ASSICURAZIONI, CORALI, ISMEA: DUPLICE RUOLO, RICERCA E BANCA DATI SUI RISCHI - Agricolae

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ASSICURAZIONI, CORALI, ISMEA: DUPLICE RUOLO, RICERCA E BANCA DATI SUI RISCHI - Agricolae
ASSICURAZIONI, CORALI, ISMEA:
DUPLICE RUOLO, RICERCA E
BANCA DATI SUI RISCHI
                                                                  D
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nza sui nuovi strumenti assicurativi nel settore cerealicolo,
è intervenuto il presidente ISMEA Enrico Corali. L’attività
agricola è la più esposta è soggetta ai cambiamenti climatici.
Vi è una maggiore volatilità del mercato, sia a causa della
globalizzazione, sia per il passaggio       da   una   politica
comunitaria a una market oriented.

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ISMEA si presenta con un duplice ruolo, ovvero di ricerca
applicata, sperimentando nuovi strumenti assicurativi sia come
banca dati sui rischi e finanziamenti. I prodotti innovativi-
ha concluso Corali- da soli non possono avere un mercato
autonomo, ISMEA aiuta in questo processo tramite il fondo di
riassicurazione. L’Italia e ISMEA si presentano come leader
ASSICURAZIONI, CORALI, ISMEA: DUPLICE RUOLO, RICERCA E BANCA DATI SUI RISCHI - Agricolae
nell’innovazione all’interno del settore agricolo.

ASSICURAZIONI, MARTINA: SUI
RICAVI SUL GRANO SAREMO I
PRIMI IN UE
                                                     “Nuovi
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                                                 Ministro
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                                                 Martina.
                                                 “Saremo    i
primi in Europa -ha dichiarato il ministro Martina- a
sperimentare un’assicurazione sui ricavi per i produttori di
grano. Si tratta di uno strumento concreto di tutela del
reddito per gli agricoltori e risponde all’esigenza di
proteggere le aziende rispetto al passato. Diventa
fondamentale che le imprese possano programmare meglio la
produzione e avere un meccanismo di protezione in caso di
crollo del prezzo. Lo abbiamo visto quest’anno quando le
quotazioni sono scese fino a 18 centesimi al chilo”.

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Un prezzo che non consente nemmeno di recuperare i costi di
produzione, con l’assicurazione invece ci sarebbe stato un
indennizzo immediato su quelle perdite. Si tratta -ha
continuato Martina- di uno strumento sperimentale nel quale
vogliamo investire e per questo abbiamo stanziato 10 milioni
di euro per agevolare la sottoscrizione da parte degli
agricoltori. Intanto andiamo avanti per rafforzare i rapporti
nella filiera grano pasta, attraverso il sostegno ai contratti
di filiera inseriti nel Piano cerealicolo nazionale.

COME FUNZIONA

Un produttore agricolo di grano oggi può sottoscrivere la
polizza ricavo, pagando un premio alle assicurazioni che viene
coperto per il 65% dall’agevolazione del Ministero. Nel caso
il ricavo scenda del 20% rispetto alla media triennale del
ricavo per ettaro, l’agricoltore riceverà dalla compagnia
assicurativa un indennizzo per la perdita di reddito.

Per   avviare   la   sperimentazione    è   prevista    anche   la
riassicurazione di Ismea, in modo da offrire alle compagnie
assicurative una forma di protezione da eventuali perdite in
questa prima fase di lancio delle polizze.

Questa    polizza    è   aggiuntiva   rispetto   alle   garanzie
tradizionali contro le avversità come gelo, siccità alluvione
o eccesso di neve, grandine o sbalzi termici.

ESEMPIO

Facendo un esempio concreto rispetto ai prezzi registrati
quest’anno, per un’azienda foggiana di 10 ettari il
risarcimento per perdita ricavo sarebbe stato pari a 3.720
euro, ottenuto dalla differenza tra la media triennale dei
ricavi di 11.295 euro e l’introito effettivo del 2016 pari a
7.575 euro.

LE ALTRE AZIONI PER LA FILIERA GRANO PASTA
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–      Contratti di filiera nel piano cerealicolo nazionale.
Investiti 10 milioni di euro su contratti che valorizzano il
lavoro degli agricoltori e consentono ai produttori di pasta
di approvvigionarsi sempre di più di grano italiano di
qualità. L’obiettivo della misura è aumentare le superfici
coltivate coinvolte passando da 80.000 a 100.000 ettari.

–     Etichetta d’origine per la filiera grano pasta. Inviato
a Bruxelles lo schema di decreto per introdurre in maniera
chiara e leggibile l’origine del grano e della semola sulle
confezioni di pasta italiane. Sono in corso gli
approfondimenti tecnici con la Commissione Ue.

I NUMERI DEL COMPARTO CEREALICOLO ITALIANO

La filiera grano pasta italiana rappresenta uno dei settori
più importanti per il Made in Italy agroalimentare, con numeri
importanti.

– produzione di grano duro italiano: circa 4 milioni di
tonnellate

– produzione di pasta: 3,4 milioni di tonnellate, che rendono
l’Italia il principale produttore mondiale

– valore della produzione: oltre 4,6 miliardi di euro

– valore dell’export: 2 miliardi di euro

ASSICURAZIONI, CORALI, ISMEA: DUPLICE RUOLO, RICERCA E BANCA
DATI SUI RISCHI

16/02/2017 at 12:27
ASSICURAZIONI, CORALI, ISMEA: DUPLICE RUOLO, RICERCA E BANCA DATI SUI RISCHI - Agricolae
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nza sui nuovi strumenti assicurativi nel settore cerealicolo,
è intervenuto il presidente ISMEA Enrico Corali. L’attività
agricola è la più esposta è soggetta ai cambiamenti climatici.
Vi è una maggiore volatilità del mercato, sia a causa della
globalizzazione, sia per il passaggio da una politica
comunitaria a una market oriented.

ISMEA si presenta con un duplice ruolo, ovvero di ricerca
applicata, sperimentando nuovi strumenti assicurativi sia come
banca dati sui rischi e finanziamenti. I prodotti innovativi-
ha concluso Corali- da soli non possono avere un mercato
autonomo, ISMEA aiuta in questo processo tramite il fondo di
riassicurazione. L’Italia e ISMEA si presentano come leader
nell’innovazione all’interno del settore agricolo.

ASSICURAZIONI GRANO, ISMEA: SE RICAVO PERDE         20%   SARÀ
RIMBORSATO. MIPAAF COPRE 65% DEL PREMIO

16/02/2017 at 12:43
ASSICURAZIONI, CORALI, ISMEA: DUPLICE RUOLO, RICERCA E BANCA DATI SUI RISCHI - Agricolae
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erenza al Mipaaf sui nuovi sistemi assicurativi del grano ha
preso parola il direttore di ISMEA Raffaele Borriello.

“Lo scolo di questo strumento è la stabilizzazione del ricavo
dell’agricoltore, non è un prodotto finanziario o speculativo.
E, cosa importante, assicuriamo l’agricoltore anche quando la
produzione aumenta.

Un produttore agricolo di grano oggi può sottoscrivere la
polizza ricavo, pagando un premio alle assicurazioni che viene
coperto per il 65% dall’agevolazione del ministero, ha
spiegato Borriello. Nel caso il ricavo scenda del 20% rispetto
alla media triennale del ricavo per ettaro, l’agricoltore
riceverà dall’assicurazione un indennizzo per la perdita di
reddito”.

“Per avviare la sperimentazione – prosegue Borriello – è
prevista anche la riassicurazione di ISMEA, per proteggere le
compagnie assicurative in questa prima fase di lancio delle
polizze.

Questa polizza, ha infine concluso Borriello, è aggiuntiva
rispetto alle garanzie tradizionali contro le avversità quali
gelo, siccità, neve, alluvione”.
ASSICURAZIONI, CORALI, ISMEA: DUPLICE RUOLO, RICERCA E BANCA DATI SUI RISCHI - Agricolae
ASSICURAZIONI GRANO, COLDIRETTI E COPAGRI: RISPOSTA EFFICACE E
STRUMENTO INNOVATIVO

16/02/2017 at 12:55
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o assicurativo si è poi espresso il presidente Moncalvo,
dichiarando come si attendeva ormai da tempo questa polizza
ricavo. È un passo importante il fatto che sia diventata
finalmente realtà. Si tratta di dare ai nostri agricoltori
nuovi strumenti, sulla gestione dei rischi possiamo essere i
primi a sperimentare e insegnare all’Europa. Questa è una
risposta efficace alla crisi del grano.
ASSICURAZIONI, CORALI, ISMEA: DUPLICE RUOLO, RICERCA E BANCA DATI SUI RISCHI - Agricolae
E   sicuramente     uno
strumento   innovativo
secondo il presidente
di   COPAGRI    Franco
Verrascina. E non ha
dubbi in merito alla
polizza         ricavo
presentata oggi al
Mipaaf. “Siamo in una
fase di sperimentazione
– spiega – che non può
e non deve fallire, partiamo dal frumento ma guardiamo a tutto
il mondo agricolo con questo strumento. Si tratta di un mezzo
che va verso la difesa del reddito degli agricoltori, e noi da
parte nostra assicuriamo il massimo impegno a informare
produttori e agricoltori. Ci vogliamo confrontare con loro e
partecipare a migliorare questo strumento che oggi ci è stato
presentato

Per saperne di più:

ASSICURAZIONI, AGRICOLTORI NON SI FIDANO PIU: TROPPO
COMPLICATE. E A RISCHIO CONFLITTI INTERESSEIL DIRETTORE
DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEI CONDIFESA – ASNACODI – E’
ANCHE MEMBRO DEL CDA DI CATTOLICA ASSICURAZIONI

EXPORT,   MADE   IN   ITALY
AGROALIMENTARE TOCCA I 38,4
MLD. E’ RECORD STORICO
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                                                                e
sportazioni di prodotti agroalimentari made in Italy che nel
2016 hanno raggiunto il massimo di sempre, arrivando a quota
38,4 miliardi di euro. A dicembre 2016, rispetto al mese
precedente, si registra una crescita sia dell’export (+2,3%)
sia dell’import (+2,5%). L’avanzo commerciale è pari a 5,8
miliardi (+5,6 miliardi a dicembre 2015).

     L’aumento congiunturale dell’export coinvolge entrambe
     le principali aree di sbocco, con un incremento delle
     vendite maggiore verso i paesi extra Ue (+2,5%) rispetto
     all’area Ue (+2,1%).
     Rispetto al trimestre precedente, negli ultimi tre mesi
     dell’anno si rileva una dinamica positiva per entrambi i
     flussi (+2,4% per l’export e +3,6% per l’import). Le
     vendite di tutti i principali raggruppamenti di
industrie sono in espansione, in particolare per i
     prodotti energetici (+20,6%) e per i beni di consumo non
     durevoli (+2,9%).
     Nei confronti dello stesso mese dell’anno precedente, a
     dicembre 2016 crescono sia l’export (+5,7%) sia l’import
     (+6,1%). Le variazioni tendenziali risultano pari a
     +8,5% per l’export e +10,0% per l’import se corrette per
     i giorni lavorativi.
     Nel corso dell’anno 2016 le esportazioni sono in
     crescita (+1,1% in valore e +1,2% in volume) mentre le
     importazioni registrano una diminuzione (-1,4%) in
     valore e un aumento (+3,1%) in volume. L’espansione
     dell’export è da ascrivere esclusivamente ai paesi
     dell’area Ue (+3,0%); la flessione del valore delle
     importazioni (-1,4%) al netto dell’energia risulta in
     aumento (+1,5%). L’avanzo commerciale raggiunge i 51,6
     miliardi (+78,0 miliardi al netto dell’energia).
     Nel 2016, i mercati più dinamici all’export sono
     Giappone (+9,6%), Cina e Repubblica ceca (+6,4%
     entrambe), Spagna (+6,1%) e Germania (+3,8%). Si segnala
     la forte crescita nell’anno delle vendite all’estero di
     articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici
     (+6,8%), autoveicoli (+6,3%), mezzi di trasporto,
     autoveicoli esclusi (+4,6%) e prodotti alimentari,
     bevande e tabacco (+4,2%).
     Nel 2016, gli acquisti dalla Russia (-26,3%), così come
     quelli di gas naturale e di petrolio greggio
     (rispettivamente -28,5% e -20,4%), sono risultati in
     forte calo.
     Nel mese di dicembre 2016 l’indice dei prezzi
     all’importazione dei prodotti industriali aumenta dello
     0,5% rispetto al mese precedente e dell’1,6% nei
     confronti di dicembre 2015.

L’incremento    dei  prezzi   all’importazione    dipende
principalmente dalle dinamiche del comparto energetico, al
netto del quale l’indice registra un più contenuto aumento
(+0,1%) rispetto al mese

#####

Prodotti esportati e importati

A dicembre 2016, rispetto al mese precedente, la crescita
dell’export (+2,3%) è principalmente determinata da beni
intermedi (+2,2%), beni strumentali (+1,8%) e beni di consumo
durevoli (+7,1%). L’aumento congiunturale delle importazioni
(+2,5%) è da ascrivere in ampia misura alla crescita degli
acquisti di energia (+10,9%), beni di consumo non durevoli
(+2,3%) e beni intermedi (+1,6%) (Figura 1).

L’aumento    tendenziale   delle   esportazioni   (+5,7%)    è
particolarmente sostenuto per le vendite di energia (+24,5%) e
beni intermedi (+6,5%). L’incremento tendenziale dell’import
(+6,1%) è principalmente determinato dalla forte espansione
registrata per i beni strumentali (+9,8%) e l’energia (+8,2%).

A dicembre 2016 si registra un avanzo commerciale di 5,8
miliardi; nello stesso mese dell’anno precedente il surplus
registrato era pari a +5,6 miliardi. L’avanzo della bilancia
non energetica è pari a 8,4 miliardi di euro.

Nel corso del 2016 l’avanzo commerciale raggiunge i 51,6
miliardi, in miglioramento rispetto all’anno precedente (+41,8
miliardi). L’avanzo della bilancia non energetica è pari a 78
miliardi di euro.

        Limitatamente ai settori la cui quota sull’export
        (import) per l’anno 2015 è superiore all’1,5%.

Nel mese di dicembre 2016 l’aumento tendenziale delle
esportazioni ha riguardato in misura più rilevante le vendite
di prodotti petroliferi raffinati (+21,8%) e autoveicoli
(+21,3%). Le vendite di mezzi di trasporto, autoveicoli
esclusi (-17,0%) registrano una forte diminuzione.
Nel 2016, rispetto al 2015, si segnala la forte crescita delle
vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e
botanici (+6,8%), autoveicoli (+6,3%), mezzi di trasporto,
autoveicoli esclusi (+4,6%) e prodotti alimentari, bevande e
tabacco (+4,2%). (Tabella 1 delle Serie storiche allegate).

Dal lato delle importazioni, nel mese di dicembre 2016
risultano in forte aumento gli acquisti di autoveicoli
(+29,3%), macchinari e apparecchi n.c.a. (+25,0%) e prodotti
petroliferi raffinati (+21,8%). Registrano, invece, una
flessione gli acquisti di mezzi di trasporto, autoveicoli
esclusi  (-21,0%) .

Nel 2016, rispetto al 2015, gli acquisti di gas naturale
(-28,5%) e petrolio greggio (-20,4%) sono in flessione.
(Tabella 1 delle Serie storiche allegate).

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Paesi partner nel commercio estero

Nel mese di dicembre 2016 l’aumento congiunturale delle
esportazioni (+2,3%) è determinata dalla crescita delle
vendite sia verso i paesi dell’area extra Ue (+2,5%) sia verso
quelli dell’area Ue (+2,1%). L’incremento congiunturale
dell’import (+2,5%) è da ascrivere esclusivamente all’aumento
degli acquisti dai mercati extra Ue (+6,5%).

Nel corso dell’anno 2016, rispetto all’anno precedente, la
crescita delle esportazioni (+1,1%) è la sintesi della
crescita delle vendite verso i paesi dell’area Ue (+3,0%) e
del calo di quelle verso i paesi dell’area extra Ue (-1,2%).
Nello stesso periodo, le importazioni registrano una
flessione       (-1,4%), da attribuire esclusivamente all’area
extra Ue (-5,8%).

A dicembre 2016 l’aumento tendenziale delle esportazioni
(+5,7%) è da attribuire soprattutto alla crescita delle
vendite verso Cina (+20,9%), paesi MERCOSUR (+19,9%), Polonia
(+19,1%), Stati Uniti (+12,1%) e Germania (+10,3%). La
crescita tendenziale delle importazioni (+6,1%) è
particolarmente sostenuta per gli acquisti da paesi OPEC
(+67,7%), Turchia (+29,7%), paesi ASEAN (+24,4%), paesi
MERCOSUR (+17,0%) e Repubblica ceca (+12,8%).

Nel 2016, rispetto al 2015, le esportazioni sono in aumento
(+1,1%). Particolarmente accentuato l’incremento dell’export
verso Giappone (+9,6%), Cina e Repubblica ceca (+6,4%
entrambe), Spagna (+6,1%) e Germania (+3,8%). La flessione
dell’import (-1,4%) è principalmente determinata dagli
acquisti dalla Russia (-26,3%).

#####

Analisi congiunta per prodotto e paese

La crescita tendenziale dell’export è spiegata per quasi un
terzo dall’aumento delle vendite di macchinari e apparecchi
n.c.a verso gli Stati Uniti e i paesi OPEC, di metalli di base
e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti verso la
Germania e la Francia e di autoveicoli verso gli Stati Uniti.
La diminuzione delle vendite di prodotti petroliferi raffinati
verso i paesi OPEC, di computer, apparecchi elettronici e
ottici verso la Spagna e di articoli farmaceutici, chimico-
medicinali e botanici verso il Belgio rallenta di oltre mezzo
punto percentuale la crescita dell’export.

Gli acquisti di petrolio greggio e gas naturale dai paesi OPEC
e di autoveicoli dalla Germania spiegano per quasi tre punti
percentuali la crescita dell’import. Contrasta l’incremento
tendenziale delle importazioni per 1,2 punti percentuali la
diminuzione degli acquisti di mezzi di trasporto, autoveicoli
esclusi dal Regno Unito e di computer, apparecchi elettronici
e ottici dalla Cina

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Valori medi unitari e volumi all’export e all’import
A dicembre 2016 si rileva una crescita tendenziale dei valori
medi unitari sia all’export (+1,9%) sia all’import (+3,4%). I
volumi scambiati sono in aumento sia per le esportazioni
(+3,7%) sia per le importazioni (+2,6%).

L’aumento dei valori medi unitari all’export è determinato
dalla crescita registrata sia per i paesi dell’area Ue (+2,0%)
sia per quelli dell’area extra Ue (+1,8%). La crescita
all’import è determinata principalmente dall’aumento rilevato
per i paesi dell’area extra Ue (+5,7%). L’aumento dei volumi
esportati interessa tutti i raggruppamenti principali di
industrie. Nel corso del 2016, l’incremento dei volumi
esportati riguarda i beni di consumo non durevoli (+2,3%) e i
beni intermedi (+2,2%).

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Prezzi all’importazione dei prodotti industriali

Nel mese di dicembre 2016 l’indice dei prezzi all’importazione
dei prodotti industriali aumenta dello 0,5% rispetto al mese
precedente e dell’1,6% nei confronti di dicembre 2015.

L’indice dei prezzi all’importazione dei beni di consumo segna
a dicembre 2016, rispetto al mese precedente, un aumento dello
0,2% per il mercato totale e per l’Area euro e un aumento
dello 0,3% per l’Area non euro. Rispetto a dicembre 2015 si ha
una diminuzione dello 0,5% per il mercato totale, dello 0,7%
per l’Area euro e dello 0,2% per l’Area non euro.

Il raggruppamento dei beni strumentali, in termini
congiunturali, presenta una variazione nulla per il mercato
totale e per l’Area non euro mentre diminuisce dello 0,1% per
l’Area euro; in termini tendenziali l’indice aumenta dello
0,3% per tutte e tre le aree (mercato totale, Area euro e Area
non euro).

Per i beni intermedi l’indice dei prezzi registra, in termini
congiunturali, un aumento dello 0,2% sia per il mercato totale
che per l’Area non euro mentre aumenta dello 0,1% per l’Area
euro; rispetto a dicembre 2015 l’indice registra una
diminuzione dello 0,3% per il mercato totale, dell’ 1,1% per
l’Area non euro e un aumento dello 0,3% per l’Area euro.

L’indice dei prezzi all’importazione relativo all’energia
registra, rispetto al mese precedente un aumento del 2,1% per
il mercato totale, dello 0,3% per l’Area euro e del 2,2% per
l’Area non euro; in termini tendenziali l’indice registra un
aumento dell’11,8% per il mercato totale e del 12,3% per le
importazioni provenienti dall’Area non euro, diminuisce dello
0,7% per l’Area euro.

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Settori di attività economica

I prezzi all’importazione segnano, nell’ambito delle attività
manifatturiere, il tasso di crescita tendenziale più elevato,
per quel che riguarda l’Area euro, nei settori della
fabbricazione di mezzi di trasporto (+2,8%) e nella
metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi
macchine e impianti) (+0,2%) mentre, per l’Area non euro, nei
settori della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi
raffinati (+4,7%) e nei settori delle industrie tessili,
abbigliamento, pelli e accessori (+0,7%). Il calo tendenziale
più marcato risulta per l’Area euro nel settore della
produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati
farmaceutici (-3,5%) e per quella non euro nell’industria del
legno, della carta e stampa (-4,0%).

EXPORT MADE IN ITALY AGROALIMENTARE TOCCA 38,4MLD. MARTINA:
50MLD NEL 2020? CE LA FACCIAMO

16/02/2017 at 13:14
Marti
                                                        na ha
                                                        sotto
                                                        linea
                                                        to
                                                        come
                                                        si
                                                        tratt
                                                        i di
                                                        uno
                                                        strum
                                                        ento
                                                        innov
                                                        ativo
                                                        creat
                                                        o
                                                        trami
te l’aiuto delle regione, delle associazione e specialmente
con l’aiuto di ISMEA. Si tratta di un test, ha sottolineato
Martina, per vedere come funziona sul lato assicurativo dei
ricavi. È un caso studio, serve promozione e messa a punto,
oggi però partiamo. Se l’Italia prova a sperimentare, questo
strumento potrà essere d’aiuto anche nel dibattito europeo. A
margine della conferenza alcuni pensieri sull’export.

I 38,4 miliardi di export confermano la crescita dell’Italia
sul mercato. L’obiettivo di raggiungere i 50 miliardi nel 2020
è un obiettivo concreto è raggiungibile. Non ci dobbiamo
adagiare ma sono risultati positivi, è la strada giusta. Sono
dati che confermano come il mondo dell’agroalimentare sia la
chiave di svolta per il nostro paese.
CETA, RUSSO, FI: TRATTATO
PENALIZZA MOZZARELLA MADE IN
ITALY
“Il Ceta approvato a Strasburgo mette a rischio la Mozzarella
 di bufala campana DOP: sarà, infatti, possibile produrla in
Canada ed esportarla come prodotto italiano negli States”:
così il deputato e coordinatore FI della città metropolitana
di Napoli, Paolo Russo.
“Questo accordo – aggiunge Russo –     serve a chi trasforma
prodotti industriali, ma non premia le caratteristiche
identitarie delle nostre eccellenze agroalimentari. Il Ceta
non aiuta l’agricoltura italiana, anzi la rende ancor più
debole nei confronti dell’industria”.
“Non è questo il modello di sviluppo che vogliamo”, conclude
il deputato.

POMODORO, FAVA: DISPONIBILE A
CONVOCARE IL TAVOLO A MILANO
E A SOSTENERE IL COMPARTO
                           “Se serve per evitare fughe in
                           avanti con sottoscrizioni di
                           contratti di conferimento del
                           pomodoro al di sotto dei costi di
                           produzione, sono disponibile a
                           contattare il presidente del
                           Distretto del pomodoro e, se
                           necessario, anche a convocare un
tavolo di filiera a Milano, io sono disponibile”.
Lo ha detto questa sera l’assessore all’Agricoltura della
Lombardia, Gianni Fava, intervenendo          a Sabbioneta
all’assemblea dei produttori di pomodoro di Coldiretti, alla
vigilia della stagione produttiva 2017.

“Quando si è trattato di applicare la Pac in Italia – ha
ricordato Fava – ho personalmente condotto una battaglia in
Conferenza delle Regioni, per garantire l’aiuto accoppiato al
pomodoro, per 11 milioni di euro l’anno, dimostrando già da
allora l’orientamento di Regione Lombardia a tutela dei
produttori”.

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Un’attenzione all’oro rosso che l’assessore Fava è pronto a
confermare per una coltura che ha una presenza significativa
in Lombardia (oltre 8.000 ettari, dei quali circa 4.500 nella
sola provincia di Mantova, 2.200 a Cremona, 870 a Pavia, 570 a
Brescia). “Siamo pronti a intervenire, anche con risorse
finanziarie, se c’è una progettualità, anche in chiave di
promozione e internazionalizzazione – ha garantito Fava -. La
politica non può però sostituirsi alle filiere per fare
programmazione produttiva o erogare interventi a pioggia,
nella speranza che il mercato fra uno o due anni riprenda”.

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Le preoccupazioni del mondo agricolo – rappresentato nella
riunione da Marco Zardi, presidente della sezione di
Sabbioneta di Coldiretti, dal direttore di Coldiretti Mantova
Giovanni Roncalli, dal presidente di Coldiretti Cremona e del
Consorzio Casalasco del Pomodoro Giovanni Voltini – riguardano
la sottoscrizione dei contratti di consegna del pomodoro
all’industria, i sistemi di premi e penalità e l’eventualità
che non riescano a trovare collocazione sul mercato circa tre
milioni di quintali sui 27 milioni mediamente prodotti nel
distretto del pomodoro del Nord.

Il mese scorso Coldiretti ha rassegnato le dimissioni dal
Distretto del pomodoro del Nord.

CO.PAD.OR: NECESSARIO AVVIARE
LA   CAMPAGNA   E   TUTELARE
L’OCCUPAZIONE
Fai, Flai e Uila sono profondamente preoccupate per l’attuale
stato di crisi in cui versa un attore importante del settore
conserviero come Co.pa.dor.

La campagna del pomodoro è alle porte e rimane poco tempo per
avviare un percorso capace di tutelare la filiera, garantendo
lavoratori ed agricoltori.

Ci auguriamo pertanto, che al più presto si faccia avanti un
partner industriale che permetta l’avvio della campagna ed il
rilancio dell’attività. In tal senso, invitiamo la politica
regionale e nazionale ad attivarsi con l’azienda in tempi
rapidi per individuare un soggetto industriale con la
necessaria esperienza nel settore del pomodoro.

Una filiera che caratterizza fortemente il nostro Made in
Italy, come quella conserviera, non può rischiare di perdere
una realtà importante come la Co.pa.dor.
CONSIGLIO REGIONALE COPAGRI,
VERRASCINA: NUOVA SQUADRA E
PROGETTO POLITICO
“Gli scenari globali che si stanno profilando, soprattutto per
quando riguarda gli scambi commerciali a livello mondiale,
 alimentano l’incertezza. Trump sta mettendo in atto una
politica cieca    e protezionista che oltre ad allontanare
l’Europa rischia seriamente di far saltare accordi commerciali
in essere di grande importanza”.
Con queste parole il presidente della Copagri Franco
Verrascina ha affrontato alcuni dei temi centrali del
Consiglio Generale dell’organizzazione, che si è svolto oggi a
Roma.
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“Sul versante europeo le cose non vanno meglio: l’Ue paga da
un lato il non aver saputo dare risposte alla crisi economica
e dall’altra gli effetti negativi della globalizzazione. Siamo
di fronte a processi di nazionalizzazione da parte di tutti i
paesi e a sentimenti di nazionalizzazione che disgregano il
vero senso dell’Unione Europea” ha aggiunto il presidente
avvertendo che “gli agricoltori stessi nutrono forti dubbi sul
futuro europeo e non hanno più fiducia nel’Ue perché
permangono i problemi principali come Ia redditività, i prezzi
bassi, l’eccessiva volatilità. Preoccupazioni che si
riflettono anche sulla riforma di medio termine e su quella
che sarà la nuova Pac”.
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“Questo quadro richiederebbe un governo forte per il nostro
paese che oggi non c’è, ma soprattutto, ha sottolineato
Verrascina, richiede una maggiore presenza e più
professionalità al servizio agricoltori. Per questo oggi
abbiamo presentato la nuova squadra Copagri e il nuovo
progetto politico organizzativo e dei servizi per gli
agricoltori. Da oggi lavoreremo con maggiore entusiasmo e
ancora più convinti dell’importanza del nostro ruolo per
rispondere in modo sempre più concreto alle esigenze degli
agricoltori per un reale rilancio dell’agricoltura nazionale”.
CIRCO MASSIMO, CIA: BENE
COMUNE ROMA SU BANDO. SPAZI
VANNO APERTI A TUTTI
L’apertura del Comune di Roma a mettere in gara il mercato
contadino del Circo Massimo offre finalmente la possibilità a
tutti gli agricoltori di accedere a un importante spazio
pubblico di vendita diretta. Così la Cia-Agricoltori Italiani,
che sottolinea la necessità di estendere anche a nuovi siti e
ulteriori punti vendita cittadini i “Farmers Market”. Sempre
più famiglie, infatti, scelgono i mercatini allestiti
direttamente dagli agricoltori (+10% nell’ultimo anno) -spiega
la Cia-.

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Una scelta che premia non solo la qualità, la tipicità, la
genuinità dei prodotti agricoli, ma permette ai consumatori
anche di acquistare a costi inferiori rispetto alla Grande
distribuzione organizzata, con un risparmio che sul fresco può
arrivare fino al 20%. La Cia, d’altra parte, è già presente
sul territorio con il suo circuito di vendita diretta “La
Spesa in Campagna”, con appuntamenti costanti in molte città
italiane: a Roma, per esempio, ogni mese apre la sua “vetrina”
di via Bissolati, al Temporary Shop del CRA-Assicurazioni
Generali, con le produzioni agricole tradizionali provenienti
da tutte le regioni d’Italia.
LOMBARDIA.OLTREPO,    FAVA
RISCOPRE L’OLIO DI OLIVA A
MORNICO LOSANA
“Una scoperta nuova per il pubblico e i consumatori: nessuno
assocerebbe l’olio all’Oltrepo’ pavese, ma in realta’ ha
radici lontane. A Oliva Gessi si faceva olio nel 1500, la
vocazione c’e’ sempre stata. Oggi ci sono imprese
intelligenti, come questa a Mornico Losana, che diversificano
e vogliono scoprire vocazioni nuove”. Lo ha spiegato
l’assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia Gianni Fava,
che oggi ha visitato l’azienda agricola ‘Il Feudo Nico’ a
Mornico Losana, in provincia di Pavia. Accanto all’attivita’
tradizionale dedicata al vino, Edoardo Madama e il figlio
Massimo, agricoltori e viticoltori, hanno avviato la
produzione di olio d’oliva.

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AGRICOLTORI DA SETTE GENERAZIONI – “Gli ultimi olivi li
troviamo anche nel comune di Santa Giuletta, dove si
coltivavano anche i capperi – ha spiegato Massimo Madama,
settima generazione di produttori di vino dal 1825 -; abbiamo
iniziato a informarci sulle condizioni necessarie per
coltivare le olive: per prosperare hanno bisogno di fondi
senza ristagno idrico e esposizioni dove la temperatura non
scenda a -8 per piu’ di 3 giorni. Abbiamo deciso di piantare
tre tipi: leccino, pendolino e casaliva, la regina del lago di
Garda. Per ora abbiamo scartato altre cultivar, giocando il
jolly sulla casaliva per dare carattere all’olio”.

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RADDOPPIARE    GLI   ULIVI,    FRANTOIARE    IN   PROPRIO    –
Centocinquantotto piante, la prima produzione e’ del 2016,
dopo quattro anni di acclimatamento un primo ‘risultato’ di 60
litri. “Nel 2016 – ha continuato Massimo Madama – abbiamo
prodotto circa un quintale di olio, su 550 chili di oliva. Una
resa del 20 %, molto alta rispetto al 12, 13% di resa media”.
“Quest’anno continueremo nella produzione. L’idea e’
raddoppiare il numero di piante, per proporre tre tipi di olii
diversi: uno tipico e due di gusto e taglio internazionale”.
Obiettivi? “La raccolta la mattina e il pomeriggio frantoiare
in proprio – ha aggiunto Edoardo Madama – e far vedere a
turisti e appassionati come si produce l’olio”.

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UNA BELLA INTUIZIONE – “La monocoltura ha impoverito il
territorio – ha osservato Fava -, che ha bisogno di continuare
a fare cio’ che sa far bene, il vino, e insieme a questo anche
il resto, cercando di coltivare al massimo gli spazi
disponibili nella logica per cui il consumatore puo’
scegliere. Una bella intuizione, quella dell’olio, mi auguro
che dal punto di vista climatico questa attivita’ non abbia
problemi. I dati ci dicono che la produzione di olio si sta
sempre piu’ spingendo a nord, noi come Lombardia
rappresentiamo il punto piu’ a nord del mondo dove si produce
olio; qui siamo nel punto piu’ a sud della regione piu’ a nord
dei produttori di olio”.

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MESSA A SISTEMA DELLA PRODUZIONE – “Credo che questa
produzione possa essere messa a sistema – ha detto l’assessore
lombardo – anche se confido nel fatto che si capisca che
l’elemento dimensionale aziendale oggi non sia l’unico da
tenere in considerazione. Inseguire le grandi dimensioni
aziendali e’ sbagliato. Oggi i mercati si sono ristretti, se
avranno voglia e volonta’ di ragionare nella logica di filiera
corta e quindi di vendita diretta ci sara’ un risultato.
Diversamente a livello industriale non possiamo essere
competitivi con regioni e paesi che hanno tradizioni diverse
dalla nostra”.
POMODORO   DA    INDUSTRIA,
CONFAGRICOLTURA:     CRESCE
INCERTEZZA PER LA PROSSIMA
CAMPAGNA
                                                                   “
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o da industria,    anche quest’anno, non sembra partire sotto
buoni auspici.     Nonostante i numerosi richiami fatti da
Confagricoltura     sul necessario rispetto di due principi
cardine della       campagna – adeguata tempistica della
contrattazione e   giusta remunerazione del prodotto – siamo già
a metà febbraio ed ancora non si è aperto un confronto tra
mondo della produzione e quello dell’industria”. Questo il
commento del presidente della FNP pomodoro da industria di
Confagricoltura Marco Nicastro, che ha aggiunto: ”Neppure per
questa campagna gli imprenditori agricoli potranno pianificare
in maniera corretta la produzione, sebbene qualche mese fa, al
Mipaaf, tutti si fossero dichiarati disposti a collaborare per
iniziare presto la contrattazione”.

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I mancati pagamenti del Nord ai produttori, in base alle cifre
fatte circolare dall’organismo interprofessionale (OI)
sarebbero pari al 17% del pomodoro da industria delle regioni
settentrionali, per un valore complessivo di circa 20 milioni
di euro. La stessa difficoltà, al momento ancora non
quantificabile, si starebbe registrando, a parere della FNP di
Confagricoltura, anche nel bacino del Sud. “E’ una situazione
molto preoccupante – ha sottolineato Nicastro – che sta
mettendo in difficoltà numerose imprese agricole e che peserà
ulteriormente in maniera negativa in termini di
programmazione. Senza contare la preoccupazione per possibili
azioni speculative al ribasso”.

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Confagricoltura auspica la soluzione del problema sull’intero
territorio nazionale, per arrivare velocemente ad un confronto
tra produttori e industriali. “La campagna del pomodoro da
industria per il 2017 potrebbe svolgersi con uno spirito
davvero interprofessionale per un mercato equilibrato e
stabile – conclude Nicastro – a patto che vengano mantenuti
gli impegni, presi più volte al Mipaaf, sulla tutela del
reddito dei produttori attraverso il rafforzamento
dell’aggregazione e la valorizzazione del prodotto anche con
una certificazione di eticità della filiera”.
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