Il riassunto dei risultati principali
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Il riassunto dei risultati principali Popolazione le, in Trentino vengono registrati stabilmen- te valori di CO2 equivalenti pro capite infe- La popolazione trentina cresce sia per l’ap- riori rispetto alla media nazionale e nel 2009 porto del saldo naturale, sia per l’entità del si è osservata una riduzione delle emissioni saldo migratorio o sociale. Dal punto di vi- di gas serra di −6,7% rispetto al 2005 (an- sta demografico in Trentino, come nel resto che se non si è ancora raggiunto il valore del d’Italia, si registrano sostanzialmente due 1990). Il Protocollo di Kyoto prevede invece aspetti centrali: l’aumento della presenza la riduzione delle emissioni del 6,5% rispet- di immigrati e il progressivo invecchiamen- to al 1990. to della popolazione. Entrambi i fenomeni Questa situazione relativamente migliore è comportano opportunità e sfide di cui te- dovuto anche alla mancanza di grandi indu- nere conto in maniera trasversale in tutte le strie, che rappresentano importanti fonti di attività di programmazione e pianificazione emissione e alle quali è da imputare, insie- di politiche e interventi di sanità pubblica. me alla crisi economica, la riduzione regi- strata in Italia nel 2009 rispetto al 1990 (del 5,4%). Ambiente naturale Il Trentino è caratterizzato da un ambiente Rifiuti naturale favorevole alla salute, per la sua bel- lezza e le numerose possibilità di entrare in Nel 2009 sono 534 i kg di rifiuti urbani contatto con la natura e di esercitarvi delle raccolti in Trentino per ogni abitante (valo- attività fisiche alla portata di tutti. re identico alla media italiana). Rispetto al Tuttavia la particolare conformità orografi- 2001 la quantità di rifiuti è stata notevol- ca comporta anche fenomeni problematici, mente ridotta. Rispetto agli altri paesi eu- come la concentrazione delle attività lavo- ropei (UE 27) questo valore si colloca leg- rative in pochi centri urbani a fondovalle, germente al di sopra della media (512 kg/ la maggiore difficoltà nell’organizzazione capite). di trasporti pubblici capillari e altre forme La provincia di Trento risulta essere in cima di trasporto attivo e il conseguente traffico alla classifica italiana della raccolta differen- autoveicolare relativamente intenso, con un ziata, con 59% nel 2008 e 61% nel 2009 impatto negativo, seppur molto minore ri- (sul totale dei rifiuti urbani). spetto a molte altre realtà italiane, in termi- ni di inquinamento, incidenti, sedentarietà e spreco di risorse. Impiego di fitosanitari Nel 2010 in Trentino sono state distribuite Riscaldamento globale 2.158 tonnellate di prodotti fitosanitari e in media 8,3 kg di principio attivo per ettaro Si stima che in Trentino nel 2009 siano sta- di superficie agricola utilizzata (SAU). Nel te emesse 3,9 milioni di tonnellate di CO2 Nord Est vengono utilizzati in media 8,9 equivalenti, quindi circa 7,5 tonnellate pro kg/SAU, ma in provincia di Bolzano soltan- capite (media italiana = 8,2 tonnellate pro to 4,2 kg/SAU. Mentre in Italia si registra capite). una riduzione dell’impiego di pesticidi a Dal punto di vista dei parametri ambientali partire dal 2005, in Trentino si osserva una legati ai fenomeni del riscaldamento globa- riduzione solo dal 2007. 179
Al fine di ridurre la quantità di fitosanitari Lavoro a tempo determinato occorre espandere maggiormente la superfi- cie agricola utilizzata nell’agricoltura biolo- Il lavoro a tempo determinato rappresenta la gica (come previsto anche dal Patto per lo principale forma di lavoro atipico. Dopo il sviluppo sostenibile). calo osservato nel 2009 in Italia e in Trenti- no, il lavoro a termine torna a crescere, con un incremento medio annuo dell’1,4%. Nel 2010 l’incremento del lavoro a termine inte- Occupazione ressa soprattutto gli uomini; tuttavia questa forma di lavoro resta più diffusa tra le donne Secondo i dati del sistema PASSI, in Tren- (in Italia 14,5% vs 11,4% degli uomini; in tino il 70% della popolazione tra 18 e 65 Trentino 17,5% vs 12,1% degli uomini). Il anni ha un lavoro regolare. L’obiettivo fis- ricorso ai contratti a tempo determinato è più sato dall’Unione europea prevede nel 2020 frequente in Trentino sia rispetto alla media una quota di popolazione tra i 20 e i 64 anni nazionale che a quella del Nord Est. occupata al 75%. Nel 2010 il valore dell’indicatore in Italia (61%, secondo ISTAT) è di 14 punti per- centuali inferiore a questo traguardo. In Povertà Trentino, dove il tasso di occupazione regi- strato dall’ISTAT (71%) conferma il dato Nel 2010, secondo ISTAT, le famiglie tren- PASSI, lo scostamento dal traguardo è di tine in condizioni di povertà relativa sono solo 4 punti percentuali. il 5,9% delle famiglie residenti (5,2% nel Tuttavia, in Italia e anche in Trentino, il Nord Est e l’11,0 % in Italia) e il 9,2% delle dato medio sintetizza uno squilibrio di ge- famiglie presenta almeno tre delle difficoltà nere molto forte (73% per gli uomini e 50% considerate nella definizione di deprivazione per le donne in Italia, 80% per gli uomini e sociale (il 10% nel Nord Est e il 15,7% in 62% per le donne in Trentino). Italia). In linea con il dato ISTAT, il sistema Come a livello nazionale anche in Trentino di monitoraggio PASSI riporta un 6% del- nel 2010 si registra un calo del tasso di occu- la popolazione adulta (18-69 anni) trentina pazione 20-64 anni: -0,6 punti complessiva- con molte difficoltà economiche, il 29% mente, -0,4 punti per gli uomini e -0,6 pun- con qualche difficoltà e il 65% con nessuna ti per le donne rispetto all’anno precedente. difficoltà. In Italia non ha difficoltà econo- miche il 46% della popolazione adulta, il 41% ha qualche difficoltà, il 13% molte. La prevalenza di difficoltà economiche mostra Disoccupazione giovanile un rilevante gradiente nord-sud. In Italia, e anche in Trentino, nel mercato del lavoro continua a peggiorare la condizio- ne dei giovani, da sempre una delle categorie Disuguaglianza nella distribuzione del più vulnerabili. reddito Nel 2010 il tasso di disoccupazione giovanile in Italia è pari al 27,8%, in aumento di 2,4 La distribuzione della ricchezza è un indica- punti percentuali rispetto all’anno preceden- tore socio-sanitario importante perché è stato te. In Trentino nel 2010 il tasso di disoccupa- dimostrato che società con minori discrepan- zione giovanile è del 15,1%, in aumento di ze sociali al loro interno hanno una maggiore 3,6 punti percentuali rispetto all’anno prece- coesione sociale e significativamente meno dente. Si tratta, sia per l’Italia che per il Tren- problemi socio-sanitari. tino, del valore più alto dell’ultimo decennio. In Trentino le persone guadagnano media- In Trentino il problema della disoccupazio- mente di più e tale ricchezza è distribuita più ne giovanile è minore rispetto alla media equamente rispetto all’Italia. In Trentino il va- italiana, ma sta crescendo e colpisce soprat- lore dell’indice di Gini (l’indicatore interna- tutto (e sempre di più) le donne. zionale di riferimento per la misura della distri- 180
buzione del reddito) è pari a 0,255, risultando incompetente (il 21% a livello nazionale). quello più basso registrato in Italia e inferiore Tale percentuale pone il Trentino al quarto anche alla maggioranza dei paesi europei. posto in Italia e anche in Europa (l’Italia si colloca al 16° posto nell’UE 27). In matematica il 14,4% degli studenti tren- tini 15enni risulta incompetente (il 25% in Impatto sulla salute delle disuguaglianze Italia). Tale percentuale pone il Trentino al sociali secondo posto in Italia e al quarto posto in Europa (l’Italia invece si colloca al 23° po- Dal sistema PASSI del Trentino risulta che sto; solo Lituania, Grecia, Romania, Bulga- gli strati sociali con più difficoltà economi- ria sono peggiori). che o basso livello di istruzione sono più a Nelle scienze il 12% degli studenti trentini rischio di: 15enni risulta incompetente, (il 20,6% in – percepire di avere una cattiva salute Italia) ponendo il Trentino al 5° posto nella – avere sintomi di depressione classifica italiana. – essere fumatori – essere sedentari – essere in eccesso ponderale (per le donne) – essere ipertesi (per le donne ) Prevalenza dell’istruzione universitaria Non si registrano invece differenze per: tra i 30-34enni – consumo di alcol – consumo di frutta e verdura In Trentino, nel 2010, il 22,7% dei giova- – misurazione di pressione e colesterolo ni 30-34enni è in possesso di un titolo di – alta colesterolemia studio universitario (il 19,4% degli uomini – carta del rischio e il 26% delle donne), con un incremento – screening mammografico (il programma in confronto al 2004 di 8,1 punti percen- di screening organizzato riduce disugua- tuali, superando la media nazionale e anche glianze). quella del Nord Est (entrambi al 19,8%), ma con risultati ancora lontani dal target fissato dalla Commissione europea nella Strategia Europa 2020 (che si pone come 25-64enni con livello di istruzione non obiettivo un titolo di studio universitario o elevato equivalente per almeno il 40% dei giovani tra i 30 e i 34 anni). In Trentino, nel 2010, il 34,6% (il 45,2% a livello nazionale) della popolazione tra i 25 e i 64 anni di età ha conseguito come tito- lo di studio più elevato la licenza di scuola Giovani che abbandonano prematura- media inferiore. mente gli studi Il valore registrato in Trentino risulta tra quelli più bassi in Italia, ma ancora supe- La Strategia Europa 2020 prevede, come riore alla media UE 27 (27,3%). obiettivo da raggiungere nel campo dell’i- Valori più elevati di persone con basso li- struzione e della formazione, la riduzione vello di istruzione rispetto a quelli del Tren- al 10% della quota di giovani che lasciano tino e dell’Italia vengono registrati solo in la scuola senza essere in possesso di un ade- Grecia, Spagna, Portogallo e Malta. guato titolo di studio. In Trentino, nel 2010, l’11,8% dei gio- vani ha abbandonato prematuramente gli studi, il 13,7% dei ragazzi e il 9,9% delle Livelli di competenza degli studenti ragazze. Valori migliori rispetto alla media 15enni nazionale (18,8%, il 22% dei ragazzi e il 15,4% delle ragazze) e anche rispetto alla Per quanto riguarda la lettura, in Trenti- media europea (14,1%; il 16% dei ragazzi no il 14,5% degli studenti 15enni risulta e il 12,2% delle ragazze). 181
Giovani che non lavorano e non studiano con un chiaro gradiente nord-sud, a sfavore delle regioni meridionali. In Trentino, nel 2010, il 13,8% della popo- In Trentino, nel periodo 2008-2011, il 19% lazione tra i 15 e i 29 anni risulta fuori dal dei sedentari ha percepito il proprio livello circuito formativo e lavorativo (in Italia il di attività fisica come sufficiente. 22,1%). Solo al 39% di chi è stato dal medico nell’ul- Il fenomeno è più diffuso tra le donne timo anno è stato chiesto se svolge attività (17,5%; uomini 10,1%, per una differenza fisica e solo al 36% viene consigliato di farla di 7,4 punti percentuali). La differenza tra i regolarmente. generi risulta più marcata in Trentino rispet- to alla media italiana. Dopo un periodo in cui il fenomeno aveva mostrato una leggera regressione (tra il 2005 Fumo di sigaretta e il 2007) l’incidenza torna a crescere du- rante la recente crisi economica, segnalando In provincia di Trento, circa la metà degli l’incremento più sostenuto tra il 2009 e il adulti di 18-69 anni è non fumatore, il 24% 2010. è classificabile come ex-fumatore e il 23% è fumatore. Il restante 2% è rappresentato da fumatori in astensione (hanno smesso da meno di sei mesi). Si stima quindi che tra Apprendimento permanente la popolazione adulta trentina ci siano qua- si 82.000 fumatori di cui il 44% tenta di La strategia di Lisbona aveva posto, tra i cin- smettere. Mediamente in Italia la prevalenza que benchmark da raggiungere entro il 2010 di fumatori è del 28%. In Trentino il feno- nel campo dell’istruzione e della formazio- meno è stabile nel tempo e non si registrano ne, quello di una quota di adulti impegnati differenze tra distretti. in attività formative pari al 12,5%. Al 44% dei trentini che sono stati nell’ulti- In Trentino l’8,3% degli adulti (il 7,7% mo anno dal medico è stato chiesto se fuma degli uomini e l’8,9% delle donne) è im- e al 52% dei fumatori viene consigliato di pegnato in corsi di formazione. Si tratta smettere. della percentuale più elevata in tutta l’Italia In Trentino il divieto di fumo nei locali pub- (media 6,2%). Sia in Trentino sia in Italia blici è in sostanza sempre rispettato (83% la situazione risulta pressoché invariata dal sempre, 12% quasi sempre), analogamente 2004. Su scala europea il Trentino si colloca a quanto si verifica sul posto di lavoro (82% in posizione intermedia, con valori comun- sempre, 11% quasi sempre). que inferiori alla media UE 27 (9,1%; 8,3% Nell’84% delle case trentine non si fuma, per gli uomini e 10% per le donne). nel 13% in certe stanze/ore/situazioni e nel 3% si fuma sempre. L’assenza di fumo in casa sale al 91% nel caso in cui in famiglia ci siano bambini con meno di 15 anni. Tutta- Attività fisica via, nell’8% di case si fuma in certe stanze/ ore/situazioni e nell’1% sempre, anche in Il 42% dei trentini tra i 18 e i 69 anni adot- presenza di bambini. ta uno stile di vita attivo: conduce infatti un’attività lavorativa pesante o pratica l’atti- vità fisica moderata o intensa raccomandata; un altro 42% pratica attività fisica in quan- Alimentazione e stato nutrizionale tità inferiore a quanto raccomandato (par- zialmente attivo) e il 16% è completamente Il 4% dei trentini tra i 18 e i 69 anni risulta sedentario. sottopeso, il 60% normopeso, il 28% so- Questo significa che in Trentino circa vrappeso e l’8% obeso. Complessivamente il 57.000 persone in età adulta non praticano 36% della popolazione trentina presenta un nessun tipo di attività fisica. Mediamente in eccesso ponderale, comprendendo in questa Italia la prevalenza di sedentarietà è del 30% definizione sia sovrappeso che obesità. Si 182
stima quindi che in Trentino ci siano circa La prevalenza di consumatori di alcol a mag- 28.000 adulti obesi e circa 100.000 adulti gior rischio è pressoché identica nei quattro in soprappeso (di cui il 43% ritiene di pesa- distretti sanitari e rimane stabile nel tempo. re “più o meno il giusto”). In Italia la percentuale di bevitori a maggior La prevalenza di eccesso ponderale appare rischio è risultata del 17%. A un confronto più elevata lungo l’asse est-ovest della pro- nazionale la prevalenza registrata in Trentino vincia, con il distretto Est che presenta una è tra le più elevate, come succede per tutte le prevalenza significativamente più elevata regioni del Nord Est. rispetto ai distretti Centro Nord e Centro Solamente a un trentino su cinque (21%) Sud (la differenza rispetto alla media pro- che è stato nell’ultimo anno dal medico, è vinciale è al limite della significatività). stato chiesto se consuma alcol. La prevalenza di persone in eccesso ponde- rale in Trentino pare stabile per il periodo 2008-2011, analogamente a quanto si regi- stra anche a livello nazionale. Consumo di sostanze stupefacenti illegali Rispetto alle regioni italiane, il Trentino ha la prevalenza di persone in eccesso pondera- In Trentino-Alto Adige la sostanza stupe- le tra le più basse. Mediamente in Italia tale facente illegale maggiormente consumata prevalenza è del 42%. risulta essere la cannabis (si stima che circa Il 55% dei trentini in eccesso ponderale ha l’11% della popolazione tra i 15 e i 64 anni ricevuto il consiglio di perdere peso da parte abbia consumato cannabis nell’anno prece- di un medico o di un altro operatore sani- dente l’inchiesta). tario; in particolare ha ricevuto questo con- La prevalenza di uso problematico di so- siglio il 47% delle persone in sovrappeso e stanze stupefacenti in Trentino viene sti- l’80% delle persone obese. mata essere di 6,5 persone ogni mille resi- Il 98% dei trentini tra i 18 e i 69 anni denti di età compresa tra i 15 e i 64 anni, mangia frutta e verdura almeno una volta corrispondenti a circa 2.400 persone, di cui al giorno: il 43% tre-quattro porzioni al 1.600 consumatori problematici di oppia- giorno e solo il 16% le cinque porzioni rac- cei e 800 consumatori problematici di sti- comandate (valore comunque nettamente molanti (principalmente cocaina). superiore alla media nazionale del 10%). Mentre i valori di consumo stimati in Non si registrano differenze nel tempo o tra Trentino-Alto Adige si sovrappongono so- distretti. stanzialmente alla media nazionale, i valori stimati di uso problematico risultano infe- riori alla media nazionale (8,5 persone ogni 1.000 abitanti). Consumo di alcol Nel periodo 2008-2011, in provincia di Trento, oltre un terzo (36%) degli adulti Gioco d’azzardo di 18-69 anni non beve alcolici e il 38% consuma alcol in maniera moderata. Il 17% Dai dati IPSAD del 2010 emerge che cir- della popolazione adulta beve alcol fuori pa- ca il 42% della popolazione residente in sto, il 5,5% consuma abitualmente quantità Trentino-Alto Adige tra 15 e 64 anni abbia elevate di alcol e il 13% è un bevitore binge. giocato puntando soldi. Il gioco è più diffu- Per il 26% il consumo è a maggior rischio, so tra gli uomini (52%) rispetto alle donne definito dalla presenza di almeno uno delle (33%), inoltre l’11% degli uomini e il 6% modalità a rischio (quantità elevata o binge delle donne riferisce di avere l’impulso a gio- o fuori pasto). care somme di denaro sempre più consisten- Si stima quindi che circa 20.000 trentini ti, mentre l’11% degli uomini e il 4% delle adulti consumano abitualmente alcol in donne cerca di tenere nascosta l’entità del modo elevato, circa 47.000 siano bevitori proprio coinvolgimento nel gioco. binge e circa 93.000 siano consumatori a Negli ultimi 12 mesi tra gli studenti trentini maggior rischio. il 64% dei ragazzi e il 50% delle ragazze ha 183
praticato giochi in cui si puntano soldi. Tra la prevenzione, cura e riabilitazione, nei re- chi gioca, il 12% dei ragazzi e il 7% delle ra- sidenti in provincia di Trento sono stati 721, gazze gioca frequentemente (20 volte e più), che rappresentano il 16% dei decessi per e il 26% risulta essere a rischio di diventare tutte le cause e il 60% dei decessi per tutte un giocatore problematico (il 18% a rischio le cause entro i 75 anni. La mortalità evi- minimo, l’8% a rischio moderato). Alla luce tabile riguarda prevalentemente gli uomini di questi dati si può desumere che una parte per i quali i decessi evitabili sono il doppio dei giocatori, soprattutto maschi, può essere di quelli delle donne (483 vs. 238). Per le considerato a rischio per lo sviluppo di pro- età tra i 20 e i 39 anni, dove l’evento mor- blemi legati al gioco. te evitabile è spesso legato a un incidente, il rapporto è ancora più sfavorevole per gli uo- mini, arrivando anche a 4-5 uomini morti per ogni decesso di una donna. Mortalità generale e principali cause di Gli uomini sono soprattutto colpiti dai tu- morte mori maligni dell’apparato respiratorio e dalle malattie ischemiche del cuore. Seguo- Nel 2011 sono decedute 4.543 persone re- no i decessi per tumori dell’apparato dige- sidenti in provincia di Trento (di cui 2.402 rente e per incidente traumatico. Nelle don- donne, pari al 53%), con un tasso di mor- ne sono i tumori la principale causa di morte talità dell’8,5‰, uno dei più bassi d’Italia evitabile, in particolare i tumori dell’appara- (il valore medio nazionale è 9,7‰). Il trend to respiratorio (a conferma dell’aumento di temporale del tasso grezzo per l’insieme del- lungo periodo del tumore del polmone nel- le cause di morte si mantiene stabilmente le donne) e della mammella, a cui seguono su livelli molto bassi, mai superiore al 9‰. quelli del colon-retto. Non emergono differenze nella distribuzio- La prevenzione primaria è la misura di in- ne territoriale della mortalità. tervento con maggiore impatto potenziale Le principali cause di morte per tutte le sul numero di decessi evitabili (414 pari al età sono le malattie cardiovascolari (1.656; 57,4% del totale). 36,5%) e i tumori (1.487; 32,7%) che assie- me rappresentano quasi il 70% dei decessi. Tre le malattie cardiovascolari primeggiano le malattie ischemiche del cuore, le cardio- Anni di vita persi patie ischemiche croniche e gli infarti mio- cardici acuti. Tra i tumori prevalgono in Nel corso del 2011 a causa di morti evitabi- generale quelli polmonari, del colon-retto e li, sono andati perduti quasi 17.000 anni di del pancreas; per le donne è il tumore della vita, 23,5 anni a decesso. Il 62% di questi mammella a provocare più morti. Le altre anni sono andati persi per decessi di uomini, cause di morte seguono in misura sostanzial- il 38% di donne. mente minore: tra esse ci sono le malattie Tra le cause di morte evitabile quella che to- del sistema respiratorio (319; 7,0% – prin- glie il maggior numero di anni tra gli uomi- cipalmente broncopneumopatia cronica ni sono i traumatismi (23% degli anni persi ostruttiva e polmoniti) e i traumatismi (200; totali; 32,5 anni per decesso), di questi un 4,4% – tra cui fratture del femore tra gli ul- terzo sono incidenti stradali (8%; 37,2 anni tra 65enni e traumatismi multipli dovuti a persi). Seguono i tumori maligni al polmone incidenti stradali). (18%; 18,0 anni per decesso) e le malattie ischemiche del cuore (16%; 19,5 anni per decesso). Per le donne sono i tumori maligni della mammella a togliere il maggior numero Mortalità evitabile e principali cause di di anni di vita (22%; 28,3 anni per decesso), morte precoce poi i tumori del polmone (17%; 22,4 anni per decesso) e quelli del colon-retto (14%; Applicando la metodologia ERA dell’Isti- 25,7 anni per decesso). I traumatismi per le tuto Superiore di sanità, nel 2011 i decessi donne rappresentano il 9% degli anni persi, evitabili con miglioramenti nell’ambito del- però per ogni decesso vengono persi oltre 40 184
anni di vita. Gli anni di vita persi per suici- essere sensibilmente ridotti/azzerati da in- dio rappresentano, nei due generi, il 7% del terventi preventivi di sanità pubblica volti a totale degli anni persi (più degli incidenti contrastare i principali fattori di rischio. stradali) con quasi 35 anni persi per decesso. Tumori Malattie cardiovascolari In provincia di Trento ogni anno si amma- In Trentino le malattie cardiovascolari rap- lano di tumore maligno (esclusi i carcinomi presentano, insieme ai tumori, la prima cau- della cute) circa 2.600 persone, più di sette sa di morte: nel 2011, 1.656 trentini sono persone al giorno. Per oltre la metà si trat- morti per malattie cardiovascolari (pari al ta di casi maschili (54%). Sia in Italia che 37% di tutti i decessi; 40% negli uomini e in Trentino, escludendo i carcinomi della 32% nelle donne). Importante sottolineare cute, i tumori più frequenti sono quelli del che le malattie cardiovascolari sono anche polmone, della mammella, del colon-retto e una tra le più significative cause di morta- della prostata. lità precoce evitabile (22% di tutti i decessi La frequenza con cui ogni anno in Italia evitabili; 24% negli uomini, 18% nelle don- vengono diagnosticati i tumori (escluden- ne) e sono responsabili del 19% del totale di do i carcinomi della cute) è in media di 7 anni di vita persi prematuramente con circa nuovi casi ogni 1.000 uomini (690 casi ogni 20 anni persi per ogni decesso. 100.000 abitanti/anno) e di circa 6 casi ogni La parte più importante di questa mortalità 1.000 donne (554 casi ogni 100.000 abitan- evitabile è dovuta alle malattie ischemiche ti /anno); leggermente più bassi sono i dati del cuore che appartengono all’insieme delle trentini: meno di 6 nuovi casi ogni 1.000 uo- patologie che sono sensibilmente condizio- mini (585 casi ogni 100.000 abitanti/anno) nate dagli stili di vita e che quindi possono e meno di 5 nuovi casi ogni 1.000 donne essere consistentemente ridotte attraverso la (479 casi ogni 100.000 abitanti/anno). prevenzione primaria. I tassi di incidenza, in entrambi i generi, non Le malattie cardiovascolari non sono sola- evidenziano differenze tra i distretti sanitari. mente una delle principali cause di morte, Come in Italia, anche in provincia di Trento ma sono anche il primo motivo di ricovero i tumori sono la seconda causa di morte (nel in ospedale. Nel 2011 hanno, infatti, cau- 2011 rappresentano il 33% di tutti i decessi) sato 13.005 ricoveri (pari al 15% di tutti i considerando la popolazione generale, ma ricoveri) per complessivamente 124.000 diventano la prima per gli uomini (38%) e giorni di ricovero e poco più di 3.000 acces- per le persone di età compresa tra i 35 e i si in day hospital (tasso grezzo di ospedaliz- 74 anni, età in cui oltre una persona su due zazione per malattie cardiovascolari: 24 per muore per tumore (57%). La prima causa di 1.000 abitanti). Anche considerando solo i morte oncologica è il tumore del polmone ricoveri per acuti (86%), escludendo quindi per gli uomini e quello della mammella per i ricoveri in lungodegenza e riabilitazione, le donne. I tumori rappresentano anche la le giornate di degenza sono state comunque parte più consistente della mortalità evitabi- più di 82.000 (20% del totale) e gli accessi le. Nel 2011 in provincia di Trento di tutti i in day hospital circa 2.600 (4% del totale). decessi evitabili, il 50% di quelli maschili e Le malattie cardiovascolari rappresentano ben il 67% di quelli femminili sono dovuti dunque la patologia che di gran lunga assor- a cause tumorali, per un totale di 8.652 anni be il maggior numero di giorni trascorsi in di vita persi: 19 anni a decesso per gli uomi- ospedale dai residenti trentini. Applicando ni, 25 anni per le donne. la metodologia ERA risulta che circa un ri- covero su 5 è da considerarsi potenzialmente inappropriato e circa un ricovero su 10 po- tenzialmente prevenibile. A causa di malattie Screening del tumore del collo dell’utero cardiovascolari, ogni anno circa 100 decessi, 1.300 ricoveri e 7.300 giornate di degenza In Trentino vengono diagnosticati ogni anno di persone potenzialmente sane potrebbero circa 14 nuovi casi di tumore della cervice 185
uterina (tasso grezzo: 5,7 casi ogni 100.000 denza negli uomini e al secondo nelle don- donne). L’incidenza in provincia di Trento ne. In provincia di Trento sono diagnosticati è inferiore rispetto al dato medio nazionale. ogni anno, complessivamente per uomini e La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è donne, circa 330 nuovi casi di tumore del co- del 66%, in linea con i valori medi italiani. lon-retto (tasso grezzo: 78 casi ogni 100.000 Nel triennio (round di screening) 2008- uomini e 56 casi ogni 100.000 donne). La 2010 sono state invitate a eseguire il Pap-test sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è circa circa 96.000 donne trentine, per un’esten- del 60% sia per gli uomini che per le donne, sione dell’67%. L’adesione all’invito è risul- valori del tutto analoghi a quelli italiani. tata piuttosto contenuta: circa una donna su Come atteso, sia per la novità dello scree- due (55%) esegue il Pap-test all’interno del ning (avviato alla fine del 2007), sia per programma di screening dopo aver ricevuto l’ampiezza non ordinaria del round, la co- l’invito. Questa percentuale però sale note- pertura mostra una notevole crescita nel volmente se si considera la copertura (cioè le quadriennio 2008-2011, fino ad arrivare al donne che eseguono almeno un Pap-test en- 62% dei trentini che hanno eseguito il test tro l’intervallo raccomandato di tre anni, in- di screening nell’intervallo raccomandato. dipendentemente se all’interno o al di fuori del programma di screening) che raggiunge l’81%, a conferma di una consistente attivi- tà spontanea da parte delle donne trentine. Malattie respiratorie Le malattie respiratorie rappresentano in Italia la terza causa di morte dopo le ma- Screening del tumore della mammella lattie cardiovascolari e neoplastiche, con circa 40.000 decessi all’anno pari al 7% Come nelle altre parti d’Italia, anche in della mortalità generale (dati ISTAT 2009). Trentino il cancro della mammella è la neo- Anche in Trentino le malattie del sistema plasia più frequente, rappresentando circa respiratorio si trovano al terzo posto come un quarto dei tumori femminili. In provin- causa di morte (nel 2011 si sono verificati cia di Trento sono diagnosticati ogni anno 319 decessi per malattie respiratorie, il 7% circa 370 nuovi casi di tumore della mam- della mortalità generale, principalmente per mella (tasso grezzo: 146 casi ogni 100.000 BPCO e polmoniti). donne). La sopravvivenza a 5 anni dalla L’8% degli adulti tra 18 e 69 anni di età e diagnosi è dell’87% circa, valore che non si residenti in Trentino riferisce di aver avu- discosta dal dato medio italiano. to una diagnosi di bronchite cronica, asma Nel biennio (round di screening) 2009-2010 bronchiale, enfisema o insufficienza respira- sono state invitate a eseguire una mammo- toria (questa prevalenza è identica a quella grafia di screening circa 60.700 trentine, per stimata a livello nazionale). Si può dunque un’estensione pari al 96%, vale a dire che stimare che in provincia di Trento ci siano praticamente tutta la popolazione target ha poco più di 28.000 adulti con diagnosi di ricevuto una lettera d’invito. La risponden- malattia respiratoria cronica. Nel 2011 le za all’invito è molto buona poiché ogni 100 malattie respiratorie sono state causa di donne invitate 79 si sono presentate a fare la 5.583 ricoveri (pari al 6% di tutti i ricoveri) mammografia. La copertura è di poco supe- di residenti in provincia di Trento, per un riore e pari all’80%, a indicare come poche totale di quasi 47.000 giornate di ricovero e donne prediligano il percorso preventivo in- di poco più di 2.000 accessi in day hospital dividuale e privato. (tasso grezzo di ospedalizzazione per malat- tie respiratorie: 11 per 1.000 abitanti). La quasi totalità dei ricoveri è per acuti (97%). Sono più di 23.000 (pari al 54% del tota- Screening del tumore del colon-retto le) le giornate di ricovero che possono essere efficacemente contrastate migliorando l’assi- In Trentino, come in Italia, i tumori del co- stenza fuori dall’ospedale, cioè attraverso un lon-retto si collocano al terzo posto per inci- miglior controllo dei casi acuti con un più 186
efficace uso della medicina di base e di quel- pronto soccorso (l’8,3% di tutti gli accessi la specialistica, e una corretta gestione delle per traumi) e 435 ricoveri ospedalieri, di cui cronicità per impedire complicanze. due terzi a carico di uomini. La grande maggioranza dei trentini ha un comportamento responsabile alla guida di automobili e moto, non bevendo più di due Diabete bicchieri nell’ora prima di mettersi alla gui- da (90%) e mettendosi sempre la cintura di La prevalenza del diabete in provincia di sicurezza sui sedili anteriori (93%) e il casco Trento è stimata di poco superiore al 3%, (96%). L’uso della cintura posteriore è meno per un totale, nel 2011, di circa 19.000 per- frequente, tuttavia oltre un terzo dei trenti- sone malate di diabete (3,5% stime ISTAT ni la usa sempre (38%). I giovani risultano sull’intera popolazione; 3,3% stime del si- generalmente prudenti per quanto riguarda stema di monitoraggio PASSI sulla popola- alcol e guida ma sono anche più esposti al zione in età 18-69 anni; 3,5% analisi delle rischio di incidente. Una minoranza (10% esenzioni ticket per diabete in provincia di dei guidatori) mette ancora a rischio la pro- Trento). Il dato medio nazionale di preva- pria vita (e quella degli altri) guidando anche lenza del diabete è di circa il 5%, superiore quando è sotto effetto dell’alcol. Il trend in in modo significativo al dato trentino. Nel diminuzione di questo fenomeno e la fre- 2011 i ricoveri (per acuti) di trentini a causa quenza minore tra i più giovani documenta del diabete sono stati quasi 700 e rappresen- la crescente consapevolezza nella popolazione tano il 38% di tutti i ricoveri per malattie en- trentina (e italiana) rispetto alla pericolosità docrine, nutrizionali e metaboliche. Si tratta e irresponsabilità di questo comportamento. di ricoveri da considerarsi inappropriati che I controlli con etilotest risultano incremen- sommano 3.500 giornate di degenza contra- tati rispetto al passato, rimane comunque stabili con un più efficace uso della medi- un ulteriore margine di miglioramento nella cina di base e di quella specialistica e una diffusione delle pratiche di prevenzione e di corretta gestione della patologia a impedire contrasto efficaci. complicanze. Nel 2011 i decessi per diabete sono stati 121, in 18 casi (il 15% dei decessi per diabete) si tratta di decessi evitabili, ossia occorsi prima dei 75 anni ed evitabili gra- Incidenti domestici zie a misure efficaci in termini di assistenza sanitaria propriamente detta. Gli anni persi Nel corso del 2011 gli accessi al pronto soc- dovuti ai 18 decessi precoci sono 320 (il 2% corso per incidente domestico da parte di di tutti gli anni persi per mortalità evitabile) residenti trentini sono stati quasi 10.000 con circa 18 anni persi a decesso. interessando maggiormente bambini (di en- trambi i generi) e anziani (soprattutto donne). Per gli uomini gli infortuni accadono più frequentemente in garage, cantina e cortile Incidenti stradali (27% degli infortuni) mentre stanno prati- cando il “fai da te” (24%) o attività domesti- Secondo i dati ISTAT, in Trentino nel 2011 che (14%). Sono causati principalmente da si sono verificati 1.514 incidenti che hanno cadute (25%), urti o schiacciamenti (18%) e provocato 23 morti e 2.098 feriti. Dei 23 ferite da taglio e punta (8%). morti, 17 erano di sesso maschile e 6 di sesso Per le donne gli infortuni accadono soprat- femminile, 18 erano conducenti, 3 traspor- tutto in casa (in locali vari nel 22% dei casi, tati e 2 pedoni. Un caso mortale si è verifi- in cucina nel 15% e in bagno nel 5%) fa- cato sull’autostrada, 15 sulle strade provin- cendo attività domestiche (28%) e attività ciali e 7 sulle strade urbane. Dei 2.098 feriti, della vita quotidiana come igiene personale, 1.253 erano provocati da incidenti su stra- mangiare, camminare ecc. (12%). Tra le di- de urbane, 726 su strade provinciali, 71 namiche d’incidente maggiormente osserva- sull’autostrada e 48 su strade extra-urbane. te ci sono le cadute (40%) e gli urti o schiac- Nel 2011 si sono registrati 5.787 accessi al ciamenti (10%). 187
Sebbene gli incidenti domestici siano un infortuni: edilizia, metalmeccanica, lavo- fenomeno molto ampio che, in termini di razione del legno, agricoltura, sanità e tra- esposizione, riguarda tutta la popolazione, la sporti). Quasi due terzi (63%) dei lavoratori percezione del rischio di subire un infortu- trentini riceve informazioni sulla prevenzio- nio in ambito domestico non è affatto diffu- ne degli infortuni sul lavoro e/o delle malat- sa, essendo la casa ritenuta generalmente un tie professionali (media italiana 56%). luogo sicuro. Il 96% della popolazione adulta (18-69 anni) ritiene bassa o addirittura nulla la pro- babilità di subire un incidente domestico. Salute mentale La scarsa consapevolezza di questo tipo di rischio è più alta tra i trentini rispetto alla Circa il 5% della popolazione residente in popolazione media italiana (93%). Trentino, circa 17.000 persone, accusa sin- tomi riferibili allo stato di depressione. Tale prevalenza è leggermente più bassa della me- dia nazionale (7%). I sintomi di depressione Infortuni sul lavoro riguardano più frequentemente le persone con malattie (uomini) che vivono sole (don- Nel 2011 gli infortuni denunciati in Tren- ne) e con difficoltà economiche (entrambi tino sono 9.883 di cui 8.730 riguardanti il i sessi). Non si osservano differenze tra i settore industria, commercio e servizi, 957 il quattro distretti sanitari e non emergono settore agricoltura, mentre 196 sono le de- cambiamenti nel tempo dal 2008 al 2011. nunce di dipendenti statali. In 8 casi su 10 Una parte importante (36%) di persone si tratta di infortuni di uomini e in oltre 2 con sintomi di depressione non comunica casi su 10 di infortuni di cittadini stranieri. a nessuno il proprio disagio. Un indicatore Analogamente a quanto verificatosi in Ita- di qualità dell’assistenza e dell’integrazione lia anche in provincia di Trento le denunce tra servizi ospedalieri e territoriali di salute per infortunio sul lavoro vedono un trend mentale è rappresentato dalla percentuale in diminuzione, in particolare dal 2005. Nel di ricoveri ripetuti, entro 7 giorni, entro 30 2011, per la prima volta, le denunce sono giorni ed entro l’anno. In Trentino tali in- state meno di 10.000. dicatori risultano migliori rispetto alle altre Nell’ultimo decennio i dati ufficiali (INAIL e regioni aderenti al network del sistema di flussi correnti) riportano 98 infortuni mortali valutazione della performance dei sistemi sa- in occasione di lavoro e 24 in itinere. I setto- nitari regionali (Basilicata, Liguria, Marche, ri con maggior numero di infortuni mortali provincia di Bolzano, Toscana, Umbria). sono costruzioni (37%), agricoltura (18%) Nell’ultimo quinquennio si sono registrati e trasporti (12%). La perdita di controllo di 185 suicidi di residenti in provincia di Tren- un mezzo di trasporto o di un’attrezzatura di to, mediamente un po’ meno di 40 all’anno movimentazione rappresenta la modalità più (più degli incidenti stradali mortali) con dif- frequente (36%) seguita dalla caduta di per- ferenze annuali non significative dal punto sona dall’alto (17%). È occorso sulla strada di vista statistico. A commettere suicidio il 29% degli infortuni. Complessivamente sono tipicamente gli uomini (i decessi per 14 infortuni mortali sono riferiti a lavoratori suicidio di uomini sono oltre 4 volte quelli stranieri, di cui 4 avvenuti in itinere. In al- di donne) e le persone anziane (un suicidio tre parole circa un quarto dei decessi sono di ogni tre è di persone oltre i 65 anni, uno stranieri, a fronte del 10% di stranieri presen- ogni cinque di ultra 74enni). ti nella popolazione residente in Trentino. I dati PASSI stimano che per gli anni 2010- 2011, il 17% dei lavoratori trentini considera assente la possibilità di subire un infortunio, Malattie infettive il 59% bassa, il 22% alta e il 2% molto alta. La percezione del rischio di subire un infor- Nel 2011 in Trentino, il numero di notifi- tunio è più alta nei lavoratori occupati nei che di malattie infettive, in valore assoluto, è settori “di interesse” (ossia più a rischio di stato pari a 3.204 (+12% rispetto al 2010), 188
con un tasso di notifica corrispondente a rosolia. Sono stati segnalati 6 casi di pertosse 599 casi per 100.000 abitanti. Le patolo- (22 in meno rispetto al 2010), conseguenza gie più frequenti notificate sono le malattie della buona copertura vaccinale dei bambini esantematiche infantili, in particolare la va- vaccinati entro il 24° mese di vita (>95%) e ricella, la scarlattina e il morbillo. Nel bien- 4 casi di rosolia frutto delle strategie contro nio 2010-2011 un’epidemia di morbillo ha la rosolia congenita messe in atto nella no- interessato l’Europa con 40.000 casi segna- stra provincia negli ultimi anni. La rosolia lati, di cui 1.994 sono stati registrati in Ita- rappresenta una patologia temibile se con- lia. In Trentino sono stati notificati 563 casi tratta durante la gravidanza in quanto può di morbillo: oltre la metà di essi ha colpito determinare, oltre alla morte del feto, la persone adulte (di età compresa tra 15 e 34 comparsa di gravi malformazioni. anni), il 35% dei casi si è verificato nella fa- In Trentino è stato attivato nel biennio scia d’età 5-14 anni e il 5% nella fascia d’età 2010-2011 un programma di vaccinazione 0-4 anni, a conferma della necessità di pro- antirosolia nei confronti delle puerpere non muovere azioni finalizzate al miglioramen- immuni, presso i Punti nascita. Su 4.097 to delle coperture vaccinali non solo negli donne che hanno partorito nel 2011 pres- adolescenti. In Trentino sono stati raggiunti so i punti nascita provinciali, 276 (pari al importanti livelli di copertura vaccinale per 5,7%) sono risultate non immuni nei con- morbillo (89,1% per la coorte dei nati nel fronti della rosolia e 111 di esse sono state 2009) senza però raggiungere l’obiettivo ot- vaccinate prima della dimissione. timale (>95%) necessario per ottenere l’eli- minazione della malattia. Seguono, in termini di frequenza, le patolo- gie gastrointestinali tra cui meritano atten- zione le salmonellosi non tifoidee, impor- tante problema di sanità pubblica, essendo le salmonelle tra i microrganismi patogeni più frequentemente responsabili di epide- mie di origine alimentare. Tra le patologie significative in termini di gravità clinica sono state segnalate la tuber- colosi, l’HIV/AIDS, le meningiti e le ma- lattie invasive batteriche. In Trentino l’an- damento delle nuove infezioni da HIV è stazionario (circa 30 casi/anno) e la modalità di trasmissione prevalente è quella eteroses- suale (45,7%), come nel resto d’Italia. L’an- damento dei casi di AIDS (1-4 casi/anno) è stazionario negli ultimi 3 anni. Il Trentino è un’area a bassa endemia per malattia tubercolare: il numero dei casi di malattia segnalati (24 casi nel 2011) è so- vrapponibile a quelli delle altre regioni del nord Italia. Nel 2011 sono stati registrati 6 casi di me- ningite batterica, di cui 1 da emofilo (che ha interessato la fascia d’età 25-64 anni), 4 da pneumococco (che hanno interessato la fascia d’età 25-64 anni) e 1 da meningococ- co (che ha interessato la fascia d’età 15-24 anni). Tra le malattie prevenibili con la vaccina- zione si conferma nel 2011 una situazione di contenimento sia della pertosse che della 189
Tabella riassuntiva dei problemi emersi dal profilo Il Trentino Ambito Problematica Argomento e le sue caratteri- stiche generali Sostegno a sottogruppi di popola- Invecchiamento della popolazione Territorio e zioni con bisogni particolari popolazione residente Diritto alla salute della popolazione Sostegno a sottogruppi di popola- immigrata zioni con bisogni particolari Livello di emissioni di CO2 Riscaldamento globale Inquinamento atmosferico - seden- Ambiente Traffico autoveicolare tarietà Utilizzo pesticidi Agricoltura Disoccupazione (giovanile) in aumento Occupazione Disuguaglianza di genere nell’occupa- Diritti delle donne Lavoro zione Incremento del lavoro a termine e di Diritti dei lavoratori contratti atipici Presenza di famiglie con molte difficoltà Disuguaglianza sociale economiche Povertà Maggiori problemi di salute tra la popo- Disuguaglianza sociale nella salute lazione meno abbiente Sostegno a sottogruppi di popola- Persone con basso grado di istruzione zioni con bisogni particolari Prevalenza di giovani con diploma univer- Istruzione Promozione dell’istruzione superiore sitario lontana dagli obbiettivi europei Prevalenza più elevata di donne tra chi Diritti delle donne non lavora e non studia Comportamenti Ambito Problematica Argomento e condizioni legati alla salute Sedentarietà in leggero aumento Stili di vita Scarsa consapevolezza del rischio e scar- sa qualità dell’autopercezione del livello Stili di vita Attività fisica di attività fisica Consigli dei medici poco frequenti Qualità dell’assistenza Disuguaglianza sociale nella sedentarietà Disuguaglianza sociale nella salute Percentuale di fumatori stabile nel tempo Stili di vita Consigli dei medici poco frequenti Qualità dell’assistenza Fumo di sigaretta Disuguaglianza sociale nello stato di Disuguaglianza sociale nella salute fumatore Fumatori volenterosi di smettere non Stili di vita ricevono adeguato sostegno Scarsa qualità dell’autopercezione del Stili di vita sovrappeso Consigli dei medici poco frequenti prima Qualità dell’assistenza dell’istaurarsi dell’obesità Stato nutrizionale Disuguaglianza sociale nell’eccesso Disuguaglianza sociale nella salute e alimentazione ponderale Scarso consumo delle 5 porzioni giorna- Stili di vita liere di frutta e verdura Scarsità di interventi di sanità pubblica sul Stili di vita contesto di vita e di lavoro obesogenico 190
Elevata percentuale di bevitori a rischio Stili di vita Consumo di alcol Consigli dei medici molto rari Stili di vita Consumo di sostanze Scarso/assente presenza di gruppi di Qualità dell’assistenza illegali auto-mutuo aiuto Gioco d’azzardo Aumento dei giocatori problematici Dipendenze Ambito Problematica Argomento Le principali problematiche Mortalità evitabile da interventi di pre- di salute Prevenzione e qualità dell’assisten- Mortalità venzione e di maggiore qualità assisten- za ziale Mortalità evitabile e ricoveri inappropria- Prevenzione e qualità dell’assisten- ti e evitabili za Malattie Scarsa applicazione della carta del Prevenzione e qualità dell’assisten- cardiovascolari rischio za Fattori di rischio comportamentali Stili di vita Prevenzione e qualità dell’assisten- Mortalità evitabile e ricoveri evitabili za Fattori di rischio comportamentali Stili di vita Tumori Non rispetto dell’intervallo temporale tra un PAP test e l’altro (tutti gli anni invece Qualità dell’assistenza di ogni 3 anni) Inviti non tempestivi al secondo round Organizzazione screening dello screening colon retto Elevata presenza di fattori di aggrava- Stili di vita Malattie respiratorie mento nei pazienti con BPCO Ricoveri inappropriati Qualità dell’assistenza Disuguaglianza sociale nella prevalenza Disuguaglianza sociale nella salute di diabete Diabete Mortalità evitabile e ricoveri inappro- Prevenzione e qualità dell’assitenza priati Persone con sintomi di depressione non Stigma sociale si rivolgono a nessuno per aiuto Salute mentale Disuguaglianza sociale nella prevalenza Disuguaglianza sociale nella salute di depressione Scarso uso della cinture posteriori Prevenzione traumi e ferite Sicurezza stradale Pochi controlli con etilotest Prevenzione traumi e ferite Infortuni domestici Scarsa percezione del rischio Prevenzione traumi e ferite Lavoratori immigrati spesso vittime di Prevenzione traumi e ferite infortuni Disuguaglianza sociale nella salute Infortuni sul lavoro Infortuni mortali in occasione di lavoro Prevenzione traumi e ferite non tutelato da INAIL Insufficiente copertura vaccinale per il Profilassi vaccinale morbillo Insufficiente copertura vaccinale Malattie infettive per l’influenza negli anziani e Profilassi vaccinale nei soggetti a rischio Coperture vaccinali in calo Profilassi vaccinale Bassa copertura con vaccino HPV Profilassi vaccinale 191
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