei ti da tutto il mondo e sfidatisi dal 2 al 12 rotondo politico-esistenziale-sociale che si trice terroristica subìto dal padre magistrato sotterranei di un istituto scolastico adiacente. settembre, le ‘seconde scelte’, le sorprese snoda metaforicamente in un locale nottur- nel 1976. Khorshid è animato da nobili intenzioni, la de- mancate, i film imperfetti o mediocri. In una no frequentato da israeliani e palestinesi). E Alquanto ‘ricattatorio’, poi, sempre sul fronte nuncia della prevaricazione sui minori da par- classifica al contrario, partendo cioè dal bas- seppure ha visto Pierfrancesco Favino vin- dei titoli con protagonisti i bambini, Khorshid te degli adulti. Ma il suo ritratto di un’infanzia so, non hanno giustamente lasciato traccia i citore della Coppa Volpi per il miglior inter- di Majid Majidi, anch’esso uscito dal Lido negata e abusata tradisce, nella retorica della passaggi veneziani di Amants di Nicole Gar- prete maschile (un premio, come accaduto con un premio, il “Marcello Mastroianni a un funzione salvifica della formazione scolastica cia (fiacco melò esotico su due innamorati in altre volte in passato al Lido, banalmente giovane attore emergente” attribuito all’adre- e del bisogno di un patto generazionale tra fuga da loro stessi che si ritrovano, scappati compensativo del mancato ingresso dei film nalinico Rouhollah Zamani, sullo schermo un grandi e piccini, una programmatica volon- dalla Francia, su un’isola nell’Oceano india- italiani nell’elenco dei vincitori), anche Pa- dodicenne di Teheran che, con tre suoi amici, tà di spettacolarizzazione dello sfruttamento no), Und Morgen Die Ganze Welt di Julia drenostro di Claudio Noce è apparso disar- ognuno dei quali allo sbando, senza un para- minorile, con i piccoli protagonisti sempre in von Heinz (caotico e inconsistente ritratto ticolato e talvolta ridondante, sbilanciato tra cadute famigliare alle spalle, è costretto a so- scena, a qualunque costo, e una macchina di una ventenne tedesca che si unisce a fronte pubblico e privato pur nella sincerità pravvivere tra piccoli furti e un lavoretto in un da presa preoccupata solamente di farli muo- un gruppo di giovani deciso a contrastare i di un’osservazione autobiografica, da parte garage fino a quando viene incaricato, sotto vere senza perderli di vista. 8 film cronache film cronache 9
VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL Diverso, certamente onesto e partecipe, ma Dieci anni dopo la vittoria di Sofia Coppola con È nel contrasto tra pieni e vuoti che Noma- non per questo pienamente riuscito, anche Le Somewhere, il Leone d’oro è dunque tornato dland sprigiona attendibilità e plausibilità, sorelle Macaluso di Emma Dante, tratto dall’o- ad una donna. Intensa ricognizione esistenziale nella contrapposizione costante tra spazi monima pièce teatrale della regista e dramma- e sociale sul nomadismo contemporaneo negli fisici e apparati mentali, tra concreti luoghi turga palermitana. Un film interamente al fem- States, Nomadland, segnato da sconfitte e do- della memoria (il garage che, per la prota- minile, su cinque sorelle tra i nove e i diciotto lori ma alimentato, come linfa vitale, da consa- gonista, contiene i ricordi del marito morto) anni cresciute da sole in un appartamento pevolezza e solidarietà, riscoperta delle piccole e inanimate distese geografiche, tra angu- all’ultimo piano di una palazzina alla periferia di cose e senso di condivisione, è il ritratto di un ste custodie dei sentimenti (il van polifun- Palermo, una casa che mostra, nel corso degli Paese, della sua cultura e delle sue derive, al zionale nel quale la vita quotidiana si rinnova anni, i segni decadenti del tempo che passa, quale la protagonista, una efficacissima Fran- ogni giorno) e comodità ormai spersonaliz- ma che resta comunque, per le ragazzine dive- ces McDormand, a bordo di un furgone in viag- zanti, come il morbido letto di una villetta nute donne e poi anziane, il luogo della memo- gio nelle immense strade dell’America, attribui- residenziale nel quale non ci si riesce più ad ria condivisa, lo spazio nel quale, nonostante sce verità e dignità. Il presupposto narrativo del addormentare. Film sui confini, materiali e tutto, sentirsi una famiglia. L’ infanzia, l’età adul- film è il crollo economico di una città aziendale relazionali, sui passaggi a vuoto degli ordi- ta e la vecchiaia sono infatti i tre stadi della vita nel Nevada rurale. Ma il valore testamentario è nary people, sulla difficile ma tenace difesa che Emma Dante non si limita a riportare sullo costituito dalla partecipazione di veri nomadi dei della parola “libertà”, Nomadland, basato schermo in ordine meramente cronologico, fa- nostri giorni, persone alla ricerca di una vita al di sull’omonimo racconto di inchiesta di Jes- cendo invece travasare l’uno nell’altro i diversi fuori di una configurazione sociale convenzio- sica Bruder, è un valoroso atto di resistenza tempi dell’esistenza. Sono questi i momenti del nale, guide e compagne della protagonista nei alla dissoluzione affettiva in un volontario film in cui l’affetto che lega le cinque sorelle rie- vasti paesaggi dell’Ovest americano. smarrimento individuale. sce ad emergere con tonalità limpide, con gli accenti spensierati della giovinezza tramutati ma non cancellati nei dolorosi rimpianti della maturità da gesti condivisi, ripetuti, ostinati. Ma la cifra prettamente registica de Le sorelle Macaluso non sempre risulta efficace, appe- santita da una colonna sonora persin troppo evocativa e da un finale, ripreso inutilmente Padrenostro (2020) di C. Noce più volte, già ben percepibile nei suoi esiti fin dalla prima apparizione. Una Mostra al femminile Dei 18 film in gara 8 erano diretti da donne. Al di là di stucchevoli dissertazioni sulle ‘quote rosa’ (tutti i titoli, aveva preannunciato Barbera, sono stati “selezionati esclusivamente in base a criteri di qualità e non a seguito di protocol- li di genere”), un buon segnale, identificabile già ai nastri di partenza della Mostra e con- fermato a sipario calato sulla manifestazione. Risalendo la classifica, infatti, arrivando fino in vetta, la vittoria di Chloé Zhao, la trentottenne regista cinese (ma di formazione statuniten- se) di Nomadland, non può che favorire una serena, definitiva presa d’atto delle spiccate prerogative autoriali femminili in campo cine- Nomadland (2020) di C. Zhao matografico. 10 film cronache film cronache 11
VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL Il rifugio di plastica di una comunità una cultura politica e sociale assorbita con Never Gonna Snow Again (2020) di M. Szumowska e M. Englert ricca ma disillusa intelligente sensibilità in un contesto filmico Le donne, dunque, sotto i riflettori di Venezia di ricostruzione storica fedele e scrupolosa. 2020, non solo per le tante interpretazioni di Ma il film che più ha impressionato per for- valore osservate nei film in concorso (come za registica e audacia autoriale è senz’altro in The World to come, incontro rivelatore tra Never gonna snow again, in cui Malgorzata ‘anime gemelle’ lungo la frontiera americana Szumowska si muove sulle tracce di Seidl, a metà Ottocento, anch’esso diretto da una Lynch, Tarkovskij e Haneke, sganciando la donna, Mona Fastvold), ma anche per le in- narrazione da uno stretto rapporto causa-ef- dubbie qualità espresse dietro la macchina da fetto e innalzando il racconto a metafora del- presa in titoli come Never gonna snow again la narcosi annichilente provocata nell’umani- della polacca Malgorzata Szumowska (su tà (nell’Europa?) dal benessere economico, un misterioso, giovane massaggiatore che barattato con una sconfortante tristezza in- fa il suo ingresso nella vita dei facoltosi abi- teriore. Le casette tutte uguali, asettiche e tanti di un villaggio residenziale), Miss Marx di indistinguibili degli inquilini del villaggio artifi- Susanna Nicchiarelli (sulla figlia più piccola di ciale in cui agisce l’abile massaggiatore, pro- Karl Marx, tra le prime donne ad avvicinarsi ai veniente da Chernobyl e dotato di speciali temi del femminismo), Quo vadis, Aida? del- proprietà curative, sono il rifugio di plastica la bosniaca Jasmila Zbanic (sul massacro di di una comunità ricca ma disillusa, aggrap- Srebrenica, nel luglio 1995, osservato con gli pata a vane speranze di una vita migliore. È il occhi di un’interprete che lavora alle Nazioni corpo il fil rouge di Never gonna snow again, Unite), per quanto trascurati nel verdetto della l’àncora (presunta) di salvataggio di un mon- giuria presieduta da Cate Blanchett. do falsamente rassicurante. Ma è lo spirito il Se quest’ultimo titolo assume il valore di vero malato del film, quel desiderio vibrante toccante documentazione postuma di una di pace intima che pervade ogni personag- tragica pagina di storia è perché si appog- gio rispecchiatosi nel misterioso massotera- gia a una solida architettura cinematografica, pista, angelo o demone che sia, all’interno dalla costruzione dei caratteri dei personag- di un lungometraggio consapevolmente in- gi alla restituzione della tensione politica e terrogatorio e per nulla accondiscendente civile del periodo, attraverso un montaggio con la razionalità chiusa e conclusa di tanto, serrato, fino alla sconcertante redistribuzione troppo cinema meramente dichiarativo. degli errori e delle responsabilità tra forze di pace internazionali. Il tutto senza smarrire mai La prevalenza della forma la contiguità di sguardo tra regista e attrice Altri tre film in concorso hanno offerto motivi protagonista (un’eccellente Jasna Duricic), di interesse, in termini non soltanto tematici pervase entrambe da un’intensa aderenza al ma anche squisitamente linguistici. Accolto progetto. Allo stesso modo, anche se con con sufficienza quando non con aperta osti- un grado di intellettualismo in più e un pizzico lità, In between dying, esordio nel lungome- in meno di empatia, la Miss Marx di Susanna traggio di finzione del trentatreenne azero Hi- Nicchiarelli si sfila marcatamente dalla con- lal Baydarov (prodotto, fra gli altri, da Carlos venzionalità del dramma in costume, sov- Reygadas) è un lavoro scomposto, irregola- vertendo con personalità la figura dell’eroina re, sentenzioso, ma avvolto in una profonda vittoriana e sostituendola con l’immagine dimensione filosofica ed esistenziale, le cui moderna di una donna che combatte con tracce rimandano, pur con le dovute cau- profonda convinzione sul fronte individuale tele, a Paradzanov, Tarkovskij e Sokurov. La e collettivo. Un biopic, dunque, tutt’altro che vicenda di un figlio, incompreso e irrequie- apatico e prevedibile, alimentato dal soffio di to e con una mamma malata, in fuga da se 12 film cronache film cronache 13
VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL stesso dopo aver provocato, direttamente maestro, depositario di una cultura millena- tornava al Lido sette anni dopo il Leone d’oro psichiatrico che mettono in scena uno spetta- o incidentalmente, l’uccisione di alcune per- ria, mette in scena il confronto fra tradizione di Sacro Gra. Girato nel corso di tre anni sui colo teatrale e a una maestra elementare che sone con cui era entrato in contatto, arriva e modernità, ricucendo legami generazionali confini fra Iraq, Kurdistan, Siria e Libano, Not- fa terapia di classe con bambini strappati con a costituire una suggestiva parabola sull’a- imprescindibili ma non sottraendosi ad una turno racconta con sinuosità visive avvolgenti la violenza ai loro genitori. Piombato in un buio more, una ricognizione sofferta e meditativa contaminazione per molti versi inevitabile tra e lacerazioni umane evidenti, spesso avvolte che è quello della coscienza ferita del mondo, sulla difficoltà di trovare il proprio posto nel generi musicali e orizzonti esistenziali. Il film si in un silenzio di morte, la quotidianità muta che Notturno non si muove lungo la linea del fron- mondo. Un film di scavo intimo dalla forte ca- muove, dunque tra due mondi, avvolgendo sta dietro guerre civili, dittature feroci, derive te, ma fa comunque giungere allo spettatore rica spirituale, un road movie caucasico alla lo spettatore in un loop sonoro incessante, integraliste. Tensioni, ragioni, conflitti lasciati l’eco della guerra: una presenza opprimente, scoperta di sé e delle proprie radici, sospe- magmatico ed evocativo, all’interno di una volutamente ai margini nelle inquadrature del alimentata da rumori, colori, immagini da non so “tra una morte e l’altra”, come indicato fin narrazione lineare racchiusa da sequenze film, sintetizzati acusticamente nei fragori sordi dimenticare. dal titolo, e in dialogo costante con la propria statiche, molte delle quali a camera fissa, ma di proiettili lontani, eppure sempre minacciosi, coscienza. dove, soprattutto negli spostamenti in moto o, cromaticamente, in pozzi petroliferi peren- Un verdetto tutto sommato equilibrato Ipnotico e suggestivo è certamente anche del protagonista, contrappuntati da una am- nemente in fiamme. Un’immersione nel rea- Il film di Gianfranco Rosi non avrebbe certo The Disciple del regista indiano Chaitanya monitrice voce fuori campo, è ben rintraccia- le dove l’estetica rilancia l’etica, nel quale la sfigurato nel gruppo dei titoli premiati. Ma la Tamhane, vincitore al Lido del riconoscimento bile il movimento dell’anima, la disciplina a cui sapienza documentaristica di Rosi (ormai un giuria di Venezia 77 non ha affatto sbagliato per la Miglior sceneggiatura, incentrato sulla il giovane Sharad si sottopone con passione ‘marchio di fabbrica’ internazionale) non offen- nell’attribuire il Gran premio a Nuevo Orden musica come scelta di vita, come percorso e assiduità, seguendo le tracce di asceti ed de mai i volti, gli sguardi, le azioni di chi appare di Michel Franco, potente apologo sulle pos- da compiere nell’arco di un’esistenza impron- eremiti, i soli a farsi custodi della sacralità di sullo schermo, né la loro provenienza e la loro sibili deflagrazioni delle diseguaglianze sociali tata alla ricerca di sé, alle proprie radici spi- note e leggende secolari. storia. Quella, stavolta, di un cacciatore in bar- ed economiche, in Messico come nel resto rituali. Una bella sorpresa, The Disciple, che Mondi lontani ma intimamente vicini, quel- ca tra i canneti, di una squadra di guerrigliere del mondo, così come ha assegnato merita- nel raccontare di un giovane deciso a diven- li di In between dying e The Disciple, al pari in pattuglia, di un ragazzo che lavora a cotti- tamente il Premio speciale al vibrante Dear tare interprete della musica classica indiana, dell’area geografica ed esistenziale esplorata mo per aiutare la famiglia, di madri che hanno Comrades! del russo Andrej Konchalovskij, e del suo rapporto paterno con un anziano da Notturno, il film con cui Gianfranco Rosi perso i loro figli, fino ai pazienti di un ospedale mentre poteva forse evitare di consegnare il Quo vadis, Aida? (2020) di J. Žbanic Miss Marx (2020) di S. Nicchiarelli 14 film cronache film cronache 15
VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL Leone d’argento per la miglior regia al giap- di Stato. Il punto di vista, qui, è quello della scatto) a riportare alle atmosfere tesissime di Altre proteste e altri scontri sanguinosi, ma ponese Kiyoshi Kurosawa per il pur raffinato giovane sposa e del domestico che lavora film come Garage Olimpo di Marco Bechis. realmente avvenuti e con una data precisa, Wife of a spy, avendo a disposizione valide per la sua ricca famiglia, osservatori/vittime Là i desaparecidos, qui altri individui anonimi in Dear Comrades! È il 1° giugno 1962 quan- alternative. della caduta verticale di ogni tenuta umana e catapultati all’inferno. Percussivo come un do a Novocherkassk, in Unione Sovietica, gli In ogni caso, Nuevo Orden, ancor più di No- civile. Dall’insurrezione anarchica alla feroce ordigno, Nuevo Orden non dà tregua e rivela operai di una fabbrica di locomotive scendo- madland, è stata la vera sorpresa di Venezia repressione militare il passo è breve: ma la una notevolissima capacità di gestione dei no in sciopero per la riduzione del loro sala- 77: un dramma distopico che si sviluppa a violenza esibita, nel film di Franco, non è mai dispositivi di messa in scena, tale da assicu- rio, decretata dai dirigenti dello stabilimento, partire da uno sfarzoso matrimonio dell’alta gratuita, nemmeno quella psicologica, vee- rare allo spettatore un viaggio nella crudeltà una protesta che si somma allo scontento società, colpito al cuore da una rivolta popo- mente, con le celle assiepate di cittadini co- così duro e senza ritorno che si trasforma della popolazione per l’aumento del costo lare inaspettata, scaturita da tensioni sociali muni (presi in ostaggio, identificati e utilizzati in assillante monito universale sulle derive dei generi alimentari. Impreparate a fronteg- che daranno il via ad un sanguinoso colpo come pedine di scambio per un corposo ri- dell’umanità. giare l’evento, con migliaia di persone in stra- The Disciple (2020) di C. Tamhane 16 film cronache film cronache 17
VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL stra 2020, rintracciabile anche nella Coppa Volpi assegnata a Vanessa Kirby per il soffer- to Pieces of a woman, che, nel lunghissimo prologo, coinvolge fin da subito lo spettato- re: un parto in casa, filmato in un avvolgente piano sequenza, che con febbrile realismo sposta la gioia di una vita in arrivo in una tra- gedia inattesa, i pochi istanti di vita di una figlia tanto desiderata nei giri a vuoto di una coppia schiacciata dal peso di un lutto che non riesce, e forse non vuole, elaborare. Al suo primo film americano, l’ungherese Kornél Mundruczó firma con la moglie Kata Weber un film doloroso, autobiografico e stratificato. La prima mezz’ora toglie davvero il fiato per tensione drammatica e maturità registica, da lì in poi, però, il film si sfrangia in un ventaglio di frammenti disaggregati, psicologici ed esi- stenziali, quei “pezzi di donna” riassunti dal titolo che il racconto lascia volutamente ma Und morgen die ganze Welt (2020) di J. von Heinz eccessivamente slegati, procedendo a inter- mittenza, tra stalli e fiammate, rigidi silenzi e brucianti scatti verbali. Una storia, quella di da, le autorità politiche e militari reprimono la propaganda patriottica, l’immagine di un’au- Pieces of a woman, che non a caso si sno- rivolta nel sangue, con più di cento vittime tra torità ferocemente repressiva ma sgretolata da lungo un arco di nove mesi e che scava morti e feriti, facendo scattare numerosi arre- al suo interno, con scambi di accuse anche nell’interiorità ferita di una donna (interpreta- sti e tentando di cancellare ogni traccia della tra esercito e Kgb. È il sospetto, l’inganno, ta con piena aderenza al ruolo dalla Kirby). carneficina. Una drammatica pagina di storia la mistificazione, a ben vedere, il vero prota- Un film, dunque, tutto al femminile. L’ulte- che Andrej Konchalovskij rievoca con lucidi- gonista del film. Un film, dunque, che parla riore capitolo di una Mostra che, mai come tà e tensione civile, attribuendo il baricentro di ieri, ma che, inevitabilmente, spalanca gli quest’anno, ha profumato davvero di donna. narrativo del film ad una madre, membro del occhi anche sull’oggi. Miss Marx (2020) di S. Nicchiarelli comitato locale e fedele sostenitrice degli È invece tutto racchiuso nel passato Wife of ideali comunisti, in cerca della figlia, scom- a spy, ambientato nel 1940, a Kobe, la notte parsa nel nulla tra gli spari. È lei, infatti, a fun- prima dello scoppio della Seconda guerra gere da detonatore delle illusioni ideologiche mondiale. Film spionistico a tinte noir, torbi- sovietiche, in una presa di coscienza pro- do, metacinematografico (alcune bobine di gressiva (anche se forse non definitiva) che un film amatoriale sono infatti al centro del la porta a contatto con le condanne somma- plot), il lungometraggio di Kiyoshi Kurosawa rie dei presunti fomentatori della protesta e può vantare una elegante impaginazione, con gli squallidi tentativi di insabbiamento del senza risultare calligrafico, e una tensione la- massacro. Girato in un suggestivo bianco e tente che lo anima dall’interno, riassunta nel nerò e in formato 4:3 per risultare ancora più rapporto affettivo che lega un mercante di aderente all’epoca dei fatti, Dear Comrades, stoffe alla sua consorte. Intrighi, gelosie, se- oltre alla sua eleganza formale, colpisce per greti del cuore. Nulla di veramente eclatante, la descrizione di un mondo contraddittorio e ma di discreta fattura narrativa ed estetica. cinico, il ritratto di un popolo soggiogato e Pur con qualche sbavatura, un verdetto Khorshid (2020) di M. Majidi disilluso, tenuto in scacco da una assillante equilibrato, nel complesso, quello della Mo- 18 film cronache film cronache 19
VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL ORIZZONTI: QUALITÀ E INNOVAZIONE Simone Agnetti Tra i diciannove lungometraggi in gara un’ampia riflessione sulle relazioni umane, educative e famigliari. Discutibili, però, le scelte operate dalla giuria presieduta da Claire Denis, ispirate a modelli che oggi non incarnano più le criticità del contemporaneo. The wasteland (2020) di A. Bahrami 20 film cronache film cronache 21
VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL una pellicola con attori dalla forte capacità in- terpretativa (Maya Hawke e Andrew Garfield), audace e innovativo nell’unire i linguaggi di cinema e web. Mainstream denuncia le idio- sincrasie insite nel sistema dei social network e di Internet, che governano il nostro tempo. Un film che, come Quarto potere, mette una tacca all’altezza cronologica dei giorni che vi- viamo, per dare forma di racconto alla memo- ria di un’epoca storica: la nostra. Tra i non premiati è doveroso recuperare La nuit des rois (Night of the Kings), film franco-i- voriano, incentrato sull’intreccio tra leggende narrate e dura vita carceraria. Philippe Lacôte pone alla nostra attenzione un luogo della sua infanzia, il penitenziario in cui, per ragioni po- Mainstream (2020) di G. Coppola litiche, fu reclusa la madre. “La Maca” è una prigione-fortezza autogestita dai carcerati nel cuore della foresta. Il regista cuce un raccon- to carico di segni ancestrali. Stupisce il modo Q uella di Venezia 2020 è stata una edi- Gli ultimi giorni di una fabbrica di mattoni spontaneo del popolo dei detenuti zione priva di divismo e di mondanità. Questo è il caso del Premio per il miglior film di teatralizzare, con il canto e con Night of the Kings (2020) di P. Lacôte Il tempo che viviamo ha portato al Lido assegnato all’iraniano Dashte Khamoush (The i gesti, quello che viene narrato da autori e registi che hanno fatto emergere una Wasteland) di Ahmad Bahrami; pellicola che, parte di un giovane “griot” (narratore). ampia riflessione sulle relazioni umane, educa- partendo da un buon intento, quello di narrare Il ragazzo vive la notte che cambierà tive e famigliari. L’organizzazione della 77ª Mo- gli ultimi giorni di una vecchia fabbrica di mat- lui e la vita degli altri carcerati, tra co- stra del cinema ha tenuto, saggiamente, lonta- toni, scivola sulla struttura narrativa. Il disvela- ercizione, leggende e violenza. no dagli schermi del concorso il tema (esaspe- mento delle storie delle famiglie degli operai, rato) dell’emergenza sanitaria. Tra i diciannove sorretto da un estetico e un po’ convenzio- Una storia d’amore in tarda età lungometraggi del concorso Orizzonti, molti si nale bianco e nero, con movimenti di camera Altro film escluso dai premi è Gaza sono distinti per qualità e innovazione, a fronte classici e audio da rivedere, avviene secondo mon amour dei fratelli Nasser. La di questo sono, a nostro parere, discutibili le un meccanismo a ripetere che a lungo an- pellicola, ambientata nella Striscia scelte operate dalla giuria presieduta da Claire dare stanca. Il regista ripropone la stessa se- di Gaza, senza voler puntare sul Denis. Volendo tratteggiare l’umore dei giurati quenza, il momento dell’annuncio della chiu- pietismo per il popolo palestine- per comprenderne l’orientamento, è stata pre- sura, presa da diversi punti di vista, ad ogni se, mostra con tono leggero i tic miata una visione di cinema che un tempo fu passaggio si aggiunge una frase e così finché burocratici della vita in quel diffi- coraggiosa e fece emergere grandi autori e tutto il discorso del capo è completo. Come cile territorio. La storia è un deli- contenuti sommersi, ma oggi non incarna più spesso capita in questi meccanismi di scrittu- cato racconto d’amore in tarda le criticità del contemporaneo. La giuria è parsa ra, quello che sulla carta sembrava una buo- età tra un pescatore e una sarta, incline ad un modo di fare cinema che oggi è, na idea e a teatro, in qualche modo, avrebbe ostacolato, come in una classica alle volte, di pura maniera e ammiccante ad un potuto funzionare, visto al cinema stona. commedia, da vari fattori esterni, gusto occidentale codificato. Il gravare delle La forma nel cinema non è tutto, ma è molto. tra cui un inatteso ritrovamento ideologie del Novecento, di una visione del ci- La scelta di premiare un film ‘povero’ e ammic- archeologico. Le relazioni tra gli nema come strumento di lotta socio-politica e il cante ad una serie di stilemi ‘pseudo-autoriali’ uomini vivono in un mondo chiu- privilegiare la forma pauperistica, ha spostato il ha escluso dal podio prodotti più interessan- so, militarmente assediato, in cui peso della bilancia del giudizio verso alcuni film, ti. Questo è il caso della regista, figlia d’arte, le situazioni più semplici si rivelano Gaza mon amour (2020) di A. Abou Nasser, M. Abou Nasser scartandone altri meritevoli. Gia Coppola e del suo magnifico Mainstream, estremamente complicate. 22 film cronache film cronache 23
VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL Anche il Premio per la migliore regia dato a Lav stralunata, il primario fedifrago, le vecchie riano divenuto opera d’arte contemporanea. A questo riguardo è il caso di fare un inciso. Diaz per Lahi, Hayop (Genus Pan), pone qual- signore che hanno perso la lucidità mentale Due bravi interpreti alla pari di molti altri visti in Forse il film di Gia Coppola era fuori luogo in che perplessità sul giudizio. La pellicola di 157 e altri. Il senso di ribellione al mondo adul- questa rassegna. Anche in questo caso, ci Orizzonti, così come il film azero In between minuti (metraggio ben inferiore alla durata cui ci to che è proposto (bombarolo e violento) è è parso, non si è voluta premiare una coppia Dying di Hilal Baydarov, sperimentale, oniri- ha abituati il regista) è un film che mantiene tut- lontano anni luce da quello incarnato dalle attoriale americana certamente più matura co e molto originale nella sua riflessone sulla ta la cifra stilistica del pluripremiato autore filip- giovani generazioni. Castellitto realizza un e strutturata come quella Garfield–Hawke, vita (seppure con qualche difetto recitativo), pino: lunghe inquadrature fisse, bianco e nero, film non maturo, sfrangiato, seppur ricco di ignorando in particolare l’interpretazione di è stato presentato in concorso Venezia 77 recitazione spontanea e nessuna aggiunta di esperimenti visivi. lui, straordinario e sfaccettato. quando la sua natura estetica e contenuti- suoni in post-produzione, neppure nei mo- menti in cui la presa diretta non ha colto il suo- Un’avventura rock nella no che sarebbe stato necessario alla narrazio- “Sin City” di Casablanca ne. Questa indagine sul “genere umano”, visto Che dire poi dei due Premi per la migliore come un animale che agisce nella foresta, non interpretazione? Quello femminile è andato è il suo miglior lavoro, si presenta quasi come a Khansa Batma, attrice co-protagonista del un esercizio di stile e non va molto oltre. film Zanka Contact, del regista franco-maroc- Anche il Premio speciale della giuria pare con- chino Ismaël El Iraki; quello maschile a Yahya fermare alcuni dubbi iniziali. Listen di Ana Ro- Mahayni, protagonista di The man who sold cha de Sousa (Regno Unito, Portogallo) film his skin, della regista tunisina Kaouther Ben che si è aggiudicato anche il Leone del futuro Hania. Due buoni film, due storie fuori dal co- come miglior opera prima, scricchiola di fronte mune e a tratti stravaganti: la prima una av- ad una pellicola di ambientazione e tema ana- ventura rock nella “Sin City” di Casablanca, loga: Nowhere Special del produttore e regi- il secondo il caso bizzarro di un rifugiato si- sta Uberto Pasolini. Le due opere mostrano due facce del tema dell’affido e dell’adozione in Inghilterra, due storie diverse e simili in cui la situazione di povertà e delinquenza dei pro- tagonisti della fiction portoghese ha prevalso sul coraggio di essere padre del personaggio principale del film italiano. In Listen, con un lin- guaggio da film per la tv, i servizi sociali britan- nici appaiono come il “male da sconfiggere”, un sistema messo sotto accusa senza nessun diritto di replica. Il film di Pasolini è, al contrario, una commovente e umana visione cinemato- grafica di una storia vera, un film ricco di ricerca visiva, in cui gli attori sono profondi interpreti dei loro personaggi e in cui le parti sociali hanno modo di mostrarsi nei loro pregi e difetti. Infine, la scelta del Premio per la migliore sceneggiatura a Pietro Castellitto per il film I Predatori ribadisce lo sbilanciamento nel giudizio, in questo caso, il voler premiare un modo antiquato di percepire la gioventù. La messa in scena dal giovane Castellitto è quella dei figli dei ricchi romani circondati da personaggi-macchietta: la famiglia di neo- fascisti laziali, i borghesi arricchiti, la regista Genus pan (2020) di L. Diaz 24 film cronache film cronache 25
VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL stica era tipica della sezione Orizzonti. Peccato alizzato dal regista bolognese in Francia, per i due film, che avrebbero potuto avere un pone l’attenzione sul potenziale conflitto tra terreno di giudizio più adeguato. Come diceva- polizia e esercito per il controllo della pubbli- mo in apertura, è stato ricorrente il tema delle ca sicurezza nella Parigi di oggi. Il racconto relazioni umane, famigliari e affettive; argomento di finzione, su un tema così attuale, presenta che ha unito film premiati (e non) della sezione qualche debolezza, interessante lo stridente Orizzonti. In linea sono anche Mila (Mele), film parallelo tra la vita privata e quella in caser- di apertura del concorso, del regista esordien- ma dei protagonisti, in cui le stesse persone te greco Christos Nikou, in cui l’autore non si agiscono in modo del tutto diverso. Inoltre, pone il problema di raccontare il suo tempo, la nella pellicola kazaka Zheltaya Koshka (Yel- Grecia sopravvissuta alla crisi economica, parla low Cat) di Adilkhan Yerzhanov il protagoni- di altro, di affetti e relazioni in forma di metafora, sta Kermek aiuta la sua amata Eva a fuggi- in linea con il cinema di Yorgos Lanthimos ma re dal bordello dove lavora, i due vogliono non allo stesso livello, una indagine sui mec- lasciarsi alle spalle una vita contrassegnata canismi umani in cui i personaggi agiscono in dalla piccola delinquenza nella steppa. Lui ambienti estranianti con regole forzate decise ha un sogno che lo ossessiona: costruire un da altri. Nikou crea un mondo passato alterna- cinema sulle montagne; il film, carico di una tivo, privo di internet e della telefonia cellulare, visionaria originalità, non è del tutto riuscito. in cui accade una epidemia di amnesia. L’india- Anche il cinese Bu Zhi Bu Xiu - The Best Yet no Ivan Ayr è tornato a concorrere in Orizzonti to Come di Jing Wang, passato sottotono, con Meel Patthar (Milestone), dopo l’esordio pone il centro sulle relazioni umane. Ispirato nel 2018 con il film poliziesco al femminile Soni. a fatti realmente accaduti nel 2003, quan- Seguendo una linea personale nel narrare la do i giornali cartacei la facevano ancora da società indiana contemporanea, Ayr racconta padrone nel mercato dei media, il giovane del duro mondo del lavoro, approfondendo la Han Dong, disoccupato, cerca di farsi no- vita degli autotrasportatori che, lavorando prin- tare a Pechino come giornalista d’inchiesta, cipalmente di notte, faticano a tenere in equili- pur non avendone i titoli. Tratta temi sociali, brio vita privata, affetti e professione. l’inquinamento, le ingiustizie, fino a quando La troisième guerre di Giovanni Aloi (già a Ve- si imbatte in un caso sanitario che coinvolge Selva Tragica (2020) di Y. Olaizola The Best Yet to Come (2020) di J. Wang nezia nel 2015 con il corto E.T.E.R.N.I.T.), re- un caro amico, tra paure e voglia di giustizia. Il cinema che racconta la guerra lo sfruttamento delle foreste per l’estrazione Mila (2020) di C. Nikou Si discostano da questo filone “degli affetti” della gomma dagli alberi, si mescolano alle il bel film western australiano The Furnace, leggende di spiriti degli indigeni e alla cru- in cui il divo David Wenham (Faramir, Il Si- deltà umana. gnore degli Anelli) e il giovane attore egiziano In conclusione l’interessante documentario Ahmed Malek sono i protagonisti dell’opera italiano Guerra e pace. Martina Parenti e prima di Roderick MacKay. Il regista apre a Massimo D’Anolfi raccontano, con il loro stile fatti storici poco noti, quelli della corsa all’oro asciutto, la relazione tra cinema e guerra, da- nell’Australia vittoriana e quello dei cammel- tando il primo significativo incontro nel 1911, lieri indiani, persiani e afgani, detti sempli- in occasione dell’invasione italiana della Li- cemente “Ghan”, di servizio nei deserti del bia, in cui i cineoperatori europei poterono Nuovissimo Continente. Altro orizzonte ine- fare -a loro insaputa- le prove generali per il dito è il curioso Selva Trágica, della regista successivo conflitto mondiale. Il film è diviso messicana Yulene Olaizola, in cui, all’inizio in quattro capitoli, dai pionieri del cinema di del secolo scorso, i miti fondativi di quella guerra sino alle odierne riprese girate con gli terra tra Messico e Belize, la colonizzazione e smartphone dai cittadini del mondo. 26 film cronache film cronache 27
VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL FUORI CONCORSO: I TEMI DEL CINEMA Da Lacci a Love after Love, da Run Hide Fight a Crazy, not Insane, senza dimenticare Greta, tanti i film in cui le donne sono state messe a E IL CINEMA confronto con gli uomini, le loro fragilità, i loro stereotipi. Ma nella sezione non competitiva OLTRE I TEMI della Mostra anche l’impegno sociale, con l’attenzione per le realtà più marginali. Alessandro Cinquegrani Love after Love (2020) di A. Hui 28 film cronache film cronache 29
VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL Donne contro uomini La sezione Fuori concorso di Venezia 2020 è di perdizione, in cui il lusso si incrocia con il La prima e più evidente novità della Mostra cominciata con Lacci, l’atteso film di Daniele gioco, il divertimento con incontri sessuali non di quest’anno è che è stato il festival delle Luchetti dal romanzo di Domenico Starnone, troppo segreti. La ragazza dapprima è diffi- donne, Non solo la presidente di giuria, i Le- che può vantare un cast d’eccezione: Alba dente, poi si adegua sempre più a quell’am- oni alla carriera, il Leone d’oro, ma la mag- Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Laura Moran- biente fino a innamorarsi di un ragazzo della gior parte dei personaggi principali dei film te, Silvio Orlando, Giovanna Mezzogiorno, casa, un perdigiorno dedito solo a frequenti in programmazione sono state donne. E Adriano Giannini e molti altri. Protagonista amori ancillari, che dichiara fin da subito alla questa è certamente una buona notizia, par- è una giovane donna il cui marito, frivolo e ragazza di essere innamorato di lei, ma di non ticolarmente significativa nell’anno che segue irresponsabile, cade nella tentazione più ov- voler rinunciare alla sua vita di mantenuto che le polemiche dell’edizione passata sul ruolo via e banale: quella di invaghirsi di una bella passa il tempo alla ricerca di avventure. Dopo di Roman Polanski. Ma c’è sempre un rove- ragazza. Tutto ciò porta l’intera famiglia in un molte esitazioni la ragazza, con la complicità scio della medaglia, che in questo caso è il turbine di litigi, omissioni e segreti, che non della zia e di altre losche figure, accetta di confronto di queste figure femminili con i loro conducono mai a una rottura definitiva. Ben- sposarlo e di prostituirsi con ricchi anziani per corrispettivi maschili, che sono quasi sempre ché, nel proseguimento della storia, nessu- garantirgli il regime di vita che pretende. fragili, inconsistenti, superficiali, quando non no paia davvero esente da colpe, alla base È una storia per molti versi assurda, che si proprio frivoli o addirittura violenti. Nel mo- c’è comunque il conflitto tra un uomo e una segue con un certo fastidio, ma che rende mento stesso in cui non si può che apprez- donna, nel quale la moglie è costretta a subi- esplicito il conflitto secondo cui l’uomo rap- zare lo spazio e il credito concessi alle don- re la vacuità e l’inconsistenza del marito. presenterebbe il male mentre la donna o si ne, non si può d’altra parte non notare che Ancora più estrema e paradossale la storia di ribella o ne resta vittima nonostante tutto. A tutto questo è ancora frutto di un conflitto nel Love after Love del leone d’oro alla carriera parziale discolpa, c’è in questo film anche quale gli uomini escono sconfitti, come se Ann Hui. Una ragazza si sposta da Shanghai un significato simbolico che giustifica l’inve- il tema fosse ancora così caldo e bruciante a Hong Kong per andare a vivere presso la rosimiglianza della storia: il ragazzo di Hong che è pressoché impossibile affrontarlo con zia che, a causa di un conflitto col padre, non Love after Love (2020) di A. Hui Kong, infatti, è per metà inglese e per metà serenità. vede da molto tempo. Qui trova un mondo cinese proprio come la città, e la ragazza in- vece è cinese, più povera e piena di valori all’inizio e portata alla perdizione dalla prossi- buon senso e della giustizia li farà fuori uno mità con quell’ambiente. In un contesto so- a uno. Così come la ragazzina protagonista ciopolitico come quello che si vive in questi di Una notte in Paradiso del coreano Park anni in quelle zone è facile pensare a questi Hoon-jung, che dopo aver ospitato un uomo personaggi come allegorie (poco efficaci, in inviso alle gang malavitose si trova invischia- verità), e dunque leggere in questo senso i ta in un giro di rapimenti e assassini e non caratteri paradossali dei personaggi stessi. le resta che rispondere al fuoco col fuoco Ma è l’accumulo di storie che ritornano su e, armata fino ai denti, farsi giustizia da sola. questi argomenti a renderli particolarmente Sono ancora donne, ragazze, le protago- significativi (e ovviamente andrebbero ag- niste eroine del bene, ma è evidente che giunti anche i film in concorso, come Miss hanno introiettato valori tipicamente maschili, Marx, A World to Come, Nomadland, Le so- quelli alla Rambo, di forza e violenza contro relle Macaluso, ecc.). In Run Hide Fight di tutti: esattamente ciò che non vogliamo dalle Kyle Rankin alcuni studenti attaccano una donne, che così diventano maschere da ap- scuola americana e sequestrano tutti i ragaz- porre sui soliti personaggi tradizionalmente zi uccidendone alcuni senza pietà. Ma non interpretati da uomini. Meglio, allora, rivolger- hanno fatto i conti con Zoe, una ragazzina di- si alla realtà, con i documentari dove pure le ciassettenne che da poco ha perso la madre donne sono le grandi protagoniste. A comin- e alla quale il padre ha insegnato a usare le ciare da Greta di Nathan Grossman, dedi- armi per cacciare. Scapperà, si nasconderà, cato alla celebre attivista svedese: anche lei combatterà, come recita il titolo, da sola una ragazza, come le protagoniste dei film contro tutti i sequestratori, e incurante del 30 film cronache film cronache 31 Lacci (2020) di D. Luchetti
VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL precedenti, anche lei decisa come un’eroina d’altri tempi, ma invece di imbracciare un fuci- le imbraccia la sua voce come un’arma affila- ta, trascinando con sé migliaia di studentesse e studenti in una lotta per migliorare il mondo. Sembra dirci che le donne e le ragazze sono molto migliori di quanto l’invenzione narrativa vuole farci credere. Non che il documentario dica molto di più di quanto già noto su Gre- ta Thunberg, ma ripercorrerne la sua storia è comunque una lezione per tutti, anche per i suoi detrattori. E così è per la dottoressa Dorothy Otnow Lewis, protagonista del documentario Crazy, not Insane di Alex Gibney, anche lei una don- na forte alle prese con spietati assassini, ma in tutt’altro modo rispetto ai casi precedenti. È infatti una famosa neuropsichiatra americana che ha studiato a fondo alcuni dei più violenti serial killer della storia, cercando di compren- dere le ragioni per cui arrivano a uccidere. Studiando la conformazione anatomica del cervello e la sindrome dissociativa della per- sonalità ha compreso come spesso l’atto efferato fosse al di sopra della loro volontà in- cosciente e fossero in realtà incapaci di com- prendere ciò che succedeva. Non si tratta di concedere un’indulgenza plenaria, si tratta di esaminare, da un punto di vista medico, una situazione complessa. Ma è un fatto che una donna comprenda le ragioni della violenza spietata degli uomini., o meglio risponda alla violenza con comprensione ed empatia. Impegno e narrazione I temi affrontati non sono di per sé garanzia di qualità di un film, anche quando sono nobili e rispettabili come la questione di genere. Ma è così anche per l’altro tema portante di que- sta sezione, ovvero l’impegno sociale, l’at- tenzione per le realtà più marginali, che pure è un argomento importante e tradizionale nella storia del cinema. È sufficiente mettere a confronto due film che ne parlano ma che Run Hide Fight (2020) di K. Rankin risultano opposti per esiti estetici, ovvero l’i- 32 film cronache film cronache 33
VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL costruzione dei personaggi e dai dialoghi, tività del municipio di Boston e del suo sin- Greta (2020) di N. Grossman sempre in bilico tra una comicità surreale e daco Marthy Walsh. L’obiettivo è molto sem- il dramma sociale. plice: mostrare come può funzionare bene Da prospettiva del tutto diversa anche One un’amministrazione, quando si fa banalmen- Night in Miami di Regina King tratta di grandi te ciò che è giusto fare, dando spazio alle problemi sociali senza perdere di vista i per- minoranze, curandosi dei deboli, cercando sonaggi. La notte di cui si parla è quella che di comprendere le esigenze di tutti. Il film non segue la vittoria del titolo mondiale da parte fa che riprendere senza alcun commento di Cassius Clay, che si reca in una stanza queste attività, ma la tenacia con cui l’anzia- d’albergo con gli amici Malcolm X, Sam Co- no regista le ripropone al pubblico sono già oke e Jim Brown, ma invece di festeggiare un appello urlato con discrezione all’America come alcuni di loro si aspettano parlano di ferita di Trump. diritti civili e del futuro degli afroamericani. Il Ascoltare e comprendere l’uomo: non è que- passaggio dalla gioia della vittoria a questi sto che si chiede al cinema, al di là dei temi temi sociali è graduale e sostenuto da dia- che affronta? O meglio solo quando questi loghi sempre precisi. Lentamente cresce il temi riguardano profondamente l’uomo han- conflitto tra Malcolm X e Sam Cooke accu- no ragione di essere valorizzati, non quando sato di non sfruttare abbastanza la cassa di rappresentano idee astratte da applicare a risonanza fornitagli dalla musica per soste- personaggi posticci. Sono questi alcuni de- nere la causa dei neri d’America. Benché il gli argomenti che affrontano grandi registi in tema sia ingombrante nell’economia del film, altri film non fiction: Abel Ferrara che si rac- non si perde mai di vista lo spessore e la conta nel diario Stortin’ Life e Dennis Hopper taliano Assandira di Salvatore Mereu e il bri- quasi aulico. Ma sembra non importare, per- caratterizzazione dei personaggi, quindi l’im- e Orson Welles che conversano tra loro in tannico The Duke di Roger Michell. ché la sola motivazione del film è affermare pegno sociale diviene una risorsa narrativa Hopper/Welles, pezzi di cinema autentico, Strutturato su un banale schematismo ideo- che si stava meglio quando si stava peggio, e non più un impedimento alla felicità della per veri appassionati. logico, il primo racconta di un pastore sardo che i giovani d’oggi non sono più come quelli narrazione. legato alle tradizioni della sua terra che per di una volta, e altre massime di questo tipo. Anche i documentari, nei casi migliori, inse- inerzia accetta la proposta di figlio e nuora Pur affrontando temi analoghi, ha tutt’altro guono questo equilibrio tra impegno e nar- Crazy, Not Insane (2020) di A. Gibney di trasformare la sua casa in un agriturismo spessore The Duke, coerente con la tradi- razione. È quasi sorprendente l’efficacia di per turisti stranieri incuriositi dalla vita rura- zione del cinema britannico che sembra il più Narciso em férias di Renato Terra e Ricardo le. La struttura è immediatamente evidente capace di raccontare i drammi che derivano Calil, che non è che un lungo racconto di e oppone il mondo antico, legato alla terra dalle ingiustizie sociali. Questo film lo fa con Caetano Veloso che ripercorre il periodo della e portatore di valori perduti, al mondo pre- leggerezza e ironia, senza mai mollare la pre- dittatura brasiliana quando senza motivo fu sente, superficiale, frivolo e corrotto, fino alla sa sulla diagnosi sociale. Anche grazie alla imprigionato, rinchiuso in isolamento e inter- tragedia finale. I personaggi sono privi di sfu- bravura degli attori, Jim Broadbent che inter- rogato. Non c’è altro che un uomo seduto mature, tutti intenti a rappresentare ciò che la preta il protagonista e Helen Mirren che ne su una sedia che racconta e un paio di volte facile struttura ideologica vuole che essi sia- incarna la moglie, il film disegna dei perso- prende la chitarra per cantare una canzone, no. Le motivazioni estetiche e narrative sono naggi vividi, mai incasellati in ruoli predefiniti, ma la capacità di osservazione e di affabu- abbandonate, immolate sull’altare del tema. al limite tra la follia e l’eroismo. Ispirato alla lazione del cantautore è indubbia e potente, Il tentativo di costruire un ‘giallo’ attorno all’in- storia vera di Kempton Bunton, la pellicola in grado di entrare nelle pieghe dell’anima di cendio dell’agriturismo è vanificato dalla pre- racconta la storia di come l’uomo si accusi di aguzzini e compagni di sventura, così i temi vedibilità della storia. La sceneggiatura non aver rubato il quadro del Duca di Wellington sociali divengono straordinariamente umani. regge, sostenuta dalla voce fuori campo del di Francisco Goya chiedendo come riscatto È il grado zero del cinema, ma è anche una pastore, che benché nella vita si ostini a par- che tutti i pensionati poveri abbiano il diritto lezione di umanità. lare soltanto un dialetto stretto, quando dice di guardare la televisione senza dover paga- È lo stesso obiettivo che si pone il maestro io nella voce off che dovrebbe rappresenta- re il gravoso canone pubblico. Storia para- Frederick Wiseman con City Hall, monu- re i suoi pensieri utilizza un italiano preciso e dossale ma vera, e in più resa credibile dalla mentale documentario di 275 minuti sull’at- 34 film cronache film cronache 35
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