Orticoltura urbana nei Paesi in Via di Sviluppo: ruolo multifunzionale, sistemi colturali e prospettive future
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Review n. 12 - Italus Hortus 17 (4), 2010: 71-97 Orticoltura urbana nei Paesi in Via di Sviluppo: ruolo multifunzionale, sistemi colturali e prospettive future Giorgio Gianquinto1* e Francesco Tei 2 1 Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroambientali, Università di Bologna, viale Fanin 44, 40127 Bologna 2 Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali, Università di Perugia, Borgo XX Giugno 74, 06121 Perugia Ricezione: 2 giugno 2010; Accettazione: 19 luglio 2010 Urban horticulture in Developing rurale. In tale giorno, infatti, sia la Università della Countries: multifunctional role, North Carolina sia quella della Georgia hanno accer- farming systems and future per- tato che 3.303.992.253 persone abitavano nelle città e spectives 3.303.866.404 vivevano nelle campagne (ScienceDaily, 2007). La crescita delle città è dovuta Abstract. In 2007 for the first time the world urban sia al normale aumento della popolazione urbana sia population has been higher than the rural one. Poverty all’immigrazione dalle aree rurali, con il primo feno- is increasing at higher rate in the cities than in the meno che sta gradualmente diventando più importante countryside, and in developing countries than in devel- del secondo (FAO, 2007). Il Paese che ha visto per oped ones. Urban agriculture and in particular Urban primo il sorpasso della popolazione urbana su quella Horticulture (UH) are for many countries and large rurale sono stati gli Stati Uniti, in cui il fenomeno si è cities a crucial factor for the improvement of food sup- ply and safety, health conditions, local economy, verificato già nel 1910; a livello mondiale, la popola- social integration and environmental sustainability. zione urbana rappresentava solo il 2% nel 1800, il The widespread and the importance of UH varies with 14% nel 1900 e circa il 47% all´inizio del nuovo mil- countries in relation to the market, the natural lennio. Le proiezioni indicano che entro il 2020 il resources and labour availability, the environmental 55% della popolazione mondiale vivrà negli agglome- pollution and the climatic conditions but, however, its rati urbani e che tale percentuale salirà al 60% e 70% role is increasing throughout the world. Traditional nel 2030 e 2050, rispettivamente (tab. 1). È particolar- farming systems for UH can be classified in four main mente nei Paesi emergenti e in quelli in via di svilup- types: allotment and family gardens, simplified exten- sive systems, shifting cultivation and intensive sys- po che si riscontrerà una eccezionale crescita della tems. Soilless cultures are spreading in Developing popolazione urbana (UNFPA, 2007). Se in America Countries to find solution to low fertility of the soils, low Latina quasi l’80% delle persone vivono già ora nelle irrigation water availability, small extension of cultivat- città, in Africa ed Asia queste raddoppieranno, rispet- ed soils and environmental pollution. Main innovative to al 2000, entro il 2030. La crescente urbanizzazione systems are organoponics (i.e. crop grow on several ha fatto sì che, mentre nel 1950 vi erano solo 83 città natural substrates and composts) and simplified soil- in tutto il mondo il cui numero di abitanti superava il less cultures (es. floating system, garrafas PET, etc.). The paper analyses social, cultural, technical, eco- milione, nel 2006 erano oltre 400, di cui 21 megalo- nomic and political factors in the Developing Countries poli con oltre 10 milioni di abitanti (tab. 2). Nel 2020 that can affect the future of a sustainable UH. è previsto che il numero delle megalopoli salirà ad almeno 27, di cui 13 in Asia, 6 in America Latina, 5 Key words: urban food production, food security, tra Europa e Nord America e 3 in Africa. È altresì urban poverty, urban and peri-urban farming systems, vero però che in alcuni Paesi industrializzati (es. organoponics, simplified hydroponics. Italia) si nota un´inversione di tendenza, anche se non si tratta di una fuga vera e propria dalle grandi città verso la campagna, ma piuttosto verso i centri minori Introduzione ben collegati alle grandi città. L’urbanizzazione è un fenomeno inevitabile che si Il 23 maggio 2007, per la prima volta nella storia porta dietro tutta una serie di problemi legati alla ridu- dell´umanità la popolazione urbana ha superato quella zione del suolo coltivabile, alla deforestazione, all’in- quinamento dell’aria e delle acque, alla cementifica- * giorgio.gianquinto@unibo.it zione e allo scarso drenaggio delle acque meteoriche, 71
Gianquinto e Tei Tab 1 – Popolazione mondiale e tasso della popolazione urbana: dati storici e proiezioni 2000-2050 (fonte: UN-DESA, 2007). Tab. 1 Total population in the World and urban population percentage: historical data and projection 2000-2050 (source: UN-DESA, 2007). Totale popolazione (milioni) Anno America Latina Mondo Africa Asia Europa Nord America Oceania e Caraibi 2000 6’124 821 3’705 729 523 316 31 2005 6’515 922 3’938 731 558 332 33 2010 6’907 1’032 4’166 730 594 349 35 2015 7’295 1’149 4’389 727 628 364 37 2020 7’667 1’271 4’596 722 660 379 39 2025 8’011 1’394 4’779 715 688 393 41 2030 8’318 1’518 4’931 707 713 405 43 2035 8’587 1’643 5’052 698 733 417 45 2040 8’824 1’765 5’148 687 750 427 46 2045 9’026 1’884 5’220 676 762 436 48 2050 9’191 1’998 5’266 664 769 445 49 Popolazione urbana (%) Anno America Latina Mondo Africa Asia Europa Nord America Oceania e Caraibi 2000 46,6 35,9 37,1 71,4 75,3 79,1 31 2005 48,6 37,9 39,7 71,9 77,5 80,7 33 2010 50,6 39,9 42,5 72,6 79,4 82,1 35 2015 52,7 42,2 45,3 73,5 80,9 83,4 37 2020 54,9 44,6 48,1 74,8 82,3 84,6 39 2025 57,2 47,2 51,1 76,2 83,5 85,7 41 2030 59,7 50,0 54,1 77,8 84,6 86,7 43 2035 62,2 52,9 57,2 79,5 85,7 87,6 45 2040 64,7 55,9 60,3 81,0 86,8 88,5 46 2045 67,2 58,8 63,3 82,5 87,8 89,4 48 2050 69,6 61,8 66,2 83,8 88,7 90,2 49 ad aree periferiche, in cui sono maggiormente presen- in via di sviluppo. Le statistiche aggregate tuttavia ti condizioni di disagio socio-economico ed è più con- non mettono in luce che oltre la metà della popolazio- centrata la povertà (Baud, 2000). ne urbana vive al di sotto della soglia di povertà in Fino a pochi anni fa, l’epicentro della povertà e Angola, Armenia, Azerbaigian, Bolivia, Ciad, della sofferenza veniva individuato nelle aree rurali, Colombia, Georgia, Guatemala, Haiti, Madagascar, mentre i centri urbani offrivano un migliore accesso Malawi, Mozambico, Niger, Sierra Leone e Zambia. alla salute, all’educazione, alle infrastrutture di base, In altre nazioni, come Burundi, El Salvador, Gambia, all’informazione e alla conoscenza. Tuttavia, la Kenya, Kirghizistan, Moldavia, Perù e Zimbabwe povertà, spesso estrema, ha dimostrato di crescere queste percentuali oscillano tra il 40% e il 50% molto più rapidamente nelle città che nelle campagne (UNFPA, 2007). Nel mondo, la popolazione che vive (UNFPA, 2007). Sacche di povertà si riscontrano in in baraccopoli (“slum”, “bidonville”, “favela”) è pari a tutte le aree urbane, ma nelle città dei Paesi in via di circa 1 miliardo, di cui circa 220 milioni in Africa, sviluppo sono più profonde e diffuse. Secondo il 598 milioni in Asia e 134 milioni in America Latina Programma delle Nazioni Unite per gli Insediamenti (UN-HABITAT, 2006). In queste città i poveri sono Umani (United Nations Human Settlements di fatto più esposti ai pericoli legati alla precarietà del Programme, UN-HABITAT, 2001), nei Paesi più ric- lavoro – sia nei settori formali sia informali – e all’in- chi meno del 16% dei nuclei familiari vivono in con- sicurezza alimentare e hanno maggiori probabilità di dizioni di povertà mentre questa percentuale sale a contrarre malattie; sono più vulnerabili a violenza, circa il 38% quando si considerano le città dei Paesi corruzione ed al crimine organizzato. La mancanza di 72
Orticoltura urbana nei Paesi in Via di Sviluppo Tab. 2 – Popolazione e tassi di crescita delle Megalopoli (area metropolitana con più di 10 milioni di abitanti) presenti nel 2006 e proiezioni per il 2020: confronto con le maggiori città italiane (fonte: Citymayors, 2009a e 2009b). Tab. 2 Population and average annual growth of Megacity (metropolitan area with a total population in excess of 10 million people) in 2006 and 2020: a comparison with the largest Italian cities (source: Citymayors, 2009a and 2009b). Rank Popolazione nel 2006 Tasso annuale di crescita Popolazione nel 2020 Rank Città/Aree urbane Paese 2006 (milioni) (2006-2020, in %) (milioni) 2020 1 Tokyo Giappone 35,53 0,34 37,28 1 2 Città del Messico Messico 19,24 0,90 21,81 5 3 Mumbai (Bombay) India 18,84 2,32 25,97 2 4 New York USA 18,65 0,66 20,43 9 5 São Paulo Brasile 18,61 1,06 21,57 6 6 Delhi India 16,00 3,48 25,83 3 7 Calcutta India 14,57 1,74 18,54 11 8 Jakarta Indonesia 13,67 3,03 20,77 8 9 Buenos Aires Argentina 13,52 0,97 15,48 12 10 Dhaka Bangladesh 13,09 3,79 22,04 4 11 Shanghai Cina 12,63 0,00 12,63 18 12 Los Angeles USA 12,22 0,58 13,25 15 13 Karachi Pakistan 12,20 3,19 18,94 10 14 Lagos Nigeria 11,70 4,44 21,51 7 15 Rio de Janeiro Brasile 11,62 0,93 13,23 16 16 Osaka - Kobe Giappone 11,32 0,13 11,53 20 17 Cairo Egitto 11,29 1,56 14,02 13 18 Beijing (Pechino) Cina 10,85 0,19 11,15 21 19 Mosca Russia 10,82 0,58 11,73 19 20 Metro Manila Filippine 10,80 1,55 13,40 14 21 Istanbul Turchia 10,00 1,75 12,76 17 22 Parigi Francia 9,89 0,21 10,18 23 24 Tianjin (Tientsin) Cina 9,39 0,55 10,14 24 26 Lima Perù 8,35 1,53 10,32 22 27 Bogotá Colombia 7,80 1,84 10,08 26 35 Lahore Pakistan 6,57 3,12 10,10 25 39 Kinshasa Congo 5,89 3,89 10,04 27 68 Milano Italia 3,96 -0,46 3,71 113 113 Napoli Italia 2,88 -0,33 2,75 161 132 Roma Italia 2,60 -0,46 2,43 195 risorse economiche e quindi di potere politico è la le agenzie di sviluppo hanno incominciato ad interve- maggior causa di questa vulnerabilità. Sebbene il cibo nire e a delineare possibili strategie per l’eradicazione sia disponibile nei mercati, molti di loro non possono di questa piaga (UNFPA, 2007). Una di queste fa rife- affrontare la spesa (soprattutto per comprare ortaggi e rimento all’agricoltura urbana e più specificatamente frutta) e nonostante spendano la maggior parte delle all’orticoltura urbana, di fatto già adottata dai poveri loro entrate in alimenti – fino al 75% per i poveri resi- di molte città del Sud del Mondo come strategia di denti a Kampala (Uganda) e Accra (Ghana) – il cibo è sopravvivenza (Ruel et al., 1998). quasi sempre insufficiente per quantità e qualità (Drescher, 2004), anche perché risultano molto più Agricoltura urbana vulnerabili di altri al mutare delle condizioni macroe- conomiche, quali inflazione ed aumento dei prezzi Da sempre, il termine agricoltura è strettamente (Garrett e Ruel, 2000). Inoltre, la cattiva amministra- associato all’ambiente rurale e per il sentire comune è zione delle aree urbane spesso frustra le opportunità un’attività produttiva confinata a tale contesto. del vivere in città; strumenti e risorse che, se gestite in Partendo da questo presupposto, per lungo tempo si è modo adeguato, sarebbero in grado di ridurre la pensato che per fornire cibo alla popolazione urbana povertà. Nonostante il rapido e drammatico incremen- potesse essere sufficiente la produzione agricola svol- to della povertà nelle aree urbane, solo recentemente ta nelle campagne o al massimo nelle aree peri-urba- 73
Gianquinto e Tei ne. Per molte città del Sud del Mondo, tuttavia, tale basso grado di organizzazione dei produttori, da un congettura si è rivelata del tutto errata, principalmente elevato grado di specializzazione soprattutto nella a causa della carenza di infrastrutture efficienti (tra- produzione di derrate fresche, ecc. Rifornendo la città sporti, mercati, ecc.) e per la mancanza di potere d’ac- di prodotti deperibili come ortaggi, latte fresco e uova quisto da parte della popolazione più povera (tab.3), l’agricoltura risulta quindi complementare alle (Drescher, 2004). L’aumento della povertà e la man- produzioni provenienti dalle campagne e aumenta canza di lavoro, oltre alle opportunità che la città può l’efficienza del sistema alimentare (Veenhuizen, offrire, come la crescente domanda di beni alimentari 2006). A Harare (Zimbabwe), si coltivano mais, e la vicinanza dei mercati, hanno stimolato una diver- ortaggi e fiori e, specialmente nelle zone periferiche, sificazione di sistemi di produzione agricola, dentro o viene allevato il bestiame (Ghosh, 2004); a Dar es nelle periferie delle città, specializzati principalmente Salam (Tanzania), si alleva il bestiame e si producono nella produzione di ortaggi, latte, uova e pollame (tab. circa 100 mila tonnellate di altri alimenti (Ratta e 3 ). Con agricoltura urbana, quindi, si intende la colti- Nasr, 1996); a Jakarta (Indonesia), oltre 11 mila ha vazione di piante e l’allevamento di animali per l’ali- vengono usati per l’agricoltura urbana (Purnomohadi, mentazione o per altri usi che avvengono all’interno o 2000), a Cagayan de Oro City (Filippine), oltre 21 nell’immediato circondario delle città, nonché tutte le mila ha (Potutan et al., 2000) ed a L’Havana (Cuba) attività ad essa connesse, quali la produzione e la ven- il 12% del suolo urbano (Cruz e Medina, 2003); a dita dei fattori produttivi e la trasformazione e la Shanghai (Cina), l’allevamento del bestiame è molto commercializzazione dei prodotti. L’agricoltura urba- diffuso e il 100% del latte e il 90% delle uova consu- na comprende sia la produzione a livello familiare, mati in città vengono prodotti entro i limiti dell’area per l’autoconsumo e la sussistenza, sia l’attività agri- urbana (Yi-Zhang e Zhangen, 2000). Secondo cola a scopi esclusivamente commerciali (tab. 4) e fa Mougeot (2000), tuttavia, la caratteristica più impor- riferimento alla coltivazione degli ortaggi, degli alberi tante dell’agricoltura urbana non è rappresentata tanto da frutto e di altre colture specializzate (es. erbe offi- dalla sua localizzazione, né da qualsiasi altro tra i cri- cinali, fiori e piante ornamentali), all’allevamento di teri sopra citati, ma dal fatto che essa è una parte inte- bestiame, di polli e conigli e di animali indigeni (es. grale del sistema urbano sia dal punto di vista socio- porcellini d’India, serpenti), all’allevamento di api, economico sia ecologico. L’agricoltura urbana, infatti, bachi da seta e lumache e include l’acquacoltura (alle- utilizza le risorse della città (terra, lavoro, rifiuti orga- vamento di pesci e piante acquatiche) (Mougeot, nici, acqua), produce per i suoi abitanti, è fortemente 1994; Drescher e Iaquinta 1999; FAO, 2001; Ghosh, influenzata dalle condizioni contingenti (politiche, 2004). Inoltre, tale agricoltura è generalmente caratte- competizione per la terra, presenza di mercati e anda- rizzata dalla vicinanza ai mercati, da un’elevata com- mento dei prezzi) e ha un forte impatto sul tessuto petizione per il suolo, da spazi limitati, dal frequente urbano (effetti su sicurezza alimentare e povertà, su uso di acque reflue e reflui solidi organici, da un salute e ambiente). Tab. 3 - Origine di alcuni alimenti commercializzati a Kumasi, Ghana (Moustier e Danso, 2006). Tab. 3 - Origin of different Food Items Sold/Consumed in Kumasi, Ghana (Moustier and Danso, 2006). Altre provenienze Alimento Area Urbana (%) Area Peri-urbana (%) (aree rurali o importazione) (%) cassava 10 40 50 mais
Orticoltura urbana nei Paesi in Via di Sviluppo Tab. 4 - Principali profili socio economici dei produttori urbani (Moustier e Danso, 2006; modificato) in funzione della tipologia dell’attività agricola. Tab. 4 Main Socio-Economic profiles of urban farmers in relation to the type of agricultural activity (after Moustier and Danso, 2006; modified). Attività agricola commer- Attività agricola di sussi- Attività agricola non spe- ciale a Imprenditori agricoli stenza cializzata conduzione famigliare Area in cui è prevalente- urbana peri-urbana mente urbana e peri-urbana peri-urbana (peri-urbana) (urbana) ubicata l’attività Destinazione dei prodotti famiglia mercati urbani mercati urbani + export famiglia + mercati urbani attività principale o part- autoconsumo + reddito di Obiettivo autoconsumo reddito di sussitenza time per incrementare il sussistenza reddito Dimensioni < 100 m2 < 1000 m2 > 2000 m2 > 5000 m2 ortaggi da foglia, cassava, ortaggi da foglia, altri ortaggi da foglia, altri alimenti base (cereali, Prodotti platano, mais, riso, frutta ortaggi, pollame (ovini, ortaggi, frutta, pollame, legumi, radici e tuberi), ovini, pollame latte) bestiame, pesci ortaggi locali Livello tecnologico (1) basso da basso a medio da medio ad elevato molto basso Sesso prevalente dei pro- femminile femminile + maschile maschile femminile + maschile duttori dimensioni, accesso alla accesso ai fattori produtti- terra, ai fattori produttivi competenze tecniche, Fattori limitanti dimensioni vi, fertilità dei suoli all’acqua e ai servizi; rischi di mercato rischi di mercato (1) in rapporto ai fattori di produzione utilizzati Nonostante alcune attività siano del tutto transito- 2005). Vi sono tuttavia Paesi nei quali i governi stan- rie, l’agricoltura urbana è destinata a diventare carat- no dando un notevole impulso allo sviluppo della pro- teristica permanente in molte città, sia dei paesi in via duzione agricola nelle città, e tra questi spiccano di sviluppo sia in quelli già sviluppati. Secondo dati Cuba, Argentina e Brasile in cui vi sono dei program- dell’UNDP (1996), sono coinvolti nell’agricoltura mi nazionali per la riduzione della fame (es, il pro- urbana l’80% delle famiglie di Libreville (Congo), il gramma “Fame zero” in Brasile), e altri, come 68% degli abitanti di 6 città della Tanzania, il 45% di Botswana, Zambia, Benin e Cina, in cui politiche a Lusaka (Zambia), il 37% di Maputo (Mozambico), il favore di queste attività sono in fase di preparazione 36% di Ouagadougou (Burkina Faso) e il 35 % di (Veenhuizen, 2006). A Shanghai (Cina) vi è già un Yaoundé (Camerun). Nelle città del Kenya il 29% programma per rendere autosufficiente la città per il delle famiglie si dedica alla coltivazione nelle aree consumo di cereali e produrre circa 2 milioni di tonel- metropolitane (Ghosh, 2004). late all’anno di grano (Yi-Zhang e Zhangen 2000). A Il coinvolgimento di questo gran numero di perso- Cagayan de Oro City (Filippine) il governo locale ne testimonia la centralità dell’agricoltura urbana tra adotta misure, in collaborazione con la Xavier le attività del settore informale (Mbiba, 1995; Obosu- University, per facilitare la coltivazione degli orti Mensah, 1999). Di qui la crescente attenzione negli comunitari da parte delle comunità più povere ultimi 20-25 anni e il moltiplicarsi di azioni, sia a (Holmer et al., 2003; Holmer e Drescher, 2005). Le livello internazionale sia nazionale e locale, atte a pro- Nazioni Unite, inoltre, hanno individuato nell’agricol- muovere l’agricoltura urbana, sebbene vi sia ancora da tura urbana una delle strategie più importanti per rag- parte delle autorità di molte città una certa resistenza giungere gli Obiettivi del Millennio (Millennium nel riconoscere tali attività e di inserirle nella pro- Development Goals, MDG; Mougeot, 2005). grammazione urbanistica (Drescher, 2001). Nelle zone La crescente attenzione da parte della politica e periferiche di Nairobi (Kenya) e di altre città africane, delle organizzazioni internazionali come FAO, UNDP ad esempio, le coltivazioni vengono scoraggiate e e UN-Habitat, ha inoltre stimolato le attività di ricerca sono state per lungo tempo addirittura vietate per evi- sull’agricoltura urbana e la sicurezza alimentare. A tare che fornissero nascondiglio ai criminali di strada partire dagli anni ’90, l’International Development (Foeken e Mwangi, 1998; Ghosh, 2004; Ayaga et al., Research Centre (IDRC, Canada) ha incoraggiato atti- 75
Gianquinto e Tei vità di ricerca in questo campo. Nel 2000, le organiz- accesso al cibo. È da tener presente che per i zazioni appartenenti al Consultative Group on poveri l’accesso al cibo è molto più problematico International Agricultural Research (CGIAR) hanno nelle città piuttosto che nelle campagne, poichè nel incluso l’agricoltura urbana tra le priorità della ricerca primo caso si è maggiormente condizionati dalla istituendo un vasto programma dal nome “Urban disponibilità di denaro per l’approvvigionamento. Harvest” con molte attività in diversi Paesi. Da allora, Inoltre, i prezzi delle derrate sono in costante anche parecchi Centri di Ricerca Nazionali (es. in crescita nelle città per il continuo aumento dei Argentina, Kenya, Senegal e Niger) hanno incluso costi necessari per il trasporto e la distribuzione l’agricoltura urbana nei loro programmi di ricerca degli alimenti provenienti dalle aree rurali; costi (Veenhuizen, 2006). sempre meno affrontabili dalla popolazione più L’agricoltura urbana ha un impatto ambientale, indigente. Come conseguenza l’insicurezza del- economico e sociale, considerevole sull’ambiente cir- l’approvvigionamento alimentare nelle città è in costante con effetti sia positivi che negativi (Fleury e continua crescita (Argenti, 2000). L’agricoltura Ba, 2005). L’agricoltura urbana contribuisce a risol- urbana contribuisce quindi al benessere di chi la vere o attenuare un ampia serie di problemi in pratica sia direttamente, poiché consente alla popo- ambiente urbano, ma i pericoli per salute e ambiente lazione più povera di produrre per se stessa ali- non sono sempre oggetto d’attenzione e, di conse- menti freschi e dall’alto valore nutritivo, sia indi- guenza, vi è spesso una carenza di misure guida o rettamente, in quanto le permette di ridurre la preventive adeguate per ridurre questi rischi. I princi- spesa per l’alimentazione e, in molti casi, di gene- pali punti di forza e di debolezza dell’agricoltura rare del reddito. Si stima che circa 200 milioni di urbana possono essere sintetizzati come segue “agricoltori urbani” riforniscano i mercati delle (Drescher, 2004; Ghosh, 2004; Veenhuizen, 2006): città, contribuendo per il 15-20% alla produzione • Approvvigionamento alimentare: il contributo del- di cibo nel Mondo (Armar-Klemesu, 2000). Un l’agricoltura urbana alla sicurezza alimentare è esempio del contributo dell’agricoltura urbana nel probabilmente il punto di forza più importante, generare reddito per i produttori delle città è ripor- poiché la produzione di alimenti nelle città per- tato in tabella 5. mette anche alla popolazione più povera, priva di • Salute: un più facile accesso al cibo, soprattutto di potere d’acquisto, un maggiore e più regolare alimenti freschi, favorisce un consistente migliora- Tab. 5 - Reddito netto mensile da orticoltura urbana (colture orticole irrigue) e reddito netto nazionale (statistiche ONU) in Africa Occidentale ed Orientale (Drechsel et al., 2006; modificato). Tab. 5 - Monthly Net Income from irrigated mixed vegetable farming and General Net Income (UN statistics) in West and East Africa (after Drechsel et al., 2006; modified). Reddito netto medio per azienda Reddito netto nazionale Paese Città (US$/mese) (1) pro-capite (US$/mese) Benin Cotonou 50 - 110 36 Burkina Faso Ouagadougou 15 - 90 25 Camerun Yaoundé 34 - 67 53 Congo Brazzaville 80 - 270 53 Gambia Banjul 30 26 Ghana Accra 40 - 57 27 Ghana Kumasi 35 - 160 27 Ghana Takoradi 10 - 30 27 Guinea-Bissau Bissau 24 12 Kenya Nairobi 10 - 163 33 Liberia Freetown 10 - 50 13 Mali Bamako 10 - 300 24 Niger Niamey 40 17 Nigeria Lagos 53 - 120 27 Rep. Centrafricana Bangui 320 22 Senegal Dakar 40 - 250 46 Tanzania Dar Es Salaam 60 24 Togo Lome 30 - 300 26 (1) L’intervallo riflette le variazioni stagionali 76
Orticoltura urbana nei Paesi in Via di Sviluppo mento delle condizioni di salute della popolazione (Ratta e Nasr, 1996); degli 8,5 milioni di persone urbana. Tuttavia, l’attività agricola in città non è che lavorano a Shanghai (Cina), circa 3,6 milioni esente da rischi igienico-sanitari legati ai sistemi di sono occupati nel settore della produzione agricola produzione ed ai contesti in cui si opera. Al (Yi-Zhang e Zhangen, 2000). momento, manca un quadro dettagliato su tale • Inclusione sociale e rapporti di genere: l’agri- aspetto (Birley e Lock, 2000; Danso et al., 2003). coltura urbana è un importante mezzo per l’inte- Il problema non va certo sottovalutato ma non va grazione di persone o gruppi svantaggiati (es. neppure esagerato e deve essere comparato ai immigrati, donne con alle spalle problemi familiari rischi che si verificano nella normale pratica agri- o economici, giovani disoccupati, persone anziane, cola; sarebbero comunque necessari adeguati rego- disabili, persone affette da HIV-AIDS) in quanto lamenti e misure preventive. Le maggiori criticità promuove e facilita il loro inserimento nel tessuto vanno ricondotte a: sociale e offre loro un dignitoso livello di vita • contaminazione dei prodotti da parte di micror- (Novo e Murphy, 2000). Notevoli vantaggi, sia sul ganismi patogeni in seguito a: a) irrigazione con benessere dei singoli sia sulla sostenibilità della acque provenienti da fonti inquinate o con loro attività, si hanno quando questa è svolta all’in- acque reflue non depurate; b) uso improprio di terno di gruppi o associazioni di produttori in ammendanti organici (es. sterco o reflui solidi quanto viene ridotto l’impatto negativo delle flut- urbani non compostati e/o distribuiti sulla tuazioni di mercato, vengono suddivisi i costi (es. superficie del terreno a diretto contatto con le affitti dei terreni, trasporti, assistenza tecnica) ed il parti aeree delle piante); c) scarsa o nulla atten- rischio imprenditoriale, viene potenziato il potere zione alle norme igieniche nella manipolazione contrattuale nei confronti dei rivenditori di fattori dei prodotti durante il trasporto, la trasfor- produttivi (concimi, sementi, mangimi, ecc.), degli mazione e la commercializzazione; intermediari e di chi acquista il prodotto, vengono • contaminazione delle colture in seguito ad un facilitati i rapporti con le istituzioni (es., per l’ac- uso improprio di fitofarmaci; cesso alla terra, al credito ed ai mercati) e con le • contaminazione dei suoli e dei prodotti con agenzie di sviluppo nazionali ed internazionali e metalli pesanti derivanti dalle emissioni del vengono rafforzate le relazioni interpersonali e la traffico veicolare e da effluenti industriali; solidarietà tra i produttori (Smit e Bailkey, 2006; • trasmissione di malattie dovute alla promiscuità Orsini et al., 2009c; Orsini et al., 2009e). Tali del bestiame e alla non adozione di misure associazioni possono assumere un ruolo cruciale igieniche preventive; nella formazione dei produttori, nello sviluppo • diffusione di malattie attraverso insetti (es. zan- delle infrastrutture, nella trasformazione, commer- zare) o animali infetti attratti dalle attività agri- cializzazione e certificazione di qualità dei prodotti cole. (Veenhuizen, 2006). L’agricoltura urbana ha, • Sviluppo delleconomia locale: come già riportato, inoltre, un ruolo importante dal punto di vista l’agricoltura urbana è fonte di reddito per un eleva- ricreazionale ed educativo per gli abitanti delle to numero di famiglie e permette di ridurre i costi città in genere e, più in particolare, per i più gio- per l’approvvigionamento di cibo. Poiché la popo- vani. Negli orti comunitari del Nord-est del Brasile lazione più povera spende una parte sostanziale del è facile incontrare molti bambini e ragazzi all’in- proprio reddito per l’alimentazione, variabile tra il terno degli orti, in cui giocano e aiutano i genitori 60% e 85% (Mougeot, 2005; Redwood, 2008), il nella gestione delle attività. Questo consente loro risparmio può essere considerevole (Moustier e di stare lontani dalle strade e di acquisire o raf- Danso, 2006). L’agricoltura urbana crea posti di forzare le conoscenze sulle attività agricole che lavoro e stimola anche lo sviluppo dell’indotto con altrimenti andrebbero perse nel giro di poche gene- micro-imprese specializzate nella produzione e razioni. Essa favorisce anche il mantenimento commercializzazione dei fattori produttivi neces- della biodiversità, in quanto vengono trasmesse, da sari all’attività agricola (es. attrezzi, mangimi, genitori a figli, le conoscenze e le tecniche di pro- compost, ammendanti e fertilizzanti, substrati), duzione delle colture locali. Nelle scuole tale agri- nella trasformazione, confezionamento e commer- coltura ha un’importante funzione didattica in cializzazione o in altri servizi (servizi veterinari, di quanto permette di acquisire informazioni e di ragioneria, trasporti, ecc.). A Dar es Salam apprendere con facilità concetti che riguardano, la (Tanzania), l’agricoltura urbana è la seconda fonte biologia e la agronomia ma anche la matematica, di occupazione e dà impiego al 20% dei lavoratori la fisica, la chimica e altro ancora (Smit e Bailkey, 77
Gianquinto e Tei 2006; Mezzetti et al., 2009; Orsini et al., 2009c). nali, come zone umide o collinari che risultano più La grande maggioranza dei produttori urbani nel sensibili al rischio ambientale. Mondo è rappresentato da donne (circa il 65%, L’impatto e la sostenibilità che l’agricoltura urba- Veenhuizen, 2006), spesso con ruoli di spicco (es. na ha sugli aspetti sociali, economici ed ecologici presidente di gruppi, rappresentanti di gruppi in dipende dalle tipologie considerate e dai sistemi agri- comitati di gestione delle associazioni di produt- coli adottati (fig. 1). tori, socie di gruppi riconosciuti dalle Istituzioni) che in questo modo vengono integrate maggior- Orticoltura urbana mente nel tessuto sociale della comunità (Diaz- Albertini, 1991; Oths, 1998; Orsini et al., 2009e). Sebbene, come si è visto, l’agricoltura urbana non • Aspetti ecologici e impatto ambientale: lo smalti- contempli solo la produzione di ortaggi e frutta, il set- mento dei rifiuti rappresenta un problema molto tore dell’orticoltura è indubbiamente quello di mag- serio in molte città del pianeta e l’agricoltura gior rilievo nelle città e fornisce un reddito significati- urbana può contribuire al riciclaggio dei rifiuti vo e regolare non solo ai produttori ma a tutti gli attori all’interno del ciclo produttivo (Smit, 1996) attra- della catena produttiva (tab. 6). Le colture orto-frutti- verso la produzione di compost da reflui e residui cole, se paragonate alle altre colture ad uso alimenta- organici, l’irrigazione delle colture con acque re, sono caratterizzate da un potenziale produttivo reflue ed il riutilizzo di vari materiali solidi inor- molto più elevato e possono fornire fino a 50 kg/m2 di ganici (es. il riciclaggio di bottiglie o altri recipi- prodotti freschi all’anno, in relazione alle specie e alle enti di plastica, taniche, bidoni, pneumatici, ecc. tecnologie di produzione adottate (Drescher, 2004). come contenitori per coltivazioni fuori suolo) L’orticoltura urbana e peri-urbana può includere (Cofie et al., 2006; Buechler et al., 2006; Orsini et tutte le specie orto-frutticole per uso alimentare al., 2009e). L’espansione delle aree verdi in città (incluse radici e tuberi, erbe condimentarie e funghi) o inoltre migliora il micro-clima e favorisce il man- ornamentale o officinale (tab. 7), ma il tipo di coltura tenimento delle biodiversità (Konijnendijk e praticata dipende dal contesto considerato ed è stretta- Gauthier, 2006). La presenza di alberi, ma anche mente legata alla cultura locale e alle tradizioni. In di piante erbacee, riduce le polveri in sospensione linea generale, all’interno delle città si preferiscono e la carica inquinante di molti composti, tra cui il coltivare colture a ciclo più breve, mentre le zone biossido di azoto NO2 (Harris e Manning, 2009). peri-urbane sono riservate a quelle a ciclo più lungo o L’agricoltura urbana contribuisce alla riduzione per i frutteti. dell’impronta ecologica delle città sia perché rici- La coltivazione nelle aree urbane e peri-urbane dif- cla rifiuti per produrre cibo sia perché le zone di ferisce in modo sostanziale rispetto a quella in produzione sono molto vicine ai consumatori, ambiente rurale. Il vincolo maggiore che si ha nelle tanto da ridurre considerevolmente l’impiego di città è la limitata disponibilità di suolo e ciò porta ad energia e le emissioni per trasporto, confeziona- mento, conservazione, ecc. (Ghosh, 2004; Zeeuw, ECOLOGICA SOCIALE 2009). L’agricoltura urbana riqualifica aree non utilizzate e degradate dal punto di vista urbanistico (Smit, 1995), quali aree incolte, poste sotto elet- trodotti sottoposte a vincoli di edificabilità o lungo i corsi d’acqua spesso soggette stagionalmente ad esondazioni, ferrovie e zone industriali abbando- nate, ecc. In periferia essa funge da collegamento e da interfaccia tra l’ambiente urbano e la cam- pagna. Tuttavia è da segnalare che, se non gestita in modo adeguato, l’attività agricola in ambiente urbano può rappresentare un rischio per l’ambiente dovuto alla contaminazione dei corsi d’acqua o ECONOMICA delle falde con fertilizzanti ed agrofarmaci e reflui Fig. 1 - Impatto e sostenibilità sugli aspetti sociali, economici ed zootecnici (Buechler et al., 2006; Tixier e Bon, ecologici dei principali tipi di agricoltura urbana (adattato da 2006). È da tener presente, inoltre, che la pres- Zeeuw, 2009). sione esercitata dall’espansione edilizia della città Fig. 1 Impact and social, economical, and ecological sustainability of main types of urban farming (adapted from spesso relega l’agricoltura urbana in aree margi- Zeeuw, 2009). 78
Orticoltura urbana nei Paesi in Via di Sviluppo Tab. 6 - Reddito famigliare mensile per produttori e rivenditori di ortaggi a Kumasi, Ghana (Drechsel et al., 2006; modificato). Tab. 6 - Household income of farmers and retailers per week in Kumasi, Ghana, originated from vegetable sale (after Drechsel et al., 2006; modified) . Rivenditori Produttori Grossisti Dettaglianti Ambulanti Numero di osservazioni 62 54 190 30 Composizione media della famiglia (n. adulti e bambini) 4,7 5,2 4,6 7,1 Reddito totale della famiglia (US$/settimana) 32-39 (1) 124-152 23-44 45 Reddito derivante dalla vendita degli ortaggi (% sul totale) 53-60 65-70 40-55 50 (1) L’intervallo riflette le variazioni stagionali una forte intensificazione colturale ed alla scelta delle Amaranthus spp, cavoli cinesi, cavoli da foglia, lattu- specie di maggior reddito (tab. 8). L’orientarsi verso ga, coriandolo, erba cipollina). Poiché questi ortaggi colture orticole è determinato anche dal fatto che, sono particolarmente deperibili e non tollerano il tra- rispetto ad altre coltivazioni ed attività agricole, l’orti- sporto, offrono ai produttori urbani una nicchia di coltura è caratterizzata da una maggiore efficienza mercato che non viene occupata dai produttori delle d’uso delle risorse, tra cui suolo e acqua (Drescher, zone rurali, troppo lontani dai centri di consumo 2004). Proprio in relazione alla disponibilità di suolo e (Jacobi et al., 2000). Nelle città dei PVS, la produzio- acqua, l’orticoltura urbana può essere suddivisa, a ne urbana incide con quote variabili, ma sempre signi- grandi linee, in tre categorie (Drescher, 1998): ficative, sulle quantità di prodotti orticoli e, in modo • sistemi orticoli altamente intensivi che utilizzano particolare, di ortaggi da foglia destinate ai mercati anche tecnologie di coltivazione avanzate (es. cittadini (tab. 9). Di conseguenza, l’orticoltura urbana irrigazione localizzata e sistemi fuori suolo), è un complemento ideale della produzione agricola incluse aziende vivaistiche di piccola-media scala; rurale ed è una componente importante del sistema • mini- o micro-orti (che utilizzano anche sistemi di agro-alimentare nelle città. In Vietnam, 26 tipi di coltivazione fuori-suolo semplificati) per la pro- ortaggi vengono prodotti nelle città e molte specie rie- duzione di ortaggi, di funghi o di colture ad elevato scono a produrre tra 10 e 30 t/ha (Jansen et al., valore economico, quali piante ornamentali 1994,1996). Ad Hanoi gli orti urbani occupano una esotiche, erbe condimentarie, aromatiche e medici- superficie di oltre 7 mila ha (Phuong Anh, 2000). In nali (FAO, 1995); seguito all’embargo Americano e alla conseguente • orti comunitari, il cui suolo è messo generalmente carenza nel settore alimentare, Cuba ha ufficialmente a disposizione dalle municipalità e suddiviso in adottato sistemi di produzione nelle aree metropolita- lotti di alcune centinaia di m2. ne nel 1999. A L’Havana sono presenti circa 26 mila L’orticoltura urbana viene generalmente incorag- orti per l’autoconsumo, la metà dei quali si trova nelle giata e promossa nei PVS per l’importante ruolo che vicinanze delle case: gli orti comunitari producono riveste nella sicurezza alimentare, nel generare reddito frutta e ortaggi e vengono utilizzati sistemi di agricol- e nel fornire occupazione. Essa offre agli abitanti delle tura biologica (Moskow, 1999; Murphy, 1999; Cruz e città, specie ai più poveri, l’opportunità di alimentarsi Medina, 2003). A Shanghai (Cina), la produzione di con frutta e ortaggi freschi – prodotti considerati la ortaggi interessa più di 10 mila ha ed il numero di maggior fonte di vitamine e micronutrienti – ai quali serre sta aumentando costantemente (Yi-Zhang e non potrebbero accedere altrimenti, in considerazione Zhangen, 2000). Nel Nord delle Filippine, nella città anche del fatto che spesso, in questi Paesi, le condizio- di Baguio, a seguito di un programma governativo per ni dei trasporti sono pessime ed i sistemi di condizio- la nutrizione (Philippines Plan of Action for Nutrition, namento e conservazione dei prodotti inadeguati. La PPAN), sono stati pianificati, nel periodo 1994-1998, localizzazione della produzione vicino ai centri di 27 mila orti nelle scuole, 42 mila orti comunitari ed 1 consumo, infatti, riduce le necessità di particolari milione e 600 mila orti famigliari (Gayan, 1996). sistemi di confezionamento e conservazione del pro- L’orticoltura urbana permette utili molto superiori dotto e consente di ridurre le perdite post-raccolta, che rispetto ad altre attività agricole: un report sulla pro- frequentemente raggiungono e non di rado superano il duzione peri-urbana di ortaggi nella città di Ho Chi 30% (Drescher, 2004). In molte città, la produzione si Minh (Vietnam) ha messo in luce che il reddito da concentra sugli ortaggi da foglia che rappresentano lavoro giornaliero per un ettaro di ortaggi è pari o una parte importante della dieta in molti Paesi (es. superiore di due volte rispetto a quello fornito da un 79
Gianquinto e Tei Tab. 7 – Principali specie orticole, frutticole e ornamentali coltivate nelle aree urbane (Tixier e Bon, 2006). Tab. 7 - Horticultural plants cultivated in urban areas (Tixier and Bon, 2006). ORTAGGI Amaranth, Genus Amaranthus Agati, Sesbania grandiflora Beans, Vigna radiata & Phaseolus vulgaris Basil, Ocimum basilicum Broccoli, Brassica oleracea var. italica Chives, Allium schoenoprasum Cabbage, Brassica oleracea var. capitata Horseradish tree, Armoracia rusticana Cassava leaves, Manihot esculenta Indian borage, Plectranthus amboinicus Cauliflower, Brassica oleracea Kohlrabi, Brassica oleracea var. gongylodes Chinese cabbage, Brassica rapa var. pekinensis Lemon grass, Cymbopogon citratus Chinese mustard, Brassica juncea var. rugosa Mustard, Brassica compestris Choy sum, Brassica rapa var. parachinensis Pakchoy, Brassica campestris var. chinensis Cucumber, Cucumis sativus Peppers, Genus Schinus Eggplant, Solanum melongena Perilla, Perilla frutescens French bean, Phaseolus Aureus Roselle, Hibiscus sabdariffa Garlic, Allium sativum Tuberose, Polianthes tuberosa Gourd, Genus Cucurbita Indian grass, Brassica juncea PIANTE DA FRUTTO Indian mustard, Brassica juncea Banana, Genus Musa Jaxatu, Solanum aethiopicum Melon, Cucumis melo Kangkong (water convolvulus), Ipomoea aquatica Orange, Citrus sinensis Leek, Allium ampeloprasum Papaya, Carica papaya Lettuce, Lactuca sativa Peach, Prunus persica Lotus, Nelumbo nucifera Pineapple, Ananas comosus Melindjo, Gnetum gnemon Strawberry, Genus Fragaria Mungo bean, Phaseolus Aureus Okra, Hibiscus esculentus Onion, Allium cepa Bougainvillea (Genus) Palak, Beta vulgaris Chrysanthemum (Genus) Pea, Pisum sativum Kumquat, Genus Fortunella Potato, Solanum tuberosum Rose, Genus Rosa Squash, Cucurbita maxima Sweet pea, Lathyrus odoratus Sweet pepper, Capsicum annuum Snow pea, Pisum sativum Tomato, Lycopersicon esculentum Water morning glory, Ipomea aquatica Wheat, Triticum aestivum Yardlong bean, Vigna unguiculata sesquipedalis ettaro di riso, e permette livelli di occupazione alme- come “a basso reddito” e a “basso reddito-con deficit no cinque volte superiori (Jansen et al., 1994). alimentare”, il consumo pro-capite di ortaggi è gene- L’orticoltura urbana, essendo svolta in larga misura ralmente piuttosto basso ed inferiore rispetto alle rac- dalle donne, offre loro grandi opportunità di rispar- comandazioni della FAO che considera come suffi- miare denaro per l’acquisto del cibo, avere delle ciente un consumo pro-capite di 75 kg/anno o 205 entrate accessorie, migliorare la dieta della famiglia e, g/giorno (tab. 10 e 11). La differenza tra questi Paesi in molti casi, di migliorare le relazioni sociali. (africani, latino-americani e del sud-est asiatico) e quelli industrializzati è piuttosto marcata, soprattutto Fattori che influenzano lo sviluppo e la diffusione se si considerano i Paesi dell’area del Mediterraneo dellorticoltura urbana che sono tradizionalmente forti consumatori. Infatti, considerando solo alcuni tra i Paesi industrializzati, il Mercato consumo pro-capite annuo è di circa 270 kg in Grecia, Nei PVS, e in particolare in quelli classificati 174 kg in Italia, 158 kg in Spagna, 142 kg in Francia, 80
Orticoltura urbana nei Paesi in Via di Sviluppo Tab. 8 – Reddito generato da diversi sistemi agricoli nell’area di Kumasi, Ghana (modificato da Danso et al., 2002). Tab. 8 - Revenue generated in different farming systems in Kumasi, Ghana (Danso et al., 2002, modified). Area di ubica- Reddito netto(US$) Periodo di Dimensione azien- zione delle Sistema agricolo coltivazione dale (ha) attività US$ ha-1 anno-1 US$ azienda-1anno-1 Rurale o Mais o mais/cassava Tutto l’anno 0,5-0,9 350-550 200-450 peri-urbana (no irrigazione) Peri-urbana Orticoltura (irrigazione) Stagione secca 0,4-0,6 300-350 140-170 Orticoltura (irrigazione) Stagione secca Peri-urbana Mais e orticoltura 0,7-1,3 500-700 300-500 Stagione umida (no irrigazione) Orticoltura (ortaggi da foglia, cavolo, cipolla) Stagione secca Urbana (irrigazione) 0,1-0,2 2’000-8’000 400-800 Orticoltura (ortaggi da foglia, cavolo, cipolla) Stagione umida (no irrigazione) 126 kg in USA, 109 kg in Giappone, 97 kg in lare). Nelle prime, viceversa, si consuma molta più Australia, 91 kg in Germania e 88 kg nel Regno Unito farina di cassava che può essere considerata il “pane (fonte: FAOSTAT, media del quinquennio 1999- dei poveri”. Nelle Regioni del Nord e del Sud, inoltre, 2003). una cospicua quota di questi alimenti viene acquisita Ancora una volta però le statistiche aggregate non in forma non-monetaria (produzione propria, princi- mettono in luce le profonde differenze che sussistono palmente). La diversificazione dei consumi è anche all’interno dei vari Paesi in considerazione delle diver- più evidente considerando diverse fasce di reddito se aree/regioni o fasce di popolazione. Dai dati della popolazione (tab. 13). Infatti, mentre il consumo dell’Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica di cereali (soprattutto riso), legumi (soprattutto fagio- (IBGE, 2004), ad esempio, è possibile osservare come lo dell’occhio) e farina di cassava diminuisce in pro- il consumo di ortaggi e di altri alimenti di origine porzione al reddito – la dieta base della popolazione vegetale cambi considerevolmente tra le Grandi povera brasiliana è proprio rappresentata da questi tre Regioni geografiche nelle quali è suddiviso il Brasile alimenti – quello di ortaggi e frutta aumenta. Inoltre, (tab. 12). Nelle Regioni più povere (Nord e Nord-est) nelle città il consumo degli alimenti di origine vegeta- il consumo di ortaggi e frutta è generalmente minore le, ad esclusione della frutta, è inferiore rispetto alle rispetto a quelle più ricche (Sud-est e Sud, in partico- campagne, in cui una consistente quota proviene dalla Tab. 9 - Contributo percentuale della produzione orto-frutticola urbana all’approvvigionamento per le città (fonte: Moustier e David, 1997; Sabel-Koschella et al., 1998; Phuong Anh, 2000; Moustier e Danso, 2006). Tab. 9 - Percentage given to urban horticulture production in urban supply (source: Moustier and David, 1997; Sabel-Koschella et al., 1998; Phuong Anh, 2000; Moustier and Danso, 2006). Paese Città Ortaggi da foglia Pomodoro Totale ortaggi Mais Platano e banana Phnom Penh 100 0-50 (1) Cambogia Camerun Yaoundé 80 25 90 60 Congo Brazzaville 80 20 65 Ghana Kumasi 90 60 10 15 Guinea-Bissau Bissau 90 50 Laos Vientiane 100 20-100 (1) Madagascar Antananarivo 90 Mauritania Nouakshott 90 10 Rep. Centrafricana Bangui 80-100 (1) 40 Senegal Dakar 60 Tanzania Dar es Salaam 90 Vietnam Hanoi 70 0-75 (1) 40-80 (1) (1) in relazione alla stagione 81
Gianquinto e Tei Tab. 10 – Consumo annuale pro-capite di ortaggi nei Paesi in via di sviluppo classificati come “a basso reddito”(*) e a “basso reddito-con deficit alimentare” (fonte: FAOSTAT): media periodo 1999-2003. Tab. 10 Yearly per capita consumption of vegetables in Low-income (*) and Low income-food deficit Countries (source: FAOSTAT): average 1999-2003. Consumo di ortaggi kg/anno g/giorno Paesi (in ordine decrescente di consumo pro-capite) pro-capite pro-capite > 125 > 340 Cina (237 kg/anno pro-capite) , Egitto, Bosnia-Herzegovina, Albania, Rep. Dem. Korea (Nord Korea), Armenia 100- 125 275-340 Kyrgyzstan, Laos, Azerbaijan, Uzbekistan, Marocco 75- 100 205-275 Bielorussia, Siria, Turkmenistan, Moldavia*, Georgia, Camerun, Vietnam*, Tajikistan 75 205 Consumo di ortaggi raccomandato dalla FAO 50-75 137-275 India, Myanmar (Birmania)*, Nepal, Filippine, Nigeria, Kiribati, Guinea, Benin, Vanuatu Sudan, Niger, Capo Verde, Senegal, Sierra Leone, Djibouti, Kenya, Sao Tome e Principe, Costa d’Avorio, 25-50 68-137 Sri Lanka, Burundi, Ghana, Pakistan, Cambogia, Yemen, Gambia, Honduras, Indonesia, Timor Est, Togo, Tanzania, Rwanda Haiti, Mali, Liberia, Zambia, Angola, Ecuador, Swaziland, Uganda, Malawi, Congo, Madagascar, Burkina Faso, Mongolia, Rep. Centrafricana, Lesotho, Solomon Islands, Guinea-Bissau, Bangladesh, Mauritania, < 25 < 68 Etiopia, Ciad, Zimbabwe, Rep. Dem. Congo (Zaire) , Comoros, Nicaragua, Eritrea, Mozambico (6 kg/anno pro-capite) Low- Income Countries (per capita GNI < $745 in 2001) produzione propria (tab. 14). Una situazione simile è guente aumento dei prezzi dei terreni. In tali contesti, stata riscontrata in Bangladesh (Ali, 2000), mentre in l’accesso alla terra per gli orticoltori urbani è piuttosto Vietnam si è osservato un maggior consumo di ortaggi difficile e rappresenta il limite maggiore per la loro in città rispetto all’ambiente rurale (Lam e Khoi, attività (Tixier e Bon, 2006). Di conseguenza, i pro- 1999). duttori spesso occupano abusivamente terreni margi- In questi Paesi, nonostante il consumo di ortaggi nali con problemi di fertilità che, oltre a limitare la sia relativamente basso, l’orticoltura urbana è stimola- produttività, restringono notevolmente la scelta delle ta e sostenuta dalla domanda dei mercati cittadini, specie da coltivare. L’incertezza riguardo all’occupa- soprattutto per far fronte alla crescente richiesta delle zione del suolo orienta anche la scelta verso colture a fasce più ricche. ciclo breve (es. ortaggi da foglia) piuttosto che a ciclo lungo o perennanti (es. alberi da frutto) e porta a sfrut- Accesso alle risorse naturali ed al lavoro tare al massimo il terreno, anche tramite l’uso massic- Le città dei PVS stanno crescendo rapidamente, cio di fertilizzanti chimici e agrofarmaci, per avere con crescenti esigenze di suolo edificabile e conse- risultati nell’immediato senza alcuna considerazione Tab. 11 – Consumo annuale pro-capite di ortaggi negli altri Paesi in via di sviluppo (fonte: FAOSTAT): media periodo 1999-2003. Tab. 11 Yearly per capita consumption of vegetables in the others Developing Countries (source: FAOSTAT): average 1999-2003. Consumo di ortaggi kg/anno g/giorno Paesi (in ordine decrescente di consumo pro-capite) pro-capite pro-capite Libano (241 kg/anno pro-capite), Turchia, Emirati Arabi Uniti, Libia, Korea (Sud Korea), Tunisia, Cipro, > 125 > 340 Kuwait, Iran, Palestina, Maldive, Cuba 100- 125 275-340 Bahamas, Chile 75- 100 205-275 Bermuda, Arabia Saudita, Giordania, Algeria, Dominica, Guyana, Mauritius 75 205 Consumo di ortaggi raccomandato dalla FAO Barbados Giamaica, Argentina, Seychelles, Brunei, Polinesia Francese, Antille Olandesi, Messico, Saint Kitts e 50-75 137-275 Nevis, Bolivia, Suriname, Paraguay, Belize, Uruguay, Guatemala Venezuela, Antigua e Barbuda, Perù, El Salvador, Costa Rica, Gabon, Thailandia, Nuova Caledonia, Isole Fiji, 25-50 68-137 Brasile, Rep. Dominicana, Saint Vincent e Grenadines, Colombia, Grenada, Malaysia, Botswana, Trinidad e Tobago, Saint Lucia, Panama < 25 < 68 Namibia, Samoa (10 kg/anno pro-capite) 82
Orticoltura urbana nei Paesi in Via di Sviluppo Tab. 12 – Consumo annuale di alcuni prodotti alimentari di origine vegetale per nucleo domestico: Brasile e “grandi Regioni”. Valori medi nel periodo 2002-2003. Tra parentesi viene riportata la quota derivante da acquisizioni non-monetarie (prevalentemente produzione propria) (fonte IBGE, 2004). Tab. 12 Yearly food supply/consumption of plants derivates per household: Brazil and macro Regions. 2002-2003 mean values. In brackets the percentage of non-monetary supply (mainly self-production) (source: IBGE, 2004). Consumo annuale per nucleo domestico (kg) Prodotti di origine vegetale Grandi Regioni Brasile Nord Nord est Sud est Sud Centro ovest 35.5 35,6 34,4 36,7 28,8 46,8 Cereali (6,2%) (11,3%) (8,7%) (5,3%) (3,0%) (3,0%) 12,9 10,2 17,9 11,5 9,8 10,3 Leguminose (12,4%) (7,9%) (15,1%) (10,9%) (15,6%) (1,3%) 29,0 19,7 22,4 32,4 39,3 23,3 Ortaggi (9,8%) (23,0%) (5,1%) (4,5%) (24,2%) (8,6%) 2,5 1,9 1,4 2,7 4,5 2,1 - Ortaggi da foglia e da fiore (15,1%) (20,3%) (3,5%) (6,9%) (36,9%) (7,6%) 13,4 9,3 12,3 15,2 13,3 11,8 - Ortaggi da frutto (6,0%) (13,8%) (4,7%) (3,0%) (15,0%) (6,6%) 13,1 8,5 8,7 14,5 21,6 9,4 - Ortaggi da radici. tuberi. ecc. (12,6%) (33,8%) (5,8%) (5,6%) (27,2%) (11,3%) 24,5 17,5 20,0 27,6 31,0 17,4 Frutta (7,4%) (16,1%) (6,4%) (4,6%) (14,0%) (4,7%) 13,1 36,2 17,1 5,4 19,2 5,4 Farine (6,1%) (17,5%) (5,8%) (0,3%) (0,6%) (0,3%) - Farina di cassava 7,8 33,8 15,3 1,4 1,0 1,4 - Farina di frumento 5,1 2,2 1,5 3,7 18,0 3,9 per gli effetti di medio e lungo termine. utilizzati (Tixier e Bon, 2006). Si utilizza acqua di qualsiasi origine: potabile, La produttività degli orti varia enormemente nei acque reflue, di fiume, lago o stagno. La sua disponi- diversi contesti, anche in relazione alle condizioni bilità è generalmente limitata e la sua qualità scarsa, lavorative della popolazione. Quando i produttori tro- per cui è necessario aumentarne l’efficienza d’uso. vano impiego, quasi sempre precario, nei settori extra- Sistemi di irrigazione “a goccia”, anche semplificati, agricoli (industria, terziario, amministrazione) il lavo- sarebbero sicuramente i migliori ma sono raramente ro negli orti è tante volte un’attività part-time. In que- Tab. 13 – Consumo annuale (in kg) di alcuni prodotti alimentari di origine vegetale per nucleo domestico in base alle classi di reddito (in Real Brasiliano, R$; 1 R$ è attualmente pari a circa 0.44 Euro) in Brasile. Valori medi nel periodo 2002-2003 (fonte: IBGE, 2004). Tab. 13 Yearly food supply/consumption (in kg) of plants derivates per household in relation to the income (in Brasilian Real, R$; 1 R$ is about 0.44 Euro) in Brazil. 2002-2003 mean values (source: IBGE, 2004). Consumo annuale per nucleo domestico (kg) Prodotti di origine vegetale > 400 R$ > 600 R$ > 1000 R$ > 1600 R$ ≤ 400 R$ > 3000 R$ ≤ 600 R$ ≤ 1000 R$ ≤ 1600 R$ ≤ 3000 R$ Cereali 36,8 41,1 38,4 37,2 32,2 26,7 Leguminose 15,0 14,5 13,7 12,6 10,3 11,3 Ortaggi 15,7 22,4 25,7 31,2 36,2 42,3 - Ortaggi da foglia e da fiore 1,0 1,5 2,1 2,6 3,1 4,7 - Ortaggi da frutto 7,9 11,6 11,8 13,9 15,6 19,8 - Ortaggi da radici. tuberi. ecc. 6,8 9,3 11,8 14,8 17,4 17,8 Frutta 11,1 14,1 18,6 24,5 33,4 45,9 Farine 17,4 17,8 14,9 11,7 10,3 6,7 - Farina di cassava 14,2 13,7 8,5 5,6 3,7 2,2 - Farina di frumento 3,2 4,0 6,2 5,8 6,4 4,1 83
Gianquinto e Tei Tab. 14 – Consumo annuale (in kg) e quota (in %) acquisita in forma non monetaria (prevalentemente produzione propria) di alcuni prodotti alimentari di origine vegetale per nucleo domestico in ambiente urbano e in ambiente rurale in Brasile. Valori medi nel periodo 2002-2003 (fonte: IBGE, 2004). Tab. 14 Yearly food supply/consumption of plants derivates per household and percentage of non-monetary supply (mainly self- production) in urban and rural areas in Brazil. 2002-2003 mean values (source: IBGE, 2004). Consumo annuale per nucleo domestico (kg) Prodotto acquisito in forma non-monetaria (%) Coltura Ambiente urbano Ambiente rurale Ambiente urbano Ambiente rurale Cereali 31,4 55,5 5,6 26,5 Leguminose 10,7 23,5 6,9 46,7 Ortaggi 28,4 31,7 5,5 53,1 - Ortaggi da foglia e da fiore 2,4 2,8 7,7 67,6 - Ortaggi da frutto 13,7 11,9 5,0 42,1 - Ortaggi da radici. tuberi. ecc. 12,3 17,0 5,6 58,5 Frutta 25,7 18,5 6,0 56,3 Farine 9,5 30,2 5,9 21,5 - Farina di cassava 5,1 20,8 9,2 30,1 - Farina di frumento 4,2 9,2 2,1 2,4 sti casi, i produttori sono meno attenti, o hanno meno che (Buechler et al., 2006; Cofie et al., 2006). tempo da dedicare alla produzione agricola, tanto che Il problema dei metalli pesanti si presenta principal- in alcuni periodi possono saltare le semine o gli inter- mente quando le coltivazioni avvengono in ex aree indu- venti irrigui o le raccolte. striali o in prossimità di industrie (Pandey e Pandey, In alcune città (es. in Brasile e Argentina), le muni- 2009) o su terreni irrigati con acque e/o reflui solidi con- cipalità cercano di andare incontro ai produttori urbani taminati da attività industriali o minerarie (Mapandaa et istituendo degli orti comunitari. Ad esempio, in quelli al., 2007). Evitare la coltivazione in questi contesti è già del nord-est del Brasile si cerca di seguire un modello di per sé una soluzione, tuttavia l’accumulo di metalli di co-gestione tra municipalità (Prefettura) e comunità pesanti nelle parti edibili degli ortaggi varia da specie a con gli obiettivi principali di 1) recuperare aree impro- specie e tra varietà (tab. 15). In linea generale, gli ortaggi duttive marginali che se lasciate a se stesse verrebbero da foglia sono accumulatori più forti rispetto agli ortaggi molto probabilmente occupate illegalmente o divente- da frutto e da seme, per cui in contesti critici la coltiva- rebbero discariche abusive; 2) migliorare le condizioni zione si può orientare verso questi ultimi (Gianquinto e igienico-sanitarie e di approvvigionamento alimentare Pimpini, 1991; Odai et al., 2008). per i consumatori, con l’uso dei pozzi artesiani come Residui di agrofarmaci nei prodotti sono dovuti sia fonte idrica; 3) migliorare il livello alimentare, occu- ai prodotti chimici usati durante il ciclo produttivo sia pazionale e reddituale delle famiglie interessate; alla coltivazione in suoli o all’impiego di acque già incentivare l’aggregazione delle famiglie, evitando contaminate. Ciò è aggravato dal fatto che in questi l’emarginazione dei minori (Michelon, 2004). Paesi si usano ancora agrofarmaci già banditi da tempo nel resto del mondo. Questi prodotti tendono ad accu- Inquinamento ambientale mularsi soprattutto negli ortaggi rappresentati da orga- Le città sono nella maggior parte dei casi molto ni di riserva come tuberi e radici (Tixier e Bon, 2006). inquinate e la grande sfida degli orticoltori urbani è Il problema del rischio microbiologico (batteri, quella di far crescere e produrre le piante in condizioni virus, protozoi, parassiti enterici, elminti, ecc.) ed i di forti stress, determinate spesso da elevate concentra- conseguenti rischi per produttori e consumatori deriva zioni di SO2, NO2 e ozono nell’aria dovute al traffico dall’uso di acque contaminate e di ammendanti orga- veicolare molto intenso (Agrawal et al., 2003) ed alla nici di diversa provenienza non opportunamente com- contaminazione del suolo con metalli pesanti, idrocar- postati. A Ouagadougou (Burkina Faso), ad esempio, buri e residui di agrofarmaci. Altro punto critico è un’ampia area di orti è sorta vicino all’ospedale per le quello di ottenere un prodotto salubre in queste condi- malattie infettive, separato dai primi da un corso d’ac- zioni. I rischi maggiori, per i consumatori ma anche qua da cui si preleva l’acqua per l’irrigazione per i produttori che arrivano a contatto con materiale (Bationo, comunicazione personale). inquinato (es. reflui di qualsiasi tipo, incluso sterco animale non compostato), derivano da metalli pesanti, Condizioni climatiche residui di agrofarmaci e contaminazioni microbiologi- L’effetto “isola di calore” che si ha in tutte le città, 84
Puoi anche leggere