IN PRIMO PIANO - Coldiretti Cuneo
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N. 210 DEL 12 LUGLIO 2019 IN PRIMO PIANO IN PRIMO PIANO DI MAIO, BENE ALLO STOP A SEGRETO DI STATO È importante l’impegno di Di Maio ad eliminare una volta per tutte il segreto di Stato sui nomi delle aziende che importano alimenti dall’estero per rivenderli sotto la copertura di marchi nazionali. È quanto afferma il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, nell’esprimere soddisfazione per l’annuncio del Vicepremier e Ministro dello Sviluppo economico sul fatto che il 18 luglio prossimo si terrà un vertice su questo tema con il ministro della Salute, Giulia Grillo, per verificare le motivazioni che hanno bloccato l’attuazione della piena trasparenza dei dati delle importazioni. L’obiettivo è dare finalmente applicazione alla storica sentenza del Consiglio di Stato che il 6 marzo scorso aveva accolto le richieste di Coldiretti sulla desecretazione dei flussi delle importazioni dei prodotti lattiero caseari provenienti dall’estero e destinati alla trasformazione, affermando che per tutelare la qualità e la sicurezza del cibo italiano è necessario sapere da dove proviene la materia prima agricola. Sentenza che è rimasta però finora lettera morta per l’opposizione della burocrazia che, con pretesti e fantasiose motivazioni, ha continuato a impedire l’accessibilità dei dati sulle importazioni senza significative ragioni in una situazione in cui, contiene materie prime straniere circa un terzo (33 per cento) della produzione totale dei prodotti agroalimentari venduti in Italia ed esportati con il marchio Made in Italy, a danno delle aziende agricole, dell’occupazione e dell’economia nazionale. Al contrario, occorre fare in modo che il principio affermato dal Consiglio di Stato venga applicato e sia esteso a tutti gli altri prodotti, dai succhi di frutta ai salumi. L’eliminazione del segreto realizza, infatti, una condizione di piena legalità diretta a tutelare i consumatori e le filiere penalizzate dalla concorrenza sleale. Di Maio, dal palco del Villaggio Coldiretti, ha ribadito che ci deve essere piena trasparenza sui flussi delle importazioni perché non ci devono essere segreti sulle loro destinazioni. Occorre sapere come stanno le cose per dare l’opportunità al cittadino di scegliere. E in sede Ue si punta a garantire la tracciabilità totale per il “Made in”. In quest’ottica con il Commissario alla Concorrenza che sarà attribuito all’Italia cadranno i rischi di infrazione sugli interventi che il nostro Paese vuole per garantire la trasparenza. IN PRIMO PIANO LE NOTIZIE DELLA SETTIMANA CONSUMI: INTERVENIRE PER CHI VIVE SOTTO LA SOGLIA DI POVERTÀ Sono 2,7 milioni le persone che in Italia sono state addirittura costrette a chiedere aiuto per il cibo da mangiare. È quanto emerge dal rapporto Coldiretti “La povertà alimentare e lo spreco in Italia”. Ad avere problemi per mangiare sono dunque oltre la metà dei 5 milioni di residenti che, secondo l’Istat, si trovano in una condizione di povertà assoluta. La stragrande maggioranza di chi è stato costretto a ricorrere agli aiuti alimentari lo ha fatto attraverso la consegna di pacchi alimentari che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri (pensionati, disoccupati, famiglie con bambini) che per vergogna prediligono questa forma di sostegno piuttosto che il consumo di pasti gratuiti nelle strutture caritatevoli. Infatti sono appena 113mila quelli che si sono serviti delle mense dei poveri a fronte di 2,36 milioni che invece hanno
accettato l’aiuto delle confezioni di prodotti sulla base dei dati sugli aiuti alimentari distribuiti con i fondi Fead attraverso dall’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea). Tra le categorie più deboli degli indigenti si contano 453mila bambini di età inferiore ai 15 anni, quasi 197mila anziani sopra i 65 anni e circa 103mila senza fissa dimora. In Piemonte le famiglie in condizioni di povertà assoluta, cioè che non possono permettersi spese essenziali, come l’acquisto dei farmaci, sono quasi duecentomila, pari al 5,9%. Una percentuale inferiore alla media italiana del 6,2%, ma che fa della nostra regione la maglia nera del nord Italia industriale. Per le famiglie piemontesi, ancor più che per quelle del resto d’Italia, la crisi del 2008 ha rappresentato davvero uno spartiacque storico. Il reddito netto è sceso di circa il 12% tra il 2007 e il 2016, ricominciando a crescere solo a partire dal 2013, ma con una variazione inferiore sia alla media nazionale (+1,6% contro +3,2%) sia a quella delle ripartizioni Nord Ovest e Nord Est (rispettivamente +2,0% e +5,8%). In valori assoluti e al netto dell’inflazione, il livello del reddito medio è calato di circa 4.200 euro in Piemonte contro i 3.600 euro nella media italiana (valore che scende a 2.600 euro considerando solo il Nord Ovest). Di fronte a questa situazione, ci sono varie organizzazioni attive nella distribuzione degli alimenti e le aziende di Campagna Amica, in occasione dei Villaggi Coldiretti, hanno contribuito con il progetto della Spesa Sospesa, nato proprio nell’edizione del Villaggio di Torino, realizzato lo scorso anno a giugno. Si tratta della possibilità di fare una donazione libera presso i banchi del mercato per fare la spesa a favore dei più bisognosi. Frutta, verdura, formaggi, salumi e ogni tipo di genere alimentare raccolto vengono consegnati alla Caritas che si occupa della distribuzione alle famiglie in difficoltà. Certo è necessario intervenire a livello strutturale per rompere questa spirale negativa, dare nuovi stimoli ed impulsi alla nostra regione e generare percorsi economici che possano aumentare il reddito di chi oggi vive sotto la soglia di povertà. Da qui deriva la nostra disponibilità ad implementare gli accordi di filiera con quell’agroindustria virtuosa far sì che si unisca veramente il territorio al mondo economico”. AGROENERGIE: ECCO GLI OBIETTIVI DA RAGGIUNGERE Il Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo ha pubblicato il "Position Paper sulle agro energie", elaborato dal Crea con la condivisione, tra gli altri, di Coldiretti, allo scopo di dare il giusto risalto al contributo delle biomasse di origine agricola sul piano nazionale Energia – Clima e per meglio focalizzare gli adempimenti relativi al recepimento della direttiva RED II sulle energie rinnovabili. “Nei boschi italiani sono accumulati 1,24 miliardi di tonnellate di carbonio - si legge nel documento - corrispondenti a 4,5 miliardi di tonnellate di anidride carbonica atmosferica. Ogni anno vengono fissati 12,6 milioni di tonnellate di carbonio che corrispondono ad un assorbimento di anidride carbonica dall’atmosfera di 46,2 milioni di tonnellate, paro a circa 5 t/ha di CO2 equivalenti”. Il Piano, nel delineare lo sviluppo della strategia energia-clima al 2030, dovrebbe quindi tener conto delle ricadute positive di carattere ambientale, economico e sociale, legate alla produzione di energia da biomasse e da biogas, ottenuti da matrici residuali e sottoprodotti, limitando l'uso di colture dedicate e puntando ad incrementare l'erogazione di altri beni e servizi. Con riferimento alla biomassa legnosa nel documento si afferma che lo sviluppo di sistemi energetici locali da filiera corta, alimentata da biomassa legnosa per la produzione di calore ed energia in cogenerazione, rappresenta un’importante opportunità per la gestione attiva e pianificata del patrimonio forestale nazionale, con indiscutibili ricadute nel bilancio del carbonio, nel governo del territorio e per lo sviluppo socioeconomico locale, in particolare nelle aree interne e rurali del Paese. Rispetto al biogas l’auspicio espresso è di istituire misure volte a promuovere nel settore agricolo e zootecnico, la produzione di energia elettrica ottenuta dalla digestione anaerobica di sottoprodotti, in particolare effluenti zootecnici, e colture, in impianti integrati nel ciclo produttivo di una impresa agricola e/o di allevamento al fine di valorizzare biomasse di scarto, colture non alimentari e colture di secondo raccolto, realizzando una bioeconomia circolare, grazie alla duplice produzione di energia e ammendante,
riducendo l’impatto delle emissioni del comparto zootecnico e favorendo lo stoccaggio di CO2 nei suoli agricoli. PATTO CON L’ENI PER BIOENERGIE E FERTILIZZANTI Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, e l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, hanno firmato un Memorendum di intesa che stabilisce importanti aree di collaborazione nell’ambito dell’economia circolare. In base all’accordo, Eni e Coldiretti valuteranno iniziative congiunte nei seguenti ambiti: la valorizzazione delle biomasse agricole per la produzione di biocarburanti avanzati per il comparto energetico e biochemicals, e dei sottoprodotti di tali produzioni anche a fini zootecnici o di input per l’agricoltura, quali biofertilizzanti; la ricerca e promozione di colture per la produzione di cariche alternative per le green refinery, non in competizione con la catena alimentare; una gestione più sostenibile del fine vita dei prodotti, attraverso la minimizzazione della produzione di scarti e rifiuti nell’ambito della filiera alimentare, nel trasporto e nell’imballaggio; in generale, la promozione di un’agricoltura sostenibile che punti all’ottimizzazione dei consumi energetici, alla conservazione delle matrici ambientali e l’impiego sostenibile dell’acqua, anche attraverso l’uso di strumenti digitali e di tecnologie rinnovabili. Le parti, inoltre, studieranno sistemi integrati e tipologie di coltivazioni idonee per alimentare cicli industriali di chimica da rinnovabili, valorizzandone anche scarti e sottoprodotti; condivideranno terreni marginali per coltivazioni atte alla produzione di biocarburanti avanzati, incluso il biometano; valuteranno l’integrazione fra il recupero di aree brownfield riconvertite ad uso fotovoltaico e di produzione di biometano, e necessità energetiche contigue in campo agricolo. PRESTITI DI CONDUZIONE AZIENDALE: AMMESSE LE DOMANDE La regione Piemonte con propria determina ha pubblicato l’elenco delle domande ammissibili e finanziabili relative alla concessione di prestiti di conduzione aziendale per l’anno 2019. Tutte le 565 domande di aiuto presentate entro la prima scadenza del 31 maggio 2019, risultano ammissibili a finanziamento. Si ricorda che l’intervento concerne la concessione di contributi negli interessi su prestiti per la conduzione aziendale accesi da imprenditori singoli; tali prestiti della durata massima di un anno sono funzionali alla gestione finanziaria ordinaria dell’azienda agricola. L’aiuto consiste in un contributo sugli interessi del prestito, pari all’1% per le imprese ubicate in zona di pianura o di collina e all’1,5% per quelle ubicate in zona di montagna; nel caso in cui almeno il 50% dell’importo del prestito sia assistito da garanzia prestata da confidi il contributo è aumentato di 0,30 punti percentuali. Entro la fine del mese sarà pubblicato anche l’elenco delle domande ammissibili e finanziabili presentate tra il 01/06/2019 ed il 21/06/2019 a seguito della riapertura dei termini per la presentazione delle istanze di sostegno. NUOVO CALENDARIO VENATORIO PER LA STAGIONE 2019/2020 La Giunta Regionale, in occasione della seduta del 5 luglio scorso, ha approvato il Calendario Venatorio per la stagione 2019/2020. Per quanto riguarda il cinghiale, oltre ai periodi in cui è possibile esercitare la caccia di selezione sulla base dei piani di prelievo approvati, la caccia sarà praticabile nei periodi dal 21/09 al 19/12 o dal 02/11 al 30/01, in forma non selettiva . Ogni cacciatore potrà abbattere fino a venticinque cinghiali su base annuale, con il limite di cinque capi giornalieri. In applicazione della Legge n. 157/92 e della Legge regionale n. 5/2018, in termini generali: Il numero massimo di giornate di caccia settimanali per ogni cacciatore è di tre; L’esercizio venatorio è vietato su tutto il territorio regionale nelle giornate di martedì e venerdì;
L’attività venatoria è vietata nelle domeniche del mese di settembre; La caccia è consentita da un’ora prima del sorgere del sole fino al tramonto; La caccia di selezione agli ungulati è consentita fino ad un’ora dopo il tramonto. ANABORAPI, GIORDANO ELETTO NEL CONSIGLIO DELLA FEDERAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI NAZIONALI DI RAZZA Mercoledì 10 luglio si è tenuta a Roma l’Assemblea della Federazione delle associazioni nazionali di razza e specie. Si tratta dell’associazione nata per scissione da AIA – Associazione Italiana Allevatori - a seguito della riforma introdotta alla legge sulla riproduzione animale (Decreto legislativo 52/2018) e ci sui fanno parte le ANA - Associazioni Nazionali Allevatori di Razza. La riforma, infatti ha previsto una suddivisione tra l’attività di selezione svolta dalle ANA (Associazioni Nazionali Allevatori di Razza) e i controlli funzionali svolte dalle ARA – Associazioni Regionali Allevatori. Pertanto le ARA, tra cui la stessa ARA Piemonte ha continuato, e tuttora prosegue, ad aderire ad AIA, mentre le ANA, tra cui ANABORAPI sono confluite nella nuova Federazione delle Associazioni Nazionali di Razza e Specie. Compito della Federazione delle associazioni nazionali di razza e specie è quello di mantenere un coordinamento tra le singole ANA (oltre ANABORAPI, ci sono ANAFIJ, ecc.). E in occasione dell’Assemblea, il presidente di ANABORAPI Renato Giordano è stato eletto a far parte nel Consiglio della Federazione. Un riconoscimento che testimonia l’importanza dell’ANABORAPI e della razza Piemontese, come confermato dai dati illustrato nell’ultima “Relazione Tecnica e Statistiche 2018” presentata in occasione dell’Assemblea dello scorso 20 giugno. La razza Piemontese è la seconda razza autoctona – dopo la Frisona – per numero di vacche iscritte al Libro Genealogico (132.003 capi), praticamente il doppio della Bruna che si colloca al terzo posto con oltre 71 mila capi. Il 2018 ha confermato un’ulteriore crescita per la Piemontese, numeri confermati dal Libro Genealogico, che ha riscontrato un aumento di quasi 5.000 capi, dei quali 1.500 fattrici. MICROBIRRIFICI: OK AL TAGLIO DELLE ACCISE DEL 40% Con l’approvazione della legge di bilancio 2019 (Legge 30 dicembre 2018, n. 145 - Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021), pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 302 del 31 dicembre 2018, sono state introdotte alcune agevolazioni per il comparto birra. L’attuazione di questa misura era demandata ad un apposito decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze. Il decreto in questione (Decreto 4 giugno 2019) è stato pubblicato lo scorso 14 giugno sulla Gazzetta Ufficiale n. 138. Pertanto dal 1° luglio diventerà più leggera l’accisa sulla produzione dei microbirrifici, ora fissata a 2,99 euro per ettolitro e grado-Plato. L’attuale aliquota, già ridotta di un centesimo per tutte le realtà grandi e piccole del settore dallo scorso gennaio, subirà ora un’ulteriore sforbiciata del 40% per le sole strutture operanti in regime di deposito fiscale la cui produzione annua non superi i 10 mila ettolitri. Il decreto dà attuazione non solo al taglio dell’accisa per la produzione dei microbirrifici ma introduce anche novità importanti sul fronte della semplificazione procedurale. Nel testo normativo è stabilito, infatti, che l’accertamento dell’accisa da assolvere venga effettuato sul prodotto finito, ossia a conclusione delle operazioni di condizionamento, mentre in precedenza l’operazione veniva effettuata nella fase precedente, senza tenere conto, ai fini della tassazione, dei cali fisiologici di produzione. L’aliquota ridotta - chiarisce in questo senso il decreto all’articolo 1, comma 3 – “è applicata alla birra ottenuta a seguito di un ciclo di produzione che inizia con la realizzazione del mosto e si conclude con la fase di condizionamento, che sia eseguito interamente in microbirrifici ovvero in piccole birrerie nazionali”. A seguito dello stesso decreto l’Agenzia delle Dogane ha emanato la Circolare n. 4 del 28 giugno 2019, che va a dettagliare e completare il quadro normativo di riferimento.
FRODI SUL VINO: SERVONO LEGGI PIU’ STRINGENTI Un plauso alle attività degli ispettori dei vari organismi incaricati a controllare la regolarità di produzione e mercato, che smascherano le piraterie ai danni di produttori e consumatori. Tolleranza zero sulle frodi che minacciano lo sviluppo di un settore, cresciuto puntando su un grande percorso di valorizzazione qualitativa che ha portato il vino italiano a raggiungere il record storico di fatturato a 11 miliardi realizzato grazie alla crescita in valore sia nell’ export (+3%) che nei consumi (+4%). È quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’operazione “Ghost Wine” del Gruppo Carabinieri per la Tutela della Salute di Napoli, e dell'Unita' Centrale Investigativa dell'Icqrf (Ispettorato centrale repressione frodi). Le frodi individuate riguardano lo zuccheraggio la falsificazione delle etichette, l’annacquamento, l’aggiunta irregolare di aromi ma c’è anche la commercializzazione di vini in polvere “Wine Kit” on line con l’utilizzo di prestigiosi marchi italiani copiati e contraffatti dagli operatori senza scrupoli. Su queste attività truffaldine la battaglia di Coldiretti è senza quartiere e intensa. Dalla richiesta di una legge europea che renda obbligatoria l’indicazione dell’origine di tutti gli alimenti in etichetta, dopo aver ottenuto la stessa cosa già a livello nazionale, all’attivismo per segnalare e rendere note a tutti le frodi, le sofisticazioni e il plagio dei marchi made in Italy, alla campagna contro le agromafie. Più specificamente sul vino abbiamo richiesto che vi sia un attento e preciso monitoraggio sulle importazioni, al fine di conoscere quantità, luogo di partenza e destinazione. Tali prescrizioni, insieme ad un sistema per rendere trasparente al consumatore l’azienda che ha imbottigliato un determinato vino, la nostra Organizzazione ha ottenuto che fossero inserite nel Testo Unico del Vino – Legge 238/2016, occorre però renderle effettivamente operative con ulteriori provvedimenti. Non di meno è importante porre fine alla norma scandalosa prevista dai Regolamenti dell’Unione Europea che permette di considerare spumante italiano un vino che pur originario da altri paesi abbia in Italia avuto la semplice elaborazione finale per ottenere le bollicine. Un prodotto per essere italiano deve provenire da uve raccolte in Italia! Sulla base dei dati dei quasi 18mila controlli effettuati dal Ispettorato Centrale Repressione Frodi (ICQRF) sul settore vitivinicolo, le frodi e la vinopirateria sono la principale minaccia al successo del settore del vino. Sono stati individuati 194 casi di reato nel 2018 con il sequestro di 150 mila hl di prodotto per un valore di 16,3 milioni di euro. Alle suddette frodi si aggiungono gli inganni a danno del vino Made in Italy provocati dalla vinopirateria nei diversi continenti dove sono stati scoperti clamorosi falsi, dal Bordolino bianco e rosso con tanto di bandiera tricolore, ma prodotto in Argentina al Chianti Made in Usa fino al Barbera bianco acquistato in Romania. Gli ottimi risultati dell’attività delle forze dell’ordine confermano l’efficacia del sistema di controlli in Italia, che vanno però sostenuti anche con la riforma dei reati in materia agroalimentare per aggiornare le norme attuali, risalenti alcune agli inizi del 1900. Un obiettivo sostenuto dalla importante decisione del Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede di chiedere la collaborazione di Giancarlo Caselli e dell`Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti, proprio per procedere alla revisione delle leggi in materia. GRADUATORIA PER I NUOVI IMPIANTI DI VIGNETO IN PIEMONTE Giovedì 11 luglio è stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte la graduatoria dei beneficiari delle domande presentate quest’anno per la concessione delle autorizzazioni a realizzare nuovi vigneti. È necessario annotarsi questa data perché da quel momento sono scattate due importanti scadenze: i tre anni di validità dell’autorizzazione stessa, vale a dire i tempi permessi per la messa in opera dei nuovi vigneti, pena la decadenza della concessione. i 30 giorni per eventualmente rinunciare, senza incorrere in sanzione, se l’assegnato e inferiore al 50% della richiesta. La pubblicazione sul BUR vale anche come notifica alle singole aziende beneficiarie, che non riceveranno pertanto lettere d’avviso specifiche.
Chi avesse presentato la domanda, ottenesse un’assegnazione per meno della metà del richiesto e per sopraggiunte ragioni aziendali non intendesse realizzare l’impianto, potrà entro 30 gg direttamente tramite sistema SIAN rifiutare l’autorizzazione. Dal mese di agosto le autorizzazioni saranno caricate su ciascun fascicolo/schedario. Il bando Piemontese prevedeva la non applicazione di priorità, un limite massimo di 20 ettari e per tutti i richiedenti la garanzia di una superficie minima di 0,5 ettari. Il risultato complessivo è stato di 460 ettari circa di superficie concessa (l’1% dell’estensione del vigneto subalpino) su una domanda che ha superato i 1066 ettari, cioè il 43%, esattamente come l’anno scorso (nel 2017 70% e nel 2016 quasi 100%). Nei casi singoli la percentuale ammessa invece varia di molto poiché intervengono i suddetti criteri contenuti nel bando. Questo fa sì che la media di 43% scenda anche a meno del 20% e raggiunga addirittura (se si è richiesto il minimo 0,5 ettari) il 100%. È importante che i viticoltori verifichino con attenzione la superficie che è stata loro assegnata e la reale disponibilità di nuovo impianto, onde evitare le pesanti sanzioni previste per chi entro i tre anni non realizza completamente la superficie autorizzata. Il nuovo vigneto potrà vantare come anno di realizzo già il 2019 se sarà impiantato dopo l’assegnazione dell’autorizzazione, ma entro la campagna attuale, vale a dire entro il 31 luglio (attenzione a documentare anche con le fatture delle barbatelle acquistate…). La dichiarazione d’impianto dovrà essere presentata entro 60 gg, al più tardi al 30 settembre 2019. OPERATIVA LA APP PER LO SPOSTAMENTO E IL TRASPORTO ANIMALI Si comunica che, per ottimizzare i vantaggi derivanti dall'informatizzazione del Modello 4, dal 24 giugno 2019 è possibile utilizzare una nuova App che ne consente la compilazione da dispositivi mobili, quali tablet e smartphone. Al momento l'App consente di compilare i Modelli 4 elettronici per lo spostamento degli animali della specie bovina e bufalina, della specie ovina e caprina, della specie suina e degli equidi. S’informa inoltre che sul portale vetinfo, nell'area pubblica, è disponibile un video tutorial sulle modalità operative di utilizzo della nuova App. Gli allevatori che intendono utilizzare l’App per la compilazione del mod. 4 devono preventivamente richiedere la sub delega al proprio delegato (Coldiretti) ed essere in possesso della CNS (carta nazionale dei servizi). Per ulteriori informazioni rivolgersi agli uffici anagrafe di Zona Coldiretti. IN PRIMO PIANO APPUNTAMENTI GIOVEDÌ 18 LUGLIO: 27ESIMA FESTA DEL SOCIO CATAC Coldiretti Cuneo e l’Agenzia 4A hanno organizzato per giovedì 18 luglio la 27esima Festa della Consulenza Tecnica, un momento di incontro e festa per tutta la famiglia, con tante novità. Per consentire ad ogni tipologia di azienda agricola di partecipare, quest’anno la Festa si presenta in versione serale presso il Lago la Sirenetta di Savigliano (via Solerette, 9A) a partire dalle ore 18:30 con Santa Messa, aperitivo e distribuzione di carne alla brace, con possibilità anche di menu bimbi. Presso l’area del lago ci saranno servizio bar ed area giochi per i più piccoli e intrattenimento per tutti. Obbligatoria la prenotazione presso i tecnici dell’Agenzia 4A degli Uffici Zona Coldiretti o al numero 0171 447275. Vi aspettiamo numerosi per festeggiare insieme la stagione 2019! IN PRIMO PIANO QUOTAZIONI UOVA DA CONSUMO Nella seduta di lunedì 8 luglio la CUN Uova in natura da consumo, ha rilevato le seguenti quotazioni (tra parentesi la variazione rispetto alla settimana precedente):
Uova allevate in gabbie arricchite in natura S (meno di 53 g) 0,69 €/Kg (-0,02) M (da 53 a 63 g) 0,96 €/Kg (-0,02) L (da 63 a 73 g) 1,00 €/Kg (-0,02) Uova allevate a terra in natura S (meno di 53 g) 0,80 €/Kg (-0,01) M (da 53 a 63 g) 1,15 €/Kg (-0,01) L (da 63 a 73 g) 1,17 €/Kg (-0,01) I prezzi sono indicativi, IVA ESCLUSA e franco azienda di produzione. SUINI In rialzo il mercato dei suini. La CUN suini da macello nella giornata di giovedì 11 luglio ha rilevato, per la categoria suino pesante 160/176 kg del circuito tutelato, la quotazione di 1,350 €/kg (prezzo indicativo riferito ad animali vivi, iva esclusa e nella modalità franco partenza produttore), in aumento di 0,011 € rispetto alla della settimana precedente. Stabile il mercato delle scrofe: nella stessa giornata la CUN scrofe da macello ha confermato la quotazione di 0,605 €/kg. Infine la CUN Suinetti ha rilevato le quotazioni (prezzi indicativi IVA esclusa e nella modalità franco partenza produttore) per le seguenti categorie di capi che, rispetto alla settimana precedente, hanno subito le seguenti variazioni: Lattonzoli di 7 Kg 48,70 €/cad (-0,70) - Lattonzoli di 15 Kg 4,385 €/kg (-0,030) - Lattonzoli di 25 Kg 3,342 €/kg (-0,030) - Lattonzoli di 30 Kg 3,045 €/kg (-0,025) - Lattonzoli di 40 Kg 2,625 €/kg (-0,015) - Magroni di 50 Kg 2,317 €/kg (-0,010) - Magroni di 65 Kg 2,005 €/kg (invariato) - Magroni di 80 Kg 1,735 €/kg (invariato) - Magroni di 100 Kg 1,540 €/kg (invariato). CEREALI Di seguito riportiamo le quotazioni settimanali di orzo rilevate dall’Associazione Granaria di Milano e dalla Borse merci di Torino (tra parentesi la variazione rispetto alla settimana 'precedente): MILANO – rilevazione del 9 luglio (merce resa franco Milano) Orzo nazionale leggero 162 - 167 €/ton (invariato) Orzo nazionale pesante 170 - 175 €/ton (invariato) TORINO – rilevazione del 11 luglio (merce resa franco arrivo) Orzo nazionale base 163 - 168 €/ton (0,00/0,00) Orzo nazionale pesante 171 - 176 €/ton (0,00/0,00) La Borsa merci di Torino, nella stessa giornata, ha rilevato le seguenti quotazioni di mais e soia (tra parentesi la variazione rispetto alla settimana precedente): mais nazionale comune, ibrido essiccato 180 - 182 €/ton (-1,00/-1,00); semi di soia nazionale 330 - 335 euro/ton (0,00/0,00). Infine la Borsa merci di Cuneo, nella seduta di lunedì 8 luglio ha rilevato per il fieno maggengo la quotazione di 90-110 euro/tonnellata, invariata rispetto alla settimana precedente. LATTE Lunedì 8 luglio la Camera di commercio di Lodi ha rilevato il prezzo medio di 460 euro/tonnellata (minimo 455 – massimo 465), franco arrivo, Iva esclusa per il latte crudo spot nazionale, in aumento del 2,2% (+10 euro) rispetto alla settimana precedente (minimo 445 – massimo 455). Si tratta del decimo aumento consecutivo, che ha portato ad un aumento complessivo del 21% dalla fine di aprile (prezzo medio di 380 euro/tonnellata). In aumento di 10 euro anche le quotazioni del latte di provenienza estera: quello francese è quotato a una media di 420 euro/tonnellata (minimo 415 – massimo 425); quello tedesco a una media di 430 euro/tonnellata (minimo 425 – massimo 435).
Di seguito alcuni numeri sul comparto a livello europeo e globale, forniti dall’Osservatorio latte della Commissione europea: prezzi medi europei del latte crudo sono diminuiti dell'1,5% a maggio, scendendo a 33,8 €cent./kg; questo prezzo è superiore del 5% rispetto a un anno fa e dell'8% rispetto alla media degli ultimi cinque anni; i prezzi del burro nell'UE sono in calo del 2,4% nelle ultime 4 settimane, -11% da gennaio; i prezzi della polvere di latte scremato (SMP) dell'UE sono in aumento dello 0,5% nelle ultime 4 settimane, + 19% da gennaio; il prezzo del latte negli Stati Uniti è aumentato a maggio e ora è superiore del 13% rispetto a un anno fa; al contrario, il prezzo del latte in Nuova Zelanda è diminuito del 2% a maggio e ha registrato un calo del 7% rispetto a maggio 2018; grave caduta dei prezzi del burro in Oceania durante le ultime due settimane.
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