Voto ai minori e parità intergenerazionale - Centro Einaudi

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Voto ai minori e parità intergenerazionale

                                              KARL HINRICHS

Si può affermare che gli anziani godano                        tale fenomeno sono Austria, Canada, Da-
dei benefici dello stato assistenziale in mi-                  nimarca, Finlandia, Francia, Germania,
sura maggiore rispetto ai giovani? E che                       Italia, Olanda, Norvegia, Svezia e Regno
anzi essi abbiano accresciuto il proprio be-                   Unito (Förster e Pellizzari 2000, 99-100; si
nessere materiale a spese della popolazio-                     veda anche Rainwater 1999).
ne giovanile? Uno sguardo ad alcuni dati                          I motivi che spiegano sia la situazione
empirici sembra confermare tale opinione:                      che lo sviluppo cui si è accennato sono
in sei su quindici paesi Ocse della prima                      complessi, e variano dall’uno all’altro dei
ora, per i quali esistono dati comparabili,                    paesi compresi nel raffronto. Resta co-
la povertà relativa (meno del 50 per cento                     munque l’interrogativo su quali passi si
del reddito disponibile adeguato rispetto                      possano intraprendere per migliorare le
alla mediana) della popolazione sotto i 18                     sorti dei più giovani, soprattutto tenendo
anni è maggiore di quella degli ultrasessan-                   conto dell’invecchiamento della popola-
tacinquenni (Canada, Germania, Italia,                         zione, che si traduce in una crescente for-
Olanda, Regno Unito, Stati Uniti). Inol-                       za numerica degli anziani nella sfera poli-
tre, tra la metà degli anni ottanta e la metà                  tica. In questo articolo si fa riferimento
degli anni novanta, undici di questi quin-                     alla Germania in quanto esempio perti-
dici paesi hanno assistito a uno sviluppo                      nente, essendo tra i sei paesi con tasso re-
divergente del benessere economico: si è                       lativo di povertà giovanile elevato e tra gli
verificato o un incremento minore del tas-                     undici in cui si è verificato uno sviluppo
so di povertà fra gli anziani che fra i giova-                 divergente del benessere materiale. Inol-
ni (o un calo maggiore per il primo grup-                      tre, a paragone di altri paesi occidentali
po), oppure un aumento della povertà di                        con sistema assistenziale, la Germania ri-
bambini e adolescenti parallelamente a una                     sentirà di un invecchiamento della popo-
diminuzione dello stesso dato nella popo-                      lazione – e quindi dell’elettorato – parti-
lazione anziana. I paesi in cui è avvenuto                     colarmente accentuato, ed è possibile che

Una versione precedente di questo saggio è stata presentata alla conferenza su «Vecchie e nuove ineguaglianze sociali:
quali sfide per gli stati assistenziali?» dell’Associazione Sociologica Internazionale, Comitato di Ricerca 19 (Povertà,
previdenza sociale e politiche sociali), Universidad de Oviedo (Spagna), 6-9 settembre 2001. Si ringraziano i parteci-
panti alla conferenza per lo stimolante dibattito. Desidero inoltre esprimere la mia gratitudine a Petra Buhr, Claus
Offe e Helmut Wintersberger per i loro preziosi commenti su una bozza preliminare. Vale la consueta clausola eso-
nerativa della responsabilità.

                  Biblioteca della libertà, XXXVII (2002), gennaio-aprile, n. 163, pp. 57-81
58 KARL HINRICHS

l’aumento nel tempo delle disparità di di-                        peraio, si è ridotta a percentuali pressoché
ritti tra generazioni sia più pronunciato                         trascurabili, una nuova povertà si è anda-
in Germania che altrove. Pertanto, in                             ta diffondendo in Germania a partire dal
questo studio sarà fornito qualche dato in                        1973. Alla fine di quell’anno, la popola-
più in relazione alla situazione tedesca, al                      zione minorenne (sotto i 18 anni) che
fine di illustrare ed evidenziare il proble-                      usufruiva di previdenza sociale era l’1,9
ma più generale.                                                  per cento. A venticinque anni di distanza
   Nel 1998, l’1,3 per cento degli anziani                        la cifra risulta più che triplicata, raggiun-
tedeschi usufruivano di previdenza socia-                         gendo il 6,8 per cento (Hauser e Semrau
le. Venticinque anni prima, lo stesso dato                        1990; BMAS 2001, 130 e 134) – senza consi-
era pari a oltre il doppio (2,8 per cento) e                      derare la notevole percentuale di aventi
per di più è pensabile che oggi ci siano                          diritto che non ne usufruiscono e il fatto
meno ultrasessantacinquenni disposti a                            che molti più soggetti vivono uno o più
rinunciare agli aiuti cui hanno diritto in                        periodi di povertà durante l’infanzia
base al reddito. Ciò nonostante, al fine di                       (Jenkins et al. 2001)1. Da una parte il pro-
ridurre al minimo la percentuale di quanti                        trarsi di un livello di disoccupazione ele-
vi rinunciano, la recente riforma pensio-                         vato, dall’altra il crescente numero di di-
nistica prevede l’introduzione di un pro-                         soccupati a lungo termine che non hanno,
gramma di assistenza di base, limitato alle                       o hanno perso, il diritto ai benefici assicu-
pensioni di invalidità e di vecchiaia. I be-                      rativi, sono uno dei motivi alla radice del
nefici saranno ancora basati sul reddito e                        più elevato tasso di povertà infantile; un
sul patrimonio e non supereranno il livel-                        altro è da ricercarsi nel maggior numero
lo della pensione sociale, ma la preventiva                       di famiglie con un solo genitore, partico-
verifica del livello di reddito dei figli (con                    larmente vulnerabili. A ciò si aggiunga
l’obbligo, per chi era in grado di farlo, di                      che, a causa della mancata indicizzazione,
mantenere i genitori) è stata di fatto abo-                       il valore reale degli aiuti economici di na-
lita, così abolendo anche ciò che veniva                          tura diversa dai sussidi in base al reddito
ritenuto un importante deterrente alla ri-                        (come gli assegni familiari) è andato ca-
chiesta di previdenza sociale da parte de-                        lando fino alla metà degli anni novanta, e i
gli anziani.                                                      servizi sociali destinati alle famiglie non
   Mentre la povertà di tipo tradizionale,                        sono stati opportunamente ampliati in
esemplificata dall’anziana vedova dell’o-                         modo da sincronizzare facilmente occu-

    1 Se i figli vivono in povertà, cioè percepiscono i sussidi sociali, la stessa cosa è regolarmente vera anche dei genito-
ri. E non si rischia di sottovalutare i loro problemi, che quasi sempre si accompagnano a questa situazione, se si sotto-
linea che la povertà infantile è particolarmente grave tenendo conto delle specifiche esigenze dei bambini e degli effet-
ti che ne derivano nel tempo, per esempio in relazione a condizioni sanitarie, malnutrizione, autostima, successo
scolastico o preparazione al lavoro, nonché altri aspetti derivanti da un mancato inserimento sociale. Ovviamente,
queste conseguenze individuali e sociali della povertà infantile stanno diventando sempre più gravi in quanto le capa-
cità e la competenza cognitiva determinano le opportunità offerte a ognuno, e si intensifica quindi il rischio di ripro-
durre la sindrome da povertà da una generazione all’altra (Esping-Andersen e Sarasa 2002). Per ulteriori informazio-
ni sulla povertà infantile/familiare si rimanda a Vleminckx e Smeeding (2001, a cura di), Bundesregierung (1998,
85-95), Klocke e Hurrelmann (2001, a cura di).
VOTO AI MINORI E PARITÀ INTERGENERAZIONALE 59

pazione e maternità, limitando così la                            cora in età lavorativa, vogliono la certez-
possibilità per le famiglie a basso reddito                       za che i loro genitori (e, in fin dei conti,
e per i genitori singoli di percepire un (se-                     anche loro stessi) potranno usufruire di
condo) reddito da lavoro.                                         pensioni pubbliche e saranno tutelati da
   Per contro, nel 1995 è stata introdotta                        spese straordinarie elevate per assistenza
in Germania un’assicurazione per le cure                          medica, perché questi benefici sociali li
mediche di lungo periodo. Ciò ha com-                             alleviano dal dover provvedere personal-
portato non solo il rifinanziamento della                         mente alla generazione più anziana. So-
spesa per l’assistenza sanitaria prolungata                       prattutto le famiglie della classe media
(con lo spostamento dall’imposizione fi-                          hanno interesse a proteggere il patrimo-
scale generale ai contributi per la previ-                        nio che può essere ereditato dai membri
denza sociale), ma anche una spesa pub-                           giovani se i genitori infermi non sono co-
blica tre volte superiore. Il risultato di                        stretti a spendere tutte le proprie risorse,
questa innovazione istituzionale è stato                          o quanto meno possono spenderne in mi-
quello, auspicato, di quasi dimezzare                             sura minore che se non fossero disponibi-
il numero di aventi diritto all’assistenza                        li le assicurazioni sociali. È da notare a
sanitaria pubblica in base al reddito (Hil-                       questo proposito che le forme assisten-
fe zur Pflege) tra il 1995 e il 1998 (BMAS                        ziali destinate esclusivamente o preva-
2001, 128), mentre il numero di assistiti                         lentemente agli anziani – pensioni, assi-
per malattie prolungate è triplicato. Il                          stenza sanitaria e cure prolungate – sono
nuovo programma era di grande interes-                            finanziate con contributi appositamente
se per la popolazione ultraquarantacin-                           previsti e legati al reddito, mentre i fondi
quenne, sebbene il rischio di condizioni                          per quelle destinate alle famiglie e ai mi-
mediche che richiedano assistenza pro-                            nori provengono in grandissima parte
lungata non sia significativo fino ai 70 an-                      dalle imposte e sono quindi sempre in
ni (per poi aumentare molto rapidamen-                            concorrenza con altri obblighi di spesa o
te; BMSFSJ 2001, 81-88). Gli anziani,                             necessità più pressanti a livello federale,
chiaramente, sono coloro che hanno un                             statale o comunale.
interesse più immediato all’assistenza                               L’andamento opposto evidenziato dalla
prolungata2. Le persone di mezza età, an-                         povertà infantile e da quella degli anziani3

   2 Durante il dibattito sull’assicurazione per l’assistenza prolungata, un portavoce dell’ala laburista dei cristiano-
democratici ha esortato il suo partito a esprimere un impegno immediato in modo da non perdere gli elettori ultrases-
santenni, unico gruppo in cui il partito mantiene una «maggioranza strutturale» (si veda Götting e Hinrichs 1993, 66).
Lo stesso tipo di argomentazione fu usato da Konrad Adenauer, primo Cancelliere della Repubblica Federale, in di-
fesa della riforma pensionistica del 1957, da lui sostenuta, che prevedeva un sostanziale ampliamento dell’assistenza
pubblica: «In fin dei conti, vogliamo pur vincerle queste elezioni» (citato in Schwarz 1981, 157). Infatti, per la prima e
finora unica volta i cristiano-democratici ottennero la maggioranza assoluta nelle successive elezioni federali.
   3 Negli Stati Uniti, una analoga tendenza fu efficacemente illustrata già quasi vent’anni fa (Preston 1984). L’artico-
lo di Preston influì notevolmente nell’allora emergente controversia sulla parità di diritti fra generazioni. In tale occa-
sione non si tentò di negare né l’andamento divergente del benessere di anziani e minori, né il ruolo cruciale della spe-
sa pubblica in tal senso. Piuttosto, il dibattito fu incentrato sulla questione se gli anziani traessero vantaggi a spese dei
giovani e se tale sviluppo fosse intenzionale, dovuto al diritto di voto e alla rafforzata influenza politica dei meno gio-
vani (Heclo 1988, Cook et al. 1994, Williamson e Watts-Roy 1999).
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– il cui tasso è oggi in continuo calo in                          ge contro un miglioramento dell’assisten-
modo direttamente proporzionale all’età                            za pubblica ai bambini in un gioco di an-
– e l’adeguamento dello stato assistenzia-                         nullamento reciproco degli interessi dei
le ai cambiamenti socioeconomici nel ca-                           due gruppi di età. Inoltre, l’invecchia-
so della generazione anziana ma non al-                            mento della popolazione potrebbe anche
trettanto nel caso dei minori e dei loro                           comportare maggiori disparità di diritti
genitori, confermano l’osservazione di                             fra generazioni relativamente al rapporto
Harold Wilensky (1975, 26-27 e 48) se-                             tra imposte versate e benefici ricevuti, in
condo cui lo stato assistenziale è un siste-                       particolare nel caso di pensioni di anzia-
ma «che guarda soprattutto agli anziani»                           nità finanziate con i contributi dei lavora-
perché essi «costituiscono una popola-                             tori ancora in attività5. Se il «rapporto an-
zione bisognosa e una forza politica per                           ziani a carico» cambia in modo che le
un ulteriore sviluppo della previdenza so-                         generazioni (o più precisamente: le fasce
ciale», essendo «una minoranza di impor-                           d’età) successive saranno sempre meno
tanza strategica per la spesa pubblica»4.                          numerose, allora o la generazione più nu-
Un continuo processo di collettivizza-                             merosa (e più vecchia) percepirà meno
zione del mantenimento degli anziani (a                            pensioni e altre previdenze previste in
fronte di una responsabilità prevalente-                           rapporto all’età, oppure la generazione
mente individuale dei genitori per il man-                         successiva, numericamente inferiore, do-
tenimento dei figli) era già stato previsto                        vrà versare più tasse e/o contributi. A
trentacinque anni prima da Gunnar Myr-                             causa del modificarsi dei rapporti di forza
dal (1940, 199) per un motivo molto sem-                           all’interno dell’elettorato, gli anziani
plice: «Gli anziani votano, i minori e i                           avranno a disposizione strumenti sempre
non nati no». Sua moglie, Alva Myrdal                              più validi per scongiurare la prima solu-
(1945, 344), qualche tempo dopo aggiun-                            zione e imporre la seconda (cfr. ad esem-
se: «Dato che anche il potere politico dei                         pio Sinn e Uebelmesser 2001).
vecchi aumenta, comunque, ad essere                                   In futuro, i due distinti problemi (da
davvero in pericolo, più che loro, potreb-                         una parte l’aumento della povertà infanti-
bero essere i minori».                                             le, dall’altra la crescente disparità di diritti
   L’aumento dell’età media degli elettori,                        fra generazioni), entrambi legati al fatto
dovuto al calo delle nascite e alla crescen-                       che gli anziani sono sempre più in grado
te longevità, rafforza il bastione che si er-                      di difendere validamente i propri interessi

   4 L’analisi dei sistemi di immissione delle risorse (diretti e da imposte) condotta da Lynch (2001) evidenzia un net-
to, anche se differenziato, orientamento delle politiche sociali in funzione dell’età nei paesi Ocse (si veda inoltre
Esping-Andersen e Sarasa 2002).
   5 L’obiettivo della parità intergenerazionale (equilibrio costante nel corso della vita tra oneri fiscali e benefici, indi-
pendentemente dalla data di nascita) è tuttavia difficile da concettualizzare in un mondo non statico con tassi di cre-
scita economica in cui le generazioni successive – numericamente inferiori – godono mediamente di un benessere
maggiore in termini assoluti, grazie agli investimenti in capitale umano e fisico fatti dalle generazioni precedenti. Il
problema della (dis)parità intergenerazionale non si limita alla previdenza sociale, ma si estende ad altri campi quali il
debito pubblico o i danni ecologici, in cui i giovani e i non nati di oggi dovranno affrontare le conseguenze di decisio-
ni e mancate decisioni (nel caso della tutela dell’ambiente) in cui non hanno avuto parte.
VOTO AI MINORI E PARITÀ INTERGENERAZIONALE 61

costituiti, potrebbero culminare in un           to…». Se da una parte non si può negare
unico interrogativo, e cioè se questo mag-       che anche i minori facciano parte del «po-
gior numero di minori deprivati fin dal-         polo», sottoporre il diritto al voto alla
l’infanzia del diritto di buone opportu-         maggiore età può essere problematico,
nità di vita, una volta divenuti adulti,         implicando che un suffragio realmente
saranno disposti ma soprattutto saranno          universale non si possa realizzare se non
in grado di contribuire al benessere di un       concedendo il voto a tutti i minori (Merk
crescente numero di anziani senza figli.         1997, 262-268; Peschel-Gutzeit 1999; cfr.
Le eventuali tensioni potrebbero risultare       sezione 3.).
ancor più aspre in funzione delle diversità         Proposte analoghe sono state recente-
etniche presenti nella società, in quanto        mente presentate da Stein Ringen (1996;
il gruppo etnico in cui è maggiormente           1997, 3-7 e 166-168) e Philippe van Parijs
concentrata la povertà infantile è diverso       (1999). La preoccupazione principale di
da quello che ha diritto al grosso dell’as-      Ringen è la povertà infantile e la posizio-
sistenza pubblica in vecchiaia (cfr. per         ne strutturalmente svantaggiata dei mi-
esempio Torres-Gil 1992).                        nori in politica. La sua soluzione a en-
   Con un approccio orientato alle conse-        trambi i problemi consiste nell’eliminare
guenze, per ridurre la povertà infantile e       lo sbilanciamento a favore degli anziani
conquistare una maggiore parità interge-         nell’elettorato. La richiesta di van Parijs è
nerazionale si potrebbe pensare di conce-        motivata soprattutto dall’invecchiamento
dere ai minori la possibilità di esprimere il    della popolazione e dalla conseguente
proprio parere nelle consultazioni eletto-       minaccia della gerontocrazia: il predomi-
rali, così che i partiti politici nelle demo-    nio politico degli anziani andrà sempre
crazie rappresentative prestino più atten-       più a violare i principi di equità interge-
zione agli interessi dei giovani di quanto       nerazionale. Egli definisce la sua soluzio-
sia avvenuto finora, visto che «l’ultima         ne «un programma alla Rawls-Machia-
ratio del moderno sistema dei partiti poli-      velli», laddove Rawls è sinonimo di un
tici è la scheda elettorale» (Weber 1958/        concetto di giustizia sociale esplicita ed
1917, 250). In alternativa o in aggiunta a       eticamente accettabile, mentre la com-
ciò, il voto ai minori potrebbe rendersi         ponente «machiavellica» si riferisce alla
necessario qualora venisse individuato un        progettazione strategica di istituzioni
deficit democratico. In Germania tale ar-        politiche in modo che possano dare luo-
gomentazione deontologica risulta da             go ai «giusti» risultati collettivi (van Parijs
due articoli, forse in contrasto tra loro,       1999, 299-301).
della Costituzione (Grundgesetz). L’art.            Sia Ringen che van Parijs (oltre a vari
20, comma 2, sancisce: «Ogni autorità            studiosi tedeschi che discutono il proble-
dello Stato viene dal popolo. Essa verrà         ma – vedi ad esempio Grözinger 1993,
esercitata dal popolo mediante elezioni e        Löw 1993, Peschel-Gutzeit 1999) fanno
altre votazioni…». Tuttavia, l’art. 38,          ricorso anche ad argomentazioni deonto-
comma 2, circoscrive il diritto democrati-       logiche, senza però differenziarle chiara-
co: «Ogni individuo che abbia raggiunto          mente da quelle basate sulle conseguenze.
l’età di diciotto anni avrà diritto al vo-       La posizione espressa in questo studio è,
62 KARL HINRICHS

in primo luogo, che non si può presumere                      criterio di esclusione. Livello di istruzio-
di ottenere il risultato auspicato mediante                   ne, proprietà terriera, rispettabilità, con-
l’estensione del suffragio. La seconda                        tribuzione fiscale (a volte con una specia-
considerazione è che, indipendentemente                       le poll tax, o capitazione) o il fatto di non
dal possibile prevalere di effetti contro-                    percepire sussidi di povertà, sono andati
producenti, il test al tornasole della vali-                  via via decadendo come requisiti per il di-
dità del voto ai minori è se questo sia                       ritto al voto dei maschi adulti. L’età in cui
sostenibile in base a motivazioni di prin-                    questi sono stati inizialmente chiamati a
cipio e non basate semplicemente sulle                        decidere politicamente, tuttavia, era note-
conseguenze. Terzo, se la proposta non                        volmente maggiore rispetto a oggi. Prima
supera tale esame, le politiche in prospet-                   del 1918 l’età minima per votare in molti
tiva futura dovranno essere rafforzate                        paesi era di 25 anni. Nel corso del riasset-
mediante la ricerca e l’applicazione di al-                   to politico seguito alla prima guerra mon-
tre modalità.                                                 diale, quasi tutti gli stati europei hanno
    Si procederà nel modo seguente: verrà                     esteso il voto alle donne, e dopo aver rag-
esposto di seguito il concetto del voto ai                    giunto il suffragio universale ed uguale
minori. Nelle due sezioni successive ver-                     per tutti gli adulti (comprese le minoran-
ranno analizzati i pro e i contro di tale ap-                 ze o maggioranze etniche, come nel caso
proccio, prima dal punto di vista delle                       del Sudafrica) l’età minima è stata pro-
conseguenze (e cioè se si possano o meno                      gressivamente abbassata, di solito a 18 an-
prevedere contributi utili allo scopo di ri-                  ni (come in Germania nel 1970), e tale
durre la povertà infantile e di promuove-                     definizione della soglia d’età da parte
re una maggiore giustizia intergenerazio-                     dei vari paesi è stata meno conflittuale di
nale) e poi alla luce di argomentazioni                       quanto non fosse stata l’abolizione di al-
deontologiche. Come si dimostrerà nelle                       tri criteri. Oggi, a parte i non cittadini re-
sezioni 2 e 3, non è possibile sollevare al-                  sidenti, i minori sono l’unico gruppo di
cuna motivazione forte a favore dell’e-                       cittadini con diritti politici limitati6.
stensione del diritto di voto ai minori.                         Hurrelmann (1997) sostiene che le atti-
Pertanto, per poter affrontare i problemi                     vità della prima età adulta si sono ora spo-
non risolti descritti in precedenza, si esa-                  state all’adolescenza, rendendo i giovani
mineranno soluzioni alternative «sotto»                       non ancora maggiorenni più individualiz-
il livello delle riforme costituzionali.                      zati, responsabili, competenti e soprattut-
                                                              to critici del funzionamento della demo-
                                                              crazia, oltre che insoddisfatti dei risultati
        1. Il diritto di voto ai minori:                      della politica (cfr. anche Palentien 1997).
      il concetto di delega ai genitori                       Al fine di sconfiggere la sfiducia, la sensa-
L’evoluzione del suffragio è avvenuta per                     zione di impotenza e l’estraniamento po-
estensioni successive del diritto di voto, e                  litico dei giovani, Hurrelmann chiede che
quello dell’età (minore) è rimasto l’unico                    l’età minima per votare sia portata a 14

   6 Ulteriori dettagli non sono qui pertinenti. Per una panoramica contenente numerosi riferimenti si rimanda a Bar-
tolini 2000 e a Marshall 1950, 19-21.
VOTO AI MINORI E PARITÀ INTERGENERAZIONALE 63

anni, convinto che, allo stesso tempo, tale                     contrerebbero la strenua resistenza di
modifica renderebbe i partiti politici e i                      quanti siano stati sottoposti a interdizio-
responsabili delle politiche di governo                         ne politica o stiano per esserlo.
più sensibili alle aspettative e alle esigenze                     A prima vista, le prospettive di succes-
giovanili. Mentre si può discutere su quale                     so di un’altra proposta per la modifica
sia l’età esatta in cui i giovani acquistano la                 delle regole elettorali sembrano ugual-
facoltà di giudizio necessaria a partecipare                    mente scarne. Si tratta di un’idea ricor-
responsabilmente a una votazione, rimane                        rente fin dagli anni venti – in particolare
comunque il fatto che esiste certamente                         in Francia, dove in un’occasione l’Assem-
un limite inferiore che esclude ancora                          blea Nazionale è stata sul punto di adot-
quanti non hanno raggiunto tale età.                            tarla (van Parijs 1999, 309-310 e 325) – e
Inoltre, in alcuni stati della Germania e in                    poi negli anni novanta in Germania (si ve-
Austria l’età minima per votare alle ele-                       dano i numerosi riferimenti in van Parijs
zioni comunali è stata ridotta a 16 anni –                      1999), dove ha sostenitori in tutti i partiti
proprio per promuovere l’interesse dei                          politici rappresentati nel Bundestag. La
più giovani per la politica e incoraggiarne                     proposta riguarda l’estensione del suffra-
la partecipazione, ma non per accrescere                        gio a tutti i cittadini: ai bambini viene
il loro peso elettorale. In Germania i ri-                      concesso il diritto al voto fin dalla nascita.
sultati sono stati finora deludenti: l’af-                      Essendo impossibile o irragionevole che
flusso alle urne fra i nuovi aventi diritto è                   dei bambini piccoli esprimano il voto da
stato considerevolmente inferiore a quel-                       soli, il punto cruciale della proposta è che
lo del gruppo fra i 18 e i 24 anni, che di so-                  i genitori esercitino tale diritto in modo
lito esprime la più bassa percentuale di                        vicario per conto dei figli minorenni co-
votanti.                                                        me fanno per molte altre questioni, per
   A causa della mancanza di competenza                         esempio in materia di finanze o di istru-
e di interesse dei minori per la politica,                      zione7. I genitori esprimono il proprio
l’abbassamento dell’età minima per vota-                        voto più altri voti per delega, a seconda
re molto al di sotto della soglia più comu-                     del numero di figli minori che non posso-
nemente adottata non costituisce una                            no esercitare il proprio diritto fino al rag-
strategia promettente per rafforzare gli                        giungimento della maggiore età. Il con-
interessi dei minori e delle generazioni                        cetto di «voto di minore, esercitato per
future attraverso le elezioni. Così come                        delega» (in inglese: children’s voting ri-
non lo è il tentativo di «senicidio politi-                     ght, vicariously exercised, abbreviato
co», cioè la negazione del diritto di voto                      ChiVi – Grözinger 2001) è abbastanza
agli anziani dopo una certa età. Sarebbe                        semplice, e non è necessario qui soffer-
difficile giustificare la sospensione del                       marsi sui dettagli tecnici, ad esempio se
suffragio a 70 anni, o a qualsiasi altra età.                   alle madri verrebbe data delega per le fi-
Inoltre, è prevedibile che tali tentativi in-                   glie e ai padri delega per i figli maschi, op-

   7 È importante fare una distinzione formale tra diritto di voto del bambino (esercitato per delega) e voto del geni-
tore. Questo dà al genitore dei voti in più oltre al proprio diritto di voto personale, a seconda del numero di figli mi-
nori, ed è una variante di un sistema di voto multiplo. Van Parijs (1999) sembra mescolare questi diversi concetti.
64 KARL HINRICHS

pure se delegata dovrebbe essere sempre                          uno su tre aventi diritto erano ultracin-
la madre, essendo ritenuta la custode più                        quantacinquenni (il 36 per cento). Se a
affidabile del benessere dei figli (ragione                      quelli dei genitori si fossero aggiunti i vo-
per cui, in Scandinavia, Australia e Regno                       ti dei figli minori, la loro quota di eletto-
Unito, gli assegni familiari vengono rego-                       rato sarebbe salita al 41 per cento, mentre
larmente versati alla madre – Ringen 1997,                       quella degli anziani (≥ 55 anni) sarebbe
7); oppure come sarebbero assegnate le                           scesa al 29 per cento (Engstler 2001, 24,
deleghe in caso di unico genitore o di                           37, 50)8. Perciò, con una sorta di «valuta-
bambino dato in affidamento.                                     zione in prospettiva», cercherò ora di sta-
   Non si può certo pensare che i sosteni-                       bilire se il maggior peso elettorale dei ge-
tori dell’estensione del voto ai minori ac-                      nitori produrrebbe l’effetto sperato dai
colgano con entusiasmo il concetto di vo-                        fautori di questa soluzione.
to esercitato per delega. Essi considerano
ChiVi una strategia familista e paternali-
sta, e preferiscono vedere i bambini come                                2. Argomentazioni basate
soggetti indipendenti ai quali si dovreb-                                    sulle conseguenze:
bero dare vere possibilità di partecipare                             prevenzione della gerontocrazia?
autonomamente alla vita sociale e politica                       La modifica della legge elettorale nel sen-
in base alla loro competenza e capacità,                         so descritto poc’anzi (o in qualunque
grandemente sottovalutata, di prendere                           altro modo) deve avvenire secondo le re-
decisioni razionali (Mortier 1998; Roche                         gole esistenti. Claus Offe (1993, 20) sot-
1999; Bundesregierung 1998, 149-155 e                            tolinea un paradosso a questo proposito:
172-175). Per tali ragioni si dà la preferen-                    se esiste una maggioranza a favore del
za all’abbassamento dell’età minima per                          voto ai minori, allora esiste anche una
votare. Rispondendo implicitamente a ta-                         maggioranza a favore degli auspicati cam-
li riserve, Ringen (1997, 7) ammette che                         biamenti a vantaggio dei bambini e per
ChiVi non sarebbe l’attuazione ideale del                        l’applicazione di principi di giustizia in-
principio «una persona, un voto», ma co-                         tergenerazionale. Pertanto, non è neces-
me soluzione di ripiego sarebbe giustifi-                        saria alcuna modifica della legge elet-
cata in quanto «è meglio della situazione                        torale. Si può però obiettare che tale
originaria che viene già indicata come in-                       maggioranza non sarà sempre ottenibile
soddisfacente». In effetti, la concessione                       in futuro, e la concessione del diritto al
del voto per delega ai genitori modifiche-                       voto si può considerare una strategia pre-
rebbe in modo abbastanza sostanziale la                          ventiva in vista degli spostamenti nella
composizione per età dell’elettorato. Nel                        composizione per età dell’elettorato: una
1996, solo il 27 per cento dei votanti tede-                     sorta di impegno costituzionale prelimi-
schi aveva figli minorenni, mentre oltre                         nare contro future preferenze degli elet-

   8 Questi dati sulla attuale struttura per età della popolazione tedesca (e sul suo cambiamento proiettato – vedi la
tabella più avanti) non distinguono fra cittadini tedeschi, con diritto di voto, e abitanti di nazionalità diversa. Questa
imprecisione risulterebbe rilevante solo se la struttura per età dei cittadini con diritto di voto fosse nettamente diversa
da quella della popolazione residente straniera.
VOTO AI MINORI E PARITÀ INTERGENERAZIONALE 65

tori per politiche meno «pro famiglia» e                          del corpo politico», come prediceva Alva
«a tutela delle generazioni future» (si ve-                       Myrdal (1945, 344) circa cinquant’anni fa.
da anche van Parijs 1999, 329-330)9.                              Se tali cambiamenti preventivi non avver-
   Il calo della natalità e la crescente lon-                     ranno nell’ambito delle dinamiche con-
gevità porteranno inevitabilmente a una                           correnziali fra partiti, gli interessi a breve
diversa composizione dell’elettorato;                             termine di anziani con prospettive di vita
l’età media dei votanti sarà sempre più                           ridotte godranno di una indebita prece-
avanzata. In termini di ampiezza e di tem-                        denza su quelli a lungo termine dei mino-
pi, tale invecchiamento differisce alquan-                        ri e delle giovani famiglie.
to nei vari paesi dell’Europa occidentale e                          Le proiezioni demografiche per la Ger-
del Nord America, ma la tendenza è ge-                            mania, dove il processo di invecchiamen-
nerale. Perciò, le sfide poste da motivi di                       to è particolarmente pronunciato e re-
ordine demografico ad alcuni campi delle                          lativamente anticipato, possono servire
politiche sociali devono essere affrontate                        come esempio di uno sviluppo che andrà
nel quadro della politica democratica, che                        a influire sul comportamento delle élite
però è essa stessa soggetta a cambiamenti                         politiche. Come risulta dai dati della ta-
determinati dall’invecchiamento della                             bella che segue, i votanti ultrasessantacin-
popolazione, con l’aumentare del poten-                           quenni aumenteranno dall’attuale 20 per
ziale di potere elettorale degli anziani. Per                     cento circa a oltre un terzo nell’arco dei
quanto contraddittorie possano essere le                          prossimi trent’anni. Rispetto agli anziani
proposte di riforma avanzate da organiz-                          di oggi, saranno più istruiti, più sani, me-
zazioni sovranazionali, comitati di studio                        no disposti a mettersi precocemente in
e altri, esse sono solitamente accompa-                           disparte e probabilmente avranno mag-
gnate da raccomandazioni (cfr. per esem-                          giore dimestichezza delle prassi demo-
pio OECD 1996, 16-17 e 24) ai responsabili                        cratiche. Abbassando la soglia di apparte-
delle politiche di governo di utilizzare                          nenza alla categoria «anziani» il loro peso
l’attuale «ventaglio di possibilità» per at-                      elettorale in proiezione cresce in modo
tuare risolutamente riforme irreversibili                         ancora più vistoso: nei primi trent’anni di
dei programmi pensionistici e altre misu-                         questo secolo, gli ultracinquantacinquen-
re mirate soprattutto agli anziani, prima                         ni saranno la maggioranza assoluta. Non
che i votanti in età avanzata, numerica-                          è del tutto irragionevole considerare i 55
mente più forti, blocchino qualsiasi ten-                         anni come età limite, in quanto di solito il
tativo che comporti una diminuzione dei                           raggiungimento di tale traguardo dovreb-
loro diritti «paralizzando così l’azione                          be essere accompagnato da un cambia-

   9 Secondo il punto di vista basato sulle conseguenze, una modifica delle regole elettorali avrebbe senso solo se ne
risultasse una differenza nell’esito delle votazioni. Se questo fosse l’effetto prevedibile, le possibilità di vedere attuata
la proposta sarebbero scarse, in quanto i partiti che perderebbero voti nell’immediato (a causa della loro immagine at-
tualmente meno gradita ai più giovani fra gli elettori) opporrebbero forte resistenza a un cambiamento delle regole.
Sebbene sia difficile valutare i risultati in anticipo, dato che ChiVi modificherebbe il contesto in modo sostanziale per
tutti i votanti, dalle rilevazioni relative alle elezioni federali del 1990 e del 1998 (Grözinger 1993 e 2001) emerge che
qualche leggero incremento si sarebbe verificato a favore di socialdemocratici e verdi. Se a quel tempo si fosse discus-
so del voto ai minori, i cristiano-democratici si sarebbero opposti solo per questo motivo.
66 KARL HINRICHS

mento di prospettiva: lo sguardo, che era                       teressi futuri (cioè il benessere durante la
stato rivolto «verso il basso», cioè verso la                   fase prossima del pensionamento, che ci
generazione successiva (ormai adulta ed                         si augura lunga) e questo rafforza la «na-
economicamente indipendente), si sposta                         turale» coalizione a favore degli interessi
«verso l’alto», in direzione delle esigenze                     degli anziani (si veda anche Preston 1984,
dei genitori anziani nonché dei propri in-                      446)10.

                                 Popolazione adulta in Germania, 1998-2050
                                      (proiezioni: variante intermedia)
                          Popolazione                     di cui:                di cui:                 di cui:
 Anno                    oltre i 18 anni               65enni e oltre          60enni e oltre           55enni e oltre
                        (milioni di unità)                 (%)                     (%)                      (%)
  1998                         66,2                         19,7                     27,7                    36,3
  2010                         67,6                         24,0                     30,9                    38,9
  2020                         66,4                         26,1                     34,9                    45,2
  2030                         63,5                         32,0                     41,7                    49,3
  2040                         59,9                         35,1                     42,4                    50,2
  2050                         55,3                         35,2                     43,8                    51,6
            Fonte: elaborazione propria su dati forniti dall’Ufficio Statistico Federale Tedesco
          (risultati tratti dalla IX proiezione coordinata dello sviluppo della popolazione, 2000)

Che cosa si sa dei comportamenti politi-                        interrogativi, sebbene le risposte non pos-
ci della parte più anziana dell’elettorato?                     sano essere tutte ugualmente esaurienti.
L’aumento della povertà infantile si può                           La maggiore affluenza alle urne si ri-
effettivamente attribuire alla maggiore at-                     scontra tra i cittadini di età compresa fra i
tenzione dei responsabili delle politiche                       60 e i 70 anni, la cui percentuale di votanti
sociali nei confronti degli elettori meno                       è peraltro rimasta molto stabile negli ulti-
giovani? Se così fosse, una loro eventuale                      mi vent’anni, mentre è calata soprattutto
relativa privazione del potere costituito                       per quanto riguarda gli elettori giovani.
dal voto sarebbe un rimedio legittimo e al-                     Anche in età avanzata (oltre 70) la percen-
lo stesso tempo efficace, anche al fine di                      tuale di votanti si avvicina sempre più alla
consolidare alcune considerazioni in pro-                       media generale. Pertanto, l’età media dei
spettiva futura, per una maggiore parità                        votanti è superiore a quella degli aventi
intergenerazionale? Ancora una volta, con                       diritto, e ciò dà al voto degli anziani un
l’aiuto di alcuni dati empirici e ulteriori                     peso sproporzionato. Si noti poi che l’o-
elementi tratti dalla realtà tedesca, nel se-                   rientamento elettorale dei meno giovani è
guito cercherò di rispondere a questi tre                       più «conservatore»; in particolare, le don-

   10 Assumere come limite i 55 anni è giustificato anche dal fatto che l’età media della pensione nella maggior parte
dei paesi occidentali si è ridotta di fatto a circa 60 anni. Ciò va ad ampliare il numero di quanti hanno più interesse a
non vedere intaccata la generosità delle strutture pensionistiche e i requisiti previsti per averne diritto.
VOTO AI MINORI E PARITÀ INTERGENERAZIONALE 67

ne di oltre 60 anni si sono espresse ecce-                        l’età condizioni in modo costante le pre-
zionalmente a favore del partito cristiano-                       ferenze e i comportamenti politici degli
democratico in tutte le elezioni federali                         anziani, se essi siano diventati più egoisti,
dal 1953 in poi (Falter e Gehring 1998,                           o se si stia profilando all’orizzonte un
Kohli et al. 1997; per gli Stati Uniti si veda                    conflitto intergenerazionale12. Anche se è
Macmanus e Turner 1996). Per quanto                               possibile individuare una tendenza a po-
difficilmente scindibile dagli effetti dovuti                     sizioni conservatrici, è ovvio che gli an-
a gruppo sociale e periodo storico, un cer-                       ziani non costituiscono una forza politica
to effetto legato al ciclo vitale è innegabile                    distinta e compatta. Le differenze e le ine-
e plausibile, in quanto si può ritenere che                       guaglianze all’interno di tutti i gruppi di
con l’età si perda il gusto per la sperimen-                      età sono più pronunciate, e quelle diver-
tazione e l’innovazione politica. È però                          sità di identità in una stessa generazione
troppo semplicistico mettere sullo stesso                         che sono organizzate e rappresentate da
piano una preferenza per la conservazione                         partiti politici – come classe sociale, reli-
(e l’avversione per l’intraprendenza e le                         gione o etnia – prevalgono ancora sull’età
riforme) e un crescente egoismo11. Nel-                           in quanto (nuovo) fattore di divisione.
l’antica Roma (Cicerone 1988, XIX) e in                           Una «consapevolezza dell’età» si può dif-
altre realtà politiche con governo tradi-                         ficilmente considerare, oggi, una base
zionale (Spencer 1965), la gerontocrazia                          promettente di mobilitazione politica,
era elogiata (e ai giovani si richiedeva ob-                      eppure i politici si fanno regolarmente
bedienza incondizionata) per l’esperienza                         impressionare dal semplice numero dei
e la saggezza (e la conoscenza delle tradi-                       votanti anziani e sopravvalutano la loro
zioni sacre) degli anziani; dal momento                           omogeneità e il loro comportamento
che non sono più in lotta per la carriera e                       elettorale come se fosse un blocco com-
l’ottenimento dei massimi benefici perso-                         patto (Kasschau 1978, 345, 376). Anche
nali, essi sono immuni dalla corruzione e                         negli Stati Uniti, dove, diversamente dal-
si possono considerare ottimi affidatari                          la politica per gli anziani in Europa, i
del bene comune.                                                  gruppi di pressione dei meno giovani
   Oggi la gerontocrazia evoca connota-                           hanno raggiunto alti livelli di partecipa-
zioni e aspettative diverse. Comunque, i                          zione ed elevata visibilità ed efficacia nel
dati empirici relativi agli Stati Uniti sono                      processo politico13, l’orientamento pre-
discordanti in merito alla questione se                           cedente dei votanti, legato alle divisioni

    11 Posner (1995, 288-297) è quindi più ottimista sul crescente potere degli anziani perché il loro conservatorismo
contribuisce alla stabilità politica. Inoltre, non vede alcun bisogno di ristabilire un equilibrio politico sbilanciato con-
tro gli interessi di quanti hanno la maggiore aspettativa di vita: nella sua prospettiva basata sui «molteplici sé», infatti,
gli anziani votano per sé medesimi e allo stesso tempo rappresentano i «sé futuri» degli attuali elettori di mezza età, i
quali a loro volta agiscono per conto dei «sé futuri» di quanti non hanno ancora diritto al voto. In questa concezione,
un’opposizione «noi-loro» è per lo più preclusa (si veda anche Posner 1995, 84-95).
    12 Cfr. per esempio Heclo 1988, Day 1990, Cook e Barrett 1992, Rosenbaum e Button 1993, Bengtson e Ha-
rootyan (a cura di) 1994, Binstock e Day 1996.
    13 In diversi paesi europei, soprattutto in Italia e in Germania, i sindacati sono diventati il maggiore gruppo di in-
teresse degli anziani in quanto una percentuale sempre più alta dei loro appartenenti sono pensionati non più econo-
micamente attivi (Kohli et al. 1997, 9-10).
68 KARL HINRICHS

sociali e perdurante nell’età della pensio-                     gruppo. Inoltre, i partiti potrebbero esse-
ne, rimaneva una determinante fonda-                            re certi che il reddito familiare, i servizi
mentale del comportamento elettorale                            sociali per la famiglia, la pubblica istru-
degli anziani (Binstock e Day 1996, Wil-                        zione eccetera sono temi di grande impor-
son 1993)14.                                                    tanza ai fini delle decisioni dei genitori in
   Non si può dunque essere certi fino a                        cabina elettorale, e può accadere che le
che punto il comportamento politico de-                         loro preoccupazioni più immediate per il
gli anziani sia spinto da motivazioni pu-                       reddito familiare prevalgano sui futuri
ramente egoistiche e a breve termine o se                       interessi a lungo termine (per esempio la
non vi siano commiste anche considera-                          tutela dell’ambiente o il contenimento
zioni orientate al futuro o di altra natura.                    del debito pubblico). Questa potenziale
D’altronde, si può prevedere che i geni-                        perdita «qualitativa» della rappresentan-
tori di soggetti minorenni tengano conto                        za democratica fu uno dei motivi che in-
solo degli interessi dei figli al momento                       dussero Max Weber (1958/1917, 235) a
di votare o che invece esprimeranno il lo-                      respingere con fermezza un sistema di
ro proprio punto di vista politico? Ci si                       voto familiare in quanto (al tempo in cui
può fidare di loro in quanto tutori fedeli                      egli scriveva) coloro che erano meno do-
del futuro dei propri figli? Si può ben im-                     tati di «facoltà telescopica» avevano il
maginare che, a seconda delle loro prefe-                       maggior numero di figli (e quindi le esi-
renze politiche già formate, essi non fac-                      genze di reddito più pressanti) e avrebbe-
ciano che aggiungere uno o più voti in                          ro così ottenuto l’influenza politica più
favore del partito che hanno scelto per se                      forte. Se però si prestasse maggiore atten-
stessi. Si potrebbe anche pensare che un                        zione alla preoccupazione più urgente
loro diverso comportamento, se asse-                            dei genitori per i problemi di sopravvi-
gnassero cioè i vari voti a diversi partiti,                    venza quotidiana (a fronte di argomenti
rappresenterebbe un improbabile atto di                         più orientati al futuro), ChiVi avrebbe al-
crescente dissonanza cognitiva. Da un                           meno avuto il merito di migliorare le
punto di vista basato sulle conseguenze,                        condizioni in cui i minori si trovano a
l’accumulo di voti per il partito preferito                     crescere. D’altro canto, il continuo calo
dal genitore non è in pratica un problema                       del tasso di povertà infantile in alcuni
in quanto, programmaticamente, tutti i                          paesi Ocse (Förster e Pellizzari 2000,
partiti in lizza per i voti darebbero alle                      Unicef 2000) dimostra che tali risultati
tematiche familiari più risalto a causa del                     non dipendono da modifiche della legge
maggior peso elettorale acquisito dal                           elettorale.

   14 Le elezioni svoltesi in Olanda nel 1994 possono servire da esempio, in parte valido, del contrario (e allo stesso
tempo dimostrano il potenziale potere latente degli anziani): durante la campagna il primo ministro Ruud Lubbers
annunciò che ulteriori sacrifici per i pensionati sarebbero entrati in vigore con la legislatura a venire. Due partiti per
gli anziani ottennero voti sufficienti per avere seggi in parlamento e contribuirono alla sonora sconfitta del partito
cristiano-democratico del premier. Nel 1998, non esistendo alcuna «minaccia» in tal senso, questi stessi partiti, nel
frattempo divisi da incomprensioni interne, tornarono a essere numericamente irrilevanti.
VOTO AI MINORI E PARITÀ INTERGENERAZIONALE 69

Per dimostrare ancor meglio l’incertezza                        rispetto ai loro obiettivi originari, ma re-
di conseguire obiettivi nell’immediato e                        golarmente riescono a migliorare il be-
nel lungo periodo dando il voto ai mino-                        nessere delle famiglie e quindi a diminui-
ri, porterò due ulteriori tipi di argomen-                      re il rischio di povertà infantile (cfr. per
tazioni. Entrambe si riferiscono al calo                        esempio Walker 1995, Heitlinger 1993,
della natalità e tentano di ripartirne il pe-                   Kaufmann et al. 1992, Deutscher Bunde-
so 1) nell’ambito della generazione in età                      stag 1998, 520-544). Per riuscire soltanto
di procreare e 2) tra quanti della genera-                      a fermare l’attuale tendenza a una pro-
zione precedente e di quella attualmente                        gressiva riduzione dei gruppi di nuovi
in età di procreare non hanno figli.                            nati, nella maggior parte dei paesi Ocse
   La preoccupazione di van Parijs (1999,                       occorrerebbe che la fertilità delle donne
314-319) di dare alle famiglie quanto loro                      oggi in età di procreare aumentasse di cir-
spetta sembra dettata da una visione a fa-                      ca un terzo, cosa abbastanza improbabile.
vore di politiche pro natalità e per l’incre-                      Il secondo tipo di argomentazione è
mento della popolazione: se uno dei ri-                         più complesso. Le ricerche condotte sugli
sultati della modificata legge elettorale                       scambi informali e privati tra generazioni
sarà di destinare più fondi pubblici ai mi-                     in Francia (Attias-Donfut e Wolff 2000a,
nori a spese dei senza figli, soggetti a più                    2000b) e in Germania (Kohli 1999; BMFSFJ
tasse, e/o della previdenza per gli anziani,                    2001, 221-230) hanno dimostrato come
si può prevedere che il tasso di natalità                       tali transazioni siano sorprendentemente
comincerà a salire e, alla lunga, darà luogo                    frequenti: «verso il basso», dalla genera-
a una ripartizione per età più equilibrata                      zione più anziana a quella di mezzo e ai
nella popolazione. Una maggiore parità                          nipoti, prevale un flusso di denaro; «ver-
intergenerazionale si affermerebbe così in                      so l’alto», cioè nella direzione opposta,
modo quasi «naturale». Tenendo conto                            predominano i servizi (assistenza e altri
della complessità delle ragioni della dimi-                     aiuti in natura). La coabitazione non è un
nuita natalità, non è affatto certo che un                      requisito essenziale perché avvengano tali
governo possa «comprare» bambini in                             scambi. Il più delle volte le varie genera-
numero sufficiente semplicemente ridu-                          zioni mantengono case separate a distan-
cendo i costi di allevarli e/o minimizzan-                      ze che non impediscano tali rapporti di
do le perdite di reddito attuale e futuro                       scambio. La generosità delle pensioni
facendo sì che l’allevare i figli non com-                      pubbliche consente agli anziani di non
porti un abbandono totale o parziale del-                       dover necessariamente coabitare con i fi-
l’impiego retribuito15. Si è più volte con-                     gli adulti, favorendo invece una preferita
statato che le politiche a favore della                         (ma più onerosa) «intimità a distanza» e
natalità non sono particolarmente efficaci                      quindi rapporti familiari più rilassati. In-

    15 L’argomentazione di Esping-Andersen (1999, 67-70, 119, 166-167 e passim) segue un’analoga linea di pensiero:
l’invecchiamento della società (in quanto conseguenza del calo delle nascite) e i concomitanti problemi dello stato as-
sistenziale sono in gran parte auto-inflitti per l’insufficiente sostegno alle famiglie con bambini piccoli, in primo luo-
go non fornendo loro asili e servizi per l’infanzia a prezzi abbordabili (si veda anche Esping-Andersen e Sarasa 2002).
70 KARL HINRICHS

fine, l’assistenza pubblica consente agli       che siano sufficientemente orientati verso
anziani economicamente indipendenti di          gli altri e il futuro nelle loro scelte eletto-
partecipare a tali scambi di solidarietà in-    rali. In più, la loro eterogeneità dovuta a
tergenerazionale e, molto spesso, di la-        disparità, lealtà e identità preesistenti, po-
sciarsi alle spalle un’eredità (si veda anche   trebbe impedire l’emergere di un «voto
Künemund e Rein 1999).                          degli anziani» monolitico.
   I modelli economici di programmi pen-           Sarebbe tuttavia affrettato ignorare le
sionistici finanziati dai contributi degli      richieste di modifica della legge eletto-
attuali lavoratori si basano generalmente       rale. La situazione odierna, in cui la mag-
su una struttura «a generazioni sovrappo-       gior parte degli anziani è saldamente
ste». In effetti, non si era mai verificata     ancorata a rapporti di scambio intergene-
nella storia una così marcata «sovrapposi-      razionale e tiene altruisticamente conto
zione» di generazioni: in media, genitori       degli interessi dei propri discendenti in
e figli, come pure nonni e nipoti, sono in      occasione delle elezioni, potrebbe non
vita contemporaneamente per un numero           essere più vera fra trent’anni, quando,
di anni sempre maggiore. Tale situazione        secondo le disposizioni attuali, la classe
promuove la comprensione reciproca e            1965 arriverà all’età della pensione. Il 30
una maggiore integrazione nei rapporti di       per cento circa delle donne tedesche di
scambio descritti poc’anzi (Lauterbach e        tale classe, e una quota ancor più alta di
Klein 1997); ovviamente, la crescente in-       quelle nate successivamente, non darà
stabilità nella struttura familiare non ha      mai alla luce un figlio (lo stesso dato per
intaccato la continuità a lungo termine         le donne nate tra il 1935 e il 1940 non
dei legami tra generazioni. Se è pensabile      superava l’8 per cento – Dorbritz 2001;
che possa avvenire, a livello macrosociale,     Deutscher Bundestag 1998, 59-61). Al-
un conflitto intergenerazionale, questo         l’interno della classe 1965, l’assenza di fi-
sarà certamente molto attutito dai legami       gli è più pronunciata nelle grandi città e
di solidarietà e dagli scambi al livello mi-    tra le laureate, categoria per la quale si
crosociale; ci si deve dunque chiedere se la    arriva quasi al 40 per cento. Ciò implica
ridistribuzione all’interno della famiglia      che una percentuale all’incirca pari di
di pensioni pubbliche «troppo alte» sia         uomini saranno anch’essi senza figli.
necessariamente «perversa» (Esping-An-          Questo fenomeno inoltre accentua la po-
dersen e Sarasa 2002, 7). In ogni caso, il      larizzazione della popolazione (o delle
prospettato scenario in cui «anziani avi-       famiglie) fra quelle con e quelle senza fi-
di» si schierano a favore di tasse esose e      gli, indebolendo le posizioni del voto a
difendono egoisticamente i diritti acqui-       favore del futuro dei figli. Per quanto ri-
siti, spingendo così figli e nipoti alla ro-    guarda pensioni e assistenza, i senza figli
vina, non sembra affatto probabile, e la        devono contare sui «figli degli altri», e
«gerontofobia» è ingiustificata (Hinrichs       non avendo discendenti non hanno par-
1993, 13-14). Invece, dato che la maggior       ticolari motivi di assumere un punto di
parte degli anziani sono ben integrati in       vista temporale a lungo termine (o se si
reti di scambio familiari, è più probabile      vuole dinastico) che vada al di là della
VOTO AI MINORI E PARITÀ INTERGENERAZIONALE 71

durata della loro vita («fra non molto sa-       quindi di votare in modo più compatto.
ranno tutti morti»).                             E potrebbero farlo sentendosi meno in
   Quali reazioni si provocherebbero             colpa, essendo stati completamente sol-
dando il voto ai minori? Essendo un              levati dalla falsa convinzione che i cit-
programma «machiavellico», il concetto           tadini tengano benevolmente conto dei
intende colpire in particolare il gruppo         diritti e delle necessità di altri che non
degli anziani senza figli, per impedire la       hanno il diritto o non sono in grado di
temuta dittatura del presente sul futuro; è      votare (Offe 1993, 21) – argomento, tra
inoltre a sfavore dei senza figli che hanno      l’altro, spesso usato in passato quando è
la stessa età di quanti hanno famiglie con       stata sollevata la questione dell’estensio-
figli minori dato che, in media, il loro te-     ne del diritto di voto. Ciò nondimeno,
nore di vita è sensibilmente migliore (cfr.      una flessione del comportamento politi-
per esempio Deutscher Bundestag 1998,            co attento agli altri e al futuro (o «voto
548-561; Engstler 2001, cap. 5; Kort-            etico») sarebbe più probabile a causa 1)
mann e Schatz 2000, 135-140): le famiglie        degli spostamenti in corso nell’orienta-
con figli non adulti hanno spese più ele-        mento dei votanti e 2) delle corrispon-
vate e un reddito netto inferiore a causa        denti strategie «top-down» dei partiti po-
della ridotta offerta di capacità lavorati-      litici.
va. Questa situazione di reddito sfavore-           1) Le tradizionali divisioni sociali han-
vole si protrae nell’età della pensione, vi-     no perso importanza come base salda di
sto che sono stati versati meno contributi       scelta elettorale. Per contro, l’individua-
e le possibilità di accumulare ricchezza         lizzazione in atto e una maggiore fluidità
per la vecchiaia sono state limitate. In         e diversità nelle sfere centrali della vita
questo caso si tratterebbe di difendere la       fanno sì che i cittadini siano sempre più
parità intragenerazionale, con una più           frammentati in una varietà di gruppi
ampia ridistribuzione in senso orizzon-          schierati secondo tematiche distinte
tale anziché verticale nei confronti delle       (Dalton 1996). Anche se la volatilità del-
famiglie (a basso reddito) con figli. Sa-        l’elettorato è già aumentata, i fattori a
rebbe facile pensare a un inganno, e si          breve termine, quali immagine del candi-
può prevedere che quei cittadini bene-           dato e opinioni su questo o quel tema,
stanti e/o senza figli che hanno dovuto          non hanno ancora soppiantato le divi-
fare i conti a proprie spese con la ridistri-    sioni stabili in base al gruppo sociale ai
buzione o con il ridimensionamento dei           fini della scelta di voto. Tuttavia, più il si-
livelli di previdenza sociale cui erano abi-     stema partitico cambia in linea con un
tuati (al fine di garantire una maggiore         affievolito impatto del voto e una pene-
giustizia intergenerazionale) tentino, in        trazione partitica della struttura sociale,
primo luogo, di opporsi alla modifica            maggiore è il rischio che un cambiamen-
della legge elettorale, e se non ci riesco-      to della legge elettorale finirebbe per ri-
no che decidano di agire egoisticamen-           torcersi contro le intenzioni dei suoi fau-
te contro lo sfruttamento (di ritorno)           tori se venisse realizzato il concetto del
da parte di una maggioranza cambiata, e          suffragio universale.
72 KARL HINRICHS

   2) Tale rischio potrebbe aumentare se,                 argomentazione di Jon Elster, secondo la
per effetto del disallineamento dei votan-                quale le riforme costituzionali devono es-
ti, qualche partito politico «imprendi-                   sere giustificate da principi non basati
toriale» si rivolgesse ad alcune identità                 sulle conseguenze16. Nella migliore delle
dell’elettorato invocando criteri di attri-               ipotesi, le giustificazioni connesse con i
buzione (di cui uno potrebbe essere l’età),               risultati si possono utilizzare come argo-
dal momento che la «volontà del popolo»                   mentazioni di supporto o integrative nel
non è in alcun modo (pienamente) un da-                   discorso politico, ma non possono sosti-
to di fatto ma è anche il risultato di que-               tuirsi ai motivi di principio a favore o
stioni e problematiche sollevate dai parti-               contro un cambiamento delle regole del
ti. Non proporre più concezioni di                        gioco politico. Alla fine, comunque, van
politiche generazionali ampie e neutrali                  Parijs lascia cadere questa posizione rigo-
rispetto all’età, ma rivolgersi invece a                  rosa. Partendo dall’argomentazione di
gruppi target divisi per età avrebbe per                  Elster, l’interrogativo a cui si cerca di dare
esito proprio quello di creare segmenti                   risposta in questa sezione è se esista un
omogenei all’interno dell’elettorato che,                 deficit di democrazia che deve essere col-
se adeguatamente mobilitati, potrebbero                   mato mediante una modifica della legge
con ogni probabilità evidenziare com-                     elettorale.
portamenti di voto in blocco. In questo                      Guardando a quella che Marshall definì
caso, i semplici numeri sono rilevanti, e a               la triade dei diritti estesi alla generalità dei
questo punto gli anziani sarebbero sem-                   cittadini in ordine più o meno sequenzia-
pre più avvantaggiati (vedi tabella sopra).               le, i minori godono di pieni diritti civili e
In conclusione, non esiste alcun fondato                  sociali; di norma tuttavia non in qualità di
motivo di ritenere che gli obiettivi sperati              soggetti che esercitano tali diritti in prima
(riduzione della povertà infantile e mag-                 persona, ma piuttosto come oggetti favo-
giore parità intergenerazionale) avrebbe-                 riti quando usufruiscono dei diritti stessi
ro una concreta possibilità di realizzarsi.               tramite i loro genitori che agiscono per
                                                          conto dei figli17. Per contro, i minori so-
                                                          no per lo più esclusi dai diritti politici. La
     3. Argomentazioni non basate                         partecipazione democratica e i diritti di
           sulle conseguenze:                             rappresentanza sono o assenti o limitati
    colmare un deficit di democrazia?                     ad «attività di formazione democratica»
Van Parijs (1999, 331-332), ben consape-                  (Offe 1993, 14) in organismi di rappre-
vole delle conseguenze impreviste del suo                 sentanza speciali, senza poteri decisionali
programma di progettazione costituzio-                    di qualche rilievo. Si potrebbe obiettare
nale guidata dalla giustizia sociale «alla                che, finché i cittadini («il popolo») sono
Rawls-Machiavelli», fa riferimento a una                  divisi fra quelli che hanno diritto al voto

   16 Si veda anche Max Weber (1958/1917, 253) il quale, proprio su questo tema, respinse qualunque «manipola-
zione della legge elettorale» (Wahlrechtsarithmetik) secondo il criterio di chi guadagna di più.
   17 In Germania, i giovani raggiungono la maggiore età in materia di libertà di religione a 14 anni.
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