Anno II - numero 8 - ottobre 2021 - OFS Campania
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anno II - numero 8 — ottobre 2021 1
Sommario Editoriale …….………………………..…………………………………………………….……………...…..…3 La delusione e il largo .………..………………………………………...……………………………...…..4 Dialogo con l’Islam sulle orme di Francesco ….……………………………………….…....…...5 La Speranza che non delude ……………………………………...………….…………………...…......7 “Prendi il largo”… ma non togliere lo sguardo dalla riva………………...…….……...….8 Alba, ombra, luce, sole, tramonto… che luce ha la nostra vita? …………..…..…...….10 Oltre… dai forma ai tuoi sogni! …………………………..…………………………..….…………....13 Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino ………………...…14 La rivelazione dell’Evangelo .……………………………………………………….………….....……16 E quindi uscimmo a riveder le stelle …...………………………………………………………...…17 Calarono il paralitico dal tetto…..…….………………………………………………………..…..…18 Scrivere di noi: la Fraternità da vivere. Nola San Biagio …..………………………...…20 Francesco Maione: un dono per tutti…..……………………….…………………….…...…….…22 Condividete con noi i vostri suggerimenti, segnalazioni, idee, opinioni, per aiutarci a miglio- rare il notiziario regionale, oppure articoli e fotografie, per far conoscere la vostra fraternità, o condividere le vostre riflessioni sul mondo che vi circonda – fuori e dentro la fraternità - con i momenti belli, ma anche i problemi, disagi… Non solo, se ne avete voglia, potete diventare i nostri “inviati speciali”, attraverso articoli che potete inviarci liberamente. Per tutto questo e altro ancora, scrivete a: sulleormedifrancesco@ofs.campania.it Facebook Instagram YouTube Twitter Telegram 2
P ace e bene. Dopo la pausa estiva, durante la quale ab- biamo, si spera, ritemprato “fratello” corpo e ricaricato lo spirito, siamo pronti a rimetterci in viaggio… “Sulle orme di France- sco”. L’Editoriale Prima di partire per i nostri luoghi di riposo, ci eravamo lasciati sulla riva del lago di Galilea, Ripartiamo da Lui con Gesù che invitava i discepoli a gettare le reti ed è proprio da lì che vogliamo riprendere il cammino, dalla sua esortazione a prendere il largo, a staccarci dalle nostre sicurezze, per andare in mare aperto e mettere alla prova la nostra fede, nella consapevolezza che “quando ci mettiamo con Ciro d’Argenio generosità al suo servizio, Egli compie in noi cose grandi”. Gesù “ci chiede di accoglierlo sulla barca della no- stra vita, per ripartire con Lui e solcare un nuovo mare, che si rivela carico di sorprese. Il suo invito a uscire nel mare aperto dell’umanità del nostro tempo, per essere testimoni di bontà e di misericor- dia, dà senso nuovo alla nostra esistenza, che rischia spesso di appiattirsi su sé stessa” (Papa Francesco, Angelus del 10 febbraio 2019). Il lungo periodo di pandemia, forse, ci ha intorpidito e oggi non ci sentiamo ancora pronti, o siamo meno disposti a metterci in gioco, ma anche noi, come il nostro Serafico Padre San Francesco che ha lasciato tutto, confidando nella chiamata del Signore, dobbiamo mettere da parte le nostre paure, scrollarci di dosso la pigrizia, il senso di inadeguatezza e riprendere il cammino. “Andiamo avanti con speranza!”, affermava San Giovanni Paolo II, nella lettera apostolica Novo Millen- nio Ineunte (58), “...possiamo contare sulla forza dello stesso Spirito, che fu effuso a Pentecoste e ci spinge oggi a ripartire sorretti dalla speranza «che non delude» (Rm 5,5)”. Per dirla con le parole di Francesco: “Cominciamo, fratelli, a servire il Signore Iddio, perché finora ab- biamo fatto poco o nessun profitto!”, lui che era “instancabile nel proposito di un santo rinnovamento, sperava sempre di poter ricominciare daccapo” (F.F. 500). E noi siamo pronti a prendere il largo? Intanto la Fraternità regionale ha già iniziato a percorrere il sentiero che, si spera, rappresenti la primizia di quello che sarà il nuovo anno fraterno, cominciato con un’edizione speciale della vacan- za “Una mano per un Sorriso” e la prima delle cinque “Passeggiate Laudato Sì”, alla scoperta del creato… e di noi stessi, mentre la Gioventù Francescana ha vissuto il primo incontro regionale, a Sa- lerno, dal tema “Innamorarsi insieme a riveder le stelle”. Nelle pagine del notiziario rivivremo le emozioni di questi appuntamenti e faremo conoscenza della Fraternità Ofs di Nola S. Biagio e del Servo di Dio Francesco Maione, Terziario francescano di Sant’Anastasia. Non mancheranno, poi, le nostre rubriche: “dal Vangelo alla Vita” e “Pagine scelte” che ci aiute- ranno ad approfondire la nostra spiritualità e ampliare le nostre conoscenze. Buona lettura. 3
propri calcoli, della propria abitudine, di quello che sapeva, del buon senso… si fida della voce di Gesù. Nonostante quello che si porta dentro, nono- stante le incomprensioni comincia il suo voler seguire il Signore più da vicino. Lascia la casa La delusione e il paterna; lascia tutti i suoi beni, le sue sicurez- ze. Viene considerato pazzo, viene deriso e al- largo lontanato dal suo stesso sangue, da suo padre, dai suoi amici. E nella solitudine si mette in ricerca, prega, “fa discernimento” di quello Fr. Lorenzo Scafuro che il Signore gli stava chiedendo. Fa espe- Assistente regionale Ofs Campania rienze di eremitaggio, di solitudine, e poi con il dono dei fratelli, riesce a trovare il suo mo- do di servire il Signore. Fa delle scelte concre- te che non vanno a rovesciare un sistema ben articolato, né va a combattere una guerra di idee, di potere o di religione, ma vuole vivere, nel suo piccolo, insieme ai fratelli, il Vangelo N del Signore Gesù Cristo. Quel vivere che si ella vita, forse tutti abbiamo fatto fonda sulla fiducia incondizionata di Dio, ma esperienza di parole e eventi che ci che ha bisogno della risposta personale. bloccano. Parole ed eventi possono La fiducia incondizionata non è esente da rallentare il nostro passo, distruggere... e ci peccato, da incomprensioni, da errori… ma sono anche parole che ci fanno camminare chiede il mettere al primo posto il Signore e nonostante sembri tutto un flop. Quando si cerca nel piccolo come poter vivere il suo in- vivono certe situazioni a volte il buio o la con- segnamento nella concretezza: nei confronti fusione prendono il sopravvento, a volte an- dei fratelli e nei confronti del creato. che viaggiare sulle ali dell’entusiasmo o l’es- Francesco non è nato santo, non è nato capace sere troppo ambiziosi, ci fa fare delle scelte di di “grandi scelte”, si è fidato, ha preso il lar- cui pentirsi in seguito. La maturità, l’equili- go; a partire dai propri fallimenti, ha fatto co- brio, il tempo e il camminare ci aiutano a fare se grandi fino a essere “copia conforme” del discernimento, a maturare, a trovare un equi- Cristo Crocifisso e risorto. librio e a crescere. Questo è quello che ha spe- rimentato Francesco di Assisi. Conosciamo bene i suoi sogni, le sue aspirazioni, le sue ambizioni, le sue gioie e le sue sofferenze. Nei momenti difficili in cui i suoi sogni si infran- gono come onde sugli scogli, nel momento in cui sembra essere tutto perso, e non ci sia più nulla da fare, non ci sia niente da perdere, ec- co che il Signore Dio si fa a lui prossimo: at- traverso i sogni, con l’esperienza della prigio- nia, con l’esperienza del lebbroso e poi, come sappiamo, con l’incontro del Cristo Risorto di san Damiano. Nei momenti di difficoltà il Si- gnore lo chiama, lo invita a fare delle scelte, che razionalmente e umanamente sembrano assurdità, sono incomprensibili per la storia del suo tempo. Da quell’invito, nel cuore di Francesco comincia a cambiare qualcosa, an- che se inizialmente non è chiaro. Comincia a essere diverso nei suoi atteggiamenti, nel suo modo di fare, nel suo progettare. In quel contesto Francesco, non si fida più dei 4
C ontinuamente la nostra vita viene sconvolta dalle notizie drammatiche della sofferenza causata dal fonda- mentalismo e dal terrorismo islamico, come recentemente in Afganistan. Dialogo con l’Islam Tante popolazioni, già gravemente provate dalla povertà e dall’ingiustizia, sono private sulle orme di della loro libertà e dignità, particolarmente le donne, e sono minacciate dalla violenza. L’Occidente non può stare a guardare passi- Francesco vamente; deve manifestare civiltà e umanità con la generosa accoglienza. Purtroppo coloro che sono schiavi del razzi- Lucia Antinucci smo, dei pregiudizi, dell’islamofobia, si Centro studi francescani per il dialogo rafforzano nella loro intolleranza. I cristiani in- interreligioso e le culture vece con l’amore fraterno evangelico sono chia- mati a far fronte a queste situazioni, certamente con prudenza e senza improvvisazioni. La Chiesa cattolica si è impegnata ufficialmente nel dialogo con l’Islam a partire dal Concilio vo centenario dello storico incontro di Damietta ecumenico Vaticano II (Dichiarazione Nostra incontrando ad Abu Dhabi, il 4 febbraio 2019, il Aetate n. 3). I padri conciliari, consapevoli della Grande Imam di Al-Azhar Amed Al-Tayyib e pluralità di idee e dottrine nell’Islam hanno op- sottoscrivendo con lui la Dichiarazione con- tato per il dialogo con i musulmani che sono au- giunta, il Documento sulla Fratellanza umana tentici adoratori del Dio unico, animati da buo- per la pace mondiale e la convivenza comune, in na volontà e da fede genuina. In seguito è stato cui si sottolinea l’impegno comune per superare costituito il Pontificio consiglio per il dialogo il terrorismo, che è una strumentalizzazione interreligioso al cui interno vi è la Commissione della religione, poiché non ha nulla di sacro, o per i rapporti religiosi con i musulmani. di santo. Il Pontificio consiglio il 29 marzo 2021, come Nella dichiarazione congiunta infatti si mette in ogni anno, ha inviato ai musulmani gli auguri risalto che nessuna forma di chiusura, di razzi- per le loro solenni festività. Il messaggio di que- smo, di fanatismo o di estremismo deve fuoriu- st’anno così si conclude: “Noi, cristiani e musul- scire dall’esperienza di fede. mani, siamo chiamati a essere portatori di spe- Chi crede in Dio non può chiudersi al dialogo e ranza per la vita presente e futura, e testimoni, la fede non può degenerare nella violenza. Un costruttori e riparatori di questa speranza, spe- frutto del profetico incontro islamo-cristiano è cialmente per coloro che vivono difficoltà e di- stata la realizzazione della Abrahamic Family sperazione. House ad Abu Dabhi che accoglie una sinagoga, Come segno di fraternità spirituale, vi assicuria- una moschea, una chiesa dedicata a san Fran- mo la nostra preghiera, formulando i migliori cesco e una sala per il dialogo interreligioso e la auguri di un Ramadan pacifico e fruttuoso e di fraternità universale, aperta a tutte le religioni e un gioioso Id al-Fitr”. Il mondo cristiano è anche ai non credenti. chiamato a confrontarsi con la testimonianza In questo storico e profetico viaggio, papa Fran- del Poverello di Assisi fortemente profetica an- cesco non ha fatto altro che riprendere quella che per il dialogo con l’Islam, a partire dall’e- terza via inaugurata da san Francesco, la via del vento di Damietta (1219 al tempo della quinta dialogo, del rispetto, dell’incontro fraterno. crociata). Abu Dabhi è in continuità con lo Spirito di Assisi Il giovane assisiate è passato dallo spirito di inaugurato da Giovanni Paolo II il 27 ottobre crociata, da cui si era sentito attratto inizial- 1986, che porta a superare paure e pregiudizi, mente, allo spirito di fraternità, diventando il per realizzare la cura degli altri con autentico fratello universale, poiché l’episodio di Damietta amore. si è svolto in clima di rispetto reciproco e di L’attenzione agli ultimi, ai poveri, ai migranti, a amicizia con il sultano Melik el Kamel, uomo quanti non hanno più neanche un minimo di mite e saggio. vita e di dignità, ci riguarda sempre più da vici- Francesco di Roma, il Papa, ha celebrato l’otta- 5
no, come sottolineato nell’enciclica di Papa dignità’. Francesco Fratelli tutti (3 ottobre 2020), in cui si Questo è un principio elementare della vita so- fa continuamente riferimento all’assisiate e si ciale, che viene abitualmente e in vari modi riprende anche la Dichiarazione di Abu Dabhi: ignorato da quanti vedono che non conviene alla “C’è un riconoscimento basilare, essenziale da loro visione del mondo o non serve ai loro fi- compiere per camminare verso l’amicizia sociale ni” (n. 106). e la fraternità universale: rendersi conto di Attualmente lo spirito della fraternità universale quanto vale un essere umano, quanto vale una deve caratterizzare sempre più lo stile di vita dei persona, sempre e in qualunque circostanza. Se cristiani e di tutti i credenti, paradigma dell’au- ciascuno vale tanto, bisogna dire con chiarezza e tenticità dell’esperienza spirituale. fermezza che ‘il solo fatto di essere nati in un luogo con minori risorse o minor sviluppo, non giustifica che alcune persone vivano con minore 6
La Speranza che non delude Giuditta Iossa E ccoci qua, a dirci - anche se lo ripetia- ma di FEDE e di SPERANZA! mo da tempo - pronti a prendere (o ri- La Speranza, come ci dice Papa Francesco, prendere) il largo, anche come frater- “...è un dono, è un regalo dello Spirito Santo e nità. Quante sensazioni vissute, però, in que- per questo Paolo dirà: ‘Mai delude’. sto periodo che ci stiamo lasciando alle spal- La speranza mai delude, perché? Perché è un le! dono che ci ha dato lo Spirito Santo… La spe- Una più di tutte è stata il sentirci abbandona- ranza è Gesù... Se tu non dici: ‘Ho speranza in ti, a volte anche da Dio che, invece, non ci ha Gesù, in Gesù Cristo, Persona viva, che adesso mai lasciati soli, come del resto aveva pro- viene nell’Eucaristia, che è presente nella sua messo ai suoi discepoli: “Io sono con voi tutti i Parola’, quella non è speranza. È buon umore, giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). ottimismo…”. Guardiamo il nostro Serafico Padre France- Per noi Francescani secolari, la Speranza di- sco: quante volte si è sentito abbandonato da venta UNO STILE DI VITA che, oggi più che tutto e da tutti, nel suo percorso spirituale mai, siamo chiamati ad assumere, per essere che lo ha portato alla presa di coscienza di “pronti sempre a rendere ragione della spe- essere “minore” e “peccatore”, senza perde- ranza che è in noi” (1Pt 3,15). re la fiducia in Gesù. Allora non possiamo più crogiolarci nel no- Allora anche noi, quali seguaci di Francesco, stro piccolo orto, ma dobbiamo rompere gli non possiamo perdere di vista la nostra meta argini delle nostre sicurezze ed entrare in co- e, camminando sulle sue orme, siamo chia- munione con tutto ciò che ci circonda, per mati a trovare la forza e la fede, per essere testimoniare che l’AMORE può tutto; ma portatori di speranza nel contesto in cui vi- questo potremo farlo solo se rimaniamo uniti viamo. a Cristo, all’altro che ci sta accanto e se sare- Oggi non possiamo abbandonarci alla sfidu- mo capaci di essere custodi del creato che ci è cia e allo scoraggiamento che a volte ci assa- stato affidato da Dio stesso. le, per le difficoltà che in questo scorcio di Lasciamoci alle spalle, dunque, tutto ciò che storia ci stanno segnando. appesantisce il nostro passo, alleggeriamo il Dobbiamo - anzi lo avremmo già dovuto fare, cuore, svuotiamo i nostri zaini di cose super- perché ne abbiamo avuto l’occasione - flue e partiamo: prendiamo il largo, ricolmi soffermarci sul nostro essere cristiani e fran- di quell’Amore che oggi il mondo reclama. cescani consapevoli di aver ricevuto in dono: Non possiamo essere sordi e ciechi, ma buoni una vita da vivere appieno, una famiglia che ascoltatori e bravi osservatori, per testimo- si prende cura di noi e una Fraternità dove niare che la Speranza ci fa vedere oltre il buio vivere, sperimentare e condividere le nostre e affidandoci e fidandoci in Cristo che è difficoltà, ma anche le nostre gioie, in un cli- Amore, saremo capaci di fare grandi cose. 7
“Prendi il largo”... ma non togliere lo sguardo dalla riva Alfonso Petrone «D uc in altum!» «Prendi il lar- notte e non abbiamo preso nulla». go!» (Lc 5,4). Abbiamo bisogno di Quante volte guardiamo le nostre reti vuote! È ritrovare il colpo d’ala che ci custo- facile, allora, lasciarsi cadere le braccia e dire a disca dalla tentazione dello scoraggiamento. noi stessi, e magari anche agli altri: fatica inutile, Stiamo superando uno dei momenti più difficili non c’è più nulla da fare! della nostra epoca; la pandemia ha messo in gi- Ognuno di noi è personalmente coinvolto in nocchio il mondo intero, si fa fatica a rialzarsi, a questo progetto di vita, abbiamo l’opportuni- ritrovare e riaffermare i valori di sempre, a riap- tà di rispondere all’invito e quindi prendere il propriarci della Speranza come ragione di vita. largo, anche se tutte le barche rimangono sul- Solo l’incontro con Gesù ci può permettere di la spiaggia. prendere il largo anche dopo una notte di pe- Ma il lavoro si fa insieme e perciò all’ordine sca infruttuosa, facendoci sperimentare una dato al singolare, «prendi il largo», segue il tanto inattesa quanto paradossale fecondità. comando al plurale: «gettate le vostre reti per la Sulla sua Parola si può riprendere speranza pesca». In questo contesto, la forza della frater- nonostante le frustrazioni e i fallimenti. nità, il tessere relazioni, diventa un percorso ne- Proprio questo è necessario: staccarsi dalla cessario capace di rafforzare la fiducia e dare riva, senza però mai perdere di vista quel slancio e vitalità alla speranza. punto di partenza, quell'invito che dà sostan- Nella fede i gesti che contano sono condivide- za al nostro agire. re le povertà e sostenere chi vive in difficoltà; Decidersi a lasciare la riva tranquilla delle no- sono segni della liturgia del quotidiano: nel stre comodità, del nostro interesse, che dà mentre tendiamo le mani, riempiamo il cuore una falsa sicurezza e non permette di fare l’e- di bene. sperienza delle reti piene. Come davanti al Tabernacolo contempliamo Dio continuamente ci chiama a prendere il L'amore di Dio per noi, nel servire i fratelli, largo, cioè fare un altro passo, andare oltre il rendiamo visibile l'amore ricevuto! presente, muoversi verso quella Galilea dove «Cosa sono i servi di Dio, se non i suoi giullari Egli sempre ci precede. che devono commuovere il cuore degli uomini ed È urgente passare dall’ascolto, dalle procla- elevarlo alla gioia spirituale?» (S. Francesco mazioni, dai buoni propositi, all’azione, a d'Assisi: FF 1592) mettersi in gioco in prima persona, a dare il Perciò amare Dio vuol dire investire ogni proprio contributo di bene per dar vita al vero giorno le proprie energie per essere suoi col- cambiamento. laboratori nel servire senza riserve il nostro Può darsi che, come Pietro, siamo anche noi prossimo, nel cercare di perdonare senza li- stanchi e delusi, scoraggiati dopo tanti tenta- miti e nel coltivare relazioni di comunione e di tivi e tanta fatica: «abbiamo faticato tutta la fraternità. 8
Ma, amare il prossimo significa avere atten- l’altro, il diverso da sé, sempre e solo come zione per quelli che sono sulla nostra strada, avversario o concorrente, non interpretare i privilegiando quelli che vivono ai margini, rapporti interpersonali e sociali sempre e solo che ostacolano i marciapiedi delle nostre città come conflitti, ma saper cogliere la ricchezza e periferie, di quelli che vengono dal mare e e bellezza che viene da un confronto aperto e affollano i centri di accoglienza, quelli che “al leale. largo” in alto mare, con le loro vite a rischio, È l’impegno a trasferire nei rapporti con gli scuotono le nostre coscienze troppo spesso uomini il senso e la logica del rapporto con assopite dinanzi a tanta tragicità. Dio. L’invito coinvolgente e straordinario a Spesso capita di “fare del bene” come gesto “prendere il largo “, sollecita ciascuno ad es- di carità, quasi come forma di appagamento sere proiettato non solo verso le urgenze dei della coscienza, come automatismo di una fratelli più poveri, ma soprattutto ad essere fede impressa, piuttosto che come coinvolgi- attenti alla loro necessità di vicinanza frater- mento pieno e responsabile di una fede vissuta. na, di senso della vita e di tenerezza. Questo richiamo indica una prospettiva nuo- Questo interpella le comunità cristiane: si va, un valore aggiunto: prendersi cura tratta di evitare il rischio di essere comunità dell’altro. che vivono di molte iniziative ma di poche re- Da ciò scaturisce la necessità a non limitarsi a lazioni, il rischio delle comunità, di essere gesti occasionali di altruismo, ma acquisizio- accomodanti, troppo impegnate a ripiegarsi ne di una cultura di vita basata sulla convin- su sè stesse, piuttosto che essere slancio vita- zione che, per dare senso compiuto all’esi- le e coinvolgente nella costruzione del Bene stenza, occorre prestare attenzione ai bisogni comune. degli altri, interrogarsi di continuo su quello È centrale il concetto di corresponsabilità: fa- che si può fare per rimuovere le condizioni di re il bene, si esplica in una umile e intelligen- vita che generano ingiustizie e miseria. te capacità di stare accanto agli altri, ci ri- È tempo di “issare le vele”, di lasciarsi porta- chiama al rapporto dialogico della solidarietà re dal vento della Speranza; nella Carità ope- come unità nella diversità, non considerare rosa, insieme, diamo un volto alla fede. “Se vuoi costruire un'imbarcazione, non preoccuparti tanto di educare uomini per raccogliere il legname, preparare attrezzi, affidare incarichi e distribuire il lavoro. Vedi piuttosto di risvegliare la loro nostalgia del mare e della sua sconfinata grandezza” (Antoine de Saint-Exupéry) 9
mente il brano evangelico di Gv 1,5 che affer- ma come «la luce splende nelle tenebre e le te- nebre non l’hanno vinta». Giovanni Battista non era la luce, ma doveva da- Alba, ombra, luce, re testimonianza alla luce. Nel prologo si trova ancora un altro particolare: sole, tramonto… che «veniva nel mondo la luce vera quella che illu- mina ogni uomo […] eppure il mondo non lo ha luce ha la nostra riconosciuto» (GV 1,9-10). Questo brano mi interroga molto. Permetto alla vita? luce vera, divina, di dileguare le tenebre/rancori, vizi, passioni, dal mio intimo? Anche il brano evangelico di Lc 2,7 dice che Suor Gabriella Gesù ha abitato il buio del grembo di Maria Madre badessa Monastero di Airola sua creatura, ed è venuto alla luce nel buio della notte; infatti si legge che «c’erano, in quella regione, alcuni pastori che pernottavano all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge ». O Mi riporta alla mente anche la narrazione FS: Vorrei porti una domanda: l’e- dell’evangelista Giovanni su Zaccaria che, do- spressione: «Già l’ombra della notte si po aver acquistato la parola perduta, canta un dilegua, un’alba nuova sorge all’orizzon- inno incredibilmente ricco di significato da te…» cosa ti dice? cui emerge una particolare espressione: «ci visiterà un sole che sorge dall’alto per risplende- Suor Gabriella: La frase che hai citato, guar- re su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra dandola in 3D, è stata certamente estrapolata di morte». (Lc 1,78-79). da un inno della Liturgia delle Ore. Da qui si può dire che c’è un sole che sorge La Chiesa ce lo fa cantare ogni martedì, alle dall’alto e un sole che sorge dall’orizzonte, che Lodi Mattutine, per tutte le 4 settimane del cioè dal basso sale verso l’alto come tutte le sue salterio. Si tratta di uno degli inni più brevi creature: i fiori, gli alberi… che abbiamo nel nostro breviario. L'uomo stesso è chiamato a volgere il suo sguar- Quindi, per prima cosa, mi riporta all’inno li- do verso il cielo, aprendo il suo cuore e il suo turgico. sguardo verso l’orizzonte a 365°, non come fan- Analizzando il testo, parola per parola, mi no molti che si contentano di guardare dritti da- conduce a porre tante considerazioni: prima vanti a sé. fra tutte la creazione. Nel Libro di Genesi si legge che «in principio OFS: Perché dici 365°? […] la terra era informe e deserta» e ciò che col- pisce è il fatto che «le tenebre ricoprivano l’abis- Suor Gabriella: Perché normalmente la misu- so» (Cfr. 1,1-2). ra è di 360°, ma in questo caso voglio far Come fanno le tenebre a ricoprire l’abisso se, di comprendere che l’uomo non deve fermarsi per sé, l’abisso è già tenebra, oscurità? È da poco solo a questi gradi di misurazione; deve anda- tempo che avete trascorso le vostre ferie al mare re oltre: 365 sono la proiezione verso l’altro, e certamente avrete avuto modo di fare un bel l’Oltre, l’Altro, il divino. tuffo in acqua. Ebbene, guardando il fondale co- sa avete visto? OFS: Ti richiama altro? Certamente il buio, non il fondo che, invece, ri- sulta essere visibile là dove riescono ad arrivare i Suor Gabriella: Sì. Mi riporta alla mente le raggi solari. povere donne che, in lacrime e di buon matti- Quindi, mi richiamano le tenebre di Genesi. In no, si portano al sepolcro per applicare, sul questo primo capitolo si dice che la prima azione corpo martoriato ed esanime di Cristo, gli un- di Dio è quella che «sia la luce» e da qui nasce il guenti che per la fretta (a causa della parasce- giorno e la notte (primo giorno. Cfr. Gen 1, 3-5). ve dei giudei), non avevano potuto appronta- L’espressione che mi hai citato, mi porta alla re. 10
Ma avevano dimenticato che, per far questo, Telemaco? avrebbero avuto bisogno di uomini che gli ro- Molte volte si sente dire: «si teme ciò che non tolassero via la pietra, dal sepolcro. si conosce». Solo strada facendo se ne rendono conto, ma Questa espressione non dovrebbe far parte sono ormai vicine e, pur in lontananza, vedo- della nostra vita Francescana, perché i nostri no che la pietra è già stata ribaltata. padri fondatori non hanno fatto questo. Preoccupate si portano al sepolcro non trova- Di fronte alla novità, si sono aperti e hanno no nulla. cominciato, a occhi chiusi, un nuovo cammi- Due angeli assicurano loro che Gesù è risorto no pur ignorando dove li avrebbe condotti, ma le donne faticano a credere. fiduciosi e completamente abbandonati nelle I loro cuori sono ancora abitati dalle tenebre, mani di Dio. pur essendo apparso all’orizzonte il sole di A conclusione di questo nostro incontro cosa giustizia, il Verbo del Dio vivente. voglio dire con tutti questi accostamenti? Solo quando vedono il Risorto, le tenebre Che non possiamo stare fermi sulla spiaggia vengono diradate, si dileguano in loro e la ad attendere che la vita trascorra e si correg- gioia riprende a vivere sui loro volti. ga da sola qualora andasse storta; non posso Stessa cosa per i discepoli di Emmaus (Cfr Lc vivere in modo passivo la vita; siamo parte 24 e ss). anche noi di un progetto divino che non si Mi riporta ancora alla mente Telemaco, il fi- può attuare senza il nostro contributo. glio di Ulisse, che fin da fanciullo attendeva Ognuno di noi è un membro del Corpo misti- ansioso, fiducioso e speranzoso l’arrivo del co di Cristo. Dobbiamo partire come Telema- padre; ogni giorno si portava sulla spiaggia co e raggiungere la meta, non possiamo at- convinto che all’orizzonte avrebbe visto tendere che la meta ci raggiunga. San Paolo, giungere suo padre. e la Madre Santa Chiara ci dicono: «memore Ma solo crescendo, attraverso la sofferenza, del tuo proposito […] sempre vedendo il tuo si rende conto che deve essere lui a mettersi principio, ciò che hai ottenuto, tienilo stretto, ciò in viaggio, a mettersi in gioco. che stai facendo, fallo e non lasciarlo, ma con Occorre domandarsi: ho paura della novità? corsa veloce e passo leggero, senza inciampi ai Avremmo mai realizzato quel che ha fatto piedi, così che i tuoi passi non raccolgano nem- 11
meno la polvere, sicura, gioiosa e alacre, avanza stra vita, non siamo soli: «Io sarò con voi cautamente sul sentiero della beatitudine» (FF tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 2875; Cfr Rm 12,1-2; Ct 3,4; 2 Tm 4,6-9). 28,20). Non dimentichiamo le parole di San Giovanni Ricordiamo le parole che Gesù disse alla Madre Paolo II, il quale invitava sempre tutti i fedeli a Santa Chiara quando fu assaltata dai saraceni: prendere il largo, a spalancare le porte del no- «Io vi custodirò sempre » (FF 3202). Ogni gior- stro cuore a Cristo, a non avere paura. no Dio ci dà un’alba nuova, una nuova risurre- Dunque: duc in altum!!! zione, nuovi stupori, nuovi ardori. Prendiamo insieme il largo tenendo fissa la me- C’è sempre un’alba nuova a dileguare le nostre ta, ponendo lo sguardo al cielo, verso il divino, tenebre sorgendo all’orizzonte: è la Parola, luce guardando la stella, invochiamo Maria nostra sul nostro cammino. madre comune affinché «ci indichi le sue vie e A ciascuno Dio dice: «alzati, và…. E in essa noi possiamo camminare per i suoi sentieri». proclama».. Queste parole Dio le rivolge a Giona che risponde fuggendo, non credendo sia possi- OFS: Cosa puoi dire a noi che cominciamo un bile la conversione dei Niniviti. Tu cosa faresti? nuovo percorso? Al termine di questo momento, voglio conse- gnarvi ancora un altro inno che la Chiesa ci fa Suor Gabriella: Oltre a ciò che ho già abbon- celebrare nelle 4 settimane a tutti i primi ve- dantemente accennato, anche se per sommi spri delle domeniche: «Dio che all’alba dei capi, vi invito a guardare ai santi e in partico- tempi, creasti la luce nuova, accogli il nostro lar modo ai nostri fondatori, al nostro cari- canto mentre scende la sera». sma, alla nostra fonte originaria: il santo Ciò che all’alba abbiamo contemplato, a sera Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo. non si spenga, ma si ravvivi con un canto di lode Non scoraggiamoci se il cammino si fa diffi- la nostra fede, la nostra vita cristiana/ cile e insidioso. francescana. Ricordiamoci che, in ogni momento della no- A laude di Cristo e di Chiara poverella. Amen. 12
Oltre… dai forma ai tuoi sogni! Dario Coppola I l filo conduttore che ci ha visti vivere il gliere e seguire la propria strada, affidandosi progetto della Famiglia Francescana della a chi può renderla migliore, anche questa è Campania “Una Mano per un sorriso” dal una missione che non può mancare nella no- 24 al 26 agosto a Battipaglia, presso l’Acqua- stra vita e il film Luca lo evidenzia bene, ma farm, si è ispirato alla storia dei due protago- soprattutto gli sguardi dei bimbi emozionati nisti del film Disney “Luca”: Luca Paguro, ne rivelano la concretezza. una creatura marina che stringe amicizia con La Vacanza è un inno all’amicizia che nasce Alberto Scorfano, un coetaneo e, insieme, tra due o più coetanei, anche se con numeri vanno alla scoperta del mondo degli umani. ridotti, in un periodo dove anche poche ore di Quest’anno abbiamo provato a spensieratezza gratificano l’e- dare un sorriso ai bambini sistenza, non possiamo che puntando sulla diversità quale A volte ci sono cose che ringraziare la Divina Provvi- valore aggiunto, per uscire da denza e le tante fraternità, fa- ambienti statici e fermi, per pensi di non poter miglie, amici che hanno donato andare oltre i propri limiti, le fare…ma invece basta per rendere tutto meraviglio- proprie paure. In un’epoca do- so… ve le azioni gentili sono sovra- provarci!!!…e allora vai E allora: “Silenzio Brunoo!” e state da tensioni e frustrazioni, “OLTRE …e DAI prepariamoci per la tappa natali- dare una mano si rivela sempre zia e non dimenticate che insieme un beneficio anche per chi lo FORMA AI TUOI si va di certo più piano ma si arri- compie: è proprio vero, il cam- SOGNI” va lontano. biamento più rilevante è quello che avviene dentro il cuore di Sostieni il progetto “Una mano ognuno. per un Sorriso” donando la tua offerta sul Nell’acqua delle piscine brillavano gli occhi di conto: circa 50 bambini e di tanti animatori donatisi Intestato a: per esserci; è stato evidente il desiderio di ri- Ordine Francescano Secolare della Campania vedersi, di parlarsi, di leggere le emozioni, di lasciare alle spalle un periodo no. Codice IBAN: La vicinanza, anche se distanziati, dona sicu- IT67 A050 1803 4000 0001 6778 243 rezza, rende vivo l’istinto percettibile solo all’occhio umano e tra gli schizzi d’acqua, le Causale: Attività Missionarie OFS-GiFra onde e gli scivoli, il brivido e le emozioni non sono mancate. Sarà un motivo per preparare una vacanza Amare, incoraggiarsi, essere felici, saper sce- ancora più bella a Natale. 13
Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino. [Salmi 119:105] Mariano Alliegro I l cammino è metafora della vita ed il nia proponendo “Le Passeggiate Laudato sì”. cammino negli spazi naturali contribui- L’iniziativa ha preso avvio il giorno 5 settem- sce ad indirizzare la nostra vita su un bre 2021, quando abbiamo celebrato la gior- percorso di Conversione Ecologica. nata regionale per la custodia del Creato, La conoscenza del Creato esercita il cuore e lo in sintonia con tutta la chiesa italiana che ha spirito al Bello ed eleva l’attenzione e la cura intitolato la XVI giornata per la custodia del nei confronti delle altre creature. Creato “Camminare in una vita nuova”. Se è vero che l’ambiente, di cui l’uomo è una Il programma complessivo delle passeggiate componente, è stato gravemente danneggiato vede i seguenti appuntamenti: dall’azione antropica, se è assolutamente in- dispensabile invertire la rotta convertendo le nostre vite su stili di vita con ridotti impatti 1a Passeggiata Laudato sì sul paesaggio, risulta indispensabile favorire 5 settembre 2021: FUOCO la conoscenza degli ambienti naturali e dei “I Sentieri del Vesuvio” processi che regolano gli equilibri ecologici. Ercolano (NA) Solo ciò che si conosce si ama e il creato va conosciuto a fondo ed amato di un amore 2a Passeggiata Laudato sì senza fine. Ottobre 2021: TERRA Come fraternità regionale ci siamo posti l’o- “I giganti di Roccamonfina: i castagneti” biettivo di dare un contributo di conoscenza Roccamonfina (CE); sul paesaggio della Campania, un paesaggio vario, biodiverso, affascinante, ma delicato e 3a Passeggiata Laudato sì spesso aggredito dall’azione dell’uomo. Marzo 2022 - ARIA I cambiamenti climatici, la desertificazione, “Il Monte Taburno” l’inquinamento hanno minato gli equilibri del Montesarchio (BN) creato. L’uomo tra le varie creature ha ricevuto da 4a Passeggiata Laudato sì Dio Padre la responsabilità della cura di Ma- Aprile 2022 - SPIRITO dre Terra e di Tutte le Creature. “Santuario di Montevergine” È sulla base di queste forti motivazioni che ci Mercogliano (AV); siamo incamminati sui sentieri della Campa- 14
5 Passeggiata Laudato sì - Napoli. Maggio 2022 - ACQUA Fr. Carlo, durante l’omelia, si è soffermato sul “Tra sorgenti ed inghiottitoi - Il Vallo di Diano e tema del Fuoco, un fuoco che rigenera i nostri il monte Cervati” cuori e ci apre a strade nuove. Padula e Sanza (SA) Fr. Fedele Mattera, delegato per i Frati della Provincia napoletana per l’ambito GPIC, nel Il 5 settembre ad Ercolano ci siamo ritrovati ricordare che il Vesuvio è da sempre un at- in circa 100, tra francescani secolari e gifrini trattore per gli spiriti desiderosi di conoscen- provenienti da tutte le zone della Campania. za ed è, grazie al Fuoco, una terra generosa, Era evidente il desiderio di ritrovarsi dopo ha tracciato le caratteristiche del fuoco, quel mesi di isolamento. fuoco che è entrato nella vita di Francesco, Con la guida di esperti ambientali del posto, come luce e come strumento di cura. abbiamo percorso, divisi in gruppi nel rispet- “Il fuoco è pazzariello”, questa è l’immagine to delle norme di prevenzione covid, il sen- conclusiva che ci ha donato Fr. Fedele. tiero n. 4 nella Valle del Tirone, tra i boschi di La passeggiata sul Vesuvio è stato l’inizio del leccio, i tunnel di lava e lo sguardo rivolto al nostro cammino comune per i sentieri della mare tra le isole del golfo di Napoli. Campania, ma vuole anche essere l’avvio di Alla fine del cammino ci siamo ritrovati in- un modo nuovo di guardare le bellezze del nanzi all’altare del Signore per celebrare creato, un modo sostenuto dalla conoscenza, l’Eucarestia all’aperto su un terrazzo che si ma alimentato dal fuoco dell’amore, per tutto affaccia sul mare, guidati da Fr. Carlo D’Amo- ciò che è segno della forza creatrice di Dio Pa- dio, Ministro Provinciale dei Frati Minori di dre. 15
A veva appena conclusa la sua attività di Pagine scelte ricostruzione a San Damiano quando a cura di Pietro Urciuoli un altro evento, solo in apparenza esteriormente casuale, sembrò indicargli una strada accolta subito nel modo che era a lui congeniale e corrispondente in pieno alle sue aspirazioni, ma che ci consente di cogliere quanto Francesco condividesse, laico e mer- La rivelazione cante qual’era stato, l'atteggiamento spiri- tuale comune a molti suoi contemporanei, dell’Evangelo quello che con un'espressione felice è stato Tratto da chiamato “il risveglio evangelico”. RAOUL MANSELLI, San Francesco, Bulzoni Ormai deciso nella sua penitenza ascoltava la Editore, Roma 1980. messa e giunto al Vangelo sentì l'ammoni- mento di Gesù agli apostoli nell’inviarli a predicare: «Non portate con voi viaggiando né oro, né argento, né borse, né abiti, né basto- ne; non abbiate sandali, né due tuniche». Furo- no per lui parole illuminanti anche perché - a stringeva i fianchi accentuava la presenza in giudicare dal racconto delle fonti e in particolare lui dei tratti distintivi del penitente, che si dalla Leggenda dei tre compagni - sembrano mostrava appunto con una corda al collo o ai averlo messo per la prima volta, o almeno per la fianchi. Non conosciamo gli argomenti delle prima volta in maniera così esplicita e consape- sue prediche: il fatto però che non ci venga vole, in rapporto con l’Evangelo. precisato se abbia chiesto a qualcuno in Assi- Decise allora Francesco che quella era la via da si un'autorizzazione, ci induce a credere che seguire ricavandone immediatamente due con- questa predicazione fosse in realtà una sem- seguenze precise: gli veniva prima di tutto una plice e fraterna esortazione a vivere cristia- conferma e una indicazione quanto al senso e namente e a pentirsi dei propri peccati. alla finalità spirituali che d'ora in avanti po- tremmo dire evangelici della sua scelta. Questa, Raoul Manselli (Napoli, 8 giugno 1917 – Ro- poi, si determinò sempre più e meglio come pauperistica, pur senza nulla perdere della sua ma, 20 novembre 1984) è stato uno storico qualità e tipicità originaria di scelta di passaggio italiano, specialista del Medioevo, di storia fra gli emarginati. Gli si indicava poi uno scopo, della Chiesa medievale, del movimento e quello dell'annuncio, della partecipazione agli dell'ordine francescano e, più in generale, altri di quanto aveva ormai ottenuto e raggiun- della religiosità e dei movimenti ereticali to: in altre parole l'impegno della predicazione. medievali. Manselli ebbe un grande interesse C'è un fatto che la Leggenda dei tre compagni per la spiritualità medievale nelle cui grandi non manca di precisare e di ricordare: da figure, come Valdo di Lione e San Francesco quello stesso momento in cui ascoltò l'am- d'Assisi, egli vedeva esprimersi i tratti puri e monimento di Gesù nel Vangelo lasciò l'abito semplici, a lui cari, della "religiosità popola- eremitico per assumerne uno se possibile an- re". Con la figura di San Francesco, da cui era cora più povero, un grosso panno che lo rico- particolarmente attratto, e che egli conside- prisse, e al posto della cintura una corda, ab- bandonando il bastone e le calzature per mi- rava l'esito più alto della spiritualità medie- sere che fossero. vale, Manselli si era già confrontato da tem- Così aderiva meglio, con un letteralismo che po, all'inizio con la realizzazione di dispense era caratteristico di questi movimenti laici per corsi universitari tenuti a Roma, conflui- penitenziali, alle parole del Vangelo e nello ti in seguito nella pubblicazione di una prima stesso tempo proprio per la corda di cui si biografia (Roma, 1980) 16
E quindi uscimmo a riveder le stelle Andrea d’Argenio “E quindi uscimmo a riveder le stelle”. secondo, di lettura del volto dell’amato; il Mai, come in questo caso, il famo- terzo e ultimo momento, di ringraziamento sissimo verso finale della prima al Signore. cantica della Divina Commedia poteva calzare Distesi, ognuno sul proprio telo, tra letture, a pennello. preghiere e canti, ci siamo immersi nel mo- Nell’Inferno, dopo aver attraversato la natural mento vero e proprio. burella che porta alla spiaggia dell’Antipurga- Mi sentivo come se mi trovassi in un’altra torio, Dante e Virgilio si fermano a contemplare dimensione, come se all’improvviso tutto il il cielo stellato dell’altro emisfero, come presa- resto non ci fosse più. gio di un cammino di luce e speranza dopo le Non c’è nulla di più bello che osservare e tenebre precedenti. contemplare il creato, ringraziando il Si- In un certo senso, possiamo cogliere una somi- gnore per avercelo donato. glianza tra la conclusione dell’opera dantesca e E, soprattutto, avere la possibilità di farlo la situazione che stiamo vivendo in questo pe- dopo un lungo periodo di chiusura, ha avuto riodo: finalmente, dopo quasi due anni di pan- un impatto ancora maggiore. demia, abbiamo avuto l’occasione di re- Credo, però, che il momento più bello sia ar- incontrarci tutti insieme (sempre nel rispetto rivato alla fine della preghiera. delle regole) come fraternità regionale. Sistemati negli zaini i teli su cui ci eravamo L’emozione mi ha accompagnato dal mo- distesi, ci siamo messi a fare quello che più mento in cui ho ricevuto il messaggio di av- ci mancava - e forse quello di cui avevamo viso dell’incontro, fino al momento in cui ho più bisogno - fare fraternità: chiacchierare, varcato la soglia del cancello d’ingresso del raccontarsi delle vicende quotidiane, ridere Parco Pinocchio. e scherzare tutti insieme, non ha prezzo. Mi sentivo come un bambino in un negozio Nel complesso posso affermare che, nono- di giocattoli: gli occhi lucidi e il sorriso ad stante la sua semplicità, questo incontro sa- esprimere piena felicità. rà un ricordo indelebile nel mio cuore. Passato un po’ di tempo, dopo i primi saluti Nella speranza di viverne altri, questo rap- e dopo esserci sistemati tutti ad un metro di presenterà un momento di rinascita, di buon distanza gli uni dagli altri, il momento di auspicio, per quello che verrà in futuro, un preghiera ha avuto inizio. po’ come quando Dante e Virgilio sono usciti Questo era stato suddiviso in tre momenti dalla cavità infernale, desiderosi, anche noi, significativi: il primo, di contemplazione di continuare a vivere esperienze di frater- delle stelle, scoprendo il volto dell’amato; il nità. 17
S i recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov’egli si tro- vava e, fatta un’apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico… Calarono il paralitico dal tetto Gesù, vista la fede dimostrata da questi uo- mini, guarisce il paralitico dicendogli: «Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati». Seduti Fede, amore, servizio, solidarietà, là erano alcuni scribi che pensavano in cuor lo- ro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi riconciliazione, perdono può rimettere i peccati se non Dio solo?». Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spi- Fr. Gianbattista Buonamano rito che così pensavano tra sé, disse loro: Assistente regionale Ofs Campania «Perché pensate così nei vostri cuori? Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina?» (Mc 2,1-12). Gesù, vista la loro fede scandalizzano di Costui che afferma di dete- Il primo riferimento che possiamo cogliere è nere un potere che è solo di Dio. quello alla Fede e al suo operato che si espri- E allora Gesù, per esprimere il senso profon- me nell’amore, nel servizio e nella solidarietà dissimo di ciò che ha già compiuto, ricorre al che si riscontra umanamente nella figura dei miracolo fisico e guarisce l’uomo dalla para- portantini che cercano le risorse e le vie per lisi, impartendo una vera e propria lezione far uscire il paralitico, persona in stato di bi- agli increduli e ai malpensanti, “Alzati, prendi sogno, dalla sua condizione di marginalità. il tuo lettuccio…”. Sarà la loro fede a far muovere Gesù. “Il paralitico di Cafàrnao... ha grandi amici: for- Qual è il senso profondo dell’episodio nar- ti, fantasiosi, tenaci, creativi. Sono il suo magni- rato da Marco fico ascensore, strappano l'ammirazione del Dobbiamo pensare che per la gente lì presen- Maestro: Gesù vista la loro fede... la loro, quella te il paralitico è in una condizione di malattia dei quattro portatori, non del paralitico. Gesù permanente, che lo rende impuro e lo con- vede e ammira una fede che si fa carico, con in- trassegna come persona non benedetta da telligenza operosa, del dolore e della speranza di Dio. un altro. I quattro barellieri ci insegnano a esse- Perciò quell’uomo ha veramente non uno, re come loro, con questo peso di umanità sul ma due problemi: la paralisi fisica, che lo co- cuore e sulle mani. Una fede che non prende su stringe a vivere senza potersi muovere, e la di sé i problemi d'altri non è vera fede. Non si è paralisi morale, che viene dalla condizione di cristiani solo per se stessi; siamo chiamati a por- peccato e gli impedisce di attuare la legge di tare uomini e speranze” (E. Ronchi). Mosè. Gesù, seguendo questa logica, affronta il più Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati grave dei due problemi, gli perdona i peccati, Qual’è il dono più grande con cui rispondere come ben può fare perché Lui, il Figlio al problema che gli è stato “calato” innanzi? dell’Uomo, è Dio. Tutti– credo – ci saremmo aspettati subito Ma la gente non capisce. Anche noi non ca- un bel miracolo di guarigione, e poi tanti ap- piamo, spesso, perché e quanto sia necessa- plausi e tanto entusiasmo. rio il sacramento della Confessione, che è si- Ma Gesù ha cercato sempre di elevare il livel- gnificato nelle parole di Gesù al paralitico. lo del discorso e delle situazioni, per dare lo- Crediamo che la vita e il bene dipendano dalla ro un contenuto significante e profondamen- salute, dai soldi, dal successo che possiamo te catechetico. riscuotere, dall’affetto che possiamo acca- E, così, la sua risposta è: “Figliolo, ti sono ri- parrarci. messi i tuoi peccati”. Non comprendiamo che quello che ostacola A questa affermazione inattesa gli Scribi si 18
la nostra felicità è proprio questa paralisi in- della misericordia del Padre e sorgente di gra- teriore, da cui siamo cronicamente affetti: zia” (Reg 7). essa ci impedisce di amare, di donare, di L’Articolo 13 ricorda “La responsabilità verso camminare sulla via del bene e ci impietrisce il fratello: un dono del Signore! ed immobilizza in una esistenza tristemente “Come il Padre vede in ogni uomo i lineamenti puntata solo sul nostro io, sul nostro torna- del suo Figlio, Primogenito di una moltitudine conto e sulla nostra avidità di beni materiali. di fratelli, i francescani secolari accolgano tutti gli uomini con animo umile e cortese, come do- Dal Vangelo alla vita … no del Signore e immagine di Cristo. L’episodio narrato dall’Evangelista Marco, Il senso di fraternità li renderà lieti di mettersi che sottolinea l’operato dei portatori e di Ge- alla pari di tutti gli uomini, specialmente dei più sù che perdona e rialza, mi riporta a due Arti- piccoli, per i quali si sforzeranno di creare con- coli della Regola OFS. dizioni di vita degne di creature redente da Cri- L’Articolo 7, I Francescani secolari, antica- sto” (Reg 13). mente detti “i fratelli e le sorelle della peniten- Se non perdoniamo siamo paralizzati, fermi: za”, si propongono di vivere in un itinerario nel rancore, nella rabbia, nel rimorso. Non continuamente rinnovato di conversione e di riusciamo ad andare avanti, a guardare alla formazione. “Quali «fratelli e sorelle della peni- vita senza amarezza. tenza», in virtù della loro vocazione, sospinti Solo perdonando e perdonandoci, possiamo dalla dinamica del Vangelo, conformino il loro guarire la nostra paralisi interiore e farci tor- modo di pensare e di agire a quello di Cristo me- nare a Cristo. diante un radicale mutamento interiore che lo Solo il perdono può guarirci da ciò che ci pa- stesso Vangelo designa con il nome di ralizza. «conversione», la quale, per la umana fragilità, Il Vangelo e la Regola OFS sono un dono per deve essere attuata ogni giorno. noi francescani perché possiamo vivere que- In questo cammino di rinnovamento il sacra- sti momenti difficili di COVID-19 con gioia e mento della Riconciliazione è segno privilegiato speranza e portare conforto a molti. 19
Scrivere di noi: la Fraternità da vivere. Nola San Biagio Carmen Di Filippo S crivere della nostra fraternità a set- candola nel territorio. tembre, mese che segna la ripresa della Il convento è situato nel centro storico di No- vita fraterna e sociale, quando si fanno la e i Frati sono stati un punto di riferimento buoni propositi e si cerca qualcosa di nuovo per la Parrocchia e per tutta la città: ciò ha che porti freschezza all’anima, è come aprire fatto crescere il Carisma Francescano e l’Ofs un album di famiglia ed essere sospinti dallo ne è divenuto uno dei frutti; come in tutte le Spirito. cose, dopo questo periodo, ne è succeduto Ricostruire la storia della propria famiglia uno di stasi, poi, grazie all'opera dello Spirito francescana attraverso un campionario di Santo e la preghiera di molti Fratelli e Sorelle, immagini, luoghi, incontri con fratelli e Padri la nostra Fraternità è rifiorita. assistenti, riporta alla “memoria del cuore” i Molti sono stati i frati che negli anni hanno momenti più significativi e preziosi del no- contribuito, con esempio e dedizione, a far stro cammino formativo e spirituale. crescere la nostra Fraternità; grazie a quanto La Fraternità di Nola San Biagio vive il tempo ci hanno trasmesso, pur essendo divenuta, del suo cammino con la gioiosa consapevo- nel 2017, la nostra Parrocchia diocesana, sia- lezza della presenza di Dio nella vita e ha spe- mo riusciti a mantenere vivo, in essa, lo Spi- rimentato con gratitudine la vita condivisa rito Francescano. con i frati che hanno dimorato nell’antico Per questa rinascita vanno ricordati: Padre Convento (le cui radici, come riportato su un Tommaso e, in particolare, Padre Florindo marmo del complesso monumentale, risalgo- Amato, Padre Luca e Padre Mariano, i quali no al 1372). Il convento, soppresso nel 1807 hanno aiutato a formarsi e portato alla Pro- dalle truppe francesi, dopo lunghi anni di ab- fessione un gruppo di Fratelli che si erano av- bandono fu restaurato, ma solo nel 1941 ri- vicinati al Carisma di Francesco; molti di loro tornarono i frati Conventuali alla loro antica erano coppie, e questo particolare ha reso an- dimora e vi restarono fino al 2017. cora più edificanti gli avvenimenti. Da ricerche effettuate, la nostra fraternità è Al di là del tempo e delle vicissitudini che stata eretta Canonicamente il 10-10-1946, hanno segnato il cammino di tanti uomini e presso il Convento dei Frati Minori, nella Par- donne capaci di una presenza nella vita par- rocchia Maria SS. della Misericordia e San rocchiale e diocesana, la fraternità è un essere Biagio. I primi anni la fraternità è cresciuta -con; ciascuno di noi si è sentito accolto, amato all'ombra dei frati che l’hanno guidata radi- e sorretto e ha potuto abbracciare nuove possi- 20
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