White paper Il libro bianco del package printing - Gennaio 2017 - Print4All Conference

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White paper Il libro bianco del package printing - Gennaio 2017 - Print4All Conference
White Paper                                    Print4Pack 2016

                            White paper
                                          Gennaio 2017

                Il libro bianco del package printing

© ACIMGA-ARGI
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White Paper                                                                              Print4Pack 2016

                Il Libro Bianco del Package Printing

                IN COLLABORAZIONE CON
                Istituto Italiano Imballaggio
                InfoTrends
                Studio Ambrosetti
                4IT Group

                Versione 1.0 – Gennaio 2017
                @ ACIMGA - ARGI
                _________________________________________________________

                Contributi alla realizzazione della pubblicazione:
                Enrico Barboglio, Andrea Briganti, Carlo Alberto Carnevale Maffé, Giuseppina
                Civardi, Marco Sachet, redazione Converting magazine

                Pubblicato a conclusione dell’evento Print4pack Conference (Palermo
                19-20 settembre 2016) organizzato da Acimga e Argi con il supporto di
                ICE-Agenzia e Ministero dello Sviluppo Economico

                Si ringraziano i partecipanti al Gruppo di Lavoro Acimga – Argi:
                Gianni Amendola; Enrico Barboglio; Paolo Bellocchio; Claudia Benelli; Ignazio Binetti;
                Valter Bonafin; Andrea Briganti; Andrea Caselli; Giorgio Centola; Giuseppina Civardi;
                Mario Gazzani; Paolo Grasso; Alessandra Isella; Claudio Moiraghi; Enrico Monteverdi;
                Giampaolo Morandi; Luigi Rescaldani; Marco Sachet; Bruno Zaghis

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                Sommario
                INTRODUZIONE.................................................................................................. 1
                         PER UN DIALOGO DI FILIERA ...................................................................... 1
                PACKAGING & PRINTING.................................................................................... 2
                         DARE VOCE AL PACKAGING: QUESTIONE DI… PRINTING ............................... 2
                         IL PACKAGING VA DOVE VA IL CONSUMATORE ........................................... 4
                         UN PACKAGING SEMPRE PIÙ SMART ......................................................... 8
                         LA FILIERA DEL PACKAGING...................................................................... 12
                MERCATO ....................................................................................................... 16
                         I TREND IN SINTESI .................................................................................. 16
                GLI ELEMENTI A VALORE AGGIUNTO NEL PACKAGE PRINTING .............................. 20
                         PACKAGE PRINTING A VALORE AGGIUNTO ................................................ 21
                I CASE STUDY RACCONTATI ATTRAVERSO PRINT4PACK ....................................... 26
                CONCLUSIONI ................................................................................................. 36
                         CONSIDERAZIONI FINALI ..........................................................................37
                         RACCOMANDAZIONI ...............................................................................37
                I PROTAGONISTI DELL’EVENTO ......................................................................... 39

                Indice delle figure
                FIGURA 1: AMAZON E IL FRESH FOOD ................................................................................... 11
                FIGURA 2: ALIMENTARIETÀ E PACKAGING FLESSIBILE.........................................................13
                FIGURA 3: PROCESSO DI TRASFORMAZIONE ........................................................................14
                FIGURA 4: IL PACKAGING TRA FISICO E VIRTUALE................................................................15
                FIGURA 5: STEVE GUTEN-JOBS............................................................................................... 28
                FIGURA 6: IMPATTO AMBIENTALE DEL CICLO PRODUTTIVO............................................. 30
                FIGURA 7: CONVENTIONAL PACKAGE PRINTING TECHNOLOGY ........................................31
                FIGURA 8: DIGITAL PRINTING PER IL PACKAGING ................................................................31
                FIGURA 9: ESEMPI DI SLEEVE UTILIZZATI PER COCA-COLA................................................. 32
                FIGURA 10: ILLY CAFFÉ PACKAGING ...................................................................................... 33
                FIGURA 11: CAMPAGNA AR WEB-BASED PER ILLY CAFFÈ ................................................. 33
                FIGURA 12: MONDELEZ FONZIES SNACK RACK ................................................................... 34
                FIGURA 13: CAMPAGNA SOCIAL MEDIA FONZIES ............................................................... 35

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                INTRODUZIONE
                   PER UN DIALOGO DI FILIERA
                La merce senza packaging non circola; dovremmo quindi considerare l’imballaggio
                un’infrastruttura invece che una commodity – afferma Carnevale Maffé nel suo
                contributo a questo Libro Bianco. Di più, la merce senza packaging non “parla” e
                questa funzione dell’imballo di essere mezzo di comunicazione ne moltiplica
                l’importanza in misura esponenziale, indicando al contempo la rilevanza dei
                componenti cosiddetti accessori, come l’etichetta e la stampa della confezione.

                Tanto dal punto di vista strutturale quanto comunicativo l’imballaggio è un
                manufatto complesso, con una forte interconnessione dei vari elementi che lo
                costituiscono e relazioni strette sia con il bene contenuto sia con gli altri anelli della
                catena del valore. In gioco, una molteplicità di elementi – ciascuno con un proprio
                mondo di tecnologia, know how, esperienze – che parte dai fornitori di materiali per
                comprendere costruttori di macchine e consumabili, designer e creativi, provider di
                servizi e logistica, imprese utilizzatrici, il retail e, buon ultimo, il consumatore.

                Ed è proprio il consumatore, con i suoi orientamenti e comportamenti d’acquisto, a
                influire – oggi come non mai – sugli attori a monte della filiera, imponendo la
                revisione costante del prodotto e del suo packaging, e una sempre maggior
                interconnessione dei vari elementi.
                Per servire questo consumatore il packaging ormai svolge sempre più funzioni e di
                conseguenza la sua creazione e produzione coinvolge più soggetti che devono
                condividere conoscenze, punti di vista e aggiornamenti tecnologici. Il costo del
                mancato dialogo può essere molto alto: si va dalla “semplice” inefficienza del
                processo produttivo con conseguenti costi economici e allungamento del time-to-
                market, all’abbassamento della qualità della confezione e dell’immagine di marca;
                dall’incapacità dei fornitori di trovare le soluzioni tecniche utili a raggiungere gli
                obiettivi del committente, fino ai potenziali problemi di sicurezza e salute del
                consumatore – come insegnano, tipicamente, i casi di migrazione di sostanze
                dannose dal packaging al contenuto.
                Il dialogo fra operatori, soprattutto fra cliente e fornitore diretto, lo sappiamo, non è
                facile. Ma se è vero che ogni cammino inizia con un passo, nella nostra direzione più
                di un passo è stato già compiuto, per esempio sul versante legislativo e delle pratiche
                di buona fabbricazione, con risultati molto incoraggianti.

                Il convegno Print4pack, di cui questo Libro Bianco rappresenta una sintesi
                ragionata, è andato proprio in questa direzione con un format che si è naturalmente
                costruito sotto la spinta partecipativa delle aziende associate ad Acimga e Argi,
                aggregatesi per questo lavoro con un obiettivo comune: mettere a disposizione
                dell’intera filiera del Package Printing una piattaforma di studio, dibattito, relazione,
                facilitazione di accesso alla innovazione industriale e grafica.

                   Enrico Barboglio e Andrea Briganti

                                                                                                          1
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                PACKAGING & PRINTING

                  DARE VOCE AL PACKAGING: QUESTIONE DI… PRINTING

                              Ve lo immaginate un pacchetto di patatine
                       senza pacchetto? E un pacchetto senza immagini,
                       marchio, pay-off, ingredienti, tabella nutrizionale,
                    stabilimento di produzione, data di scadenza…? E
                    senza QR code multimedia, bar code di tracciabilità,
                    RfId di logistica, elementi
                    anticontraffazione…?

                                                                                2
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                Due sono i principi generali che ruotano attorno al tema dell’imballo.
                Primo: la merce senza packaging non “circola”. E questo è un argomento
                fondamentale per tutta quella scienza e tecnologia che determina le attività di
                preparazione e produzione dell’imballo, di scelta del materiale e della forma, di
                dosaggio e confezionamento del contenuto.
                Secondo: la merce senza packaging non “parla”. Un aspetto che potenzia il ruolo
                dell’imballo evidenziando il compito non secondario di alcuni componenti, come
                l’etichetta e la stampa della confezione.
                Dare voce al packaging significa creare una connessione emozionale e interattiva con
                il consumatore. Emozione e interazione sono gli elementi base che stanno oggi in
                ogni campagna di comunicazione, indipendentemente dal medium usato. Se non ci
                credete date uno sguardo al video rilasciato dalla associazione industriale grafica
                australiana che potete trovare cliccando sulla foto

                      LA STAMPA EMOZIONA E CREA INTERAZIONE
                      Come si generano emozione e interazione con un packaging? Con la stampa!
                      Cioè in quella fase del processo di preparazione di una confezione di prodotto
                      che si integra con tutte le altre componenti di processo (dosaggio,
                      misurazione, riempimento, sigillatura, palettizzazione).
                      La stampa ha una propria specificità di ruolo nella filiera, grazie alla
                      specializzazione e unicità delle tecnologie utilizzate, siano esse di tipo
                      analogico o digitale o ibrido.

                      Le tecnologie di Stampa e di Converting sono dunque le protagoniste assolute
                      della evoluzione del packaging pronto a diventare “smart”: un imballaggio
                      “intelligente” e “attivo” che proprio grazie all’impiego delle varie tecnologie
                      oggi disponibili, interagisce con il prodotto contenuto per monitorarne la
                      storia e lo stato, e con i consumatori per permettere il dialogo biunivoco fra il
                      brand owner e ciascun singolo individuo.

                                                                                                       3
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                IL PACKAGING VA DOVE VA IL CONSUMATORE

                           Il packaging va dove indica il
                       consumatore. Un consumatore sempre più
                  individuato, informato, esigente, “verde”, attivo e
                  relazionale. Principe di quel neo-umanesimo dei
                  consumi che qualifica la nostra epoca post-
                  moderna, post-storica, post-democratica... che
                  indica sempre più chiaramente cosa si
                  profila dopo il “post”.

                                                                              4
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                COME TU MI VUOI
                Le analisi dei consumi, condotte per monitorare il flusso delle culture e dei
                comportamenti nelle varie aree del mondo, indicano alcune tendenze che,
                variamente declinate, svolgono il ruolo di “meta driver”.
                In altre parole, se da un lato gli studi qualitativi mostrano grandi differenze di
                atteggiamento e giudizio verso il packaging, dall’altro evidenziano alcuni
                valori condivisi. Comunque vengano tradotti in pratica nei singoli Paesi e nelle
                diverse circostanze, o interpretati nelle varie classi di censo, alfabetizzazione
                ed età, ecco alcuni trend da cui aziende, progettisti e ricercatori non possono
                prescindere

                QUANDO SOSTENIBILITÀ SIGNIFICA MENO PACKAGING
                A lungo utilizzato come mero argomento (talvolta pretestuoso) di vendita,
                l’eco-compatibilità è diventata un requisito imprescindibile di qualsiasi
                imballaggio. Lo dobbiamo a diversi fattori, fra cui l’orientamento delle
                legislazioni nazionali e internazionali – nello specifico europeo influenzate
                dalla sensibilità più avanzata dei Paesi del Nord – e il reale interesse che
                l’ecologia riveste per le nuove generazioni, praticamente in tutto il mondo. Dai
                millennials “in giù” la tutela della Terra, delle sue risorse e dell’equilibrio
                uomo-ambiente assume spesso la valenza di Ideale che si traduce in parole
                d’ordine ormai note:

                Riciclo
                Raccogliere e riciclare (o riusare) il packaging a fine vita significa tenere pulito
                il pianeta, tutelare la bellezza delle spiagge e la salvaguardia dei mari. Le
                aziende virtuose, che usano imballaggi eco compatibili saranno dunque
                premiate dalla società civile e questo trend, conferma qualsiasi indagine di
                mercato, va rafforzandosi sempre più.

                Biodegradabilità
                Quintessenza della naturalità, fa rima con compostaggio e, nell’aspettativa
                dell’opinione pubblica, deve potersi trasformare in terriccio. Ma attenzione a
                non perdere di vista l’essenziale: l’imballaggio nasce per proteggere un bene e
                consentirne lo spostamento nello spazio e nel tempo, procrastinandone il
                consumo rispetto al momento della produzione.

                Lotta allo spreco di prodotto
                Era il tema ispiratore di Expo 2016 che ha fatto da cassa di risonanza a un
                orientamento già esistente e da volano a una rivalutazione in positivo
                dell’imballaggio nel senso comune. La società civile ha potuto toccare con
                mano come packaging più efficaci ed efficienti possano contribuire in misura
                rilevante a evitare perdite e sprechi di alimenti.

                                                                                                    5
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                QUANDO LA SOCIETÀ CAMBIA E CHIEDE PIÙ PACKAGING
                Diverso, ma altrettanto stringente, il discorso relativo ai cambiamenti sociali
                che si impongono come dato di fatto, con riflessi rilevanti sulla vita della
                comunità e del cittadino.

                L’aumento dei single, e più in generale la riduzione del nucleo familiare, è
                forse il caso più citato di fenomeno sociologico con ricadute sul packaging.
                Commercializzare prodotti in dosi piccole, infatti, non solo moltiplica la
                quantità di imballi dedicati (che, in proporzione, costano di più) ma richiede
                anche una comunicazione dedicata, un’esposizione diversa sul punto vendita
                e genera più rifiuti da smaltire.

                La personalizzazione che oltrepassa l’occasione della ricorrenza per
                investire ogni singolo imballaggio è un fenomeno dirompente, reso possibile
                dallo sviluppo della tecnologia digitale. Dopo aver interessato innumerevoli
                aspetti e passaggi della catena del valore, oggi il digitale genera le novità più
                eclatanti sul piano della comunicazione multimediale, dove la confezione fa da
                tramite (interattivo) fra marca e consumatore. E qui più che mai vince la
                collaborazione di filiera.

                Il servizio. I packaging che offrono funzioni aggiuntive a quelle tradizionali
                vanno moltiplicandosi. Sono interessate le chiusure (e le riaperture,
                tipicamente la “pelabilità” della busta di porzionato), l’erogazione e il
                dosaggio, l’antieffrazione, la comunicazione (sul prodotto e sul suo utilizzo),
                la tracciabilità e l’anticontraffazione. Si tratta di un universo intero che
                impegna l’industria in uno sforzo costante di ideazione, sviluppo e
                applicazione e che offre un plusvalore spesso determinante. Un esempio per
                tutti: le nuove modalità per l’assunzione dei farmaci, nate da idee innovative
                di confezione facile da usare e che permette a chiunque, anche se con facoltà
                depotenziate, di capire a colpo d’occhio se sta facendo correttamente la cura o
                ha dimenticato di prendere la pastiglia.

                QUANDO SI PERDE DI VISTA L’ESSENZIALE
                “C’era una volta una società senza packaging…” No, non ha senso. Si torna
                all’età della pietra.
                “C’era una volta un’azienda molto attenta agli orientamenti del consumatore
                e intenzionata a fare le cose sul serio, proponendo non solo prodotti di qualità
                ma anche confezioni belle e buone…”. Ok, così va meglio.
                “Il suo impegno sul fronte dell’eco-compatibilità si è tradotto in un packaging
                realizzato con materie prime di origine naturale, trasformate in un ciclo
                industriale virtuoso anche dal punto di vista energetico, con una carbon
                footprint ottimale”. Perfetto!
                “Il lancio è stato un successo e della piccola azienda, fino a quel momento
                sconosciuta, hanno parlato tutti, anche a livello internazionale. Fino a quando,
                poco tempo dopo, la caduta inattesa e rovinosa…. Il materiale con cui è stato
                realizzato il contenitore era biodegradabile e compostabile, con un ciclo di vita
                più breve di quello del prodotto contenuto. Di più, la sua permeabilità al

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                contenuto generava delle perdite e le unità di vendita, dopo un po’, non erano
                più del tutto piene. Il prodotto è stato ritirato dal mercato e il progetto rifatto”.
                Questa è una storia di fantasia, inventata per far capire ai ragazzi delle scuole
                una verità fondamentale: si può inventare il packaging più bello, innovativo,
                ecologico e amichevole del mondo, ma se non svolge la sua funzione primaria
                di protezione o non serve a nulla o è dannoso.

                LA RISPOSTA DELLE IMPRESE
                Le ricadute di questi orientamenti sulla filiera del packaging sono evidenti e
                significative e l’elenco degli esempi, anche solo i più noti, sarebbe troppo
                lungo.
                Possiamo solo accennare a un aspetto trasversale dell’innovazione. In base
                all’aureo principio che ogni cosa ha il suo rovescio, tradurre in pratica le
                richieste del mercato crea nuove opportunità ma anche nuovi problemi e “fare
                la quadra” non è sempre facile. Anche perché il cittadino non è sempre
                consapevole che un film biodegradabile magari non può essere trasparente, se
                deve essere 100% salubre magari perde in elasticità, e così via. La quadratura
                del cerchio è più semplice quando la sostenibilità ambientale si sposa con la
                sostenibilità economica incarnandosi, ad esempio, in processi che consumano
                meno energia o nella possibilità di “fare di più con meno” (e il packaging
                diventa sempre più sottile e leggero). Lo stesso accade se l’output del riciclo è
                un bene di valore o quando una confezione ad alto tasso di servizio “spacca” e
                inaugura nuove gestualità e abitudini.
                Ma una cosa è certa: c’è uno e un solo elemento a cui tutto si subordina e
                armonizza, ovvero la funzione primaria dell’imballaggio come guscio del
                prodotto. Un guscio che, in funzione di ciascun prodotto, sarà spesso il giusto:
                forte quanto basta, ovviamente liscio, pulito e perfetto da vedere (e non
                necessariamente                                                   trasparente).

                Marco Sachet, direttore dell’Istituto Italiano Imballaggio

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                UN PACKAGING SEMPRE PIÙ SMART

                            Possiamo definire “smart” quel tipo di
                     imballaggio “intelligente” e “attivo” che, grazie
                     all’impiego di varie possibili tecnologie,
                  interagisce con il prodotto contenuto per
                  monitorarne la storia e lo stato, e con i
                  consumatori per permettere il dialogo biunivoco
                  fra il brand owner e ciascun singolo individuo.

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                LO SMART PACKAGING PER IL FUTURO

                Riprendendo da un’angolazione particolare la disamina precedente,
                identifichiamo lo smart packaging come una delle aree più interessanti per il
                futuro. Questo il contenuto dell’intervento di apertura al convegno Print4Pack
                2016, che ha tracciato il percorso con cui brand owner, stampatori e fornitori
                di tecnologie devono confrontarsi per seguire i cambiamenti delle abitudini al
                consumo, almeno per due ordini di ragioni.

                                                      Keynote speech al Print4Pack 2016

                È CAMBIATA PROFONDAMENTE LA DOMANDA
                 (E DUNQUE IL PACKAGING)

                Prendiamo in considerazione il caso del caffè per consumo domestico in Italia.
                Nel solo 2015 tutti i tipi di caffè con packaging tradizionale sono scivolati di
                un valore tra il 2 e il 16%, mentre le vendite di caffè porzionato in cialde nello
                stesso periodo sono cresciute del 21,3% solo sul canale GDO (200 ml€). A
                questo fatturato va aggiunto quello del network Nespresso costituito da punti
                vendita diretti e e-commerce, che vale altri 300 ml€. A livello aggregato, nel
                2015 (secondo i dati di Iri), le vendite di caffè nella grande distribuzione sono
                calate a volume del 2,1%, ma sono aumentate a valore dell’1,9% per arrivare a
                circa 1,2 miliardi. In Gran Bretagna, si prevede che entro il 2016 il consumo di
                caffè in cialde superi quello del packaging tradizionale. Il packaging, quindi,
                se indirizzato strategicamente, può diventare protagonista di fortissimi
                cambiamenti sia nella dinamica della domanda sia nella struttura del valore
                aggiunto di produzione e distribuzione.

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                I tanti aspetti da considerare

                 Il fenomeno è generalizzato e particolarmente vivace in alcuni segmenti di
                domanda. Se analizziamo il comportamento dei millenials, risulta come siano
                già oggi sempre meno propensi ad acquistare tradizionali confezioni di
                packaged food, specie in confezioni “bulk” semplicemente perché cambiano la
                logistica dell’approvvigionamento, gli spazi di utilizzo domestici, il modello di
                consumo in famiglia e individuale.

                Questi sono alcuni esempi dei tanti elementi che daranno una forte spinta al
                packaging demand-side, al packaging e delivery con e-commerce, in futuro
                con sistemi sempre più automatizzati, insomma un packaging che va
                progressivamente, ma completamente, ripensato.

                Molti attori del settore rimangono ancorati all’idea di usare il packaging
                fondamentalmente per conservare, distribuire e consumare dopo. Ma si sta
                facendo strada una logistica dell’ultimo miglio, che è una logistica a flusso e
                non una logistica batch, per cui il packaging diventa supporto per una supply
                chain completamente nuova e personalizzata, e abilita nuovi meccanismi di
                scambio tra domanda e offerta.

                È UN AMBITO STRAORDINARIAMENTE IMPATTATO DALLA TECNOLOGIA

                Gli ultimi anni hanno visto nascere grandi innovazioni. In ambito food aziende
                all’avanguardia quali Ferrero, P&G, Nestlè, Coca Cola, Mondelez hanno
                creato, tramite il packaging, modalità di consumo diverse. Tuttavia, nella
                maggior parte dei casi oggi questa innovazione, che può avere un ruolo
                centrale e determinate, ancora non è stata incorporata nell’ambito
                dell’imballaggio, che rimane un attore collaterale del processo di logistica.

                A ben guardare, invece, il packaging è la forma di dialogo più sistematico, più
                profondo con il prodotto. Il prodotto senza packaging non circola e quindi vale
                la pena candidarsi a essere infrastruttura e non commodity incidentale. È
                necessario diventare piattaforma collaborativa dei processi di filiera,
                altrimenti si viene pagati al grammo o al metro quadro. Quando l’industria
                ragiona e viene pagata con l’unità di misura della metrica decimale, rinuncia
                alla sfida del valore aggiunto e della differenziazione competitiva.

                Apple, genialmente, ha messo in atto un processo di scoperta straordinario:
                con la comunicazione ha trasformato il packaging in una parte del prodotto. Il
                piacere di comprare un prodotto Apple comincia dall’apertura della scatola, il
                disegno dell’alimentatore è costruito per uno spazio di dimensioni coerenti:
                anche questo è dialogo sistematico tra forma e contenuto, e viceversa.

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                      Nel mondo dell’e-commerce – un mondo di logistica innovativa che domani
                      sarà sempre più affidato a processi automatici come droni e veicoli senza
                      pilota – un packaging accuratamente studiato diventa un “pacchetto IP”, un
                      container virtuale; se ben tracciato e ben indirizzato, non ha più neanche
                      bisogno dello shelf.

                                                            Figura 1: Amazon e il fresh food

                Fonte: Carnevale Maffé

                      Le piattaforme logistiche come Amazon hanno piena tracciabilità all’offerta e
                      piena indirizzabilità a valle della domanda. Stiamo parlando di modelli di
                      packaging non in senso tradizionale, ma di modelli che diventano conoscenza,
                      ed è qui che si fa la differenza.
                      La sfida per le aziende della filiera è di diventare attori di questo cambiamento.

                      Carlo Alberto Carnevale Maffé, Giuseppina Civardi

                                                                                                        11
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                LA FILIERA DEL PACKAGING

                             Il packaging è un mondo di manufatti che,
                      in prima istanza, si possono distinguere in
                      imballaggio primario, a contatto col prodotto;
                  secondario, che riunisce in unità di vendita più
                  prodotti confezionati; terziario o da trasporto.
                  Ma che, in seconda istanza, è un prodotto di
                  filiera che coinvolge diversi componenti e
                  processi.

                                                                           12
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                      ANATOMIA DI UN IMBALLAGGIO: COMPONENTI E PROCESSI
                      Gli elementi del packaging sono davvero tantissimi e possiamo raggrupparli,
                      per comodità, in grandi insiemi di prodotti e processi, talvolta molto diversi
                      fra loro:

                      Materie prime e consumabili

                      Italianizzazione del termine inglese consumable (tipicamente inchiostri e
                      adesivi). Spesso avanzatissimi sul piano tecnologico, sono determinanti nel
                      decidere la salubrità, sicurezza e macchinabilità dell’imballaggio, nonché la
                      qualità della stampa. Un esempio per tutti: l’alimentarietà di un imballo è il
                      risultato dell’impegno di formulatori, legislatori, tecnici, analisti e decide della
                      salubrità del prodotto confezionato.

                                            Figura 2: Alimentarietà e packaging flessibile

                Fonte: U.S. Packaging LLC

                      Non rispondere ai requisiti richiesti – che coinvolgono anche il processo di
                      trasformazione e stampa – significa correre rischi gravi, come mostrano i noti
                      fatti di cronaca che hanno portato all’onore delle cronache termini fino a
                      prima noti solo agli specialisti, come ammine aromatiche, itx o set-off. Con
                      danni gravi di reputazione e il ritiro di interi lotti di prodotto.
                      Il dibattito che ne è scaturito è stato occasione per condividere informazioni e
                      conoscenze preziose, peraltro non ancora assimilate da tutti gli attori della
                      filiera, come ad esempio il ruolo imprescindibile di una corretta asciugatura
                      della stampa per evitare il passaggio di sostanze dal packaging al contenuto.
                                                                                                         13
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                Macchine

                Le macchine di trasformazione e di stampa determinano in buona misura
                come si può effettivamente realizzare un bel progetto di packaging, con quali
                tempi e costi, con che margini di profittabilità, flessibilità di output, ripetibilità
                dei risultati.

                Parliamo di macchine ma intendiamo meccanica + elettronica (con la seconda
                sempre più determinante, e non solo in un’ottica di industry 4.0), intendiamo
                cartotecnica o packaging flessibile, stampa flexo e roto, digitale o ibrida,
                pensiamo ai settori di sbocco (etichettatura, imballaggio di cartone ondulato,
                involucri di film plastico, astucci) per non parlare della galassia dei
                componenti ed elementi integrativi: per l’alimentazione, il controllo,
                l’ingegnerizzazione, o della nobilitazione, dell’integrazione di elementi
                speciali e variabili.

                Dalla capacità del costruttore e dalla sua interattività con i segmenti
                precedenti e successivi della catena del valore dipende tantissimo del risultato
                finale e, infatti, si moltiplicano i casi di collaborazione, testimoniata dalle
                azioni di co-marketing promosse insieme ai produttori di inchiostri, adesivi e
                vernici, processi di essiccazione, cilindri, sistemi di ispezione e controllo.

                Trasformazione

                La macchina è il braccio intelligente dello stampatore e del trasformatore: un
                elemento della filiera troppo a lungo marginalizzato in fase di progetto, che in
                realtà rappresenta il cuore della supply chain. E non tanto perché sta nella
                (incomoda) posizione di mezzo, tra fornitori di materiali e utilizzatori di
                packaging, spesso molto più grandi di lui, ma perché dalla sua capacità di
                innovazione, proposta, realizzazione corretta e tempestiva, dipende l’effettivo
                successo del prodotto-imballaggio.

                                                      Figura 3: processo di trasformazione

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                Di questa importanza, per fortuna, oggi si è più consapevoli. In questo caso
                l’assenza di consapevolezza (tipicamente da parte del brand owner) può
                generare vari ordini di problema: la richiesta di tipologie di packaging che non
                si possono ottenere nei tempi e con le caratteristiche richieste (o non si
                possono ottenere tout court); l’imposizione di tempi di consegna incompatibili
                con la qualità, e talvolta la sicurezza, dell’imballaggio; l’imposizione di prezzi
                incompatibili con gli aspetti rilevanti del prodotto, ecc. E troppo spesso il
                converter che, per definizione, potrebbe svolgere il ruolo di collettore
                intelligente di istanze, viene coinvolto come mero esecutore di un progetto
                messo a punto senza neanche averlo consultato.

                Comunicazione

                Quando parliamo di imballaggio, la comunicazione non può prescindere da
                stampa, nobilitazione, etichettatura, cross-medialità anche se in realtà la
                stessa struttura del packaging o il tipo di materiale scelto già comunica
                qualcosa, in positivo o negativo.

                                               Figura 4: il packaging tra fisico e virtuale

                L’innovazione in questo ambito porta con sé un’infinità di soluzioni e idee
                sempre nuove, imponendo un dialogo tra competenze che si trovano lungo
                tutto il processo di filiera.

                                                                                                 15
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                MERCATO

                 I TREND IN SINTESI

                              In tutti i report sul mercato della stampa
                      emerge che da anni gli operatori vanno
                      riorientandosi sempre più decisamente sul
                   packaging, convertendo macchinari e strategie
                   commerciali dai precedenti settori di sbocco
                   (tipicamente editoria, stampa commerciale, di
                   cartoline ecc.). Motivo principale la rivoluzione nei
                   media di comunicazione innescata dalla tecnologia
                   digitale e il conseguente calo della domanda di
                   informazione stampata. Cresce invece la
                   domanda di stampa e di innovazione nella
                   stampa per il packaging.

                                                                              16
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                      TREND POSITIVI SU TUTTI I FRONTI
                      Le analisi di mercato riportano da più parti un momento di positività per il
                      segmento della stampa di imballaggi, come pure per la stessa produzione di
                      materiali per imballaggi. Se è vero che nel 2015 si parla di oltre 400 Miliardi
                      di Dollari di valore per il cosiddetto “converted packaging” (cioè per la parta
                      di stampa e converting), è anche vero che ci sono interessanti previsioni di
                      crescita a livello globale sia sul volume di materiali dedicati al packaging, sia
                      sui volumi di stampa (un packaging “muto” è sempre meno desiderato).

                Fonte: Infotrends

                      Sono i Paesi emergenti che guideranno la domanda di packaging, facendo
                      nascere nuove opportunità sui mercati internazionali. Ma anche i Paesi
                      industrializzati (tra cui quelli europei) sono caratterizzati da forti modifiche
                      sociali e demografiche che andranno ad impattare il segmento del packaging
                      e di certo anche quello della sua stampa. Si pensi solo all’Italia, alla
                      considerazione che con i flussi migratori in atto abbiamo circa il 10% della
                      popolazione che conosce a stento la lingua italiana, e come questo potrà
                      influenzare la stampa dei packaging legati al farmaceutico, o anche al food. E
                      sono piccoli e isolati esempi.

                                                                                                      17
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                DAL PUNTO DI VISTA DEI MATERIALI
                Tornando a parlare di materiali, varie fonti indicano come la plastica rigida sia
                in una fase di crescita di utilizzo misurata con un aumento del 4,4% anno su
                anno. La sostituzione delle bottiglie di vetro con le bottiglie in plastica è un
                fenomeno in corsa, e a questo possiamo aggiungere ciò che ha dichiarato Coca-
                Cola: entro il 2020 concluderà lo switch verso la plastica, con il
                completamento del proprio Plant Bottle 2.0, che farà uso al 100% di
                bioplastiche.

                Il flexible packaging continua la sua fase di espansione che si è confermata
                negli ultimi dieci anni, pur se ultimamente con tassi di crescita leggermente
                più bassi. In generale ci si aspetta una crescita vicina al 4% nei prossimi 5 anni,
                con punte più alte ad esempio nei Paesi asiatici, che vedranno innalzare il loro
                share dal 42% al 45% del mercato totale da qui al 2020.

                Fonte: Smithers Pira

                Anche il cartone ondulato e il cartone flessibile continueranno ad avere
                successo in termini di utilizzo, con un incremento in metri quadri previsto del
                3% circa per il folding carton e di quasi il 5% per il corrugated carton. Con
                profonde trasformazioni nell’utilizzo della stampa proprio anche in quegli
                imballi che sino a qualche tempo fa avevano come unico elemento di
                “comunicazione” la scritta: ALTO – FRAGILE, e che oggi vedono invece l’uso
                di colore, immagini, personalizzazione.

                                                                                                  18
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                INTEGRAZIONE E VALORE AGGIUNTO
                Materiali diversi a seconda degli usi e tecnologie di stampa convergono verso
                l’integrazione piuttosto che la competizione.
                Lo dimostrano i dati con cui stanno rapidamente diffondendo le installazioni
                di macchine da stampa ibride. Delle 80 presenti a metà 2016, circa 30 sono
                state installate proprio nell’arco del solo 2016. Le necessità dei clienti si
                soddisfano appieno dando risposte sia alla classica domanda di costi contenuti
                e altissima produttività, sia alla nuova domanda di prodotti innovativi e
                “unici”.

                Oggi l’offerta dei manufacturer propone linee integrate che combinano
                stazioni di stampa flexo a stazioni di stampa digitale inkjet di alta qualità, a
                stazioni di nobilitazione. L’ultima edizione di drupa ha proprio messo in
                evidenza molte novità in questo senso, molte sinergie tra produttori con
                specializzazioni nei diversi segmenti, e tutto lascia presagire che per il 2018,
                in occasione di Print4All, ci saranno ulteriori passi in avanti.

                Il recente studio condotto in Italia da Acimga e Argi in occasione di Print4Pack
                ha definito una lista dei valori aggiunti che attualmente la tecnologia può
                portare alla stampa su packaging, oggetto del prossimo capitolo dove si
                confermerà la centralità del printing e del converting per l’innovazione nella
                produzione di packaging.

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                GLI ELEMENTI A VALORE AGGIUNTO NEL PACKAGE PRINTING

                            Innovare, offrire valore aggiunto, fare del
                       package uno strumento di engagement. Obiettivi
                       che possono essere raggiunti conoscendo le
                    propensioni dei mercati di sbocco e dei canali di
                    vendita, avendo a disposizione le più innovative
                    tecnologie offerte dal mercato. E che il Gruppo di
                    Lavoro Acimga-Argi ha tradotto in una Mappa
                    Sinottica per una più facile
                    interpretazione.

                                                                             20
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                PACKAGE PRINTING A VALORE AGGIUNTO

                Dalle pagine precedenti sono emersi in maniera evidente alcuni aspetti per cui la
                stampa e il converting risultano particolarmente rilevanti nel ciclo di vita di un
                prodotto di packaging, ed ancora di più durante la sua fase di “esposizione” al
                potenziale acquirente.
                Ma quali sono le soluzioni implementabili nel processo di stampa di un packaging
                che più di altre creano questo ‘engagement’ del consumatore finale? Quali sono i
                vantaggi che queste soluzioni a valore aggiunto portano?

                Acimga e Argi hanno lavorato insieme per creare una mappa che con semplicità
                possa essere una guida al corretto utilizzo delle soluzioni a valore aggiunto che la
                tecnologia mette a disposizione.
                Un vademecum, nato da ricerche fatte su Fornitori, Converter e Stampatori, End
                User, che evidenza quali sono gli elementi di valore aggiunto maggiormente
                apprezzati e utili nei diversi segmenti merceologici per cui il packaging è studiato
                e prodotto.

                Il primo lavoro affrontato dal gruppo è stato quello di identificare 6 temi, da tutti
                riconosciuti come elementi che abilitano le caratteristiche di ‘smart packaging’
                attraverso il processo di printing.
                Il secondo step è quello di comprendere e condividere come il medesimo
                argomento di valore aggiunto non sia trasversale alle diverse applicazioni, ma
                possa assumere rilevanza più o meno importante in funzione del mercato di
                sbocco del package, o del canale con cui il package viene distribuito.

                Il risultato finale una matrice (Mappa Sinottica) che ha come righe i ‘MERCATI’
                e i ‘CANALI’ cui sono destinati i prodotti nel loro packaging e che ha come colonne
                in sei argomenti a valore aggiunto.

                   GLI ELEMENTI A VALORE AGGIUNTO:

                   Packaging design
                   La progettazione di un packaging è il momento più articolatao e vissuto da
                   parte del brand owner. In questa fase si mette in gioco gran parte del successo
                   prodotto, ma soprattutto si mettono in gioco e condizionano costi di
                   produzione, possibilità di ottimizzazione degli approvvigionamenti,
                   compliance a regole e norme, facilità o difficoltà di produzione, facilità di
                   replicabilità del packaging, possibilità di delocalizzazione della produzione, e
                   tante altre argomentazioni che impattano sia sui costi sia sui successi dei
                   ricavi. E anche sul posizionamento del brand.
                   La stampa del packaging si posiziona a valle del processo progettuale inteso
                   come scelta delle forme, dei materiali, dei sistemi di apertura e chiusura del
                   packaging, ma non per questo può essere ignorata, anzi una progettazione
                   oculata anche per quanto riguarda le soluzioni e gli effetti che la stampa
                   produrrà sulla confezione è un argomento fondamentale. Soprattutto oggi che

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                le soluzioni e le tecnologie di stampa possono offrono una variabilità di
                soluzioni sempre più ampia e alla portata di tutti.
                Il Packaging Design “printing oriented” è la progettazione che tiene conto sin
                dall’inizio di come la confezione finita dovrà interloquire con il consumatore
                (spazi dedicati ai messaggi stampati) e di come dovrà emozionare il
                consumatore (spazi dedicati agli effetti di stampa speciali).

                Nobilitazione
                La nobilitazione degli stampati è una chiave di lettura delle esigenze del
                consumatore moderno. In sintesi consente a chi la introduce nela stampa del
                proprio packaging di potersi differenziare dal resto del mercato e di aprirsi a
                nuove nicchie di consumatori.
                Il settore della nobilitazione dei packaging è in costante crescita e alla base di
                questo andamento ci sono diversi fattori. Tra questi rientrano i risultati di
                alcune ricerche che testimoniano come l’80% degli acquisti di oggi viene
                effettuata d’impulso. In ogni attività di comunicazione serve andare a
                colpire la sfera emozionale e personale dell’utente. Colpire la sfera emozionale
                e personale significa attivare i sensi del destinatario del nostro messaggio. La
                nobilitazione può trasformare un semplice package in uno stimolatore
                sensoriale. Grazie alla straordinaria capacità di veicolare esperienze diverse –
                vista, tatto, udito, gusto e olfatto – e incrementare in tal modo l’impatto del
                brand di oltre il 70% (Millward Brown, Brand Sense research). La
                stimolazione simultanea di più sensi favorisce la memorizzazione e il recupero
                di maggiori informazioni contribuendo in tal modo ad aumentare l’efficacia
                della comunicazione del brand.
                Gli enormi progressi nella ricerca di materiali, inchiostri, soluzioni di stampa
                tradizionale e digitale rendono possibili variegate formule di nobilitazione,
                ciascuna delle quali può al meglio adattarsi ai diversi mercati di sbocco.

                Anticontraffazione
                Anticontraffazione e stampa del packaging costituiscono un abbinamento
                importante, che deve essere considerato anche alla luce delle sempre più
                numerose possibilità di gestire tecniche di riconoscimento di prodotti
                contraffatti attraverso le diverse tecnologie di stampa e attualmente anche
                attraverso l’utilizzo della interattività tra supporto stampato (carta o altro
                materiale) e l’on-line.
                Tecniche una volta usate per le carte valori o per i Ticket Restaurant (di fatto
                delle banconote visto l’uso che se ne fa genericamente come buono acquisto in
                supermercati o negozi) oggi sono disponibili in modo facile ed economico
                grazie alla evoluzione delle connessioni offline-online. È sufficiente ad
                esempio riprendere con il proprio smartphone il prodotto che si sta
                acquistando e se la stampa del packaging ha un QR-CODE o meglio ancora un
                sistema di Watermark Digitale, ecco che immediatamente ci si può connettere
                al portale del brand owner che ci dirà se il prodotto è originale o meno. Tante
                sono le soluzioni, ma tutte basate sulla stampa di “qualcosa” sul packaging. Il
                mercato della stampa su packaging per anticontraffazione include quindi

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                innovative soluzioni elettroniche e di software, diventando anello di
                congiunzione tra il packaging e l’on-line.

                Per il mercato del packaging anti-contraffazione si stima una crescita attorno
                al 13,5% anno su anno entro il 2020, quando si presuppone che il giro di affari
                legato a questo tema sarà di oltre 150 miliardi di dollari. I settori più
                interessati agli imballaggi anti-contraffazione sono cibo e bevande, prodotti
                farmaceutici e sanitari, industriali e automotive, beni di consumo durevoli e
                abbigliamento e accessori.

                Personalizzazione
                La personalizzazione della stampa di un packaging rientra in un più generale
                fenomeno che è legato ai cambiamenti di comportamento del consumatore.
                Oggi il consumatore è fortemente portato a gradire informazioni, messaggi,
                contenuti, che siano il più vicino possibile alle proprie necessità, ma anche
                attitudini, passioni, preferenze in genere. Questo fenomeno ha vissuto e sta
                vivendo forti accelerazioni andando gradualmente a evidenziarsi nei più
                diversi settori e momenti della vita stessa del consumatore. Si è passati dal
                desiderio di ricevere una lettera di Direct Mail fortemente personalizzata, alla
                voglia di avere un libro con la copertina con scritto il proprio nome, alla
                personalizzazione della cover del proprio telefonino o al desiderio di avere una
                confezione di Muesli con dedica alla propria mamma o al proprio fidanzato.
                Oppure si può parlare di personalizzazione citando quanto fatto da Coca Cola
                con la campagna delle etichette con i nomi di persona o di Ferrero con la
                Nutella personalizzata o con etichette a cluster che riportano modi di dire della
                regione in cui la confezione viene poi distribuita.
                La stampa a dati variabili è stimata in crescita del 16% anno su anno da qui al
                2020, quando raggiungerà un valore di turnover prossimo ai 22 miliardi di
                dollari. Questo trend è principalmente guidato da una forte crescita della
                domanda, in particolare nel settore farmaceutico, food & beverage.

                Connettività
                Nel mondo dell’Internet of Things o, come cita un big brand dell’Information
                Technology, nell’Internet dell’EveryThings anche il packaging non può
                rimanere escluso da un trend che lo vede sempre più elemento in grado di
                dialogare con quanto lo circonda.
                Se pensiamo ai più recenti sviluppi nel mercato degli elettrodomestici, sono
                ormai prodotti quasi abituali quei frigoriferi in grado di controllare lo stato
                delle scorte e di collegarsi in remoto, in maniera automatica, con il
                supermercato online o con Amazon Primenow per rifornirsi delle scorte
                mancanti. Il packaging di un farmaco di un paziente cronico che non può
                rimanere senza dosi giornaliere non potrebbe fare, nel prossimo futuro,
                altrettanto?
                Secondo Gartner Group il numero di dispositivi connessi a fine 2015 era di 4,9
                miliardi. Il numero di oggetti connessi nel 2020 è previsto possa essere vicino
                ai 25 miliardi. E tra questi ci saranno sicuramente dei packaging di prodotto.
                La connettività di un packaging è la fonte di nuovi servizi che il brand owner
                può rendere disponibili ai propri consumatori, al di là del prodotto veicolato

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                all’interno del packaging. Connessioni per fornire informazioni aggiuntive
                non possibili da stampare all’esterno od all’interno della confezione, o per il
                collegamento a istruzioni in multilingua, difficilmente rappresentabili ad
                esempio in un unico bugiardino di una confezione farmaceutica.
                Le tecnologie con cui stampare elementi di connettività sono le medesime
                utilizzate sino ad oggi, che si devono integrare al meglio con l’uso di inchiostri
                speciali (a volte, ma non necessariamente) e che devono garantire consistenza,
                durata e qualità sul materiale usato come supporto di stampa.

                Sostenibilità
                L’argomento sostenibilità è un punto focale nella lista degli elementi a valore
                aggiunto per un packaging. Lo è certamente per tutte quelle parti che
                riguardano la sua filiera produttiva, dalla estrazione della materia prima al
                fine uso e riciclo, ma lo è anche nella sua naturale interazione con le modalità,
                i materiali e i processi che ne permettono l’accoppiamento e la stampa.
                Vi è poi un altro fattore a favore della sostenibilità: il rinnovamento dei
                processi produttivi tesi a automatizzare e ottimizzare la produzione riduce
                riduce gli scarti e le emissioni facendo sì che il settore della stampa
                contribuisca anche in fase di produzione alla sostenibilità complessiva del
                packaging.
                Nella fase della stampa su un packaging Il valore aggiunto della sostenibilità è
                dato dalla combinazione tra evoluzione delle macchine da stampa, ricerca
                nell’abbattimento dei consumi energetici e delle emissioni, combinazione con
                l’uso di inchiostri a basso impatto ambientale, sino alle scelte eco-compatibili
                decise nei siti produttivi delle aziende di stampa (fotovoltaico, certificazioni
                ambientali, ecc).

                Di seguito i mercati verso i quali si sono studiate e valutate le percezioni di
                importanza di ogni singolo elemento a valore aggiunto inserito nella mappa
                sinottica:

                   MERCATO DI SBOCCO                   Tipologia di packaging considerato

                   PUNTO VENDITA                       Shopper, Scatole Prodotto, POP

                   FARMACEUTICO                        Blister, Film, Astucci, Etichette

                   LUXURY                              Box Rigidi, Etichette, Shopper

                   COSMETICA                           Astucci, Etichette, Shopper

                   FOOD & BEVERAGE                     Imballaggio flessibile, Etichette,
                                                       Contenitori, Vassoietti

                   LOGISTICA                           Cartone Ondulato, Etichette

                La Mappa Sinottica è stata realizzata attraverso interviste e tavoli di
                discussione e ha portato ad una sintesi espressa attraverso giudizio di voto
                compreso tra 1 e 5.

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                    Ogni cella della Mappa rappresenta pertanto la valutazione di importanza che
                    assume ciascuno degli elementi di valore aggiunto che la stampa può dare al
                    packaging in uno specifico mercato di sbocco e di riferimento.

                    Un valore pari ad “1” significa che quel particolare elemento pensato come
                    valore aggiunto per la stampa di un packaging è poco percepito come reale
                    valore aggiunto al packaging.
                    Un valore pari a “5” significa che l’applicazione di quel particolare elemento di
                    valore aggiunto nella soluzione di stampa del packaging viene invece percepita
                    come reale e importante elemento di soddisfazione ed ‘engagement’.

                LA MAPPA

                                                                                                    25
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                I CASE STUDY RACCONTATI ATTRAVERSO PRINT4PACK

                     Il valore aggiunto che la stampa del packaging può
                     dare al prodotto e al brand owner è stato il focus delle
                due giornate di dibattito di Palermo, dove si è parlato di
                filiera intesa come percorso necessario per l’innovazione.
                Una filiera che deve parlarsi da monte a valle. Con
                l’interessante prospettiva di mettere il brand
                owner a monte e il produttore di tecnologia a
                valle

                                                                                 26
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                THE PRINT4PACK CONFERENCE
                A fine settembre 2016, a Palermo, oltre 250 partecipanti tra stampatori, fornitori
                e brand owner provenienti da Europa, Medio Oriente e Africa (bacino del
                Mediterraneo) e Stati Uniti si sono incontrati per discutere, imparare e esplorare
                la filiera della stampa di packaging.

                                                                          L’apertura dei lavori

                L’evento è stato organizzato da Acimga e Argi con il supporto di ICE-Agenzia per
                ragionare insieme di tendenze, prodotti e imballaggi e per favorire il confronto
                tra l’intera catena di produzione-consumo del packaging e il contatto diretto tra
                fornitori e buyer. Operatori e buyer provenienti dall’Italia e dai Paesi del bacino
                del Mediterraneo (Egitto, Libia, Tunisia, Marocco, Algeria, Iran, Turchia, Cipro)
                e dagli Usa, grazie al coinvolgimento delle agenzie dell’ICE hanno partecipato
                all’evento, supportato dagli sponsor OMET, UTECO, HP, Xeikon, Grafikontrol,
                I&C-Gama e Printgraph.

                Le presentazioni della conferenza di Palermo hanno coperto le principali
                tendenze che stanno riguardando l’industria dell’imballaggio: dalla necessità per
                i brand owner di governare l'efficienza della produzione alla necessità per gli
                stessi di studiare e implementare innovativi metodi di produzione, l'impatto dei
                big data, così come le tendenze social che stanno influenzando le decisioni di
                acquisto da parte dei consumatori. Queste discussioni sui trend sono poi state
                accompagnate nelle tavole rotonde da esempi di soluzioni di imballaggio.

                Nel suo discorso di apertura, il professor Carlo Alberto Carnevale Maffè, della
                School of Management Bocconi di Milano ha esaminato la necessità emergente
                di trasmettere messaggi significativi avendo a disposizione grandi dati sui
                consumatori e informazioni sui packaging.
                                                                                                  27
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                   I big data possono essere usati e convertiti in efficaci indicatori per le soluzioni
                   grafiche di packaging. Questa la chiave per il successo nel mercato del packaging
                   di oggi. Carnevale Maffè ha poi paragonato l'impatto che i big dIata stanno
                   portando sul tema dell’imballaggio alla rivoluzione causata dalla invenzione di
                   Gutenberg della stampa. "La transizione che vediamo qui oggi è quello che io
                   chiamo l'effetto Steve Guten-Jobs," ha detto. "Questo è quanto mette più in
                   evidenza come la tecnologia dell'informazione sta oggi interessando anche
                   l'imballaggio".

                                                                      Figura 5: Steve Guten-Jobs

                Fonte: Carnevale Maffè

                   Il messaggio chiave per partecipanti all'evento era semplice: incontrare le
                   esigenze dei clienti richiede un brand value chiaro e incisivo. Queste esigenze
                   saranno soddisfatte affrontando la domanda di attenzione al fenomeno della
                   sostenibilità e nel contempo usando un linguaggio visivo (nella stampa) che sia
                   influenzato e utilizzi la grande mole di informazioni e dati disponibili sui
                   consumatori. Mettere assieme e soddisfare queste esigenze si tradurrà nel
                   raggiungimento dei consumatori attraverso un corridoio priviliegiato o nel loro
                   ingaggio on-line per i loro acquisti su Internet.

                   Nel frattempo, l'imballaggio è comunque una scienza saldamente ancorata ad
                   aspetti che interessano la varietà e la gamma di tecnologie di produzione
                   tematiche affrontante nel prosieguo dei lavori.
                   Marco Sachet dell'Istituto Italiano Imballaggio ha messo in relazione argomenti
                   legati alla scienza dei materiali e delle tecnologie, mentre le innovazioni nella
                   stampa e le tendenze della tecnologia sono stati il focus dell’intervento di Ron
                   Gilboa di InfoTrends.

                                                                                                      28
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                Nella sua relazione sulla scienza dei materiali, Marco Sachet ha rafforzato la
                necessità di innovazione nei materiali di confezionamento per soddisfare le
                esigenze dei consumatori per il riciclo, la freschezza degli alimenti, e la percezione
                del valore. Ulteriori elementi chiave che i brand owner stanno monitorando con
                particolare attenzione sono le emissioni di carbonio e le componenti che incidono
                su di esso.

                                                                 L’intervento di Marco Sachet

                Marco Sachet citando il case study di Barilla ha sottolineato il valore
                dell’impronta ecologica e del carbon footprint nel processo produttivo e la quota
                attribuita al confezionamento. Secondo lo studio di Barilla, il packaging
                rappresenta il 14% dell’impatto ecologico e contribuisce per il 17% al carbon
                footprint inerente la produzione di prodotti della società. Anche se l'imballaggio
                ha un impatto minore rispetto alla fabbricazione del prodotto primario, la parte
                di produzione del packaging è un argomento chiave su cui le marche stanno
                cercando di intervenire per ridurre il loro impatto ambientale, spesso grazie a
                soluzioni più efficaci dal punto di vista del riciclaggio dei materiali, o con la
                riduzione del peso, sempre mantenendo però l’attenzione a non penalizzare la
                comunicazione visiva che il packaging esprime.

                                                                                                     29
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                                          Figura 6: Impatto ambientale del ciclo produttivo

                Fonte: Barilla

                   L'innovazione nella scienza dei materiali va di pari passo con l'innovazione
                   tecnologica. Questo è quanto abbiamo potuto cogliere dalla presentazione a cura
                   di InfoTrends. Durante la quale si sono via via affrontate e descritte le diverse
                   tecnologie di stampa e di come queste consentano oggi di stampare su nuovi
                   materiali in grado di soddisfare il desiderio dei brand owner per la sostenibilità,
                   la sicurezza, e la comunicazione visiva efficace.

                   L'innovazione nell'imaging analogico, per esempio, ha permesso di raggiungere
                   risoluzioni di stampa per imballaggi flessibili di circa 200 linee per pollice. Allo
                   stesso tempo, una migliore fedeltà dei colori ha permesso alla stampa CMYK di
                   raggiungere un gamut colore tipicamente raggiunto precedentemente solo
                   utilizzando sei o più colori. Inoltre, i tempi di preparazione macchina, di messa a
                   punto per la registrazione e di gestione della stampa sono stati ridotti in modo
                   significativo rispetto a pochi anni fa, portando ulteriori vantaggi in termini di
                   costi. Questi progressi, combinati con l’innovazione nella costruzione di sistemi
                   di stampa ibridi e integrati, hanno
                   permesso che stampa e laminazione
                   possano essere eseguite in un unico
                   dispositivo, riducendo il tempo necessario
                   per la produzione e consentendo ai brand
                   owner      maggiori      flessibilità     nella
                   produzione       e     nel     go-to-market,
                   facilitandoli così nel raggiungere i
                   consumatori in base alla domanda del mercato. Semplificando il workflow di
                   lavorazione e non dovendo vincolare a differenti e asincrone fasi di lavorazione.

                                                                                                      30
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                                       Figura 7: Conventional Package Printing Technology

                Fonte: Infotrends

                   Alla continua innovazione che la tecnologia convenzionale sta sviluppando per il
                   package printing, si aggiunge quella portata dalla crescente gamma di tecnologie
                   digitali oggi disponibili per la stampa di etichette e packaging. Sistemi di stampa
                   basati su tecnologia elettrofotografica laser o a getto d'inchiostro che consentono
                   ancora maggiore flessibilità nel rispondere alle esigenze dei brand owner che
                   possono così raggiungere i propri clienti in modo efficace, just in time grazie alla
                   stampa locale, e con soluzioni di personalizzazione del packaging che favoriscono
                   l’avvicinarsi anche di nuove generazioni di consumatori. Questi sistemi sono
                   attualmente disponibili per convertitori di etichette, cartoni pieghevoli,
                   imballaggi flessibili e cartoni ondulati.

                                                    Figura 8: Digital Printing per il Packaging

                Fonte: Infotrends

                                                                                                      31
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