ASSICURAZIONI, CORALI, ISMEA: DUPLICE RUOLO, RICERCA E BANCA DATI SUI RISCHI - Agricolae
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ASSICURAZIONI, CORALI, ISMEA: DUPLICE RUOLO, RICERCA E BANCA DATI SUI RISCHI D u r a n t e l a c o n f e r e nza sui nuovi strumenti assicurativi nel settore cerealicolo, è intervenuto il presidente ISMEA Enrico Corali. L’attività agricola è la più esposta è soggetta ai cambiamenti climatici. Vi è una maggiore volatilità del mercato, sia a causa della globalizzazione, sia per il passaggio da una politica comunitaria a una market oriented. ##### ISMEA si presenta con un duplice ruolo, ovvero di ricerca applicata, sperimentando nuovi strumenti assicurativi sia come banca dati sui rischi e finanziamenti. I prodotti innovativi- ha concluso Corali- da soli non possono avere un mercato autonomo, ISMEA aiuta in questo processo tramite il fondo di riassicurazione. L’Italia e ISMEA si presentano come leader
nell’innovazione all’interno del settore agricolo. ASSICURAZIONI, MARTINA: SUI RICAVI SUL GRANO SAREMO I PRIMI IN UE “Nuovi strumenti assicurativi per la gestione del rischio nel settore cerealicolo” alla presenza del Ministro Maurizio Martina. “Saremo i primi in Europa -ha dichiarato il ministro Martina- a sperimentare un’assicurazione sui ricavi per i produttori di grano. Si tratta di uno strumento concreto di tutela del reddito per gli agricoltori e risponde all’esigenza di proteggere le aziende rispetto al passato. Diventa fondamentale che le imprese possano programmare meglio la produzione e avere un meccanismo di protezione in caso di crollo del prezzo. Lo abbiamo visto quest’anno quando le quotazioni sono scese fino a 18 centesimi al chilo”. #####
Un prezzo che non consente nemmeno di recuperare i costi di produzione, con l’assicurazione invece ci sarebbe stato un indennizzo immediato su quelle perdite. Si tratta -ha continuato Martina- di uno strumento sperimentale nel quale vogliamo investire e per questo abbiamo stanziato 10 milioni di euro per agevolare la sottoscrizione da parte degli agricoltori. Intanto andiamo avanti per rafforzare i rapporti nella filiera grano pasta, attraverso il sostegno ai contratti di filiera inseriti nel Piano cerealicolo nazionale. COME FUNZIONA Un produttore agricolo di grano oggi può sottoscrivere la polizza ricavo, pagando un premio alle assicurazioni che viene coperto per il 65% dall’agevolazione del Ministero. Nel caso il ricavo scenda del 20% rispetto alla media triennale del ricavo per ettaro, l’agricoltore riceverà dalla compagnia assicurativa un indennizzo per la perdita di reddito. Per avviare la sperimentazione è prevista anche la riassicurazione di Ismea, in modo da offrire alle compagnie assicurative una forma di protezione da eventuali perdite in questa prima fase di lancio delle polizze. Questa polizza è aggiuntiva rispetto alle garanzie tradizionali contro le avversità come gelo, siccità alluvione o eccesso di neve, grandine o sbalzi termici. ESEMPIO Facendo un esempio concreto rispetto ai prezzi registrati quest’anno, per un’azienda foggiana di 10 ettari il risarcimento per perdita ricavo sarebbe stato pari a 3.720 euro, ottenuto dalla differenza tra la media triennale dei ricavi di 11.295 euro e l’introito effettivo del 2016 pari a 7.575 euro. LE ALTRE AZIONI PER LA FILIERA GRANO PASTA
– Contratti di filiera nel piano cerealicolo nazionale. Investiti 10 milioni di euro su contratti che valorizzano il lavoro degli agricoltori e consentono ai produttori di pasta di approvvigionarsi sempre di più di grano italiano di qualità. L’obiettivo della misura è aumentare le superfici coltivate coinvolte passando da 80.000 a 100.000 ettari. – Etichetta d’origine per la filiera grano pasta. Inviato a Bruxelles lo schema di decreto per introdurre in maniera chiara e leggibile l’origine del grano e della semola sulle confezioni di pasta italiane. Sono in corso gli approfondimenti tecnici con la Commissione Ue. I NUMERI DEL COMPARTO CEREALICOLO ITALIANO La filiera grano pasta italiana rappresenta uno dei settori più importanti per il Made in Italy agroalimentare, con numeri importanti. – produzione di grano duro italiano: circa 4 milioni di tonnellate – produzione di pasta: 3,4 milioni di tonnellate, che rendono l’Italia il principale produttore mondiale – valore della produzione: oltre 4,6 miliardi di euro – valore dell’export: 2 miliardi di euro ASSICURAZIONI, CORALI, ISMEA: DUPLICE RUOLO, RICERCA E BANCA DATI SUI RISCHI 16/02/2017 at 12:27
D u r a n t e l a c o n f e r e nza sui nuovi strumenti assicurativi nel settore cerealicolo, è intervenuto il presidente ISMEA Enrico Corali. L’attività agricola è la più esposta è soggetta ai cambiamenti climatici. Vi è una maggiore volatilità del mercato, sia a causa della globalizzazione, sia per il passaggio da una politica comunitaria a una market oriented. ISMEA si presenta con un duplice ruolo, ovvero di ricerca applicata, sperimentando nuovi strumenti assicurativi sia come banca dati sui rischi e finanziamenti. I prodotti innovativi- ha concluso Corali- da soli non possono avere un mercato autonomo, ISMEA aiuta in questo processo tramite il fondo di riassicurazione. L’Italia e ISMEA si presentano come leader nell’innovazione all’interno del settore agricolo. ASSICURAZIONI GRANO, ISMEA: SE RICAVO PERDE 20% SARÀ RIMBORSATO. MIPAAF COPRE 65% DEL PREMIO 16/02/2017 at 12:43
D u r a n t e l a c o n f erenza al Mipaaf sui nuovi sistemi assicurativi del grano ha preso parola il direttore di ISMEA Raffaele Borriello. “Lo scolo di questo strumento è la stabilizzazione del ricavo dell’agricoltore, non è un prodotto finanziario o speculativo. E, cosa importante, assicuriamo l’agricoltore anche quando la produzione aumenta. Un produttore agricolo di grano oggi può sottoscrivere la polizza ricavo, pagando un premio alle assicurazioni che viene coperto per il 65% dall’agevolazione del ministero, ha spiegato Borriello. Nel caso il ricavo scenda del 20% rispetto alla media triennale del ricavo per ettaro, l’agricoltore riceverà dall’assicurazione un indennizzo per la perdita di reddito”. “Per avviare la sperimentazione – prosegue Borriello – è prevista anche la riassicurazione di ISMEA, per proteggere le compagnie assicurative in questa prima fase di lancio delle polizze. Questa polizza, ha infine concluso Borriello, è aggiuntiva rispetto alle garanzie tradizionali contro le avversità quali gelo, siccità, neve, alluvione”.
ASSICURAZIONI GRANO, COLDIRETTI E COPAGRI: RISPOSTA EFFICACE E STRUMENTO INNOVATIVO 16/02/2017 at 12:55 S u l n u o v o s t r u m e n t o assicurativo si è poi espresso il presidente Moncalvo, dichiarando come si attendeva ormai da tempo questa polizza ricavo. È un passo importante il fatto che sia diventata finalmente realtà. Si tratta di dare ai nostri agricoltori nuovi strumenti, sulla gestione dei rischi possiamo essere i primi a sperimentare e insegnare all’Europa. Questa è una risposta efficace alla crisi del grano.
E sicuramente uno strumento innovativo secondo il presidente di COPAGRI Franco Verrascina. E non ha dubbi in merito alla polizza ricavo presentata oggi al Mipaaf. “Siamo in una fase di sperimentazione – spiega – che non può e non deve fallire, partiamo dal frumento ma guardiamo a tutto il mondo agricolo con questo strumento. Si tratta di un mezzo che va verso la difesa del reddito degli agricoltori, e noi da parte nostra assicuriamo il massimo impegno a informare produttori e agricoltori. Ci vogliamo confrontare con loro e partecipare a migliorare questo strumento che oggi ci è stato presentato Per saperne di più: ASSICURAZIONI, AGRICOLTORI NON SI FIDANO PIU: TROPPO COMPLICATE. E A RISCHIO CONFLITTI INTERESSEIL DIRETTORE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEI CONDIFESA – ASNACODI – E’ ANCHE MEMBRO DEL CDA DI CATTOLICA ASSICURAZIONI EXPORT, MADE IN ITALY AGROALIMENTARE TOCCA I 38,4
MLD. E’ RECORD STORICO R e c o r d s t o r i c o n e l l e e sportazioni di prodotti agroalimentari made in Italy che nel 2016 hanno raggiunto il massimo di sempre, arrivando a quota 38,4 miliardi di euro. A dicembre 2016, rispetto al mese precedente, si registra una crescita sia dell’export (+2,3%) sia dell’import (+2,5%). L’avanzo commerciale è pari a 5,8 miliardi (+5,6 miliardi a dicembre 2015). L’aumento congiunturale dell’export coinvolge entrambe le principali aree di sbocco, con un incremento delle vendite maggiore verso i paesi extra Ue (+2,5%) rispetto all’area Ue (+2,1%). Rispetto al trimestre precedente, negli ultimi tre mesi dell’anno si rileva una dinamica positiva per entrambi i flussi (+2,4% per l’export e +3,6% per l’import). Le vendite di tutti i principali raggruppamenti di
industrie sono in espansione, in particolare per i prodotti energetici (+20,6%) e per i beni di consumo non durevoli (+2,9%). Nei confronti dello stesso mese dell’anno precedente, a dicembre 2016 crescono sia l’export (+5,7%) sia l’import (+6,1%). Le variazioni tendenziali risultano pari a +8,5% per l’export e +10,0% per l’import se corrette per i giorni lavorativi. Nel corso dell’anno 2016 le esportazioni sono in crescita (+1,1% in valore e +1,2% in volume) mentre le importazioni registrano una diminuzione (-1,4%) in valore e un aumento (+3,1%) in volume. L’espansione dell’export è da ascrivere esclusivamente ai paesi dell’area Ue (+3,0%); la flessione del valore delle importazioni (-1,4%) al netto dell’energia risulta in aumento (+1,5%). L’avanzo commerciale raggiunge i 51,6 miliardi (+78,0 miliardi al netto dell’energia). Nel 2016, i mercati più dinamici all’export sono Giappone (+9,6%), Cina e Repubblica ceca (+6,4% entrambe), Spagna (+6,1%) e Germania (+3,8%). Si segnala la forte crescita nell’anno delle vendite all’estero di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+6,8%), autoveicoli (+6,3%), mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (+4,6%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+4,2%). Nel 2016, gli acquisti dalla Russia (-26,3%), così come quelli di gas naturale e di petrolio greggio (rispettivamente -28,5% e -20,4%), sono risultati in forte calo. Nel mese di dicembre 2016 l’indice dei prezzi all’importazione dei prodotti industriali aumenta dello 0,5% rispetto al mese precedente e dell’1,6% nei confronti di dicembre 2015. L’incremento dei prezzi all’importazione dipende principalmente dalle dinamiche del comparto energetico, al netto del quale l’indice registra un più contenuto aumento
(+0,1%) rispetto al mese ##### Prodotti esportati e importati A dicembre 2016, rispetto al mese precedente, la crescita dell’export (+2,3%) è principalmente determinata da beni intermedi (+2,2%), beni strumentali (+1,8%) e beni di consumo durevoli (+7,1%). L’aumento congiunturale delle importazioni (+2,5%) è da ascrivere in ampia misura alla crescita degli acquisti di energia (+10,9%), beni di consumo non durevoli (+2,3%) e beni intermedi (+1,6%) (Figura 1). L’aumento tendenziale delle esportazioni (+5,7%) è particolarmente sostenuto per le vendite di energia (+24,5%) e beni intermedi (+6,5%). L’incremento tendenziale dell’import (+6,1%) è principalmente determinato dalla forte espansione registrata per i beni strumentali (+9,8%) e l’energia (+8,2%). A dicembre 2016 si registra un avanzo commerciale di 5,8 miliardi; nello stesso mese dell’anno precedente il surplus registrato era pari a +5,6 miliardi. L’avanzo della bilancia non energetica è pari a 8,4 miliardi di euro. Nel corso del 2016 l’avanzo commerciale raggiunge i 51,6 miliardi, in miglioramento rispetto all’anno precedente (+41,8 miliardi). L’avanzo della bilancia non energetica è pari a 78 miliardi di euro. Limitatamente ai settori la cui quota sull’export (import) per l’anno 2015 è superiore all’1,5%. Nel mese di dicembre 2016 l’aumento tendenziale delle esportazioni ha riguardato in misura più rilevante le vendite di prodotti petroliferi raffinati (+21,8%) e autoveicoli (+21,3%). Le vendite di mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (-17,0%) registrano una forte diminuzione.
Nel 2016, rispetto al 2015, si segnala la forte crescita delle vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+6,8%), autoveicoli (+6,3%), mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (+4,6%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+4,2%). (Tabella 1 delle Serie storiche allegate). Dal lato delle importazioni, nel mese di dicembre 2016 risultano in forte aumento gli acquisti di autoveicoli (+29,3%), macchinari e apparecchi n.c.a. (+25,0%) e prodotti petroliferi raffinati (+21,8%). Registrano, invece, una flessione gli acquisti di mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (-21,0%) . Nel 2016, rispetto al 2015, gli acquisti di gas naturale (-28,5%) e petrolio greggio (-20,4%) sono in flessione. (Tabella 1 delle Serie storiche allegate). ##### Paesi partner nel commercio estero Nel mese di dicembre 2016 l’aumento congiunturale delle esportazioni (+2,3%) è determinata dalla crescita delle vendite sia verso i paesi dell’area extra Ue (+2,5%) sia verso quelli dell’area Ue (+2,1%). L’incremento congiunturale dell’import (+2,5%) è da ascrivere esclusivamente all’aumento degli acquisti dai mercati extra Ue (+6,5%). Nel corso dell’anno 2016, rispetto all’anno precedente, la crescita delle esportazioni (+1,1%) è la sintesi della crescita delle vendite verso i paesi dell’area Ue (+3,0%) e del calo di quelle verso i paesi dell’area extra Ue (-1,2%). Nello stesso periodo, le importazioni registrano una flessione (-1,4%), da attribuire esclusivamente all’area extra Ue (-5,8%). A dicembre 2016 l’aumento tendenziale delle esportazioni (+5,7%) è da attribuire soprattutto alla crescita delle vendite verso Cina (+20,9%), paesi MERCOSUR (+19,9%), Polonia
(+19,1%), Stati Uniti (+12,1%) e Germania (+10,3%). La crescita tendenziale delle importazioni (+6,1%) è particolarmente sostenuta per gli acquisti da paesi OPEC (+67,7%), Turchia (+29,7%), paesi ASEAN (+24,4%), paesi MERCOSUR (+17,0%) e Repubblica ceca (+12,8%). Nel 2016, rispetto al 2015, le esportazioni sono in aumento (+1,1%). Particolarmente accentuato l’incremento dell’export verso Giappone (+9,6%), Cina e Repubblica ceca (+6,4% entrambe), Spagna (+6,1%) e Germania (+3,8%). La flessione dell’import (-1,4%) è principalmente determinata dagli acquisti dalla Russia (-26,3%). ##### Analisi congiunta per prodotto e paese La crescita tendenziale dell’export è spiegata per quasi un terzo dall’aumento delle vendite di macchinari e apparecchi n.c.a verso gli Stati Uniti e i paesi OPEC, di metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti verso la Germania e la Francia e di autoveicoli verso gli Stati Uniti. La diminuzione delle vendite di prodotti petroliferi raffinati verso i paesi OPEC, di computer, apparecchi elettronici e ottici verso la Spagna e di articoli farmaceutici, chimico- medicinali e botanici verso il Belgio rallenta di oltre mezzo punto percentuale la crescita dell’export. Gli acquisti di petrolio greggio e gas naturale dai paesi OPEC e di autoveicoli dalla Germania spiegano per quasi tre punti percentuali la crescita dell’import. Contrasta l’incremento tendenziale delle importazioni per 1,2 punti percentuali la diminuzione degli acquisti di mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi dal Regno Unito e di computer, apparecchi elettronici e ottici dalla Cina ##### Valori medi unitari e volumi all’export e all’import
A dicembre 2016 si rileva una crescita tendenziale dei valori medi unitari sia all’export (+1,9%) sia all’import (+3,4%). I volumi scambiati sono in aumento sia per le esportazioni (+3,7%) sia per le importazioni (+2,6%). L’aumento dei valori medi unitari all’export è determinato dalla crescita registrata sia per i paesi dell’area Ue (+2,0%) sia per quelli dell’area extra Ue (+1,8%). La crescita all’import è determinata principalmente dall’aumento rilevato per i paesi dell’area extra Ue (+5,7%). L’aumento dei volumi esportati interessa tutti i raggruppamenti principali di industrie. Nel corso del 2016, l’incremento dei volumi esportati riguarda i beni di consumo non durevoli (+2,3%) e i beni intermedi (+2,2%). ##### Prezzi all’importazione dei prodotti industriali Nel mese di dicembre 2016 l’indice dei prezzi all’importazione dei prodotti industriali aumenta dello 0,5% rispetto al mese precedente e dell’1,6% nei confronti di dicembre 2015. L’indice dei prezzi all’importazione dei beni di consumo segna a dicembre 2016, rispetto al mese precedente, un aumento dello 0,2% per il mercato totale e per l’Area euro e un aumento dello 0,3% per l’Area non euro. Rispetto a dicembre 2015 si ha una diminuzione dello 0,5% per il mercato totale, dello 0,7% per l’Area euro e dello 0,2% per l’Area non euro. Il raggruppamento dei beni strumentali, in termini congiunturali, presenta una variazione nulla per il mercato totale e per l’Area non euro mentre diminuisce dello 0,1% per l’Area euro; in termini tendenziali l’indice aumenta dello 0,3% per tutte e tre le aree (mercato totale, Area euro e Area non euro). Per i beni intermedi l’indice dei prezzi registra, in termini congiunturali, un aumento dello 0,2% sia per il mercato totale
che per l’Area non euro mentre aumenta dello 0,1% per l’Area euro; rispetto a dicembre 2015 l’indice registra una diminuzione dello 0,3% per il mercato totale, dell’ 1,1% per l’Area non euro e un aumento dello 0,3% per l’Area euro. L’indice dei prezzi all’importazione relativo all’energia registra, rispetto al mese precedente un aumento del 2,1% per il mercato totale, dello 0,3% per l’Area euro e del 2,2% per l’Area non euro; in termini tendenziali l’indice registra un aumento dell’11,8% per il mercato totale e del 12,3% per le importazioni provenienti dall’Area non euro, diminuisce dello 0,7% per l’Area euro. ##### Settori di attività economica I prezzi all’importazione segnano, nell’ambito delle attività manifatturiere, il tasso di crescita tendenziale più elevato, per quel che riguarda l’Area euro, nei settori della fabbricazione di mezzi di trasporto (+2,8%) e nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchine e impianti) (+0,2%) mentre, per l’Area non euro, nei settori della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+4,7%) e nei settori delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+0,7%). Il calo tendenziale più marcato risulta per l’Area euro nel settore della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (-3,5%) e per quella non euro nell’industria del legno, della carta e stampa (-4,0%). EXPORT MADE IN ITALY AGROALIMENTARE TOCCA 38,4MLD. MARTINA: 50MLD NEL 2020? CE LA FACCIAMO 16/02/2017 at 13:14
Marti na ha sotto linea to come si tratt i di uno strum ento innov ativo creat o trami te l’aiuto delle regione, delle associazione e specialmente con l’aiuto di ISMEA. Si tratta di un test, ha sottolineato Martina, per vedere come funziona sul lato assicurativo dei ricavi. È un caso studio, serve promozione e messa a punto, oggi però partiamo. Se l’Italia prova a sperimentare, questo strumento potrà essere d’aiuto anche nel dibattito europeo. A margine della conferenza alcuni pensieri sull’export. I 38,4 miliardi di export confermano la crescita dell’Italia sul mercato. L’obiettivo di raggiungere i 50 miliardi nel 2020 è un obiettivo concreto è raggiungibile. Non ci dobbiamo adagiare ma sono risultati positivi, è la strada giusta. Sono dati che confermano come il mondo dell’agroalimentare sia la chiave di svolta per il nostro paese.
CETA, RUSSO, FI: TRATTATO PENALIZZA MOZZARELLA MADE IN ITALY “Il Ceta approvato a Strasburgo mette a rischio la Mozzarella di bufala campana DOP: sarà, infatti, possibile produrla in Canada ed esportarla come prodotto italiano negli States”: così il deputato e coordinatore FI della città metropolitana di Napoli, Paolo Russo. “Questo accordo – aggiunge Russo – serve a chi trasforma prodotti industriali, ma non premia le caratteristiche identitarie delle nostre eccellenze agroalimentari. Il Ceta non aiuta l’agricoltura italiana, anzi la rende ancor più debole nei confronti dell’industria”. “Non è questo il modello di sviluppo che vogliamo”, conclude il deputato. POMODORO, FAVA: DISPONIBILE A CONVOCARE IL TAVOLO A MILANO E A SOSTENERE IL COMPARTO “Se serve per evitare fughe in avanti con sottoscrizioni di contratti di conferimento del pomodoro al di sotto dei costi di produzione, sono disponibile a contattare il presidente del Distretto del pomodoro e, se necessario, anche a convocare un tavolo di filiera a Milano, io sono disponibile”.
Lo ha detto questa sera l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, intervenendo a Sabbioneta all’assemblea dei produttori di pomodoro di Coldiretti, alla vigilia della stagione produttiva 2017. “Quando si è trattato di applicare la Pac in Italia – ha ricordato Fava – ho personalmente condotto una battaglia in Conferenza delle Regioni, per garantire l’aiuto accoppiato al pomodoro, per 11 milioni di euro l’anno, dimostrando già da allora l’orientamento di Regione Lombardia a tutela dei produttori”. ##### Un’attenzione all’oro rosso che l’assessore Fava è pronto a confermare per una coltura che ha una presenza significativa in Lombardia (oltre 8.000 ettari, dei quali circa 4.500 nella sola provincia di Mantova, 2.200 a Cremona, 870 a Pavia, 570 a Brescia). “Siamo pronti a intervenire, anche con risorse finanziarie, se c’è una progettualità, anche in chiave di promozione e internazionalizzazione – ha garantito Fava -. La politica non può però sostituirsi alle filiere per fare programmazione produttiva o erogare interventi a pioggia, nella speranza che il mercato fra uno o due anni riprenda”. ##### Le preoccupazioni del mondo agricolo – rappresentato nella riunione da Marco Zardi, presidente della sezione di Sabbioneta di Coldiretti, dal direttore di Coldiretti Mantova Giovanni Roncalli, dal presidente di Coldiretti Cremona e del Consorzio Casalasco del Pomodoro Giovanni Voltini – riguardano la sottoscrizione dei contratti di consegna del pomodoro all’industria, i sistemi di premi e penalità e l’eventualità che non riescano a trovare collocazione sul mercato circa tre milioni di quintali sui 27 milioni mediamente prodotti nel distretto del pomodoro del Nord. Il mese scorso Coldiretti ha rassegnato le dimissioni dal
Distretto del pomodoro del Nord. CO.PAD.OR: NECESSARIO AVVIARE LA CAMPAGNA E TUTELARE L’OCCUPAZIONE Fai, Flai e Uila sono profondamente preoccupate per l’attuale stato di crisi in cui versa un attore importante del settore conserviero come Co.pa.dor. La campagna del pomodoro è alle porte e rimane poco tempo per avviare un percorso capace di tutelare la filiera, garantendo lavoratori ed agricoltori. Ci auguriamo pertanto, che al più presto si faccia avanti un partner industriale che permetta l’avvio della campagna ed il rilancio dell’attività. In tal senso, invitiamo la politica regionale e nazionale ad attivarsi con l’azienda in tempi rapidi per individuare un soggetto industriale con la necessaria esperienza nel settore del pomodoro. Una filiera che caratterizza fortemente il nostro Made in Italy, come quella conserviera, non può rischiare di perdere una realtà importante come la Co.pa.dor.
CONSIGLIO REGIONALE COPAGRI, VERRASCINA: NUOVA SQUADRA E PROGETTO POLITICO “Gli scenari globali che si stanno profilando, soprattutto per quando riguarda gli scambi commerciali a livello mondiale, alimentano l’incertezza. Trump sta mettendo in atto una politica cieca e protezionista che oltre ad allontanare l’Europa rischia seriamente di far saltare accordi commerciali in essere di grande importanza”. Con queste parole il presidente della Copagri Franco Verrascina ha affrontato alcuni dei temi centrali del Consiglio Generale dell’organizzazione, che si è svolto oggi a Roma. ##### “Sul versante europeo le cose non vanno meglio: l’Ue paga da un lato il non aver saputo dare risposte alla crisi economica e dall’altra gli effetti negativi della globalizzazione. Siamo di fronte a processi di nazionalizzazione da parte di tutti i paesi e a sentimenti di nazionalizzazione che disgregano il vero senso dell’Unione Europea” ha aggiunto il presidente avvertendo che “gli agricoltori stessi nutrono forti dubbi sul futuro europeo e non hanno più fiducia nel’Ue perché permangono i problemi principali come Ia redditività, i prezzi bassi, l’eccessiva volatilità. Preoccupazioni che si riflettono anche sulla riforma di medio termine e su quella che sarà la nuova Pac”. ##### “Questo quadro richiederebbe un governo forte per il nostro paese che oggi non c’è, ma soprattutto, ha sottolineato Verrascina, richiede una maggiore presenza e più professionalità al servizio agricoltori. Per questo oggi abbiamo presentato la nuova squadra Copagri e il nuovo progetto politico organizzativo e dei servizi per gli agricoltori. Da oggi lavoreremo con maggiore entusiasmo e ancora più convinti dell’importanza del nostro ruolo per rispondere in modo sempre più concreto alle esigenze degli agricoltori per un reale rilancio dell’agricoltura nazionale”.
CIRCO MASSIMO, CIA: BENE COMUNE ROMA SU BANDO. SPAZI VANNO APERTI A TUTTI L’apertura del Comune di Roma a mettere in gara il mercato contadino del Circo Massimo offre finalmente la possibilità a tutti gli agricoltori di accedere a un importante spazio pubblico di vendita diretta. Così la Cia-Agricoltori Italiani, che sottolinea la necessità di estendere anche a nuovi siti e ulteriori punti vendita cittadini i “Farmers Market”. Sempre più famiglie, infatti, scelgono i mercatini allestiti direttamente dagli agricoltori (+10% nell’ultimo anno) -spiega la Cia-. ##### Una scelta che premia non solo la qualità, la tipicità, la genuinità dei prodotti agricoli, ma permette ai consumatori anche di acquistare a costi inferiori rispetto alla Grande distribuzione organizzata, con un risparmio che sul fresco può arrivare fino al 20%. La Cia, d’altra parte, è già presente sul territorio con il suo circuito di vendita diretta “La Spesa in Campagna”, con appuntamenti costanti in molte città italiane: a Roma, per esempio, ogni mese apre la sua “vetrina” di via Bissolati, al Temporary Shop del CRA-Assicurazioni Generali, con le produzioni agricole tradizionali provenienti da tutte le regioni d’Italia.
LOMBARDIA.OLTREPO, FAVA RISCOPRE L’OLIO DI OLIVA A MORNICO LOSANA “Una scoperta nuova per il pubblico e i consumatori: nessuno assocerebbe l’olio all’Oltrepo’ pavese, ma in realta’ ha radici lontane. A Oliva Gessi si faceva olio nel 1500, la vocazione c’e’ sempre stata. Oggi ci sono imprese intelligenti, come questa a Mornico Losana, che diversificano e vogliono scoprire vocazioni nuove”. Lo ha spiegato l’assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia Gianni Fava, che oggi ha visitato l’azienda agricola ‘Il Feudo Nico’ a Mornico Losana, in provincia di Pavia. Accanto all’attivita’ tradizionale dedicata al vino, Edoardo Madama e il figlio Massimo, agricoltori e viticoltori, hanno avviato la produzione di olio d’oliva. ##### AGRICOLTORI DA SETTE GENERAZIONI – “Gli ultimi olivi li troviamo anche nel comune di Santa Giuletta, dove si coltivavano anche i capperi – ha spiegato Massimo Madama, settima generazione di produttori di vino dal 1825 -; abbiamo iniziato a informarci sulle condizioni necessarie per coltivare le olive: per prosperare hanno bisogno di fondi senza ristagno idrico e esposizioni dove la temperatura non scenda a -8 per piu’ di 3 giorni. Abbiamo deciso di piantare tre tipi: leccino, pendolino e casaliva, la regina del lago di Garda. Per ora abbiamo scartato altre cultivar, giocando il jolly sulla casaliva per dare carattere all’olio”. ##### RADDOPPIARE GLI ULIVI, FRANTOIARE IN PROPRIO – Centocinquantotto piante, la prima produzione e’ del 2016, dopo quattro anni di acclimatamento un primo ‘risultato’ di 60
litri. “Nel 2016 – ha continuato Massimo Madama – abbiamo prodotto circa un quintale di olio, su 550 chili di oliva. Una resa del 20 %, molto alta rispetto al 12, 13% di resa media”. “Quest’anno continueremo nella produzione. L’idea e’ raddoppiare il numero di piante, per proporre tre tipi di olii diversi: uno tipico e due di gusto e taglio internazionale”. Obiettivi? “La raccolta la mattina e il pomeriggio frantoiare in proprio – ha aggiunto Edoardo Madama – e far vedere a turisti e appassionati come si produce l’olio”. ##### UNA BELLA INTUIZIONE – “La monocoltura ha impoverito il territorio – ha osservato Fava -, che ha bisogno di continuare a fare cio’ che sa far bene, il vino, e insieme a questo anche il resto, cercando di coltivare al massimo gli spazi disponibili nella logica per cui il consumatore puo’ scegliere. Una bella intuizione, quella dell’olio, mi auguro che dal punto di vista climatico questa attivita’ non abbia problemi. I dati ci dicono che la produzione di olio si sta sempre piu’ spingendo a nord, noi come Lombardia rappresentiamo il punto piu’ a nord del mondo dove si produce olio; qui siamo nel punto piu’ a sud della regione piu’ a nord dei produttori di olio”. ##### MESSA A SISTEMA DELLA PRODUZIONE – “Credo che questa produzione possa essere messa a sistema – ha detto l’assessore lombardo – anche se confido nel fatto che si capisca che l’elemento dimensionale aziendale oggi non sia l’unico da tenere in considerazione. Inseguire le grandi dimensioni aziendali e’ sbagliato. Oggi i mercati si sono ristretti, se avranno voglia e volonta’ di ragionare nella logica di filiera corta e quindi di vendita diretta ci sara’ un risultato. Diversamente a livello industriale non possiamo essere competitivi con regioni e paesi che hanno tradizioni diverse dalla nostra”.
POMODORO DA INDUSTRIA, CONFAGRICOLTURA: CRESCE INCERTEZZA PER LA PROSSIMA CAMPAGNA “ L a c a m p a g n a d e l p o m o d o r o da industria, anche quest’anno, non sembra partire sotto buoni auspici. Nonostante i numerosi richiami fatti da Confagricoltura sul necessario rispetto di due principi cardine della campagna – adeguata tempistica della contrattazione e giusta remunerazione del prodotto – siamo già
a metà febbraio ed ancora non si è aperto un confronto tra mondo della produzione e quello dell’industria”. Questo il commento del presidente della FNP pomodoro da industria di Confagricoltura Marco Nicastro, che ha aggiunto: ”Neppure per questa campagna gli imprenditori agricoli potranno pianificare in maniera corretta la produzione, sebbene qualche mese fa, al Mipaaf, tutti si fossero dichiarati disposti a collaborare per iniziare presto la contrattazione”. ##### I mancati pagamenti del Nord ai produttori, in base alle cifre fatte circolare dall’organismo interprofessionale (OI) sarebbero pari al 17% del pomodoro da industria delle regioni settentrionali, per un valore complessivo di circa 20 milioni di euro. La stessa difficoltà, al momento ancora non quantificabile, si starebbe registrando, a parere della FNP di Confagricoltura, anche nel bacino del Sud. “E’ una situazione molto preoccupante – ha sottolineato Nicastro – che sta mettendo in difficoltà numerose imprese agricole e che peserà ulteriormente in maniera negativa in termini di programmazione. Senza contare la preoccupazione per possibili azioni speculative al ribasso”. ##### Confagricoltura auspica la soluzione del problema sull’intero territorio nazionale, per arrivare velocemente ad un confronto tra produttori e industriali. “La campagna del pomodoro da industria per il 2017 potrebbe svolgersi con uno spirito davvero interprofessionale per un mercato equilibrato e stabile – conclude Nicastro – a patto che vengano mantenuti gli impegni, presi più volte al Mipaaf, sulla tutela del reddito dei produttori attraverso il rafforzamento dell’aggregazione e la valorizzazione del prodotto anche con una certificazione di eticità della filiera”.
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