Abstract per il Premio Bernardo Nobile - Edizione 2012
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Abstract per il Premio Bernardo Nobile - Edizione 2012 Computational and crystallographic studies of zinc-containing enzyme inhibition Antonella Di Pizio Le metalloproteinasi giocano un ruolo importante in svariati processi fisio- logici e patologici, rappresentando, così, interessanti target terapeutici. In modo particolare, il lavoro di tesi presentato è stato focalizzato sulle Metalloproteinasi di Matrice (MMP) e sull’Anidrasi Carbonica II (CA II). MMP Le MMP sono zinco-proteasi implicate nella degradazione della matrice ex- tracellulare. Vengono overespresse in patologie quali cancro, infiammazioni croniche, aterosclerosi, etc.1 Proprio per l’accertato coinvolgimento delle MMP in numerosi processi patologici molti gruppi di ricerca si sono concentrati nella ricerca di inibitori per questi enzimi. La maggior parte degli inibitori noti contiene un gruppo legante lo zinco (GLZ)2 , responsabile dell’attività ma anche della scarsa selettività di questi composti e, di conseguenza, degli effetti collaterali riscontrati durante le prove cliniche. Recentemente sono stati brevettati per l’MMP-3, MMP-8, -12 and -13 nuovi inibitori che, pur non contenendo il GLZ, hanno mostrato una migliore selettività, un migliore profilo farmacocinetico e una migliore biodisponibilità. Questi promettenti risultati hanno aperto una nuova strada per lo sviluppo di inibitori delle MMP da utilizzare in terapia. L’oggetto di studio del mio dottorato si è concentrato su questa classe di inibitori, andando ad analizzare il processo di legame di questi composti con le MMP target e cercando nuove classi strutturali. Il lavoro sperimentale è stato preceduto da un’ampia ricerca bibliografica per coprire tutto lo stato dell’arte a disposizione sulle MMP. Il frutto di questa ricerca è riportato nel secondo capitolo della tesi, dal titolo Matrix Metallo- proteinases (MMPs). Questo capitolo è diviso in due sezioni, MMP en- zyme system e Matrix Metalloproteinase Inhibitors (MMPIs): nella prima parte sono riportate le principali informazioni sugli enzimi oggetto di studio a partire dalle loro funzioni, alla loro stuttura e meccanismo d’azione; mentre nella seconda sezione è stata focalizzata l’attenzione sugli inibitori sviluppati, partendo dai primi composti peptidici (inibitori di prima gene- razione) fino ad arrivare ai più recenti (composti contenenti nuovi gruppi leganti lo zinco e inibitori di terza generazione). Su queste ultime classi di 1
composti è stata dedicata un’attenzione particolare: sono stati riportate le strutture e l’attività di tutti i nuovi composti pubblicati, sia in articoli che in brevetti, in modo da sottolineare ed evidenziare le proprietà strutturali che ne determinano la potenza e la selettività. I principali progetti di ricerca, qui di seguito sintetizzati, sono riportati nel terzo, quarto e quinto capitolo della tesi. • Il capitolo terzo, dal titolo Virtual screening aimed at the identi- fication of non-zinc-binding MMP-2 inhibitors, riporta uno screening virtuale finalizzato all’identificazione di inibitori di terza generazione per l’MMP- 2. Questo progetto è partito dall’osservazione che molte interazioni istaurate da inibitori non leganti lo zinco con l’MMP-8 potrebbero mantenersi anche nell’MMP-2. Queste possibili interazioni sono state utilizzate per costruire un modello farmacoforico, che combinato al docking, è stato usato per lo screening virtuale. In particolare, il farmacoforo è stato costruito basandoci sulla struttura di un composto recentemente brevettato come inibitore delle MMP5 e poi co-cristallizzato con la MMP-86 . Un database di circa 300000 composti è stato preparato generando tautomeri, protomeri e stereoisomeri e filtrato per proprietà: la nota Regola del cinque di Lipinski3 è stata usata per predire la biodisponibilità orale, ma anche altre importanti proprietà sono state usate per questo filtro, come la “polar surface area” (PSA) e il numero di legami rotabili4 . Le strutture risultanti sono state poi sottoposte allo screening viruale. 24 composti sono stati selezionati e testati con saggi di inibizione enzimatica. Da questo screening 3 hits, con peso molecolare da 284 a 385 g/mol, hanno mostrato un’attività micromolare nei confronti dell’MMP-2 e dell’MMP-13 e una certa selettività verso l’MMP-8. Le tre hits, avendo una differente struttura e un basso peso molecolare, sono canditati idonei per un futuro lavoro di ottimizzazione fornendo l’opportunità di sviluppare attivi e selettivi inibitori anche per l’MMP-2, un target implicato nella cancerogenesi e quindi di rilevante importanza per la terapia antitumorale. • Il capitolo quarto, dal titolo An integrated computational approach for interpreting activity of known third generation MMP inhibitors, descrive l’utilizzo di approcci computazionali per interpretare l’attività di ini- bitori non leganti lo zinco per l’MMP-2. In questo lavoro abbiamo cercato di analizzare il processo di inibizione dell’MMP-2 da parte di alcuni inibitori non leganti lo zinco7 , utilizzando tecniche computazionali quali docking, dinamica molecolare, integrazione termodinamica e calcoli quanto-meccanici. Le simu- lazioni di dinamica molecolare ci hanno rivelato l’effetto meccanico-dinamico prodotto dai ligandi nell’enzima, non analizzabile con il semplice docking. Lo scopo finale delle simulazioni è stato quello di stimare l’energia di legame per i 2
complessi formati dai ligandi analizzati con l’MMP-2. L’integrazione termodi- namica, insieme a studi quanto-meccanici, ci ha fornito un quadro completo sul processo di legame tra i ligandi studiati e l’MMP-2 e una interpretazione per la loro attività. • Il capitolo quinto, dal titolo Combined FLAP Model to identify structurally diverse hits using published non-zinc-binding MMP-13 inhibitors, è un lavoro computazionale che ha combinato l’approccio “ligand- based” e quello “structure-based” per identificare inibitori non leganti lo zinco per l’MMP-13. Il modello computazionale usato in questo lavoro è stato generato con FLAP (Fingerprint for Ligands And Proteins)8 , un software basato sui campi di interazione molecolare9 , e utilizzando una collezione di circa 200 inibitori non leganti lo zinco noti per l’MMP-13, pubblicati sia su articoli che su brevetti10 . Il modello ottenuto è altamente predittivo, assicurando anche un arricchimento in diversità nella selezione. Inoltre ci ha permesso di utilizzare una grossa libreria di molecole per lo screening virtuale. Un database di circa 1000000 composti è stato filtrato per proprietà farmacocinetiche a circa 700000 molecole che sono state poi sottoposte al nostro modello. I 16 composti selezionati sono stati testati con saggi di inibizione enzimatica, che sono ancora in corso. CA II Le Anidrasi Carboniche sono zinco-enzimi presenti in tutti gli eucarioti e in molti batteri. Catalizzano l’idratazione del diossido di carbonio in bicarbonato e con tale funzione sono implicati in importanti ruoli fisiologici e in svariate patologie.11 Inibitori di tali enzimi sono perciò di grande interesse. Nel lavoro di tesi, nuovi composti sulfamidici sono stati analizzati tramite cristallografia per determinare il modo in cui essi si legano alla CA II. La cristallografia macromolecolare è fondamentale per lo sviluppo di potenti inibitori, costituendo un supporto essenziale per la progettazione di farmaci basata sulla struttura del target. Il progetto di ricerca è stato svolto nell’Università di Marburg (Germania) nel laboratorio del Prof. G. Klebe ed è riportato nel sesto capitolo della tesi. • Nel sesto capitolo, dal titolo High resolution crystal structures of Carbonic Anhydrase II complexed with novel sulfamide binders, è esposto il lavoro che ha portato all’ottenimento dei complessi tra l’Anidrasi Carbonica II e nuovi leganti sulfamidici. Le strutture X-ray della CA II in complesso con cinque nuovi composti sulfamidici sono state determinate a un’alta risoluzione (da 0.98 a 1.05 Å). Le pose di legame osservate per 3
questi ligandi dentro l’enzima sono molto simili: questi composti si legano allo Zn2+ con l’azoto sulfamidico, inserendo la porzione idrofobica in una tasca idrofonica e stabilendo legami idrogeno con la Thr199 e la Thr200. Oltre a indicare le interazioni chiave per l’attività nei confronti della CA II, le strutture cristallografiche ci hanno fornito una importante informazione riguardo al ruolo essenziale delle molecole d’acqua nel sito di legame. Comunque, le strutture cristallografiche devono essere ancora rifinite e solo al termine di questo lavoro sarà possibile fare un’analisi più dettagliata. Bibliografia Selezionata 1. Whittaker M. et al. Design and Therapeutic application of matrix metallo- proteinase inhibitors Chem. Rev. 1999, 99, 2735-2776. 2. Dormán G. et al. Matrix metalloproteinase inhibitors: a critical appraisal of design principles and proposed therapeutic utility. Drugs 2010, 70, 949-964. 3. Lipinski C.A. et al. Experimental and computational approaches to estimate solubility and permeability in drug discovery and development settings. Adv Drug Deliv Rev 1997, 23, 3-25. 4. Veber D. F. et al. Molecular properties that influence the oral bioavailability of drug candidates. J Med Chem 2002, 45, 2615-2623. 5. Gege, C. et al. Heterobicyclic metalloprotease inhibitors. Patent Application WO 08/063668, 2008. 6. Pochetti, G. et al. Extra binding region induced by non zinc chelating inhibitors into the S1’ subsite of matrix metalloproteinase 8 (MMP-8). J Med Chem 2009, 52, 1040-1049. 7. a) Farrow, N. A. et al. Imidazopyridine compounds useful as MMP-13 inhibitors. Patent Application US 04/0171543, 2009. b) Heim-Riether, A. et al. Improving potency and selectivity of a new class of non-Zn-chelating MMP-13 inhibitors. Bioorg Med Chem Lett 2009, 19, 5321-5324. 8. Baroni M. et al. A common reference framework for analyzing/comparing proteins and ligands. Fingerprints for Ligands and Proteins (FLAP): theory and application. J Chem Inf Model 2007, 279-294. 9. Goodford P. J. A computational procedure for determining energetically favorable binding sites on biologically important macromolecules. J Med Chem 1985, 849-857. 10. a) Engel, C. K. et al. Structural basis for the highly selective inhibition of MMP-13. Chem Biol 2005, 12, 181-189. b) Johnson, A. R. et al. Discovery and characterization of a novel inhibitor of matrix metalloprotease-13 that reduces cartilage damage in vivo without joint fibroplasia side effects. J Biol 4
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