Anno II - numero 8 - ottobre 2021 - OFS Campania

Pagina creata da Noemi Bernardi
 
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anno II - numero 8 — ottobre 2021

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Sommario
Editoriale …….………………………..…………………………………………………….……………...…..…3

La delusione e il largo .………..………………………………………...……………………………...…..4

Dialogo con l’Islam sulle orme di Francesco ….……………………………………….…....…...5

La Speranza che non delude ……………………………………...………….…………………...…......7

“Prendi il largo”… ma non togliere lo sguardo dalla riva………………...…….……...….8

Alba, ombra, luce, sole, tramonto… che luce ha la nostra vita? …………..…..…...….10

Oltre… dai forma ai tuoi sogni! …………………………..…………………………..….…………....13

Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino ………………...…14

La rivelazione dell’Evangelo .……………………………………………………….………….....……16

E quindi uscimmo a riveder le stelle …...………………………………………………………...…17

Calarono il paralitico dal tetto…..…….………………………………………………………..…..…18

Scrivere di noi: la Fraternità da vivere. Nola San Biagio …..………………………...…20

Francesco Maione: un dono per tutti…..……………………….…………………….…...…….…22

Condividete con noi i vostri suggerimenti, segnalazioni, idee, opinioni, per aiutarci a miglio-
rare il notiziario regionale, oppure articoli e fotografie, per far conoscere la vostra fraternità, o
condividere le vostre riflessioni sul mondo che vi circonda – fuori e dentro la fraternità - con i
momenti belli, ma anche i problemi, disagi… Non solo, se ne avete voglia, potete diventare i
nostri “inviati speciali”, attraverso articoli che potete inviarci liberamente. Per tutto questo e
altro ancora, scrivete a:
sulleormedifrancesco@ofs.campania.it

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P
       ace e bene.
       Dopo la pausa estiva, durante la quale ab-
       biamo, si spera, ritemprato “fratello”
       corpo e ricaricato lo spirito, siamo pronti
a rimetterci in viaggio… “Sulle orme di France-
sco”.                                                     L’Editoriale
Prima di partire per i nostri luoghi di riposo, ci
eravamo lasciati sulla riva del lago di Galilea,

                                                          Ripartiamo da Lui
con Gesù che invitava i discepoli a gettare le reti
ed è proprio da lì che vogliamo riprendere il
cammino, dalla sua esortazione a prendere il
largo, a staccarci dalle nostre sicurezze, per andare
in mare aperto e mettere alla prova la nostra fede,
nella consapevolezza che “quando ci mettiamo con          Ciro d’Argenio
generosità al suo servizio, Egli compie in noi cose
grandi”.
Gesù “ci chiede di accoglierlo sulla barca della no-
stra vita, per ripartire con Lui e solcare un nuovo
mare, che si rivela carico di sorprese. Il suo invito a
uscire nel mare aperto dell’umanità del nostro
tempo, per essere testimoni di bontà e di misericor-
dia, dà senso nuovo alla nostra esistenza, che rischia spesso di appiattirsi su sé stessa” (Papa Francesco,
Angelus del 10 febbraio 2019).
Il lungo periodo di pandemia, forse, ci ha intorpidito e oggi non ci sentiamo ancora pronti, o siamo
meno disposti a metterci in gioco, ma anche noi, come il nostro Serafico Padre San Francesco che ha
lasciato tutto, confidando nella chiamata del Signore, dobbiamo mettere da parte le nostre paure,
scrollarci di dosso la pigrizia, il senso di inadeguatezza e riprendere il cammino.
“Andiamo avanti con speranza!”, affermava San Giovanni Paolo II, nella lettera apostolica Novo Millen-
nio Ineunte (58), “...possiamo contare sulla forza dello stesso Spirito, che fu effuso a Pentecoste e ci spinge
oggi a ripartire sorretti dalla speranza «che non delude» (Rm 5,5)”.
Per dirla con le parole di Francesco: “Cominciamo, fratelli, a servire il Signore Iddio, perché finora ab-
biamo fatto poco o nessun profitto!”, lui che era “instancabile nel proposito di un santo rinnovamento,
sperava sempre di poter ricominciare daccapo” (F.F. 500).
E noi siamo pronti a prendere il largo?
Intanto la Fraternità regionale ha già iniziato a percorrere il sentiero che, si spera, rappresenti la
primizia di quello che sarà il nuovo anno fraterno, cominciato con un’edizione speciale della vacan-
za “Una mano per un Sorriso” e la prima delle cinque “Passeggiate Laudato Sì”, alla scoperta del
creato… e di noi stessi, mentre la Gioventù Francescana ha vissuto il primo incontro regionale, a Sa-
lerno, dal tema “Innamorarsi insieme a riveder le stelle”.
Nelle pagine del notiziario rivivremo le emozioni di questi appuntamenti e faremo conoscenza della
Fraternità Ofs di Nola S. Biagio e del Servo di Dio Francesco Maione, Terziario francescano di
Sant’Anastasia.
Non mancheranno, poi, le nostre rubriche: “dal Vangelo alla Vita” e “Pagine scelte” che ci aiute-
ranno ad approfondire la nostra spiritualità e ampliare le nostre conoscenze.
Buona lettura.

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propri calcoli, della propria abitudine, di
                                                        quello che sapeva, del buon senso… si fida
                                                        della voce di Gesù.
                                                        Nonostante quello che si porta dentro, nono-
                                                        stante le incomprensioni comincia il suo voler
                                                        seguire il Signore più da vicino. Lascia la casa
            La delusione e il                           paterna; lascia tutti i suoi beni, le sue sicurez-
                                                        ze. Viene considerato pazzo, viene deriso e al-
                      largo                             lontanato dal suo stesso sangue, da suo padre,
                                                        dai suoi amici. E nella solitudine si mette in
                                                        ricerca, prega, “fa discernimento” di quello
                        Fr. Lorenzo Scafuro             che il Signore gli stava chiedendo. Fa espe-
          Assistente regionale Ofs Campania             rienze di eremitaggio, di solitudine, e poi con
                                                        il dono dei fratelli, riesce a trovare il suo mo-
                                                        do di servire il Signore. Fa delle scelte concre-
                                                        te che non vanno a rovesciare un sistema ben
                                                        articolato, né va a combattere una guerra di
                                                        idee, di potere o di religione, ma vuole vivere,
                                                        nel suo piccolo, insieme ai fratelli, il Vangelo

N
                                                        del Signore Gesù Cristo. Quel vivere che si
          ella vita, forse tutti abbiamo fatto
                                                        fonda sulla fiducia incondizionata di Dio, ma
          esperienza di parole e eventi che ci
                                                        che ha bisogno della risposta personale.
          bloccano. Parole ed eventi possono
                                                        La fiducia incondizionata non è esente da
rallentare il nostro passo, distruggere... e ci
                                                        peccato, da incomprensioni, da errori… ma
sono anche parole che ci fanno camminare
                                                        chiede il mettere al primo posto il Signore e
nonostante sembri tutto un flop. Quando si
                                                        cerca nel piccolo come poter vivere il suo in-
vivono certe situazioni a volte il buio o la con-
                                                        segnamento nella concretezza: nei confronti
fusione prendono il sopravvento, a volte an-
                                                        dei fratelli e nei confronti del creato.
che viaggiare sulle ali dell’entusiasmo o l’es-
                                                        Francesco non è nato santo, non è nato capace
sere troppo ambiziosi, ci fa fare delle scelte di
                                                        di “grandi scelte”, si è fidato, ha preso il lar-
cui pentirsi in seguito. La maturità, l’equili-
                                                        go; a partire dai propri fallimenti, ha fatto co-
brio, il tempo e il camminare ci aiutano a fare
                                                        se grandi fino a essere “copia conforme” del
discernimento, a maturare, a trovare un equi-
                                                        Cristo Crocifisso e risorto.
librio e a crescere. Questo è quello che ha spe-
rimentato Francesco di Assisi. Conosciamo
bene i suoi sogni, le sue aspirazioni, le sue
ambizioni, le sue gioie e le sue sofferenze. Nei
momenti difficili in cui i suoi sogni si infran-
gono come onde sugli scogli, nel momento in
cui sembra essere tutto perso, e non ci sia più
nulla da fare, non ci sia niente da perdere, ec-
co che il Signore Dio si fa a lui prossimo: at-
traverso i sogni, con l’esperienza della prigio-
nia, con l’esperienza del lebbroso e poi, come
sappiamo, con l’incontro del Cristo Risorto di
san Damiano. Nei momenti di difficoltà il Si-
gnore lo chiama, lo invita a fare delle scelte,
che razionalmente e umanamente sembrano
assurdità, sono incomprensibili per la storia
del suo tempo. Da quell’invito, nel cuore di
Francesco comincia a cambiare qualcosa, an-
che se inizialmente non è chiaro. Comincia a
essere diverso nei suoi atteggiamenti, nel suo
modo di fare, nel suo progettare.
In quel contesto Francesco, non si fida più dei

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C
        ontinuamente la nostra vita viene
        sconvolta dalle notizie drammatiche
        della sofferenza causata dal fonda-
mentalismo e dal terrorismo islamico, come
recentemente in Afganistan.
                                                          Dialogo con l’Islam
Tante popolazioni, già gravemente provate
dalla povertà e dall’ingiustizia, sono private            sulle orme di
della loro libertà e dignità, particolarmente le
donne, e sono minacciate dalla violenza.
L’Occidente non può stare a guardare passi-
                                                          Francesco
vamente; deve manifestare civiltà e umanità
con la generosa accoglienza.
Purtroppo coloro che sono schiavi del razzi-              Lucia Antinucci
smo, dei pregiudizi, dell’islamofobia, si                 Centro studi francescani per il dialogo
rafforzano nella loro intolleranza. I cristiani in-       interreligioso e le culture
vece con l’amore fraterno evangelico sono chia-
mati a far fronte a queste situazioni, certamente
con prudenza e senza improvvisazioni.
La Chiesa cattolica si è impegnata ufficialmente
nel dialogo con l’Islam a partire dal Concilio
                                                          vo centenario dello storico incontro di Damietta
ecumenico Vaticano II (Dichiarazione Nostra
                                                          incontrando ad Abu Dhabi, il 4 febbraio 2019, il
Aetate n. 3). I padri conciliari, consapevoli della
                                                          Grande Imam di Al-Azhar Amed Al-Tayyib e
pluralità di idee e dottrine nell’Islam hanno op-
                                                          sottoscrivendo con lui la Dichiarazione con-
tato per il dialogo con i musulmani che sono au-
                                                          giunta, il Documento sulla Fratellanza umana
tentici adoratori del Dio unico, animati da buo-
                                                          per la pace mondiale e la convivenza comune, in
na volontà e da fede genuina. In seguito è stato
                                                          cui si sottolinea l’impegno comune per superare
costituito il Pontificio consiglio per il dialogo
                                                          il terrorismo, che è una strumentalizzazione
interreligioso al cui interno vi è la Commissione
                                                          della religione, poiché non ha nulla di sacro, o
per i rapporti religiosi con i musulmani.
                                                          di santo.
Il Pontificio consiglio il 29 marzo 2021, come
                                                          Nella dichiarazione congiunta infatti si mette in
ogni anno, ha inviato ai musulmani gli auguri
                                                          risalto che nessuna forma di chiusura, di razzi-
per le loro solenni festività. Il messaggio di que-
                                                          smo, di fanatismo o di estremismo deve fuoriu-
st’anno così si conclude: “Noi, cristiani e musul-
                                                          scire dall’esperienza di fede.
mani, siamo chiamati a essere portatori di spe-
                                                          Chi crede in Dio non può chiudersi al dialogo e
ranza per la vita presente e futura, e testimoni,
                                                          la fede non può degenerare nella violenza. Un
costruttori e riparatori di questa speranza, spe-
                                                          frutto del profetico incontro islamo-cristiano è
cialmente per coloro che vivono difficoltà e di-
                                                          stata la realizzazione della Abrahamic Family
sperazione.
                                                          House ad Abu Dabhi che accoglie una sinagoga,
Come segno di fraternità spirituale, vi assicuria-
                                                          una moschea, una chiesa dedicata a san Fran-
mo la nostra preghiera, formulando i migliori
                                                          cesco e una sala per il dialogo interreligioso e la
auguri di un Ramadan pacifico e fruttuoso e di
                                                          fraternità universale, aperta a tutte le religioni e
un gioioso Id al-Fitr”. Il mondo cristiano è
                                                          anche ai non credenti.
chiamato a confrontarsi con la testimonianza
                                                          In questo storico e profetico viaggio, papa Fran-
del Poverello di Assisi fortemente profetica an-
                                                          cesco non ha fatto altro che riprendere quella
che per il dialogo con l’Islam, a partire dall’e-
                                                          terza via inaugurata da san Francesco, la via del
vento di Damietta (1219 al tempo della quinta
                                                          dialogo, del rispetto, dell’incontro fraterno.
crociata).
                                                          Abu Dabhi è in continuità con lo Spirito di Assisi
Il giovane assisiate è passato dallo spirito di
                                                          inaugurato da Giovanni Paolo II il 27 ottobre
crociata, da cui si era sentito attratto inizial-
                                                          1986, che porta a superare paure e pregiudizi,
mente, allo spirito di fraternità, diventando il
                                                          per realizzare la cura degli altri con autentico
fratello universale, poiché l’episodio di Damietta
                                                          amore.
si è svolto in clima di rispetto reciproco e di
                                                          L’attenzione agli ultimi, ai poveri, ai migranti, a
amicizia con il sultano Melik el Kamel, uomo
                                                          quanti non hanno più neanche un minimo di
mite e saggio.
                                                          vita e di dignità, ci riguarda sempre più da vici-
Francesco di Roma, il Papa, ha celebrato l’otta-

                                                      5
no, come sottolineato nell’enciclica di Papa               dignità’.
Francesco Fratelli tutti (3 ottobre 2020), in cui si       Questo è un principio elementare della vita so-
fa continuamente riferimento all’assisiate e si            ciale, che viene abitualmente e in vari modi
riprende anche la Dichiarazione di Abu Dabhi:              ignorato da quanti vedono che non conviene alla
“C’è un riconoscimento basilare, essenziale da             loro visione del mondo o non serve ai loro fi-
compiere per camminare verso l’amicizia sociale            ni” (n. 106).
e la fraternità universale: rendersi conto di              Attualmente lo spirito della fraternità universale
quanto vale un essere umano, quanto vale una               deve caratterizzare sempre più lo stile di vita dei
persona, sempre e in qualunque circostanza. Se             cristiani e di tutti i credenti, paradigma dell’au-
ciascuno vale tanto, bisogna dire con chiarezza e          tenticità dell’esperienza spirituale.
fermezza che ‘il solo fatto di essere nati in un
luogo con minori risorse o minor sviluppo, non
giustifica che alcune persone vivano con minore

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La Speranza che non
                                                        delude

                                                        Giuditta Iossa

E
        ccoci qua, a dirci - anche se lo ripetia-       ma di FEDE e di SPERANZA!
        mo da tempo - pronti a prendere (o ri-          La Speranza, come ci dice Papa Francesco,
        prendere) il largo, anche come frater-          “...è un dono, è un regalo dello Spirito Santo e
nità. Quante sensazioni vissute, però, in que-          per questo Paolo dirà: ‘Mai delude’.
sto periodo che ci stiamo lasciando alle spal-          La speranza mai delude, perché? Perché è un
le!                                                     dono che ci ha dato lo Spirito Santo… La spe-
Una più di tutte è stata il sentirci abbandona-         ranza è Gesù... Se tu non dici: ‘Ho speranza in
ti, a volte anche da Dio che, invece, non ci ha         Gesù, in Gesù Cristo, Persona viva, che adesso
mai lasciati soli, come del resto aveva pro-            viene nell’Eucaristia, che è presente nella sua
messo ai suoi discepoli: “Io sono con voi tutti i       Parola’, quella non è speranza. È buon umore,
giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20).           ottimismo…”.
Guardiamo il nostro Serafico Padre France-              Per noi Francescani secolari, la Speranza di-
sco: quante volte si è sentito abbandonato da           venta UNO STILE DI VITA che, oggi più che
tutto e da tutti, nel suo percorso spirituale           mai, siamo chiamati ad assumere, per essere
che lo ha portato alla presa di coscienza di            “pronti sempre a rendere ragione della spe-
essere “minore” e “peccatore”, senza perde-             ranza che è in noi” (1Pt 3,15).
re la fiducia in Gesù.                                  Allora non possiamo più crogiolarci nel no-
Allora anche noi, quali seguaci di Francesco,           stro piccolo orto, ma dobbiamo rompere gli
non possiamo perdere di vista la nostra meta            argini delle nostre sicurezze ed entrare in co-
e, camminando sulle sue orme, siamo chia-               munione con tutto ciò che ci circonda, per
mati a trovare la forza e la fede, per essere           testimoniare che l’AMORE può tutto; ma
portatori di speranza nel contesto in cui vi-           questo potremo farlo solo se rimaniamo uniti
viamo.                                                  a Cristo, all’altro che ci sta accanto e se sare-
Oggi non possiamo abbandonarci alla sfidu-              mo capaci di essere custodi del creato che ci è
cia e allo scoraggiamento che a volte ci assa-          stato affidato da Dio stesso.
le, per le difficoltà che in questo scorcio di          Lasciamoci alle spalle, dunque, tutto ciò che
storia ci stanno segnando.                              appesantisce il nostro passo, alleggeriamo il
Dobbiamo - anzi lo avremmo già dovuto fare,             cuore, svuotiamo i nostri zaini di cose super-
perché ne abbiamo avuto l’occasione -                   flue e partiamo: prendiamo il largo, ricolmi
soffermarci sul nostro essere cristiani e fran-         di quell’Amore che oggi il mondo reclama.
cescani consapevoli di aver ricevuto in dono:           Non possiamo essere sordi e ciechi, ma buoni
una vita da vivere appieno, una famiglia che            ascoltatori e bravi osservatori, per testimo-
si prende cura di noi e una Fraternità dove             niare che la Speranza ci fa vedere oltre il buio
vivere, sperimentare e condividere le nostre            e affidandoci e fidandoci in Cristo che è
difficoltà, ma anche le nostre gioie, in un cli-        Amore, saremo capaci di fare grandi cose.

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“Prendi il largo”...
       ma non togliere lo
       sguardo dalla riva
                                Alfonso Petrone

«D
               uc in altum!» «Prendi il lar-                notte e non abbiamo preso nulla».
               go!» (Lc 5,4). Abbiamo bisogno di            Quante volte guardiamo le nostre reti vuote! È
               ritrovare il colpo d’ala che ci custo-       facile, allora, lasciarsi cadere le braccia e dire a
disca dalla tentazione dello scoraggiamento.                noi stessi, e magari anche agli altri: fatica inutile,
Stiamo superando uno dei momenti più difficili              non c’è più nulla da fare!
della nostra epoca; la pandemia ha messo in gi-             Ognuno di noi è personalmente coinvolto in
nocchio il mondo intero, si fa fatica a rialzarsi, a        questo progetto di vita, abbiamo l’opportuni-
ritrovare e riaffermare i valori di sempre, a riap-         tà di rispondere all’invito e quindi prendere il
propriarci della Speranza come ragione di vita.             largo, anche se tutte le barche rimangono sul-
Solo l’incontro con Gesù ci può permettere di               la spiaggia.
prendere il largo anche dopo una notte di pe-               Ma il lavoro si fa insieme e perciò all’ordine
sca infruttuosa, facendoci sperimentare una                 dato al singolare, «prendi il largo», segue il
tanto inattesa quanto paradossale fecondità.                comando al plurale: «gettate le vostre reti per la
Sulla sua Parola si può riprendere speranza                 pesca». In questo contesto, la forza della frater-
nonostante le frustrazioni e i fallimenti.                  nità, il tessere relazioni, diventa un percorso ne-
Proprio questo è necessario: staccarsi dalla                cessario capace di rafforzare la fiducia e dare
riva, senza però mai perdere di vista quel                  slancio e vitalità alla speranza.
punto di partenza, quell'invito che dà sostan-              Nella fede i gesti che contano sono condivide-
za al nostro agire.                                         re le povertà e sostenere chi vive in difficoltà;
Decidersi a lasciare la riva tranquilla delle no-           sono segni della liturgia del quotidiano: nel
stre comodità, del nostro interesse, che dà                 mentre tendiamo le mani, riempiamo il cuore
una falsa sicurezza e non permette di fare l’e-             di bene.
sperienza delle reti piene.                                 Come davanti al Tabernacolo contempliamo
Dio continuamente ci chiama a prendere il                   L'amore di Dio per noi, nel servire i fratelli,
largo, cioè fare un altro passo, andare oltre il            rendiamo visibile l'amore ricevuto!
presente, muoversi verso quella Galilea dove                «Cosa sono i servi di Dio, se non i suoi giullari
Egli sempre ci precede.                                     che devono commuovere il cuore degli uomini ed
È urgente passare dall’ascolto, dalle procla-               elevarlo alla gioia spirituale?» (S. Francesco
mazioni, dai buoni propositi, all’azione, a                 d'Assisi: FF 1592)
mettersi in gioco in prima persona, a dare il               Perciò amare Dio vuol dire investire ogni
proprio contributo di bene per dar vita al vero             giorno le proprie energie per essere suoi col-
cambiamento.                                                laboratori nel servire senza riserve il nostro
Può darsi che, come Pietro, siamo anche noi                 prossimo, nel cercare di perdonare senza li-
stanchi e delusi, scoraggiati dopo tanti tenta-             miti e nel coltivare relazioni di comunione e di
tivi e tanta fatica: «abbiamo faticato tutta la             fraternità.

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Ma, amare il prossimo significa avere atten-            l’altro, il diverso da sé, sempre e solo come
zione per quelli che sono sulla nostra strada,          avversario o concorrente, non interpretare i
privilegiando quelli che vivono ai margini,             rapporti interpersonali e sociali sempre e solo
che ostacolano i marciapiedi delle nostre città         come conflitti, ma saper cogliere la ricchezza
e periferie, di quelli che vengono dal mare e           e bellezza che viene da un confronto aperto e
affollano i centri di accoglienza, quelli che “al       leale.
largo” in alto mare, con le loro vite a rischio,        È l’impegno a trasferire nei rapporti con gli
scuotono le nostre coscienze troppo spesso              uomini il senso e la logica del rapporto con
assopite dinanzi a tanta tragicità.                     Dio.
L’invito coinvolgente e straordinario a                 Spesso capita di “fare del bene” come gesto
“prendere il largo “, sollecita ciascuno ad es-         di carità, quasi come forma di appagamento
sere proiettato non solo verso le urgenze dei           della coscienza, come automatismo di una
fratelli più poveri, ma soprattutto ad essere           fede impressa, piuttosto che come coinvolgi-
attenti alla loro necessità di vicinanza frater-        mento pieno e responsabile di una fede vissuta.
na, di senso della vita e di tenerezza.                 Questo richiamo indica una prospettiva nuo-
Questo interpella le comunità cristiane: si             va, un valore aggiunto: prendersi cura
tratta di evitare il rischio di essere comunità         dell’altro.
che vivono di molte iniziative ma di poche re-          Da ciò scaturisce la necessità a non limitarsi a
lazioni, il rischio delle comunità, di essere           gesti occasionali di altruismo, ma acquisizio-
accomodanti, troppo impegnate a ripiegarsi              ne di una cultura di vita basata sulla convin-
su sè stesse, piuttosto che essere slancio vita-        zione che, per dare senso compiuto all’esi-
le e coinvolgente nella costruzione del Bene            stenza, occorre prestare attenzione ai bisogni
comune.                                                 degli altri, interrogarsi di continuo su quello
È centrale il concetto di corresponsabilità: fa-        che si può fare per rimuovere le condizioni di
re il bene, si esplica in una umile e intelligen-       vita che generano ingiustizie e miseria.
te capacità di stare accanto agli altri, ci ri-         È tempo di “issare le vele”, di lasciarsi porta-
chiama al rapporto dialogico della solidarietà          re dal vento della Speranza; nella Carità ope-
come unità nella diversità, non considerare             rosa, insieme, diamo un volto alla fede.

      “Se vuoi costruire un'imbarcazione, non preoccuparti tanto
      di educare uomini per raccogliere il legname, preparare
      attrezzi, affidare incarichi e distribuire il lavoro. Vedi
      piuttosto di risvegliare la loro nostalgia del mare e della sua
      sconfinata grandezza”
                                                                 (Antoine de Saint-Exupéry)

                                                    9
mente il brano evangelico di Gv 1,5 che affer-
                                                            ma come «la luce splende nelle tenebre e le te-
                                                            nebre non l’hanno vinta».
                                                            Giovanni Battista non era la luce, ma doveva da-
      Alba, ombra, luce,                                    re testimonianza alla luce.
                                                            Nel prologo si trova ancora un altro particolare:
    sole, tramonto… che                                     «veniva nel mondo la luce vera quella che illu-
                                                            mina ogni uomo […] eppure il mondo non lo ha
        luce ha la nostra                                   riconosciuto» (GV 1,9-10).
                                                            Questo brano mi interroga molto. Permetto alla
                    vita?                                   luce vera, divina, di dileguare le tenebre/rancori,
                                                            vizi, passioni, dal mio intimo?
                                                            Anche il brano evangelico di Lc 2,7 dice che
                                  Suor Gabriella            Gesù ha abitato il buio del grembo di Maria
             Madre badessa Monastero di Airola              sua creatura, ed è venuto alla luce nel buio
                                                            della notte; infatti si legge che «c’erano, in
                                                            quella regione, alcuni pastori che pernottavano
                                                            all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la
                                                            guardia al loro gregge ».

O
                                                            Mi riporta alla mente anche la narrazione
       FS: Vorrei porti una domanda: l’e-
                                                            dell’evangelista Giovanni su Zaccaria che, do-
       spressione: «Già l’ombra della notte si
                                                            po aver acquistato la parola perduta, canta un
       dilegua, un’alba nuova sorge all’orizzon-
                                                            inno incredibilmente ricco di significato da
te…» cosa ti dice?
                                                            cui emerge una particolare espressione: «ci
                                                            visiterà un sole che sorge dall’alto per risplende-
Suor Gabriella: La frase che hai citato, guar-
                                                            re su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra
dandola in 3D, è stata certamente estrapolata
                                                            di morte». (Lc 1,78-79).
da un inno della Liturgia delle Ore.
                                                            Da qui si può dire che c’è un sole che sorge
La Chiesa ce lo fa cantare ogni martedì, alle
                                                            dall’alto e un sole che sorge dall’orizzonte, che
Lodi Mattutine, per tutte le 4 settimane del
                                                            cioè dal basso sale verso l’alto come tutte le sue
salterio. Si tratta di uno degli inni più brevi
                                                            creature: i fiori, gli alberi…
che abbiamo nel nostro breviario.
                                                            L'uomo stesso è chiamato a volgere il suo sguar-
Quindi, per prima cosa, mi riporta all’inno li-
                                                            do verso il cielo, aprendo il suo cuore e il suo
turgico.
                                                            sguardo verso l’orizzonte a 365°, non come fan-
Analizzando il testo, parola per parola, mi
                                                            no molti che si contentano di guardare dritti da-
conduce a porre tante considerazioni: prima
                                                            vanti a sé.
fra tutte la creazione.
Nel Libro di Genesi si legge che «in principio
                                                            OFS: Perché dici 365°?
[…] la terra era informe e deserta» e ciò che col-
pisce è il fatto che «le tenebre ricoprivano l’abis-
                                                            Suor Gabriella: Perché normalmente la misu-
so» (Cfr. 1,1-2).
                                                            ra è di 360°, ma in questo caso voglio far
Come fanno le tenebre a ricoprire l’abisso se, di
                                                            comprendere che l’uomo non deve fermarsi
per sé, l’abisso è già tenebra, oscurità? È da poco
                                                            solo a questi gradi di misurazione; deve anda-
tempo che avete trascorso le vostre ferie al mare
                                                            re oltre: 365 sono la proiezione verso l’altro,
e certamente avrete avuto modo di fare un bel
                                                            l’Oltre, l’Altro, il divino.
tuffo in acqua. Ebbene, guardando il fondale co-
sa avete visto?
                                                            OFS: Ti richiama altro?
Certamente il buio, non il fondo che, invece, ri-
sulta essere visibile là dove riescono ad arrivare i
                                                            Suor Gabriella: Sì. Mi riporta alla mente le
raggi solari.
                                                            povere donne che, in lacrime e di buon matti-
Quindi, mi richiamano le tenebre di Genesi. In
                                                            no, si portano al sepolcro per applicare, sul
questo primo capitolo si dice che la prima azione
                                                            corpo martoriato ed esanime di Cristo, gli un-
di Dio è quella che «sia la luce» e da qui nasce il
                                                            guenti che per la fretta (a causa della parasce-
giorno e la notte (primo giorno. Cfr. Gen 1, 3-5).
                                                            ve dei giudei), non avevano potuto appronta-
L’espressione che mi hai citato, mi porta alla
                                                            re.

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Ma avevano dimenticato che, per far questo,            Telemaco?
avrebbero avuto bisogno di uomini che gli ro-          Molte volte si sente dire: «si teme ciò che non
tolassero via la pietra, dal sepolcro.                 si conosce».
Solo strada facendo se ne rendono conto, ma            Questa espressione non dovrebbe far parte
sono ormai vicine e, pur in lontananza, vedo-          della nostra vita Francescana, perché i nostri
no che la pietra è già stata ribaltata.                padri fondatori non hanno fatto questo.
Preoccupate si portano al sepolcro non trova-          Di fronte alla novità, si sono aperti e hanno
no nulla.                                              cominciato, a occhi chiusi, un nuovo cammi-
Due angeli assicurano loro che Gesù è risorto          no pur ignorando dove li avrebbe condotti,
ma le donne faticano a credere.                        fiduciosi e completamente abbandonati nelle
I loro cuori sono ancora abitati dalle tenebre,        mani di Dio.
pur essendo apparso all’orizzonte il sole di           A conclusione di questo nostro incontro cosa
giustizia, il Verbo del Dio vivente.                   voglio dire con tutti questi accostamenti?
Solo quando vedono il Risorto, le tenebre              Che non possiamo stare fermi sulla spiaggia
vengono diradate, si dileguano in loro e la            ad attendere che la vita trascorra e si correg-
gioia riprende a vivere sui loro volti.                ga da sola qualora andasse storta; non posso
Stessa cosa per i discepoli di Emmaus (Cfr Lc          vivere in modo passivo la vita; siamo parte
24 e ss).                                              anche noi di un progetto divino che non si
Mi riporta ancora alla mente Telemaco, il fi-          può attuare senza il nostro contributo.
glio di Ulisse, che fin da fanciullo attendeva         Ognuno di noi è un membro del Corpo misti-
ansioso, fiducioso e speranzoso l’arrivo del           co di Cristo. Dobbiamo partire come Telema-
padre; ogni giorno si portava sulla spiaggia           co e raggiungere la meta, non possiamo at-
convinto che all’orizzonte avrebbe visto               tendere che la meta ci raggiunga. San Paolo,
giungere suo padre.                                    e la Madre Santa Chiara ci dicono: «memore
Ma solo crescendo, attraverso la sofferenza,           del tuo proposito […] sempre vedendo il tuo
si rende conto che deve essere lui a mettersi          principio, ciò che hai ottenuto, tienilo stretto, ciò
in viaggio, a mettersi in gioco.                       che stai facendo, fallo e non lasciarlo, ma con
Occorre domandarsi: ho paura della novità?             corsa veloce e passo leggero, senza inciampi ai
Avremmo mai realizzato quel che ha fatto               piedi, così che i tuoi passi non raccolgano nem-

                                                  11
meno la polvere, sicura, gioiosa e alacre, avanza          stra vita, non siamo soli: «Io sarò con voi
cautamente sul sentiero della beatitudine» (FF             tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt
2875; Cfr Rm 12,1-2; Ct 3,4; 2 Tm 4,6-9).                  28,20).
Non dimentichiamo le parole di San Giovanni                Ricordiamo le parole che Gesù disse alla Madre
Paolo II, il quale invitava sempre tutti i fedeli a        Santa Chiara quando fu assaltata dai saraceni:
prendere il largo, a spalancare le porte del no-           «Io vi custodirò sempre » (FF 3202). Ogni gior-
stro cuore a Cristo, a non avere paura.                    no Dio ci dà un’alba nuova, una nuova risurre-
Dunque: duc in altum!!!                                    zione, nuovi stupori, nuovi ardori.
Prendiamo insieme il largo tenendo fissa la me-            C’è sempre un’alba nuova a dileguare le nostre
ta, ponendo lo sguardo al cielo, verso il divino,          tenebre sorgendo all’orizzonte: è la Parola, luce
guardando la stella, invochiamo Maria nostra               sul nostro cammino.
madre comune affinché «ci indichi le sue vie e             A ciascuno Dio dice: «alzati, và…. E in essa
noi possiamo camminare per i suoi sentieri».               proclama».. Queste parole Dio le rivolge a Giona
                                                           che risponde fuggendo, non credendo sia possi-
OFS: Cosa puoi dire a noi che cominciamo un                bile la conversione dei Niniviti. Tu cosa faresti?
nuovo percorso?                                            Al termine di questo momento, voglio conse-
                                                           gnarvi ancora un altro inno che la Chiesa ci fa
Suor Gabriella: Oltre a ciò che ho già abbon-              celebrare nelle 4 settimane a tutti i primi ve-
dantemente accennato, anche se per sommi                   spri delle domeniche: «Dio che all’alba dei
capi, vi invito a guardare ai santi e in partico-          tempi, creasti la luce nuova, accogli il nostro
lar modo ai nostri fondatori, al nostro cari-              canto mentre scende la sera».
sma, alla nostra fonte originaria: il santo                Ciò che all’alba abbiamo contemplato, a sera
Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo.                    non si spenga, ma si ravvivi con un canto di lode
Non scoraggiamoci se il cammino si fa diffi-               la nostra fede, la nostra vita cristiana/
cile e insidioso.                                          francescana.
Ricordiamoci che, in ogni momento della no-                A laude di Cristo e di Chiara poverella. Amen.

                                                      12
Oltre… dai forma ai
             tuoi sogni!
                                Dario Coppola

I
     l filo conduttore che ci ha visti vivere il gliere e seguire la propria strada, affidandosi
     progetto della Famiglia Francescana della a chi può renderla migliore, anche questa è
     Campania “Una Mano per un sorriso” dal una missione che non può mancare nella no-
24 al 26 agosto a Battipaglia, presso l’Acqua- stra vita e il film Luca lo evidenzia bene, ma
farm, si è ispirato alla storia dei due protago-   soprattutto gli sguardi dei bimbi emozionati
nisti del film Disney “Luca”: Luca Paguro, ne rivelano la concretezza.
una creatura marina che stringe amicizia con       La Vacanza è un inno all’amicizia che nasce
Alberto Scorfano, un coetaneo e, insieme, tra due o più coetanei, anche se con numeri
vanno alla scoperta del mondo degli umani.         ridotti, in un periodo dove anche poche ore di
Quest’anno abbiamo provato a                                       spensieratezza gratificano l’e-
dare un sorriso ai bambini                                         sistenza, non possiamo che
puntando sulla diversità quale A volte ci sono cose che ringraziare la Divina Provvi-
valore aggiunto, per uscire da                                     denza e le tante fraternità, fa-
ambienti statici e fermi, per           pensi di non poter         miglie, amici che hanno donato
andare oltre i propri limiti, le      fare…ma invece basta per rendere tutto meraviglio-
proprie paure. In un’epoca do-                                     so…
ve le azioni gentili sono sovra- provarci!!!…e allora vai E allora: “Silenzio Brunoo!” e
state da tensioni e frustrazioni,        “OLTRE …e DAI             prepariamoci per la tappa natali-
dare una mano si rivela sempre                                     zia e non dimenticate che insieme
un beneficio anche per chi lo
                                         FORMA    AI TUOI          si va di certo più piano ma si arri-
compie: è proprio vero, il cam-               SOGNI”               va lontano.
biamento più rilevante è quello
che avviene dentro il cuore di                                     Sostieni il progetto “Una mano
ognuno.                                            per un Sorriso” donando la tua offerta sul
Nell’acqua delle piscine brillavano gli occhi di   conto:
circa 50 bambini e di tanti animatori donatisi                         Intestato a:
per esserci; è stato evidente il desiderio di ri-  Ordine Francescano Secolare della Campania
vedersi, di parlarsi, di leggere le emozioni, di
lasciare alle spalle un periodo no.                                   Codice IBAN:
La vicinanza, anche se distanziati, dona sicu-          IT67 A050 1803 4000 0001 6778 243
rezza, rende vivo l’istinto percettibile solo
all’occhio umano e tra gli schizzi d’acqua, le        Causale: Attività Missionarie OFS-GiFra
onde e gli scivoli, il brivido e le emozioni non
sono mancate.                                      Sarà un motivo per preparare una vacanza
Amare, incoraggiarsi, essere felici, saper sce- ancora più bella a Natale.

                                                  13
Lampada per i miei
                                                        passi è la tua parola,
                                                        luce sul mio
                                                        cammino.
                                                        [Salmi 119:105]
                                                        Mariano Alliegro

I
     l cammino è metafora della vita ed il              nia proponendo “Le Passeggiate Laudato sì”.
     cammino negli spazi naturali contribui-            L’iniziativa ha preso avvio il giorno 5 settem-
     sce ad indirizzare la nostra vita su un            bre 2021, quando abbiamo celebrato la gior-
percorso di Conversione Ecologica.                      nata regionale per la custodia del Creato,
La conoscenza del Creato esercita il cuore e lo         in sintonia con tutta la chiesa italiana che ha
spirito al Bello ed eleva l’attenzione e la cura        intitolato la XVI giornata per la custodia del
nei confronti delle altre creature.                     Creato “Camminare in una vita nuova”.
Se è vero che l’ambiente, di cui l’uomo è una           Il programma complessivo delle passeggiate
componente, è stato gravemente danneggiato              vede i seguenti appuntamenti:
dall’azione antropica, se è assolutamente in-
dispensabile invertire la rotta convertendo le
nostre vite su stili di vita con ridotti impatti        1a Passeggiata Laudato sì
sul paesaggio, risulta indispensabile favorire          5 settembre 2021: FUOCO
la conoscenza degli ambienti naturali e dei             “I Sentieri del Vesuvio”
processi che regolano gli equilibri ecologici.          Ercolano (NA)
Solo ciò che si conosce si ama e il creato va
conosciuto a fondo ed amato di un amore                 2a Passeggiata Laudato sì
senza fine.                                             Ottobre 2021: TERRA
Come fraternità regionale ci siamo posti l’o-           “I giganti di Roccamonfina: i castagneti”
biettivo di dare un contributo di conoscenza            Roccamonfina (CE);
sul paesaggio della Campania, un paesaggio
vario, biodiverso, affascinante, ma delicato e          3a Passeggiata Laudato sì
spesso aggredito dall’azione dell’uomo.                 Marzo 2022 - ARIA
I cambiamenti climatici, la desertificazione,           “Il Monte Taburno”
l’inquinamento hanno minato gli equilibri del           Montesarchio (BN)
creato.
L’uomo tra le varie creature ha ricevuto da             4a Passeggiata Laudato sì
Dio Padre la responsabilità della cura di Ma-           Aprile 2022 - SPIRITO
dre Terra e di Tutte le Creature.                       “Santuario di Montevergine”
È sulla base di queste forti motivazioni che ci         Mercogliano (AV);
siamo incamminati sui sentieri della Campa-

                                                   14
5 Passeggiata Laudato sì -                                Napoli.
Maggio 2022 - ACQUA                                        Fr. Carlo, durante l’omelia, si è soffermato sul
“Tra sorgenti ed inghiottitoi - Il Vallo di Diano e        tema del Fuoco, un fuoco che rigenera i nostri
il monte Cervati”                                          cuori e ci apre a strade nuove.
Padula e Sanza (SA)                                        Fr. Fedele Mattera, delegato per i Frati della
                                                           Provincia napoletana per l’ambito GPIC, nel
Il 5 settembre ad Ercolano ci siamo ritrovati              ricordare che il Vesuvio è da sempre un at-
in circa 100, tra francescani secolari e gifrini           trattore per gli spiriti desiderosi di conoscen-
provenienti da tutte le zone della Campania.               za ed è, grazie al Fuoco, una terra generosa,
Era evidente il desiderio di ritrovarsi dopo               ha tracciato le caratteristiche del fuoco, quel
mesi di isolamento.                                        fuoco che è entrato nella vita di Francesco,
Con la guida di esperti ambientali del posto,              come luce e come strumento di cura.
abbiamo percorso, divisi in gruppi nel rispet-             “Il fuoco è pazzariello”, questa è l’immagine
to delle norme di prevenzione covid, il sen-               conclusiva che ci ha donato Fr. Fedele.
tiero n. 4 nella Valle del Tirone, tra i boschi di         La passeggiata sul Vesuvio è stato l’inizio del
leccio, i tunnel di lava e lo sguardo rivolto al           nostro cammino comune per i sentieri della
mare tra le isole del golfo di Napoli.                     Campania, ma vuole anche essere l’avvio di
Alla fine del cammino ci siamo ritrovati in-               un modo nuovo di guardare le bellezze del
nanzi all’altare del Signore per celebrare                 creato, un modo sostenuto dalla conoscenza,
l’Eucarestia all’aperto su un terrazzo che si              ma alimentato dal fuoco dell’amore, per tutto
affaccia sul mare, guidati da Fr. Carlo D’Amo-             ciò che è segno della forza creatrice di Dio Pa-
dio, Ministro Provinciale dei Frati Minori di              dre.

                                                      15
A
         veva appena conclusa la sua attività di
                                                            Pagine scelte
         ricostruzione a San Damiano quando                 a cura di Pietro Urciuoli
         un altro evento, solo in apparenza
esteriormente casuale, sembrò indicargli una
strada accolta subito nel modo che era a lui
congeniale e corrispondente in pieno alle sue
aspirazioni, ma che ci consente di cogliere
quanto Francesco condividesse, laico e mer-
                                                            La rivelazione
cante qual’era stato, l'atteggiamento spiri-
tuale comune a molti suoi contemporanei,
                                                            dell’Evangelo
quello che con un'espressione felice è stato
                                                            Tratto da
chiamato “il risveglio evangelico”.
                                                            RAOUL MANSELLI, San Francesco, Bulzoni
Ormai deciso nella sua penitenza ascoltava la
                                                            Editore, Roma 1980.
messa e giunto al Vangelo sentì l'ammoni-
mento di Gesù agli apostoli nell’inviarli a
predicare: «Non portate con voi viaggiando
né oro, né argento, né borse, né abiti, né basto-
ne; non abbiate sandali, né due tuniche». Furo-
no per lui parole illuminanti anche perché - a              stringeva i fianchi accentuava la presenza in
giudicare dal racconto delle fonti e in particolare         lui dei tratti distintivi del penitente, che si
dalla Leggenda dei tre compagni - sembrano                  mostrava appunto con una corda al collo o ai
averlo messo per la prima volta, o almeno per la            fianchi. Non conosciamo gli argomenti delle
prima volta in maniera così esplicita e consape-            sue prediche: il fatto però che non ci venga
vole, in rapporto con l’Evangelo.                           precisato se abbia chiesto a qualcuno in Assi-
Decise allora Francesco che quella era la via da            si un'autorizzazione, ci induce a credere che
seguire ricavandone immediatamente due con-                 questa predicazione fosse in realtà una sem-
seguenze precise: gli veniva prima di tutto una             plice e fraterna esortazione a vivere cristia-
conferma e una indicazione quanto al senso e                namente e a pentirsi dei propri peccati.
alla finalità spirituali che d'ora in avanti po-
tremmo dire evangelici della sua scelta. Questa,
                                                            Raoul Manselli (Napoli, 8 giugno 1917 – Ro-
poi, si determinò sempre più e meglio come
pauperistica, pur senza nulla perdere della sua             ma, 20 novembre 1984) è stato uno storico
qualità e tipicità originaria di scelta di passaggio        italiano, specialista del Medioevo, di storia
fra gli emarginati. Gli si indicava poi uno scopo,          della Chiesa medievale, del movimento e
quello dell'annuncio, della partecipazione agli             dell'ordine francescano e, più in generale,
altri di quanto aveva ormai ottenuto e raggiun-             della religiosità e dei movimenti ereticali
to: in altre parole l'impegno della predicazione.           medievali. Manselli ebbe un grande interesse
C'è un fatto che la Leggenda dei tre compagni               per la spiritualità medievale nelle cui grandi
non manca di precisare e di ricordare: da                   figure, come Valdo di Lione e San Francesco
quello stesso momento in cui ascoltò l'am-                  d'Assisi, egli vedeva esprimersi i tratti puri e
monimento di Gesù nel Vangelo lasciò l'abito
                                                            semplici, a lui cari, della "religiosità popola-
eremitico per assumerne uno se possibile an-
                                                            re". Con la figura di San Francesco, da cui era
cora più povero, un grosso panno che lo rico-
                                                            particolarmente attratto, e che egli conside-
prisse, e al posto della cintura una corda, ab-
bandonando il bastone e le calzature per mi-                rava l'esito più alto della spiritualità medie-
sere che fossero.                                           vale, Manselli si era già confrontato da tem-
Così aderiva meglio, con un letteralismo che                po, all'inizio con la realizzazione di dispense
era caratteristico di questi movimenti laici                per corsi universitari tenuti a Roma, conflui-
penitenziali, alle parole del Vangelo e nello               ti in seguito nella pubblicazione di una prima
stesso tempo proprio per la corda di cui si                 biografia (Roma, 1980)

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E quindi uscimmo a
         riveder le stelle
                             Andrea d’Argenio

“E
               quindi uscimmo a riveder le stelle”.        secondo, di lettura del volto dell’amato; il
              Mai, come in questo caso, il famo-           terzo e ultimo momento, di ringraziamento
              sissimo verso finale della prima             al Signore.
cantica della Divina Commedia poteva calzare               Distesi, ognuno sul proprio telo, tra letture,
a pennello.                                                preghiere e canti, ci siamo immersi nel mo-
Nell’Inferno, dopo aver attraversato la natural            mento vero e proprio.
burella che porta alla spiaggia dell’Antipurga-            Mi sentivo come se mi trovassi in un’altra
torio, Dante e Virgilio si fermano a contemplare           dimensione, come se all’improvviso tutto il
il cielo stellato dell’altro emisfero, come presa-         resto non ci fosse più.
gio di un cammino di luce e speranza dopo le               Non c’è nulla di più bello che osservare e
tenebre precedenti.                                        contemplare il creato, ringraziando il Si-
In un certo senso, possiamo cogliere una somi-             gnore per avercelo donato.
glianza tra la conclusione dell’opera dantesca e           E, soprattutto, avere la possibilità di farlo
la situazione che stiamo vivendo in questo pe-             dopo un lungo periodo di chiusura, ha avuto
riodo: finalmente, dopo quasi due anni di pan-             un impatto ancora maggiore.
demia, abbiamo avuto l’occasione di re-                    Credo, però, che il momento più bello sia ar-
incontrarci tutti insieme (sempre nel rispetto             rivato alla fine della preghiera.
delle regole) come fraternità regionale.                   Sistemati negli zaini i teli su cui ci eravamo
L’emozione mi ha accompagnato dal mo-                      distesi, ci siamo messi a fare quello che più
mento in cui ho ricevuto il messaggio di av-               ci mancava - e forse quello di cui avevamo
viso dell’incontro, fino al momento in cui ho              più bisogno - fare fraternità: chiacchierare,
varcato la soglia del cancello d’ingresso del              raccontarsi delle vicende quotidiane, ridere
Parco Pinocchio.                                           e scherzare tutti insieme, non ha prezzo.
Mi sentivo come un bambino in un negozio                   Nel complesso posso affermare che, nono-
di giocattoli: gli occhi lucidi e il sorriso ad            stante la sua semplicità, questo incontro sa-
esprimere piena felicità.                                  rà un ricordo indelebile nel mio cuore.
Passato un po’ di tempo, dopo i primi saluti               Nella speranza di viverne altri, questo rap-
e dopo esserci sistemati tutti ad un metro di              presenterà un momento di rinascita, di buon
distanza gli uni dagli altri, il momento di                auspicio, per quello che verrà in futuro, un
preghiera ha avuto inizio.                                 po’ come quando Dante e Virgilio sono usciti
Questo era stato suddiviso in tre momenti                  dalla cavità infernale, desiderosi, anche noi,
significativi: il primo, di contemplazione                 di continuare a vivere esperienze di frater-
delle stelle, scoprendo il volto dell’amato; il            nità.
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S
       i recarono da lui con un paralitico portato
       da quattro persone. Non potendo però
       portarglielo innanzi, a causa della folla,
scoperchiarono il tetto nel punto dov’egli si tro-
vava e, fatta un’apertura, calarono il lettuccio su
cui giaceva il paralitico…                                  Calarono il
                                                            paralitico dal tetto
Gesù, vista la fede dimostrata da questi uo-
mini, guarisce il paralitico dicendogli:
«Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati». Seduti          Fede, amore, servizio, solidarietà,
là erano alcuni scribi che pensavano in cuor lo-
ro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi               riconciliazione, perdono
può rimettere i peccati se non Dio solo?».
Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spi-              Fr. Gianbattista Buonamano
rito che così pensavano tra sé, disse loro:                 Assistente regionale Ofs Campania
«Perché pensate così nei vostri cuori? Che cosa è
più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i
peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e
cammina?» (Mc 2,1-12).

Gesù, vista la loro fede
                                                            scandalizzano di Costui che afferma di dete-
Il primo riferimento che possiamo cogliere è
                                                            nere un potere che è solo di Dio.
quello alla Fede e al suo operato che si espri-
                                                            E allora Gesù, per esprimere il senso profon-
me nell’amore, nel servizio e nella solidarietà
                                                            dissimo di ciò che ha già compiuto, ricorre al
che si riscontra umanamente nella figura dei
                                                            miracolo fisico e guarisce l’uomo dalla para-
portantini che cercano le risorse e le vie per
                                                            lisi, impartendo una vera e propria lezione
far uscire il paralitico, persona in stato di bi-
                                                            agli increduli e ai malpensanti, “Alzati, prendi
sogno, dalla sua condizione di marginalità.
                                                            il tuo lettuccio…”.
Sarà la loro fede a far muovere Gesù.
“Il paralitico di Cafàrnao... ha grandi amici: for-
                                                            Qual è il senso profondo dell’episodio nar-
ti, fantasiosi, tenaci, creativi. Sono il suo magni-
                                                            rato da Marco
fico ascensore, strappano l'ammirazione del
                                                            Dobbiamo pensare che per la gente lì presen-
Maestro: Gesù vista la loro fede... la loro, quella
                                                            te il paralitico è in una condizione di malattia
dei quattro portatori, non del paralitico. Gesù
                                                            permanente, che lo rende impuro e lo con-
vede e ammira una fede che si fa carico, con in-
                                                            trassegna come persona non benedetta da
telligenza operosa, del dolore e della speranza di
                                                            Dio.
un altro. I quattro barellieri ci insegnano a esse-
                                                            Perciò quell’uomo ha veramente non uno,
re come loro, con questo peso di umanità sul
                                                            ma due problemi: la paralisi fisica, che lo co-
cuore e sulle mani. Una fede che non prende su
                                                            stringe a vivere senza potersi muovere, e la
di sé i problemi d'altri non è vera fede. Non si è
                                                            paralisi morale, che viene dalla condizione di
cristiani solo per se stessi; siamo chiamati a por-
                                                            peccato e gli impedisce di attuare la legge di
tare uomini e speranze” (E. Ronchi).
                                                            Mosè.
                                                            Gesù, seguendo questa logica, affronta il più
Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati
                                                            grave dei due problemi, gli perdona i peccati,
Qual’è il dono più grande con cui rispondere
                                                            come ben può fare perché Lui, il Figlio
al problema che gli è stato “calato” innanzi?
                                                            dell’Uomo, è Dio.
Tutti– credo – ci saremmo aspettati subito
                                                            Ma la gente non capisce. Anche noi non ca-
un bel miracolo di guarigione, e poi tanti ap-
                                                            piamo, spesso, perché e quanto sia necessa-
plausi e tanto entusiasmo.
                                                            rio il sacramento della Confessione, che è si-
Ma Gesù ha cercato sempre di elevare il livel-
                                                            gnificato nelle parole di Gesù al paralitico.
lo del discorso e delle situazioni, per dare lo-
                                                            Crediamo che la vita e il bene dipendano dalla
ro un contenuto significante e profondamen-
                                                            salute, dai soldi, dal successo che possiamo
te catechetico.
                                                            riscuotere, dall’affetto che possiamo acca-
E, così, la sua risposta è: “Figliolo, ti sono ri-
                                                            parrarci.
messi i tuoi peccati”.
                                                            Non comprendiamo che quello che ostacola
A questa affermazione inattesa gli Scribi si

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la nostra felicità è proprio questa paralisi in-           della misericordia del Padre e sorgente di gra-
teriore, da cui siamo cronicamente affetti:                zia” (Reg 7).
essa ci impedisce di amare, di donare, di                  L’Articolo 13 ricorda “La responsabilità verso
camminare sulla via del bene e ci impietrisce              il fratello: un dono del Signore!
ed immobilizza in una esistenza tristemente                “Come il Padre vede in ogni uomo i lineamenti
puntata solo sul nostro io, sul nostro torna-              del suo Figlio, Primogenito di una moltitudine
conto e sulla nostra avidità di beni materiali.            di fratelli, i francescani secolari accolgano tutti
                                                           gli uomini con animo umile e cortese, come do-
Dal Vangelo alla vita …                                    no del Signore e immagine di Cristo.
L’episodio narrato dall’Evangelista Marco,                 Il senso di fraternità li renderà lieti di mettersi
che sottolinea l’operato dei portatori e di Ge-            alla pari di tutti gli uomini, specialmente dei più
sù che perdona e rialza, mi riporta a due Arti-            piccoli, per i quali si sforzeranno di creare con-
coli della Regola OFS.                                     dizioni di vita degne di creature redente da Cri-
L’Articolo 7, I Francescani secolari, antica-              sto” (Reg 13).
mente detti “i fratelli e le sorelle della peniten-        Se non perdoniamo siamo paralizzati, fermi:
za”, si propongono di vivere in un itinerario              nel rancore, nella rabbia, nel rimorso. Non
continuamente rinnovato di conversione e di                riusciamo ad andare avanti, a guardare alla
formazione. “Quali «fratelli e sorelle della peni-         vita senza amarezza.
tenza», in virtù della loro vocazione, sospinti            Solo perdonando e perdonandoci, possiamo
dalla dinamica del Vangelo, conformino il loro             guarire la nostra paralisi interiore e farci tor-
modo di pensare e di agire a quello di Cristo me-          nare a Cristo.
diante un radicale mutamento interiore che lo              Solo il perdono può guarirci da ciò che ci pa-
stesso Vangelo designa con il nome di                      ralizza.
«conversione», la quale, per la umana fragilità,           Il Vangelo e la Regola OFS sono un dono per
deve essere attuata ogni giorno.                           noi francescani perché possiamo vivere que-
In questo cammino di rinnovamento il sacra-                sti momenti difficili di COVID-19 con gioia e
mento della Riconciliazione è segno privilegiato           speranza e portare conforto a molti.

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Scrivere di noi: la
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                                                         Nola San Biagio
                                                         Carmen Di Filippo

S
       crivere della nostra fraternità a set-           candola nel territorio.
       tembre, mese che segna la ripresa della          Il convento è situato nel centro storico di No-
       vita fraterna e sociale, quando si fanno         la e i Frati sono stati un punto di riferimento
buoni propositi e si cerca qualcosa di nuovo            per la Parrocchia e per tutta la città: ciò ha
che porti freschezza all’anima, è come aprire           fatto crescere il Carisma Francescano e l’Ofs
un album di famiglia ed essere sospinti dallo           ne è divenuto uno dei frutti; come in tutte le
Spirito.                                                cose, dopo questo periodo, ne è succeduto
Ricostruire la storia della propria famiglia            uno di stasi, poi, grazie all'opera dello Spirito
francescana attraverso un campionario di                Santo e la preghiera di molti Fratelli e Sorelle,
immagini, luoghi, incontri con fratelli e Padri         la nostra Fraternità è rifiorita.
assistenti, riporta alla “memoria del cuore” i          Molti sono stati i frati che negli anni hanno
momenti più significativi e preziosi del no-            contribuito, con esempio e dedizione, a far
stro cammino formativo e spirituale.                    crescere la nostra Fraternità; grazie a quanto
La Fraternità di Nola San Biagio vive il tempo          ci hanno trasmesso, pur essendo divenuta,
del suo cammino con la gioiosa consapevo-               nel 2017, la nostra Parrocchia diocesana, sia-
lezza della presenza di Dio nella vita e ha spe-        mo riusciti a mantenere vivo, in essa, lo Spi-
rimentato con gratitudine la vita condivisa             rito Francescano.
con i frati che hanno dimorato nell’antico              Per questa rinascita vanno ricordati: Padre
Convento (le cui radici, come riportato su un           Tommaso e, in particolare, Padre Florindo
marmo del complesso monumentale, risalgo-               Amato, Padre Luca e Padre Mariano, i quali
no al 1372). Il convento, soppresso nel 1807            hanno aiutato a formarsi e portato alla Pro-
dalle truppe francesi, dopo lunghi anni di ab-          fessione un gruppo di Fratelli che si erano av-
bandono fu restaurato, ma solo nel 1941 ri-             vicinati al Carisma di Francesco; molti di loro
tornarono i frati Conventuali alla loro antica          erano coppie, e questo particolare ha reso an-
dimora e vi restarono fino al 2017.                     cora più edificanti gli avvenimenti.
Da ricerche effettuate, la nostra fraternità è          Al di là del tempo e delle vicissitudini che
stata eretta Canonicamente il 10-10-1946,               hanno segnato il cammino di tanti uomini e
presso il Convento dei Frati Minori, nella Par-         donne capaci di una presenza nella vita par-
rocchia Maria SS. della Misericordia e San              rocchiale e diocesana, la fraternità è un essere
Biagio. I primi anni la fraternità è cresciuta          -con; ciascuno di noi si è sentito accolto, amato
all'ombra dei frati che l’hanno guidata radi-           e sorretto e ha potuto abbracciare nuove possi-

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