Dizionario / Enciclopedia - Facoltà di Lettere e Filosofia

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Dizionario / Enciclopedia
Che cos’è il significato?
Definizioni provvisorie:
I. «ciò che potrebbe individuare un Rinviato (un individuo, una
relazione, un concetto, una proprietà, uno stato di cose) in almeno un
mondo possibile, indipendentemente da ogni attributo di esistenza
attuale (Eco, 1984: 57)

II. «tutto ciò che è passibile di interpretazione. […] la correlazione tra
una espressione e il suo possibile Rinviato non si profila più sotto forma
di semplice equivalenza, bensì di inferenza» (Eco, 1984: 58).
Intensione / estensione
Il problema del significato riguarda le convenzioni di significazione
essenziali alla attuazione dei processi di riferimento.

Intensione = insieme delle proprietà che delimitano il significato di una
espressione in un L (verbale o non verbale).
Estensione = la classe di tutti gli oggetti ai quali può riferirsi
un’espressione.

La determinazione delle intensioni precede e fonda le possibilità di uso
estensionale, l’estensione è funzione della intensione.
X

    Y                                            Z

Platone: X= concetto, Z = esperienza mondana
Aristotele: X = affezioni dell’anima, Z = sostanza prima
Stoici: X = incorporale; Z = corpo
Significato e riferimento
Riferimento non equivale a rinvio: un individuo può non essere un riferimento in
un mondo possibile ma essere comunque un rinviato.

Uno stesso riferimento può essere dato in modi (sensi) diversi.

Denominare qualcosa è un’operazione complessa e tutt’altro che ovvia, mai
innocente.

Il nome è ciò che rende noti gli oggetti e le cose (Isidoro di Siviglia).

Nominare è il primo atto di conoscenza. Nominare significa assegnare un posto
nel mondo, dar rilevanza, talvolta creare le cose.

I nomi sono concetti classificatori, strumenti per identificare e significare un
riferimento (denotazione).
Senso e riferimento
            (Frege, Über Sinn und Bedeutung, 1892)
• Il segno (Zeichen) fa riferimento agli oggetti extra linguistici e agli stati di cose
 (ma anche oggetti ins enso logico, giudizi) passando attraverso la mediazione
 di un’entità, il senso (Sinn), nozione che indica come è dato il riferimento
 stesso (Bedeutung).

• Bedeutung = significato come denotazione (riferimento)
• Sinn = senso come insieme di proprietà che individuano un oggetto

• Possiamo avere più sensi per lo stesso riferimento,
  • Es.1. «Obama», «L’ex presidente degli Stati Uniti», «L’avversario dei conservatori americani»,
    ecc.
  • Es.2. Napoleone, “il vincitore di Austerlitz” oppure “lo sconfitto di Waterloo”.

• Senso e riferimento sono nozioni formali e oggettive e vanno tenute distinte
 da una terza nozione, di ordine psicologico, la rappresentazione (Vorstellung)
 (immagine soggettiva, basata su impressioni sensibili e ricordi).
Modello di Frege
                         Rappresentazione
                 Senso   Vorstellung
                 Sinn

                                Riferimento,
Segno
                                denotazione
Zeichen
                                Bedeutung
Semantica e Pragmatica
• Pragmatica:     «Studio   della   dipendenza     essenziale   della
 comunicazione, nel linguaggio naturale, dal parlante e
 dall’ascoltatore, dal contesto linguistico        e dal contesto
 extralinguistico» e dalla «disponibilità delle conoscenze di fondo,
 dalla prontezza nell’ottenere questa conoscenza di fondo, e dalla
 buona volontà dei partecipanti nell’atto comunicativo» (Bar-Hillel
 1968).

• Che cos’è la semantica?
  • A. Rappresentazione sistematica di L, relativa ai soli significati convenzionali,
    costruita a dizionario, e che consente di dar conto solo dei significati letterali, mentre
    tutti gli altri significati dipendono da un complesso di conoscenze del mondo che
    nessuna teoria può rappresentare o prevedere;
  • B. Non esiste un significato letterale dei termini, e il presunto significato letterale di
    un enunciato dipende sempre dai contesti e dalle assunzioni di sfondo che non sono
    né codificabili né semanticamente rappresentabili (Searle 1978)
Ipotesi di Eco
• Si deve poter «postulare una L che in qualche modo contenga fra le
 proprie regole di significazione delle istruzioni pragmaticamente
 orientate […]. Se ciò non fosse possibile si avrebbe al massimo da un
 lato un dizionario di L, molto rigoroso ma insufficiente a dar ragione
 dei significati situazionali; e dall’altra la ricchezza inafferrabile delle
 condizioni d’uso comunicazionale dei termini, cui accenna
 provocatoriamente Wittgenstein quando dice che il significato di una
 parola è il suo uso nel linguaggio, che capire una parola vuole dire
 sapere come essa è usata ed essere capace di usarla» (1984: 68-
 69).

• Una teoria del significato deve tentare di integrare semantica e
 pragmatica.
Hjelmslev: semantica dizionariale
«Applicata al piano del contenuto, la prova di commutazione consisterà
nell’introdurre un trasformazione semantica nel sintagma (per esempio
sostituendo il significato di “felino maschio” con il significato di “felino
femmina”), per vedere se tale trasformazione provochi un cambiamento sul
piano dell’espressione. Siccome il cambiamento semantico in questione
produce una trasformazione nella catena dell’espressione (gatto/gatta), si può
desumere che “maschio” e “femmina” siano due invarianti del sistema del
contenuto. Se poi si commuta il significato di “felino” sostituendolo con il il
significato poniamo – di suino, si constata una ulteriore trasformazione sul
piano dell’espressione (gatta/scrofa). Da ciò si dovrebbe evincere che “felino” e
“suino” siano a loro volta due invarianti del sistema del contenuto della lingua
italiana (Pisanty-Zijno 2009: 155-156).

Tentativo di descrivere il significato in termini formali.
Nel modello di Hjelmslev, la ricerca delle invarianti semantiche
dovrebbe consentire di arrivare a una descrizione esauriente del piano
del contenuto.
«Tale descrizione esauriente presuppone la possibilità di spiegare e
descrivere un numero illimitato di segni, anche dal punto di vista del
loro contenuto, valendosi di un numero limitato di figure» (FTL: 72).

Se per il piano dell’espressione si possono trovare degli elementi
minimi e in numero limitato (per es. i fonemi), si ritiene possibile anche
individuare gli “atomi” del contenuto, cioè figure che combinandosi
garantirebbero la costituzione dei significati. Anche per il contenuto
sarebbe possibile arrivare a inventari limitati di figure.

La stessa procedura d’analisi adottata per il piano dell’espressione può
essere applicata al piano del contenuto: il principio d’analisi è identico
per entrambi i piani.
La componenzialità del significato
Inventario di figure di contenuto, tratti semantici minimali. Ognuna delle unità
della matrice deriva dall’incontro di due figure, o tratti semantici, che la
compongono (Hjelmslev, La struttura fondamentale del linguaggio, 1943)

                                  “maschio”                    “femmina”

       “ovino”                     montone                       pecora

       “suino”                       porco                        scrofa

      “bovino”                        toro                        vacca

      “equino”                      stallone                    giumenta

        “ape”                         fuco                       pecchia

      “umano”                        uomo                         donna
Semantiche dizionariali
• Le semantiche dizionariali o semantiche a tratti sono fondate
 sull’ipotesi che i termini siano scomponibili in unità minime di
 significato (figure) e sui seguenti assunti (cfr. Violi, Esperienza e
 significato, 1997: 82-84):

  • I tratti semantici costituiscono un insieme di condizioni necessarie e
    sufficienti (CNS) per la definizione del significato.
  • Tali tratti formano un inventario limitato di termini primitivi.

                       animato       umano        maschio       adulto

          uomo         +             +            +             +

          donna        +             +            -             +

          bambino      +             +            +             -

          bambina      +             +            -             -
Questioni sollevate dal modello
                   dizionariale
• Quale natura hanno i tratti semantici? perché dovrebbero avere uno statuto
 differente da quello dei termini che devono definire?
  • Per Hjelmslev i tratti semantici sono costrutti teorici del metalinguaggio descrittivo,
    perciò distinti dal linguaggio-oggetto che devono descrivere

• Questione dei primitivi: dove si arresta la scomposizione in tratti?
  • Per Hjelmslev i primitivi semantici non sono direttamente accessibili; essendo
    immateriali possono solo essere ricostruiti introspettivamente e per lo stesso motivo
    non si può arrivare a un inventario finito di tratti semantici.

• Struttura della rappresentazione: quale e quanta informazione deve essere
 rappresentata e scomposta in tratti?
  • Non sono chiari i criteri su cui basare la distinzione tra significato linguistico
    (semantiche a tratti) e conoscenza del mondo. I dati concettuali (adulto, maschio
    ecc.) sono ricavati da una categorizzazione dell’esperienza.
Conoscenze della lingua
                        e conoscenze del mondo

«I sostenitori delle semantiche a tratti pensano che il significato sia di principio
separabile dalla conoscenza del mondo, e sia possibile isolare in modo preciso un
insieme ristretto di componenti che circoscrivono solo la nostra conoscenza linguistico-
dizionariale. La distinzione tra conoscenze dizionariali e conoscenze del mondo,
indispensabile per fondare l’esistenza di una lista chiusa di tratti definitori, è secondo Violi
la difficoltà teorica principale di questi modelli, perché non è possibile stabilire
teoricamente questa distinzione. Se consideriamo il significato di mucca, i tratti “animale”,
“bovino” e “mammifero” avrebbero proprietà linguistico-concettuali, mentre le proprietà
“avere quattro zampe”, “muggire” e “produrre latte” deriverebbero dalla “conoscenza del
mondo”. Tuttavia risulta assai difficile individuare i criteri su cui basare questa distinzione.
[…] I dati concettuali, come “animale” e “mammifero”, sono il risultato della nostra
categorizzazione di elementi reali, nel senso che abbiamo scelto come categorie rilevanti
per classificare il mondo naturale l’essere animato e il riprodursi in un certo modo; i dati
percettivi come “avere quattro zampe” o “produrre latte” non sono puramente “oggettivi”,
ma dipendono anche dalla costruzione che ne fa l’apparato percettivo» (Traini, Le basi
della semiotica, 2013: 223)
Rigidità delle semantiche a tratti
• Nessun dato può venir cancellato dal momento che sono tutti condizioni
  necessarie.
• Poiché i tratti sono al tempo stesso condizioni sufficienti, nessun altro tratto
  può essere aggiunto.
• Tutti i tratti hanno lo stesso valore definitorio, quindi sono dotati della
  medesima rilevanza. Ciò significa che il modello si presenta come una lista
  non strutturata, priva di relazioni gerarchiche.
• Il modello ha carattere interamente linguistico, il significato è interamente
  risolto nella sua definizione tramite una lista di proprietà.
• Il significato risulta essere il prodotto della intersezione delle classi e dei loro
  componenti, di conseguenza la sua definizione non è mai graduale ma
  presenta confini di delimitazione netti.
(Violi, Esperienza e significato, 1997: 84-85)
Altre obiezioni

• Esistono termini che rimandano a concetti sfumati, il cui significato
 non è definibile per presenza o assenza di un tratto ma per una
 maggiore o minore partecipazione ad un concetto: cfr. Labov (1973),
 sul campo semantico che include tazza, scodella, ciotola, piatto: è
 spesso difficile assegnare un oggetto ad una categoria o all’altra,
 nominandolo.

• Man mano che ci si allontana dalle rappresentazioni standard si entra
 in un terreno di vaghezza in cui un determinato oggetto può essere
 definito alternativamente come tazza, bicchiere, ciotola.

Altri esempi: è possibile definire “vedova” una donna divorziata tre volte
che uccide il terzo marito? È possibile definire “scapolo” un
omosessuale che convive con il proprio compagno da molti anni?
(Formigari, Introduzione alla filosofia delle lingue, Laterza 2007;
Manetti, Comunicazione, 2011:109).
«Il linguaggio è caratterizzato da una estrema plasticità: le unità
discrete del linguaggio possono mappare il continuum illimitato della
realtà solo attraverso continui processi di aggiustamenti e
rimodellamenti, proprio perché il rapporto tra espressione e contenuto è
di natura dinamica e inferenziale. Cosicché è possibile chiamare sedia
anche una pila di libri su cui ci si può sedere, estendendo il significato
di sedia al di là delle proprietà fisse che ne dovrebbero costituire il
nucleo definitorio» (Traini, 2013: 224).
Qual è il campo di applicazione delle
              semantiche dizionariali?
Le semantiche a condizioni necessarie e sufficienti prevedono un tipo
dizionariale di conoscenza, in cui le componenti fondative e basilari del
significato sono analitiche, e caratterizzate da relativa stabilità.

Si applicano ai fenomeni di
• sinonimia (es. gentile/cortese),
• parafrasi (una pecora è un “ovino femmina”),
• similarità e differenze,
• antonimia (allegro/triste; uomo/donna),
• iponimia e iperonimia (iperonimo=termine generico o sovraordinato;
  iponimo=termine specifico, subordinato; es. equino/stallone mobilio/tavolo,
  sedia, armadio ecc.)
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