Angeli a lezione: appuntamento con il corso per aspiranti militi - Assistenza Pubblica Parma

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Angeli a lezione: appuntamento con il corso per aspiranti militi - Assistenza Pubblica Parma
1 Aprile 2018 LaPubblica

 Notiziario dell’Assistenza Pubblica - Parma Onlus - Fondata nel 1902                                                                           Anno XI - N. 1 - Aprile 2018
Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Parma n. 10/2002 del 18/4/2002 - Proprietà: Assistenza Pubblica - Parma Onlus - Viale Gorizia 2/A - Parma - Tel. 0521.224922 - Fax 0521.224920
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In primo piano L’Assistenza Pubblica di domani dipende dai corsi di oggi: ogni lunedì e giovedì sera, presso il nostro Auditorium
di Viale Gorizia, si formano quelli che saranno i volontari del futuro

Angeli a lezione: appuntamento
con il corso per aspiranti militi
È iniziato a febbraio 2018 il primo percorso formativo dell’anno, cui seguirà il secondo in settembre, e ognuno
potrà entrare a far parte della grande e affiatata famiglia della nostra associazione

G     ianpaolo e Martina sono
      seduti sulle poltrone aran-
cioni dell’Auditorium dell’As-
sistenza Pubblica. La prima
lezione del corso militi sta per
cominciare. Hanno voglia di
aiutare, di dare il loro contribu-
to. Fare del bene agli altri ma so-
prattutto a se stessi: questo per
loro significa fare volontariato.
L’Assistenza Pubblica di Parma
può vantare militi volontari che,
ogni giorno, s’impegnano per
dedicarsi alla comunità. Chiun-
que può diventare un milite ed
entrare a fare parte di questa
grande famiglia, seguendo un
corso di formazione specializ-
zato per garantire un servizio
ottimale. Anche quest’anno,
come in quelli precedenti, è
stato organizzato il corso per i
futuri militi presso la sede della
Pubblica.
Lunedì 12 febbraio 2018 si è te-
nuto il primo incontro. Durante
questa serata, alla quale erano
presenti Luca Bellingeri, pre-
sidente di Assistenza Pubblica
Parma Onlus, Andrea Camin,
comandante del Corpo Militi, e
Cristiana Madoni, direttore sa-
nitario dell’associazione, l’audi-
torium dell’Assistenza Pubblica
ha ospitato persone di ogni età.
Tutti, spinti da grande passione
e curiosità, si sono dimostrati        e il giovedì sera fino a maggio,      tori di domani, ovvero persone        della Pubblica di generazione in       ma serata, lo sono ancora di più».
molto interessati alla causa.          mentre per tre sabati, mattina o      assolutamente necessarie per la       generazione.                           Leonardo, invece, ha spiega-
Francesca ha detto di voler in-        pomeriggio, vengono eseguite          comunità. Dedicandosi a diver-        Come nel caso di Giacomo che,          to di voler seguire le orme del
traprendere questo percorso per        prove pratiche. Durante queste        se attività e servizi, sia durante    avendo un famigliare ex-mi-            nonno, intraprendendo questo
compiere una buona azione per          esercitazioni gli aspiranti militi    il giorno che durante la notte, i     lite e volendo dedicare i suoi         cammino: «Io sono qua perché
qualcun altro: «Sono qui perché        imparano ad utilizzare il DAE         militi dell’Assistenza Pubblica       studi all’ambito medico, ha de-        sono operatore sociosanitario, si
ho voglia di rendermi utile. Dopo      (defibrillatore semiautomati-         sono gli “angeli della città”.        ciso di intraprendere la strada        può dire che sono già in questo
aver appreso dalla pagina facebook     co) e a praticare la tecnica del      Ognuno di noi può mettersi in         del volontariato: «La compagna         ambiente. Poi mio nonno paterno
dell’Assistenza Pubblica che ci sa-    BLSD (Basic Life Support and          gioco. Non importa l’età, il ses-     di mio padre era volontaria, ora       ha fatto il milite e, ancora oggi,
rebbe stato un corso per aspiranti     Defibrillation). Oltre alla teoria    so o la nazionalità. L’Assistenza     però ha smesso, ma mi ha tra-          continua ad essere un socio attivo.
militi, ho colto l’occasione al bal-   appresa durante le lezioni fron-      Pubblica è una grande famiglia,       smesso questa passione. Io vor-        Anche io voglio fare la mia parte».
zo. Questa prima serata non ha         tali, non mancano esercitazioni       pronta ad accogliere chiunque         rei fare medicina e quindi poter       Se anche tu, come Gianpaolo,
fatto altro che confermare ciò che     pratiche con manichini. Dopo          ne voglia far parte e sia dispo-      essere un milite dell’Assistenza       Martina, Francesca, Giacomo
mi aspettavo e non vedo l’ora di       aver partecipato a questo iter        sto a condividerne i principi. I      Pubblica mi aiuterebbe a valuta-       e Leonardo vuoi, nel tuo picco-
mettermi alla prova!». Come lei,       formativo, i futuri militi dovran-    valori rappresentati dall’associa-    re le mie reazioni in circostanze      lo, cambiare la tua vita e quella
molti altri giovani non aspetta-       no affrontare un esame finale per     zione, sin dal 1902, sono quelli      d’emergenza e mi farebbe entrare       degli altri, il nuovo corso militi
no altro che di poter dare una         verificare le loro competenze.        della condivisione e della soli-      in contatto con persone bisognose.     partirà a settembre 2018.
mano e affrontare nuove sfide.         Questi corsi sono fondamentali,       darietà. Questi ideali si traman-     Ero già molto convinto di questa
Le lezioni si tengono il lunedì        in quanto formano gli opera-          dano all’interno dell’universo        mia scelta, ma, dopo questa pri-       Karin Piffer e Isabella Schiazza
Angeli a lezione: appuntamento con il corso per aspiranti militi - Assistenza Pubblica Parma
2 Aprile 2018 LaPubblica

                                       Pulmino di Padre Lino Monica Bussoni, psicologa, si occupa della formazione dei volontari con
                                       l’obiettivo di capire come entrare in contatto con le persone a rischio di emarginazione

                                       Impariamo a guardare
                                       la strada con occhi diversi
                                       Il servizio ideato dall’Assistenza Pubblica di Parma offre un primo soccorso ai senza fissa
                                       dimora ed è attivo tutto l’anno per non lasciare solo chi si trova in difficoltà

I  l Pulmino di Padre Lino è un
   servizio nato nel 2006 gra-
zie all’Assistenza Pubblica di
Parma, in convenzione con il
Comune di Parma e in colla-
borazione con l’Associazione di
Amici di Padre Lino.
L’obiettivo è quello di capire
come entrare in contatto con
le persone a rischio di emargi-
nazione e aiutarle, con lo stesso
spirito di solidarietà che anima-
va Padre Lino da Parma.
Con Monica Bussoni, che si
occupa di formazione all’inter-
no di Forum Solidarietà, abbia-
mo cercato di capire quali deb-
bano essere i criteri di un buon
approccio ai senza fissa dimora
per l’unità di strada.
In un’ottica di formazione, la
prima cosa da fare è tenere
conto che i volontari sono cit-
tadini con provenienze sociali
e culturali diverse, conoscenze
ed esperienze differenti. Bi-
sogna riuscire a ragionare con
loro sull’attività di volontariato
scelta e sull’organizzazione in
cui hanno deciso di inserirsi, per
favorire lo sviluppo di un’identi-
tà di gruppo solida con modalità
condivise di agire.
Per fare questo è necessario par-
tire dall’immaginario sulla stra-
da e su chi la vive e dalle aspet-
tative sul ruolo del volontario.
La strada, nell’immaginario
comune, evoca trasgressione,
devianza, paura, disgusto e, an-
che nel caso di un’ottica positi-
va (romantica, di libertà…), ha
una carica emotiva enorme. Oc-
corre capire gradualmente cosa
significhi lavoro di strada, qua-
li siano i bisogni delle persone
che la vivono e quali strumenti
siano più efficaci per affrontare
la marginalità. La formazione          ed eventualmente cambiare, ma        è corretto orientarsi verso altri    a contrasto della marginalità e       saper ascoltare, essere pronti a
può essere uno strumento per           solo partecipando attivamente        tipi di volontariato. A questo       la promozione dei diritti, allo-      situazioni pericolose, saper ac-
potenziare la consapevolezza           alla vita dell’associazione.         proposito, l’ideale è fare ma-       ra il volontariato nell’unità di      cettare scelte umane inconcepi-
delle proprie emozioni e com-          Il volontario dell’unità di strada   nutenzione delle proprie abilità     strada non ha specifiche carat-       bili e, non per ultimo, saper ac-
petenze, imparando a conoscer-         svolge un lavoro di prossimità,      e competenze, dotarsi di tem-        teristiche rispetto agli altri tipi   cettare il rifiuto dell’aiuto offer-
le e ad affinarle per orientarsi       che fa uso di strumenti diversi,     pi (anche condivisi con il resto     di volontariato, poiché hanno         to. È necessario sapersi mettere
al meglio sulle risposte da dare,      quali il lavoro di rete, l’anima-    del gruppo) per pensare a cosa,      tutti la medesima vocazione.          in gioco, guardando alla persona
sui comportamenti da tenere            zione, la microprogettualità per     come e perché si sta facendo         Ma se guardiamo agli aspetti          alla quale ci si rivolge in modo
sia individualmente che come           creare relazioni di sostegno al      qualcosa. Bisogna chiedersi se il    peculiari dell’azione volontaria,     promozionale e non assisten-
gruppo. Più si è consapevoli dei       fine di fare prevenzione o ridu-     proprio lavoro dà dignità e aiuta    allora è necessario sottolineare      ziale: è sbagliato pretendere di
propri strumenti più si è utili        zione dei rischi e di promuovere     realmente l’individuo che deve       come coloro che svolgono ser-         conoscere a priori i bisogni e le
alle persone che si incontrano         nuovi stili di vita                  essere al centro delle attenzioni,   vizio nell’unità di strada devono     necessità, perché ogni individuo
e all’organizzazione di cui si fa      I volontari devono trovare una       cercando di far capire il proprio    sapersi confrontare con qualsiasi     e ogni situazione richiedono un
parte, perché quando si esce con       propria forma di agio in quello      ruolo con i suoi limiti (ricordia-   difficoltà, avendo la capacità di     approccio differente, rispettoso
il “vestito” dell’unità di strada si   che fanno: se ci si rende conto      moci che il volontario non può       sgretolare i propri pregiudizi ed     dell’unicità che ciascuno porta
riveste un ruolo dentro un’orga-       che la strada è per noi troppo       rispondere a tutto).                 entrare in una relazione esisten-     con la propria storia.
nizzazione con obiettivi e regole      “forte” e supera un livello di so-   Se consideriamo l’attenzione         ziale autentica. Devono saper
precisi, che si possono discutere      glia di “sostenibilità personale”,   al bene comune, la solidarietà       abbattere le barriere culturali,                      Isabella Schiazza
Angeli a lezione: appuntamento con il corso per aspiranti militi - Assistenza Pubblica Parma
LaPubblica Aprile 2018 3

T     anto rumore per nulla, o
      quasi: basta uno sguardo
alle cifre per fare chiarezza sui
                                        L’intervista Il Prefetto Giuseppe Forlani rassicura i cittadini di Parma, chiarendo alcuni punti importanti,
                                        inerenti alla presenza di stranieri richiedenti asilo sul nostro territorio

                                        «Emergenza finita, guardiamo
richiedenti asilo.
In provincia di Parma oggi ne
sono ospitati in tutto 1.405 nei
centri organizzati dalla Pre-
fettura (CAS: Centri di acco-
glienza straordinaria), contro i
1.640 del luglio 2017. A questi
si aggiungono i circa 200 accolti
                                        ai progetti socialmente utili»
dai Comuni che hanno aderito            Da gennaio a marzo 2018 in Italia sono arrivate 6.000 persone, 16.000 in meno rispetto
al progetto SPRAR (Sistema di
protezione richiedenti asilo e ri-      ai primi tre mesi del 2017, che hanno lasciato il proprio Paese d’origine e chiesto rifugio
fugiati).
Gli stranieri che hanno fatto
domanda d’asilo – arrivati in
Italia con mezzi di fortuna pre-
valentemente via mare – sono a
Parma meno di tre ogni mille                                                                                                                                     presupposto che il Paese d’origine
cittadini residenti, e sono nu-                                                                                                                                  sia certo e che la persona venga ac-
mericamente poco rilevanti an-                                                                                                                                   cettata. I più restano in Italia con
che rispetto agli stranieri a vario                                                                                                                              il permesso scaduto, ma sono nu-
titolo presenti, circa 50.000 sul                                                                                                                                meri davvero modesti».
territorio provinciale.
Lasciano pochi margini a dubbi                                                                                                                                   Qual è l’impatto numerico to-
le parole del Prefetto Giuseppe                                                                                                                                  tale?
Forlani, impegnato in prima li-                                                                                                                                  «Se parliamo di stranieri che vi-
nea ad assicurare un’accoglienza                                                                                                                                 vono in Italia a vario titolo siamo
dignitosa a chi entra tempora-                                                                                                                                   al 7% della popolazione, gli irre-
neamente nella nostra comunità                                                                                                                                   golari sono circa 500.000, ma di
e al contempo a tranquillizzare i                                                                                                                                questi i rifugiati che arrivano da
cittadini sull’entità del fenome-                                                                                                                                Paesi con guerre e carestie, come
no: «L’emergenza che ha determi-                                                                                                                                 Siria e Nigeria, sono una mini-
nato un numero di arrivi eccessi-                                                                                                                                ma parte: dal primo gennaio al
vo, soprattutto nell’estate 2017,                                                                                                                                27 marzo 2018 sono arrivati in
può dirsi superata. I numeri ci                                                                                                                                  Italia 6.000 richiedenti asilo, con-
parlano di presenze accettabili. Ci                                                                                                                              tro i 22.000 nello stesso periodo
impegniamo a organizzarle con il        noscimento del diritto di asilo ed       ne affidata al privato sociale tra-     all’inserimento, dai corsi di lin-      dell’anno scorso».
criterio di un’equa distribuzione       entrano nel sistema di accoglienza.      mite bandi di gara pubblici, arti-      gua italiana agli inserimenti in
sul territorio e a proporre a queste    Poi scatta un lungo e complesso iter     colati in modo equo fra i territori,    lavori socialmente utili. Devo dire     Un messaggio ai parmigiani?
persone progetti di vita che saran-     legale; vengono ospitate in attesa       per restare dentro i parametri ot-      che l’allarme sociale che accompa-      «Non esiste a Parma un allarme
no loro utili, quando cesseranno di     di risposta e viene rilasciato loro      timali di 3 o 4 persone ogni mille      gna la notizia dell’attivazione del     rifugiati. Siate solidali e acco-
essere richiedenti asilo. Negli ulti-   un permesso provvisorio per sei          abitanti, tenendo conto in modo         progetto di accoglienza, dopo l’ar-     glienti, e cercate di dare l’oppor-
mi mesi – prosegue Forlani – gli        mesi, che spesso deve essere proro-      ponderato dell’offerta economica e      rivo effettivo dei richiedenti asilo,   tunità a questi ragazzi di parte-
arrivi sono pressoché azzerati sia      gato per le oggettive difficoltà dello   della qualità del progetto che ogni     tende a scomparire in brevissimo        cipare ad attività di volontariato,
per effetto delle misure adottate       Stato a rispettare i tempi di legge».    operatore si impegna a mettere in       tempo».                                 impegnandoli in lavori utili, come
dal ministro Minniti, sia perché                                                 campo».                                                                         già si sta facendo con il Comune
Parma ha già raggiunto la quota         Chi organizza l’accoglienza e                                                    Una volta arrivata la decisione         di Parma tramite il progetto “Mi
stabilita. Mano a mano che ven-         come viene messa in atto?                Il costo, appunto, è spesso og-         della commissione sul ricono-           impegno a Parma” e l’associazione
gono decise le domande d’asilo si       «C’è il sistema CAS, gestito dalla       getto di considerazioni non             scimento o meno di rifugiato,           Svoltare Onlus, e il coinvolgimen-
andrà ad una riduzione sempre           Prefettura per conto dello Stato,        propriamente benevole da par-           che succede?                            to di Caritas, Banco Alimentare
più significativa».                     che assorbe la grande maggioranza        te di tanti cittadini…                  «A questo punto si interrompe           e diverse altre istituzioni. Anche
                                        dei profughi, che affianca il siste-     «Il costo giornaliero massimo,          l’accoglienza, salvo gravi casi di      l’Assistenza Pubblica può util-
Signor Prefetto, come funzio-           ma SPRAR, costituito da progetti         tutto a carico dello Stato, è fissa-    salute, a meno che l’interessa-         mente avvalersi della loro dispo-
na il meccanismo di accoglien-          promossi volontariamente dai Co-         to in 35 euro, che possono ridursi      to divenuto irregolare non faccia       nibilità a restituire qualcosa alla
za dei richiedenti asilo?               muni, che in provincia di Parma          in sede di gara, e tiene conto, non     ricorso, procrastinando i termini       comunità».
«Queste persone arrivano in Que-        ha una potenzialità di 300 posti,        solo di vitto e alloggio, ma di tutte   dell’allontanamento, sempre dif-
stura, fanno istanza per il rico-       non tutti coperti. La gestione vie-      le attività collaterali finalizzate     ficile da attuare perché parte dal                    Antonio Bertoncini
Angeli a lezione: appuntamento con il corso per aspiranti militi - Assistenza Pubblica Parma
4 Aprile 2018 LaPubblica

L’associazione di volontariato Grazie allo spirito di fede e alla determinazione di Don Umberto
Cocconi, più di centinaia di persone ritrovano la speranza di un futuro migliore

San Cristoforo: una bella
famiglia da cui ricominciare
La Onlus, con sede in Viale Duca Alessandro a Parma, si impegna ogni giorno ad aiutare
detenuti ed ex detenuti in percorsi lavorativi e di reinserimento sociale

G      li occhi di Mathis bril-
       lano mentre ci mostra il
suo magazzino. È un giovane
ragazzo che, da gennaio 2018,
lavora come magazziniere pres-
so la Onlus “San Cristoforo - un                                                                                                                       faccia del male, o a fuggire, è mol-
pezzo di strada insieme”: «La                                                                                                                          to difficile inserirsi di nuovo in un
mia prima impressione, è stata                                                                                                                         contesto relazionale. Ecco perché il
quella di sentirmi in una famiglia.                                                                                                                    “lavorare in squadra” è l’aspetto su
Ho un passato di tossicodipenden-                                                                                                                      cui dobbiamo soffermarci di più».
za, sono venuto qua per un aiuto.                                                                                                                      Il burrascoso vissuto di queste
Ho iniziato come volontario, poi                                                                                                                       persone grava su di loro pesan-
sono cominciati dei tirocini, Don                                                                                                                      temente. L’affermazione “Io sono
Umberto ha visto che mi impe-                                                                                                                          un ex detenuto” è uno stigma,
gnavo tanto e che ero una persona                                                                                                                      come dice Don Umberto. Que-
affidabile, così ha deciso di sce-                                                                                                                     sto crea diffidenza, non lascia
gliermi. Avere una responsabilità                                                                                                                      spazio al perdono in una società
è stupendo, per la prima volta mi                                                                                                                      che giudica in base al proprio
sento appagato». Aver avuto una                                                                                                                        passato, anche se non dovrebbe.
chance così gli ha permesso di                                                                                                                         Per combattere questi precon-
cominciare una nuova vita. In-                                                                                                                         cetti, un antidoto è sicuramente
fatti, i tirocini formativi, spesso                                                                                                                    vivere a contatto con queste re-
offerti dall’UEPE (Ufficio Ese-                                                                                                                        altà, come spiega Alessandra
cuzione Penale Esterna) e dal                                                                                                                          Galli, operatrice della San Cri-
SER.T (Servizio Dipendenze                                                                                                                             stoforo: «Lavorare con queste per-
Patologiche) di Parma, donano                                                                                                                          sone è bello perché esci dalle rigide
nuove speranze e stimoli a chi                                                                                                                         opinioni fondate sul concetto di
si sente perso e abbandonato. È                                                                                                                        “categoria”: non sono più detenu-
proprio questo l’obiettivo che                                                                                                                         ti o tossicodipendenti, sono Luca,
Don Umberto Cocconi perse-                                                                                                                             Andrea, Matteo… Ognuno con le
gue da anni: aiutare le persone                                                                                                                        sue caratteristiche, ognuno diverso
in difficoltà a rimettersi in gio-                                                                                                                     dall’altro. Lavorare in questi am-
co, farle tornare a vivere.                                                                                                                            bienti ti aiuta a rielaborare tante
Realtà di tossicodipendenza e                                                                                                                          cose».
di carcere: l’attività della San                                                                                                                       Ambienti dove questi pregiudi-
Cristoforo coinvolge detenuti,                                                                                                                         zi sono meno forti, sono quel-
ex detenuti, persone agli arresti                                                                                                                      li delle cooperative: «La realtà
domiciliari o che hanno espia-                                                                                                                         delle cooperative è il primo sboc-
to la pena ma in affidamento                                                                                                                           co dove riusciamo a cominciare i
in prova, lavoratori per la pub-                                                                                                                       percorsi di reinserimento e dove i
blica utilità, richiedenti asilo e                                                                                                                     detenuti o gli ex detenuti trovano
così via. Fondamentale è l’aiuto                                                                                                                       più facilmente un’occupazione».
che questi uomini ricevono per                                                                                                                         Oltre a questo, Alessandra spie-
reinserirsi nella società. Infatti,                                                                                                                    ga che associazioni come quella
come afferma Don Umberto:                                                                                                                              della San Cristoforo sono delle
«Per ricominciare la loro vita, per                                                                                                                    realtà di transito, dei contesti
prima cosa, devono avere una casa                                                                                                                      che permettono a uomini con
che può accoglierli. Un ambien-                                                                                                                        un trascorso di detenzione alle
te dove non vengono giudicati                                                                                                                          spalle, di non ritrovarsi da soli
per i loro sbagli. Ogni accolto ha                                                                                                                     in un mondo ormai sconosciuto
una sua storia, ognuna diversa.                                                                                                                        e ostile: «Trovare una realtà che
Bisogna spingerli a recuperare                                                                                                                         faccia un po’ da cuscinetto, che ti
le competenze perse, assisterli in                                                                                                                     aiuti, che ti stia a fianco per tut-
un percorso lavorativo, anche, ad                                                                                                                      to quello che serve. Questo facili-
esempio, aiutarli a conseguire la                                                                                                                      ta i reinserimenti. Quando non
patente».                                                                                                                                              hai una famiglia alle spalle o una
Il reinserimento è a 360 gradi                                                                                                                         realtà che è pronta a riaccoglierti,
ma, perché avvenga efficace-                                                                                                                           tutto diventa molto complicato. I
mente, è necessario cominciare                                                                                                                         detenuti che vengono da noi, spes-
di nuovo a costruire relazioni                                                                                                                         so, sono proprio quelli».
e imparare a lavorare in squa-        come svuotare le cantine, i solai,     Reinserirsi in una società come    si come questi faticano molto.         Ricominciare una nuova vita è
dra. Questo è possibile grazie        sistemare i materiali stoccati e poi   quella attuale non è per niente    «Noi facciamo dei percorsi - pro-      difficile, ma gli occhi di Mathis
all’accoglienza in case famiglia,     rivenduti nei mercatini. Alcuni ex     semplice. Ostacolati dai pre-      segue Don Umberto - ma spesso          sono la conferma che non è im-
e all’offerta di svariate occupa-     detenuti sono stati anche assunti e    giudizi, ma spesso anche dalle     non bastano. Quando hai pensato        possibile.
zioni: «Proponiamo impieghi:          sono loro adesso che fanno andare      difficoltà emotive personali, le   sempre solo a te stesso, a guardarti
servizi di manodopera, attività       avanti questo progetto di lavoro».     persone che affrontano percor-     le spalle, a sperare che nessuno ti                          Karin Piffer
Angeli a lezione: appuntamento con il corso per aspiranti militi - Assistenza Pubblica Parma
30 anni di automedica in Pubblica                                                                                                                     LaPubblica Aprile 2018 5

30 anni di automedica
     in Pubblica
                                        Il passato L’automedica nasce dalla volontà dell’Assistenza Pubblica Parma Onlus nell’agosto del
                                        1988 e, dopo trent’anni, continua ancora a correre per le strade della città

                                        Qui si è fatta la storia
                                        È un mezzo di soccorso speciale, che racchiude professionalità e attrezzature, agile negli
                                        spostamenti e tale da essere reindirizzato su altri servizi

«Y      ou got a fast car» - «hai
        preso un’auto veloce» - can-
tava Tracy Chapman nel 1988.
Quell’anno l’aveva presa la Pub-
blica, un’auto veloce. Una FIAT
Regata, familiare, un mezzo nuo-
vo per la città, per l’Italia intera:
l’automedica. Si legge tutto d’un
fiato perché è tale se ha a bordo
un medico. Diversa dall’ambu-
lanza medicalizzata, diversa dal
veicolo che porta a domicilio la
Guardia Medica. È un mezzo
che racchiude professionalità e
attrezzature, agile negli sposta-
menti e tale da essere reindiriz-
zato su altri servizi. Nell’agosto
di trent’anni fa nasceva un pezzo
di storia dell’Assistenza Pubbli-
ca, della città di Parma e dell’e-
mergenza in Italia. Nel cielo
aveva iniziato a volare appena un
mese prima l’elicottero Charlie
Alpha; da terra rispondeva ora la
“Parma 30”, poi diventata “Papa
30”, o amichevolmente “la Tren-
ta”: dalle idee, futuristiche per
quel tempo, di Paolo Zuccoli e
Luigi Iannaccone, consiglieri
in Pubblica ma, rispettivamente,
primario e caposala del reparto
di Rianimazione dell’ospedale
cittadino, si realizzava un siste-
ma di fare emergenza che porta-         Conferma Luigi Iannaccone che          l’evento emergenza e le cure in        lasciato al caso alcuna opportunità      «Gennaio 1991. Neolaureato, ini-
va fuori dall’ospedale professio-       «allora c’erano assemblee infuocate    ospedale. Il dottor Stocchetti,        per mettere in atto quanto impa-         zia la mia avventura come medico
nisti e strumenti.                      in sede: i militi più anziani dice-    rianimatore con lui, studiava il       rato sino a quel momento. Allora         in emergenza. Nessun corso speci-
«La gente all’inizio non capiva,        vano “volete fare gli americani!       trauma cranico per migliorarne         non mi rendevo conto di essere tra       fico, solo la frequentazione di un
criticava il tempo “perso” sul posto    L’è anca trop!”. I cittadini dove-     gli esiti. Uno studio di anatomia      i protagonisti di un tipo di realtà      setting clinico avanzato, a contatto
– racconta Alessandro Ghidini,          vano imparare l’approccio “stay        aveva appena indicato come tra         organizzativa che, prima in Ita-         quotidiano col paziente critico. Per
nel 1988 Vice Comandante del            and play”, stabilizzare il paziente    le principali cause di morte nel       lia, proponeva modalità di soccor-       me allora ha avuto inizio un’espe-
Corpo Militi della Pubblica –,          sul luogo dell’evento. Erano abi-      trauma vi fosse l’ostruzione delle     so innovative. È con orgoglio che        rienza che è diventata ragione di
diceva in dialetto: cos’è, un’astro-    tuati allo “scoop and run”, “carica    vie aeree.                             ricordo di aver preso parte opera-       vita professionale, tant’è che dopo
nave? Per via della grande bar-         e vai”. Dovevano ancora rendersi       Il dottor Giulio Zuccoli, figlio       tivamente alla nascita di una re-        27 anni ancora mi occupo della
ra con lampeggianti blu sul tetto.      conto che avevamo portato fuori        di Paolo, ricorda l’idea del pa-       altà che oggi è diventata presidio       mia grande passione: il soccorso
Sono andato io a ritirare la Rega-      dall’ospedale il medico esperto, con   dre: «Tratta il paziente il prima      indispensabile di ogni soccorso ex-      in emergenza. Tanto è cambiato,
ta, ero autista io il primo turno, al   le attrezzature. Traendo esempio       possibile, con personale altamente     tra ospedaliero, secondo criteri rico-   tanto resta ancora da fare, molto
pomeriggio. Era un work in pro-         dai vicini della Germania. Da          preparato, portando il medico sul      nosciuti a livello internazionale».      bisognerebbe recuperare; ma quelle
gress, ogni giorno si scopriva che si   Lubecca, in particolare, sede della    luogo dell’incidente e basa le deci-   Esperienza che per alcuni medi-          automediche, che tanto hanno corso
poteva migliorare. Il progetto sulla    ditta Draeger che aveva inizia-        sioni sulle evidenze».                 ci è diventata lavoro quotidiano:        in questi anni, anche contro la mi-
carta era già ottimo, la pratica in-    to a costruire ventilatori portatili   Il personale preparato era quel-       Adriano Furlan, medico sulle             nimalizzazione, lo scarso credito, e
segnava a fare di più: era una stra-    per l’esercito, dove avevano già       lo formato nel reparto del padre       prime automediche, ora è Re-             che parte del sistema ancora fatica a
da nuova che si apriva e noi vo-        una Porsche, come automedica, con      Paolo; ad “aprire le danze” della      sponsabile della Centrale 118            riconoscere, continuano a soccorrere
lontari avevamo fame di conoscere       una centrale operativa. Eravamo        “Trenta” fu Paola Spalinger, ora       Emilia Ovest: «Dobbiamo rico-            e salvare persone».
la novità. Avere a disposizione         andati in visita là per capire come    dirigente medico a Brescia: «Ero       noscere l’importanza che ha avuto        Anni Ottanta… gli anni del
un medico durante tutto il giorno       adattare a Parma la loro organiz-      agli albori del mio percorso pro-      allora l’avvento dell’automedica, e      “tranquillo, siam qui noi”. Quelli
era elettrizzante. Anche se all’ini-    zazione».                              fessionale: una giovane specializ-     il ruolo che riveste ancora».            dell’automedica.
zio avevamo ricevuto critiche dai       Il dottor Paolo Zuccoli voleva         zanda in Anestesia che, con tutto      Luca Cantadori, responsabi-
“conservatori”».                        colmare il “buco” temporale tra        l’entusiasmo dell’età non avrebbe      le dell’Emergenza territoriale:                          Cristiana Madoni
Angeli a lezione: appuntamento con il corso per aspiranti militi - Assistenza Pubblica Parma
6 Aprile 2018 LaPubblica                                                                                                           30 anni di automedica in Pubblica

                                       Il presente L’assistenza che da sempre la “Papa 30” fornisce alla città dipende dalla competenza e
                                       dalla solidarietà dei nostri medici rianimatori e dei nostri volontari

                                       Dal sogno alla realtà:
                                       l’automedica compie trent’anni
                                       Un servizio fondamentale, che non si ferma mai, dalla Regata alla Freemont, per salvare,
                                       assistere e sostenere chi ha bisogno d’aiuto

T     rent’anni sono trascorsi
      dall’inizio del servizio e
oggi l’automedica è una realtà
consolidata in tutto il territorio
italiano. In questi tre decenni
quasi 250 medici sono saliti sul
mezzo, che nel tempo è rimasto
sempre FIAT, oggi Freemont, al
contrario della strumentazione
che si è in parte miniaturizzata;
alle prime apparecchiature se ne
sono aggiunte e se ne aggiungo-
no sempre di nuove. Oggi come
allora, dalle ore 8 alle ore 20, è
in servizio per la città la “Papa
30”, in partenza dalla sede di via
Gorizia dell’Assistenza Pubbli-
ca. Dopo dieci anni di attività di
questo servizio se ne è aggiunto
uno analogo per le ore notturne,
svolto dalla Croce Rossa Italia-
na.
Nel 2017 la “Papa 30” ha effet-
tuato 2.000 servizi, una media di
cinque servizi al giorno. Questo
è uno dei motivi che ha indotto
la Scuola di specializzazione in
Medicina di Emergenza a in-
cludere nel piano degli studi dei
medici in formazione speciali-
stica un periodo di affiancamen-
to proprio sulla “Papa 30”, per
acquisire conoscenze in tema
di emergenza extraospedaliera,
percorso che verosimilmente
verrà presto inserito anche nel
piano formativo della Scuola di
Anestesia e Rianimazione.
«Il lavoro è diverso, per quantità e
qualità, ma lo spirito che anima il
servizio e l’entusiasmo sono ugua-
li». Così risponde Rami Haidar,
uno dei medici rianimatori “sto-
rici” della Pubblica, che da poco
tempo ha ripreso a fare servizio.      équipe di supporto impieghe-            Un’esperienza che può dare soddi-       finato il senso clinico che natu-      so affascinante, in special modo in
Ma il lavoro del medico non è          rebbe molto tempo per ogni              sfazioni importanti ma che da nel-      ralmente si sviluppa quando si         un momento storico nel quale, come
isolato e autonomo. A fianco           procedura.                              lo stesso tempo anche responsabilità    è costretti ad inquadrare il caso      professionisti, spesso leggiamo di
del personale sanitario (medico        «Per me, come volontario, la Papa       in più».                                dall’inizio, sulla base di pochi e     più i numeri presenti sui monitor
e, molto spesso, Infermiere Pro-       30 ha sempre rappresentato – dice       Osserva Michela che «esser parte        scarni elementi, senza esami, con      e sulle cartelle cliniche e poi, solo in
fessionale dell’ambulanza) opera       Matteo – l’ultimo di una serie di       dell’equipaggio dell’automedica in      pochi strumenti, senza consulenti      un secondo momento ci si rivolge
e collabora personale volontario,      step a cui aspirare: dedicando tem-     questi anni mi ha riempito di orgo-     esterni da chiamare in supporto».      all’ascolto dei sintomi e all’osserva-
autista e soccorritori.                po, passione e impegno si arriva        glio perché ho contribuito a forni-     Matteo Dall’Aglio lavora come          zione dei segni. Esistono poi degli
La miscela delle due componen-         all’automedica, pensavo. Con il         re un servizio di qualità alla mia      anestesista in ospedale, ma copre      aspetti più “leggeri” dell’attività:
ti (professionalizzata e volon-        tempo ho capito che in realtà è solo    città. Mi ha permesso di mettermi       anche molti turni in automedica.       ad esempio la conoscenza di persone
taristica) risulta perfettamente       un altro punto di partenza ed è         alla prova e di superare i miei li-     «Allo stesso modo un’esperienza del    che dedicano il loro tempo libero al
integrata e, anzi, costituisce un      un’esperienza formativa. Con il         miti, confrontandomi con le grandi      genere ha migliorato la manualità e    volontariato, disposte ad imparare,
punto di forza per l’intero siste-     bagaglio di esperienze dell’auto-       paure della vita. Si ha la soddisfa-    la capacità di lavorare in condizio-   a mettersi in gioco con chi fa questo
ma. I volontari, addestrati, por-      medica si riesce a svolgere anche un    zione di avere fatto la differenza,     ni “scomode”, ovvero negli ambien-     mestiere per professione pur pro-
tano al servizio l’elemento soli-      servizio migliore, più consapevole      quando ci si riesce, ed il dolore di    ti più disparati e comunque molto      venendo da ambienti lavorativi
dale più sincero e l’entusiasmo        sull’ambulanza. E’ un cerchio che si    capire che, anche se si è fatto tutto   diversi da un ospedale, al fianco      completamente diversi; condivisio-
dell’ideologia volontaristica. Il      chiude e che parte e finisce nel ser-   il possibile, non è stato abbastanza.   di personale non sempre sanitario      ne di successi e fallimenti, momenti
lavoro di squadra, in situazioni       vizio di ambulanza». Così Giu-          Ogni volta torni a casa portando        ma nella stragrande maggioranza        di scherzo e risate, tensioni e attimi
di emergenza, è fondamento di          lio: «Cosa rappresenta il servizio      con te qualcosa, positivo o negativo    dei casi preparatissimo e formato      di nervosismo e infine, perchè no,
un lavoro efficace. I volontari da     di automedica? Una valorizza-           che sia».                               in modo eccellente. Credo sia una      nascita di belle amicizie».
soli non potrebbero gestire tutte      zione del servizio di ambulanza,        E il punto di vista del medico?         fase di crescita necessaria per un
le criticità, il medico senza una      dal punto di vista pratico e umano.     «L’attività in Automedica ha af-        medico rianimatore e al tempo stes-                     Cristiana Madoni
Angeli a lezione: appuntamento con il corso per aspiranti militi - Assistenza Pubblica Parma
30 anni di automedica in Pubblica                                                                                                                       LaPubblica Aprile 2018 7

                                        Il futuro Il fisico italiano Roberto Cingolani e l’ingegnere elettronico Dan Popa ci spiegano chi
                                        potrebbero essere i protagonisti dell’emergenza nel 2048

                                        Robot con la divisa dell’Assistenza
                                        Pubblica: realtà o fantascienza?
                                        «Tra trent’anni potremmo trovarci di fronte a sofisticati sistemi in grado di trasferire le
                                        immagini direttamente al Pronto Soccorso, mentre trasportiamo il paziente in ospedale»

C    hirurgia robotica a di-
     stanza, organi ricreati con
stampanti 3D; droni che sfrec-
ciano nel cielo per veicolare far-
maci o un defibrillatore, robot
che intervengono nello spegni-
mento di un incendio o arriva-
no dove l’essere umano non può
arrivare. Risultati di analisi del
sangue ma senza prelievo. Il fu-
turo è adesso. Tra trent’anni chi
saranno gli attori del sistema?
Dei robot come Baymax (per-
sonaggio di Big Hero 6, film di
animazione del 2014) che, at-
traverso il semplice contatto,
riconoscerà i livelli ormonali e
del sangue di ogni singola per-
sona, per prevenire invece che
curare? Avremo un sistema che,
anticipando gli eventi, impedirà
che accadano, come in Minority
Report la Precrimine? Ci sarà un
equipaggio composto da medici
e volontari o ci saranno robot
umanoidi in aggiunta o addirit-
tura in sostituzione? La “Papa
30” sarà un’auto (una Tesla?)
senza autista, come Kitt di Su-
percar?
La parola agli esperti. Roberto
Cingolani, fisico italiano, di-
rettore dell’Istituto Italiano di
Tecnologia, e il professore di
Ingegneria elettronica e com-
puterizzata, Dan Popa, dell’u-
niversità di Louisville, hanno
espresso una visione sul futuro
dei sistemi di emergenza e soc-
corso nel 2048.
                                        guenze sulla base dei dati di na-       tare trasportabili sistemi per          lizzerà sistemi ad energia al-           grandi miglioramenti nei softwa-
Professor Cingolani, potrebbe           tura clinico-sanitaria catalogati,      cui si potranno eseguire in loco        ternativa?                               re, che potranno aiutare nelle scelte
il medico essere sostituito da          ma stiamo parlando di qualcosa          procedure che oggi necessita-                                                    sui trattamenti, sui percorsi, sulla
robot comandati a distanza?             che esiste già e non è un robot, ma     no di sale operatorie o luoghi          «Sì, attenendoci alla velocità con       destinazione dei pazienti: ciò po-
Un unico medico potrebbe ad-            una macchina che fa data analisys       dedicati?                               cui stanno avvenendo i progressi         trebbe ridurre l’errore umano, ri-
dirittura così gestire più eventi       su grande masse di dati. Possiamo                                               nel campo dell’automotive, possia-       ducendo quelle che si definiscono le
con robot?                              pensare all’innovazione di robot        «La tecnologia potrà principal-         mo immaginare diverse opzioni di         “morti evitabili”. Il secondo aspet-
«Mi sembra uno scenario irrea-          in grado di intervenire in condi-       mente velocizzare alcuni processi       mezzi di soccorso nel futuro. Auto-      to riguarda l’hardware. Parliamo
lizzabile. I robot potranno essere      zioni di catastrofi troppo pericolo-    logistici e tecnici, come i sistemi     mediche alimentate a fotovoltaico,       di robot/sistemi di automazione
comandati a distanza per attuare        se per i soccorritori, come il nostro   GPS per indirizzare le ambulan-         idrogeno, fuel cell, celle solari. Non   che possono trasportare e sollevare
movimenti o per svolgere opera-         robot Walkman, ma con lo scopo di       ze. Tra trent’anni potremmo tro-        ci vedrei nulla di strano se in un       pazienti, somministrare terapie,
zioni tecniche, interventi chirur-      fornire informazioni sull’entità        varci di fronte a sofisticati sistemi   futuro piuttosto vicino le autome-       praticare manovre di rianima-
gici, ma sarà difficile anche nel fu-   dell’emergenza in atto attraverso       di imaging attraverso il quale          diche fossero mezzi che si spostano      zione: li chiamiamo co-robot, col-
turo trovare il modo di trasmettere     telecamere integrate, senza met-        trasferire le immagini diretta-         a 30 metri di altezza bypassando         laborative robot. Attualmente si
la molteplicità di informazioni a       tere in pericolo gli operatori, non     mente al Pronto Soccorso, mentre        il traffico cittadino».                  sta lavorando proprio su “Nursing
cui attingono i soccorritori nel mo-    per soccorrere un ferito. Pensare di    trasportiamo il paziente in modo                                                 Assistants” che prestano assistenza
mento dell’emergenza. Il medico è       avere una macchina in grado di          da predisporre la sala operatoria.      Professor Popa, si può prevede-          ai pazienti. Credo che in trent’an-
in grado in tempi molto stretti di      integrare dati, attuare movimen-        Mi aspetto, quindi, un progresso        re tra trent’anni la presenza di         ni potremo certamente vedere
valutare diversi parametri, fare        ti e prendere decisioni, e quindi di    di natura tecnica sull’assistenza e     intelligenze artificiali al fianco       co-robots sulle ambulanze».
riferimento alle proprie conoscenze     fatto sostituire l’uomo nelle occa-     la diagnosi del paziente, ma l’esse-    o in sostituzione del personale          Un giorno forse i robot saranno
ed esperienze pregresse e sapere così   sioni di emergenza è impensabile        re umano resterà sempre l’elemento      medico e volontario nell’emer-           tra noi, la fantascienza di Philip
come coordinare il proprio inter-       per il 2048».                           essenziale di questo percorso».         genza preospedaliera?                    Dick o Isaac Asimov sarà real-
vento. A questo proposito possiamo                                                                                                                               tà: ma le intelligenze artificiali
ipotizzare l’implementazione di         La tecnologia, invece, potreb-          Si può oggi immaginare un’au-           «Ci sono due punti da considerare,       avranno sempre un cuore in si-
super computer come Watson che          be aiutare l’emergenza extrao-          tomedica del 2048? Il mezzo             software e hardware. Nei prossimi        licio.
elabora statistiche e trae conse-       spedaliera? Potrebbero diven-           non sarà più su ruote ma uti-           trent’anni credo che si vedranno                         Cristiana Madoni
Angeli a lezione: appuntamento con il corso per aspiranti militi - Assistenza Pubblica Parma
8 Aprile 2018 LaPubblica                                                                                                                     30 anni di automedica in Pubblica

Dal baule della memoria della Papa 30…
                                                                             Verbale della riunione del Consiglio
                                                                             Direttivo della Pubblica del 5 giugno
                                                                             1987, in cui all’ordine del giorno c’è
                                                                             anche il nuovo servizio dell’automedica
                                                                             (fotografia Archivio AP Parma)

                                                                          Il Consiglio Direttivo della Pubblica
                                                                          delibera, all’unanimità, di attuare il
                                                                          progetto dell’automedica, 5 giugno                                         Copertina e pagina interna del
                                                                          1988                                                                       periodico “La Pubblica”, in cui appare
                                                                          (fotografia Archivio AP Parma)                                             un articolo a firma Luigi Iannaccone,
                                                                                                                                                     in cui si parla del nuovo servizio
                                                                                                                                                     dell’automedica, giugno 1988
                                                                                                                                                     (fotografia Archivio AP Parma)

   Automedica Tempra PR600979,
   acquistata dalla Assistenza Pubblica
   Parma Onlus nell’ottobre 1991 (fotografia
   Archivio AP Parma)

                                                                                                                                                                  Automedica Scudo CK422LY,
                                                                                                                                                                  acquistata dalla Assistenza Pubblica
                                                                                                                                                                  Parma Onlus nel gennaio 2004
                                                                                                                                                                  (fotografia Archivio Ambitalia - Olmedo Spa)

                                                                                                  Automedica Octavia DN175DP,
                                                                                              acquistata dalla Assistenza Pubblica
                                                                                                  Parma Onlus nel febbraio 2008
                                                                                                              (fotografia Archio AP Parma)

                                                                                                                                                                   Specializzande in Anestesia e
                                                                                                                                                                   rianimazione dell’Università di
                                                                                                                                                                   Toronto, con il loro professore, e
                                                                                                                                                                   un medico australiano in Pubblica,
                                                                                                                                                                   per far esperienza formativa a bordo
                                                                                                                                                                   dell’automedica, settembre 2017.
                                                                                                                                                                   Da sinistra: Andrew Donohue, Marco
Specializzandi in Anestesia e rianimazione dell’Università di Toronto,                                                                                             Garavaglia, Stephanie Ladowski e
con il loro professore e la direttrice della scuola di specializzazione                                                                                            Susan Bragg (fotografia Archivio AP Parma)
canadese, in Pubblica, per far esperienza formativa a bordo
dell’automedica, settembre 2016. Da sinistra: Marco Garavaglia,
Lisa Bahrey, Alexander White, Tim Van Haaften
(fotografia Archivio AP Parma)
Angeli a lezione: appuntamento con il corso per aspiranti militi - Assistenza Pubblica Parma
LaPubblica Aprile 2018 9

U     n’ambulanza nuova, di ulti-
      ma generazione e attrezza-
ta di tutto punto: con questo re-
                                        Donazione Il presidente del Centro di Coordinamento Parma Clubs ha espresso tutta la sua
                                        riconoscenza per il quotidiano impegno dei militi della nostra associazione

                                        Una nuova ambulanza
galo il Centro di Coordinamen-
to Parma Clubs ha voluto dire
all’Assistenza Pubblica sempli-
cemente “grazie di esistere”.
«Ci siamo riusciti adesso – con-
ferma il presidente Angelo
Manfredini – ma, in verità, io
ci pensavo da diversi anni, e una
                                        per la nostra Pubblica
donazione per noi così importan-        Grazie a una raccolta di fondi nel corso degli anni, la tifoseria gialloblù è riuscita a donare
te è frutto di un accantonamento
di fondi che va molto indietro nel      ai parmigiani un mezzo all’avanguardia per garantire aiuto e assistenza
tempo, perché ovviamente non ab-
biamo fini di lucro, ci diamo sem-
plicemente da fare per assecondare
la nostra comune passione per il
calcio».
Già in passato il Coordinamen-
to si è distinto per il suo impe-
gno nel campo della beneficien-
za. Lo ha fatto per le disgraziate
famiglie terremotate, lo ha fatto
anche per l’Ospedale dei Bam-
bini, ma questa è un’occasione
davvero speciale: «Come tifosi –
ci tiene a precisare il presidente
– pensiamo sia un gesto doveroso
regalare qualcosa alla città dove
viviamo. Mi piacerebbe che fosse
interpretato come un dono di tutti
gli appassionati, dell’intera tifose-
ria, ai cittadini di Parma».
La scelta è stata un fatto qua-
si del tutto naturale, anche per
effetto del legame profondo che
da sempre esiste fra il calcio e la
Pubblica. I militi sono presenti
in forze allo stadio Tardini per        to dalla tribuna, anche se in quel     minuti mi sono trovato al Pron-         Allestita con attrezzature di            sparmi delle nostre iniziative nel
tutte le partite interne del Par-       caso, purtroppo, ogni tentativo di     to Soccorso, anche se per fortuna       avanguardia, è destinata agli            corso degli anni: li abbiamo messi
ma, in tutte le situazioni e in         salvarlo è stato vano. E soccorre i    non era nulla di grave. Ma questa       interventi di emergenza. Que-            insieme durante feste, grigliate,
presenza di qualunque evento            giocatori in caso di infortuni gravi   ambulanza - chiarisce - nasce per       sto nuovo mezzo racchiude in             lotterie o con la distribuzione di
atmosferico.                            sul campo».                            ringraziare l’Assistenza Pubblica,      sé la speranza di poter salvare e        panini nelle trasferte. Possiamo
Quando si gioca l’ambulanza             Manfredini ha anche una forte          i militi volontari e il personale per   assistere molte altre vite. L’alle-      ben dire che è un dono di tutti i ti-
c’è: «È vero, svolge un ruolo pre-      testimonianza personale: «Alla         il servizio prezioso che rendono        stimento dell’ambulanza è stato          fosi del Parma, Boys compresi, an-
zioso – conferma Manfredini             fine della partita Parma – Inter,      quotidianamente all’intera città».      deciso e seguito direttamen-             che se sull’ambulanza c’è il nostro
– ha salvato persone colpite da         che praticamente decretò la retro-     Questa ambulanza, quindi, è             te dai dirigenti dell’Assistenza         logo con la scritta “Dono del Coor-
infarto in diverse occasioni nel        cessione in serie B, sotto il dilu-    simbolo di un solido legame             Pubblica ed è costato in tutto           dinamento Parma Clubs”. E sono
corso degli anni, ed è intervenuta      vio, mi sono sentito male: i militi    tra il Centro di Coordinamen-           circa 80.000 euro. Il presiden-          certamente soldi ben investiti».
immediatamente anche quando il          dell’Assistenza Pubblica sono stati    to Parma Clubs e l’Assistenza           te Angelo Manfredini precisa
ragazzo di Vicenza è precipita-         veramente rapidissimi. In pochi        Pubblica.                               inoltre che: «Sono il frutto dei ri-                      Antonio Bertoncini

   Focus Un progetto di Fratellanza Militare Firenze per ricreare su un’ambulanza situazioni d’intervento aderenti alla realtà

   Simulazione medica e debriefing per la formazione degli operatori
   F    ratellanza Militare Firen-
        ze ha sempre ritenuto che
   la formazione e l’addestramen-
                                          metodica didattica che consen-
                                          te di ricreare situazioni d’inter-
                                          vento molto aderenti alla realtà,
   to dei propri operatori fosse          permettendo così agli operatori
   indispensabile per svolgere un         sanitari di migliorare le proprie                                                                                   comprendere le cause profon-
   servizio impeccabile.                  competenze, riducendo gli er-                                                                                       de dei fatti accaduti.
   L’associazione ha strutturato un       rori umani.                                                                                                         Nei prossimi mesi, proprio
   innovativo percorso di forma-          L’idea nasce dall’incontro di                                                                                       presso Fratellanza Militare Fi-
   zione ed addestramento sulle           diverse esperienze nell’ambito                                                                                      renze organizzeremo, assieme al
   metodiche di simulazione me-           del soccorso e della formazio-                                                                                      team di esperti di www.corsisi-
   dica e debriefing.                     ne, con un team di medici e                                                                                         mulazione.com, un evento de-
   Importante è stato prepara-            tecnici esperti certificati in si-                                                                                  dicato alla conoscenza diretta di
   re i formatori. È inoltre stata        mulazione medica. Si è cercato                                                                                      questa metodologia. Coloro che
   avviata la realizzazione di un         di modificare il tradizionale        sferimento di tutta l’attività di       mento o ad obiettivi specifici.        parteciperanno potranno osser-
   Centro Mobile di Simulazio-            concetto di simulazione, in-         simulazione direttamente nel            L’istruttore di debriefing è defi-     vare concretamente le potenzia-
   ne, attrezzato con telecamere,         troducendo e concretizzando          reale ambiente di lavoro. Ogni          nito facilitatore, e il suo obiet-     lità di questo approccio e sono
   sistemi audio video e tecnolo-         qualcosa di nuovo nel nostro         elemento presente nel Centro            tivo principale è di stimolare         certo se ne innamoreranno.
   gie di avanguardia, e soprattut-       Paese: il concetto di simula-        Mobile di Simulazione è trasfe-         una conversazione consapevo-
   to trasferibili.                       zione mobile in situ.                ribile ed adattabile ai contesti        le tra i partecipanti alla simu-                            Niccolò Mancini
   La simulazione medica è una            La simulazione in situ è il tra-     nei quali è richiesto l’addestra-       lazione in modo da portarli a             presidente Fratellanza Militare Firenze
Angeli a lezione: appuntamento con il corso per aspiranti militi - Assistenza Pubblica Parma
10 Aprile 2018 LaPubblica

                                          Telefono Amico Italia Prima come volontaria, poi come formatrice del suo Centro e rappresentante
                                          per l’Italia nel comitato Internazionale Ifotes, Monica Petra è da sempre parte del soccorso telefonico

                                          Una nuova presidente e
                                          cinque donne all’ascolto
                                          L’associazione, che oggi ha un direttivo tutto femminile, s’impegna ogni giorno ad aiutare
                                          chi è in diffcoltà a superare il suo disagio, ascoltando senza mai giudicare

D      a novembre 2017 l’asso-
       ciazione nazionale di Tele-
fono Amico Italia ha un nuovo
presidente: il suo nome è Mo-
nica Petra, napoletana di nasci-
ta, cosmopolita per ragioni di
lavoro. Monica non è, però, un
volto nuovo. La sua permanenza
in Telefono Amico, infatti, è di
vecchia data: «Avevo poco più di
vent’anni – ci racconta – e cercavo
qualcosa in cui impegnarmi. Sfo-
gliavo l’elenco telefonico alla ricerca
di un numero e ho visto il banner
del centro di Telefono Amico Na-
poli, ma non sapevo esattamente
di cosa si trattasse. Ho scritto, mi
hanno chiamata e al corso mi sono
innamorata: trovavo affascinante
l’idea di poter costruire una rela-
zione d’aiuto tra persone sconosciu-
te, facendo del dialogo lo strumento
in grado di sviluppare il benessere
sociale».
Innumerevoli sono i ruoli che ha
rivestito negli anni: «Sono stata
prima volontaria, poi formatore
del mio Centro, poi membro della
commissione nazionale che si occu-
pa di formazione, rappresentante
per l’Italia nel Comitato Interna-
zionale Ifotes, membro del comitato
esecutivo Ifotes e, ora, presidente di
Telefono Amico Italia».
Il fatto di rappresentare tutti i
volontari di Telefono Amico la
riempie di orgoglio e di senso di
responsabilità, conscia della dif-
ficoltà di mettere in atto la “mis-
sion” che l’associazione si prefig-
ge da più di cinquant’anni: «Sono
molto legata emotivamente a Tele-
fono Amico e, vedendone l’evolu-
zione negli anni, vorrei farne una
realtà moderna, consentendo a chi
si trova in difficoltà di poter contare
sull’aiuto di un altro essere umano
per venir fuori da un momento di
disagio, confusione, angoscia. Tutti      accoglienza sono anche i tratti          persone, le loro idee e le loro parole».   interrogano sul senso della propria     muovendo tavoli di formazione e
viviamo il desiderio di poter esse-       distintivi richiesti ad un aspiran-      Chi si rivolge a Telefono Amico,           esistenza o delle sue modalità».        confronto a più livelli. Il concetto
re in contatto con altri e di poter-      te volontario di Telefono Amico:         negli anni, è cambiato, al passo           Per quanto concerne invece              di benessere sociale, inteso come
ci raccontare senza paura di essere       «È sicuramente necessario essere         con l’ineluttabile trasformazione          gli obiettivi futuri di Telefono        capacità dei singoli membri del-
giudicati o rifiutati». In questo è       predisposti all’ascolto e avere buona    della società: «Il tema della soli-        Amico Italia, le intenzioni sono        la società di gestire relazioni sane,
supportata dal nuovo Consiglio,           volontà, che vuol dire essere disposti   tudine, che occupa in varie forme          rilevanti e di ampio respiro:           disinnescare conflitti e contribuire
eletto insieme a lei, tutto al fem-       a mettere in gioco se stessi e ad ac-    circa un terzo dei nostri interven-        «L’obiettivo primario dell’associa-     ad accrescere la qualità della vita,
minile, che rispecchia anche la           cettare di poter e dover apprendere.     ti, resta senza dubbio prioritario.        zione è esserci per ciascun singolo     è il naturale punto d’arrivo di chi,
struttura dell’associazione, com-         Essenziale è poi essere accoglienti      Nel tempo, comunque, abbiamo               individuo che abbia desiderio di        come noi, crede nella possibilità che,
posta infatti in maggioranza da           ed empatici e, soprattutto, ricono-      visto progressivamente aumentare           confrontarsi e parlare con i nostri     dialogando, si costruiscano ponti ed
donne: «Nei primi mesi di attivi-         scere all’altro la capacità di poter     il numero di persone con disagio           volontari. Di pari passo, però, Te-     opportunità».
tà questo Consiglio ha già mostrato       scegliere per sé. Il ruolo della for-    psichico, quello degli anziani e delle     lefono Amico ha anche il compito di     “Dialogare è vivere” resta la
un tratto distintivo: l’attitudine al     mazione rimane, comunque, deter-         persone che vivono una solitudine          sostenere e diffondere un modello di    sintesi migliore per descrivere,
coinvolgimento di tutti e la ricer-       minante per aiutare i nostri volon-      involontaria. Nell’ultimo periodo          relazioni sociali basato sull’ascolto   insieme, le motivazioni dell’esi-
ca di una partecipazione generale.        tari ad individuare e affrontare le      registriamo, inoltre, anche un au-         e sulla ricerca della comprensione      stenza e le finalità di Telefono
È una splendida squadra, moti-            criticità, a sostenerli e a stimolarli   mento di chiamate a contenuto “esi-        reciproca. Lo facciamo e lo faremo,     Amico Italia.
vata, determinata e accogliente».         affinché ci sia sempre terreno fertile   stenziale”, una definizione interes-       andando nelle scuole, attraver-
Motivazione, determinazione e             per accogliere consapevolmente le        sante che raccoglie tutti coloro che si    so l’osservatorio del disagio, pro-                      Francesca Anedda
LaPubblica Aprile 2018 11

S   ì, è vero: temevamo di non
    farcela! Avevamo già fatto
una bella figura, piazzandoci tra
                                      Progetto Quando il Ministro Dario Franceschini ha annunciato: «Vince la città di Parma!», il pensiero
                                      è stato unanime: ora bisogna rimboccarsi le maniche e darsi da fare

                                      Parma 2020: atto secondo
le prime dieci città d’Italia nella
corsa al titolo e superandone in
precedenza alcune molto pre-
stigiose. Perciò ora, l’obiettivo
di Forum Parma Cultura, già in
precedenza dichiarato, è quello       Molte le associazioni di volontariato che hanno dichiarato la loro disponibilità a dedicarsi
di unire forze e persone, andan-      a nuove iniziative e ad accettare i suggerimenti dei coordinatori dei lavori
do a cercare proposte che possa-
no portare alla nostra Parma il
lustro che si merita, consapevoli
che il nostro sarà un contributo
modesto, proporzionale ad un
volontariato spontaneo e auto-
finanziato.
Alcune associazioni hanno
già risposto al nostro appello
con l’obiettivo di realizzare al
meglio alcune iniziative per il
2020. Cogliamo l’occasione per
formulare il nostro sincero “in
bocca al lupo” a Francesca Vel-
lani, fresca di nomina come co-
ordinatrice dei progetti Parma
2020. Ha scritto il dossier della
vittoria di Parma, insieme all’as-
sessore Michele Guerra, e ha
focalizzato l’attenzione sull’im-
portanza del dialogo pubbli-
co-privato.
L’iniziativa proposta dall’asso-
ciazione Parma Teatro mette a
frutto collaborazioni avviate da
tempo con alcune realtà simili,
intensificando i contatti tra Par-
ma, Piacenza, Reggio Emilia,
Modena e Bologna e dando vita
al “Sipario Emiliano”. L’inizia-
tiva prevede l’organizzazione
di convegni, scambi e collabo-
razioni e culminerà con una
significativa partecipazione al
Festival Verdi 2020 presso il Te-
atro Regio. La stessa associazio-
ne, inoltre, sta gettando le basi
dell’iniziativa “La Consegna”, in
cui verranno realizzati incontri
di cui saranno protagonisti alcu-
ni artisti di Parma o che a Par-                                                                                                                     Anna Maria Meo, ed il regista
ma hanno svolto la loro attività                                                                                                                     Graham Vick. Al termine del-
e ora, giunti alle soglie del meri-                                                                                                                  le rappresentazioni del “suo”
tato riposo, possono raccontare                                                                                                                      Stiffelio, il dibattito sull’inno-
la loro esperienza omaggiati dal                                                                                                                     vativo spettacolo è stato vivace
pubblico. Questo progetto, oltre                                                                                                                     e partecipato. Vista la positiva
a ripercorrere le tappe delle car-                                                                                                                   esperienza, verranno organiz-
riere degli artisti e consegnare                                                                                                                     zati incontri fra gli artisti che
un ideale testimone alle future                                                                                                                      parteciperanno al Festival Verdi
generazioni, ci insegnerà a non                                                                                                                      e il pubblico, più un meeting al
dimenticare l’ambito artistico                                                                                                                       termine della stagione per di-
che li ha visti protagonisti.                                                                                                                        scutere sulla riuscita dell’evento.
L’Associazione emiliano-roma-                                                                                                                        Intendiamo, inoltre, aderire a
gnola Cori AERCO Delega-                                                                                                                             proposte che altri organizzeran-
zione di Parma raccoglie e co-                                                                                                                       no, evitando doppioni o concor-
ordina numerosi cori della città      con la divulgazione di repertori      sede si incontreranno, in alcuni     chiesto di proporre iniziative      renze dispersive: non andiamo
e della provincia. Negli ultimi       musicali di diversi generi, par-      pomeriggi feriali, dei volontari     concrete, con lo scopo di far ma-   a caccia di paternità d’idee. Ci
anni si è distinta nella progetta-    tendo dal sacro e arrivando ai        culturali, di ogni estrazione so-    turare i futuri quadri del volon-   interessa che i progetti vengano
zione e proposta di rassegne ca-      canti della nostra montagna.          ciale, per trattare argomenti da     tariato, garantendo l’avvicenda-    realizzati e bene. Per questo mo-
nore che spaziano in vari ambiti      Il progetto “Generazioni di           loro scelti, ma legati al program-   mento generazionale.                tivo confermiamo la nostra di-
di musicalità. Il rinnovato Di-       Lettori”, già collaudato con suc-     ma indicato dai Coordinatori di      Il “Comitato degli spettatori       sponibilità con entusiasmo ver-
rettivo vuole intensificare l’or-     cesso grazie ai nostri “nonni”        Parma 2020. Questa l’occasio-        del Teatro Regio” ha già mosso      so coloro che saranno interes-
ganizzazione di corsi musicali        volontari aiuto-lettori presso la     ne per i volontari di scambiarsi     i primi passi, collaborando con     sati alla nostra collaborazione.
aperti a tutta la popolazione e       scuola primaria Pietro Cocconi,       conoscenze ed esperienze. Gli        i Dirigenti della Fondazione        Accettiamo la sfida, vedendo in
organizzare manifestazioni con        sarà esportato anche in altri isti-   incontri prevedono limitati par-     del Teatro, ed intende garan-       essa un’importante occasione
i cori iscritti, e non. Appoggerà     tuti per sollecitare l’amore per la   tecipanti perché tutti saranno       tire a questa importante realtà     per dimostrare cosa intendiamo
iniziative sia di soggetti istitu-    lettura fra i bambini di Parma        invitati a parlare e ascoltarsi su   cittadina un pubblico prepara-      per volontariato culturale. Non
zionali che iniziative a scopo be-    dai sette ai dieci anni.              argomenti diversi (il territorio,    to e partecipe. A ottobre 2017      possiamo fallire!
nefico a favore delle associazioni    Il Circolo Giovane Italia sta         i giornali locali, i problemi del    ha organizzato un incontro tra
di volontariato che lo vorranno.      lavorando al progetto “Conver-        quartiere, la raccolta differen-     il pubblico, presente anche la                      Silvia Pipitone
L’iniziativa benefica si coniuga      sazioni Incrociate”. Nella sua        ziata, per citarne alcuni). Verrà    Direttrice del Teatro Regio,                   Forum Cultura Parma
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