2016 Innovation Symposium: The Intelligent Enterprise - Indicazioni emerse dal 2016 Innovation Symposium a Harvard

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2016 Innovation Symposium: The Intelligent Enterprise - Indicazioni emerse dal 2016 Innovation Symposium a Harvard
2016 Innovation Symposium:
  The Intelligent Enterprise
 Indicazioni emerse dal 2016 Innovation
         Symposium a Harvard
2016 Innovation Symposium: The Intelligent Enterprise - Indicazioni emerse dal 2016 Innovation Symposium a Harvard
Introduzione
Il convergere di megatendenze come l’Internet delle cose (IoT), la mobilità e il cloud computing ha portato alla
formulazione di un nuovo paradigma operativo noto come “Intelligent Enterprise” o azienda intelligente. Con
l’attribuzione di una “voce digitale” alle risorse fisiche, l’azienda intelligente aumenta l’efficienza nelle attività delle
imprese e ne migliora la capacità decisionale grazie a una maggiore visibilità in tempo reale. La diffusione sistematica
dell’Enterprise Asset Intelligence offre alle aziende un quadro più preciso di quello che accade al loro interno, consente
un’analisi rapida delle informazioni e fornisce una piattaforma per intervenire di conseguenza in modo da migliorare
la crescita, la produttività e i servizi.

Per approfondire il concetto di azienda intelligente, il Technology and Entrepreneurship Center at Harvard (TECH), in
collaborazione con Zebra Technologies, ha organizzato il 2016 Strategic Innovation Symposium: The Intelligent Enterprise
nei giorni 27-28 settembre.

Durante il simposio abbiamo definito il concetto di azienda intelligente e analizzato le best practice e le opportunità
per le organizzazioni di varie dimensioni e di vari settori. Abbiamo approfondito una serie di argomenti relativi alle
infrastrutture, alla gestione, alle tecnologie IoT e all’Enterprise Asset Intelligence. I momenti dedicati alla didattica,
alla condivisione e alle discussioni si sono concentrati su alcune domande fondamentali, tra cui:

    • Quali sono gli aspetti chiave e le best practice di un’azienda intelligente?

    • Quali risorse servono per gettare il seme dell’innovazione e per incoraggiarla nell’azienda intelligente?

    • Quali fattori influiscono sulla disponibilità delle aziende a trasformare la propria organizzazione?

    • Come può un’azienda sfruttare gli investimenti in tecnologia già presenti ai margini dell’organizzazione nella
      conversione dal fisico al digitale?

    • Quali sono i risultati positivi, le conoscenze chiave e le difficoltà per le aziende in quest’ambito, e come possono
      superarle?

    • Come può un’organizzazione diventare più intelligente, a prescindere dal livello di investimento attuale? E che
      cosa può fare un’azienda già oggi per prepararsi al futuro?

    • Qual è il vantaggio palese della trasformazione in un’azienda più intelligente in termini di produttività e servizi?

Questo rapporto sintetizza le indicazioni chiave emerse dal simposio.

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2016 Innovation Symposium: The Intelligent Enterprise - Indicazioni emerse dal 2016 Innovation Symposium a Harvard
Sommario
Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2

Internet delle cose: passato, presente e futuro  . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4

L’azienda intelligente nell’economia delle esperienze  . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6

Analisi: opportunità e problemi per l’IoT nelle aziende  . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8

Cloud computing e apprendimento automatico: passato, presente e futuro  . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10

Un caso emblematico: Risolvere i problemi di un ecosistema logistico che si rivolge direttamente ai consumatori con una soluzione
basata su una tecnologia innovativa  . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13

Migliorare i trasporti per migliorare le città  . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15

Le tendenze del settore e il futuro dell’IoT  . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17

InVision Thinking  . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19

La trasformazione digitale nel settore sanitario: un catalizzatore per ottenere risultati operativi  . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21

L’Internet delle cose nella sanità: opportunità e problemi per le aziende sanitarie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24

Un caso emblematico: Sfruttare la tecnologia: usare la visibilità delle risorse per favorire l’efficacia operativa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26

L’azienda intelligente e il futuro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28

Informazioni sui summit e i simposi Strategic Innovation  . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29

Ringraziamenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30

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2016 Innovation Symposium: The Intelligent Enterprise - Indicazioni emerse dal 2016 Innovation Symposium a Harvard
Internet delle cose: passato, presente e futuro
Presentato da Kevin Ashton, scrittore e cofondatore dell’Auto ID Center del MIT

L’Internet delle cose è nata a Cambridge, nel Massachusetts, tra la fine degli anni ‘90 e l’inizio degli anni 2000. In quel periodo,
io e i miei colleghi parlavamo delle possibilità tecnologiche che ci attendevano in futuro. Abbiamo coniato l’espressione
‘Internet delle cose’ ma, quando abbiamo iniziato a parlare delle nostre previsioni con alcune persone, ci siamo sentiti
rispondere che erano assurde. A conti fatti, invece, non erano poi così assurde.
Oggi ci portiamo in tasca dei computer sofisticati. Li chiamiamo ‘smartphone’, ma le telefonate sono solo una tra le
numerose applicazioni e funzioni. Scattiamo foto ad alta definizione, mandiamo messaggi, twittiamo, giochiamo a Angry
Birds, accediamo a internet, facciamo acquisti, mandiamo e-mail e molto altro. Queste sono tutte cose che oggi diamo per
scontate. Ma se guardiamo alla strada percorsa in così poco tempo, ci accorgiamo che queste cose tanto banali sono in realtà
veramente straordinarie.
Per prevedere il futuro bisogna osservare il presente e da lì cercare di proiettarsi in avanti. Pensate alla prima foto sfocata
che avete scattato con il vostro primo cellulare e confrontatela con le foto che scattate oggi con lo smartphone. In campo
tecnologico, le previsioni si fanno immaginando l’aspetto che avrà quella foto l’anno successivo, con il telefono di nuova
generazione. Per pensare al futuro occorre essere ben consapevoli sia del passato, sia del presente

Computer che interagiscono con il mondo
La tecnologia da cui è nata l’Internet delle cose è l’RFID, o identificazione in radio frequenza. Essa è alla base dell’IoT, perché
ha permesso ai computer di identificare gli oggetti nell’ambiente circostante. Anche se oggi il tipo di computer prevalente nel
mondo è lo smartphone, i tag RFID sono presenti in maggior numero e sono più economici.
Nel 2012 sono stati prodotti e commercializzati poco meno di 3 miliardi di smartphone ma, in quello stesso anno, sono stati
prodotti e commercializzati quasi 4 miliardi di tag RFID. L’andamento è rimasto uguale, e ogni anno vengono venduti circa
un miliardo di tag RFID in più rispetto agli smartphone. Mentre questi ultimi costano centinaia di dollari e devono avere un
piano di assistenza, i tag RFID costano in media poco meno di quattro centesimi l’uno.
Oggi i tag RFID hanno numerosi impieghi. Si possono usare per rilevare le auto sulle strade a pedaggio o i pezzi su una linea
di produzione, e perfino la Disney li usa: sono quei magici braccialetti RFID che vi permettono di effettuare pagamenti e di
accedere ad aree specifiche.

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2016 Innovation Symposium: The Intelligent Enterprise - Indicazioni emerse dal 2016 Innovation Symposium a Harvard
La cosa interessante è che i tag RFID non hanno bisogno di una fonte di alimentazione. L’energia la usano, intendiamoci,
ma la ricavano dall’onda radio che comunica con loro. In genere non hanno batteria e non è necessario collegarli a qualcosa
per ricaricarli.
Questo dimostra che viviamo già in un mondo in cui molti computer possono ‘alimentarsi da soli’, per così dire. La mia
previsione è che questa tendenza continuerà, e che nel giro di 20 anni la maggior parte dei computer sarà in grado di
autoalimentarsi. In base alla legge di Koomey, secondo cui dall’invenzione dei computer la quantità di energia e di elettricità
necessarie per formulare un calcolo si è dimezzata ogni 1,5 anni, con il tempo i nostri dispositivi richiederanno sempre
meno energia. In futuro potremo fare molto di più con apparecchiature in grado di assorbire energia (tramite onde radio,
vibrazioni nell’ambiente, luce, ecc.) o dotate di batterie talmente efficienti da non dover mai essere sostituite.

Computer che raccolgono (ed elaborano) dati
Fino a poco tempo fa l’informatica soffriva di un limite fondamentale: dipendeva dagli esseri umani per l’input dei dati. Le
informazioni che venivano elaborate dai computer erano del tipo che si può inserire da una tastiera. Le cose si sono fatte più
complesse, e oggi le informazioni che dobbiamo gestire sono di un tipo che non si può inserire facilmente tramite una tastiera:
sono dettagliate, difficili da osservare e variano in tempo reale. C’è bisogno di un sistema per acquisire automaticamente i
dati, anziché inserirli manualmente.
Il primo esempio riuscito di acquisizione automatica dei dati è stato il codice a barre. Benché siano ormai onnipresenti, anche
i codici a barre sono stati un’invenzione straordinaria: quando furono sviluppati per la prima volta era difficile stampare con
buona qualità, e per leggerli occorreva un laser o una fotocamera ad alta risoluzione.
Quindi, l’idea dell’Internet delle cose non comporta solo tecnologie di rilevamento come l’RFID in grado di interagire con
il mondo, ma il collegamento a internet di queste tecnologie di rilevamento e di acquisizione automatica dei dati. In questo
modo possiamo lasciare che siano i computer a raccogliere da soli le informazioni sul mondo reale, e in seguito esaminarle
e risolvere i problemi.
Qui, tuttavia, dobbiamo superare un ostacolo. Siamo passati da un sistema in cui i computer raccolgono i dati a uno in cui non
solo li raccolgono, ma li elaborano e prendono decisioni: e in molti sono ancora restii ad abbandonare il loro potere decisionale.
Ad esempio, chi rifiuta l’idea dell’auto senza conducente crede di essere meglio di un computer a controllare il veicolo e a
prendere le decisioni durante la guida, malgrado il fatto che ogni anno si registrino migliaia di incidenti mortali dovuti a
‘errore umano’. Un’auto senza conducente, al contrario, è dotata di radar con visione a 360 gradi e rilevamento di almeno
due dimensioni e si serve dell’apprendimento automatico e del computer per combinare tutte le informazioni, capire quello
che accade e reagire di conseguenza. Dopo migliaia di test, si è verificato un solo incidente grave. I prototipi di auto senza
conducente hanno già dimostrato che i computer sono più bravi a guidare degli umani.
Un altro esempio possiamo prenderlo dal mondo del lavoro. Le aziende investono somme ingenti in sistemi che raccolgono
dati sui clienti, la supply chain e altri elementi importanti della loro attività. Un dipendente genera un rapporto dal sistema,
lo trasforma in un grafico a torta e lo inserisce in una presentazione di PowerPoint. Viene programmata una riunione in cui
i dirigenti esaminano il grafico, cercano di trarne delle indicazioni e quindi prendono una decisione che sarà resa operativa
il mese successivo.
Questo è un modo di pensare da ventesimo secolo. Nel ventunesimo secolo si è ormai passati allo streaming e all’elaborazione
dei dati in automatico e in tempo reale, con sistemi di apprendimento automatico in grado di prendere decisioni
automaticamente.

E per concludere, una previsione
Finora ho tracciato brevemente un quadro del passato, del presente e del futuro dell’Internet delle cose, ma voglio fare un’altra
previsione importante: ci saranno aziende del VOSTRO settore che useranno strumenti di acquisizione ed elaborazione
automatica dei dati per ottenere un vantaggio competitivo. Anzi, magari lo stanno già facendo, in questo preciso momento.
Sta a VOI decidere se adottare queste tecnologie più avanzate e sfruttare al meglio l’Internet delle cose. Potete fare un passo
nel futuro già oggi e diventare leader del settore, oppure potete dire che sono cose assurde e restare indietro. A voi la scelta.

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2016 Innovation Symposium: The Intelligent Enterprise - Indicazioni emerse dal 2016 Innovation Symposium a Harvard
L’azienda intelligente nell’economia delle
esperienze
Di Tom Bianculli, vice presidente e Chief Technology Officer di Zebra Technologies

Con l’IoT il mondo sta passando a una nuova era industriale, in cui i confini tra fisico
e digitale si fanno sempre più vaghi. Il nostro bisogno di essere sempre connessi, sia a             “Il concetto di
casa che al lavoro, ha portato alla rapida adozione delle tecnologie IoT, che però finora
ha riguardato principalmente i consumatori. I più non si rendono conto del fatto                ‘azienda intelligente’
che l’IoT già oggi sta cambiando il panorama aziendale e preparando la strada per
l’economia delle esperienze. Con una forza lavoro che conta attualmente 1,3 miliardi
                                                                                                 consiste nel rendere
di dipendenti mobili e con 21 miliardi di dispositivi connessi previsti per il prossimo
futuro, le aziende stanno passando dalla vendita di servizi alla vendita di esperienze.
                                                                                                   le aziende smart
Per tenere il passo con il presente e prepararsi al futuro, sarà necessario capire come
                                                                                                   e connesse come
connettere e gestire questi dispositivi e i dati che generano e come adattare i processi di
business e creare nuove esperienze personalizzate per i dipendenti, i clienti, i partner            il mondo in cui
e tutti gli stakeholder.

E questo non è un compito facile.
                                                                                                        viviamo.”
Per aiutare le aziende in questo percorso, abbiamo sviluppato uno schema operativo                           –Tom Bianculli
                                                                                                  CTO di Zebra Technologies
in grado di creare aziende più intelligenti. Il punto di partenza sono le soluzioni che
“rilevano” le informazioni dalle risorse aziendali, ad esempio pacchi che si spostano
lungo una supply chain, apparecchiature in uno stabilimento, addetti in un magazzino
e clienti in un negozio; fondamentalmente, rilevando le informazioni ai “margini” dei processi aziendali. I dati provenienti
da queste risorse (ad esempio stato, posizione, uso o preferenze) vengono quindi “analizzati” per ottenere informazioni
fruibili che si possono in seguito trasmettere alla persona giusta al momento giusto in modo da poterle “sfruttare” per
favorire decisioni migliori e più tempestive da parte degli utenti in qualunque momento.

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Dispositivi più intelligenti si accompagnano a oggetti e ad ambienti più intelligenti, preparando le aziende a diventare più
informate e quindi intelligenti in qualunque settore.

Ecco alcuni esempi di come l’IoT ha trasformato i problemi che affliggono da sempre alcuni settori:

• Retail: in media, solo il 65% delle registrazioni effettuate con i software di gestione delle scorte è corretto. Per ovviare
  a questo inconveniente, le maggiori catene di vendita al dettaglio si stanno dotando di soluzioni avanzate per la
  tracciabilità delle scorte che sfruttano tecnologie di rilevamento come video, RFID e localizzazione per garantire una
  tracciabilità precisa di tutti gli spostamenti delle scorte.

• Trasporti e logistica: nei trasporti, la difficoltà è sempre riuscire a ottimizzare le consegne, in quanto un normale
  rimorchio in cui si dispone la merce direttamente sul pianale potrebbe trasportare il 30% in più di carico. I software
  di analisi del carico su tablet forniscono ai responsabili dei magazzini e del parco veicoli un’immagine precisa di ogni
  rimorchio con le relative statistiche di carico, il che facilita il tracciamento dell’evasione degli ordini e aiuta a caricare il
  mezzo sfruttandone completamente lo spazio.

• Produzione: in un mondo come quello di oggi in cui tutto è su richiesta, i consumatori ormai si aspettano tempi di
  consegna più brevi e costringono i produttori a trovare sistemi più efficienti per evadere gli ordini. Con la visibilità
  offerta dalle soluzioni mobili e IoT, il magazzino è in grado garantire un’evasione puntuale e impeccabile degli ordini.

• Sanità: ospedali e strutture sanitarie continuano a scontrarsi con la difficoltà di identificare, monitorare e documentare
  correttamente le cure prestate ai pazienti per garantire un trattamento puntuale, accurato e di migliore qualità. Per
  risolvere il problema sono state implementate tecnologie intelligenti e non invasive che assicurano la tracciabilità e la
  valutazione precisa e in tempo reale dei dati per fornire i riscontri necessari a un intervento terapeutico corretto e al
  monitoraggio dei miglioramenti del paziente.

Tuttavia, malgrado il potenziale dell’IoT, senza un insieme adeguato di tecnologie abilitanti le aziende non riusciranno
sfruttare appieno il valore dei loro investimenti in soluzioni IoT. Fare dell’IoT una realtà nel mondo aziendale non è impresa
alla portata di uno sparuto gruppetto di innovatori; sarà necessario uno sforzo congiunto di collaborazione tra aziende
grandi e piccole di tutti i settori industriali, istituzioni accademiche e amministrazioni comunali per mettere a punto
pratiche e linee guida standard condivise che permettano a tutte le aziende di essere connesse e “intelligenti”.

       Schema dell’azienda intelligente
       • RILEVAMENTO: le soluzioni “rilevano” automaticamente le informazioni dalle risorse aziendali,
           ad esempio pacchi che si spostano lungo una supply chain, apparecchiature in uno stabilimento,
           addetti in un magazzino e clienti in un negozio.
       • ANALISI: i dati operativi provenienti da queste risorse (ad esempio stato, posizione, uso o
           preferenze) vengono quindi “analizzati” per ottenere informazioni fruibili.
       • AZIONE: queste informazioni si possono in seguito trasmettere alla persona giusta al momento
           giusto in modo da poterle “sfruttare” per favorire decisioni migliori e più tempestive da parte
           degli utenti in qualunque momento.

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2016 Innovation Symposium: The Intelligent Enterprise - Indicazioni emerse dal 2016 Innovation Symposium a Harvard
Analisi: opportunità e problemi per l’IoT
nelle aziende
L’Internet delle cose (IoT) è in grado di trasformare aziende e interi settori. Attualmente assistiamo a una serie di applicazioni
creative di questa tecnologia nelle amministrazioni, nella sanità, nel retail e in altri ambiti. Ma vediamo anche aziende che
faticano a gestire i dati che raccolgono, e aziende che rifiutano tout court di adottare la tecnologia. In questo simposio i
partecipanti hanno esaminato le due facce della medaglia, ed ecco alcune delle opportunità e dei problemi più importanti
che sono emersi.

Opportunità ed esempi
Alcune delle maggiori opportunità sono nelle tecnologie di rilevamento, di trasmissione tramite beacon e RFID. I moderni
tag RFID UHF in genere non richiedono batteria e hanno una distanza di lettura maggiore. Questo li ha resi più potenti e
contemporaneamente meno costosi.

Durante il simposio sono emersi numerosi esempi di applicazione della tecnologia RFID. Eccone alcuni:

• Disney usa dei braccialetti RFID che consentono di effettuare i pagamenti in modo semplice e rapido.

• Nel settore della ristorazione esistono carte fedeltà sui cui i clienti possono caricare credito tramite l’app del ristorante.
  Una volta nel locale, uno speciale scanner per codici a barre 2D consente di pagare utilizzando il credito caricato sulla
  carta fedeltà.

• Un altro esempio nel settore della ristorazione è la collocazione di sensori nei parcheggi dei take-away. Quando il cliente
  sosta per ritirare l’ordine, i dipendenti all’interno vengono informati del suo arrivo.

• I sensori collocati nelle fognature di Cambridge, nel Massachusetts, raccolgono dati biochimici sui virus, i batteri, le
  sostanze chimiche, l’alimentazione e l’uso di farmaci dei cittadini, insieme a molte altre informazioni.

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2016 Innovation Symposium: The Intelligent Enterprise - Indicazioni emerse dal 2016 Innovation Symposium a Harvard
• Nel settore dei trasporti si usa la tecnologia per monitorare il movimento delle risorse, ad esempio la posizione dei
  camion del parco aziendale.

• In agricoltura, i sensori delle colture abbinati ai dati meteorologici possono aiutare i coltivatori a sapere quando è il
  momento migliore per iniziare il raccolto e ottenere la massima resa.

• L’ottimizzazione dei flussi di lavoro in tempo reale è un’opportunità per molti settori. Questo sistema può aiutare a
  indicare agli operatori la mossa successiva utilizzando sensori e altri dati. Ad esempio, nel retail si opera con margini
  molti ristretti e il costo della manodopera corrisponde ai due terzi del costo di gestione totale di un punto vendita.
  Ottimizzare le mansioni dei dipendenti può quindi favorire un aumento degli utili.

Il dilemma dei dati
Anche se in ambito aziendale le opportunità per l’IoT non mancano, il problema principale è che cosa fare dei dati dopo
averli raccolti. In teoria si potrebbero applicare tag ovunque, ma che cosa si otterrebbe? È l’uso dei dati e come vengono
tradotti in indicazioni pratiche ad avere veramente un effetto. In questo senso, nell’IoT probabilmente conterà di più saper
analizzare i dati e trasformarli in risultati piuttosto che i principi scientifici sui cui si basa la tecnologia in sé.

Il dilemma dei dati è il principale elemento di differenziazione delle aziende che adottano l’IoT nei loro processi. Anche se
i dispositivi sono comunque importanti, le aziende si differenzieranno a seconda di come utilizzeranno i dati. Questo, alla
fine, farà la differenza fra chi vince e chi perde nel gioco dell’IoT.

Altri problemi
Benché come utilizzare i dati e come trasformarli in indicazioni pratiche sia probabilmente la maggiore difficoltà per le
aziende che usano l’IoT, ci sono anche altri problemi da risolvere, fra cui:

• Le percentuali di utilizzo dei dati: secondo alcune statistiche, solo il 4-5% dei big data viene effettivamente utilizzato.
  Anche se un’azienda USA effettivamente i dati per trarne indicazioni pratiche, come si può approfondire l’analisi e
  utilizzare una percentuale maggiore dei dati che si hanno a disposizione?

• L’adozione: alcune aziende vanno avanti da anni a lavorare nello stesso modo; non desiderano cambiare e adottare l’IoT
  non gli interessa. Come possiamo dimostrare il valore di questa tecnologia innovativa? Se per iniziare possiamo aiutarle
  a capire i risultati che potrebbero ottenere (maggiori utili, produttività, uso delle risorse, indicazioni sui clienti, ecc.), la
  tecnologia poi verrà da sé.

• La gestione del cambiamento: le aziende che si decidono ad adottare l’IoT e altre tecnologie spesso fanno fatica ad
  adattarsi e a reggere al cambiamento. Come può l’ufficio IT collaborare al meglio con le unità operative per facilitare il
  cambiamento e garantire il funzionamento dell’applicazione o della tecnologia per coloro che dovranno utilizzarla nel
  lavoro quotidiano?

• La gestione dei dati: i problemi riguardano inoltre che cosa fare dei dati dopo averli raccolti. Chi è il titolare dei dati?
  È opportuno condividerli? Come si diffondono le informazioni? E come si tutelano l’anonimato e la sicurezza dei singoli
  dati?

In conclusione, le difficoltà sono numerose, ma non sono affatto ostacoli insuperabili. Quando le aziende capiranno le
opportunità e i vantaggi che offre l’IoT, la sua adozione diventerà sicuramente un dato acquisito in ogni settore.

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2016 Innovation Symposium: The Intelligent Enterprise - Indicazioni emerse dal 2016 Innovation Symposium a Harvard
Cloud computing e apprendimento automatico:
passato, presente e futuro
Presentato da Rich Rao, Global Head of Devices and Education di Google

Willie Sutton era un rapinatore americano che in quarant’anni di carriera nel crimine accumulò un bottino di circa 2 milioni
di dollari. Quando un giornalista gli chiese perché rapinava le banche, lui rispose: “Perché è lì che ci sono i soldi”. La ‘legge
di Sutton’, come è nota ai giorni nostri, può valere anche per la vostra azienda: quando valutate l’opportunità di fare degli
investimenti, dovete andare dove ci sono i soldi. E nell’ambiente di oggi, questo significa investire in tecnologia e, nello
specifico, nel cloud.

Nei miei dieci anni di carriera in Google ho aiutato aziende grandi e piccole e istituzioni accademiche a implementare
tecnologie. Queste esperienze mi hanno permesso di farmi un’idea del passato, del presente e del futuro del cloud computing
e dell’apprendimento automatico.

Il passato
Si dice che la necessità aguzza l’ingegno, ed è proprio quello che è successo nel caso di Google. Erano gli anni 2007–2008, in
piena recessione economica mondiale, quando Google annunciò che intendeva lanciare un suo browser. Molti si chiesero
perché: non ce n’erano già abbastanza, di browser, sul mercato? I nostri esperti, tuttavia, avevano notato numerosi problemi
che si sarebbero risolti con la creazione di un browser Google. Per cominciare, internet era meno veloce e istantaneo di
quanto avrebbe potuto essere. Inoltre non era particolarmente sicuro, perché le violazioni della sicurezza tramite browser si
moltiplicavano. In ultimo, Google era bloccata a causa dei browser disponibili in quel momento: non poteva creare le app
che desiderava, né fare granché con la tecnologia lato client.

Oggi Chrome è la principale piattaforma sul web ma, soprattutto, ha portato a un superamento del paradigma, provocando
il passaggio dei browser al cloud computing. Sono diventati palesi numerosi vantaggi del cloud, fra cui:

• La multi-tenancy: con il cloud più persone abitano sotto lo stesso tetto, per così dire, il che consente un migliore utilizzo
  delle risorse. Ma il bello è che il software è sempre aggiornato e che le modifiche avvengono in background in tempo

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reale, senza necessità di aggiornamenti o di nuove versioni del software.

                                   • La scalabilità quasi infinita: con una scalabilità quasi infinita, l’elaborazione può
                                     diventare elastica. Ma il bello è che con il tempo i costi diminuiscono, o che si
                                     può usufruire di più funzioni allo stesso prezzo.

      “Ormai dovete                • L’affidabilità elevata: quando si passa alla gestione professionale del software
                                     e dell’hardware l’affidabilità aumenta, e questo significa operatività elevata. Ma
   preoccuparvi solo                 il bello è che non ci sono interruzioni pianificate, il che è un vantaggio perché
                                     provocano notevoli danni agli utenti.
      del linguaggio               • La ridondanza automatica: con il cloud si dispone sempre di un backup, che può
                                     aiutare l’azienda a ripristinare i sistemi in seguito a calamità locali (come uragani
       e della vostra
                                     o black-out). Ma il bello è che, salvando i dati in data center diversi, si gode della
                                     protezione avanzata grazie alla crittografia.
        capacità di
   sviluppare un’app,              Il presente

    e poi tutto il resto           Google ha ampliato le piattaforme cloud creando tecnologie che hanno risolto
                                   alcuni dei suoi problemi. Questi progressi tecnologici hanno reso possibile la
   può essere gestito              scalabilità, e inoltre le piattaforme cloud vengono proposte con tecnologia open
                                   source che può favorire la crescita di altre aziende e aiutarle a risolvere i loro
     per voi. Questo               problemi specifici. Le piattaforme comprendono:

      significa che si             • Gestione: Google Stackdriver, Identity and Access Management (Cloud IAM),
                                     Support
   può creare un’app               • Elaborazione: Compute Engine, Preemptible VMs, Custom Machine Types, App
                                     Engine, Container Engine
    praticamente per
                                   • Storage: Cloud Storage, Nearline, Cloud SQL, Datastore, Bigtable
      qualsiasi cosa,
                                   • Networking: Virtual Network, Load Balancing, CDN, DNS, Interconnect
    ed è il motivo per
                                   • Dati: BigQuery, Dataflow, Dataproc, Pub/Sub
    cui l’impatto sulle            • Machine Learning: Cloud Machine Learning, Speech API, Vision API, Translate
                                     API
      aziende è così
                                   Ecco alcuni esempi di utilizzo di queste piattaforme cloud di Google da parte delle
      significativo. E             aziende:

    succede già oggi.”             • Snapchat: Snapchat è un’app di messaggistica istantanea e condivisione di foto.
                                     Anche se è stata lanciata solo nel 2011, è ormai una delle dieci app più scaricate e
                    –Rich Rao        consuma l’1% del traffico internet totale. I suoi ideatori l’hanno creata servendosi
         Global Head of Devices      di App Engine. Il team non ha tecnici esperti di infrastrutture: ha semplicemente
        and Education di Google      inventato l’app e scoperto un modo per farla rendere economicamente. Un
                                     modello di business per la nuova era.

                                   • Zulily: Zulily è un’azienda che vende abbigliamento per la famiglia. È stata
                                     fondata solo pochi anni fa e oggi ha un fatturato nell’ordine del miliardo di
                                     dollari. Ha bruciato la concorrenza offrendo tra l’altro promozioni e offerte
                                     specifiche basate sulle preferenze e sugli acquisti già effettuati dai clienti.
                                     All’inizio aveva dei problemi perché lavorava sia con dati strutturati che non

The 2016 Innovation Symposium: The Intelligent Enterprise                                                               11
strutturati e quindi difficili da integrare, ma in seguito ha iniziato a usare Hadoop
  e BigQuery che le hanno permesso di analizzare tutti i dati dei clienti per
  proporre offerte mirate e personalizzate.

• SunGard: SunGard è una società di servizi di revisione finanziaria che registra
  tutte le transazioni che avvengono sul mercato. Dal momento che sul mercato
  si verificano sei miliardi di eventi l’ora, i dati da analizzare sono decisamente
  corposi. Malgrado ciò, con Cloud Bigtable SunGard riesce a elaborare e a                   “Abbiamo lanciato
  eseguire query sui dati, ed è in grado di identificare nel giro di pochi secondi
  qualsiasi transazione avvenuta negli ultimi sei anni.                                        un browser che
                                                                                                si è dimostrato
Il futuro
                                                                                            decisamente valido,
Gartner, società di consulenza e ricerca tecnologica, prevede che entro il 2018 il 20%
dei contenuti aziendali sarà prodotto da computer e che entro il 2020 il 40% delle          e adesso la gente lo
interazioni tramite dispositivi mobili sarà facilitato da agenti intelligenti. Google
continuerà a esplorare la tecnologia cloud e l’apprendimento automatico e a rendere          usa. È la principale
più intelligenti app come Gmail, Documenti e Hangouts. La ricerca di Google verrà
dotata del riconoscimento vocale, Gmail avrà una funzione di risposta intelligente,         piattaforma sul web
la funzione di ricerca di Google Foto diventerà più sofisticata e molto, molto altro.
                                                                                               ma, soprattutto,
Con lo sviluppo delle tecnologie cloud e di apprendimento automatico, l’obiettivo
sarà andare oltre la produttività per rendere applicazioni e processi più naturali,            ha portato a un
automatici e predittivi.
                                                                                              superamento del
Oggi si può creare un’app praticamente per qualsiasi cosa, e usare il cloud e
l’apprendimento automatico per consolidare la propria azienda. Questi sono i miei           paradigma. Chrome
consigli:
                                                                                               è un esempio di
1. Fate prima le cose facili. Esistono delle funzioni facili da implementare come
                                                                                            transizione al cloud
   SaaS per i vostri utenti finali e per il reparto IT?

2. Partecipate alla cultura dell’innovazione. Adesso è il momento giusto per                    computing per
   costruire esattamente quello che desiderate. Quali problemi potreste risolvere se
   non aveste vincoli tecnici?
                                                                                              quanto riguarda i
3. Prestate attenzione quando reclutate nuovi componenti per i vostri team. Tutte le                browser.”
   principali università dispongono ormai di corsi in cui si insegnano concetti come
   le piattaforme cloud e le API di apprendimento automatico. Pensateci quando                                  –Rich Rao
   reclutate nuovo personale, e pensate anche a come sviluppare internamente le                      Global Head of Devices
   competenze del vostro team.                                                                      and Education di Google

Nella mia carriera ho lavorato con aziende grandi e piccole e con istituzioni
accademiche, e lavorando mi sono accorto che, mentre le aziende grandi e piccole
stanno ancora cercando di capire come passare al cloud, molte scuole l’hanno già
fatto. Sembra un’ironia della sorte, perché in genere gli istituti non dispongono di
grandi risorse finanziarie né di molto personale tecnico, eppure trovano il modo
di riuscirci. Questo dimostra che tutto è possibile anche per la vostra azienda,
malgrado le limitazioni che pensate di avere.

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Un caso emblematico
Risolvere i problemi di un ecosistema logistico che si rivolge
direttamente ai consumatori con una soluzione basata su
una tecnologia innovativa
Di Yogesh Dhingra, CFO e COO, Blue Dart Express Ltd.

Con un prodotto interno lordo che cresce a un ritmo del 7,5–8%, l’India è considerata naturalmente uno
dei paesi più dinamici nel panorama economico mondiale. Grazie a una solida base economica, a una
domanda forte e a straordinarie opportunità commerciali, il paese è pronto a compiere un grande balzo
in avanti. Tuttavia, attualmente le sue capacità logistiche sono piuttosto arretrate se confrontate a quelle
del resto del mondo. La Banca Mondiale colloca l’India al 35° posto nel Logistics Performance Index per
il 2016, ed è una posizione che non è migliorata di molto negli ultimi 7-8 anni. Esistono problemi legati
all’inadeguatezza delle infrastrutture, ai ritardi amministrativi, alla scarsa penetrazione delle nuove
tecnologie e alla carenza di connessioni “ultimo miglio”.

Detto ciò, questo paese di 1,3 miliardi di abitanti è ormai stabilmente in via di trasformazione. Per
riformare i settori delle infrastrutture e della logistica sono stati fatti ingenti investimenti, sia dal
governo indiano che tramite collaborazioni fra pubblico e privato. È in atto una trasformazione
nell’amministrazione, nell’industria, nell’economia e persino nei comportamenti e nelle aspettative dei
consumatori.

Il profilo del consumatore indiano sta cambiando: il paese conta infatti 430 milioni di abitanti nella
fascia d’età tra i 15 e i 34 anni e 402 milioni di utenti internet (secondo paese al mondo) che, stando
alle previsioni, dovrebbero salire a 650 milioni entro il 2020. I consumatori di oggi sono più giovani,
urbanizzati e connessi digitalmente di quanto siano mai stati, ed esigono un livello di qualità del servizio
ottimale dai fornitori di servizi logistici come Blue Dart. La comodità è diventata il fattore chiave per

The 2016 Innovation Symposium: The Intelligent Enterprise                                                   13
soddisfare le esigenze e le aspettative mutevoli di questi consumatori
di una nuova era.

Per le aziende di logistica, questo cambiamento di paradigma
è un’opportunità ma anche una sfida. In India, l’e-commerce ha
provocato un vero e proprio boom di aziende che si rivolgono
direttamente ai consumatori, e in questo settore anche l’ecosistema
logistico è diventato più complesso. Per Blue Dart era una priorità                      “La comodità è
affrontare i problemi causati da questa maggiore complessità, come
la gestione dei pagamenti in contrassegno, la riconciliazione, la
                                                                                      diventata il fattore
presenza di più portali di pagamento (mobile, wallet, ecc.), le ricevute
                                                                                    chiave per soddisfare
di consegna, la visibilità delle spedizioni 24/7, la bassa produttività, la
tutela dei dati e simili.                                                                  le esigenze e
Per soddisfare una clientela sempre più esigente e risolvere
i problemi logistici, Blue Dart aveva bisogno di una soluzione                            le aspettative
innovativa, che aiutasse a superare le difficoltà che ho appena
elencato.
                                                                                       mutevoli di questi
Di norma, l’azienda esamina tutte le opportunità e i problemi con un                  consumatori di una
processo Six Sigma denominato “First Choice”, uno strumento DPDHL
proprietario. Questo approccio ha suggerito tre possibili opzioni.                          nuova era.”
Blue Dart ha puntato sulla soluzione “dispositivi intelligenti basati su
                                                                                                 –Yogesh Dhingra
app” perché aveva gran parte dei prerequisiti necessari per risolvere i
                                                                                                            CFO e COO
problemi di cui si parlava prima.
                                                                                                 Blue Dart Express Ltd.
Blue Dart ha implementato finora oltre 10.000 unità di questi
“dispositivi intelligenti basati su app”.

Questa implementazione sistematica ha fatto registrare ottimi
risultati. Infatti, l’azienda ha potuto garantire prestazioni eccezionali
nel controllo dei ritiri, nel coinvolgimento dei clienti, nel rispetto
delle SOP, nelle opzioni di pagamento, nei tempi di consegna e nel
servizio di consegna più in generale. Migliore esperienza per i clienti,
migliore qualità del servizio, maggiore produttività, incremento
della redditività e aumento della soddisfazione dei dipendenti sono
stati gli ottimi risultati di questa implementazione. La soluzione si è
dimostrata eccezionalmente innovativa.

Blue Dart ha come obiettivo primario innovare e introdurre soluzioni
pensate per i clienti basate sulle tecnologie più all’avanguardia,
partecipando così alla crescita dell’India come facilitatore del
commercio.

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Migliorare i trasporti per migliorare le città
Di Paolo Santi, Research Scientist, MIT

Nel trasporto urbano stiamo assistendo a enormi trasformazioni. I progressi nelle tecnologie digitali e di comunicazione,
il fiorire della “sharing economy” delle risorse per la mobilità e il maturare della tecnologia di guida autonoma dei veicoli
saranno le principali forze propulsive nella (r)ivoluzione dei trasporti urbani. Fra dieci anni, il panorama del trasporto
urbano sarà notevolmente diverso da quello attuale; i confini fra trasporto pubblico, privato, individuale e di massa saranno
molto meno netti e saranno messi in discussione modelli socioeconomici di mobilità vecchi di secoli come la proprietà
privata dei veicoli e le compagnie di taxi.

Quale sarà l’effetto di queste trasformazioni sulla qualità della vita nelle città? La maggiore condivisione delle risorse per la
mobilità ridurrà il traffico, rendendo le città dei “luoghi in cui si vive meglio”? O prevarranno invece gli effetti indesiderati
come il calo della domanda di mobilità con il trasporto pubblico?

Rispondere a questi interrogativi è tutt’altro che semplice, ma alcuni progetti inaugurati di recente al Senseable City Lab del
MIT ci fanno intravedere i potenziali vantaggi per la società di un sistema di condivisione di massa degli spostamenti nelle
aree urbane.

Il progetto HubCab ha analizzato il potenziale della condivisione delle corse in taxi nella città di New York. Partendo
da una serie di dati di oltre 150 milioni di corse effettuate in città in un anno, abbiamo introdotto un nuovo modello di
opportunità di condivisione degli spostamenti chiamato “rete di condivisibilità” che ci ha permesso di scoprire il potenziale
immenso dei trasporti in condivisione: oltre il 95% delle corse in taxi a New York potrebbe essere condiviso con un disagio
minimo per i passeggeri. Lo studio ha indotto alcune società di servizi di trasporto su richiesta a lanciare dei servizi di
trasporto in comune e ha delineato le modalità con cui il settore del trasporto da punto a punto tradizionale (ad esempio
i taxi) dovrebbe trasformare radicalmente la sua attività per sfruttare le opportunità offerte dalla mobilità condivisa su
richiesta.

The 2016 Innovation Symposium: The Intelligent Enterprise                                                                     15
Non solo gli spostamenti, ma anche i veicoli si potrebbero                                “Sappiamo che la
     condividere. Questa è un’esigenza pressante, dal momento che
     attualmente i veicoli vengono sfruttati in una percentuale di molto                         mobilità subirà
     inferiore al 10%. Tuttavia, la diffusione capillare della condivisione dei
     veicoli è ostacolata dall’asimmetria dei flussi della mobilità umana,                       trasformazioni
     che comporta uno squilibrio nei luoghi in cui vengono condivisi i
     veicoli. Questa è una notevole difficoltà in termini logistici e di costi                  radicali a causa
     che le aziende di condivisione di veicoli devono attualmente superare.
     La guida autonoma è considerata una possibile soluzione, che                              della convergenza
     contribuirebbe a un utilizzo più efficace dei veicoli.
                                                                                              fra economia della
     La guida autonoma comporta un altro importante passo avanti
     nei trasporti urbani, ovvero una migliore gestione del traffico                             condivisione e
     veicolare. Di recente se ne è avuta una dimostrazione con il
     progetto LightTraffic, che ha introdotto il concetto di incrocio con                      guida autonoma.
     attraversamento a tempo. In un incrocio di questo tipo, il traffico
     non viene più gestito a livello di flussi come avviene attualmente con                     Al Senseable City
     i semafori ma suddiviso fino a raggiungere il livello di un singolo
     veicolo. Grazie alle tecnologie di guida autonoma e di comunicazione,                        Lab del MIT, il
     a ogni veicolo viene dato un intervallo di tempo personalizzato per
     attraversare l’incrocio in condizioni di sicurezza e in modo coordinato                    nostro impegno
     rispetto ai veicoli in arrivo dalle altre direzioni. Il nostro studio
     mostra che la flessibilità ottenuta dagli incroci con attraversamento a                    è rendere queste
     tempo può raddoppiare la capacità di un incrocio rispetto a quella dei
     semafori più all’avanguardia, con condizioni di sicurezza identiche. Si                     trasformazioni
     tratta di un sensibile miglioramento nell’efficienza della gestione del
     traffico che, con i carichi attuali, farebbe praticamente sparire le code.
                                                                                             vantaggiose per tutti
                                                                                                    i cittadini.”
                                                                                                              –Paolo Santi
                                                                                                      Research Scientist, MIT

     Punti essenziali:
     • La mobilità urbana subirà trasformazioni radicali a causa della convergenza fra economia della
        condivisione e guida autonoma.
     • La mobilità condivisa ha già un notevole potenziale: oltre il 95% delle corse in taxi può essere
        condiviso con un disagio minimo per i passeggeri.
     • Il potenziale della mobilità condivisa aumenta ulteriormente con l’avvento della guida autonoma.
     • Anche la guida autonoma migliorerà sensibilmente l’efficienza nella gestione del traffico.

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Le tendenze del settore e il
futuro dell’IoT
Di Anders Gustafsson, Amministratore delegato, Zebra Technologies

Tramite due sensori grandi come una moneta da cinque centesimi integrati nei
                                                                                                    “Questo dà un’idea
paraspalle di ogni giocatore della NFL siamo in grado di registrare e comunicare i dati
in diretta, in tempo reale, e di mostrare fra l’altro la velocità di corsa, la distanza coperta,   del futuro che stiamo
l’accelerazione e la decelerazione di ogni giocatore. L’esperienza del tifoso entra così in
una dimensione completamente diversa, grazie alla visibilità offerta dalle Next-Gen Stats          costruendo già oggi,
NFL che mostrano dettagli mai registrati in precedenza. Questo dà un’idea del futuro che
stiamo costruendo già oggi, con il concetto di “azienda intelligente”.                               con il concetto di
Ai giocatori della NFL sono stati applicati dei “tag”, esattamente come avverrà a miliardi         ‘azienda intelligente’”.
di persone, dispositivi, macchinari, magazzini, stabilimenti, punti vendita, ospedali
e persino città in un futuro non molto lontano. I sensori di informazioni saranno                     –Anders Gustafsson
monitorati automaticamente da computer o “macchinari intelligenti”, che renderanno                   CEO di Zebra Technologies
più smart le nostre aziende e le nostre organizzazioni.

L’IoT guida la transizione a questo mondo intelligente grazie a innumerevoli
applicazioni, dal miglioramento dell’efficienza delle reti di trasporto mondiali ai
dispositivi in grado di ricevere dati sull’ambiente dagli elettrodomestici per ridurre al
minimo i consumi. L’impatto economico è già tangibile, e il mercato dei dispositivi
RFID (identificazione in radiofrequenza), la tecnologia su cui si basano i sensori, è
letteralmente esploso.

Secondo IDTechEx, azienda di consulenza britannica con sede a Cambridge, nel 2015
sono stati venduti 8,9 miliardi di dispositivi RFID, a fronte di un utile di 10,1 miliardi di

The 2016 Innovation Symposium: The Intelligent Enterprise                                                              17
dollari. IDTechEx prevede che gli utili toccheranno i 13,2 miliardi di dollari entro il 2020.
I dispositivi includono tag, lettori e software/servizi per schede, etichette, chiavette e unità
RFID di ogni altra forma e dimensione, sia per tecnologia RFID attiva che passiva.

Tre megatendenze guidano questa transizione a un mondo più connesso:

1.   Raccolta e analisi dei dati: la possibilità di raccogliere i dati in tempo reale e di
     controllare o di intervenire sui processi fisici e sulle informazioni viene attualmente
     sfruttata con ottimi risultati e sta per diventare una realtà su vasta scala.

2.   Tecnologia cloud: l’archiviazione e l’accesso ai dati con modalità decentralizzata sono
     ormai disponibili a un prezzo abbordabile sia per i privati che per le aziende. Questo
     assicura la disponibilità su richiesta di una quantità sempre maggiore di informazioni.          “L’idea di collegare
3.   Mobilità: l’adozione della tecnologia mobile e il numero degli utenti connessi tramite              il mondo fisico
     dispositivi mobili hanno avuto un aumento così rapido che le aziende scoprono
     continuamente nuove opportunità per sfruttare il mondo connesso per l’innovazione.                 e quello digitale
L’idea di collegare il mondo fisico e quello digitale per stimolare l’innovazione, l’efficienza e         per stimolare
la crescita economica mondiale è il concetto di azienda intelligente. Il ritmo dell’evoluzione
tecnologica è rapido, e le nostre aziende devono potersi adattare velocemente per tenere il               l’innovazione,
passo.
                                                                                                         l’efficienza e la
Guardiamo il settore dell’autotrasporto, per esempio, dove il caricamento dei camion
avviene con scarsa efficienza. Se si collocano dei sensori all’interno degli autoarticolati, gli      crescita economica
addetti al caricamento impareranno a sfruttare al massimo la capacità di carico del mezzo
con un uso efficiente dello spazio. Se la capacità di carico fosse sfruttata completamente si              mondiale è il
ridurrebbe del 10% il numero dei camion che circolano per le strade negli Stati Uniti, con
risparmi incredibili per le società di autotrasporto e una sensibile riduzione delle emissioni        concetto di azienda
di anidride carbonica.
                                                                                                           intelligente”.
Nel settore del retail, ogni anno si perde un 4% di potenziali utili perché i negozi non
soddisfano la domanda di prodotti specifici che non sono presenti in inventario quando i                 –Anders Gustafsson
                                                                                                       CEO di Zebra Technologies
clienti li richiedono. Se ogni articolo avesse un tag e potesse essere tracciato e riassortito e se
gli ordini fossero trasferiti in tempo reale ai dipendenti e ai magazzini, i retailer potrebbero
recuperare una fetta significativa di quegli utili non realizzati.

Nel settore sanitario, la complessa rete dei singoli attori — medici, infermieri, ospedali,
compagnie di assicurazione — rende estremamente difficile consolidare, condividere e
analizzare i dati sanitari. L’uso di sensori e dell’analisi dei dati può migliorare la raccolta
e l’elaborazione delle informazioni per garantire ai pazienti un’assistenza migliore e più
accurata. Analizzando i dati, i fornitori di servizi sanitari sperano di capire meglio i tempi
in cui vengono somministrati i trattamenti, di migliorare le procedure di pianificazione del
personale e di fornire ai medici le informazioni cruciali in modo più preciso e in tempo
reale.

Questi sono solo alcuni dei modi in cui l’azienda intelligente sta già influenzando quasi
ogni settore. Un dispositivo minuscolo come un sensore, unito a una miniera di dati e alla
capacità di capirli e di intervenire, introduce un’ondata di innovazione tecnologica e di
creatività nel nostro mondo e migliora la vita di chi ci vive e ci lavora.

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InVision Thinking
Presentato da David Ricketts, Technology and Entrepreneurship Center, Harvard University

Per trovare la prossima idea da un miliardo di dollari per la vostra azienda, è al suo interno che dovete cercare i semi
dell’innovazione. E se è vero che al profitto si può arrivare per molte vie, quella che conduce alla grande innovazione è una
sola. Per creare un prodotto o un servizio che non solo renda miliardi di dollari, ma che cambi anche il mondo, bisogna
iniziare da una visione. La piramide che vado a illustrarvi mostra le varie modalità di pensiero possibili, e come la visione
sia l’unica strada per l’innovazione.

Product thinking
Con il product thinking ci si concentra sul prodotto in sé. La vostra azienda ha un prodotto che risponde a un’esigenza
o fornisce un servizio, e quindi lavora per migliorarlo e per venderne di più. Anche se questa è la base dell’innovazione,
il product thinking di per sé non è innovazione. Detto ciò, in questo modo si possono fare miliardi di dollari; pensate ad
Apple e alle sue infinite versioni dell’iPhone.

Design thinking
Benché non parta realmente da una visione, il design thinking introduce in un certo qual modo al pensiero in termini di
valore e visione. Nel design thinking si cerca di capire meglio i clienti per immaginare quali sono i loro pensieri e i loro
bisogni, e quindi di sviluppare un prodotto in sintonia con questi pensieri e bisogni. Pensate per esempio a Dyson: un
produttore di aspirapolvere che non ha inventato nulla di veramente rivoluzionario, ma è riuscito comunque a progettare
prodotti che corrispondono ai desideri e alle esigenze dei clienti.

The 2016 Innovation Symposium: The Intelligent Enterprise                                                                19
Invention thinking
Con l’invention thinking si esamina un problema specifico in modo diverso allo                     “La visione porta
scopo di creare qualcosa di completamente nuovo. Le invenzioni possono essere
idee e soluzioni rivoluzionarie, ma non diventano innovazioni perché non c’è una                      a innovazioni
visione in prospettiva. Ad esempio, una volta ho collaborato con Disney per creare
un pallone con dentro un tag RFID attivo in grado di segnalarne la posizione. Era                    che cambiano
un’invenzione ingegnosa, ma non era una vera innovazione perché non partiva da
una visione.                                                                                        radicalmente le
                                                                                                    cose… la visione
Visione
La visione è l’elemento cardine dell’innovazione, e anche se non tutte le visioni                       è l’essenza
portano necessariamente all’innovazione, ogni grande innovazione parte
effettivamente da una visione. Avere una visione significa essere capaci di
                                                                                                   dell’innovazione.”
immaginare un mondo futuro completamente trasformato dalla propria idea. Non                            –David Ricketts
è semplicemente creare qualcosa che risolve un problema o risponde a un bisogno:                        Technology and
è realizzare qualcosa che cambierà realmente la vita quotidiana di tutti noi. Ad                       Entrepreneurship
esempio, in un’epoca in cui nessuno credeva che a casa propria si potesse avere un                          Center,
computer non per lavorare, ma per uso personale, Bill Gates fu capace di vedere un                     Harvard University
PC sulla scrivania di tutti. Questa è la vera innovazione.

In conclusione, l’innovazione non è la trovata brillante che ti fa gridare “eureka!”.
Sarà un’idea o una modifica semplice, insignificante, che magari arriva dopo mille
altre idee che non portano a nulla. L’innovazione inizia in sordina e spesso è difficile
da vedere. Tuttavia, se volete veramente innovare nella vostra attività, dovete sempre
partire da una visione.

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La trasformazione digitale nel settore sanitario:
un catalizzatore per ottenere risultati operativi
Presentato da Tim Kottak, CTO Global Services di GE Healthcare

GE Healthcare è una società che fattura 18 miliardi di dollari realizzando soluzioni per il settore sanitario come sistemi di
diagnostica per immagini, di diagnostica e monitoraggio mobile, soluzioni informatiche, digitali e per il settore scientifico.
Negli ultimi anni abbiamo assistito al passaggio a una sanità orientata al valore, e questo cambia il tipo di soluzioni che i
clienti ci richiedono.

Oggi gli ospedali si trovano di fronte a normative che cambiano, necessità di tagliare i costi, concorrenza e standard di
sicurezza più elevati per i pazienti. GE è riuscita a sfruttare dati e strumenti analitici per diventare un partner in grado di
fornire non solo apparecchiature mediche, ma anche soluzioni che migliorano i risultati. Questo è stato possibile grazie a
tre elementi di base dell’internet industriale: integrazione operativa, FastWorks e gestione delle modifiche.

Integrazione operativa
Questo elemento di base risolve il problema dell’integrazione della tecnologia che produciamo con le attività dell’ospedale.
Si parte da un processo di ideazione che coinvolge attivamente il cliente per far sì che la tecnologia sia di ottimo livello e
anche semplice e ben integrata con l’utente. Successivamente, grazie a un software che si collega alle apparecchiature e le
monitora, raccogliamo una serie di dati che si possono trasformare in indicazioni pratiche e previsioni.

Un esempio specifico sono le apparecchiature per risonanza magnetica, in cui un potente magnete registra delle immagini
dell’interno del corpo che consentono la diagnosi e l’impostazione di una terapia adeguata per il paziente. L’apparecchio è
dotato di un dispositivo di raffreddamento detto “testa fredda” che, in caso di malfunzionamento, può provocare il blocco
del magnete. Questo costituirebbe un rischio per la sicurezza del paziente e dell’operatore e provocherebbe interruzioni
operative impreviste con conseguenze nefaste per altri pazienti, magari in gravi condizioni, che sarebbero costretti a

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