70 anni nel segno iridescente di - Cronache ...
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70 anni nel segno iridescente e colorato di Claudio Gubitosi di Monica De Santis e Olga Chieffi Giffoni Valle Piana in festa oggi per il compleanno del suo concittadino più celebre. Oggi Claudio Gubitosi, papà del Giffoni Film Festival, l’uomo che con le sue visioni, la sua caparbietà, tenacia e sicurezza è riuscito a trasformare un piccolo centro dei picentini nel centro internazionale del cinema per ragazzi, compie 70 anni. Un traguardo questo che la sua famiglia, il suo team e l’intera comunità ha deciso di festeggiare con tutti gli onori. Due i momenti importanti che caratterizzeranno la giornata oggi nella cittadina dei picentini: il primo, alle 11.30 nell’Aula Consiliare del Comune di Giffoni Valle Piana, alla presenza delle autorità locali, rappresenterà l’omaggio del territorio che “è riconoscente – come scrive il primo cittadino Antonio Giuliano – per aver portato Giffoni nel mondo ed il mondo a Giffoni”. Il secondo momento si svolgerà nel pomeriggio, negli spazi della Multimedia Valley, dove il team si riunirà per formulare gli auguri al direttore Gubitosi in un momento di festa. Non solo gli squilli, gli ottoni lucenti, i marciabili di augurio per Claudio Gubitosi, da parte del Corpo Bandistico “Lorenzo Rinaldi” di Giffoni Valle Piana diretto da Francesco Guida, ma il ricordo del concerto della Big Band SwingTime diretta da Luciano Fineschi, quando la dicitura della kermesse era “Festival del Cinema per i ragazzi” di Giffoni Valle Piana, condotto da Claudio Lippi.
“Era il 1982 – racconta il Maestro Antonio Florio – e nell’edizione del 1982, se non ricordo male presentammo con Luciano Fineschi “Ma che cos’è questo jazz?”, un lungo e comunicativo viaggio attraverso la musica che più ha amato, capace di raggrumare un sempre più intenso cumulo di elementi logici e armonici originali, inventando, risolvendo ed esprimendo concetti melodici e ritmici nuovi, tali da costituire una forma musicale “che ha da essere”, sorprendente, vitale, permeata di tensioni, “dissolvimento” e bellezza, tanto da poter andare a contaminare le più amate melodie di Bach, Mozart, Dvoràk e Strauss. Con quello spettacolo Luciano Fineschi dimostrò che quella musica immediata, dolorosa e dileggiata al primo sentire era emozione, vertigine, eros e pulsioni, musica autentica, sofferta come gli incroci delle strade smarrite, universale, vincente, fino alla fine dei tempi, che va vissuta e suonata agli estremi, senza via intermedie, come ha suonato e vissuto lui”. Ma non è tutto, la festa per i 70 anni del direttore del Giffoni Film Festival prosegue. Infatti da ieri e fino al prossimo 21 ottobre, il sito web www.giffonifilmfestival.it è totalmente dedicato a questo importnate appuntamento, o meglio dire a questo importante avvenimento, con la possibilità di consultare video, foto, testi che raccontano le tappe più importanti della vita di Claudio Gubitosi.
Gli auguri del figlio Jacopo 20 Ottobre 2021 Tutti insieme festeggiamo il tuo compleanno: la tua famiglia, i tuoi collaboratori, tutti i giffoner e gli amici. Milioni di persone si ritrovano riunite, in questa data, per un motivo importante: festeggiarti. Sì, Claudio Gubitosi oggi compie 70 anni e al suo fianco non poteva mancare l’affetto della community che ha saputo costruire negli anni. Istituzioni e personalità dello spettacolo, artisti, giurati e masterclasser, tutti coloro che ti vogliono bene, oggi ti dedicheranno un pensiero speciale, ricambiando almeno in parte l’attenzione che continui a dare a ognuno di noi. Hai sempre intrapreso la strada meno battuta e per questo sei un modello da seguire. Ci hai trasmesso la passione per il cinema, la voglia di migliorare quello che ci circonda e la forza di credere nei nostri sogni. Il tuo innato dono e amore per l’idea Giffoni è prezioso per tutti noi. Oggi desidero dire che sono fiero di mio padre. Sono orgoglioso di come hai cambiato la mia vita e quella di tutte le persone a te vicine. Gli auguri della figlia Neviaclaudia
Ogni giorno sei al mio fianco incoraggiandomi, sostenendomi e motivandomi a fare del mio meglio per superare tutte le mie paure e incertezze. Un genitore esemplare che avrò sempre la fortuna di avere al mio fianco. Il nostro rapporto è così straordinario da non doverti mai nascondere niente. Grazie per avermi donato tutto l’amore e la fiducia di cui sei capace. Grazie per avermi cresciuta con valori forti, in grado di rendermi la donna che sono oggi. Grazie papà, insieme a mamma siete i miei straordinari e unici punti fermi. Spero un giorno di essere almeno un pizzico come voi. Buon compleanno papà, unico e vero uomo della mia vita! Oltre a essere un grande uomo ancor di più sei un grande padre. Tua figlia, NEVIACLAUDIA 25 anni di “Un posto al Sole” festeggiati dal Rotary di Monica De Santis E’ stata la professoressa Maria Rosaria Lombardi, presidente
del Rotary Salerno, a dare il benvenuto, lunedì sera, al Circolo Canottieri di Salerno, ai soci del Rotary Club, al direttore del Centro Produzione Rai di Napoli, Antonio Parlati e l’attore Patrizio Rispo, in occasione della festa per i 25 anni della soap opera “Un Posto al Sole”. La serata ha avuto inizio con la presidente del club che ha voluto nominare il professore ordinario di risorse aziendali presso l’Università Federico II di Napoli, Massimo Franco socio onorario del Rotary Club Salerno. Persona dal curriculum straordinario, sempre vicino al club salernitano, si è guadagnato il titolo con il suo impegno e la sua dedizione verso il Rotary, per il quale ha sviluppato molteplici iniziative. L’attenzione si è poi spostata sui due ospiti della serata. Parlati e Rispo. A prendere per primo la parola è stato il direttore del centro di produzione che ha raccontato la nascita e il successo di una soap che da 25 anni ogni sera tiene compagnia a circa 2 milioni e mezzo di italiani… “Giovedì festeggiamo i 25 anni della messa in onda di questa soap che è più che un’esempio per il nostro territorio e non solo. E’ un esempio come macchina industriale, tanto è vero che a novembre faremo insieme anche all’unione industriali di Napoli, proprio per parlare di ‘Un posto al Sole’ nelle varie sfaccettature e un prodotto che ha lavora molto sul sociale e soprattutto una dimostrazione che quando pubblico e privato si mettono insieme con un unico obiettivo lo raggiungono facilmente. Sono 25 anni che la Rai collabora con la società che produce la soap e oramai siamo diventati un’unica famiglia. Ma non solo 25 anni sul territorio significa anche aver lasciato sul territorio una ricchezza. Quello che è un euro speso per Un posto al Sole, lascia sul territorio un euro e 70 centesimi, quindi voglio dire lascia più di una volta e mezzo di quello che spende sul territorio. Questo significa non solo turismo, quindi non solo le bellezze delle location dove abbiamo girato, ma significa che questa produzione porta e lascia ricchezza”. Poi con un filmato di circa 6 minuti è stato mostrato ai presenti cosa c’è dietro questa produzione televisiva che va in onda per 250
giorni l’anno con una pausa lavorativa solo di due settimane nel mese di agosto. Tocca poi a Patrizio Rispo, che nella soap è presente sin dalla prima puntata nel ruolo di Raffaele il portinaio. nel suo intervento l’attore ha affrontato diversi temi e tirato anche qualche stoccata sia alla tv italiana e ai politici… “La cultura viene considerata come una cosa da acquietare, da accontentare, alla quale si fa dell’elemosina. Ma non si è capito che il petrolio dell’Italia, della Campania in particolare è proprio la cultura. E’ una macchina che fa soldi. Noi di Un posto al Sole siamo stati i precursori di quello che dovrebbe essere un discorso da applicare alla cultura, cioè una visione programmatica e industriale della cultura. Invece di essere soltanto con un atteggiamento da museo, abbiamo queste bellezze, stanno là, ve le offriamo, ma essere propositivi, coordinati, fare squadra. Ma il vero problema è che fare squadra è una delle più grandi difficoltà del nostro territorio. Questo perché non sappiamo valutare le persone che sono al nostro fianco e ci sentiamo sempre migliori di loro. Un posto al Sole è riuscito a fare industria culturale, abbiamo dato un esempio, ci sono state altre produzioni che hanno tentato di fare quello che facciamo noi, ma non sono durate. Il nostro segreto sta in primis nel nostro brand che è fortissimo. Un brand che è la vera protagonista della soap, ovvero la città di Napoli, amata in tutto il mondo. E in tutto il mondo siamo visti. Registriamo 40 milioni di spettatori nel mondo. E pensare che questa soap è nata per salvare il centro di produzione di Napoli. – prosegue Rispo – Una soap che grazie alle sue storie che raccontano la cronaca di tutti i giorni è riuscita in questi 25 anni a raccontare la storia di un paese, con le difficoltà produttive perché ovviamente sono cambiate le mode, sono cambiati gli attori, eppure però questi cambiamenti sono diventati il nostro punto di forza. E tutto questo grazie, lo ripeto alla Rai che ci ha dato la possibilità, 25 anni fa di fare sperimentazione, cosa che dovrebbe continuare a fare ed invece oggi, la pressione commerciale, ti impone che se sbagli due puntate sei fuori. Invece noi abbiamo avuto la pazienza della Rai che ha
aspettato un anno prima che il prodotto desse i suoi frutti. – continua Rispo – Ma il successo viene anche dal fatto che a differenza delle altre fiction, anche delle altre reti, noi eravamo tutti attori di teatro, non eravamo facce, altrimenti oggi non saremmo stati qua. Invece hanno chiamato gli attori. Una cosa per la quale ho lottato spesso, che è una snobberia che avviene sempre nella nostra storia, pur avendo una quantità di talenti immensi tra scrittori, attori, registi, sceneggiatore, il napoletano è sempre chiamato a fare il caratterista. Quando c’è da raccontare una storia sul nostro territorio, il protagonista viene da fuori. Nel nostro Dna viene escluso subito che lo possa fare un napoletano, mentre noi veniamo chiamati a fare quello che il nostro fisico suggerisce, cosa questa che è l’antitesi dell’attore. L’attore deve creare un personaggio quanto più lontano da lui. E questo snobberia esisteva anche da noi, quando doveva arrivare un avvocato, un laureato, un titolato, chiamavano un attore del nord, come se a Napoli non ci fossero avvocati, laureati etc… – conclude Rispo – E questo l’abbiamo visto anche in produzioni importanti, tipo i famosi Eduardo che abbiamo visto lo scorso inverno, con tutta la strepitosa bravura di Sergio Castellitto, ma dico a Napoli avevamo bisogno di chiamare a Castellitto per fare Eduardo?” Prima dei saluti la consegna di due opere d’arte realizzate dal compianto maestro Bartolomeo Gatto e donate dalla moglie Adele e dal figlio Davide ospiti anche loro della bella serata. Per Sios21Giffoni viaggio nella Gen Z Esplorare la Gen Z attraverso storie d’innovazione e imprenditorialità. Questo lo spirito di #SIOS21Giffoni,
penultima tappa del format di eventi promosso da StartupItalia, coprodotto da Giffoni e dal suo Dipartimento Innovazione. A vincere lo Special Award Giffoni Edition è stata la startup Weshort – In short we trust. Weshort è la piattaforma on demand dei cortometraggi ed è stata selezionata dalla giuria tra una rosa di 5 startup dei media e dell’entertainment, in gara per il premio Special Award Giffoni Edition e presentate nell’ambito di “105StartUp!” con Radio 105, l’appuntamento con Alessandro Sansone e Annie Mazzola. La vincitrice concorrerà anche al premio “Radio 105 Special Award”, il 13 dicembre a #SIOSWinter. Per Claudio Gubitosi, fondatore e direttore di Giffoni, l’evento è servito non solo a testimoniare una partnership importante, ma anche a confermare i valori su cui da oltre mezzo secolo poggia le basi il grande hub culturale italiano: serietà, rigore, affidabilità: “Quando ho fondato Giffoni avevo 18 anni, e idee molto chiare in testa: doveva essere una storia dedicata ai ragazzi, per dare loro quello che io non avevo avuto. Il progetto è stato una delle prime startup italiane”. L’appuntamento si è svolto in presenza di un centinaio di rappresentanti della Gen Z e in streaming (registrando circa 450 mila visualizzazioni totali e picchi di 4.500 utenti connessi contemporaneamente) in quel luogo di opportunità e simbolo per tante generazioni che è Giffoni: “un evento speciale – dice Filippo Satolli, Ceo di StartupItalia -, ospitato in un hub che ha dimostrato come si possa fare innovazione a prescindere dalla dislocazione geografica. L’importante è farlo, avendo un sogno in testa”. Tra storie di successi e idee imprenditoriali, il racconto ha toccato i temi che coinvolgono le giovani generazioni lanciate verso un’economia sostenibile e al rispetto delle diversità. Una ri- evoluzione che mostra i suoi impatti sulle nostre vite come dimostra il viaggio nel futuro del lavoro del sociologo Domenico De Masi: “innovare è una priorità, oggi il 12% del nostro tempo è dedicato al lavoro. Nel 2019 in Italia abbiamo lavorato 40 miliardi di ore, producendo migliaia di volte di più di quanto si faceva 100 anni fa, quando 40 milioni di
italiani vi dedicavano 70 miliardi di ore l’anno”. Evoluzione a tutti i livelli, come dimostra la Regione Campania che sostiene l’ecosistema regionale per creare innovazione e determinare sviluppo: “un momento molto entusiasmante – spiega Valeria Fascione, Assessore alla ricerca, innovazione e startup della Regione Campania -. La Campania è la terza regione e Napoli è la terza città per numero di startup. Abbiamo investito 35 milioni di euro sulle start up e altri 7 milioni in attività di animazione e scouting in rete con istituti di ricerca e università. Se i numeri sono interessanti, è importante il dinamismo dell’ecosistema. Ai ragazzi dico di seguire le passioni e il talento, perché le opportunità di realizzazione ci sono”. Il Sud e le sue infinite potenzialità, continua con gli obiettivi istituzionali e imprenditoriali: ridurre il gap, accrescere l’attrattività di aree ricche di occasioni e di talenti, dare opportunità a chi non vuole lasciare le proprie radici. Un esempio è “l’Apple Developer Academy di Napoli – dice Giorgio Ventre che ne è direttore scientifico –, è nata per una formazione che andasse in parallelo al classico percorso universitario e che fosse più vicino alle esigenze delle aziende, fornendo le competenze verticali richieste dal mercato”. Un tema da approfondire, come suggerisce Giovanni De Caro, Ceo di Volano “è la dimensione ancora piccola del sistema italiano delle startup, cui si aggiunge il gap del Sud, che attrae pochi operatori”. Tuttavia, è innegabile che si stia vivendo un periodo di grande fermento come spiega Francesca Ottier, Responsabile del Fondo Italia Venture II di CDP Venture Capital SGR, anche se l’Italia sconta un gap verso altri mercati e al suo interno il Mezzogiorno è più penalizzato. “Il Sud rappresenta solo il 5% di quanto investito complessivamente quest’anno, però il mercato si sta muovendo: bisogna creare strumenti ad hoc per supportare la nascita di nuovi operatori e attirare altri investitori”. “C’è un ritardo infrastrutturale – dice Marco Bellezza, Amministratore Delegato di Infratel Italia –. Sul fronte della fibra e della banda larga siamo arrivati a 2.500 comuni
coperti. Uno sforzo di accelerazione importante. Con il PNRR saranno impiegati oltre 7 miliardi di euro. Un altro obiettivo è incrementare i servizi digitali, in particolare al Sud”. Tra gli ospiti Sydney Sibilia e i The Jackal: il primo, regista, sceneggiatore e produttore di origini salernitane, ha fondato insieme a Matteo Rovere la casa di produzione Groenlandia, sperimentando i linguaggi di cinema, pubblicità, e televisione, sfruttando le potenzialità delle nuove tecnologie. I secondi, da un gioco tra compagni di classe, hanno costruito una casa di videoproduzione, mescolando le regole dei media per inventare format originali e di successo. Contaminarsi per cambiare il mondo, o almeno provarci, sembra essere stato il filo rosso che ha legato le due esperienze di creatività made in Campania. Con Nicola Tagliaferro, Head of Sustainability Enel X, si è parlato dell’importanza delle misurazioni per rendere più efficienti i processi di business e di economia circolare, che non si limita al riciclo e al riuso. È un concetto che ha dato vita alla nuova figura del circular economy manager: un esperto di comunicazione, capace di leggere i dati e le analisi, ma anche di innovare per poter cambiare i processi in un’ottica di circolarità. Quella del digitale è un’industria giovane. Inaugurata pochi decenni fa ha introdotto cambiamenti tali da rivoluzionare intere economie. Un’evoluzione che accelera sempre più grazie alle idee e ai progetti. E la capacità di fare startup è il tema su cui Paolo Barberis, Founder di Nana Bianca si è confrontato con i Giffoner presenti in sala soffermandosi sul ruolo del capitale umano e di quello economico nella crazione di una impresa e sulla formazione che “richiede un nuovo modello, che non passi solo dal percorso scolastico, ma che si snodi in tutta la vita per affiancarci nell’evoluzione e nei cambiamenti”. Sulla formazione che abilita la sostenibilità del business verte la riflessione di Elisa Zambito Marsala, Amministratore Delegato di Intesa Sanpaolo Formazione: “il momento storico che viviamo ci ha raccontato esigenze formative diverse. La pandemia ha accelerato i processi di digitalizzazione nel learning, aprendo a nuove modalità
didattiche e opportunità anche in Italia”. A Salerno la festa per i 25 anni di Un posto al Sole di Monica De Santis La soap “Un posto al Sole” prodotta dalla Rai di Napoli ha scelto Salerno per festeggiare i suoi 25 anni dalla sua messa in onda avvenuta il 21 ottobre del 1996. I festeggiamenti si terranno lunedì, su iniziativa del Rotary Club, su volontà della presidente professoressa Maria Rosaria Lombardi, presso il circolo Canottieri di Salerno. Alla festa che avrà inizio alle 20,30 parteciperanno tra gli altri il direttore del Centro Produzione Rai di Napoli, Antonio Parlati e lo storico attore della soap, Patrizio Rispo. “Partita il 21 ottobre 1996 alle 18.30 con poco più di un milione di telespettatori, il successo di ‘Un Posto al Sole’ è andato man mano crescendo, – spiega Antonio Parlati – portando la soap, una volta spostata alle 20.30, a toccare punte del quindici per cento con più di tre milioni di telespettatori. Attualmente ha una media superiore ai due milioni nonostante vada in onda in una fascia oraria difficilissima come quella dell’accesso prime time. Nei primi 6-7 mesi di programmazione, la soap rischiò più volte la chiusura per un’audience limitata, fortunatamente il numero di spettatori decollò improvvisamente crescendo costantemente negli anni. Ancora oggi dopo 25 anni gli ascolti di Un posto al sole risultano molto alti per la media di rete rendendolo uno dei programmi di punta di Rai tre”. A differenza delle altre soap opera che trattano soprattutto temi rosa, Un posto al sole racconta anche storie di cronaca nera, incentrate su problemi sociali, comiche e a sfondi surreali, permettendo, in
questo modo, agli attori di cimentarsi in mille parti e situazioni diverse, pur interpretando lo stesso personaggio. “Tra le varie vicende di questa soap, infatti, ci sono anche casi tipici delle serie poliziesche, come omicidi, tentati omicidi, rapine, sequestri di persona. – spiega ancora Antonio Parlati – Tra i temi trattati: Abbandono degli animali, Abbandono scolastico, Allarme Infanzia, Adozione, Affido, Alcolismo, Attacchi di panico, Bocciatura, Bullismo, Camorra, Criminalità, Crisi economica e nuovi poveri, Delinquenza giovanile, Disabilità, Disfasia, Divorzio/Separazione, Doping, Ecomafia, Gioco d’azzardo, Guida senza patente e omissione di soccorso, HIV, Immigrazione illegale, Impotenza, Incesto, Incidenti stradali, Malattie genetiche, Obesità, Omicidio, Omofobia, Omosessualità, Prostituzione, Prostituzione minorile, Rifiuti, Riabilitazione, Sessualità, Senzatetto, Sostegno a distanza, Stalking, Stupro, Tentato omicidio, Tossicodipendenza, Transessualità, Truffa, Violenza in famiglia. “Un Posto al Sole” – ha concluso il dottore Parlati – tiene alto il nome di Napoli, ma nel corso delle oltre 5700 puntate sono state tante le location che hanno fatto da sfondo alla soap. Tra le più importanti New York, Siena, Milano, Torino, Viareggio, Roma, Brindisi, Lecce, Sorrento, Bologna, Procida, Ischia, Capri, Palinuro, Saint Vincent, Marina di Camerota, Palermo, Cervinia, Verona, Firenze, Pisa, Perugia e Caserta”. L’incontro di lunedì sarà anche una grande occasione per sapere quale sarà il futuro della soap “Un Posto al Sole” e del Centro di Produzione della Rai di Napoli. Il Domani si racconterà a
Linea D’Ombra di Monica De Santis Dal 23 fino al prossimo 30 ottobre torna a Salerno Linea d’Ombra Festival 2021. Il programma della kermesse ideata e fondata da Peppe D’Antonio, giunta alla sua XXVI edizione, è stato presentato ieri mattina a palazzo di città alla presenza del direttore artistico Boris Sollazzo. “Questa è la rinascita e la ripresa dopo i mesi bui della pandemia. – spiega Peppe D’Antonio – Linea d’Ombra è la prima grande iniziativa che si terrà a Salerno dopo la riapertura e con una presenza al 100% in sala. Sarà dunque anche una prova mentale, di superamento di tutto quello che abbiamo vissuto. Quello che aspetta la nostra giuria di giovani sono 115 tra film, documentari, cortometraggi, animazione. Un panorama molto ampio, che vedrà poi anche una serie di incontri sul tema che abbiamo scelto per questa edizione ovvero, Domani. L’idea è chiedersi cosa ci si aspetta da adesso in poi ,nel cinema, nella società, nella comunicazione, nel rapporto tra le generazioni. Questa generazione Z nativa digitale dovrà fare i conti con un’ulteriore transizione, con un’ulteriore cambiamento che è stato determinato dal covid. Devo anche aggiungere che a lavorare a questo Festival c’erano 43 professionisti di altissimo livello che hanno operato una preselezione su circa 2000 film da tutto il mondo. Sono film che si vanno a vedere al cinema, non sono film solo da festival. - conclude D’Antonio – Inoltre pure essendo tornati in presenza, il Festival si potrà vedere anche online attraverso il nostro sito. Sarà una festa, una festa degli occhi e della mente”. Dunque “Domani” è il tema dell’edizione numero 26 di Linea d’Ombra Festival. “È necessario da qui guardare avanti e ricostruire, nel caso di un festival, un tessuto connettivo, quella linea, d’ombra ma ben visibile, tra l’offerta culturale e il pubblico. Dopo quanto successo negli ultimi due anni nel mondo, non si può dare per scontato che quello che si offre
sia quello di cui lo spirito collettivo abbia bisogno. Il domani è ignoto e l’unico modo per svelarlo è accettare le sfide”. spiega ancora D’Antonio “Domani sembra incarnare meglio il senso di qualcosa che non è ancora, ma che ci indica anche dove dobbiamo posare lo sguardo una volta lasciateci alle spalle le macerie di un mondo segnato dalla tragedia della pandemia. Da un lato Domani ci costringe a considerare dove siamo ancora, dall’altro indica una prospettiva verso cui muovere per conservare, certo, ma anche per cambiare, se possibile radicalmente. Domani sembra innescare il senso di una rottura con il passato, la voglia di un cambiamento necessario a seppellire un tempo e una storia, un mondo del quale si sono drammaticamente rivelate fragilità, ritardi, ineguaglianze, errori da sanare, se possibile. Il giorno che verrà ci chiama a un impegno, appunto perché è prossimo e irreversibile, come tutti i cambiamenti che non solo la post- pandemia richiede. Domani sembra ci impegna tutti a uno sguardo più consapevole sul futuro che immancabilmente arriverà”. Nel corso del XXVI Linea d’Ombra Festival saranno proiettate 94 opere in concorso selezionate tra le oltre 1500 iscritte da 77 paesi. Tra i film in concorso, 34 sono diretti da registe donne. 5: i film del concorso Passaggi d’Europa, provenienti da altrettanti paesi 18: i film selezionati per il concorso LineaDoc, provenienti da 15 nazioni 27: i cortometraggi selezionati per il concorso CortEuropa, provenienti da 14 nazioni 24: le opere scelte per il concorso VedoAnimato, provenienti da 13 nazioni 19: i video in concorso per VedoVerticale, provenienti da 13 nazioni. 4: le giurie del festival Il festival di quest’anno è dedicato a Patrick Zaki I Talk e gli incontri saranno tutti in presenza finalmente, ma anche disponibili in streaming, perché quella che è stata una tecnologia necessaria oggi si può trasformare in uno strumento utile per arricchire l’esperienza del pubblico di un festival. Si partirà così il 23 ottobre con Niccolò Ammaniti. Lo scrittore e anche regista, parlerà con Boris Sollazzo della sua carriera tra romanzi, cinema e televisione. Altro gradito ospite del festival Roberto Andò. Lo scrittore, sceneggiatore,
regista cinematografico e teatrale, condividerà le proprie esperienze direttamente con la platea il 24 ottobre, raccontando anche la genesi del nuovo film, tratto dal suo omonimo romanzo Il bambino nascosto. Il giorno dopo, 25 ottobre, sarà la volta di Valeria Golino, attrice e regista dalla carriera straordinaria, nazionale e internazionale, come dimostra anche la sua recente partecipazione a The Morning Show, la serie Appletv+ in cui si confronta con Jennifer Aniston e la vincitrice del premio Oscar Reese Witherspoon. Valeria Golino vinse una Coppa Volpi a Venezia a vent’anni diretta da Citto Maselli. Un club ancora più esclusivo. Mercoledì 27 ottobre si riflette sul cinema italiano e sulla storia d’Italia al cinema con due persone che se ne intendono. Si confronteranno con Giuseppe D’Antonio, coadiuvato dai docenti dell’Università di Salerno Alfonso Amendola, Pasquale Iaccio e Pietro Cavallo, Giovanni De Luna, autore del prezioso saggio Cinema Italia, e Mario Martone, reduce dal successo di Qui rido io, biopic, come si suole dire, di Eduardo Scarpetta, ennesimo tassello del racconto storico che ha caratterizzato gran parte del cinema dell’autore napoletano. Venerdì 29 ottobre sarà ancora Giuseppe D’Antonio a incontrare Diego De Silva e il leader del movimento delle Sardine Mattia Santori per affrontare con loro il tema principale di questa XXVI edizione di Linea d’Ombra: Domani. E subito dopo, in modo diverso, lo farà Boris Sollazzo con i The Jackal, in un incontro che introdurrà la tradizionale maratona notturna di quest’anno dedicata alla fantascienza, che porterà i coraggiosi spettatori a resistere fino all’ultimo film e per una notte intera. Serata di chiusura sabato 30 ottobre dedicata ai premi, ma anche all’anteprima di I nostri fantasmi, film di Alessandro Capitani.
Penultimo appuntamento per #Sios21Giffoni di Monica De Santis “Con orgoglio Giffoni ospita l’unica tappa del Sud Italia del Sios che è il frutto della partnership strategica con StartupItalia” a parlare è Claudio Gubitosi direttore del Giffoni Film Festival che oggi presenterà la penultima tappa #SIOS21Giffoni che tratterà diversi temi, tutti come sempre di grandissima attualità. Si andrà dalla sostenibilità delle aziende al professore che combatte omofobia e razzismo su TikTok, dal lavoro del futuro al futuro delle imprese nel Sud Italia. Il format di eventi è promosso da StartupItalia, e coprodotto da Giffoni e dal suo Dipartimento Innovazione. “È la conferma di una nostra precisa intenzione, quella di evolverci sempre. Il simbolo di questo processo è la Giffoni Multimedia Valley che abbiamo realizzato grazie alla sinergia con il Comune e la Regione Campania e grazie ai fondi europei e statali. Ora siamo pronti a programmare il futuro con il campus e gli studios. – spiega ancora Claudio Gubitosi – Arte, spettacolo, entertainment, produzione, alta formazione e, ancora, sostenibilità, inclusione e tecnologie, sono attività e temi di cui Giffoni si nutre da sempre e rispetto ai quali vuole essere un facilitatore per i giovani, dando loro opportunità di espressione, possibilità occupazionali, occasioni di formazione. Giffoni cambia giorno dopo giorno e lo fa in connessione con gli altri. Con tutti coloro che condividono il nostro spirito. La partnership con StartupItalia è la conferma di questa nostra visione”. Il penultimo appuntamento come detto si terrà, come detto oggi. L’inizio è previsto per le ore 10 e la conclusione è prevista intorno alle 15, in presenza a Giffoni con un parterre di pubblico di giovani ragazzi e ragazze, e online sui canali di StartupItalia, Giffoni e dal sito web dedicato, sarà
l’occasione per affrontare i temi dell’innovazione, dell’imprenditorialità, delle startup e delle nuove tendenze in relazione alle giovani generazioni. Il programma della giornata prevede in apertura il CEO di StartupItalia, Filippo Satolli, e Giampaolo Colletti, giornalista e MC di SIOS introdurranno il tema “Ask Me Anything” declinato per la Gen Z. I giovani saranno al centro della giornata e diventeranno i protagonisti di una serie di interviste, per commentare ed esplorare sogni e aspettative degli adulti di domani. Focus anche su Claudio Gubitosi, a colloquio con Marco Montemagno. Seguirà l’intervento “Perché abbiamo aperto un canale Youtube” insieme a Simone Ruzzo e Francesco Ebbasta, due dei fondatori del collettivo creativo dei The Jackal. Il tema del “lavoro che verrà” sarà al centro di una discussione con il sociologo Domenico De Masi, tra nuove professioni e modalità di collaborazione come il lavoro agile. Poi sarà la volta del talk “Startupper in grado di cambiare il mondo”, confronto focalizzato sul tema di un’impresa che guarda al pianeta e alla sostenibilità con founder di startup nate con questo scopo. Spazio quindi alle fireside chat, che vedranno Colletti discutere di scalabilità, business e green con Nicola Tagliaferro, Head of Sustainability Enel X. TikTok e scienza saranno invece gli argomenti affrontati da Sandro Marenco, autore del libro “Dillo al prof” e riferimento per temi sociali come omofobia e razzismo, e dalla fisica quantistica Chiara Marletto. Nel panel “Destinazione Sud: tra lavoro e formazione” verrà approfondita l’imprenditorialità nel Sud Italia con Valeria Fascione, Assessore con delega alla Ricerca, Innovazione e Startup della Regione Campania. Insieme a lei anche Francesca Ottier, Senior Partner – Responsabile del Fondo Italia Venture II di CDP Venture Capital SGR; Giovanni De Caro, Campania New Steel Università degli Studi di Napoli Federico II; Giorgio Ventre, Direttore Scientifico Apple Developer Academy; Marco Bellezza, AD di Infratel Italia. Nella seconda parte del panel, il tema sarà visto da un’angolatura diversa con Andrea Passanisi, Fondatore di Sicilia Avocado ed Etna Mango; Edoardo Negri, COO di
StartupItalia. Fari puntati sulla formazione con Elisa Zambito Marsala, Amministratore Delegato di Intesa Sanpaolo Formazione, il cui contributo chiuderà la mattinata. Pausa pranzo in compagnia di “105StartUp!” con Radio 105, l’appuntamento con Alessandro Sansone e Annie Mazzola. In questa finestra verranno presentate le cinque startup del mondo dei media e dell’entertainment in gara per il premio Special Award Giffoni Edition. Il pubblico in sala eleggerà la vincitrice che concorrerà al premio “Radio 105 Special Award”, atteso a Milano il prossimo 13 dicembre a #SIOSWinter. L’evento tornerà live da Giffoni con Oscar di Montigny, scrittore, divulgatore e speaker internazionale e Presidente di Flowe, con il talk “L’Italia in stream: le opportunità per le Industrie Creative” insieme a Loris Caputo, 18enne di Salerno Fondatore di Miutifin; Marilena Lopez, Head Of Marketing and Sales Studio71 Italia. “Uno contro tutti” è l’ultimo giro di interviste della Gen Z a Paolo Barberis, founder Nana Bianca, mentre Filippo Satolli discuterà di bandi per le startup. “Uno degli obiettivi più importanti di StartupItalia è contribuire all’evoluzione dell’ecosistema dell’innovazione italiano in particolare nel Sud del nostro Paese, non ancora completamente coinvolto nel sistema. #Sios21Giffoni si fa promotore della necessità di mettere a disposizione la formazione e la cultura necessarie ad affrontare i cambiamenti che la nostra società sta attraversando. La partnership con Giffoni è fondamentale per incontrare le nuove generazioni e accompagnarli nell’evoluzione attraverso un dialogo e uno scambio di idee che animerà l’intera giornata. È un capitolo fondamentale del percorso di avvicinamento a #SIOS21Winter che, dopo gli appuntamenti di Cagliari e Firenze, concluderà il programma 2021 di (in)formazione dedicato all’innovazione e al futuro del nostro Paese”, sottolinea Edoardo Negri, COO di StartupItalia.
Riscoprire la bellezza della sala e dell’incontro Nella luce soffusa di un cinema dove tutto è rarefatto tranne la visione, 180 ragazzi hanno ricominciato a incontrarsi a Skopje. La fame di conoscenza, il bisogno (così forte da essere quasi fisico) di allargare gli orizzonti valorizzando il piacere del confronto, del dialogo, dell’incontro hanno guidato la nona edizione di Giffoni Macedonia Youth Festival. Cofinanziato per l’Italia dal Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema, dall’Agenzia Nazionale per il Cinema della Macedonia del Nord, sostenuto dall’OSCE e dall’Ambasciata d’Italia a Skopje, il festival è stato organizzato da Giffoni con l’associazione Planet M. Occhi incollati allo schermo, idee e riflessioni raccontate con naturalezza e grande emozione. Per sei giorni i juror hanno riscoperto la dimensione sociale del cinema perché in sala ci si abbandona, si è più veri, si piange e si ride in compagnia di chi è a poche poltrone di distanza. Al cinema si è in un non-luogo capace di aprire mille porte e possibilità. Un’arte che ci fa scoprire noi stessi e gli altri con una chiarezza spiazzante. «Da Skopje sono ripartite le attività di Giffoni all’estero: era un segno doveroso che abbiamo voluto dare con convinzione e che presto ci porterà ovunque verrà richiesta la nostra esperienza – spiega Jacopo Gubitosi, direttore generale di Giffoni – In Macedonia del Nord è grande l’affetto che ci è stato dimostrato: penso all’ottimo lavoro svolto da Darko Basheski, direttore del festival macedone e Dea Krstevska, program director. La sfida, iniziata nove anni fa, oggi è una realtà consolidata che poggia sull’energia dei ragazzi e sulla loro voglia di futuro. In particolar modo desidero ringraziare l’ambasciatore italiano a Skopje, Andrea Silvestri, un uomo
dalla sensibilità e la visione straordinaria che ha seguito con interesse e partecipazione questa edizione. Sostenere questo appuntamento era necessario e ce l’hanno dimostrato i nostri juror con la loro passione, curiosità ed energia». La geometria del festival ha seguito quella già tracciata da #Giffoni50Plus: alla giuria in presenza composta da 180 giovani suddivisi in tre categorie – juniors (dai 10 ai 14 anni), cadets (dai 14 ai 16 anni) e seniors (dai 16 ai 19 anni) – si sono uniti gli hub macedoni ed esteri in collegamento che hanno partecipato a proiezioni, dibattiti e workshop. Quest’attività è stata organizzata con il supporto della Missione OSCE a Skopje, sostenuta con i fondi del programma “Building bridges” per l’inclusione e la collaborazione tra istituti scolastici. «É stato fantastico ritornare in sala dopo questo lungo periodo – afferma Darko Basheski, direttore di Giffoni Macedonia – tornare a vivere l’entusiasmo dei ragazzi, i loro occhi sorridenti, le loro lacrime durante e, soprattutto, alla fine del festival ci hanno fatto capire, ancora una volta, che Giffoni supera gli ostacoli e le difficoltà e rimane un punto di riferimento unico per i giovani che vogliono incontrarsi, confrontarsi e imparare. La ripresa di quest’anno ha significato un passo importante verso la prossima edizione, che ci auguriamo possa tornare a splendere con ancora più ragazzi in presenza, ancora più attività, ospiti internazionali e altre iniziative durante tutto l’anno: una grande festa per il nostro decimo compleanno!». Grande spazio hanno avuto le produzioni italiane, con una rassegna di short-movie totalmente dedicata al cinema italiano. Tre i lungometraggi vincitori di questa edizione: Space boy diretto da Olivier Pairoux; Vacarme di Neegan Trudel e On The Edege di Eduard Bordukov. Mentre per la sezione cortometraggi hanno trionfato: l’italiano Mi piace Spider-Man, e allora? del regista Federico Mikali; First Line di Katya Bugrova e First-Time Sex Rules di Polina Kondrateva. Mentre Living Sea di Emma Poposka, che vive a Hong Kong, è stato eletto miglior film realizzato da uno studente. «Siamo felici di fare parte della grande famiglia Giffoni e di
trasmettere anche in questa parte del mondo i suoi valori – dice Dea Krstevska, program director del festival – nel nostro piccolo ci stiamo riuscendo: ne sono la prova i tanti ragazzi che, passati attraverso l’esperienza e la formazioni di Giffoni, decidono di intraprendere un percorso professionale nel campo dell’audiovisivo, alcuni di loro sono stati ospiti nelle nostre masterclass per raccontarsi e incoraggiare i loro coetanei a non aver paura di esprimersi e di mettersi alla prova. Questa edizione si è svolta nel segno della responsabilità, nel pieno rispetto delle misure di sicurezza, con numeri ridotti e molte restrizioni, ma l’entusiasmo c’è stato tutto. Giffoni è anche questo: un luogo dove i ragazzi possano sentirsi sicuri e liberi nello stesso tempo. Liberi di essere come sono, o come vorrebbero essere, senza essere giudicati. Un luogo dove i ragazzi crescono e si formano per diventare adulti responsabili, che con le loro idee, la loro creatività e il pensiero critico saranno capaci di migliorare il mondo». Elio Pandolfi: l’ultimo Njegus di Olga Chieffi Con Elio Pandolfi scompare anche la compagna vera di tutta la sua carriera, ovvero, la voce, che parla, interpreta e soprattutto canta, perchè, come ripeteva lui stesso: “Chi canta spera sempre, anche se non sa in che cosa e anche a 90 anni, quando la testa funziona ma è il corpo che perde qualche colpo”. Per molti Elio Pandolfi è, infatti, soprattutto una voce, una incredibile voce, estremamente versatile, eppure riconoscibilissima, chiara, incisiva e suadente, amata e
ascoltata in tante letture alla radio sin dagli anni ’50, quando rimodernò da attore il ruolo del fine dicitore, o quale straordinario doppiatore di innumerevoli star, come cantante passato dalla grande rivista all’operetta sino alla lirica, con “I racconti di Hoffmann” di Offenbach, con direttori quali Peter Maag o alla Vedova Allegra con Daniel Oren (Della sua interpretazione di Njegus, Francesco Colombo scrisse sul Corriere della Sera: “Bastano pochi gesti, un’inflessione dell’accento di Pandolfi a far capire cosa sia l’operetta: gentilezza, astutissima innocenza, assoluto rigore” (n.d.r.), oltre a impegnativi autori classici contemporanei quali Satie, Poulenc o Pennisi. La infausta notizia della scomparsa di Elio Pandolfi ha raggiunto anche Daniel Oren, a Monaco per Tosca con Anja Harteros, Najmiddin Mavlayanov e Luca Salsi, per la regia di Luc Bondy. “Elio Pandolfi – ha ricordato il Maestro – è stato un attore eccezionale ma, nel ruolo del Njegus è stato il più grande. Con classe, eleganza e il senso dello humor che lo contraddistingueva schizzava ogni sera un Njegus diverso, ad ogni recita addirittura. Ad ogni replica lui cambiava o aggiungeva qualcosa, riuscendo, così a creare non solo la grande aspettativa nel pubblico, ma anche in palcoscenico, in orchestra e in me, che ero sul podio, nella Vedova famosa del San Carlo, nel 1985, con Raina Kabaivanska e la rgia di Mauro Bolognini. Abbiamo fatto tantissime recite, non solo a Napoli. E la richiesta del pubblico saliva sempre. Mi pare che a Napoli ne fossero state fissate dodici, ma fuori del teatro c’era la rivoluzione e si cercava di aumentare sempre più per accontentare il pubblico. Fu così in ogni luogo ove si è andati in scena con Elio Pandolfi. Mi divertivo da morire con lui, poiché prima di iniziare, già pensavo a cos’altro avrebbe mai potuto inventarsi ancora, questo genio. Una grandissima perdita come artista e come uomo. Non sempre collimano l’eccellenza artistica con la bellezza e la generosità d’animo dell’uomo. La logica lo vorrebbe, ma è veramente difficile da trovare che eccelle sia in palcoscenico che fuori. Elio era perfetto, sorrideva ed era l’amico magico di tutti, poiché credo, sapeva che il suo talento fosse un dono assoluto, da
porre a servizio di tutti. Mi ha voluto molto bene come io ho ricambiato il suo affetto e son questi i personaggi che vivranno per sempre nelle nostre parole, nel nostro ricordo, nelle nostre azioni. So che sto forse dicendo un’assurdità, l’emozione è forte, ma mi sento di dire che difficilmente nascerà un altro Njegus come lui, ci vorrà tanto tempo e un altro grande dono fatto di verve, comicità e infinita cultura e classe”. “Elio Pandolfi oltre ad essere un affermato attore, di scuola, un grandissimo imitatore e pari intrattenitore – ci rivela il regista Riccardo Canessa – era un collezionista di registrazioni d’opera rare e ricordo ne fece dono di alcune a mia madre Italia Carloni, con tanto di presentazione dell’opera con la sua voce inconfondibile e simpaticissima. Lui fu il Njegus in quella indimenticabile Vedova allegra del teatro San Carlo del 1985, con la regia di Mauro Bolognini e Daniel Oren sul podio, con un cast di assoluto livello in cui lui sguazzava assolutamente a suo agio, poiché non solo era l’attore che tutti conosciamo, ma si trovava in un mondo che lui amava, quello della lirica. Ricordo durante le prove un’ imitazione perfetta di Anna Magnani nei panni della fioraia del Pincio, in “Com’è bello fa l’amore quando è sera”. Elio Pandolfi è un attore che ha fatto anche tanta televisione, lo rivedo in coppia con Antonella Steni. Con lui va via uno dei rappresentanti di un teatro e di una produzione televisiva di altissimo livello che non esiste più, oltre che un grande amico del teatro d’opera. Premio Miglior Attore per “Martino” di Di Domenico Saluta così come si è presentato, il cortometraggio diretto da Luigi Di Domenico: vincendo un premio. Dopo 35 tra
riconoscimenti e selezioni nazionali e internazionali, conquistati meritatamente dal 2018, Martino si aggiudica anche il Premio Miglior Attore al Flandart Cinefestival, consegnato al poliedrico Danilo Napoli, che interpreta egregiamente il tormentato protagonista scritto da Di Domenico. Martino Santoro è un ragazzo di 17 anni costretto a confrontarsi con l’ennesimo assistente sociale di turno. Il suo passato, oscuro e travagliato, gli impedisce di vivere il presente e di immaginarsi un futuro. Un futuro, forse, già scritto da quando è nato. “Ricevere un premio è sempre gratificante, soprattutto per un personaggio che parla un dialetto differente da quello parlato in loco (il veneto) e così distante culturalmente e socialmente.” commenta l’attore, “Significa che Martino è entrato nelle ossa dei giurati e che il nostro lavoro parlava un linguaggio universale, in grado di empatizzare con tutti. Era esattamente ciò che volevamo. Voglio dire grazie alla giuria di Filandart per avermi preferito e avermi dato una gioia così grande. Ne avevo bisogno, dopo un anno e mezzo di chiusure e deserto artistico. Ora non ci resta che guardare avanti.” Il denso programma, sviluppatosi in un arco di sei giorni a Sovizzo (VI), ha visto la proiezione del corto vincitore mercoledì 6 ottobre. Filandart Fondazione Socioculturale con Cinefestival propone la promozione della cultura e della tecnica cinematografica attraverso i nuovi linguaggi, la riflessione culturale e critica sui grandi temi della vita, del lavoro e dell’arte, l’incentivazione all’iniziativa di esordienti nel campo della produzione di audiovisivi di qualità. In particolare tale iniziativa si propone di incoraggiare e promuovere il confronto con il linguaggio cinematografico, opere documentaristiche, di finzione, animazione, tradizionali o sperimentali. Un’uscita di scena di gran classe per il pluripremiato lavoro. Ad annunciarne il ritiro dai festival è stato proprio il regista: “Sono molto felice che “Martino” abbia avuto questo riconoscimento, per due motivi: il primo è perché questo è l’ultimo festival a cui parteciperà il film, ormai ha terminato il suo ciclo festivaliero e uscire di scena
portandoci a casa un premio ci fa chiudere in bellezza questa bellissima avventura a cui devo tantissimo e, in qualche modo, sancisce la qualità del lavoro che tutta la squadra ha fatto; il secondo motivo è perché Danilo se lo merita. Abbiamo lavorato molto sulla costruzione di questo personaggio e lui è riuscito a far trasparire un’anima “onesta”, che ha permesso al pubblico di provare empatia con quel “ragazzaccio”” C&S La Multimedia Valley cantiere creativo d’Italia È l’evento di riferimento per l’innovazione e la creatività e ha scelto Giffoni per l’unica tappa del Sud Italia. È questo il senso di #SIOS2021Giffoni, che si svolgerà venerdì 15 ottobre negli spazi della Multimedia Valley. L’evento è promosso da StartupItalia in partnership con Giffoni che si conferma, perciò, brand di riferimento in particolare per la capacità di connessione con la sua community, composta da migliaia di giovani e che rappresenta un interessante luogo di confronto per la Generazione Z. #SIOS2021Giffoni prenderà il via alle 10.00, dopo il classico countdown di 15’ in compagnia di Radio 105, e sarà possibile seguire l’evento live dalle pagine Facebook di StartupItalia e Giffoni Film Festival e dal sito web dell’appuntamento. Importante novità di #SIOS21Giffoni sarà il ritorno del pubblico – un centinaio di rappresentanti della Gen Z nati tra il 96 e il 2010 – che contribuirà attivamente all’evento attraverso interviste e interventi in aperto dialogo con i tanti speaker e personaggi del mondo imprenditoriale e digital italiano. La giornata avrà come tema “Ask Me Anything”, con un focus inedito sulla prima generazione che ha potuto disporre di internet sin dalla propria infanzia, un vero e proprio viaggio alla scoperta di
innovazioni, linguaggi, media e idee che stanno disegnando il futuro “Siamo davvero orgogliosi – commenta Claudio Gubitosi, fondatore e direttore di Giffoni – di questa partnership strategica con StartupItalia che ha portato a individuare la Multimedia Valley quale sede, unica per il Mezzogiorno d’Italia, di una delle tappe di avvicinamento al SIOS Winter in programma a Milano il prossimo dicembre. Giffoni punta da sempre sull’innovazione e lo fa attraverso un apposito e specifico dipartimento che è sempre più incubatore di idee e di talenti”. Al centro di tutto ci sono il ruolo e le opportunità legate alla Multimedia Valley: “È un vivace cantiere creativo d’Italia – spiega Gubitosi – una struttura che cresce, si amplia ed evolve, a 20 anni da quel primo progetto che ho immaginato su un foglio di carta. Abbiamo realizzato tutto ciò grazie alla sinergia con il Comune e la Regione Campania e grazie ai fondi europei e statali: ora siamo pronti a proiettarci verso il futuro con il campus e gli studios. Arte, spettacolo, entertainment, produzione, alta formazione e, ancora, sostenibilità, inclusione e tecnologie, sono attività e temi di cui Giffoni si nutre da sempre e rispetto ai quali vuole essere un facilitatore per i giovani, dando loro opportunità di espressione, possibilità occupazionali, occasioni di crescita e di formazione. Giffoni si evolve giorno dopo giorno e lo fa in connessione con gli altri. Con tutti coloro che condividono il nostro spirito. La partnership con StartupItalia è la conferma di questa nostra visione”.Un’importante occasione di riflessione sullo stato dell’arte della formazione, delle startup e della neo- imprenditoria nel Sud Italia verrà proposta nel corso del panel “Destinazione Sud”, al quale parteciperà Valeria Fascione, Assessore con delega alla Ricerca, Innovazione e Startup della Regione Campania, con lei sul palco altri esponenti del mondo accademico, imprenditoriale e del venture capital italiano. “Che tutto questo accada a Giffoni, in Campania, al Sud – conclude Gubitosi – non è un caso e rappresenta ancora una conferma del dinamismo di cui siamo capaci. Sul fronte dell’innovazione in Campania in questi anni
si è fatto molto, sostenendo concretamente i ragazzi e la loro voglia di cimentarsi con il mondo della creatività. Giffoni è stato un apripista in questo senso e ancora oggi abbiamo voglia di testimoniare tutto ciò. Essere pionieri non è solo un merito, ma una responsabilità che ci inorgoglisce tantissimo. La vivacità dei nostri ragazzi è un valore, la loro sete di conoscenza è un patrimonio inestimabile, la loro apertura verso il mondo e verso gli altri, la loro capacità di visione rappresentano un valore aggiunto da non sprecare, in particolare al Sud”.
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