70 anni nel segno iridescente di - Cronache ...

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70 anni nel segno iridescente di - Cronache ...
70 anni nel segno iridescente
e         colorato         di
Claudio Gubitosi
di Monica De Santis e Olga Chieffi

Giffoni Valle Piana in festa oggi per il compleanno del suo
concittadino più celebre. Oggi Claudio Gubitosi, papà del
Giffoni Film Festival, l’uomo che con le sue visioni, la sua
caparbietà, tenacia e sicurezza è riuscito a trasformare un
piccolo centro dei picentini nel centro internazionale del
cinema per ragazzi, compie 70 anni. Un traguardo questo che la
sua famiglia, il suo team e l’intera comunità ha deciso di
festeggiare con tutti gli onori. Due i momenti importanti che
caratterizzeranno la giornata oggi nella cittadina dei
picentini: il primo, alle 11.30 nell’Aula Consiliare del
Comune di Giffoni Valle Piana, alla presenza delle autorità
locali, rappresenterà l’omaggio del territorio che “è
riconoscente – come scrive il primo cittadino Antonio Giuliano
– per aver portato Giffoni nel mondo ed il mondo a Giffoni”.
Il secondo momento si svolgerà nel pomeriggio, negli spazi
della Multimedia Valley, dove il team si riunirà per formulare
gli auguri al direttore Gubitosi in un momento di festa. Non
solo gli squilli, gli ottoni lucenti, i marciabili di augurio
per Claudio Gubitosi, da parte del Corpo Bandistico “Lorenzo
Rinaldi” di Giffoni Valle Piana diretto da Francesco Guida, ma
il ricordo del concerto della Big Band SwingTime diretta da
Luciano Fineschi, quando la dicitura della kermesse era
“Festival del Cinema per i ragazzi” di Giffoni Valle Piana,
condotto da Claudio Lippi.
“Era il 1982 – racconta il Maestro Antonio Florio – e
nell’edizione del 1982, se non ricordo male presentammo con
Luciano Fineschi “Ma che cos’è questo jazz?”, un lungo e
comunicativo viaggio attraverso la musica che più ha amato,
capace di raggrumare un sempre più intenso cumulo di elementi
logici e armonici originali, inventando, risolvendo        ed
esprimendo concetti melodici e ritmici nuovi, tali         da
costituire una forma musicale “che ha da essere”,
sorprendente, vitale, permeata di tensioni, “dissolvimento” e
bellezza, tanto da poter andare a contaminare le più amate
melodie di Bach, Mozart, Dvoràk e Strauss. Con quello
spettacolo Luciano Fineschi dimostrò che quella musica
immediata, dolorosa e dileggiata al primo sentire era
emozione, vertigine, eros e pulsioni, musica autentica,
sofferta come gli incroci delle strade smarrite, universale,
vincente, fino alla fine dei tempi, che va vissuta e suonata
agli estremi, senza via intermedie, come ha suonato e vissuto
lui”. Ma non è tutto, la festa per i 70 anni del direttore
del Giffoni Film Festival prosegue. Infatti da ieri e fino al
prossimo 21 ottobre, il sito web www.giffonifilmfestival.it è
totalmente dedicato a questo importnate appuntamento, o meglio
dire a questo importante avvenimento, con la possibilità di
consultare video, foto, testi che raccontano le tappe più
importanti della vita di Claudio Gubitosi.
Gli auguri del figlio Jacopo

20 Ottobre 2021 Tutti insieme festeggiamo il tuo compleanno:
la tua famiglia, i tuoi collaboratori, tutti i giffoner e gli
amici. Milioni di persone si ritrovano riunite, in questa
data, per un motivo importante: festeggiarti. Sì, Claudio
Gubitosi oggi compie 70 anni e al suo fianco non poteva
mancare l’affetto della community che ha saputo costruire
negli anni. Istituzioni e personalità dello spettacolo,
artisti, giurati e masterclasser, tutti coloro che ti vogliono
bene, oggi ti dedicheranno un pensiero speciale, ricambiando
almeno in parte l’attenzione che continui a dare a ognuno di
noi. Hai sempre intrapreso la strada meno battuta e per questo
sei un modello da seguire. Ci hai trasmesso la passione per il
cinema, la voglia di migliorare quello che ci circonda e la
forza di credere nei nostri sogni. Il tuo innato dono e amore
per l’idea Giffoni è prezioso per tutti noi. Oggi desidero
dire che sono fiero di mio padre. Sono orgoglioso di come hai
cambiato la mia vita e quella di tutte le persone a te vicine.

Gli auguri della figlia Neviaclaudia
Ogni giorno sei al mio fianco incoraggiandomi, sostenendomi e
motivandomi a fare del mio meglio per superare tutte le mie
paure e incertezze. Un genitore esemplare che avrò sempre la
fortuna di avere al mio fianco. Il nostro rapporto è così
straordinario da non doverti mai nascondere niente. Grazie per
avermi donato tutto l’amore e la fiducia di cui sei capace.
Grazie per avermi cresciuta con valori forti, in grado di
rendermi la donna che sono oggi. Grazie papà, insieme a mamma
siete i miei straordinari e unici punti fermi. Spero un giorno
di essere almeno un pizzico come voi. Buon compleanno papà,
unico e vero uomo della mia vita! Oltre a essere un grande
uomo ancor di    più   sei   un   grande   padre.   Tua   figlia,
NEVIACLAUDIA

25 anni di “Un posto al Sole”
festeggiati dal Rotary
di Monica De Santis

E’ stata la professoressa Maria Rosaria Lombardi, presidente
del Rotary Salerno, a dare il benvenuto, lunedì sera, al
Circolo Canottieri di Salerno, ai soci del Rotary Club, al
direttore del Centro Produzione Rai di Napoli, Antonio Parlati
e l’attore Patrizio Rispo, in occasione della festa per i 25
anni della soap opera “Un Posto al Sole”. La serata ha avuto
inizio con la presidente del club che ha voluto nominare il
professore ordinario di risorse aziendali presso
l’Università Federico II di Napoli, Massimo Franco socio
onorario del Rotary Club Salerno. Persona dal curriculum
straordinario, sempre vicino al club salernitano, si è
guadagnato il titolo con il suo impegno e la sua dedizione
verso il Rotary, per il quale ha sviluppato molteplici
iniziative. L’attenzione si è poi spostata sui due ospiti
della serata. Parlati e Rispo. A prendere per primo la parola
è stato il direttore del centro di produzione che ha
raccontato la nascita e il successo di una soap che da 25 anni
ogni sera tiene compagnia a circa 2 milioni e mezzo di
italiani… “Giovedì festeggiamo i 25 anni della messa in onda
di questa soap che è più che un’esempio per il nostro
territorio e non solo. E’ un esempio come macchina
industriale, tanto è vero che a novembre faremo insieme anche
all’unione industriali di Napoli, proprio per parlare di ‘Un
posto al Sole’ nelle varie sfaccettature e un prodotto che ha
lavora molto sul sociale e soprattutto una dimostrazione che
quando pubblico e privato si mettono insieme con un unico
obiettivo lo raggiungono facilmente. Sono 25 anni che la Rai
collabora con la società che produce la soap e oramai siamo
diventati un’unica famiglia. Ma non solo 25 anni sul
territorio significa anche aver lasciato sul territorio una
ricchezza. Quello che è un euro speso per Un posto al Sole,
lascia sul territorio un euro e 70 centesimi, quindi voglio
dire lascia più di una volta e mezzo di quello che spende sul
territorio. Questo significa non solo turismo, quindi non solo
le bellezze delle location dove abbiamo girato, ma significa
che questa produzione porta e lascia ricchezza”. Poi con un
filmato di circa 6 minuti è stato mostrato ai presenti cosa
c’è dietro questa produzione televisiva che va in onda per 250
giorni l’anno con una pausa lavorativa solo di due settimane
nel mese di agosto. Tocca poi a Patrizio Rispo, che nella soap
è presente sin dalla prima puntata nel ruolo di Raffaele il
portinaio. nel suo intervento l’attore ha affrontato diversi
temi e tirato anche qualche stoccata sia alla tv italiana e ai
politici… “La cultura viene considerata come una cosa da
acquietare, da accontentare, alla quale si fa dell’elemosina.
Ma non si è capito che il petrolio dell’Italia, della Campania
in particolare è proprio la cultura. E’ una macchina che fa
soldi. Noi di Un posto al Sole siamo stati i precursori di
quello che dovrebbe essere un discorso da applicare alla
cultura, cioè una visione programmatica e industriale della
cultura. Invece di essere soltanto con un atteggiamento da
museo, abbiamo queste bellezze, stanno là, ve le offriamo, ma
essere propositivi, coordinati, fare squadra. Ma il vero
problema è che fare squadra è una delle più grandi difficoltà
del nostro territorio. Questo perché non sappiamo valutare le
persone che sono al nostro fianco e ci sentiamo sempre
migliori di loro. Un posto al Sole è riuscito a fare industria
culturale, abbiamo dato un esempio, ci sono state altre
produzioni che hanno tentato di fare quello che facciamo noi,
ma non sono durate. Il nostro segreto sta in primis nel nostro
brand che è fortissimo. Un brand che è la vera protagonista
della soap, ovvero la città di Napoli, amata in tutto il
mondo. E in tutto il mondo siamo visti. Registriamo 40 milioni
di spettatori nel mondo. E pensare che questa soap è nata per
salvare il centro di produzione di Napoli. – prosegue Rispo –
Una soap che grazie alle sue storie che raccontano la cronaca
di tutti i giorni è riuscita in questi 25 anni a raccontare la
storia di un paese, con le difficoltà produttive perché
ovviamente sono cambiate le mode, sono cambiati gli attori,
eppure però questi cambiamenti sono diventati il nostro punto
di forza. E tutto questo grazie, lo ripeto alla Rai che ci ha
dato la possibilità, 25 anni fa di fare sperimentazione, cosa
che dovrebbe continuare a fare ed invece oggi, la pressione
commerciale, ti impone che se sbagli due puntate sei fuori.
Invece noi abbiamo avuto la pazienza della Rai che ha
aspettato un anno prima che il prodotto desse i suoi frutti. –
continua Rispo – Ma il successo viene anche dal fatto che a
differenza delle altre fiction, anche delle altre reti, noi
eravamo tutti attori di teatro, non eravamo facce, altrimenti
oggi non saremmo stati qua. Invece hanno chiamato gli attori.
Una cosa per la quale ho lottato spesso, che è una snobberia
che avviene sempre nella nostra storia, pur avendo una
quantità di talenti immensi tra scrittori, attori, registi,
sceneggiatore, il napoletano è sempre chiamato a fare il
caratterista. Quando c’è da raccontare una storia sul nostro
territorio, il protagonista viene da fuori. Nel nostro Dna
viene escluso subito che lo possa fare un napoletano, mentre
noi veniamo chiamati a fare quello che il nostro fisico
suggerisce, cosa questa che è l’antitesi dell’attore. L’attore
deve creare un personaggio quanto più lontano da lui. E questo
snobberia esisteva anche da noi, quando doveva arrivare un
avvocato, un laureato, un titolato, chiamavano un attore del
nord, come se a Napoli non ci fossero avvocati, laureati etc…
– conclude Rispo – E questo l’abbiamo visto anche in
produzioni importanti, tipo i famosi Eduardo che abbiamo visto
lo scorso inverno, con tutta la strepitosa bravura di
Sergio Castellitto, ma dico a Napoli avevamo bisogno di
chiamare a Castellitto per fare Eduardo?” Prima dei saluti la
consegna di due opere d’arte realizzate dal compianto maestro
Bartolomeo Gatto e donate dalla moglie Adele e dal
figlio Davide ospiti anche loro della bella serata.

Per Sios21Giffoni                            viaggio
nella Gen Z
Esplorare la Gen Z attraverso storie d’innovazione e
imprenditorialità. Questo lo spirito di #SIOS21Giffoni,
penultima tappa del format di eventi promosso da
StartupItalia, coprodotto da Giffoni e dal suo Dipartimento
Innovazione. A vincere lo Special Award Giffoni Edition è
stata la startup Weshort – In short we trust. Weshort è la
piattaforma on demand dei cortometraggi ed è stata selezionata
dalla giuria tra una rosa di 5 startup dei media e
dell’entertainment, in gara per il premio Special Award
Giffoni Edition e presentate nell’ambito di “105StartUp!” con
Radio 105, l’appuntamento con Alessandro Sansone e Annie
Mazzola. La vincitrice concorrerà anche al premio “Radio 105
Special Award”, il 13 dicembre a #SIOSWinter. Per Claudio
Gubitosi, fondatore e direttore di Giffoni, l’evento è servito
non solo a testimoniare una partnership importante, ma anche a
confermare i valori su cui da oltre mezzo secolo poggia le
basi il grande hub culturale italiano: serietà, rigore,
affidabilità: “Quando ho fondato Giffoni avevo 18 anni, e idee
molto chiare in testa: doveva essere una storia dedicata ai
ragazzi, per dare loro quello che io non avevo avuto. Il
progetto è stato una delle prime startup italiane”.
L’appuntamento si è svolto in presenza di un centinaio di
rappresentanti della Gen Z e in streaming (registrando circa
450 mila visualizzazioni totali e picchi di 4.500 utenti
connessi contemporaneamente) in quel luogo di opportunità e
simbolo per tante generazioni che è Giffoni: “un evento
speciale – dice Filippo Satolli, Ceo di StartupItalia -,
ospitato in un hub che ha dimostrato come si possa fare
innovazione a prescindere dalla dislocazione geografica.
L’importante è farlo, avendo un sogno in testa”. Tra storie di
successi e idee imprenditoriali, il racconto ha toccato i temi
che coinvolgono le giovani generazioni lanciate verso
un’economia sostenibile e al rispetto delle diversità. Una ri-
evoluzione che mostra i suoi impatti sulle nostre vite come
dimostra il viaggio nel futuro del lavoro del sociologo
Domenico De Masi: “innovare è una priorità, oggi il 12% del
nostro tempo è dedicato al lavoro. Nel 2019 in Italia abbiamo
lavorato 40 miliardi di ore, producendo migliaia di volte di
più di quanto si faceva 100 anni fa, quando 40 milioni di
italiani vi dedicavano 70 miliardi di ore l’anno”. Evoluzione
a tutti i livelli, come dimostra la Regione Campania che
sostiene l’ecosistema regionale per creare innovazione e
determinare sviluppo: “un momento molto entusiasmante – spiega
Valeria Fascione, Assessore alla ricerca, innovazione e
startup della Regione Campania -. La Campania è la terza
regione e Napoli è la terza città per numero di startup.
Abbiamo investito 35 milioni di euro sulle start up e altri 7
milioni in attività di animazione e scouting in rete con
istituti di ricerca e università. Se i numeri sono
interessanti, è importante il dinamismo dell’ecosistema. Ai
ragazzi dico di seguire le passioni e il talento, perché le
opportunità di realizzazione ci sono”. Il Sud e le sue
infinite potenzialità, continua con gli obiettivi
istituzionali e imprenditoriali: ridurre il gap, accrescere
l’attrattività di aree ricche di occasioni e di talenti, dare
opportunità a chi non vuole lasciare le proprie radici. Un
esempio è “l’Apple Developer Academy di Napoli – dice Giorgio
Ventre che ne è direttore scientifico –, è nata per una
formazione che andasse in parallelo al classico percorso
universitario e che fosse più vicino alle esigenze delle
aziende, fornendo le competenze verticali richieste dal
mercato”. Un tema da approfondire, come suggerisce Giovanni De
Caro, Ceo di Volano “è la dimensione ancora piccola del
sistema italiano delle startup, cui si aggiunge il gap del
Sud, che attrae pochi operatori”. Tuttavia, è innegabile che
si stia vivendo un periodo di grande fermento come spiega
Francesca Ottier, Responsabile del Fondo Italia Venture II di
CDP Venture Capital SGR, anche se l’Italia sconta un gap verso
altri mercati e al suo interno il Mezzogiorno è più
penalizzato. “Il Sud rappresenta solo il 5% di quanto
investito complessivamente quest’anno, però il mercato si sta
muovendo: bisogna creare strumenti ad hoc per supportare la
nascita di nuovi operatori e attirare altri investitori”. “C’è
un ritardo infrastrutturale – dice Marco Bellezza,
Amministratore Delegato di Infratel Italia –. Sul fronte della
fibra e della banda larga siamo arrivati a 2.500 comuni
coperti. Uno sforzo di accelerazione importante. Con il PNRR
saranno impiegati oltre 7 miliardi di euro. Un altro obiettivo
è incrementare i servizi digitali, in particolare al Sud”. Tra
gli ospiti Sydney Sibilia e i The Jackal: il primo, regista,
sceneggiatore e produttore di origini salernitane, ha fondato
insieme a Matteo Rovere la casa di produzione Groenlandia,
sperimentando i linguaggi di cinema, pubblicità, e
televisione, sfruttando le potenzialità delle nuove
tecnologie. I secondi, da un gioco tra compagni di classe,
hanno costruito una casa di videoproduzione, mescolando le
regole dei media per inventare format originali e di successo.
Contaminarsi per cambiare il mondo, o almeno provarci, sembra
essere stato il filo rosso che ha legato le due esperienze di
creatività made in Campania. Con Nicola Tagliaferro, Head of
Sustainability Enel X, si è parlato dell’importanza delle
misurazioni per rendere più efficienti i processi di business
e di economia circolare, che non si limita al riciclo e al
riuso. È un concetto che ha dato vita alla nuova figura del
circular economy manager: un esperto di comunicazione, capace
di leggere i dati e le analisi, ma anche di innovare per poter
cambiare i processi in un’ottica di circolarità. Quella del
digitale è un’industria giovane. Inaugurata pochi decenni fa
ha introdotto cambiamenti tali da rivoluzionare intere
economie. Un’evoluzione che accelera sempre più grazie alle
idee e ai progetti. E la capacità di fare startup è il tema su
cui Paolo Barberis, Founder di Nana Bianca si è confrontato
con i Giffoner presenti in sala soffermandosi sul ruolo del
capitale umano e di quello economico nella crazione di una
impresa e sulla formazione che “richiede un nuovo modello, che
non passi solo dal percorso scolastico, ma che si snodi in
tutta la vita per affiancarci nell’evoluzione e nei
cambiamenti”. Sulla formazione che abilita la sostenibilità
del business verte la riflessione di Elisa Zambito Marsala,
Amministratore Delegato di Intesa Sanpaolo Formazione: “il
momento storico che viviamo ci ha raccontato esigenze
formative diverse. La pandemia ha accelerato i processi di
digitalizzazione nel learning, aprendo a nuove modalità
didattiche e opportunità anche in Italia”.

A Salerno la festa per i 25
anni di Un posto al Sole
di Monica De Santis

La soap “Un posto al Sole” prodotta dalla Rai di Napoli ha
scelto Salerno per festeggiare i suoi 25 anni dalla sua messa
in onda avvenuta il 21 ottobre del 1996. I festeggiamenti si
terranno lunedì, su iniziativa del Rotary Club, su volontà
della presidente professoressa Maria Rosaria Lombardi, presso
il circolo Canottieri di Salerno. Alla festa che avrà inizio
alle 20,30 parteciperanno tra gli altri il direttore del
Centro Produzione Rai di Napoli, Antonio Parlati e lo storico
attore della soap, Patrizio Rispo. “Partita il 21 ottobre 1996
alle 18.30 con poco più di un milione di telespettatori, il
successo di ‘Un Posto al Sole’ è andato man mano crescendo, –
spiega Antonio Parlati – portando la soap, una volta spostata
alle 20.30, a toccare punte del quindici per cento con più di
tre milioni di telespettatori. Attualmente ha una media
superiore ai due milioni nonostante vada in onda in una fascia
oraria difficilissima come quella dell’accesso prime time. Nei
primi 6-7 mesi di programmazione, la soap rischiò più volte la
chiusura per un’audience limitata, fortunatamente il numero di
spettatori decollò improvvisamente crescendo costantemente
negli anni. Ancora oggi dopo 25 anni gli ascolti di Un posto
al sole risultano molto alti per la media di rete rendendolo
uno dei programmi di punta di Rai tre”. A differenza delle
altre soap opera che trattano soprattutto temi rosa, Un posto
al sole racconta anche storie di cronaca nera, incentrate su
problemi sociali, comiche e a sfondi surreali, permettendo, in
questo modo, agli attori di cimentarsi in mille parti e
situazioni diverse, pur interpretando lo stesso personaggio.
“Tra le varie vicende di questa soap, infatti, ci sono anche
casi tipici delle serie poliziesche, come omicidi, tentati
omicidi, rapine, sequestri di persona. – spiega ancora Antonio
Parlati – Tra i temi trattati: Abbandono degli animali,
Abbandono scolastico, Allarme Infanzia, Adozione, Affido,
Alcolismo, Attacchi di panico, Bocciatura, Bullismo, Camorra,
Criminalità, Crisi economica e nuovi poveri, Delinquenza
giovanile, Disabilità, Disfasia, Divorzio/Separazione, Doping,
Ecomafia, Gioco d’azzardo, Guida senza patente e omissione di
soccorso, HIV, Immigrazione illegale, Impotenza, Incesto,
Incidenti stradali, Malattie genetiche, Obesità, Omicidio,
Omofobia, Omosessualità, Prostituzione, Prostituzione
minorile, Rifiuti, Riabilitazione, Sessualità, Senzatetto,
Sostegno a distanza, Stalking, Stupro, Tentato omicidio,
Tossicodipendenza, Transessualità, Truffa, Violenza in
famiglia. “Un Posto al Sole” – ha concluso il dottore Parlati
– tiene alto il nome di Napoli, ma nel corso delle oltre 5700
puntate sono state tante le location che hanno fatto da sfondo
alla soap. Tra le più importanti New York, Siena, Milano,
Torino, Viareggio, Roma, Brindisi, Lecce, Sorrento, Bologna,
Procida, Ischia, Capri, Palinuro, Saint Vincent, Marina di
Camerota, Palermo, Cervinia, Verona, Firenze, Pisa, Perugia e
Caserta”. L’incontro di lunedì sarà anche una grande occasione
per sapere quale sarà il futuro della soap “Un Posto al Sole”
e del Centro di Produzione della Rai di Napoli.

Il     Domani            si      racconterà                a
Linea D’Ombra
di Monica De Santis

Dal 23 fino al prossimo 30 ottobre torna a Salerno Linea
d’Ombra Festival 2021. Il programma della kermesse ideata e
fondata da Peppe D’Antonio, giunta alla sua XXVI edizione, è
stato presentato ieri mattina a palazzo di città alla presenza
del direttore artistico Boris Sollazzo. “Questa è la rinascita
e la ripresa dopo i mesi bui della pandemia. – spiega Peppe
D’Antonio – Linea d’Ombra è la prima grande iniziativa che si
terrà a Salerno dopo la riapertura e con una presenza al 100%
in sala. Sarà dunque anche una prova mentale, di superamento
di tutto quello che abbiamo vissuto. Quello che aspetta la
nostra giuria di giovani sono 115 tra film, documentari,
cortometraggi, animazione. Un panorama molto ampio, che vedrà
poi anche una serie di incontri sul tema che abbiamo scelto
per questa edizione ovvero, Domani. L’idea è chiedersi cosa ci
si aspetta da adesso in poi ,nel cinema, nella società, nella
comunicazione, nel rapporto tra le generazioni. Questa
generazione Z nativa digitale dovrà fare i conti con
un’ulteriore transizione, con un’ulteriore cambiamento che è
stato determinato dal covid. Devo anche aggiungere che a
lavorare a questo Festival c’erano 43 professionisti di
altissimo livello che hanno operato una preselezione su circa
2000 film da tutto il mondo. Sono film che si vanno a vedere
al cinema, non sono film solo da festival. - conclude
D’Antonio – Inoltre pure essendo tornati in presenza, il
Festival si potrà vedere anche online attraverso il nostro
sito. Sarà una festa, una festa degli occhi e della mente”.
Dunque “Domani” è il tema dell’edizione numero 26 di Linea
d’Ombra Festival. “È necessario da qui guardare avanti e
ricostruire, nel caso di un festival, un tessuto connettivo,
quella linea, d’ombra ma ben visibile, tra l’offerta culturale
e il pubblico. Dopo quanto successo negli ultimi due anni nel
mondo, non si può dare per scontato che quello che si offre
sia quello di cui lo spirito collettivo abbia bisogno. Il
domani è ignoto e l’unico modo per svelarlo è accettare le
sfide”. spiega ancora D’Antonio “Domani sembra incarnare
meglio il senso di qualcosa che non è ancora, ma che ci indica
anche dove dobbiamo posare lo sguardo una volta lasciateci
alle spalle le macerie di un mondo segnato dalla tragedia
della pandemia. Da un lato Domani ci costringe a considerare
dove siamo ancora, dall’altro indica una prospettiva verso cui
muovere per conservare, certo, ma anche per cambiare, se
possibile radicalmente. Domani sembra innescare il senso di
una rottura con il passato, la voglia di un cambiamento
necessario a seppellire un tempo e una storia, un mondo del
quale si sono drammaticamente rivelate fragilità, ritardi,
ineguaglianze, errori da sanare, se possibile. Il giorno che
verrà ci chiama a un impegno, appunto perché è prossimo e
irreversibile, come tutti i cambiamenti che non solo la post-
pandemia richiede. Domani sembra ci impegna tutti a uno
sguardo più consapevole sul futuro che immancabilmente
arriverà”. Nel corso del XXVI Linea d’Ombra Festival saranno
proiettate 94 opere in concorso selezionate tra le oltre 1500
iscritte da 77 paesi. Tra i film in concorso, 34 sono diretti
da registe donne. 5: i film del concorso Passaggi d’Europa,
provenienti da altrettanti paesi 18: i film selezionati per il
concorso LineaDoc, provenienti da 15 nazioni 27: i
cortometraggi selezionati per il concorso CortEuropa,
provenienti da 14 nazioni 24: le opere scelte per il concorso
VedoAnimato, provenienti da 13 nazioni 19: i video in concorso
per VedoVerticale, provenienti da 13 nazioni. 4: le giurie del
festival Il festival di quest’anno è dedicato a Patrick Zaki I
Talk e gli incontri saranno tutti in presenza finalmente, ma
anche disponibili in streaming, perché quella che è stata una
tecnologia necessaria oggi si può trasformare in uno strumento
utile per arricchire l’esperienza del pubblico di un festival.
Si partirà così il 23 ottobre con Niccolò Ammaniti. Lo
scrittore e anche regista, parlerà con Boris Sollazzo della
sua carriera tra romanzi, cinema e televisione. Altro gradito
ospite del festival Roberto Andò. Lo scrittore, sceneggiatore,
regista cinematografico e teatrale, condividerà le proprie
esperienze direttamente con la platea il 24 ottobre,
raccontando anche la genesi del nuovo film, tratto dal suo
omonimo romanzo Il bambino nascosto. Il giorno dopo, 25
ottobre, sarà la volta di Valeria Golino, attrice e regista
dalla carriera straordinaria, nazionale e internazionale, come
dimostra anche la sua recente partecipazione a The Morning
Show, la serie Appletv+ in cui si confronta con Jennifer
Aniston e la vincitrice del premio Oscar Reese Witherspoon.
Valeria Golino vinse una Coppa Volpi a Venezia a vent’anni
diretta da Citto Maselli. Un club ancora più esclusivo.
Mercoledì 27 ottobre si riflette sul cinema italiano e sulla
storia d’Italia al cinema con due persone che se ne intendono.
Si confronteranno con Giuseppe D’Antonio, coadiuvato dai
docenti dell’Università di Salerno Alfonso Amendola, Pasquale
Iaccio e Pietro Cavallo, Giovanni De Luna, autore del prezioso
saggio Cinema Italia, e Mario Martone, reduce dal successo di
Qui rido io, biopic, come si suole dire, di Eduardo Scarpetta,
ennesimo tassello del racconto storico che ha caratterizzato
gran parte del cinema dell’autore napoletano. Venerdì 29
ottobre sarà ancora Giuseppe D’Antonio a incontrare Diego De
Silva e il leader del movimento delle Sardine Mattia Santori
per affrontare con loro il tema principale di questa XXVI
edizione di Linea d’Ombra: Domani. E subito dopo, in modo
diverso, lo farà Boris Sollazzo con i The Jackal, in un
incontro che introdurrà la tradizionale maratona notturna di
quest’anno dedicata alla fantascienza, che porterà i
coraggiosi spettatori a resistere fino all’ultimo film e per
una notte intera. Serata di chiusura sabato 30 ottobre
dedicata ai premi, ma anche all’anteprima di I nostri
fantasmi, film di Alessandro Capitani.
Penultimo appuntamento                                 per
#Sios21Giffoni
di Monica De Santis

“Con orgoglio Giffoni ospita l’unica tappa del Sud Italia del
Sios che è il frutto della partnership strategica con
StartupItalia” a parlare è Claudio Gubitosi direttore del
Giffoni Film Festival che oggi presenterà la penultima tappa
#SIOS21Giffoni che tratterà diversi temi, tutti come sempre di
grandissima attualità. Si andrà dalla sostenibilità delle
aziende al professore che combatte omofobia e razzismo su
TikTok, dal lavoro del futuro al futuro delle imprese nel Sud
Italia. Il format di eventi è promosso da StartupItalia, e
coprodotto da Giffoni e dal suo Dipartimento Innovazione. “È
la conferma di una nostra precisa intenzione, quella di
evolverci sempre. Il simbolo di questo processo è la Giffoni
Multimedia Valley che abbiamo realizzato grazie alla sinergia
con il Comune e la Regione Campania e grazie ai fondi europei
e statali. Ora siamo pronti a programmare il futuro con il
campus e gli studios. – spiega ancora Claudio Gubitosi – Arte,
spettacolo, entertainment, produzione, alta formazione e,
ancora, sostenibilità, inclusione e tecnologie, sono attività
e temi di cui Giffoni si nutre da sempre e rispetto ai quali
vuole essere un facilitatore per i giovani, dando loro
opportunità di espressione, possibilità occupazionali,
occasioni di formazione. Giffoni cambia giorno dopo giorno e
lo fa in connessione con gli altri. Con tutti coloro che
condividono il nostro spirito. La partnership con
StartupItalia è la conferma di questa nostra visione”. Il
penultimo appuntamento come detto si terrà, come detto oggi.
L’inizio è previsto per le ore 10 e la conclusione è prevista
intorno alle 15, in presenza a Giffoni con un parterre di
pubblico di giovani ragazzi e ragazze, e online sui canali di
StartupItalia, Giffoni e dal sito web dedicato, sarà
l’occasione per affrontare i temi dell’innovazione,
dell’imprenditorialità, delle startup e delle nuove tendenze
in relazione alle giovani generazioni. Il programma della
giornata prevede in apertura il CEO di StartupItalia, Filippo
Satolli, e Giampaolo Colletti, giornalista e MC di SIOS
introdurranno il tema “Ask Me Anything” declinato per la Gen
Z. I giovani saranno al centro della giornata e diventeranno i
protagonisti di una serie di interviste, per commentare ed
esplorare sogni e aspettative degli adulti di domani. Focus
anche su Claudio Gubitosi, a colloquio con Marco Montemagno.
Seguirà l’intervento “Perché abbiamo aperto un canale Youtube”
insieme a Simone Ruzzo e Francesco Ebbasta, due dei fondatori
del collettivo creativo dei The Jackal. Il tema del “lavoro
che verrà” sarà al centro di una discussione con il sociologo
Domenico De Masi, tra nuove professioni e modalità di
collaborazione come il lavoro agile. Poi sarà la volta del
talk “Startupper in grado di cambiare il mondo”, confronto
focalizzato sul tema di un’impresa che guarda al pianeta e
alla sostenibilità con founder di startup nate con questo
scopo. Spazio quindi alle fireside chat, che vedranno Colletti
discutere di scalabilità, business e green con Nicola
Tagliaferro, Head of Sustainability Enel X. TikTok e scienza
saranno invece gli argomenti affrontati da Sandro Marenco,
autore del libro “Dillo al prof” e riferimento per temi
sociali come omofobia e razzismo, e dalla fisica quantistica
Chiara Marletto. Nel panel “Destinazione Sud: tra lavoro e
formazione” verrà approfondita l’imprenditorialità nel Sud
Italia con Valeria Fascione, Assessore con delega alla
Ricerca, Innovazione e Startup della Regione Campania. Insieme
a lei anche Francesca Ottier, Senior Partner – Responsabile
del Fondo Italia Venture II di CDP Venture Capital SGR;
Giovanni De Caro, Campania New Steel Università degli Studi di
Napoli Federico II; Giorgio Ventre, Direttore Scientifico
Apple Developer Academy; Marco Bellezza, AD di Infratel
Italia. Nella seconda parte del panel, il tema sarà visto da
un’angolatura diversa con Andrea Passanisi, Fondatore di
Sicilia Avocado ed Etna Mango; Edoardo Negri, COO di
StartupItalia. Fari puntati sulla formazione con Elisa Zambito
Marsala, Amministratore Delegato di Intesa Sanpaolo
Formazione, il cui contributo chiuderà la mattinata. Pausa
pranzo in compagnia di “105StartUp!” con Radio 105,
l’appuntamento con Alessandro Sansone e Annie Mazzola. In
questa finestra verranno presentate le cinque startup del
mondo dei media e dell’entertainment in gara per il premio
Special Award Giffoni Edition. Il pubblico in sala eleggerà la
vincitrice che concorrerà al premio “Radio 105 Special Award”,
atteso a Milano il prossimo 13 dicembre a #SIOSWinter.
L’evento tornerà live da Giffoni con Oscar di Montigny,
scrittore, divulgatore e speaker internazionale e Presidente
di Flowe, con il talk “L’Italia in stream: le opportunità per
le Industrie Creative” insieme a Loris Caputo, 18enne di
Salerno Fondatore di Miutifin; Marilena Lopez, Head Of
Marketing and Sales Studio71 Italia. “Uno contro tutti” è
l’ultimo giro di interviste della Gen Z a Paolo Barberis,
founder Nana Bianca, mentre Filippo Satolli discuterà di bandi
per le startup. “Uno degli obiettivi più importanti di
StartupItalia è contribuire all’evoluzione dell’ecosistema
dell’innovazione italiano in particolare nel Sud del nostro
Paese, non ancora completamente coinvolto nel sistema.
#Sios21Giffoni si fa promotore della necessità di mettere a
disposizione la formazione e la cultura necessarie ad
affrontare i cambiamenti che la nostra società sta
attraversando. La partnership con Giffoni è fondamentale per
incontrare    le   nuove   generazioni    e   accompagnarli
nell’evoluzione attraverso un dialogo e uno scambio di idee
che animerà l’intera giornata. È un capitolo fondamentale del
percorso di avvicinamento a #SIOS21Winter che, dopo gli
appuntamenti di Cagliari e Firenze, concluderà il programma
2021 di (in)formazione dedicato all’innovazione e al futuro
del nostro Paese”, sottolinea Edoardo Negri, COO di
StartupItalia.
Riscoprire la bellezza della
sala e dell’incontro
Nella luce soffusa di un cinema dove tutto è rarefatto tranne
la visione, 180 ragazzi hanno ricominciato a incontrarsi a
Skopje. La fame di conoscenza, il bisogno (così forte da
essere quasi fisico) di allargare gli orizzonti valorizzando
il piacere del confronto, del dialogo, dell’incontro hanno
guidato la nona edizione di Giffoni Macedonia Youth Festival.
Cofinanziato per l’Italia dal Ministero della Cultura –
Direzione Generale Cinema, dall’Agenzia Nazionale per il
Cinema della Macedonia del Nord, sostenuto dall’OSCE e
dall’Ambasciata d’Italia a Skopje, il festival è stato
organizzato da Giffoni con l’associazione Planet M. Occhi
incollati allo schermo, idee e riflessioni raccontate con
naturalezza e grande emozione. Per sei giorni i juror hanno
riscoperto la dimensione sociale del cinema perché in sala ci
si abbandona, si è più veri, si piange e si ride in compagnia
di chi è a poche poltrone di distanza. Al cinema si è in un
non-luogo capace di aprire mille porte e possibilità. Un’arte
che ci fa scoprire noi stessi e gli altri con una chiarezza
spiazzante. «Da Skopje sono ripartite le attività di Giffoni
all’estero: era un segno doveroso che abbiamo voluto dare con
convinzione e che presto ci porterà ovunque verrà richiesta la
nostra esperienza – spiega Jacopo Gubitosi, direttore generale
di Giffoni – In Macedonia del Nord è grande l’affetto che ci è
stato dimostrato: penso all’ottimo lavoro svolto da Darko
Basheski, direttore del festival macedone e Dea Krstevska,
program director. La sfida, iniziata nove anni fa, oggi è una
realtà consolidata che poggia sull’energia dei ragazzi e sulla
loro voglia di futuro. In particolar modo desidero ringraziare
l’ambasciatore italiano a Skopje, Andrea Silvestri, un uomo
dalla sensibilità e la visione straordinaria che ha seguito
con interesse e partecipazione questa edizione. Sostenere
questo appuntamento era necessario e ce l’hanno dimostrato i
nostri juror con la loro passione, curiosità ed energia». La
geometria del festival ha seguito quella già tracciata da
#Giffoni50Plus: alla giuria in presenza composta da 180
giovani suddivisi in tre categorie – juniors (dai 10 ai 14
anni), cadets (dai 14 ai 16 anni) e seniors (dai 16 ai 19
anni) – si sono uniti gli hub macedoni ed esteri in
collegamento che hanno partecipato a proiezioni, dibattiti e
workshop. Quest’attività è stata organizzata con il supporto
della Missione OSCE a Skopje, sostenuta con i fondi del
programma “Building bridges” per l’inclusione e la
collaborazione tra istituti scolastici. «É stato fantastico
ritornare in sala dopo questo lungo periodo – afferma Darko
Basheski, direttore di Giffoni Macedonia – tornare a vivere
l’entusiasmo dei ragazzi, i loro occhi sorridenti, le loro
lacrime durante e, soprattutto, alla fine del festival ci
hanno fatto capire, ancora una volta, che Giffoni supera gli
ostacoli e le difficoltà e rimane un punto di riferimento
unico per i giovani che vogliono incontrarsi, confrontarsi e
imparare. La ripresa di quest’anno ha significato un passo
importante verso la prossima edizione, che ci auguriamo possa
tornare a splendere con ancora più ragazzi in presenza, ancora
più attività, ospiti internazionali e altre iniziative durante
tutto l’anno: una grande festa per il nostro decimo
compleanno!». Grande spazio hanno avuto le produzioni
italiane, con una rassegna di short-movie totalmente dedicata
al cinema italiano. Tre i lungometraggi vincitori di questa
edizione: Space boy diretto da Olivier Pairoux; Vacarme di
Neegan Trudel e On The Edege di Eduard Bordukov. Mentre per la
sezione cortometraggi hanno trionfato: l’italiano Mi piace
Spider-Man, e allora? del regista Federico Mikali; First Line
di Katya Bugrova e First-Time Sex Rules di Polina Kondrateva.
Mentre Living Sea di Emma Poposka, che vive a Hong Kong, è
stato eletto miglior film realizzato da uno studente. «Siamo
felici di fare parte della grande famiglia Giffoni e di
trasmettere anche in questa parte del mondo i suoi valori –
dice Dea Krstevska, program director del festival – nel nostro
piccolo ci stiamo riuscendo: ne sono la prova i tanti ragazzi
che, passati attraverso l’esperienza e la formazioni di
Giffoni, decidono di intraprendere un percorso professionale
nel campo dell’audiovisivo, alcuni di loro sono stati ospiti
nelle nostre masterclass per raccontarsi e incoraggiare i loro
coetanei a non aver paura di esprimersi e di mettersi alla
prova. Questa edizione si è svolta nel segno della
responsabilità, nel pieno rispetto delle misure di sicurezza,
con numeri ridotti e molte restrizioni, ma l’entusiasmo c’è
stato tutto. Giffoni è anche questo: un luogo dove i ragazzi
possano sentirsi sicuri e liberi nello stesso tempo. Liberi di
essere come sono, o come vorrebbero essere, senza essere
giudicati. Un luogo dove i ragazzi crescono e si formano per
diventare adulti responsabili, che con le loro idee, la loro
creatività e il pensiero critico saranno capaci di migliorare
il mondo».

Elio   Pandolfi:                           l’ultimo
Njegus
di Olga Chieffi

Con Elio Pandolfi scompare anche la compagna vera di tutta la
sua carriera, ovvero, la voce, che parla, interpreta e
soprattutto canta, perchè, come ripeteva lui stesso: “Chi
canta spera sempre, anche se non sa in che cosa e anche a 90
anni, quando la testa funziona ma è il corpo che perde qualche
colpo”. Per molti Elio Pandolfi è, infatti, soprattutto una
voce, una incredibile voce, estremamente versatile, eppure
riconoscibilissima, chiara, incisiva e suadente, amata e
ascoltata in tante letture alla radio sin dagli anni ’50,
quando rimodernò da attore il ruolo del fine dicitore, o quale
straordinario doppiatore di innumerevoli star, come cantante
passato dalla grande rivista all’operetta sino alla lirica,
con “I racconti di Hoffmann” di Offenbach, con direttori quali
Peter Maag o alla Vedova Allegra con Daniel Oren (Della sua
interpretazione di Njegus, Francesco Colombo scrisse sul
Corriere della Sera: “Bastano pochi gesti, un’inflessione
dell’accento di Pandolfi a far capire cosa sia l’operetta:
gentilezza, astutissima innocenza, assoluto rigore” (n.d.r.),
oltre a impegnativi autori classici contemporanei quali Satie,
Poulenc o Pennisi. La infausta notizia della scomparsa di Elio
Pandolfi ha raggiunto anche Daniel Oren, a Monaco per Tosca
con Anja Harteros, Najmiddin Mavlayanov e Luca Salsi, per la
regia di Luc Bondy. “Elio Pandolfi – ha ricordato il Maestro –
è stato un attore eccezionale ma, nel ruolo del Njegus è stato
il più grande. Con classe, eleganza e il senso dello humor che
lo contraddistingueva schizzava ogni sera un Njegus diverso,
ad ogni recita addirittura. Ad ogni replica lui cambiava o
aggiungeva qualcosa, riuscendo, così a creare non solo la
grande aspettativa nel pubblico, ma anche in palcoscenico, in
orchestra e in me, che ero sul podio, nella Vedova famosa del
San Carlo, nel 1985, con Raina Kabaivanska e la rgia di Mauro
Bolognini. Abbiamo fatto tantissime recite, non solo a Napoli.
E la richiesta del pubblico saliva sempre. Mi pare che a
Napoli ne fossero state fissate dodici, ma fuori del teatro
c’era la rivoluzione e si cercava di aumentare sempre più per
accontentare il pubblico. Fu così in ogni luogo ove si è
andati in scena con Elio Pandolfi. Mi divertivo da morire con
lui, poiché prima di iniziare, già pensavo a cos’altro avrebbe
mai potuto inventarsi ancora, questo genio. Una grandissima
perdita come artista e come uomo. Non sempre collimano
l’eccellenza artistica con la bellezza e la generosità d’animo
dell’uomo. La logica lo vorrebbe, ma è veramente difficile da
trovare che eccelle sia in palcoscenico che fuori. Elio era
perfetto, sorrideva ed era l’amico magico di tutti, poiché
credo, sapeva che il suo talento fosse un dono assoluto, da
porre a servizio di tutti. Mi ha voluto molto bene come io ho
ricambiato il suo affetto e son questi i personaggi che
vivranno per sempre nelle nostre parole, nel nostro ricordo,
nelle nostre azioni. So che sto forse dicendo un’assurdità,
l’emozione è forte, ma mi sento di dire che difficilmente
nascerà un altro Njegus come lui, ci vorrà tanto tempo e un
altro grande dono fatto di verve, comicità e infinita cultura
e classe”. “Elio Pandolfi oltre ad essere un affermato attore,
di scuola, un grandissimo imitatore e pari intrattenitore – ci
rivela il regista Riccardo Canessa – era un collezionista di
registrazioni d’opera rare e ricordo ne fece dono di alcune a
mia madre Italia Carloni, con tanto di presentazione
dell’opera con la sua voce inconfondibile e simpaticissima.
Lui fu il Njegus in quella indimenticabile Vedova allegra del
teatro San Carlo del 1985, con la regia di Mauro Bolognini e
Daniel Oren sul podio, con un cast di assoluto livello in cui
lui sguazzava assolutamente a suo agio, poiché non solo era
l’attore che tutti conosciamo, ma si trovava in un mondo che
lui amava, quello della lirica. Ricordo durante le prove un’
imitazione perfetta di Anna Magnani nei panni della fioraia
del Pincio, in “Com’è bello fa l’amore quando è sera”. Elio
Pandolfi è un attore che ha fatto anche tanta televisione, lo
rivedo in coppia con Antonella Steni. Con lui va via uno dei
rappresentanti di un teatro e di una produzione televisiva di
altissimo livello che non esiste più, oltre che un grande
amico del teatro d’opera.

Premio Miglior Attore per
“Martino” di Di Domenico
Saluta così come si è presentato, il cortometraggio diretto da
Luigi Di Domenico: vincendo un premio. Dopo 35 tra
riconoscimenti e selezioni nazionali e internazionali,
conquistati meritatamente dal 2018, Martino si aggiudica anche
il Premio Miglior Attore al Flandart Cinefestival, consegnato
al poliedrico Danilo Napoli, che interpreta egregiamente il
tormentato protagonista scritto da Di Domenico. Martino
Santoro è un ragazzo di 17 anni costretto a confrontarsi con
l’ennesimo assistente sociale di turno. Il suo passato, oscuro
e travagliato, gli impedisce di vivere il presente e di
immaginarsi un futuro. Un futuro, forse, già scritto da quando
è nato. “Ricevere un premio è sempre gratificante, soprattutto
per un personaggio che parla un dialetto differente da quello
parlato in loco (il veneto) e così distante culturalmente e
socialmente.” commenta l’attore, “Significa che Martino è
entrato nelle ossa dei giurati e che il nostro lavoro parlava
un linguaggio universale, in grado di empatizzare con tutti.
Era esattamente ciò che volevamo. Voglio dire grazie alla
giuria di Filandart per avermi preferito e avermi dato una
gioia così grande. Ne avevo bisogno, dopo un anno e mezzo di
chiusure e deserto artistico. Ora non ci resta che guardare
avanti.” Il denso programma, sviluppatosi in un arco di sei
giorni a Sovizzo (VI), ha visto la proiezione del corto
vincitore mercoledì 6 ottobre. Filandart Fondazione
Socioculturale con Cinefestival propone la promozione della
cultura e della tecnica cinematografica attraverso i nuovi
linguaggi, la riflessione culturale e critica sui grandi temi
della vita, del lavoro e dell’arte, l’incentivazione
all’iniziativa di esordienti nel campo della produzione di
audiovisivi di qualità. In particolare tale iniziativa si
propone di incoraggiare e promuovere il confronto con il
linguaggio cinematografico, opere documentaristiche, di
finzione, animazione, tradizionali o sperimentali. Un’uscita
di scena di gran classe per il pluripremiato lavoro. Ad
annunciarne il ritiro dai festival è stato proprio il regista:
“Sono molto felice che “Martino” abbia avuto questo
riconoscimento, per due motivi: il primo è perché questo è
l’ultimo festival a cui parteciperà il film, ormai ha
terminato il suo ciclo festivaliero e uscire di scena
portandoci a casa un premio ci fa chiudere in bellezza questa
bellissima avventura a cui devo tantissimo e, in qualche modo,
sancisce la qualità del lavoro che tutta la squadra ha fatto;
il secondo motivo è perché Danilo se lo merita. Abbiamo
lavorato molto sulla costruzione di questo personaggio e lui è
riuscito a far trasparire un’anima “onesta”, che ha permesso
al pubblico di provare empatia con quel “ragazzaccio”” C&S

La Multimedia Valley cantiere
creativo d’Italia
È l’evento di riferimento per l’innovazione e la creatività e
ha scelto Giffoni per l’unica tappa del Sud Italia. È questo
il senso di #SIOS2021Giffoni, che si svolgerà venerdì 15
ottobre negli spazi della Multimedia Valley. L’evento è
promosso da StartupItalia in partnership con Giffoni che si
conferma, perciò, brand di riferimento in particolare per la
capacità di connessione con la sua community, composta da
migliaia di giovani e che rappresenta un interessante luogo di
confronto per la Generazione Z. #SIOS2021Giffoni prenderà il
via alle 10.00, dopo il classico countdown di 15’ in compagnia
di Radio 105, e sarà possibile seguire l’evento live dalle
pagine Facebook di StartupItalia e Giffoni Film Festival e dal
sito web dell’appuntamento. Importante novità di
#SIOS21Giffoni sarà il ritorno del pubblico – un centinaio di
rappresentanti della Gen Z nati tra il 96 e il 2010 – che
contribuirà attivamente all’evento attraverso interviste e
interventi in aperto dialogo con i tanti speaker e personaggi
del mondo imprenditoriale e digital italiano. La giornata avrà
come tema “Ask Me Anything”, con un focus inedito sulla prima
generazione che ha potuto disporre di internet sin dalla
propria infanzia, un vero e proprio viaggio alla scoperta di
innovazioni, linguaggi, media e idee che stanno disegnando il
futuro “Siamo davvero orgogliosi – commenta Claudio Gubitosi,
fondatore e direttore di Giffoni – di questa partnership
strategica con StartupItalia che ha portato a individuare la
Multimedia Valley quale sede, unica per il Mezzogiorno
d’Italia, di una delle tappe di avvicinamento al SIOS Winter
in programma a Milano il prossimo dicembre. Giffoni punta da
sempre sull’innovazione e lo fa attraverso un apposito e
specifico dipartimento che è sempre più incubatore di idee e
di talenti”. Al centro di tutto ci sono il ruolo e le
opportunità legate alla Multimedia Valley: “È un vivace
cantiere creativo d’Italia – spiega Gubitosi – una struttura
che cresce, si amplia ed evolve, a 20 anni da quel primo
progetto che ho immaginato su un foglio di carta. Abbiamo
realizzato tutto ciò grazie alla sinergia con il Comune e la
Regione Campania e grazie ai fondi europei e statali: ora
siamo pronti a proiettarci verso il futuro con il campus e gli
studios. Arte, spettacolo, entertainment, produzione, alta
formazione e, ancora, sostenibilità, inclusione e tecnologie,
sono attività e temi di cui Giffoni si nutre da sempre e
rispetto ai quali vuole essere un facilitatore per i giovani,
dando loro opportunità di espressione, possibilità
occupazionali, occasioni di crescita e di formazione. Giffoni
si evolve giorno dopo giorno e lo fa in connessione con gli
altri. Con tutti coloro che condividono il nostro spirito. La
partnership con StartupItalia è la conferma di questa nostra
visione”.Un’importante occasione di riflessione sullo stato
dell’arte della formazione, delle startup e della neo-
imprenditoria nel Sud Italia verrà proposta nel corso del
panel “Destinazione Sud”, al quale parteciperà Valeria
Fascione, Assessore con delega alla Ricerca, Innovazione e
Startup della Regione Campania, con lei sul palco altri
esponenti del mondo accademico, imprenditoriale e del venture
capital italiano. “Che tutto questo accada a Giffoni, in
Campania, al Sud – conclude Gubitosi – non è un caso e
rappresenta ancora una conferma del dinamismo di cui siamo
capaci. Sul fronte dell’innovazione in Campania in questi anni
si è fatto molto, sostenendo concretamente i ragazzi e la loro
voglia di cimentarsi con il mondo della creatività. Giffoni è
stato un apripista in questo senso e ancora oggi abbiamo
voglia di testimoniare tutto ciò. Essere pionieri non è solo
un merito, ma una responsabilità che ci inorgoglisce
tantissimo. La vivacità dei nostri ragazzi è un valore, la
loro sete di conoscenza è un patrimonio inestimabile, la loro
apertura verso il mondo e verso gli altri, la loro capacità di
visione rappresentano un valore aggiunto da non sprecare, in
particolare al Sud”.
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