White paper Il libro bianco del package printing - Gennaio 2017 - Print4All Conference
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White Paper Print4Pack 2016 White paper Gennaio 2017 Il libro bianco del package printing © ACIMGA-ARGI
White Paper Print4Pack 2016 Il Libro Bianco del Package Printing IN COLLABORAZIONE CON Istituto Italiano Imballaggio InfoTrends Studio Ambrosetti 4IT Group Versione 1.0 – Gennaio 2017 @ ACIMGA - ARGI _________________________________________________________ Contributi alla realizzazione della pubblicazione: Enrico Barboglio, Andrea Briganti, Carlo Alberto Carnevale Maffé, Giuseppina Civardi, Marco Sachet, redazione Converting magazine Pubblicato a conclusione dell’evento Print4pack Conference (Palermo 19-20 settembre 2016) organizzato da Acimga e Argi con il supporto di ICE-Agenzia e Ministero dello Sviluppo Economico Si ringraziano i partecipanti al Gruppo di Lavoro Acimga – Argi: Gianni Amendola; Enrico Barboglio; Paolo Bellocchio; Claudia Benelli; Ignazio Binetti; Valter Bonafin; Andrea Briganti; Andrea Caselli; Giorgio Centola; Giuseppina Civardi; Mario Gazzani; Paolo Grasso; Alessandra Isella; Claudio Moiraghi; Enrico Monteverdi; Giampaolo Morandi; Luigi Rescaldani; Marco Sachet; Bruno Zaghis © ACIMGA-ARGI
White Paper Print4Pack 2016 Sommario INTRODUZIONE.................................................................................................. 1 PER UN DIALOGO DI FILIERA ...................................................................... 1 PACKAGING & PRINTING.................................................................................... 2 DARE VOCE AL PACKAGING: QUESTIONE DI… PRINTING ............................... 2 IL PACKAGING VA DOVE VA IL CONSUMATORE ........................................... 4 UN PACKAGING SEMPRE PIÙ SMART ......................................................... 8 LA FILIERA DEL PACKAGING...................................................................... 12 MERCATO ....................................................................................................... 16 I TREND IN SINTESI .................................................................................. 16 GLI ELEMENTI A VALORE AGGIUNTO NEL PACKAGE PRINTING .............................. 20 PACKAGE PRINTING A VALORE AGGIUNTO ................................................ 21 I CASE STUDY RACCONTATI ATTRAVERSO PRINT4PACK ....................................... 26 CONCLUSIONI ................................................................................................. 36 CONSIDERAZIONI FINALI ..........................................................................37 RACCOMANDAZIONI ...............................................................................37 I PROTAGONISTI DELL’EVENTO ......................................................................... 39 Indice delle figure FIGURA 1: AMAZON E IL FRESH FOOD ................................................................................... 11 FIGURA 2: ALIMENTARIETÀ E PACKAGING FLESSIBILE.........................................................13 FIGURA 3: PROCESSO DI TRASFORMAZIONE ........................................................................14 FIGURA 4: IL PACKAGING TRA FISICO E VIRTUALE................................................................15 FIGURA 5: STEVE GUTEN-JOBS............................................................................................... 28 FIGURA 6: IMPATTO AMBIENTALE DEL CICLO PRODUTTIVO............................................. 30 FIGURA 7: CONVENTIONAL PACKAGE PRINTING TECHNOLOGY ........................................31 FIGURA 8: DIGITAL PRINTING PER IL PACKAGING ................................................................31 FIGURA 9: ESEMPI DI SLEEVE UTILIZZATI PER COCA-COLA................................................. 32 FIGURA 10: ILLY CAFFÉ PACKAGING ...................................................................................... 33 FIGURA 11: CAMPAGNA AR WEB-BASED PER ILLY CAFFÈ ................................................. 33 FIGURA 12: MONDELEZ FONZIES SNACK RACK ................................................................... 34 FIGURA 13: CAMPAGNA SOCIAL MEDIA FONZIES ............................................................... 35 © ACIMGA-ARGI
White Paper Print4Pack 2016 INTRODUZIONE PER UN DIALOGO DI FILIERA La merce senza packaging non circola; dovremmo quindi considerare l’imballaggio un’infrastruttura invece che una commodity – afferma Carnevale Maffé nel suo contributo a questo Libro Bianco. Di più, la merce senza packaging non “parla” e questa funzione dell’imballo di essere mezzo di comunicazione ne moltiplica l’importanza in misura esponenziale, indicando al contempo la rilevanza dei componenti cosiddetti accessori, come l’etichetta e la stampa della confezione. Tanto dal punto di vista strutturale quanto comunicativo l’imballaggio è un manufatto complesso, con una forte interconnessione dei vari elementi che lo costituiscono e relazioni strette sia con il bene contenuto sia con gli altri anelli della catena del valore. In gioco, una molteplicità di elementi – ciascuno con un proprio mondo di tecnologia, know how, esperienze – che parte dai fornitori di materiali per comprendere costruttori di macchine e consumabili, designer e creativi, provider di servizi e logistica, imprese utilizzatrici, il retail e, buon ultimo, il consumatore. Ed è proprio il consumatore, con i suoi orientamenti e comportamenti d’acquisto, a influire – oggi come non mai – sugli attori a monte della filiera, imponendo la revisione costante del prodotto e del suo packaging, e una sempre maggior interconnessione dei vari elementi. Per servire questo consumatore il packaging ormai svolge sempre più funzioni e di conseguenza la sua creazione e produzione coinvolge più soggetti che devono condividere conoscenze, punti di vista e aggiornamenti tecnologici. Il costo del mancato dialogo può essere molto alto: si va dalla “semplice” inefficienza del processo produttivo con conseguenti costi economici e allungamento del time-to- market, all’abbassamento della qualità della confezione e dell’immagine di marca; dall’incapacità dei fornitori di trovare le soluzioni tecniche utili a raggiungere gli obiettivi del committente, fino ai potenziali problemi di sicurezza e salute del consumatore – come insegnano, tipicamente, i casi di migrazione di sostanze dannose dal packaging al contenuto. Il dialogo fra operatori, soprattutto fra cliente e fornitore diretto, lo sappiamo, non è facile. Ma se è vero che ogni cammino inizia con un passo, nella nostra direzione più di un passo è stato già compiuto, per esempio sul versante legislativo e delle pratiche di buona fabbricazione, con risultati molto incoraggianti. Il convegno Print4pack, di cui questo Libro Bianco rappresenta una sintesi ragionata, è andato proprio in questa direzione con un format che si è naturalmente costruito sotto la spinta partecipativa delle aziende associate ad Acimga e Argi, aggregatesi per questo lavoro con un obiettivo comune: mettere a disposizione dell’intera filiera del Package Printing una piattaforma di studio, dibattito, relazione, facilitazione di accesso alla innovazione industriale e grafica. Enrico Barboglio e Andrea Briganti 1 © ACIMGA-ARGI
White Paper Print4Pack 2016 PACKAGING & PRINTING DARE VOCE AL PACKAGING: QUESTIONE DI… PRINTING Ve lo immaginate un pacchetto di patatine senza pacchetto? E un pacchetto senza immagini, marchio, pay-off, ingredienti, tabella nutrizionale, stabilimento di produzione, data di scadenza…? E senza QR code multimedia, bar code di tracciabilità, RfId di logistica, elementi anticontraffazione…? 2 © ACIMGA-ARGI
White Paper Print4Pack 2016 Due sono i principi generali che ruotano attorno al tema dell’imballo. Primo: la merce senza packaging non “circola”. E questo è un argomento fondamentale per tutta quella scienza e tecnologia che determina le attività di preparazione e produzione dell’imballo, di scelta del materiale e della forma, di dosaggio e confezionamento del contenuto. Secondo: la merce senza packaging non “parla”. Un aspetto che potenzia il ruolo dell’imballo evidenziando il compito non secondario di alcuni componenti, come l’etichetta e la stampa della confezione. Dare voce al packaging significa creare una connessione emozionale e interattiva con il consumatore. Emozione e interazione sono gli elementi base che stanno oggi in ogni campagna di comunicazione, indipendentemente dal medium usato. Se non ci credete date uno sguardo al video rilasciato dalla associazione industriale grafica australiana che potete trovare cliccando sulla foto LA STAMPA EMOZIONA E CREA INTERAZIONE Come si generano emozione e interazione con un packaging? Con la stampa! Cioè in quella fase del processo di preparazione di una confezione di prodotto che si integra con tutte le altre componenti di processo (dosaggio, misurazione, riempimento, sigillatura, palettizzazione). La stampa ha una propria specificità di ruolo nella filiera, grazie alla specializzazione e unicità delle tecnologie utilizzate, siano esse di tipo analogico o digitale o ibrido. Le tecnologie di Stampa e di Converting sono dunque le protagoniste assolute della evoluzione del packaging pronto a diventare “smart”: un imballaggio “intelligente” e “attivo” che proprio grazie all’impiego delle varie tecnologie oggi disponibili, interagisce con il prodotto contenuto per monitorarne la storia e lo stato, e con i consumatori per permettere il dialogo biunivoco fra il brand owner e ciascun singolo individuo. 3 © ACIMGA-ARGI
White Paper Print4Pack 2016 IL PACKAGING VA DOVE VA IL CONSUMATORE Il packaging va dove indica il consumatore. Un consumatore sempre più individuato, informato, esigente, “verde”, attivo e relazionale. Principe di quel neo-umanesimo dei consumi che qualifica la nostra epoca post- moderna, post-storica, post-democratica... che indica sempre più chiaramente cosa si profila dopo il “post”. 4 © ACIMGA-ARGI
White Paper Print4Pack 2016 COME TU MI VUOI Le analisi dei consumi, condotte per monitorare il flusso delle culture e dei comportamenti nelle varie aree del mondo, indicano alcune tendenze che, variamente declinate, svolgono il ruolo di “meta driver”. In altre parole, se da un lato gli studi qualitativi mostrano grandi differenze di atteggiamento e giudizio verso il packaging, dall’altro evidenziano alcuni valori condivisi. Comunque vengano tradotti in pratica nei singoli Paesi e nelle diverse circostanze, o interpretati nelle varie classi di censo, alfabetizzazione ed età, ecco alcuni trend da cui aziende, progettisti e ricercatori non possono prescindere QUANDO SOSTENIBILITÀ SIGNIFICA MENO PACKAGING A lungo utilizzato come mero argomento (talvolta pretestuoso) di vendita, l’eco-compatibilità è diventata un requisito imprescindibile di qualsiasi imballaggio. Lo dobbiamo a diversi fattori, fra cui l’orientamento delle legislazioni nazionali e internazionali – nello specifico europeo influenzate dalla sensibilità più avanzata dei Paesi del Nord – e il reale interesse che l’ecologia riveste per le nuove generazioni, praticamente in tutto il mondo. Dai millennials “in giù” la tutela della Terra, delle sue risorse e dell’equilibrio uomo-ambiente assume spesso la valenza di Ideale che si traduce in parole d’ordine ormai note: Riciclo Raccogliere e riciclare (o riusare) il packaging a fine vita significa tenere pulito il pianeta, tutelare la bellezza delle spiagge e la salvaguardia dei mari. Le aziende virtuose, che usano imballaggi eco compatibili saranno dunque premiate dalla società civile e questo trend, conferma qualsiasi indagine di mercato, va rafforzandosi sempre più. Biodegradabilità Quintessenza della naturalità, fa rima con compostaggio e, nell’aspettativa dell’opinione pubblica, deve potersi trasformare in terriccio. Ma attenzione a non perdere di vista l’essenziale: l’imballaggio nasce per proteggere un bene e consentirne lo spostamento nello spazio e nel tempo, procrastinandone il consumo rispetto al momento della produzione. Lotta allo spreco di prodotto Era il tema ispiratore di Expo 2016 che ha fatto da cassa di risonanza a un orientamento già esistente e da volano a una rivalutazione in positivo dell’imballaggio nel senso comune. La società civile ha potuto toccare con mano come packaging più efficaci ed efficienti possano contribuire in misura rilevante a evitare perdite e sprechi di alimenti. 5 © ACIMGA-ARGI
White Paper Print4Pack 2016 QUANDO LA SOCIETÀ CAMBIA E CHIEDE PIÙ PACKAGING Diverso, ma altrettanto stringente, il discorso relativo ai cambiamenti sociali che si impongono come dato di fatto, con riflessi rilevanti sulla vita della comunità e del cittadino. L’aumento dei single, e più in generale la riduzione del nucleo familiare, è forse il caso più citato di fenomeno sociologico con ricadute sul packaging. Commercializzare prodotti in dosi piccole, infatti, non solo moltiplica la quantità di imballi dedicati (che, in proporzione, costano di più) ma richiede anche una comunicazione dedicata, un’esposizione diversa sul punto vendita e genera più rifiuti da smaltire. La personalizzazione che oltrepassa l’occasione della ricorrenza per investire ogni singolo imballaggio è un fenomeno dirompente, reso possibile dallo sviluppo della tecnologia digitale. Dopo aver interessato innumerevoli aspetti e passaggi della catena del valore, oggi il digitale genera le novità più eclatanti sul piano della comunicazione multimediale, dove la confezione fa da tramite (interattivo) fra marca e consumatore. E qui più che mai vince la collaborazione di filiera. Il servizio. I packaging che offrono funzioni aggiuntive a quelle tradizionali vanno moltiplicandosi. Sono interessate le chiusure (e le riaperture, tipicamente la “pelabilità” della busta di porzionato), l’erogazione e il dosaggio, l’antieffrazione, la comunicazione (sul prodotto e sul suo utilizzo), la tracciabilità e l’anticontraffazione. Si tratta di un universo intero che impegna l’industria in uno sforzo costante di ideazione, sviluppo e applicazione e che offre un plusvalore spesso determinante. Un esempio per tutti: le nuove modalità per l’assunzione dei farmaci, nate da idee innovative di confezione facile da usare e che permette a chiunque, anche se con facoltà depotenziate, di capire a colpo d’occhio se sta facendo correttamente la cura o ha dimenticato di prendere la pastiglia. QUANDO SI PERDE DI VISTA L’ESSENZIALE “C’era una volta una società senza packaging…” No, non ha senso. Si torna all’età della pietra. “C’era una volta un’azienda molto attenta agli orientamenti del consumatore e intenzionata a fare le cose sul serio, proponendo non solo prodotti di qualità ma anche confezioni belle e buone…”. Ok, così va meglio. “Il suo impegno sul fronte dell’eco-compatibilità si è tradotto in un packaging realizzato con materie prime di origine naturale, trasformate in un ciclo industriale virtuoso anche dal punto di vista energetico, con una carbon footprint ottimale”. Perfetto! “Il lancio è stato un successo e della piccola azienda, fino a quel momento sconosciuta, hanno parlato tutti, anche a livello internazionale. Fino a quando, poco tempo dopo, la caduta inattesa e rovinosa…. Il materiale con cui è stato realizzato il contenitore era biodegradabile e compostabile, con un ciclo di vita più breve di quello del prodotto contenuto. Di più, la sua permeabilità al 6 © ACIMGA-ARGI
White Paper Print4Pack 2016 contenuto generava delle perdite e le unità di vendita, dopo un po’, non erano più del tutto piene. Il prodotto è stato ritirato dal mercato e il progetto rifatto”. Questa è una storia di fantasia, inventata per far capire ai ragazzi delle scuole una verità fondamentale: si può inventare il packaging più bello, innovativo, ecologico e amichevole del mondo, ma se non svolge la sua funzione primaria di protezione o non serve a nulla o è dannoso. LA RISPOSTA DELLE IMPRESE Le ricadute di questi orientamenti sulla filiera del packaging sono evidenti e significative e l’elenco degli esempi, anche solo i più noti, sarebbe troppo lungo. Possiamo solo accennare a un aspetto trasversale dell’innovazione. In base all’aureo principio che ogni cosa ha il suo rovescio, tradurre in pratica le richieste del mercato crea nuove opportunità ma anche nuovi problemi e “fare la quadra” non è sempre facile. Anche perché il cittadino non è sempre consapevole che un film biodegradabile magari non può essere trasparente, se deve essere 100% salubre magari perde in elasticità, e così via. La quadratura del cerchio è più semplice quando la sostenibilità ambientale si sposa con la sostenibilità economica incarnandosi, ad esempio, in processi che consumano meno energia o nella possibilità di “fare di più con meno” (e il packaging diventa sempre più sottile e leggero). Lo stesso accade se l’output del riciclo è un bene di valore o quando una confezione ad alto tasso di servizio “spacca” e inaugura nuove gestualità e abitudini. Ma una cosa è certa: c’è uno e un solo elemento a cui tutto si subordina e armonizza, ovvero la funzione primaria dell’imballaggio come guscio del prodotto. Un guscio che, in funzione di ciascun prodotto, sarà spesso il giusto: forte quanto basta, ovviamente liscio, pulito e perfetto da vedere (e non necessariamente trasparente). Marco Sachet, direttore dell’Istituto Italiano Imballaggio 7 © ACIMGA-ARGI
White Paper Print4Pack 2016 UN PACKAGING SEMPRE PIÙ SMART Possiamo definire “smart” quel tipo di imballaggio “intelligente” e “attivo” che, grazie all’impiego di varie possibili tecnologie, interagisce con il prodotto contenuto per monitorarne la storia e lo stato, e con i consumatori per permettere il dialogo biunivoco fra il brand owner e ciascun singolo individuo. 8 © ACIMGA-ARGI
White Paper Print4Pack 2016 LO SMART PACKAGING PER IL FUTURO Riprendendo da un’angolazione particolare la disamina precedente, identifichiamo lo smart packaging come una delle aree più interessanti per il futuro. Questo il contenuto dell’intervento di apertura al convegno Print4Pack 2016, che ha tracciato il percorso con cui brand owner, stampatori e fornitori di tecnologie devono confrontarsi per seguire i cambiamenti delle abitudini al consumo, almeno per due ordini di ragioni. Keynote speech al Print4Pack 2016 È CAMBIATA PROFONDAMENTE LA DOMANDA (E DUNQUE IL PACKAGING) Prendiamo in considerazione il caso del caffè per consumo domestico in Italia. Nel solo 2015 tutti i tipi di caffè con packaging tradizionale sono scivolati di un valore tra il 2 e il 16%, mentre le vendite di caffè porzionato in cialde nello stesso periodo sono cresciute del 21,3% solo sul canale GDO (200 ml€). A questo fatturato va aggiunto quello del network Nespresso costituito da punti vendita diretti e e-commerce, che vale altri 300 ml€. A livello aggregato, nel 2015 (secondo i dati di Iri), le vendite di caffè nella grande distribuzione sono calate a volume del 2,1%, ma sono aumentate a valore dell’1,9% per arrivare a circa 1,2 miliardi. In Gran Bretagna, si prevede che entro il 2016 il consumo di caffè in cialde superi quello del packaging tradizionale. Il packaging, quindi, se indirizzato strategicamente, può diventare protagonista di fortissimi cambiamenti sia nella dinamica della domanda sia nella struttura del valore aggiunto di produzione e distribuzione. 9 © ACIMGA-ARGI
White Paper Print4Pack 2016 I tanti aspetti da considerare Il fenomeno è generalizzato e particolarmente vivace in alcuni segmenti di domanda. Se analizziamo il comportamento dei millenials, risulta come siano già oggi sempre meno propensi ad acquistare tradizionali confezioni di packaged food, specie in confezioni “bulk” semplicemente perché cambiano la logistica dell’approvvigionamento, gli spazi di utilizzo domestici, il modello di consumo in famiglia e individuale. Questi sono alcuni esempi dei tanti elementi che daranno una forte spinta al packaging demand-side, al packaging e delivery con e-commerce, in futuro con sistemi sempre più automatizzati, insomma un packaging che va progressivamente, ma completamente, ripensato. Molti attori del settore rimangono ancorati all’idea di usare il packaging fondamentalmente per conservare, distribuire e consumare dopo. Ma si sta facendo strada una logistica dell’ultimo miglio, che è una logistica a flusso e non una logistica batch, per cui il packaging diventa supporto per una supply chain completamente nuova e personalizzata, e abilita nuovi meccanismi di scambio tra domanda e offerta. È UN AMBITO STRAORDINARIAMENTE IMPATTATO DALLA TECNOLOGIA Gli ultimi anni hanno visto nascere grandi innovazioni. In ambito food aziende all’avanguardia quali Ferrero, P&G, Nestlè, Coca Cola, Mondelez hanno creato, tramite il packaging, modalità di consumo diverse. Tuttavia, nella maggior parte dei casi oggi questa innovazione, che può avere un ruolo centrale e determinate, ancora non è stata incorporata nell’ambito dell’imballaggio, che rimane un attore collaterale del processo di logistica. A ben guardare, invece, il packaging è la forma di dialogo più sistematico, più profondo con il prodotto. Il prodotto senza packaging non circola e quindi vale la pena candidarsi a essere infrastruttura e non commodity incidentale. È necessario diventare piattaforma collaborativa dei processi di filiera, altrimenti si viene pagati al grammo o al metro quadro. Quando l’industria ragiona e viene pagata con l’unità di misura della metrica decimale, rinuncia alla sfida del valore aggiunto e della differenziazione competitiva. Apple, genialmente, ha messo in atto un processo di scoperta straordinario: con la comunicazione ha trasformato il packaging in una parte del prodotto. Il piacere di comprare un prodotto Apple comincia dall’apertura della scatola, il disegno dell’alimentatore è costruito per uno spazio di dimensioni coerenti: anche questo è dialogo sistematico tra forma e contenuto, e viceversa. 10 © ACIMGA-ARGI
White Paper Print4Pack 2016 Nel mondo dell’e-commerce – un mondo di logistica innovativa che domani sarà sempre più affidato a processi automatici come droni e veicoli senza pilota – un packaging accuratamente studiato diventa un “pacchetto IP”, un container virtuale; se ben tracciato e ben indirizzato, non ha più neanche bisogno dello shelf. Figura 1: Amazon e il fresh food Fonte: Carnevale Maffé Le piattaforme logistiche come Amazon hanno piena tracciabilità all’offerta e piena indirizzabilità a valle della domanda. Stiamo parlando di modelli di packaging non in senso tradizionale, ma di modelli che diventano conoscenza, ed è qui che si fa la differenza. La sfida per le aziende della filiera è di diventare attori di questo cambiamento. Carlo Alberto Carnevale Maffé, Giuseppina Civardi 11 © ACIMGA-ARGI
White Paper Print4Pack 2016 LA FILIERA DEL PACKAGING Il packaging è un mondo di manufatti che, in prima istanza, si possono distinguere in imballaggio primario, a contatto col prodotto; secondario, che riunisce in unità di vendita più prodotti confezionati; terziario o da trasporto. Ma che, in seconda istanza, è un prodotto di filiera che coinvolge diversi componenti e processi. 12 © ACIMGA-ARGI
White Paper Print4Pack 2016 ANATOMIA DI UN IMBALLAGGIO: COMPONENTI E PROCESSI Gli elementi del packaging sono davvero tantissimi e possiamo raggrupparli, per comodità, in grandi insiemi di prodotti e processi, talvolta molto diversi fra loro: Materie prime e consumabili Italianizzazione del termine inglese consumable (tipicamente inchiostri e adesivi). Spesso avanzatissimi sul piano tecnologico, sono determinanti nel decidere la salubrità, sicurezza e macchinabilità dell’imballaggio, nonché la qualità della stampa. Un esempio per tutti: l’alimentarietà di un imballo è il risultato dell’impegno di formulatori, legislatori, tecnici, analisti e decide della salubrità del prodotto confezionato. Figura 2: Alimentarietà e packaging flessibile Fonte: U.S. Packaging LLC Non rispondere ai requisiti richiesti – che coinvolgono anche il processo di trasformazione e stampa – significa correre rischi gravi, come mostrano i noti fatti di cronaca che hanno portato all’onore delle cronache termini fino a prima noti solo agli specialisti, come ammine aromatiche, itx o set-off. Con danni gravi di reputazione e il ritiro di interi lotti di prodotto. Il dibattito che ne è scaturito è stato occasione per condividere informazioni e conoscenze preziose, peraltro non ancora assimilate da tutti gli attori della filiera, come ad esempio il ruolo imprescindibile di una corretta asciugatura della stampa per evitare il passaggio di sostanze dal packaging al contenuto. 13 © ACIMGA-ARGI
White Paper Print4Pack 2016 Macchine Le macchine di trasformazione e di stampa determinano in buona misura come si può effettivamente realizzare un bel progetto di packaging, con quali tempi e costi, con che margini di profittabilità, flessibilità di output, ripetibilità dei risultati. Parliamo di macchine ma intendiamo meccanica + elettronica (con la seconda sempre più determinante, e non solo in un’ottica di industry 4.0), intendiamo cartotecnica o packaging flessibile, stampa flexo e roto, digitale o ibrida, pensiamo ai settori di sbocco (etichettatura, imballaggio di cartone ondulato, involucri di film plastico, astucci) per non parlare della galassia dei componenti ed elementi integrativi: per l’alimentazione, il controllo, l’ingegnerizzazione, o della nobilitazione, dell’integrazione di elementi speciali e variabili. Dalla capacità del costruttore e dalla sua interattività con i segmenti precedenti e successivi della catena del valore dipende tantissimo del risultato finale e, infatti, si moltiplicano i casi di collaborazione, testimoniata dalle azioni di co-marketing promosse insieme ai produttori di inchiostri, adesivi e vernici, processi di essiccazione, cilindri, sistemi di ispezione e controllo. Trasformazione La macchina è il braccio intelligente dello stampatore e del trasformatore: un elemento della filiera troppo a lungo marginalizzato in fase di progetto, che in realtà rappresenta il cuore della supply chain. E non tanto perché sta nella (incomoda) posizione di mezzo, tra fornitori di materiali e utilizzatori di packaging, spesso molto più grandi di lui, ma perché dalla sua capacità di innovazione, proposta, realizzazione corretta e tempestiva, dipende l’effettivo successo del prodotto-imballaggio. Figura 3: processo di trasformazione 14 © ACIMGA-ARGI
White Paper Print4Pack 2016 Di questa importanza, per fortuna, oggi si è più consapevoli. In questo caso l’assenza di consapevolezza (tipicamente da parte del brand owner) può generare vari ordini di problema: la richiesta di tipologie di packaging che non si possono ottenere nei tempi e con le caratteristiche richieste (o non si possono ottenere tout court); l’imposizione di tempi di consegna incompatibili con la qualità, e talvolta la sicurezza, dell’imballaggio; l’imposizione di prezzi incompatibili con gli aspetti rilevanti del prodotto, ecc. E troppo spesso il converter che, per definizione, potrebbe svolgere il ruolo di collettore intelligente di istanze, viene coinvolto come mero esecutore di un progetto messo a punto senza neanche averlo consultato. Comunicazione Quando parliamo di imballaggio, la comunicazione non può prescindere da stampa, nobilitazione, etichettatura, cross-medialità anche se in realtà la stessa struttura del packaging o il tipo di materiale scelto già comunica qualcosa, in positivo o negativo. Figura 4: il packaging tra fisico e virtuale L’innovazione in questo ambito porta con sé un’infinità di soluzioni e idee sempre nuove, imponendo un dialogo tra competenze che si trovano lungo tutto il processo di filiera. 15 © ACIMGA-ARGI
White Paper Print4Pack 2016 MERCATO I TREND IN SINTESI In tutti i report sul mercato della stampa emerge che da anni gli operatori vanno riorientandosi sempre più decisamente sul packaging, convertendo macchinari e strategie commerciali dai precedenti settori di sbocco (tipicamente editoria, stampa commerciale, di cartoline ecc.). Motivo principale la rivoluzione nei media di comunicazione innescata dalla tecnologia digitale e il conseguente calo della domanda di informazione stampata. Cresce invece la domanda di stampa e di innovazione nella stampa per il packaging. 16 © ACIMGA-ARGI
White Paper Print4Pack 2016 TREND POSITIVI SU TUTTI I FRONTI Le analisi di mercato riportano da più parti un momento di positività per il segmento della stampa di imballaggi, come pure per la stessa produzione di materiali per imballaggi. Se è vero che nel 2015 si parla di oltre 400 Miliardi di Dollari di valore per il cosiddetto “converted packaging” (cioè per la parta di stampa e converting), è anche vero che ci sono interessanti previsioni di crescita a livello globale sia sul volume di materiali dedicati al packaging, sia sui volumi di stampa (un packaging “muto” è sempre meno desiderato). Fonte: Infotrends Sono i Paesi emergenti che guideranno la domanda di packaging, facendo nascere nuove opportunità sui mercati internazionali. Ma anche i Paesi industrializzati (tra cui quelli europei) sono caratterizzati da forti modifiche sociali e demografiche che andranno ad impattare il segmento del packaging e di certo anche quello della sua stampa. Si pensi solo all’Italia, alla considerazione che con i flussi migratori in atto abbiamo circa il 10% della popolazione che conosce a stento la lingua italiana, e come questo potrà influenzare la stampa dei packaging legati al farmaceutico, o anche al food. E sono piccoli e isolati esempi. 17 © ACIMGA-ARGI
White Paper Print4Pack 2016 DAL PUNTO DI VISTA DEI MATERIALI Tornando a parlare di materiali, varie fonti indicano come la plastica rigida sia in una fase di crescita di utilizzo misurata con un aumento del 4,4% anno su anno. La sostituzione delle bottiglie di vetro con le bottiglie in plastica è un fenomeno in corsa, e a questo possiamo aggiungere ciò che ha dichiarato Coca- Cola: entro il 2020 concluderà lo switch verso la plastica, con il completamento del proprio Plant Bottle 2.0, che farà uso al 100% di bioplastiche. Il flexible packaging continua la sua fase di espansione che si è confermata negli ultimi dieci anni, pur se ultimamente con tassi di crescita leggermente più bassi. In generale ci si aspetta una crescita vicina al 4% nei prossimi 5 anni, con punte più alte ad esempio nei Paesi asiatici, che vedranno innalzare il loro share dal 42% al 45% del mercato totale da qui al 2020. Fonte: Smithers Pira Anche il cartone ondulato e il cartone flessibile continueranno ad avere successo in termini di utilizzo, con un incremento in metri quadri previsto del 3% circa per il folding carton e di quasi il 5% per il corrugated carton. Con profonde trasformazioni nell’utilizzo della stampa proprio anche in quegli imballi che sino a qualche tempo fa avevano come unico elemento di “comunicazione” la scritta: ALTO – FRAGILE, e che oggi vedono invece l’uso di colore, immagini, personalizzazione. 18 © ACIMGA-ARGI
White Paper Print4Pack 2016 INTEGRAZIONE E VALORE AGGIUNTO Materiali diversi a seconda degli usi e tecnologie di stampa convergono verso l’integrazione piuttosto che la competizione. Lo dimostrano i dati con cui stanno rapidamente diffondendo le installazioni di macchine da stampa ibride. Delle 80 presenti a metà 2016, circa 30 sono state installate proprio nell’arco del solo 2016. Le necessità dei clienti si soddisfano appieno dando risposte sia alla classica domanda di costi contenuti e altissima produttività, sia alla nuova domanda di prodotti innovativi e “unici”. Oggi l’offerta dei manufacturer propone linee integrate che combinano stazioni di stampa flexo a stazioni di stampa digitale inkjet di alta qualità, a stazioni di nobilitazione. L’ultima edizione di drupa ha proprio messo in evidenza molte novità in questo senso, molte sinergie tra produttori con specializzazioni nei diversi segmenti, e tutto lascia presagire che per il 2018, in occasione di Print4All, ci saranno ulteriori passi in avanti. Il recente studio condotto in Italia da Acimga e Argi in occasione di Print4Pack ha definito una lista dei valori aggiunti che attualmente la tecnologia può portare alla stampa su packaging, oggetto del prossimo capitolo dove si confermerà la centralità del printing e del converting per l’innovazione nella produzione di packaging. 19 © ACIMGA-ARGI
White Paper Print4Pack 2016 GLI ELEMENTI A VALORE AGGIUNTO NEL PACKAGE PRINTING Innovare, offrire valore aggiunto, fare del package uno strumento di engagement. Obiettivi che possono essere raggiunti conoscendo le propensioni dei mercati di sbocco e dei canali di vendita, avendo a disposizione le più innovative tecnologie offerte dal mercato. E che il Gruppo di Lavoro Acimga-Argi ha tradotto in una Mappa Sinottica per una più facile interpretazione. 20 © ACIMGA-ARGI
White Paper Print4Pack 2016 PACKAGE PRINTING A VALORE AGGIUNTO Dalle pagine precedenti sono emersi in maniera evidente alcuni aspetti per cui la stampa e il converting risultano particolarmente rilevanti nel ciclo di vita di un prodotto di packaging, ed ancora di più durante la sua fase di “esposizione” al potenziale acquirente. Ma quali sono le soluzioni implementabili nel processo di stampa di un packaging che più di altre creano questo ‘engagement’ del consumatore finale? Quali sono i vantaggi che queste soluzioni a valore aggiunto portano? Acimga e Argi hanno lavorato insieme per creare una mappa che con semplicità possa essere una guida al corretto utilizzo delle soluzioni a valore aggiunto che la tecnologia mette a disposizione. Un vademecum, nato da ricerche fatte su Fornitori, Converter e Stampatori, End User, che evidenza quali sono gli elementi di valore aggiunto maggiormente apprezzati e utili nei diversi segmenti merceologici per cui il packaging è studiato e prodotto. Il primo lavoro affrontato dal gruppo è stato quello di identificare 6 temi, da tutti riconosciuti come elementi che abilitano le caratteristiche di ‘smart packaging’ attraverso il processo di printing. Il secondo step è quello di comprendere e condividere come il medesimo argomento di valore aggiunto non sia trasversale alle diverse applicazioni, ma possa assumere rilevanza più o meno importante in funzione del mercato di sbocco del package, o del canale con cui il package viene distribuito. Il risultato finale una matrice (Mappa Sinottica) che ha come righe i ‘MERCATI’ e i ‘CANALI’ cui sono destinati i prodotti nel loro packaging e che ha come colonne in sei argomenti a valore aggiunto. GLI ELEMENTI A VALORE AGGIUNTO: Packaging design La progettazione di un packaging è il momento più articolatao e vissuto da parte del brand owner. In questa fase si mette in gioco gran parte del successo prodotto, ma soprattutto si mettono in gioco e condizionano costi di produzione, possibilità di ottimizzazione degli approvvigionamenti, compliance a regole e norme, facilità o difficoltà di produzione, facilità di replicabilità del packaging, possibilità di delocalizzazione della produzione, e tante altre argomentazioni che impattano sia sui costi sia sui successi dei ricavi. E anche sul posizionamento del brand. La stampa del packaging si posiziona a valle del processo progettuale inteso come scelta delle forme, dei materiali, dei sistemi di apertura e chiusura del packaging, ma non per questo può essere ignorata, anzi una progettazione oculata anche per quanto riguarda le soluzioni e gli effetti che la stampa produrrà sulla confezione è un argomento fondamentale. Soprattutto oggi che 21 © ACIMGA-ARGI
White Paper Print4Pack 2016 le soluzioni e le tecnologie di stampa possono offrono una variabilità di soluzioni sempre più ampia e alla portata di tutti. Il Packaging Design “printing oriented” è la progettazione che tiene conto sin dall’inizio di come la confezione finita dovrà interloquire con il consumatore (spazi dedicati ai messaggi stampati) e di come dovrà emozionare il consumatore (spazi dedicati agli effetti di stampa speciali). Nobilitazione La nobilitazione degli stampati è una chiave di lettura delle esigenze del consumatore moderno. In sintesi consente a chi la introduce nela stampa del proprio packaging di potersi differenziare dal resto del mercato e di aprirsi a nuove nicchie di consumatori. Il settore della nobilitazione dei packaging è in costante crescita e alla base di questo andamento ci sono diversi fattori. Tra questi rientrano i risultati di alcune ricerche che testimoniano come l’80% degli acquisti di oggi viene effettuata d’impulso. In ogni attività di comunicazione serve andare a colpire la sfera emozionale e personale dell’utente. Colpire la sfera emozionale e personale significa attivare i sensi del destinatario del nostro messaggio. La nobilitazione può trasformare un semplice package in uno stimolatore sensoriale. Grazie alla straordinaria capacità di veicolare esperienze diverse – vista, tatto, udito, gusto e olfatto – e incrementare in tal modo l’impatto del brand di oltre il 70% (Millward Brown, Brand Sense research). La stimolazione simultanea di più sensi favorisce la memorizzazione e il recupero di maggiori informazioni contribuendo in tal modo ad aumentare l’efficacia della comunicazione del brand. Gli enormi progressi nella ricerca di materiali, inchiostri, soluzioni di stampa tradizionale e digitale rendono possibili variegate formule di nobilitazione, ciascuna delle quali può al meglio adattarsi ai diversi mercati di sbocco. Anticontraffazione Anticontraffazione e stampa del packaging costituiscono un abbinamento importante, che deve essere considerato anche alla luce delle sempre più numerose possibilità di gestire tecniche di riconoscimento di prodotti contraffatti attraverso le diverse tecnologie di stampa e attualmente anche attraverso l’utilizzo della interattività tra supporto stampato (carta o altro materiale) e l’on-line. Tecniche una volta usate per le carte valori o per i Ticket Restaurant (di fatto delle banconote visto l’uso che se ne fa genericamente come buono acquisto in supermercati o negozi) oggi sono disponibili in modo facile ed economico grazie alla evoluzione delle connessioni offline-online. È sufficiente ad esempio riprendere con il proprio smartphone il prodotto che si sta acquistando e se la stampa del packaging ha un QR-CODE o meglio ancora un sistema di Watermark Digitale, ecco che immediatamente ci si può connettere al portale del brand owner che ci dirà se il prodotto è originale o meno. Tante sono le soluzioni, ma tutte basate sulla stampa di “qualcosa” sul packaging. Il mercato della stampa su packaging per anticontraffazione include quindi 22 © ACIMGA-ARGI
White Paper Print4Pack 2016 innovative soluzioni elettroniche e di software, diventando anello di congiunzione tra il packaging e l’on-line. Per il mercato del packaging anti-contraffazione si stima una crescita attorno al 13,5% anno su anno entro il 2020, quando si presuppone che il giro di affari legato a questo tema sarà di oltre 150 miliardi di dollari. I settori più interessati agli imballaggi anti-contraffazione sono cibo e bevande, prodotti farmaceutici e sanitari, industriali e automotive, beni di consumo durevoli e abbigliamento e accessori. Personalizzazione La personalizzazione della stampa di un packaging rientra in un più generale fenomeno che è legato ai cambiamenti di comportamento del consumatore. Oggi il consumatore è fortemente portato a gradire informazioni, messaggi, contenuti, che siano il più vicino possibile alle proprie necessità, ma anche attitudini, passioni, preferenze in genere. Questo fenomeno ha vissuto e sta vivendo forti accelerazioni andando gradualmente a evidenziarsi nei più diversi settori e momenti della vita stessa del consumatore. Si è passati dal desiderio di ricevere una lettera di Direct Mail fortemente personalizzata, alla voglia di avere un libro con la copertina con scritto il proprio nome, alla personalizzazione della cover del proprio telefonino o al desiderio di avere una confezione di Muesli con dedica alla propria mamma o al proprio fidanzato. Oppure si può parlare di personalizzazione citando quanto fatto da Coca Cola con la campagna delle etichette con i nomi di persona o di Ferrero con la Nutella personalizzata o con etichette a cluster che riportano modi di dire della regione in cui la confezione viene poi distribuita. La stampa a dati variabili è stimata in crescita del 16% anno su anno da qui al 2020, quando raggiungerà un valore di turnover prossimo ai 22 miliardi di dollari. Questo trend è principalmente guidato da una forte crescita della domanda, in particolare nel settore farmaceutico, food & beverage. Connettività Nel mondo dell’Internet of Things o, come cita un big brand dell’Information Technology, nell’Internet dell’EveryThings anche il packaging non può rimanere escluso da un trend che lo vede sempre più elemento in grado di dialogare con quanto lo circonda. Se pensiamo ai più recenti sviluppi nel mercato degli elettrodomestici, sono ormai prodotti quasi abituali quei frigoriferi in grado di controllare lo stato delle scorte e di collegarsi in remoto, in maniera automatica, con il supermercato online o con Amazon Primenow per rifornirsi delle scorte mancanti. Il packaging di un farmaco di un paziente cronico che non può rimanere senza dosi giornaliere non potrebbe fare, nel prossimo futuro, altrettanto? Secondo Gartner Group il numero di dispositivi connessi a fine 2015 era di 4,9 miliardi. Il numero di oggetti connessi nel 2020 è previsto possa essere vicino ai 25 miliardi. E tra questi ci saranno sicuramente dei packaging di prodotto. La connettività di un packaging è la fonte di nuovi servizi che il brand owner può rendere disponibili ai propri consumatori, al di là del prodotto veicolato 23 © ACIMGA-ARGI
White Paper Print4Pack 2016 all’interno del packaging. Connessioni per fornire informazioni aggiuntive non possibili da stampare all’esterno od all’interno della confezione, o per il collegamento a istruzioni in multilingua, difficilmente rappresentabili ad esempio in un unico bugiardino di una confezione farmaceutica. Le tecnologie con cui stampare elementi di connettività sono le medesime utilizzate sino ad oggi, che si devono integrare al meglio con l’uso di inchiostri speciali (a volte, ma non necessariamente) e che devono garantire consistenza, durata e qualità sul materiale usato come supporto di stampa. Sostenibilità L’argomento sostenibilità è un punto focale nella lista degli elementi a valore aggiunto per un packaging. Lo è certamente per tutte quelle parti che riguardano la sua filiera produttiva, dalla estrazione della materia prima al fine uso e riciclo, ma lo è anche nella sua naturale interazione con le modalità, i materiali e i processi che ne permettono l’accoppiamento e la stampa. Vi è poi un altro fattore a favore della sostenibilità: il rinnovamento dei processi produttivi tesi a automatizzare e ottimizzare la produzione riduce riduce gli scarti e le emissioni facendo sì che il settore della stampa contribuisca anche in fase di produzione alla sostenibilità complessiva del packaging. Nella fase della stampa su un packaging Il valore aggiunto della sostenibilità è dato dalla combinazione tra evoluzione delle macchine da stampa, ricerca nell’abbattimento dei consumi energetici e delle emissioni, combinazione con l’uso di inchiostri a basso impatto ambientale, sino alle scelte eco-compatibili decise nei siti produttivi delle aziende di stampa (fotovoltaico, certificazioni ambientali, ecc). Di seguito i mercati verso i quali si sono studiate e valutate le percezioni di importanza di ogni singolo elemento a valore aggiunto inserito nella mappa sinottica: MERCATO DI SBOCCO Tipologia di packaging considerato PUNTO VENDITA Shopper, Scatole Prodotto, POP FARMACEUTICO Blister, Film, Astucci, Etichette LUXURY Box Rigidi, Etichette, Shopper COSMETICA Astucci, Etichette, Shopper FOOD & BEVERAGE Imballaggio flessibile, Etichette, Contenitori, Vassoietti LOGISTICA Cartone Ondulato, Etichette La Mappa Sinottica è stata realizzata attraverso interviste e tavoli di discussione e ha portato ad una sintesi espressa attraverso giudizio di voto compreso tra 1 e 5. 24 © ACIMGA-ARGI
White Paper Print4Pack 2016 Ogni cella della Mappa rappresenta pertanto la valutazione di importanza che assume ciascuno degli elementi di valore aggiunto che la stampa può dare al packaging in uno specifico mercato di sbocco e di riferimento. Un valore pari ad “1” significa che quel particolare elemento pensato come valore aggiunto per la stampa di un packaging è poco percepito come reale valore aggiunto al packaging. Un valore pari a “5” significa che l’applicazione di quel particolare elemento di valore aggiunto nella soluzione di stampa del packaging viene invece percepita come reale e importante elemento di soddisfazione ed ‘engagement’. LA MAPPA 25 © ACIMGA-ARGI
White Paper Print4Pack 2016 I CASE STUDY RACCONTATI ATTRAVERSO PRINT4PACK Il valore aggiunto che la stampa del packaging può dare al prodotto e al brand owner è stato il focus delle due giornate di dibattito di Palermo, dove si è parlato di filiera intesa come percorso necessario per l’innovazione. Una filiera che deve parlarsi da monte a valle. Con l’interessante prospettiva di mettere il brand owner a monte e il produttore di tecnologia a valle 26 © ACIMGA-ARGI
White Paper Print4Pack 2016 THE PRINT4PACK CONFERENCE A fine settembre 2016, a Palermo, oltre 250 partecipanti tra stampatori, fornitori e brand owner provenienti da Europa, Medio Oriente e Africa (bacino del Mediterraneo) e Stati Uniti si sono incontrati per discutere, imparare e esplorare la filiera della stampa di packaging. L’apertura dei lavori L’evento è stato organizzato da Acimga e Argi con il supporto di ICE-Agenzia per ragionare insieme di tendenze, prodotti e imballaggi e per favorire il confronto tra l’intera catena di produzione-consumo del packaging e il contatto diretto tra fornitori e buyer. Operatori e buyer provenienti dall’Italia e dai Paesi del bacino del Mediterraneo (Egitto, Libia, Tunisia, Marocco, Algeria, Iran, Turchia, Cipro) e dagli Usa, grazie al coinvolgimento delle agenzie dell’ICE hanno partecipato all’evento, supportato dagli sponsor OMET, UTECO, HP, Xeikon, Grafikontrol, I&C-Gama e Printgraph. Le presentazioni della conferenza di Palermo hanno coperto le principali tendenze che stanno riguardando l’industria dell’imballaggio: dalla necessità per i brand owner di governare l'efficienza della produzione alla necessità per gli stessi di studiare e implementare innovativi metodi di produzione, l'impatto dei big data, così come le tendenze social che stanno influenzando le decisioni di acquisto da parte dei consumatori. Queste discussioni sui trend sono poi state accompagnate nelle tavole rotonde da esempi di soluzioni di imballaggio. Nel suo discorso di apertura, il professor Carlo Alberto Carnevale Maffè, della School of Management Bocconi di Milano ha esaminato la necessità emergente di trasmettere messaggi significativi avendo a disposizione grandi dati sui consumatori e informazioni sui packaging. 27 © ACIMGA-ARGI
White Paper Print4Pack 2016 I big data possono essere usati e convertiti in efficaci indicatori per le soluzioni grafiche di packaging. Questa la chiave per il successo nel mercato del packaging di oggi. Carnevale Maffè ha poi paragonato l'impatto che i big dIata stanno portando sul tema dell’imballaggio alla rivoluzione causata dalla invenzione di Gutenberg della stampa. "La transizione che vediamo qui oggi è quello che io chiamo l'effetto Steve Guten-Jobs," ha detto. "Questo è quanto mette più in evidenza come la tecnologia dell'informazione sta oggi interessando anche l'imballaggio". Figura 5: Steve Guten-Jobs Fonte: Carnevale Maffè Il messaggio chiave per partecipanti all'evento era semplice: incontrare le esigenze dei clienti richiede un brand value chiaro e incisivo. Queste esigenze saranno soddisfatte affrontando la domanda di attenzione al fenomeno della sostenibilità e nel contempo usando un linguaggio visivo (nella stampa) che sia influenzato e utilizzi la grande mole di informazioni e dati disponibili sui consumatori. Mettere assieme e soddisfare queste esigenze si tradurrà nel raggiungimento dei consumatori attraverso un corridoio priviliegiato o nel loro ingaggio on-line per i loro acquisti su Internet. Nel frattempo, l'imballaggio è comunque una scienza saldamente ancorata ad aspetti che interessano la varietà e la gamma di tecnologie di produzione tematiche affrontante nel prosieguo dei lavori. Marco Sachet dell'Istituto Italiano Imballaggio ha messo in relazione argomenti legati alla scienza dei materiali e delle tecnologie, mentre le innovazioni nella stampa e le tendenze della tecnologia sono stati il focus dell’intervento di Ron Gilboa di InfoTrends. 28 © ACIMGA-ARGI
White Paper Print4Pack 2016 Nella sua relazione sulla scienza dei materiali, Marco Sachet ha rafforzato la necessità di innovazione nei materiali di confezionamento per soddisfare le esigenze dei consumatori per il riciclo, la freschezza degli alimenti, e la percezione del valore. Ulteriori elementi chiave che i brand owner stanno monitorando con particolare attenzione sono le emissioni di carbonio e le componenti che incidono su di esso. L’intervento di Marco Sachet Marco Sachet citando il case study di Barilla ha sottolineato il valore dell’impronta ecologica e del carbon footprint nel processo produttivo e la quota attribuita al confezionamento. Secondo lo studio di Barilla, il packaging rappresenta il 14% dell’impatto ecologico e contribuisce per il 17% al carbon footprint inerente la produzione di prodotti della società. Anche se l'imballaggio ha un impatto minore rispetto alla fabbricazione del prodotto primario, la parte di produzione del packaging è un argomento chiave su cui le marche stanno cercando di intervenire per ridurre il loro impatto ambientale, spesso grazie a soluzioni più efficaci dal punto di vista del riciclaggio dei materiali, o con la riduzione del peso, sempre mantenendo però l’attenzione a non penalizzare la comunicazione visiva che il packaging esprime. 29 © ACIMGA-ARGI
White Paper Print4Pack 2016 Figura 6: Impatto ambientale del ciclo produttivo Fonte: Barilla L'innovazione nella scienza dei materiali va di pari passo con l'innovazione tecnologica. Questo è quanto abbiamo potuto cogliere dalla presentazione a cura di InfoTrends. Durante la quale si sono via via affrontate e descritte le diverse tecnologie di stampa e di come queste consentano oggi di stampare su nuovi materiali in grado di soddisfare il desiderio dei brand owner per la sostenibilità, la sicurezza, e la comunicazione visiva efficace. L'innovazione nell'imaging analogico, per esempio, ha permesso di raggiungere risoluzioni di stampa per imballaggi flessibili di circa 200 linee per pollice. Allo stesso tempo, una migliore fedeltà dei colori ha permesso alla stampa CMYK di raggiungere un gamut colore tipicamente raggiunto precedentemente solo utilizzando sei o più colori. Inoltre, i tempi di preparazione macchina, di messa a punto per la registrazione e di gestione della stampa sono stati ridotti in modo significativo rispetto a pochi anni fa, portando ulteriori vantaggi in termini di costi. Questi progressi, combinati con l’innovazione nella costruzione di sistemi di stampa ibridi e integrati, hanno permesso che stampa e laminazione possano essere eseguite in un unico dispositivo, riducendo il tempo necessario per la produzione e consentendo ai brand owner maggiori flessibilità nella produzione e nel go-to-market, facilitandoli così nel raggiungere i consumatori in base alla domanda del mercato. Semplificando il workflow di lavorazione e non dovendo vincolare a differenti e asincrone fasi di lavorazione. 30 © ACIMGA-ARGI
White Paper Print4Pack 2016 Figura 7: Conventional Package Printing Technology Fonte: Infotrends Alla continua innovazione che la tecnologia convenzionale sta sviluppando per il package printing, si aggiunge quella portata dalla crescente gamma di tecnologie digitali oggi disponibili per la stampa di etichette e packaging. Sistemi di stampa basati su tecnologia elettrofotografica laser o a getto d'inchiostro che consentono ancora maggiore flessibilità nel rispondere alle esigenze dei brand owner che possono così raggiungere i propri clienti in modo efficace, just in time grazie alla stampa locale, e con soluzioni di personalizzazione del packaging che favoriscono l’avvicinarsi anche di nuove generazioni di consumatori. Questi sistemi sono attualmente disponibili per convertitori di etichette, cartoni pieghevoli, imballaggi flessibili e cartoni ondulati. Figura 8: Digital Printing per il Packaging Fonte: Infotrends 31 © ACIMGA-ARGI
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