ABI - RISK, SUPERVISION E PROFITABILITY - IL CREDIT RISK MANAGEMENT TRA VIGILANZA PRUDENZIALE, NORMATIVA CONTABILE E TECNOLOGIE EMERGENTI - PWC
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ABI - Risk, Pietro Penza, PwC Supervision e Profitability Il credit risk management tra vigilanza prudenziale, normativa contabile e Le opinioni espresse nella presentazione tecnologie emergenti sono da attribuirsi esclusivamente al relatore e non alla società pwc.com/it
Indice Contesto di riferimento Il «fronte» regolamentare Il «fronte» contabile Il «fronte» emerging technologies/ advanced analytics Conclusioni finali Indice Contesto di riferimento Il «fronte» regolamentare 3 8 Il «fronte» contabile 15 Il «fronte» emerging technologies/ advanced analytics 30 Conclusioni finali 34 ABI - Supervision, Risk & Profitability 25 giugno 2019 PwC 2
Indice Contesto di riferimento Il «fronte» regolamentare Il «fronte» contabile Il «fronte» emerging technologies/ advanced analytics Conclusioni finali Contesto di riferimento ABI - Supervision, Risk & Profitability 25 giugno 2019 PwC 3
Indice Contesto di riferimento Il «fronte» regolamentare Il «fronte» contabile Il «fronte» emerging technologies/ advanced analytics Conclusioni finali La «guerra» del credit risk management • Il credit risk management si trova oggi impegnato in una «guerra» su tre fronti - fronte «normativa prudenziale» che sta imponendo una sempre maggiore standardizzazione delle metodologie dei modelli interni, anche a seguito del programma TRIM della BCE - fronte «contabile», che con l’adozione degli IFRS9 ha di fatto creato un «doppio binario» rispetto ai modelli interni regolamentari (IRB) - fronte «emerging technology/advanced analytics», dove si stanno sperimentando algoritmi diversi da quelli tradizionali che si poggiano su un patrimonio informativo molto diverso, per tipologia, fonti e «certificabilità», da quello utilizzato per i modelli regolamentari e contabili. • In questa guerra, come in tutte le guerre, per vincere occorre: - una strategia efficace - armamenti moderni in grado di attuare la strategia richiesta - un’infrastuttura logistica in grado di sostenere lo sforzo bellico. ABI - Supervision, Risk & Profitability 25 giugno 2019 PwC 4
Indice Contesto di riferimento Il «fronte» regolamentare Il «fronte» contabile Il «fronte» emerging technologies/ advanced analytics Conclusioni finali La «guerra» del credit risk management • In questo ambito: - le policies e i processi = la strategia - i modelli = gli armamenti - i dati = la logistica - lo sforzo bellico = investimenti in risorse umane, finanziarie e tecnologiche • Obiettivo della «guerra» è consentire alla banca di essere profittevole, con un RoE almeno in linea con il CoE (come richiesto dall’EBA), ed evitare la sconfitta (andare in risoluzione «sostanziale» per l’incapacità di generare utili anche sotto il peso degli NPL) • La storia ci insegna che una guerra condotta su 2+ fronti, a meno di essere l’iperpotenza del momento, normalmente si perde perché c’è un’eccessiva dispersione di risorse • Le banche si trovano a dover «scegliere» il fronte su cui concentrarsi in un contesto in cui non esiste la «soluzione dominante», ma quasi esclusivamente vincoli esogeni. ABI - Supervision, Risk & Profitability 25 giugno 2019 PwC 5
Indice Contesto di riferimento Il «fronte» regolamentare Il «fronte» contabile Il «fronte» emerging technologies/ advanced analytics Conclusioni finali Le «armi» del credit risk management: i modelli • Il doc SR-11-71 della FED sul Model Risk Management fornisce una definizione di modello: - model refers to a quantitative method, system, or approach that applies statistical, economic, financial, or mathematical theories, techniques, and assumptions to process input data into quantitative estimates - […] Models are simplified representations of real-world relationships among observed characteristics, values, and events - A model consists of three components: an information input component, which delivers assumptions and data to the model; a processing component, which transforms inputs into estimates; and a reporting component, which translates the estimates into useful business information. • Un aspetto fondamentale è dato dall’utilizzo dei modelli nell’ambito dei processi di business. L’utilizzo di modelli inevitabilmente espone la banca al c.d. “model risk” definito come il rischio di conseguenze avverse derivanti da decisioni basate su output dei modelli non corretti o utilizzati in modo inappropriato. Il “model risk” può derivare da due fattori fondamentali: - produzione di output “inaccurati” in relazione agli obiettivi e agli utilizzi di business che la banca si propone (ad esempio, teoria sottostante, scelta dei dati di stima, scelte degli algoritmi, implementazione nei sistemi informative etc…) - utilizzo inappropriato, ovvero al di fuori degli scopi per i quali il modello è stato definito, senza un’adeguata conoscenza e coscienza delle limitazioni intrinseche di ogni modello. 1 SR Letter 11-7 Board of Governors of the Federal Reserve System Office of the Comptroller of the Currency, SUPERVISORY GUIDANCE ON MODEL RISK MANAGEMENT, Agosto 2011 ABI - Supervision, Risk & Profitability 25 giugno 2019 PwC 6
Indice Contesto di riferimento Il «fronte» regolamentare Il «fronte» contabile Il «fronte» emerging technologies/ advanced analytics Conclusioni finali Le «armi» del credit risk management: i modelli • Un modello produce una stima (estimate) non un risultato deterministico: - 2 + 2 è un’operazione non un modello (il rischio associato è quindi relativo solo all’utilizzo dell’output ma non all’algoritmica sottostante) - il risultato di un modello (model output) è esso stesso una variabile casuale, che dipende dai dati e dall’algoritmica utilizzata. • Con riferimento ai tipici parametri di rischio utilizzati nell’ambito del credit risk management (PD, EAD e LGD) queste stesse sono variabili casuali (nel caso di PD ed LGD comprese fra zero ed 1) il cui valore medio è influenzato in modo determinante: - dalla tipologia e dalla qualità dei dati utilizzati nella stima - dalle metodologie di stima utilizzate (algoritmi) • La componente di model risk relative all’utilizzo da invece riferimento a due sottocategorie: - utilizzo dell’output di un modello fuori dal campo di applicazione per cui è stato costruito - il modello è utilizzato per lo scopo per cui è stato costruito ma non è “fit for purpose” ABI - Supervision, Risk & Profitability 25 giugno 2019 PwC 7
Indice Contesto di riferimento Il «fronte» regolamentare Il «fronte» contabile Il «fronte» emerging technologies/ advanced analytics Conclusioni finali Il «fronte» regolamentare ABI - Supervision, Risk & Profitability 25 giugno 2019 PwC 8
Indice Contesto di riferimento Il «fronte» regolamentare Il «fronte» contabile Il «fronte» emerging technologies/ advanced analytics Conclusioni finali I modelli interni regolamentari: sempre più regolamentari, sempre meno interni…. • Le GL dell’EBA prevedono requisiti dettagliati relativi a tutti gli aspetti che impattano lo sviluppo e l’utilizzo di modelli regolamentari, dai dati , alla metodologia all’utilizzo degli stessi. • In particolare, viene definita una possibile «struttura» dei modelli di rating (in particolare per la PD e la LGD) differenziando due fasi distinte: - la fase di model development, finalizzata a ottenere una differenziazione del rischio (c.d. «ranking») - la fase di calibrazione, finalizzata a quantificare il rischio EBA/GL/2017/16, Guidelines on PD estimation, LGD estimation and the treatment of defaulted exposures, pag. 10 ABI - Supervision, Risk & Profitability 25 giugno 2019 PwC 9
Indice Contesto di riferimento Il «fronte» regolamentare Il «fronte» contabile Il «fronte» emerging technologies/ advanced analytics Conclusioni finali …in quanto fortemente normati per quanto riguarda i dati, lo sviluppo dei modelli,…. “In principle, data used for model development is a selection of an appropriate sample which is highly representative of the application portfolio, and hence provides the best basis for effective risk differentiation. This sample should contain information on all relevant risk drivers.[….] In this case, the lack of sufficient representativeness cannot provide the basis for excluding the data from the calculation. Instead, any identified issues are assessed from the perspective of their influence on risk quantification and, if a bias in risk quantification is identified, it has to be addressed through an appropriate adjustment and margin of conservatism (MoC). […] The phase of calibration has an objective of assigning adequate levels of risk parameters to grades or pools, or, in the case of direct estimates on a continuous rating scale, to individual obligors or exposures. The adequate levels of PD should be reflective of the long-run average default rate, whereas adequate levels of LGD should be the higher of the LGD based on the long-run average LGD and the LGD reflective of the downturn conditions” EBA/GL/2017/16, Guidelines on PD estimation, LGD estimation and the treatment of defaulted exposures, pagg. 10-11 ABI - Supervision, Risk & Profitability 25 giugno 2019 PwC 10
Indice Contesto di riferimento Il «fronte» regolamentare Il «fronte» contabile Il «fronte» emerging technologies/ advanced analytics Conclusioni finali …e l’utilizzo per la gestione del credito (1/3) • La regolamentazione primaria (CRR) fa specifico riferimento al requisito di utilizzo dei modelli interni regolamentari ai fini dell’autorizzazione1: «i rating interni e le stime interne dei default e delle perdite utilizzati per il calcolo dei requisiti in materia di fondi propri, nonché i processi e i sistemi associati hanno una funzione essenziale nella gestione del rischio, nel processo decisionale, nell'autorizzazione dei crediti, nell'attribuzione interna del capitale e nelle funzioni di governo societario dell'ente;» • Tuttavia, coerentemente con i principi della regolamentazione (CRR e relative RTS dell’EBA) la supervisione consente una certa flessibilità nell’utilizzo dei parametri utilizzati a fini del calcolo dei requisiti di capitale: - The ECB acknowledges that the degree of use of internal ratings and default and loss estimates in the institution’s risk management and decision-making process, and in its credit approval, internal capital allocation and corporate governance functions, is more extensive for PD/internal ratings than for LGD/loss estimates and conversion factors. - Moreover, the IRB risk parameters can be used in an adjusted form or indirectly through relevant risk measures/indicators stemming from the rating systems, provided that differences from the regulatory parameters are fully justified and properly documented. For example, institutions may use adjusted or transformed IRB parameters by removing certain constraints (e.g. downturn effect, conservative add-on, floor) or adjusting the time horizon. 1. CRR, Articolo 144, comma 1, punto b) 2. ECB, Guide on Internal Models, Novembre 2018 ABI - Supervision, Risk & Profitability 25 giugno 2019 PwC 11
Indice Contesto di riferimento Il «fronte» regolamentare Il «fronte» contabile Il «fronte» emerging technologies/ advanced analytics Conclusioni finali …e nell’utilizzo per la gestione del credito (2/3) Tuttavia, vengono fissati dei requisiti (in termini di utilizzi «minimi») per lo use test e alti «utilizzi» che sono auspicati: • utilizzi «minimi», ovvero: - Credit approval ◦ incorporate the internal rating systems in the overall credit granting, restructuring and renewal process ◦ staff involved in the credit granting, restructuring and renewal process need to have sufficient knowledge of the rating systems, including their strengths and limitations ◦ the assignment or updating of ratings is a prerequisite for the assessment underlying the granting and reviewing of credit lines ◦ lending policies include specific references to the use of internal rating systems and related parameters (for instance, use of a grid of parameters in the decision-making process). These parameters serve as an indicator of riskiness (e.g. in terms of expected loss (EL)). - Risk management – monitoring process for obligors and exposures ◦ individuals in charge of the monitoring process are promptly provided with adequate information on the development of counterparties’ credit risk as expressed by ratings, so that the relevant information can be easily incorporated in the process and trigger appropriate actions. ECB, Guide on Internal Models, Novembre 2018 ABI - Supervision, Risk & Profitability 25 giugno 2019 PwC 12
Indice Contesto di riferimento Il «fronte» regolamentare Il «fronte» contabile Il «fronte» emerging technologies/ advanced analytics Conclusioni finali …e nell’utilizzo per la gestione del credito (3/3) • utilizzi «auspicati», ovvero quelli che institutions should consider taking into account the internal ratings and default and loss estimates produced by the rating systems in the five areas shown below. If an institution decides to take into account the internal ratings and default and loss estimates in any of these five areas, this should be formally included in its internal policies. If an institution is not using internal ratings or risk parameters in one or several of these areas, it should properly document and justify the rationale for that to ensure that discrepancies are explained in a sound and understandable manner, ovvero: - Pricing of transactions - Early warning systems - Collection and recovery policies and processes - Credit risk adjustments - Allocation or delegation of competence for the approval process (e.g., triggering an escalation process) ECB, Guide on Internal Models, Novembre 2018 ABI - Supervision, Risk & Profitability 25 giugno 2019 PwC 13
Indice Contesto di riferimento Il «fronte» regolamentare Il «fronte» contabile Il «fronte» emerging technologies/ advanced analytics Conclusioni finali La «sfiducia» nei modelli regolamentari • TRIM Guide – “The Targeted Review of Internal Models (TRIM) is aimed at enhancing the credibility and confirming the adequacy and appropriateness of approved Pillar I internal models permitted for use by significant institutions when calculating own funds requirements. As a major objective, TRIM focuses on the reduction of unwarranted variability in risk-weighted assets (RWA) driven by inappropriate modelling which takes advantage of the freedom granted by the current regulation.” 1 • Comitato di Basilea – “The revisions to the regulatory framework set out in this document will help restore credibility in the calculation of RWAs by: […] (ii) constraining the use of internally-modelled approaches; and (iii) complementing the risk-weighted capital ratio with a finalised leverage ratio and a revised and robust capital floor.”2 1. Guide for the Targeted Review of Internal Models (TRIM), pag.1 2. BCBS, Basel III: Finalising post-crisis reforms, pag.1, para. 4 ABI - Supervision, Risk & Profitability 25 giugno 2019 PwC 14
Indice Contesto di riferimento Il «fronte» regolamentare Il «fronte» contabile Il «fronte» emerging technologies/ advanced analytics Conclusioni finali Il «fronte» contabile ABI - Supervision, Risk & Profitability 25 giugno 2019 PwC 15
Indice Contesto di riferimento Il «fronte» regolamentare Il «fronte» contabile Il «fronte» emerging technologies/ advanced analytics Conclusioni finali L’adozione degli IFRS9 ai fini dell’impairment ha aperto il «fronte» contabile • A differenza di quello «regolamentare», che impatta solo le banche che adottano modelli interni per il calcolo dei propri requisiti di capitale, l’IFRS9, almeno in Italia, riguarda tutte le banche, indipendentemente dalla dimensione, sofisticazione o complessità operativa. • L’adozione degli IFRS9 è obbligatoria e non richiede un’autorizzazione esterna. • Non sono dettati specifici requisiti per i dati. • Sono definiti requisiti di tipo modellistico di alto livello (che lasciano spazio ad una diversità modellistica che ha impatti sia sul conto economico che, di riflesso, sui fondi propri) ABI - Supervision, Risk & Profitability 25 giugno 2019 PwC 16
Indice Contesto di riferimento Il «fronte» regolamentare Il «fronte» contabile Il «fronte» emerging technologies/ advanced analytics Conclusioni finali Esistono tuttavia forti connessioni tra «fronte» regolamentare e «fronte» contabile • L’EBA ha pubblicato un report sull’adozione dell’IFRS9 da parte delle banche, con particolare riferimento a temi di: - ruolo degli organi sociali - metodologia per il calcolo della ECL - credit risk rating - adeguatezza degli accantonamenti - validazione dei modelli di ECL • L’IFRS9 è stato oggetto di analisi anche da parte dei supervisori, sia attraverso apposite «Thematic review» sia nell’ambito di altre attività di supervisione. Le indicazioni fornite stanno indirizzando l’implementazione di dettaglio dell’IFRS92: - adozione di probation period - la specificazione nel Manuale AQR di: ◦ misure di backstop per il SICR (+200% della PD) ◦ trigger di staging assoluti di PD (PD conditional a 12m pari o superiore al 20%) ◦ quantificazione della LCR exempition ad un valore di PD pari allo 0,3% 1 EBA, Final Report, Guidelines on credit institutions’ credit risk management practices and accounting for expected credit losses 2.ECB, Asset quality Review, Phase 2 Manual, June 2018 ABI - Supervision, Risk & Profitability 25 giugno 2019 PwC 17
Indice Contesto di riferimento Il «fronte» regolamentare Il «fronte» contabile Il «fronte» emerging technologies/ advanced analytics Conclusioni finali Una sinergia tra i due «fronti» è possibile sul fronte implementativo, ma le differenze rimangono… • Le banche che hanno adottato modelli interni, hanno utilizzato questi ultimi come elementi di partenza per lo sviluppo dei modelli IFRS9. Questa pratica è espressamente riconosciuta dall’EBA1 :“Recognising that credit institutions may have well-established regulatory capital models for the measurement of expected losses, these models may be used as a starting point for estimating ECL for accounting purposes; however, regulatory capital models may not be directly usable in the measurement of accounting ECL because of differences between the objectives of, and inputs used for, each of these purposes” • In particolare, sono state sfruttate le sinergie relativamente alle basi dati utilizzate per la stima dei modelli interni e alle funzioni di convalida interne, che hanno anche “preso in carico” la validazione di modelli gestionali, ispirandosi (ove possibile) alle disposizioni regolamentari in materia di convalida. • Da un punto di vista modellistico restano però differenze sostanziali che comunque introducono un “doppio binario” non facilmente riconciliabile. 1 EBA, Final Report, Guidelines on credit institutions’ credit risk management practices and accounting for expected credit losses, paragrafo 11 ABI - Supervision, Risk & Profitability 25 giugno 2019 PwC 18
Indice Contesto di riferimento Il «fronte» regolamentare Il «fronte» contabile Il «fronte» emerging technologies/ advanced analytics Conclusioni finali I parametri di rischio: principali differenze tra CRR e IFRS9 Aspetto Modelli regolamentari IFRS 9 Point in time / through Through the cicle calibrata su una Long Run Average Point in time the cycle (LRA) dei default (sostanzialmente TTC). PD Orizzonte temporale di 12 mesi ovvero lifetime a seconda 12 mesi riferimento dello stage Costi Inclusione dei costi diretti ed indiretti Inclusione dei soli costi diretti Tasso di attualizzazione Downturn EIR Eventuali Floor regolamentari in funzione delle Eventuali Floor Non previsto caratteristiche (cluster) dello strumento LGD Assenza di requisiti per il riconoscimento della mitigazione e Riconoscimento vincolato a requisiti prudenziali e Garanzie degli haircut. Richiesta di una valorizzato sulla base di haircut modellazione del valore della garanzia anche in ottica FL Point in time / through Long-run average LGD Point in time the cycle ABI - Supervision, Risk & Profitability 25 giugno 2019 PwC 19
Indice Contesto di riferimento Il «fronte» regolamentare Il «fronte» contabile Il «fronte» emerging technologies/ advanced analytics Conclusioni finali I parametri di rischio: principali differenze tra CRR e IFRS9 Aspetto Modelli regolamentari IFRS 9 Saldo contabile eventualmente rettificato per l'ammontare Orizzonte temporale di Sviluppo "atteso" dell'EAD lungo la EAD di linea di credito che si stima verrà "tirato" fino al riferimento vita residua dello strumento momento di default Basato su scenari formulati in base Tutti i Condizionamento ad una «unbiased expectation» Non consentito parametri forward looking (non scenari di stress) per catturare possibili non linearità ABI - Supervision, Risk & Profitability 25 giugno 2019 PwC 20
Indice Contesto di riferimento Il «fronte» regolamentare Il «fronte» contabile Il «fronte» emerging technologies/ advanced analytics Conclusioni finali PD IFRS9 vs PD «Basilea»: due viste a confronto….. • Secondo l’IFRS9, tutti i parametri utilizzati per calcolare l’ECL dovrebbero considerare gli effetti delle condizioni attuali e le previsioni delle condizioni future , ovvero essere «Point in Time» (PiT) • Questo approccio differisce radicalmente da quello utilizzato ai fini IRB dove la PD deve essere calibrata (ovvero «quantificata») sulla base di una media di lungo periodo (LRA) di 5 anni, essendo quindi de facto una PD Through-the-Cycle (or TTC). Tassi di default (entrata tra i crediti deteriorati) annuali per famiglie Confronto tra PD a 12m IFRS9 (PiT) e Basilea (TTC) produttrici e imprese non finanziarie Asset class PD IFRS9 PD Basilea D Anno Def rate Mortgages 0,32% 0,84% -0,52% 2014 7,86% Credit Cards 4,03% 3,52% 0,51% 2015 5,64% Other personal 2,77% 3,50% -0,73% PD PiT a 1 anno 2016 4,09% Property 0,75% 0,95% -0,20% 2017 3,20% Corporate 0,97% 1,43% -0,46% 2018 2,47% Financial Institutions 0,14% 0,23% -0,09% Media 5 anni 4,65% Sovereign 0,06% 0,06% 0,00% Fonte: Banca d’Itali, Appendice alla Relazione Annuale 2019, Tabella a.13.11 PD media a 5 anni (TTC) Fonte: Royal Bank of Scotland, Report Annuale, pagina 126 https://investors.rbs.com/annual-report.aspx 1 EBA/GL/2017/16, Guidelines on PD estimation, LGD estimation and the treatment of defaulted exposures, para. 82 ABI - Supervision, Risk & Profitability 25 giugno 2019 PwC 21
Indice Contesto di riferimento Il «fronte» regolamentare Il «fronte» contabile Il «fronte» emerging technologies/ advanced analytics Conclusioni finali Uno sguardo alla PD Lifetime (IFRS9): nel lungo periodo tutte le esposizioni vanno in default…. • La PD lifetime (PD LT) estende il concetto della PD 12m su tutta la vita residua attesa dell’esposizione (considerando quindi anche la possibilità di prepayment ove possibile) • Trattandosi di una probabilità, ovviamente esiste nell’intervallo [0,1]. Ipotizzando per semplicità che: • p(j) = p è la PD LT di un’esposizione all’anno j (i.e. la probabilità che l’esposizione vada in default prima della fine del j-simo anno) • p è la PD 12m, ipotizzata per semplicità constante negli anni, abbiamo che: [1] p(1) = p p(2) = p + (1-p)*p = p (1 + (1-p)) = p* (1-p)^0 + (1-p) ^1 = [2] p(j) = p * S j=o,…n-1 (1-p)^j e.g. se p = 2% ne consegue che p(1) =2%, p(2) =2% + 2% * (1-2%) = 3,96%, ma soprattutto che: [3] lim j->∞ p(j) = 1 • Su un arco temporale infinito, se p0, non è in discussione se un’esposizione andrà in default o meno ma solo quando. Quello che rileva, quindi, è l’orizzonte temporale…. ABI - Supervision, Risk & Profitability 25 giugno 2019 PwC 22
Indice Contesto di riferimento Il «fronte» regolamentare Il «fronte» contabile Il «fronte» emerging technologies/ advanced analytics Conclusioni finali …ma a volte più velocemente di quanto si possa immaginare ! • Ipotizzando di avere tre esposizioni, definite rispettivamente #1, #2 and #3, e che le relative PD 12m siano p1=1%, p2=5% e p3=20%, avremo, applicando la [2] che su un orizzonte temporale di 20 anni (una scadenza tipica di un mutuo residenziale ipotecario): [4] p1(20) = 18,21% [5] p2(20) = 64,15% [6] p3(20) = 98,85% • Dalle eq. [4] – [6] deriviamo che • una PD 12m = 20% su un orizzonte temporale di 20 anni implica la quasi assoluta certezza del default prima della scadenza contrattuale. In questo contesto, la concessione del credito non può che essere basata esclusivamente sull’efficacia della garanzia • il rapporto delle PD LT tra due esposizioni decresce all’aumentare dell’orizzonte temporale (p2(1)/ p1(1) = 5 mentre p2(20)/ p1(20) = 3,52, circa il 60% del rapporto a 1 anno) • questo decremento è tanto più rapido quanto più è alta la PD 12m «di partenza» (p3(1)/ p1(1) = 20 mentre p3(20)/ p1(20) = 5,43, circa un quarto del rapporto tra le PD 12m) ABI - Supervision, Risk & Profitability 25 giugno 2019 PwC 23
Indice Contesto di riferimento Il «fronte» regolamentare Il «fronte» contabile Il «fronte» emerging technologies/ advanced analytics Conclusioni finali Anche con PD 12 m (medie) molto basse è facile raggiungere un gross NPL del 5% su scadenze a m/l.. PD 12m media PD LT 10 anni PD LT 20 anni 0,5% 4,89% 9,64% 1% 9,56% 18,21% 2% 18,29% 33,24% 4% 30,75% 55,80% 10% 65,13% 87,84% Circa l’obiettivo EBA del 5% di gross NPL ratio ABI - Supervision, Risk & Profitability 25 giugno 2019 PwC 24
Indice Contesto di riferimento Il «fronte» regolamentare Il «fronte» contabile Il «fronte» emerging technologies/ advanced analytics Conclusioni finali Quale PD ? PiT vs TTC e PD 12m vs PD LT • Il rischio che la banca assume quando eroga un finanziamento è pari alla durata del finanziamento stesso. Pertanto, usare una PD 12m che non tiene conto dell’orizzonte temporale può generare un bias. La PD LT fornisce una migliore stima del rischio reale, soprattutto per finanziamenti a medio-lungo (a meno che non si possa rinegoziare il contratto, nel qual caso l’orizzonte temporale è fino alla prossima data di rinegoziazione) PD 12m Scadenza PD LT 2% 20 anni 33,24% 4% 5 anni 18,46% «Vero» rischio per la banca • La PD PiT (soprattutto se condizionata forward looking), appare più indicata ad un corretto apprezzamento del rischio su orizzonti temporali brevi-medi (1-5 anni) • Oltre questo orizzonte temporale, anche i condizionamenti FL evidenziano fenomeni di mean-reversion sulla media di lungo periodo, e quindi una PD TTC (ovviamente LT) appare più significativa ABI - Supervision, Risk & Profitability 25 giugno 2019 PwC 25
Indice Contesto di riferimento Il «fronte» regolamentare Il «fronte» contabile Il «fronte» emerging technologies/ advanced analytics Conclusioni finali Bilanciare rischio di migrazione e rischio di default: non è tutto oro quel che luccica…. • L’IFRS9, rispetto ai modelli di rating regolamentari che contemplano esplicitamente il solo rischio di default, considera due «tipologie» di rischio: • il «tradizionale» rischio di default: -> ovvero migrazioni da S1/S2 a S3 • il «nuovo» rischio di migrazione: -> ovvero migrazioni da S1 a S2 • Esposizioni con PD 12m «basse» hanno un basso rischio di default, ma un (relativamente) elevato rischio di migrazione, perché soprattutto su scadenze lunghe, hanno maggiori probabilità di peggiorare piuttosto che rimanere stabili o migliorare • Esposizioni con PD 12m «alte» hanno un elevato rischio di default, ma un basso rischio di migrazione, perché il rischio di peggioramento è contemplato nel rischio di default, mentre hanno (relativamente) più elevate probabilità di migliorare. Ceteris paribus, considerando il rischio Probabilità di di migrazione, un’esposizione con la PD accadimento più bassa può non essere anche quella dell’evento Probabilità di Probabilità di default default o migrazione a «migliore» dal punto di vista del costo migrazione a S2 S2 del rischio (e quindi potenzialmente del pricing). In questo caso un ruolo determinate è rivestito dalla volatilità della PD dell’esposizione. PD 12m ABI - Supervision, Risk & Profitability 25 giugno 2019 PwC 26
Indice Contesto di riferimento Il «fronte» regolamentare Il «fronte» contabile Il «fronte» emerging technologies/ advanced analytics Conclusioni finali Il monitoraggio del credito diventa fondamentale per gestire il costo del rischio • Secondo un recente rapporto dell’EBA, i tassi di copertura per le esposizioni in stage 2 sono maggiori dalle 12 alle 30 volte di quelli delle esposizioni in stage 1.1 Banche grandi Banche piccole Stage 1 0,1% 0,5% Stage 2 3% 6% • Lessons learned: • la migrazione di una posizione in S2 può essere molto «costosa» in termini di accantonamenti marginali; pertanto, il processo di recupero del credito va iniziato molto precocemente e «aggressivamente» per evitare che si attivi il trigger dei 30 dpd • il rischio di credito va attentamente e costantemente monitorato per evitare scattino i trigger quantitativi di staging e che vengano tempestivamente intraprese le azioni di remediation • le ristrutturazioni non sono gratis (anche se meno costose che il default…) • il processo di monitoraggio deve essere disegnato in modo da considerare nelle watchlist quei trigger che definiscono dei chiari segnali di deterioramento del credito (senza «esagerare») 1. EBA REPORT, FIRST OBSERVATIONS ON THE IMPACT AND IMPLEMENTATION OF IFRS 9 BY EU INSTITUTIONS, 20 December 2018 ABI - Supervision, Risk & Profitability 25 giugno 2019 PwC 27
Indice Contesto di riferimento Il «fronte» regolamentare Il «fronte» contabile Il «fronte» emerging technologies/ advanced analytics Conclusioni finali L’impatto sulle scelte settoriali (1/2) • La pro-ciclicità dei diversi settori industriali può rappresentare un fattore importante nelle strategie creditizie e nelle scelte di allocazione del capitale da parte delle banche. • In fase di erogazione, le banche devono tenere conto dell’elasticità del rischio settoriale al rischio sistemico rappresentato da fattori macroeconomici, perché questo potrebbe «trascinare» le PD 12m e LT delle singole esposizioni comportando una migrazione a S2. • Si ipotizzi a fini illustrativi un semplice modello satellite: [7] pk = a - b * DGDPLOG where DGDPLOG = ln (GDPt/ GDPt-1) ~ N (m=0%, s=0,5%) i.i.d. dove pk rappresenta la pd media del settore industriale k. • Per stimare il rischio di passaggio di una esposizione a S2, considerando solo il fattore sistemico, abbiamo realizzato una simulazione con 100 scenari, ciascuno dei quali replica un orizzonte temporale di 20 anni • Sono stati quindi estratti 100 x 20 numeri causali da una distribuzione Uniforme~U (0,1). Questi numeri sono stati usati per invertire la distribuzione Normale di cui all’eq.[7] per ottenere la variabile DGDPLOG e calcolare pk condizionata al valore di DGDPLOG. • Esempio: il numero casuale corrispondente all’anno=1 nello scenario scenario #1 è pari a 0,32, da cui: N-1 (0,32, 0%, 0,5%) = -0,24% • Ipotizzando a=0,25% and b= 0,25, pk = 0,25 - 0,25*(-0,24%) = 0,31%, con l’ovvio limite che pk >=0 (se pk
Indice Contesto di riferimento Il «fronte» regolamentare Il «fronte» contabile Il «fronte» emerging technologies/ advanced analytics Conclusioni finali L’impatto sulle scelte settoriali (2/2) • Se si ipotizza che il trigger quantitativo sia: pk,t/pk,or >=2 per ogni t=1,2,….,20 anno e scenario possiamo stimare in quanti scenari l’esposizione sarà allocata in S2 (senza considerare la possibilità di passare a S3 o di tornare a S1.) • La seguente tabella mostra il numero percentuale di scenari nei quali si verifica una migrazione allo S2 in funzione di pk non condizionata e dell’elasticità espressa dal parametro b. PD\b (SICR=2) 0.05 0.15 0.25 0.35 0.50 0.05% 39% 100% 100% 100% 100% 0.15% 0% 39% 92% 98% 100% 0.25% 0% 0% 39% 77% 97% 0.35% 0% 0% 3% 39% 79% 0.50% 0% 0% 0% 3% 39% (SICR=3) 0.15% 0% 0% 15% 58% 92% ABI - Supervision, Risk & Profitability 25 giugno 2019 PwC 29
Indice Contesto di riferimento Il «fronte» regolamentare Il «fronte» contabile Il «fronte» emerging technologies/ advanced analytics Conclusioni finali Il «fronte» emerging technologies/ advanced analytics ABI - Supervision, Risk & Profitability 25 giugno 2019 PwC 30
Indice Contesto di riferimento Il «fronte» regolamentare Il «fronte» contabile Il «fronte» emerging technologies/ advanced analytics Conclusioni finali Il fronte «emerging technologies/advanced analytics»: aspetti generali Descrizione Opportunità Punti di attenzione Approccio "All data is credit data" • arricchimento del set informativo sulla base del • controllo delle basi dati in termini di qualità quale valutare il potenziale cliente (complementary del dato (scarsa accuratezza del dato può portare a Alle fonti tradizionali di dati si affiancano fonti dati source of information) bias, ma anche incompletezza e incoerenza) alternative, quali: • accesso al credito di controparti • controllo delle basi dati per escludere dati • Dati attinenti alle preferenze / abitudini di acquisto potenzialmente unrated sulla base dei modelli potenzialmente discriminatori (es. sesso, razza, • Dati attinenti alle attività su social network tradizionali (es. immigrati) etc.) • Dati attinenti alla geolocalizzazione • scarsa trasparenza delle basi dati di data brokers • Dati di natura psicometrica • creazione del campione di training con human judgement che può portare a risultati biased • consenso all'utilizzo dei dati sulla base della regolamentazione vigente Algoritmi basati su tecniche di «Machine • challenger model e potenziali performance superiori • overfitting Learning»: rispetto alle tecniche tradizionali • potenziale presenza di correlazioni spurie • Supervised vs Unsupervised • velocità di apprendimento • maggiore difficoltà di interpretazione dei risultati • Approccio statico vs dinamico • capacità di intercettamento di pattern di dati e • maggiore complessità di replica del processo di relazioni fra variabili che la statistica tradizionale non sviluppo, soprattutto se il metodo di addestramento è intercetta (intercettamento segnali deboli) dinamico • incremento del rischio modello Supporto tecnologico potenziato rispetto a quelli • Incremento della capacità di storage • Possibile incremento di ICT outsourcing risk tradizionali, in termini di: • Miglioramento delle tempistiche di elaborazione • Capacità di elaborazione dati / calcolo delle informazioni • Capacità di storage • Riduzione del "time to lending« (laddove si applichino modifiche di processo) • Efficienza computazionale ABI - Supervision, Risk & Profitability 25 giugno 2019 PwC 31
Indice Contesto di riferimento Il «fronte» regolamentare Il «fronte» contabile Il «fronte» emerging technologies/ advanced analytics Conclusioni finali I possibili ambiti di applicazione nel credit risk management…. Segmentazione Analisi delle basi dati relative alle caratteristiche della clientela potenziale per tarare le della clientela a fini di caratteristiche delle campagne di marketing da avviare e la tipologia dei marketing prodotti da offrire Applicazione alla misurazione dei rischi, quali ad esempio reputazionale (analisi dei dati Misurazione dei derivanti dai media e correlazione dei medesimi alle ricadute reputazionali), credito rischi (credito, (analisi di credit scoring finalizzate a valutare il merito di credito delle controparti anche reputazionale, operativo) su basi dati e modelli alternativi; analisi di Early Warning rispetto al deterioramento del merito creditizio della controparte) e operativi Applicazione ai dati di autenticazione e/o onboarding del cliente e a dati Modelli di intercettamento complementari (es. dati transactional , legati all’utilizzo delle carte di credito e relativi delle frodi in pagamenti, dai quali inferire abitudini al consumo e potenziali intenti fraudolenti; dati non fase di strutturati desunti dal web) per intercettare caratteristiche fraudolente della controparte onboarding oggetto di valutazione ABI - Supervision, Risk & Profitability 25 giugno 2019 PwC 32
Indice Contesto di riferimento Il «fronte» regolamentare Il «fronte» contabile Il «fronte» emerging technologies/ advanced analytics Conclusioni finali …ma la vera sfida (al momento) è sui dati I modelli per la misurazione del rischio di credito già in uso presso istituti finanziari sono sottoposti a requisiti di accuratezza, completezza e pertinenza dei dati in input dei modelli di previsione del rischio (PD, LGD, EAD), siano essi dati interni che esterni RTS on Assessment ECB guide to internal CRR EBA GL on PD and LGD Methodology for IRB models • Raccolta e archiviazione • Controlli di data quality su • Il paragrafo 4.2.1 Quality of • L’articolo 136 specifica che i dei dati utilizzati nei modelli di molteplici dimensioni di data, riflette i requisiti di CRR requisiti applicabili ai dati previsione del rischio analisi (Art. 76) Articolo 174 (b) e RTS Articolo di provenienza interna o Articolo 144 (1)(d) o Completezza 76: devono essere applicati, o Controlli da applicare su allo stesso modo, a dati o Articolo 176 (1) o Accuratezza - “error-free” dati interni ed esterni - esterni • Processo per vagliare i dati o Coerenza tra diverse fonti e sul loro utilizzo – al fine immessi nel modello di o Aggiornamento di evitare distorsioni nella previsione che contempli una tempestivo valutazione della valutazione dell'accuratezza, o Unicità di informazione rischiosità della completezza e pertinenza o Validità nel tempo controparte dei dati o Articolo 174 (b) o Tracciabilità della fonte e del processo di utilizzo Nel ricorso a fonti alternative, è auspicabile il mantenimento dei medesimi standard applicati al patrimonio informativo tipico e disponibile internamente ABI - Supervision, Risk & Profitability 25 giugno 2019 PwC 33
Indice Contesto di riferimento Il «fronte» regolamentare Il «fronte» contabile Il «fronte» emerging technologies/ advanced analytics Conclusioni finali Conclusioni finali ABI - Supervision, Risk & Profitability 25 giugno 2019 PwC 34
Indice Contesto di riferimento Il «fronte» regolamentare Il «fronte» contabile Il «fronte» emerging technologies/ advanced analytics Conclusioni finali La fine dei modelli o un nuovo inizio ? • I modelli interni a fini regolamentari potranno mantenere una valenza gestionale nell’ambito della gestione del credito rimuovendo le componenti tipicamente regolamentari e favorendo da un lato una convergenza coi modelli contabili, dall’altro integrando nella valutazione del rischio patrimoni informativi meno strutturati e approcci e metodologie innovative, che oggi troverebbero difficoltà ad essere validate tout court dal supervisore • Per i portafogli per i quali l’adozione dei modelli interni non è consentita, si «aprono spazi» per approcci realmente innovativi, il cui unico vincolo è costituito dalla reale capacità del modello di predire e differenziare il rischio, senza essere soggetti a vincoli di armonizzazione e di dover rispondere anche a esigenze di tipo prudenziale, ma solo alla propensione al rischio della banca • La limitazione all’utilizzo dei modelli interni a fini regolamentari porterà probabilmente ad una prassi di supervisione maggiormente basate sull’utilizzo di stress test, dove il metodo standard e i modelli interni costituiranno un floor con diverso grado di risk sensitivity • Le banche dovranno, quindi, progressivamente disaccoppiare l’aspetto strettamente prudenziale da quello gestionale e contabile , pur nel rispetto – sempre più complesso e «difficile»– dei requisiti per lo use requirement • Le banche dovranno però scegliere su quale «fronte» concentrare le proprie risorse, cercando di mettere a fattor comune le possibili sinergie modellistiche e di infrastruttura dati. ABI - Supervision, Risk & Profitability 25 giugno 2019 PwC 35
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