Angeli a lezione: appuntamento con il corso per aspiranti militi - Assistenza Pubblica Parma
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1 Aprile 2018 LaPubblica Notiziario dell’Assistenza Pubblica - Parma Onlus - Fondata nel 1902 Anno XI - N. 1 - Aprile 2018 Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Parma n. 10/2002 del 18/4/2002 - Proprietà: Assistenza Pubblica - Parma Onlus - Viale Gorizia 2/A - Parma - Tel. 0521.224922 - Fax 0521.224920 Internet: www.apparma.org - E-mail: info@apparma.org - Direttore responsabile: Mariagrazia Villa - POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 70% - CN/PR In primo piano L’Assistenza Pubblica di domani dipende dai corsi di oggi: ogni lunedì e giovedì sera, presso il nostro Auditorium di Viale Gorizia, si formano quelli che saranno i volontari del futuro Angeli a lezione: appuntamento con il corso per aspiranti militi È iniziato a febbraio 2018 il primo percorso formativo dell’anno, cui seguirà il secondo in settembre, e ognuno potrà entrare a far parte della grande e affiatata famiglia della nostra associazione G ianpaolo e Martina sono seduti sulle poltrone aran- cioni dell’Auditorium dell’As- sistenza Pubblica. La prima lezione del corso militi sta per cominciare. Hanno voglia di aiutare, di dare il loro contribu- to. Fare del bene agli altri ma so- prattutto a se stessi: questo per loro significa fare volontariato. L’Assistenza Pubblica di Parma può vantare militi volontari che, ogni giorno, s’impegnano per dedicarsi alla comunità. Chiun- que può diventare un milite ed entrare a fare parte di questa grande famiglia, seguendo un corso di formazione specializ- zato per garantire un servizio ottimale. Anche quest’anno, come in quelli precedenti, è stato organizzato il corso per i futuri militi presso la sede della Pubblica. Lunedì 12 febbraio 2018 si è te- nuto il primo incontro. Durante questa serata, alla quale erano presenti Luca Bellingeri, pre- sidente di Assistenza Pubblica Parma Onlus, Andrea Camin, comandante del Corpo Militi, e Cristiana Madoni, direttore sa- nitario dell’associazione, l’audi- torium dell’Assistenza Pubblica ha ospitato persone di ogni età. Tutti, spinti da grande passione e curiosità, si sono dimostrati e il giovedì sera fino a maggio, tori di domani, ovvero persone della Pubblica di generazione in ma serata, lo sono ancora di più». molto interessati alla causa. mentre per tre sabati, mattina o assolutamente necessarie per la generazione. Leonardo, invece, ha spiega- Francesca ha detto di voler in- pomeriggio, vengono eseguite comunità. Dedicandosi a diver- Come nel caso di Giacomo che, to di voler seguire le orme del traprendere questo percorso per prove pratiche. Durante queste se attività e servizi, sia durante avendo un famigliare ex-mi- nonno, intraprendendo questo compiere una buona azione per esercitazioni gli aspiranti militi il giorno che durante la notte, i lite e volendo dedicare i suoi cammino: «Io sono qua perché qualcun altro: «Sono qui perché imparano ad utilizzare il DAE militi dell’Assistenza Pubblica studi all’ambito medico, ha de- sono operatore sociosanitario, si ho voglia di rendermi utile. Dopo (defibrillatore semiautomati- sono gli “angeli della città”. ciso di intraprendere la strada può dire che sono già in questo aver appreso dalla pagina facebook co) e a praticare la tecnica del Ognuno di noi può mettersi in del volontariato: «La compagna ambiente. Poi mio nonno paterno dell’Assistenza Pubblica che ci sa- BLSD (Basic Life Support and gioco. Non importa l’età, il ses- di mio padre era volontaria, ora ha fatto il milite e, ancora oggi, rebbe stato un corso per aspiranti Defibrillation). Oltre alla teoria so o la nazionalità. L’Assistenza però ha smesso, ma mi ha tra- continua ad essere un socio attivo. militi, ho colto l’occasione al bal- appresa durante le lezioni fron- Pubblica è una grande famiglia, smesso questa passione. Io vor- Anche io voglio fare la mia parte». zo. Questa prima serata non ha tali, non mancano esercitazioni pronta ad accogliere chiunque rei fare medicina e quindi poter Se anche tu, come Gianpaolo, fatto altro che confermare ciò che pratiche con manichini. Dopo ne voglia far parte e sia dispo- essere un milite dell’Assistenza Martina, Francesca, Giacomo mi aspettavo e non vedo l’ora di aver partecipato a questo iter sto a condividerne i principi. I Pubblica mi aiuterebbe a valuta- e Leonardo vuoi, nel tuo picco- mettermi alla prova!». Come lei, formativo, i futuri militi dovran- valori rappresentati dall’associa- re le mie reazioni in circostanze lo, cambiare la tua vita e quella molti altri giovani non aspetta- no affrontare un esame finale per zione, sin dal 1902, sono quelli d’emergenza e mi farebbe entrare degli altri, il nuovo corso militi no altro che di poter dare una verificare le loro competenze. della condivisione e della soli- in contatto con persone bisognose. partirà a settembre 2018. mano e affrontare nuove sfide. Questi corsi sono fondamentali, darietà. Questi ideali si traman- Ero già molto convinto di questa Le lezioni si tengono il lunedì in quanto formano gli opera- dano all’interno dell’universo mia scelta, ma, dopo questa pri- Karin Piffer e Isabella Schiazza
2 Aprile 2018 LaPubblica Pulmino di Padre Lino Monica Bussoni, psicologa, si occupa della formazione dei volontari con l’obiettivo di capire come entrare in contatto con le persone a rischio di emarginazione Impariamo a guardare la strada con occhi diversi Il servizio ideato dall’Assistenza Pubblica di Parma offre un primo soccorso ai senza fissa dimora ed è attivo tutto l’anno per non lasciare solo chi si trova in difficoltà I l Pulmino di Padre Lino è un servizio nato nel 2006 gra- zie all’Assistenza Pubblica di Parma, in convenzione con il Comune di Parma e in colla- borazione con l’Associazione di Amici di Padre Lino. L’obiettivo è quello di capire come entrare in contatto con le persone a rischio di emargi- nazione e aiutarle, con lo stesso spirito di solidarietà che anima- va Padre Lino da Parma. Con Monica Bussoni, che si occupa di formazione all’inter- no di Forum Solidarietà, abbia- mo cercato di capire quali deb- bano essere i criteri di un buon approccio ai senza fissa dimora per l’unità di strada. In un’ottica di formazione, la prima cosa da fare è tenere conto che i volontari sono cit- tadini con provenienze sociali e culturali diverse, conoscenze ed esperienze differenti. Bi- sogna riuscire a ragionare con loro sull’attività di volontariato scelta e sull’organizzazione in cui hanno deciso di inserirsi, per favorire lo sviluppo di un’identi- tà di gruppo solida con modalità condivise di agire. Per fare questo è necessario par- tire dall’immaginario sulla stra- da e su chi la vive e dalle aspet- tative sul ruolo del volontario. La strada, nell’immaginario comune, evoca trasgressione, devianza, paura, disgusto e, an- che nel caso di un’ottica positi- va (romantica, di libertà…), ha una carica emotiva enorme. Oc- corre capire gradualmente cosa significhi lavoro di strada, qua- li siano i bisogni delle persone che la vivono e quali strumenti siano più efficaci per affrontare la marginalità. La formazione ed eventualmente cambiare, ma è corretto orientarsi verso altri a contrasto della marginalità e saper ascoltare, essere pronti a può essere uno strumento per solo partecipando attivamente tipi di volontariato. A questo la promozione dei diritti, allo- situazioni pericolose, saper ac- potenziare la consapevolezza alla vita dell’associazione. proposito, l’ideale è fare ma- ra il volontariato nell’unità di cettare scelte umane inconcepi- delle proprie emozioni e com- Il volontario dell’unità di strada nutenzione delle proprie abilità strada non ha specifiche carat- bili e, non per ultimo, saper ac- petenze, imparando a conoscer- svolge un lavoro di prossimità, e competenze, dotarsi di tem- teristiche rispetto agli altri tipi cettare il rifiuto dell’aiuto offer- le e ad affinarle per orientarsi che fa uso di strumenti diversi, pi (anche condivisi con il resto di volontariato, poiché hanno to. È necessario sapersi mettere al meglio sulle risposte da dare, quali il lavoro di rete, l’anima- del gruppo) per pensare a cosa, tutti la medesima vocazione. in gioco, guardando alla persona sui comportamenti da tenere zione, la microprogettualità per come e perché si sta facendo Ma se guardiamo agli aspetti alla quale ci si rivolge in modo sia individualmente che come creare relazioni di sostegno al qualcosa. Bisogna chiedersi se il peculiari dell’azione volontaria, promozionale e non assisten- gruppo. Più si è consapevoli dei fine di fare prevenzione o ridu- proprio lavoro dà dignità e aiuta allora è necessario sottolineare ziale: è sbagliato pretendere di propri strumenti più si è utili zione dei rischi e di promuovere realmente l’individuo che deve come coloro che svolgono ser- conoscere a priori i bisogni e le alle persone che si incontrano nuovi stili di vita essere al centro delle attenzioni, vizio nell’unità di strada devono necessità, perché ogni individuo e all’organizzazione di cui si fa I volontari devono trovare una cercando di far capire il proprio sapersi confrontare con qualsiasi e ogni situazione richiedono un parte, perché quando si esce con propria forma di agio in quello ruolo con i suoi limiti (ricordia- difficoltà, avendo la capacità di approccio differente, rispettoso il “vestito” dell’unità di strada si che fanno: se ci si rende conto moci che il volontario non può sgretolare i propri pregiudizi ed dell’unicità che ciascuno porta riveste un ruolo dentro un’orga- che la strada è per noi troppo rispondere a tutto). entrare in una relazione esisten- con la propria storia. nizzazione con obiettivi e regole “forte” e supera un livello di so- Se consideriamo l’attenzione ziale autentica. Devono saper precisi, che si possono discutere glia di “sostenibilità personale”, al bene comune, la solidarietà abbattere le barriere culturali, Isabella Schiazza
LaPubblica Aprile 2018 3 T anto rumore per nulla, o quasi: basta uno sguardo alle cifre per fare chiarezza sui L’intervista Il Prefetto Giuseppe Forlani rassicura i cittadini di Parma, chiarendo alcuni punti importanti, inerenti alla presenza di stranieri richiedenti asilo sul nostro territorio «Emergenza finita, guardiamo richiedenti asilo. In provincia di Parma oggi ne sono ospitati in tutto 1.405 nei centri organizzati dalla Pre- fettura (CAS: Centri di acco- glienza straordinaria), contro i 1.640 del luglio 2017. A questi si aggiungono i circa 200 accolti ai progetti socialmente utili» dai Comuni che hanno aderito Da gennaio a marzo 2018 in Italia sono arrivate 6.000 persone, 16.000 in meno rispetto al progetto SPRAR (Sistema di protezione richiedenti asilo e ri- ai primi tre mesi del 2017, che hanno lasciato il proprio Paese d’origine e chiesto rifugio fugiati). Gli stranieri che hanno fatto domanda d’asilo – arrivati in Italia con mezzi di fortuna pre- valentemente via mare – sono a Parma meno di tre ogni mille presupposto che il Paese d’origine cittadini residenti, e sono nu- sia certo e che la persona venga ac- mericamente poco rilevanti an- cettata. I più restano in Italia con che rispetto agli stranieri a vario il permesso scaduto, ma sono nu- titolo presenti, circa 50.000 sul meri davvero modesti». territorio provinciale. Lasciano pochi margini a dubbi Qual è l’impatto numerico to- le parole del Prefetto Giuseppe tale? Forlani, impegnato in prima li- «Se parliamo di stranieri che vi- nea ad assicurare un’accoglienza vono in Italia a vario titolo siamo dignitosa a chi entra tempora- al 7% della popolazione, gli irre- neamente nella nostra comunità golari sono circa 500.000, ma di e al contempo a tranquillizzare i questi i rifugiati che arrivano da cittadini sull’entità del fenome- Paesi con guerre e carestie, come no: «L’emergenza che ha determi- Siria e Nigeria, sono una mini- nato un numero di arrivi eccessi- ma parte: dal primo gennaio al vo, soprattutto nell’estate 2017, 27 marzo 2018 sono arrivati in può dirsi superata. I numeri ci Italia 6.000 richiedenti asilo, con- parlano di presenze accettabili. Ci tro i 22.000 nello stesso periodo impegniamo a organizzarle con il noscimento del diritto di asilo ed ne affidata al privato sociale tra- all’inserimento, dai corsi di lin- dell’anno scorso». criterio di un’equa distribuzione entrano nel sistema di accoglienza. mite bandi di gara pubblici, arti- gua italiana agli inserimenti in sul territorio e a proporre a queste Poi scatta un lungo e complesso iter colati in modo equo fra i territori, lavori socialmente utili. Devo dire Un messaggio ai parmigiani? persone progetti di vita che saran- legale; vengono ospitate in attesa per restare dentro i parametri ot- che l’allarme sociale che accompa- «Non esiste a Parma un allarme no loro utili, quando cesseranno di di risposta e viene rilasciato loro timali di 3 o 4 persone ogni mille gna la notizia dell’attivazione del rifugiati. Siate solidali e acco- essere richiedenti asilo. Negli ulti- un permesso provvisorio per sei abitanti, tenendo conto in modo progetto di accoglienza, dopo l’ar- glienti, e cercate di dare l’oppor- mi mesi – prosegue Forlani – gli mesi, che spesso deve essere proro- ponderato dell’offerta economica e rivo effettivo dei richiedenti asilo, tunità a questi ragazzi di parte- arrivi sono pressoché azzerati sia gato per le oggettive difficoltà dello della qualità del progetto che ogni tende a scomparire in brevissimo cipare ad attività di volontariato, per effetto delle misure adottate Stato a rispettare i tempi di legge». operatore si impegna a mettere in tempo». impegnandoli in lavori utili, come dal ministro Minniti, sia perché campo». già si sta facendo con il Comune Parma ha già raggiunto la quota Chi organizza l’accoglienza e Una volta arrivata la decisione di Parma tramite il progetto “Mi stabilita. Mano a mano che ven- come viene messa in atto? Il costo, appunto, è spesso og- della commissione sul ricono- impegno a Parma” e l’associazione gono decise le domande d’asilo si «C’è il sistema CAS, gestito dalla getto di considerazioni non scimento o meno di rifugiato, Svoltare Onlus, e il coinvolgimen- andrà ad una riduzione sempre Prefettura per conto dello Stato, propriamente benevole da par- che succede? to di Caritas, Banco Alimentare più significativa». che assorbe la grande maggioranza te di tanti cittadini… «A questo punto si interrompe e diverse altre istituzioni. Anche dei profughi, che affianca il siste- «Il costo giornaliero massimo, l’accoglienza, salvo gravi casi di l’Assistenza Pubblica può util- Signor Prefetto, come funzio- ma SPRAR, costituito da progetti tutto a carico dello Stato, è fissa- salute, a meno che l’interessa- mente avvalersi della loro dispo- na il meccanismo di accoglien- promossi volontariamente dai Co- to in 35 euro, che possono ridursi to divenuto irregolare non faccia nibilità a restituire qualcosa alla za dei richiedenti asilo? muni, che in provincia di Parma in sede di gara, e tiene conto, non ricorso, procrastinando i termini comunità». «Queste persone arrivano in Que- ha una potenzialità di 300 posti, solo di vitto e alloggio, ma di tutte dell’allontanamento, sempre dif- stura, fanno istanza per il rico- non tutti coperti. La gestione vie- le attività collaterali finalizzate ficile da attuare perché parte dal Antonio Bertoncini
4 Aprile 2018 LaPubblica L’associazione di volontariato Grazie allo spirito di fede e alla determinazione di Don Umberto Cocconi, più di centinaia di persone ritrovano la speranza di un futuro migliore San Cristoforo: una bella famiglia da cui ricominciare La Onlus, con sede in Viale Duca Alessandro a Parma, si impegna ogni giorno ad aiutare detenuti ed ex detenuti in percorsi lavorativi e di reinserimento sociale G li occhi di Mathis bril- lano mentre ci mostra il suo magazzino. È un giovane ragazzo che, da gennaio 2018, lavora come magazziniere pres- so la Onlus “San Cristoforo - un faccia del male, o a fuggire, è mol- pezzo di strada insieme”: «La to difficile inserirsi di nuovo in un mia prima impressione, è stata contesto relazionale. Ecco perché il quella di sentirmi in una famiglia. “lavorare in squadra” è l’aspetto su Ho un passato di tossicodipenden- cui dobbiamo soffermarci di più». za, sono venuto qua per un aiuto. Il burrascoso vissuto di queste Ho iniziato come volontario, poi persone grava su di loro pesan- sono cominciati dei tirocini, Don temente. L’affermazione “Io sono Umberto ha visto che mi impe- un ex detenuto” è uno stigma, gnavo tanto e che ero una persona come dice Don Umberto. Que- affidabile, così ha deciso di sce- sto crea diffidenza, non lascia gliermi. Avere una responsabilità spazio al perdono in una società è stupendo, per la prima volta mi che giudica in base al proprio sento appagato». Aver avuto una passato, anche se non dovrebbe. chance così gli ha permesso di Per combattere questi precon- cominciare una nuova vita. In- cetti, un antidoto è sicuramente fatti, i tirocini formativi, spesso vivere a contatto con queste re- offerti dall’UEPE (Ufficio Ese- altà, come spiega Alessandra cuzione Penale Esterna) e dal Galli, operatrice della San Cri- SER.T (Servizio Dipendenze stoforo: «Lavorare con queste per- Patologiche) di Parma, donano sone è bello perché esci dalle rigide nuove speranze e stimoli a chi opinioni fondate sul concetto di si sente perso e abbandonato. È “categoria”: non sono più detenu- proprio questo l’obiettivo che ti o tossicodipendenti, sono Luca, Don Umberto Cocconi perse- Andrea, Matteo… Ognuno con le gue da anni: aiutare le persone sue caratteristiche, ognuno diverso in difficoltà a rimettersi in gio- dall’altro. Lavorare in questi am- co, farle tornare a vivere. bienti ti aiuta a rielaborare tante Realtà di tossicodipendenza e cose». di carcere: l’attività della San Ambienti dove questi pregiudi- Cristoforo coinvolge detenuti, zi sono meno forti, sono quel- ex detenuti, persone agli arresti li delle cooperative: «La realtà domiciliari o che hanno espia- delle cooperative è il primo sboc- to la pena ma in affidamento co dove riusciamo a cominciare i in prova, lavoratori per la pub- percorsi di reinserimento e dove i blica utilità, richiedenti asilo e detenuti o gli ex detenuti trovano così via. Fondamentale è l’aiuto più facilmente un’occupazione». che questi uomini ricevono per Oltre a questo, Alessandra spie- reinserirsi nella società. Infatti, ga che associazioni come quella come afferma Don Umberto: della San Cristoforo sono delle «Per ricominciare la loro vita, per realtà di transito, dei contesti prima cosa, devono avere una casa che permettono a uomini con che può accoglierli. Un ambien- un trascorso di detenzione alle te dove non vengono giudicati spalle, di non ritrovarsi da soli per i loro sbagli. Ogni accolto ha in un mondo ormai sconosciuto una sua storia, ognuna diversa. e ostile: «Trovare una realtà che Bisogna spingerli a recuperare faccia un po’ da cuscinetto, che ti le competenze perse, assisterli in aiuti, che ti stia a fianco per tut- un percorso lavorativo, anche, ad to quello che serve. Questo facili- esempio, aiutarli a conseguire la ta i reinserimenti. Quando non patente». hai una famiglia alle spalle o una Il reinserimento è a 360 gradi realtà che è pronta a riaccoglierti, ma, perché avvenga efficace- tutto diventa molto complicato. I mente, è necessario cominciare detenuti che vengono da noi, spes- di nuovo a costruire relazioni so, sono proprio quelli». e imparare a lavorare in squa- come svuotare le cantine, i solai, Reinserirsi in una società come si come questi faticano molto. Ricominciare una nuova vita è dra. Questo è possibile grazie sistemare i materiali stoccati e poi quella attuale non è per niente «Noi facciamo dei percorsi - pro- difficile, ma gli occhi di Mathis all’accoglienza in case famiglia, rivenduti nei mercatini. Alcuni ex semplice. Ostacolati dai pre- segue Don Umberto - ma spesso sono la conferma che non è im- e all’offerta di svariate occupa- detenuti sono stati anche assunti e giudizi, ma spesso anche dalle non bastano. Quando hai pensato possibile. zioni: «Proponiamo impieghi: sono loro adesso che fanno andare difficoltà emotive personali, le sempre solo a te stesso, a guardarti servizi di manodopera, attività avanti questo progetto di lavoro». persone che affrontano percor- le spalle, a sperare che nessuno ti Karin Piffer
30 anni di automedica in Pubblica LaPubblica Aprile 2018 5 30 anni di automedica in Pubblica Il passato L’automedica nasce dalla volontà dell’Assistenza Pubblica Parma Onlus nell’agosto del 1988 e, dopo trent’anni, continua ancora a correre per le strade della città Qui si è fatta la storia È un mezzo di soccorso speciale, che racchiude professionalità e attrezzature, agile negli spostamenti e tale da essere reindirizzato su altri servizi «Y ou got a fast car» - «hai preso un’auto veloce» - can- tava Tracy Chapman nel 1988. Quell’anno l’aveva presa la Pub- blica, un’auto veloce. Una FIAT Regata, familiare, un mezzo nuo- vo per la città, per l’Italia intera: l’automedica. Si legge tutto d’un fiato perché è tale se ha a bordo un medico. Diversa dall’ambu- lanza medicalizzata, diversa dal veicolo che porta a domicilio la Guardia Medica. È un mezzo che racchiude professionalità e attrezzature, agile negli sposta- menti e tale da essere reindiriz- zato su altri servizi. Nell’agosto di trent’anni fa nasceva un pezzo di storia dell’Assistenza Pubbli- ca, della città di Parma e dell’e- mergenza in Italia. Nel cielo aveva iniziato a volare appena un mese prima l’elicottero Charlie Alpha; da terra rispondeva ora la “Parma 30”, poi diventata “Papa 30”, o amichevolmente “la Tren- ta”: dalle idee, futuristiche per quel tempo, di Paolo Zuccoli e Luigi Iannaccone, consiglieri in Pubblica ma, rispettivamente, primario e caposala del reparto di Rianimazione dell’ospedale cittadino, si realizzava un siste- ma di fare emergenza che porta- Conferma Luigi Iannaccone che l’evento emergenza e le cure in lasciato al caso alcuna opportunità «Gennaio 1991. Neolaureato, ini- va fuori dall’ospedale professio- «allora c’erano assemblee infuocate ospedale. Il dottor Stocchetti, per mettere in atto quanto impa- zia la mia avventura come medico nisti e strumenti. in sede: i militi più anziani dice- rianimatore con lui, studiava il rato sino a quel momento. Allora in emergenza. Nessun corso speci- «La gente all’inizio non capiva, vano “volete fare gli americani! trauma cranico per migliorarne non mi rendevo conto di essere tra fico, solo la frequentazione di un criticava il tempo “perso” sul posto L’è anca trop!”. I cittadini dove- gli esiti. Uno studio di anatomia i protagonisti di un tipo di realtà setting clinico avanzato, a contatto – racconta Alessandro Ghidini, vano imparare l’approccio “stay aveva appena indicato come tra organizzativa che, prima in Ita- quotidiano col paziente critico. Per nel 1988 Vice Comandante del and play”, stabilizzare il paziente le principali cause di morte nel lia, proponeva modalità di soccor- me allora ha avuto inizio un’espe- Corpo Militi della Pubblica –, sul luogo dell’evento. Erano abi- trauma vi fosse l’ostruzione delle so innovative. È con orgoglio che rienza che è diventata ragione di diceva in dialetto: cos’è, un’astro- tuati allo “scoop and run”, “carica vie aeree. ricordo di aver preso parte opera- vita professionale, tant’è che dopo nave? Per via della grande bar- e vai”. Dovevano ancora rendersi Il dottor Giulio Zuccoli, figlio tivamente alla nascita di una re- 27 anni ancora mi occupo della ra con lampeggianti blu sul tetto. conto che avevamo portato fuori di Paolo, ricorda l’idea del pa- altà che oggi è diventata presidio mia grande passione: il soccorso Sono andato io a ritirare la Rega- dall’ospedale il medico esperto, con dre: «Tratta il paziente il prima indispensabile di ogni soccorso ex- in emergenza. Tanto è cambiato, ta, ero autista io il primo turno, al le attrezzature. Traendo esempio possibile, con personale altamente tra ospedaliero, secondo criteri rico- tanto resta ancora da fare, molto pomeriggio. Era un work in pro- dai vicini della Germania. Da preparato, portando il medico sul nosciuti a livello internazionale». bisognerebbe recuperare; ma quelle gress, ogni giorno si scopriva che si Lubecca, in particolare, sede della luogo dell’incidente e basa le deci- Esperienza che per alcuni medi- automediche, che tanto hanno corso poteva migliorare. Il progetto sulla ditta Draeger che aveva inizia- sioni sulle evidenze». ci è diventata lavoro quotidiano: in questi anni, anche contro la mi- carta era già ottimo, la pratica in- to a costruire ventilatori portatili Il personale preparato era quel- Adriano Furlan, medico sulle nimalizzazione, lo scarso credito, e segnava a fare di più: era una stra- per l’esercito, dove avevano già lo formato nel reparto del padre prime automediche, ora è Re- che parte del sistema ancora fatica a da nuova che si apriva e noi vo- una Porsche, come automedica, con Paolo; ad “aprire le danze” della sponsabile della Centrale 118 riconoscere, continuano a soccorrere lontari avevamo fame di conoscere una centrale operativa. Eravamo “Trenta” fu Paola Spalinger, ora Emilia Ovest: «Dobbiamo rico- e salvare persone». la novità. Avere a disposizione andati in visita là per capire come dirigente medico a Brescia: «Ero noscere l’importanza che ha avuto Anni Ottanta… gli anni del un medico durante tutto il giorno adattare a Parma la loro organiz- agli albori del mio percorso pro- allora l’avvento dell’automedica, e “tranquillo, siam qui noi”. Quelli era elettrizzante. Anche se all’ini- zazione». fessionale: una giovane specializ- il ruolo che riveste ancora». dell’automedica. zio avevamo ricevuto critiche dai Il dottor Paolo Zuccoli voleva zanda in Anestesia che, con tutto Luca Cantadori, responsabi- “conservatori”». colmare il “buco” temporale tra l’entusiasmo dell’età non avrebbe le dell’Emergenza territoriale: Cristiana Madoni
6 Aprile 2018 LaPubblica 30 anni di automedica in Pubblica Il presente L’assistenza che da sempre la “Papa 30” fornisce alla città dipende dalla competenza e dalla solidarietà dei nostri medici rianimatori e dei nostri volontari Dal sogno alla realtà: l’automedica compie trent’anni Un servizio fondamentale, che non si ferma mai, dalla Regata alla Freemont, per salvare, assistere e sostenere chi ha bisogno d’aiuto T rent’anni sono trascorsi dall’inizio del servizio e oggi l’automedica è una realtà consolidata in tutto il territorio italiano. In questi tre decenni quasi 250 medici sono saliti sul mezzo, che nel tempo è rimasto sempre FIAT, oggi Freemont, al contrario della strumentazione che si è in parte miniaturizzata; alle prime apparecchiature se ne sono aggiunte e se ne aggiungo- no sempre di nuove. Oggi come allora, dalle ore 8 alle ore 20, è in servizio per la città la “Papa 30”, in partenza dalla sede di via Gorizia dell’Assistenza Pubbli- ca. Dopo dieci anni di attività di questo servizio se ne è aggiunto uno analogo per le ore notturne, svolto dalla Croce Rossa Italia- na. Nel 2017 la “Papa 30” ha effet- tuato 2.000 servizi, una media di cinque servizi al giorno. Questo è uno dei motivi che ha indotto la Scuola di specializzazione in Medicina di Emergenza a in- cludere nel piano degli studi dei medici in formazione speciali- stica un periodo di affiancamen- to proprio sulla “Papa 30”, per acquisire conoscenze in tema di emergenza extraospedaliera, percorso che verosimilmente verrà presto inserito anche nel piano formativo della Scuola di Anestesia e Rianimazione. «Il lavoro è diverso, per quantità e qualità, ma lo spirito che anima il servizio e l’entusiasmo sono ugua- li». Così risponde Rami Haidar, uno dei medici rianimatori “sto- rici” della Pubblica, che da poco tempo ha ripreso a fare servizio. équipe di supporto impieghe- Un’esperienza che può dare soddi- finato il senso clinico che natu- so affascinante, in special modo in Ma il lavoro del medico non è rebbe molto tempo per ogni sfazioni importanti ma che da nel- ralmente si sviluppa quando si un momento storico nel quale, come isolato e autonomo. A fianco procedura. lo stesso tempo anche responsabilità è costretti ad inquadrare il caso professionisti, spesso leggiamo di del personale sanitario (medico «Per me, come volontario, la Papa in più». dall’inizio, sulla base di pochi e più i numeri presenti sui monitor e, molto spesso, Infermiere Pro- 30 ha sempre rappresentato – dice Osserva Michela che «esser parte scarni elementi, senza esami, con e sulle cartelle cliniche e poi, solo in fessionale dell’ambulanza) opera Matteo – l’ultimo di una serie di dell’equipaggio dell’automedica in pochi strumenti, senza consulenti un secondo momento ci si rivolge e collabora personale volontario, step a cui aspirare: dedicando tem- questi anni mi ha riempito di orgo- esterni da chiamare in supporto». all’ascolto dei sintomi e all’osserva- autista e soccorritori. po, passione e impegno si arriva glio perché ho contribuito a forni- Matteo Dall’Aglio lavora come zione dei segni. Esistono poi degli La miscela delle due componen- all’automedica, pensavo. Con il re un servizio di qualità alla mia anestesista in ospedale, ma copre aspetti più “leggeri” dell’attività: ti (professionalizzata e volon- tempo ho capito che in realtà è solo città. Mi ha permesso di mettermi anche molti turni in automedica. ad esempio la conoscenza di persone taristica) risulta perfettamente un altro punto di partenza ed è alla prova e di superare i miei li- «Allo stesso modo un’esperienza del che dedicano il loro tempo libero al integrata e, anzi, costituisce un un’esperienza formativa. Con il miti, confrontandomi con le grandi genere ha migliorato la manualità e volontariato, disposte ad imparare, punto di forza per l’intero siste- bagaglio di esperienze dell’auto- paure della vita. Si ha la soddisfa- la capacità di lavorare in condizio- a mettersi in gioco con chi fa questo ma. I volontari, addestrati, por- medica si riesce a svolgere anche un zione di avere fatto la differenza, ni “scomode”, ovvero negli ambien- mestiere per professione pur pro- tano al servizio l’elemento soli- servizio migliore, più consapevole quando ci si riesce, ed il dolore di ti più disparati e comunque molto venendo da ambienti lavorativi dale più sincero e l’entusiasmo sull’ambulanza. E’ un cerchio che si capire che, anche se si è fatto tutto diversi da un ospedale, al fianco completamente diversi; condivisio- dell’ideologia volontaristica. Il chiude e che parte e finisce nel ser- il possibile, non è stato abbastanza. di personale non sempre sanitario ne di successi e fallimenti, momenti lavoro di squadra, in situazioni vizio di ambulanza». Così Giu- Ogni volta torni a casa portando ma nella stragrande maggioranza di scherzo e risate, tensioni e attimi di emergenza, è fondamento di lio: «Cosa rappresenta il servizio con te qualcosa, positivo o negativo dei casi preparatissimo e formato di nervosismo e infine, perchè no, un lavoro efficace. I volontari da di automedica? Una valorizza- che sia». in modo eccellente. Credo sia una nascita di belle amicizie». soli non potrebbero gestire tutte zione del servizio di ambulanza, E il punto di vista del medico? fase di crescita necessaria per un le criticità, il medico senza una dal punto di vista pratico e umano. «L’attività in Automedica ha af- medico rianimatore e al tempo stes- Cristiana Madoni
30 anni di automedica in Pubblica LaPubblica Aprile 2018 7 Il futuro Il fisico italiano Roberto Cingolani e l’ingegnere elettronico Dan Popa ci spiegano chi potrebbero essere i protagonisti dell’emergenza nel 2048 Robot con la divisa dell’Assistenza Pubblica: realtà o fantascienza? «Tra trent’anni potremmo trovarci di fronte a sofisticati sistemi in grado di trasferire le immagini direttamente al Pronto Soccorso, mentre trasportiamo il paziente in ospedale» C hirurgia robotica a di- stanza, organi ricreati con stampanti 3D; droni che sfrec- ciano nel cielo per veicolare far- maci o un defibrillatore, robot che intervengono nello spegni- mento di un incendio o arriva- no dove l’essere umano non può arrivare. Risultati di analisi del sangue ma senza prelievo. Il fu- turo è adesso. Tra trent’anni chi saranno gli attori del sistema? Dei robot come Baymax (per- sonaggio di Big Hero 6, film di animazione del 2014) che, at- traverso il semplice contatto, riconoscerà i livelli ormonali e del sangue di ogni singola per- sona, per prevenire invece che curare? Avremo un sistema che, anticipando gli eventi, impedirà che accadano, come in Minority Report la Precrimine? Ci sarà un equipaggio composto da medici e volontari o ci saranno robot umanoidi in aggiunta o addirit- tura in sostituzione? La “Papa 30” sarà un’auto (una Tesla?) senza autista, come Kitt di Su- percar? La parola agli esperti. Roberto Cingolani, fisico italiano, di- rettore dell’Istituto Italiano di Tecnologia, e il professore di Ingegneria elettronica e com- puterizzata, Dan Popa, dell’u- niversità di Louisville, hanno espresso una visione sul futuro dei sistemi di emergenza e soc- corso nel 2048. guenze sulla base dei dati di na- tare trasportabili sistemi per lizzerà sistemi ad energia al- grandi miglioramenti nei softwa- Professor Cingolani, potrebbe tura clinico-sanitaria catalogati, cui si potranno eseguire in loco ternativa? re, che potranno aiutare nelle scelte il medico essere sostituito da ma stiamo parlando di qualcosa procedure che oggi necessita- sui trattamenti, sui percorsi, sulla robot comandati a distanza? che esiste già e non è un robot, ma no di sale operatorie o luoghi «Sì, attenendoci alla velocità con destinazione dei pazienti: ciò po- Un unico medico potrebbe ad- una macchina che fa data analisys dedicati? cui stanno avvenendo i progressi trebbe ridurre l’errore umano, ri- dirittura così gestire più eventi su grande masse di dati. Possiamo nel campo dell’automotive, possia- ducendo quelle che si definiscono le con robot? pensare all’innovazione di robot «La tecnologia potrà principal- mo immaginare diverse opzioni di “morti evitabili”. Il secondo aspet- «Mi sembra uno scenario irrea- in grado di intervenire in condi- mente velocizzare alcuni processi mezzi di soccorso nel futuro. Auto- to riguarda l’hardware. Parliamo lizzabile. I robot potranno essere zioni di catastrofi troppo pericolo- logistici e tecnici, come i sistemi mediche alimentate a fotovoltaico, di robot/sistemi di automazione comandati a distanza per attuare se per i soccorritori, come il nostro GPS per indirizzare le ambulan- idrogeno, fuel cell, celle solari. Non che possono trasportare e sollevare movimenti o per svolgere opera- robot Walkman, ma con lo scopo di ze. Tra trent’anni potremmo tro- ci vedrei nulla di strano se in un pazienti, somministrare terapie, zioni tecniche, interventi chirur- fornire informazioni sull’entità varci di fronte a sofisticati sistemi futuro piuttosto vicino le autome- praticare manovre di rianima- gici, ma sarà difficile anche nel fu- dell’emergenza in atto attraverso di imaging attraverso il quale diche fossero mezzi che si spostano zione: li chiamiamo co-robot, col- turo trovare il modo di trasmettere telecamere integrate, senza met- trasferire le immagini diretta- a 30 metri di altezza bypassando laborative robot. Attualmente si la molteplicità di informazioni a tere in pericolo gli operatori, non mente al Pronto Soccorso, mentre il traffico cittadino». sta lavorando proprio su “Nursing cui attingono i soccorritori nel mo- per soccorrere un ferito. Pensare di trasportiamo il paziente in modo Assistants” che prestano assistenza mento dell’emergenza. Il medico è avere una macchina in grado di da predisporre la sala operatoria. Professor Popa, si può prevede- ai pazienti. Credo che in trent’an- in grado in tempi molto stretti di integrare dati, attuare movimen- Mi aspetto, quindi, un progresso re tra trent’anni la presenza di ni potremo certamente vedere valutare diversi parametri, fare ti e prendere decisioni, e quindi di di natura tecnica sull’assistenza e intelligenze artificiali al fianco co-robots sulle ambulanze». riferimento alle proprie conoscenze fatto sostituire l’uomo nelle occa- la diagnosi del paziente, ma l’esse- o in sostituzione del personale Un giorno forse i robot saranno ed esperienze pregresse e sapere così sioni di emergenza è impensabile re umano resterà sempre l’elemento medico e volontario nell’emer- tra noi, la fantascienza di Philip come coordinare il proprio inter- per il 2048». essenziale di questo percorso». genza preospedaliera? Dick o Isaac Asimov sarà real- vento. A questo proposito possiamo tà: ma le intelligenze artificiali ipotizzare l’implementazione di La tecnologia, invece, potreb- Si può oggi immaginare un’au- «Ci sono due punti da considerare, avranno sempre un cuore in si- super computer come Watson che be aiutare l’emergenza extrao- tomedica del 2048? Il mezzo software e hardware. Nei prossimi licio. elabora statistiche e trae conse- spedaliera? Potrebbero diven- non sarà più su ruote ma uti- trent’anni credo che si vedranno Cristiana Madoni
8 Aprile 2018 LaPubblica 30 anni di automedica in Pubblica Dal baule della memoria della Papa 30… Verbale della riunione del Consiglio Direttivo della Pubblica del 5 giugno 1987, in cui all’ordine del giorno c’è anche il nuovo servizio dell’automedica (fotografia Archivio AP Parma) Il Consiglio Direttivo della Pubblica delibera, all’unanimità, di attuare il progetto dell’automedica, 5 giugno Copertina e pagina interna del 1988 periodico “La Pubblica”, in cui appare (fotografia Archivio AP Parma) un articolo a firma Luigi Iannaccone, in cui si parla del nuovo servizio dell’automedica, giugno 1988 (fotografia Archivio AP Parma) Automedica Tempra PR600979, acquistata dalla Assistenza Pubblica Parma Onlus nell’ottobre 1991 (fotografia Archivio AP Parma) Automedica Scudo CK422LY, acquistata dalla Assistenza Pubblica Parma Onlus nel gennaio 2004 (fotografia Archivio Ambitalia - Olmedo Spa) Automedica Octavia DN175DP, acquistata dalla Assistenza Pubblica Parma Onlus nel febbraio 2008 (fotografia Archio AP Parma) Specializzande in Anestesia e rianimazione dell’Università di Toronto, con il loro professore, e un medico australiano in Pubblica, per far esperienza formativa a bordo dell’automedica, settembre 2017. Da sinistra: Andrew Donohue, Marco Specializzandi in Anestesia e rianimazione dell’Università di Toronto, Garavaglia, Stephanie Ladowski e con il loro professore e la direttrice della scuola di specializzazione Susan Bragg (fotografia Archivio AP Parma) canadese, in Pubblica, per far esperienza formativa a bordo dell’automedica, settembre 2016. Da sinistra: Marco Garavaglia, Lisa Bahrey, Alexander White, Tim Van Haaften (fotografia Archivio AP Parma)
LaPubblica Aprile 2018 9 U n’ambulanza nuova, di ulti- ma generazione e attrezza- ta di tutto punto: con questo re- Donazione Il presidente del Centro di Coordinamento Parma Clubs ha espresso tutta la sua riconoscenza per il quotidiano impegno dei militi della nostra associazione Una nuova ambulanza galo il Centro di Coordinamen- to Parma Clubs ha voluto dire all’Assistenza Pubblica sempli- cemente “grazie di esistere”. «Ci siamo riusciti adesso – con- ferma il presidente Angelo Manfredini – ma, in verità, io ci pensavo da diversi anni, e una per la nostra Pubblica donazione per noi così importan- Grazie a una raccolta di fondi nel corso degli anni, la tifoseria gialloblù è riuscita a donare te è frutto di un accantonamento di fondi che va molto indietro nel ai parmigiani un mezzo all’avanguardia per garantire aiuto e assistenza tempo, perché ovviamente non ab- biamo fini di lucro, ci diamo sem- plicemente da fare per assecondare la nostra comune passione per il calcio». Già in passato il Coordinamen- to si è distinto per il suo impe- gno nel campo della beneficien- za. Lo ha fatto per le disgraziate famiglie terremotate, lo ha fatto anche per l’Ospedale dei Bam- bini, ma questa è un’occasione davvero speciale: «Come tifosi – ci tiene a precisare il presidente – pensiamo sia un gesto doveroso regalare qualcosa alla città dove viviamo. Mi piacerebbe che fosse interpretato come un dono di tutti gli appassionati, dell’intera tifose- ria, ai cittadini di Parma». La scelta è stata un fatto qua- si del tutto naturale, anche per effetto del legame profondo che da sempre esiste fra il calcio e la Pubblica. I militi sono presenti in forze allo stadio Tardini per to dalla tribuna, anche se in quel minuti mi sono trovato al Pron- Allestita con attrezzature di sparmi delle nostre iniziative nel tutte le partite interne del Par- caso, purtroppo, ogni tentativo di to Soccorso, anche se per fortuna avanguardia, è destinata agli corso degli anni: li abbiamo messi ma, in tutte le situazioni e in salvarlo è stato vano. E soccorre i non era nulla di grave. Ma questa interventi di emergenza. Que- insieme durante feste, grigliate, presenza di qualunque evento giocatori in caso di infortuni gravi ambulanza - chiarisce - nasce per sto nuovo mezzo racchiude in lotterie o con la distribuzione di atmosferico. sul campo». ringraziare l’Assistenza Pubblica, sé la speranza di poter salvare e panini nelle trasferte. Possiamo Quando si gioca l’ambulanza Manfredini ha anche una forte i militi volontari e il personale per assistere molte altre vite. L’alle- ben dire che è un dono di tutti i ti- c’è: «È vero, svolge un ruolo pre- testimonianza personale: «Alla il servizio prezioso che rendono stimento dell’ambulanza è stato fosi del Parma, Boys compresi, an- zioso – conferma Manfredini fine della partita Parma – Inter, quotidianamente all’intera città». deciso e seguito direttamen- che se sull’ambulanza c’è il nostro – ha salvato persone colpite da che praticamente decretò la retro- Questa ambulanza, quindi, è te dai dirigenti dell’Assistenza logo con la scritta “Dono del Coor- infarto in diverse occasioni nel cessione in serie B, sotto il dilu- simbolo di un solido legame Pubblica ed è costato in tutto dinamento Parma Clubs”. E sono corso degli anni, ed è intervenuta vio, mi sono sentito male: i militi tra il Centro di Coordinamen- circa 80.000 euro. Il presiden- certamente soldi ben investiti». immediatamente anche quando il dell’Assistenza Pubblica sono stati to Parma Clubs e l’Assistenza te Angelo Manfredini precisa ragazzo di Vicenza è precipita- veramente rapidissimi. In pochi Pubblica. inoltre che: «Sono il frutto dei ri- Antonio Bertoncini Focus Un progetto di Fratellanza Militare Firenze per ricreare su un’ambulanza situazioni d’intervento aderenti alla realtà Simulazione medica e debriefing per la formazione degli operatori F ratellanza Militare Firen- ze ha sempre ritenuto che la formazione e l’addestramen- metodica didattica che consen- te di ricreare situazioni d’inter- vento molto aderenti alla realtà, to dei propri operatori fosse permettendo così agli operatori indispensabile per svolgere un sanitari di migliorare le proprie comprendere le cause profon- servizio impeccabile. competenze, riducendo gli er- de dei fatti accaduti. L’associazione ha strutturato un rori umani. Nei prossimi mesi, proprio innovativo percorso di forma- L’idea nasce dall’incontro di presso Fratellanza Militare Fi- zione ed addestramento sulle diverse esperienze nell’ambito renze organizzeremo, assieme al metodiche di simulazione me- del soccorso e della formazio- team di esperti di www.corsisi- dica e debriefing. ne, con un team di medici e mulazione.com, un evento de- Importante è stato prepara- tecnici esperti certificati in si- dicato alla conoscenza diretta di re i formatori. È inoltre stata mulazione medica. Si è cercato questa metodologia. Coloro che avviata la realizzazione di un di modificare il tradizionale sferimento di tutta l’attività di mento o ad obiettivi specifici. parteciperanno potranno osser- Centro Mobile di Simulazio- concetto di simulazione, in- simulazione direttamente nel L’istruttore di debriefing è defi- vare concretamente le potenzia- ne, attrezzato con telecamere, troducendo e concretizzando reale ambiente di lavoro. Ogni nito facilitatore, e il suo obiet- lità di questo approccio e sono sistemi audio video e tecnolo- qualcosa di nuovo nel nostro elemento presente nel Centro tivo principale è di stimolare certo se ne innamoreranno. gie di avanguardia, e soprattut- Paese: il concetto di simula- Mobile di Simulazione è trasfe- una conversazione consapevo- to trasferibili. zione mobile in situ. ribile ed adattabile ai contesti le tra i partecipanti alla simu- Niccolò Mancini La simulazione medica è una La simulazione in situ è il tra- nei quali è richiesto l’addestra- lazione in modo da portarli a presidente Fratellanza Militare Firenze
10 Aprile 2018 LaPubblica Telefono Amico Italia Prima come volontaria, poi come formatrice del suo Centro e rappresentante per l’Italia nel comitato Internazionale Ifotes, Monica Petra è da sempre parte del soccorso telefonico Una nuova presidente e cinque donne all’ascolto L’associazione, che oggi ha un direttivo tutto femminile, s’impegna ogni giorno ad aiutare chi è in diffcoltà a superare il suo disagio, ascoltando senza mai giudicare D a novembre 2017 l’asso- ciazione nazionale di Tele- fono Amico Italia ha un nuovo presidente: il suo nome è Mo- nica Petra, napoletana di nasci- ta, cosmopolita per ragioni di lavoro. Monica non è, però, un volto nuovo. La sua permanenza in Telefono Amico, infatti, è di vecchia data: «Avevo poco più di vent’anni – ci racconta – e cercavo qualcosa in cui impegnarmi. Sfo- gliavo l’elenco telefonico alla ricerca di un numero e ho visto il banner del centro di Telefono Amico Na- poli, ma non sapevo esattamente di cosa si trattasse. Ho scritto, mi hanno chiamata e al corso mi sono innamorata: trovavo affascinante l’idea di poter costruire una rela- zione d’aiuto tra persone sconosciu- te, facendo del dialogo lo strumento in grado di sviluppare il benessere sociale». Innumerevoli sono i ruoli che ha rivestito negli anni: «Sono stata prima volontaria, poi formatore del mio Centro, poi membro della commissione nazionale che si occu- pa di formazione, rappresentante per l’Italia nel Comitato Interna- zionale Ifotes, membro del comitato esecutivo Ifotes e, ora, presidente di Telefono Amico Italia». Il fatto di rappresentare tutti i volontari di Telefono Amico la riempie di orgoglio e di senso di responsabilità, conscia della dif- ficoltà di mettere in atto la “mis- sion” che l’associazione si prefig- ge da più di cinquant’anni: «Sono molto legata emotivamente a Tele- fono Amico e, vedendone l’evolu- zione negli anni, vorrei farne una realtà moderna, consentendo a chi si trova in difficoltà di poter contare sull’aiuto di un altro essere umano per venir fuori da un momento di disagio, confusione, angoscia. Tutti accoglienza sono anche i tratti persone, le loro idee e le loro parole». interrogano sul senso della propria muovendo tavoli di formazione e viviamo il desiderio di poter esse- distintivi richiesti ad un aspiran- Chi si rivolge a Telefono Amico, esistenza o delle sue modalità». confronto a più livelli. Il concetto re in contatto con altri e di poter- te volontario di Telefono Amico: negli anni, è cambiato, al passo Per quanto concerne invece di benessere sociale, inteso come ci raccontare senza paura di essere «È sicuramente necessario essere con l’ineluttabile trasformazione gli obiettivi futuri di Telefono capacità dei singoli membri del- giudicati o rifiutati». In questo è predisposti all’ascolto e avere buona della società: «Il tema della soli- Amico Italia, le intenzioni sono la società di gestire relazioni sane, supportata dal nuovo Consiglio, volontà, che vuol dire essere disposti tudine, che occupa in varie forme rilevanti e di ampio respiro: disinnescare conflitti e contribuire eletto insieme a lei, tutto al fem- a mettere in gioco se stessi e ad ac- circa un terzo dei nostri interven- «L’obiettivo primario dell’associa- ad accrescere la qualità della vita, minile, che rispecchia anche la cettare di poter e dover apprendere. ti, resta senza dubbio prioritario. zione è esserci per ciascun singolo è il naturale punto d’arrivo di chi, struttura dell’associazione, com- Essenziale è poi essere accoglienti Nel tempo, comunque, abbiamo individuo che abbia desiderio di come noi, crede nella possibilità che, posta infatti in maggioranza da ed empatici e, soprattutto, ricono- visto progressivamente aumentare confrontarsi e parlare con i nostri dialogando, si costruiscano ponti ed donne: «Nei primi mesi di attivi- scere all’altro la capacità di poter il numero di persone con disagio volontari. Di pari passo, però, Te- opportunità». tà questo Consiglio ha già mostrato scegliere per sé. Il ruolo della for- psichico, quello degli anziani e delle lefono Amico ha anche il compito di “Dialogare è vivere” resta la un tratto distintivo: l’attitudine al mazione rimane, comunque, deter- persone che vivono una solitudine sostenere e diffondere un modello di sintesi migliore per descrivere, coinvolgimento di tutti e la ricer- minante per aiutare i nostri volon- involontaria. Nell’ultimo periodo relazioni sociali basato sull’ascolto insieme, le motivazioni dell’esi- ca di una partecipazione generale. tari ad individuare e affrontare le registriamo, inoltre, anche un au- e sulla ricerca della comprensione stenza e le finalità di Telefono È una splendida squadra, moti- criticità, a sostenerli e a stimolarli mento di chiamate a contenuto “esi- reciproca. Lo facciamo e lo faremo, Amico Italia. vata, determinata e accogliente». affinché ci sia sempre terreno fertile stenziale”, una definizione interes- andando nelle scuole, attraver- Motivazione, determinazione e per accogliere consapevolmente le sante che raccoglie tutti coloro che si so l’osservatorio del disagio, pro- Francesca Anedda
LaPubblica Aprile 2018 11 S ì, è vero: temevamo di non farcela! Avevamo già fatto una bella figura, piazzandoci tra Progetto Quando il Ministro Dario Franceschini ha annunciato: «Vince la città di Parma!», il pensiero è stato unanime: ora bisogna rimboccarsi le maniche e darsi da fare Parma 2020: atto secondo le prime dieci città d’Italia nella corsa al titolo e superandone in precedenza alcune molto pre- stigiose. Perciò ora, l’obiettivo di Forum Parma Cultura, già in precedenza dichiarato, è quello Molte le associazioni di volontariato che hanno dichiarato la loro disponibilità a dedicarsi di unire forze e persone, andan- a nuove iniziative e ad accettare i suggerimenti dei coordinatori dei lavori do a cercare proposte che possa- no portare alla nostra Parma il lustro che si merita, consapevoli che il nostro sarà un contributo modesto, proporzionale ad un volontariato spontaneo e auto- finanziato. Alcune associazioni hanno già risposto al nostro appello con l’obiettivo di realizzare al meglio alcune iniziative per il 2020. Cogliamo l’occasione per formulare il nostro sincero “in bocca al lupo” a Francesca Vel- lani, fresca di nomina come co- ordinatrice dei progetti Parma 2020. Ha scritto il dossier della vittoria di Parma, insieme all’as- sessore Michele Guerra, e ha focalizzato l’attenzione sull’im- portanza del dialogo pubbli- co-privato. L’iniziativa proposta dall’asso- ciazione Parma Teatro mette a frutto collaborazioni avviate da tempo con alcune realtà simili, intensificando i contatti tra Par- ma, Piacenza, Reggio Emilia, Modena e Bologna e dando vita al “Sipario Emiliano”. L’inizia- tiva prevede l’organizzazione di convegni, scambi e collabo- razioni e culminerà con una significativa partecipazione al Festival Verdi 2020 presso il Te- atro Regio. La stessa associazio- ne, inoltre, sta gettando le basi dell’iniziativa “La Consegna”, in cui verranno realizzati incontri di cui saranno protagonisti alcu- ni artisti di Parma o che a Par- Anna Maria Meo, ed il regista ma hanno svolto la loro attività Graham Vick. Al termine del- e ora, giunti alle soglie del meri- le rappresentazioni del “suo” tato riposo, possono raccontare Stiffelio, il dibattito sull’inno- la loro esperienza omaggiati dal vativo spettacolo è stato vivace pubblico. Questo progetto, oltre e partecipato. Vista la positiva a ripercorrere le tappe delle car- esperienza, verranno organiz- riere degli artisti e consegnare zati incontri fra gli artisti che un ideale testimone alle future parteciperanno al Festival Verdi generazioni, ci insegnerà a non e il pubblico, più un meeting al dimenticare l’ambito artistico termine della stagione per di- che li ha visti protagonisti. scutere sulla riuscita dell’evento. L’Associazione emiliano-roma- Intendiamo, inoltre, aderire a gnola Cori AERCO Delega- proposte che altri organizzeran- zione di Parma raccoglie e co- no, evitando doppioni o concor- ordina numerosi cori della città con la divulgazione di repertori sede si incontreranno, in alcuni chiesto di proporre iniziative renze dispersive: non andiamo e della provincia. Negli ultimi musicali di diversi generi, par- pomeriggi feriali, dei volontari concrete, con lo scopo di far ma- a caccia di paternità d’idee. Ci anni si è distinta nella progetta- tendo dal sacro e arrivando ai culturali, di ogni estrazione so- turare i futuri quadri del volon- interessa che i progetti vengano zione e proposta di rassegne ca- canti della nostra montagna. ciale, per trattare argomenti da tariato, garantendo l’avvicenda- realizzati e bene. Per questo mo- nore che spaziano in vari ambiti Il progetto “Generazioni di loro scelti, ma legati al program- mento generazionale. tivo confermiamo la nostra di- di musicalità. Il rinnovato Di- Lettori”, già collaudato con suc- ma indicato dai Coordinatori di Il “Comitato degli spettatori sponibilità con entusiasmo ver- rettivo vuole intensificare l’or- cesso grazie ai nostri “nonni” Parma 2020. Questa l’occasio- del Teatro Regio” ha già mosso so coloro che saranno interes- ganizzazione di corsi musicali volontari aiuto-lettori presso la ne per i volontari di scambiarsi i primi passi, collaborando con sati alla nostra collaborazione. aperti a tutta la popolazione e scuola primaria Pietro Cocconi, conoscenze ed esperienze. Gli i Dirigenti della Fondazione Accettiamo la sfida, vedendo in organizzare manifestazioni con sarà esportato anche in altri isti- incontri prevedono limitati par- del Teatro, ed intende garan- essa un’importante occasione i cori iscritti, e non. Appoggerà tuti per sollecitare l’amore per la tecipanti perché tutti saranno tire a questa importante realtà per dimostrare cosa intendiamo iniziative sia di soggetti istitu- lettura fra i bambini di Parma invitati a parlare e ascoltarsi su cittadina un pubblico prepara- per volontariato culturale. Non zionali che iniziative a scopo be- dai sette ai dieci anni. argomenti diversi (il territorio, to e partecipe. A ottobre 2017 possiamo fallire! nefico a favore delle associazioni Il Circolo Giovane Italia sta i giornali locali, i problemi del ha organizzato un incontro tra di volontariato che lo vorranno. lavorando al progetto “Conver- quartiere, la raccolta differen- il pubblico, presente anche la Silvia Pipitone L’iniziativa benefica si coniuga sazioni Incrociate”. Nella sua ziata, per citarne alcuni). Verrà Direttrice del Teatro Regio, Forum Cultura Parma
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