Alle porte della Valtellina - Eventi e territorio - Musica Natura Arte Sagre Sport Enogastronomia - ValtellinaGuestHouse
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Alle porte della Valtellina Eventi e territorio Musica Giugno-Dicembre 2017 Natura Arte Sagre Sport Enogastronomia
3 « Alle Porte di Valtellina» Cari lettori, con questa pubblicazione vogliamo informarvi su La Bassa Valtellina, per me, è come una piccola tutti i principali eventi che si terranno da giugno Valtellina all’interno della Valtellina stessa: infatti a dicembre 2017 nella Bassa Valtellina. abbiamo dalle terme alle piste da sci, dalle aree Il nostro mandamento è di facile accesso, a po- protette ai pascoli d’alta quota, dalle botteghe chi km da Milano, e ha molto da offrire; è ricco storiche a prestigiosi ristoranti. Insomma, ce n’è di tesori tutti da scoprire. Sia il versante orobi- davvero per tutti i gusti, e qui ognuno di noi può co sia quello retico offrono, infatti, innumerevoli trovare il suo angolo di tranquillità per ricaricarsi. possibilità che possono rendere la vostra visita Vi aspettiamo numerosi nelle nostre strutture as- indimenticabile. sociate, certi di poter allietare le vostre preziose Nelle prossime pagine troverete una breve pre- vacanze. sentazione di alcune delle ricchezze turistiche Vi invitiamo a visitare anche il nostro sito delle valli laterali e del fondovalle. Questi luoghi, www.portedivaltellina.it per essere sempre risparmiati da eccessivo sfruttamento edilizio, aggiornati sulle news e sugli eventi. sono ideali per trascorrere una vacanza all’inse- Stefano Scetti gna della natura selvaggia, con la possibilità di Presidente Consorzio Turistico Porte di Valtellina degustare produzioni eccellenti frutto della no- stra Terra. Panoramica sul fondovalle dalle Alpi Orobie Foto di Domenico Moiola
5 « Indice» « « 6» Val Masino Riserva Naturale 22» Val Lesina Percorsi didattici « di Val di Mello 9» « Val Tartano Le architetture rurali 25» Mandamento « Calendario eventi 12» 2017 Valli del Bitto « La Valgerola 26» Giugno « « 14» Valli del Bitto « 31» Luglio Albaredo per San Marco e 36» Agosto « il suo territorio « 17» Morbegno 43» Settembre La bellissima chiesa « 46» « Ottobre 20» Costiera dei Cech « 48» Novembre « La coltivazione della vite 50» Dicembre FOTO DI COPERTINA: Alpi Retiche - Lago di Scemendone Foto di ClickAlps FOTO PAG.4: Alpi Retiche - Lago di Scemendone Foto di Toniolo
6 VAL MASINO « Riserva naturale di Val di Mello» Il territorio della Valtellina è ricco di valli la- ma mozzafiato. Superato l’abitato di Cataeg- terali, all’interno di queste, sul versante re- gio, la frazione più popolosa, si incontra sulla tico, spicca per bellezza e autenticità la Val destra la deviazione per Predarossa. Angolo Masino. Percorrendo la statale 38 in direzio- magnifico della Val Masino caratterizzato ne Sondrio, a pochi km da Morbegno, subito da splendidi alpeggi (Valle di Sasso Bisolo) dopo il ponte sul fiume che porta lo stesso e foreste incantate, che accompagnano fino nome (Masino), si incontra la deviazione per alla piana di Predarossa, uno straordinario la Val Masino. La strada, salendo gradual- altopiano in stile tibetano attraversato da un mente, si fa spazio all’interno dei ripidi fian- torrente che scorre dolcemente tra i pascoli chi delle montagne, che la accompagnano d’alta quota, con le sue acque tanto gelide fino all’ingresso della valle. Qui, le vette im- quanto cristalline che nascono dal ghiacciaio ponenti dell’alpe del Ferro, che si stagliano del Monte Disgrazia, la cui vetta spicca mae- irregolari contro il cielo, catturano immedia- stosa sull’orizzonte (3678m). tamente l’attenzione, mostrando un panora- di Stefano Scetti Riserva Naturale della Val di Mello Foto di ClickAlps
Riserva Naturale della Val di Mello Foto di Filippo Molteni 7 VAL MASINO Proseguendo in Val Masino, subito dopo il I bagni di Masino sono famosi fin dall’anti- piccolo abitato di Filorera, si apre una parte chità per le proprietà curative delle acque pianeggiante, dominata nel mezzo dal famo- termali e sono inseriti in un contesto pae- so Sasso Remenno. Questo immenso masso di saggistico unico, caratterizzato da faggete granito, staccatosi probabilmente da una fra- secolari, imponenti cascate e magnifiche na in tempi antichi, rappresenta il più grande vette in lontananza. Questo territorio così “blocco” d’Europa ed è diventato una delle pa- apparentemente delicato, che concentra lestre naturali di arrampicata sportiva più fa- innumerevoli bellezze in pochi km, deve di- mose del mondo. La visita al Sasso Remenno, ventare sempre di più, un esempio virtuoso che si trova a pochi metri dalla strada carroz- di sostenibilità ambientale, mobilità dolce e zabile, vale da sola un viaggio in Val Masino. perfetta simbiosi tra attività umane e am- La parte pianeggiante prosegue fino a San biente, dove tutti passiamo in punta di piedi Martino, ultimo paese abitato tutto l’anno. lasciando al prossimo l’emozione di scoprire Proprio in questo punto la valle si divide in una natura intatta. due parti: la Val di Mello e la Valle dei Bagni.
8 LA NATURA ED IL PAESAGGIO Grazie ad articoli apparsi sulle più importanti DELLA VAL DI MELLO LUOGI DI riviste internazionali e a guide dedicate alla Val NASCITA DEL SASSISMO di Mello, l'afflusso di arrampicatori da tutta Eu- Negli ultimi decenni l'alpinismo classico ha se- ropa e non solo subisce un incremento, e inizia- gnato una battuta d'arresto, mentre in Val Masi- no ad essere esplorate anche le grandi pareti di no si è affacciata una nuova corrente alpinistica media quota delle vallate laterali, dove si apro- e arrampicatoria. Verso la fine degli anni settan- no vie di ampio respiro di estrema difficoltà, ta infatti, alcuni gruppi di giovani scalatori, ispi- con lo stile dell'arrampicata “big wall”. rati dalle performance e dalle idee diffuse dagli Parallelamente, a partire dagli anni ottanta alpinisti della California, avviano una tendenza inizia a diffondersi anche in Val Masino il fe- VAL MASINO destinata a cambiare le sorti dell'alpinismo e nomeno dell'arrampicata sportiva, in cui si at- dell'arrampicata su roccia in tutta Italia, nasce trezzano con chiodi ad espansione (spit) vie il Sassimo, movimento di libera arrampicata. La generalmente di modesto sviluppo (per lo più Val di Mello, grazie alla potenzialità offerta dal- monotiri) ma che permettono di sperimentare la disponibilità di pareti e massi di ottima roccia in sicurezza anche altissime difficoltà. Tale fe- granitica, disposti a quote comprese tra i 1000 ed nomeno interessa prevalentemente l'area in- i 1500 metri, facilmente accessibili, diventa da al- torno al Sasso Remenno ed altri siti della Val lora uno dei “templi” dell'arrampicata conosciuti Masino e secondariamente la Val di Mello, dove e frequentati a livello internazionale. prevale il rispetto per le vie aperte dai Sassisti. Su queste pareti soleggiate, senza le tensioni de- Lo splendido scenario naturale, la disponibilità rivanti da alta quota, maltempo e cattiva qualità di strutture rocciose e di possibilità di arram- della roccia, e senza la necessità di raggiungere picata adattabili ai più diversi stili personali e una vetta a tutti i costi, i nuovi scalatori si posso- di tutte le difficoltà, fanno sì che la Val di Mello no dedicare allo studio del gesto necessario per sia diventata una grande palestra naturale de- superare passaggi particolari, preferibilmente in stinata ad un'utenza di qualità, attenta anche libera. Si superano così salite con difficoltà (an- alla conservazione ambientale e paesaggistica, che psicologiche) mai riscontrate in precedenza. con un notevole sviluppo del turismo anche al Laboratorio del gesto sono i numerosi massi in di fuori dei canonici mesi estivi, un fenomeno cui si imparano tecniche di superamento inusuali, che raramente si riscontra in realtà poco in- che portano ad un ulteriore scatto in avanti nelle frastrutturate come la Val Masino. La Riserva difficoltà superabili in parete, oltre che a svilup- Naturale delle Val di Mello rappresenta uno pare una linea di arrampicata autonoma, il boul- stimolo a migliorare ulteriormente il rapporto dering, di grande sviluppo attuale, testimoniato tra arrampicatori ed ambiente, alla realizzazio- dal successo crescente di una manifestazione ne del desiderio di chi aveva sognato in questo come il “Melloblocco”. luogo “un parco per l'alpinismo”. a cura di ERSAF Lombardia Riserva Naturale della Val di Mello Foto di ClickAlps
9 VAL TARTANO «Le architetture rurali» La Val Tartano è una tra le valli più caratteristiche bria, essenziale, ma di grande funzionalità e ar- e interessanti dell'intero arco alpino, che ha po- monia; di un’abilità materiale e di una saggezza tuto conservare nel suo paesaggio i tratti salienti ecologica indispensabili per vivere un ambiente di quella cultura pastorale attorno alla quale si è così estremo, ma non per questo meno sorpren- costruita la storia delle popolazioni montanare. denti. Due sono le fasce insediative presenti: una, Ciò è dovuto allo stato di isolamento nel quale a carattere stabile, costituita dalle contrade, una la valle rimase fino alla seconda metà del secolo quarantina, in alcune delle quali si ritrovano resti scorso, quando la strada carrabile raggiunse le di arte megalitica; l'altra, a carattere stagionale, prime contrade di Campo. Paul Guichonnet, ge- costituita dalle dimore nei maggenghi e negli al- ografo e storico francese, ebbe modo di definirla peggi. "una cellula umana tra le più isolate delle Alpi ita- Come in tutta l’area alpina, il fenomeno insedia- liane". Quegli elementi di carattere architettoni- tivo nella Val Tartano si è sviluppato in stretta co, artistico, linguistico e socio-religioso affinatisi simbiosi con l'attività agro-silvo-pastorale orga- nei lunghi secoli precedenti si sono così potuti nizzata su basi familiari e orientata all’autosuffi- mantenere pressoché incontaminati fino ad oggi. cienza. Imponente è in particolare il sistema degli Uno degli aspetti di maggior interesse è costitu- alpeggi, che fa da corona alla valle. Ancora negli ito dalla tipologia degli insediamenti umani. Si anni novanta si contavano 25 malghe attive, che tratta di testimonianze notevoli di un’estetica so- ospitavano 800 capi bovini. La loro origine è si- Val Tartano Foto di ClickAlps
10 curamente antica. Recenti ritrovamenti di inci- Per quanto riguarda la tradizione costruttiva sioni rupestri in Val di Lemma, in Alpe Sona e in delle dimore rurali, la Valtellina è posta in un'a- Alpe Gerlo attesterebbero una presenza umana rea di confine tra sistemi radicalmente diversi importante già in età del rame. Del resto è noto che privilegiano rispettivamente l'uso della pie- come a partire dal 5000 a.C. pastori transu- tra e del legno ma, quest'ultimo, è prevalente in manti risalissero le vallate alpine per pascolare alta Valtellina (Valfurva, Livigno in particolare) con le loro greggi le praterie naturali di alta quo- e in alta valle di San Giacomo e in parte della ta durante la stagione estiva. L’attività pastora- Val Bregaglia in Valchiavenna, mentre la media le si consolidò senz’altro in età del ferro, grazie Valtellina, sia sul versante orobico che su quello VAL TARTANO anche all’influenza dei Celti, esperti conoscitori retico, vede una netta prevalenza dell'uso della dell’arte casearia. I Celti sarebbero sopraggiunti pietra. Senza escludere la possibilità di un influs- dalla Val Brembana tra il V e il III secolo a.C. per so culturale pastorale da altre aree alpine, questa sfruttare le vene ferrose del Monte Cadelle e di eccezione è certo legata anche ad una maggio- altri siti della Valle. Radici celtiche si ritrovano in taluni etimi della tradizione pastorale locale re disponibilità del legno di larice, adatto all'uso e delle vicine vallate Orobiche: ad esempio bitu e resistente alle intemperie. Le residenze per- (da cui Bitto) e bàrek, il recinto in pietra per il manenti hanno, comunque, struttura in pietra e confinamento del bestiame. malta e sono ancora rilevabili parti di edifici di di Fausto Gusmeroli origine alto-medievale, con grandi pietre d'ango- lo e gli arcaici portali con pietre monolitiche, sia nei piedritti che negli architravi. La Val Tartano ha mantenuto intatto, fino agli anni ’70 del ‘900, il proprio patrimonio tradi- zionale di architettura contadina con linguaggi differenti tra la zona di Campo e quella di Tar- tano, le stesse differenze che si riscontrano nel linguaggio e che sono state ben documentate nel Dizionario dei dialetti delle due comunità da par- te di Giovanni Bianchini. Questa originalità non è stata fino ad oggi adeguatamente salvaguardata e il patrimonio delle dimore tradizionali è andato incontro, purtroppo, a molte demolizioni e irri- mediabili trasformazioni. In ambedue le località (a Campo e a Tartano) gli insediamenti invernali (a cui si accompagnavano quelli primaverili, i maggenghi, ove si spostava- no in primavera tutte le famiglie) costituiscono un insediamento di valle. Non esiste un villaggio vero e proprio, accentrato: siamo in presenza di una rete di piccole contrade. La chiesa, con il suo recinto sacro, è situata in un luogo baricentrico e visibile da tutte le frazioni (sia quella di S. Agostino a Campo, sia quella di Val Tartano - Val Corta Foto di ClickAlps
11 S. Barnaba a Tartano) ma, mentre a Campo le nella media Valtellina persiste il riscaldamento contrade sono dei piccoli nuclei di abitazioni in con camera a fumo e focolare centrale, senza pietra, a Tartano, sia in Val Lunga che in Val Cor- canna fumaria. Così è, per esempio, nella vicina ta, esse si riducono, spesso, a delle grandi case, Val Fabiòlo dove l'unica stüa è presente solo nel- dei masi abitati da famiglie allargate, poste sui la casa parrocchiale (anche se con accensione dossi, al riparo dalle valanghe e dalle alluvioni interna alla stanza). Due esempi interessanti di del torrente (così, tra gli altri, Dosso dei Principi, stüe con pigna in muratura in dimore rurali sono il Costo, il Dosso dei Fognini e la contrada Foppa). ancora oggi rilevabili in Val Corta, a La Foppa e Un’altra particolarità della Val Tartano, a partire alla Bratta, la frazione abitata più alta di quella VAL TARTANO dalla metà del XVII secolo, è legata al fatto che valle. Dalle caratteristiche rilevabili sembra evi- le stalle e i fienili si diffusero con una particola- dente che tali soluzioni sono adattamenti miglio- re tipologia: lo zoccolo in muratura e la parte in rativi della casa di epoca moderna (XVII - XVII elevazione in legno con struttura in legno a tra- secolo), in corrispondenza con la diffusione di un vi incastrate (tipo blockbau, nella parlata locale importante miglioramento tecnologico, la canna detto scepàda o incucadüra) e con montanti ver- fumaria. ticali inseriti in travi scanalate (a canne d'organo, Le stalle-fienili non sono sempre unite alla resi- nella parlata locale tapunàda o cani dè òrghegn). denza (come nella frazione Al Cost o al Dosso Un altra specificità della dimora della Val Tarta- dei Principi), spesso sono edifici isolati costruiti no è la presenza, anche se solo in alcune locali- in posizione logistica favorevole rispetto ai prati, tà, di un locale ad uso stüa, cioè rivestito com- in modo da poter facilmente essere utilizzati per pletamente di tavole di legno, con stufa (pigna) la conservazione del fieno. Sopra in nuclei abita- interna al locale ma con accensione esterna, in ti, con una certa regolarità, al limitare del bosco, genere in cucina. Anche questo ambiente è in si ritrovano anche piccoli edifici, parte in legno e genere diffuso nella dimora rurale tradizionale parte in pietra, per la custodia delle capre. solo in Valchiavenna e in alta Valtellina, mentre di Dario Benetti ValTartano - Lago di Porcile Foto di ClickAlps
12 VALLI DEL BITTO « La Valgerola» La Valgerola è una delle prime valli latera- li che si incontrano entrando in Valtellina. L’Ecomuseo della Situata sulle Alpi Orobie, e raggiungibile in Valgerola auto dal paese di Morbegno, parte del suo L’Ecomuseo della Valgerola, nasce dall’im- territorio rientra nel Parco delle Orobie Val- pegno dei comuni di Gerola Alta, Pedesina, tellinesi, ed è caratterizzata da una grande Rasura e Cosio Valtellino e fondamental- ricchezza di ambienti diversi e da una fitta mente dalle rispettive comunità locali, ca- varietà di specie animali e vegetali. ratterizzate da grande senso di identità e di Meta privilegiata per bellissime escursioni appartenenza, fiere delle tradizioni e pronte agli alpeggi, ai laghi ed alle cime più impor- ad offrire volontariamente lavoro e contri- tanti, ma anche per gli sport invernali come buti per la salvaguardia del territorio e del lo sci e lo snowboard, lo scialpinismo e le cia- proprio patrimonio storico - culturale. spole, la Valgerola è anche l’ambiente ideale L’Ecomuseo, con la propria azione, porta per tutte le famiglie che vogliono godersi un avanti diverse iniziative di sostegno e pro- tranquillo soggiorno immerso nella natura e mozione ai maggiori eventi organizzati in nella bellezza delle montagne. tutta la Valle, da quelli culturali, a quelli ga- stronomici e sportivi, essendo infatti molto ricco il calendario degli appuntamenti, spe- cialmente nel periodo estivo. Ecomuseo significa anche divertimento e tempo di qualità per tutti i bambini che vo- gliono vivere ed avvicinarsi alla montagna in modo divertente, grazie ai Campi Estivi a loro dedicati ed alle interessanti attività lu- dico-didattiche organizzate durante il corso dell’estate. Un’attrazione da non perdere è sicuramente il “Percorso degli Ecomusensi”, una tranquilla e semplice passeggiata della lunghezza di 1 km, con vista panoramica sul paese di Gerola Alta, lungo la quale sono presenti diverse installazioni che permetto- no di giocare e stimolare i sensi, molto adat- ta ai bambini, ma pensata anche per i diver- samente abili che intendono vivere a pieno la montagna. Valgerola Foto di Domenico Moiola
13 Il formaggio Bitto conferiscono il caratteristico scalzo concavo. La presenza dei musei e dei luoghi di interes- Il Bitto, prodotto originario della Valgerola, è se storico-culturale dislocati sul territorio, ha un formaggio dal sapore dolce e delicato nei permesso di sviluppare un’importante rete di primi mesi di età, ma il suo gusto varia con la visite guidate, alla scoperta di lavori e me- stagionatura, e tende a divenire più intenso stieri del passato e di antiche tradizioni seco- e vivace. Talvolta, il processo di invecchia- lari, come quella legata alla produzione del mento può essere lungo e raggiungere ad- rinomato formaggio Bitto. Questa produzio- dirittura i 10 o 15 anni, conferendo un sapore ne casearia caratterizza a tutti gli effetti la unico ed inimitabile a questo speciale pro- storia della Valgerola, essendo situati esat- dotto e mantenendo comunque la propria tamente in questo territorio gli storici alpeg- integrità. Negli stadi giovanili è un prelibato VALGEROLA gi del famoso formaggio orobico. Esso vie- e classico formaggio da taglio. Dopo l’anno di ne prodotto seguendo un disciplinare molto stagionatura, aumenta la sua nobiltà, assur- rigido ed aderente alla tradizione; la sua ge a eccellente prodotto da accompagnare ai produzione avviene, infatti, esclusivamente migliori cibi e alle più raffinate tavole. nel periodo estivo, solitamente da giugno a Passeggiando sui sentieri della Valle è facile settembre, sugli alpeggi della zona, utilizzan- osservare ed incontrare le malghe ed assi- do latte di vacca ed un’aggiunta di latte di stere al sublime lavoro dei casari e degli al- capra orobica autoctona in una percentuale peggiatori, i quali sono impegnati anche nel- che varia dal 10% al 20%. La lavorazione la produzione del formaggio latteria e della avviene con il latte appena munto ed anco- Mascherpa, la tradizionale ricotta d’alpeggio. ra caldo, direttamente sul posto, in apposite A settembre, precisamente la terza dome- strutture denominate “calecc”, caratteristi- nica del mese, nel paese di Gerola Alta, si che che consentono di ottenere un prodotto festeggia la Sagra del Bitto, una manifesta- di grande eccellenza, evitando la dispersione zione gastronomica e culturale tutta dedi- batterica che si otterrebbe invece a causa cata a questo formaggio, e nata in origine del trasporto del latte stesso. per ringraziare il lavoro dei caricatori degli Dopo aver scaldato il latte nell’apposita alpeggi, e diventata poi un evento di grande “culdèra”, questa viene spostata momenta- attrazione turistica per tutti i golosi e gli ap- neamente dal fuoco, per procedere all’ag- passionati. giunta del caglio, ed alla formazione della Infine, imperdibile è la visita al Centro del cagliata, che viene poi rotta finemente con Bitto, nel cuore del paese di Gerola, luogo in un apposito strumento. Poi, si sposta nuo- cui si trova la cantina dedicata alla stagiona- vamente la “culdera” sul fuoco, per comple- tura ed alla conservazione del rinomato for- tarne la lavorazione. In seguito, la pasta del maggio d’alpeggio e dove si può degustare formaggio viene estratta ed adagiata nelle ed acquistare questa prelibatezza casearia. classiche fascere di legno circolari, le quali a cura di Ecomuseo Valgerola Formaggio Bitto Foto di Beniamino Pisati
14 VALLI DEL BITTO « Albaredo per San Marco e il suo territorio» Albaredo per San Marco è uno dei più vitali il caseificio per la lavorazione del latte e la centri delle Orobie valtellinesi. Conta attual- produzione dei tipici formaggi di montagna mente 330 abitanti (chiamati dialettalmen- come il matusc e il latteria. Unico esempio di te "barilocc) ed è posto a 910 metri, nella emozioni antiche e di degustazioni particola- parte mediana della valle omonima, la più ri. I sapori della storia che ancora vivono non orientale delle due grandi Valli del Bitto. A nella leggenda, ma nella realtà con il caseifi- poco più di 100 km da Milano si raggiunge cio AlpiBitto nel cuore del centro abitato e la facilmente partendo dalla piazza S. Antonio casera di stagionatura, vera e propria carat- di Morbegno e salendo, per 11 km, nella Val- teristica di questa vallata. le sulla strada provinciale per il passo di S. Al fascino della natura e della produzione Marco. Un territorio di straordinaria bellez- casearia Albaredo unisce quello di una sto- za, nel Parco delle Orobie Valtellinesi, occu- ria di grande interesse. Difficile risalire ai pato quasi interamente da dense peccete ed primi abitatori, in epoca storica, della Valle ampi e pregiati pascoli. Pregiati perché negli del Bitto: forse furono i Liguri, che hanno alpeggi ancora monticati si produce il cele- lasciato tracce nel dialetto locale in termini berrimo Bitto, il più famoso fra i formaggi ita- come "sberlüsc" (lampo) e "matüsc" (caciot- liani prodotto con latte intero di mucca, cui tella di formaggio magro). Lo stesso termine viene aggiunto anche latte di capra. La Valle "Albaredo" deriva, dal prefisso ligure "alba", del Bitto di Albaredo nota per la qualità dei anche se più probabile è la derivazione dal formaggi prodotti e anche per essere l’unica latino "arboretum", e quindi da "arbor", nel delle valli alpine e montane ad avere ancora significato di "luogo piantato ad alberi" o "luogo piantato a pioppi"). Panoramica Albaredo per S. Marco Foto di ClickAlps
15 La Via Priula, tra le più Il Passo San Marco, ALBAREDO PER SAN MARCO antiche vie commerciali ovvero la Via del bike delle Alpi Con il transito del Giro d’Italia nel 1986 e a se- I Veneziani, interessati ad una via commer- guire diverse volte, il Passo San Marco a 1992 ciale che congiungesse i loro domini (che slm a confine con la Provincia di Bergamo si è da Venezia si estendevano ininterrottamen- laureato tra i passi da vivere con la bicicletta tra te fino al crinale orobico, quindi al passo di i più rinomati delle Alpi. Un itinerario di 26 km S. Marco) al nord Europa, passando per la con 1750 metri di dislivello tra centri abitati, bo- Valtellina (per aggirare il milanese, sotto la schi di faggio, abetaie e alpeggi da vivere, più dominazione spagnola, loro ostile, che ave- che da raccontare. Una vera e propria manna va intensificato la navigazione dell'Adda ed per gli amanti della bicicletta. il controllo del Lario), decisero, anche alla luce dei rapporti politici non cattivi con le La chiesa S. Rocco Tre Leghe, di promuovere la costruzione di La chiesa di Albaredo per San Marco, sotto il ti- un nuovo tracciato che passasse proprio per tolo di S. Rocco e di S. Sebastiano, venne edifi- il passo di S. Marco e la Valle di Albaredo. Fu cata nel 1250 e, venne consacrata da Monsignor il podestà veneto di Bergamo Alvise Priuli a Bernardino Vacca vescovo Ascalonense e coa- caldeggiare questa nuova via ed a curarne, diutore di Antonio Trivulzio vescovo di Como il previo accordo con il governo delle Tre Le- 25 novembre dell'anno 1490. ghe, la costruzione, nell'arco di un biennio La chiesa ha la facciata barocca (recentemente circa (1590–92): in suo onore essa venne, ristrutturata), piuttosto slanciata, molto mos- dunque, battezzata Via Priula. Percorrendo sa, con portale grandioso di granito. L'interno, la Via Priula, tra maggenghi, boschi, torrenti a una navata con volta, presenta due cappelle e alpeggi si ha l’impressione di camminare laterali. La decorazione interna a stucchi e a fre- nella storia attraverso una natura incontami- sco è stata anch'essa recentemente restaurata nata ed autentica. e rifatta. Sull'altar maggiore, in marmo baroc- Per saperne di più www.viapriula.com co, in una nicchia, è collocata una statua lignea della Madonna di Montenero (sec. XVIII), che L’ecomuseo della Valle la tradizione vuole sia stata portata a piedi da del Bitto di Albaredo Livorno da emigranti di Albaredo nel 1790. La Tra i primi ecomusei a nascere in Lombardia pala dell'altare di destra (in marmo barocco) è (1999) ha la caratteristica di legare vita quo- costituita da un dipinto su tela raffigurante la tidiana con la storia materiale di una intera Madonna del Rosario tra S. Domenico e S. Pie- vallata che ancora oggi conserva e fa vivere tro Martire. l’economia tipica rurale e artigianale. Il cen- Il dipinto di Giuseppe Kaufmann del XVIII sec. tro visite ospita le mostre sui formaggi oro- ed il crocifisso ligneo del XVI sec. portato in pro- bici e una sala didattica dedicata all’habitat cessione alla Via Crucis pasquale rappresenta- alpino, unica nelle Alpi. Il percorso che ne se- no senza dubbio i maggior pregi artistici della gue di oltre 5 km racconta la storia vissuta chiesa. dei boscaioli e pastori e le leggende delle val- late montane, ma consente ancora di visitare Le emozioni di Albaredo esperienze e luoghi dove questa storia sem- Albaredo, con le molteplici iniziative di animazio- bra si sia fermata. Flora e fauna della mon- ne e promozione culturale, si pone fra i comuni tagna arricchiscono la conoscenza e tutto il che più attivamente valorizzano le risorse natu- paesaggio è interamente inserito nel Parco ralistiche ed etnografiche di un territorio vocato delle Orobie Valtellinesi.
Valli del Bitto di Albaredo Foto di ClickAlps 16 ALBAREDO PER SAN MARCO soggiornare. Il Centro Visite del Parco Orobie e l’Ecomuseo della Valle del Bitto di Albaredo rappresentano una straordinaria opportunità per vivere emozioni nella natura e della sto- ria di questa straordinaria comunità alpina. Il centro storico di Albaredo con "Ul Salòt di ad un turismo che sarebbe difficilmente quali- Barilocc" fa vivere sensazioni indimenticabili. ficabile come "minore". C'è un vecchio modo di L’attrattività, tra le uniche in Europa, di Flye- dire scherzoso, in quel di Albaredo, che si usa motion consente di provare l’emozione vera di quando si vuol far credere a qualtcuno una sto- volare sulla Valle… da provare assolutamente! ria incredibile, facendolo passare per credulo- Albaredo per San Marco non stupisce mai di ne: "guarda che sulla luna c'è gente di Albaredo sorprendere… che spala la neve". Se, invece, diciamo che sul- Potrà stupire, ma anche il piccolo cimitero ha la terra c'è gente di Albaredo che custodisce, la propria caratteristica per gli speciali affre- gelosa ed appassionata, la propria terra, non si schi dedicati alla resurrezione e alla disputa dei racconta di certo una panzana. santi e le poesie impresse nelle lastre secondo Una visita ad Albaredo per San Marco offre la tecnica michelangiolesca del ‘400. occasioni uniche per passeggiate ed escursio- Il Gruppo Folk "I Barilocc" non rappresenta ni, anche guidate, in una natura incontamina- solo una attrattività nelle manifestazioni che ta o nel centro abitato con i bellissimi murales propone, ma anche la memoria di come le gen- che raccontano la storia di queste montagne. ti di questi luoghi si vestivano soprattutto nei Si tratta di percorsi culturali e naturalistici momenti di festa. Anche questo fa parte della alla scoperta delle testimonianze di una civil- cultura materiale, e per quanto riguarda il dia- tà, quella alpina, tuttora viva e desiderosa di letto e il canto popolare, quello che può essere tramandare i valori della sua antica e sapiente definito cultura immateriale. Non solo testi- qualità della vita. Negli ottimi ristoranti e rifu- monianza… "Ul Salòt di Barilocc" è una vera e gi alpini, oltre alla calorosa accoglienza tipica propria chicca unica e originale e visitando Al- delle genti di montagna, si possono degusta- baredo non si può fare a meno di trascorrervi re i prodotti tipici della zona e piacevolmente un po’ di tempo. di Patrizio Del Nero
17 MORBEGNO « La bellissima chiesa» Una bellissima chiesa: così verso la fine del devozione verso la “Madonnetta”, la cappel- Cinquecento è definita l’Assunta di Morbe- la con l’affresco tardo-quattrocentesco ad- gno, tra le centinaia di chiese visitate in Val- dossata al monte. E come conferma il viale tellina dal vescovo Ninguarda. Una chiesa- della Rimembranza, che perpetua la sacrali- santuario, nata non per motivi pastorali ma tà del supremo sacrificio per la Patria e co- per devozione agli inizi del Quattrocento a stituisce una suggestiva quinta scenografica un “incrocio” (ad crosetam) lungo la strada che inquadra la semplice facciata a capanna di valle (in strata) nei pressi di uno dei più dell’Assunta. Pure rimaneggiata nell’Otto- antichi edifici sacri della bassa Valtellina, san cento, proprio la facciata conserva uno dei Martino, sorto - secondo la tradizione - ad- capolavori assoluti del tempio: le sculture dirittura sulle vestigia di un tempio pagano in pietra di Saltrio di Tomaso Rodari (1517): dedicato ad Ercole! In un’area “sacra” quindi, il classico portale con l’Annunciazione sopra fin dalla notte dei tempi, e che continua ad le lesene, le due finestre, il rosone fiammato essere tale, come testimonia la sempre viva con la Vergine e il Bambino al centro. Una Santuario dell'Assunta Foto di Andrea Mottarella
Santuario dell'Assunta Foto di Andrea Mottarella 18 MORBEGNO L’affresco, datato 1440, è quello che si ammi- ra tutt’oggi al centro della preziosa ancona lignea che si innalza dall’altar maggiore. Ca- polavoro assoluto nel suo genere, l’ancona scolpita e intagliata dai fratelli Giovan An- gelo e Tiburzio Del Maino (1516/19), dorata e dipinta da Gaudenzio Ferrari e Fermo Stella pagina di teologia, è stata definita, che rias- (1520/26) si presenta come sezione di un sume il mistero della redenzione: l’umanità tempietto rinascimentale a pianta centrale, peccatrice rappresentata da Adamo ed Eva quadrata alla base, ottagonale e poi circolare (ai piedi delle lesene), a cui corrispondono alla sommità. in alto le figure dell’angelo annunciante l’in- In basso, cinque pannelli ad altorilievo con la carnazione alla Vergine, la nuova Eva, con il Natività, la fuga in Egitto, la disputa coi dot- saluto che ne è l’anagramma scolpito: “Ave”. tori nel tempio, lo sposalizio della Vergine, la Ma, volgendo verso i fianchi della chiesa, Pentecoste. Al centro, l’affresco della Vergine lo sguardo è subito attratto dalla contem- in trono col Bambino, affiancato dalle statue plazione del tiburio ottagonale che s’innal- di san Lorenzo e di san Bernardo col demo- za nella sua limpida struttura geometrica. nio incatenato, entro due nicchie scandite da Ritmato da archetti e oculi, sopra una base elaborate colonnine, in un tripudio di deco- quadrata impreziosita, come il sottogronda razioni, tra cui i simboli degli Evangelisti, san delle pareti laterali, da tracce di affreschi e Rocco e san Giovanni Battista, le vergini pru- semplici decorazioni in cotto. Viene sponta- denti e le vergini stolte. Sopra il cornicione, neo un riferimento all’innovativo linguaggio al centro, una lunetta con l’Eterno fra angeli bramantesco che ha fatto la fortuna del ri- e, ai lati, sotto le code a spirale di due sirene, nascimento milanese. L’attuale tempio mor- l’Annunciazione. Sulla cupola circolare, a due begnese, infatti, fu innalzato verso la fine alzate, 12 statuine degli apostoli e altrettan- del Quattrocento, consacrato nel 1506 e ti putti musicanti che contemplano la gloria gradualmente completato negli anni imme- della Vergine. diatamente successivi, in sostituzione del L’ancona è ora attorniata da una cornice sette- precedente più modesto edificio in cui l’af- centesca in legno con volute di foglie d’acanto, fresco all’interno della Vergine col Bambino opera di Andrea Albiolo di Bellagio, ma origina- era divenuto oggetto di particolare devozio- riamernte era chiusa da ante dipinte da Gau- ne, tanto da richiamare sempre più numero- denzio Ferrari. L’unica sopravvissuta, raffigu- si pellegrini che spesso si potevano vantare rante la Natività della Vergine, si ammira oggi miracolati. sull’altare della cappella laterale di destra.
19 Nella corrispondente cappella di sinistra, l’al- pella destra), il Crocifisso adorato dai Battuti tare era dedicato alla custodia delle preziose (sacrestia). reliquie, già numerose nella primitiva chie- Nell’ampio locale del capitolo, dove si è al- sa e notevolmente aumentate agli inizi del lestito un piccolo museo, sono stati recen- Seicento, tanto che venne istituita per ogni temente portati alla luce due dipinti, che seconda domenica di maggio la “festa delle rappresentano il domenicano san Vincenzo Reliquie”. Ferreri (datato 1503) e il francescano san Tra le due cappelle si innalza la cupola, dal- Bernardino da Siena. la quale sembra aprirsi il cielo, con l’affresco Quasi a proteggere e a segnalare fin dove settecentesco dell’Incoronazione della Ver- arriva lo sguardo (e l’udito) la singolare te- gine: opera, coi quattro dottori della Chiesa stimonianza di arte e di fede, l’alto e possen- MORBEGNO sulle vele, di Giuseppe Prina di Bergamo e te campanile, col suo squillante concerto di del quadraturista Giovanni Battista Pozzi di campane. Porlezza. di G. P. Per questo, e per gli altri pregevoli affreschi settecenteschi che ornano le cappelle, le pa- reti e le volte della navata, la chiesa è defini- ta sintesi delle due maggiori stagioni dell’ar- te valtellinese: il rinascimento e il barocco. E’ stato il maggior pittore morbegnese, Gio- van Pietro Romegialli, ad affrescare le vol- te delle due campate: quella davanti all’al- tar maggiore con la Vergine che accoglie confratelli e consorelle sotto il suo manto e quella all’ingresso con la gloria di san Lo- renzo e di san Bernardino da Siena, conside- rato il fondatore della Confraternita a cui la chiesa è legata fin dalle origini. Dei pittori del primo Settecento Pietro Bianchi di Como col quadraturista Giuseppe Porro milanese gli af- freschi della cappella maggiore e di quella a sinistra dove si ammira un dipinto cinquecen- tesco, con la Madonna, il Bambino, sant’Anna e sant’Agata. Dello stesso periodo anche il frammento di affresco nella cappella di fron- te, con una Pietà, il polittico su tela alla parete della navata, attribuito al bresciano Vincenzo De Barberis, con l’Assunta, quattro sante e tre scene bibliche, le lunette dei portalini ester- ni con Cristo in pietà e santi (lato ovest) e la Vergine col Bambino e i santi Pietro Martire e Caterina da Siena (lato est). Del primo Cinquecento le vetrate con testine alate all’interno del rosone, san Pietro e san Martino (nella navata sud), la Natività (cap- Ancona lignea Foto di Andrea Mottarella
20 COSTIERA DEI CECH « La coltivazione della vite» La coltivazione della vite nella costiera del A testimonianza di questa tradizione vitivini- mandamento di Morbegno viene identificata cola rimangono le storiche e maestose can- come la viticoltura della Costiera dei Cech. Le tine poste al di sotto dei palazzi signorili del memorie storiche relative ai primi decenni del suddetto borgo e di Morbegno, così come i XVI secolo descrivono questa viticoltura qua- monumentali torchi a leva, di “Cerido” (co- le attività agricola importante per l’economia mune di Morbegno), di “San Biagio” (comune locale e in questo mandamento, in particolare di Civo) e di “Corlazzo” (comune di Traona). a Traona, si produceva il miglior vino dell’in- Oggi questa viticoltura terrazzata di costiera tera valle, come riferito da Matteo Bandello, in forte pendenza assume prevalentemen- il novelliere più famoso dopo Boccaccio, il te una valenza ambientale, paesaggistica e quale scrive, nell’anno 1520, “E ben che tutta culturale che rappresenta un’economia ter- la valle faccia ottimi vini, nondimeno la costa ritoriale che va sostenuta e valorizzata ulte- di Tragona (Traona), che è sotto Caspano, gli riormente. Il vigneto-terrazzato è stato realiz- genera di tutta eccellenza. Quivi tutto il dí zato, a partire dall’alto medioevo, sui versanti si vedono grigioni e svizzeri, che vengono a meglio esposti, ad alta vocazione viticola per comprare del vino”. l’esposizione alle intense radiazioni termiche Panoramica dalle Alpi Retihe Foto di ClickAlps
21 e luminose e a forte declività. Sui terrazzamenti sostenuti da muretti in pietra a vista le viti sono coltivate su filari dispo- sti normalmente a ritocchino oppure allevate su secolari e monumentali pergolati posti in vici- nanza di piccoli nuclei abitati o a ridosso di antiche dimore rurali e Te r ra z - questa sistemazione agraria da ze dei vita a un paesaggio rurale singolare Cech” e distintivo anche rispetto alla viticol- " Co o p e ra - tura della media e alta valle. tiva Bulium" In tutti i comuni della sponda retica della co- e di una dozzina di altre realtà stiera, la vite trova le condizioni agro-clima- imprenditoriali private. Tutto questo è stato tiche ideali per vegetare e produrre adegua- possibile grazie all’impegno della Comunità tamente e la sua coltivazione da vita ad una Montana di Morbegno che, con il sostegno sistemazione agraria e ambientale unica e tecnico e scientifico della Fondazione Fojani- altamente specifica. L’area vitata specializza- ni, ha messo in campo iniziative a sostegno ta presenta una continuità sul territorio am- dell’attività dei vigneron locali. ministrativo dei comuni di Cercino, Traona, Percorrere i sentieri lungo i balzi retici della Mello, Civo e di Morbegno, mentre in tutti gli costiera dei Cech, è un’esperienza unica. È un altri comuni ricadenti nel comprensorio am- itinerario immerso nella natura, tra splendide ministrativo del mandamento di Morbegno le viste panoramiche, antichi borghi, cappellet- aree vitate sono rappresentate per lo più da te votive e di ancestrali cantine poste sotto singoli vigneti intercalati a prati, piccoli frut- imponenti massi granitici erratici. Queste teti, o boschi cedui di castagno. Più a ovest zone presentano tesori che erano dimenticati sono i comuni di Ardenno e Buglio in Monte e dal fascino unico. Una riscoperta di un at- la cui area vitata è stata inserita già nel 1968 taccamento alla terra che si era assopito, re- nel disciplinare che regolamenta il vino Doc galando una grande varietà di luoghi e di te- Valtellina e successivamente nel 1998 riguar- stimonianze storiche, grazie alla passione di do all’areale di San Sisto, in comune di Buglio, piccoli, in termine di possedimenti, ma grandi nel disciplinare Docg. vignerons locali. Il loro amore si traduce nel- Oggi seppur la maggior parte del vino pro- la produzione di vini fini, eleganti, piacevoli e dotto è destinato all’autoconsumo, è sempre mai banali. Il mutar delle stagioni sono il nu- più forte l’esigenza, soprattutto da parte delle trimento di queste produzioni, sottratte con nuove generazioni, di trasformare in reddito e fatica alla roccia e alla montagna, che germo- opportunità occupazionale questo patrimonio gliano, fioriscono regalando raccolti preziosi. ereditato. Questo ha dato il via ad una “rina- Viticoltori che hanno in dote l’amore per la scita” di questa viticoltura. L’area sta vivendo fatica, riscoperta di un passato che gli appar- una notevole vivacità “imprenditoriale” che tiene, rinnovato nel presente e proiettato in si è tramutata nella nascita di due cooperati- un futuro luminoso. ve di trasformazione delle uve: “Cooperativa a cura di Graziano Murada - Fondazione Fojanini
22 VAL LESINA « Percorsi didattici» Val Lesina Foto di ClickAlps La Val Lésina è il primo bacino imbrifero che utilizzazioni è dovuta principalmente alla si incontra sul versante orobico entrando in difficoltà di accesso, che rende svantaggio- Valtellina provenendo da Lecco e s’incrocia so ed impegnativo ogni intervento su larga all’altezza dell’abitato di Delebio; è interamen- scala. Gli alpeggi sono ancora oggi mete di te compresa all’interno del Parco Regionale modeste transumanze estive di caprini, ovini delle Orobie Valtellinesi, di cui rappresenta la e bovini. porzione più occidentale. L’ERSAF sta operando per la valorizzazione La pressoché totale assenza di antropizza- multifunzionale delle risorse ambientali. Ol- zione contribuisce al fascino del luogo, nel tre a ristrutturare alcuni fabbricati d’alpe, sia quale è possibile osservare un paesaggio va- ai fini alpicolturali che turistici, ha promosso riegato in cui i versanti alpini vedono alter- la creazione di due percorsi faunistico-fore- narsi fra loro pascoli e boschi. stali, lungo il sentiero Andrea Paniga. I due rami superiori della valle sono molto Monte Legnone interessanti da un punto di vista naturalisti- Foto di ClickAlps co sia per le varietà vegetali che per la ric- chezza della fauna. È una valle ancora intat- ta, storicamente gestita con sapienza dagli abitanti locali ed oggi, per la sua difficoltà di accesso e “sfruttamento”, dimenticata dai principali circuiti turistici. L’attività forestale, a dispetto dell’estesa su- perficie boscata di tutta la valle, non ha una forte tradizione. La scarsa frequenza delle
23 I SENTIERI TEMATICI A SCOPO PERCORSO DIDATTICO ALPE DIDATTICO-DIVULGATIVO LEGNONE-CASERA LUSERNA La Foresta di Lombardia della Val Lesina è Lunghezza totale percorso 4330 m una delle aree meno antropizzate delle Oro- dislivello 100 metri bie, dove è possibile osservare una serie di Il percorso didattico inizia all’Alpe Legnone e si ecotipi che salendo progressivamente di articola in 4 punti di osservazione. quota prendono la forma di boschi di lati- Dai punti di osservazione e dai cartelli posizio- nati è possibile apprendere informazioni sugli foglie (faggete), misti (faggio, abete bianco, interventi attuabili per migliorare le caratteri- abete rosso) o di conifere (abete rosso, lari- stiche degli habitat frequentati dagli animali ce), di arbusteti (ontano verde, rododendro), che è possibile incontrare all’interno dell’area VAL LESINA praterie e ambienti rupestri d’alta quota. demaniale. Il tracciato è ubicato interamente su Notevole è la ricchezza animale che accom- un tratto di mulattiera della cosiddetta “Linea pagna tale varietà di habitat. L’area ospita Cadorna”, ad eccezione dell’ultima parte del infatti pressoché tutte le entità faunistiche segmento finale, che se ne distacca per salire alpine: gli ungulati fra cui lo stambecco (rein- più in quota. Il primo tratto (m 1.470 circa), tra trodotto nel 1989), il camoscio, il cervo e il l’Alpe Legnone (cartello contrassegnato con la capriolo; la marmotta, presenza abbondante, lettera “A”) ed i pascoli posti alla base del Mon- e la lepre variabile che appare invece in re- te Colombano (cartello contrassegnato con gresso; diversi carnivori, fra cui è comune la la lettera “B”), consente di osservare nel suo martora; i tetraonidi, che registrano elevate insieme il versante orientale della Val Lesina. densità con il gallo forcello (che nella fore- Nella zona sotto il cartello “B” sono presenti sta ha peraltro situato due arene di canto) alcune recinzioni in pietra (spesso si tratta solo di resti) che servono da spunto per discutere e il francolino di monte. Meno abbondanti delle influenze sulla fauna selvatica prodotte gli ambienti idonei per la pernice bianca e la dal pascolo turnato, qui parzialmente pratica- coturnice. Costante la presenza dell’aquila to. Il secondo tratto (m 955 circa), dal cartello reale. “B” fino al termine delle superfici pascolive dell’Alpe Cappello Alto (cartello contrassegna- Linea Cadorna Foto di ClickAlps to con la lettera “C”, poco oltre la grande stalla protetta a monte da un imponente cuneo pa- ravalanghe), fa spaziare lo sguardo sulla zona centrale della valle, tra l’Alpe Legnone e gli al- peggi di Cappello e Corte della Galida, posti a quote leggermente inferiori. Quest’area risulta particolarmente idonea ai galliformi alpini. Il tratto conclusivo (m 1.905 circa), dal cartello “C” fino ai pascoli più ad ovest dell’Alpe Luser- na Alta (cartello contrassegnato con la lette- ra “D”), pone l’attenzione sul versante che da questo alpeggio scende all’Alpe Dosso ed alla costa boscosa sottostante. Qui è interessante valutare l’influenza degli interventi volti a mi- gliorare gli habitat degli ungulati selvatici, nu- merosi in questa zona.
Galli Forcelli Foto di ClickAlps 24 PERCORSO FAUNISTICO ALPE DOSSO-CASERA LUSERNA-ALPE DOSSO dentra negli habitat tipici del gallo forcello e Lunghezza totale percorso 4294 metri – degli ungulati alpini. dislivello 150 metri Il terzo segmento (m 980 circa), inizia dal car- VAL LESINA Il secondo percorso strettamente legato alle tello “3” ed in leggera salita si dirige alla base tematiche faunistiche e forestali, inizia all’alpe dei versanti pietrosi posti sotto il Pizzo Alto Dosso e si sviluppa in 6 punti di osservazione (cartello contrassegnato con il numero “4”), attrezzati in ambienti diversi: il bosco di abete con ottima vista d’insieme sull’alpeggio di Lu- rosso e larice e relativi popolamenti faunisti- serna. In questa zona avviene la transizione ci (gallo cedrone, capriolo, scoiattolo); la zona tra gli arbusteti e le praterie discontinue d’alta di transizione bosco-arbusteto (gallo forcello, quota, habitat tipici del camoscio e della sem- cervo e lepre bianca); la zona di transizione pre più rara coturnice. arbusteto-praterie alpine (coturnice, camoscio Il quarto tratto (m 800 circa), dal cartello “4” e marmotta); le praterie alpine e gli ambienti con leggeri saliscendi porta al limite ovest rupestri d’alta quota (pernice bianca, stambec- dell’Alpe Luserna Alta (cartello contrassegnato co e descrizione strutturale dell’arena di canto con il numero “5”), dove si raccorda con l’altro del gallo forcello); le aree a vegetazione antro- percorso didattico proveniente dall’Alpe Legno- pogena. Il tracciato è ubicato su alcuni sentieri ne. Lo sguardo può spaziare sulle praterie alpi- che, alla fine del secondo segmento, descri- ne digradanti verso gli ambienti rupestri d’alta vono un anello attorno all’alpeggio di Luser- quota, dove è possibile incontrare lo stambecco na. Circa a metà di questo anello vi è il con- e la schiva pernice bianca. Qui, tra la fine dell’in- giungimento con il Percorso Didattico “Alpe verno e la primavera il gallo forcello allestisce le Legnone-Casera Luserna” nei pressi dell’Alpe proprie arene di canto. Luserna Alta. Il quinto tratto (m 930 circa), subito dopo il Il tratto iniziale (m 160 circa), inizia nei pressi cartello “5” comincia a discendere la sponda della “Casera del Dosso” (cartello contrasse- est del Pizzo Valtorta fino a ritrovare la mu- gnato con il numero “1”) e termina nella zona lattiera militare facente parte della “Linea in cui avviene il passaggio tra l’alpeggio vero Cadorna”, per poi terminare assieme ad essa e proprio, la fascia arbustiva che lo circonda nei pressi della cascina di Luserna (cartello ed il bosco di abete rosso (cartello contras- contrassegnato con il numero “6”). La vege- segnato con il numero “2”). In questa zona tazione qui è quella tipica dell’alpeggio e dei la pecceta (bosco di abete rosso o peccio, dal dintorni dei fabbricati, dove è maggiore l’ef- nome latino Picea abies) rappresenta l’habi- fetto delle pratiche umane. Queste aree pos- tat ideale per il gallo cedrone, il francolino di sono essere frequentate da diversi ungulati, monte e per diversi ungulati. che fanno la spola tra le zone di boscaglia o di Il secondo tratto (m 750 circa), va dal cartel- bosco fitto e le praterie. lo “2” alla zona di transizione tra bosco ed L’ultimo segmento è quello che conclude l’a- arbusteto, nei pressi della zona più orientale nello: in leggera discesa ed attraversando di- dell’Alpe Luserna Bassa (cartello contrasse- verse vallecole, va dal cartello “6” di nuovo al gnato con il numero “3”), che offre un pano- Cartello”3”, sempre percorrendo zone d’al- rama sulla sponda opposta della valle. Qui ha peggio alternate a brughiere e fitte macchie inizio l’anello ed il sentiero che salendo si ad- di rododendri. a cura di ERSAF Lombardia
25 Calendario venti Nel presente Calendario Eventi 2017 sono riportate le manifestazioni segnalate entro il 15 maggio 2017. Gli appuntamenti potranno subire variazioni o annullamenti. Per aggiornamenti, ulteriori dettagli e iniziative organizzate successivamente, consulta: www.portedivaltellina.it VALGEROLA-PESCEGALLO Valgerola Apertura estiva impianti di risalita FU.PES. CREO, IMPARO E MI DIVERTO • DaLL'01 aL 30 luglio aperti sabato e domenica 03 - 07 luglio • agosto Ciak si gioca! - Giochi di una volta, con l’ac- aperto tutti i giorni qua, di gruppo… • daL 02 aL 17 Settembre 10 - 14 luglio aperti sabato e domenica In viaggio nel Tempo - Dinosauri, rocce, storie, leggende, eroi… ORARI 17 - 21 luglio Lunedì, Martedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì Attacchi d’ArtE - Diamo sfogo alla nostra ore 08.00-12.30 e 13.30-16.30 (ultima salita) creatività con quello che ci capita! Sabato, Domenica e festivi ore 08.00-12.30 e 13.30-17.30 (ultima salita) 24 - 28 luglio I Boss delle Torte - Creiamo e decoriamo con le nostre mani i dolci più originali e buoni Gerola Alta 31 luglio - 04 agosto In cammino Scienziati Pazzi - Esperimenti ed esplo- Luglio e agosto - Tutti i Mercoledì alle ore 16.00 sioni, calamite e microscopi… Ritrovo in piazza della chiesa per una semplice 7 - 11 agosto e lenta passeggiata in compagnia, lungo percorsi Master Chef - Impariamo gli ingredienti e che si snodano tra antiche frazioni: Fenile, Ca- prepariamo tanti piatti! stello, Nasoncio… una bella occasione per stare insieme riscoprendo il piacere di camminare sulle 21 - 25 agosto antiche mulattiere della Valgerola. I segreti del Bosco - Il bosco, i rapaci, gli animali, le piante Gerola Alta 4 - 8 settembre Scuola di maglia Il Meglio dell’Estate - Tutto il meglio Lunedì, mercoledì, venerdì, dalle 14.30 alle 17.00 delle sette settimane di “Creo, imparo e mi di- dal 3 al 14 Luglio. verto” Corso di 6 lezioni per studenti delle elementari e è obbligatoria l’iscrizione entro le ore 12 del giorno scuole medie. Sarà possibile usufruire del bus di precedente l’attività. linea con accompagnatore. Costo € 20 giornata intera con pranzo e merenda. Costo: 30 € (materiali compresi). € 6 pomeriggio con merenda. Iscrizioni entro il 15 Giugno. Info e prenotazioni: 3938644223 - www.valgerolaonline.it
26 Giugno 2017 giovedì 01 giugno Buglio in Monte – Piazza della Libertà Valgerola CAMPI ESTIVI CONCERTO Ore 21.00 | Esibizione del corpo musicale di Buglio in 12 - 16 giugno Monte. In caso di maltempo il concerto si terrà presso la Chiesa parrocchiale. Multisport Camp – Ogni giorno si Corpo Musicale Buglio in Monte faranno sport diversi: skateboard, ten- nis, pallavolo, rugby, trekking, basket con esercizi propedeutici allo sport e al venerdì 02 giugno gioco. Si creerà un sano spirito di squa- Morbegno – Fraz. Arzo dra all’insegna del divertimento. 3° TROFEO FATTORIA DIDATTICA Ore 08.30 | Gara regionale Fidal di corsa in montagna per le categorie junior, promesse, senior, master m/f. 19 - 23 giugno Campionato regionale individuale master di corsa in Creative English Camp – Il campo montagna. Info: www.gscsimorbegno.org – sarà caratterizzato da una “full immer- info@gscsimorbegno.org – 3404606881. sion” nella lingua inglese con insegnanti G.S. CSI Morbegno di inglese. Si utilizzeranno ascolto, lin- Delebio – Piazza S.ta Domenica gua parlata, lettura e scrittura, in modo VIVI DELEBIO E FESTA DEI POPOLI divertente e pratico. Ore 09.00 | Tradizionali mercatini e festa intercultu- rale. Durante la giornata verranno proposti assaggi di 26 - 30 giugno piatti etnici, giochi per bambini, momenti di musica, Campo Esploratori – Immersi nel- danze e folklore. Merenda con i dolci da tutto il mondo. la natura, ogni giorno si faranno nuove Pro Loco Delebio – Comune di Delebio esperienze per aggiudicarsi l’ambita Rasura medaglia e completare la propria paten- 8° TROFEO MEMORIAL BRUNO SASSELLA te di “Ranger dell’Ecomuseo”. Si dovrà Ore 10.00 | Valgerola Circuit. Campionato regionale dimostrare di essere esperti naturalisti , Vigili del fuoco e camminata non competitiva. A seguire Calendario eventi Calendario eventi pranzo in compagnia. specializzati in segnali, in orientamento, Info: 3395816903 - prolocorasura@waltellina.it in sopravvivenza, in nodi... Pro Loco Rasura-Mellarolo VAL MASINO 28 agosto - 1 settembre CRONOSCALATA BAGNI DEL MASINO English Discovery Camp – La set- Gara di ciclismo su strada, valida come 2a prova del Tro- timana sarà dedicata alle scoperte. Na- feo dello Scalatore. Partenza da Ardenno, traguardo ai tura, avventura, piante, insetti, pianeti, Bagni del Masino; percorso da 17 Km. esperimenti... saranno i temi del campo, Info: 3404173111 - www.usaclisondrio.org rigorosamente in lingua inglese. CSI Val Masino - US ACLI Sondrio Costo per l’intera settimana pensione completa € 350 sabato 03 giugno solo attività + pranzo e merenda € 130 Cosio Valt.no – Fraz. Sacco FESTA IM…PAZZA Info e prenotazioni: Ore 19.00 | Cena ed intrattenimenti vari per adulti e 393 8644223 – www.valgerolaonline.It bambini presso il campo sportivo (in caso di maltempo l’evento sarà annullato). Comune di Cosio Valt.no Cosio Valt.no – Fraz. Regoledo – I Prati CONCERTO KLEZMER Esibizione della Filarmonica S. Cecilia che proporrà un repertorio interamente dedicato alla musica klezmer, dalle sue origini alla musica contemporanea dell’Euro- pa orientale. Info: 3472341273 - www.filarcosio.it Società Filarmonica S. Cecilia
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