Il riassunto dei risultati principali

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Il riassunto dei risultati principali

Popolazione                                        le, in Trentino vengono registrati stabilmen-
                                                   te valori di CO2 equivalenti pro capite infe-
La popolazione trentina cresce sia per l’ap-       riori rispetto alla media nazionale e nel 2009
porto del saldo naturale, sia per l’entità del     si è osservata una riduzione delle emissioni
saldo migratorio o sociale. Dal punto di vi-       di gas serra di −6,7% rispetto al 2005 (an-
sta demografico in Trentino, come nel resto        che se non si è ancora raggiunto il valore del
d’Italia, si registrano sostanzialmente due        1990). Il Protocollo di Kyoto prevede invece
aspetti centrali: l’aumento della presenza         la riduzione delle emissioni del 6,5% rispet-
di immigrati e il progressivo invecchiamen-        to al 1990.
to della popolazione. Entrambi i fenomeni          Questa situazione relativamente migliore è
comportano opportunità e sfide di cui te-          dovuto anche alla mancanza di grandi indu-
nere conto in maniera trasversale in tutte le      strie, che rappresentano importanti fonti di
attività di programmazione e pianificazione        emissione e alle quali è da imputare, insie-
di politiche e interventi di sanità pubblica.      me alla crisi economica, la riduzione regi-
                                                   strata in Italia nel 2009 rispetto al 1990 (del
                                                   5,4%).

Ambiente naturale

Il Trentino è caratterizzato da un ambiente        Rifiuti
naturale favorevole alla salute, per la sua bel-
lezza e le numerose possibilità di entrare in      Nel 2009 sono 534 i kg di rifiuti urbani
contatto con la natura e di esercitarvi delle      raccolti in Trentino per ogni abitante (valo-
attività fisiche alla portata di tutti.            re identico alla media italiana). Rispetto al
Tuttavia la particolare conformità orografi-       2001 la quantità di rifiuti è stata notevol-
ca comporta anche fenomeni problematici,           mente ridotta. Rispetto agli altri paesi eu-
come la concentrazione delle attività lavo-        ropei (UE 27) questo valore si colloca leg-
rative in pochi centri urbani a fondovalle,        germente al di sopra della media (512 kg/
la maggiore difficoltà nell’organizzazione         capite).
di trasporti pubblici capillari e altre forme      La provincia di Trento risulta essere in cima
di trasporto attivo e il conseguente traffico      alla classifica italiana della raccolta differen-
autoveicolare relativamente intenso, con un        ziata, con 59% nel 2008 e 61% nel 2009
impatto negativo, seppur molto minore ri-          (sul totale dei rifiuti urbani).
spetto a molte altre realtà italiane, in termi-
ni di inquinamento, incidenti, sedentarietà
e spreco di risorse.
                                                   Impiego di fitosanitari

                                                   Nel 2010 in Trentino sono state distribuite
Riscaldamento globale                              2.158 tonnellate di prodotti fitosanitari e in
                                                   media 8,3 kg di principio attivo per ettaro
Si stima che in Trentino nel 2009 siano sta-       di superficie agricola utilizzata (SAU). Nel
te emesse 3,9 milioni di tonnellate di CO2         Nord Est vengono utilizzati in media 8,9
equivalenti, quindi circa 7,5 tonnellate pro       kg/SAU, ma in provincia di Bolzano soltan-
capite (media italiana = 8,2 tonnellate pro        to 4,2 kg/SAU. Mentre in Italia si registra
capite).                                           una riduzione dell’impiego di pesticidi a
Dal punto di vista dei parametri ambientali        partire dal 2005, in Trentino si osserva una
legati ai fenomeni del riscaldamento globa-        riduzione solo dal 2007.

                                                                                               179
Al fine di ridurre la quantità di fitosanitari        Lavoro a tempo determinato
occorre espandere maggiormente la superfi-
cie agricola utilizzata nell’agricoltura biolo-       Il lavoro a tempo determinato rappresenta la
gica (come previsto anche dal Patto per lo            principale forma di lavoro atipico. Dopo il
sviluppo sostenibile).                                calo osservato nel 2009 in Italia e in Trenti-
                                                      no, il lavoro a termine torna a crescere, con
                                                      un incremento medio annuo dell’1,4%. Nel
                                                      2010 l’incremento del lavoro a termine inte-
Occupazione                                           ressa soprattutto gli uomini; tuttavia questa
                                                      forma di lavoro resta più diffusa tra le donne
Secondo i dati del sistema PASSI, in Tren-            (in Italia 14,5% vs 11,4% degli uomini; in
tino il 70% della popolazione tra 18 e 65             Trentino 17,5% vs 12,1% degli uomini). Il
anni ha un lavoro regolare. L’obiettivo fis-          ricorso ai contratti a tempo determinato è più
sato dall’Unione europea prevede nel 2020             frequente in Trentino sia rispetto alla media
una quota di popolazione tra i 20 e i 64 anni         nazionale che a quella del Nord Est.
occupata al 75%.
Nel 2010 il valore dell’indicatore in Italia
(61%, secondo ISTAT) è di 14 punti per-
centuali inferiore a questo traguardo. In             Povertà
Trentino, dove il tasso di occupazione regi-
strato dall’ISTAT (71%) conferma il dato              Nel 2010, secondo ISTAT, le famiglie tren-
PASSI, lo scostamento dal traguardo è di              tine in condizioni di povertà relativa sono
solo 4 punti percentuali.                             il 5,9% delle famiglie residenti (5,2% nel
Tuttavia, in Italia e anche in Trentino, il           Nord Est e l’11,0 % in Italia) e il 9,2% delle
dato medio sintetizza uno squilibrio di ge-           famiglie presenta almeno tre delle difficoltà
nere molto forte (73% per gli uomini e 50%            considerate nella definizione di deprivazione
per le donne in Italia, 80% per gli uomini e          sociale (il 10% nel Nord Est e il 15,7% in
62% per le donne in Trentino).                        Italia). In linea con il dato ISTAT, il sistema
Come a livello nazionale anche in Trentino            di monitoraggio PASSI riporta un 6% del-
nel 2010 si registra un calo del tasso di occu-       la popolazione adulta (18-69 anni) trentina
pazione 20-64 anni: -0,6 punti complessiva-           con molte difficoltà economiche, il 29%
mente, -0,4 punti per gli uomini e -0,6 pun-          con qualche difficoltà e il 65% con nessuna
ti per le donne rispetto all’anno precedente.         difficoltà. In Italia non ha difficoltà econo-
                                                      miche il 46% della popolazione adulta, il
                                                      41% ha qualche difficoltà, il 13% molte. La
                                                      prevalenza di difficoltà economiche mostra
Disoccupazione giovanile                              un rilevante gradiente nord-sud.

In Italia, e anche in Trentino, nel mercato
del lavoro continua a peggiorare la condizio-
ne dei giovani, da sempre una delle categorie         Disuguaglianza nella distribuzione del
più vulnerabili.                                      reddito
Nel 2010 il tasso di disoccupazione giovanile
in Italia è pari al 27,8%, in aumento di 2,4          La distribuzione della ricchezza è un indica-
punti percentuali rispetto all’anno preceden-         tore socio-sanitario importante perché è stato
te. In Trentino nel 2010 il tasso di disoccupa-       dimostrato che società con minori discrepan-
zione giovanile è del 15,1%, in aumento di            ze sociali al loro interno hanno una maggiore
3,6 punti percentuali rispetto all’anno prece-        coesione sociale e significativamente meno
dente. Si tratta, sia per l’Italia che per il Tren-   problemi socio-sanitari.
tino, del valore più alto dell’ultimo decennio.       In Trentino le persone guadagnano media-
In Trentino il problema della disoccupazio-           mente di più e tale ricchezza è distribuita più
ne giovanile è minore rispetto alla media             equamente rispetto all’Italia. In Trentino il va-
italiana, ma sta crescendo e colpisce soprat-         lore dell’indice di Gini (l’indicatore interna-
tutto (e sempre di più) le donne.                     zionale di riferimento per la misura della distri-

180
buzione del reddito) è pari a 0,255, risultando     incompetente (il 21% a livello nazionale).
quello più basso registrato in Italia e inferiore   Tale percentuale pone il Trentino al quarto
anche alla maggioranza dei paesi europei.           posto in Italia e anche in Europa (l’Italia si
                                                    colloca al 16° posto nell’UE 27).
                                                    In matematica il 14,4% degli studenti tren-
                                                    tini 15enni risulta incompetente (il 25% in
Impatto sulla salute delle disuguaglianze           Italia). Tale percentuale pone il Trentino al
sociali                                             secondo posto in Italia e al quarto posto in
                                                    Europa (l’Italia invece si colloca al 23° po-
Dal sistema PASSI del Trentino risulta che          sto; solo Lituania, Grecia, Romania, Bulga-
gli strati sociali con più difficoltà economi-      ria sono peggiori).
che o basso livello di istruzione sono più a        Nelle scienze il 12% degli studenti trentini
rischio di:                                         15enni risulta incompetente, (il 20,6% in
– percepire di avere una cattiva salute             Italia) ponendo il Trentino al 5° posto nella
– avere sintomi di depressione                      classifica italiana.
– essere fumatori
– essere sedentari
– essere in eccesso ponderale (per le donne)
– essere ipertesi (per le donne )                   Prevalenza dell’istruzione universitaria
Non si registrano invece differenze per:            tra i 30-34enni
– consumo di alcol
– consumo di frutta e verdura                       In Trentino, nel 2010, il 22,7% dei giova-
– misurazione di pressione e colesterolo            ni 30-34enni è in possesso di un titolo di
– alta colesterolemia                               studio universitario (il 19,4% degli uomini
– carta del rischio                                 e il 26% delle donne), con un incremento
– screening mammografico (il programma              in confronto al 2004 di 8,1 punti percen-
di screening organizzato riduce disugua-            tuali, superando la media nazionale e anche
glianze).                                           quella del Nord Est (entrambi al 19,8%),
                                                    ma con risultati ancora lontani dal target
                                                    fissato dalla Commissione europea nella
                                                    Strategia Europa 2020 (che si pone come
25-64enni con livello di istruzione non             obiettivo un titolo di studio universitario o
elevato                                             equivalente per almeno il 40% dei giovani
                                                    tra i 30 e i 34 anni).
In Trentino, nel 2010, il 34,6% (il 45,2% a
livello nazionale) della popolazione tra i 25
e i 64 anni di età ha conseguito come tito-
lo di studio più elevato la licenza di scuola       Giovani che abbandonano prematura-
media inferiore.                                    mente gli studi
Il valore registrato in Trentino risulta tra
quelli più bassi in Italia, ma ancora supe-         La Strategia Europa 2020 prevede, come
riore alla media UE 27 (27,3%).                     obiettivo da raggiungere nel campo dell’i-
Valori più elevati di persone con basso li-         struzione e della formazione, la riduzione
vello di istruzione rispetto a quelli del Tren-     al 10% della quota di giovani che lasciano
tino e dell’Italia vengono registrati solo in       la scuola senza essere in possesso di un ade-
Grecia, Spagna, Portogallo e Malta.                 guato titolo di studio.
                                                    In Trentino, nel 2010, l’11,8% dei gio-
                                                    vani ha abbandonato prematuramente gli
                                                    studi, il 13,7% dei ragazzi e il 9,9% delle
Livelli di competenza degli studenti                ragazze. Valori migliori rispetto alla media
15enni                                              nazionale (18,8%, il 22% dei ragazzi e il
                                                    15,4% delle ragazze) e anche rispetto alla
Per quanto riguarda la lettura, in Trenti-          media europea (14,1%; il 16% dei ragazzi
no il 14,5% degli studenti 15enni risulta           e il 12,2% delle ragazze).

                                                                                              181
Giovani che non lavorano e non studiano            con un chiaro gradiente nord-sud, a sfavore
                                                   delle regioni meridionali.
In Trentino, nel 2010, il 13,8% della popo-        In Trentino, nel periodo 2008-2011, il 19%
lazione tra i 15 e i 29 anni risulta fuori dal     dei sedentari ha percepito il proprio livello
circuito formativo e lavorativo (in Italia il      di attività fisica come sufficiente.
22,1%).                                            Solo al 39% di chi è stato dal medico nell’ul-
Il fenomeno è più diffuso tra le donne             timo anno è stato chiesto se svolge attività
(17,5%; uomini 10,1%, per una differenza           fisica e solo al 36% viene consigliato di farla
di 7,4 punti percentuali). La differenza tra i     regolarmente.
generi risulta più marcata in Trentino rispet-
to alla media italiana.
Dopo un periodo in cui il fenomeno aveva
mostrato una leggera regressione (tra il 2005      Fumo di sigaretta
e il 2007) l’incidenza torna a crescere du-
rante la recente crisi economica, segnalando       In provincia di Trento, circa la metà degli
l’incremento più sostenuto tra il 2009 e il        adulti di 18-69 anni è non fumatore, il 24%
2010.                                              è classificabile come ex-fumatore e il 23%
                                                   è fumatore. Il restante 2% è rappresentato
                                                   da fumatori in astensione (hanno smesso da
                                                   meno di sei mesi). Si stima quindi che tra
Apprendimento permanente                           la popolazione adulta trentina ci siano qua-
                                                   si 82.000 fumatori di cui il 44% tenta di
La strategia di Lisbona aveva posto, tra i cin-    smettere. Mediamente in Italia la prevalenza
que benchmark da raggiungere entro il 2010         di fumatori è del 28%. In Trentino il feno-
nel campo dell’istruzione e della formazio-        meno è stabile nel tempo e non si registrano
ne, quello di una quota di adulti impegnati        differenze tra distretti.
in attività formative pari al 12,5%.               Al 44% dei trentini che sono stati nell’ulti-
In Trentino l’8,3% degli adulti (il 7,7%           mo anno dal medico è stato chiesto se fuma
degli uomini e l’8,9% delle donne) è im-           e al 52% dei fumatori viene consigliato di
pegnato in corsi di formazione. Si tratta          smettere.
della percentuale più elevata in tutta l’Italia    In Trentino il divieto di fumo nei locali pub-
(media 6,2%). Sia in Trentino sia in Italia        blici è in sostanza sempre rispettato (83%
la situazione risulta pressoché invariata dal      sempre, 12% quasi sempre), analogamente
2004. Su scala europea il Trentino si colloca      a quanto si verifica sul posto di lavoro (82%
in posizione intermedia, con valori comun-         sempre, 11% quasi sempre).
que inferiori alla media UE 27 (9,1%; 8,3%         Nell’84% delle case trentine non si fuma,
per gli uomini e 10% per le donne).                nel 13% in certe stanze/ore/situazioni e nel
                                                   3% si fuma sempre. L’assenza di fumo in
                                                   casa sale al 91% nel caso in cui in famiglia ci
                                                   siano bambini con meno di 15 anni. Tutta-
Attività fisica                                    via, nell’8% di case si fuma in certe stanze/
                                                   ore/situazioni e nell’1% sempre, anche in
Il 42% dei trentini tra i 18 e i 69 anni adot-     presenza di bambini.
ta uno stile di vita attivo: conduce infatti
un’attività lavorativa pesante o pratica l’atti-
vità fisica moderata o intensa raccomandata;
un altro 42% pratica attività fisica in quan-      Alimentazione e stato nutrizionale
tità inferiore a quanto raccomandato (par-
zialmente attivo) e il 16% è completamente         Il 4% dei trentini tra i 18 e i 69 anni risulta
sedentario.                                        sottopeso, il 60% normopeso, il 28% so-
Questo significa che in Trentino circa             vrappeso e l’8% obeso. Complessivamente il
57.000 persone in età adulta non praticano         36% della popolazione trentina presenta un
nessun tipo di attività fisica. Mediamente in      eccesso ponderale, comprendendo in questa
Italia la prevalenza di sedentarietà è del 30%     definizione sia sovrappeso che obesità. Si

182
stima quindi che in Trentino ci siano circa      La prevalenza di consumatori di alcol a mag-
28.000 adulti obesi e circa 100.000 adulti       gior rischio è pressoché identica nei quattro
in soprappeso (di cui il 43% ritiene di pesa-    distretti sanitari e rimane stabile nel tempo.
re “più o meno il giusto”).                      In Italia la percentuale di bevitori a maggior
La prevalenza di eccesso ponderale appare        rischio è risultata del 17%. A un confronto
più elevata lungo l’asse est-ovest della pro-    nazionale la prevalenza registrata in Trentino
vincia, con il distretto Est che presenta una    è tra le più elevate, come succede per tutte le
prevalenza significativamente più elevata        regioni del Nord Est.
rispetto ai distretti Centro Nord e Centro       Solamente a un trentino su cinque (21%)
Sud (la differenza rispetto alla media pro-      che è stato nell’ultimo anno dal medico, è
vinciale è al limite della significatività).     stato chiesto se consuma alcol.
La prevalenza di persone in eccesso ponde-
rale in Trentino pare stabile per il periodo
2008-2011, analogamente a quanto si regi-
stra anche a livello nazionale.                  Consumo di sostanze stupefacenti illegali
Rispetto alle regioni italiane, il Trentino ha
la prevalenza di persone in eccesso pondera-     In Trentino-Alto Adige la sostanza stupe-
le tra le più basse. Mediamente in Italia tale   facente illegale maggiormente consumata
prevalenza è del 42%.                            risulta essere la cannabis (si stima che circa
Il 55% dei trentini in eccesso ponderale ha      l’11% della popolazione tra i 15 e i 64 anni
ricevuto il consiglio di perdere peso da parte   abbia consumato cannabis nell’anno prece-
di un medico o di un altro operatore sani-       dente l’inchiesta).
tario; in particolare ha ricevuto questo con-    La prevalenza di uso problematico di so-
siglio il 47% delle persone in sovrappeso e      stanze stupefacenti in Trentino viene sti-
l’80% delle persone obese.                       mata essere di 6,5 persone ogni mille resi-
Il 98% dei trentini tra i 18 e i 69 anni         denti di età compresa tra i 15 e i 64 anni,
mangia frutta e verdura almeno una volta         corrispondenti a circa 2.400 persone, di cui
al giorno: il 43% tre-quattro porzioni al        1.600 consumatori problematici di oppia-
giorno e solo il 16% le cinque porzioni rac-     cei e 800 consumatori problematici di sti-
comandate (valore comunque nettamente            molanti (principalmente cocaina).
superiore alla media nazionale del 10%).         Mentre i valori di consumo stimati in
Non si registrano differenze nel tempo o tra     Trentino-Alto Adige si sovrappongono so-
distretti.                                       stanzialmente alla media nazionale, i valori
                                                 stimati di uso problematico risultano infe-
                                                 riori alla media nazionale (8,5 persone ogni
                                                 1.000 abitanti).
Consumo di alcol

Nel periodo 2008-2011, in provincia di
Trento, oltre un terzo (36%) degli adulti        Gioco d’azzardo
di 18-69 anni non beve alcolici e il 38%
consuma alcol in maniera moderata. Il 17%        Dai dati IPSAD del 2010 emerge che cir-
della popolazione adulta beve alcol fuori pa-    ca il 42% della popolazione residente in
sto, il 5,5% consuma abitualmente quantità       Trentino-Alto Adige tra 15 e 64 anni abbia
elevate di alcol e il 13% è un bevitore binge.   giocato puntando soldi. Il gioco è più diffu-
Per il 26% il consumo è a maggior rischio,       so tra gli uomini (52%) rispetto alle donne
definito dalla presenza di almeno uno delle      (33%), inoltre l’11% degli uomini e il 6%
modalità a rischio (quantità elevata o binge     delle donne riferisce di avere l’impulso a gio-
o fuori pasto).                                  care somme di denaro sempre più consisten-
Si stima quindi che circa 20.000 trentini        ti, mentre l’11% degli uomini e il 4% delle
adulti consumano abitualmente alcol in           donne cerca di tenere nascosta l’entità del
modo elevato, circa 47.000 siano bevitori        proprio coinvolgimento nel gioco.
binge e circa 93.000 siano consumatori a         Negli ultimi 12 mesi tra gli studenti trentini
maggior rischio.                                 il 64% dei ragazzi e il 50% delle ragazze ha

                                                                                            183
praticato giochi in cui si puntano soldi. Tra     la prevenzione, cura e riabilitazione, nei re-
chi gioca, il 12% dei ragazzi e il 7% delle ra-   sidenti in provincia di Trento sono stati 721,
gazze gioca frequentemente (20 volte e più),      che rappresentano il 16% dei decessi per
e il 26% risulta essere a rischio di diventare    tutte le cause e il 60% dei decessi per tutte
un giocatore problematico (il 18% a rischio       le cause entro i 75 anni. La mortalità evi-
minimo, l’8% a rischio moderato). Alla luce       tabile riguarda prevalentemente gli uomini
di questi dati si può desumere che una parte      per i quali i decessi evitabili sono il doppio
dei giocatori, soprattutto maschi, può essere     di quelli delle donne (483 vs. 238). Per le
considerato a rischio per lo sviluppo di pro-     età tra i 20 e i 39 anni, dove l’evento mor-
blemi legati al gioco.                            te evitabile è spesso legato a un incidente, il
                                                  rapporto è ancora più sfavorevole per gli uo-
                                                  mini, arrivando anche a 4-5 uomini morti
                                                  per ogni decesso di una donna.
Mortalità generale e principali cause di          Gli uomini sono soprattutto colpiti dai tu-
morte                                             mori maligni dell’apparato respiratorio e
                                                  dalle malattie ischemiche del cuore. Seguo-
Nel 2011 sono decedute 4.543 persone re-          no i decessi per tumori dell’apparato dige-
sidenti in provincia di Trento (di cui 2.402      rente e per incidente traumatico. Nelle don-
donne, pari al 53%), con un tasso di mor-         ne sono i tumori la principale causa di morte
talità dell’8,5‰, uno dei più bassi d’Italia      evitabile, in particolare i tumori dell’appara-
(il valore medio nazionale è 9,7‰). Il trend      to respiratorio (a conferma dell’aumento di
temporale del tasso grezzo per l’insieme del-     lungo periodo del tumore del polmone nel-
le cause di morte si mantiene stabilmente         le donne) e della mammella, a cui seguono
su livelli molto bassi, mai superiore al 9‰.      quelli del colon-retto.
Non emergono differenze nella distribuzio-        La prevenzione primaria è la misura di in-
ne territoriale della mortalità.                  tervento con maggiore impatto potenziale
Le principali cause di morte per tutte le         sul numero di decessi evitabili (414 pari al
età sono le malattie cardiovascolari (1.656;      57,4% del totale).
36,5%) e i tumori (1.487; 32,7%) che assie-
me rappresentano quasi il 70% dei decessi.
Tre le malattie cardiovascolari primeggiano
le malattie ischemiche del cuore, le cardio-      Anni di vita persi
patie ischemiche croniche e gli infarti mio-
cardici acuti. Tra i tumori prevalgono in         Nel corso del 2011 a causa di morti evitabi-
generale quelli polmonari, del colon-retto e      li, sono andati perduti quasi 17.000 anni di
del pancreas; per le donne è il tumore della      vita, 23,5 anni a decesso. Il 62% di questi
mammella a provocare più morti. Le altre          anni sono andati persi per decessi di uomini,
cause di morte seguono in misura sostanzial-      il 38% di donne.
mente minore: tra esse ci sono le malattie        Tra le cause di morte evitabile quella che to-
del sistema respiratorio (319; 7,0% – prin-       glie il maggior numero di anni tra gli uomi-
cipalmente broncopneumopatia cronica              ni sono i traumatismi (23% degli anni persi
ostruttiva e polmoniti) e i traumatismi (200;     totali; 32,5 anni per decesso), di questi un
4,4% – tra cui fratture del femore tra gli ul-    terzo sono incidenti stradali (8%; 37,2 anni
tra 65enni e traumatismi multipli dovuti a        persi). Seguono i tumori maligni al polmone
incidenti stradali).                              (18%; 18,0 anni per decesso) e le malattie
                                                  ischemiche del cuore (16%; 19,5 anni per
                                                  decesso). Per le donne sono i tumori maligni
                                                  della mammella a togliere il maggior numero
Mortalità evitabile e principali cause di         di anni di vita (22%; 28,3 anni per decesso),
morte precoce                                     poi i tumori del polmone (17%; 22,4 anni
                                                  per decesso) e quelli del colon-retto (14%;
Applicando la metodologia ERA dell’Isti-          25,7 anni per decesso). I traumatismi per le
tuto Superiore di sanità, nel 2011 i decessi      donne rappresentano il 9% degli anni persi,
evitabili con miglioramenti nell’ambito del-      però per ogni decesso vengono persi oltre 40

184
anni di vita. Gli anni di vita persi per suici-   essere sensibilmente ridotti/azzerati da in-
dio rappresentano, nei due generi, il 7% del      terventi preventivi di sanità pubblica volti a
totale degli anni persi (più degli incidenti      contrastare i principali fattori di rischio.
stradali) con quasi 35 anni persi per decesso.

                                                  Tumori
Malattie cardiovascolari
                                                  In provincia di Trento ogni anno si amma-
In Trentino le malattie cardiovascolari rap-      lano di tumore maligno (esclusi i carcinomi
presentano, insieme ai tumori, la prima cau-      della cute) circa 2.600 persone, più di sette
sa di morte: nel 2011, 1.656 trentini sono        persone al giorno. Per oltre la metà si trat-
morti per malattie cardiovascolari (pari al       ta di casi maschili (54%). Sia in Italia che
37% di tutti i decessi; 40% negli uomini e        in Trentino, escludendo i carcinomi della
32% nelle donne). Importante sottolineare         cute, i tumori più frequenti sono quelli del
che le malattie cardiovascolari sono anche        polmone, della mammella, del colon-retto e
una tra le più significative cause di morta-      della prostata.
lità precoce evitabile (22% di tutti i decessi    La frequenza con cui ogni anno in Italia
evitabili; 24% negli uomini, 18% nelle don-       vengono diagnosticati i tumori (escluden-
ne) e sono responsabili del 19% del totale di     do i carcinomi della cute) è in media di 7
anni di vita persi prematuramente con circa       nuovi casi ogni 1.000 uomini (690 casi ogni
20 anni persi per ogni decesso.                   100.000 abitanti/anno) e di circa 6 casi ogni
La parte più importante di questa mortalità       1.000 donne (554 casi ogni 100.000 abitan-
evitabile è dovuta alle malattie ischemiche       ti /anno); leggermente più bassi sono i dati
del cuore che appartengono all’insieme delle      trentini: meno di 6 nuovi casi ogni 1.000 uo-
patologie che sono sensibilmente condizio-        mini (585 casi ogni 100.000 abitanti/anno)
nate dagli stili di vita e che quindi possono     e meno di 5 nuovi casi ogni 1.000 donne
essere consistentemente ridotte attraverso la     (479 casi ogni 100.000 abitanti/anno).
prevenzione primaria.                             I tassi di incidenza, in entrambi i generi, non
Le malattie cardiovascolari non sono sola-        evidenziano differenze tra i distretti sanitari.
mente una delle principali cause di morte,        Come in Italia, anche in provincia di Trento
ma sono anche il primo motivo di ricovero         i tumori sono la seconda causa di morte (nel
in ospedale. Nel 2011 hanno, infatti, cau-        2011 rappresentano il 33% di tutti i decessi)
sato 13.005 ricoveri (pari al 15% di tutti i      considerando la popolazione generale, ma
ricoveri) per complessivamente 124.000            diventano la prima per gli uomini (38%) e
giorni di ricovero e poco più di 3.000 acces-     per le persone di età compresa tra i 35 e i
si in day hospital (tasso grezzo di ospedaliz-    74 anni, età in cui oltre una persona su due
zazione per malattie cardiovascolari: 24 per      muore per tumore (57%). La prima causa di
1.000 abitanti). Anche considerando solo i        morte oncologica è il tumore del polmone
ricoveri per acuti (86%), escludendo quindi       per gli uomini e quello della mammella per
i ricoveri in lungodegenza e riabilitazione,      le donne. I tumori rappresentano anche la
le giornate di degenza sono state comunque        parte più consistente della mortalità evitabi-
più di 82.000 (20% del totale) e gli accessi      le. Nel 2011 in provincia di Trento di tutti i
in day hospital circa 2.600 (4% del totale).      decessi evitabili, il 50% di quelli maschili e
Le malattie cardiovascolari rappresentano         ben il 67% di quelli femminili sono dovuti
dunque la patologia che di gran lunga assor-      a cause tumorali, per un totale di 8.652 anni
be il maggior numero di giorni trascorsi in       di vita persi: 19 anni a decesso per gli uomi-
ospedale dai residenti trentini. Applicando       ni, 25 anni per le donne.
la metodologia ERA risulta che circa un ri-
covero su 5 è da considerarsi potenzialmente
inappropriato e circa un ricovero su 10 po-
tenzialmente prevenibile. A causa di malattie     Screening del tumore del collo dell’utero
cardiovascolari, ogni anno circa 100 decessi,
1.300 ricoveri e 7.300 giornate di degenza        In Trentino vengono diagnosticati ogni anno
di persone potenzialmente sane potrebbero         circa 14 nuovi casi di tumore della cervice

                                                                                              185
uterina (tasso grezzo: 5,7 casi ogni 100.000      denza negli uomini e al secondo nelle don-
donne). L’incidenza in provincia di Trento        ne. In provincia di Trento sono diagnosticati
è inferiore rispetto al dato medio nazionale.     ogni anno, complessivamente per uomini e
La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è        donne, circa 330 nuovi casi di tumore del co-
del 66%, in linea con i valori medi italiani.     lon-retto (tasso grezzo: 78 casi ogni 100.000
Nel triennio (round di screening) 2008-           uomini e 56 casi ogni 100.000 donne). La
2010 sono state invitate a eseguire il Pap-test   sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è circa
circa 96.000 donne trentine, per un’esten-        del 60% sia per gli uomini che per le donne,
sione dell’67%. L’adesione all’invito è risul-    valori del tutto analoghi a quelli italiani.
tata piuttosto contenuta: circa una donna su      Come atteso, sia per la novità dello scree-
due (55%) esegue il Pap-test all’interno del      ning (avviato alla fine del 2007), sia per
programma di screening dopo aver ricevuto         l’ampiezza non ordinaria del round, la co-
l’invito. Questa percentuale però sale note-      pertura mostra una notevole crescita nel
volmente se si considera la copertura (cioè le    quadriennio 2008-2011, fino ad arrivare al
donne che eseguono almeno un Pap-test en-         62% dei trentini che hanno eseguito il test
tro l’intervallo raccomandato di tre anni, in-    di screening nell’intervallo raccomandato.
dipendentemente se all’interno o al di fuori
del programma di screening) che raggiunge
l’81%, a conferma di una consistente attivi-
tà spontanea da parte delle donne trentine.       Malattie respiratorie

                                                  Le malattie respiratorie rappresentano in
                                                  Italia la terza causa di morte dopo le ma-
Screening del tumore della mammella               lattie cardiovascolari e neoplastiche, con
                                                  circa 40.000 decessi all’anno pari al 7%
Come nelle altre parti d’Italia, anche in         della mortalità generale (dati ISTAT 2009).
Trentino il cancro della mammella è la neo-       Anche in Trentino le malattie del sistema
plasia più frequente, rappresentando circa        respiratorio si trovano al terzo posto come
un quarto dei tumori femminili. In provin-        causa di morte (nel 2011 si sono verificati
cia di Trento sono diagnosticati ogni anno        319 decessi per malattie respiratorie, il 7%
circa 370 nuovi casi di tumore della mam-         della mortalità generale, principalmente per
mella (tasso grezzo: 146 casi ogni 100.000        BPCO e polmoniti).
donne). La sopravvivenza a 5 anni dalla           L’8% degli adulti tra 18 e 69 anni di età e
diagnosi è dell’87% circa, valore che non si      residenti in Trentino riferisce di aver avu-
discosta dal dato medio italiano.                 to una diagnosi di bronchite cronica, asma
Nel biennio (round di screening) 2009-2010        bronchiale, enfisema o insufficienza respira-
sono state invitate a eseguire una mammo-         toria (questa prevalenza è identica a quella
grafia di screening circa 60.700 trentine, per    stimata a livello nazionale). Si può dunque
un’estensione pari al 96%, vale a dire che        stimare che in provincia di Trento ci siano
praticamente tutta la popolazione target ha       poco più di 28.000 adulti con diagnosi di
ricevuto una lettera d’invito. La risponden-      malattia respiratoria cronica. Nel 2011 le
za all’invito è molto buona poiché ogni 100       malattie respiratorie sono state causa di
donne invitate 79 si sono presentate a fare la    5.583 ricoveri (pari al 6% di tutti i ricoveri)
mammografia. La copertura è di poco supe-         di residenti in provincia di Trento, per un
riore e pari all’80%, a indicare come poche       totale di quasi 47.000 giornate di ricovero e
donne prediligano il percorso preventivo in-      di poco più di 2.000 accessi in day hospital
dividuale e privato.                              (tasso grezzo di ospedalizzazione per malat-
                                                  tie respiratorie: 11 per 1.000 abitanti). La
                                                  quasi totalità dei ricoveri è per acuti (97%).
                                                  Sono più di 23.000 (pari al 54% del tota-
Screening del tumore del colon-retto              le) le giornate di ricovero che possono essere
                                                  efficacemente contrastate migliorando l’assi-
In Trentino, come in Italia, i tumori del co-     stenza fuori dall’ospedale, cioè attraverso un
lon-retto si collocano al terzo posto per inci-   miglior controllo dei casi acuti con un più

186
efficace uso della medicina di base e di quel-       pronto soccorso (l’8,3% di tutti gli accessi
la specialistica, e una corretta gestione delle      per traumi) e 435 ricoveri ospedalieri, di cui
cronicità per impedire complicanze.                  due terzi a carico di uomini.
                                                     La grande maggioranza dei trentini ha un
                                                     comportamento responsabile alla guida di
                                                     automobili e moto, non bevendo più di due
Diabete                                              bicchieri nell’ora prima di mettersi alla gui-
                                                     da (90%) e mettendosi sempre la cintura di
La prevalenza del diabete in provincia di            sicurezza sui sedili anteriori (93%) e il casco
Trento è stimata di poco superiore al 3%,            (96%). L’uso della cintura posteriore è meno
per un totale, nel 2011, di circa 19.000 per-        frequente, tuttavia oltre un terzo dei trenti-
sone malate di diabete (3,5% stime ISTAT             ni la usa sempre (38%). I giovani risultano
sull’intera popolazione; 3,3% stime del si-          generalmente prudenti per quanto riguarda
stema di monitoraggio PASSI sulla popola-            alcol e guida ma sono anche più esposti al
zione in età 18-69 anni; 3,5% analisi delle          rischio di incidente. Una minoranza (10%
esenzioni ticket per diabete in provincia di         dei guidatori) mette ancora a rischio la pro-
Trento). Il dato medio nazionale di preva-           pria vita (e quella degli altri) guidando anche
lenza del diabete è di circa il 5%, superiore        quando è sotto effetto dell’alcol. Il trend in
in modo significativo al dato trentino. Nel          diminuzione di questo fenomeno e la fre-
2011 i ricoveri (per acuti) di trentini a causa      quenza minore tra i più giovani documenta
del diabete sono stati quasi 700 e rappresen-        la crescente consapevolezza nella popolazione
tano il 38% di tutti i ricoveri per malattie en-     trentina (e italiana) rispetto alla pericolosità
docrine, nutrizionali e metaboliche. Si tratta       e irresponsabilità di questo comportamento.
di ricoveri da considerarsi inappropriati che        I controlli con etilotest risultano incremen-
sommano 3.500 giornate di degenza contra-            tati rispetto al passato, rimane comunque
stabili con un più efficace uso della medi-          un ulteriore margine di miglioramento nella
cina di base e di quella specialistica e una         diffusione delle pratiche di prevenzione e di
corretta gestione della patologia a impedire         contrasto efficaci.
complicanze. Nel 2011 i decessi per diabete
sono stati 121, in 18 casi (il 15% dei decessi
per diabete) si tratta di decessi evitabili, ossia
occorsi prima dei 75 anni ed evitabili gra-          Incidenti domestici
zie a misure efficaci in termini di assistenza
sanitaria propriamente detta. Gli anni persi         Nel corso del 2011 gli accessi al pronto soc-
dovuti ai 18 decessi precoci sono 320 (il 2%         corso per incidente domestico da parte di
di tutti gli anni persi per mortalità evitabile)     residenti trentini sono stati quasi 10.000
con circa 18 anni persi a decesso.                   interessando maggiormente bambini (di en-
                                                     trambi i generi) e anziani (soprattutto donne).
                                                     Per gli uomini gli infortuni accadono più
                                                     frequentemente in garage, cantina e cortile
Incidenti stradali                                   (27% degli infortuni) mentre stanno prati-
                                                     cando il “fai da te” (24%) o attività domesti-
Secondo i dati ISTAT, in Trentino nel 2011           che (14%). Sono causati principalmente da
si sono verificati 1.514 incidenti che hanno         cadute (25%), urti o schiacciamenti (18%) e
provocato 23 morti e 2.098 feriti. Dei 23            ferite da taglio e punta (8%).
morti, 17 erano di sesso maschile e 6 di sesso       Per le donne gli infortuni accadono soprat-
femminile, 18 erano conducenti, 3 traspor-           tutto in casa (in locali vari nel 22% dei casi,
tati e 2 pedoni. Un caso mortale si è verifi-        in cucina nel 15% e in bagno nel 5%) fa-
cato sull’autostrada, 15 sulle strade provin-        cendo attività domestiche (28%) e attività
ciali e 7 sulle strade urbane. Dei 2.098 feriti,     della vita quotidiana come igiene personale,
1.253 erano provocati da incidenti su stra-          mangiare, camminare ecc. (12%). Tra le di-
de urbane, 726 su strade provinciali, 71             namiche d’incidente maggiormente osserva-
sull’autostrada e 48 su strade extra-urbane.         te ci sono le cadute (40%) e gli urti o schiac-
Nel 2011 si sono registrati 5.787 accessi al         ciamenti (10%).

                                                                                                 187
Sebbene gli incidenti domestici siano un           infortuni: edilizia, metalmeccanica, lavo-
fenomeno molto ampio che, in termini di            razione del legno, agricoltura, sanità e tra-
esposizione, riguarda tutta la popolazione, la     sporti). Quasi due terzi (63%) dei lavoratori
percezione del rischio di subire un infortu-       trentini riceve informazioni sulla prevenzio-
nio in ambito domestico non è affatto diffu-       ne degli infortuni sul lavoro e/o delle malat-
sa, essendo la casa ritenuta generalmente un       tie professionali (media italiana 56%).
luogo sicuro.
Il 96% della popolazione adulta (18-69
anni) ritiene bassa o addirittura nulla la pro-
babilità di subire un incidente domestico.         Salute mentale
La scarsa consapevolezza di questo tipo di
rischio è più alta tra i trentini rispetto alla    Circa il 5% della popolazione residente in
popolazione media italiana (93%).                  Trentino, circa 17.000 persone, accusa sin-
                                                   tomi riferibili allo stato di depressione. Tale
                                                   prevalenza è leggermente più bassa della me-
                                                   dia nazionale (7%). I sintomi di depressione
Infortuni sul lavoro                               riguardano più frequentemente le persone
                                                   con malattie (uomini) che vivono sole (don-
Nel 2011 gli infortuni denunciati in Tren-         ne) e con difficoltà economiche (entrambi
tino sono 9.883 di cui 8.730 riguardanti il        i sessi). Non si osservano differenze tra i
settore industria, commercio e servizi, 957 il     quattro distretti sanitari e non emergono
settore agricoltura, mentre 196 sono le de-        cambiamenti nel tempo dal 2008 al 2011.
nunce di dipendenti statali. In 8 casi su 10       Una parte importante (36%) di persone
si tratta di infortuni di uomini e in oltre 2      con sintomi di depressione non comunica
casi su 10 di infortuni di cittadini stranieri.    a nessuno il proprio disagio. Un indicatore
Analogamente a quanto verificatosi in Ita-         di qualità dell’assistenza e dell’integrazione
lia anche in provincia di Trento le denunce        tra servizi ospedalieri e territoriali di salute
per infortunio sul lavoro vedono un trend          mentale è rappresentato dalla percentuale
in diminuzione, in particolare dal 2005. Nel       di ricoveri ripetuti, entro 7 giorni, entro 30
2011, per la prima volta, le denunce sono          giorni ed entro l’anno. In Trentino tali in-
state meno di 10.000.                              dicatori risultano migliori rispetto alle altre
Nell’ultimo decennio i dati ufficiali (INAIL e     regioni aderenti al network del sistema di
flussi correnti) riportano 98 infortuni mortali    valutazione della performance dei sistemi sa-
in occasione di lavoro e 24 in itinere. I setto-   nitari regionali (Basilicata, Liguria, Marche,
ri con maggior numero di infortuni mortali         provincia di Bolzano, Toscana, Umbria).
sono costruzioni (37%), agricoltura (18%)          Nell’ultimo quinquennio si sono registrati
e trasporti (12%). La perdita di controllo di      185 suicidi di residenti in provincia di Tren-
un mezzo di trasporto o di un’attrezzatura di      to, mediamente un po’ meno di 40 all’anno
movimentazione rappresenta la modalità più         (più degli incidenti stradali mortali) con dif-
frequente (36%) seguita dalla caduta di per-       ferenze annuali non significative dal punto
sona dall’alto (17%). È occorso sulla strada       di vista statistico. A commettere suicidio
il 29% degli infortuni. Complessivamente           sono tipicamente gli uomini (i decessi per
14 infortuni mortali sono riferiti a lavoratori    suicidio di uomini sono oltre 4 volte quelli
stranieri, di cui 4 avvenuti in itinere. In al-    di donne) e le persone anziane (un suicidio
tre parole circa un quarto dei decessi sono di     ogni tre è di persone oltre i 65 anni, uno
stranieri, a fronte del 10% di stranieri presen-   ogni cinque di ultra 74enni).
ti nella popolazione residente in Trentino.
I dati PASSI stimano che per gli anni 2010-
2011, il 17% dei lavoratori trentini considera
assente la possibilità di subire un infortunio,    Malattie infettive
il 59% bassa, il 22% alta e il 2% molto alta.
La percezione del rischio di subire un infor-      Nel 2011 in Trentino, il numero di notifi-
tunio è più alta nei lavoratori occupati nei       che di malattie infettive, in valore assoluto, è
settori “di interesse” (ossia più a rischio di     stato pari a 3.204 (+12% rispetto al 2010),

188
con un tasso di notifica corrispondente a          rosolia. Sono stati segnalati 6 casi di pertosse
599 casi per 100.000 abitanti. Le patolo-          (22 in meno rispetto al 2010), conseguenza
gie più frequenti notificate sono le malattie      della buona copertura vaccinale dei bambini
esantematiche infantili, in particolare la va-     vaccinati entro il 24° mese di vita (>95%) e
ricella, la scarlattina e il morbillo. Nel bien-   4 casi di rosolia frutto delle strategie contro
nio 2010-2011 un’epidemia di morbillo ha           la rosolia congenita messe in atto nella no-
interessato l’Europa con 40.000 casi segna-        stra provincia negli ultimi anni. La rosolia
lati, di cui 1.994 sono stati registrati in Ita-   rappresenta una patologia temibile se con-
lia. In Trentino sono stati notificati 563 casi    tratta durante la gravidanza in quanto può
di morbillo: oltre la metà di essi ha colpito      determinare, oltre alla morte del feto, la
persone adulte (di età compresa tra 15 e 34        comparsa di gravi malformazioni.
anni), il 35% dei casi si è verificato nella fa-   In Trentino è stato attivato nel biennio
scia d’età 5-14 anni e il 5% nella fascia d’età    2010-2011 un programma di vaccinazione
0-4 anni, a conferma della necessità di pro-       antirosolia nei confronti delle puerpere non
muovere azioni finalizzate al miglioramen-         immuni, presso i Punti nascita. Su 4.097
to delle coperture vaccinali non solo negli        donne che hanno partorito nel 2011 pres-
adolescenti. In Trentino sono stati raggiunti      so i punti nascita provinciali, 276 (pari al
importanti livelli di copertura vaccinale per      5,7%) sono risultate non immuni nei con-
morbillo (89,1% per la coorte dei nati nel         fronti della rosolia e 111 di esse sono state
2009) senza però raggiungere l’obiettivo ot-       vaccinate prima della dimissione.
timale (>95%) necessario per ottenere l’eli-
minazione della malattia.
Seguono, in termini di frequenza, le patolo-
gie gastrointestinali tra cui meritano atten-
zione le salmonellosi non tifoidee, impor-
tante problema di sanità pubblica, essendo
le salmonelle tra i microrganismi patogeni
più frequentemente responsabili di epide-
mie di origine alimentare.
Tra le patologie significative in termini di
gravità clinica sono state segnalate la tuber-
colosi, l’HIV/AIDS, le meningiti e le ma-
lattie invasive batteriche. In Trentino l’an-
damento delle nuove infezioni da HIV è
stazionario (circa 30 casi/anno) e la modalità
di trasmissione prevalente è quella eteroses-
suale (45,7%), come nel resto d’Italia. L’an-
damento dei casi di AIDS (1-4 casi/anno) è
stazionario negli ultimi 3 anni.
Il Trentino è un’area a bassa endemia per
malattia tubercolare: il numero dei casi di
malattia segnalati (24 casi nel 2011) è so-
vrapponibile a quelli delle altre regioni del
nord Italia.
Nel 2011 sono stati registrati 6 casi di me-
ningite batterica, di cui 1 da emofilo (che
ha interessato la fascia d’età 25-64 anni), 4
da pneumococco (che hanno interessato la
fascia d’età 25-64 anni) e 1 da meningococ-
co (che ha interessato la fascia d’età 15-24
anni).
Tra le malattie prevenibili con la vaccina-
zione si conferma nel 2011 una situazione
di contenimento sia della pertosse che della

                                                                                               189
Tabella riassuntiva dei problemi emersi dal profilo

        Il Trentino   Ambito                  Problematica                                  Argomento
e le sue caratteri-
   stiche generali                                                                           Sostegno a sottogruppi di popola-
                                              Invecchiamento della popolazione
                      Territorio e                                                           zioni con bisogni particolari
                      popolazione residente   Diritto alla salute della popolazione          Sostegno a sottogruppi di popola-
                                              immigrata                                      zioni con bisogni particolari
                                              Livello di emissioni di CO2                    Riscaldamento globale
                                                                                             Inquinamento atmosferico - seden-
                      Ambiente                Traffico autoveicolare
                                                                                             tarietà
                                              Utilizzo pesticidi                             Agricoltura
                                              Disoccupazione (giovanile) in aumento          Occupazione
                                              Disuguaglianza di genere nell’occupa-
                                                                                             Diritti delle donne
                      Lavoro                  zione
                                              Incremento del lavoro a termine e di
                                                                                             Diritti dei lavoratori
                                              contratti atipici
                                              Presenza di famiglie con molte difficoltà
                                                                                             Disuguaglianza sociale
                                              economiche
                      Povertà
                                              Maggiori problemi di salute tra la popo-
                                                                                             Disuguaglianza sociale nella salute
                                              lazione meno abbiente
                                                                                             Sostegno a sottogruppi di popola-
                                              Persone con basso grado di istruzione
                                                                                             zioni con bisogni particolari
                                              Prevalenza di giovani con diploma univer-
                      Istruzione                                                        Promozione dell’istruzione superiore
                                              sitario lontana dagli obbiettivi europei
                                              Prevalenza più elevata di donne tra chi
                                                                                             Diritti delle donne
                                              non lavora e non studia
   Comportamenti      Ambito                  Problematica                                   Argomento
     e condizioni
 legati alla salute                           Sedentarietà in leggero aumento                Stili di vita
                                              Scarsa consapevolezza del rischio e scar-
                                              sa qualità dell’autopercezione del livello Stili di vita
                      Attività fisica         di attività fisica
                                              Consigli dei medici poco frequenti             Qualità dell’assistenza
                                              Disuguaglianza sociale nella sedentarietà      Disuguaglianza sociale nella salute
                                              Percentuale di fumatori stabile nel tempo Stili di vita
                                              Consigli dei medici poco frequenti             Qualità dell’assistenza
                      Fumo di sigaretta       Disuguaglianza sociale nello stato di
                                                                                             Disuguaglianza sociale nella salute
                                              fumatore
                                              Fumatori volenterosi di smettere non
                                                                                             Stili di vita
                                              ricevono adeguato sostegno
                                              Scarsa qualità dell’autopercezione del
                                                                                             Stili di vita
                                              sovrappeso
                                              Consigli dei medici poco frequenti prima
                                                                                             Qualità dell’assistenza
                                              dell’istaurarsi dell’obesità
                      Stato nutrizionale      Disuguaglianza sociale nell’eccesso
                                                                                             Disuguaglianza sociale nella salute
                      e alimentazione         ponderale
                                              Scarso consumo delle 5 porzioni giorna-
                                                                                             Stili di vita
                                              liere di frutta e verdura
                                              Scarsità di interventi di sanità pubblica sul
                                                                                            Stili di vita
                                              contesto di vita e di lavoro obesogenico

                      190
Elevata percentuale di bevitori a rischio   Stili di vita
Consumo di alcol
                        Consigli dei medici molto rari              Stili di vita
Consumo di sostanze     Scarso/assente presenza di gruppi di
                                                                    Qualità dell’assistenza
illegali                auto-mutuo aiuto
Gioco d’azzardo         Aumento dei giocatori problematici          Dipendenze

Ambito                  Problematica                                Argomento                              Le principali
                                                                                                           problematiche
                        Mortalità evitabile da interventi di pre-                                          di salute
                                                                    Prevenzione e qualità dell’assisten-
Mortalità               venzione e di maggiore qualità assisten-
                                                                    za
                        ziale
                        Mortalità evitabile e ricoveri inappropria- Prevenzione e qualità dell’assisten-
                        ti e evitabili                              za
Malattie
                        Scarsa applicazione della carta del         Prevenzione e qualità dell’assisten-
cardiovascolari
                        rischio                                     za
                        Fattori di rischio comportamentali          Stili di vita
                                                                    Prevenzione e qualità dell’assisten-
                        Mortalità evitabile e ricoveri evitabili
                                                                    za
                        Fattori di rischio comportamentali          Stili di vita
Tumori                  Non rispetto dell’intervallo temporale tra
                        un PAP test e l’altro (tutti gli anni invece Qualità dell’assistenza
                        di ogni 3 anni)
                        Inviti non tempestivi al secondo round
                                                                    Organizzazione screening
                        dello screening colon retto
                        Elevata presenza di fattori di aggrava-
                                                                    Stili di vita
Malattie respiratorie   mento nei pazienti con BPCO
                        Ricoveri inappropriati                      Qualità dell’assistenza
                        Disuguaglianza sociale nella prevalenza
                                                                    Disuguaglianza sociale nella salute
                        di diabete
Diabete
                        Mortalità evitabile e ricoveri inappro-
                                                                    Prevenzione e qualità dell’assitenza
                        priati
                        Persone con sintomi di depressione non
                                                                    Stigma sociale
                        si rivolgono a nessuno per aiuto
Salute mentale
                        Disuguaglianza sociale nella prevalenza
                                                                    Disuguaglianza sociale nella salute
                        di depressione
                        Scarso uso della cinture posteriori         Prevenzione traumi e ferite
Sicurezza stradale
                        Pochi controlli con etilotest               Prevenzione traumi e ferite
Infortuni domestici     Scarsa percezione del rischio               Prevenzione traumi e ferite
                        Lavoratori immigrati spesso vittime di      Prevenzione traumi e ferite
                        infortuni                                   Disuguaglianza sociale nella salute
Infortuni sul lavoro
                        Infortuni mortali in occasione di lavoro
                                                                    Prevenzione traumi e ferite
                        non tutelato da INAIL
                        Insufficiente copertura vaccinale per il
                                                                    Profilassi vaccinale
                        morbillo
                        Insufficiente copertura vaccinale
Malattie infettive      per l’influenza negli anziani e             Profilassi vaccinale
                        nei soggetti a rischio
                        Coperture vaccinali in calo                 Profilassi vaccinale
                        Bassa copertura con vaccino HPV             Profilassi vaccinale

                                                                                                     191
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