Voto ai minori e parità intergenerazionale - Centro Einaudi
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Voto ai minori e parità intergenerazionale KARL HINRICHS Si può affermare che gli anziani godano tale fenomeno sono Austria, Canada, Da- dei benefici dello stato assistenziale in mi- nimarca, Finlandia, Francia, Germania, sura maggiore rispetto ai giovani? E che Italia, Olanda, Norvegia, Svezia e Regno anzi essi abbiano accresciuto il proprio be- Unito (Förster e Pellizzari 2000, 99-100; si nessere materiale a spese della popolazio- veda anche Rainwater 1999). ne giovanile? Uno sguardo ad alcuni dati I motivi che spiegano sia la situazione empirici sembra confermare tale opinione: che lo sviluppo cui si è accennato sono in sei su quindici paesi Ocse della prima complessi, e variano dall’uno all’altro dei ora, per i quali esistono dati comparabili, paesi compresi nel raffronto. Resta co- la povertà relativa (meno del 50 per cento munque l’interrogativo su quali passi si del reddito disponibile adeguato rispetto possano intraprendere per migliorare le alla mediana) della popolazione sotto i 18 sorti dei più giovani, soprattutto tenendo anni è maggiore di quella degli ultrasessan- conto dell’invecchiamento della popola- tacinquenni (Canada, Germania, Italia, zione, che si traduce in una crescente for- Olanda, Regno Unito, Stati Uniti). Inol- za numerica degli anziani nella sfera poli- tre, tra la metà degli anni ottanta e la metà tica. In questo articolo si fa riferimento degli anni novanta, undici di questi quin- alla Germania in quanto esempio perti- dici paesi hanno assistito a uno sviluppo nente, essendo tra i sei paesi con tasso re- divergente del benessere economico: si è lativo di povertà giovanile elevato e tra gli verificato o un incremento minore del tas- undici in cui si è verificato uno sviluppo so di povertà fra gli anziani che fra i giova- divergente del benessere materiale. Inol- ni (o un calo maggiore per il primo grup- tre, a paragone di altri paesi occidentali po), oppure un aumento della povertà di con sistema assistenziale, la Germania ri- bambini e adolescenti parallelamente a una sentirà di un invecchiamento della popo- diminuzione dello stesso dato nella popo- lazione – e quindi dell’elettorato – parti- lazione anziana. I paesi in cui è avvenuto colarmente accentuato, ed è possibile che Una versione precedente di questo saggio è stata presentata alla conferenza su «Vecchie e nuove ineguaglianze sociali: quali sfide per gli stati assistenziali?» dell’Associazione Sociologica Internazionale, Comitato di Ricerca 19 (Povertà, previdenza sociale e politiche sociali), Universidad de Oviedo (Spagna), 6-9 settembre 2001. Si ringraziano i parteci- panti alla conferenza per lo stimolante dibattito. Desidero inoltre esprimere la mia gratitudine a Petra Buhr, Claus Offe e Helmut Wintersberger per i loro preziosi commenti su una bozza preliminare. Vale la consueta clausola eso- nerativa della responsabilità. Biblioteca della libertà, XXXVII (2002), gennaio-aprile, n. 163, pp. 57-81
58 KARL HINRICHS l’aumento nel tempo delle disparità di di- peraio, si è ridotta a percentuali pressoché ritti tra generazioni sia più pronunciato trascurabili, una nuova povertà si è anda- in Germania che altrove. Pertanto, in ta diffondendo in Germania a partire dal questo studio sarà fornito qualche dato in 1973. Alla fine di quell’anno, la popola- più in relazione alla situazione tedesca, al zione minorenne (sotto i 18 anni) che fine di illustrare ed evidenziare il proble- usufruiva di previdenza sociale era l’1,9 ma più generale. per cento. A venticinque anni di distanza Nel 1998, l’1,3 per cento degli anziani la cifra risulta più che triplicata, raggiun- tedeschi usufruivano di previdenza socia- gendo il 6,8 per cento (Hauser e Semrau le. Venticinque anni prima, lo stesso dato 1990; BMAS 2001, 130 e 134) – senza consi- era pari a oltre il doppio (2,8 per cento) e derare la notevole percentuale di aventi per di più è pensabile che oggi ci siano diritto che non ne usufruiscono e il fatto meno ultrasessantacinquenni disposti a che molti più soggetti vivono uno o più rinunciare agli aiuti cui hanno diritto in periodi di povertà durante l’infanzia base al reddito. Ciò nonostante, al fine di (Jenkins et al. 2001)1. Da una parte il pro- ridurre al minimo la percentuale di quanti trarsi di un livello di disoccupazione ele- vi rinunciano, la recente riforma pensio- vato, dall’altra il crescente numero di di- nistica prevede l’introduzione di un pro- soccupati a lungo termine che non hanno, gramma di assistenza di base, limitato alle o hanno perso, il diritto ai benefici assicu- pensioni di invalidità e di vecchiaia. I be- rativi, sono uno dei motivi alla radice del nefici saranno ancora basati sul reddito e più elevato tasso di povertà infantile; un sul patrimonio e non supereranno il livel- altro è da ricercarsi nel maggior numero lo della pensione sociale, ma la preventiva di famiglie con un solo genitore, partico- verifica del livello di reddito dei figli (con larmente vulnerabili. A ciò si aggiunga l’obbligo, per chi era in grado di farlo, di che, a causa della mancata indicizzazione, mantenere i genitori) è stata di fatto abo- il valore reale degli aiuti economici di na- lita, così abolendo anche ciò che veniva tura diversa dai sussidi in base al reddito ritenuto un importante deterrente alla ri- (come gli assegni familiari) è andato ca- chiesta di previdenza sociale da parte de- lando fino alla metà degli anni novanta, e i gli anziani. servizi sociali destinati alle famiglie non Mentre la povertà di tipo tradizionale, sono stati opportunamente ampliati in esemplificata dall’anziana vedova dell’o- modo da sincronizzare facilmente occu- 1 Se i figli vivono in povertà, cioè percepiscono i sussidi sociali, la stessa cosa è regolarmente vera anche dei genito- ri. E non si rischia di sottovalutare i loro problemi, che quasi sempre si accompagnano a questa situazione, se si sotto- linea che la povertà infantile è particolarmente grave tenendo conto delle specifiche esigenze dei bambini e degli effet- ti che ne derivano nel tempo, per esempio in relazione a condizioni sanitarie, malnutrizione, autostima, successo scolastico o preparazione al lavoro, nonché altri aspetti derivanti da un mancato inserimento sociale. Ovviamente, queste conseguenze individuali e sociali della povertà infantile stanno diventando sempre più gravi in quanto le capa- cità e la competenza cognitiva determinano le opportunità offerte a ognuno, e si intensifica quindi il rischio di ripro- durre la sindrome da povertà da una generazione all’altra (Esping-Andersen e Sarasa 2002). Per ulteriori informazio- ni sulla povertà infantile/familiare si rimanda a Vleminckx e Smeeding (2001, a cura di), Bundesregierung (1998, 85-95), Klocke e Hurrelmann (2001, a cura di).
VOTO AI MINORI E PARITÀ INTERGENERAZIONALE 59 pazione e maternità, limitando così la cora in età lavorativa, vogliono la certez- possibilità per le famiglie a basso reddito za che i loro genitori (e, in fin dei conti, e per i genitori singoli di percepire un (se- anche loro stessi) potranno usufruire di condo) reddito da lavoro. pensioni pubbliche e saranno tutelati da Per contro, nel 1995 è stata introdotta spese straordinarie elevate per assistenza in Germania un’assicurazione per le cure medica, perché questi benefici sociali li mediche di lungo periodo. Ciò ha com- alleviano dal dover provvedere personal- portato non solo il rifinanziamento della mente alla generazione più anziana. So- spesa per l’assistenza sanitaria prolungata prattutto le famiglie della classe media (con lo spostamento dall’imposizione fi- hanno interesse a proteggere il patrimo- scale generale ai contributi per la previ- nio che può essere ereditato dai membri denza sociale), ma anche una spesa pub- giovani se i genitori infermi non sono co- blica tre volte superiore. Il risultato di stretti a spendere tutte le proprie risorse, questa innovazione istituzionale è stato o quanto meno possono spenderne in mi- quello, auspicato, di quasi dimezzare sura minore che se non fossero disponibi- il numero di aventi diritto all’assistenza li le assicurazioni sociali. È da notare a sanitaria pubblica in base al reddito (Hil- questo proposito che le forme assisten- fe zur Pflege) tra il 1995 e il 1998 (BMAS ziali destinate esclusivamente o preva- 2001, 128), mentre il numero di assistiti lentemente agli anziani – pensioni, assi- per malattie prolungate è triplicato. Il stenza sanitaria e cure prolungate – sono nuovo programma era di grande interes- finanziate con contributi appositamente se per la popolazione ultraquarantacin- previsti e legati al reddito, mentre i fondi quenne, sebbene il rischio di condizioni per quelle destinate alle famiglie e ai mi- mediche che richiedano assistenza pro- nori provengono in grandissima parte lungata non sia significativo fino ai 70 an- dalle imposte e sono quindi sempre in ni (per poi aumentare molto rapidamen- concorrenza con altri obblighi di spesa o te; BMSFSJ 2001, 81-88). Gli anziani, necessità più pressanti a livello federale, chiaramente, sono coloro che hanno un statale o comunale. interesse più immediato all’assistenza L’andamento opposto evidenziato dalla prolungata2. Le persone di mezza età, an- povertà infantile e da quella degli anziani3 2 Durante il dibattito sull’assicurazione per l’assistenza prolungata, un portavoce dell’ala laburista dei cristiano- democratici ha esortato il suo partito a esprimere un impegno immediato in modo da non perdere gli elettori ultrases- santenni, unico gruppo in cui il partito mantiene una «maggioranza strutturale» (si veda Götting e Hinrichs 1993, 66). Lo stesso tipo di argomentazione fu usato da Konrad Adenauer, primo Cancelliere della Repubblica Federale, in di- fesa della riforma pensionistica del 1957, da lui sostenuta, che prevedeva un sostanziale ampliamento dell’assistenza pubblica: «In fin dei conti, vogliamo pur vincerle queste elezioni» (citato in Schwarz 1981, 157). Infatti, per la prima e finora unica volta i cristiano-democratici ottennero la maggioranza assoluta nelle successive elezioni federali. 3 Negli Stati Uniti, una analoga tendenza fu efficacemente illustrata già quasi vent’anni fa (Preston 1984). L’artico- lo di Preston influì notevolmente nell’allora emergente controversia sulla parità di diritti fra generazioni. In tale occa- sione non si tentò di negare né l’andamento divergente del benessere di anziani e minori, né il ruolo cruciale della spe- sa pubblica in tal senso. Piuttosto, il dibattito fu incentrato sulla questione se gli anziani traessero vantaggi a spese dei giovani e se tale sviluppo fosse intenzionale, dovuto al diritto di voto e alla rafforzata influenza politica dei meno gio- vani (Heclo 1988, Cook et al. 1994, Williamson e Watts-Roy 1999).
60 KARL HINRICHS – il cui tasso è oggi in continuo calo in ge contro un miglioramento dell’assisten- modo direttamente proporzionale all’età za pubblica ai bambini in un gioco di an- – e l’adeguamento dello stato assistenzia- nullamento reciproco degli interessi dei le ai cambiamenti socioeconomici nel ca- due gruppi di età. Inoltre, l’invecchia- so della generazione anziana ma non al- mento della popolazione potrebbe anche trettanto nel caso dei minori e dei loro comportare maggiori disparità di diritti genitori, confermano l’osservazione di fra generazioni relativamente al rapporto Harold Wilensky (1975, 26-27 e 48) se- tra imposte versate e benefici ricevuti, in condo cui lo stato assistenziale è un siste- particolare nel caso di pensioni di anzia- ma «che guarda soprattutto agli anziani» nità finanziate con i contributi dei lavora- perché essi «costituiscono una popola- tori ancora in attività5. Se il «rapporto an- zione bisognosa e una forza politica per ziani a carico» cambia in modo che le un ulteriore sviluppo della previdenza so- generazioni (o più precisamente: le fasce ciale», essendo «una minoranza di impor- d’età) successive saranno sempre meno tanza strategica per la spesa pubblica»4. numerose, allora o la generazione più nu- Un continuo processo di collettivizza- merosa (e più vecchia) percepirà meno zione del mantenimento degli anziani (a pensioni e altre previdenze previste in fronte di una responsabilità prevalente- rapporto all’età, oppure la generazione mente individuale dei genitori per il man- successiva, numericamente inferiore, do- tenimento dei figli) era già stato previsto vrà versare più tasse e/o contributi. A trentacinque anni prima da Gunnar Myr- causa del modificarsi dei rapporti di forza dal (1940, 199) per un motivo molto sem- all’interno dell’elettorato, gli anziani plice: «Gli anziani votano, i minori e i avranno a disposizione strumenti sempre non nati no». Sua moglie, Alva Myrdal più validi per scongiurare la prima solu- (1945, 344), qualche tempo dopo aggiun- zione e imporre la seconda (cfr. ad esem- se: «Dato che anche il potere politico dei pio Sinn e Uebelmesser 2001). vecchi aumenta, comunque, ad essere In futuro, i due distinti problemi (da davvero in pericolo, più che loro, potreb- una parte l’aumento della povertà infanti- bero essere i minori». le, dall’altra la crescente disparità di diritti L’aumento dell’età media degli elettori, fra generazioni), entrambi legati al fatto dovuto al calo delle nascite e alla crescen- che gli anziani sono sempre più in grado te longevità, rafforza il bastione che si er- di difendere validamente i propri interessi 4 L’analisi dei sistemi di immissione delle risorse (diretti e da imposte) condotta da Lynch (2001) evidenzia un net- to, anche se differenziato, orientamento delle politiche sociali in funzione dell’età nei paesi Ocse (si veda inoltre Esping-Andersen e Sarasa 2002). 5 L’obiettivo della parità intergenerazionale (equilibrio costante nel corso della vita tra oneri fiscali e benefici, indi- pendentemente dalla data di nascita) è tuttavia difficile da concettualizzare in un mondo non statico con tassi di cre- scita economica in cui le generazioni successive – numericamente inferiori – godono mediamente di un benessere maggiore in termini assoluti, grazie agli investimenti in capitale umano e fisico fatti dalle generazioni precedenti. Il problema della (dis)parità intergenerazionale non si limita alla previdenza sociale, ma si estende ad altri campi quali il debito pubblico o i danni ecologici, in cui i giovani e i non nati di oggi dovranno affrontare le conseguenze di decisio- ni e mancate decisioni (nel caso della tutela dell’ambiente) in cui non hanno avuto parte.
VOTO AI MINORI E PARITÀ INTERGENERAZIONALE 61 costituiti, potrebbero culminare in un to…». Se da una parte non si può negare unico interrogativo, e cioè se questo mag- che anche i minori facciano parte del «po- gior numero di minori deprivati fin dal- polo», sottoporre il diritto al voto alla l’infanzia del diritto di buone opportu- maggiore età può essere problematico, nità di vita, una volta divenuti adulti, implicando che un suffragio realmente saranno disposti ma soprattutto saranno universale non si possa realizzare se non in grado di contribuire al benessere di un concedendo il voto a tutti i minori (Merk crescente numero di anziani senza figli. 1997, 262-268; Peschel-Gutzeit 1999; cfr. Le eventuali tensioni potrebbero risultare sezione 3.). ancor più aspre in funzione delle diversità Proposte analoghe sono state recente- etniche presenti nella società, in quanto mente presentate da Stein Ringen (1996; il gruppo etnico in cui è maggiormente 1997, 3-7 e 166-168) e Philippe van Parijs concentrata la povertà infantile è diverso (1999). La preoccupazione principale di da quello che ha diritto al grosso dell’as- Ringen è la povertà infantile e la posizio- sistenza pubblica in vecchiaia (cfr. per ne strutturalmente svantaggiata dei mi- esempio Torres-Gil 1992). nori in politica. La sua soluzione a en- Con un approccio orientato alle conse- trambi i problemi consiste nell’eliminare guenze, per ridurre la povertà infantile e lo sbilanciamento a favore degli anziani conquistare una maggiore parità interge- nell’elettorato. La richiesta di van Parijs è nerazionale si potrebbe pensare di conce- motivata soprattutto dall’invecchiamento dere ai minori la possibilità di esprimere il della popolazione e dalla conseguente proprio parere nelle consultazioni eletto- minaccia della gerontocrazia: il predomi- rali, così che i partiti politici nelle demo- nio politico degli anziani andrà sempre crazie rappresentative prestino più atten- più a violare i principi di equità interge- zione agli interessi dei giovani di quanto nerazionale. Egli definisce la sua soluzio- sia avvenuto finora, visto che «l’ultima ne «un programma alla Rawls-Machia- ratio del moderno sistema dei partiti poli- velli», laddove Rawls è sinonimo di un tici è la scheda elettorale» (Weber 1958/ concetto di giustizia sociale esplicita ed 1917, 250). In alternativa o in aggiunta a eticamente accettabile, mentre la com- ciò, il voto ai minori potrebbe rendersi ponente «machiavellica» si riferisce alla necessario qualora venisse individuato un progettazione strategica di istituzioni deficit democratico. In Germania tale ar- politiche in modo che possano dare luo- gomentazione deontologica risulta da go ai «giusti» risultati collettivi (van Parijs due articoli, forse in contrasto tra loro, 1999, 299-301). della Costituzione (Grundgesetz). L’art. Sia Ringen che van Parijs (oltre a vari 20, comma 2, sancisce: «Ogni autorità studiosi tedeschi che discutono il proble- dello Stato viene dal popolo. Essa verrà ma – vedi ad esempio Grözinger 1993, esercitata dal popolo mediante elezioni e Löw 1993, Peschel-Gutzeit 1999) fanno altre votazioni…». Tuttavia, l’art. 38, ricorso anche ad argomentazioni deonto- comma 2, circoscrive il diritto democrati- logiche, senza però differenziarle chiara- co: «Ogni individuo che abbia raggiunto mente da quelle basate sulle conseguenze. l’età di diciotto anni avrà diritto al vo- La posizione espressa in questo studio è,
62 KARL HINRICHS in primo luogo, che non si può presumere criterio di esclusione. Livello di istruzio- di ottenere il risultato auspicato mediante ne, proprietà terriera, rispettabilità, con- l’estensione del suffragio. La seconda tribuzione fiscale (a volte con una specia- considerazione è che, indipendentemente le poll tax, o capitazione) o il fatto di non dal possibile prevalere di effetti contro- percepire sussidi di povertà, sono andati producenti, il test al tornasole della vali- via via decadendo come requisiti per il di- dità del voto ai minori è se questo sia ritto al voto dei maschi adulti. L’età in cui sostenibile in base a motivazioni di prin- questi sono stati inizialmente chiamati a cipio e non basate semplicemente sulle decidere politicamente, tuttavia, era note- conseguenze. Terzo, se la proposta non volmente maggiore rispetto a oggi. Prima supera tale esame, le politiche in prospet- del 1918 l’età minima per votare in molti tiva futura dovranno essere rafforzate paesi era di 25 anni. Nel corso del riasset- mediante la ricerca e l’applicazione di al- to politico seguito alla prima guerra mon- tre modalità. diale, quasi tutti gli stati europei hanno Si procederà nel modo seguente: verrà esteso il voto alle donne, e dopo aver rag- esposto di seguito il concetto del voto ai giunto il suffragio universale ed uguale minori. Nelle due sezioni successive ver- per tutti gli adulti (comprese le minoran- ranno analizzati i pro e i contro di tale ap- ze o maggioranze etniche, come nel caso proccio, prima dal punto di vista delle del Sudafrica) l’età minima è stata pro- conseguenze (e cioè se si possano o meno gressivamente abbassata, di solito a 18 an- prevedere contributi utili allo scopo di ri- ni (come in Germania nel 1970), e tale durre la povertà infantile e di promuove- definizione della soglia d’età da parte re una maggiore giustizia intergenerazio- dei vari paesi è stata meno conflittuale di nale) e poi alla luce di argomentazioni quanto non fosse stata l’abolizione di al- deontologiche. Come si dimostrerà nelle tri criteri. Oggi, a parte i non cittadini re- sezioni 2 e 3, non è possibile sollevare al- sidenti, i minori sono l’unico gruppo di cuna motivazione forte a favore dell’e- cittadini con diritti politici limitati6. stensione del diritto di voto ai minori. Hurrelmann (1997) sostiene che le atti- Pertanto, per poter affrontare i problemi vità della prima età adulta si sono ora spo- non risolti descritti in precedenza, si esa- state all’adolescenza, rendendo i giovani mineranno soluzioni alternative «sotto» non ancora maggiorenni più individualiz- il livello delle riforme costituzionali. zati, responsabili, competenti e soprattut- to critici del funzionamento della demo- crazia, oltre che insoddisfatti dei risultati 1. Il diritto di voto ai minori: della politica (cfr. anche Palentien 1997). il concetto di delega ai genitori Al fine di sconfiggere la sfiducia, la sensa- L’evoluzione del suffragio è avvenuta per zione di impotenza e l’estraniamento po- estensioni successive del diritto di voto, e litico dei giovani, Hurrelmann chiede che quello dell’età (minore) è rimasto l’unico l’età minima per votare sia portata a 14 6 Ulteriori dettagli non sono qui pertinenti. Per una panoramica contenente numerosi riferimenti si rimanda a Bar- tolini 2000 e a Marshall 1950, 19-21.
VOTO AI MINORI E PARITÀ INTERGENERAZIONALE 63 anni, convinto che, allo stesso tempo, tale contrerebbero la strenua resistenza di modifica renderebbe i partiti politici e i quanti siano stati sottoposti a interdizio- responsabili delle politiche di governo ne politica o stiano per esserlo. più sensibili alle aspettative e alle esigenze A prima vista, le prospettive di succes- giovanili. Mentre si può discutere su quale so di un’altra proposta per la modifica sia l’età esatta in cui i giovani acquistano la delle regole elettorali sembrano ugual- facoltà di giudizio necessaria a partecipare mente scarne. Si tratta di un’idea ricor- responsabilmente a una votazione, rimane rente fin dagli anni venti – in particolare comunque il fatto che esiste certamente in Francia, dove in un’occasione l’Assem- un limite inferiore che esclude ancora blea Nazionale è stata sul punto di adot- quanti non hanno raggiunto tale età. tarla (van Parijs 1999, 309-310 e 325) – e Inoltre, in alcuni stati della Germania e in poi negli anni novanta in Germania (si ve- Austria l’età minima per votare alle ele- dano i numerosi riferimenti in van Parijs zioni comunali è stata ridotta a 16 anni – 1999), dove ha sostenitori in tutti i partiti proprio per promuovere l’interesse dei politici rappresentati nel Bundestag. La più giovani per la politica e incoraggiarne proposta riguarda l’estensione del suffra- la partecipazione, ma non per accrescere gio a tutti i cittadini: ai bambini viene il loro peso elettorale. In Germania i ri- concesso il diritto al voto fin dalla nascita. sultati sono stati finora deludenti: l’af- Essendo impossibile o irragionevole che flusso alle urne fra i nuovi aventi diritto è dei bambini piccoli esprimano il voto da stato considerevolmente inferiore a quel- soli, il punto cruciale della proposta è che lo del gruppo fra i 18 e i 24 anni, che di so- i genitori esercitino tale diritto in modo lito esprime la più bassa percentuale di vicario per conto dei figli minorenni co- votanti. me fanno per molte altre questioni, per A causa della mancanza di competenza esempio in materia di finanze o di istru- e di interesse dei minori per la politica, zione7. I genitori esprimono il proprio l’abbassamento dell’età minima per vota- voto più altri voti per delega, a seconda re molto al di sotto della soglia più comu- del numero di figli minori che non posso- nemente adottata non costituisce una no esercitare il proprio diritto fino al rag- strategia promettente per rafforzare gli giungimento della maggiore età. Il con- interessi dei minori e delle generazioni cetto di «voto di minore, esercitato per future attraverso le elezioni. Così come delega» (in inglese: children’s voting ri- non lo è il tentativo di «senicidio politi- ght, vicariously exercised, abbreviato co», cioè la negazione del diritto di voto ChiVi – Grözinger 2001) è abbastanza agli anziani dopo una certa età. Sarebbe semplice, e non è necessario qui soffer- difficile giustificare la sospensione del marsi sui dettagli tecnici, ad esempio se suffragio a 70 anni, o a qualsiasi altra età. alle madri verrebbe data delega per le fi- Inoltre, è prevedibile che tali tentativi in- glie e ai padri delega per i figli maschi, op- 7 È importante fare una distinzione formale tra diritto di voto del bambino (esercitato per delega) e voto del geni- tore. Questo dà al genitore dei voti in più oltre al proprio diritto di voto personale, a seconda del numero di figli mi- nori, ed è una variante di un sistema di voto multiplo. Van Parijs (1999) sembra mescolare questi diversi concetti.
64 KARL HINRICHS pure se delegata dovrebbe essere sempre uno su tre aventi diritto erano ultracin- la madre, essendo ritenuta la custode più quantacinquenni (il 36 per cento). Se a affidabile del benessere dei figli (ragione quelli dei genitori si fossero aggiunti i vo- per cui, in Scandinavia, Australia e Regno ti dei figli minori, la loro quota di eletto- Unito, gli assegni familiari vengono rego- rato sarebbe salita al 41 per cento, mentre larmente versati alla madre – Ringen 1997, quella degli anziani (≥ 55 anni) sarebbe 7); oppure come sarebbero assegnate le scesa al 29 per cento (Engstler 2001, 24, deleghe in caso di unico genitore o di 37, 50)8. Perciò, con una sorta di «valuta- bambino dato in affidamento. zione in prospettiva», cercherò ora di sta- Non si può certo pensare che i sosteni- bilire se il maggior peso elettorale dei ge- tori dell’estensione del voto ai minori ac- nitori produrrebbe l’effetto sperato dai colgano con entusiasmo il concetto di vo- fautori di questa soluzione. to esercitato per delega. Essi considerano ChiVi una strategia familista e paternali- sta, e preferiscono vedere i bambini come 2. Argomentazioni basate soggetti indipendenti ai quali si dovreb- sulle conseguenze: bero dare vere possibilità di partecipare prevenzione della gerontocrazia? autonomamente alla vita sociale e politica La modifica della legge elettorale nel sen- in base alla loro competenza e capacità, so descritto poc’anzi (o in qualunque grandemente sottovalutata, di prendere altro modo) deve avvenire secondo le re- decisioni razionali (Mortier 1998; Roche gole esistenti. Claus Offe (1993, 20) sot- 1999; Bundesregierung 1998, 149-155 e tolinea un paradosso a questo proposito: 172-175). Per tali ragioni si dà la preferen- se esiste una maggioranza a favore del za all’abbassamento dell’età minima per voto ai minori, allora esiste anche una votare. Rispondendo implicitamente a ta- maggioranza a favore degli auspicati cam- li riserve, Ringen (1997, 7) ammette che biamenti a vantaggio dei bambini e per ChiVi non sarebbe l’attuazione ideale del l’applicazione di principi di giustizia in- principio «una persona, un voto», ma co- tergenerazionale. Pertanto, non è neces- me soluzione di ripiego sarebbe giustifi- saria alcuna modifica della legge elet- cata in quanto «è meglio della situazione torale. Si può però obiettare che tale originaria che viene già indicata come in- maggioranza non sarà sempre ottenibile soddisfacente». In effetti, la concessione in futuro, e la concessione del diritto al del voto per delega ai genitori modifiche- voto si può considerare una strategia pre- rebbe in modo abbastanza sostanziale la ventiva in vista degli spostamenti nella composizione per età dell’elettorato. Nel composizione per età dell’elettorato: una 1996, solo il 27 per cento dei votanti tede- sorta di impegno costituzionale prelimi- schi aveva figli minorenni, mentre oltre nare contro future preferenze degli elet- 8 Questi dati sulla attuale struttura per età della popolazione tedesca (e sul suo cambiamento proiettato – vedi la tabella più avanti) non distinguono fra cittadini tedeschi, con diritto di voto, e abitanti di nazionalità diversa. Questa imprecisione risulterebbe rilevante solo se la struttura per età dei cittadini con diritto di voto fosse nettamente diversa da quella della popolazione residente straniera.
VOTO AI MINORI E PARITÀ INTERGENERAZIONALE 65 tori per politiche meno «pro famiglia» e del corpo politico», come prediceva Alva «a tutela delle generazioni future» (si ve- Myrdal (1945, 344) circa cinquant’anni fa. da anche van Parijs 1999, 329-330)9. Se tali cambiamenti preventivi non avver- Il calo della natalità e la crescente lon- ranno nell’ambito delle dinamiche con- gevità porteranno inevitabilmente a una correnziali fra partiti, gli interessi a breve diversa composizione dell’elettorato; termine di anziani con prospettive di vita l’età media dei votanti sarà sempre più ridotte godranno di una indebita prece- avanzata. In termini di ampiezza e di tem- denza su quelli a lungo termine dei mino- pi, tale invecchiamento differisce alquan- ri e delle giovani famiglie. to nei vari paesi dell’Europa occidentale e Le proiezioni demografiche per la Ger- del Nord America, ma la tendenza è ge- mania, dove il processo di invecchiamen- nerale. Perciò, le sfide poste da motivi di to è particolarmente pronunciato e re- ordine demografico ad alcuni campi delle lativamente anticipato, possono servire politiche sociali devono essere affrontate come esempio di uno sviluppo che andrà nel quadro della politica democratica, che a influire sul comportamento delle élite però è essa stessa soggetta a cambiamenti politiche. Come risulta dai dati della ta- determinati dall’invecchiamento della bella che segue, i votanti ultrasessantacin- popolazione, con l’aumentare del poten- quenni aumenteranno dall’attuale 20 per ziale di potere elettorale degli anziani. Per cento circa a oltre un terzo nell’arco dei quanto contraddittorie possano essere le prossimi trent’anni. Rispetto agli anziani proposte di riforma avanzate da organiz- di oggi, saranno più istruiti, più sani, me- zazioni sovranazionali, comitati di studio no disposti a mettersi precocemente in e altri, esse sono solitamente accompa- disparte e probabilmente avranno mag- gnate da raccomandazioni (cfr. per esem- giore dimestichezza delle prassi demo- pio OECD 1996, 16-17 e 24) ai responsabili cratiche. Abbassando la soglia di apparte- delle politiche di governo di utilizzare nenza alla categoria «anziani» il loro peso l’attuale «ventaglio di possibilità» per at- elettorale in proiezione cresce in modo tuare risolutamente riforme irreversibili ancora più vistoso: nei primi trent’anni di dei programmi pensionistici e altre misu- questo secolo, gli ultracinquantacinquen- re mirate soprattutto agli anziani, prima ni saranno la maggioranza assoluta. Non che i votanti in età avanzata, numerica- è del tutto irragionevole considerare i 55 mente più forti, blocchino qualsiasi ten- anni come età limite, in quanto di solito il tativo che comporti una diminuzione dei raggiungimento di tale traguardo dovreb- loro diritti «paralizzando così l’azione be essere accompagnato da un cambia- 9 Secondo il punto di vista basato sulle conseguenze, una modifica delle regole elettorali avrebbe senso solo se ne risultasse una differenza nell’esito delle votazioni. Se questo fosse l’effetto prevedibile, le possibilità di vedere attuata la proposta sarebbero scarse, in quanto i partiti che perderebbero voti nell’immediato (a causa della loro immagine at- tualmente meno gradita ai più giovani fra gli elettori) opporrebbero forte resistenza a un cambiamento delle regole. Sebbene sia difficile valutare i risultati in anticipo, dato che ChiVi modificherebbe il contesto in modo sostanziale per tutti i votanti, dalle rilevazioni relative alle elezioni federali del 1990 e del 1998 (Grözinger 1993 e 2001) emerge che qualche leggero incremento si sarebbe verificato a favore di socialdemocratici e verdi. Se a quel tempo si fosse discus- so del voto ai minori, i cristiano-democratici si sarebbero opposti solo per questo motivo.
66 KARL HINRICHS mento di prospettiva: lo sguardo, che era teressi futuri (cioè il benessere durante la stato rivolto «verso il basso», cioè verso la fase prossima del pensionamento, che ci generazione successiva (ormai adulta ed si augura lunga) e questo rafforza la «na- economicamente indipendente), si sposta turale» coalizione a favore degli interessi «verso l’alto», in direzione delle esigenze degli anziani (si veda anche Preston 1984, dei genitori anziani nonché dei propri in- 446)10. Popolazione adulta in Germania, 1998-2050 (proiezioni: variante intermedia) Popolazione di cui: di cui: di cui: Anno oltre i 18 anni 65enni e oltre 60enni e oltre 55enni e oltre (milioni di unità) (%) (%) (%) 1998 66,2 19,7 27,7 36,3 2010 67,6 24,0 30,9 38,9 2020 66,4 26,1 34,9 45,2 2030 63,5 32,0 41,7 49,3 2040 59,9 35,1 42,4 50,2 2050 55,3 35,2 43,8 51,6 Fonte: elaborazione propria su dati forniti dall’Ufficio Statistico Federale Tedesco (risultati tratti dalla IX proiezione coordinata dello sviluppo della popolazione, 2000) Che cosa si sa dei comportamenti politi- interrogativi, sebbene le risposte non pos- ci della parte più anziana dell’elettorato? sano essere tutte ugualmente esaurienti. L’aumento della povertà infantile si può La maggiore affluenza alle urne si ri- effettivamente attribuire alla maggiore at- scontra tra i cittadini di età compresa fra i tenzione dei responsabili delle politiche 60 e i 70 anni, la cui percentuale di votanti sociali nei confronti degli elettori meno è peraltro rimasta molto stabile negli ulti- giovani? Se così fosse, una loro eventuale mi vent’anni, mentre è calata soprattutto relativa privazione del potere costituito per quanto riguarda gli elettori giovani. dal voto sarebbe un rimedio legittimo e al- Anche in età avanzata (oltre 70) la percen- lo stesso tempo efficace, anche al fine di tuale di votanti si avvicina sempre più alla consolidare alcune considerazioni in pro- media generale. Pertanto, l’età media dei spettiva futura, per una maggiore parità votanti è superiore a quella degli aventi intergenerazionale? Ancora una volta, con diritto, e ciò dà al voto degli anziani un l’aiuto di alcuni dati empirici e ulteriori peso sproporzionato. Si noti poi che l’o- elementi tratti dalla realtà tedesca, nel se- rientamento elettorale dei meno giovani è guito cercherò di rispondere a questi tre più «conservatore»; in particolare, le don- 10 Assumere come limite i 55 anni è giustificato anche dal fatto che l’età media della pensione nella maggior parte dei paesi occidentali si è ridotta di fatto a circa 60 anni. Ciò va ad ampliare il numero di quanti hanno più interesse a non vedere intaccata la generosità delle strutture pensionistiche e i requisiti previsti per averne diritto.
VOTO AI MINORI E PARITÀ INTERGENERAZIONALE 67 ne di oltre 60 anni si sono espresse ecce- l’età condizioni in modo costante le pre- zionalmente a favore del partito cristiano- ferenze e i comportamenti politici degli democratico in tutte le elezioni federali anziani, se essi siano diventati più egoisti, dal 1953 in poi (Falter e Gehring 1998, o se si stia profilando all’orizzonte un Kohli et al. 1997; per gli Stati Uniti si veda conflitto intergenerazionale12. Anche se è Macmanus e Turner 1996). Per quanto possibile individuare una tendenza a po- difficilmente scindibile dagli effetti dovuti sizioni conservatrici, è ovvio che gli an- a gruppo sociale e periodo storico, un cer- ziani non costituiscono una forza politica to effetto legato al ciclo vitale è innegabile distinta e compatta. Le differenze e le ine- e plausibile, in quanto si può ritenere che guaglianze all’interno di tutti i gruppi di con l’età si perda il gusto per la sperimen- età sono più pronunciate, e quelle diver- tazione e l’innovazione politica. È però sità di identità in una stessa generazione troppo semplicistico mettere sullo stesso che sono organizzate e rappresentate da piano una preferenza per la conservazione partiti politici – come classe sociale, reli- (e l’avversione per l’intraprendenza e le gione o etnia – prevalgono ancora sull’età riforme) e un crescente egoismo11. Nel- in quanto (nuovo) fattore di divisione. l’antica Roma (Cicerone 1988, XIX) e in Una «consapevolezza dell’età» si può dif- altre realtà politiche con governo tradi- ficilmente considerare, oggi, una base zionale (Spencer 1965), la gerontocrazia promettente di mobilitazione politica, era elogiata (e ai giovani si richiedeva ob- eppure i politici si fanno regolarmente bedienza incondizionata) per l’esperienza impressionare dal semplice numero dei e la saggezza (e la conoscenza delle tradi- votanti anziani e sopravvalutano la loro zioni sacre) degli anziani; dal momento omogeneità e il loro comportamento che non sono più in lotta per la carriera e elettorale come se fosse un blocco com- l’ottenimento dei massimi benefici perso- patto (Kasschau 1978, 345, 376). Anche nali, essi sono immuni dalla corruzione e negli Stati Uniti, dove, diversamente dal- si possono considerare ottimi affidatari la politica per gli anziani in Europa, i del bene comune. gruppi di pressione dei meno giovani Oggi la gerontocrazia evoca connota- hanno raggiunto alti livelli di partecipa- zioni e aspettative diverse. Comunque, i zione ed elevata visibilità ed efficacia nel dati empirici relativi agli Stati Uniti sono processo politico13, l’orientamento pre- discordanti in merito alla questione se cedente dei votanti, legato alle divisioni 11 Posner (1995, 288-297) è quindi più ottimista sul crescente potere degli anziani perché il loro conservatorismo contribuisce alla stabilità politica. Inoltre, non vede alcun bisogno di ristabilire un equilibrio politico sbilanciato con- tro gli interessi di quanti hanno la maggiore aspettativa di vita: nella sua prospettiva basata sui «molteplici sé», infatti, gli anziani votano per sé medesimi e allo stesso tempo rappresentano i «sé futuri» degli attuali elettori di mezza età, i quali a loro volta agiscono per conto dei «sé futuri» di quanti non hanno ancora diritto al voto. In questa concezione, un’opposizione «noi-loro» è per lo più preclusa (si veda anche Posner 1995, 84-95). 12 Cfr. per esempio Heclo 1988, Day 1990, Cook e Barrett 1992, Rosenbaum e Button 1993, Bengtson e Ha- rootyan (a cura di) 1994, Binstock e Day 1996. 13 In diversi paesi europei, soprattutto in Italia e in Germania, i sindacati sono diventati il maggiore gruppo di in- teresse degli anziani in quanto una percentuale sempre più alta dei loro appartenenti sono pensionati non più econo- micamente attivi (Kohli et al. 1997, 9-10).
68 KARL HINRICHS sociali e perdurante nell’età della pensio- gruppo. Inoltre, i partiti potrebbero esse- ne, rimaneva una determinante fonda- re certi che il reddito familiare, i servizi mentale del comportamento elettorale sociali per la famiglia, la pubblica istru- degli anziani (Binstock e Day 1996, Wil- zione eccetera sono temi di grande impor- son 1993)14. tanza ai fini delle decisioni dei genitori in Non si può dunque essere certi fino a cabina elettorale, e può accadere che le che punto il comportamento politico de- loro preoccupazioni più immediate per il gli anziani sia spinto da motivazioni pu- reddito familiare prevalgano sui futuri ramente egoistiche e a breve termine o se interessi a lungo termine (per esempio la non vi siano commiste anche considera- tutela dell’ambiente o il contenimento zioni orientate al futuro o di altra natura. del debito pubblico). Questa potenziale D’altronde, si può prevedere che i geni- perdita «qualitativa» della rappresentan- tori di soggetti minorenni tengano conto za democratica fu uno dei motivi che in- solo degli interessi dei figli al momento dussero Max Weber (1958/1917, 235) a di votare o che invece esprimeranno il lo- respingere con fermezza un sistema di ro proprio punto di vista politico? Ci si voto familiare in quanto (al tempo in cui può fidare di loro in quanto tutori fedeli egli scriveva) coloro che erano meno do- del futuro dei propri figli? Si può ben im- tati di «facoltà telescopica» avevano il maginare che, a seconda delle loro prefe- maggior numero di figli (e quindi le esi- renze politiche già formate, essi non fac- genze di reddito più pressanti) e avrebbe- ciano che aggiungere uno o più voti in ro così ottenuto l’influenza politica più favore del partito che hanno scelto per se forte. Se però si prestasse maggiore atten- stessi. Si potrebbe anche pensare che un zione alla preoccupazione più urgente loro diverso comportamento, se asse- dei genitori per i problemi di sopravvi- gnassero cioè i vari voti a diversi partiti, venza quotidiana (a fronte di argomenti rappresenterebbe un improbabile atto di più orientati al futuro), ChiVi avrebbe al- crescente dissonanza cognitiva. Da un meno avuto il merito di migliorare le punto di vista basato sulle conseguenze, condizioni in cui i minori si trovano a l’accumulo di voti per il partito preferito crescere. D’altro canto, il continuo calo dal genitore non è in pratica un problema del tasso di povertà infantile in alcuni in quanto, programmaticamente, tutti i paesi Ocse (Förster e Pellizzari 2000, partiti in lizza per i voti darebbero alle Unicef 2000) dimostra che tali risultati tematiche familiari più risalto a causa del non dipendono da modifiche della legge maggior peso elettorale acquisito dal elettorale. 14 Le elezioni svoltesi in Olanda nel 1994 possono servire da esempio, in parte valido, del contrario (e allo stesso tempo dimostrano il potenziale potere latente degli anziani): durante la campagna il primo ministro Ruud Lubbers annunciò che ulteriori sacrifici per i pensionati sarebbero entrati in vigore con la legislatura a venire. Due partiti per gli anziani ottennero voti sufficienti per avere seggi in parlamento e contribuirono alla sonora sconfitta del partito cristiano-democratico del premier. Nel 1998, non esistendo alcuna «minaccia» in tal senso, questi stessi partiti, nel frattempo divisi da incomprensioni interne, tornarono a essere numericamente irrilevanti.
VOTO AI MINORI E PARITÀ INTERGENERAZIONALE 69 Per dimostrare ancor meglio l’incertezza rispetto ai loro obiettivi originari, ma re- di conseguire obiettivi nell’immediato e golarmente riescono a migliorare il be- nel lungo periodo dando il voto ai mino- nessere delle famiglie e quindi a diminui- ri, porterò due ulteriori tipi di argomen- re il rischio di povertà infantile (cfr. per tazioni. Entrambe si riferiscono al calo esempio Walker 1995, Heitlinger 1993, della natalità e tentano di ripartirne il pe- Kaufmann et al. 1992, Deutscher Bunde- so 1) nell’ambito della generazione in età stag 1998, 520-544). Per riuscire soltanto di procreare e 2) tra quanti della genera- a fermare l’attuale tendenza a una pro- zione precedente e di quella attualmente gressiva riduzione dei gruppi di nuovi in età di procreare non hanno figli. nati, nella maggior parte dei paesi Ocse La preoccupazione di van Parijs (1999, occorrerebbe che la fertilità delle donne 314-319) di dare alle famiglie quanto loro oggi in età di procreare aumentasse di cir- spetta sembra dettata da una visione a fa- ca un terzo, cosa abbastanza improbabile. vore di politiche pro natalità e per l’incre- Il secondo tipo di argomentazione è mento della popolazione: se uno dei ri- più complesso. Le ricerche condotte sugli sultati della modificata legge elettorale scambi informali e privati tra generazioni sarà di destinare più fondi pubblici ai mi- in Francia (Attias-Donfut e Wolff 2000a, nori a spese dei senza figli, soggetti a più 2000b) e in Germania (Kohli 1999; BMFSFJ tasse, e/o della previdenza per gli anziani, 2001, 221-230) hanno dimostrato come si può prevedere che il tasso di natalità tali transazioni siano sorprendentemente comincerà a salire e, alla lunga, darà luogo frequenti: «verso il basso», dalla genera- a una ripartizione per età più equilibrata zione più anziana a quella di mezzo e ai nella popolazione. Una maggiore parità nipoti, prevale un flusso di denaro; «ver- intergenerazionale si affermerebbe così in so l’alto», cioè nella direzione opposta, modo quasi «naturale». Tenendo conto predominano i servizi (assistenza e altri della complessità delle ragioni della dimi- aiuti in natura). La coabitazione non è un nuita natalità, non è affatto certo che un requisito essenziale perché avvengano tali governo possa «comprare» bambini in scambi. Il più delle volte le varie genera- numero sufficiente semplicemente ridu- zioni mantengono case separate a distan- cendo i costi di allevarli e/o minimizzan- ze che non impediscano tali rapporti di do le perdite di reddito attuale e futuro scambio. La generosità delle pensioni facendo sì che l’allevare i figli non com- pubbliche consente agli anziani di non porti un abbandono totale o parziale del- dover necessariamente coabitare con i fi- l’impiego retribuito15. Si è più volte con- gli adulti, favorendo invece una preferita statato che le politiche a favore della (ma più onerosa) «intimità a distanza» e natalità non sono particolarmente efficaci quindi rapporti familiari più rilassati. In- 15 L’argomentazione di Esping-Andersen (1999, 67-70, 119, 166-167 e passim) segue un’analoga linea di pensiero: l’invecchiamento della società (in quanto conseguenza del calo delle nascite) e i concomitanti problemi dello stato as- sistenziale sono in gran parte auto-inflitti per l’insufficiente sostegno alle famiglie con bambini piccoli, in primo luo- go non fornendo loro asili e servizi per l’infanzia a prezzi abbordabili (si veda anche Esping-Andersen e Sarasa 2002).
70 KARL HINRICHS fine, l’assistenza pubblica consente agli che siano sufficientemente orientati verso anziani economicamente indipendenti di gli altri e il futuro nelle loro scelte eletto- partecipare a tali scambi di solidarietà in- rali. In più, la loro eterogeneità dovuta a tergenerazionale e, molto spesso, di la- disparità, lealtà e identità preesistenti, po- sciarsi alle spalle un’eredità (si veda anche trebbe impedire l’emergere di un «voto Künemund e Rein 1999). degli anziani» monolitico. I modelli economici di programmi pen- Sarebbe tuttavia affrettato ignorare le sionistici finanziati dai contributi degli richieste di modifica della legge eletto- attuali lavoratori si basano generalmente rale. La situazione odierna, in cui la mag- su una struttura «a generazioni sovrappo- gior parte degli anziani è saldamente ste». In effetti, non si era mai verificata ancorata a rapporti di scambio intergene- nella storia una così marcata «sovrapposi- razionale e tiene altruisticamente conto zione» di generazioni: in media, genitori degli interessi dei propri discendenti in e figli, come pure nonni e nipoti, sono in occasione delle elezioni, potrebbe non vita contemporaneamente per un numero essere più vera fra trent’anni, quando, di anni sempre maggiore. Tale situazione secondo le disposizioni attuali, la classe promuove la comprensione reciproca e 1965 arriverà all’età della pensione. Il 30 una maggiore integrazione nei rapporti di per cento circa delle donne tedesche di scambio descritti poc’anzi (Lauterbach e tale classe, e una quota ancor più alta di Klein 1997); ovviamente, la crescente in- quelle nate successivamente, non darà stabilità nella struttura familiare non ha mai alla luce un figlio (lo stesso dato per intaccato la continuità a lungo termine le donne nate tra il 1935 e il 1940 non dei legami tra generazioni. Se è pensabile superava l’8 per cento – Dorbritz 2001; che possa avvenire, a livello macrosociale, Deutscher Bundestag 1998, 59-61). Al- un conflitto intergenerazionale, questo l’interno della classe 1965, l’assenza di fi- sarà certamente molto attutito dai legami gli è più pronunciata nelle grandi città e di solidarietà e dagli scambi al livello mi- tra le laureate, categoria per la quale si crosociale; ci si deve dunque chiedere se la arriva quasi al 40 per cento. Ciò implica ridistribuzione all’interno della famiglia che una percentuale all’incirca pari di di pensioni pubbliche «troppo alte» sia uomini saranno anch’essi senza figli. necessariamente «perversa» (Esping-An- Questo fenomeno inoltre accentua la po- dersen e Sarasa 2002, 7). In ogni caso, il larizzazione della popolazione (o delle prospettato scenario in cui «anziani avi- famiglie) fra quelle con e quelle senza fi- di» si schierano a favore di tasse esose e gli, indebolendo le posizioni del voto a difendono egoisticamente i diritti acqui- favore del futuro dei figli. Per quanto ri- siti, spingendo così figli e nipoti alla ro- guarda pensioni e assistenza, i senza figli vina, non sembra affatto probabile, e la devono contare sui «figli degli altri», e «gerontofobia» è ingiustificata (Hinrichs non avendo discendenti non hanno par- 1993, 13-14). Invece, dato che la maggior ticolari motivi di assumere un punto di parte degli anziani sono ben integrati in vista temporale a lungo termine (o se si reti di scambio familiari, è più probabile vuole dinastico) che vada al di là della
VOTO AI MINORI E PARITÀ INTERGENERAZIONALE 71 durata della loro vita («fra non molto sa- quindi di votare in modo più compatto. ranno tutti morti»). E potrebbero farlo sentendosi meno in Quali reazioni si provocherebbero colpa, essendo stati completamente sol- dando il voto ai minori? Essendo un levati dalla falsa convinzione che i cit- programma «machiavellico», il concetto tadini tengano benevolmente conto dei intende colpire in particolare il gruppo diritti e delle necessità di altri che non degli anziani senza figli, per impedire la hanno il diritto o non sono in grado di temuta dittatura del presente sul futuro; è votare (Offe 1993, 21) – argomento, tra inoltre a sfavore dei senza figli che hanno l’altro, spesso usato in passato quando è la stessa età di quanti hanno famiglie con stata sollevata la questione dell’estensio- figli minori dato che, in media, il loro te- ne del diritto di voto. Ciò nondimeno, nore di vita è sensibilmente migliore (cfr. una flessione del comportamento politi- per esempio Deutscher Bundestag 1998, co attento agli altri e al futuro (o «voto 548-561; Engstler 2001, cap. 5; Kort- etico») sarebbe più probabile a causa 1) mann e Schatz 2000, 135-140): le famiglie degli spostamenti in corso nell’orienta- con figli non adulti hanno spese più ele- mento dei votanti e 2) delle corrispon- vate e un reddito netto inferiore a causa denti strategie «top-down» dei partiti po- della ridotta offerta di capacità lavorati- litici. va. Questa situazione di reddito sfavore- 1) Le tradizionali divisioni sociali han- vole si protrae nell’età della pensione, vi- no perso importanza come base salda di sto che sono stati versati meno contributi scelta elettorale. Per contro, l’individua- e le possibilità di accumulare ricchezza lizzazione in atto e una maggiore fluidità per la vecchiaia sono state limitate. In e diversità nelle sfere centrali della vita questo caso si tratterebbe di difendere la fanno sì che i cittadini siano sempre più parità intragenerazionale, con una più frammentati in una varietà di gruppi ampia ridistribuzione in senso orizzon- schierati secondo tematiche distinte tale anziché verticale nei confronti delle (Dalton 1996). Anche se la volatilità del- famiglie (a basso reddito) con figli. Sa- l’elettorato è già aumentata, i fattori a rebbe facile pensare a un inganno, e si breve termine, quali immagine del candi- può prevedere che quei cittadini bene- dato e opinioni su questo o quel tema, stanti e/o senza figli che hanno dovuto non hanno ancora soppiantato le divi- fare i conti a proprie spese con la ridistri- sioni stabili in base al gruppo sociale ai buzione o con il ridimensionamento dei fini della scelta di voto. Tuttavia, più il si- livelli di previdenza sociale cui erano abi- stema partitico cambia in linea con un tuati (al fine di garantire una maggiore affievolito impatto del voto e una pene- giustizia intergenerazionale) tentino, in trazione partitica della struttura sociale, primo luogo, di opporsi alla modifica maggiore è il rischio che un cambiamen- della legge elettorale, e se non ci riesco- to della legge elettorale finirebbe per ri- no che decidano di agire egoisticamen- torcersi contro le intenzioni dei suoi fau- te contro lo sfruttamento (di ritorno) tori se venisse realizzato il concetto del da parte di una maggioranza cambiata, e suffragio universale.
72 KARL HINRICHS 2) Tale rischio potrebbe aumentare se, argomentazione di Jon Elster, secondo la per effetto del disallineamento dei votan- quale le riforme costituzionali devono es- ti, qualche partito politico «imprendi- sere giustificate da principi non basati toriale» si rivolgesse ad alcune identità sulle conseguenze16. Nella migliore delle dell’elettorato invocando criteri di attri- ipotesi, le giustificazioni connesse con i buzione (di cui uno potrebbe essere l’età), risultati si possono utilizzare come argo- dal momento che la «volontà del popolo» mentazioni di supporto o integrative nel non è in alcun modo (pienamente) un da- discorso politico, ma non possono sosti- to di fatto ma è anche il risultato di que- tuirsi ai motivi di principio a favore o stioni e problematiche sollevate dai parti- contro un cambiamento delle regole del ti. Non proporre più concezioni di gioco politico. Alla fine, comunque, van politiche generazionali ampie e neutrali Parijs lascia cadere questa posizione rigo- rispetto all’età, ma rivolgersi invece a rosa. Partendo dall’argomentazione di gruppi target divisi per età avrebbe per Elster, l’interrogativo a cui si cerca di dare esito proprio quello di creare segmenti risposta in questa sezione è se esista un omogenei all’interno dell’elettorato che, deficit di democrazia che deve essere col- se adeguatamente mobilitati, potrebbero mato mediante una modifica della legge con ogni probabilità evidenziare com- elettorale. portamenti di voto in blocco. In questo Guardando a quella che Marshall definì caso, i semplici numeri sono rilevanti, e a la triade dei diritti estesi alla generalità dei questo punto gli anziani sarebbero sem- cittadini in ordine più o meno sequenzia- pre più avvantaggiati (vedi tabella sopra). le, i minori godono di pieni diritti civili e In conclusione, non esiste alcun fondato sociali; di norma tuttavia non in qualità di motivo di ritenere che gli obiettivi sperati soggetti che esercitano tali diritti in prima (riduzione della povertà infantile e mag- persona, ma piuttosto come oggetti favo- giore parità intergenerazionale) avrebbe- riti quando usufruiscono dei diritti stessi ro una concreta possibilità di realizzarsi. tramite i loro genitori che agiscono per conto dei figli17. Per contro, i minori so- no per lo più esclusi dai diritti politici. La 3. Argomentazioni non basate partecipazione democratica e i diritti di sulle conseguenze: rappresentanza sono o assenti o limitati colmare un deficit di democrazia? ad «attività di formazione democratica» Van Parijs (1999, 331-332), ben consape- (Offe 1993, 14) in organismi di rappre- vole delle conseguenze impreviste del suo sentanza speciali, senza poteri decisionali programma di progettazione costituzio- di qualche rilievo. Si potrebbe obiettare nale guidata dalla giustizia sociale «alla che, finché i cittadini («il popolo») sono Rawls-Machiavelli», fa riferimento a una divisi fra quelli che hanno diritto al voto 16 Si veda anche Max Weber (1958/1917, 253) il quale, proprio su questo tema, respinse qualunque «manipola- zione della legge elettorale» (Wahlrechtsarithmetik) secondo il criterio di chi guadagna di più. 17 In Germania, i giovani raggiungono la maggiore età in materia di libertà di religione a 14 anni.
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