Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione e la Trasparenza - (articolo 1, comma 8 della Legge 6 novembre 2012 n.190)
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Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione e la Trasparenza 2020 - 2022 (articolo 1, comma 8 della Legge 6 novembre 2012 n.190) Pagina 1 di 44
Indice Premessa e nozione di corruzione ..................................................................................................... 4 Sezione I – Il Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione............................................. 5 1.1 Scopo e finalità del Piano......................................................................................................... 5 1.2 Struttura del Piano................................................................................................................... 6 1.3 Processo di adozione e validità temporale ............................................................................. 7 1.4 Ambito di applicazione ............................................................................................................ 7 1.5 Obblighi di conoscenza ............................................................................................................ 8 1.6 Riferimenti normativi del Piano ............................................................................................. 8 1.7 Analisi del contesto................................................................................................................... 9 1.7.1 Contesto esterno .................................................................................................................. 9 1.7.2 Contesto interno ................................................................................................................ 15 1.7.3 Conclusioni ....................................................................................................................... 19 1.7.4 Stato di attuazione del PTPC 2019 – 2021 ....................................................................... 19 1.8 Obiettivi del Piano .................................................................................................................. 19 1.9 Coordinamento con il ciclo della performance.................................................................... 20 1.10 Soggetti, compiti e responsabilità ....................................................................................... 21 1.10.1 Soggetti e compiti ........................................................................................................... 21 1.10.2 Responsabilità ................................................................................................................. 23 1.11 Obblighi di informazione nei confronti del Responsabile della Prevenzione della Corruzione .................................................................................................................................... 24 1.12 Sistema di gestione del rischio di corruzione ..................................................................... 24 1.12.1 Definizione del contesto e mappatura dei processi ......................................................... 24 1.12.2 Identificazione dei rischi ................................................................................................. 26 1.12.3 Analisi dei rischi ............................................................................................................. 26 1.12.4 Identificazione e programmazione delle misure di prevenzione .................................... 27 1.12.5 Il monitoraggio e le azioni di risposta............................................................................. 29 1.12.6 Processo di adeguamento alla nuova metodologia di analisi e ponderazione del rischio .................................................................................................................................................... 29 1.13 Programmazione delle misure di riduzione e prevenzione del rischio ............................ 30 1.13.1 Misure di prevenzione di carattere generale ................................................................... 31 1.13.2 Misure ulteriori di carattere generale .............................................................................. 42 Sezione II - Elenco dei responsabili della trasmissione e della pubblicazione dei documenti, delle informazioni e dei dati ai sensi del decreto legislativo n. 33/2013....................................... 43 Pagina 2 di 44
Allegati al Piano Allegato 1 - Catalogo dei processi, riportante i rischi specifici associati a ciascuno di essi, la graduazione del rischio con riferimento a ciascuna area, processo analizzato e le misure di prevenzione da adottare Allegato 2 - Elenco dei responsabili della trasmissione e della pubblicazione dei documenti, delle informazioni e dei dati ai sensi del decreto legislativo n. 33/2013 Allegato 3 – Relazione del Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza relativa all’attività svolta nell’anno 2019 Allegato 4 – Organigramma Aziendale Allegato 5 – Codice di comportamento Allegato 6 – Delibera nomina RASA Allegato 7 – Piano di formazione in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza Pagina 3 di 44
Il presente documento comprende l’aggiornamento al Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione e la Trasparenza (PTPCT) e l’indicazione dei responsabili della trasmissione e della pubblicazione dei documenti, delle informazioni e dei dati ai sensi del decreto legislativo n. 33/2013 in base a quanto stabilito dall’articolo 10, comma 1, lettera b) del Decreto Legislativo 25 maggio 2016, n. 97, di modifica e integrazione del Decreto Legislativo 14 marzo 2013 n. 33. I precedenti PTPCT sono pubblicati nella sezione “Amministrazione Trasparente” del sito istituzionale dell’Azienda. Premessa e nozione di corruzione La legge 190/2012 definisce il Piano della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza quale atto di indirizzo che le Pubbliche Amministrazioni devono adottare ai fini dell’individuazione dei principali rischi di corruzione e dei relativi rimedi da predisporre, indicando quindi obiettivi, tempi e modalità concrete di contrasto al fenomeno corruttivo. Esso deve svilupparsi su un arco temporale triennale e va annualmente aggiornato. Sulla scorta di quanto previsto all’articolo 1, comma 4, della Legge 190/2012, con delibera n. 72 del 11 settembre 2013, è stato approvato il “Piano Nazionale Anticorruzione” – PNA – che ha successivamente subito diverse modifiche, che hanno integrato e parzialmente modificato l’impostazione adottata (delibera n. 831 del 3 agosto 2016, delibera n. 1208 del 22 novembre 2017, delibera 1074 del 21 novembre 2018, delibera n. 1064 del 13 novembre 2019). Il PNA dunque svolge il ruolo di faro guida per tutti gli enti pubblici individuando i criteri e la metodologia da seguire per una corretta strategia della prevenzione della corruzione, sia a livello nazionale che a livello decentrato. Nell’elaborazione del presente Piano, quindi, si è adottata una strategia di prevenzione della corruzione ispirata ai criteri e alla metodologia suggeriti nel Piano Nazionale, che costituisce atto di indirizzo per ogni Pubblica Amministrazione. Il presente documento, che potrà essere aggiornato anche nel corso dell’anno dal Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza se ritenuto necessario o opportuno, contiene la pianificazione delle misure generali e specifiche per il triennio 2020-2022. Nozione di corruzione prevenzione della corruzione Nell’ambito del PNA 2019, l’ANAC fornisce una definizione aggiornata di “corruzione” e di “prevenzione della corruzione”, in qualche modo integrando e superando tutte le precedenti definizioni che erano state date del fenomeno. Infatti il citato Piano, distingue fra la definizione di corruzione, ovvero i “comportamenti soggettivi impropri di un pubblico funzionario che, al fine di curare un interesse proprio o un interesse particolare di terzi, assuma (o concorra all’adozione di) una decisione pubblica, deviando, in cambio di un vantaggio (economico o meno), dai propri doveri d’ufficio, cioè, dalla cura imparziale dell’interesse pubblico affidatogli”, più propri del contrasto penalistico ai fenomeni corruttivi, da quella di “prevenzione della corruzione”, ovvero “una vasta serie di misure con cui si creano le condizioni per rendere sempre più difficile l’adozione di comportamenti di corruzione nelle amministrazioni pubbliche e nei soggetti, anche privati, considerati dalla legge 190/2012.”. Pertanto non si intende modificato il contenuto della nozione di corruzione, intesa in senso penalistico, ma la “prevenzione della corruzione”, introduce in modo organico e mette a sistema misure che incidono laddove si configurano condotte, situazioni, condizioni, organizzative ed individuali - riconducibili anche a forme di cattiva amministrazione - che potrebbero essere prodromiche ovvero costituire un ambiente favorevole alla commissione di fatti corruttivi in senso proprio. Quanto affermato trova conferma nei più recenti interventi del legislatore, il quale andando ad introdurre il comma 8-bis nella Legge n. 190/2012, opera un esplicito riferimento alla verifica da Pagina 4 di 44
parte dell'organismo indipendente di valutazione alla coerenza fra gli obiettivi stabiliti nei documenti di programmazione strategico gestionale e i piani triennali per la prevenzione della corruzione e della trasparenza. Sezione I – Il Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione 1.1 Scopo e finalità del Piano Il presente Piano ha lo scopo di individuare le misure atte a prevenire ogni possibile episodio corruttivo all’interno dei propri uffici e servizi e di identificare gli attori di tale attività di prevenzione, cui spetterà il compito di monitorare i processi più “sensibili” e maggiormente esposti a rischio di comportamenti illeciti mediante il coinvolgimento dei Responsabili delle strutture, dei Dirigenti e, a cascata, di tutto il personale dell’Azienda, utilizzando gli strumenti previsti dal presente Piano. Nell’ambito di tale processo, il ruolo della Direzione è, in primis, quello di dare maggiore incisività ad ogni misura idonea al raggiungimento dello scopo. Ulteriore scopo del Piano è quello di garantire il suo raccordo con tutti gli altri strumenti di programmazione aziendale e, in particolare, con il Piano della Performance (PP) e col Piano della Formazione, in un’ottica di reale integrazione del processo di prevenzione nell’ambito della complessiva strategia aziendale. Con l’adozione del presente Piano, l’Amministrazione intende perseguire un duplice ordine di finalità: • in primo luogo, contrastare e prevenire, nell'ambito della materia disciplinata dalla citata normativa, il fenomeno dell'illegalità, consistente nello sviamento di potere per fini illeciti, mediante la strumentalizzazione oggettiva e soggettiva dell’ufficio pubblico con l’aggiramento fraudolento delle norme, nonché, più in generale, ogni forma di abuso e/o strumentalizzazione dell'ufficio e delle funzioni a fini personali e/o di dolosa violazione delle norme e delle regole comportamentali per ottenere indebiti vantaggi di qualsiasi natura; • in secondo luogo, ma non per ordine di importanza, creare un contesto fortemente orientato ai valori della legalità, della trasparenza, dell’integrità e dell’etica, attraverso un percorso di cambiamento culturale che conduca a considerare tali valori come naturale connotazione di ogni azione e decisione aziendale e parte integrante della qualità dei servizi, delle prestazioni e delle relazioni tra l’Amministrazione e i cittadini/utenti. Muovendo da tale prospettiva, attraverso il Piano, si intende fornire ai Direttori e ai Responsabili delle varie articolazioni aziendali un sistema organico di principi e regole da veicolare a tutti i dipendenti ed operatori addetti alle strutture cui sono preposti, per prevenire ogni forma di illegalità. La strategia di prevenzione definita nel presente Piano non si configura come un’attività compiuta destinata ad esaurirsi entro un termine definito, bensì come un insieme di strumenti e misure finalizzati alla prevenzione che verranno via via affinati in relazione al feedback e all’esperienza acquisita. Come meglio illustrato dallo schema sottostante, il PTPCT è uno strumento organizzativo, volto alla realizzazione di un complesso disegno normativo. Pagina 5 di 44
1.2 Struttura del Piano Il presente Piano, oltre che dalla parte introduttiva, è strutturato in due sezioni: 1) la Prima Sezione relativa al Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione che contiene: a) finalità ed obiettivi del Piano b) processo di adozione c) soggetti coinvolti nel processo di gestione del rischio di corruzione e illegalità e alle relative responsabilità d) modello di gestione del rischio adottato e individuazione delle aree di rischio; e) misure per la riduzione del rischio 2) la Seconda Sezione relativa all’elenco dei responsabili della trasmissione e della pubblicazione dei documenti, delle informazioni e dei dati ai sensi del decreto legislativo n. 33/2013 come modificato e integrato dal decreto legislativo n. 97/2016. Il Piano è corredato dai seguenti documenti che ne costituiscono parte sostanziale ed integrante: • Allegato 1 - Catalogo dei processi, riportante i rischi specifici associati a ciascuno di essi, la graduazione del rischio con riferimento a ciascuna area, processo analizzato e le misure di prevenzione da adottare • Allegato 2 - Elenco dei responsabili della trasmissione e della pubblicazione dei documenti, delle informazioni e dei dati ai sensi del decreto legislativo n. 33/2013 • Allegato 3 – Relazione del Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza relativa all’attività svolta nell’anno 2019 • Allegato 4 – Organigramma Aziendale • Allegato 5 – Codice di comportamento • Allegato 6 – Delibera nomina RASA • Allegato 7 – Piano di formazione in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza Pagina 6 di 44
1.3 Processo di adozione e validità temporale Il Piano per la Prevenzione della Corruzione è un documento di carattere programmatico attraverso il quale l’Azienda individua le aree e i processi nei quali il rischio di corruzione è più elevato. Finalità del Piano è anche il superamento della mera rilevanza penale dei fenomeni corruttivi a favore di un processo culturale e sociale in cui si innesti una politica di prevenzione volta ad incidere sulle cosiddette occasioni della corruzione e individuare le misure per gestire il rischio in modo da prevenire la corruzione, nell'ambito della propria attività amministrativa, in attuazione delle disposizioni di cui alla legge n. 190 del 6 novembre 2012 come modificata ed integrata dal decreto legislativo n. 97 del 25 maggio 2016. Il presente Piano costituisce atto di indirizzo gestionale che integra il Regolamento degli Uffici e dei Servizi. Il piano contiene misure di prevenzione oggettiva che, attraverso soluzioni organizzative, mirano a ridurre ogni spazio all’azione di interessi particolari volti al condizionamento delle decisioni pubbliche, nonché misure di prevenzione soggettiva che mirano a garantire la posizione di imparzialità del funzionario pubblico che partecipa in vari modi ad una decisione amministrativa. Rispetto ai portatori di interessi esterni, si è proceduto attraverso la formale pubblicazione di un avviso sul sito internet dell’Ente dal 02/12/2019 al 10/01/2020. All’esito della consultazione, non sono pervenuti contributi o indicazioni, sottolineando un generale distacco da parte dei cittadini alla materia. La validità temporale del Piano è di tre anni ed il suo contenuto viene aggiornato, entro il 31 gennaio di ogni anno, con riferimento al triennio successivo a scorrimento, tenendo conto dei risultati conseguiti e delle proposte formulate dai Direttori e dai Dirigenti e da tutti gli altri soggetti coinvolti nel processo di gestione del rischio. L’aggiornamento annuale del Piano tiene conto dei seguenti fattori: • normative sopravvenute che impongono ulteriori adempimenti; • mutamenti organizzativi; • emersione di nuovi rischi; • nuovi indirizzi o direttive contenuti nel PNA. Il Piano 2020-2022, in particolare, tiene conto dei seguenti fattori: • il Piano Nazionale Anticorruzione 2019 di cui alla deliberazione dell’Autorità Nazionale Anticorruzione del 13 novembre 2019 n. 1064; • l’esito del monitoraggio annuale e, in particolare, i contenuti delle relazioni a tal fine presentate dai Direttori e dai Dirigenti; • l’analisi del contesto interno ed esterno. Considerato che l’attività di prevenzione della corruzione rappresenta un processo i cui risultati si giovano della maturazione dell’esperienza e si consolidano nel tempo, il presente Piano costituisce uno strumento dinamico i cui contenuti verranno affinati, integrati, modificati e aggiornati anche in relazione al feedback ottenuto dalla sua applicazione e all’evoluzione organizzativa. 1.4 Ambito di applicazione Il presente Piano si applica, per quanto compatibile in relazione alla natura del rapporto con i processi aziendali, oltre che ai dipendenti con rapporto a tempo indeterminato o determinato e ai componenti della Direzione Generale, del Collegio Sindacale e dell’Organismo Indipendente di Pagina 7 di 44
Valutazione, a tutti coloro che, a qualsiasi titolo, si trovino ad operare all’interno delle strutture aziendali o in nome e per conto dell’Azienda, incluse, in particolare, le seguenti categorie: a) Medici, Veterinari e Psicologi a rapporto convenzionale; b) Consulenti e collaboratori a qualsiasi titolo; c) Dipendenti e collaboratori di imprese fornitrici; d) Personale assunto con contratto di somministrazione; e) Borsisti, stagisti e tirocinanti. A tal fine: • negli atti relativi all’instaurazione del rapporto di lavoro/collaborazione, dovrà essere inserita, a cura della Unità Operativa Complessa Gestione Risorse Umane, una clausola che preveda l’impegno ad osservare le prescrizioni del presente Piano e del Codice di Comportamento e la risoluzione o decadenza dal rapporto, in caso di violazione; • nei contratti di affidamento di appalti di fornitura di servizi e lavori o di convenzione/collaborazione, a cura delle competenti Strutture, dovrà essere inserita una clausola in virtù della quale la ditta fornitrice, a pena di risoluzione del contratto, in caso di violazione delle disposizioni del PTPC e del Codice di Comportamento da parte dei propri dipendenti e collaboratori, è tenuta ad adottare i provvedimenti volti a rimuovere la situazione di illegalità segnalata dall’ASL nonché le eventuali conseguenze negative e a prevenirne la reiterazione. 1.5 Obblighi di conoscenza La presa visione del Piano e la conoscenza dei suoi contenuti rappresentano un obbligo per tutti i soggetti destinatari di cui al precedente paragrafo. Per agevolare l’assolvimento di tale obbligo: • a cura del competente Ufficio, viene pubblicato un avviso sul sito istituzionale e sulla rete intranet e inviata una mail per informare i destinatari individuati nel precedente paragrafo dell’avvenuta pubblicazione del Piano e dei suoi aggiornamenti e dell’obbligo di prenderne visione; • i Responsabili delle strutture aziendali devono provvedere ad informare il personale eventualmente non raggiungibile tramite mail; • il Responsabile della Unità Operativa Complessa Gestione Risorse Umane informa ogni nuovo assunto o collaboratore dell’obbligo di prendere visione del Piano consultando l’apposito sito web; • i Responsabili delle ditte/associazioni il cui personale opera, in forza di contratti di fornitura o di collaborazione/convenzione, nell’ambito dell’ASL, adottano le iniziative dirette ad assicurare la conoscenza e l’osservanza del PTPC e del Codice di Comportamento dell’Azienda da parte dei propri dipendenti/collaboratori. 1.6 Riferimenti normativi del Piano Costituiscono norme di riferimento del Piano: • L'art. 97 della Costituzione i cui principi di imparzialità e buon andamento della Pubblica Amministrazione costituiscono elementi fondanti delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione; • La Convenzione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite contro la corruzione, adottata dall'Assemblea Generale dell'ONU il 31 ottobre 2003, ratificata ai sensi della legge 3 agosto 2009, n. 116; Pagina 8 di 44
• La Convenzione Penale sulla Corruzione, adottata a Strasburgo il 27 gennaio 1999, ratificata ai sensi della legge 28 giugno 2012 n. 110; • La Legge 6 novembre 2012, n. 190 recante Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella Pubblica Amministrazione; • Il Decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33 recante Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni; • Il Decreto legislativo del 8 aprile 2013, n. 39 recante Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, a norma dell'art. 1 commi 49 e 50 della legge 6 novembre 2012, n. 190; • Il D.P.C.M. 16 gennaio 2013: Linee di indirizzo del Comitato Interministeriale per la predisposizione, da parte del Dipartimento della Funzione Pubblica, del Piano Nazionale Anticorruzione di cui alla legge 6 novembre 2012, n. 190; • La Circolare n. 1 del 25.01.2013 del Dipartimento Funzione Pubblica: • La Deliberazione CIVIT/ANAC n. 72/2013 di approvazione del Piano Nazionale Anticorruzione; • Le Direttive e Linee Guida ANAC in materia; • Il D.L. 24 giugno 2014, n. 90, convertito con modificazioni dalla Legge 11 agosto 2014, n. 114, recante: Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l'efficienza degli uffici giudiziari. • La determinazione ANAC n. 12/2015 di aggiornamento del Piano Nazionale Anticorruzione. • Il decreto legislativo n. 97 del 25 maggio 2016 recante “Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza, correttivo della legge 6 novembre 2012, n. 190 e del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, ai sensi dell'articolo 7 della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”. • La deliberazione ANAC n. 831 del 3 agosto 2016 recante “Approvazione definitiva del Piano Nazionale Anticorruzione 2016”. • La deliberazione ANAC n. 1208 del 22 novembre 2017 recante “Aggiornamento del Piano Nazionale Anticorruzione”. • La deliberazione ANAC n. 1074 del 21 novembre 2018 recante “Aggiornamento 2018 del Piano Nazionale Anticorruzione”. • La deliberazione ANAC n. 1064 del 13 novembre 2019 recante “Piano Nazionale Anticorruzione 2019”. In particolare, costituisce presupposto fondamentale del presente Piano il rispetto, nello svolgimento delle attività̀ istituzionali, delle norme di legge e delle disposizioni e procedure interne, nonché́ il rispetto delle regole comportamentali previste dal Codice di comportamento aziendale, che si integrano con quelle del Piano formando un corpus di norme interne finalizzate alla diffusione di una cultura improntata a correttezza, trasparenza e legalità. 1.7 Analisi del contesto 1.7.1 Contesto esterno La ASL ROMA 6 tutela la salute della popolazione insistente nell’ambito territoriale coincidente con i comuni di Albano Laziale, Anzio, Ardea, Ariccia, Castel Gandolfo, Ciampino, Colonna, Frascati, Genzano, Grottaferrata, Lanuvio, Lariano, Marino, Montecompatri, Monte Porzio Catone, Pagina 9 di 44
da attestazione dell’Organismo Indipendente di Valutazione (OIV). Obiettivo aziendale nel 2018 è il completo aggiornamento del sito Internet in tutte le pagi all’informazione ai cittadini. La ASL Rocca Nemi, Nettuno, Pomezia, ROMA 6 ditutela Papa,la Rocca salute della popolazione Priora, Velletri, insistente nell’ambito come meglio territoriale illustrato dallacoincidente con seguente cartina. Albano Laziale, Anzio, Ardea, Ariccia, Castel Gandolfo, Ciampino, Colonna, Frascati, Genzano, G Lanuvio, Lariano, Marino, Mo Monte Porzio Catone, Nemi, Nettu Rocca di Papa, Rocca Priora, Vell Il complesso dell’area di compete individuata nella cartina che segu distintamente individuati i singoli loro distribuzione nei distretti s comprende la porzione sud della Roma, ed è caratterizzata da realtà geografiche e socioeconom I Castelli Romani, ricomprendente i comuni collinari e complesso dei Colli Albani; Il Litorale latino, ricomprendente le città della porz litorale romano. Il complesso dell’area di competenza, meglio individuata nella cartina che segue, in cui sono distintamente individuati i singoli comuni e la loro distribuzione nei distretti sociosanitari, comprende la porzione sud della Provincia di Roma, ed è caratterizzata da due distinte realtà geografiche e socioeconomiche: A cura della Struttura Tecnica Permanente – 31.01.2018 • I Castelli Romani, territorio ricomprendente i comuni collinari e montani del complesso dei Colli Albani; • Il Litorale latino, territorio ricomprendente le città della porzione sud del litorale romano. L’Azienda è territorialmente articolata in 6 Distretti correlati fra loro da una unica struttura, denominata il “Dipartimento del Territorio” ed in una rete di stabilimenti di produzione ospedaliera a gestione diretta. POPOLAZIONE E TERRITORIO L’Azienda si posiziona nella zona centro sud del Lazio, con una superficie territoriale di km2 658,06 con una popolazione di 571.911, suddivisi in sei ambiti distrettuali. Di seguito la popolazione residente per Distretto Sanitario e poi suddiviso per fasce di età e sesso: Pagina 10 di 44
L’Azienda sisi posiziona L’Azienda posiziona nella nella zona zona centro centro sud sud del del Lazio, Lazio, con con una una superficie superficie territoriale territoriale di di km² km² 658,06 658,06 con conuna una popolazione di popolazione di 571.911, 571.911, suddivisi suddivisi inin sei sei ambiti ambiti distrettuali. distrettuali. Di seguito Di seguito la la popolazione popolazione residente residente per per Distretto Distretto Sanitario Sanitario ee poi poi suddiviso suddiviso per per fasce fasce di di età età ee sesso: sesso: Popolazioneresidente Popolazione residente per per Distretto Distretto Sanitario Sanitario 120.000 109.152 112.686 120.000 109.152 112.686 103.968 96.901 103.968 100.000 96.901 100.000 82.330 82.330 80.000 80.000 66.874 66.874 60.000 60.000 40.000 40.000 20.000 20.000 - - DH1 DH2 DH3 DH4 DH5 DH6 DH1 DH2 DH3 DH4 DH5 DH6 ELABORAZIONE STP – DATI FORNITI DALLA UOC SIS ELABORAZIONE STP – DATI FORNITI DALLA UOC SIS Popolazione residente per fasce di età e sesso Popolazione residente per fasce di età e sesso 250.000 250.000 200.000 200.000 150.000 150.000 100.000 100.000 50.000 50.000 - - Maschi Maschi Maschi Maschi Maschi Femmine Femmine Femmine Femmine Femmine Maschi Maschi Maschi Maschi Maschi Femmine Femmine Femmine Femmine Femmine 0-6 7 - 13 14 - 64 65 - 74 > 74 0-6 7 - 13 14 - 64 65 - 74 > 74 ELABORAZIONE STP – DATI FORNITI DALLA UOC SIS ELABORAZIONE STP – DATI FORNITI DALLA UOC SIS ATTIVITA’ DEL DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE A cura della Struttura Tecnica Permanente – 31.01.2018 Pag. 8 A cura della Struttura Tecnica Permanente – 31.01.2018 Pag. 8 Attività Spresal 2018 Attività Numero Cantieri notificati 997 Cantieri ispezionati 273 Aziende in cantiere 437 Aziende ispezionate in agricoltura 25 Aziende ispezionate altri comparti 377 Sopralluoghi effettuati 1.007 Pagina 11 di 44
Pareri 131 Inchieste infortuni 34 Inchieste concluse con violazioni 16 Inchieste malattie professionali concluse 27 Piani di lavoro amianto valutati 403 Cantieri amianto ispezionati 24 Indagini di igiene industriale 18 Campionamenti e misurazioni 138 Verbali di ispezione e prescrizione effettuati 336 Attività Sanità Animale Attività Numero Sopralluoghi in allevamenti bovini-buf. per profilassi di stato * 49 Profilassi di stato animali bovini-buf. testati per brucellosi 1.415 Profilassi di stato animali bovini-buf. testati per leucosi 903 Profilassi di stato animali bovini-buf. testati per TBC 1.598 Profilassi di stato animali bovini-buf. testati per IBR 404 Sopralluoghi in allevamenti ovi-cap. per profilassi di stato * 78 Profilassi di stato animali ovi-caprini testati per brucellosi 2.496 Sopralluoghi in allevamenti suini per MVS 17 Prelievi Aujeszky (n. animali testati) 238 Prelievi PSC (n. animali testati) 37 Prelievi MVS (n. animali testati) 208 Certificati per l’invio alla distruzione animali morti 248 Prove diagnostiche per BSE 56 Prove diagnostiche per SCRAPIE 82 Interventi vaccinali per Carbonchio Ematico (n. capi vaccinati) Bovini 825 Interventi vaccinali per Carbonchio Ematico (n. capi vaccinati) Ovini 738 Sopralluoghi per anagrafe bestiame (check- list) 14 Attribuzione nuovi codici aziendali Anagrafe zootecnica 110 Gestione codici aziendali Anagrafe zootecnica 2.216 Svolgimento pratiche marche auricolari (D.P.R. 317/96) 126 Registrazione capi anagrafe bovina 472 Registrazione capi anagrafe ovina 2.458 Vigilanza su focolai e istruttoria ordinanze sindacali e relativi controlli sanitari 4 Pagina 12 di 44
sulle malattie infettive Esposti, Sfratti, Sopralluoghi 103 Sorveglianza sentinelle Blue Tongue ( n. ingressi in allevamento) 13 Sorveglianza entomologica Blue Tongue ( n. ingressi in allevamento 36 Violazioni amministrative accertate e contestate 8 Profilassi antirabbiche 350 Modelli 4 rilasciati 928 Traces 60 Certificati sanitari espatrio equini 74 relievi per AIE (n. ingressi in allevamento) 191 Prelievi Piano monitoraggio West Nile Disease (n. ingressi in allevamento) 130 Piano Salmonella Aviaria (n. controlli in allevamento) 7 Piano Sorveglianza Influenza Aviaria controlli in allevamento 16 Controlli biosicurezza avicoli 8 Controlli UVAC importazione suini 0 Piano Selezione genetica SCRAPIE ovini maschi testati 52 Selezione genetica SCRAPIE su focolaio ovini testati 823 Attività giudiziaria - 2018 Attività Numero Sanzioni amministrative 7 Denunce all’autorità giudiziaria 2 Sequestri 4 Esposti 14 PROFILO CRIMONOLOGICO DEL TERRITORIO In riferimento all’analisi del contesto esterno in cui opera la ASL Roma 6, si è ritenuto di sicuro interesse il Rapporto dell’ANAC “La corruzione in Italia 2016-2019”, pubblicato il 17 ottobre 2019. In particolare si segnala l’analisi dei dati di seguito riportata: “Fra agosto 2016 e agosto 2019 sono state 117 le ordinanze di custodia cautelare per corruzione spiccate dall’Autorità giudiziaria in Italia e correlate in qualche modo al settore degli appalti […] In linea con questa cadenza temporale sono anche i casi di corruzione emersi analizzando i provvedimenti della magistratura: 152, ovvero uno a settimana (solo a considerare quelli scoperti). A essere interessate sono state pressoché tutte le regioni d’Italia, a eccezione del Friuli Venezia Giulia e del Molise. […] Dal punto di vista numerico, spicca il dato relativo alla Sicilia, dove nel triennio sono stati registrati 28 episodi di corruzione (18,4% del totale) quasi quanti se ne sono verificati in tutte le regioni del Nord (29 nel loro insieme). A seguire, il Lazio (con 22 casi), la Campania (20), la Puglia (16) e la Calabria (14). Pagina 13 di 44
Il 74% delle vicende (113 casi) ha riguardato l’assegnazione di appalti pubblici, a conferma della rilevanza del settore e degli interessi illeciti a esso legati per via dell’ingente volume economico. Il restante 26%, per un totale di 39 casi, è composto da ambiti di ulteriore tipo (procedure concorsuali, procedimenti amministrativi, concessioni edilizie, corruzione in atti giudiziari, ecc.). Spesso si registra inoltre una strategia diversificata a seconda del valore dell’appalto: per quelli di importo particolarmente elevato, prevalgono i meccanismi di turnazione fra le aziende e i cartelli veri e propri (resi evidenti anche dai ribassi minimi rispetto alla base d’asta, molto al di sotto della media); per le commesse di minore entità si assiste invece al coinvolgimento e condizionamento dei livelli bassi dell’amministrazione (ad es. il direttore dei lavori) per intervenire anche solo a livello di svolgimento dell’attività appaltata. A seguire, alcune delle principali peculiarità riscontrate nelle vicende di corruzione esaminate, che potrebbero essere assunte come indicatori di ricorrenza del fenomeno: o illegittimità gravi e ripetute in materia di appalti pubblici: affidamenti diretti ove non consentito, abuso della procedura di somma urgenza, gare mandate deserte, ribassi anomali, bandi con requisiti funzionali all’assegnazione pilotata, presentazione di offerte plurime riconducibili ad un unico centro di interesse o inerzia prolungata nel bandire le gare al fine di prorogare ripetutamente i contratti ormai scaduti (in particolare nel settore dello smaltimento rifiuti) o assenza di controlli (soprattutto nell’esecuzione di opere pubbliche) o assunzioni clientelari o illegittime concessioni di erogazioni e contributi o concorsi svolti sulla base di bandi redatti su misura […] Nel complesso, dall’esame delle vicende venute alla luce si evince che gli scambi corruttivi avvengono secondo meccanismi stabili di regolazione, che assicurano l’osservanza diffusa di una serie di regole informali e che assumono diversa fisionomia a seconda del ruolo predominante svolto dai diversi centri di potere (politico, burocratico, imprenditoriale). Sotto questo profilo, l’analisi dell’ANAC ha consentito di dare riscontro fattuale al cd. fenomeno della “smaterializzazione” della tangente, che vede una sempre minor ricorrenza della contropartita economica. Il denaro continua a rappresentare il principale strumento dell’accordo illecito, tanto da ricorrere nel 48% delle vicende esaminate, sovente per importi esigui (2.000-3.000 euro ma in alcuni casi anche 50-100 euro appena) e talvolta quale percentuale fissa sul valore degli appalti. A fronte di questa “ritirata” del contante, stante anche la difficoltà di occultamento delle somme illecitamente percepite, si manifestano nuove e più pragmatiche forme di corruzione. In particolare, il posto di lavoro si configura come la nuova frontiera del pactum sceleris: soprattutto al Sud l’assunzione di coniugi, congiunti o soggetti comunque legati al corrotto (non di rado da ragioni clientelari) è stata riscontrata nel 13% dei casi. A seguire, a testimonianza del sopravvento di più sofisticate modalità criminali, si colloca l’assegnazione di prestazioni professionali (11%), specialmente sotto forma di consulenze, spesso conferite a persone o realtà giuridiche riconducibili al corrotto o in ogni caso compiacenti. Le regalie sono presenti invece nel 7% degli episodi. A conferma delle molteplici modalità di corruzione, vi è il dato relativo alle utilità non rientranti nelle summenzionate fattispecie, più di un quinto del totale (21%). Oltre a ricorrenti benefit di diversa natura (benzina, pasti, pernotti) non mancano singolari ricompense di varia tipologia (ristrutturazioni edilizie, riparazioni, servizi di pulizia, trasporto mobili, lavori di falegnameria, giardinaggio, tinteggiatura) comprese talvolta le prestazioni sessuali. Tutte contropartite di modesto controvalore indicative della facilità con cui viene talora svenduta la funzione pubblica ricoperta.” Pagina 14 di 44
Dall'analisi del contesto esterno vengono, pertanto, confermate quali aree a maggior rischio il settore dei contratti pubblici e la fase di esecuzione del contratto, i procedimenti selettivi per l'assunzione di personale, avvalorate dalla mappatura dei rischi e sulle quali si è inteso focalizzare il presente Piano nella definizione delle misure. Rapporti con altri Enti del territorio e protocolli di legalità Sempre in tema di contrasto all’illegalità, appare utile citare due iniziative importanti intraprese da questa ASL: • Protocollo con la Procura della Repubblica di Velletri per l’allestimento di un apposito gabinetto per l’analisi delle sostanze stupefacenti. La convenzione è oramai a regime e comporta l’affidamento delle consulenze a personale pubblico con un conseguente dimezzamento dei costi a carico dell’erario. Tale protocollo è stato inserito dal C.S.M. nel manuale delle buone prassi. • Protocollo antiviolenza con la Procura della Repubblica di Velletri, iniziativa volta alla creazione di una rete che possa offrire assistenza alle donne e ai minori vittime di abusi. Di recente si è cercato di allargare questa rete coinvolgendo altri comuni dei Castelli e del litorale. 1.7.2 Contesto interno La mission aziendale, riassumibile nel soddisfacimento dei bisogni di salute della popolazione di riferimento all’interno dei livelli essenziali di assistenza, secondo principi fondanti della centralità della persona, dell’equità di accesso ai servizi, della qualità delle prestazioni, dell’etica e trasparenza, si arricchisce di ulteriori elementi qualificanti, assumibili all’interno di tre dimensioni significative coincidenti con altrettanti concetti chiave che connotano il presente Piano: Sostenibilità, Sviluppo e Innovazione. Le principali linee di indirizzo aziendali, rappresentate dagli Obiettivi di mandato del Direttore Generale, dall’equilibrio economico finanziario e dagli Obiettivi annuali di programmazione, trovano una loro concreta espressione e specificazione nelle tre dimensioni sopra citate, concepibili, a loro volta, come vere e proprie aree strategiche all’interno delle quali trovano una razionale e finalizzata collocazione degli specifici obiettivi operativi. Pertanto, coerentemente con questa logica di progressiva specificazione e di traduzione operativa delle linee di indirizzo in aree strategiche e quindi in obiettivi operativi, il Piano della Performance identifica gli specifici obiettivi che dovranno guidare il sistema, qui concepito essenzialmente in termini di comunità professionale, verso le finalità perseguite e quindi, secondo una dinamica di circolarità virtuosa, verso la piena realizzazione della mission aziendale da cui tutto si origina. L’Azienda è territorialmente articolata in 6 Distretti correlati fra loro da una unica struttura, denominata il “Dipartimento del Territorio” ed in una rete di stabilimenti di produzione ospedaliera a gestione diretta. La ASL Roma 6 esercita le sue attività avvalendosi inoltre di un totale di: • 8 Dipartimenti • 84 Strutture Complesse • 112 Strutture Semplici e Semplici Dipartimentali L’aggregazione territoriale degli Ospedali esistenti nella azienda viene confermata in quattro Poli Ospedalieri, costituiti dagli stabilimenti ospedalieri a gestione diretta, funzionalmente aggregati per afferenza territoriale, geografica e culturale, ciascuno costituito dai seguenti stabilimenti: Pagina 15 di 44
POLI OSPEDALIERI 1 Polo 1 Frascati: Ospedale a vocazione medica; sede di pronto soccorso 2 Polo 2 Ospedale dei Castelli – Ospedale a vocazione medica; sede di pronto soccorso 3 Stabilimento Ospedaliero di Velletri – sede DEA I° Livello – Ospedale a vocazione chirurgica 4 Stabilimento Ospedaliero di Anzio – sede DEA I° Livello Conformemente a quanto previsto dall’art. 3 quater del D.Lgs. n.502/92 e s.m.i., nonché dalla Legge Regionale 16 giugno 1994, n. 18 e s.m.i., recante “Disposizioni per il riordino del servizio sanitario regionale ai sensi del D.Lgs. 30 dicembre 1992, n. 502 e successive modificazioni e integrazioni”, si è prevista un’articolazione operativa dell’Azienda in sei distretti: DISTRETTI SANITARI 1 Frascati, Monteporzio, Montecompatri, Colonna, Rocca Priora, Rocca di Papa, Grottaferrata 2 Albano Laziale, Ariccia, Genzano di Roma, Castel Gandolfo, Lanuvio, Nemi 3 Marino, Ciampino 4 Pomezia, Ardea 5 Velletri, Lariano 6 Anzio, Nettuno Ciascun Distretto assicura, tra le altre, le seguenti funzioni: a) valutazione della domanda/bisogno dei cittadini, anche attraverso forme di partecipazione delle associazioni dei cittadini, degli utenti e delle loro famiglie; b) valutazione e conduzione dell’assetto erogativo di prestazioni sanitarie e socio-sanitarie, anche ai fini della qualità e dell’appropriatezza della domanda e delle risposte assistenziali, con particolare riferimento ai percorsi assistenziali per le patologie croniche e le persone fragili; c) programmazione delle attività territoriali sanitarie e sociosanitarie; d) compartecipazione, con gli Enti locali, le aziende per i servizi alla persona e) gli altri soggetti di cui all’art. 1 della legge n. 328/2000 e s.m.i., alla definizione delle più̀ ampie politiche di welfare attraverso il piano di zona e gli accordi di programma, attraverso il servizio sociale di distretto, nonché attraverso una adeguata politica di integrazione socio – sanitaria; f) presa in carico globale della persona e promozione della continuità assistenziale, sia mediante la produzione diretta dei servizi e delle prestazioni, sia attraverso l’acquisizione degli stessi da altri soggetti aziendali ed extra aziendali, pubblici e privati accreditati. Il personale dipendente è una risorsa essenziale per il funzionamento dell’ASL ROMA 6 e rappresenta la componente fondamentale per poter raggiungere lo scopo principale, quello di tutelare la salute dei cittadini. È suddiviso in quattro ruoli: sanitario, professionale, tecnico e amministrativo. Per l’anno 2019 l’Azienda conta 3.235 dipendenti, di cui 2.618 personale del comparto e 677 Dirigenti. Per quanto attiene all’Organigramma Aziendale si rimanda all’Allegato 4 del presente Piano. Pagina 16 di 44
ATTIVITA’ DI CONTROLLO INTERNO La Regione Lazio, avvalendosi delle attività propedeutiche effettuate dalla responsabile della funzione di Controllo Interno (deliberazione n. 378/2018), ha iniziato nel 2018 la verifica della corretta applicazione delle procedure amministrativo-contabili aziendali (PAC – Obiettivi di mandato Direttore Generale). Nel corso del 2018 sono state effettuate le seguenti attività di Audit: CICLO PASSIVO - Verifica corretta applicazione procedura adottata con Deliberazione n.965/2017 (aprile/maggio 2018). L’attività di Audit è stata effettuata sulla base di una selezione campionaria di n. 10 item sul n. complessivo di fatture passive registrate nel 1° trimestre 2018; dal campione estratto l’attività ha avuto l’obiettivo di verificare la corretta applicazione della procedura aziendale in argomento da parte delle: UOC Farmaceutica Territoriale, UOSD Farmacia Polo 1, UOSD Farmacia Polo 2, UOSD Farmacia Polo 4, UOC Accreditamento e Controlli; UOC Salute Mentale e Riabilitazione Età Evolutiva, UOC Supporto Amministrativo Dipartimenti Territoriali, UOC Gestione Economico Finanziaria, UOC Acquisizione Beni e Servizi. Dalla verifica sulle fatture campionate, si è riscontrato n. 1 non conformità relativa all’applicazione della procedura in merito ad un item legato agli acquisti di farmaci: “mancato recepimento di una gara regionale e acquisto del bene tramite diverso canale”; in ragione di quanto sopra, la scrivente ha svolto un’attività di internal audit specifica in merito alla tipologia di bene acquistato risultata non conforme alla procedura, al fine di scongiurare la presenza di ulteriori casi difformi. E’ stata, quindi, effettuata una selezione campionaria relativa ad acquisti di farmaci mediante una selezione casuale di n. 5 ordini di acquisto effettuati nel I quadrimestre 2018 che ha visto coinvolte: UOC Farmaceutica Territoriale, UOSD Farmacia Polo 1, UOSD Farmacia Polo 2, UOC Gestione Economico Finanziaria, UOC Acquisizione Beni e Servizi. L’esito dell’estensione dell’audit Ciclo Passivo Farmaci è risultato positivo. Il giudizio globale sull’esito dell’Audit CICLO PASSIVO è risultato positivo e la procedura, nel complesso, risulta correttamente applicata, fatte salve alcune raccomandazioni, ovvero: 1) costante monitoraggio e tempestivo recepimento delle procedure di gara regionali, 2) registrazione tempestiva dei beni a magazzino. CICLO ATTIVO - Verifica corretta applicazione procedura adottata con Deliberazione n. 689/2017 (luglio 2018). L’Audit ha riguardato la verifica delle seguenti fasi di processo, in un determinato periodo scelto dalla Regione, in base ad una selezione campionaria e ha interessato le Strutture UOC Alpi- Recup – UOC Gestione Economico Finanziaria – UOC Acquisizione Beni e Servizi – UOC Affari Generali, UOC Gestione Risorse Umane, Direzione Sanitaria: - Ricavi e proventi da ticket – compartecipazione alla spesa sanitaria - Proventi da Libera Professione (intramoenia) - Rimborso del Personale comandato - Ricavi derivanti dalla gestione dell’attività commerciale (sperimentazioni) - Registrazioni contabili complete ed accurate: Chiusura del credito in Co.Ge – Riconciliazione periodica tra saldi partitario clienti e saldi contabili Pagina 17 di 44
Il giudizio globale sull’esito dell’Audit CICLO ATTIVO, in relazione alla documentazione oggetto di campionamento, è risultato positivo e la procedura, nel complesso, risulta correttamente applicata. CICLO TESORERIA - Verifica corretta applicazione procedura adottata con Deliberazione n.480/2017 (luglio 2018). L’Audit ha riguardato la verifica delle seguenti fasi di processo, in un determinato periodo scelto dalla Regione, in base ad una selezione campionaria e ha interessato le Strutture UOC Alpi-Recup – UOC Acquisizione Beni e Servizi Casse Economali – UOC Gestione Economico Finanziaria: - Casse CUP - Incassi da bonifico, conto corrente postale, SISAL, POS - Regolarizzazioni dei sospesi in entrata - Cassa Economale - Pagamenti – verifica Equitalia, regolarizzazione sospesi in uscita - Registrazioni contabili complete ed accurate Il giudizio globale sull’esito dell’Audit, in relazione alla documentazione oggetto di campionamento, è risultato positivo e la procedura, nel complesso, risulta correttamente applicata, fatte salve alcune raccomandazioni, ovvero: 1) quadratura periodica tra gli incassi derivanti da SISAL e gli importi comunicati dal Tesoriere, 2) aggiornare la procedura amministrativa della Cassa Economale prevedendo la definizione degli stanziamenti iniziali. CICLO PERSONALE – Verifica corretta applicazione procedura adottata con Deliberazione n.690/2017 (novembre 2018). L’Audit, effettuato sulla base di una selezione campionaria volta a coprire l’intera procedura, ha riguardato la verifica delle seguenti fasi di processo in un determinato periodo scelto dalla Regione e ha interessato le Strutture UOC Gestione Risorse Umane – UOC Affari Generali – UOC Gestione Economico Finanziaria: - Assunzioni - Personale in comando in entrata - Personale cessato/dimesso - Personale in aspettativa/part-time/L. 104/92 - Flusso Stipendiale - Versamenti F24EP - Fondi Contrattuali - Medicina specialistica in convenzione - Premio di operosità - Borsisti e Co.Co.Co. - Contenzioso con il personale - Personale con cessione del quinto - Personale con riscatto o ricongiunzione Pagina 18 di 44
Il giudizio globale sull’esito dell’Audit, in relazione alla documentazione oggetto di campionamento, è risultato positivo e la procedura, nel complesso, risulta correttamente applicata. Si rappresenta che gli esiti sono stati formalmente comunicati alle Strutture interessate, nonché alle Direzioni, allegando le matrici contenenti i dettagli di tutti i controlli che sistematicamente ogni Ufficio/Struttura, per quanto di competenza, deve sempre effettuare, perché, come specificato, il controllo è avvenuto sulla base di un campione. 1.7.3 Conclusioni L’analisi condotta ai fini della predisposizione del presente Piano evidenzia un contesto esterno caratterizzato dalla presenza di alcuni elementi critici, dovuti per lo più alla collocazione del territorio in cui opera la ASL Roma 6 nell’ambito della Città metropolitana di Roma Capitale, e per questo capaci di influire negativamente sul livello di rischio corruttivo. Al contrario le caratteristiche socio-economiche e culturali del territorio di riferimento rappresentano un punto di forza al diffondersi e radicarsi di fenomeni, come quelli della criminalità organizzata e del degrado etico-culturale, che potrebbero favorire il diffondersi di fenomeni corruttivi. Concorre inoltre a mitigare ulteriormente l’esposizione al rischio la circostanza che la maggior parte degli ambiti di attività dell’Azienda sono presidiati da norme di legge, di livello statale e/o regionale e da regolamenti che disciplinano le fasi del processo, delimitando e riducendo l’ambito di discrezionalità e prevenendo, al contempo, la possibilità di errori involontari da parte dei funzionari. Contribuisce a mitigare ulteriormente il rischio di fatti corruttivi, la gestione informatizzata di alcuni dei più importanti processi dell’Azienda, attraverso applicativi che garantiscono la tracciabilità delle operazioni e dei soggetti responsabili, anche sotto il profilo contabile e del rispetto dei vincoli di spesa, dei processi posti in essere. 1.7.4 Stato di attuazione del PTPC 2019 – 2021 La responsabilità del monitoraggio del PTPC è attribuita al RPCT, che ogni anno predispone una relazione sulle attività di monitoraggio svolte e gli esiti rilevati ai sensi dell’art. 1 c. 14 della L. 190 del 2012 e ai sensi di quanto disposto dal PNA. Alla luce di quanto richiamato, il Responsabile della Prevenzione della Corruzione della ASL Roma 6, con relazione predisposta secondo il modello definito dall’ANAC con comunicato del 21 novembre 2018, e pubblicata nel sito istituzionale dell’Azienda nella sezione “Amministrazione trasparente” sotto sezione “Altri contenuti – Corruzione” ha provveduto a rendicontare lo stato di attuazione delle misure di prevenzione della corruzione contenute nel PTPC 2018 – 2020. Detta relazione è inoltre allegata al presente Piano quale Allegato 3. 1.8 Obiettivi del Piano Nel contesto sopra esposto il Piano anticorruzione della ASL Roma 6 ha una impostazione “positiva”, quale Piano per la “buona amministrazione”, finalizzato alla riaffermazione dei principi di imparzialità, legalità, integrità, trasparenza, efficienza, pari opportunità, uguaglianza, responsabilità, giustizia e solo in via residuale quale strumento sanzionatorio dei comportamenti difformi. Per pretendere il rispetto delle regole occorre, infatti, creare un ambiente di diffusa percezione della necessità di tale osservanza. Affinché l’attività di prevenzione della corruzione sia davvero efficace è basilare la formazione della cultura della legalità, rendendo residuale la funzione di repressione dei comportamenti difformi. Pagina 19 di 44
Le misure contenute nel Piano hanno, pertanto, lo scopo di riaffermare la buona amministrazione e, di conseguenza, di prevenire fenomeni corruttivi. Una pubblica amministrazione che riafferma i principi costituzionali della buona amministrazione, contribuisce a rafforzare anche la fiducia di cittadini e imprese nei suoi confronti. A livello operativo è necessario integrare i vari provvedimenti legislativi per evitare che ciascuna norma proceda, nell’applicazione, in maniera autonoma, avulsa dal contesto e, quindi, in un’ottica di mero adempimento. Deve scaturirne un’azione sinergica che si dispieghi attraverso le seguenti azioni: • miglioramento degli strumenti di programmazione • introduzione di un sistema integrato di controlli interni a carattere collaborativo. • misure per il rispetto del Codice comportamentale dell’ente • incremento della trasparenza • formazione rivolta al personale operante nelle aree più̀ esposte a rischio di corruzione • implementazione degli strumenti di rendicontazione sociale • assegnazione di obiettivi di qualità̀ ai dirigenti • implementazione dell’innovazione tecnologia • miglioramento della comunicazione pubblica Il Piano deve svolgere, quindi, la funzione di favorire la buona amministrazione e di ridurre il rischio (c.d. minimizzazione del rischio), attraverso il seguente ciclo virtuoso: 1.9 Coordinamento con il ciclo della performance Le novità introdotte dal D.Lgs. n. 97/2016 alla normativa anticorruzione e, in particolare, il comma 8 bis introdotto all'art. 1 della legge n.190/2012 dall'art. 41 del D.Lgs. n. 97/2016, stabiliscono un forte nesso tra i Piani di prevenzione della corruzione e gli obiettivi stabiliti nei documenti di programmazione. Il comma citato, infatti, stabilisce che l'Organismo di valutazione verifichi, anche ai fini della validazione della Relazione sulla performance, che i Piani triennali per la prevenzione della corruzione siano coerenti con gli obiettivi stabiliti nei documenti di programmazione Pagina 20 di 44
strategico-gestionale e che nella misurazione e valutazione delle performance si tenga conto degli obiettivi connessi all'anticorruzione e alla trasparenza. Inoltre, il comma 8 dell'articolo 1 della legge n.190/2012, come novellato dall'articolo 41 del D.Lgs. n. 97/2016 prescrive che: “l'organo di indirizzo definisce gli obiettivi strategici in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza” e che questi ultimi “costituiscono contenuto necessario dei documenti di programmazione strategico-gestionale e del Piano triennale per la prevenzione della corruzione”. Da quanto sopra discende che la prevenzione e il contrasto della corruzione di cui alla legge 190/2012 e la promozione della trasparenza e dell’integrità di cui al D.Lgs. 33/2013, entrambe come modificate ed integrate dal D.Lgs. n. 97/29016, costituiscono obiettivi strategici della ASL Roma 6 e che, conseguentemente e coerentemente, l’Azienda provvederà annualmente ad individuare, su motivata proposta formulata dal RPC e dal Responsabile della Trasparenza anche sulla base delle eventuali criticità emerse all’esito del monitoraggio, specifici obiettivi in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza da inserire sotto forma di obiettivi operativi nel Piano delle Performance, nel duplice versante della performance organizzativa e della performance individuale. Del raggiungimento dei suddetti obiettivi (e dunque dell’esito della valutazione della performance organizzativa e individuale) in tema di contrasto del fenomeno della corruzione/illegalità occorrerà dare specificatamente conto nella Relazione della performance che, a norma dell’art. 10 D.Lgs. 150/2009, dovrà evidenziare a consuntivo con riferimento all’anno precedente, i risultati organizzativi e individuali raggiunti rispetto ai singoli obiettivi programmati e alle risorse, con rilevazione degli eventuali scostamenti. 1.10 Soggetti, compiti e responsabilità 1.10.1 Soggetti e compiti Concorrono alla realizzazione degli obiettivi di prevenzione dei fenomeni di corruzione e di illegalità e partecipano al processo di gestione del relativo rischio i seguenti soggetti: • il Direttore Generale, il quale: o designa il Responsabile della Prevenzione della Corruzione e il Responsabile per la Trasparenza; o adotta, su proposta del Responsabile della Prevenzione della Corruzione e del Responsabile della Trasparenza, il Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione e la Trasparenza e l’aggiornamento annuale; • il Responsabile della Prevenzione della Corruzione Dott. Ettore Pompili, il quale assume diversi ruoli all’interno dell’amministrazione e per ciascuno di essi svolge i seguenti compiti: o in materia di prevenzione della corruzione: §obbligo di vigilanza del RPCT sull’attuazione, da parte di tutti i destinatari, delle misure di prevenzione del rischio contenute nel Piano; § obbligo di segnalare all’organo di indirizzo e all’organismo indipendente di valutazione (OIV) le disfunzioni inerenti all'attuazione delle misure in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza; § obbligo di indicare agli uffici competenti all'esercizio dell'azione disciplinare i nominativi dei dipendenti che non hanno attuato correttamente le misure in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza (art. 1, co. 7, l. 190/2012). o in materia di whistleblowing: § ricevere e prendere in carico le segnalazioni; Pagina 21 di 44
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