Active Ageing. From Wisdom to Lifelong Learning
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PSICOGERIATRIA 2019; 2: 82-88 ASSOCIAZIONE ITALIANA PSICOGERIATRIA Recensioni Active Ageing. From Wisdom to Lifelong Learning di Guido Amoretti, Diana Spulber e Nicoletta Varani Carocci, Roma 2017 GIOVANNA FERRANDES1, LUIGI FERRANNINI2 1 Vicepresidente dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria. Disciplina Psicologia 2 Presidente Comitato di Garanzia ed Indirizzo, Associazione Italiana di Psicogeriatria gferrandes52@gmail.com “La vecchiaia è un lungo inverno, che va ri- empito di vita che non finisce. Sono necessarie le cure, ma anche un’immagine che riscatti la vecchiaia dalla fragilità e dalla perdita.” (Trabucchi M., 2016) Questo libro, i cui Autori sono docenti universitari del Dipartimento di Scien- ze della Formazione e di Scienze Sociali dell’Università di Genova, nella quale rientra il Corso di Laurea in Psicologia, affronta con un percorso originale il tema del cd “invecchiamento attivo”. Originale in quanto propone uno sguar- do a tutto campo, che collega le definizioni e le azioni per garantire un in- vecchiamento in salute, prendendo in esame esperienze di diversi Paesi non solo europei e fornendo quindi una visione ampia e documentata su uno dei problemi sociali e sanitari più importanti nell’attuale scenario nazionale ed internazionale. Originale dal sottotitolo stesso: l’invecchiamento attivo è visto attraverso il filo conduttore che intreccia la necessaria saggezza con la possibilità di apprendimento/cambiamento in tutto l’arco della vita. Il testo consente quindi di conoscere e confrontare metodologie, obbiettivi e risul- tati di differenti processi di approccio al problema e di diversificati percorsi operativi. L’invecchiamento attivo è, secondo la definizione dell’Organizzazione Mondia- le della Sanità (Piano 2012-2020),“un processo di ottimizzazione delle oppor- tunità relative alla salute, partecipazione e sicurezza, allo scopo di migliorare la qualità della vita delle persone anziane” (WHO, 2002). Il punto di partenza è il dato sull’invecchiamento progressivo della popolazione, elemento che costituisce nel contempo “un trionfo e una sfida” per la società e coniuga due aspetti del problema: il miglioramento delle condizioni di vita con la necessità di un adeguamento dei processi di cura e di assistenza. Ma di quale invecchiamento stiamo parlando? Di quali “vecchi”? Nuovi fenomeni stanno cambiando e complessizzando lo scenario: l’aumento percentualmente significativo degli ultra centenari in Italia (oltre 17.000 nel 2016 secondo i dati ISTAT), le modificazioni culturali ed etniche della nostra società (pensiamo anche agli effetti a lungo termine dei massicci fenomeni di immigrazione), i problemi economici (in particolare l’impoverimento che colpisce soprattutto gli anziani).
ACTIVE AGEING. FROM WISDOM TO LIFELONG LEARNING 83 Nel testo ritroviamo in più passaggi approfon- re e prendere decisioni personali sulla vita di dimenti nell’elaborazione dei dati demografici: ogni giorno, in coerenza con le proprie idee e emerge in tutto il mondo un trend in crescita le proprie preferenze; degli anziani, con percentuali su 10.000 abitanti 2. l’indipendenza, la capacità di svolgere le fun- che vedono in testa il Giappone (con il 4,8) ed zioni correlate alla propria vita quotidiana, al secondo posto l’Italia (con il 4,1). Usa, Cina ed cioè la capacità di vivere in maniera indipen- India seguono con tassi inferiori, ma sempre for- dente senza o con piccoli aiuti da parte di al- temente significativi. Ancora più indicativa è la tri; curva di crescita degli ultracentenari nel mondo, che ne prevede per il 2050 3 milioni e 680 cir- 3. la qualità della vita, cioè la percezione indivi- ca, a fronte dei 95.000 nel 1990, saliti a 451.000 duale del proprio ruolo nel contesto culturale nel 2015. Dati quindi che segnalano l’esigenza di e del sistema di valori del mondo circostante, predisporre interventi sociali e sanitari per ac- in relazione ai propri scopi, aspettative, nor- compagnare questa quota di popolazione, garan- me e interessi: è un concetto molto ampio che tendo benessere e – quando necessario – cure comprende, in un intreccio, la salute fisica, lo adeguate, problema questo che si collega alle stato psicologico, il livello di indipendenza, le previsioni sulla sostenibilità dei sistemi sanitari relazioni sociali, le convinzioni personali e le universalistici a fronte di costi crescenti. caratteristiche salienti dell’ambiente di vita; Questo scenario pone l’esigenza di una nuova 4. l’aspettativa di vita in salute, che rappresenta visione della “terza età”, che necessita di cambia- quanto la persona può aspettarsi come perio- menti rispetto a quella attuale: dagli aspetti cul- do di vita rimanente privo di disabilità. turali agli aspetti sanitari, agli aspetti psicosociali alle politiche sull’educazione, sul lavoro, sul pen- Lo stesso modello di invecchiamento attivo pro- sionamento, sulla sanità e sui servizi, sull’urbani- posto dalla WHO – prima citato – permette di stica, sulle famiglie. Insomma, si rende necessario identificare i profili più a rischio o più favorevoli fare un salto di qualità, costruendo politiche del/ al fine di invecchiare attivamente. Ne emerge in- sul futuro, evitando che questi problemi diventi- fatti un modello a 6 fattori (salute, componente no deboli ed inopportune giustificazioni dei fal- psicologica, performance cognitiva, relazioni so- limenti dell’occupazione, dell’economia e conse- ciali, componente bio-comportamentale e perso- guentemente della governance politica. nalità) in grado di spiegare il 54% della varian- Il libro, focalizzando l’attenzione sui diversi sce- za. Esistono variabili oggettive e soggettive che nari internazionali, affronta vari aspetti del pro- contribuiscono all’invecchiamento attivo e le blema: a) le modalità di difesa dai processi di de- variabili psicologiche sembrano dare un contri- cadimento – non sempre fisiologici – e quindi di buto molto importante al modello. Ma il profilo resilienza fisica e psichica; b) gli anziani longevi dell’invecchiamento attivo varia tra i diversi con- come fattore di aiuto alla comunità, soprattutto testi e culture e può essere utilizzato come guida in fasi di disgregazione delle reti di supporto e per organizzare interventi individuali e di comu- di bassa coesione sociale, come quelle che molti nità: il testo lo ricorda costantemente, per evitare Paesi stanno attraversando; c) gli strumenti per generalizzazioni ed errate decontestualizzazioni. garantire una longevità in salute ed anche i cor- L’Europa, per esempio, pone estrema importanza rispettivi costi per il servizio sanitario e per il al tema dell’invecchiamento attivo della popola- supporto sociale; d) una idea di salute (fisica e zione, tanto da aver proclamato il 2012 “Anno mentale) che sia strettamente intrecciata con il europeo dell’invecchiamento attivo e della so- benessere, l’integrazione sociale, la difesa dei di- lidarietà tra generazioni”. Uno dei risultati de- ritti di cittadinanza e le necessarie tutele. gli interventi adottati è stata la costruzione del- Gli studi presentati consentono di individuare l’“indice di invecchiamento attivo” per misurare alcune linee di azione fondamentali per la pro- la possibilità degli anziani di realizzarsi piena- mozione di un invecchiamento attivo: mente in termini di occupazione, partecipazio- 1. il mantenimento dell’autonomia della perso- ne sociale e culturale, mantenimento dell’auto- na, ovvero la capacità di controllare, interagi- nomia. L’indice utilizza alcuni indicatori, quali il
84 GIOVANNA FERRANDES E LUIGI FERRANNINI tasso di occupazione, lo svolgimento di attività di economico; 5) la tecnologia entra nel controllo volontariato, la partecipazione politica, lo svolgi- della nostra salute: maglie che effettuano check- mento di esercizio fisico, l’accesso ai servizi sani- up costanti, elettrodomestici intelligenti, tablet tari, la sicurezza economica.Viene anche valutata e telefoni palmari saranno fondamentali, anche la misura in cui l’ambiente esterno è favorevole per essere sempre in contatto con un centro di all’invecchiamento attivo degli anziani (l’aspet- riferimento competente o con i propri famigliari tativa di vita, il benessere psicologico, l’uso delle (soprattutto se si vive da soli), ci renderanno au- tecnologie, il grado di connettività). tonomi in molte attività domestiche e ci consen- Tuttavia l’Italia sta investendo poco in queste ne- tiranno di usufruire di importanti servizi a domi- cessarie trasformazioni, confrontate con quelle cilio, se necessari (Bernabei R., 2012). di altri paesi europei: è questo l’oggetto della ri- La domanda che si impone a questo punto è cerca presentata in questo libro, e ne rappresenta quanto di tutto ciò si debba legare in modo rigo- la specificità e soprattutto l’utilità per aggiornare roso e “critico” ad una più vasta ed approfondita interventi ormai poco efficaci verso l’introduzio- visione dei fattori di rischio e protettivi. Ancora ne di processi e tecnologie appropriate e soste- una volta è innanzitutto la prospettiva biopsico- nibili. sociale che ci aiuta e ci può fare da guida. Ricor- A fronte delle problematiche presentate, infatti, diamone con Braibanti P. (2005) gli elementi cen- le politiche per l’invecchiamento attivo in Italia trali: interazione nella configurazione dello stato sembrano quasi completamente assenti, e sono di salute e di malattia tra i processi che agiscono riducibili a due: la transizione graduale al pen- a livello macro; natura multifattoriale delle cause sionamento e il prolungamento della vita lavo- e degli effetti; interazione mente/corpo; prospet- rativa. Il panorama delle politiche per il coinvol- tiva attiva, di promozione della salute piuttosto gimento degli anziani nella vita sociale è invece che unicamente di salvaguardia. Questa visione piuttosto debole, mostrando come il concetto di globale, dinamica, interattiva, non settoriale, che invecchiamento attivo in Italia si declini quasi guarda la persona, senza dimenticarne la speci- unicamente nella partecipazione al mercato del ficità e l’unicità, ma che sappia anche guardare lavoro, delegando altre sfere (sociale, culturale, il “sociale”, la collettività ed i suoi determinanti. politica) alla libera iniziativa dei singoli o di grup- Si apre così la riflessione sul costrutto della resi- pi più o meno organizzati. lienza negli anziani e in particolare nei soggetti La Fondazione “Italia Longeva” nel novembre a rischio di demenza. Resilienza come processo 2016, a questo proposito, ha proposto cinque re- attivo di resistenza, di autoriparazione e di cresci- gole come azioni per invecchiare bene: 1) evitia- ta in risposta alle crisi e alle difficoltà della vita mo da subito tutto ciò che può compromettere la (Darvesh S. et al., 2003). Tuttavia la resilienza “… nostra salute di domani, siamo ciò che mangiamo permette di superare le avversità ma non rende e quindi attenzione massima verso una corretta invincibili gli individui e non dura tutto l’arco alimentazione; 2) fumo, alcol e sostanze stupefa- della vita” (Zappella E., 2016). Allora ci si deve centi hanno effetti devastanti più a lungo termi- interrogare sui fattori protettivi e di promozio- ne che a breve e quindi vanno eliminate, mentre ne costante di resistenza e ricostruzione, in un l’esercizio fisico è la pillola più efficace, ma an- processo dinamico che mette in relazione l’indi- che gli affetti costanti e maturi “fanno” longevi; 3) viduo con il suo ambiente, con il tempo di vita, costruiamoci il più possibile (e come/quando è con le avversità e i cambiamenti. Significativi, a possibile) una sicurezza economica (assicurazio- nostro avviso, proprio perché, pur riferendosi ni e pensioni integrative), che garantisca la salu- agli scenari generali e trasversali, sembrano ri- te, la possibilità di acquistare prodotti alimentari percorrere le caratteristiche dell’invecchiamen- di qualità, ma anche l’accesso a cure appropria- to attivo, sono i punti indentificati dall’American te ed efficaci; 4) anche le nostre abitazioni van- Psychological Association come fondamentali no programmate per il futuro: servizi domotici per costruire resilienza (Turner J.E. e Schallert come controlli automatici per elettrodomestici, D.L., 2006): creare relazioni, ottimismo e pensie- luci, gas, acqua, possono non solo darci maggiore ro positivo, accettare il cambiamento, spostare sicurezza, ma garantirci un importante risparmio gli obiettivi, intraprendere azioni decisive, cer-
ACTIVE AGEING. FROM WISDOM TO LIFELONG LEARNING 85 care opportunità per scoprire se stessi, coltivare siamo evidenziarlo anche nel vasto panorama una visione positiva di se stessi, mantenere una degli studi sui disturbi dell’umore nella vecchia- positiva speranza, prendersi cura di se stessi. Al- ia. Un esempio fra tutti è il recente studio ita- lora a questo punto, per non cadere in paradigmi liano SEEDS (Safety and Efficacy of Exercise for astratti, dobbiamo chiederci come l’invecchia- Depression in Seniors) sul valore della attività mento attivo si relazioni ai rischi (crescenti?) fisica nella depressione maggiore degli anziani nello sviluppo di malattie anche gravi, come ad (Belvederi Murri M. et al., 2015). Lo studio mette esempio le demenze. Non a caso sono in aumen- a confronto due coorti di pazienti affetti da un to studi osservazionali e sperimentali sui fattori disturbo dell’umore, i cui risultati mostrano che di rischio: precoci (nascita, prima infanzia), psi- il trattamento che integra l’uso di farmaci con cosociali (dai traumi infantili agli abusi alle perdi- l’attività fisica è più efficace del solo trattamento te), socio-ambientali (inquinamento, urbanistica), farmacologico. genetici e cardiovascolari (mutazioni genetiche, In questo quadro generale, il libro segnala anche malattie croniche, obesità). E ancora: stili di vita, alcuni punti critici e contraddizioni che attraver- reti sociali, relazioni e affetti, stati mentali, distur- sano tutti i percorsi dell’invecchiamento attivo e bi dell’umore. Un intreccio multidimensionale, le azioni per affrontarli. che si traduce in percorsi di cura e assistenza ma In primo luogo, poniamo attenzione a non co- soprattutto in prospettive preventive e supporti- struire un ossimoro: l’invecchiamento è sempre ve. Entrano quindi in campo i fattori individuali una condizione di perdita, di sofferenza, a volte e sociali di resilienza, come capacità e possibilità di lutto, con profonde modificazioni fisiche ed di rapportarsi agli eventi avversi della vita (del emotive. Se non è più vero che “Senectus ipsa corpo e della mente), agli stessi momenti evoluti- morbus”, è anche vero che l’invecchiamento at- vi e di cambiamento: dalla persona resiliente alle tivo non è ringiovanimento, ritorno a fasi prece- collettività resilienti. denti della vita con i correlati somatici e mentali, Non dobbiamo inoltre sottovalutare le crescenti ma produce comunque una significativa modi- disuguaglianze anche nelle possibilità di utilizzo ficazione dei processi biopsicosociali. Il pensio- dell’attività fisica, disuguaglianze non solo eco- namento, ad esempio, per non poche persone nomiche e degli stili di vita, ma anche degli am- non rappresenta l’avvio di una nuova vita, felice bienti di vita, come documenta, con significative e libera da obblighi, quanto piuttosto una “linea evidenze, un recente articolo pubblicato su Natu- d’ombra”, che mette in crisi identità (psicologi- re (Althoff T. et al., 2017). Ne scaturisce l’impor- ca e somatica) e status sociale – soprattutto se tanza di un uso intelligente dei nuovi strumenti precedentemente significativo e rispettato – (ri) di osservazione e di valutazione (i “big data”), e aprendo vecchie ferite/delusioni/rinunce/abban- delle tecnologie che li producono, per monito- doni, perché, come ci ricorda Magris C. (2016), rare lo stato di salute, ma anche per conservare, “nella nostra società il fare non è predicato ma la stimolare sviluppare le risorse cognitive ed emo- sostanza stessa dell’essere”. tivo-relazionali e mantenerle sempre attive. Anche i luoghi (sociali, socio-sanitari, luoghi di Il diffuso aumento dell’aspettativa di vita è in- cittadinanza e di diritti) devono poter favorire e fatti un’importante conquista legata al miglio- sostenere nel tempo questi processi, coniugan- ramento delle condizioni sociali ed ai progres- do in un giusto equilibrio la medicina persona- si tecnologici, ma “più anni di vita” non sempre lizzata (qualche problema somatico l’età lo porta corrispondono a una “qualità di vita” migliore: sempre) e l’utilizzo delle tecnologie per sapere, l’aumento delle patologie cronico-degenerative, per capire, per osservare, per proteggere e per legate all’invecchiamento, determina infatti una curare, senza farne un mito che non ha limiti o crescita dei costi di cura e assistenza. bias. La ricerca e la lettura scientifica si interroga Stimolante è la domanda di Majani G. (2015):“Ma costantemente e con diversi risultati sui deter- l’invecchiamento attivo è un bisogno dell’anzia- minanti di salute e sulle possibili correlazioni, no?” Lo chiede a proposito del rischio di ecces- spesso in partenza da patologie e disarmonie. so di focus sulla salute fisica, che tende a negare Lo abbiamo già citato per le demenze, ma pos- e sottovalutare la complessità delle conquiste e
86 GIOVANNA FERRANDES E LUIGI FERRANNINI delle perdite, le difficoltà a bilanciare l’imperati- uno sguardo d’insieme poliedrico e dinamico, vo a rimanere attivi con la fragilità e l’insicurezza capace di stare dentro una cornice comune – lo (del corpo e della mente). dice il titolo stesso Active Ageing: from Wisdom Emerge quindi come centrale il tema dei diritti: to Lifelong Learning – rispettando le differenze a) superamento dello stigma (nella comunità e teoriche e tecniche, il valore delle diversità e al negli operatori); b) diritto ad essere considera- contempo il diritto di uguaglianza. to “persona” e non “costo”; c) superamento della In tempi di imprevedibili sfide per la salute, un trascuratezza (e dell’ignoranza); d) diritto a ri- trend è certo: se ovunque nel mondo l’età del- manere a casa, ricevendo supporti (anche per il la popolazione sta rapidamente aumentando, caregiver); e) diritto a fruire di servizi adeguati l’OMS ci ricorda che “affrontare il problema è un alla specifica condizione clinica, fondata su ade- investimento e non un costo”. guati livelli di formazione degli operatori e sulla Quale strategia propone la WHO? Per prima cosa ricerca, realmente indipendente dal mercato, di rendere i luoghi in cui viviamo molto più piace- nuovi strumenti. Anche le differenze vanno pre- voli e fruibili per le persone anziane. Per questi se in esame e non sottovalutate: a) ogni persona motivi l’Unione Europea ha attivato politiche e è insieme uguale e diversa, anche se affetta dalla programmi, rivolti alla terza età, per migliorare stessa patologia (medicina personalizzata); b) di- la qualità della vita degli anziani e prolungarne versità come specificità/valori positivi e fondan- l’autosufficienza, contrastando la solitudine e la ti la giustizia; c) disuguaglianze e responsabilità, povertà. L’impegno dell’Unione Europea, in par- per lavorare realmente per il loro superamento; ticolare a partire dal 2012 – come già ricordato d) è possibile una “care” senza com-passione?; “anno europeo” per l’invecchiamento attivo e la e) dal paradigma della (presunta) uguaglianza al solidarietà fra le generazioni – si è concentrato pensiero delle/sulle differenze. nel finanziare buone pratiche finalizzate al man- L’AIP, nell’ottica di tutela dei diritti e della dignità tenimento attivo degli anziani e alla loro inclusio- dell’anziano, ha di recente richiamato l’attenzione ne in una società, che da un lato non può privarsi anche sul problema della solitudine dell’anziano. dei loro contributi in termini di impegno sociale Va ricordata qui la grande campagna nazionale, e civico, dall’altro non può farsi carico, a livello promossa nel 2018, attraverso l’elaborazione di assistenziale, di una fetta di popolazione che, in una proposta operativa denominata “Carta di alcuni dei Paesi più avanzati, supera ad oggi il Padova”, che viene presentata e diffusa nei vari 28% del totale. Ma le politiche di intervento por- eventi delle sezioni regionali, sulla lotta alla solitu- tate avanti dall’Unione Europea non sono state dine come fattore patogeno sia fisico che psichi- rivolte solo ai Paesi membri: il coinvolgimento di co e con possibili conseguenze come la messa in partner esterni all’Unione, ma geograficamente atto di comportamenti autolesivi o direttamente vicini, ha rappresentato e rappresenta un punto suicidari (De Leo D. e Trabucchi M., 2018). fermo nella strategia di diffusione delle buone Il testo che presentiamo si inserisce quindi a pie- pratiche. no titolo in questo scenario di sfida alla comples- Nell’ambito della cooperazione internazionale, il sità, con uno sguardo ampio e vivace, curioso e libro, come ben descrivono Amoretti, Spulber e rigoroso, attento alle diversità dei contesti analiz- Varani nella loro prefazione, documenta accordi zati e costituisce pertanto un prezioso materia- e progetti finanziati dalla Unione Europea anche le di conoscenza, di studio e di ricerca su di un per programmi in altri continenti, consentendo tema che rischia di essere semplificato a fronte quindi una visione d’insieme e non solo locale, in della complessità delle variabili che lo definisco- modo da offrire una panoramica del fenomeno no e, di conseguenza, della multiprofessionalità dell’invecchiamento a livello mondiale, utilizzan- necessaria per la messa in campo di interventi do un approccio multidisciplinare e raccoglien- integrati. do testimonianze di buone pratiche provenien- Significativo il team degli autori: professori e ti da diversi Paesi. Ed è così che ci ritroviamo ricercatori in Psicologia, Politiche Sociali, Geo- – solo per citare alcuni degli scenari proposti grafia, esperti in processi formativi ed educativi, – nell’Africa subsahariana, in cui l’anziano è pas- in ricerca sociale ed in economia. Il risultato è sato da essere “fonte inesauribile di saggezza” a
ACTIVE AGEING. FROM WISDOM TO LIFELONG LEARNING 87 “più bocca da sfamare”. E le cause sono da ricer- il quale dobbiamo confrontarci, anche con uno care sia a livello del micro-sistema (perdita dei sguardo su Paesi diversi. legami familiari) che di macro-sistema (processi La terza ed ultima sezione, “Third Age and ac- di globalizzazione, conflitti armati, aggiustamenti tivity: hypothesis and experiences”, sviluppa le strutturali, urbanizzazione, disastri naturali, pan- esperienze condotte in diversi Paesi allo scopo demia di malattie infettive trasmissibili). Ma ci si di diffondere ulteriormente le buone pratiche ritrova poi anche in Brasile, passando per il Nord realizzate nei vari contesti socio-culturali che Europa, dalla Federazione Russa, fino all’Ucraina caratterizzano i Paesi partner del progetto. Gli e all’Azerbaigian. Il filo conduttore è la sottoline- articoli evidenziano una serie di casi studio ed atura dell’importanza dell’educazione formale e esperienze concrete in cui l’aggettivo “attivo” è non formale, con particolare attenzione alle per- considerato l’interdipendenza tra cambiamenti sone adulte ed anziane: la promozione di politi- nella vita degli anziani e cambiamenti nelle strut- che di educazione permanente è prospettata, in ture sociali. I determinanti sociali acquisiscono molte delle pratiche presentate negli articoli del così un ruolo fondamentale nel processo di in- testo, come risorsa centrale per una effettiva e vecchiamento delle persone. Si passa dal con- necessaria integrazione sociale degli anziani. cetto di “produttività” (tipico dell’età lavorativa) I curatori ben sintetizzano i contributi presenti a quello di “impegno nella vita” (come parteci- nel volume, organizzati in tre distinte sezioni. pazione alla vita sociale), a cui si attribuisce la La prima,“Value of ageing and challenge of the capacità di contribuire a preservare le funzioni third age”, esamina il fenomeno dell’invecchia- cognitive e le relazioni sociali. mento nel suo complesso e raccoglie scritti di In sintesi, in un mondo abitato da una popolazio- carattere generale che, attraverso approcci disci- ne che invecchia, questo volume offre una serie di riflessioni, passando dal generale al particola- plinari diversi, descrivono il fenomeno dell’in- re, che suggeriscono l’assunzione di politiche so- vecchiamento in diversi contesti socio-culturali, ciali volte a favorire il mantenimento di un buon ipotizzando politiche di intervento e possibili livello di attività, per prevenire l’insorgenza di sfide per il futuro. stati patologici ed attivare la realizzazione di in- La seconda parte, “Quality of life and long life terventi in campo sanitario e sociale in grado di learning”, presenta contributi che affrontano contenere la perdita di autosufficienza. il tema della qualità della vita e sottolineano la Gli articoli raccolti in questo volume forniscono valenza preventiva dell’apprendimento perma- indicazioni sulle forme di intervento più adatte nente rispetto alla condizione di fragilità nella all’invecchiamento attivo: programmi educativi, quale si possono trovare gli anziani, in assenza Life Long Learning e programmi di potenziamen- di adeguati interventi socio-educativi e di una to cognitivo da un lato, politiche di intervento rete relazionale efficace. La qualità della vita sociale e sanitario dall’altro. La verifica dell’ef- viene esaminata sia da un punto di vista ogget- fettiva efficacia di queste misure offre incentivi tivo, che come percezione soggettiva: entrambi ai ricercatori che si occupano degli anziani del contribuiscono a promuovere il mantenimento pianeta, il cui compito è quello di proporre, pia- dell’autosufficienza, con l’impatto positivo facil- nificare e gestire, di concerto con i sistemi legi- mente immaginabile sulle economie nazionali e slativi, medici e sociali, azioni che promuovono sui relativi sistemi sociali e sanitari. La centrali- uno stile di vita attivo, per influenzare il manteni- tà dell’apprendimento, invece, viene riportata mento dell’autosufficienza degli anziani e ridur- come dato di fatto: l’apprendimento lungo tutto re, di conseguenza, i periodi di non dipendenza e l’arco della vita non è più limitato al periodo la- i costi economici e sociali ad essa associati. vorativo, ma si estende lungo l’intero arco del- L’auspicio è che la lettura di questo volume au- la vita, costituendo una componente essenziale menti la sensibilità dei decisori politici verso una dell’invecchiamento attivo. politica di prevenzione dell’invecchiamento con Questa parte contiene riflessioni sullo stato eco- la consapevolezza che le risorse investite in que- nomico come fattore importante per l’invecchia- sto settore possono rappresentare un risparmio mento e sottolinea quanto la disuguaglianza in per il futuro, nonché migliorare la qualità della questo campo sia uno svantaggio sociale con vita di milioni di persone (Amoretti G., 2017).
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