Orticoltura urbana nei Paesi in Via di Sviluppo: ruolo multifunzionale, sistemi colturali e prospettive future

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Orticoltura urbana nei Paesi in Via di Sviluppo: ruolo multifunzionale, sistemi colturali e prospettive future
Review n. 12 - Italus Hortus 17 (4), 2010: 71-97

Orticoltura urbana nei Paesi in Via di Sviluppo: ruolo multifunzionale,
sistemi colturali e prospettive future
Giorgio Gianquinto1* e Francesco Tei 2
1 Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroambientali, Università di Bologna, viale Fanin 44, 40127

Bologna
2 Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali, Università di Perugia, Borgo XX Giugno 74, 06121

Perugia

Ricezione: 2 giugno 2010; Accettazione: 19 luglio 2010

Urban horticulture in Developing                                rurale. In tale giorno, infatti, sia la Università della
Countries: multifunctional role,                                North Carolina sia quella della Georgia hanno accer-
farming systems and future per-                                 tato che 3.303.992.253 persone abitavano nelle città e
spectives                                                       3.303.866.404 vivevano nelle campagne
                                                                (ScienceDaily, 2007). La crescita delle città è dovuta
Abstract. In 2007 for the first time the world urban            sia al normale aumento della popolazione urbana sia
population has been higher than the rural one. Poverty          all’immigrazione dalle aree rurali, con il primo feno-
is increasing at higher rate in the cities than in the          meno che sta gradualmente diventando più importante
countryside, and in developing countries than in devel-         del secondo (FAO, 2007). Il Paese che ha visto per
oped ones. Urban agriculture and in particular Urban            primo il sorpasso della popolazione urbana su quella
Horticulture (UH) are for many countries and large
                                                                rurale sono stati gli Stati Uniti, in cui il fenomeno si è
cities a crucial factor for the improvement of food sup-
ply and safety, health conditions, local economy,               verificato già nel 1910; a livello mondiale, la popola-
social integration and environmental sustainability.            zione urbana rappresentava solo il 2% nel 1800, il
The widespread and the importance of UH varies with             14% nel 1900 e circa il 47% all´inizio del nuovo mil-
countries in relation to the market, the natural                lennio. Le proiezioni indicano che entro il 2020 il
resources and labour availability, the environmental            55% della popolazione mondiale vivrà negli agglome-
pollution and the climatic conditions but, however, its         rati urbani e che tale percentuale salirà al 60% e 70%
role is increasing throughout the world. Traditional            nel 2030 e 2050, rispettivamente (tab. 1). È particolar-
farming systems for UH can be classified in four main
                                                                mente nei Paesi emergenti e in quelli in via di svilup-
types: allotment and family gardens, simplified exten-
sive systems, shifting cultivation and intensive sys-           po che si riscontrerà una eccezionale crescita della
tems. Soilless cultures are spreading in Developing             popolazione urbana (UNFPA, 2007). Se in America
Countries to find solution to low fertility of the soils, low   Latina quasi l’80% delle persone vivono già ora nelle
irrigation water availability, small extension of cultivat-     città, in Africa ed Asia queste raddoppieranno, rispet-
ed soils and environmental pollution. Main innovative           to al 2000, entro il 2030. La crescente urbanizzazione
systems are organoponics (i.e. crop grow on several             ha fatto sì che, mentre nel 1950 vi erano solo 83 città
natural substrates and composts) and simplified soil-           in tutto il mondo il cui numero di abitanti superava il
less cultures (es. floating system, garrafas PET, etc.).
The paper analyses social, cultural, technical, eco-
                                                                milione, nel 2006 erano oltre 400, di cui 21 megalo-
nomic and political factors in the Developing Countries         poli con oltre 10 milioni di abitanti (tab. 2). Nel 2020
that can affect the future of a sustainable UH.                 è previsto che il numero delle megalopoli salirà ad
                                                                almeno 27, di cui 13 in Asia, 6 in America Latina, 5
Key words: urban food production, food security,                tra Europa e Nord America e 3 in Africa. È altresì
urban poverty, urban and peri-urban farming systems,            vero però che in alcuni Paesi industrializzati (es.
organoponics, simplified hydroponics.                           Italia) si nota un´inversione di tendenza, anche se non
                                                                si tratta di una fuga vera e propria dalle grandi città
                                                                verso la campagna, ma piuttosto verso i centri minori
Introduzione                                                    ben collegati alle grandi città.
                                                                    L’urbanizzazione è un fenomeno inevitabile che si
   Il 23 maggio 2007, per la prima volta nella storia           porta dietro tutta una serie di problemi legati alla ridu-
dell´umanità la popolazione urbana ha superato quella           zione del suolo coltivabile, alla deforestazione, all’in-
                                                                quinamento dell’aria e delle acque, alla cementifica-
*   giorgio.gianquinto@unibo.it                                 zione e allo scarso drenaggio delle acque meteoriche,

                                                                                                                       71
Orticoltura urbana nei Paesi in Via di Sviluppo: ruolo multifunzionale, sistemi colturali e prospettive future
Gianquinto e Tei

     Tab 1 – Popolazione mondiale e tasso della popolazione urbana: dati storici e proiezioni 2000-2050 (fonte: UN-DESA, 2007).
          Tab. 1 – Total population in the World and urban population percentage: historical data and projection 2000-2050
                                                     (source: UN-DESA, 2007).
                                                              Totale popolazione (milioni)
     Anno                                                                            America Latina
                   Mondo             Africa            Asia             Europa                      Nord America         Oceania
                                                                                       e Caraibi
     2000           6’124             821             3’705               729                523          316               31
     2005           6’515             922             3’938               731                558          332               33
     2010           6’907            1’032            4’166               730                594          349               35
     2015           7’295            1’149            4’389               727                628          364               37
     2020           7’667            1’271            4’596               722                660          379               39
     2025           8’011            1’394            4’779               715                688          393               41
     2030           8’318            1’518            4’931               707                713          405               43
     2035           8’587            1’643            5’052               698                733          417               45
     2040           8’824            1’765            5’148               687                750          427               46
     2045           9’026            1’884            5’220               676                762          436               48
     2050           9’191            1’998            5’266               664                769          445               49

                                                                Popolazione urbana (%)
     Anno                                                                            America Latina
                   Mondo             Africa            Asia             Europa                      Nord America         Oceania
                                                                                       e Caraibi
     2000            46,6             35,9             37,1              71,4                75,3         79,1              31
     2005            48,6             37,9             39,7              71,9                77,5         80,7              33
     2010            50,6             39,9             42,5              72,6                79,4         82,1              35
     2015            52,7             42,2             45,3              73,5                80,9         83,4              37
     2020            54,9             44,6             48,1              74,8                82,3         84,6              39
     2025            57,2             47,2             51,1              76,2                83,5         85,7              41
     2030            59,7             50,0             54,1              77,8                84,6         86,7              43
     2035            62,2             52,9             57,2              79,5                85,7         87,6              45
     2040            64,7             55,9             60,3              81,0                86,8         88,5              46
     2045            67,2             58,8             63,3              82,5                87,8         89,4              48
     2050            69,6             61,8             66,2              83,8                88,7         90,2              49

ad aree periferiche, in cui sono maggiormente presen-                 in via di sviluppo. Le statistiche aggregate tuttavia
ti condizioni di disagio socio-economico ed è più con-                non mettono in luce che oltre la metà della popolazio-
centrata la povertà (Baud, 2000).                                     ne urbana vive al di sotto della soglia di povertà in
    Fino a pochi anni fa, l’epicentro della povertà e                 Angola, Armenia, Azerbaigian, Bolivia, Ciad,
della sofferenza veniva individuato nelle aree rurali,                Colombia, Georgia, Guatemala, Haiti, Madagascar,
mentre i centri urbani offrivano un migliore accesso                  Malawi, Mozambico, Niger, Sierra Leone e Zambia.
alla salute, all’educazione, alle infrastrutture di base,             In altre nazioni, come Burundi, El Salvador, Gambia,
all’informazione e alla conoscenza. Tuttavia, la                      Kenya, Kirghizistan, Moldavia, Perù e Zimbabwe
povertà, spesso estrema, ha dimostrato di crescere                    queste percentuali oscillano tra il 40% e il 50%
molto più rapidamente nelle città che nelle campagne                  (UNFPA, 2007). Nel mondo, la popolazione che vive
(UNFPA, 2007). Sacche di povertà si riscontrano in                    in baraccopoli (“slum”, “bidonville”, “favela”) è pari a
tutte le aree urbane, ma nelle città dei Paesi in via di              circa 1 miliardo, di cui circa 220 milioni in Africa,
sviluppo sono più profonde e diffuse. Secondo il                      598 milioni in Asia e 134 milioni in America Latina
Programma delle Nazioni Unite per gli Insediamenti                    (UN-HABITAT, 2006). In queste città i poveri sono
Umani (United Nations Human Settlements                               di fatto più esposti ai pericoli legati alla precarietà del
Programme, UN-HABITAT, 2001), nei Paesi più ric-                      lavoro – sia nei settori formali sia informali – e all’in-
chi meno del 16% dei nuclei familiari vivono in con-                  sicurezza alimentare e hanno maggiori probabilità di
dizioni di povertà mentre questa percentuale sale a                   contrarre malattie; sono più vulnerabili a violenza,
circa il 38% quando si considerano le città dei Paesi                 corruzione ed al crimine organizzato. La mancanza di
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Orticoltura urbana nei Paesi in Via di Sviluppo: ruolo multifunzionale, sistemi colturali e prospettive future
Orticoltura urbana nei Paesi in Via di Sviluppo

   Tab. 2 – Popolazione e tassi di crescita delle Megalopoli (area metropolitana con più di 10 milioni di abitanti) presenti nel 2006 e
                   proiezioni per il 2020: confronto con le maggiori città italiane (fonte: Citymayors, 2009a e 2009b).
Tab. 2 – Population and average annual growth of Megacity (metropolitan area with a total population in excess of 10 million people) in
                  2006 and 2020: a comparison with the largest Italian cities (source: Citymayors, 2009a and 2009b).
 Rank                                               Popolazione nel 2006     Tasso annuale di crescita   Popolazione nel 2020    Rank
           Città/Aree urbane          Paese
 2006                                                    (milioni)              (2006-2020, in %)             (milioni)          2020
 1       Tokyo                   Giappone                   35,53                     0,34                      37,28                1
 2       Città del Messico       Messico                    19,24                     0,90                      21,81                5
 3       Mumbai (Bombay)         India                      18,84                     2,32                      25,97                2
 4       New York                USA                        18,65                     0,66                      20,43                9
 5       São Paulo               Brasile                    18,61                     1,06                      21,57                6
 6       Delhi                   India                      16,00                     3,48                      25,83                3
 7       Calcutta                India                      14,57                     1,74                      18,54               11
 8       Jakarta                 Indonesia                  13,67                     3,03                      20,77                8
 9       Buenos Aires            Argentina                  13,52                     0,97                      15,48               12
 10      Dhaka                   Bangladesh                 13,09                     3,79                      22,04                4
 11      Shanghai                Cina                       12,63                     0,00                      12,63               18
 12      Los Angeles             USA                        12,22                     0,58                      13,25               15
 13      Karachi                 Pakistan                   12,20                     3,19                      18,94               10
 14      Lagos                   Nigeria                    11,70                     4,44                      21,51                7
 15      Rio de Janeiro          Brasile                    11,62                     0,93                      13,23               16
 16      Osaka - Kobe            Giappone                   11,32                     0,13                      11,53               20
 17      Cairo                   Egitto                     11,29                     1,56                      14,02               13
 18      Beijing (Pechino)       Cina                       10,85                     0,19                      11,15               21
 19      Mosca                   Russia                     10,82                     0,58                      11,73               19
 20      Metro Manila            Filippine                  10,80                     1,55                      13,40               14
 21      Istanbul                Turchia                    10,00                     1,75                      12,76               17
 22      Parigi                  Francia                     9,89                     0,21                      10,18               23
 24      Tianjin (Tientsin)      Cina                        9,39                     0,55                      10,14               24
 26      Lima                    Perù                        8,35                     1,53                      10,32               22
 27      Bogotá                  Colombia                    7,80                     1,84                      10,08               26
 35      Lahore                  Pakistan                    6,57                     3,12                      10,10               25
 39      Kinshasa                Congo                       5,89                     3,89                      10,04               27
 68      Milano                  Italia                      3,96                     -0,46                      3,71              113
 113     Napoli                  Italia                      2,88                     -0,33                      2,75              161
 132     Roma                    Italia                      2,60                     -0,46                      2,43              195

risorse economiche e quindi di potere politico è la                   le agenzie di sviluppo hanno incominciato ad interve-
maggior causa di questa vulnerabilità. Sebbene il cibo                nire e a delineare possibili strategie per l’eradicazione
sia disponibile nei mercati, molti di loro non possono                di questa piaga (UNFPA, 2007). Una di queste fa rife-
affrontare la spesa (soprattutto per comprare ortaggi e               rimento all’agricoltura urbana e più specificatamente
frutta) e nonostante spendano la maggior parte delle                  all’orticoltura urbana, di fatto già adottata dai poveri
loro entrate in alimenti – fino al 75% per i poveri resi-             di molte città del Sud del Mondo come strategia di
denti a Kampala (Uganda) e Accra (Ghana) – il cibo è                  sopravvivenza (Ruel et al., 1998).
quasi sempre insufficiente per quantità e qualità
(Drescher, 2004), anche perché risultano molto più                    Agricoltura urbana
vulnerabili di altri al mutare delle condizioni macroe-
conomiche, quali inflazione ed aumento dei prezzi                        Da sempre, il termine agricoltura è strettamente
(Garrett e Ruel, 2000). Inoltre, la cattiva amministra-               associato all’ambiente rurale e per il sentire comune è
zione delle aree urbane spesso frustra le opportunità                 un’attività produttiva confinata a tale contesto.
del vivere in città; strumenti e risorse che, se gestite in           Partendo da questo presupposto, per lungo tempo si è
modo adeguato, sarebbero in grado di ridurre la                       pensato che per fornire cibo alla popolazione urbana
povertà. Nonostante il rapido e drammatico incremen-                  potesse essere sufficiente la produzione agricola svol-
to della povertà nelle aree urbane, solo recentemente                 ta nelle campagne o al massimo nelle aree peri-urba-
                                                                                                                                     73
Gianquinto e Tei

ne. Per molte città del Sud del Mondo, tuttavia, tale                    basso grado di organizzazione dei produttori, da un
congettura si è rivelata del tutto errata, principalmente                elevato grado di specializzazione soprattutto nella
a causa della carenza di infrastrutture efficienti (tra-                 produzione di derrate fresche, ecc. Rifornendo la città
sporti, mercati, ecc.) e per la mancanza di potere d’ac-                 di prodotti deperibili come ortaggi, latte fresco e uova
quisto da parte della popolazione più povera                             (tab.3), l’agricoltura risulta quindi complementare alle
(Drescher, 2004). L’aumento della povertà e la man-                      produzioni provenienti dalle campagne e aumenta
canza di lavoro, oltre alle opportunità che la città può                 l’efficienza del sistema alimentare (Veenhuizen,
offrire, come la crescente domanda di beni alimentari                    2006). A Harare (Zimbabwe), si coltivano mais,
e la vicinanza dei mercati, hanno stimolato una diver-                   ortaggi e fiori e, specialmente nelle zone periferiche,
sificazione di sistemi di produzione agricola, dentro o                  viene allevato il bestiame (Ghosh, 2004); a Dar es
nelle periferie delle città, specializzati principalmente                Salam (Tanzania), si alleva il bestiame e si producono
nella produzione di ortaggi, latte, uova e pollame (tab.                 circa 100 mila tonnellate di altri alimenti (Ratta e
3 ). Con agricoltura urbana, quindi, si intende la colti-                Nasr, 1996); a Jakarta (Indonesia), oltre 11 mila ha
vazione di piante e l’allevamento di animali per l’ali-                  vengono usati per l’agricoltura urbana (Purnomohadi,
mentazione o per altri usi che avvengono all’interno o                   2000), a Cagayan de Oro City (Filippine), oltre 21
nell’immediato circondario delle città, nonché tutte le                  mila ha (Potutan et al., 2000) ed a L’Havana (Cuba)
attività ad essa connesse, quali la produzione e la ven-                 il 12% del suolo urbano (Cruz e Medina, 2003); a
dita dei fattori produttivi e la trasformazione e la                     Shanghai (Cina), l’allevamento del bestiame è molto
commercializzazione dei prodotti. L’agricoltura urba-                    diffuso e il 100% del latte e il 90% delle uova consu-
na comprende sia la produzione a livello familiare,                      mati in città vengono prodotti entro i limiti dell’area
per l’autoconsumo e la sussistenza, sia l’attività agri-                 urbana (Yi-Zhang e Zhangen, 2000). Secondo
cola a scopi esclusivamente commerciali (tab. 4) e fa                    Mougeot (2000), tuttavia, la caratteristica più impor-
riferimento alla coltivazione degli ortaggi, degli alberi                tante dell’agricoltura urbana non è rappresentata tanto
da frutto e di altre colture specializzate (es. erbe offi-               dalla sua localizzazione, né da qualsiasi altro tra i cri-
cinali, fiori e piante ornamentali), all’allevamento di                  teri sopra citati, ma dal fatto che essa è una parte inte-
bestiame, di polli e conigli e di animali indigeni (es.                  grale del sistema urbano sia dal punto di vista socio-
porcellini d’India, serpenti), all’allevamento di api,                   economico sia ecologico. L’agricoltura urbana, infatti,
bachi da seta e lumache e include l’acquacoltura (alle-                  utilizza le risorse della città (terra, lavoro, rifiuti orga-
vamento di pesci e piante acquatiche) (Mougeot,                          nici, acqua), produce per i suoi abitanti, è fortemente
1994; Drescher e Iaquinta 1999; FAO, 2001; Ghosh,                        influenzata dalle condizioni contingenti (politiche,
2004). Inoltre, tale agricoltura è generalmente caratte-                 competizione per la terra, presenza di mercati e anda-
rizzata dalla vicinanza ai mercati, da un’elevata com-                   mento dei prezzi) e ha un forte impatto sul tessuto
petizione per il suolo, da spazi limitati, dal frequente                 urbano (effetti su sicurezza alimentare e povertà, su
uso di acque reflue e reflui solidi organici, da un                      salute e ambiente).
                         Tab. 3 - Origine di alcuni alimenti commercializzati a Kumasi, Ghana (Moustier e Danso, 2006).
                      Tab. 3 - Origin of different Food Items Sold/Consumed in Kumasi, Ghana (Moustier and Danso, 2006).
                                                                                                                Altre provenienze
             Alimento                         Area Urbana (%)                Area Peri-urbana (%)
                                                                                                         (aree rurali o importazione) (%)
 cassava                                             10                               40                                50
 mais
Orticoltura urbana nei Paesi in Via di Sviluppo

    Tab. 4 - Principali profili socio economici dei produttori urbani (Moustier e Danso, 2006; modificato) in funzione della tipologia
                                                           dell’attività agricola.
 Tab. 4 – Main Socio-Economic profiles of urban farmers in relation to the type of agricultural activity (after Moustier and Danso, 2006;
                                                                 modified).
                                                                Attività agricola commer-
                                  Attività agricola di sussi-                                                                 Attività agricola non spe-
                                                                          ciale a                 Imprenditori agricoli
                                            stenza                                                                                     cializzata
                                                                 conduzione famigliare
 Area in cui è prevalente-
                                            urbana                                                     peri-urbana
 mente                                                            urbana e peri-urbana                                               peri-urbana
                                         (peri-urbana)                                                  (urbana)
 ubicata l’attività
 Destinazione dei prodotti                 famiglia                  mercati urbani              mercati urbani + export      famiglia + mercati urbani
                                                                                                attività principale o part-
                                                                                                                              autoconsumo + reddito di
 Obiettivo                               autoconsumo              reddito di sussitenza         time per incrementare il
                                                                                                                                    sussistenza
                                                                                                          reddito
 Dimensioni                                < 100 m2                    < 1000 m2                        > 2000 m2                    > 5000 m2
                                  ortaggi da foglia, cassava,     ortaggi da foglia, altri        ortaggi da foglia, altri      alimenti base (cereali,
 Prodotti                         platano, mais, riso, frutta    ortaggi, pollame (ovini,       ortaggi, frutta, pollame,      legumi, radici e tuberi),
                                        ovini, pollame                     latte)                    bestiame, pesci                ortaggi locali
 Livello tecnologico (1)                     basso                  da basso a medio               da medio ad elevato              molto basso
 Sesso prevalente dei pro-
                                          femminile              femminile + maschile                   maschile                femminile + maschile
 duttori
                                                                dimensioni, accesso alla
                                                                                                                              accesso ai fattori produtti-
                                                                terra, ai fattori produttivi      competenze tecniche,
 Fattori limitanti                        dimensioni                                                                             vi, fertilità dei suoli
                                                                  all’acqua e ai servizi;           rischi di mercato
                                                                     rischi di mercato
(1) in   rapporto ai fattori di produzione utilizzati

    Nonostante alcune attività siano del tutto transito-                         2005). Vi sono tuttavia Paesi nei quali i governi stan-
rie, l’agricoltura urbana è destinata a diventare carat-                         no dando un notevole impulso allo sviluppo della pro-
teristica permanente in molte città, sia dei paesi in via                        duzione agricola nelle città, e tra questi spiccano
di sviluppo sia in quelli già sviluppati. Secondo dati                           Cuba, Argentina e Brasile in cui vi sono dei program-
dell’UNDP (1996), sono coinvolti nell’agricoltura                                mi nazionali per la riduzione della fame (es, il pro-
urbana l’80% delle famiglie di Libreville (Congo), il                            gramma “Fame zero” in Brasile), e altri, come
68% degli abitanti di 6 città della Tanzania, il 45% di                          Botswana, Zambia, Benin e Cina, in cui politiche a
Lusaka (Zambia), il 37% di Maputo (Mozambico), il                                favore di queste attività sono in fase di preparazione
36% di Ouagadougou (Burkina Faso) e il 35 % di                                   (Veenhuizen, 2006). A Shanghai (Cina) vi è già un
Yaoundé (Camerun). Nelle città del Kenya il 29%                                  programma per rendere autosufficiente la città per il
delle famiglie si dedica alla coltivazione nelle aree                            consumo di cereali e produrre circa 2 milioni di tonel-
metropolitane (Ghosh, 2004).                                                     late all’anno di grano (Yi-Zhang e Zhangen 2000). A
    Il coinvolgimento di questo gran numero di perso-                            Cagayan de Oro City (Filippine) il governo locale
ne testimonia la centralità dell’agricoltura urbana tra                          adotta misure, in collaborazione con la Xavier
le attività del settore informale (Mbiba, 1995; Obosu-                           University, per facilitare la coltivazione degli orti
Mensah, 1999). Di qui la crescente attenzione negli                              comunitari da parte delle comunità più povere
ultimi 20-25 anni e il moltiplicarsi di azioni, sia a                            (Holmer et al., 2003; Holmer e Drescher, 2005). Le
livello internazionale sia nazionale e locale, atte a pro-                       Nazioni Unite, inoltre, hanno individuato nell’agricol-
muovere l’agricoltura urbana, sebbene vi sia ancora da                           tura urbana una delle strategie più importanti per rag-
parte delle autorità di molte città una certa resistenza                         giungere gli Obiettivi del Millennio (Millennium
nel riconoscere tali attività e di inserirle nella pro-                          Development Goals, MDG; Mougeot, 2005).
grammazione urbanistica (Drescher, 2001). Nelle zone                                 La crescente attenzione da parte della politica e
periferiche di Nairobi (Kenya) e di altre città africane,                        delle organizzazioni internazionali come FAO, UNDP
ad esempio, le coltivazioni vengono scoraggiate e                                e UN-Habitat, ha inoltre stimolato le attività di ricerca
sono state per lungo tempo addirittura vietate per evi-                          sull’agricoltura urbana e la sicurezza alimentare. A
tare che fornissero nascondiglio ai criminali di strada                          partire dagli anni ’90, l’International Development
(Foeken e Mwangi, 1998; Ghosh, 2004; Ayaga et al.,                               Research Centre (IDRC, Canada) ha incoraggiato atti-
                                                                                                                                                       75
Gianquinto e Tei

vità di ricerca in questo campo. Nel 2000, le organiz-                        accesso al cibo. È da tener presente che per i
zazioni appartenenti al Consultative Group on                                 poveri l’accesso al cibo è molto più problematico
International Agricultural Research (CGIAR) hanno                             nelle città piuttosto che nelle campagne, poichè nel
incluso l’agricoltura urbana tra le priorità della ricerca                    primo caso si è maggiormente condizionati dalla
istituendo un vasto programma dal nome “Urban                                 disponibilità di denaro per l’approvvigionamento.
Harvest” con molte attività in diversi Paesi. Da allora,                      Inoltre, i prezzi delle derrate sono in costante
anche parecchi Centri di Ricerca Nazionali (es. in                            crescita nelle città per il continuo aumento dei
Argentina, Kenya, Senegal e Niger) hanno incluso                              costi necessari per il trasporto e la distribuzione
l’agricoltura urbana nei loro programmi di ricerca                            degli alimenti provenienti dalle aree rurali; costi
(Veenhuizen, 2006).                                                           sempre meno affrontabili dalla popolazione più
    L’agricoltura urbana ha un impatto ambientale,                            indigente. Come conseguenza l’insicurezza del-
economico e sociale, considerevole sull’ambiente cir-                         l’approvvigionamento alimentare nelle città è in
costante con effetti sia positivi che negativi (Fleury e                      continua crescita (Argenti, 2000). L’agricoltura
Ba, 2005). L’agricoltura urbana contribuisce a risol-                         urbana contribuisce quindi al benessere di chi la
vere o attenuare un ampia serie di problemi in                                pratica sia direttamente, poiché consente alla popo-
ambiente urbano, ma i pericoli per salute e ambiente                          lazione più povera di produrre per se stessa ali-
non sono sempre oggetto d’attenzione e, di conse-                             menti freschi e dall’alto valore nutritivo, sia indi-
guenza, vi è spesso una carenza di misure guida o                             rettamente, in quanto le permette di ridurre la
preventive adeguate per ridurre questi rischi. I princi-                      spesa per l’alimentazione e, in molti casi, di gene-
pali punti di forza e di debolezza dell’agricoltura                           rare del reddito. Si stima che circa 200 milioni di
urbana possono essere sintetizzati come segue                                 “agricoltori urbani” riforniscano i mercati delle
(Drescher, 2004; Ghosh, 2004; Veenhuizen, 2006):                              città, contribuendo per il 15-20% alla produzione
• Approvvigionamento alimentare: il contributo del-                           di cibo nel Mondo (Armar-Klemesu, 2000). Un
    l’agricoltura urbana alla sicurezza alimentare è                          esempio del contributo dell’agricoltura urbana nel
    probabilmente il punto di forza più importante,                           generare reddito per i produttori delle città è ripor-
    poiché la produzione di alimenti nelle città per-                         tato in tabella 5.
    mette anche alla popolazione più povera, priva di                       • Salute: un più facile accesso al cibo, soprattutto di
    potere d’acquisto, un maggiore e più regolare                             alimenti freschi, favorisce un consistente migliora-
        Tab. 5 - Reddito netto mensile da orticoltura urbana (colture orticole irrigue) e reddito netto nazionale (statistiche ONU) in Africa
                                          Occidentale ed Orientale (Drechsel et al., 2006; modificato).
      Tab. 5 - Monthly Net Income from irrigated mixed vegetable farming and General Net Income (UN statistics) in West and East Africa
                                                      (after Drechsel et al., 2006; modified).
                                                                        Reddito netto medio per azienda           Reddito netto nazionale
                   Paese                               Città
                                                                                (US$/mese) (1)                    pro-capite (US$/mese)
  Benin                                   Cotonou                                   50 - 110                                 36
  Burkina Faso                            Ouagadougou                                15 - 90                                 25
  Camerun                                 Yaoundé                                    34 - 67                                 53
  Congo                                   Brazzaville                               80 - 270                                 53
  Gambia                                  Banjul                                       30                                    26
  Ghana                                   Accra                                      40 - 57                                 27
  Ghana                                   Kumasi                                    35 - 160                                 27
  Ghana                                   Takoradi                                   10 - 30                                 27
  Guinea-Bissau                           Bissau                                       24                                    12
  Kenya                                   Nairobi                                   10 - 163                                 33
  Liberia                                 Freetown                                   10 - 50                                 13
  Mali                                    Bamako                                    10 - 300                                 24
  Niger                                   Niamey                                       40                                    17
  Nigeria                                 Lagos                                     53 - 120                                 27
  Rep. Centrafricana                      Bangui                                      320                                    22
  Senegal                                 Dakar                                     40 - 250                                 46
  Tanzania                                Dar Es Salaam                                60                                    24
  Togo                                    Lome                                      30 - 300                                 26
(1)   L’intervallo riflette le variazioni stagionali

76
Orticoltura urbana nei Paesi in Via di Sviluppo

  mento delle condizioni di salute della popolazione            (Ratta e Nasr, 1996); degli 8,5 milioni di persone
  urbana. Tuttavia, l’attività agricola in città non è          che lavorano a Shanghai (Cina), circa 3,6 milioni
  esente da rischi igienico-sanitari legati ai sistemi di       sono occupati nel settore della produzione agricola
  produzione ed ai contesti in cui si opera. Al                 (Yi-Zhang e Zhangen, 2000).
  momento, manca un quadro dettagliato su tale                • Inclusione sociale e rapporti di genere: l’agri-
  aspetto (Birley e Lock, 2000; Danso et al., 2003).            coltura urbana è un importante mezzo per l’inte-
  Il problema non va certo sottovalutato ma non va              grazione di persone o gruppi svantaggiati (es.
  neppure esagerato e deve essere comparato ai                  immigrati, donne con alle spalle problemi familiari
  rischi che si verificano nella normale pratica agri-          o economici, giovani disoccupati, persone anziane,
  cola; sarebbero comunque necessari adeguati rego-             disabili, persone affette da HIV-AIDS) in quanto
  lamenti e misure preventive. Le maggiori criticità            promuove e facilita il loro inserimento nel tessuto
  vanno ricondotte a:                                           sociale e offre loro un dignitoso livello di vita
  • contaminazione dei prodotti da parte di micror-             (Novo e Murphy, 2000). Notevoli vantaggi, sia sul
      ganismi patogeni in seguito a: a) irrigazione con         benessere dei singoli sia sulla sostenibilità della
      acque provenienti da fonti inquinate o con                loro attività, si hanno quando questa è svolta all’in-
      acque reflue non depurate; b) uso improprio di            terno di gruppi o associazioni di produttori in
      ammendanti organici (es. sterco o reflui solidi           quanto viene ridotto l’impatto negativo delle flut-
      urbani non compostati e/o distribuiti sulla               tuazioni di mercato, vengono suddivisi i costi (es.
      superficie del terreno a diretto contatto con le          affitti dei terreni, trasporti, assistenza tecnica) ed il
      parti aeree delle piante); c) scarsa o nulla atten-       rischio imprenditoriale, viene potenziato il potere
      zione alle norme igieniche nella manipolazione            contrattuale nei confronti dei rivenditori di fattori
      dei prodotti durante il trasporto, la trasfor-            produttivi (concimi, sementi, mangimi, ecc.), degli
      mazione e la commercializzazione;                         intermediari e di chi acquista il prodotto, vengono
  • contaminazione delle colture in seguito ad un               facilitati i rapporti con le istituzioni (es., per l’ac-
      uso improprio di fitofarmaci;                             cesso alla terra, al credito ed ai mercati) e con le
  • contaminazione dei suoli e dei prodotti con                 agenzie di sviluppo nazionali ed internazionali e
      metalli pesanti derivanti dalle emissioni del             vengono rafforzate le relazioni interpersonali e la
      traffico veicolare e da effluenti industriali;            solidarietà tra i produttori (Smit e Bailkey, 2006;
  • trasmissione di malattie dovute alla promiscuità            Orsini et al., 2009c; Orsini et al., 2009e). Tali
      del bestiame e alla non adozione di misure                associazioni possono assumere un ruolo cruciale
      igieniche preventive;                                     nella formazione dei produttori, nello sviluppo
  • diffusione di malattie attraverso insetti (es. zan-         delle infrastrutture, nella trasformazione, commer-
      zare) o animali infetti attratti dalle attività agri-     cializzazione e certificazione di qualità dei prodotti
      cole.                                                     (Veenhuizen, 2006). L’agricoltura urbana ha,
• Sviluppo dell’economia locale: come già riportato,            inoltre, un ruolo importante dal punto di vista
  l’agricoltura urbana è fonte di reddito per un eleva-         ricreazionale ed educativo per gli abitanti delle
  to numero di famiglie e permette di ridurre i costi           città in genere e, più in particolare, per i più gio-
  per l’approvvigionamento di cibo. Poiché la popo-             vani. Negli orti comunitari del Nord-est del Brasile
  lazione più povera spende una parte sostanziale del           è facile incontrare molti bambini e ragazzi all’in-
  proprio reddito per l’alimentazione, variabile tra il         terno degli orti, in cui giocano e aiutano i genitori
  60% e 85% (Mougeot, 2005; Redwood, 2008), il                  nella gestione delle attività. Questo consente loro
  risparmio può essere considerevole (Moustier e                di stare lontani dalle strade e di acquisire o raf-
  Danso, 2006). L’agricoltura urbana crea posti di              forzare le conoscenze sulle attività agricole che
  lavoro e stimola anche lo sviluppo dell’indotto con           altrimenti andrebbero perse nel giro di poche gene-
  micro-imprese specializzate nella produzione e                razioni. Essa favorisce anche il mantenimento
  commercializzazione dei fattori produttivi neces-             della biodiversità, in quanto vengono trasmesse, da
  sari all’attività agricola (es. attrezzi, mangimi,            genitori a figli, le conoscenze e le tecniche di pro-
  compost, ammendanti e fertilizzanti, substrati),              duzione delle colture locali. Nelle scuole tale agri-
  nella trasformazione, confezionamento e commer-               coltura ha un’importante funzione didattica in
  cializzazione o in altri servizi (servizi veterinari, di      quanto permette di acquisire informazioni e di
  ragioneria, trasporti, ecc.). A Dar es Salam                  apprendere con facilità concetti che riguardano, la
  (Tanzania), l’agricoltura urbana è la seconda fonte           biologia e la agronomia ma anche la matematica,
  di occupazione e dà impiego al 20% dei lavoratori             la fisica, la chimica e altro ancora (Smit e Bailkey,

                                                                                                                      77
Gianquinto e Tei

  2006; Mezzetti et al., 2009; Orsini et al., 2009c).          nali, come zone umide o collinari che risultano più
  La grande maggioranza dei produttori urbani nel              sensibili al rischio ambientale.
  Mondo è rappresentato da donne (circa il 65%,                L’impatto e la sostenibilità che l’agricoltura urba-
  Veenhuizen, 2006), spesso con ruoli di spicco (es.        na ha sugli aspetti sociali, economici ed ecologici
  presidente di gruppi, rappresentanti di gruppi in         dipende dalle tipologie considerate e dai sistemi agri-
  comitati di gestione delle associazioni di produt-        coli adottati (fig. 1).
  tori, socie di gruppi riconosciuti dalle Istituzioni)
  che in questo modo vengono integrate maggior-             Orticoltura urbana
  mente nel tessuto sociale della comunità (Diaz-
  Albertini, 1991; Oths, 1998; Orsini et al., 2009e).           Sebbene, come si è visto, l’agricoltura urbana non
• Aspetti ecologici e impatto ambientale: lo smalti-        contempli solo la produzione di ortaggi e frutta, il set-
  mento dei rifiuti rappresenta un problema molto           tore dell’orticoltura è indubbiamente quello di mag-
  serio in molte città del pianeta e l’agricoltura          gior rilievo nelle città e fornisce un reddito significati-
  urbana può contribuire al riciclaggio dei rifiuti         vo e regolare non solo ai produttori ma a tutti gli attori
  all’interno del ciclo produttivo (Smit, 1996) attra-      della catena produttiva (tab. 6). Le colture orto-frutti-
  verso la produzione di compost da reflui e residui        cole, se paragonate alle altre colture ad uso alimenta-
  organici, l’irrigazione delle colture con acque           re, sono caratterizzate da un potenziale produttivo
  reflue ed il riutilizzo di vari materiali solidi inor-    molto più elevato e possono fornire fino a 50 kg/m2 di
  ganici (es. il riciclaggio di bottiglie o altri recipi-   prodotti freschi all’anno, in relazione alle specie e alle
  enti di plastica, taniche, bidoni, pneumatici, ecc.       tecnologie di produzione adottate (Drescher, 2004).
  come contenitori per coltivazioni fuori suolo)                L’orticoltura urbana e peri-urbana può includere
  (Cofie et al., 2006; Buechler et al., 2006; Orsini et     tutte le specie orto-frutticole per uso alimentare
  al., 2009e). L’espansione delle aree verdi in città       (incluse radici e tuberi, erbe condimentarie e funghi) o
  inoltre migliora il micro-clima e favorisce il man-       ornamentale o officinale (tab. 7), ma il tipo di coltura
  tenimento delle biodiversità (Konijnendijk e              praticata dipende dal contesto considerato ed è stretta-
  Gauthier, 2006). La presenza di alberi, ma anche          mente legata alla cultura locale e alle tradizioni. In
  di piante erbacee, riduce le polveri in sospensione       linea generale, all’interno delle città si preferiscono
  e la carica inquinante di molti composti, tra cui il      coltivare colture a ciclo più breve, mentre le zone
  biossido di azoto NO2 (Harris e Manning, 2009).           peri-urbane sono riservate a quelle a ciclo più lungo o
  L’agricoltura urbana contribuisce alla riduzione          per i frutteti.
  dell’impronta ecologica delle città sia perché rici-          La coltivazione nelle aree urbane e peri-urbane dif-
  cla rifiuti per produrre cibo sia perché le zone di       ferisce in modo sostanziale rispetto a quella in
  produzione sono molto vicine ai consumatori,              ambiente rurale. Il vincolo maggiore che si ha nelle
  tanto da ridurre considerevolmente l’impiego di           città è la limitata disponibilità di suolo e ciò porta ad
  energia e le emissioni per trasporto, confeziona-
  mento, conservazione, ecc. (Ghosh, 2004; Zeeuw,             ECOLOGICA                                                 SOCIALE
  2009). L’agricoltura urbana riqualifica aree non
  utilizzate e degradate dal punto di vista urbanistico
  (Smit, 1995), quali aree incolte, poste sotto elet-
  trodotti sottoposte a vincoli di edificabilità o lungo
  i corsi d’acqua spesso soggette stagionalmente ad
  esondazioni, ferrovie e zone industriali abbando-
  nate, ecc. In periferia essa funge da collegamento e
  da interfaccia tra l’ambiente urbano e la cam-
  pagna. Tuttavia è da segnalare che, se non gestita
  in modo adeguato, l’attività agricola in ambiente
  urbano può rappresentare un rischio per l’ambiente
  dovuto alla contaminazione dei corsi d’acqua o                                         ECONOMICA
  delle falde con fertilizzanti ed agrofarmaci e reflui      Fig. 1 - Impatto e sostenibilità sugli aspetti sociali, economici ed
  zootecnici (Buechler et al., 2006; Tixier e Bon,            ecologici dei principali tipi di agricoltura urbana (adattato da
  2006). È da tener presente, inoltre, che la pres-                                    Zeeuw, 2009).
  sione esercitata dall’espansione edilizia della città           Fig. 1 – Impact and social, economical, and ecological
                                                               sustainability of main types of urban farming (adapted from
  spesso relega l’agricoltura urbana in aree margi-                                    Zeeuw, 2009).

78
Orticoltura urbana nei Paesi in Via di Sviluppo

         Tab. 6 - Reddito famigliare mensile per produttori e rivenditori di ortaggi a Kumasi, Ghana (Drechsel et al., 2006; modificato).
      Tab. 6 - Household income of farmers and retailers per week in Kumasi, Ghana, originated from vegetable sale (after Drechsel et al.,
                                                                 2006; modified) .

                                                                                                          Rivenditori
                                                                    Produttori
                                                                                        Grossisti         Dettaglianti        Ambulanti
  Numero di osservazioni                                                62                54                  190                30
  Composizione media della famiglia (n. adulti e bambini)              4,7                5,2                 4,6                7,1
  Reddito totale della famiglia (US$/settimana)                      32-39 (1)          124-152              23-44               45
  Reddito derivante dalla vendita degli ortaggi (% sul totale)        53-60              65-70               40-55               50
(1)   L’intervallo riflette le variazioni stagionali

una forte intensificazione colturale ed alla scelta delle                  Amaranthus spp, cavoli cinesi, cavoli da foglia, lattu-
specie di maggior reddito (tab. 8). L’orientarsi verso                     ga, coriandolo, erba cipollina). Poiché questi ortaggi
colture orticole è determinato anche dal fatto che,                        sono particolarmente deperibili e non tollerano il tra-
rispetto ad altre coltivazioni ed attività agricole, l’orti-               sporto, offrono ai produttori urbani una nicchia di
coltura è caratterizzata da una maggiore efficienza                        mercato che non viene occupata dai produttori delle
d’uso delle risorse, tra cui suolo e acqua (Drescher,                      zone rurali, troppo lontani dai centri di consumo
2004). Proprio in relazione alla disponibilità di suolo e                  (Jacobi et al., 2000). Nelle città dei PVS, la produzio-
acqua, l’orticoltura urbana può essere suddivisa, a                        ne urbana incide con quote variabili, ma sempre signi-
grandi linee, in tre categorie (Drescher, 1998):                           ficative, sulle quantità di prodotti orticoli e, in modo
• sistemi orticoli altamente intensivi che utilizzano                      particolare, di ortaggi da foglia destinate ai mercati
    anche tecnologie di coltivazione avanzate (es.                         cittadini (tab. 9). Di conseguenza, l’orticoltura urbana
    irrigazione localizzata e sistemi fuori suolo),                        è un complemento ideale della produzione agricola
    incluse aziende vivaistiche di piccola-media scala;                    rurale ed è una componente importante del sistema
• mini- o micro-orti (che utilizzano anche sistemi di                      agro-alimentare nelle città. In Vietnam, 26 tipi di
    coltivazione fuori-suolo semplificati) per la pro-                     ortaggi vengono prodotti nelle città e molte specie rie-
    duzione di ortaggi, di funghi o di colture ad elevato                  scono a produrre tra 10 e 30 t/ha (Jansen et al.,
    valore economico, quali piante ornamentali                             1994,1996). Ad Hanoi gli orti urbani occupano una
    esotiche, erbe condimentarie, aromatiche e medici-                     superficie di oltre 7 mila ha (Phuong Anh, 2000). In
    nali (FAO, 1995);                                                      seguito all’embargo Americano e alla conseguente
• orti comunitari, il cui suolo è messo generalmente                       carenza nel settore alimentare, Cuba ha ufficialmente
    a disposizione dalle municipalità e suddiviso in                       adottato sistemi di produzione nelle aree metropolita-
    lotti di alcune centinaia di m2.                                       ne nel 1999. A L’Havana sono presenti circa 26 mila
    L’orticoltura urbana viene generalmente incorag-                       orti per l’autoconsumo, la metà dei quali si trova nelle
giata e promossa nei PVS per l’importante ruolo che                        vicinanze delle case: gli orti comunitari producono
riveste nella sicurezza alimentare, nel generare reddito                   frutta e ortaggi e vengono utilizzati sistemi di agricol-
e nel fornire occupazione. Essa offre agli abitanti delle                  tura biologica (Moskow, 1999; Murphy, 1999; Cruz e
città, specie ai più poveri, l’opportunità di alimentarsi                  Medina, 2003). A Shanghai (Cina), la produzione di
con frutta e ortaggi freschi – prodotti considerati la                     ortaggi interessa più di 10 mila ha ed il numero di
maggior fonte di vitamine e micronutrienti – ai quali                      serre sta aumentando costantemente (Yi-Zhang e
non potrebbero accedere altrimenti, in considerazione                      Zhangen, 2000). Nel Nord delle Filippine, nella città
anche del fatto che spesso, in questi Paesi, le condizio-                  di Baguio, a seguito di un programma governativo per
ni dei trasporti sono pessime ed i sistemi di condizio-                    la nutrizione (Philippines Plan of Action for Nutrition,
namento e conservazione dei prodotti inadeguati. La                        PPAN), sono stati pianificati, nel periodo 1994-1998,
localizzazione della produzione vicino ai centri di                        27 mila orti nelle scuole, 42 mila orti comunitari ed 1
consumo, infatti, riduce le necessità di particolari                       milione e 600 mila orti famigliari (Gayan, 1996).
sistemi di confezionamento e conservazione del pro-                        L’orticoltura urbana permette utili molto superiori
dotto e consente di ridurre le perdite post-raccolta, che                  rispetto ad altre attività agricole: un report sulla pro-
frequentemente raggiungono e non di rado superano il                       duzione peri-urbana di ortaggi nella città di Ho Chi
30% (Drescher, 2004). In molte città, la produzione si                     Minh (Vietnam) ha messo in luce che il reddito da
concentra sugli ortaggi da foglia che rappresentano                        lavoro giornaliero per un ettaro di ortaggi è pari o
una parte importante della dieta in molti Paesi (es.                       superiore di due volte rispetto a quello fornito da un

                                                                                                                                             79
Gianquinto e Tei

              Tab. 7 – Principali specie orticole, frutticole e ornamentali coltivate nelle aree urbane (Tixier e Bon, 2006).
                            Tab. 7 - Horticultural plants cultivated in urban areas (Tixier and Bon, 2006).
 ORTAGGI
 Amaranth, Genus Amaranthus                                            Agati, Sesbania grandiflora
 Beans, Vigna radiata & Phaseolus vulgaris                             Basil, Ocimum basilicum
 Broccoli, Brassica oleracea var. italica                              Chives, Allium schoenoprasum
 Cabbage, Brassica oleracea var. capitata                              Horseradish tree, Armoracia rusticana
 Cassava leaves, Manihot esculenta                                     Indian borage, Plectranthus amboinicus
 Cauliflower, Brassica oleracea                                        Kohlrabi, Brassica oleracea var. gongylodes
 Chinese cabbage, Brassica rapa var. pekinensis                        Lemon grass, Cymbopogon citratus
 Chinese mustard, Brassica juncea var. rugosa                          Mustard, Brassica compestris
 Choy sum, Brassica rapa var. parachinensis                            Pakchoy, Brassica campestris var. chinensis
 Cucumber, Cucumis sativus                                             Peppers, Genus Schinus
 Eggplant, Solanum melongena                                           Perilla, Perilla frutescens
 French bean, Phaseolus Aureus                                         Roselle, Hibiscus sabdariffa
 Garlic, Allium sativum                                                Tuberose, Polianthes tuberosa
 Gourd, Genus Cucurbita
 Indian grass, Brassica juncea                                         PIANTE DA FRUTTO
 Indian mustard, Brassica juncea                                       Banana, Genus Musa
 Jaxatu, Solanum aethiopicum                                           Melon, Cucumis melo
 Kangkong (water convolvulus), Ipomoea aquatica                        Orange, Citrus sinensis
 Leek, Allium ampeloprasum                                             Papaya, Carica papaya
 Lettuce, Lactuca sativa                                               Peach, Prunus persica
 Lotus, Nelumbo nucifera                                               Pineapple, Ananas comosus
 Melindjo, Gnetum gnemon                                               Strawberry, Genus Fragaria
 Mungo bean, Phaseolus Aureus
 Okra, Hibiscus esculentus
 Onion, Allium cepa                                                    Bougainvillea (Genus)
 Palak, Beta vulgaris                                                  Chrysanthemum (Genus)
 Pea, Pisum sativum                                                    Kumquat, Genus Fortunella
 Potato, Solanum tuberosum                                             Rose, Genus Rosa
 Squash, Cucurbita maxima
 Sweet pea, Lathyrus odoratus
 Sweet pepper, Capsicum annuum
 Snow pea, Pisum sativum
 Tomato, Lycopersicon esculentum
 Water morning glory, Ipomea aquatica
 Wheat, Triticum aestivum
 Yardlong bean, Vigna unguiculata sesquipedalis

ettaro di riso, e permette livelli di occupazione alme-                 come “a basso reddito” e a “basso reddito-con deficit
no cinque volte superiori (Jansen et al., 1994).                        alimentare”, il consumo pro-capite di ortaggi è gene-
L’orticoltura urbana, essendo svolta in larga misura                    ralmente piuttosto basso ed inferiore rispetto alle rac-
dalle donne, offre loro grandi opportunità di rispar-                   comandazioni della FAO che considera come suffi-
miare denaro per l’acquisto del cibo, avere delle                       ciente un consumo pro-capite di 75 kg/anno o 205
entrate accessorie, migliorare la dieta della famiglia e,               g/giorno (tab. 10 e 11). La differenza tra questi Paesi
in molti casi, di migliorare le relazioni sociali.                      (africani, latino-americani e del sud-est asiatico) e
                                                                        quelli industrializzati è piuttosto marcata, soprattutto
Fattori che influenzano lo sviluppo e la diffusione                     se si considerano i Paesi dell’area del Mediterraneo
dell’orticoltura urbana                                                 che sono tradizionalmente forti consumatori. Infatti,
                                                                        considerando solo alcuni tra i Paesi industrializzati, il
Mercato                                                                 consumo pro-capite annuo è di circa 270 kg in Grecia,
  Nei PVS, e in particolare in quelli classificati                      174 kg in Italia, 158 kg in Spagna, 142 kg in Francia,
80
Orticoltura urbana nei Paesi in Via di Sviluppo

               Tab. 8 – Reddito generato da diversi sistemi agricoli nell’area di Kumasi, Ghana (modificato da Danso et al., 2002).
                   Tab. 8 - Revenue generated in different farming systems in Kumasi, Ghana (Danso et al., 2002, modified).
 Area di ubica-                                                                                                      Reddito netto(US$)
                                                         Periodo di       Dimensione azien-
  zione delle             Sistema agricolo
                                                        coltivazione          dale (ha)
    attività                                                                                              US$ ha-1 anno-1        US$ azienda-1anno-1
  Rurale o           Mais o mais/cassava
                                                        Tutto l’anno                 0,5-0,9                   350-550                200-450
  peri-urbana        (no irrigazione)
  Peri-urbana        Orticoltura (irrigazione)        Stagione secca                 0,4-0,6                   300-350                140-170
                     Orticoltura (irrigazione)        Stagione secca
  Peri-urbana        Mais e orticoltura                                              0,7-1,3                   500-700                300-500
                                                      Stagione umida
                     (no irrigazione)
                     Orticoltura (ortaggi da
                     foglia, cavolo, cipolla)         Stagione secca
  Urbana             (irrigazione)                                                   0,1-0,2                  2’000-8’000             400-800
                     Orticoltura (ortaggi da
                     foglia, cavolo, cipolla)         Stagione umida
                     (no irrigazione)

126 kg in USA, 109 kg in Giappone, 97 kg in                                    lare). Nelle prime, viceversa, si consuma molta più
Australia, 91 kg in Germania e 88 kg nel Regno Unito                           farina di cassava che può essere considerata il “pane
(fonte: FAOSTAT, media del quinquennio 1999-                                   dei poveri”. Nelle Regioni del Nord e del Sud, inoltre,
2003).                                                                         una cospicua quota di questi alimenti viene acquisita
    Ancora una volta però le statistiche aggregate non                         in forma non-monetaria (produzione propria, princi-
mettono in luce le profonde differenze che sussistono                          palmente). La diversificazione dei consumi è anche
all’interno dei vari Paesi in considerazione delle diver-                      più evidente considerando diverse fasce di reddito
se aree/regioni o fasce di popolazione. Dai dati                               della popolazione (tab. 13). Infatti, mentre il consumo
dell’Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica                             di cereali (soprattutto riso), legumi (soprattutto fagio-
(IBGE, 2004), ad esempio, è possibile osservare come                           lo dell’occhio) e farina di cassava diminuisce in pro-
il consumo di ortaggi e di altri alimenti di origine                           porzione al reddito – la dieta base della popolazione
vegetale cambi considerevolmente tra le Grandi                                 povera brasiliana è proprio rappresentata da questi tre
Regioni geografiche nelle quali è suddiviso il Brasile                         alimenti – quello di ortaggi e frutta aumenta. Inoltre,
(tab. 12). Nelle Regioni più povere (Nord e Nord-est)                          nelle città il consumo degli alimenti di origine vegeta-
il consumo di ortaggi e frutta è generalmente minore                           le, ad esclusione della frutta, è inferiore rispetto alle
rispetto a quelle più ricche (Sud-est e Sud, in partico-                       campagne, in cui una consistente quota proviene dalla

Tab. 9 - Contributo percentuale della produzione orto-frutticola urbana all’approvvigionamento per le città (fonte: Moustier e David, 1997;
                                Sabel-Koschella et al., 1998; Phuong Anh, 2000; Moustier e Danso, 2006).
 Tab. 9 - Percentage given to urban horticulture production in urban supply (source: Moustier and David, 1997; Sabel-Koschella et al.,
                                          1998; Phuong Anh, 2000; Moustier and Danso, 2006).

            Paese                  Città         Ortaggi da foglia     Pomodoro                Totale ortaggi            Mais        Platano e banana
                             Phnom Penh                100              0-50   (1)
  Cambogia
  Camerun                    Yaoundé                    80                25                                                90             60
  Congo                      Brazzaville                80                20                         65
  Ghana                      Kumasi                     90                60                                                10             15
  Guinea-Bissau              Bissau                     90                50
  Laos                       Vientiane                 100             20-100 (1)
  Madagascar                 Antananarivo               90
  Mauritania                 Nouakshott                 90                10
  Rep. Centrafricana         Bangui                 80-100 (1)            40
  Senegal                    Dakar                                                                   60
  Tanzania                   Dar es Salaam                                                           90
  Vietnam                    Hanoi                      70              0-75 (1)                  40-80 (1)
(1)   in relazione alla stagione

                                                                                                                                                   81
Gianquinto e Tei

Tab. 10 – Consumo annuale pro-capite di ortaggi nei Paesi in via di sviluppo classificati come “a basso reddito”(*) e a “basso reddito-con
                                  deficit alimentare” (fonte: FAOSTAT): media periodo 1999-2003.
 Tab. 10 – Yearly per capita consumption of vegetables in Low-income (*) and Low income-food deficit Countries (source: FAOSTAT):
                                                          average 1999-2003.

      Consumo di ortaggi
  kg/anno          g/giorno                                 Paesi (in ordine decrescente di consumo pro-capite)
 pro-capite       pro-capite
       > 125        > 340       Cina (237 kg/anno pro-capite) , Egitto, Bosnia-Herzegovina, Albania, Rep. Dem. Korea (Nord Korea), Armenia
     100- 125      275-340      Kyrgyzstan, Laos, Azerbaijan, Uzbekistan, Marocco
      75- 100      205-275      Bielorussia, Siria, Turkmenistan, Moldavia*, Georgia, Camerun, Vietnam*, Tajikistan
        75           205        Consumo di ortaggi raccomandato dalla FAO
       50-75       137-275      India, Myanmar (Birmania)*, Nepal, Filippine, Nigeria, Kiribati, Guinea, Benin, Vanuatu
                                Sudan, Niger, Capo Verde, Senegal, Sierra Leone, Djibouti, Kenya, Sao Tome e Principe, Costa d’Avorio,
      25-50        68-137       Sri Lanka, Burundi, Ghana, Pakistan, Cambogia, Yemen, Gambia, Honduras, Indonesia, Timor Est, Togo,
                                Tanzania, Rwanda
                                Haiti, Mali, Liberia, Zambia, Angola, Ecuador, Swaziland, Uganda, Malawi, Congo, Madagascar, Burkina
                                Faso, Mongolia, Rep. Centrafricana, Lesotho, Solomon Islands, Guinea-Bissau, Bangladesh, Mauritania,
      < 25           < 68
                                Etiopia, Ciad, Zimbabwe, Rep. Dem. Congo (Zaire) , Comoros, Nicaragua, Eritrea, Mozambico (6 kg/anno
                                pro-capite)
Low- Income Countries (per capita GNI < $745 in 2001)

produzione propria (tab. 14). Una situazione simile è                      guente aumento dei prezzi dei terreni. In tali contesti,
stata riscontrata in Bangladesh (Ali, 2000), mentre in                     l’accesso alla terra per gli orticoltori urbani è piuttosto
Vietnam si è osservato un maggior consumo di ortaggi                       difficile e rappresenta il limite maggiore per la loro
in città rispetto all’ambiente rurale (Lam e Khoi,                         attività (Tixier e Bon, 2006). Di conseguenza, i pro-
1999).                                                                     duttori spesso occupano abusivamente terreni margi-
    In questi Paesi, nonostante il consumo di ortaggi                      nali con problemi di fertilità che, oltre a limitare la
sia relativamente basso, l’orticoltura urbana è stimola-                   produttività, restringono notevolmente la scelta delle
ta e sostenuta dalla domanda dei mercati cittadini,                        specie da coltivare. L’incertezza riguardo all’occupa-
soprattutto per far fronte alla crescente richiesta delle                  zione del suolo orienta anche la scelta verso colture a
fasce più ricche.                                                          ciclo breve (es. ortaggi da foglia) piuttosto che a ciclo
                                                                           lungo o perennanti (es. alberi da frutto) e porta a sfrut-
Accesso alle risorse naturali ed al lavoro                                 tare al massimo il terreno, anche tramite l’uso massic-
   Le città dei PVS stanno crescendo rapidamente,                          cio di fertilizzanti chimici e agrofarmaci, per avere
con crescenti esigenze di suolo edificabile e conse-                       risultati nell’immediato senza alcuna considerazione

      Tab. 11 – Consumo annuale pro-capite di ortaggi negli altri Paesi in via di sviluppo (fonte: FAOSTAT): media periodo 1999-2003.
     Tab. 11 – Yearly per capita consumption of vegetables in the others Developing Countries (source: FAOSTAT): average 1999-2003.

      Consumo di ortaggi
  kg/anno          g/giorno                                 Paesi (in ordine decrescente di consumo pro-capite)
 pro-capite       pro-capite
                                Libano (241 kg/anno pro-capite), Turchia, Emirati Arabi Uniti, Libia, Korea (Sud Korea), Tunisia, Cipro,
      > 125         > 340
                                Kuwait, Iran, Palestina, Maldive, Cuba
     100- 125      275-340      Bahamas, Chile
      75- 100      205-275      Bermuda, Arabia Saudita, Giordania, Algeria, Dominica, Guyana, Mauritius
        75           205        Consumo di ortaggi raccomandato dalla FAO
                                Barbados Giamaica, Argentina, Seychelles, Brunei, Polinesia Francese, Antille Olandesi, Messico, Saint Kitts e
      50-75        137-275
                                Nevis, Bolivia, Suriname, Paraguay, Belize, Uruguay, Guatemala
                                Venezuela, Antigua e Barbuda, Perù, El Salvador, Costa Rica, Gabon, Thailandia, Nuova Caledonia, Isole Fiji,
      25-50        68-137       Brasile, Rep. Dominicana, Saint Vincent e Grenadines, Colombia, Grenada, Malaysia, Botswana, Trinidad e
                                Tobago, Saint Lucia, Panama
      < 25           < 68       Namibia, Samoa (10 kg/anno pro-capite)

82
Orticoltura urbana nei Paesi in Via di Sviluppo

Tab. 12 – Consumo annuale di alcuni prodotti alimentari di origine vegetale per nucleo domestico: Brasile e “grandi Regioni”. Valori medi
   nel periodo 2002-2003. Tra parentesi viene riportata la quota derivante da acquisizioni non-monetarie (prevalentemente produzione
                                                      propria) (fonte IBGE, 2004).
 Tab. 12 – Yearly food supply/consumption of plants derivates per household: Brazil and “macro Regions”. 2002-2003 mean values. In
                    brackets the percentage of non-monetary supply (mainly self-production) (source: IBGE, 2004).

                                                                  Consumo annuale per nucleo domestico (kg)

   Prodotti di origine vegetale                                                          Grandi Regioni
                                       Brasile
                                                          Nord            Nord est          Sud est            Sud          Centro ovest
                                         35.5             35,6              34,4              36,7             28,8              46,8
Cereali
                                        (6,2%)          (11,3%)            (8,7%)            (5,3%)           (3,0%)            (3,0%)
                                         12,9             10,2              17,9              11,5              9,8              10,3
Leguminose
                                       (12,4%)           (7,9%)           (15,1%)           (10,9%)          (15,6%)            (1,3%)
                                         29,0             19,7              22,4              32,4             39,3              23,3
Ortaggi
                                        (9,8%)          (23,0%)            (5,1%)            (4,5%)          (24,2%)            (8,6%)
                                          2,5              1,9               1,4               2,7              4,5               2,1
- Ortaggi da foglia e da fiore
                                       (15,1%)          (20,3%)            (3,5%)            (6,9%)          (36,9%)            (7,6%)
                                         13,4              9,3              12,3              15,2             13,3              11,8
- Ortaggi da frutto
                                        (6,0%)          (13,8%)            (4,7%)            (3,0%)          (15,0%)            (6,6%)
                                         13,1              8,5               8,7              14,5             21,6               9,4
- Ortaggi da radici. tuberi. ecc.
                                       (12,6%)          (33,8%)            (5,8%)            (5,6%)          (27,2%)           (11,3%)
                                         24,5             17,5              20,0              27,6             31,0              17,4
Frutta
                                        (7,4%)          (16,1%)            (6,4%)            (4,6%)          (14,0%)            (4,7%)
                                         13,1             36,2              17,1               5,4             19,2               5,4
Farine
                                        (6,1%)          (17,5%)            (5,8%)            (0,3%)           (0,6%)            (0,3%)
- Farina di cassava                       7,8             33,8              15,3               1,4              1,0               1,4
- Farina di frumento                      5,1              2,2               1,5               3,7             18,0               3,9

per gli effetti di medio e lungo termine.                                utilizzati (Tixier e Bon, 2006).
    Si utilizza acqua di qualsiasi origine: potabile,                        La produttività degli orti varia enormemente nei
acque reflue, di fiume, lago o stagno. La sua disponi-                   diversi contesti, anche in relazione alle condizioni
bilità è generalmente limitata e la sua qualità scarsa,                  lavorative della popolazione. Quando i produttori tro-
per cui è necessario aumentarne l’efficienza d’uso.                      vano impiego, quasi sempre precario, nei settori extra-
Sistemi di irrigazione “a goccia”, anche semplificati,                   agricoli (industria, terziario, amministrazione) il lavo-
sarebbero sicuramente i migliori ma sono raramente                       ro negli orti è tante volte un’attività part-time. In que-

Tab. 13 – Consumo annuale (in kg) di alcuni prodotti alimentari di origine vegetale per nucleo domestico in base alle classi di reddito (in
  Real Brasiliano, R$; 1 R$ è attualmente pari a circa 0.44 Euro) in Brasile. Valori medi nel periodo 2002-2003 (fonte: IBGE, 2004).
Tab. 13 – Yearly food supply/consumption (in kg) of plants derivates per household in relation to the income (in Brasilian Real, R$; 1 R$
                             is about 0.44 Euro) in Brazil. 2002-2003 mean values (source: IBGE, 2004).
                                                                  Consumo annuale per nucleo domestico (kg)
   Prodotti di origine vegetale                         > 400 R$         > 600 R$          > 1000 R$        > 1600 R$
                                      ≤ 400 R$                                                                                > 3000 R$
                                                        ≤ 600 R$         ≤ 1000 R$         ≤ 1600 R$        ≤ 3000 R$
 Cereali                                 36,8              41,1             38,4              37,2             32,2              26,7
 Leguminose                              15,0              14,5             13,7              12,6             10,3              11,3
 Ortaggi                                 15,7              22,4             25,7              31,2             36,2              42,3
 - Ortaggi da foglia e da fiore           1,0               1,5              2,1               2,6              3,1               4,7
 - Ortaggi da frutto                      7,9              11,6             11,8              13,9             15,6              19,8
 - Ortaggi da radici. tuberi. ecc.        6,8               9,3             11,8              14,8             17,4              17,8
 Frutta                                  11,1              14,1             18,6              24,5             33,4              45,9
 Farine                                  17,4              17,8             14,9              11,7             10,3               6,7
 - Farina di cassava                     14,2              13,7              8,5               5,6              3,7               2,2
 - Farina di frumento                     3,2               4,0              6,2               5,8              6,4               4,1

                                                                                                                                          83
Gianquinto e Tei

   Tab. 14 – Consumo annuale (in kg) e quota (in %) acquisita in forma non monetaria (prevalentemente produzione propria) di alcuni
 prodotti alimentari di origine vegetale per nucleo domestico in ambiente urbano e in ambiente rurale in Brasile. Valori medi nel periodo
                                                      2002-2003 (fonte: IBGE, 2004).
    Tab. 14 – Yearly food supply/consumption of plants derivates per household and percentage of non-monetary supply (mainly self-
                      production) in urban and rural areas in Brazil. 2002-2003 mean values (source: IBGE, 2004).
                                      Consumo annuale per nucleo domestico (kg)          Prodotto acquisito in forma non-monetaria (%)
              Coltura
                                       Ambiente urbano           Ambiente rurale           Ambiente urbano            Ambiente rurale
 Cereali                                     31,4                      55,5                       5,6                       26,5
 Leguminose                                  10,7                      23,5                       6,9                       46,7
 Ortaggi                                     28,4                      31,7                       5,5                       53,1
 - Ortaggi da foglia e da fiore               2,4                       2,8                       7,7                       67,6
 - Ortaggi da frutto                         13,7                      11,9                       5,0                       42,1
 - Ortaggi da radici. tuberi. ecc.           12,3                      17,0                       5,6                       58,5
 Frutta                                      25,7                      18,5                       6,0                       56,3
 Farine                                       9,5                      30,2                       5,9                       21,5
 - Farina di cassava                          5,1                      20,8                       9,2                       30,1
 - Farina di frumento                         4,2                       9,2                       2,1                        2,4

sti casi, i produttori sono meno attenti, o hanno meno                  che (Buechler et al., 2006; Cofie et al., 2006).
tempo da dedicare alla produzione agricola, tanto che                       Il problema dei metalli pesanti si presenta principal-
in alcuni periodi possono saltare le semine o gli inter-                mente quando le coltivazioni avvengono in ex aree indu-
venti irrigui o le raccolte.                                            striali o in prossimità di industrie (Pandey e Pandey,
    In alcune città (es. in Brasile e Argentina), le muni-              2009) o su terreni irrigati con acque e/o reflui solidi con-
cipalità cercano di andare incontro ai produttori urbani                taminati da attività industriali o minerarie (Mapandaa et
istituendo degli orti comunitari. Ad esempio, in quelli                 al., 2007). Evitare la coltivazione in questi contesti è già
del nord-est del Brasile si cerca di seguire un modello                 di per sé una soluzione, tuttavia l’accumulo di metalli
di co-gestione tra municipalità (Prefettura) e comunità                 pesanti nelle parti edibili degli ortaggi varia da specie a
con gli obiettivi principali di 1) recuperare aree impro-               specie e tra varietà (tab. 15). In linea generale, gli ortaggi
duttive marginali che se lasciate a se stesse verrebbero                da foglia sono accumulatori più forti rispetto agli ortaggi
molto probabilmente occupate illegalmente o divente-                    da frutto e da seme, per cui in contesti critici la coltiva-
rebbero discariche abusive; 2) migliorare le condizioni                 zione si può orientare verso questi ultimi (Gianquinto e
igienico-sanitarie e di approvvigionamento alimentare                   Pimpini, 1991; Odai et al., 2008).
per i consumatori, con l’uso dei pozzi artesiani come                       Residui di agrofarmaci nei prodotti sono dovuti sia
fonte idrica; 3) migliorare il livello alimentare, occu-                ai prodotti chimici usati durante il ciclo produttivo sia
pazionale e reddituale delle famiglie interessate;                      alla coltivazione in suoli o all’impiego di acque già
incentivare l’aggregazione delle famiglie, evitando                     contaminate. Ciò è aggravato dal fatto che in questi
l’emarginazione dei minori (Michelon, 2004).                            Paesi si usano ancora agrofarmaci già banditi da tempo
                                                                        nel resto del mondo. Questi prodotti tendono ad accu-
Inquinamento ambientale                                                 mularsi soprattutto negli ortaggi rappresentati da orga-
    Le città sono nella maggior parte dei casi molto                    ni di riserva come tuberi e radici (Tixier e Bon, 2006).
inquinate e la grande sfida degli orticoltori urbani è                      Il problema del rischio microbiologico (batteri,
quella di far crescere e produrre le piante in condizioni               virus, protozoi, parassiti enterici, elminti, ecc.) ed i
di forti stress, determinate spesso da elevate concentra-               conseguenti rischi per produttori e consumatori deriva
zioni di SO2, NO2 e ozono nell’aria dovute al traffico                  dall’uso di acque contaminate e di ammendanti orga-
veicolare molto intenso (Agrawal et al., 2003) ed alla                  nici di diversa provenienza non opportunamente com-
contaminazione del suolo con metalli pesanti, idrocar-                  postati. A Ouagadougou (Burkina Faso), ad esempio,
buri e residui di agrofarmaci. Altro punto critico è                    un’ampia area di orti è sorta vicino all’ospedale per le
quello di ottenere un prodotto salubre in queste condi-                 malattie infettive, separato dai primi da un corso d’ac-
zioni. I rischi maggiori, per i consumatori ma anche                    qua da cui si preleva l’acqua per l’irrigazione
per i produttori che arrivano a contatto con materiale                  (Bationo, comunicazione personale).
inquinato (es. reflui di qualsiasi tipo, incluso sterco
animale non compostato), derivano da metalli pesanti,                   Condizioni climatiche
residui di agrofarmaci e contaminazioni microbiologi-                     L’effetto “isola di calore” che si ha in tutte le città,
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