White paper Il libro bianco del package printing - Gennaio 2017 - Print4All Conference
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
White Paper Print4Pack 2016
White paper
Gennaio 2017
Il libro bianco del package printing
© ACIMGA-ARGIWhite Paper Print4Pack 2016
Il Libro Bianco del Package Printing
IN COLLABORAZIONE CON
Istituto Italiano Imballaggio
InfoTrends
Studio Ambrosetti
4IT Group
Versione 1.0 – Gennaio 2017
@ ACIMGA - ARGI
_________________________________________________________
Contributi alla realizzazione della pubblicazione:
Enrico Barboglio, Andrea Briganti, Carlo Alberto Carnevale Maffé, Giuseppina
Civardi, Marco Sachet, redazione Converting magazine
Pubblicato a conclusione dell’evento Print4pack Conference (Palermo
19-20 settembre 2016) organizzato da Acimga e Argi con il supporto di
ICE-Agenzia e Ministero dello Sviluppo Economico
Si ringraziano i partecipanti al Gruppo di Lavoro Acimga – Argi:
Gianni Amendola; Enrico Barboglio; Paolo Bellocchio; Claudia Benelli; Ignazio Binetti;
Valter Bonafin; Andrea Briganti; Andrea Caselli; Giorgio Centola; Giuseppina Civardi;
Mario Gazzani; Paolo Grasso; Alessandra Isella; Claudio Moiraghi; Enrico Monteverdi;
Giampaolo Morandi; Luigi Rescaldani; Marco Sachet; Bruno Zaghis
© ACIMGA-ARGIWhite Paper Print4Pack 2016
Sommario
INTRODUZIONE.................................................................................................. 1
PER UN DIALOGO DI FILIERA ...................................................................... 1
PACKAGING & PRINTING.................................................................................... 2
DARE VOCE AL PACKAGING: QUESTIONE DI… PRINTING ............................... 2
IL PACKAGING VA DOVE VA IL CONSUMATORE ........................................... 4
UN PACKAGING SEMPRE PIÙ SMART ......................................................... 8
LA FILIERA DEL PACKAGING...................................................................... 12
MERCATO ....................................................................................................... 16
I TREND IN SINTESI .................................................................................. 16
GLI ELEMENTI A VALORE AGGIUNTO NEL PACKAGE PRINTING .............................. 20
PACKAGE PRINTING A VALORE AGGIUNTO ................................................ 21
I CASE STUDY RACCONTATI ATTRAVERSO PRINT4PACK ....................................... 26
CONCLUSIONI ................................................................................................. 36
CONSIDERAZIONI FINALI ..........................................................................37
RACCOMANDAZIONI ...............................................................................37
I PROTAGONISTI DELL’EVENTO ......................................................................... 39
Indice delle figure
FIGURA 1: AMAZON E IL FRESH FOOD ................................................................................... 11
FIGURA 2: ALIMENTARIETÀ E PACKAGING FLESSIBILE.........................................................13
FIGURA 3: PROCESSO DI TRASFORMAZIONE ........................................................................14
FIGURA 4: IL PACKAGING TRA FISICO E VIRTUALE................................................................15
FIGURA 5: STEVE GUTEN-JOBS............................................................................................... 28
FIGURA 6: IMPATTO AMBIENTALE DEL CICLO PRODUTTIVO............................................. 30
FIGURA 7: CONVENTIONAL PACKAGE PRINTING TECHNOLOGY ........................................31
FIGURA 8: DIGITAL PRINTING PER IL PACKAGING ................................................................31
FIGURA 9: ESEMPI DI SLEEVE UTILIZZATI PER COCA-COLA................................................. 32
FIGURA 10: ILLY CAFFÉ PACKAGING ...................................................................................... 33
FIGURA 11: CAMPAGNA AR WEB-BASED PER ILLY CAFFÈ ................................................. 33
FIGURA 12: MONDELEZ FONZIES SNACK RACK ................................................................... 34
FIGURA 13: CAMPAGNA SOCIAL MEDIA FONZIES ............................................................... 35
© ACIMGA-ARGIWhite Paper Print4Pack 2016
INTRODUZIONE
PER UN DIALOGO DI FILIERA
La merce senza packaging non circola; dovremmo quindi considerare l’imballaggio
un’infrastruttura invece che una commodity – afferma Carnevale Maffé nel suo
contributo a questo Libro Bianco. Di più, la merce senza packaging non “parla” e
questa funzione dell’imballo di essere mezzo di comunicazione ne moltiplica
l’importanza in misura esponenziale, indicando al contempo la rilevanza dei
componenti cosiddetti accessori, come l’etichetta e la stampa della confezione.
Tanto dal punto di vista strutturale quanto comunicativo l’imballaggio è un
manufatto complesso, con una forte interconnessione dei vari elementi che lo
costituiscono e relazioni strette sia con il bene contenuto sia con gli altri anelli della
catena del valore. In gioco, una molteplicità di elementi – ciascuno con un proprio
mondo di tecnologia, know how, esperienze – che parte dai fornitori di materiali per
comprendere costruttori di macchine e consumabili, designer e creativi, provider di
servizi e logistica, imprese utilizzatrici, il retail e, buon ultimo, il consumatore.
Ed è proprio il consumatore, con i suoi orientamenti e comportamenti d’acquisto, a
influire – oggi come non mai – sugli attori a monte della filiera, imponendo la
revisione costante del prodotto e del suo packaging, e una sempre maggior
interconnessione dei vari elementi.
Per servire questo consumatore il packaging ormai svolge sempre più funzioni e di
conseguenza la sua creazione e produzione coinvolge più soggetti che devono
condividere conoscenze, punti di vista e aggiornamenti tecnologici. Il costo del
mancato dialogo può essere molto alto: si va dalla “semplice” inefficienza del
processo produttivo con conseguenti costi economici e allungamento del time-to-
market, all’abbassamento della qualità della confezione e dell’immagine di marca;
dall’incapacità dei fornitori di trovare le soluzioni tecniche utili a raggiungere gli
obiettivi del committente, fino ai potenziali problemi di sicurezza e salute del
consumatore – come insegnano, tipicamente, i casi di migrazione di sostanze
dannose dal packaging al contenuto.
Il dialogo fra operatori, soprattutto fra cliente e fornitore diretto, lo sappiamo, non è
facile. Ma se è vero che ogni cammino inizia con un passo, nella nostra direzione più
di un passo è stato già compiuto, per esempio sul versante legislativo e delle pratiche
di buona fabbricazione, con risultati molto incoraggianti.
Il convegno Print4pack, di cui questo Libro Bianco rappresenta una sintesi
ragionata, è andato proprio in questa direzione con un format che si è naturalmente
costruito sotto la spinta partecipativa delle aziende associate ad Acimga e Argi,
aggregatesi per questo lavoro con un obiettivo comune: mettere a disposizione
dell’intera filiera del Package Printing una piattaforma di studio, dibattito, relazione,
facilitazione di accesso alla innovazione industriale e grafica.
Enrico Barboglio e Andrea Briganti
1
© ACIMGA-ARGIWhite Paper Print4Pack 2016
PACKAGING & PRINTING
DARE VOCE AL PACKAGING: QUESTIONE DI… PRINTING
Ve lo immaginate un pacchetto di patatine
senza pacchetto? E un pacchetto senza immagini,
marchio, pay-off, ingredienti, tabella nutrizionale,
stabilimento di produzione, data di scadenza…? E
senza QR code multimedia, bar code di tracciabilità,
RfId di logistica, elementi
anticontraffazione…?
2
© ACIMGA-ARGIWhite Paper Print4Pack 2016
Due sono i principi generali che ruotano attorno al tema dell’imballo.
Primo: la merce senza packaging non “circola”. E questo è un argomento
fondamentale per tutta quella scienza e tecnologia che determina le attività di
preparazione e produzione dell’imballo, di scelta del materiale e della forma, di
dosaggio e confezionamento del contenuto.
Secondo: la merce senza packaging non “parla”. Un aspetto che potenzia il ruolo
dell’imballo evidenziando il compito non secondario di alcuni componenti, come
l’etichetta e la stampa della confezione.
Dare voce al packaging significa creare una connessione emozionale e interattiva con
il consumatore. Emozione e interazione sono gli elementi base che stanno oggi in
ogni campagna di comunicazione, indipendentemente dal medium usato. Se non ci
credete date uno sguardo al video rilasciato dalla associazione industriale grafica
australiana che potete trovare cliccando sulla foto
LA STAMPA EMOZIONA E CREA INTERAZIONE
Come si generano emozione e interazione con un packaging? Con la stampa!
Cioè in quella fase del processo di preparazione di una confezione di prodotto
che si integra con tutte le altre componenti di processo (dosaggio,
misurazione, riempimento, sigillatura, palettizzazione).
La stampa ha una propria specificità di ruolo nella filiera, grazie alla
specializzazione e unicità delle tecnologie utilizzate, siano esse di tipo
analogico o digitale o ibrido.
Le tecnologie di Stampa e di Converting sono dunque le protagoniste assolute
della evoluzione del packaging pronto a diventare “smart”: un imballaggio
“intelligente” e “attivo” che proprio grazie all’impiego delle varie tecnologie
oggi disponibili, interagisce con il prodotto contenuto per monitorarne la
storia e lo stato, e con i consumatori per permettere il dialogo biunivoco fra il
brand owner e ciascun singolo individuo.
3
© ACIMGA-ARGIWhite Paper Print4Pack 2016
IL PACKAGING VA DOVE VA IL CONSUMATORE
Il packaging va dove indica il
consumatore. Un consumatore sempre più
individuato, informato, esigente, “verde”, attivo e
relazionale. Principe di quel neo-umanesimo dei
consumi che qualifica la nostra epoca post-
moderna, post-storica, post-democratica... che
indica sempre più chiaramente cosa si
profila dopo il “post”.
4
© ACIMGA-ARGIWhite Paper Print4Pack 2016
COME TU MI VUOI
Le analisi dei consumi, condotte per monitorare il flusso delle culture e dei
comportamenti nelle varie aree del mondo, indicano alcune tendenze che,
variamente declinate, svolgono il ruolo di “meta driver”.
In altre parole, se da un lato gli studi qualitativi mostrano grandi differenze di
atteggiamento e giudizio verso il packaging, dall’altro evidenziano alcuni
valori condivisi. Comunque vengano tradotti in pratica nei singoli Paesi e nelle
diverse circostanze, o interpretati nelle varie classi di censo, alfabetizzazione
ed età, ecco alcuni trend da cui aziende, progettisti e ricercatori non possono
prescindere
QUANDO SOSTENIBILITÀ SIGNIFICA MENO PACKAGING
A lungo utilizzato come mero argomento (talvolta pretestuoso) di vendita,
l’eco-compatibilità è diventata un requisito imprescindibile di qualsiasi
imballaggio. Lo dobbiamo a diversi fattori, fra cui l’orientamento delle
legislazioni nazionali e internazionali – nello specifico europeo influenzate
dalla sensibilità più avanzata dei Paesi del Nord – e il reale interesse che
l’ecologia riveste per le nuove generazioni, praticamente in tutto il mondo. Dai
millennials “in giù” la tutela della Terra, delle sue risorse e dell’equilibrio
uomo-ambiente assume spesso la valenza di Ideale che si traduce in parole
d’ordine ormai note:
Riciclo
Raccogliere e riciclare (o riusare) il packaging a fine vita significa tenere pulito
il pianeta, tutelare la bellezza delle spiagge e la salvaguardia dei mari. Le
aziende virtuose, che usano imballaggi eco compatibili saranno dunque
premiate dalla società civile e questo trend, conferma qualsiasi indagine di
mercato, va rafforzandosi sempre più.
Biodegradabilità
Quintessenza della naturalità, fa rima con compostaggio e, nell’aspettativa
dell’opinione pubblica, deve potersi trasformare in terriccio. Ma attenzione a
non perdere di vista l’essenziale: l’imballaggio nasce per proteggere un bene e
consentirne lo spostamento nello spazio e nel tempo, procrastinandone il
consumo rispetto al momento della produzione.
Lotta allo spreco di prodotto
Era il tema ispiratore di Expo 2016 che ha fatto da cassa di risonanza a un
orientamento già esistente e da volano a una rivalutazione in positivo
dell’imballaggio nel senso comune. La società civile ha potuto toccare con
mano come packaging più efficaci ed efficienti possano contribuire in misura
rilevante a evitare perdite e sprechi di alimenti.
5
© ACIMGA-ARGIWhite Paper Print4Pack 2016
QUANDO LA SOCIETÀ CAMBIA E CHIEDE PIÙ PACKAGING
Diverso, ma altrettanto stringente, il discorso relativo ai cambiamenti sociali
che si impongono come dato di fatto, con riflessi rilevanti sulla vita della
comunità e del cittadino.
L’aumento dei single, e più in generale la riduzione del nucleo familiare, è
forse il caso più citato di fenomeno sociologico con ricadute sul packaging.
Commercializzare prodotti in dosi piccole, infatti, non solo moltiplica la
quantità di imballi dedicati (che, in proporzione, costano di più) ma richiede
anche una comunicazione dedicata, un’esposizione diversa sul punto vendita
e genera più rifiuti da smaltire.
La personalizzazione che oltrepassa l’occasione della ricorrenza per
investire ogni singolo imballaggio è un fenomeno dirompente, reso possibile
dallo sviluppo della tecnologia digitale. Dopo aver interessato innumerevoli
aspetti e passaggi della catena del valore, oggi il digitale genera le novità più
eclatanti sul piano della comunicazione multimediale, dove la confezione fa da
tramite (interattivo) fra marca e consumatore. E qui più che mai vince la
collaborazione di filiera.
Il servizio. I packaging che offrono funzioni aggiuntive a quelle tradizionali
vanno moltiplicandosi. Sono interessate le chiusure (e le riaperture,
tipicamente la “pelabilità” della busta di porzionato), l’erogazione e il
dosaggio, l’antieffrazione, la comunicazione (sul prodotto e sul suo utilizzo),
la tracciabilità e l’anticontraffazione. Si tratta di un universo intero che
impegna l’industria in uno sforzo costante di ideazione, sviluppo e
applicazione e che offre un plusvalore spesso determinante. Un esempio per
tutti: le nuove modalità per l’assunzione dei farmaci, nate da idee innovative
di confezione facile da usare e che permette a chiunque, anche se con facoltà
depotenziate, di capire a colpo d’occhio se sta facendo correttamente la cura o
ha dimenticato di prendere la pastiglia.
QUANDO SI PERDE DI VISTA L’ESSENZIALE
“C’era una volta una società senza packaging…” No, non ha senso. Si torna
all’età della pietra.
“C’era una volta un’azienda molto attenta agli orientamenti del consumatore
e intenzionata a fare le cose sul serio, proponendo non solo prodotti di qualità
ma anche confezioni belle e buone…”. Ok, così va meglio.
“Il suo impegno sul fronte dell’eco-compatibilità si è tradotto in un packaging
realizzato con materie prime di origine naturale, trasformate in un ciclo
industriale virtuoso anche dal punto di vista energetico, con una carbon
footprint ottimale”. Perfetto!
“Il lancio è stato un successo e della piccola azienda, fino a quel momento
sconosciuta, hanno parlato tutti, anche a livello internazionale. Fino a quando,
poco tempo dopo, la caduta inattesa e rovinosa…. Il materiale con cui è stato
realizzato il contenitore era biodegradabile e compostabile, con un ciclo di vita
più breve di quello del prodotto contenuto. Di più, la sua permeabilità al
6
© ACIMGA-ARGIWhite Paper Print4Pack 2016
contenuto generava delle perdite e le unità di vendita, dopo un po’, non erano
più del tutto piene. Il prodotto è stato ritirato dal mercato e il progetto rifatto”.
Questa è una storia di fantasia, inventata per far capire ai ragazzi delle scuole
una verità fondamentale: si può inventare il packaging più bello, innovativo,
ecologico e amichevole del mondo, ma se non svolge la sua funzione primaria
di protezione o non serve a nulla o è dannoso.
LA RISPOSTA DELLE IMPRESE
Le ricadute di questi orientamenti sulla filiera del packaging sono evidenti e
significative e l’elenco degli esempi, anche solo i più noti, sarebbe troppo
lungo.
Possiamo solo accennare a un aspetto trasversale dell’innovazione. In base
all’aureo principio che ogni cosa ha il suo rovescio, tradurre in pratica le
richieste del mercato crea nuove opportunità ma anche nuovi problemi e “fare
la quadra” non è sempre facile. Anche perché il cittadino non è sempre
consapevole che un film biodegradabile magari non può essere trasparente, se
deve essere 100% salubre magari perde in elasticità, e così via. La quadratura
del cerchio è più semplice quando la sostenibilità ambientale si sposa con la
sostenibilità economica incarnandosi, ad esempio, in processi che consumano
meno energia o nella possibilità di “fare di più con meno” (e il packaging
diventa sempre più sottile e leggero). Lo stesso accade se l’output del riciclo è
un bene di valore o quando una confezione ad alto tasso di servizio “spacca” e
inaugura nuove gestualità e abitudini.
Ma una cosa è certa: c’è uno e un solo elemento a cui tutto si subordina e
armonizza, ovvero la funzione primaria dell’imballaggio come guscio del
prodotto. Un guscio che, in funzione di ciascun prodotto, sarà spesso il giusto:
forte quanto basta, ovviamente liscio, pulito e perfetto da vedere (e non
necessariamente trasparente).
Marco Sachet, direttore dell’Istituto Italiano Imballaggio
7
© ACIMGA-ARGIWhite Paper Print4Pack 2016
UN PACKAGING SEMPRE PIÙ SMART
Possiamo definire “smart” quel tipo di
imballaggio “intelligente” e “attivo” che, grazie
all’impiego di varie possibili tecnologie,
interagisce con il prodotto contenuto per
monitorarne la storia e lo stato, e con i
consumatori per permettere il dialogo biunivoco
fra il brand owner e ciascun singolo individuo.
8
© ACIMGA-ARGIWhite Paper Print4Pack 2016
LO SMART PACKAGING PER IL FUTURO
Riprendendo da un’angolazione particolare la disamina precedente,
identifichiamo lo smart packaging come una delle aree più interessanti per il
futuro. Questo il contenuto dell’intervento di apertura al convegno Print4Pack
2016, che ha tracciato il percorso con cui brand owner, stampatori e fornitori
di tecnologie devono confrontarsi per seguire i cambiamenti delle abitudini al
consumo, almeno per due ordini di ragioni.
Keynote speech al Print4Pack 2016
È CAMBIATA PROFONDAMENTE LA DOMANDA
(E DUNQUE IL PACKAGING)
Prendiamo in considerazione il caso del caffè per consumo domestico in Italia.
Nel solo 2015 tutti i tipi di caffè con packaging tradizionale sono scivolati di
un valore tra il 2 e il 16%, mentre le vendite di caffè porzionato in cialde nello
stesso periodo sono cresciute del 21,3% solo sul canale GDO (200 ml€). A
questo fatturato va aggiunto quello del network Nespresso costituito da punti
vendita diretti e e-commerce, che vale altri 300 ml€. A livello aggregato, nel
2015 (secondo i dati di Iri), le vendite di caffè nella grande distribuzione sono
calate a volume del 2,1%, ma sono aumentate a valore dell’1,9% per arrivare a
circa 1,2 miliardi. In Gran Bretagna, si prevede che entro il 2016 il consumo di
caffè in cialde superi quello del packaging tradizionale. Il packaging, quindi,
se indirizzato strategicamente, può diventare protagonista di fortissimi
cambiamenti sia nella dinamica della domanda sia nella struttura del valore
aggiunto di produzione e distribuzione.
9
© ACIMGA-ARGIWhite Paper Print4Pack 2016
I tanti aspetti da considerare
Il fenomeno è generalizzato e particolarmente vivace in alcuni segmenti di
domanda. Se analizziamo il comportamento dei millenials, risulta come siano
già oggi sempre meno propensi ad acquistare tradizionali confezioni di
packaged food, specie in confezioni “bulk” semplicemente perché cambiano la
logistica dell’approvvigionamento, gli spazi di utilizzo domestici, il modello di
consumo in famiglia e individuale.
Questi sono alcuni esempi dei tanti elementi che daranno una forte spinta al
packaging demand-side, al packaging e delivery con e-commerce, in futuro
con sistemi sempre più automatizzati, insomma un packaging che va
progressivamente, ma completamente, ripensato.
Molti attori del settore rimangono ancorati all’idea di usare il packaging
fondamentalmente per conservare, distribuire e consumare dopo. Ma si sta
facendo strada una logistica dell’ultimo miglio, che è una logistica a flusso e
non una logistica batch, per cui il packaging diventa supporto per una supply
chain completamente nuova e personalizzata, e abilita nuovi meccanismi di
scambio tra domanda e offerta.
È UN AMBITO STRAORDINARIAMENTE IMPATTATO DALLA TECNOLOGIA
Gli ultimi anni hanno visto nascere grandi innovazioni. In ambito food aziende
all’avanguardia quali Ferrero, P&G, Nestlè, Coca Cola, Mondelez hanno
creato, tramite il packaging, modalità di consumo diverse. Tuttavia, nella
maggior parte dei casi oggi questa innovazione, che può avere un ruolo
centrale e determinate, ancora non è stata incorporata nell’ambito
dell’imballaggio, che rimane un attore collaterale del processo di logistica.
A ben guardare, invece, il packaging è la forma di dialogo più sistematico, più
profondo con il prodotto. Il prodotto senza packaging non circola e quindi vale
la pena candidarsi a essere infrastruttura e non commodity incidentale. È
necessario diventare piattaforma collaborativa dei processi di filiera,
altrimenti si viene pagati al grammo o al metro quadro. Quando l’industria
ragiona e viene pagata con l’unità di misura della metrica decimale, rinuncia
alla sfida del valore aggiunto e della differenziazione competitiva.
Apple, genialmente, ha messo in atto un processo di scoperta straordinario:
con la comunicazione ha trasformato il packaging in una parte del prodotto. Il
piacere di comprare un prodotto Apple comincia dall’apertura della scatola, il
disegno dell’alimentatore è costruito per uno spazio di dimensioni coerenti:
anche questo è dialogo sistematico tra forma e contenuto, e viceversa.
10
© ACIMGA-ARGIWhite Paper Print4Pack 2016
Nel mondo dell’e-commerce – un mondo di logistica innovativa che domani
sarà sempre più affidato a processi automatici come droni e veicoli senza
pilota – un packaging accuratamente studiato diventa un “pacchetto IP”, un
container virtuale; se ben tracciato e ben indirizzato, non ha più neanche
bisogno dello shelf.
Figura 1: Amazon e il fresh food
Fonte: Carnevale Maffé
Le piattaforme logistiche come Amazon hanno piena tracciabilità all’offerta e
piena indirizzabilità a valle della domanda. Stiamo parlando di modelli di
packaging non in senso tradizionale, ma di modelli che diventano conoscenza,
ed è qui che si fa la differenza.
La sfida per le aziende della filiera è di diventare attori di questo cambiamento.
Carlo Alberto Carnevale Maffé, Giuseppina Civardi
11
© ACIMGA-ARGIWhite Paper Print4Pack 2016
LA FILIERA DEL PACKAGING
Il packaging è un mondo di manufatti che,
in prima istanza, si possono distinguere in
imballaggio primario, a contatto col prodotto;
secondario, che riunisce in unità di vendita più
prodotti confezionati; terziario o da trasporto.
Ma che, in seconda istanza, è un prodotto di
filiera che coinvolge diversi componenti e
processi.
12
© ACIMGA-ARGIWhite Paper Print4Pack 2016
ANATOMIA DI UN IMBALLAGGIO: COMPONENTI E PROCESSI
Gli elementi del packaging sono davvero tantissimi e possiamo raggrupparli,
per comodità, in grandi insiemi di prodotti e processi, talvolta molto diversi
fra loro:
Materie prime e consumabili
Italianizzazione del termine inglese consumable (tipicamente inchiostri e
adesivi). Spesso avanzatissimi sul piano tecnologico, sono determinanti nel
decidere la salubrità, sicurezza e macchinabilità dell’imballaggio, nonché la
qualità della stampa. Un esempio per tutti: l’alimentarietà di un imballo è il
risultato dell’impegno di formulatori, legislatori, tecnici, analisti e decide della
salubrità del prodotto confezionato.
Figura 2: Alimentarietà e packaging flessibile
Fonte: U.S. Packaging LLC
Non rispondere ai requisiti richiesti – che coinvolgono anche il processo di
trasformazione e stampa – significa correre rischi gravi, come mostrano i noti
fatti di cronaca che hanno portato all’onore delle cronache termini fino a
prima noti solo agli specialisti, come ammine aromatiche, itx o set-off. Con
danni gravi di reputazione e il ritiro di interi lotti di prodotto.
Il dibattito che ne è scaturito è stato occasione per condividere informazioni e
conoscenze preziose, peraltro non ancora assimilate da tutti gli attori della
filiera, come ad esempio il ruolo imprescindibile di una corretta asciugatura
della stampa per evitare il passaggio di sostanze dal packaging al contenuto.
13
© ACIMGA-ARGIWhite Paper Print4Pack 2016
Macchine
Le macchine di trasformazione e di stampa determinano in buona misura
come si può effettivamente realizzare un bel progetto di packaging, con quali
tempi e costi, con che margini di profittabilità, flessibilità di output, ripetibilità
dei risultati.
Parliamo di macchine ma intendiamo meccanica + elettronica (con la seconda
sempre più determinante, e non solo in un’ottica di industry 4.0), intendiamo
cartotecnica o packaging flessibile, stampa flexo e roto, digitale o ibrida,
pensiamo ai settori di sbocco (etichettatura, imballaggio di cartone ondulato,
involucri di film plastico, astucci) per non parlare della galassia dei
componenti ed elementi integrativi: per l’alimentazione, il controllo,
l’ingegnerizzazione, o della nobilitazione, dell’integrazione di elementi
speciali e variabili.
Dalla capacità del costruttore e dalla sua interattività con i segmenti
precedenti e successivi della catena del valore dipende tantissimo del risultato
finale e, infatti, si moltiplicano i casi di collaborazione, testimoniata dalle
azioni di co-marketing promosse insieme ai produttori di inchiostri, adesivi e
vernici, processi di essiccazione, cilindri, sistemi di ispezione e controllo.
Trasformazione
La macchina è il braccio intelligente dello stampatore e del trasformatore: un
elemento della filiera troppo a lungo marginalizzato in fase di progetto, che in
realtà rappresenta il cuore della supply chain. E non tanto perché sta nella
(incomoda) posizione di mezzo, tra fornitori di materiali e utilizzatori di
packaging, spesso molto più grandi di lui, ma perché dalla sua capacità di
innovazione, proposta, realizzazione corretta e tempestiva, dipende l’effettivo
successo del prodotto-imballaggio.
Figura 3: processo di trasformazione
14
© ACIMGA-ARGIWhite Paper Print4Pack 2016
Di questa importanza, per fortuna, oggi si è più consapevoli. In questo caso
l’assenza di consapevolezza (tipicamente da parte del brand owner) può
generare vari ordini di problema: la richiesta di tipologie di packaging che non
si possono ottenere nei tempi e con le caratteristiche richieste (o non si
possono ottenere tout court); l’imposizione di tempi di consegna incompatibili
con la qualità, e talvolta la sicurezza, dell’imballaggio; l’imposizione di prezzi
incompatibili con gli aspetti rilevanti del prodotto, ecc. E troppo spesso il
converter che, per definizione, potrebbe svolgere il ruolo di collettore
intelligente di istanze, viene coinvolto come mero esecutore di un progetto
messo a punto senza neanche averlo consultato.
Comunicazione
Quando parliamo di imballaggio, la comunicazione non può prescindere da
stampa, nobilitazione, etichettatura, cross-medialità anche se in realtà la
stessa struttura del packaging o il tipo di materiale scelto già comunica
qualcosa, in positivo o negativo.
Figura 4: il packaging tra fisico e virtuale
L’innovazione in questo ambito porta con sé un’infinità di soluzioni e idee
sempre nuove, imponendo un dialogo tra competenze che si trovano lungo
tutto il processo di filiera.
15
© ACIMGA-ARGIWhite Paper Print4Pack 2016
MERCATO
I TREND IN SINTESI
In tutti i report sul mercato della stampa
emerge che da anni gli operatori vanno
riorientandosi sempre più decisamente sul
packaging, convertendo macchinari e strategie
commerciali dai precedenti settori di sbocco
(tipicamente editoria, stampa commerciale, di
cartoline ecc.). Motivo principale la rivoluzione nei
media di comunicazione innescata dalla tecnologia
digitale e il conseguente calo della domanda di
informazione stampata. Cresce invece la
domanda di stampa e di innovazione nella
stampa per il packaging.
16
© ACIMGA-ARGIWhite Paper Print4Pack 2016
TREND POSITIVI SU TUTTI I FRONTI
Le analisi di mercato riportano da più parti un momento di positività per il
segmento della stampa di imballaggi, come pure per la stessa produzione di
materiali per imballaggi. Se è vero che nel 2015 si parla di oltre 400 Miliardi
di Dollari di valore per il cosiddetto “converted packaging” (cioè per la parta
di stampa e converting), è anche vero che ci sono interessanti previsioni di
crescita a livello globale sia sul volume di materiali dedicati al packaging, sia
sui volumi di stampa (un packaging “muto” è sempre meno desiderato).
Fonte: Infotrends
Sono i Paesi emergenti che guideranno la domanda di packaging, facendo
nascere nuove opportunità sui mercati internazionali. Ma anche i Paesi
industrializzati (tra cui quelli europei) sono caratterizzati da forti modifiche
sociali e demografiche che andranno ad impattare il segmento del packaging
e di certo anche quello della sua stampa. Si pensi solo all’Italia, alla
considerazione che con i flussi migratori in atto abbiamo circa il 10% della
popolazione che conosce a stento la lingua italiana, e come questo potrà
influenzare la stampa dei packaging legati al farmaceutico, o anche al food. E
sono piccoli e isolati esempi.
17
© ACIMGA-ARGIWhite Paper Print4Pack 2016
DAL PUNTO DI VISTA DEI MATERIALI
Tornando a parlare di materiali, varie fonti indicano come la plastica rigida sia
in una fase di crescita di utilizzo misurata con un aumento del 4,4% anno su
anno. La sostituzione delle bottiglie di vetro con le bottiglie in plastica è un
fenomeno in corsa, e a questo possiamo aggiungere ciò che ha dichiarato Coca-
Cola: entro il 2020 concluderà lo switch verso la plastica, con il
completamento del proprio Plant Bottle 2.0, che farà uso al 100% di
bioplastiche.
Il flexible packaging continua la sua fase di espansione che si è confermata
negli ultimi dieci anni, pur se ultimamente con tassi di crescita leggermente
più bassi. In generale ci si aspetta una crescita vicina al 4% nei prossimi 5 anni,
con punte più alte ad esempio nei Paesi asiatici, che vedranno innalzare il loro
share dal 42% al 45% del mercato totale da qui al 2020.
Fonte: Smithers Pira
Anche il cartone ondulato e il cartone flessibile continueranno ad avere
successo in termini di utilizzo, con un incremento in metri quadri previsto del
3% circa per il folding carton e di quasi il 5% per il corrugated carton. Con
profonde trasformazioni nell’utilizzo della stampa proprio anche in quegli
imballi che sino a qualche tempo fa avevano come unico elemento di
“comunicazione” la scritta: ALTO – FRAGILE, e che oggi vedono invece l’uso
di colore, immagini, personalizzazione.
18
© ACIMGA-ARGIWhite Paper Print4Pack 2016
INTEGRAZIONE E VALORE AGGIUNTO
Materiali diversi a seconda degli usi e tecnologie di stampa convergono verso
l’integrazione piuttosto che la competizione.
Lo dimostrano i dati con cui stanno rapidamente diffondendo le installazioni
di macchine da stampa ibride. Delle 80 presenti a metà 2016, circa 30 sono
state installate proprio nell’arco del solo 2016. Le necessità dei clienti si
soddisfano appieno dando risposte sia alla classica domanda di costi contenuti
e altissima produttività, sia alla nuova domanda di prodotti innovativi e
“unici”.
Oggi l’offerta dei manufacturer propone linee integrate che combinano
stazioni di stampa flexo a stazioni di stampa digitale inkjet di alta qualità, a
stazioni di nobilitazione. L’ultima edizione di drupa ha proprio messo in
evidenza molte novità in questo senso, molte sinergie tra produttori con
specializzazioni nei diversi segmenti, e tutto lascia presagire che per il 2018,
in occasione di Print4All, ci saranno ulteriori passi in avanti.
Il recente studio condotto in Italia da Acimga e Argi in occasione di Print4Pack
ha definito una lista dei valori aggiunti che attualmente la tecnologia può
portare alla stampa su packaging, oggetto del prossimo capitolo dove si
confermerà la centralità del printing e del converting per l’innovazione nella
produzione di packaging.
19
© ACIMGA-ARGIWhite Paper Print4Pack 2016
GLI ELEMENTI A VALORE AGGIUNTO NEL PACKAGE PRINTING
Innovare, offrire valore aggiunto, fare del
package uno strumento di engagement. Obiettivi
che possono essere raggiunti conoscendo le
propensioni dei mercati di sbocco e dei canali di
vendita, avendo a disposizione le più innovative
tecnologie offerte dal mercato. E che il Gruppo di
Lavoro Acimga-Argi ha tradotto in una Mappa
Sinottica per una più facile
interpretazione.
20
© ACIMGA-ARGIWhite Paper Print4Pack 2016
PACKAGE PRINTING A VALORE AGGIUNTO
Dalle pagine precedenti sono emersi in maniera evidente alcuni aspetti per cui la
stampa e il converting risultano particolarmente rilevanti nel ciclo di vita di un
prodotto di packaging, ed ancora di più durante la sua fase di “esposizione” al
potenziale acquirente.
Ma quali sono le soluzioni implementabili nel processo di stampa di un packaging
che più di altre creano questo ‘engagement’ del consumatore finale? Quali sono i
vantaggi che queste soluzioni a valore aggiunto portano?
Acimga e Argi hanno lavorato insieme per creare una mappa che con semplicità
possa essere una guida al corretto utilizzo delle soluzioni a valore aggiunto che la
tecnologia mette a disposizione.
Un vademecum, nato da ricerche fatte su Fornitori, Converter e Stampatori, End
User, che evidenza quali sono gli elementi di valore aggiunto maggiormente
apprezzati e utili nei diversi segmenti merceologici per cui il packaging è studiato
e prodotto.
Il primo lavoro affrontato dal gruppo è stato quello di identificare 6 temi, da tutti
riconosciuti come elementi che abilitano le caratteristiche di ‘smart packaging’
attraverso il processo di printing.
Il secondo step è quello di comprendere e condividere come il medesimo
argomento di valore aggiunto non sia trasversale alle diverse applicazioni, ma
possa assumere rilevanza più o meno importante in funzione del mercato di
sbocco del package, o del canale con cui il package viene distribuito.
Il risultato finale una matrice (Mappa Sinottica) che ha come righe i ‘MERCATI’
e i ‘CANALI’ cui sono destinati i prodotti nel loro packaging e che ha come colonne
in sei argomenti a valore aggiunto.
GLI ELEMENTI A VALORE AGGIUNTO:
Packaging design
La progettazione di un packaging è il momento più articolatao e vissuto da
parte del brand owner. In questa fase si mette in gioco gran parte del successo
prodotto, ma soprattutto si mettono in gioco e condizionano costi di
produzione, possibilità di ottimizzazione degli approvvigionamenti,
compliance a regole e norme, facilità o difficoltà di produzione, facilità di
replicabilità del packaging, possibilità di delocalizzazione della produzione, e
tante altre argomentazioni che impattano sia sui costi sia sui successi dei
ricavi. E anche sul posizionamento del brand.
La stampa del packaging si posiziona a valle del processo progettuale inteso
come scelta delle forme, dei materiali, dei sistemi di apertura e chiusura del
packaging, ma non per questo può essere ignorata, anzi una progettazione
oculata anche per quanto riguarda le soluzioni e gli effetti che la stampa
produrrà sulla confezione è un argomento fondamentale. Soprattutto oggi che
21
© ACIMGA-ARGIWhite Paper Print4Pack 2016
le soluzioni e le tecnologie di stampa possono offrono una variabilità di
soluzioni sempre più ampia e alla portata di tutti.
Il Packaging Design “printing oriented” è la progettazione che tiene conto sin
dall’inizio di come la confezione finita dovrà interloquire con il consumatore
(spazi dedicati ai messaggi stampati) e di come dovrà emozionare il
consumatore (spazi dedicati agli effetti di stampa speciali).
Nobilitazione
La nobilitazione degli stampati è una chiave di lettura delle esigenze del
consumatore moderno. In sintesi consente a chi la introduce nela stampa del
proprio packaging di potersi differenziare dal resto del mercato e di aprirsi a
nuove nicchie di consumatori.
Il settore della nobilitazione dei packaging è in costante crescita e alla base di
questo andamento ci sono diversi fattori. Tra questi rientrano i risultati di
alcune ricerche che testimoniano come l’80% degli acquisti di oggi viene
effettuata d’impulso. In ogni attività di comunicazione serve andare a
colpire la sfera emozionale e personale dell’utente. Colpire la sfera emozionale
e personale significa attivare i sensi del destinatario del nostro messaggio. La
nobilitazione può trasformare un semplice package in uno stimolatore
sensoriale. Grazie alla straordinaria capacità di veicolare esperienze diverse –
vista, tatto, udito, gusto e olfatto – e incrementare in tal modo l’impatto del
brand di oltre il 70% (Millward Brown, Brand Sense research). La
stimolazione simultanea di più sensi favorisce la memorizzazione e il recupero
di maggiori informazioni contribuendo in tal modo ad aumentare l’efficacia
della comunicazione del brand.
Gli enormi progressi nella ricerca di materiali, inchiostri, soluzioni di stampa
tradizionale e digitale rendono possibili variegate formule di nobilitazione,
ciascuna delle quali può al meglio adattarsi ai diversi mercati di sbocco.
Anticontraffazione
Anticontraffazione e stampa del packaging costituiscono un abbinamento
importante, che deve essere considerato anche alla luce delle sempre più
numerose possibilità di gestire tecniche di riconoscimento di prodotti
contraffatti attraverso le diverse tecnologie di stampa e attualmente anche
attraverso l’utilizzo della interattività tra supporto stampato (carta o altro
materiale) e l’on-line.
Tecniche una volta usate per le carte valori o per i Ticket Restaurant (di fatto
delle banconote visto l’uso che se ne fa genericamente come buono acquisto in
supermercati o negozi) oggi sono disponibili in modo facile ed economico
grazie alla evoluzione delle connessioni offline-online. È sufficiente ad
esempio riprendere con il proprio smartphone il prodotto che si sta
acquistando e se la stampa del packaging ha un QR-CODE o meglio ancora un
sistema di Watermark Digitale, ecco che immediatamente ci si può connettere
al portale del brand owner che ci dirà se il prodotto è originale o meno. Tante
sono le soluzioni, ma tutte basate sulla stampa di “qualcosa” sul packaging. Il
mercato della stampa su packaging per anticontraffazione include quindi
22
© ACIMGA-ARGIWhite Paper Print4Pack 2016
innovative soluzioni elettroniche e di software, diventando anello di
congiunzione tra il packaging e l’on-line.
Per il mercato del packaging anti-contraffazione si stima una crescita attorno
al 13,5% anno su anno entro il 2020, quando si presuppone che il giro di affari
legato a questo tema sarà di oltre 150 miliardi di dollari. I settori più
interessati agli imballaggi anti-contraffazione sono cibo e bevande, prodotti
farmaceutici e sanitari, industriali e automotive, beni di consumo durevoli e
abbigliamento e accessori.
Personalizzazione
La personalizzazione della stampa di un packaging rientra in un più generale
fenomeno che è legato ai cambiamenti di comportamento del consumatore.
Oggi il consumatore è fortemente portato a gradire informazioni, messaggi,
contenuti, che siano il più vicino possibile alle proprie necessità, ma anche
attitudini, passioni, preferenze in genere. Questo fenomeno ha vissuto e sta
vivendo forti accelerazioni andando gradualmente a evidenziarsi nei più
diversi settori e momenti della vita stessa del consumatore. Si è passati dal
desiderio di ricevere una lettera di Direct Mail fortemente personalizzata, alla
voglia di avere un libro con la copertina con scritto il proprio nome, alla
personalizzazione della cover del proprio telefonino o al desiderio di avere una
confezione di Muesli con dedica alla propria mamma o al proprio fidanzato.
Oppure si può parlare di personalizzazione citando quanto fatto da Coca Cola
con la campagna delle etichette con i nomi di persona o di Ferrero con la
Nutella personalizzata o con etichette a cluster che riportano modi di dire della
regione in cui la confezione viene poi distribuita.
La stampa a dati variabili è stimata in crescita del 16% anno su anno da qui al
2020, quando raggiungerà un valore di turnover prossimo ai 22 miliardi di
dollari. Questo trend è principalmente guidato da una forte crescita della
domanda, in particolare nel settore farmaceutico, food & beverage.
Connettività
Nel mondo dell’Internet of Things o, come cita un big brand dell’Information
Technology, nell’Internet dell’EveryThings anche il packaging non può
rimanere escluso da un trend che lo vede sempre più elemento in grado di
dialogare con quanto lo circonda.
Se pensiamo ai più recenti sviluppi nel mercato degli elettrodomestici, sono
ormai prodotti quasi abituali quei frigoriferi in grado di controllare lo stato
delle scorte e di collegarsi in remoto, in maniera automatica, con il
supermercato online o con Amazon Primenow per rifornirsi delle scorte
mancanti. Il packaging di un farmaco di un paziente cronico che non può
rimanere senza dosi giornaliere non potrebbe fare, nel prossimo futuro,
altrettanto?
Secondo Gartner Group il numero di dispositivi connessi a fine 2015 era di 4,9
miliardi. Il numero di oggetti connessi nel 2020 è previsto possa essere vicino
ai 25 miliardi. E tra questi ci saranno sicuramente dei packaging di prodotto.
La connettività di un packaging è la fonte di nuovi servizi che il brand owner
può rendere disponibili ai propri consumatori, al di là del prodotto veicolato
23
© ACIMGA-ARGIWhite Paper Print4Pack 2016
all’interno del packaging. Connessioni per fornire informazioni aggiuntive
non possibili da stampare all’esterno od all’interno della confezione, o per il
collegamento a istruzioni in multilingua, difficilmente rappresentabili ad
esempio in un unico bugiardino di una confezione farmaceutica.
Le tecnologie con cui stampare elementi di connettività sono le medesime
utilizzate sino ad oggi, che si devono integrare al meglio con l’uso di inchiostri
speciali (a volte, ma non necessariamente) e che devono garantire consistenza,
durata e qualità sul materiale usato come supporto di stampa.
Sostenibilità
L’argomento sostenibilità è un punto focale nella lista degli elementi a valore
aggiunto per un packaging. Lo è certamente per tutte quelle parti che
riguardano la sua filiera produttiva, dalla estrazione della materia prima al
fine uso e riciclo, ma lo è anche nella sua naturale interazione con le modalità,
i materiali e i processi che ne permettono l’accoppiamento e la stampa.
Vi è poi un altro fattore a favore della sostenibilità: il rinnovamento dei
processi produttivi tesi a automatizzare e ottimizzare la produzione riduce
riduce gli scarti e le emissioni facendo sì che il settore della stampa
contribuisca anche in fase di produzione alla sostenibilità complessiva del
packaging.
Nella fase della stampa su un packaging Il valore aggiunto della sostenibilità è
dato dalla combinazione tra evoluzione delle macchine da stampa, ricerca
nell’abbattimento dei consumi energetici e delle emissioni, combinazione con
l’uso di inchiostri a basso impatto ambientale, sino alle scelte eco-compatibili
decise nei siti produttivi delle aziende di stampa (fotovoltaico, certificazioni
ambientali, ecc).
Di seguito i mercati verso i quali si sono studiate e valutate le percezioni di
importanza di ogni singolo elemento a valore aggiunto inserito nella mappa
sinottica:
MERCATO DI SBOCCO Tipologia di packaging considerato
PUNTO VENDITA Shopper, Scatole Prodotto, POP
FARMACEUTICO Blister, Film, Astucci, Etichette
LUXURY Box Rigidi, Etichette, Shopper
COSMETICA Astucci, Etichette, Shopper
FOOD & BEVERAGE Imballaggio flessibile, Etichette,
Contenitori, Vassoietti
LOGISTICA Cartone Ondulato, Etichette
La Mappa Sinottica è stata realizzata attraverso interviste e tavoli di
discussione e ha portato ad una sintesi espressa attraverso giudizio di voto
compreso tra 1 e 5.
24
© ACIMGA-ARGIWhite Paper Print4Pack 2016
Ogni cella della Mappa rappresenta pertanto la valutazione di importanza che
assume ciascuno degli elementi di valore aggiunto che la stampa può dare al
packaging in uno specifico mercato di sbocco e di riferimento.
Un valore pari ad “1” significa che quel particolare elemento pensato come
valore aggiunto per la stampa di un packaging è poco percepito come reale
valore aggiunto al packaging.
Un valore pari a “5” significa che l’applicazione di quel particolare elemento di
valore aggiunto nella soluzione di stampa del packaging viene invece percepita
come reale e importante elemento di soddisfazione ed ‘engagement’.
LA MAPPA
25
© ACIMGA-ARGIWhite Paper Print4Pack 2016
I CASE STUDY RACCONTATI ATTRAVERSO PRINT4PACK
Il valore aggiunto che la stampa del packaging può
dare al prodotto e al brand owner è stato il focus delle
due giornate di dibattito di Palermo, dove si è parlato di
filiera intesa come percorso necessario per l’innovazione.
Una filiera che deve parlarsi da monte a valle. Con
l’interessante prospettiva di mettere il brand
owner a monte e il produttore di tecnologia a
valle
26
© ACIMGA-ARGIWhite Paper Print4Pack 2016
THE PRINT4PACK CONFERENCE
A fine settembre 2016, a Palermo, oltre 250 partecipanti tra stampatori, fornitori
e brand owner provenienti da Europa, Medio Oriente e Africa (bacino del
Mediterraneo) e Stati Uniti si sono incontrati per discutere, imparare e esplorare
la filiera della stampa di packaging.
L’apertura dei lavori
L’evento è stato organizzato da Acimga e Argi con il supporto di ICE-Agenzia per
ragionare insieme di tendenze, prodotti e imballaggi e per favorire il confronto
tra l’intera catena di produzione-consumo del packaging e il contatto diretto tra
fornitori e buyer. Operatori e buyer provenienti dall’Italia e dai Paesi del bacino
del Mediterraneo (Egitto, Libia, Tunisia, Marocco, Algeria, Iran, Turchia, Cipro)
e dagli Usa, grazie al coinvolgimento delle agenzie dell’ICE hanno partecipato
all’evento, supportato dagli sponsor OMET, UTECO, HP, Xeikon, Grafikontrol,
I&C-Gama e Printgraph.
Le presentazioni della conferenza di Palermo hanno coperto le principali
tendenze che stanno riguardando l’industria dell’imballaggio: dalla necessità per
i brand owner di governare l'efficienza della produzione alla necessità per gli
stessi di studiare e implementare innovativi metodi di produzione, l'impatto dei
big data, così come le tendenze social che stanno influenzando le decisioni di
acquisto da parte dei consumatori. Queste discussioni sui trend sono poi state
accompagnate nelle tavole rotonde da esempi di soluzioni di imballaggio.
Nel suo discorso di apertura, il professor Carlo Alberto Carnevale Maffè, della
School of Management Bocconi di Milano ha esaminato la necessità emergente
di trasmettere messaggi significativi avendo a disposizione grandi dati sui
consumatori e informazioni sui packaging.
27
© ACIMGA-ARGIWhite Paper Print4Pack 2016
I big data possono essere usati e convertiti in efficaci indicatori per le soluzioni
grafiche di packaging. Questa la chiave per il successo nel mercato del packaging
di oggi. Carnevale Maffè ha poi paragonato l'impatto che i big dIata stanno
portando sul tema dell’imballaggio alla rivoluzione causata dalla invenzione di
Gutenberg della stampa. "La transizione che vediamo qui oggi è quello che io
chiamo l'effetto Steve Guten-Jobs," ha detto. "Questo è quanto mette più in
evidenza come la tecnologia dell'informazione sta oggi interessando anche
l'imballaggio".
Figura 5: Steve Guten-Jobs
Fonte: Carnevale Maffè
Il messaggio chiave per partecipanti all'evento era semplice: incontrare le
esigenze dei clienti richiede un brand value chiaro e incisivo. Queste esigenze
saranno soddisfatte affrontando la domanda di attenzione al fenomeno della
sostenibilità e nel contempo usando un linguaggio visivo (nella stampa) che sia
influenzato e utilizzi la grande mole di informazioni e dati disponibili sui
consumatori. Mettere assieme e soddisfare queste esigenze si tradurrà nel
raggiungimento dei consumatori attraverso un corridoio priviliegiato o nel loro
ingaggio on-line per i loro acquisti su Internet.
Nel frattempo, l'imballaggio è comunque una scienza saldamente ancorata ad
aspetti che interessano la varietà e la gamma di tecnologie di produzione
tematiche affrontante nel prosieguo dei lavori.
Marco Sachet dell'Istituto Italiano Imballaggio ha messo in relazione argomenti
legati alla scienza dei materiali e delle tecnologie, mentre le innovazioni nella
stampa e le tendenze della tecnologia sono stati il focus dell’intervento di Ron
Gilboa di InfoTrends.
28
© ACIMGA-ARGIWhite Paper Print4Pack 2016
Nella sua relazione sulla scienza dei materiali, Marco Sachet ha rafforzato la
necessità di innovazione nei materiali di confezionamento per soddisfare le
esigenze dei consumatori per il riciclo, la freschezza degli alimenti, e la percezione
del valore. Ulteriori elementi chiave che i brand owner stanno monitorando con
particolare attenzione sono le emissioni di carbonio e le componenti che incidono
su di esso.
L’intervento di Marco Sachet
Marco Sachet citando il case study di Barilla ha sottolineato il valore
dell’impronta ecologica e del carbon footprint nel processo produttivo e la quota
attribuita al confezionamento. Secondo lo studio di Barilla, il packaging
rappresenta il 14% dell’impatto ecologico e contribuisce per il 17% al carbon
footprint inerente la produzione di prodotti della società. Anche se l'imballaggio
ha un impatto minore rispetto alla fabbricazione del prodotto primario, la parte
di produzione del packaging è un argomento chiave su cui le marche stanno
cercando di intervenire per ridurre il loro impatto ambientale, spesso grazie a
soluzioni più efficaci dal punto di vista del riciclaggio dei materiali, o con la
riduzione del peso, sempre mantenendo però l’attenzione a non penalizzare la
comunicazione visiva che il packaging esprime.
29
© ACIMGA-ARGIWhite Paper Print4Pack 2016
Figura 6: Impatto ambientale del ciclo produttivo
Fonte: Barilla
L'innovazione nella scienza dei materiali va di pari passo con l'innovazione
tecnologica. Questo è quanto abbiamo potuto cogliere dalla presentazione a cura
di InfoTrends. Durante la quale si sono via via affrontate e descritte le diverse
tecnologie di stampa e di come queste consentano oggi di stampare su nuovi
materiali in grado di soddisfare il desiderio dei brand owner per la sostenibilità,
la sicurezza, e la comunicazione visiva efficace.
L'innovazione nell'imaging analogico, per esempio, ha permesso di raggiungere
risoluzioni di stampa per imballaggi flessibili di circa 200 linee per pollice. Allo
stesso tempo, una migliore fedeltà dei colori ha permesso alla stampa CMYK di
raggiungere un gamut colore tipicamente raggiunto precedentemente solo
utilizzando sei o più colori. Inoltre, i tempi di preparazione macchina, di messa a
punto per la registrazione e di gestione della stampa sono stati ridotti in modo
significativo rispetto a pochi anni fa, portando ulteriori vantaggi in termini di
costi. Questi progressi, combinati con l’innovazione nella costruzione di sistemi
di stampa ibridi e integrati, hanno
permesso che stampa e laminazione
possano essere eseguite in un unico
dispositivo, riducendo il tempo necessario
per la produzione e consentendo ai brand
owner maggiori flessibilità nella
produzione e nel go-to-market,
facilitandoli così nel raggiungere i
consumatori in base alla domanda del mercato. Semplificando il workflow di
lavorazione e non dovendo vincolare a differenti e asincrone fasi di lavorazione.
30
© ACIMGA-ARGIWhite Paper Print4Pack 2016
Figura 7: Conventional Package Printing Technology
Fonte: Infotrends
Alla continua innovazione che la tecnologia convenzionale sta sviluppando per il
package printing, si aggiunge quella portata dalla crescente gamma di tecnologie
digitali oggi disponibili per la stampa di etichette e packaging. Sistemi di stampa
basati su tecnologia elettrofotografica laser o a getto d'inchiostro che consentono
ancora maggiore flessibilità nel rispondere alle esigenze dei brand owner che
possono così raggiungere i propri clienti in modo efficace, just in time grazie alla
stampa locale, e con soluzioni di personalizzazione del packaging che favoriscono
l’avvicinarsi anche di nuove generazioni di consumatori. Questi sistemi sono
attualmente disponibili per convertitori di etichette, cartoni pieghevoli,
imballaggi flessibili e cartoni ondulati.
Figura 8: Digital Printing per il Packaging
Fonte: Infotrends
31
© ACIMGA-ARGIPuoi anche leggere